Ai giovani Servas
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Ai giovani Servas
Convocazione dell'assemblea Annuale di Servas Italia Anno XXI n.1 Febbraio 2006 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari ai sensi dell’art. 9 dello statuto, il giorno 29 aprile alle ore 9,30 nella sala riunioni del Elezioni 2006 Servas C ari amici, nella prossima Assemblea autunnale ci ritroveremo a scegliere i nuovi organi Servas: Comitato esecutivo, Collegio dei Revisori dei Conti e Collegio dei Probiviri. Come nelle precedenti votazioni del 2003, la partecipazione dei soci sarà facilitata dal voto postale, che consentirà a tutti di esprimere la fiducia ai via Alimini km 2.5 Otranto candidati. La partecipazione di tutti è fondamentale perché tali organi siano reale espressione della Qualora non venisse raggiunto il numero legale volontà e dei principi associativi, così come verrà riconvocata il giorno dell’indirizzo che si vuole dare al futuro di Servas. Partecipazione e “servizio” sono fondamentali nella nostra “bella associazione”; vi invitiamo dunque a stesso luogo stessa ora presentare la vostra candidatura per il Comitato o con il seguente ordine del giorno: uno dei Collegi. Se volete offrire tempo ed energie 1Rendiconto economico del 2005 a Servas, ma avete bisogno di chiarirvi le idee su 2Comunicazioni del Comitato Esecutivo quelli che sono gli impegni che tali ruoli richiedono, 3Proposte e iniziative per il 2006 potete contattare il vostro coordinatore o direttamente 4Sintesi delle risoluzioni emerse dall’Assemblea Straordinaria di Servas il Comitato esecutivo e gli altri collegi. Le candidature, in cui dovrà essere indicato da quanto tempo fate International 5Rifessioni sui temi emersi dai workshop parte di Servas, gli eventuali incarichi da voi svolti all'interno di Servas, ma soprattutto cosa vorreste 6varie ed eventuali offrire all’associazione ed eventualmente la preferenza per un ruolo o un incarico in particolare. La scadenza Il Presidente Mario Burlando per la presentazione delle candidature è il 15 maggio 2006. Per informazioni e per l’invio delle candidature (comprese le foto!!) contattate la Redazione: [email protected], c/o Maria Gloria Borsa, largo Budapest 9/c 07100 Sassari Maria Gloria Alimini Smile Park Domenica 30 Aprile Assemblea di Primavera in Puglia 29-30 aprile 2006 Ai giovani Servas Diffondere Servas fra i giovani, per far conoscere sempre di più l’associazione richiede l’impegno di tutti, ci rivolgiamo in particolar modo ai Servas che hanno un’età compresa tra i 18 e i 30 anni, se avete idee o pensate di poter contribuire a questo progetto fatevi vivi con la redazione del giornale o attraverso il sito. Il Comitato esecutivo Rubriche C arissime/i, Lavinia Cozzi (Coordinatrice delle Puglie) e Vito Fortezza (Segretario per la Pace) hanno il piacere di invitarvi all'Assemblea di primavera il 29 e 30 Aprile 2006 a Otranto (Le) in un bel residence immerso nel verde, a pochi km dal mare e da una incantevole cittadina ricca di storia e tradizioni. (segue a pag.2) Servas in Italia pag.2 Servas nel mondo " 6 pace " 8 viaggi " 9 bacheca " 15 siti utili " 16 2 Assemblea di Primavera a Otranto (Segue dalla prima pagina) P er arrivare a Otranto ci sono tre possibilità: Treno - quando si arriva a Bari o a Lecce nella stazione FS si può chiedere informazioni circa la Ferrovia del Sud Est (tel.080 5462111), un servizio privato e locale che fornisce un servizio di treni che arrivano a Otranto. In linea di massima dovete arrivare ad Otranto e poi vi verremo a prendere. Servizio autolinee – in questo periodo dell'anno si può arrivare da molte città italiane in pullman: per esempio per tutto l’anno c’è la linea gestita dalla Marozzi (tel. 06 44249519) che copre la tratta nazionale Firenze Pisa Roma Bari Lecce Taranto. Gli orari delle autolinee disponibili sono su: http://www.otrantoinforma.com/ellade-viaggi/orario-autolinee-marozziscoppio-marino.html. Per qualsiasi ulteriore informazione e chiarimento sugli spostamenti vi invitiamo a contattare l’Ellade Viaggi ai seguenti recapiti: tel. 0836 801578 | 0836 801005 [email protected]) Auto propria: autostrada per Bari, una volta usciti dall’autostrada prendere la direzione della Statale 16 o 16-bis direzione Brindisi Lecce; superata Lecce prendere direzione Maglie, nella direzione Maglie c’è l’uscita Otranto e da lì seguire la direzione Alimini. Il programma e l'organizzazione sono ancora in itinere e la versione definitiva sarà disponibile dal 10 Aprile sul sito www.servas.it, presso i coordinatori regionali e divulgata tramite posta elettronica. Nel frattempo vi comunichiamo che più o meno l'Assemblea si svolgerà così: Programma Sabato mattina ore 9 - Visita guidata naturalistica ai Laghi Alimini (laghetti artificiali ottenuti dalla bonifica del territorio e scelto da diversi operatori turistici per insediarvi i loro villaggi turistici ) oppure visita culturale-artistica a Lecce a costi contenuti e comunicati nella versione organizzativa definitiva. Ore 8,30 - Riunione del C.E.. Dalle h. 10 sarà allargato a tutti i Coordinatori e i Local Help disponibili per discutere sui problemi organizzativi dell'associazione. Ore 13 -pranzo presso l'hotel Sabato pomeriggio ore 15 Laboratori: essi sono ancora da definire; sempre in coerenza con il principio della partecipazione e al fatto che, in autunno, dovremo rinnovare il Comitato Esecutivo e stabilire le future linee programmatiche, invitiamo a mettersi in contatto con Vito Fortezza – chi si sente di condurre un gruppo di discussione e/o ha un argomento da proporre di riflessione sui principi ideali del Servas e sul suo possibile sviluppo futuro; – chi si sente di gestire un laboratorio su aspetti che riguardino l'espressione e la comunicazione artistica, la relazione con sé stessi, con gli altri, la gestione dei conflitti. ore 15 -incontro Revisori dei Conti ore 18 – laboratorio aperto ai coordinatori e local-help su: “La gestione informatica dei dati Servas” Le iscrizioni definitive ai vari laboratori saranno effettuate nel pomeriggio dello stesso sabato. Dopocena Condivisione dei vissuti dei singoli laboratori, di esperienze, musiche e canti, e qualsiasi altra cosa che ci faccia stare bene insieme in modo significativo e appassionato. Anche per questo momento abbiamo bisogno del contributo in idee ed azioni da parte di voi soci! Domenica mattina ore 9,30 - Assemblea Plenaria Ore 13 - Pranzo Ore 15 - Saluti e partenze. Vi ringraziamo per la disponibilità che mostrerete nel costruire insieme il nostro incontro primaverile. Un gruppo, (I seminatori di Pace) già sta lavorando per raccogliere e organizzare i contributi che sono arrivati e aspetta di riceverne altri, per ottimizzare i vari momenti di incontro. Vi aspettiamo presto, con tanta voglia di condividere il piacere e la vitalità data dallo stare tutti insieme. Lavinia e Vito Per informazioni e accordi sul servizio-navetta potete telefonare a Lavinia 3384257959 o al Residence Tel 0831-983167. La struttura è composta da diversi bungalow immersi nel verde, autonomi, che prevedono la sistemazione da 4 fino da un minimo di 1 posto e i costi sono così suddivisi a seconda della sistemazione che volete scegliere: 3 1) Se volete una sistemazione in un bungalow da 3-4 posti i costi sono i seguenti a.. b.. c.. Pensione Completa, incluse bevande € 40,00 a persona, Mezza Pensione, “ € 36,00 a persona Pernottamento e prima colazione € 30,00 a persona 2) Se a.. b.. c.. volete la sistemazione in un bungalow doppia Pensione Completa, incluse bevande € 45,00 a persona, Mezza Pensione, “ € 40,00 a persona Pernottamento e prima colazione € 35,00 a persona Supplemento per camera singola 10,00. Bambini sotto i 3 anni : Gratis; da 4-10 anni: 20% La struttura prevede anche la ricezione di camper; di conseguenza, se qualcuno vuole arrivare con il camper per continuare un giro nel Salento ( dato che ci troviamo nel periodo del ponte del 1° maggio) può usufruire dei seguenti servizi, che si specificano dato che non siamo ancora nel periodo di completa fruizione della struttura: piazzola camper , compresa la fruibilità di acqua e luce con carico e scarico dei liquidi al costo di € 30,00 per i due giorni della riunione per i pasti colazione+pranzo+cena sono € 20,00 a persona Da inviare per posta o email entro e non oltre il 18/04/06 a Lavinia Cozzi via Ravanas 332 70123 Bari e-mail [email protected] tel.: cell.338 4257959; casa (dopo le 19,30) 0805228053 per altre informazioni Alimini Smile Park Via Alimini Km 2.5 73028 Otranto (Le) Tel 0831-983167 Fax 0831-985026 E-mail: [email protected] (la scheda può anche essere scaricata su www.servas.it) Nome Cognome __________________________________ Socio n. (vedi lista) __________ Indirizzo____________________________Prov.