Assemblea a Bologna Patagonia 2006

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Assemblea a Bologna Patagonia 2006
"Con ogni vera amicizia rafforziamo le basi su cui poggia la pace in tutto il mondo"
Gandhi
Anno XX n.3 Novembre 2005 Spedizione in a.p. comma 20/c legge 662/96 Cagliari
Assemblea a Bologna
“Due giorni intensi di incontri esperienze ed
emozioni vissuti in un contesto familiare
amichevole vero. Un’energia positiva palpabile
frutto dello spirito di condivisione che
accomunava tutti… davvero tutti. Per la prima
volta ho sentito di appartenere a qualcosa di
molto bello. Buon viaggio e a presto Cristiana
“
Credo che questo sms che ho ricevuto da
una nuovissima socia servas del Lazio renda
meglio di molte relazioni e tante parole
l’atmosfera speciale che si crea ad ogni
assemblea nazionale Servas.
(vedi gli altri articoli nella rubrica “Servas in Italia”)
Anna Flammini
AAA annunci e notizie cercasi!!!
Le rubriche Dove e come, la Bacheca
e i Siti utili aspettano i vostri
contributi!!
Patagonia 2006
Dopo la Conferenza di Barcellona è stato
ufficialmente creato Servas Giovani (Servas
Youth) e Pablo Chufeni è uno dei coordinatori
dell’impresa ([email protected]).
Servas Giovani con Servas Argentina sta
organizzando un meeting a Bariloche, in
Patagonia, dal 14 al 21 gennaio 2006. Il costo
è di $230 e comprende: trasporto da Buenos
Aires, pensione completa con soggiorno in
bungalow o tende e partecipazione a tutte le
attività. Se però qualcuno volesse arrivare a
Bariloche autonomamente il costo sarà di $160
per alloggio, vitto e attività.
Ci saranno tre tipi di attività fra cui scegliere:
· Azioni concrete per lo sviluppo futuro,
progetti possibili in atto e in fieri
· Visita alle attrazioni turistiche della regione
· Attività ricreative e sociali
Sarà una vera festa! Potremo stare insieme,
lavorare e avere l’opportunità di sperimentare
la vita in comune nello spirito Servas, per di
più nell’incredibile bellezza della Patagonia.
La gioventù non è data dall’età, ma
dall’animo giovane.
Se volete sapere qualcosa in più sul campeggio
visitatewww.campamentosac.com, per
informazioni
su
Bariloche:
www.patagonia.com.ar/rionegro/bariloche/in
dex.php
Per iscrizioni e informazioni sull’evento scrivete
a Pablo Chufeni. Date anche uno sguardo a:
youth.servas.org.
Il Comitato di redazione dopo la riunione a Bologna
Cari amici,
rieccoci ancora per il numero autunnale del nostro
notiziario. Vorrei prima di tutto ringraziarvi per la
disponibilità che dimostrate inviando articoli e foto.
Do il benvenuto e il bentornato a Rosella Vendramini
e Tano Pappalardo che ci hanno raggiunto alla
riunione del Comitato di redazione durante
l’Assemblea di Bologna e che hanno deciso di unirsi
a noi! Il “viaggio” del Comitato prosegue sempre
più attivo, ricco di proposte e incredibilmente positivo
e onesto – devo ammettere di non avere mai visto
più collaborazione, fiducia e desiderio di
partecipazione in un gruppo di lavoro. Un’oasi
Servas!! E adesso alcune comunicazioni pratiche:
il notiziario è un quadrimestrale e viene
pubblicato alla fine di febbraio, giugno e
novembre. La scadenza per la presentazione
del materiale è normalmente un mese prima
(considerate i tempi di condivisione con il Comitato,
la revisione delle bozze, la stampa, etichettatura e
spedizione…). Gli articoli non devono superare
le 800 parole (con una certa tolleranza a seconda
dello spazio che abbiamo…) e possibilmente essere
inviati in formato Word (carattere Verdana 10,
nessuna formattazione particolare e dopo un
controllo ortografico…); ma finora abbiamo
accettato anche articoli scritti su carta di fortuna e
lettere consegnate a mano… e continueremo a farlo!
Chi però ha un computer ci aiuti rispettando i criteri
dati… Inoltre sul sito trovate una parte destinata
proprio al notiziario, ma in formato pdf; potrete così
scaricarlo, stamparlo, consigliarlo a simpatizzanti
e amici o semplicemente leggerlo voi stessi per
ovviare ai ritardi di consegna delle Poste Italiane.
Scriveteci numerosi per consigli, commenti, e se
avete voglia di partecipare ma non sapete come
scrivete o chiamate!!! Ci trovate tutti sulla lista!!!
