Assemblea a Bologna Patagonia 2006
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Assemblea a Bologna Patagonia 2006
"Con ogni vera amicizia rafforziamo le basi su cui poggia la pace in tutto il mondo" Gandhi Anno XX n.3 Novembre 2005 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari Assemblea a Bologna “Due giorni intensi di incontri esperienze ed emozioni vissuti in un contesto familiare amichevole vero. Un’energia positiva palpabile frutto dello spirito di condivisione che accomunava tutti… davvero tutti. Per la prima volta ho sentito di appartenere a qualcosa di molto bello. Buon viaggio e a presto Cristiana “ Credo che questo sms che ho ricevuto da una nuovissima socia servas del Lazio renda meglio di molte relazioni e tante parole l’atmosfera speciale che si crea ad ogni assemblea nazionale Servas. (vedi gli altri articoli nella rubrica “Servas in Italia”) Anna Flammini AAA annunci e notizie cercasi!!! Le rubriche Dove e come, la Bacheca e i Siti utili aspettano i vostri contributi!! Patagonia 2006 Dopo la Conferenza di Barcellona è stato ufficialmente creato Servas Giovani (Servas Youth) e Pablo Chufeni è uno dei coordinatori dell’impresa ([email protected]). Servas Giovani con Servas Argentina sta organizzando un meeting a Bariloche, in Patagonia, dal 14 al 21 gennaio 2006. Il costo è di $230 e comprende: trasporto da Buenos Aires, pensione completa con soggiorno in bungalow o tende e partecipazione a tutte le attività. Se però qualcuno volesse arrivare a Bariloche autonomamente il costo sarà di $160 per alloggio, vitto e attività. Ci saranno tre tipi di attività fra cui scegliere: · Azioni concrete per lo sviluppo futuro, progetti possibili in atto e in fieri · Visita alle attrazioni turistiche della regione · Attività ricreative e sociali Sarà una vera festa! Potremo stare insieme, lavorare e avere l’opportunità di sperimentare la vita in comune nello spirito Servas, per di più nell’incredibile bellezza della Patagonia. La gioventù non è data dall’età, ma dall’animo giovane. Se volete sapere qualcosa in più sul campeggio visitatewww.campamentosac.com, per informazioni su Bariloche: www.patagonia.com.ar/rionegro/bariloche/in dex.php Per iscrizioni e informazioni sull’evento scrivete a Pablo Chufeni. Date anche uno sguardo a: youth.servas.org. Il Comitato di redazione dopo la riunione a Bologna Cari amici, rieccoci ancora per il numero autunnale del nostro notiziario. Vorrei prima di tutto ringraziarvi per la disponibilità che dimostrate inviando articoli e foto. Do il benvenuto e il bentornato a Rosella Vendramini e Tano Pappalardo che ci hanno raggiunto alla riunione del Comitato di redazione durante l’Assemblea di Bologna e che hanno deciso di unirsi a noi! Il “viaggio” del Comitato prosegue sempre più attivo, ricco di proposte e incredibilmente positivo e onesto – devo ammettere di non avere mai visto più collaborazione, fiducia e desiderio di partecipazione in un gruppo di lavoro. Un’oasi Servas!! E adesso alcune comunicazioni pratiche: il notiziario è un quadrimestrale e viene pubblicato alla fine di febbraio, giugno e novembre. La scadenza per la presentazione del materiale è normalmente un mese prima (considerate i tempi di condivisione con il Comitato, la revisione delle bozze, la stampa, etichettatura e spedizione…). Gli articoli non devono superare le 800 parole (con una certa tolleranza a seconda dello spazio che abbiamo…) e possibilmente essere inviati in formato Word (carattere Verdana 10, nessuna formattazione particolare e dopo un controllo ortografico…); ma finora abbiamo accettato anche articoli scritti su carta di fortuna e lettere consegnate a mano… e continueremo a farlo! Chi però ha un computer ci aiuti rispettando i criteri dati… Inoltre sul sito trovate una parte destinata proprio al notiziario, ma in formato pdf; potrete così scaricarlo, stamparlo, consigliarlo a simpatizzanti e amici o semplicemente leggerlo voi stessi per ovviare ai ritardi di consegna delle Poste Italiane. Scriveteci numerosi per consigli, commenti, e se avete voglia di partecipare ma non sapete come scrivete o chiamate!!! Ci trovate tutti sulla lista!!! Maria Gloria Rubriche Servas in Italia pag.2 Servas nel mondo " 5 pace " 8 viaggi " 11 bacheca " 15 siti utili " 16 2 Ricordi di Bologna E cco la pioggia di sabato mattina, a scrosci. Un gruppo che si ritrova e si ripara nella grande sala aperta della Biblioteca di Bologna, la vecchia Sala Borsa che oggi, restaurata, ospita anche caffé, ristorante,internet point, libreria e città romana sotto il pavimento di vetro. Poi chi, con l'aiuto di Andrea va con una guida per il centro città, chi con Simona ad una visita dettagliata delle chiese-monumento di Santo Stefano, chi si avventura sulla collina di San Luca con Alberto e Sabrina. Sono arrivati in tanti a questa assemblea di Bologna, un po' faticosamente sistemati fra soci che hanno moltiplicato i loro posti letto, ostello, hotel Drapperie nel cuore del mercato dietro Piazza Maggiore. E tutti ai laboratori del pomeriggio, con la Scuola di pace di Contesole a vedere come affrontare i conflitti, con P er la prima volta ho vissuto l’assemblea in modo ambivalente: da ospitante e da ospitato. Ho voluto partecipare, assieme ad altri, all’organizzazione dell’ospitalità a Bologna e il mio “incarico” e’ stato di accompagnare un gruppo ad una passeggiata al Santuario della Madonna di San Luca. E’ stato un incarico da supplente in quanto Sabrina Scarparo ha avuto problemi di salute proprio in quella notte e l’ho sostituita come guida per la passeggiata. Sono stato spiacente, per coloro che hanno scelto di seguirmi, di non essere stato preparato dal punto di vista storico, artistico, culturale e religioso perché quel tratto di passeggiata che abbiamo percorso offre molto da quei punti di vista. Nonostante questi miei deficit, personalmente, è stata una pacchia. Lo è stata perché ho conosciuto sei persone nuove che mi hanno fatto risentire quell’entusiasmo provato ad ogni nuovo incontro per di più avvenuto in un luogo che, per molti, è stato ed è un pellegrinaggio religioso. Il caso ha voluto che con due di loro ci siamo ritrovati nel workshop sulla mediazione e questo ci ha permesso una ulteriore conoscenza reciproca. Il workshop stesso ha avuto momenti alternati fra l’interessante ed il soporifero ma qualche insegnamento sono riuscito a portarlo a casa. Sinceramente mi sono sentito particolarmente coinvolto nell’ospitalità nonostante le mie mansioni fossero di secondaria importanza rispetto a quelle di Fernanda. Sia durante il sabato che nella giornata di domenica ci sono stati diversi momenti in cui gli “estranei” a Bologna m’incaricavano del ruolo di ospitante in diversi modi: chiedendomi un’informazione sulla città, su come raggiungere la stazione, su come recuperare un biglietto del bus. Carmela a scoprire le risorse della fiaba e della sua composizione, con Marco a sperimentare il Teatro dell'Oppresso, con Nicholas e Donatella, maestri del corpo e della mente, sacrificati in uno spazio che ha un po' limitato la loro esperienza. E mentre il gruppo di Antonio creava una coreografia con le percussioni, alcune "menti informatiche" si concentravano su come migliorare la comunicazione tecnologica e il sito, e altri animi Servas analizzavano la situazione associativa a livello internazionale. La sera, dopo una cena in piedi un po' disordinata, abbiamo visto le immagini di Scappaticci, giocato con Charles ad imparare l'inglese, meditato sui versi letti da Anna, ed esplosi con le emozioni suscitate dalle percussioni del gruppo di Antonio. Finalmente un po' di sole la domenica mattina con l'assemblea e le votazioni per gli aggiustamenti dello statuto, le comunicazioni e le informazioni sugli appuntamenti, i liberi commenti ai laboratori del sabato pomeriggio. Per concludere con un atteso pranzo. Qualche disappunto inevitabile qua e là nel percorso - ma, si sa, non siamo professionisti e non si riesce a prevedere tutto - e ringraziamenti che estendiamo a quanti sono intervenuti armati di paziente comprensione e a quanti hanno collaborato attivamente alla realizzazione. Ora possiamo sottolineare che l'aspetto della esperienza pratica del fare insieme un percorso organizzativo e conoscitivo si sta dimostrando un elemento di coesione e di migliore interrelazione, che potremmo definire come un contributo concreto alla 'formazione' di tutti noi, e che possiamo continuare, migliorando, per la strada intrapresa. Fernanda Abiuso Queste ed altre necessità che ci si trova ad affrontare in una città nuova e dove, riceverle da una persona amica, fa sentire “più a casa” anche uno straniero. Ovviamente i miei sei che ho accompagnato in passeggiata sono stati i primi ed i più calorosi in questo scambio di richieste e di risposte ma dei più di cento che ci sono stati, un po’ per tutti mi sentivo day host. A Genova ho ringraziato gli organizzatori per la bella esperienza che erano riusciti a farmi vivere: a Bologna ringrazio gli organizzatori e gli ospitati per la varietà del piacere che mi hanno fatto provare nel ricevere e nel dare. Contemporaneamente. Alberto Torri 3 Assemblea, laboratori & co. Vito Fortezza S ì, possiamo essere proprio soddisfatti : l'Assemblea di Bologna è stata, come era nelle intenzioni, un evento molto ricco di stimoli e di pratica nonviolenta. E un modo per valutare la riuscita di una assemblea è la quantità e la qualità della partecipazione. Abbiamo superato le 140 persone partecipanti e hanno collaborato, per l'organizzazione e la gestione decine e decine di soci. E l'entusiasmo dei molti che si sono espressi alla plenaria di domenica lo ha documentato. Io sono particolarmente soddisfatto perchè uno dei compiti del Segretario della Pace è quello di rinforzare, all'interno della associazione, la ricerca di una relazione che: ? valorizzi ciascuna persona e la cooperazione; ? porti a condividere esperienze, valori e problemi; ? stimoli una gestione costruttiva dei conflitti. In pratica, concretizzare l'essenza della nonviolenza. Viviamo in un mondo caratterizzato da una cultura di oppressione a tutti i livelli e di cui si riesce con difficoltà a riconoscerne i tratti, perchè ne abbiamo bevuto fin da piccoli il latte. Ci hanno “quasi” convinto che questo sia l'unico mondo possibile, che non si può cambiarlo; che le guerre sono giuste anche se fanno male; che il consumare prodotti