____Tel./Cel__________________________ Email__________________________________________ Partecipa con me anche: Nome Cognome________________________________________ Nome cognome ________________________________________ CHIEDO: una stanza singola _ doppia _ tripla _ quadrupla ___ senza barriere _ N. persone adulte __ + n. bambini inferiori ai 7 anni _/ da 7 a 12 anni _ pensione completa ___ mezza pensione ____solo pernottamento e prima colazione___ Prevedo di arrivare il ________alle ore ________ e di partire il ________ alle ore _____ Con mezzi propri ___ con il treno ___ fino a................................................. Per il sabato mattina partecipo alla gita Naturalistica SI___ NO___ Storico-artistica a Lecce SI__ NO__ Necessità particolari: ________________________________________ Necessito babysitting (dietro piccolo rimborso) durante il pomeriggio di Sabato Sì___ No____ ...per l’assemblea della Domenica (Se sì indicare il n. dei bambini/e) Sì___ No____ Mi impegno a comunicare eventuali variazioni, consapevole che in caso di rinuncia non comunicata in tempo mi impegno a pagare la penale del 50% dell’importo dovuto per i due giorni di assemblea Firma _____________________________________ 4 Viaggio esotico a casa nostra Non so bene come mi sia venuta l’idea… La solita curiosità malsana per tutto quello che non conosco e che è diverso da me… Ricordo che una socia pugliese una volta mi ha detto che avevo la fissa per gli stranieri… Mi sa che aveva ragione… O forse è solo che mi sono ritrovata all’estero a chiamare alcuni consolati per delle semplici informazioni e in quello italiano quasi quasi mi hanno fatto venir voglia di cambiare nazionalità tanto sono stati gentili… E mi sono chiesta – ma uno straniero nel nostro Bel Paese come ci resiste??? E soprattutto, perché ci viene? Le nostre leggi sull’immigrazione sono un’offesa, il panorama generale suscita desideri di fuga… Come si fa a voler metter su casa qui? E così, riflettendo, ho cominciato a sfogliare la lista di Servas Italia e ho trovato uno, due, decine di nomi che evocavano paesi lontani, culture, viaggi che sono terminati proprio qui, a casa nostra, che adesso hanno fatto diventare casa loro. Insomma, casa. Sicuramente per me una casa più piacevole perché ci sono loro (ho la fissa…). Mi sono incuriosita. Ho scritto un messaggio a chi aveva l’email chiedendo a questi soci italiani dal cognome esotico di raccontarci la loro storia. E le risposte generose sono arrivate subito! (Ma se l’email non ce l’avete e sapete solo ora di questa mia ricerca: scrivete!!! Lettere, cartoline, fogli di quaderno… Raccontateci la vostra storia! L’indirizzo è quello della redazione!) Maria Gloria C tramite un amico e dal 1993 ne faccio parte. Servas mi ha portato amicizie e conoscenza con certi ricordi bellissimi: un primo e indimenticabile viaggio in Irlanda con mio figlio alla ricerca di miei/suoi radici, un soggiorno presso un faro sul Kangaroo Island e tante cene particolare con gente molto speciale un po' dovunque - Milano, Bologna, Roma, Macerata, Parigi e anche a casa mia. Essere Porta Aperta mi aiuta a viaggiare tramite i racconti e l'entusiasmo dei viaggiatori che arrivano da noi ed è un esercizio in flessibilità e comunicazione. Come "straniera" forse capisco le loro difficoltà in un modo diverso...forse. Julie Ann Day C ospitare gente che viaggia nella mia nuova terra e trasmettere qualcosa delle mie due culture. Come mai il tuo interesse per gli stranieri, da molto che sei servas? Saluti a te e alla Sardegna A risentirci Juergen Wildner C più offerte e dei prezzi d'affitto migliori).Servas l'ho conosciuto attraverso Roberto Mazzini e dopo aver lasciato la comunità ho continuato l'ospitalità iniziata in Provincia di Reggio Emilia qui a Rapallo. La mia casa ha visto tanti visitatori prima del 2001 (c'è stato un vero crollo di domande dopo l'11 settembre), molti supersimpatici di tutte le età e provenienze (maggiormente USA e Canada, qualche Australiano più di rado) e i momenti di condivisione erano intensi eppure i visitatori che approdano da me devono affidarsi alla fortuna, perchè spesso sono via per lavoro. Come vivo in Italia da straniera? Beh non è facile rispondere. Il mio lavoro mi porta un po’ dappertutto in Italia (mi occupo della formazione e particolarmente del gioco cooperativo come strumento per un apprendimento sociale) e me lo godo in ogni incontro con la gente nuova, i corsisti che si divertono giocando (e io in primo), gli scambi di idee, opinioni, ecc. I punti di stress o meglio l'addestramento alla resistenza e al mantenimento del buon umore per la serie nontincazzare! sono i spostamenti in treno che ogni anno mi mettono di più alla prova. Per il resto non mi vengono rimpianti di aver lasciato il mio paese d'origine e ogni volta che ritorno in Germania, la decisione fatta 25 anni fa si conferma in positivo. Si sta bene nel Bel Paese! www.sigridloos.com ciao Sigrid osa fa un'Australiana a Padova? Soffre l'umidità in tanto(!) ma gode di una cultura ricca e sorprendente. In più viaggiare da qui non e quell' impresa ardua che è il partire da Australia per andare... altrove. Giusto oggi le mie colleghe mi hanno chiesto "Come mai hai scelto di rimanere qui?" e la mia risposta spontanea è stata "Per viaggiare meglio!". Quest'anno sono 22 anni che l'Italia è "casa". Stranamente io avevo già un passaporto Italiano prima di aver mai messo piede in questo paese e sapevo dire solo ciao e arrivederci. In Australia (1982) ho sposato un Italiano conosciuto in India, nostro figlio è nato ad Adelaide in 1983 e in 1984 ci siamo trasferiti qui. Ho saputo di Servas iao Maria Gloria, grazie per i fiori! Sono tedesco, sono venuto in Italia tanti anni fa per studiare e ho trovato l'amore. Lavoro come infermiere e abbiamo 4 figlie. Ho scoperto servas solo poco fa eÊ mi sembra una bella possibilità per conoscere gente, per mantenere l'apertura mentaleÊnei confronti di altre esperienze, un piccolo contributo per uno spirito diverso dei soliti egoismi e per trasmettere tutto questo magari alle mie figlie. Come straniero in Italia sono contento di poter ara Maria Gloria, è una bellissima idea la tua! Io in effetti sono tedesca a tutti gli effetti e quando mi chiedono come mai sono finita in Italia, dico scherzosamente "è tutto colpa del virus italicus". Ahimè non ci sono vaccini contro questo virus e riesci immunizzarti solo se nel primo giorno di soggiorno in questo Paese, ti scassano la macchina, ti rubano il portafoglio e tutti i documenti e alla fine ti portano in questura perchè saresti tu il ladro. No, a me non è mai successo qualcosa del genere, allora mi sono beccata l'Italianite acuta che oramai da 25 anni è diventata cronica. Sono venuta in Italia per puro spirito avventuriero nel 1982 (secolo scorso)lavorando per due anni come volontari nel Centro ecumenico di Agape nelle alti valli valdesi sopra Torino. Forse è lì che sono stata contagiata, ma mi sono accorta solo dopo un anno di lavoro successivo in Francia in cui ho avvertito un forte senso di nostalgia al punto che ho deciso alla fine, anche a costo di fare le pulizie in casa della gente, di tornare in Italia. Sono approdata da amici a Bologna e da lì la strada per incontrare dei folli teatranti di strada e il teatro dell'Oppresso con Roberto Mazzini, non era lunga. Dopo tre anni di vita comunitaria e un solenne sfratto di tutta la troupe da parte del proprietario si è posto la necessità di fare le cose più sul serio e cercarmi o meglio crearmi un nido proprio (si chiama diventare adulta?). E così sono finita in Liguria a Rapallo (perchè c'erano 5 Ciao! Con piacere ti rispondo alla tua gradita mail! Sono nato in Germania nel 1961, ma venuto in Italia nel 1985 (e già … 20 anni fa!), perché avevo conosciuto mia moglie nel 1980 durante le ferie ….. in Italia! Sono / siamo Servas Porte Aperte e viaggiatori dal 1980/1981 e fino a qualche anno fa abbiamo anche sempre partecipato al “Sentierinsieme” estivo con Luigi Uslenghi e gli amici di Annecy. Quindi gran parte del mondo “Italiano” Servas – o almeno del arco Piemonte / Lombardia ci conosce. E se Vi è ancora qualche Servas che non ci conosce, ma vuole fare la nostra conoscenza … eccoci qua che abbiamo scritto WMT (gradiremo avere più ospiti) – siamo a Casalborgone al confine tra la provincia di Torino e quella di Asti – qui cominciano le famose coltivazioni di vino – qui si vive ancora nella piena natura …. Anche se il lavoro ogni tanto mi porta in città ed in altri paesi – visto che facci l’interprete e traduttore (tedesco – italiano). Mia moglie insegna inglese. I bambini (figlia 14 anni / figlio 9 anni) vanno a scuola. Abbiamo anche un cane bianco ed un gatto nero ….. Basta così per il notiziario – più si viene a sapere solo nei incontri….. Markus M. Kuhlmann Le porte aperte e i giovani O rmai da anni si assiste ad una diminuzione dei viaggiatori Servas, soprattutto fra i giovani. E’ vero che per un giovane che voglia viaggiare si aprono molte strade ed associazioni ma proporre Servas ai giovani può essere un’esperienza formante e veramente “diversa”. Consapevoli che ospitare giovani può essere più problematico, i tempi e lo stile di vita possono essere diversi, a volte vi può essere qualche difficoltà in più nel far capire “lo spirito Servas”, abbiamo deciso come comitato TRANSITALICA L ’idea della Transitalica nasce all’indomani del voto della legge sulla devolution che vuole dividere l’Italia. Probabilmente non ci riusciranno, ma per il momento ho voluto provare a progettare un itinerario lungo la penisola per verificare somiglianze, cambiamenti, problemi e solidarietà. Volevo usare solo mezzi pubblici, possibilmente “low cost”, ma con alta qualità, garantita dall’ospitalità Servas. Ne è risultato un viaggio indimenticabile di complessivi 3500 km circa in 11 giorni. Ecco il dettaglio delle tratte -Torino/Roma/Palermo in treno: 23 ore! -Palermo/Lampedusa in aereo -Lampedusa/Catania ancora in aereo -Catania/Caltanissetta in autobus -Caltanissetta/Palermo ancora in autobus -Palermo/Genova in nave -Genova/Torino in treno Per gli spostamenti sono state spese le seguenti cifre: Treno: 58 euro Aereo: 76 euro Bus: 20 euro Nave: 71 euro Complessivamente: 225 euro In questa sede parlo soprattutto delle indimenticabili ospitalità Servas. A Palermo Agata è stata una guida perfetta: abbiamo alternato visite turistiche ufficiali (indimenticabile Monreale), a concerti e a esperienze politiche ( i monumenti alle vittime della mafia, le primarie dell’Unione, l’albero di Falcone…). Sempre a Palermo, Giovanna, come day host, oltre ad una cena in famiglia, mi ha regalato la possibilità di vivere un pomeriggio nella biblioteca “Imago”, nel quartiere Cardillo/Zen: da ex bibliotecario posso dire che è un gioiellino, che andrebbe conosciuto meglio e valorizzato. A Lampedusa ho rivisto dopo tanti anni Daniela e Franco, storici soci Servas (giovanissimi di spirito!), con cui ho condiviso oltre a interminabili chiacchierate e scambi di esperienze sui termi più vari, una indimenticabile esplorazione dell’isola, tra bellezze naturalistiche