Ai giovani Servas

Transcript

Ai giovani Servas
Convocazione
dell'assemblea
Annuale di Servas Italia
Anno XXI n.1 Febbraio 2006 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari
ai sensi dell’art. 9 dello statuto,
il giorno 29 aprile alle ore 9,30
nella sala riunioni del
Elezioni 2006
Servas
C
ari amici,
nella prossima Assemblea autunnale ci ritroveremo
a scegliere i nuovi organi Servas: Comitato esecutivo,
Collegio dei Revisori dei Conti e Collegio dei Probiviri.
Come nelle precedenti votazioni del 2003, la
partecipazione dei soci sarà facilitata dal voto postale,
che consentirà a tutti di esprimere la fiducia ai
via Alimini km 2.5 Otranto
candidati. La partecipazione di tutti è fondamentale
perché tali organi siano reale espressione della
Qualora non venisse raggiunto il numero legale volontà e dei principi associativi, così come
verrà riconvocata il giorno
dell’indirizzo che si vuole dare al futuro di Servas.
Partecipazione e “servizio” sono fondamentali nella
nostra “bella associazione”; vi invitiamo dunque a
stesso luogo stessa ora
presentare la vostra candidatura per il Comitato o
con il seguente ordine del giorno:
uno dei Collegi. Se volete offrire tempo ed energie
1Rendiconto economico del 2005
a Servas, ma avete bisogno di chiarirvi le idee su
2Comunicazioni del Comitato Esecutivo
quelli che sono gli impegni che tali ruoli richiedono,
3Proposte e iniziative per il 2006
potete contattare il vostro coordinatore o direttamente
4Sintesi delle risoluzioni emerse
dall’Assemblea Straordinaria di Servas il Comitato esecutivo e gli altri collegi. Le candidature,
in cui dovrà essere indicato da quanto tempo fate
International
5Rifessioni sui temi emersi dai workshop parte di Servas, gli eventuali incarichi da voi svolti
all'interno di Servas, ma soprattutto cosa vorreste
6varie ed eventuali
offrire all’associazione ed eventualmente la preferenza
per un ruolo o un incarico in particolare. La scadenza
Il Presidente Mario Burlando
per la presentazione delle candidature è il 15
maggio 2006.
Per informazioni e per l’invio delle candidature
(comprese le foto!!) contattate la Redazione:
[email protected], c/o Maria Gloria Borsa,
largo Budapest 9/c 07100 Sassari
Maria Gloria
Alimini Smile Park
Domenica 30 Aprile
Assemblea di Primavera
in Puglia
29-30 aprile 2006
Ai giovani Servas
Diffondere Servas fra i giovani, per far
conoscere sempre di più l’associazione richiede
l’impegno di tutti, ci rivolgiamo in particolar
modo ai Servas che hanno un’età compresa
tra i 18 e i 30 anni, se avete idee o pensate
di poter contribuire a questo progetto fatevi
vivi con la redazione del giornale o attraverso
il sito.
Il Comitato esecutivo
Rubriche
C
arissime/i,
Lavinia Cozzi (Coordinatrice delle Puglie) e
Vito Fortezza (Segretario per la Pace)
hanno il piacere di invitarvi all'Assemblea di
primavera il 29 e 30 Aprile 2006 a Otranto (Le)
in un bel residence immerso nel verde, a pochi
km dal mare e da una incantevole cittadina ricca
di storia e tradizioni.
(segue a pag.2)
Servas in Italia
pag.2
Servas nel mondo " 6
pace
" 8
viaggi
" 9
bacheca
" 15
siti utili
" 16
2
Assemblea
di Primavera a Otranto
(Segue dalla prima pagina)
P
er arrivare a Otranto ci sono tre possibilità:
Treno - quando si arriva a Bari o a Lecce nella stazione FS si può chiedere informazioni circa
la Ferrovia del Sud Est (tel.080 5462111), un servizio privato e locale che fornisce un servizio
di treni che arrivano a Otranto. In linea di massima dovete arrivare ad Otranto e poi vi
verremo a prendere.
Servizio autolinee – in questo periodo dell'anno si può arrivare da molte città italiane in
pullman: per esempio per tutto l’anno c’è la linea gestita dalla Marozzi (tel. 06 44249519)
che copre la tratta nazionale Firenze Pisa Roma Bari Lecce Taranto. Gli orari delle autolinee
disponibili sono su: http://www.otrantoinforma.com/ellade-viaggi/orario-autolinee-marozziscoppio-marino.html. Per qualsiasi ulteriore informazione e chiarimento sugli spostamenti vi
invitiamo a contattare l’Ellade Viaggi ai seguenti recapiti: tel. 0836 801578 | 0836 801005
[email protected])
Auto propria: autostrada per Bari, una volta usciti dall’autostrada prendere la direzione della
Statale 16 o 16-bis direzione Brindisi Lecce; superata Lecce prendere direzione Maglie, nella
direzione Maglie c’è l’uscita Otranto e da lì seguire la direzione Alimini.
Il programma e l'organizzazione sono ancora in itinere e la versione definitiva sarà disponibile
dal 10 Aprile sul sito www.servas.it, presso i coordinatori regionali e divulgata tramite posta
elettronica.
Nel frattempo vi comunichiamo che più o meno l'Assemblea si svolgerà così:
Programma
Sabato mattina
ore 9 - Visita guidata naturalistica ai Laghi Alimini (laghetti artificiali ottenuti dalla bonifica
del territorio e scelto da diversi operatori turistici per insediarvi i loro villaggi turistici ) oppure
visita culturale-artistica a Lecce a costi contenuti e comunicati nella versione organizzativa
definitiva.
Ore 8,30 - Riunione del C.E.. Dalle h. 10 sarà allargato a tutti i Coordinatori e i Local Help
disponibili per discutere sui problemi organizzativi dell'associazione.
Ore 13 -pranzo presso l'hotel
Sabato pomeriggio
ore 15 Laboratori: essi sono ancora da definire; sempre in coerenza con il principio della
partecipazione e al fatto che, in autunno, dovremo rinnovare il Comitato Esecutivo
e stabilire le future linee programmatiche,
invitiamo a mettersi in contatto con Vito Fortezza
–
chi si sente di condurre un gruppo di discussione e/o ha un argomento da proporre di
riflessione sui principi ideali del Servas e sul suo possibile sviluppo futuro;
–
chi si sente di gestire un laboratorio su aspetti che riguardino l'espressione e la
comunicazione artistica, la relazione con sé stessi, con gli altri, la gestione dei
conflitti.
ore 15 -incontro Revisori dei Conti
ore 18 – laboratorio aperto ai coordinatori e local-help su: “La gestione informatica dei dati
Servas”
Le iscrizioni definitive ai vari laboratori saranno effettuate nel pomeriggio dello stesso sabato.
Dopocena
Condivisione dei vissuti dei singoli laboratori, di esperienze, musiche e canti, e qualsiasi altra
cosa che ci faccia stare bene insieme in modo significativo e appassionato. Anche per questo
momento abbiamo bisogno del contributo in idee ed azioni da parte di voi soci!
Domenica mattina
ore 9,30 - Assemblea Plenaria
Ore 13 - Pranzo
Ore 15 - Saluti e partenze.
Vi ringraziamo per la disponibilità che mostrerete nel costruire insieme il nostro incontro
primaverile. Un gruppo, (I seminatori di Pace) già sta lavorando per raccogliere e organizzare
i contributi che sono arrivati e aspetta di riceverne altri, per ottimizzare i vari momenti di
incontro.
Vi aspettiamo presto, con tanta voglia di condividere il piacere e la vitalità data dallo stare
tutti insieme.
Lavinia e Vito
Per informazioni e accordi sul servizio-navetta potete telefonare a Lavinia 3384257959 o al
Residence Tel 0831-983167.
La struttura è composta da diversi bungalow immersi nel verde, autonomi, che prevedono la
sistemazione da 4 fino da un minimo di 1 posto e i costi sono così suddivisi a seconda della
sistemazione che volete scegliere:
3
1) Se volete una sistemazione in un bungalow da 3-4 posti i costi sono i seguenti
a..
b..
c..
Pensione Completa, incluse bevande € 40,00 a persona,
Mezza Pensione, “
€ 36,00 a persona
Pernottamento e prima colazione € 30,00 a persona
2) Se
a..
b..
c..
volete la sistemazione in un bungalow doppia
Pensione Completa, incluse bevande € 45,00 a persona,
Mezza Pensione, “
€ 40,00 a persona
Pernottamento e prima colazione € 35,00 a persona
Supplemento per camera singola 10,00.
Bambini sotto i 3 anni : Gratis; da 4-10 anni: 20%
La struttura prevede anche la ricezione di camper; di conseguenza, se qualcuno vuole arrivare
con il camper per continuare un giro nel Salento ( dato che ci troviamo nel periodo del ponte
del 1° maggio) può usufruire dei seguenti servizi, che si specificano dato che non siamo ancora
nel periodo di completa fruizione della struttura:
piazzola camper , compresa la fruibilità di acqua e luce con carico e scarico dei liquidi al costo
di € 30,00 per i due giorni della riunione
per i pasti colazione+pranzo+cena sono € 20,00 a persona
Da inviare
per posta o email entro
e non oltre il 18/04/06
a Lavinia Cozzi
via Ravanas 332 70123 Bari
e-mail
[email protected]
tel.: cell.338 4257959; casa (dopo le 19,30)
0805228053
per altre informazioni
Alimini Smile Park Via Alimini Km 2.5
73028 Otranto (Le)
Tel 0831-983167 Fax 0831-985026
E-mail: [email protected]
(la scheda può anche essere scaricata
su www.servas.it)
Nome Cognome __________________________________ Socio n. (vedi lista) __________
Indirizzo____________________________Prov.____Tel./Cel__________________________
Email__________________________________________
Partecipa con me anche:
Nome Cognome________________________________________
Nome cognome ________________________________________
CHIEDO: una stanza singola _ doppia _ tripla _ quadrupla ___ senza barriere _
N. persone adulte __ +
n. bambini inferiori ai 7 anni _/
da 7 a 12 anni _
pensione completa ___ mezza pensione ____solo pernottamento e prima colazione___
Prevedo di arrivare il ________alle ore ________ e di partire il ________ alle ore _____
Con mezzi propri
___
con il treno
___ fino a.................................................
Per il sabato mattina partecipo alla gita
Naturalistica SI___ NO___
Storico-artistica a Lecce SI__ NO__
Necessità particolari: ________________________________________
Necessito babysitting (dietro piccolo rimborso) durante il pomeriggio di Sabato Sì___ No____
...per l’assemblea della Domenica (Se sì indicare il n. dei bambini/e)
Sì___ No____
Mi impegno a comunicare eventuali variazioni, consapevole che in caso di rinuncia non comunicata
in tempo mi impegno a pagare la penale del 50% dell’importo dovuto per i due giorni di assemblea
Firma _____________________________________
4
Viaggio esotico a casa nostra
Non so bene come mi sia venuta l’idea… La solita
curiosità malsana per tutto quello che non conosco
e che è diverso da me… Ricordo che una socia
pugliese una volta mi ha detto che avevo la fissa
per gli stranieri… Mi sa che aveva ragione… O forse
è solo che mi sono ritrovata all’estero a chiamare
alcuni consolati per delle semplici informazioni e in
quello italiano quasi quasi mi hanno fatto venir voglia
di cambiare nazionalità tanto sono stati gentili… E
mi sono chiesta – ma uno straniero nel nostro Bel
Paese come ci resiste??? E soprattutto, perché ci
viene? Le nostre leggi sull’immigrazione sono
un’offesa, il panorama generale suscita desideri di
fuga… Come si fa a voler metter su casa qui? E così,
riflettendo, ho cominciato a sfogliare la lista di Servas
Italia e ho trovato uno, due, decine di nomi che
evocavano paesi lontani, culture, viaggi che sono
terminati proprio qui, a casa nostra, che adesso
hanno fatto diventare casa loro. Insomma, casa.