sia la cosa più importante (senza preoccuparci dei costi umanitari e biologici); che il mondo è fatto di vinti e vincitori, di oppressi e oppressori (e che si è o l'uno o l'altro senza speranza); che le scelte politiche sono appannaggio solo di alcune persone che hanno il potere nel bene e nel male e che noi non possiamo fare nulla per influire sulla realtà; che dobbiamo pensare solo a noi stessi e al nostro “star bene” (che non coincide con quello degli altri); che dagli “altri” bisogna guardarsi perchè anche loro pensano solo ai loro interessi ecc, etc. E così, spesso, ci troviamo in difficoltà ad affrontare in modo costruttivo la relazione con noi stessi, con gli altri, le scelte dell'esistere quotidiano e della partecipazione politica. I laboratori, in questo contesto, assumono una particolare importanza. Prima ancora di potere pensare se un altro mondo è possibile, dobbiamo riuscire a pensare che noi stessi siamo gli artefici del nostro mondo e che dobbiamo riuscire a viverlo nel migliore dei modi possibile, per noi stessi e per gli altri; e abbiamo bisogno di una relazione costruttiva con gli altri esseri viventi per vivere pienamente la nostra esistenza e orientarla secondo i nostri bisogni. Noi come Servas ci siamo incamminati in questa direzione con il sistema di accoglienza delle “porte aperte”, ma questo da solo non basta a cambiare la cultura e la società perchè la cultura della violenza agisce a tutti i livelli, subdolamente, per mantenere il proprio potere. Un'occasione per aprire le nostre menti a modi di essere più consapevoli e positivi sono i laboratori. Che “si impari facendo” è una massima pedagogica che tanto è detta tanto è trascurata. Anche perchè ritengo che la partecipazione , molto sbandierata come valore, sia in realtà considerata scomoda dai potenti di turno. Chi usa metodi di lavoro “partecipati” sa che mettere insieme più teste è difficile ma che il risultato sarà più fruttuoso perchè si è avvalso di più competenze e punti di vista diversi. I Laboratori devono dunque anche rispettare, comprendere questa diversità delle persone nella loro cultura, interessi e competenze. Per questo ci siamo preoccupati di differenziare al massimo i tipi di offerte di attività; dall'espressione musicale, corporea a quella più intellettuale, verbale, teatrale: modi diversi di vivere e rapportarsi ma tutte ugualmente importanti. Per il futuro, incominciando dalla organizzazione della prossima assemblea, forse in Umbria,mi aspetto che ancora più soci si attivino per creare momenti di incontro formativi per renderci sempre più consapevoli, attivi e soddisfatti “Seminatori di Pace”. E l'assemblea di Bologna si è mossa in questa direzione. L'organizzazione logistica e delle attività ha coinvolto decine e decine di persone che, a vario titolo, hanno contribuito a realizzare tutte le complessissime operazioni di raccolta delle informazioni, comunicazione, raccolta dati, elaborazione e attribuzioni relative all'accoglienza; sui laboratori sono stati scelti i bisogni formativi, i contenuti, le disponibilità dei conduttori, gli spazi, creando un puzzle che fosse più funzionale possibile. Un lavoro faticoso ma che ha dato la soddisfazione di fare incontrare tante persone (eravamo in 140, un record assoluto di partecipazione per la storia del Servas italiano) per vivere insieme delle esperienze significative e coerenti con i nostri ideali. E'certo le difficoltà di creare questi eventi con certe caratteristiche sono molte, ma riteniamo importassimo muoverci in questa direzione per veramente costruire migliore, dove tutti possiamo sentirci “seminatori di pace”. Vito Fortezza Alcune immagini della performance di sabato sera del Laboratorio di percussioni (il ritmo ha contagiato anche chi non aveva partecipato alla preparazione) 4 Laboratorio di fiaba-terapia: elaborazione creativo-collettiva della fiaba "La principessa degli specchi" di Maria Rita Parsi C’era una volta una principessa che viveva in un castello attorniato dalla neve. Era sola e senza famiglia. Dalle finestre del castello vedeva la “Terra degli Altri” dove vivevano uomini “normali” che lottavano per la loro sopravvivenza. La principessa guardava dalla torre perché aveva paura di immergersi in quella realtà. Per questo motivo era molto triste e non sorrideva mai. La gente del posto voleva aiutarla a sorridere, per cui si presentavano al castello MODIFICHE AL REGOLAMENTO SERVAS L’assemblea di Bologna ha approvato le modifiche al regolamento, proposte dal comitato esecutivo. Per chi non ha potuto partecipare, riassumo, in modo sintetico, le motivazioni. Dato che la realtà cambia velocemente e gli aspetti tecnologici ci offrono nuove possibilità è opportuno, e a volte necessario, adeguarci pragmaticamente alle mutate circostanze. Per evitare però che questi cambiamenti non siano iniziative sporadiche o personali, devono essere condivisi da tutti i soci e, pertanto, “regolamentati” . Oltre a queste considerazioni, di carattere generale, le motivazioni che ci hanno spinto a proporrre questa specifica modifica sono le seguenti: o le decisioni che coinvolgono la vita associativa devono essere prese in modo democratico, trasparente e condiviso o gli incontri del comitato esecutivo sono periodici e, per questione di tempo e di spese, limitati a 3 – 4 all’anno. o tra una riunione e l’altra passano diversi mesi e, molte volte, sorge la necessità di dover con giochi e regali, ma non serviva a niente. Finché un giorno si presentò il figlio del fattore con un canarino in gabbia che cantava così bene producendo mille echi che risuonavano nelle sale del palazzo. Il suono era così gioioso che fece sorridere la principessa. Questa decise di uscire dal castello e con animo leggero esplorò il mondo esterno scoprendo così meravigliose presenze, animali e persone. La ragazza però, pur incontrando molte persone non invitava mai nessuno a casa sua. Un giorno camminando arrivò a uno stagno dove c’era una lavandaia, volle aiutarla e nel fare questo si chinò sull’acqua. Per la prima volta vide la sua immagine riflessa per intero e scoprì l’interezza della sua persona che si completava nell’incontro con gli altri. Allora tornò al suo castello e cominciò a invitare tutta la gente che aveva incontrato per strada: un gruppo di ciechi, un gruppo di amici che ridevano, un gruppo di monaci che pregavano continuamente. Con nessuno di loro riusciva però a comunicare perché ognuno pensava solo per sé ed era cieco e chiuso nel suo mondo materiale e spirituale. Quindi si recò nel giardino del parco dove c’era un lago contornato da mimose e salici fioriti. In riva al lago c’era una bambina che appena vide la principessa le sorrise. La ragazza spontaneamente la raccolse in braccio e la portò nel suo castello. Si abbracciarono. In quel momento la principessa si accorse di aver avuto sempre dentro di sé la bambina e di non averla accolta fino a quel momento. prendere delle decisioni improvvise e quindi è necessario effettuare la consultazione di tutti i membri del Comitato Esecutivo o anche in passato, di fronte a queste urgenze (quasi) sempre sono state fatte consultazioni per via telefonica e, ultimamente, per via email, ma non rimaneva traccia della discussione e le decisioni potevano essere poi contestate Di fronte a questi problemi l’informatica, via internet, ci permette ora di mantenere una traccia dell’oggetto da discutere, delle proposte/osservazioni di ciascun membro del C.E. e del suo voto Per rendere formalmente valida questo tipo di consultazione “telematica” è stato aggiunto un articolo al regolamento che recita: 2.5 bis. Tutti gli argomenti che, per motivi di urgenza richiedono una valutazione e una deliberazione prima della convocazione del successivo CE, possono essere messi in votazione utilizzando il sistema di votazione elettronica. Il risultato della consultazione per via telematica, se raggiunge una maggioranza qualificata, viene considerato valido a tutti gli effetti e verrà inserito, per mantenerne traccia e visibilità a tutti i soci, nel Verbale del primo CE. Per concludere, questa modalità di lavoro, che può diventare anche un esempio importante e uno sprone per Servas International, rende più trasparente e più veloce il meccanismo decisionale del Comitato Esecutivo e permetterà, per alcuni argomenti, di coinvolgere e consultare anche i coordinatori, senza dover attendere la riunione plenaria, che si svolge solitamente durante l’assemblea di primavera. Il Presidente Mario Burlando 5 Facciamo la pace Percorsi didattici per le scuole Undici associazioni di volontariato –Abacashì (commercio equo e solidale), Amnesty International, Associazione Civica per Mezzomerico, Associazione per la pace, Comitato Territoriale Novarese Acqua, Associazione Speranza Africana, Comunità di Sant’Egidio, Liberazione e speranza (lotta alla tratta per sfruttamento sessuale), Livres como o Vento (Centro di sperimentazione del Teatro dell’oppresso), Novara Mondialità, Servas Porte Aperte- hanno dato avvio per il secondo anno consecutivo a percorsi didattici sul tema della pace per gli studenti e gli insegnanti delle scuole medie superiori del territorio provinciale di Novara. L’iniziativa –supportata dalla Provincia di Novara (Assessorato all’Istruzione ed alle Politiche Educative) e dal Centro di Servizio per il Volontariato della Provincia di Novara - si chiama “Facciamo la pace” e si articola in percorsi didattici raggruppati in quattro aree tematiche (“fili blu”): -educazione alle differenze e interculturalità -problematiche economiche e sociali del mondo globalizzato -educazione alla pace e alla risoluzione non violenta dei conflitti -diritti umani: promozione, difesa, violazione Il progetto si articola in incontri informativi, percorsi, laboratori e ogni istituto scolastico può attivare diversi itinerari fino ad un massimo Il dolce frutto di un lungo silenzio Cari amici in Servas, in questi ultimi anni si è finalmente ultimato il mio trasferimento dall’Italia all’India. Ecco il primo tenero frutto: due vivaci bimbe giunte, assieme ai loro genitori, per dare forma al mio tanto aspirato desiderio di condividere il mio cammino in una famiglia-comunità dalla porta e dallo spirito aperto. Il mio quarantesimo anno (2003) ha segnato a fondo la mia vita personale con una serie di eventi vulcanici (misti di gioie e dolori) che hanno portato un terremoto di emozioni