e la vergogna del cosiddetto Centro di accoglienza La Misericordia (sic), un vero e proprio lager, che tutti chiedono di chiudere. A Caltanissetta mi hanno aperto la loro porta (e i esegutivo di introdurre dal 2007 una nuova sigla per quelle porte aperte che sono disposti ad ospitare in modo particolare i giovani (si intende la fascia di età dai 18 ai 30 anni) Maggiori informazioni verranno date ai coordinatori nella prossima assemblea nazionale. Laura Ghivarello Segretaria di Servas Italia loro cuori) Silvana e Angelo. Qui si è svolta una simpaticissima cena Servas con una dozzina di partecipanti, tra cui anche una viaggiatrice americana. Sempre nella stessa città c’è stato il tempo ancora per una prelibata day hospitality con un pranzetto da Pino e Giovanna, che conoscevo già e che ho rivisto con piacere Resta un solo rammarico: non aver avuto più tempo sia per potermi fermare di più in posti così affascinanti, sia per ritrovare i simpaticissimi amici Servas della zona est dell’isola. Sarà per la prossima volta… Per adesso mi accontento dei sapori che ho portato con me dalla Sicilia: arance, mandarini, sgombri, basilico, rosmarino, dolcini… Poi ci sono le foto, alcune delle quali sono sul blog http://manfree.blogspot.com Assieme ai minivideo, formano un documento che potrebbe essere usato per animare qualche incontro Servas. E’ disponibile inoltre il diario di viaggio (cronaca, flash, dossier, free) di quella che ho chiamato Transitalica, una cavalcata lungo l’Italia, con i mezzi pubblici, in questo dicembre 2005, così ricco di speranze e angosce. E’ stato un viaggio emozionante, pieno di contrasti e sorprese, con spiazzamenti continui rispetto agli stereotipi dominanti. Che pena vedere in giro tanta gente che spreca il suo tempo in auto bloccata in un ingorgo o davanti alla televisione o ostaggio delle code burocratiche (che non sono mai casuali…). Bruno Manfredi 6 MAPPA DELLE LISTE SERVAS 2006 E cco le liste 2006 che sono arrivate a tutt’oggi, in attesa della primavera che porta la maggior parte delle nuove edizioni (tra parentesi il numero delle porte aperte) -Argentina (205) -Australia (570) -Bermuda (1) -Brasile (165) -Cook Islands (1) -Fiji (1) -India (650) -Nuova Zelanda (406) -Paraguay (24) -Samoa (44) -Sud Africa -Vanuatu (4) -Wallis and Futura (1) Inoltre negli ultimi mesi del 2005 sono arrivate le seguenti liste, che riportano la data 2005, ma che comunque dovrebbero essere aggiornate e valide anche per il 2006 -Autonomia Palestinese (1) -Bostwana (10) -Corea (231) Partiamo da un dato: le relazioni di viaggi Servas che arrivano al centro di documentazione di Servas Italia e alla redazione del notiziario sono proprio poche. Nel corso dell’anno scorso sono state rilasciate quasi 500 lettere di viaggio. Ognuna di queste può essere usata per 365 giorni, per più viaggi. Le relazioni di viaggio sono state pari al 10 per cento. Più dell’anno precedente, grazie al lavoro dei coordinatori, ma evidentemente poche rispetto al totale. I testi che arrivano sono molto interessanti e normalmente riflettono esperienze positive, come si può verificare anche su questo notiziario. E le altre? Possibile che tutto funzioni bene? “Nessuna notizia” vuol dire sempre “buona notizia”? Riferisco qui alcune impressioni, anche sulla base di relazioni orali, che arrivano negli incontri o in occasione di telefonate. -viaggiare in realtà costa sempre di più. Tra aumenti delle tariffe, il prezzo del petrolio che sale alle stelle e paranoie varie (dal terrorismo alle pandemie…), i viaggiatori indipendenti sono ogni giorno scoraggiati. La realtà che sperimenta chi viaggia per davvero in modo alternativo, è diversa, ma psicologicamente le pressioni mediatiche sono fortissime e spingono g u a r d a c a s o ve r s o i v i a g g i o r g a n i z z a t i . -i voli low cost attirano con il loro marketing aggressivo, ma poi condizionano sia con orari improbabili, sia portando in realtà in aeroporti scomodi. Il risultato è una grande confusione -molti usano Servas come seconda alternativa: ossia organizzano un viaggio e poi si portano dietro la lista Servas come riserva (scusate il gioco di parole) -Costarica (62) -Israele (220) -Panama (22) Come sempre poi è disponibile la keylist, ossia l’elenco dei responsabili Servas in tutto il mondo Forse non tutti sanno che ogni gruppo Servas è ra g g i u n g i b i l e v i a e m a i l c o n l a s i n t a s s i [email protected] Ad esempio: se scrivo a [email protected] dovrebbe rispondere un membro di tale gruppo Servas locale. In effetti si deve fare qualche considerazione sulla presenza di indirizzi email sulle liste Servas. Alcuni viaggiatori si sono lamentati perché hanno inviato molti messaggi senza risultati: qualcosa è tornato indietro segnalando un errore, in molti casi non c’è stato segnale alcuno. Bisogna tener conto che mentre organizzazioni come Hospitality club sono interamente basate sul computer, una realtà come Servas è molto più variegata. Il computer è sì usato, ma non in maniera sistematica o professionale. Se poi consideriamo, i virus, i guasti, i frequenti cambi di indirizzi, ecc, l’uso della posta elettronica non può essere considerato valido al cento per cento. Sulla base della mia esperienza personale, consiglio di contattare prima le Porte Aperte con il telefono. Poi una volta stabilito il contatto, si verifica se l’ospite usa effettivamente il computer e si possono definire in un secondo tempo i dettagli della visita: invio della lettera di viaggio, richiesta di informazioni ecc.. Come si sa oggi è possibile telefonare a bassi costi e a volte anzi gratis in tutto il mondo con Skype (ndr. www.skype.com)ma non solo. A questo tema sarà dedicato un articolo nel prossimo numero. Abbasso la Telecom! Bruno Manfredi e ne fanno un uso limitato. Sempre a livello di impressione e di esperienza personale, un viaggio Servas richiede tempi molto lenti, prima e durante lo svolgimento. Dopo, al ritorno, si è sempre travolti dalla realtà che incalza. E’ un peccato quando esperienze (positive o negative, ma mai banali) vengono vissute solo a livello personale o di piccolo gruppo e non sono socializzate. Come Comitato Esecutivo dovremo discutere del problema: in particolare stiamo cercando di verificare la qualità delle liste straniere che distribuiamo. Molte sono fatte decisamente bene (sempre tenendo conto del volontariato che c’è dietro ognuna di esse). Su qualcuna ci sono dei dubbi, che solo i viaggiatori possono verificare in pratica. Comunque ecco le zone del mondo che sono state visitate negli ultimi mesi e le cui relazioni sono a disposizione di chi intende programmare viaggi simili nei prossimi mesi: -Francia -Argentina -Brasile -Irlanda -Gran Bretagna -Perù -Austria -Belgio Un altro settore che potrebbe essere valorizzato meglio è quello delle relazioni di viaggio sulle ospitalità in Italia. Si potrebbe partire dalle zone che da anni non ricevono alcun viaggiatore e che probabilmente offrono possibilità di scoperte di eccezionale interesse. Bruno Manfredi 7 Sentierinsieme 2006 nella Foresta Nera Per la prima volta quest’anno Sentierinsieme si svolgerà in Germania. Le organizzatrici -Gudrun Baumgartner e Margret Kläser- e gli altri amici tedeschi hanno preso il coraggio a due mani e hanno lanciato l’invito a scoprire un angolo della loro terra particolarmente affascinante: la Foresta Nera. Purtroppo i tempi dell’uscita del notiziario e quelli per le prenotazioni a questo evento, non consentono di prevedere posti ancora disponibili. La notizia di Sentierinsieme 2006 era comunque già apparsa sui siti di Servas Italia www.servas.it e di Servas International www.servas.org. Tuttavia …non si sa mai. In caso occorre prendere contatto con: Gudrun Baumgartner : [email protected] Phone: (0) 6721-9851396, 0174-9318536 (mobile) Potrebbe essere presa in considerazione anche l’eventualità di organizzare qualche cosa sulle nostre Alpi -così, alla buona, tra amici- qualora non ci fossero più posti disponibili per l’edizione 2006 in Germania. Fatemi sapere contattandomi: Luigi, 0321 402842, [email protected]. Luigi Uslenghi Servas Get Together Patagonia L’incontro Servas Patagonia, svoltosi a Bariloche dal 14 al 21 gennaio 2006 entra nella storia dei Get Together come uno dei meglio riusciti. Dopo Repubblica Ceca, Ungheria, Inghilterra, Francia/Germania, Polonia e Spagna/Catalogna, è toccato all’Argentina l’onore e l’onere di organizzare l’incontro. Il gruppo promotore è giovane e motivato, con un piccolo sottogruppo locale e il coordinamento di Pablo Chufeni (Servas Giovani, Rosario) e Cintia Amor (National Secretary di Servas Argentina). La caratteristica essenziale dell’incontro, apprezzata dai partecipanti, è stata l'essenzialità. Le ultime edizioni avevano la caratteristica di essere sempre più grandi, articolate, complesse. Soprattutto la scelta di affiancare a Barcellona la General Assembly al Get Together aveva lasciato qualche perplessità sul futuro dell’iniziativa. Visti i problemi e le dimensioni dell’evento (più di 150 partecipanti), chi, tanto per restare in clima olimpico, avrebbe raccolto la fiaccola? Gli argentini hanno semplificato al massimo il progetto. La struttura scelta, un campeggio con una sola sala comune, bungalow e molta natura attorno, ha funzionato bene, anche se ci sono stati dei problemi nei giorni di pioggia. Il programma ha offerto un numero limitato di iniziative, ma organizzate con l’atmosfera tipica di incontri di questo genere: la condivisione. Ognuno dei partecipanti ha portato qualcosa della sua esperienza personale e/o associativa, in un’atmosfera di ascolto, scambio e partecipazione. Come sempre in questi casi lo scenario ambientale incide profondamente sulla qualità e sui comportamenti. Qui siamo in Patagonia, ma lo scenario è particolare. Nulla a che vedere con la terra piatta e selvaggia che si abbina normalmente a questa terra sconfinata: come scrisse Darwin: "solo triste