Sicuramente per me una casa più piacevole perché
ci sono loro (ho la fissa…). Mi sono incuriosita. Ho
scritto un messaggio a chi aveva l’email chiedendo
a questi soci italiani dal cognome esotico di raccontarci
la loro storia. E le risposte generose sono arrivate
subito!
(Ma se l’email non ce l’avete e sapete solo ora di
questa mia ricerca: scrivete!!! Lettere, cartoline,
fogli di quaderno… Raccontateci la vostra storia!
L’indirizzo è quello della redazione!)
Maria Gloria
C
tramite un amico e dal 1993 ne faccio parte. Servas
mi ha portato amicizie e conoscenza con certi ricordi
bellissimi: un primo e indimenticabile viaggio in
Irlanda con mio figlio alla ricerca di miei/suoi radici,
un soggiorno presso un faro sul Kangaroo Island e
tante cene particolare con gente molto speciale un
po' dovunque - Milano, Bologna, Roma, Macerata,
Parigi e anche a casa mia. Essere Porta Aperta mi
aiuta a viaggiare tramite i racconti e l'entusiasmo
dei viaggiatori che arrivano da noi ed è un esercizio
in flessibilità e comunicazione. Come "straniera"
forse capisco le loro difficoltà in un modo
diverso...forse.
Julie Ann Day
C
ospitare gente che viaggia nella mia nuova terra e
trasmettere qualcosa delle mie due culture.
Come mai il tuo interesse per gli stranieri, da molto
che sei servas?
Saluti a te e alla Sardegna
A risentirci
Juergen Wildner
C
più offerte e dei prezzi d'affitto migliori).Servas l'ho
conosciuto attraverso Roberto Mazzini e dopo aver
lasciato la comunità ho continuato l'ospitalità iniziata
in Provincia di Reggio Emilia qui a Rapallo. La mia
casa ha visto tanti visitatori prima del 2001 (c'è
stato un vero crollo di domande dopo l'11 settembre),
molti supersimpatici di tutte le età e provenienze
(maggiormente USA e Canada, qualche Australiano
più di rado) e i momenti di condivisione erano intensi
eppure i visitatori che approdano da me devono
affidarsi alla fortuna, perchè spesso sono via per
lavoro.
Come vivo in Italia da straniera? Beh non è facile
rispondere. Il mio lavoro mi porta un po’ dappertutto
in Italia (mi occupo della formazione e particolarmente
del gioco cooperativo come strumento per un
apprendimento sociale) e me lo godo in ogni incontro
con la gente nuova, i corsisti che si divertono giocando
(e io in primo), gli scambi di idee, opinioni, ecc. I
punti di stress o meglio l'addestramento alla
resistenza e al mantenimento del buon umore per
la serie nontincazzare! sono i spostamenti in treno
che ogni anno mi mettono di più alla prova. Per il
resto non mi vengono rimpianti di aver lasciato il
mio paese d'origine e ogni volta che ritorno in
Germania, la decisione fatta 25 anni fa si conferma
in positivo. Si sta bene nel Bel Paese!
www.sigridloos.com
ciao
Sigrid
osa fa un'Australiana a Padova? Soffre l'umidità
in tanto(!) ma gode di una cultura ricca e
sorprendente. In più viaggiare da qui non e quell'
impresa ardua che è il partire da Australia per
andare... altrove. Giusto oggi le mie colleghe mi
hanno chiesto "Come mai hai scelto di rimanere
qui?" e la mia risposta spontanea è stata "Per
viaggiare meglio!". Quest'anno sono 22 anni che
l'Italia è "casa". Stranamente io avevo già un
passaporto Italiano prima di aver mai messo piede
in questo paese e sapevo dire solo ciao e arrivederci.
In Australia (1982) ho sposato un Italiano conosciuto
in India, nostro figlio è nato ad Adelaide in 1983 e
in 1984 ci siamo trasferiti qui. Ho saputo di Servas
iao Maria Gloria,
grazie per i fiori!
Sono tedesco, sono venuto in Italia tanti anni fa per
studiare e ho trovato l'amore.
Lavoro come infermiere e abbiamo 4 figlie.
Ho scoperto servas solo poco fa eÊ mi sembra una
bella possibilità per conoscere gente, per mantenere
l'apertura mentaleÊnei confronti di altre esperienze,
un piccolo contributo per uno spirito diverso dei soliti
egoismi e per trasmettere tutto questo magari alle
mie figlie.
Come straniero in Italia sono contento di poter
ara Maria Gloria,
è una bellissima idea la tua! Io in effetti sono tedesca
a tutti gli effetti e quando mi chiedono come mai
sono finita in Italia, dico scherzosamente "è tutto
colpa del virus italicus". Ahimè non ci sono vaccini
contro questo virus e riesci immunizzarti solo se nel
primo giorno di soggiorno in questo Paese, ti scassano
la macchina, ti rubano il portafoglio e tutti i documenti
e alla fine ti portano in questura perchè saresti tu
il ladro. No, a me non è mai successo qualcosa del
genere, allora mi sono beccata l'Italianite acuta che
oramai da 25 anni è diventata cronica. Sono venuta
in Italia per puro spirito avventuriero nel 1982 (secolo
scorso)lavorando per due anni come volontari nel
Centro ecumenico di Agape nelle alti valli valdesi
sopra Torino. Forse è lì che sono stata contagiata,
ma mi sono accorta solo dopo un anno di lavoro
successivo in Francia in cui ho avvertito un forte
senso di nostalgia al punto che ho deciso alla fine,
anche a costo di fare le pulizie in casa della gente,
di tornare in Italia. Sono approdata da amici a
Bologna e da lì la strada per incontrare dei folli
teatranti di strada e il teatro dell'Oppresso con
Roberto Mazzini, non era lunga. Dopo tre anni di
vita comunitaria e un solenne sfratto di tutta la
troupe da parte del proprietario si è posto la necessità
di fare le cose più sul serio e cercarmi o meglio
crearmi un nido proprio (si chiama diventare adulta?).
E così sono finita in Liguria a Rapallo (perchè c'erano
5
Ciao!
Con piacere ti rispondo alla tua gradita mail!
Sono nato in Germania nel 1961, ma venuto in Italia
nel 1985 (e già … 20 anni fa!), perché avevo
conosciuto mia moglie nel 1980 durante le ferie …..
in Italia!
Sono / siamo Servas Porte Aperte e viaggiatori dal
1980/1981 e fino a qualche anno fa abbiamo anche
sempre partecipato al “Sentierinsieme” estivo con
Luigi Uslenghi e gli amici di Annecy. Quindi gran
parte del mondo “Italiano” Servas – o almeno del
arco Piemonte / Lombardia ci conosce.
E se Vi è ancora qualche Servas che non ci conosce,
ma vuole fare la nostra conoscenza … eccoci qua
che abbiamo scritto WMT (gradiremo avere più
ospiti) – siamo a Casalborgone al confine tra la
provincia di Torino e quella di Asti – qui cominciano
le famose coltivazioni di vino – qui si vive ancora
nella piena natura …. Anche se il lavoro ogni tanto
mi porta in città ed in altri paesi – visto che facci
l’interprete e traduttore (tedesco – italiano). Mia
moglie insegna inglese. I bambini (figlia 14 anni /
figlio 9 anni) vanno a scuola. Abbiamo anche un
cane bianco ed un gatto nero …..
Basta così per il notiziario – più si viene a sapere
solo nei incontri…..
Markus M. Kuhlmann
Le porte aperte e i giovani
O
rmai da anni si assiste ad una diminuzione
dei viaggiatori Servas, soprattutto fra i giovani.
E’ vero che per un giovane che voglia viaggiare
si aprono molte strade ed associazioni ma
proporre Servas ai giovani può essere
un’esperienza formante e veramente “diversa”.
Consapevoli che ospitare giovani può essere
più problematico, i tempi e lo stile di vita
possono essere diversi, a volte vi può essere
qualche difficoltà in più nel far capire “lo spirito
Servas”, abbiamo deciso come comitato
TRANSITALICA
L
’idea della Transitalica nasce all’indomani del voto
della legge sulla devolution che vuole dividere l’Italia.
Probabilmente non ci riusciranno, ma per il momento
ho voluto provare a progettare un itinerario lungo
la penisola per verificare somiglianze, cambiamenti,
problemi e solidarietà. Volevo usare solo mezzi
pubblici, possibilmente “low cost”, ma con alta
qualità, garantita dall’ospitalità Servas. Ne è risultato
un viaggio indimenticabile di complessivi 3500 km
circa in 11 giorni.
Ecco il dettaglio delle tratte
-Torino/Roma/Palermo in treno: 23 ore!
-Palermo/Lampedusa in aereo
-Lampedusa/Catania ancora in aereo
-Catania/Caltanissetta in autobus
-Caltanissetta/Palermo ancora in autobus
-Palermo/Genova in nave
-Genova/Torino in treno
Per gli spostamenti sono state spese le seguenti
cifre:
Treno: 58 euro
Aereo: 76 euro
Bus: 20 euro
Nave: 71 euro
Complessivamente: 225 euro
In questa sede parlo soprattutto delle indimenticabili
ospitalità Servas.
A Palermo Agata è stata una guida perfetta: abbiamo
alternato visite turistiche ufficiali (indimenticabile
Monreale), a concerti e a esperienze politiche ( i
monumenti alle vittime della mafia, le primarie
dell’Unione, l’albero di Falcone…).
Sempre a Palermo, Giovanna, come day host, oltre
ad una cena in famiglia, mi ha regalato la possibilità
di vivere un pomeriggio nella biblioteca “Imago”,
nel quartiere Cardillo/Zen: da ex bibliotecario posso
dire che è un gioiellino, che andrebbe conosciuto
meglio e valorizzato.