dalle quali mi sto riprendendo gradualmente. Anno indimenticabile che ha tracciato l’inizio di un nuovo cammino. Nella crescente famiglia/comunità si sono uniti altri giovani, con sogni e storie diverse e aspirazioni che coltiviamo insieme. Una fanciulla che aspira a divenire artista, un giovane poeta, un botanico che passa il suo tempo migliore insegnando di venticinque ore complessive. Non è sempre facile mettere insieme tante associazioni diverse per origine e prassi operativa e farle convergere in un progetto comune indirizzato al mondo della scuola e con il coinvolgimento delle istituzioni. La determinazione di alcuni volontari ha creato il “miracolo”, che continua per questo nuovo anno scolastico e che -speriamo- possa anche essere esportato altrove.C’è un “quaderno” che presenta l’iniziativa e che posso mettere a disposizione di coloro che volessero approfondire l’argomento. Scrivetemi o telefonatemi. Luigi Uslenghi Tel. 0321 402842 Nella foto: la prima pagina di copertina del quaderno di “Facciamo la pace” l’arte ai bambini nei villaggi sperduti sui monti locali e infine io, tessitrice italiana con la passione per l’arte tessile ancora viva e pulsante venuta in India per condividere il cammino degli artigiani tessitori che tengono viva la visione del Mahatma Gandhi di produrre tessuti per il proprio consumo. Nel 2006 il nostro indirizzo di Gandhigram sarà disponibile fra le Open Door Servas e già passano da noi decine di persone a costruire insieme un frammento di storia. Secondo lo spirito del commercio equo e solidale lavoriamo per migliorare la qualità sia del prodotto che della vita del tessitore. L’apertura di un punto vendita a Goa è il progetto al quale dedicheremo i mesi a venire grazie anche all’arrivo fra noi di due venditori italiani: Sandro e Luisa della Banca etica di Padova. Se avete in programma un viaggio in India passate a bere un tè da noi: [email protected], Post Box 5 Gandigram 624 302 Tamil Nadu, India. Alessandra L’Abate 6 Notizie Internazionali E ccoci di nuovo a commentare lo stato di Servas International (A proposito: si dice Internàscional o Internèscional? Alcuni hanno posto in dubbio anche questo..) Nella riunione di Bologna è stato dato notevole spazio all'informazione e alla elaborazione di contenuti e suggerimenti per un miglioramento della situazione Internazionale. Un gruppo di lavoro di 13 persone al cui interno hanno partecipato fra gli altri, Maria Soresina e Luigi Uslenghi (tra i fondatori di Servas in Italia e nel mondo) ha sviscerato i problemi attuali. Alcuni hanno partecipato al gruppo perchè preoccupati dalla notizia che la stessa sopravvivenza di Servas sia attualmente in gioco e che Servas sia in fase di rifondazione. Si è evidenziato il fatto che i problemi attuali siano molto simili a Servas Asian Meeting (SAM) in India, Delhi I l Comitato Esecutivo Internazionale attuale sta lavorando parecchio nel tentativo diÊ sanareÊ e recuperare Servas ad uno statoÊ diÊ funzionalità e fiducia che dopo le vicende degli ultimi anni è un po' andato perduto. Quasi ogni settimana ci incontriamo e discutiamo sulle questioni aperte usando metodi di teleconferenza con il computer a costi bassissimi (cfr. , come direbbe Beppe Grillo). Eppure anche così è importante vedersi di persona e un incontro annuale è sempre molto utile. Quest'anno abbiamo deciso di riunirci in India (dal 20 al 30 Settembre 2005) e approfittato dell'occasione per aiutare gli Indiani ad organizzare un meeting Asiatico in modo tale da dare loro la possibilità di capire cosa sta succedendo a livello internazionale ed avere voce in capitolo. Quindi in un sol colpo abbiamo fatto 3 giorni di nostro incontro, vari incontri con Servas India. Inoltre Servas India si sta ristrutturando parecchio e sta emergendo da un lungo periodo opaco, in cui una gestione farraginosa ed arcaica stava affossando le persone in conflitti e problemi interni difficili da seguire e comprendere. Da circa un anno si è manifestata una nuova gestione di persone più giovani e con forti motivazioni. Servas India si era offerta come luogo per tenere la conferenza internazionale del 2006, ma era stata selezionata inveceÊ l'Italia perchè più quelli già sperimentati nei decenni scorsi, ma che la burocratizzazione e soprattutto la velocità dei nuovi strumenti informatici abbiano reso più critici e drammatici i momenti di crisi, prima lasciati a sedimentare e risolti con l'aiuto del tempo. La notizia "clou" è sempre l'organizzazione dell'assemblea straordinaria internazionale di Latina, dal 2 al 9 Aprile 2006, dove parteciperanno solo i Segretari Nazionali e gli addetti ai lavori. Su un ricco programma di 7 giorni intende cercare di risolvere i problemi attuali, riscrivendo lo Statuto, definendo il voto a distanza, (ovvero la possibilità di coinvolgere e far approvare decisioni di competenza dell'Assemblea, tramite una consultazione via telematica) eleggendo nuovi "ufficiali", affrontando i tempi legati al controllo equo delle finanzeÊ e cercando soprattutto di snellire e di rendere più adeguata la struttura di Servas International per affrontare le concorrenze e le sfide delle nuove tecnologie e di nuove idee. L'Italia è in prima linea nella contribuzione alle innovazioni per il nuovo servas: Anna Flammini partecipa al gruppo di lavoro per il voto a distanza, mentre Mario Burlando partecipa al gruppo di lavoro per la riforma dello Statuto Internazionale. L'organizzazione tecnico-logistica dell'assemblea è ancora seguita da Anna Flammini, attuale coordinatrice del Lazio. Specie nella zona laziale (ma non solo) è opportuno che si costruisca un buon gruppo di lavoro che assisti Anna e tutto lo staff Internazionale a produrre una buona assemblea. Un augurio affinché questa assemblea possa effettivamente aiutare a risolvere i problemi e a rilanciare Servas nel nuovo millennio. Claudio Pacchiega facile da gestire e con maggiori capacità organizzative. L'incontro Asiatico ha visto la partecipazione di alcuni Paesi asiatici (non tutti purtroppo), ma la partecipazione è stata significativa. Malaysia, Nepal, Kyrgystan, Cina, Sri Lanka hanno partecipato ed hanno portato il loro contributo. Il Comitato è stato un po' il centro delle attenzioni dei delegati, così come la prossima assemblea in Latina, ma è stato svolto anche un interessante dibattito/scambio di opinioni su argomenti quali: la redazione di newsletter, l'accesso al sito, la gestione locale delle liste e la gestione non violenta dei conflitti. Potete vedere alcuni risultati nella newsletter che è in produzione da parte di Servas India e che sarà presto disponibile su , la parte del sito internazionale dedicata alle informazioni su quanto sta succedendo. (Potete anche accedere a per partecipare attivamente alle discussioni internazionali). La partecipazione diretta alla vita dell'associazione, la capacità di creare ed interagire in "reti" comunicative e il legame con i tempi pacifisti sono stati visti come degli elementi che denotano univocamente Servas e che al momento ci consentono di essere competitivi con le proposte alternative di viaggio e ospitalità gratuite che abbondano su internet, anche se dobbiamo meditare su come raggiungere i giovani che considerano Servas un po' datata e noiosa e soprattutto ridurre la burocrazia e le sovrastrutture fini a se stesse. Claudio Pacchiega 7 MAPPA DELLE LISTE 2005 NEL MONDO Al centro di documentazione di Servas Italia a Torino nel corso del 2005 sono arrivate complessivamente 112 liste Servas . A volte si tratta di un solo recapito,; a volte bisogna verificare l’esattezza dei dati, ma sempre bisogna apprezzare il lavoro volontario e la disponibilità che ognuna di esse esprime. Realizzare una mappa complessiva delle liste è piuttosto complicato: oltre alle liste su carta, sul sito sono archiviate in uno “storage”, un magazzino virtuale, le liste in formato digitale; di queste alcune sono pubblicate più volte nel corso dell’anno. In pratica la situazione cambia di giorno in giorno, ma il caos è in realtà apparente. Avendo seguito le liste straniere da 5 anni, posso dire che in realtà i ritmi di pubblicazione sono abbastanza regolari, soprattutto per quanto riguarda le liste principali. Ecco una delle possibili classificazioni, quella per aree geografiche. AFRICA (zona anglofona): Botswana, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, Malawi, Namibia, Nigeria, Sud Africa, Uganda, Zambia, Zimbabwe (zona francofona); Algeria, Cameroun, Madagascar, Mauritius, Marocco, Reunion, Senegal, Togo. AMERICA (Caraibi): Barbados, Cuba, Guadaloupe, Haiti, Giamaica, Martinica, Antille Olandesi, Suriname, Trinidad e Tobago (centrale): Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama. AMERICA (nord): Bermuda, Canada, Stati Uniti. (sud): Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Guyana Francese, Paraguay, Perù, Uruguay, Venezuela, ASIA (estremo oriente): Cina, Hong Kong, Giappone, Sud Corea, Taiwan. (sud est): Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Tailandia. (sud ovest): Bangladesh, Bhutan, India, Kyrgyzstan, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Uzbekistan. EUROPA (e vicino oriente): Armenia, Austria, Autonomia Palestinese, Bielorussia, Belgio, Bosnia Erzegovina, Gran Bretagna, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Groenlandia, Islanda, Irlanda, Israele , Italia, Giordania, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo,Romania, Russia, Arabia Saudita, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti. SUD PACIFICO Australia, Isole Cook, Nuova Celidonia, Nuova Zelanda, Samoa, Vanuatu. Ed ecco infine le prime liste 2006 che sono arrivate: si tratta come sempre di quelle dell’emisfero sud: Bermuda, Cook Islands, Nuova Caledonia, Fiji, Samoa, Tahiti, Vanuatu, Wallis e Futura, India. Si tratta di micro liste, ma anche di una lista “storica” quella indiana, che aspettavamo da tempo e che ha un valore simbolico importante. In ogni caso sono il documento che Servas va avanti, malgrado le difficoltà. Bruno Manfredi 8 Immagini da Sentierinsieme 2005 Walser) che hanno risposto con generosità al richiamo di questa insolita presenza in valle. E grazie in modo particolare a coloro che vivono e lavorano in montagna, nonostante le grandi difficoltà ambientali, le “ragazze” degli alpeggi di Rimella e dell’Alpe Seccio, e gli ultimi abitanti delle piccole frazioni ancora