solitudine. Regno quasi assoluto della morte più che della vita." Qui c’è una varietà ambientale incredibile: nel giro di pochi chilometrici si passa da aree antropizzate (San Carlos de Bariloche, 100000 abitanti, turisti ecc), al deserto, alla giungla, a laghi simili ai fiordi norvegesi, alle Ande innevate,a zone vulcaniche. La località dell’incontro si chiama Colonia Suiza, perché i coloni qui erano originari del Vallese, ma la Svizzera non c’entra nulla: a parte un improbabile ristorante della Casetta di Heidi (sic) Dal punto di vista dell’incontro, gli scenari sono stati molto funzionali, con possibilità di passeggiate, esplorazioni e un clima estivo a gennaio. Di sera abbiamo imparato anche qualche costellazione del sud (le tre Marie, Orione, la Croce del sud). Però era una situazione troppo romantica per lezioni di astronomia troppo approfondite! (continua) 8 (continua da pag.7) Ed ecco alcuni dati, che non dicono tutto sulla qualità e l’atmosfera dell’incontro, ma che sono indicativi di alcuni elementi importanti: -60 i partecipanti -il 30 % giovani di età -gli altri…giovani di spirito -nazioni rappresentate: Argentina, Messico, Italia, Uruguay, Brasile, Perù, Usa, India, Nuova Zelanda, Danimarca, Germania, Inghilterra -quindi 4 continenti: mancava l’Africa, e anche questo non è un caso Concludo con un’informazione relativa al documento che i partecipanti hanno costruito, redatto, tradotto in diverse lingue e sottoscritto al termine della settimana. Si tratta di un accorato appello per il rinnovamento di Servas attraverso l’inserimento di forze fresche, senza rinnegare il passato, anzi riscoprendo alcuni aspetti originari di questa esperienza così unica e così preziosa. Grazie quindi a tutti coloro che hanno reso possibile questa indimenticabile esperienza e arrivederci. Dove? Correva una voce a proposito di un prossimo Get Together in Messico, ma , si sa, le vie di Servas sono infinite. Bruno Manfredi Un Mondo a colori - sette S i è spesso parlato di aprirsi a scoprire associazioni che si impegnano nella costruzione di un mondo migliore. Così ho pensato di presentarvi un gruppo di cui faccio parte, l’AGEDO, associazione di genitori, amici e parenti di omosessuali. L’AGEDO ha come scopi principali fornire aiuto psicologico e sociale alle famiglie con componenti omosessuali, promuovere e attuare iniziative culturali e sociali idonee a sviluppare nelle persone e nelle istituzioni una completa apertura verso l’altro e a favorirne il rispetto completo e senza riserve, appoggiare e promuovere movimenti di opinione e azioni capaci di stabilire l’attribuzione di diritti R ingrazio mio figlio per aver arricchito con la sua identità omosessuale tutta la nostra famiglia di una umanità vera capace di guardare il mondo a tutto tondo. Grazie per avermi liberato dalla verità unica in cui la nostra cultura ci ha violentemente scaraventato. Una sola idea “buona” di vita, con soli uomini “buoni”, bianchi, occidentali, senza svantaggi fisici e/o mentali e con un Dio infinitamente buono, giusto e grande che, in ogni modo deve imporre la sua presenza e la sua luce a tutto il mondo. Grazie di avermi liberato da quel senso di superiorità verso l’Altro che spesso mi induceva a respingere chi aveva diversi da me: stile di vita, pensieri, emozioni, morale, convinzioni politiche, sesso, religione… sino a imporre agli altri, con violenza e prepotenza i miei “buoni” stili di vita, pensieri, emozioni, morale… grazie per aver ampliato il mio concetto di amore oltre quello propugnato dal papa cattolico nella sua recente enciclica troppo piena di distinguo e di limiti per poter essere l’essenza di un Dio infinito. L’Amore universale comprende l’inclusione, nel proprio IO, dell’Altro, di qualsiasi altro, prendendolo per mano e accompagnandosi a lui nel meraviglioso viaggio della vita. Grazie,figlio mio, per avermi fatto capire con i colori della tua bandiera rainbow la vera essenza del valore della bandiera della pace. Stessi colori, di pari valori: rosso, arancione, giallo, verde, blu, viola, tutti visti dall’altra parte del cielo. Colori il cui significato di vita, salute, sole, natura, arte e spirito racchiudono tutti il significato dell’essere umano a qualsiasi latitudine sia, a qualunque altezza. Grazie per avermi testimoniato il vero significato della discriminazione: oppressione di un essere su un altro in nome di un qualche valore astruso, civili e umani a ogni persona GLBT (gay, lesbica, bisessuale e transessuale) pari a quelli in godimento di ogni cittadino della nostra Repubblica democratica. Ho chiesto al Presidente dell’associazione di Sassari di aiutarmi a presentare l’AGEDO;quello che segue è il suo generoso contributo al nostro notiziario. Maria Gloria arbitrariamente stabilito dall’oppressore come valore superiore e universale. Valori supremi di chi ha potere, che annientano gli unici valori eterni dell’uomo: libertà e rispetto dell’altro. La libertà e il rispetto non si impongono, non si esportano, non si predicano; essi prosperano tra gli uomini che non riconoscono e non creano differenze tra di loro, al di là di ogni differenza con cui la legge della vita si manifesta. Le differenze non devono creare gerarchie tra gli esseri viventi. Stabilire che una vita ha maggiore o minore valore di un’altra è un esercizio di potere e porta alle oppressioni e agli scontri sociali tra i popoli e nei sistemi. Grazie figli miei, per il coraggio che avete avuto nel rivelare i vostri preziosi sentimenti, le vostre vere identità a noi genitori, a noi cittadini, a noi uomini indicandoci nuove strade da percorrere insieme a voi, insieme all’Altro, insieme a tutti gli altri. Grazie a tutti, figli e figlie, per aver sopportato le innumerevoli offese, che noi genitori abbiamo fatto alla vostra dignità di persone umane, dimostrando molta più capacità di comprenderci di quanto noi abbiamo fatto per le vostre identità. Grazie infine, per aver ridimensionato la mia superbia, le mie lacere certezze, io mio piccolo pezzo di potere e di avermi insegnato che sono solo un piccolo uomo timoroso. Un abbraccio forte a voi tutti, figli nostri, che ci avete dato il coraggio di unirci nell’AGEDO per starvi accanto, tenendoci e tenendovi per mano, alla ricerca di un sereno futuro comune. Ettore Ciano via Rockfeller 16c 07100 Sassari 079 219024 [email protected] 9 Un viaggio a casa... L eggo sempre volentieri il Notiziario SERVAS ma da anni - da sempre - mi chiedo: perché solo relazioni di viaggio e non anche relazioni di ospitalità? Voglio la par condicio! L'importante nel SERVAS è l'incontro o, come recita il nostro motto, l'amicizia (Con ogni vera amicizia ecc.). Ora, questi incontri possono nascere in due modi: a Parigi, a New York, in un ashram indiano oppure nel mio piccolo appartamento di Milano. Perché parlare sempre dei nostri viaggi in giro per il mondo e non anche del mondo che è venuto a casa nostra? Per quello che è la mia esperienza personale, le grandi amicizie, quelle con le quali sono ancora in corrispondenza, sono nate quasi tutte da ospiti che ho avuto. Certamente c'è anche una questione di probabilità numerica, perché per quanto abbia viaggiato, ho ospitato centinaia di persone. Poi c'è un'altra considerazione da fare: quando viaggio sono sì interessata a conoscere chi mi ospita, ma tante altre cose attraggono la mia attenzione: la città, il paese, le cose che ho visto, le cose che voglio vedere. Quando ospito sono molto più disponibile e interessata a conoscere la persona che ho in casa. Comunque sia, visto che "voglio la par condicio", racconterò non di un mio viaggio, ma di una mia ospite. Mi telefona dalla stazione. Aveva un nome italiano, ma parlava inglese. Io non sono contenta quando telefonano dalla stazione: facciano lo sforzo di telefonare almeno il giorno prima: non sono mica un albergo! Ma al di là del fatto che telefonava dalla stazione, io ero a letto con l'influenza. Per cui le dissi che non potevo ospitarla, e di chiamare qualcun altro. Lei mi disse che non aveva con sé la lista, ma solo qualche nominativo e che si trovava a Milano per sbaglio perché aveva perso il suo vescovo a Parigi. Tra che parla inglese, tra che ho la febbre… forse ho capito male. Cos'hai detto??? Ho perso il mio vescovo a Parigi. A questo punto la cosa mi aveva talmente incuriosito che le dissi: Non posso farti da mangiare, ma se vuoi vieni pure. E così arrivò Joanne. Era una donna minuta, coi capelli ricci e brizzolati, vestita con una gonna e un pullover marroni e una croce di legno al collo. Doveva partire da Parigi a Roma con un vescovo. L'appuntamento era al binario, ma quando il treno stava per partire lei ha pensato che magari lui era salito e lei non l'aveva visto, e così è salita sul treno. Ma il vescovo non c'era. A questo punto ha deciso di scendere a Milano. Joanne vive in Canada ed è una suora. Fa parte di un'organizzazione religiosa che si chiama "Madonna Houses". Ho insistito perché andasse a vedere almeno il Duomo e Sant'Ambrogio, ma ha avuto anche il tempo (è stata da me due notti) di spiegarmi che cosa sono queste "Case della Madonna". Sono centri che servono ad accogliere e aiutare i poveri. La fondatrice è una baronessa russa che ha dovuto fuggire dalla Russia ai tempi della rivoluzione e approdò a New York. Arrivata senza una lira, dopo qualche anno era di nuovo ricca. Decise allora che doveva condividere questa sua fortuna con i poveri della città e fondò questi centri che sono abbastanza diffusi sia negli Stati Uniti, sia, soprattutto, in Canada. Così, stando a casa (anzi: a letto) ho conosciuto un pezzo di mondo di cui non avevo la più pallida idea e ho conosciuto una persona che non dimenticherò! Un mese dopo mi arrivò una bella lettera con un libro di preghiere scritte dalla baronessa russa e con un piccolo bassorilievo intagliato nel legno, raffigurante un uccellino tra le foglie, fatto da una sua consorella, e che è ancora appeso sul muro nella mia