A Lampedusa ho rivisto dopo tanti anni Daniela e
Franco, storici soci Servas (giovanissimi di spirito!),
con cui ho condiviso oltre a interminabili chiacchierate
e scambi di esperienze sui termi più vari, una
indimenticabile esplorazione dell’isola, tra bellezze
naturalistiche e la vergogna del cosiddetto Centro
di accoglienza La Misericordia (sic), un vero e proprio
lager, che tutti chiedono di chiudere.
A Caltanissetta mi hanno aperto la loro porta (e i
esegutivo di introdurre dal 2007 una nuova
sigla per quelle porte aperte che sono disposti
ad ospitare in modo particolare i giovani (si
intende la fascia di età dai 18 ai 30 anni)
Maggiori informazioni verranno date ai
coordinatori nella prossima assemblea
nazionale.
Laura Ghivarello
Segretaria di Servas Italia
loro cuori) Silvana e Angelo. Qui si è svolta una
simpaticissima cena Servas con una dozzina di
partecipanti, tra cui anche una viaggiatrice
americana.
Sempre nella stessa città c’è stato il tempo ancora
per una prelibata day hospitality con un pranzetto
da Pino e Giovanna, che conoscevo già e che ho
rivisto con piacere
Resta un solo rammarico: non aver avuto più tempo
sia per potermi fermare di più in posti così
affascinanti, sia per ritrovare i simpaticissimi amici
Servas della zona est dell’isola. Sarà per la prossima
volta…
Per adesso mi accontento dei sapori che ho portato
con me dalla Sicilia: arance, mandarini, sgombri,
basilico, rosmarino, dolcini…
Poi ci sono le foto, alcune delle quali sono sul blog
http://manfree.blogspot.com
Assieme ai minivideo, formano un documento che
potrebbe essere usato per animare qualche incontro
Servas.
E’ disponibile inoltre il diario di viaggio (cronaca,
flash, dossier, free) di quella che ho chiamato
Transitalica, una cavalcata lungo l’Italia, con i mezzi
pubblici, in questo dicembre 2005, così ricco di
speranze e angosce. E’ stato un viaggio emozionante,
pieno di contrasti e sorprese, con spiazzamenti
continui rispetto agli stereotipi dominanti. Che pena
vedere in giro tanta gente che spreca il suo tempo
in auto bloccata in un ingorgo o davanti alla
televisione o ostaggio delle code burocratiche (che
non sono mai casuali…).
Bruno Manfredi
6
MAPPA
DELLE
LISTE
SERVAS
2006
E
cco le liste 2006 che sono arrivate a tutt’oggi,
in attesa della primavera che porta la maggior parte
delle nuove edizioni (tra parentesi il numero delle
porte aperte)
-Argentina (205)
-Australia (570)
-Bermuda (1)
-Brasile (165)
-Cook Islands (1)
-Fiji (1)
-India (650)
-Nuova Zelanda (406)
-Paraguay (24)
-Samoa (44)
-Sud Africa
-Vanuatu (4)
-Wallis and Futura (1)
Inoltre negli ultimi mesi del 2005 sono arrivate le
seguenti liste, che riportano la data 2005, ma che
comunque dovrebbero essere aggiornate e valide
anche per il 2006
-Autonomia Palestinese (1)
-Bostwana (10)
-Corea (231)
Partiamo da un dato: le relazioni di viaggi Servas
che arrivano al centro di documentazione di Servas
Italia e alla redazione del notiziario sono proprio
poche.
Nel corso dell’anno scorso sono state rilasciate
quasi 500 lettere di viaggio. Ognuna di queste può
essere usata per 365 giorni, per più viaggi.
Le relazioni di viaggio sono state pari al 10 per
cento. Più dell’anno precedente, grazie al lavoro dei
coordinatori, ma evidentemente poche rispetto al
totale.
I testi che arrivano sono molto interessanti e
normalmente riflettono esperienze positive, come
si può verificare anche su questo notiziario. E le
altre?
Possibile che tutto funzioni bene? “Nessuna notizia”
vuol dire sempre “buona notizia”?
Riferisco qui alcune impressioni, anche sulla base
di relazioni orali, che arrivano negli incontri o in
occasione di telefonate.
-viaggiare in realtà costa sempre di più. Tra aumenti
delle tariffe, il prezzo del petrolio che sale alle stelle
e paranoie varie (dal terrorismo alle pandemie…),
i viaggiatori indipendenti sono ogni giorno scoraggiati.
La realtà che sperimenta chi viaggia per davvero in
modo alternativo, è diversa, ma psicologicamente
le pressioni mediatiche sono fortissime e spingono
g u a r d a c a s o ve r s o i v i a g g i o r g a n i z z a t i .
-i voli low cost attirano con il loro marketing
aggressivo, ma poi condizionano sia con orari
improbabili, sia portando in realtà in aeroporti
scomodi. Il risultato è una grande confusione
-molti usano Servas come seconda alternativa: ossia
organizzano un viaggio e poi si portano dietro la
lista Servas come riserva (scusate il gioco di parole)
-Costarica (62)
-Israele (220)
-Panama (22)
Come sempre poi è disponibile la keylist, ossia
l’elenco dei responsabili Servas in tutto il mondo
Forse non tutti sanno che ogni gruppo Servas è
ra g g i u n g i b i l e v i a e m a i l c o n l a s i n t a s s i
[email protected]
Ad esempio: se scrivo a [email protected] dovrebbe
rispondere un membro di tale gruppo Servas locale.
In effetti si deve fare qualche considerazione sulla
presenza di indirizzi email sulle liste Servas.
Alcuni viaggiatori si sono lamentati perché hanno
inviato molti messaggi senza risultati: qualcosa è
tornato indietro segnalando un errore, in molti casi
non c’è stato segnale alcuno.
Bisogna tener conto che mentre organizzazioni
come Hospitality club sono interamente basate sul
computer, una realtà come Servas è molto più
variegata. Il computer è sì usato, ma non in maniera
sistematica o professionale. Se poi consideriamo,
i virus, i guasti, i frequenti cambi di indirizzi, ecc,
l’uso della posta elettronica non può essere
considerato valido al cento per cento.
Sulla base della mia esperienza personale, consiglio
di contattare prima le Porte Aperte con il telefono.
Poi una volta stabilito il contatto, si verifica se
l’ospite usa effettivamente il computer e si possono
definire in un secondo tempo i dettagli della visita:
invio della lettera di viaggio, richiesta di informazioni
ecc..
Come si sa oggi è possibile telefonare a bassi costi
e a volte anzi gratis in tutto il mondo con Skype
(ndr. www.skype.com)ma non solo. A questo tema
sarà dedicato un articolo nel prossimo numero.
Abbasso la Telecom!
Bruno Manfredi
e ne fanno un uso limitato.
Sempre a livello di impressione e di esperienza
personale, un viaggio Servas richiede tempi molto
lenti, prima e durante lo svolgimento. Dopo, al
ritorno, si è sempre travolti dalla realtà che incalza.
E’ un peccato quando esperienze (positive o negative,
ma mai banali) vengono vissute solo a livello
personale o di piccolo gruppo e non sono socializzate.
Come Comitato Esecutivo dovremo discutere del
problema: in particolare stiamo cercando di verificare
la qualità delle liste straniere che distribuiamo. Molte
sono fatte decisamente bene (sempre tenendo conto
del volontariato che c’è dietro ognuna di esse). Su
qualcuna ci sono dei dubbi, che solo i viaggiatori
possono verificare in pratica.
Comunque ecco le zone del mondo che sono state
visitate negli ultimi mesi e le cui relazioni sono a
disposizione di chi intende programmare viaggi simili
nei prossimi mesi:
-Francia
-Argentina
-Brasile
-Irlanda
-Gran Bretagna
-Perù
-Austria
-Belgio
Un altro settore che potrebbe essere valorizzato
meglio è quello delle relazioni di viaggio sulle
ospitalità in Italia. Si potrebbe partire dalle zone
che da anni non ricevono alcun viaggiatore e che
probabilmente offrono possibilità di scoperte di
eccezionale interesse.
Bruno Manfredi
7
Sentierinsieme 2006 nella Foresta Nera
Per la prima volta quest’anno Sentierinsieme si svolgerà in Germania. Le organizzatrici -Gudrun
Baumgartner e Margret Kläser- e gli altri amici tedeschi hanno preso il coraggio a due mani e
hanno lanciato l’invito a scoprire un angolo della loro terra particolarmente affascinante: la
Foresta Nera.
Purtroppo i tempi dell’uscita del notiziario e quelli per le prenotazioni a questo evento, non
consentono di prevedere posti ancora disponibili. La notizia di Sentierinsieme 2006 era comunque
già apparsa sui siti di Servas Italia www.servas.it e di Servas International www.servas.org.
Tuttavia …non si sa mai. In caso occorre prendere contatto con:
Gudrun Baumgartner : [email protected]
Phone: (0) 6721-9851396, 0174-9318536 (mobile)
Potrebbe essere presa in considerazione anche l’eventualità di organizzare qualche cosa sulle
nostre Alpi -così, alla buona, tra amici- qualora non ci fossero più posti disponibili per l’edizione
2006 in Germania. Fatemi sapere contattandomi: Luigi, 0321 402842, [email protected].
Luigi Uslenghi
Servas Get Together Patagonia
L’incontro Servas Patagonia, svoltosi a Bariloche
dal 14 al 21 gennaio 2006 entra nella storia
dei Get Together come uno dei meglio riusciti.
Dopo Repubblica Ceca, Ungheria, Inghilterra,
Francia/Germania, Polonia e Spagna/Catalogna,
è toccato all’Argentina l’onore e l’onere di
organizzare l’incontro.
Il gruppo promotore è giovane e motivato, con
un piccolo sottogruppo locale e il coordinamento
di Pablo Chufeni (Servas Giovani, Rosario) e
Cintia Amor (National Secretary di Servas
Argentina).
La caratteristica essenziale dell’incontro,
apprezzata dai partecipanti, è stata l'essenzialità.
Le ultime edizioni avevano la caratteristica di
essere sempre più grandi, articolate, complesse.
Soprattutto la scelta di affiancare a Barcellona
la General Assembly al Get Together aveva
lasciato qualche perplessità sul futuro
dell’iniziativa. Visti i problemi e le dimensioni
dell’evento (più di 150 partecipanti), chi, tanto
per restare in clima olimpico, avrebbe raccolto
la fiaccola?
Gli argentini hanno semplificato al massimo il
progetto. La struttura scelta, un campeggio
con una sola sala comune, bungalow e molta
natura attorno, ha funzionato bene, anche se
ci sono stati dei problemi nei giorni di pioggia.
Il programma ha offerto un numero limitato di
iniziative, ma organizzate con l’atmosfera tipica
di incontri di questo genere: la condivisione.
Ognuno dei partecipanti ha portato qualcosa
della sua esperienza personale e/o associativa,
in un’atmosfera di ascolto, scambio e
partecipazione.