Maria Gloria
Rubriche
Servas in Italia
pag.2
Servas nel mondo " 5
pace
" 8
viaggi
" 11
bacheca
" 15
siti utili
" 16
2
Ricordi di Bologna
E
cco la pioggia di sabato mattina, a scrosci. Un
gruppo che si ritrova e si ripara nella grande sala
aperta della Biblioteca di Bologna, la vecchia Sala
Borsa che oggi, restaurata, ospita anche caffé,
ristorante,internet point, libreria e città romana sotto
il pavimento di vetro. Poi chi, con l'aiuto di Andrea
va con una guida per il centro città, chi con Simona
ad una visita dettagliata delle chiese-monumento
di Santo Stefano, chi si avventura sulla collina di
San Luca con Alberto e Sabrina. Sono arrivati in
tanti a questa assemblea di Bologna, un po'
faticosamente sistemati fra soci che hanno moltiplicato
i loro posti letto, ostello, hotel Drapperie nel cuore
del mercato dietro Piazza Maggiore. E tutti ai
laboratori del pomeriggio, con la Scuola di pace di
Contesole a vedere come affrontare i conflitti, con
P
er la prima volta ho vissuto l’assemblea in modo
ambivalente: da ospitante e da ospitato.
Ho voluto partecipare, assieme ad altri,
all’organizzazione dell’ospitalità a Bologna e il mio
“incarico” e’ stato di accompagnare un gruppo ad
una passeggiata al Santuario della Madonna di San
Luca.
E’ stato un incarico da supplente in quanto Sabrina
Scarparo ha avuto problemi di salute proprio in
quella notte e l’ho sostituita come guida per la
passeggiata.
Sono stato spiacente, per coloro che hanno scelto
di seguirmi, di non essere stato preparato dal punto
di vista storico, artistico, culturale e religioso perché
quel tratto di passeggiata che abbiamo percorso
offre molto da quei punti di vista.
Nonostante questi miei deficit, personalmente, è
stata una pacchia.
Lo è stata perché ho conosciuto sei persone nuove
che mi hanno fatto risentire quell’entusiasmo provato
ad ogni nuovo incontro per di più avvenuto in un
luogo che, per molti, è stato ed è un pellegrinaggio
religioso. Il caso ha voluto che con due di loro ci
siamo ritrovati nel workshop sulla mediazione e
questo ci ha permesso una ulteriore conoscenza
reciproca.
Il workshop stesso ha avuto momenti alternati fra
l’interessante ed il soporifero ma qualche
insegnamento sono riuscito a portarlo a casa.
Sinceramente mi sono sentito particolarmente
coinvolto nell’ospitalità nonostante le mie mansioni
fossero di secondaria importanza rispetto a quelle
di Fernanda. Sia durante il sabato che nella giornata
di domenica ci sono stati diversi momenti in cui gli
“estranei” a Bologna m’incaricavano del ruolo di
ospitante in diversi modi: chiedendomi
un’informazione sulla città, su come raggiungere la
stazione, su come recuperare un biglietto del bus.
Carmela a scoprire le risorse della fiaba e della sua
composizione, con Marco a sperimentare il Teatro
dell'Oppresso, con Nicholas e Donatella, maestri del
corpo e della mente, sacrificati in uno spazio che ha
un po' limitato la loro esperienza. E mentre il gruppo
di Antonio creava una coreografia con le percussioni,
alcune "menti informatiche" si concentravano su
come migliorare la comunicazione tecnologica e il
sito, e altri animi Servas analizzavano la situazione
associativa a livello internazionale.
La sera, dopo una cena in piedi un po' disordinata,
abbiamo visto le immagini di Scappaticci, giocato
con Charles ad imparare l'inglese, meditato sui versi
letti da Anna, ed esplosi con le emozioni suscitate
dalle percussioni del gruppo di Antonio. Finalmente
un po' di sole la domenica mattina con l'assemblea
e le votazioni per gli aggiustamenti dello statuto, le
comunicazioni e le informazioni sugli appuntamenti,
i liberi commenti ai laboratori del
sabato pomeriggio. Per concludere con un atteso
pranzo. Qualche disappunto inevitabile qua e là nel
percorso - ma, si sa, non siamo professionisti e non
si riesce a prevedere tutto - e
ringraziamenti che estendiamo a quanti sono
intervenuti armati di paziente comprensione e a
quanti hanno collaborato attivamente alla
realizzazione.