camera. Maria Soresina Sentierinsieme un viaggio condiviso In cammino “N on camminare davanti a me, potrei non seguirti. Non camminare dietro di me, potrei non esserti guida. Cammina al mio fianco e sii solo mio amico” Albert Camus, in una sua opera, così definisce il senso del “camminare”insieme. Verso qualche cosa. In amicizia. Il significato del “cammino” -reale o metaforicocome insopprimibile anelito a scoprire nuovi orizzonti, ci spinge a capire anche il senso di Servas, del suo “viaggiare” e del suo “ospitare”: viandanti in cerca di conoscenza. E quindi di amicizia. E così in “Sentierinsieme”, il cammino interiore - necessariamente in solitudine ma non “solitario”si apre alla condivisione di emozioni, fatiche, incontri, “risate e conversazioni che rotolano su e giù per i pendii alpini” -come dice Alanna; avventure, immaginazione. Con Alanna -ragazza diciottenne di Armidale, Australia- e con Dawn -“danzatrice” di San Francisco, ora in Nuova Zelanda- le più lontane partecipanti, vogliamo per un attimo tentare di fermare il ricordo di questo nostro “stare insieme” sui sentieri percorsi lo scorso anno e dare motivo -se possibile- a chi ancora non lo ha fatto, di accostarsi a questa esperienza. La traduzione dall’inglese dei racconti è di Alberta, mia compagna sui altri straordinari sentieri. Luigi Uslenghi [email protected] 10 Alanna: 18 anni “full of adventure and imagination” S ono qui seduta, a casa, in Australia, in un mondo tutto lontano dall’ Italia, chiedendomi come tradurre in parole un’esperienza così indimenticabile e bella che nessuna parola sembra adatta a descriverla. Mille pagine non potrebbero dipingere l’immagine di quel tramonto, o ricreare le risate e le conversazioni mentre rotolano su e giù lungo i pendii alpini che abbiamo percorso, o descrivere le pazze avventure o farvi capire in profondità le amicizie che crescevano non si sa da dove…Ma come ho promesso al mio caro amico Luigi, e come un punto di onore per un tale privilegio, farò del mio meglio! Sentierinsieme 2005…Da dove incominciare? Bene, sono arrivata a Milano, la mia prima volta in Italia, il mio primo viaggio in Europa, 18 anni e piena di “desiderio di avventure” e di “immaginazione” -e coraggio! Naturalmente non conoscevo nessuno, ma ciò sorprendentemente è cambiato ben presto. Ho viaggiato nell’auto dei nostri amici turchi per raggiungere la località del nostro incontro per il weekend in Valsesia.: Omar ed Ender, non vi ho dimenticati! Arrivando nel tardo pomeriggio, la riva brulicante di gente da ogni angolo del globo, presentazioni ed esclamazioni di sorpresa e caldi abbracci e chiacchierio in almeno cinque lingue…un’immagine di Servas al meglio! Come australiana, non ero mai stata in ambienti dove l’inglese non fosse la lingua principale, e suppongo di aver tratto giovamento da questa esperienza. Essere coinvolta in questo gruppo dove le barriere linguistiche sono spezzate e la gente riesce a comunicare al di là delle parole mi ha insegnato qualcosa riguardo alle persone: che esiste una connessione oltre alle parole e alla conversazione, una connessione più profonda delle differenze culturali, che ci permette di costruire delle amicizie, delle relazioni umane che ci tengono uniti insieme e che fanno girare il mondo. Il nostro grande gruppo ( un sacco di persone di ogni età!) durante il weekend ha esplorato la zona circostante, mangiando e condividendo i pasti sulla cima delle montagne, visitando chiese più antiche dell’epoca di colonizzazione del mio paese, rientrando alla sera per rinfrescarci nel laghetto verde come lo smeraldo, tuffandoci in cinque alla volta giù dagli scogli! La cena era accompagnata da conversazioni animate e da storie di vita, nuovamente in tutte le lingue, ed era seguita da sedute di informazioni e istruzioni in francese, italiano, tedesco…Qualcuno può dirmi che cosa succederà? Un proposito per l’Anno Nuovo: imparare un’altra lingua! Domenica 18 luglio 2005: un gruppo leggermente più piccolo si riunisce ad Alagna, luogo di partenza per il nostro trekking. Una metà di noi seguirà un percorso più “hard” e l’altra metà uno più “soft”, ma per me non fa differenza andare in un posto o in un altro su queste montagne, fintanto che ci siano buona compagnia, aria fresca e tante avventure! Il nostro primo giorno di trekking è consistito in una passeggiata breve, ma sono sicura che Luigi, i nostri amici turchi e Lena e Maddalena saranno d’accordo sul fatto che si è trattato di una folle avventura! “Dov’è Ender? Non lo so, dov’è Mama? Non lo so, perché avete i loro zaini? Non so, pensavo che fossero con voi! ..oh! no…” Cecile e io abbiamo dormito in una tenda con una vista da cartolina del Monte Rosa ricoperto di neve, dopo una notte di “polenta polenta polenta”, calde tazze di te e tanti canti. Il lunedì si è presentato con una splendida mattinata, ma verso mezzogiorno, quando abbiamo raggiunto la sommità della nostra escursione, si è alzata la nebbia e ha cominciato a piovere. Fuori subito le mantelle, ed era una scena comica quella di noi tutti che incespicavamo come una fila di gobbi dai brillanti colori! Ma tutte queste piccole battaglie, avventure ed esperienze sono servite a rendere il gruppo ancora più unito E il caldo fuoco che ci aspettava è stato ancora più gradito! E il cibo...mmmm! Se io volessi raccontare tutto, ci dovrebbe essere una seconda lettera, tanto intensamente sono stata coinvolta in questa esperienza! Il resto della settimana ci ha regalato tempo meraviglioso, un sacco di formaggi di montagna( per non parlare più della polenta!), un po’ di vesciche, tante risate, conversazioni utili all’anima e alla mente, e innumerevoli ricordi da tramandare ai nipoti! Alcuni di noi hanno proseguito per le Cinque Terre, dopo essere stati ospitati molto generosamente dai Servas locali, e un’ulteriore aggiunta di persone ha fatto sì che fossero presenti quattro continenti della terra! Dall’ Africa è venuta Blessing e ha aggiunto un nuovo spirito alla gita. Europa, Africa, America del Nord e Australia! Un avvenimento davvero straordinario sotto tutti gli aspetti! Nonostante la temperatura molto calda, tutto è stato bello, pieno di avventure, scoperte, canzoni ( alla luce delle torce su un sentiero illuminato dalla luna giù per la montagna!) e tramonti, ormai indelebili nella mia memoria: Ci sarebbe ancora tanto da scrivere, ma vi lascerò qui con questa piccola esperienza di Sentierinsieme 2005, vista con gli occhi della persona più giovane e più lontana della compagnia. A tutti coloro con i quali ho condiviso quest’ esperienza io auguro ogni bene , a tutti i miei “genitori adottivi” e ai miei cari amici e a coloro che mi hanno mostrato qualche cosa del mondo vista attraverso occhi più grandi, che Dio vi benedica e “Molte Grazie!” Alanna Proud, Armidale, Australia [email protected] 11 Dawn, da San Francisco alla Nuova Zelanda I miei sentieri Quando la gente mi chiede come è stato il mio viaggio in Italia (dagli Stati Uniti) per l’edizione 2005 di Sentierinsieme/Pathways Together, io immediatamente sorrido. Io sento che questo mio sorridere proviene dall’intensità con cui io rivivo nel pensiero questa mia esperienza. Come spiegare tutto ciò alle persone in poche parole? Qui sta la difficoltà. Naturalmente gran parte di questo mio sentimento è costituito dalle splendide montagne, dal mare, dai paesi e da tant’altro ancora della Valsesia e delle Cinque Terre. Fare trekking in queste zone è stato qualcosa da togliere il fiato per tanti motivi. Molto è stato dovuto alle speciali visite, alle escursioni, ai pasti consumati insieme. Ma soprattutto le meravigliose persone, tra i coordinatori Servas, le guide, i partecipanti e la gente del posto che si sono impegnati in quest’iniziativa, hanno fatto sì che questo sia stato uno dei viaggi più straordinari che abbia compiuto. In un tempo così breve molte persone sono diventate dei nuovi cari amici o hanno lasciato un segno nella mia vita in molti modi. Perfino semplici gesti o brevi contatti sui sentieri mi fanno ancora sorridere. Il modo migliore per spiegare Sentierinsieme è quello di parteciparvi. Anche se noi ora siamo su sentieri in località diverse, Sentierinsieme è rimasto dentro di me ed esercita un’influenza positiva su di me in diversi modi. Io credo che mi abbia aiutato a fare un grande cambiamento: mi sono appena trasferita in Nuova Zelanda. Io sono molto grata alle persone speciali del Servas che hanno organizzato questa gita insieme e hanno reso possibile le mie esperienze. Ho intenzione di unirmi a loro ancora molte volte nel futuro. Accoglierò con piacere dei messaggi sul mio indirizzo e-mail. Grazie! Dawn Gillis, San Francisco & New Zealand [email protected] The “Italian Battalion” In otto alla scoperta dell’Australia e degli australiani Un invito a un matrimonio a Perth di una ragazza australiana ospitata tanti anni fa mi ha dato l’estate scorsa la possibilità di fare un viaggio eccezionale. Comunico ad alcuni amici di Ivrea, Servas e non, questa mia intenzione e tutti si dicono entusiasti della cosa. Incomincia allora la fase di preparazione dell’itinerario e dei contatti via e-mail con i soci Servas australiani, contatti che, nel giro di qualche mese si trasformano in una ricca corrispondenza, fatta di simpatiche lettere, piene di preziosi consigli e di informazioni personali. Il primo contatto avviene con Merle Sloan, pittrice di Melbourne, il cui nome avevo letto in un resoconto di viaggio fatto da un Servas italiano. Incomincia con lei un assiduo scambio di lettere in cui mi parla dei suoi quadri, della mostra che sta allestendo e dei suoi problemi famigliari. Ad un certo punto mi scrive che una sua amica Servas, Caroline Crichards, ha intenzione di venire in Italia per due mesi e sta cercando una sistemazione per un mese in Toscana. Augusta Castronovo, Servas di Ivrea, che verrà in Australia con me, offre una sua casa a Donoratico, dove Caroline resta buona parte del mese di