Come sempre in questi casi lo scenario
ambientale incide profondamente sulla qualità
e sui comportamenti. Qui siamo in Patagonia,
ma lo scenario è particolare. Nulla a che vedere
con la terra piatta e selvaggia che si abbina
normalmente a questa terra sconfinata: come
scrisse Darwin: "solo triste solitudine. Regno
quasi assoluto della morte più che della vita."
Qui c’è una varietà ambientale incredibile: nel
giro di pochi chilometrici si passa da aree
antropizzate (San Carlos de Bariloche, 100000
abitanti, turisti ecc), al deserto, alla giungla,
a laghi simili ai fiordi norvegesi, alle Ande
innevate,a zone vulcaniche.
La località dell’incontro si chiama Colonia Suiza,
perché i coloni qui erano originari del Vallese,
ma la Svizzera non c’entra nulla: a parte un
improbabile ristorante della Casetta di Heidi
(sic)
Dal punto di vista dell’incontro, gli scenari sono
stati molto funzionali, con possibilità di
passeggiate, esplorazioni e un clima estivo a
gennaio. Di sera abbiamo imparato anche
qualche costellazione del sud (le tre Marie,
Orione, la Croce del sud). Però era una situazione
troppo romantica per lezioni di astronomia
troppo approfondite! (continua)
8
(continua da pag.7) Ed ecco alcuni dati, che
non dicono tutto sulla qualità e l’atmosfera
dell’incontro, ma che sono indicativi di alcuni
elementi importanti:
-60 i partecipanti
-il 30 % giovani di età
-gli altri…giovani di spirito
-nazioni rappresentate: Argentina, Messico,
Italia, Uruguay, Brasile, Perù, Usa, India,
Nuova Zelanda, Danimarca, Germania,
Inghilterra
-quindi 4 continenti: mancava l’Africa, e anche
questo non è un caso
Concludo con un’informazione relativa al
documento che i partecipanti hanno costruito,
redatto, tradotto in diverse lingue e sottoscritto
al termine della settimana.
Si tratta di un accorato appello per il
rinnovamento di Servas attraverso l’inserimento
di forze fresche, senza rinnegare il passato,
anzi riscoprendo alcuni aspetti originari di
questa esperienza così unica e così preziosa.
Grazie quindi a tutti coloro che hanno reso
possibile questa indimenticabile esperienza e
arrivederci.
Dove? Correva una voce a proposito di un
prossimo Get Together in Messico, ma , si sa,
le vie di Servas sono infinite.
Bruno Manfredi
Un Mondo a colori - sette
S
i è spesso parlato di aprirsi a scoprire
associazioni che si impegnano nella costruzione
di un mondo migliore. Così ho pensato di
presentarvi un gruppo di cui faccio parte,
l’AGEDO, associazione di genitori, amici e
parenti di omosessuali. L’AGEDO ha come scopi
principali fornire aiuto psicologico e sociale alle
famiglie con componenti omosessuali,
promuovere e attuare iniziative culturali e
sociali idonee a sviluppare nelle persone e nelle
istituzioni una completa apertura verso l’altro
e a favorirne il rispetto completo e senza riserve,
appoggiare e promuovere movimenti di opinione
e azioni capaci di stabilire l’attribuzione di diritti
R
ingrazio mio figlio per aver arricchito con la
sua identità omosessuale tutta la nostra famiglia di
una umanità vera capace di guardare il mondo a
tutto tondo. Grazie per avermi liberato dalla verità
unica in cui la nostra cultura ci ha violentemente
scaraventato. Una sola idea “buona” di vita, con soli
uomini “buoni”, bianchi, occidentali, senza svantaggi
fisici e/o mentali e con un Dio infinitamente buono,
giusto e grande che, in ogni modo deve imporre la
sua presenza e la sua luce a tutto il mondo. Grazie
di avermi liberato da quel senso di superiorità verso
l’Altro che spesso mi induceva a respingere chi aveva
diversi da me: stile di vita, pensieri, emozioni,
morale, convinzioni politiche, sesso, religione… sino
a imporre agli altri, con violenza e prepotenza i miei
“buoni” stili di vita, pensieri, emozioni, morale…
grazie per aver ampliato il mio concetto di amore
oltre quello propugnato dal papa cattolico nella sua
recente enciclica troppo piena di distinguo e di limiti
per poter essere l’essenza di un Dio infinito. L’Amore
universale comprende l’inclusione, nel proprio IO,
dell’Altro, di qualsiasi altro, prendendolo per mano
e accompagnandosi a lui nel meraviglioso viaggio
della vita. Grazie,figlio mio, per avermi fatto capire
con i colori della tua bandiera rainbow la vera essenza
del valore della bandiera della pace. Stessi colori,
di pari valori: rosso, arancione, giallo, verde, blu,
viola, tutti visti dall’altra parte del cielo. Colori il cui
significato di vita, salute, sole, natura, arte e spirito
racchiudono tutti il significato dell’essere umano a
qualsiasi latitudine sia, a qualunque altezza. Grazie
per avermi testimoniato il vero significato della
discriminazione: oppressione di un essere su un
altro in nome di un qualche valore astruso,
civili e umani a ogni persona GLBT (gay, lesbica,
bisessuale e transessuale) pari a quelli in
godimento di ogni cittadino della nostra
Repubblica democratica.
Ho chiesto al Presidente dell’associazione di
Sassari di aiutarmi a presentare l’AGEDO;quello
che segue è il suo generoso contributo al nostro
notiziario.
Maria Gloria
arbitrariamente stabilito dall’oppressore come valore
superiore e universale. Valori supremi di chi ha
potere, che annientano gli unici valori eterni
dell’uomo: libertà e rispetto dell’altro. La libertà e
il rispetto non si impongono, non si esportano, non
si predicano; essi prosperano tra gli uomini che non
riconoscono e non creano differenze tra di loro, al
di là di ogni differenza con cui la legge della vita si
manifesta. Le differenze non devono creare gerarchie
tra gli esseri viventi. Stabilire che una vita ha
maggiore o minore valore di un’altra è un esercizio
di potere e porta alle oppressioni e agli scontri sociali
tra i popoli e nei sistemi. Grazie figli miei, per il
coraggio che avete avuto nel rivelare i vostri preziosi
sentimenti, le vostre vere identità a noi genitori, a
noi cittadini, a noi uomini indicandoci nuove strade
da percorrere insieme a voi, insieme all’Altro, insieme
a tutti gli altri. Grazie a tutti, figli e figlie, per aver
sopportato le innumerevoli offese, che noi genitori
abbiamo fatto alla vostra dignità di persone umane,
dimostrando molta più capacità di comprenderci di
quanto noi abbiamo fatto per le vostre identità.
Grazie infine, per aver ridimensionato la mia superbia,
le mie lacere certezze, io mio piccolo pezzo di potere
e di avermi insegnato che sono solo un piccolo uomo
timoroso. Un abbraccio forte a voi tutti, figli nostri,
che ci avete dato il coraggio di unirci nell’AGEDO per
starvi accanto, tenendoci e tenendovi per mano, alla
ricerca di un sereno futuro comune.
Ettore Ciano
via Rockfeller 16c
07100 Sassari
079 219024
[email protected]
9
Un viaggio a casa...
L
eggo sempre volentieri il Notiziario SERVAS ma
da anni - da sempre - mi chiedo: perché solo relazioni
di viaggio e non anche relazioni di ospitalità? Voglio
la par condicio!
L'importante nel SERVAS è l'incontro o, come recita
il nostro motto, l'amicizia (Con ogni vera amicizia
ecc.). Ora, questi incontri possono nascere in due
modi: a Parigi, a New York, in un ashram indiano
oppure nel mio piccolo appartamento di Milano.
Perché parlare sempre dei nostri viaggi in giro per
il mondo e non anche del mondo che è venuto a
casa nostra?
Per quello che è la mia esperienza personale, le
grandi amicizie, quelle con le quali sono ancora in
corrispondenza, sono nate quasi tutte da ospiti che
ho avuto. Certamente c'è anche una questione di
probabilità numerica, perché per quanto abbia
viaggiato, ho ospitato centinaia di persone. Poi c'è
un'altra considerazione da fare: quando viaggio
sono sì interessata a conoscere chi mi ospita, ma
tante altre cose attraggono la mia attenzione: la
città, il paese, le cose che ho visto, le cose che
voglio vedere. Quando ospito sono molto più
disponibile e interessata a conoscere la persona che
ho in casa.
Comunque sia, visto che "voglio la par condicio",
racconterò non di un mio viaggio, ma di una mia
ospite.
Mi telefona dalla stazione. Aveva un nome italiano,
ma parlava inglese. Io non sono contenta quando
telefonano dalla stazione: facciano lo sforzo di
telefonare almeno il giorno prima: non sono mica
un albergo! Ma al di là del fatto che telefonava dalla
stazione, io ero a letto con l'influenza. Per cui le
dissi che non potevo ospitarla, e di chiamare qualcun
altro. Lei mi disse che non aveva con sé la lista, ma
solo qualche nominativo e che si trovava a Milano
per sbaglio perché aveva perso il suo vescovo a
Parigi.
Tra che parla inglese, tra che ho la febbre… forse
ho capito male.
Cos'hai detto???
Ho perso il mio vescovo a Parigi.
A questo punto la cosa mi aveva talmente incuriosito
che le dissi:
Non posso farti da mangiare, ma se vuoi
vieni pure.
E così arrivò Joanne. Era una donna minuta, coi
capelli ricci e brizzolati, vestita con una gonna e un
pullover marroni e una croce di legno al collo.
Doveva partire da Parigi a Roma con un vescovo.
L'appuntamento era al binario, ma quando il treno
stava per partire lei ha pensato che magari lui era
salito e lei non l'aveva visto, e così è salita sul treno.
Ma il vescovo non c'era. A questo punto ha deciso
di scendere a Milano.
Joanne vive in Canada ed è una suora. Fa parte di
un'organizzazione religiosa che si chiama "Madonna
Houses". Ho insistito perché andasse a vedere
almeno il Duomo e Sant'Ambrogio, ma ha avuto
anche il tempo (è stata da me due notti) di spiegarmi
che cosa sono queste "Case della Madonna". Sono
centri che servono ad accogliere e aiutare i poveri.
La fondatrice è una baronessa russa che ha dovuto
fuggire dalla Russia ai tempi della rivoluzione e
approdò a New York. Arrivata senza una lira, dopo
qualche anno era di nuovo ricca. Decise allora che
doveva condividere questa sua fortuna con i poveri
della città e fondò questi centri che sono abbastanza
diffusi sia negli Stati Uniti, sia, soprattutto, in
Canada.
Così, stando a casa (anzi: a letto) ho conosciuto un
pezzo di mondo di cui non avevo la più pallida idea
e ho conosciuto una persona che non dimenticherò!