abitate, silenziosi vivi testimoni delle nostre Alpi. Grazie ad Alanna, la nostra “mascotte”, per aver portato i suoi diciotto anni dalla lontana Australia; grazie a Dawn , da San Francisco, e a Blessing, dal Gambia, con la loro simpatia e le loro danze; grazie a Ömer e Ender dalla Turchia. Grazie a Denise -con la “sua” Cina cantata- e grazie a tutti, proprio tutti. Poche immagini del carissimo Norbert -per oraa ricordo di Sentierinsieme. Altre immagini e racconti nel prossimo numero del notiziario, con l’invito all’edizione 2006. Che cosa è rimasto -dentro- di Sentierinsieme 2005? Forse un po’ di cielo blu, volti, voci, silenzi, pascoli, casere, pastorelle, tramonti, una tavola, un canto. E un grande grazie a tutti i partecipanti e in prima persona ad Adriano Ferrero e Carla Lucarno, e poi a Ivo Scherrer, a Paolo Roggero, a Federica Reale, ad Anna Bianchi e a tutti coloro che hanno dato una mano in Valsesia e alle Cinque Terre all’evento che ha coinvolto quasi un centinaio di amici. Grazie anche alle istituzioni valsesiane (comuni, Parco naturale, Azienda turistica, istituzioni Dante era Servas? D omanda surreale, forse,ma, a guardare bene la vita di Dante, qualche risposta in tal senso ce la potremmo dare. La condanna in contumacia all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, ad una multa di 5000 fiorini ed a due anni di esilio del 27 gennaio 1302, dopo un tendenzioso processo per corruzione, appropriazione di denaro pubblico,atti ostili contro il papa ( Bonifacio VIII)ecc.. viene commutata nella condanna al rogo per non essersi Dante presentato davanti ai giudici per discolparsi. E a questo punto che Dante comprende che a Firenze non potrà più tornare e nel 1303 lo vediamo iniziare il suo “pellegrinaggio”da esiliato: è nello stesso anno a Forlì presso Scarpetta degli Ordelaffi, alla corte veronese di Bartolomeo della Scala, nel 1304 a Treviso presso la corte di Gherardo da Camino; in Lunigiana alla corte dei Malaspina, in Casentino, a Lucca, per ritornare nel 1312-13, dopo essere stato escluso dall’amnistia accordata agli esuli bianchi, a Verona alla corte di Cangrande della Scala, dove rimarrà fino al 1318. In questo anno si trasferisce a Ravenna, ospite di Guido Novello da Polenta, dove muore nel 1321. Che dire? Come non considerare le grandi otto famiglie( e ce ne saranno state sicuramente altre di non illustre discendenza) che lo accolgono nelle loro corti “Open door” E lo spirito dell’accoglienza,della condivisione, della cortesia, della conoscenza, dello scambio è la cifra fondamentale dell’ospitalità che Dante trova nei lunghi anni dell’esilio. E non sono forse questi i valori fondanti e fondamentali delle Open Door di Servas? E Dante traveller del XIV secolo non trova nelle corti presso cui è ricevuto, non solo il calore umano, il rispetto, la generosità,la partecipazione, la reciprocità, ma “case”che aprono le loro porte p e r a c c o g l i e r e i l v i a t o r, d e l u s o d a l l a “noverca”(matrigna) Firenze,carico non certo di zaini e bagagli, ma di una conoscenza del mondo, “de li vizi umani e del valore”, un uomo che è, io credo,l’intellettuale, il poeta, l’autore più grande che la nostra Letteratura abbia espresso, esemplare interprete del suo tempo e del nostro, come ogni grande è. A queste cose pensavo quando a bussare alla mia porta è stata nel mese di giugno Maria Soresina,la fondatrice storica di Servas Italia, ma, cosa per me molto più interessante, una studiosa appassionata di Dante e della Commedia. Ecco allora scattare quella miracolosa”corrispondenza”e condivisione di passioni, di idee, di punti di vista, di analisi non necessariamente coincidenti, che noi tutti Servas auspichiamo quando la nostra “porta aperta”diviene un varco di reciproco scambio culturale! Ed è proprio vero che il viaggio è nella sua dimensione più profonda conoscenza. Si può viaggiare rimanendo a casa,si può viaggiare incontrando persone ( e nel mio caso di nazionalità italiana)che non ci portano l’aria esotica di paesi e culture lontane, ma la gioia ed il piacere di percorrere insieme i sentieri profondi e fecondi degli ardui viaggi dell’anima. Anna Maria Piervitali 9 L'IMPORTANZA DEGLI INCONTRI Raduni per conoscerci, rendere concreto e promuovere il significato dell'Associazione SERVAS: il piacere dello scambio, della partecipazione, della condivisione, sulla base di un denominatore comune, dato dalla tensione verso "la Pace". Ma la pace non è solo un obiettivo statico , un oggetto che si decide di fare nostro, e che per questo si realizza: la pace è il risultato di una serie di premesse di pensiero e di intenti, che prende forma attraverso la ricerca dei fatti che uniscono, che hanno significato e danno valore. Fatti da condividere. Fatti che ci danno piacere, gioia, divertimento, benessere: in una parola ci fanno stare bene con l'altro. La Pace a questo punto sarà il risultato naturale , non utopistico o convenzionale, ...o peggio, strumentale!! Forse la ragione per la quale mi dà tanto fastidio la parola "pacifismo", con la quale non mi identifico, è che mi appare come una forzatura, spesso sbandierata per i motivi più diversi (creare identità politica, creare immagine di affidabilità e conquistare "seguito" , spesso utilizzata per dare voce e numero ad altri scopi). Anche il viaggio e l'ospitalità sono congrui al significato dell'Associazione SOLO se realizzano il desiderio di "andare verso l'altro" , di conoscersi, di scambiare e condividere "un tratto di vita", di accorgersi che "si sta bene insieme". E dunque, perchè non cominciare dal "piccolo", dallo scambio di queste convinzioni e presupposti, dalla consapevolezza di una "identità" tra i membri stessi dell'associazione, anche localmente? Su questi presupposti,partendo "dal piccolo", mi chiedo come promuovere e rafforzare, inventare, moltiplicare, e allargare man mano sempre di più Marcia Perugia-Assisi Domenica con il nostro gruppo eterogeneo di gente di buona volontà abbiamo camminato sulle strade tra Perugia ed Assisi per dire il nostro no alla guerra ed alla povertà. E' qualche anno che in occasione della Perugia Assisi ci muoviamo dal Trentino per partecipare alla marcia lanciata da Aldo Capitini nel lontano 1961, negli ultimi anni la partecipazione alla marcia ha assunto un sapore diverso. Passati gli anni delle marce "militanti", le ultime edizioni hanno incarnato in pieno l'idea capitiniana di "accomunamento" dal basso. La nostra esperienza degli ultimi anni ha incarnato, quasi senza volerlo proprio questo spirito. Grazie all'iniziativa di un gruppo di volontari di una bottega del commercio equo e solidale di Riva del Garda e di una piccola amministrazione comunale della Valle di Ledro, il Comune di Concei, abbiamo organizzato una "due giorni" di trasferta in terra umbra che, oltre ad essere momento di impegno politico è stata anche un esperienza di autentica "convivialità". Alla testa il "nostro" sindaco del Comune di Concei ( molti di noi non sono residenti in quel comune, ma plebiscitariamente lo abbiamo anche geograficamente, le occasioni e le modalità degli incontri tra Soci. IN CHE MODO? 1) Innanzitutto aumentando sempre più il numero dei soci, ma anche degli amici simpatizzanti: diffondere l'idea, invitare nella associazione i propri amici e i figli degli amici, eventualmente anche solo come sostenitori e divulgatori dell'Idea SERVAS a invitare i loro amici e figli di amici. 2) Mi sembra anche importante tenere inoltre presente, che i sentimenti di Pace si costruiscono introducendoli laddove ancora non sono tenuti in considerazione: A POCO SERVE RIUNIRCI SOLO TRA PERSONE CHE GIà POSSEGGONO QUESTI CONCETTI , persone per le quali essi sono già presenti nelle loro vite e nei loro intenti.Se io dò un pane a te e tu dai un pane a me, bene, avremo il piacere di mangiare il pane insieme. Ma se io ti insegno a fare... che so, "il risotto con lo zafferano", e tu lo mangi , ti piace, e lo insegni ai tuoi amici, avremo una cosa in più che ci unisce -e non solo noi due- e che fa sì che possiamo meglio conoscerci e apprezzarci, mentre prima non avevamo avuto occasione di nulla di comune. Lo stesso vale per condividere il concetto di pace! Credo anche che il concetto di pace vada nutrito e fatto crescere con concreti gesti di disponibilità e solidarietà, e di conseguenza credo che questa associazione dovrebbe essere l'ambiente naturale in cui sviluppare ... tantissime cose, idee e iniziative! E per fare questo è fondamentale conoscersi e FREQUENTARSI! Coraggio dunque, mettiamoci in rete, con l'aiuto dei coordinatori, local help, e persone di buona volontà: anche in questo, come nelle nostre Porte Aperte, saremo tutti preziosi e apprezzatissimi BENVENUTI !! Orsetta Arno adottato tutti...) che ha portato tutta la sua stazza, ornata di fascia tricolore con la sola energia sprigionata dalle sue gambe fino ad Assisi, scortato dal suo vice , Sandro, un simpaticissimo veterinario con una parte della sua numerosa famiglia al seguito e poi tutti gli altri giovani e meno giovani fino ad arrivare a qualche arzilla signora anziana........Siamo stati, per due giorni , la sintesi di quel grande popolo in cammino che è il popolo della pace.....Per dirla in sintesi dai 99 Posse a Giovanni Paolo II passando per il diritto all'acqua per tutti, alla lotta per cambiare la WTO (dagli slogan delle magliette...). Siamo arrivati ad Assisi stanchi , confusi nel biscione multicolore che occupava le strade della campagna umbra dopo aver camminato, sudato, mangiato, cantato e condiviso la strada con migliaia di persone......Un temporale ha salutato il nostro arrivo....Abbiamo fatto il pieno di energia per i prossimi due anni, per continuare a lottare per la pace. Gianfranco 10 Il quinto anno di Servas a Immagimondo Marco Tufari e la moglie, che hanno allestito lo stand Riguardando il numero del notiziario Servas del novembre 2001 ho riesumato l’articolo che avevo scritto in occasione della prima partecipazione dei SERVAS lombardi ad Immagimondo. Da allora abbiamo partecipato con uno stand Servas a tutte le edizioni successive della fiera e abbiamo appena concluso la quinta presenza, che si è svolta nei giorni di 22 e 23 ottobre scorso a Erba (tra Como e Lecco ), nella struttura di Lariofiere, organizzato da “Les cultures”, associazione impegnata nel sociale nell’area di Lecco e che, anche col ricavato annuale della fiera, costruisce scuole