luglio. Viene anche ad Ivrea per una settimana e conoscerà tutti i componenti del nostro gruppo (che nel frattempo ha raggiunto il numero di otto: A. Castronovo Noris Corzetto – Piera Mocco – Claudio Gasco – Andrea Alerio – Giovanna Piva di Novara e Annamaria Tagliaretti di Busto Arsizio). La portiamo a vedere il Monte Bianco e a Ceresole Reale. Seguono pranzi e cene con amici vari. Ci lasciamo con l’impegno di rivederci in Australia a metà settembre e così capiterà. Caroline viene a prenderci con un amico nel cuore della notte all’aeroporto di Melbourne ed ospita tutto il nostro gruppo a Belgrave, nella sua bellissima casa, immersa nella rigogliosa vegetazione della foresta del Dandenong National Park. Caroline è una simpatica signora sui sessant’anni che lavora in una associazione che aiuta i malati terminali. Con lei passiamo bellissimi giorni, visitando Melbourne e incontrando, nel corso di una simpatica cena, anche Merle Sloan che, ormai dopo tante lettere, è una vecchia conoscenza. E’ difficile a questo punto descrivere un viaggio di 33 giorni, attraverso un territorio vast, che ha richiesto quattro voli interni e spostamenti in auto, ognuno di circa 1500 km, tenterò quindi una descrizione, limitandomi agli incontri con i soci Servas. Premetto che nella fase organizzativa ho trovato sempre da parte di tutti un’entusiastica disponibilità ad ospitare l’intero “italian battalion” -come siamo stati simpaticamente definiti. Quando le loro case nopn erano sufficienti a sopportare una simile “invasione” si sono dimostrati veramente solerti nello smistarci in altre famiglie Servas o di amici. Un dato comune a tutti i Servas incontrati è che sono già stati tutti due o tre volte in Italia, che intendono ritornarci, innamorati del nostro patrimonio artistico e della nostra cucina. Ma ritorniamo al nostro viaggio. Dopo Melbourne percorriamo gli oltre 1200 km della Great Ocean Road, fermandoci due giorni a Mt.Gambier, ospiti della famiglia Beaton e del loro amico Terry. La loro ospitalità è meravigliosa: si mettono a nostra disposizione e ci accompagnano a visitare la scuola in cui Colin B. è preside. Abbiamo qui la possibilità di parlare con insegnanti e studenti e constatare con sorpresa che l’italiano è la lingua straniera più studiata in Australia. Jeanette, moglie di 12 Colin, ci accompagna a visitare la Coonowarra Valley, zona famosa per la produzione di ottimi vini rossi, che assaggiamo nelle varie “wineries”. Facciamo un breve trekking intorno al blue e la sera invitiamo i Beaton con l’amico Terry al ristorante: qui tra brindisi vari ci ripromettiamo di restare in contatto. La successiva tappa Servas (ma nel frattempo ci siamo fermati due giorni a Kangaroo Island) è ad Adelaide, dove siamo ospitati tutti e otto nella sontuosa casa dei Robertson, una copia esplosiva si simpaticissimi buongustai. La seconda sera invitano a casa loro altri Servas della città per un magnifico barbecue (in tutto una quarantina). Noi prepariamo quattro”bônnets” che vengono apprezzati moltissimo, insieme alla grappa italiana. Durante questo barbecue io parlo di “Sentierinsieme” e una coppia di Adelaide si dice molto interessata ( a suo tempo le manderò il programma). Dopo Adelaide raggiungiamo in aereo Alice Springs e da qui, con un tour di cinque giorni, il famosissimo Ayers Rock, gli spettacolari monti Olgas e il Kings Canyon. Da Alice Springs altro volo a Darwin, dove all’aeroporto troviamo ad aspettarci la famiglia Batson con un cartello con su scritto “Caterina and friends”. In serata altro barbecue sullo spettacolare terrazzo con i Servas amici dei Batson: Bruce Macgregor e Bernadette McDonald. Tra gli ospiti c’è una ragazza polacca (Servas) –Isabella Ratajewska- che sta facendo il giro del mondo, alternando lavoro e vacanza. Capito che desidera visitare la zona intorno a Darwin, ma che non ha denaro a sufficienza, la invitiamo a venire con noi e così partiamo in nove per un tour di cinque giorni, che ci porta al Kaladu Park e a Katherine Gorge, dove David Higgins e sua moglie ci ricevono nella loro sperduta farm, che produce mango. La serata è piacevolissima, piena di belle discussioni e racconti personali. David ci dice che desidera moltissimo venire in Italia e precisamente a Fano, dove suo padre, pilota durante la II guerra mondiale, ha avuto un incidente aereo che gli ha causato una grave paresi facciale segnandolo per il resto della vita. Ritornati a Darwin, baci e abbracci con Isabella (che in questo momento ci sta mandando email pieni di belle parole) e altro volo per Cairns, dove rimaniamo cinque giorni. Qui non abbiamo trovato ospitalità presso famiglie Servas, ma ci siamo sistemati in un piacevole ostello della gioventù. Queste strutture sono molto diffuse in Australia, pulite, funzionali ed economiche. La zona intorno a Cairns è bellissima: foreste pluviali alle spalle ed isole con barriera corallina a pochi metri da riva. L’ultima tappa della nostra avventura è Sidney, dove ci aspetta Ward Powers, un simpatico scrittore di 45 anni, che si è impegnato ad ospitare due persone per tre notti e a cercare altre famiglie Servas per il resto del nostro gruppo. All’arrivo a Sidney ci accoglie calorosamente, comunicandoci che è in luna di miele, che ci lascia il suo appartamento, perché lui si trasferisce a casa della sposa e che tre giorni dopo partirà per il viaggio di nozze. Ha, comunque, organizzato tutto e nel giro di mezz’ora arrivano gli altri Servas a prendersi ognuno due di noi. Io e Andrea siamo ospiti di James e Gayle McNeice: lei lavora part-time in una biblioteca e lui è pilota della Qantas. Entrambi si dimostrano ospiti eccezionali, aiutandoci ad organizzare la nostra visita a Sidney. James (detta Jim) ci accompagna in una piacevole passeggiata lungo la baia fino a Watson Bay per farci vedere il piccolo borgo e la casetta dove vivevano prima di trasferirsi nel centro di Sidney. Ora abitano in uno splendido appartamento all’ottavo piano, dal cui terrazzo, con immancabile barbecue, si gode una spettacolare vista sull’Opera House e sul famoso ponte. Jim e la moglie diventano il punto di riferimento per tutto il nostro gruppo: con loro andiamo ad una simpatica cena etnica sponsorizzata da Qantas in un bel parco cittadino e poi, il giorno dopo, ci invitano tutti quanti a casa loro per una elegante cena. Le ultime due notti a Sidney le abbiamo trascorse in un ostello, ricavato in una stazione dimessa, con i vagoni trasformati in camere da letto. Che dire a conclusione di un viaggio così lungo e così vario? Che abbiamo visitato luoghi affascinanti: foreste, monti, spiagge meravigliose, città; che abbiamo visto animali per noi insoliti:canguri, emu, wallabies, leoni marini, dingo, coccodrilli e pappagalli di ogni colore, ma che l’esperienza più interessante e umanamente più arricchente è stata l’incontro con i Servas, tutti disponibilissimi e simpaticissimi, con i quali abbiamo costruito rapporti di amicizia e con i quali siamo tuttora in contatto. Insomma –come diceva Merle“Servas works very well!” Caterina Mattalucci and friends Dall’Australia con coraggio sui sentieri Servas Servas Svezia la routine quotidiana riprende) - la disponibilità dei membri servas è stata incredibile. Una famiglia mi ha invitato ad Uppsala dove hano la casa delle vacanze, un signore mi ha offerto l'eventuale ospitalità di alcuni amici non servas. Sono stata ospite di una coppia di americani che si sono trasferiti a Stoccolma 7 anni fa. Coppia gentile e cordiale che mi ha ospitato per 5 giorni (con ringraziamento precedentemente accordato di doppia cena italiana e regalino). La cucina dev'esser stata piuttosto gradita, visto che mi hanno chiesto quando sarei tornata per lavoro a Stoccolma) Una signora - che mi aveva risposto ma di cui Come d'abitudine cerco di unire lavoro e piacere, quindi ho coniugato la visita a Stoccolma - per lavoro - a un incontro con membri servas. Dopo un perido di attesa alquanto lungo per avere la guida svedese, ho contattato solo i membri servas di stoccolma che avevano indicato l'indirizzo email. Ne ho contattati circa quindici. Nel giro di due giorni quasi tutti mi avevano risposto. Non fosse stato che quasi tutti erano in ferie nel periodo della mia visita - evitate di viaggiare a luglio in scandinavia perchè è il loro mese di vacanza (corrisponde al nostro agosto, mentre ad agosto le scuole riaprono e 13 non avevo ricevuto l'email - è venuta persino a cercarmi al centro conferenze dove mi trovavo, essendosi preoccupata del mio silenzio e offrendomi ospitalità! Un pomeriggio ho incontrato un signore Servas che voleva ci incontrassimo, per i comuni interessi, e mi ha invitato a partecipare alle loro attività per il futuro. Posso quindi confermare l'importanza di utilizzare l'email per i contatti con i membri, ma di non considerarla come una risorsa last minute bensì uno strumento diretto ma sempre ufficiale e formale. Mi sembra di aver capito che i membri servas svedesi non abbiano spesso molti ospiti, quindi sono tutti ben lieti di ospitare persone in casa. Devo anche dire che il fatto di cucinare qualcosa di tipico per chi ti ospita è un gesto molto apprezzato, sia per il cibo in sè, per l'esperienza gastronomicoculturale che per il gesto di fare qualcosa per la famiglia che apre le proprie porte a uno sconosciuto. Complessivamente, gli scandinavi hanno un atteggiamento e attitudine che esalta al massimo l'idea alla base dell'associazione servas. Vincono il premio, fin'ora. La guida Servas, rispetto alle guide precedenti che avevo consultato per altri paesi, era piuttosto completa e affidabile, con un unico errore in un indirizzo mail. Alla prossima! Grazie a voi, come al solito. Anna Ferro Alla scoperta del Perù Abbiamo trascorso un mese in Perù ed è stata un’esperienza straordinaria, ancora più affascinante per il fatto che abbiamo vissuto a stretto contatto con la sua gente. I peruviani che abbiamo conosciuto sono state persone