Un mese dopo mi arrivò una bella lettera con un
libro di preghiere scritte dalla baronessa russa e
con un piccolo bassorilievo intagliato nel legno,
raffigurante un uccellino tra le foglie, fatto da una
sua consorella, e che è ancora appeso sul muro
nella mia camera.
Maria Soresina
Sentierinsieme un viaggio condiviso
In cammino
“N
on camminare davanti a me, potrei non
seguirti.
Non camminare dietro di me, potrei non esserti
guida.
Cammina al mio fianco e sii solo mio amico”
Albert Camus, in una sua opera, così definisce il
senso del “camminare”insieme. Verso qualche cosa.
In amicizia.
Il significato del “cammino” -reale o metaforicocome insopprimibile anelito a scoprire nuovi orizzonti,
ci spinge a capire anche il senso di Servas, del suo
“viaggiare” e del suo “ospitare”: viandanti in cerca
di conoscenza. E quindi di amicizia. E così in
“Sentierinsieme”, il cammino interiore -
necessariamente in solitudine ma non “solitario”si apre alla condivisione di emozioni, fatiche, incontri,
“risate e conversazioni che rotolano su e giù per
i pendii alpini” -come dice Alanna; avventure,
immaginazione.
Con Alanna -ragazza diciottenne di Armidale,
Australia- e con Dawn -“danzatrice” di San Francisco,
ora in Nuova Zelanda- le più lontane partecipanti,
vogliamo per un attimo tentare di fermare il ricordo
di questo nostro “stare insieme” sui sentieri percorsi
lo scorso anno e dare motivo -se possibile- a chi
ancora non lo ha fatto, di accostarsi a questa
esperienza. La traduzione dall’inglese dei racconti
è di Alberta, mia compagna sui altri straordinari
sentieri.
Luigi Uslenghi
[email protected]
10
Alanna: 18 anni “full of
adventure and
imagination”
S
ono qui seduta, a casa, in Australia, in un
mondo tutto lontano dall’ Italia, chiedendomi
come tradurre in parole un’esperienza così
indimenticabile e bella che nessuna parola
sembra adatta a descriverla. Mille pagine non
potrebbero dipingere l’immagine di quel
tramonto, o ricreare le risate e le conversazioni
mentre rotolano su e giù lungo i pendii alpini
che abbiamo percorso, o descrivere le pazze
avventure o farvi capire in profondità le amicizie
che crescevano non si sa da dove…Ma come
ho promesso al mio caro amico Luigi, e come
un punto di onore per un tale privilegio, farò
del mio meglio!
Sentierinsieme 2005…Da dove incominciare?
Bene, sono arrivata a Milano, la mia prima
volta in Italia, il mio primo viaggio in Europa,
18 anni e piena di “desiderio di avventure” e
di “immaginazione” -e coraggio! Naturalmente
non conoscevo nessuno, ma ciò
sorprendentemente è cambiato ben presto. Ho
viaggiato nell’auto dei nostri amici turchi per
raggiungere la località del nostro incontro per
il weekend in Valsesia.: Omar ed Ender, non
vi ho dimenticati! Arrivando nel tardo
pomeriggio, la riva brulicante di gente da ogni
angolo del globo, presentazioni ed esclamazioni
di sorpresa e caldi abbracci e chiacchierio in
almeno cinque lingue…un’immagine di Servas
al meglio!
Come australiana, non ero mai stata in ambienti
dove l’inglese non fosse la lingua principale, e
suppongo di aver tratto giovamento da questa
esperienza. Essere coinvolta in questo gruppo
dove le barriere linguistiche sono spezzate e
la gente riesce a comunicare al di là delle parole
mi ha insegnato qualcosa riguardo alle persone:
che esiste una connessione oltre alle parole e
alla conversazione, una connessione più
profonda delle differenze culturali, che ci
permette di costruire delle amicizie, delle
relazioni umane che ci tengono uniti insieme
e che fanno girare il mondo.
Il nostro grande gruppo ( un sacco di persone
di ogni età!) durante il weekend ha esplorato
la zona circostante, mangiando e condividendo
i pasti sulla cima delle montagne, visitando
chiese più antiche dell’epoca di colonizzazione
del mio paese, rientrando alla sera per
rinfrescarci nel laghetto verde come lo smeraldo,
tuffandoci in cinque alla volta giù dagli scogli!
La cena era accompagnata da conversazioni
animate e da storie di vita, nuovamente in
tutte le lingue, ed era seguita da sedute di
informazioni e istruzioni in francese, italiano,
tedesco…Qualcuno può dirmi che cosa
succederà? Un proposito per l’Anno Nuovo:
imparare un’altra lingua!
Domenica 18 luglio 2005: un gruppo
leggermente più piccolo si riunisce ad Alagna,
luogo di partenza per il nostro trekking. Una
metà di noi seguirà un percorso più “hard” e
l’altra metà uno più “soft”, ma per me non fa
differenza andare in un posto o in un altro su
queste montagne, fintanto che ci siano buona
compagnia, aria fresca e tante avventure! Il
nostro primo giorno di trekking è consistito in
una passeggiata breve, ma sono sicura che
Luigi, i nostri amici turchi e Lena e Maddalena
saranno d’accordo sul fatto che si è trattato di
una folle avventura! “Dov’è Ender? Non lo so,
dov’è Mama? Non lo so, perché avete i loro
zaini? Non so, pensavo che fossero con voi!
..oh! no…”
Cecile e io abbiamo dormito in una tenda con
una vista da cartolina del Monte Rosa ricoperto
di neve, dopo una notte di “polenta polenta
polenta”, calde tazze di te e tanti canti. Il lunedì
si è presentato con una splendida mattinata,
ma verso mezzogiorno, quando abbiamo
raggiunto la sommità della nostra escursione,
si è alzata la nebbia e ha cominciato a piovere.
Fuori subito le mantelle, ed era una scena
comica quella di noi tutti che incespicavamo
come una fila di gobbi dai brillanti colori! Ma
tutte queste piccole battaglie, avventure ed
esperienze sono servite a rendere il gruppo
ancora più unito E il caldo fuoco che ci aspettava
è stato ancora più gradito! E il cibo...mmmm!
Se io volessi raccontare tutto, ci dovrebbe
essere una seconda lettera, tanto intensamente
sono stata coinvolta in questa esperienza! Il
resto della settimana ci ha regalato tempo
meraviglioso, un sacco di formaggi di
montagna( per non parlare più della polenta!),
un po’ di vesciche, tante risate, conversazioni
utili all’anima e alla mente, e innumerevoli
ricordi da tramandare ai nipoti!
Alcuni di noi hanno proseguito per le Cinque
Terre, dopo essere stati ospitati molto
generosamente dai Servas locali, e un’ulteriore
aggiunta di persone ha fatto sì che fossero
presenti quattro continenti della terra! Dall’
Africa è venuta Blessing e ha aggiunto un nuovo
spirito alla gita. Europa, Africa, America del
Nord e Australia! Un avvenimento davvero
straordinario sotto tutti gli aspetti! Nonostante
la temperatura molto calda, tutto è stato bello,
pieno di avventure, scoperte, canzoni ( alla
luce delle torce su un sentiero illuminato dalla
luna giù per la montagna!) e tramonti, ormai
indelebili nella mia memoria:
Ci sarebbe ancora tanto da scrivere, ma vi
lascerò qui con questa piccola esperienza di
Sentierinsieme 2005, vista con gli occhi della
persona più giovane e più lontana della
compagnia. A tutti coloro con i quali ho condiviso
quest’ esperienza io auguro ogni bene , a tutti
i miei “genitori adottivi” e ai miei cari amici e
a coloro che mi hanno mostrato qualche cosa
del mondo vista attraverso occhi più grandi,
che Dio vi benedica e “Molte Grazie!”
Alanna Proud, Armidale, Australia
[email protected]
11
Dawn, da San
Francisco alla Nuova
Zelanda
I miei sentieri
Quando la gente mi chiede come è stato il mio
viaggio in Italia (dagli Stati Uniti) per l’edizione
2005 di Sentierinsieme/Pathways Together, io
immediatamente sorrido. Io sento che questo
mio sorridere proviene dall’intensità con cui io
rivivo nel pensiero questa mia esperienza.
Come spiegare tutto ciò alle persone in poche
parole? Qui sta la difficoltà.
Naturalmente gran parte di questo mio
sentimento è costituito dalle splendide
montagne, dal mare, dai paesi e da tant’altro
ancora della Valsesia e delle Cinque Terre.
Fare trekking in queste zone è stato qualcosa
da togliere il fiato per tanti motivi. Molto è
stato dovuto alle speciali visite, alle escursioni,
ai pasti consumati insieme. Ma soprattutto le
meravigliose persone, tra i coordinatori Servas,
le guide, i partecipanti e la gente del posto che
si sono impegnati in quest’iniziativa, hanno
fatto sì che questo sia stato uno dei viaggi più
straordinari che abbia compiuto. In un tempo
così breve molte persone sono diventate dei
nuovi cari amici o hanno lasciato un segno
nella mia vita in molti modi. Perfino semplici
gesti o brevi contatti sui sentieri mi fanno
ancora sorridere.
Il modo migliore per spiegare Sentierinsieme
è quello di parteciparvi. Anche se noi ora siamo
su sentieri in località diverse, Sentierinsieme
è rimasto dentro di me ed esercita un’influenza
positiva su di me in diversi modi. Io credo che
mi abbia aiutato a fare un grande cambiamento:
mi sono appena trasferita in Nuova Zelanda.
Io sono molto grata alle persone speciali del
Servas che hanno organizzato questa gita
insieme e hanno reso possibile le mie
esperienze. Ho intenzione di unirmi a loro
ancora molte volte nel futuro.
Accoglierò con piacere dei messaggi sul mio
indirizzo e-mail. Grazie!
Dawn Gillis, San Francisco & New Zealand
[email protected]
The “Italian Battalion”
In otto alla scoperta dell’Australia e degli
australiani
Un invito a un matrimonio a Perth di una ragazza
australiana ospitata tanti anni fa mi ha dato
l’estate scorsa la possibilità di fare un viaggio
eccezionale.
Comunico ad alcuni amici di Ivrea, Servas e
non, questa mia intenzione e tutti si dicono
entusiasti della cosa. Incomincia allora la fase
di preparazione dell’itinerario e dei contatti via
e-mail con i soci Servas australiani, contatti
che, nel giro di qualche mese si trasformano
in una ricca corrispondenza, fatta di simpatiche
lettere, piene di preziosi consigli e di informazioni
personali.