Ora possiamo sottolineare che l'aspetto della
esperienza pratica del fare insieme un percorso
organizzativo e conoscitivo si sta dimostrando un
elemento di coesione e di migliore interrelazione,
che potremmo definire come un contributo concreto
alla 'formazione' di tutti noi, e che possiamo
continuare, migliorando, per la strada intrapresa.
Fernanda Abiuso
Queste ed altre necessità che ci si trova ad affrontare
in una città nuova e dove, riceverle da una persona
amica, fa sentire “più a casa” anche uno straniero.
Ovviamente i miei sei che ho accompagnato in
passeggiata sono stati i primi ed i più calorosi in
questo scambio di richieste e di risposte ma dei più
di cento che ci sono stati, un po’ per tutti mi sentivo
day host. A Genova ho ringraziato gli organizzatori
per la bella esperienza che erano riusciti a farmi
vivere: a Bologna ringrazio gli organizzatori e gli
ospitati per la varietà del piacere che mi hanno fatto
provare nel ricevere e nel dare.
Contemporaneamente.
Alberto Torri
3
Assemblea, laboratori & co.
Vito Fortezza
S
ì, possiamo essere proprio soddisfatti : l'Assemblea
di Bologna è stata, come era nelle intenzioni, un
evento molto ricco di stimoli e di pratica nonviolenta.
E un modo per valutare la riuscita di una assemblea
è la quantità e la qualità della partecipazione.
Abbiamo superato le 140 persone partecipanti e
hanno collaborato, per l'organizzazione e la gestione
decine e decine di soci. E l'entusiasmo dei molti che
si sono espressi alla plenaria di domenica lo ha
documentato.
Io sono particolarmente soddisfatto perchè uno dei
compiti del Segretario della Pace è quello di rinforzare,
all'interno della associazione, la ricerca di una
relazione che:
?
valorizzi ciascuna persona e la cooperazione;
?
porti a condividere esperienze, valori e
problemi;
?
stimoli una gestione costruttiva dei conflitti.
In pratica, concretizzare l'essenza della nonviolenza.
Viviamo in un mondo caratterizzato da una cultura
di oppressione a tutti i livelli e di cui si riesce con
difficoltà a riconoscerne i tratti, perchè ne abbiamo
bevuto fin da piccoli il latte. Ci hanno “quasi” convinto
che questo sia l'unico mondo possibile, che non si
può cambiarlo; che le guerre sono giuste anche se
fanno male; che il consumare prodotti sia la cosa
più importante (senza preoccuparci dei costi umanitari
e biologici); che il mondo è fatto di vinti e vincitori,
di oppressi e oppressori (e che si è o l'uno o l'altro
senza speranza); che le scelte politiche sono
appannaggio solo di alcune persone che hanno il
potere nel bene e nel male e che noi non possiamo
fare nulla per influire sulla realtà; che dobbiamo
pensare solo a noi stessi e al nostro “star bene” (che
non coincide con quello degli altri); che dagli “altri”
bisogna guardarsi perchè anche loro pensano solo
ai loro interessi ecc, etc.
E così, spesso, ci troviamo in difficoltà ad affrontare
in modo costruttivo la relazione con noi stessi, con
gli altri, le scelte dell'esistere quotidiano e della
partecipazione politica. I laboratori, in questo
contesto, assumono una particolare importanza.
Prima ancora di potere pensare se un altro mondo
è possibile, dobbiamo riuscire a pensare che noi
stessi siamo gli artefici del nostro mondo e che
dobbiamo riuscire a viverlo nel migliore dei modi
possibile, per noi stessi e per gli altri; e abbiamo
bisogno di una relazione costruttiva con gli altri
esseri viventi per vivere pienamente la nostra
esistenza e orientarla secondo i nostri bisogni.
Noi come Servas ci siamo incamminati in questa
direzione con il sistema di accoglienza delle “porte
aperte”, ma questo da solo non basta a cambiare la
cultura e la società perchè la cultura della violenza
agisce a tutti i livelli, subdolamente, per mantenere
il proprio potere.
Un'occasione per aprire le nostre menti a modi di
essere più consapevoli e positivi sono i laboratori.
Che “si impari facendo” è una massima pedagogica
che tanto è detta tanto è trascurata. Anche perchè
ritengo che la partecipazione , molto sbandierata
come valore, sia in realtà considerata scomoda dai
potenti di turno. Chi usa metodi di lavoro “partecipati”
sa che mettere insieme più teste è difficile ma che
il risultato sarà più fruttuoso perchè si è avvalso di
più competenze e punti di vista diversi.