cordiali e disponibili e ci hanno trattato come membri della loro famiglia. Pedro Diaz Ubillùs di Lima ci ha accolti al nostro arrivo all’aeroporto salvandoci dalle grinfie dei promoter turistici e dei tassisti impazziti. Ci ha ospitati nel suo grazioso appartamento e ci ha perfino “ceduto” la sua camera per una notte. Il giorno seguente ci ha affidati per qualche ora al cugino Cesar, anch’egli un simpatico socio Servas, il quale ci ha fatto da Cicerone per il centro caotico di Lima. Nella nostra tappa successiva, finalmente tra le magnifiche Ande, abbiamo vissuto in una casa molto carina e accogliente coccolati amorevolmente dalla splendida famiglia AguilarLarrauri. La signora Iris e le due figlie, Andrea e Paola, si sono interamente dedicate a noi per ben quattro giorni accompagnandoci a spasso per la città di Huancayo e facendoci da guide nei villaggi limitrofi. Per merito loro abbiamo assaggiato diverse specialità culinarie e ci siamo fatti coraggio nel provare il mitico “cuy” (porcellino d’India), piatto di cui i peruviani vanno molto fieri. Lasciate a malincuore queste persone stupende, abbiamo proseguito il nostro viaggio verso Ayacucho (la città di Sendero Luminoso), Cuzco (capitale culturale dell’America Latina) e Puno (splendido porto sulle acque del lago Titicaca) dove, però, abbiamo pernottato in “hostales” a conduzione familiare, privi certamente dell’amore e del calore Servas. In queste città maestose, anche se, a nostro parere, un po’ troppo turistiche, abbiamo praticato lunghe e faticose escursioni per immergerci profondamente nelle atmosfere dell’antica civiltà Inca. Arrivati ad Arequipa, città fortemente indipendentista e considerata orgogliosamente dai suoi abitanti “capitale” del Perù, abbiamo incontrato i fratelli Ludwig e Jorge Mercado i quali, per un grosso malinteso, non erano a conoscenza del nostro arrivo. Ci hanno comunque consegnato le chiavi di un’enorme casa vuota fidandosi di noi e lasciandoci totale libertà. Con loro abbiamo trascorso l’ultimo giorno dell’anno ballando ai ritmi latini della musica peruviana e “sbevacchiando” per le strade affollatissime della città. A Pisco, graziosa città di mare, siamo stati accolti dall’ultima famiglia Servas composta da due giovani sposini, Richard e Monica, e dalla madre di lei, Juana Rosa. Con queste persone abbiamo chiacchierato per ore e ore condividendo molte idee e scoprendo che le nostre culture hanno molto in comune. Richard e Monica ci hanno sorvegliati durante il nostro primo bagno nell’Oceano e hanno atteso che ci abbrustolissimo sotto il sole rovente del Perù! Ci piacerebbe raccontare nei dettagli alcune esperienze che ci hanno profondamente colpiti ma impiegheremmo pagine e pagine… Il Perù, con i suoi colori e i suoi splendidi abitanti, è un paese magnifico da esplorare! Ci è dispiaciuto, però, vedere che in alcune località, il turismo di massa sta imperversando minacciando tradizioni antiche e tranquillità. Ci auguriamo che, in futuro, questo popolo riesca a combattere la povertà e la violenza che lo attanagliano per poter vivere in piena libertà e serenità. Grazie Perù, ci hai aperto il cuore. Daniela Boni e Matteo Rossetto 14 Scusi, lei è maschile o femminile? Tra il 4 e il 6 novembre 2005 ho partecipato al primo incontro delle Associazioni transgender d’Europa a Vienna. L’avvenimento (non so se la storicità dell’avvenimento sia da collegare al fatto che si trattava del primo incontro europeo delle Associazioni transgender o alla mia prima uscita dalle frontiere nazionali dopo un decennio) ha costituito per me anche un’occasione per entrare nell’intimità degli austriaci. Non è solo per motivi di costi che ho preferito l’opzione dell’ospitalità (impeccabile e calda) in una famiglia Servas a quella, formale e fredda, di un albergo. Per tre giorni andavo e venivo al meeting quotidianamente utilizzando i mezzi pubblici. Io abitavo infatti in una casa alla periferia sud-occidentale della città. Una zona silenziosissima che, pur essendo urbana, aveva le case già immerse nel bosco. Per prendere l’autobus dovevo ogni mattina percorrere un sentiero in terra battuta costeggiando un ruscello. Ed ero in città. Tornando a casa la sera, dovevo percorrere l’ultimo tratto in autobus e avevo una gran paura di perdermi. L’autobus non è come la metropolitana, con tutte le fermate bene in evidenza, quindi chiesi a un gruppo di ragazzi (età sui 15-16 anni) informazioni sull’ubicazione della mia destinazione. Dopo aver avuto conferma di essere sulla strada giusta, mi tranquillizzai immergendomi in pensieri meno urgenti e ansiosi, quelli relativi al menu che mi aspettava la sera e che cominciavo a pregustare. Ad un certo punto uno dei quattro mi chiese se poteva farmi una domanda “molto personale”, preavvertendomi che avrei potuto anche non rispondere. Io, che già avevo capito dove sarebbe (più o meno) andato a parare, lo incoraggiai a farmi la domanda che tanto gli stava a cuore. E lui la fece. “Lei è un uomo o una donna?” Devo dire che i loro volti erano così sorridenti, sereni e non esprimevano alcun turbamento né ansia né tantomeno ironia o sarcasmo, che questa espressione di sana e ingenua curiosità mi aiutò a rispondere tranquillamente chiarendo ciò che sono. Seguirono altre domande (tra cui quella, d’obbligo, se sono “operata”) alle quali risposi puntualmente. Il giorno dopo una contingenza prodottasi nel convegno mi dette modo di ripensare a questo rapido scambio di battute. Si parlava di linguaggio, di significati delle parole e a un certo punto una delegata disse che le dava molto fastidio l’eventualità che qualcuno potesse riferirsi a lei come a “una transessuale”. “Io sono una ‘persona transessuale’ e non “una transessuale””. Transessuale come aggettivo e non come sostantivo. Espresso o sottinteso, purché il sostantivo sia sempre “persona”. Ripensai alla domanda fattami dal ragazzo sull’autobus e che si espresse in questo modo: “Sind Sie maennlich oder weiblich?” (letteralmente: “Lei è maschile o femminile?”). Poi girai lo sguardo intorno a me. Guardando i partecipanti del convegno, c’era un assortimento di identità talmente vario e naturale e si percepiva in modo palpabile l’assenza di norme identitarie cui adeguarsi, che l’unica cosa che importava, in quel contesto, era che tutti eravamo persone e non uomini, non donne, non transessuali. Era perfettamente naturale e plausibile che io non riuscissi a capire se Jo, ad esempio, fosse un FtM (trans da donna a uomo) o una MtF (trans da uomo a donna) o un androgin*. Se avesse raggiunto la sua “meta” o se fosse ancora “in cammino”. Semplicemente, non importava nulla sapere in quale categoria dovevo incasellarlo/a. Jo era bello/a così. Era una sensazione fantastica, mi sembrava di essere entrata in un altro mondo. Li la mia pancia (e non più il solo cervello che ragiona in astratto) cominciava a rendersi conto di come le convenzioni e le norme che racchiudono la persona in gabbie concettuali impediscano di discernere ciò che conta davvero dalla sua vernice e con ciò impediscano un incontro vero. Sì, in quella sala, in quei tre giorni, maschile e femminile erano due attributi e non due sostantivi. Tornando a quel ragazzo dell’autobus, non so se questo modo di formulare la domanda (parlando di maschile e femminile invece che di uomo e donna) corrisponda a una struttura profonda della lingua tedesca e sia la traduzione operativa e grammaticale di una modalità di pensiero che vede uomini e donne come persone che, come possono essere alte, basse, sorridenti, felici, serene, tristi, furiose, gialle, blu, possono anche essere maschili o femminili, o un po’ dell’una o dell’altra cosa. Non avendo una conoscenza sufficientemente approfondita della lingua tedesca, non so dare una risposta al mistero di una presunta corrispondenza fra la grammatica e lo spirito di quel popolo, ma mi piace pensare che sia così o che possa essere stato così nella preistoria e che quindi sia possibile che torni a essere così in un futuro non lontano. Cancellare dalle menti umane quell’ossessione che le porta ad attribuire alla nozione di “genere” la funzione di un principio ordinatore naturale, saldamente ancorato alla natura e che investe della sua influenza le strutture sociali e quelle percettive dei singoli. Sì, a Vienna ho visto che una società senza genere è possibile. E che il linguaggio gioca il suo ruolo, come nella costruzione e nella riproduzione degli stereotipi, così nella loro dissoluzione. Per dirla con Wittgenstein, “i confini del mio linguaggio sono i confini del mio mondo”. Alessia Bellucci 15 Un'esperienza da coordinatrice Care amiche, cari amici, Vi scrivo per riassumere la mia esperienza di coordinatrice regionale, iniziata due anni e mezzo fa, seppur con vari dubbi e titubanze dovuti alla consapevolezza dell’onere che questo ruolo comporta. Nonostante l’esitazione iniziale, come sempre quando mi assumo un impegno, mi sono dedicata con passione e gioia a questo incarico, convinta che i soci vadano coinvolti personalmente e che per farlo occorra entrare in contatto con ognuno di essi, con telefonate, incontri pubblici e quant’altro. Fin dall’inizio, quindi, ho telefonato a tutti i soci, ponendomi come obiettivo non solo di assolvere una funzione tecnica, ma anche di vivacizzare la partecipazione di ognuno, secondo l’autentico spirito Servas. Sempre in quest’ottica, ho organizzato diversi incontri regionali, di cui il primo è stato quello, molto partecipato, di Baia, seguito a ruota da un altro concordato per consentire a chi non aveva potuto partecipare al primo di incontrare gli altri soci Servas della regione. A seguito di questi due incontri sono state iscritte all’associazione molte nuove persone, con un notevole ricambio di iscritti e di energie. Il 2004 è stato un anno molto intenso, non da ultimo perché a Napoli si è tenuta l’Assemblea nazionale Servas, che grazie all’impegno e all’entusiasmo di molte persone è stata l’assemblea