in Niger e Mali . Immagimondo è una fiera del turismo alternativo a cui sono presenti associazioni no profit che organizzano viaggi nell’ambito del turismo responsabile, altre che sviluppano iniziative di assistenza nei paesi poveri e inoltre sono presenti singoli viaggiatori che hanno l’opportunità di illustrare i loro viaggi fatti in località interessanti o poco note. In questi anni abbiamo illustrato lo spirito e l’organizzazione della nostra associazione a molte persone che si sono avvicinate al nostro stand e abbiamo consegnato loro il pieghevole dell’associazione con il riferimento al sito internet per gli ulteriori approfondimenti. Abbiamo tenuto due anni fa una conferenza in cui abbiamo illustrato la nostra associazione, nell’ambito di Immagimondo e alcuni soci hanno partecipato ad iniziative all’interno della fiera presentando i loro viaggi e anche l’ospitalità Servas di cui hanno goduto. La partecipazione a questa fiera è un’esperienza importante per Servas Italia, che si fa conoscere a chi è interessato a viaggiare in modo diverso e che non ha avuto l’opportunità di avvicinare prima SERVAS; inoltre confrontiamo le nostre idee con quanto si sviluppa nel mondo del turismo alternativo. Le iniziative nelle due giornate della fiera sono molteplici. C’è un fitto programma di conferenze su viaggi effettuati nelle parti più diverse del mondo, la presentazione di nuovi libri su viaggi, un concorso fotografico, musiche e balli e la presentazioni di iniziative varie a favore dei paesi più poveri. Auguriamo, per l’anno prossimo, una partecipazione di soci allo stand ancora più folta di quest’anno. E’ un’opportunità da non perdere! Mario Arosio Sole e vento: energie per un mondo migliore Sommario: Quello che stiamo vivendo è il secolo in cui il genere umano dovrà imparare a vivere senza petrolio. Quali le alternative? Sole e vento rappresentano già oggi soluzioni mature e, insieme a uno stile di vita meno dispendioso in energia, ci potranno aiutare a lasciare un mondo più pulito a chi verrà dopo di noi. Lo stile di vita occidentale, sprecone in risorse, si basa sulla disponibilità quasi illimitata di petrolio. Questa è la fonte energetica più usata al mondo: col petrolio si produce il 37% di tutta l’energia mondiale e insieme a carbone e gas naturale, gli altri due combustibili fossili, fornisce l’85% dell’energia consumata nel mondo. Il resto è fornito da energia nucleare (6%) ed energia idroelettrica (6%) e, in minima parte, da fonti rinnovabili: energia del sole, energia del vento, energia della Terra (geotermico), energia dalle biomasse (legname). I problemi che nascono da un sistema energetico di questo tipo sono principalmente due, uno di carattere ambientalesanitario, l’inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di petrolio, carbone e gas naturale, e l’altro economico: la difficoltà di stimare le riserve di petrolio produce instabilità economica e politica. Sulle stime di quando verrà estratta l’ultima goccia di petrolio non c’è unanimità di vedute tra gli analisti, ma su un dato il mondo scientifico nutre invece pochi dubbi: quello in cui stiamo vivendo è il secolo in cui il genere umano dovrà imparare a cavarsela senza petrolio. Quali allora le alternative praticabili? Fonti rinnovabili: tecnologie mature e attuali Già oggi Sole e vento, fonti rinnovabili di energia, potrebbero sostituire il petrolio in vari ambiti energetici e produttivi. Le rinnovabili vengono anche chiamate, erroneamente, fonti alternative. In realtà il genere umano da millenni utilizza Sole e vento per riscaldare le abitazioni, mettere in funzione i mulini, solcare i mari con le imbarcazioni a vela, mentre ci stiamo permettendo il lusso di utilizzare le inquinanti ed esauribili fonti fossili da circa 250 anni e lo faremo ancora per poco tempo. Sono quindi petrolio e carbone le vere fonti alternative, mentre Sole e vento sono un’opzione concreta e matura che possiamo adottare fin da subito. Purtroppo la situazione è che solo una minima parte dell’energia che consumiamo proviene da fonti pulite, malgrado sia evidente il loro elevato valore non solo ambientale ma anche economico: non producono rifiuti difficili da smaltire, contribuiscono al miglioramento economico e sociale portando energia nelle aree rurali o isolate, favoriscono la creazione di nuovi posti di lavoro. 11 Si stima che per ogni miliardo di chilowattora prodotto nel comparto petrolifero si ottengono 260 nuovi posti di lavoro e che l’uso del carbone ne produce 360; il solare fotovoltaico (produzione di energia elettrica col sole) ne crea ben 76.000. Lo sviluppo delle fonti rinnovabili dipende in larga parte da scelte di carattere politico. Da diversi decenni i settori delle fonti fossili e dell’energia nucleare sono stati sovvenzionati con enormi finanziamenti da tutti i governi del mondo e continuano a esserlo. Si stima che nel 2001 l’Unione Europea abbia sovvenzionato il settore energetico con 29,2 miliardi di euro, di cui solo 5,3 per le fonti rinnovabili. Inoltre, i consumatori finali e gli investitori vengono informati a malapena sul potenziale energetico delle fonti rinnovabili, gli incentivi esistenti e gli sviluppi tecnologici. Roberto Rizzo Roberto Rizzo è anche autore del libro: “Salvare il mondo senza essere Superman”, Einaudi 2005. Prefazione di Mario Tozzi. Per proteggere l’ambiente e porre un freno al consumo intensivo di risorse che mette a repentaglio la qualità dell’aria e delle acque, il clima e la biodiversità non è necessario essere supereroi: basta mettere in pratica alcuni semplici accorgimenti e avere fiducia che anche i piccoli gesti possono essere utili. È questo il messaggio di “Salvare il mondo senza essere Superman” (Einaudi), del giornalista scientifico e socio Servas Roberto Rizzo che da diversi anni si occupa di tematiche ambientali e, in particolare, di energia. Ogni capitolo del libro, la cui prefazione è stata scritta dal geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi, descrive atti concreti che modificano poco le nostre abitudini, ma che migliorano molto il nostro presente e il nostro futuro, facendoci risparmiare energia e denaro. Un capitolo del libro è interamente dedicato ai viaggi: i mezzi di trasporto più ecologici, come si progetta un viaggio ecocompatibile, le tipologie di viaggio da evitare e quelle, come Servas, da privilegiare, il turismo etico. Nei vari capitoli sono analizzati, inoltre, i dati del consumo energetico in Italia e nel mondo, partendo da un caso esemplare di buona pratica ambientale. Chiude il libro un ricco glossario in cui sono spiegati i termini di carattere ambientale e tecnico più utilizzati. Roberto Rizzo ha lavorato come ricercatore al CERN di Ginevra (Centro Europeo di Ricerca di Fisica delle Particelle) e attualmente è il coordinatore editoriale delle riviste “FT-fotovoltaici” e “Wind Energy”, dedicate alle fonti rinnovabili. Contatti… Il primo contatto con un ospite Servas è sempre il più difficile. Due persone, sconosciute fino a poco prima, si mettono in contatto e chiedono e offrono ospitalità. Oggi il sistema più usato è l’invio di una email, spesso rivolta a più persone contemporaneamente. Questo sistema offre vari vantaggi: è veloce, a basso o nullo costo, impersonale. Ma molto spesso, in particolar modo in Italia, i soci si lamentano della bassa risposta rispetto alle attese. Allora è tempo forse di scoprire o riscoprire altri sistemi di comunicazione: il telefono, prima di tutto, è vero può essere un sistema “impegnativo” (soprattutto per le persone timide come la sottoscritta) e relativamente costoso (anche se adesso esistono tariffe economiche o a costo zero come skype su internet) ma certamente è un contatto umano immediato molto gratificante ( sempre se non si incontra, sempre in agguato,la barriera delle segreterie telefoniche…). Si può riscoprire, perché no, la vecchia lettera postale, che richiede naturalmente tempi di attesa più lunghi e una “sana” programmazione anticipata del viaggio, ma che offre la “magica” sensazione di ricevere risposte direttamente nella buca delle lettere (e poi chi di noi non risponde ad una lettera postale tanto è diventata una merce rara!). Tutto questo si può esprimere in una parola “diversificare”, non possiamo infatti lamentarci di non trovare porte aperte disponibili ad ospitarci se non proviamo tutte le strade e non privilegiamo le vie più “umane”. Anche il contatto via email deve sottostare ad alcune semplici regole, ne espongo alcune ma sono certa che ce ne sono molte altre (manca un galateo proprio della posta elettronica): no alle email “a vuoto a perdere”, bisogna seguire il percorso delle risposte e se per caso cambiamo idea o itinerario comunicarlo subito alla porta aperta (del resto dopo il primo contatto positivo il secondo è preferibile avvenga via telefono), personalizzare l’email per ogni socio evitando di lanciare generiche richieste, cercare di specificare sempre con chiarezza date e mezzo di trasporto usato e per quanto è possibile, ora di arrivo, accludere in allegato la lettera di viaggio scannerizzata. All’ospitante si richiede invece per quanto possibile di rispondere alle email di richiesta anche in senso negativo. Cerchiamo di rendere anche questo momento del viaggio servas un momento di scambio e di amicizia. Laura Ghivarello 12 Transmongolica "aiutate questi gattini" P er una serie di circostanze fortunate ho avuto la possibilità quest’estate di realizzare un sogno. Da tempo progettavo un viaggio in Transiberiana (in treno da Mosca a Vladivostok), ma i casi della vita ( e il supporto tecnico fondamentale di Laura, Servas torinese che vive a Canton) mi hanno portato a fare il percorso inverso, da est verso ovest, da Pechino a Mosca in treno. Si è trattato di un’esperienza particolare, con situazioni molto diverse da quelle che erano le mie aspettative iniziali. Si è trattato più che di un viaggio normale, di un viaggio dentro me stesso. Le emozioni vissute, gli incontri fatti, le avventure dei sei mesi di preparazione e dei 23 giorni del viaggio vero e proprio sono tantissimi. In questa sede mi limito a raccontare il viaggio dal punto di vista dell’ospitalità e di Servas in particolare. In Cina ci sono solo una decina di Porte aperte, di cui solo due day host nella zona di Pechino. Con qualche difficoltà di comunicazione , abbiamo stabilito un contatto, fissato un appuntamento di