I Laboratori devono dunque anche rispettare,
comprendere questa diversità delle persone nella
loro cultura, interessi e competenze. Per questo ci
siamo preoccupati di differenziare al massimo i tipi
di offerte di attività; dall'espressione musicale,
corporea a quella più intellettuale, verbale, teatrale:
modi diversi di vivere e rapportarsi ma tutte
ugualmente importanti.
Per il futuro, incominciando dalla organizzazione
della prossima assemblea, forse in Umbria,mi aspetto
che ancora più soci si attivino per creare momenti
di incontro formativi per renderci sempre più
consapevoli, attivi e soddisfatti “Seminatori di Pace”.
E l'assemblea di Bologna si è mossa in questa
direzione. L'organizzazione logistica e delle attività
ha coinvolto decine e decine di persone che, a vario
titolo, hanno contribuito a realizzare tutte le
complessissime operazioni di raccolta delle
informazioni, comunicazione, raccolta dati,
elaborazione e attribuzioni relative all'accoglienza;
sui laboratori sono stati scelti i bisogni formativi, i
contenuti, le disponibilità dei conduttori, gli spazi,
creando un puzzle che fosse più funzionale possibile.
Un lavoro faticoso ma che ha dato la soddisfazione
di fare incontrare tante persone (eravamo in 140,
un record assoluto di partecipazione per la storia
del Servas italiano) per vivere insieme delle
esperienze significative e coerenti con i nostri ideali.
E'certo le difficoltà di creare questi eventi con certe
caratteristiche
sono molte, ma riteniamo
importassimo muoverci in questa direzione per
veramente costruire migliore, dove tutti possiamo
sentirci “seminatori di pace”.
Vito Fortezza
Alcune immagini della performance di sabato sera del Laboratorio di percussioni (il ritmo ha
contagiato anche chi non aveva partecipato alla preparazione)
4
Laboratorio di fiaba-terapia: elaborazione
creativo-collettiva della fiaba "La principessa degli specchi"
di Maria Rita Parsi
C’era una volta una principessa che viveva in un
castello attorniato dalla neve. Era sola e senza
famiglia. Dalle finestre del castello vedeva la “Terra
degli Altri” dove vivevano uomini “normali” che
lottavano per la loro sopravvivenza. La principessa
guardava dalla torre perché aveva paura di immergersi
in quella realtà. Per questo motivo era molto triste
e non sorrideva mai. La gente del posto voleva
aiutarla a sorridere, per cui si presentavano al castello
MODIFICHE
AL REGOLAMENTO
SERVAS
L’assemblea
di Bologna ha approvato le
modifiche al regolamento, proposte dal comitato
esecutivo. Per chi non ha potuto partecipare,
riassumo, in modo sintetico, le motivazioni.
Dato che la realtà cambia velocemente e gli
aspetti tecnologici ci offrono nuove possibilità
è opportuno, e a volte necessario, adeguarci
pragmaticamente alle mutate circostanze. Per
evitare però che questi cambiamenti non siano
iniziative sporadiche o personali, devono essere
condivisi da tutti i soci e, pertanto,
“regolamentati” .
Oltre a queste considerazioni, di carattere
generale, le motivazioni che ci hanno spinto a
proporrre questa specifica modifica sono le
seguenti:
o
le decisioni che coinvolgono la vita
associativa devono essere prese in modo
democratico, trasparente e condiviso
o
gli incontri del comitato esecutivo sono
periodici e, per questione di tempo e di spese,
limitati a 3 – 4 all’anno.
o
tra una riunione e l’altra passano diversi
mesi e, molte volte, sorge la necessità di dover
con giochi e regali, ma non serviva a niente. Finché
un giorno si presentò il figlio del fattore con un
canarino in gabbia che cantava così bene producendo
mille echi che risuonavano nelle sale del palazzo. Il
suono era così gioioso che fece sorridere la
principessa. Questa decise di uscire dal castello e
con animo leggero esplorò il mondo esterno scoprendo
così meravigliose presenze, animali e persone. La
ragazza però, pur incontrando molte persone non
invitava mai nessuno a casa sua. Un giorno
camminando arrivò a uno stagno dove c’era una
lavandaia, volle aiutarla e nel fare questo si chinò
sull’acqua. Per la prima volta vide la sua immagine
riflessa per intero e scoprì l’interezza della sua
persona che si completava nell’incontro con gli altri.
Allora tornò al suo castello e cominciò a invitare
tutta la gente che aveva incontrato per strada: un
gruppo di ciechi, un gruppo di amici che ridevano,
un gruppo di monaci che pregavano continuamente.