Il primo contatto avviene con Merle Sloan,
pittrice di Melbourne, il cui nome avevo letto
in un resoconto di viaggio fatto da un Servas
italiano. Incomincia con lei un assiduo scambio
di lettere in cui mi parla dei suoi quadri, della
mostra che sta allestendo e dei suoi problemi
famigliari. Ad un certo punto mi scrive che una
sua amica Servas, Caroline Crichards, ha
intenzione di venire in Italia per due mesi e sta
cercando una sistemazione per un mese in
Toscana. Augusta Castronovo, Servas di Ivrea,
che verrà in Australia con me, offre una sua
casa a Donoratico, dove Caroline resta buona
parte del mese di luglio. Viene anche ad Ivrea
per una settimana e conoscerà tutti i componenti
del nostro gruppo (che nel frattempo ha
raggiunto il numero di otto: A. Castronovo Noris Corzetto – Piera Mocco – Claudio Gasco
– Andrea Alerio – Giovanna Piva di Novara e
Annamaria Tagliaretti di Busto Arsizio). La
portiamo a vedere il Monte Bianco e a Ceresole
Reale. Seguono pranzi e cene con amici vari.
Ci lasciamo con l’impegno di rivederci in Australia
a metà settembre e così
capiterà.
Caroline viene a prenderci con un amico nel
cuore della notte all’aeroporto di Melbourne
ed ospita tutto il nostro gruppo a Belgrave,
nella sua bellissima casa, immersa nella
rigogliosa vegetazione della foresta del
Dandenong National Park. Caroline è una
simpatica signora sui sessant’anni che lavora
in una associazione che aiuta i malati terminali.
Con lei passiamo bellissimi giorni, visitando
Melbourne e incontrando, nel corso di una
simpatica cena, anche Merle Sloan che, ormai
dopo tante lettere, è una vecchia conoscenza.
E’ difficile a questo punto descrivere un viaggio
di 33 giorni, attraverso un territorio vast, che
ha richiesto quattro voli interni e spostamenti
in auto, ognuno di circa 1500 km, tenterò quindi
una descrizione, limitandomi agli incontri con
i soci Servas. Premetto che nella fase
organizzativa ho trovato sempre da parte di
tutti un’entusiastica disponibilità ad ospitare
l’intero “italian battalion” -come siamo stati
simpaticamente definiti. Quando le loro case
nopn erano sufficienti a sopportare una simile
“invasione” si sono dimostrati veramente solerti
nello smistarci in altre famiglie Servas o di
amici.
Un dato comune a tutti i Servas incontrati è
che sono già stati tutti due o tre volte in Italia,
che intendono ritornarci, innamorati del nostro
patrimonio artistico e della nostra cucina. Ma
ritorniamo al nostro viaggio.
Dopo Melbourne percorriamo gli oltre 1200 km
della Great Ocean Road, fermandoci due giorni
a Mt.Gambier, ospiti della famiglia Beaton e
del loro amico Terry. La loro ospitalità è
meravigliosa: si mettono a nostra disposizione
e ci accompagnano a visitare la scuola in cui
Colin B. è preside. Abbiamo qui la possibilità
di parlare con insegnanti e studenti e constatare
con sorpresa che l’italiano è la lingua straniera
più studiata in Australia. Jeanette, moglie di
12
Colin, ci accompagna a visitare la Coonowarra
Valley, zona famosa per la produzione di ottimi
vini rossi, che assaggiamo nelle varie “wineries”.
Facciamo un breve trekking intorno al blue e
la sera invitiamo i Beaton con l’amico Terry al
ristorante: qui tra brindisi vari ci ripromettiamo
di restare in contatto.
La successiva tappa Servas (ma nel frattempo
ci siamo fermati due giorni a Kangaroo Island)
è ad Adelaide, dove siamo ospitati tutti e otto
nella sontuosa casa dei Robertson, una copia
esplosiva si simpaticissimi buongustai. La
seconda sera invitano a casa loro altri Servas
della città per un magnifico barbecue (in tutto
una quarantina). Noi prepariamo
quattro”bônnets” che vengono apprezzati
moltissimo, insieme alla grappa italiana. Durante
questo barbecue io parlo di “Sentierinsieme”
e una coppia di Adelaide si dice molto interessata
( a suo tempo le manderò il programma).
Dopo Adelaide raggiungiamo in aereo Alice
Springs e da qui, con un tour di cinque giorni,
il famosissimo Ayers Rock, gli spettacolari monti
Olgas e il Kings Canyon.
Da Alice Springs altro volo a Darwin, dove
all’aeroporto troviamo ad aspettarci la famiglia
Batson con un cartello con su scritto “Caterina
and friends”. In serata altro barbecue sullo
spettacolare terrazzo con i Servas amici dei
Batson: Bruce Macgregor e Bernadette
McDonald. Tra gli ospiti c’è una ragazza polacca
(Servas) –Isabella Ratajewska- che sta facendo
il giro del mondo, alternando lavoro e vacanza.
Capito che desidera visitare la zona intorno a
Darwin, ma che non ha denaro a sufficienza,
la invitiamo a venire con noi e così partiamo
in nove per un tour di cinque giorni, che ci
porta al Kaladu Park e a Katherine Gorge, dove
David Higgins e sua moglie ci ricevono nella
loro sperduta farm, che produce mango. La
serata è piacevolissima, piena di belle discussioni
e racconti personali. David ci dice che desidera
moltissimo venire in Italia e precisamente a
Fano, dove suo padre, pilota durante la II guerra
mondiale, ha avuto un incidente aereo che gli
ha causato una grave paresi facciale segnandolo
per il resto della vita.
Ritornati a Darwin, baci e abbracci con Isabella
(che in questo momento ci sta mandando email pieni di belle parole) e altro volo per Cairns,
dove rimaniamo cinque giorni. Qui non abbiamo
trovato ospitalità presso famiglie Servas, ma
ci siamo sistemati in un piacevole ostello della
gioventù. Queste strutture sono molto diffuse
in Australia, pulite, funzionali ed economiche.
La zona intorno a Cairns è bellissima: foreste
pluviali alle spalle ed isole con barriera corallina
a pochi metri da riva.
L’ultima tappa della nostra avventura è Sidney,
dove ci aspetta Ward Powers, un simpatico
scrittore di 45 anni, che si è impegnato ad
ospitare due persone per tre notti e a cercare
altre famiglie Servas per il resto del nostro
gruppo. All’arrivo a Sidney ci accoglie
calorosamente, comunicandoci che è in luna di
miele, che ci lascia il suo appartamento, perché
lui si trasferisce a casa della sposa e che tre
giorni dopo partirà per il viaggio di nozze. Ha,
comunque, organizzato tutto e nel giro di
mezz’ora arrivano gli altri Servas a prendersi
ognuno due di noi. Io e Andrea siamo ospiti di
James e Gayle McNeice: lei lavora part-time in
una biblioteca e lui è pilota della Qantas.
Entrambi si dimostrano ospiti eccezionali,
aiutandoci ad organizzare la nostra visita a
Sidney.
James (detta Jim) ci accompagna in una
piacevole passeggiata lungo la baia fino a
Watson Bay per farci vedere il piccolo borgo e
la casetta dove vivevano prima di trasferirsi
nel centro di Sidney. Ora abitano in uno
splendido appartamento all’ottavo piano, dal
cui terrazzo, con immancabile barbecue, si gode
una spettacolare vista sull’Opera House e sul
famoso ponte. Jim e la moglie diventano il
punto di riferimento per tutto il nostro gruppo:
con loro andiamo ad una simpatica cena etnica
sponsorizzata da Qantas in un bel parco cittadino
e poi, il giorno dopo, ci invitano tutti quanti a
casa loro per una elegante cena.
Le ultime due notti a Sidney le abbiamo
trascorse in un ostello, ricavato in una stazione
dimessa, con i vagoni trasformati in camere da
letto.
Che dire a conclusione di un viaggio così lungo
e così vario? Che abbiamo visitato luoghi
affascinanti: foreste, monti, spiagge
meravigliose, città; che abbiamo visto animali
per noi insoliti:canguri, emu, wallabies, leoni
marini, dingo, coccodrilli e pappagalli di ogni
colore, ma che l’esperienza più interessante e
umanamente più arricchente è stata l’incontro
con i Servas, tutti disponibilissimi e
simpaticissimi, con i quali abbiamo costruito
rapporti di amicizia e con i quali siamo tuttora
in contatto. Insomma –come diceva Merle“Servas works very well!”
Caterina Mattalucci and friends
Dall’Australia con coraggio sui sentieri
Servas
Servas Svezia
la routine quotidiana riprende) - la disponibilità
dei membri servas è stata incredibile. Una
famiglia mi ha invitato ad Uppsala dove hano
la casa delle vacanze, un signore mi ha offerto
l'eventuale ospitalità di alcuni amici non servas.
Sono stata ospite di una coppia di americani
che si sono trasferiti a Stoccolma 7 anni fa.
Coppia gentile e cordiale che mi ha ospitato
per 5 giorni (con ringraziamento
precedentemente accordato di doppia cena
italiana e regalino). La cucina dev'esser stata
piuttosto gradita, visto che mi hanno chiesto
quando sarei tornata per lavoro a Stoccolma)
Una signora - che mi aveva risposto ma di cui
Come d'abitudine cerco di unire lavoro e piacere,
quindi ho coniugato la visita a Stoccolma - per
lavoro - a un incontro con membri servas. Dopo
un perido di attesa alquanto lungo per avere
la guida svedese, ho contattato solo i membri
servas di stoccolma che avevano indicato
l'indirizzo email. Ne ho contattati circa quindici.
Nel giro di due giorni quasi tutti mi avevano
risposto. Non fosse stato che quasi tutti erano
in ferie nel periodo della mia visita - evitate di
viaggiare a luglio in scandinavia perchè è il
loro mese di vacanza (corrisponde al nostro
agosto, mentre ad agosto le scuole riaprono e
13
non avevo ricevuto l'email - è venuta persino
a cercarmi al centro conferenze dove mi
trovavo, essendosi preoccupata del mio silenzio
e offrendomi ospitalità! Un pomeriggio ho
incontrato un signore Servas che voleva ci
incontrassimo, per i comuni interessi, e mi ha
invitato a partecipare alle loro attività per il
futuro. Posso quindi confermare l'importanza
di utilizzare l'email per i contatti con i membri,
ma di non considerarla come una risorsa last
minute bensì uno strumento diretto ma sempre
ufficiale e formale. Mi sembra di aver capito
che i membri servas svedesi non abbiano
spesso molti ospiti, quindi sono tutti ben lieti
di ospitare persone in casa. Devo anche dire
che il fatto di cucinare qualcosa di tipico per
chi ti ospita è un gesto molto apprezzato, sia
per il cibo in sè, per l'esperienza gastronomicoculturale che per il gesto di fare qualcosa per
la famiglia che apre le proprie porte a uno
sconosciuto. Complessivamente, gli scandinavi
hanno un atteggiamento e attitudine che esalta
al massimo l'idea alla base dell'associazione
servas. Vincono il premio, fin'ora. La guida
Servas, rispetto alle guide precedenti che
avevo consultato per altri paesi, era piuttosto
completa e affidabile, con un unico errore in
un indirizzo mail. Alla prossima!