fronte al teatro principale della città. Abbiamo aspettato un’ora, ma non è successo niente…Peccato. In Mongolia non ci sono soci Servas. L’ospitalità tradizionale da queste parti è nelle caratteristiche tende (ger). Ormai però si tratta di ospitalità mediata dalle organizzazioni turistiche (nel nostro caso la gentile proprietaria dell’indipendent hostel Steppe House). L’incontro più significativo della settimana passata a Ulan Bator fuori dagli schemi turistici, è stato l’incontro con una giovane coppia che studia a Canton in Cina: dopo una cena in un locale di cucina mongola (vita dura per i vegetariani in Mongolia) e dopo essere scampati ad un tentativo di furto, la serata è continuata in un locale per giovani mongoli alla moda, in cui le birre cambiano di costo in tempo reale, come in una specie di borsa e si gioca ad una specie di tombola: curioso! Del viaggio in treno ci sarebbe troppo da dire: dico solo che si è trattata di un’esperienza indimenticabile, probabilmente irripetibile… L’ultima tappa del viaggio è stata Mosca: qui devo dire che sono stato molto fortunato dal punto di vista Servas perché in tre giorni ho potuto conoscere Ringraziamenti da due viaggiatori Allan e Darnell, Servas del Minnesota, dopo un avventuroso giro dell’Europa, sentono il bisogno, al rientro negli USA, di esprimere il loro grazie particolare all’Italia per efficienza del servizio sanitario ed in particolare a 3 socie romane che, con autentico spirito Servas hanno salvato la loro vacanza. “Ero con mia moglie Darnell a Roma lo scorso maggio 2005 ospite di Rossana Nicolò dopo essere stata presso Rosanna Vezzosi e ci accingevamo a partire per Firenze. Avendo qualche ora di tempo, decidemmo di andare ad Ostia per vedere il mare quando fui colto da un attacco di ernia. Non potevo camminare, un dolore lancinante mi teneva piegato in due e, solo Dio sa, quanto fu difficile tornare a casa, nella zona di Mostacciano. Quando Rossana tornò a casa e mi trovò in questo stato, mi accompagnò all’ospedale. Il dolore era insopportabile, erano le quattro del pomeriggio e mi fu detto che sarei dovuto essere operato La casa di alcuni bambini di strada a Ulan Bator ben quattro ospiti, tutte donne, molto carine e tutte con lavori molto interessanti di cui parlare, tra un locale, una passeggiata e uno scorcio di Mosca vista dal di dentro. Irina è una cartografa e dopo una passeggiata sulla Moscova, abbiamo scelto di visitare un parco che contiene in surreale accostamento statue comuniste e statue anticomuniste. Tatiana è invece regista cinematografica (e poeta). Mi ha accompagnato nella zona del piccolo parco dove Bulgakov ambientò Il maestro e Margherita. Molto interessante! Zinaida è un personaggio incredibile: non è più giovanissima (eufemismo) ed è stata giornalista tra l’altro anche della Cnn , in epoche più o meno lontane. E’ indaffaratissima e si è fatta “scortare” in una serie di commissioni nel centro di Mosca: un’esperienza un po’ surreale per fortuna durata solo un paio d’ore… Last, but not least…Anna è in realtà della Bielorussia e anche lei fa un lavoro interessantissimo: è script writer di fumetti. Anche qui …serata indimenticabile, probabilmente irripetibile… O no? Bruno Manfredi Un assaggio di ospitalità in una tenda mongola d’urgenza. Mia moglie, assistita da Pina Di Mario, altra Servas di Mostacciano che parla inglese, piangeva e ed attendeva ansiosa la mia uscita dalla sala operatoria. Entrambi esultarono dalla gioia quando mi videro uscire roseo e felice sulla barella e mi abbracciarono con immenso stupore vedendomi così contento. Il mio ricovero durò solo due giorni e, quando dovevo uscire dall’ospedale pioveva a dirotto. Con immensa gioia notai cha accanto a mia moglie c’era Rosanna Vezzosi, terza Servas romana che ci accompagnò a casa di Rossana Nicolò che ci ospitò ancora per due giorni e così finalmente riprendemmo felici il nostro viaggio.” Non posso non esprimere tutta la mia gratitudine per l’amore e l’assistenza di queste tre signore romane che hanno saputo aprire non solo le loro porte ma anche il loro cuore in un momento così difficile del nostro viaggio. Da parte mia e di mia moglie Darnell tanto affetto e riconoscenza. Ê Allan 13 Il mio primo esperimento Servas Sono entrata nel Servas un anno fa perché volevo partire per posti lontani ed esotici, invece niente e così finora non avevo mai ancora provato a viaggiare Servas. Poi è successo che ho dovuto andare a Torino per il Salone del Libro e non riuscivo a trovare l’albergo. Così una mia amica che è socia da molto tempo mi ha detto:perché non cerchi ospitalità con Servas? Per Torino? Ho detto io,sorpresa. Infatti mi ero messa in mente che con il Servas si andasse solo in un altro Paese. In realtà il libro con gli indirizzi per l’Italia per un disguido non mi era mai arrivato. Va bene, dico. Detto fatto, eravamo in pizzeria, la mia amica tira fuori il telefonino e fa il numero di qualcuno che conosce. Questo qualcuno non può, ma ci suggerisce un altro numero e la signora risponde subito, è d’accordo, dice che posso andare da lei. Che fortuna! Ho risolto il mio problema. E’ un bel palazzo del centro, a pochi passi dalla Mole Antonelliana: comodissimo. I miei ospiti si chiamano Mazza,lei Loretta, lui Umberto, lei è ingegnere, lui medico specializzato in ematologia, la casa è grande, luminosa, con un grande balcone fiorito e anche in sala c’è una foresta di piante verdi fino al soffitto e…in mezzo volano gli uccellini. Non credo ai miei occhi: una passerotta e un fringuello che volano in picchiata da un ramo all’altro e attraverso la stanza, planano a pochi centimetri dalla mia testa, si azzardano qualche volta anche nell’ingresso e in cucina. Lei si Report: Servas Svezia Come d'abitudine cerco di unire lavoro e piacere, quindi ho coniugato la visita a Stoccolma - per lavoro - a un incontro con membri servas. Dopo un periodo di attesa alquanto lungo per avere la guida svedese, ho contattato solo i membri servas di Stoccolma che avevano indicato l'indirizzo email. Ne ho contattati circa quindici. Nel giro di due giorni quasi tutti mi avevano risposto. Non fosse stato che quasi tutti erano in ferie nel periodo della mia visita - evitate di viaggiare a luglio in Scandinavia perchè è il loro mese di vacanza (corrisponde al nostro agosto, mentre ad agosto le scuole riaprono e la routine quotidiana riprende) - la disponibilità dei membri servas è stata incredibile. Una famiglia mi ha invitato ad Uppsala dove hanno la casa delle vacanze, un signore mi ha offerto l'eventuale ospitalità di alcuni amici non servas. Sono stata ospite di una coppia di americani che si sono trasferiti a Stoccolma 7 anni fa. Coppia gentile e cordiale che mi ha ospitato per 5 giorni (con ringraziamento precedentemente accordato di doppia cena italiana e regalino). La cucina dev'esser stata piuttosto gradita, visto che mi hanno chiesto quando sarei tornata per posa sulla spalla di Loretta che veste sempre di azzurro perché è l’unico colore che non la spaventa. Figuriamoci io che sono tutta in arancione! Provoco una rapidissima fuga di protesta sui rami più alti, ma poi a poco decide di sopportarmi. Il fringuello canta che è una meraviglia. Mi sembra di essere nel paradiso terrestre! O in una favola. Questa sarebbe la casa ideale per una scrittrice per bambini: si troverebbe già una storia tutta fatta. Quasi quasi comincio a pensarci anch’io. I miei ospiti sono così gentili e simpatici che mi sento davvero a casa, in famiglia. Mi portano, appena ho un momento libero, a fare meravigliose passeggiate sulle colline e lungo la Dora. E così scopro per la prima volta davvero Torino: finora c’ero venuta sempre di corsa, arrivo e partenza e in mezzo un rapido impegno di lavoro. E scopro grazie a loro e allo spirito del Servas che Torino è una città bellissima, tanto che mi verrebbe una gran voglia di venire a viverci…”E’ tutto così il Servas?, chiedo. O sono stata eccezionalmente fortunata? Viaggerò sempre e solo Servas, mi dico. E questo il vero modo per conoscere un luogo attraverso gli occhi e il cuore di chi lo abita e lo vuole davvero condividere. E racconto a tutti questa mia favola emblematica nel bosco degli uccellini. Adesso ho due nuovi amici: Loretta e Umberto. Mi sembra di conoscerli da sempre. Come potrò stare a lungo senza di loro? Il mio primo esperimento Servas non poteva andare meglio di così. Donatella Bisutti lavoro a Stoccolma) Una signora - che mi aveva risposto ma di cui non avevo ricevuto l'email - è venuta persino a cercarmi al centro conferenze dove mi trovavo, essendosi preoccupata del mio silenzio e offrendomi ospitalità! Un pomeriggio ho incontrato un signore Servas che voleva ci incontrassimo, per i comuni interessi, e mi ha invitato a partecipare alle loro attività per il futuro. Posso quindi confermare l'importanza di utilizzare l'email per i contatti con i membri, ma di non considerarla come una risorsa last minute bensì uno strumento diretto ma sempre ufficiale e formale. Mi sembra di aver capito che i membri servas svedesi non abbiano spesso molti ospiti, quindi sono tutti ben lieti di ospitare persone in casa. Devo anche dire che il fatto di cucinare qualcosa di tipico per chi ti ospita è un gesto molto apprezzato, sia per il cibo in sé, per l'esperienza gastronomico-culturale che per il gesto di fare qualcosa per la famiglia che apre le proprie porte a uno sconosciuto. Complessivamente, gli scandinavi hanno un atteggiamento e attitudine che esalta al massimo l'idea alla base dell'associazione servas. Vincono il premio, finora. La guida servas, rispetto alle guide precedenti che avevo consultato per altri paesi, era piuttosto completa e affidabile, con un unico errore in un indirizzo mail. Anna Ferro 14 Viaggio in autostop Da tanto tempo mi riprometto di scrivere il ricordo di un viaggio per i compagni di Servas. Questa volta devo proprio. Il viaggio che ho intrapreso dal 13 al 22 maggio 2005 per andare ad Istanbul e tornare è nato, infatti, grazie a due altre socie Servas: Betul e Silvia. Avevo conosciuto Betul due anni fa circa, era stata ospite da me, che, non avendo una casa in quei giorni, avevo sistemata da mia sorella. Durante la sua permanenza ci vedemmo poco, ma poi ci siamo scritte sempre con una certa assiduità. Tutti i miei amici che passano da Istanbul devono portarle i miei saluti. Lei magari passa un po' di tempo con loro e in