Con nessuno di loro riusciva però a comunicare
perché ognuno pensava solo per sé ed era cieco e
chiuso nel suo mondo materiale e spirituale. Quindi
si recò nel giardino del parco dove c’era un lago
contornato da mimose e salici fioriti. In riva al lago
c’era una bambina che appena vide la principessa
le sorrise. La ragazza spontaneamente la raccolse
in braccio e la portò nel suo castello. Si abbracciarono.
In quel momento la principessa si accorse di aver
avuto sempre dentro di sé la bambina e di non averla
accolta fino a quel momento.
prendere delle decisioni improvvise e quindi è
necessario effettuare la consultazione di tutti
i membri del Comitato Esecutivo
o
anche in passato, di fronte a queste
urgenze (quasi) sempre sono state fatte
consultazioni per via telefonica e, ultimamente,
per via email, ma non rimaneva traccia della
discussione e le decisioni potevano essere poi
contestate
Di fronte a questi problemi l’informatica, via
internet, ci permette ora di mantenere una
traccia dell’oggetto da discutere, delle
proposte/osservazioni di ciascun membro del
C.E. e del suo voto
Per rendere formalmente valida questo tipo di
consultazione “telematica” è stato aggiunto un
articolo al regolamento che recita:
2.5 bis. Tutti gli argomenti che, per motivi di
urgenza richiedono una valutazione e una
deliberazione prima della convocazione del
successivo CE, possono essere messi in
votazione utilizzando il sistema di votazione
elettronica. Il risultato della consultazione per
via telematica, se raggiunge una maggioranza
qualificata, viene considerato valido a tutti gli
effetti e verrà inserito, per mantenerne traccia
e visibilità a tutti i soci, nel Verbale del primo
CE.
Per concludere, questa modalità di lavoro, che
può diventare anche un esempio importante e
uno sprone per Servas International, rende più
trasparente e più veloce il meccanismo
decisionale del Comitato Esecutivo e permetterà,
per alcuni argomenti, di coinvolgere e consultare
anche i coordinatori, senza dover attendere la
riunione plenaria, che si svolge solitamente
durante l’assemblea di primavera.
Il Presidente Mario Burlando
5
Facciamo la pace Percorsi didattici per le
scuole
Undici associazioni di volontariato –Abacashì
(commercio equo e solidale), Amnesty
International, Associazione Civica per
Mezzomerico, Associazione per la pace,
Comitato Territoriale Novarese Acqua,
Associazione Speranza Africana, Comunità di
Sant’Egidio, Liberazione e speranza (lotta alla
tratta per sfruttamento sessuale), Livres como
o Vento (Centro di sperimentazione del Teatro
dell’oppresso), Novara Mondialità, Servas Porte
Aperte- hanno dato avvio per il secondo anno
consecutivo a percorsi didattici sul tema della
pace per gli studenti e gli insegnanti delle
scuole medie superiori del territorio provinciale
di Novara.
L’iniziativa –supportata dalla Provincia di Novara
(Assessorato all’Istruzione ed alle Politiche
Educative) e dal Centro di Servizio per il
Volontariato della Provincia di Novara - si
chiama “Facciamo la pace” e si articola in
percorsi didattici raggruppati in quattro aree
tematiche (“fili blu”):
-educazione alle differenze e interculturalità
-problematiche economiche e sociali del mondo
globalizzato
-educazione alla pace e alla risoluzione non
violenta dei conflitti
-diritti umani: promozione, difesa, violazione
Il progetto si articola in incontri informativi,
percorsi, laboratori e ogni istituto scolastico
può attivare diversi itinerari fino ad un massimo
Il dolce frutto di un
lungo silenzio
Cari amici in Servas, in questi ultimi anni si
è finalmente ultimato il mio trasferimento
dall’Italia all’India. Ecco il primo tenero frutto:
due vivaci bimbe giunte, assieme ai loro
genitori, per dare forma al mio tanto aspirato
desiderio di condividere il mio cammino in una
famiglia-comunità dalla porta e dallo spirito
aperto. Il mio quarantesimo anno (2003) ha
segnato a fondo la mia vita personale con una
serie di eventi vulcanici (misti di gioie e dolori)
che hanno portato un terremoto di emozioni
dalle quali mi sto riprendendo gradualmente.
Anno indimenticabile che ha tracciato l’inizio
di un nuovo cammino. Nella crescente
famiglia/comunità si sono uniti altri giovani,
con sogni e storie diverse e aspirazioni che
coltiviamo insieme. Una fanciulla che aspira a
divenire artista, un giovane poeta, un botanico
che passa il suo tempo migliore insegnando
di venticinque ore complessive.