Grazie a voi, come al solito.
Anna Ferro
Alla scoperta
del Perù
Abbiamo trascorso un mese in Perù ed è stata
un’esperienza straordinaria, ancora più
affascinante per il fatto che abbiamo vissuto
a stretto contatto con la sua gente. I peruviani
che abbiamo conosciuto sono state persone
cordiali e disponibili e ci hanno trattato come
membri della loro famiglia.
Pedro Diaz Ubillùs di Lima ci ha accolti al nostro
arrivo all’aeroporto salvandoci dalle grinfie dei
promoter turistici e dei tassisti impazziti. Ci
ha ospitati nel suo grazioso appartamento e
ci ha perfino “ceduto” la sua camera per una
notte.
Il giorno seguente ci ha affidati per qualche
ora al cugino Cesar, anch’egli un simpatico
socio Servas, il quale ci ha fatto da Cicerone
per il centro caotico di Lima.
Nella nostra tappa successiva, finalmente tra
le magnifiche Ande, abbiamo vissuto in una
casa molto carina e accogliente coccolati
amorevolmente dalla splendida famiglia AguilarLarrauri.
La signora Iris e le due figlie, Andrea e Paola,
si sono interamente dedicate a noi per ben
quattro giorni accompagnandoci a spasso per
la città di Huancayo e facendoci da guide nei
villaggi limitrofi. Per merito loro abbiamo
assaggiato diverse specialità culinarie e ci
siamo fatti coraggio nel provare il mitico “cuy”
(porcellino d’India), piatto di cui i peruviani
vanno molto fieri.
Lasciate a malincuore queste persone stupende,
abbiamo proseguito il nostro viaggio verso
Ayacucho (la città di Sendero Luminoso), Cuzco
(capitale culturale dell’America Latina) e Puno
(splendido porto sulle acque del lago Titicaca)
dove, però, abbiamo pernottato in “hostales”
a conduzione familiare, privi certamente
dell’amore e del calore Servas. In queste città
maestose, anche se, a nostro parere, un po’
troppo turistiche, abbiamo praticato lunghe e
faticose escursioni per immergerci
profondamente nelle atmosfere dell’antica
civiltà Inca.
Arrivati ad Arequipa, città fortemente
indipendentista e considerata orgogliosamente
dai suoi abitanti “capitale” del Perù, abbiamo
incontrato i fratelli Ludwig e Jorge Mercado i
quali, per un grosso malinteso, non erano a
conoscenza del nostro arrivo. Ci hanno
comunque consegnato le chiavi di un’enorme
casa vuota fidandosi di noi e lasciandoci totale
libertà. Con loro abbiamo trascorso l’ultimo
giorno dell’anno ballando ai ritmi latini della
musica peruviana e “sbevacchiando” per le
strade affollatissime della città.
A Pisco, graziosa città di mare, siamo stati
accolti dall’ultima famiglia Servas composta
da due giovani sposini, Richard e Monica, e
dalla madre di lei, Juana Rosa. Con queste
persone abbiamo chiacchierato per ore e ore
condividendo molte idee e scoprendo che le
nostre culture hanno molto in comune. Richard
e Monica ci hanno sorvegliati durante il nostro
primo bagno nell’Oceano e hanno atteso che
ci abbrustolissimo sotto il sole rovente del
Perù!
Ci piacerebbe raccontare nei dettagli alcune
esperienze che ci hanno profondamente colpiti
ma impiegheremmo pagine e pagine…
Il Perù, con i suoi colori e i suoi splendidi
abitanti, è un paese magnifico da esplorare!
Ci è dispiaciuto, però, vedere che in alcune
località, il turismo di massa sta imperversando
minacciando tradizioni antiche e tranquillità.
Ci auguriamo che, in futuro, questo popolo
riesca a combattere la povertà e la violenza
che lo attanagliano per poter vivere in piena
libertà e serenità.
Grazie Perù, ci hai aperto il cuore.
Daniela Boni e Matteo Rossetto
14
Scusi, lei è maschile o femminile?
Tra il 4 e il 6 novembre 2005 ho partecipato al
primo incontro delle Associazioni transgender
d’Europa a Vienna. L’avvenimento (non so se
la storicità dell’avvenimento sia da collegare al
fatto che si trattava del primo incontro europeo
delle Associazioni transgender o alla mia prima
uscita dalle frontiere nazionali dopo un decennio)
ha costituito per me anche un’occasione per
entrare nell’intimità degli austriaci. Non è solo
per motivi di costi che ho preferito l’opzione
dell’ospitalità (impeccabile e calda) in una
famiglia Servas a quella, formale e fredda, di
un albergo. Per tre giorni andavo e venivo al
meeting quotidianamente utilizzando i mezzi
pubblici. Io abitavo infatti in una casa alla
periferia sud-occidentale della città. Una zona
silenziosissima che, pur essendo urbana, aveva
le case già immerse nel bosco. Per prendere
l’autobus dovevo ogni mattina percorrere un
sentiero in terra battuta costeggiando un
ruscello. Ed ero in città.
Tornando a casa la sera, dovevo percorrere
l’ultimo tratto in autobus e avevo una gran
paura di perdermi. L’autobus non è come la
metropolitana, con tutte le fermate bene in
evidenza, quindi chiesi a un gruppo di ragazzi
(età sui 15-16 anni) informazioni sull’ubicazione
della mia destinazione. Dopo aver avuto
conferma di essere sulla strada giusta, mi
tranquillizzai immergendomi in pensieri meno
urgenti e ansiosi, quelli relativi al menu che mi
aspettava la sera e che cominciavo a pregustare.
Ad un certo punto uno dei quattro mi chiese
se poteva farmi una domanda “molto personale”,
preavvertendomi che avrei potuto anche non
rispondere. Io, che già avevo capito dove
sarebbe (più o meno) andato a parare, lo
incoraggiai a farmi la domanda che tanto gli
stava a cuore. E lui la fece.
“Lei è un uomo o una donna?” Devo dire che
i loro volti erano così sorridenti, sereni e non
esprimevano alcun turbamento né ansia né
tantomeno ironia o sarcasmo, che questa
espressione di sana e ingenua curiosità mi aiutò
a rispondere tranquillamente chiarendo ciò che
sono. Seguirono altre domande (tra cui quella,
d’obbligo, se sono “operata”) alle quali risposi
puntualmente.
Il giorno dopo una contingenza prodottasi nel
convegno mi dette modo di ripensare a questo
rapido scambio di battute. Si parlava di
linguaggio, di significati delle parole e a un
certo punto una delegata disse che le dava
molto fastidio l’eventualità che qualcuno potesse
riferirsi a lei come a “una transessuale”. “Io
sono una ‘persona transessuale’ e non “una
transessuale””. Transessuale come aggettivo e
non come sostantivo. Espresso o sottinteso,
purché il sostantivo sia sempre “persona”.
Ripensai alla domanda fattami dal ragazzo
sull’autobus e che si espresse in questo modo:
“Sind Sie maennlich oder weiblich?”
(letteralmente: “Lei è maschile o femminile?”).
Poi girai lo sguardo intorno a me. Guardando
i partecipanti del convegno, c’era un
assortimento di identità talmente vario e
naturale e si percepiva in modo palpabile
l’assenza di norme identitarie cui adeguarsi,
che l’unica cosa che importava, in quel contesto,
era che tutti eravamo persone e non uomini,
non donne, non transessuali. Era perfettamente
naturale e plausibile che io non riuscissi a capire
se Jo, ad esempio, fosse un FtM (trans da donna
a uomo) o una MtF (trans da uomo a donna)
o un androgin*. Se avesse raggiunto la sua
“meta” o se fosse ancora “in cammino”.
Semplicemente, non importava nulla sapere in
quale categoria dovevo incasellarlo/a. Jo era
bello/a così. Era una sensazione fantastica, mi
sembrava di essere entrata in un altro mondo.
Li la mia pancia (e non più il solo cervello che
ragiona in astratto) cominciava a rendersi conto
di come le convenzioni e le norme che
racchiudono la persona in gabbie concettuali
impediscano di discernere ciò che conta davvero
dalla sua vernice e con ciò impediscano un
incontro vero.
Sì, in quella sala, in quei tre giorni, maschile
e femminile erano due attributi e non due
sostantivi. Tornando a quel ragazzo dell’autobus,
non so se questo modo di formulare la domanda
(parlando di maschile e femminile invece che
di uomo e donna) corrisponda a una struttura
profonda della lingua tedesca e sia la traduzione
operativa e grammaticale di una modalità di
pensiero che vede uomini e donne come persone
che, come possono essere alte, basse, sorridenti,
felici, serene, tristi, furiose, gialle, blu, possono
anche essere maschili o femminili, o un po’
dell’una o dell’altra cosa.
Non avendo una conoscenza sufficientemente
approfondita della lingua tedesca, non so dare
una risposta al mistero di una presunta
corrispondenza fra la grammatica e lo spirito
di quel popolo, ma mi piace pensare che sia
così o che possa essere stato così nella preistoria
e che quindi sia possibile che torni a essere
così in un futuro non lontano. Cancellare dalle
menti umane quell’ossessione che le porta ad
attribuire alla nozione di “genere” la funzione
di un principio ordinatore naturale, saldamente
ancorato alla natura e che investe della sua
influenza le strutture sociali e quelle percettive
dei singoli.
Sì, a Vienna ho visto che una società senza
genere è possibile. E che il linguaggio gioca il
suo ruolo, come nella costruzione e nella
riproduzione degli stereotipi, così nella loro
dissoluzione. Per dirla con Wittgenstein, “i
confini del mio linguaggio sono i confini del mio
mondo”.
Alessia Bellucci
15
Un'esperienza da coordinatrice
Care amiche, cari amici,
Vi scrivo per riassumere la mia esperienza di
coordinatrice regionale, iniziata due anni e
mezzo fa, seppur con vari dubbi e titubanze
dovuti alla consapevolezza dell’onere che questo
ruolo comporta.
Nonostante l’esitazione iniziale, come sempre
quando mi assumo un impegno, mi sono
dedicata con passione e gioia a questo incarico,
convinta che i soci vadano coinvolti
personalmente e che per farlo occorra entrare
in contatto con ognuno di essi, con telefonate,
incontri pubblici e quant’altro.
Fin dall’inizio, quindi, ho telefonato a tutti i
soci, ponendomi come obiettivo non solo di
assolvere una funzione tecnica, ma anche di
vivacizzare la partecipazione di ognuno, secondo
l’autentico spirito Servas.
Sempre in quest’ottica, ho organizzato diversi
incontri regionali, di cui il primo è stato quello,
molto partecipato, di Baia, seguito a ruota da
un altro concordato per consentire a chi non
aveva potuto partecipare al primo di incontrare
gli altri soci Servas della regione. A seguito di
questi due incontri sono state iscritte
all’associazione molte nuove persone, con un
notevole ricambio di iscritti e di energie.