questa maniera riusciamo anche a condividere delle conoscenze. Nonostante la distanza. Quando arriva la primavera Betul mi scrive, con insistenza, che bisogna proprio che io vada a trovarla... in effetti ha ragione. Ciò che mi aveva frenato l'anno scorso era stato il costo del volo, pensando, allora, di fermarmi solo un fine settimana. La soluzione è stata di allungare la mia vacanza di qualche giorno e raggiungere Istanbul in autostop, mezzo per me molto abituale, che non avevo ancora sperimentato nell'est. L'autostop è un mezzo di trasporto che permette di prendere immediatamente contatto con la popolazione locale. Io lo trovo molto affine al principio secondo cui quando s'intraprende un viaggio ha senso se si ha la possibilità di stringere se non un'amicizia almeno una conoscenza con chi sul posto vive. Viaggiando così avevo anche la possibilità di andare a trovare un'altra persona che ho incontrato grazie a Servas, Silvia, la figlia di quella che definisco la mia "gemella di servas", ovvero la persona che si è iscritta il mio stesso giorno e ha sostenuto il colloquio insieme a me. Avevo conosciuto Silvia a Natale, sapevo un po' delle sue vicende, ma non ero in grado di collocare geograficamente la misteriosa città dove abitava, non ne avevo ben capito neanche il nome. A differenza delle mie abitudini mi sono messa in viaggio con un'amica, questo per me era davvero una novità, un viaggio così lungo in due, temevo ci avrebbe portato a scontri tremendi, invece non abbiamo avuto nessun problema. Ma non devo anticipare troppe cose! Siamo partite da Milano la sera di venerdì 13, perché "di venere e di marte non si sposa e non si parte", poi il venerdì 13 ci piace (con questo supporrete che io non sia superstiziosa, e non è assolutamente vero, ma ho paura di altre stupidaggini, non dei numeri, io sono terrorizzata dai gatti neri che tagliano la strada!). La partenza è stata tranquilla,infatti avevamo programmato con amici di andare con loro a Trieste dove hanno una casa, piccola piccola, così abbiamo raggiunto comodamente l'ultima città italiana, e abbiamo dedicato il sabato, oltre che ad un breve giro turistico, alla scoperta degli Usmiza, cascine della campagna circostante, ai confini con la Slovenia, che aprono le porte al pubblico pochi giorni l'anno per smaltire l'esubero. Questo è possibile per una concessione fatta dall'Austria... In questa scoperta eravamo guidate dall'amica che ci ospitava. Dopo Trieste dovevamo raggiungere Tuzla in Bosnia, la città dove vive Silvia! Uscire da Trieste non fu facilissimo, infatti ci trovammo ad essere fuori dalla città, ma in direzione Sud, mentre noi avremmo preferito la direzione est, essendo la prima tappa Lijubljana. Il primo passaggio si è fatto un po' attendere, ma ne è valsa la pena, infatti ci ha portato subito nella direzione giusta, dove abbiamo potuto trovare un altro passaggio che arrivava a 30 km da Tuzla, sino al confine SloveniaBosnia. Da questo passaggio abbiamo constatato il miracolo della comunicazione: Le lingue slave, per quanto simili tra di loro, non somigliano molto alle lingue latine e nemmeno a quelle anglo-germaniche, insomma non avevamo alcun elemento per intuire cosa dicesse il nostro Miro, se non un breve vademecum di bulgaro che avevo stampato da internet... Ho comunque saputo che aveva due figli, un maschio ed una femmina, che era montenegrino, ma lavorava in Slovenia, e che doveva fermarsi un attimo a far visita ad un suo amico. Poi mi fece ascoltare la cantante Danjela, probabilmente conosciuta da quelle parti, ma forse anche sconosciuta; dei suoi testi colpiva la frequenza della parola "liuba" o simili... Così la strada sino a Zupanja è passata in prettissima, anche perché sulla meravigliosa autostrada Slovena nessuno tiene in considerazione i limiti di velocità! Dal confine abbiamo avuto un passaggio da due operatori del SFOR (acronimo di qualcosa che significa "missione di pace"), due americani: uno giovane che doveva arrivare di corsa a casa perché la sua fidanzata bosniaca lo reclamava; l'altro anzianotto, che si accompagnava con una cagnolina irruente, la sera dopo ci ha portato a cena in un locale stile sud americano, affacciato su di un bel lago a sud di Tuzla. Raggiunta così la prima tappa, nel migliore dei modi, ci siamo trovate con Silvia e abbiamo fatto un primo giro della città, dopo aver cenato a casa. Questo ci ha permesso di raccogliere alcune informazioni importanti per l'organizzazione del giro del giorno dopo. Ma non mi soffermerò sulla nostra permanenza, spero di tornarci presto, anche perché Silvia suggeriva la possibilità di portare una mostra coi miei lavori all'università. Ci siamo quindi fermate due notti e la seconda mattina siamo partite, decidendo di fare una strada secondaria e mal ridotta, ma passando in mezzo alla campagna... così siamo riuscite anche a sbagliare strada, ma solo per un breve tratto. Bisogna sapere che però anche i tratti brevi in autostop sono già una grande dispersione di tempo, perché bisogna trovare un passaggio per tornare in dietro. A trarci in inganno in quell'occasione era stato il fatto che noi cercavamo un ponte per attraversare il fiume che segnava il confine BosniaSerbia, un ponte carrabile, invece l'unico ponte di Zvornik era pedonale. Attraversato a piedi il confine siamo state il divertimento delle guardie di entrambi i lati che hanno voluto che gli mostrassimo tutto quello che portavamo e intanto ridevano sotto i baffi...Anche loro devono distrarsi! Ripreso l'autostop in Serbia dopo un paio di passaggi brevi abbiamo incontrato quello ch'è rimasto l'incontro simbolo del viaggio: Alì, un camionista turco, che andava in Anatolia, ma non sapeva bene la strada e così ad ogni bivio si fermava a chiedere, non contemplava minimamente l 'idea di leggere le indicazioni stradali e guardare una cartina. E sicuramente non aveva fretta. Ci ha offerto un fantastico pranzo turco fermandosi a fare un picnic lungo la strada, in un luogo mica tanto panoramico a dire il vero. E poi ci ha portato sino al confine con la Bulgaria dove siamo passati separatamente e ci siamo dati appuntamento poi al bar subito dopo il confine. Dopo un ora di attesa ci siamo risolte a partire senza Alì, ma presa la decisione e raggiunto con un passaggio il primo paese è subito arrivato Alì, che pareva sin offeso perché ce n'eravamo andate. Però ci ha caricate ed ha a lungo guidato sino a raggiungere un'area di servizio dopo Sofia gestita da turchi. Si è fermato a dormire e poi da lì è stato impossibile schiodarlo così che la mattina ci ha consegnato ad un altro camionista, che sarebbe partito a breve, perché lui doveva fare ancora molte cose prima di partire... A conti fatti abbiamo trascorso con Alì più ore che con chiunque altro nel corso del viaggio. Il nuovo camionista ci ha portato per un breve tratto ma non si è astenuto dal farci perdere tempo, ha infatti pensato bene di fermarsi a giocare alla slot machine di un "Casinò" bulgaro, più simile ad una baracca che all'idea che abbiamo noi di "Casinò", lì il nostro "amico" ha perso 2 ore e mezza, dicendo ogni dieci minuti: "adesso andiamo" e noi, / 15 stupide, credendogli non siamo ripartite indipendentemente da lui. Alla frontiera con la Turchia c'era una coda di 8 km, solo per i mezzi pesanti, abbiamo preferito andare a piedi che passare una giornata sul camion. Poco prima di arrivare quindi alla dogana abbiamo trovato un passaggio da due persone (in macchina) che ci hanno portato ad Istanbul, ed abbiamo anche potuto parlare loro in inglese (avevamo tanta voglia di comunicare rapidamente). L'arrivo da Betul è stato moto bello, erano già le 22.00, ma c'era tutta la famiglia alzata ad aspettarci. Suo padre ci ha fatto mille domande, era davvero curioso di sapere tutto di noi, e fu molto colpito dal fatto che Jane, la mia compagna di viaggio, abbia vissuto in Giappone e parli il giapponese. Istanbul l'abbiamo vissuta, se pur intensamente, solo un giorno, ma almeno, come dice appunto la mia ospite, ho visto con i miei occhi il suo mondo, infatti mi ha portato nel locale dove va sempre e mi ha presentato ad alcuni suoi amici. Non parlerò nemmeno delle meraviglie turistiche di questa città perché si trovano su tutte le guide. Dirò però che l'arrivo in Turchia ci ha mostrato di nuovo visi sorridenti così rari invece in Bulgaria, Serbia e Bosnia. Così dopo due notti ad Istanbul, siamo di nuovo partite verso casa. Il ritorno è stato molto veloce, l'unica vera grande difficoltà è stata uscire da Istanbul nel punto giusto per andare verso la Bulgaria. In questo ci ha aiutato un ragazzo che ha capito perfettamente il nostro caso e ci ha portato sino al casello dell'autostrada. Da lì Subito un passaggio sino a Sofia, poi sino al confine con la Serbia, e infine, troppo facile, un ragazzo bulgaro che lavora a Rimini, ci ha riportato indietro, alternandoci alla guida siamo riusciti a guadagnare il confine molto presto e allora perché non approfittare della vicinanza della Croazia: lo abbiamo salutato e abbiamo fatto rotta sulla prima località di mare... Pippa Pasqualino Mi chiamo Maria Alessandra Alessandri. La mia è una venire in Italia per un lavoro stagionale. Nel suo Paese lui è molto impegnato in politica e nella partecipazione ad associazioni di volontariato sociale e culturale, però ha un lavoro sostanzialmente precario. Qualche mese di lavoro qui gli permetterebbe di affrontare con maggiore serenità le spese familiari, soprattutto quelle scolastiche. Tornando in Italia, inoltre, potrebbe nuovamente incontrare gli amici e le persone care che ha conosciuto. Ma questa è solo una motivazione in più. Arrivo alla ragione della mia lettera. Ho cominciato a cercare informazioni sui lavori stagionali e ho capito che lo scoglio più grande da superare è trovare una persona che abbia bisogno di manodopera ma che sia anche (e direi soprattutto) disponibile a richiedere proprio Denis, assumendosi l’onere di espletare le pratiche burocratiche necessarie. Ho pensato di diffondere la voce fra i soci Servas per chiedere consigli, per raccogliere informazioni, magari per ottenere la segnalazione di un nominativo possibile. Denis è una persona seria, responsabile e intelligente, in grado di imparare in fretta. Non conosce quasi per nulla, però, l’italiano, mentre conosce abbastanza bene l’inglese e molto bene il francese, la lingua del suo Paese. Può eseguire un