Non è sempre facile mettere insieme tante
associazioni diverse per origine e prassi
operativa e farle convergere in un progetto
comune indirizzato al mondo della scuola e
con il coinvolgimento delle istituzioni. La
determinazione di alcuni volontari ha creato
il “miracolo”, che continua per questo nuovo
anno scolastico e che -speriamo- possa anche
essere esportato altrove.C’è un “quaderno”
che presenta l’iniziativa e che posso mettere
a disposizione di coloro che volessero
approfondire l’argomento. Scrivetemi o
telefonatemi.
Luigi Uslenghi
Tel. 0321 402842
Nella foto: la prima pagina di copertina del
quaderno di “Facciamo la pace”
l’arte ai bambini nei villaggi sperduti sui monti
locali e infine io, tessitrice italiana con la
passione per l’arte tessile ancora viva e pulsante
venuta in India per condividere il cammino
degli artigiani tessitori che tengono viva la
visione del Mahatma Gandhi di produrre tessuti
per il proprio consumo. Nel 2006 il nostro
indirizzo di Gandhigram sarà disponibile fra le
Open Door Servas e già passano da noi decine
di persone a costruire insieme un frammento
di storia. Secondo lo spirito del commercio
equo e solidale lavoriamo per migliorare la
qualità sia del prodotto che della vita del
tessitore. L’apertura di un punto vendita a Goa
è il progetto al quale dedicheremo i mesi a
venire grazie anche all’arrivo fra noi di due
venditori italiani: Sandro e Luisa della Banca
etica di Padova. Se avete in programma un
viaggio in India passate a bere un tè da noi:
[email protected], Post Box 5 Gandigram
624 302 Tamil Nadu, India.
Alessandra L’Abate
6
Notizie Internazionali
E
ccoci di nuovo a commentare lo stato di Servas
International (A proposito: si dice Internàscional o
Internèscional? Alcuni hanno posto in dubbio anche
questo..)
Nella riunione di Bologna è stato dato notevole
spazio all'informazione e alla elaborazione di
contenuti e suggerimenti per un miglioramento della
situazione Internazionale. Un gruppo di lavoro di
13 persone al cui interno hanno partecipato fra gli
altri, Maria Soresina e Luigi Uslenghi (tra i fondatori
di Servas in Italia e nel mondo) ha sviscerato i
problemi attuali. Alcuni hanno partecipato al gruppo
perchè preoccupati dalla notizia che la stessa
sopravvivenza di Servas sia attualmente in gioco e
che Servas sia in fase di rifondazione. Si è evidenziato
il fatto che i problemi attuali siano molto simili a
Servas Asian Meeting
(SAM) in India, Delhi
I l Comitato Esecutivo Internazionale attuale
sta lavorando parecchio nel tentativo diÊ
sanareÊ e recuperare Servas ad uno statoÊ
diÊ funzionalità e fiducia che dopo le vicende
degli ultimi anni è un po' andato perduto. Quasi
ogni settimana ci incontriamo e discutiamo
sulle questioni aperte usando metodi di
teleconferenza con il computer a costi bassissimi
(cfr. , come direbbe Beppe Grillo). Eppure
anche così è importante vedersi di persona e
un incontro annuale è sempre molto utile.
Quest'anno abbiamo deciso di riunirci in India
(dal 20 al 30 Settembre 2005) e approfittato
dell'occasione per aiutare gli Indiani ad
organizzare un meeting Asiatico in modo tale
da dare loro la possibilità di capire cosa sta
succedendo a livello internazionale ed avere
voce in capitolo. Quindi in un sol colpo abbiamo
fatto 3 giorni di nostro incontro, vari incontri
con Servas India. Inoltre Servas India si sta
ristrutturando parecchio e sta emergendo da
un lungo periodo opaco, in cui una gestione
farraginosa ed arcaica stava affossando le
persone in conflitti e problemi interni difficili
da seguire e comprendere. Da circa un anno
si è manifestata una nuova gestione di persone
più giovani e con forti motivazioni. Servas India
si era offerta come luogo per tenere la
conferenza internazionale del 2006, ma era
stata selezionata inveceÊ l'Italia perchè più
quelli già sperimentati nei decenni scorsi, ma che
la burocratizzazione e soprattutto la velocità dei
nuovi strumenti informatici abbiano reso più critici
e drammatici i momenti di crisi, prima lasciati a
sedimentare e risolti con l'aiuto del tempo. La notizia
"clou" è sempre l'organizzazione dell'assemblea
straordinaria internazionale di Latina, dal 2 al 9
Aprile 2006, dove parteciperanno solo i Segretari
Nazionali e gli addetti ai lavori. Su un ricco
programma di 7 giorni intende cercare di risolvere
i problemi attuali, riscrivendo lo Statuto, definendo
il voto a distanza, (ovvero la possibilità di coinvolgere
e far approvare decisioni di competenza
dell'Assemblea, tramite una consultazione via
telematica) eleggendo nuovi "ufficiali", affrontando
i tempi legati al controllo equo delle finanzeÊ e
cercando soprattutto di snellire e di rendere più
adeguata la struttura di Servas International per
affrontare le concorrenze e le sfide delle nuove
tecnologie e di nuove idee.