con più partecipanti della storia di Servas Italia. Nello stesso anno è partita inoltre l’idea di organizzare una serie di incontri regionali per singola provincia, in modo da permettere anche ai soci che vivono nelle zone meno centrali della regione di partecipare alla vita dell’associazione. È stato quindi organizzato un primo incontro a Caserta cui ne sono seguiti molti altri; l’ultimo è stato quello di Altavilla Irpina dello scorso settembre: questi incontri hanno toccato tutte le province della Campania tranne quella di Benevento, che purtroppo conta ancora pochi membri. In questo modo gli iscritti a Servas campani hanno potuto conoscersi, solidarizzare, scambiarsi le loro esperienze e partecipare attivamente alla vita dell’associazione, cosa che è stata resa possibile anche da altri incontri a tema, come quello sulla fiabaterapia. Sulla lista Servas Italia del 2005 figurano 93 iscritti in Campania: anche se due soci (Mira Mancioli e Antonio Napolitano) si sono trasferiti in altre regioni, due porte aperte dell’Emilia Romagna (Vittorio Conte e Samantha Baldini) sono infatti venute in Campania, rispettivamente a Benevento e a Baronissi; nel frattempo altri soci si sono aggiunti, e alcuni sono presenti oggi all’assemblea. Altri non sono potuti venire, ma di questi almeno una, Lara, a Madrid per un Erasmus, ci ha mandato una lettera per essere quanto meno col cuore e col pensiero assieme a noi. In vista di questi successi, di questo sviluppo considerevole di Servas Campania, vorrei innanzitutto ringraziare tutti coloro che, aiutandomi in qualità di local help o collaborando con me in modo più informale ma con tanta gioia ed energia all’organizzazione dei vari incontri, hanno contribuito a far diventare Servas Campania una realtà viva. A questo punto ritengo però che sia venuto il momento di passare il testimone, e sono certa che si troverà la persona giusta per il ruolo di coordinatore regionale tra quelle che ne posseggono i requisiti: Da regolamento, il coordinatore deve essere: “Porta aperta o Day host iscritto da almeno due anni o che ha già svolto l’attività di local help per un anno”. Ma non basta: a mio parere, un coordinatore deve anche disporre del tempo e dell’energia per dialogare con i soci e con il comitato esecutivo e deve saper usare il computer per assolvere a tutti i compiti che ormai senza capacità informatiche minime non si possono più svolgere. Alla nuova coordinatrice o al nuovo coordinatore regionale sarò sempre vicina per aiutarla/o quanto più possibile nel passaggio della carica, come sarò vicina a tutti voi con il mio più grande affetto. Norma Pantelleria: A.A.A. soci cercasi Sono stata a Pantelleria due volte e sono innamorata di quell'isola la punto da non pensare a molto altro ultimamente. Poichè oltre a non pensare tendo anche a non parlare d'altro, mi è capitato che qualcuno in un'assemblea Servas mi dicesse che c'era un socio una volta che aveva casa a Pantelleria e che cercava qualcuno che stesse lì quando lui non c'era o che gli facesse d e i l a v o r e t t i . I n s o m m a c ' è v e ra m e n t e q u a l c u n o d i n o i a Pa n t e l l e r i a ? ? ? ? Aspetto con fiducia Grazie e a presto Pina [email protected] Cerco persona non russatrice e autonoma con cui condividere la cabina per Olanda, Norvegia, Isole Shetland, Islanda, Gran Bretagna. Crociera di 13 giorni. Partenza da Roma il 26 giugno. Costo a persona circa 3.000 Euro (cabina con oblò). Per ulteriori informazioni rivolgersi a Rosa Italiani tel. 06/4465048. Conosco bene inglese e francese. Contattarmi entro il 15 marzo. 16 Durante un incontro Servas i soci Giusi Ingraffia e Marcello Dalfino si sono conosciuti e il 20 dicembre 2005 si sono sposati. Auguri da tutti noi di Servas Italia e in particolare da Giovanna La Bua!!! AUGURI!!! "Roberto, Valentina ed Eloisa CapezzutoCuomo annunciano la nascita di Gabriele Sofia, Bari, 5 dicembre 2005" stampato su carta riciclata Sono Elisabetta Servas di Savona, ho 63 anni,cerco compagna o compagno di viaggio per il cammino di Santiago, partirei alla fine di aprile circa. Chi vuole camminare con me? Elisabetta [email protected] Cari amici SERVAS, ricevo sempre con molto calore il nostro giornale, apro con voracità e sfoglio per vedere di cosa si parla ed ecco…..mi trovo con la mente e con il cuore in India. Alessandra mi offre l’opportunità per ricordare i momenti di incontro virtuale avvenuti che mi hanno aiutata nel mio viaggio in India ad incontrare luoghi,paesaggi e persone comuni. Non sono passata da Goa e neanche incontrarla a Mumbai (in occasione del F.S.M) ma siamo sempre state in contatto. In questo riaffacciarsi di sentimenti e ricordi, che mi hanno spinta a scrivere, volevo condividere tra noi come attraverso il libro di Laura Coppo “terra gamberi contadini ed eroi” ho incontrato l’India di Gandhi. Il mio viaggio è stato un ripercorrere strade già viste su questo libro che si è sposato con l’incontro di Krishnammal e Jagannathan nell’ Asharam di Kottur (nel distretto d Nagapattinam), sede del LAFTI e cuore dell’attuale campagna contro l’allevamento intensivo di gamberetti. Non sono nell’elenco SERVAS ma hanno vissuto con Gandhi e condiviso le sue lotte, vivono la fratellanza e la difesa dei più deboli in tal modo che mi hanno fatto sentire profondamente con loro. Oggi, in Italia, insieme ad altri amici cerchiamo di sensibilizzare i consumatori sul perverso meccanismo del mercato internazionale, sullo scempio ambientale e sociale dell’acquacoltura intensiva, incentivata dalla politica di sviluppo della BMI nei paesi asiatici. Gli stessi Krishnammal e Jagannathan in India, aiutati da un noto avvocato, hanno iniziato un’azione legale rivolgendosi alla Corte suprema di Delhi. Dopo circa un anno di indagini (1996) è stata richiesta dalla Corte stessa la chiusura entro il marzo del 1997 di tutti gli impianti. La potenza della corruzione è molto in alto ed il governo ha proposto una legge con la quale si invalidava la sentenza della Corte. Solo l’intervento di Jagannathan ed il suo digiuno al Gandhi Samadhi ha impedito di far passare il progetto di legge, ma ad oggi la sentenza non è stata ancora applicata. Se siete in India, passate a trovarli perché sappiano che oltre la corruzione nazionale ed internazionale nel mondo ci sono persone che si ricordano di loro, delle loro lotte e sostengono con i loro mezzi il rispetto della dignità umana. Un abbraccio da Miriam Per ulteriori informazioni: Elisa Troccoli, [email protected], Laura Coppo [email protected] Miriam Croxatto, [email protected] http://www.leoncavallo.org/ è il sito di un famosissimo centro sociale di Milano che ha sempre promosso interessanti iniziative sociali. http://www.bookcrossing.com/ per chi vuol condividere tutto, anche i libri della sua biblioteca; un’iniziativa a favore della condivisione e della libera circolazione del sapere http://www.beppegrillo.it/ chi è lui lo sapete, ma magari ancora non conoscete il suo blog. I video e gli interventi fanno ancora ridere, i contenuti rendono un po’ seri… www.agedo.org è il sito italiano dell’AGEDO (vedi articolo a pag.8) Ciao a tutti! vi inoltro un sito di EMERGENCY http://www2.emergency.it/emergency/allis tante/ che propone iniziative in diverse città e paesi per raccogliere una somma per la costruzione di un centro di cardiochirurgia in sudafrica, e permettere ai più sfortunati di essere operati gratuitamente. Io sono stata a teatro a Reggio Emilia la settimana s c o r s a ( L E L L A C O S TA c o n l o s p e t t a c o l o "ALICE...ecc")e nel bellissimo atrio del teatro c'era appunto il banco di EMERGENCY, con belli e utili articoli da acquistare,e possibilità di offerte libere o altro. Alcuni di questi appuntamenti sono già stati, ma molti altri sono in corso, e altri saranno segnalati in futuro. Vi suggerisco di dare un'occhiata per www.stampacolor.it è il sito di chi stampa il notiziario, per i più curiosi! vedere se c'è qualcosa di interessante in posti vicino a voi. Approfitto per mandarvi un carissimo saluto, sperando che qualcuno di noi riesca a creare un'occasione per incontrarci presto! Orsetta Arnò, Reggio Emilia (A proposito… Io mi sposo a giugno e ho fatto la lista di nozze proprio con Emergency… Se volete farci un regalo – a noi ma soprattutto a Emergency!! – potete fare un versamento sul CC 28426203 intestato a Emergency Via Meravigli 12/14 20123 Milano, segnalando come causale: matrimonio di Maria Gloria e Juan. Maggiori informazioni su come fare la lista di nozze per Emergency su www.emergency.it (clikkate su Come aiutarci) Maria Gloria Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XXI numero 1 Febbraio 2006 Direttore responsabile Massimo Sechi Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas) M.Arosio R.Contillo T.Pappalardo M.Stoppa L.Uslenghi R.Vendramini Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari email: [email protected] tel.079218038 Stampa Stampacolor s.r.l. Grafico Editoriale Zona Industriale Cap.3 Muros tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985 In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI IL PATCHWORK PERDUTO Anni e anni fa a un'assemblea nazionale a Moena la socia Carla Iemi, coordinatrice non dimenticata della Valtellina, presentò l'idea originale di fare un patchwork per la pace e la fratellanza tra i popoli e ci sciorinò un lavoro già impostato e in parte realizzato che poi trasmise ad altre socie per continuare il lavoro e la testimonianza secondo la fantasia di ciascuno. Il patchwork arrivò anche a Milano e la socia Annamaria Cazzaniga diede un contenuto importante ricamando un duomo stilizzato (o forse un panettone), ecc... Di tale patchwork si sono perse tempo fà le tracce, per quanto ne so in terra di Toscana. Qualcuno può fornire informazioni di questa opera e portarla alla prossima assemblea nazionale per fare vedere a che punto siamo dell'opera e se c'è qualcuno che intende proseguirla? Mario Arosio