lavoro manuale, nel campo agricolo o in altri settori. Il suo viaggio di andata e ritorno sarà un regalo degli amici e questo può semplificare un poco le cose, perchè un eventuale datore di lavoro non dovrebbe preoccuparsi di questo se non formalmente, come richiede la nuova legge sull’immigrazione. Una ultima annotazione riguardo ai tempi. Denis può venire in Italia in qualsiasi periodo dell’anno, tranne che a dicembre e gennaio. E’ necessario progettare il suo lavoro adesso, anche se, magari, si svolgerà nell’estate prossima, proprio per esigenze burocratiche legate alla legge. Ringrazio di cuore prima di tutto per avermi ascoltata e poi per ogni consiglio e informazione che mi giungerà. [email protected] Incontro autogestito dei Coordinatori e Local Help del CentroSud Flammini (Lazio), Gabriella Maturi e Erminia Romano (Campania), Lavinia Cozzi (Puglia), Giovanna La Bua (Sicilia). Hanno partecipato anche Francesca Guarato e Uwe Federer a darci una mano con la loro esperienza sia di coordinatori che tecnici per l’uso del sito Servas e la loro presenza è stata preziosa. Alma Nimis è venuta anche lei dal profondo nord per stare con noi e condividere questa esperienza . Sabato sera siamo andati tutti insieme con i soci servas romani, che ospitavano i partecipanti all’incontro, a prendere una pizza in un bel giardino a Trastevere. Domenica mattina ci siamo messi al computer, con l’aiuto di Uwe e Francesca, per verificare e provare tutti gli aspetti tecnici nell’utilizzo dei programmi che sono stati messi a disposizione dei coordinatori, lavorando fino all’ ora di pranzo . Tutto è andato bene, l’incontro è stato utile ed è una esperienza da continuare; ci è solo dispiacuto che altri coordinatori, tra i quali Norma Forgione, che aveva sollecitato e curato l’organizzazione, non abbiano potuto partecipare. Anna Flammini difficile impresa che riguarda Denis, un amico del Benin. Vorrei che la mia richiesta fosse pubblicata in modo da farla conoscere a parecchi soci Servas. Ecco di che cosa si tratta . Ho bisogno di informazioni e, magari, di un aiuto ma devo chiedere prima di tutto di dedicarmi un po’ di tempo, perché possa raccontare gli antefatti della richiesta. Nel numero di giugno del Notiziario, a pag. 11, veniva raccontata la storia di Denis Sindété, un socio Servas piuttosto speciale. Riporto, in breve, i dati essenziali di questa storia. Denis, un cittadino del Benin, nei primi anni ’80 è stato adottato da Amnesty International perché considerato prigioniero di coscienza. Era stato incarcerato, infatti, perché aveva partecipato ad una manifestazione pacifica di protesta, organizzata da studenti universitari. Io, nel 1980, ero appena entrata a far parte del Gruppo di Amnesty della mia città. Ho cominciato a scrivere a Denis, all’indirizzo della prigione, e dal quel momento la corrispondenza tra di noi non si è più interrotta. Da lontano, per lettera, ho seguito i 5 anni di detenzione, poi la fuga dal carcere, i 6 anni di clandestinità, l’amnistia e infine la graduale ripresa di una vita normale. Denis, che oggi ha 47 anni, ha terminato gli studi e si è laureato in Scienze Politiche, si è sposato ed è padre di 3 figlie. Nel 2002, dopo 23 anni di lettere, ho capito che noi due dovevamo incontrarci e conoscerci di persona e così ho realizzato un bellissimo viaggio in Benin , insieme con altri amici di Amnesty. Due anni dopo, con molta fatica, siamo riusciti ad invitare Denis in Italia, per una vacanza. In occasione di questo viaggio Denis si è iscritto a Servas ed ha conosciuto, in giro per il nostro Paese, diversi altri soci che l’hanno ospitato. La corrispondenza tra me e Denis continua, per e-mail e non più per lettera, e l’amicizia si è molto consolidata. Qualche settimana fa Denis ha espresso il desiderio di I Coordinatori e local help Servas del centro-sud si sono riuniti per un week end di ”lavoro” sabato 9 e domenica 10 settembre a Roma. L’incontro era stato richiesto dagli stessi coordinatori al Comitato Esecutivo allo scopo di approfondire i processi organizzativi e amministrativi di Servas Italia e per uniformare gli aspetti relazionali con i soci. Sabato pomeriggio ci siamo scambiati opinioni, chiarite idee, abbiamo parlato delle nostre esperienze come coordinatori/local help, fatto molte domande e provato a rispondere e abbiamo stabilito linee comuni per le nuove iscrizioni, le interviste, le lettere di viaggio. E’ stato un momento importante, una bella occasione per parlare con calma in un’atmosfera tranquilla e anche per conoscerci meglio fra nuovi e vecchi coordinatori/local help. Sono intervenuti, riuscendo a sistemare problemi di famiglia e lavoro, Sergio Lombi (Umbria), Loretta Lucchetti (Marche), Anna 16 Cerco compagna/compagno per Il fratellino Miha ci annuncia che a Trieste la cicogna Servas ha portato Walter alla famiglia Sinuello. Mille auguri da tutti noi!!! L’ultima tappa del viaggio esplorativo dei soci campani, alla scoperta e riscoperta di luoghi della Regione, ha toccato Altavilla Irpina, nella provincia di Avellino, domenica 18 settembre. Il violento nubifragio della notte precedente sembrava compromettere la realizzazione del programma, che solo la comparsa di un provvidenziale sole ha reso comunque possibile, consentendo ad un cospicuo numero di soci di arrivare all’appuntamento. Abbiamo così visitato un’ antica miniera di zolfo della zona, per poi risalire verso il paese, dove abbiamo visitato, tra l’altro, la cinquecentesca Collegiata e il “Museo della gente senza storia”. Poi, ci siamo ritrovati da Giuseppina Buscaino e Giancarlo Nebbia, che hanno sapientemente organizzato la giornata. La loro casa è immersa nel verde della campagna circostante e inondata, da ogni parte, di luce: abbiamo così sperimentato che il “sole” della loro semplice e cordiale ospitalità ha favorito l’atmosfera di serena convivialità che ha accompagnato il nostro incontro. Agli amici Giancarlo e Giuseppina va il nostro più sentito grazie. Rosa Franzese Bioenergetica e percorsi di pace e conoscenza stampato su carta riciclata Esperienza di laboratorio a Latina e proposte Abbiamo lavorato per tre ore e mezza con un gruppo di più di venti persone; un po' di movimento per sciogliere il corpo e percepire le funzioni energetiche delle sue parti;qualche esercizio per iniziare a familiarizzare con i messaggi che inviamo oltre le parole quando siamo in relazione con gli altri; elementi di teoria e pratica su come ricoscere gli aspetti dominanti del nostro carattere e gli aspetti che non tolleriamo o che ammiriamo negli altri; danza guidata ad intervallare ed evocare lo stato d'animo che meglio risponde all'esperienza in atto. Abbiamo anche esaminato una modalità di lettura delle dinamiche positive e negative che si instaurano nelle relazioni, applicandola individualmente ad un evento vissuto. e, per concludere, una visualizzazione guidata che aiuta a ripulire aspetti scomodi di un legame. Il tutto da quanto proposto dal "Dialogo delle Voci" () un metodo di lavoro creato da una coppia di terapeuti junghiani, Hal e Sidra Stone, che aiuta a sviluppare la ricchezza del nostro potenziale emotivo e comportamentale. L'intenzione di dare un'idea della ampiezza e della varietà possibili ha reso l'incontro piuttosto impegnativo per i partecipanti, che hanno interagito magnificamente e hanno mostrato molto apprezzamento. L'analisi delle dinamiche relazionali che, al di là delle parole dette, svela le emozioni e le vulnerabilità che sottostanno sia all'innamoramento che al conflitto, è uno strumento molto efficace, che ci permette di prenderci responsabilità del nostro agire senza colpevolizzarci e senza puntare il dito accusatorio sull'altro. E si aggiunge ai vari altri approcci utili ad una formazione al rispetto reciproco e alla pace. Fernanda Abiuso Se siete interessati a questo tipo di percorsi o volete saperne di più rivolgetevi a: Fernanda Abiuso 0516231241 3333837291 [email protected] Si chiama Meri, ha 9 mesi ed è una piccola "Servas" del Friuli Venezia Giulia, da mamma e sorella di Barcellona e papà di Fiume Veneto (PN). Una bella bambina serena, vivace e sorridente che ci riempie di gioia e felicità. "Si voleu tastar la bona cuina Catalana, la nostra llar resta oberta a tots els servas". Claudio, Susana e Carla. siti utili Dal 22 dicembre non ci sarò fino al 7 gennaio: se qualcuno volesse un nido in Sardegna dove passare il Natale è il benvenuto!! Contattatemi al più presto! (Non è uno scambio casa, ma ospitalità a distanza: i Servas di Sassari saranno felici di tenervi compagnia e allietarvi!!!) [email protected] siti utili Claudio Pacchiega segnala youth.servas.org, sito creato apposta per la "gioventù" Servas e con notizie sull'incontro in Patagonia Loretta ci consiglia un sito di viaggi, scambi ecc. per le gentili signore che viaggiano sole: www.permesola.it Dove e come Questi sono i contatti di questo numero per poter avere informazioni su come raggiungere e come muoversi nei paesi visitati da altri soci. Se fate un viaggio e volete rendervi disponibili a dare informazioni pratiche, scrivete alla Redazione: [email protected] o [email protected] Iran, Turchia, Siria, Oman, Yemen, Eritrea Ambrogio Radaelli [email protected] Spagna, Francia, Germania, Inghilterra Marco e Matilde Tufari [email protected] Vietnam e Cambogia Mario e Paola Arosio [email protected] Birmania e Laos Liliana e Pierluigi Rovagnati [email protected] Transiberiana Bruno Manfredi [email protected] Texas, Colombia, Regno Unito Maria Gloria Borsa [email protected] Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XX numero 3 Novembre 2005 Direttore responsabile Massimo Sechi Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas) M.Arosio R.Contillo T.Pappalardo M.Stoppa L.Uslenghi R.Vendramini Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari email: [email protected] tel.079218038 Stampa Stampacolor s.r.l. Grafico Editoriale Zona Industriale Cap.3 Muros tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985 In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI viaggio in Sicilia Sono Grazia Sacchet,ho 61 anni,sono di Biella.Mi piacerebbe organizzare un tour in Sicilia tra febbraio/marzo 2006. Cerco per l'occasione compagna o compagno di viaggio per condividere l'esperienza. Aspetto con fiducia. Ciao,Grazia Telefono-fax 015-8493153 e-mail [email protected] Taccuino di viaggio: “Il sole oltre le nuvole”