L'Italia è in prima linea nella contribuzione alle
innovazioni per il nuovo servas: Anna Flammini
partecipa al gruppo di lavoro per il voto a distanza,
mentre Mario Burlando partecipa al gruppo di lavoro
per la riforma dello Statuto Internazionale.
L'organizzazione tecnico-logistica dell'assemblea è
ancora seguita da Anna Flammini, attuale
coordinatrice del Lazio. Specie nella zona laziale
(ma non solo) è opportuno che si costruisca un
buon gruppo di lavoro che assisti Anna e tutto lo
staff Internazionale a produrre una buona assemblea.
Un augurio affinché questa assemblea possa
effettivamente aiutare a risolvere i problemi e a
rilanciare Servas nel nuovo millennio.
Claudio Pacchiega
facile da gestire e con maggiori capacità
organizzative. L'incontro Asiatico ha visto la
partecipazione di alcuni Paesi asiatici (non tutti
purtroppo), ma la partecipazione è stata
significativa. Malaysia, Nepal, Kyrgystan, Cina,
Sri Lanka hanno partecipato ed hanno portato
il loro contributo. Il Comitato è stato un po' il
centro delle attenzioni dei delegati, così come
la prossima assemblea in Latina, ma è stato
svolto anche un interessante dibattito/scambio
di opinioni su argomenti quali: la redazione di
newsletter, l'accesso al sito, la gestione locale
delle liste e la gestione non violenta dei conflitti.
Potete vedere alcuni risultati nella newsletter
che è in produzione da parte di Servas India
e che sarà presto disponibile su , la parte del
sito internazionale dedicata alle informazioni
su quanto sta succedendo. (Potete anche
accedere a per partecipare attivamente alle
discussioni internazionali). La partecipazione
diretta alla vita dell'associazione, la capacità
di creare ed interagire in "reti" comunicative
e il legame con i tempi pacifisti sono stati visti
come degli elementi che denotano
univocamente Servas e che al momento ci
consentono di essere competitivi con le proposte
alternative di viaggio e ospitalità gratuite che
abbondano su internet, anche se dobbiamo
meditare su come raggiungere i giovani che
considerano Servas un po' datata e noiosa e
soprattutto ridurre la burocrazia e le
sovrastrutture fini a se stesse.
Claudio Pacchiega
7
MAPPA DELLE
LISTE 2005
NEL MONDO
Al centro di documentazione di Servas Italia a Torino nel corso del 2005 sono arrivate
complessivamente 112 liste Servas . A volte si tratta di un solo recapito,; a volte bisogna
verificare l’esattezza dei dati, ma sempre bisogna apprezzare il lavoro volontario e la disponibilità
che ognuna di esse esprime.
Realizzare una mappa complessiva delle liste è piuttosto complicato: oltre alle liste su carta,
sul sito sono archiviate in uno “storage”, un magazzino virtuale, le liste in formato digitale;
di queste alcune sono pubblicate più volte nel corso dell’anno.
In pratica la situazione cambia di giorno in giorno, ma il caos è in realtà apparente. Avendo
seguito le liste straniere da 5 anni, posso dire che in realtà i ritmi di pubblicazione sono
abbastanza regolari, soprattutto per quanto riguarda le liste principali.
Ecco una delle possibili classificazioni, quella per aree geografiche.
AFRICA
(zona anglofona):
Botswana, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, Malawi, Namibia, Nigeria, Sud Africa, Uganda,
Zambia, Zimbabwe
(zona francofona);
Algeria, Cameroun, Madagascar, Mauritius, Marocco, Reunion, Senegal, Togo.
AMERICA
(Caraibi):
Barbados, Cuba, Guadaloupe, Haiti, Giamaica, Martinica, Antille Olandesi, Suriname, Trinidad
e Tobago
(centrale):
Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama.
AMERICA (nord):
Bermuda, Canada, Stati Uniti.
(sud):
Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Guyana Francese, Paraguay, Perù, Uruguay,
Venezuela,
ASIA
(estremo oriente):
Cina, Hong Kong, Giappone, Sud Corea, Taiwan.