Il 2004 è stato un anno molto intenso, non da
ultimo perché a Napoli si è tenuta l’Assemblea
nazionale Servas, che grazie all’impegno e
all’entusiasmo di molte persone è stata
l’assemblea con più partecipanti della storia di
Servas Italia.
Nello stesso anno è partita inoltre l’idea di
organizzare una serie di incontri regionali per
singola provincia, in modo da permettere anche
ai soci che vivono nelle zone meno centrali
della regione di partecipare alla vita
dell’associazione. È stato quindi organizzato
un primo incontro a Caserta cui ne sono seguiti
molti altri; l’ultimo è stato quello di Altavilla
Irpina dello scorso settembre: questi incontri
hanno toccato tutte le province della Campania
tranne quella di Benevento, che purtroppo
conta ancora pochi membri. In questo modo
gli iscritti a Servas campani hanno potuto
conoscersi, solidarizzare, scambiarsi le loro
esperienze e partecipare attivamente alla vita
dell’associazione, cosa che è stata resa possibile
anche da altri incontri a tema, come quello
sulla fiabaterapia.
Sulla lista Servas Italia del 2005 figurano 93
iscritti in Campania: anche se due soci (Mira
Mancioli e Antonio Napolitano) si sono trasferiti
in altre regioni, due porte aperte dell’Emilia
Romagna (Vittorio Conte e Samantha Baldini)
sono infatti venute in Campania, rispettivamente
a Benevento e a Baronissi; nel frattempo altri
soci si sono aggiunti, e alcuni sono presenti
oggi all’assemblea. Altri non sono potuti venire,
ma di questi almeno una, Lara, a Madrid per
un Erasmus, ci ha mandato una lettera per
essere quanto meno col cuore e col pensiero
assieme a noi.
In vista di questi successi, di questo sviluppo
considerevole di Servas Campania, vorrei
innanzitutto ringraziare tutti coloro che,
aiutandomi in qualità di local help o collaborando
con me in modo più informale ma con tanta
gioia ed energia all’organizzazione dei vari
incontri, hanno contribuito a far diventare
Servas Campania una realtà viva. A questo
punto ritengo però che sia venuto il momento
di passare il testimone, e sono certa che si
troverà la persona giusta per il ruolo di
coordinatore regionale tra quelle che ne
posseggono i requisiti:
Da regolamento, il coordinatore deve essere:
“Porta aperta o Day host iscritto da almeno
due anni o che ha già svolto l’attività di local
help per un anno”.
Ma non basta: a mio parere, un coordinatore
deve anche disporre del tempo e dell’energia
per dialogare con i soci e con il comitato
esecutivo e deve saper usare il computer per
assolvere a tutti i compiti che ormai senza
capacità informatiche minime non si possono
più svolgere.
Alla nuova coordinatrice o al nuovo coordinatore
regionale sarò sempre vicina per aiutarla/o
quanto più possibile nel passaggio della carica,
come sarò vicina a tutti voi con il mio più
grande affetto.
Norma
Pantelleria: A.A.A. soci cercasi
Sono stata a Pantelleria due volte e sono innamorata di quell'isola la punto da non pensare a
molto altro ultimamente. Poichè oltre a non pensare tendo anche a non parlare d'altro, mi è
capitato che qualcuno in un'assemblea Servas mi dicesse che c'era un socio una volta che aveva
casa a Pantelleria e che cercava qualcuno che stesse lì quando lui non c'era o che gli facesse
d e i l a v o r e t t i . I n s o m m a c ' è v e ra m e n t e q u a l c u n o d i n o i a Pa n t e l l e r i a ? ? ? ?
Aspetto con fiducia
Grazie e a presto
Pina [email protected]
Cerco persona non russatrice e autonoma con cui condividere la cabina per Olanda, Norvegia, Isole Shetland,
Islanda, Gran Bretagna. Crociera di 13 giorni. Partenza da Roma il 26 giugno. Costo a persona circa 3.000
Euro (cabina con oblò). Per ulteriori informazioni rivolgersi a Rosa Italiani tel. 06/4465048. Conosco bene
inglese e francese. Contattarmi entro il 15 marzo.
16
Durante un incontro Servas i soci Giusi Ingraffia
e Marcello Dalfino si sono conosciuti e il 20
dicembre 2005 si sono sposati. Auguri da tutti
noi di Servas Italia e in particolare da Giovanna
La Bua!!!
AUGURI!!!
"Roberto, Valentina ed Eloisa CapezzutoCuomo annunciano la nascita di Gabriele
Sofia, Bari, 5 dicembre 2005"
stampato su carta riciclata
Sono Elisabetta Servas di Savona, ho 63 anni,cerco compagna o compagno di viaggio per il cammino di
Santiago, partirei alla fine di aprile circa. Chi vuole camminare con me?
Elisabetta [email protected]
Cari amici SERVAS, ricevo sempre con molto calore il nostro giornale, apro con voracità e sfoglio per
vedere di cosa si parla ed ecco…..mi trovo con la mente e con il cuore in India. Alessandra mi offre
l’opportunità per ricordare i momenti di incontro virtuale avvenuti che mi hanno aiutata nel mio viaggio
in India ad incontrare luoghi,paesaggi e persone comuni. Non sono passata da Goa e neanche incontrarla
a Mumbai (in occasione del F.S.M) ma siamo sempre state in contatto. In questo riaffacciarsi di sentimenti
e ricordi, che mi hanno spinta a scrivere, volevo condividere tra noi come attraverso il libro di Laura Coppo
“terra gamberi contadini ed eroi” ho incontrato l’India di Gandhi. Il mio viaggio è stato un ripercorrere
strade già viste su questo libro che si è sposato con l’incontro di Krishnammal e Jagannathan nell’ Asharam
di Kottur (nel distretto d Nagapattinam), sede del LAFTI e cuore dell’attuale campagna contro l’allevamento
intensivo di gamberetti. Non sono nell’elenco SERVAS ma hanno vissuto con Gandhi e condiviso le sue
lotte, vivono la fratellanza e la difesa dei più deboli in tal modo che mi hanno fatto sentire profondamente
con loro. Oggi, in Italia, insieme ad altri amici cerchiamo di sensibilizzare i consumatori sul perverso
meccanismo del mercato internazionale, sullo scempio ambientale e sociale dell’acquacoltura intensiva,
incentivata dalla politica di sviluppo della BMI nei paesi asiatici. Gli stessi Krishnammal e Jagannathan in
India, aiutati da un noto avvocato, hanno iniziato un’azione legale rivolgendosi alla Corte suprema di Delhi.
Dopo circa un anno di indagini (1996) è stata richiesta dalla Corte stessa la chiusura entro il marzo del
1997 di tutti gli impianti. La potenza della corruzione è molto in alto ed il governo ha proposto una legge
con la quale si invalidava la sentenza della Corte. Solo l’intervento di Jagannathan ed il suo digiuno al
Gandhi Samadhi ha impedito di far passare il progetto di legge, ma ad oggi la sentenza non è stata
ancora applicata. Se siete in India, passate a trovarli perché sappiano che oltre la corruzione nazionale
ed internazionale nel mondo ci sono persone che si ricordano di loro, delle loro lotte e sostengono con i
loro mezzi il rispetto della dignità umana. Un abbraccio da Miriam
Per ulteriori informazioni: Elisa Troccoli, [email protected], Laura Coppo [email protected]
Miriam Croxatto, [email protected]
http://www.leoncavallo.org/ è il sito di un
famosissimo centro sociale di Milano che ha sempre
promosso interessanti iniziative sociali.
http://www.bookcrossing.com/ per chi vuol
condividere tutto, anche i libri della sua biblioteca;
un’iniziativa a favore della condivisione e della
libera circolazione del sapere
http://www.beppegrillo.it/ chi è lui lo
sapete, ma magari ancora non conoscete il suo
blog. I video e gli interventi fanno ancora ridere,
i contenuti rendono un po’ seri…
www.agedo.org è il sito italiano dell’AGEDO
(vedi articolo a pag.8)
Ciao a tutti!
vi inoltro un sito di EMERGENCY
http://www2.emergency.it/emergency/allis
tante/
che propone iniziative in diverse città e paesi per
raccogliere una somma per la costruzione di un
centro di cardiochirurgia in sudafrica, e permettere
ai più sfortunati di essere operati gratuitamente. Io
sono stata a teatro a Reggio Emilia la settimana
s c o r s a ( L E L L A C O S TA c o n l o s p e t t a c o l o
"ALICE...ecc")e nel bellissimo atrio del teatro c'era
appunto il banco di EMERGENCY, con belli e utili
articoli da acquistare,e possibilità di offerte libere
o altro. Alcuni di questi appuntamenti sono già stati,
ma molti altri sono in corso, e altri saranno segnalati
in futuro. Vi suggerisco di dare un'occhiata per
www.stampacolor.it è il sito di chi stampa il
notiziario, per i più curiosi!
vedere se c'è qualcosa di interessante in posti vicino
a voi. Approfitto per mandarvi un carissimo saluto,
sperando che qualcuno di noi riesca a creare
un'occasione per incontrarci presto!
Orsetta Arnò, Reggio Emilia
(A proposito… Io mi sposo a giugno e ho fatto la
lista di nozze proprio con Emergency… Se volete
farci un regalo – a noi ma soprattutto a Emergency!!
– potete fare un versamento sul CC 28426203
intestato a Emergency Via Meravigli 12/14 20123
Milano, segnalando come causale: matrimonio di
Maria Gloria e Juan. Maggiori informazioni su
come fare la lista di nozze per Emergency su
www.emergency.it (clikkate su Come aiutarci)
Maria Gloria
Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XXI numero 1 Febbraio 2006 Direttore responsabile Massimo Sechi
Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas)
M.Arosio R.Contillo T.Pappalardo M.Stoppa L.Uslenghi R.Vendramini Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari
email: [email protected] tel.079218038 Stampa Stampacolor s.r.l. Grafico Editoriale Zona Industriale Cap.3 Muros
tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985
In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI
IL PATCHWORK PERDUTO
Anni e anni fa a un'assemblea nazionale a Moena la socia Carla Iemi, coordinatrice non dimenticata della
Valtellina, presentò l'idea originale di fare un patchwork per la pace e la fratellanza tra i popoli e ci sciorinò
un lavoro già impostato e in parte realizzato che poi trasmise ad altre socie per continuare il lavoro e la
testimonianza secondo la fantasia di ciascuno. Il patchwork arrivò anche a Milano e la socia Annamaria
Cazzaniga diede un contenuto importante ricamando un duomo stilizzato (o forse un panettone), ecc...
Di tale patchwork si sono perse tempo fà le tracce, per quanto ne so in terra di Toscana.
Qualcuno può fornire informazioni di questa opera e portarla alla prossima assemblea nazionale per fare
vedere a che punto siamo dell'opera e se c'è qualcuno che intende proseguirla?
Mario Arosio