(sud est):
Indonesia, Malaysia, Filippine, Singapore, Tailandia.
(sud ovest):
Bangladesh, Bhutan, India, Kyrgyzstan, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Uzbekistan.
EUROPA
(e vicino oriente):
Armenia, Austria, Autonomia Palestinese, Bielorussia, Belgio, Bosnia Erzegovina, Gran Bretagna,
Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania,
Grecia, Groenlandia, Islanda, Irlanda, Israele , Italia, Giordania, Lettonia, Liechtenstein,
Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldavia, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo,Romania,
Russia, Arabia Saudita, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera,
Turchia, Ucraina, Emirati Arabi Uniti.
SUD PACIFICO
Australia, Isole Cook, Nuova Celidonia, Nuova Zelanda, Samoa, Vanuatu.
Ed ecco infine le prime liste 2006 che sono arrivate: si tratta come sempre di quelle dell’emisfero
sud:
Bermuda, Cook Islands, Nuova Caledonia, Fiji, Samoa, Tahiti, Vanuatu, Wallis e Futura, India.
Si tratta di micro liste, ma anche di una lista “storica” quella indiana, che aspettavamo da
tempo e che ha un valore simbolico importante. In ogni caso sono il documento che Servas
va avanti, malgrado le difficoltà.
Bruno Manfredi
8
Immagini da
Sentierinsieme 2005
Walser) che hanno risposto con generosità al
richiamo di questa insolita presenza in valle. E
grazie in modo particolare a coloro che vivono
e lavorano in montagna, nonostante le grandi
difficoltà ambientali, le “ragazze” degli alpeggi
di Rimella e dell’Alpe Seccio, e gli ultimi abitanti
delle piccole frazioni ancora abitate, silenziosi
vivi testimoni delle nostre Alpi.
Grazie ad Alanna, la nostra “mascotte”, per
aver portato i suoi diciotto anni dalla lontana
Australia; grazie a Dawn , da San Francisco, e
a Blessing, dal Gambia, con la loro simpatia e
le loro danze; grazie a Ömer e Ender dalla
Turchia. Grazie a Denise -con la “sua” Cina
cantata- e grazie a tutti, proprio tutti.
Poche immagini del carissimo Norbert -per oraa ricordo di Sentierinsieme. Altre immagini e
racconti nel prossimo numero del notiziario,
con l’invito all’edizione 2006.
Che cosa è rimasto -dentro- di Sentierinsieme
2005? Forse un po’ di cielo blu, volti, voci,
silenzi, pascoli, casere, pastorelle, tramonti,
una tavola, un canto. E un grande grazie a tutti
i partecipanti e in prima persona ad Adriano
Ferrero e Carla Lucarno, e poi a Ivo Scherrer,
a Paolo Roggero, a Federica Reale, ad Anna
Bianchi e a tutti coloro che hanno dato una
mano in Valsesia e alle Cinque Terre all’evento
che ha coinvolto quasi un centinaio di amici.
Grazie anche alle istituzioni valsesiane (comuni,
Parco naturale, Azienda turistica, istituzioni
Dante era Servas?
D
omanda surreale, forse,ma, a guardare bene
la vita di Dante, qualche risposta in tal senso ce la
potremmo dare.
La condanna in contumacia all’interdizione perpetua
dai pubblici uffici, ad una multa di 5000 fiorini ed
a due anni di esilio del 27 gennaio 1302, dopo un
tendenzioso processo per corruzione, appropriazione
di denaro pubblico,atti ostili contro il papa ( Bonifacio
VIII)ecc.. viene commutata nella condanna al rogo
per non essersi Dante presentato davanti ai giudici
per discolparsi.
E a questo punto che Dante comprende che a Firenze
non potrà più tornare e nel 1303 lo vediamo iniziare
il suo “pellegrinaggio”da esiliato: è nello stesso
anno a Forlì presso Scarpetta degli Ordelaffi, alla
corte veronese di Bartolomeo della Scala, nel 1304
a Treviso presso la corte di Gherardo da Camino;
in Lunigiana alla corte dei Malaspina, in Casentino,
a Lucca, per ritornare nel 1312-13, dopo essere
stato escluso dall’amnistia accordata agli esuli
bianchi, a Verona alla corte di Cangrande della
Scala, dove rimarrà fino al 1318.
In questo anno si trasferisce a Ravenna, ospite di
Guido Novello da Polenta, dove muore nel 1321.
Che dire? Come non considerare le grandi otto
famiglie( e ce ne saranno state sicuramente altre
di non illustre discendenza) che lo accolgono nelle
loro corti “Open door”
E lo spirito dell’accoglienza,della condivisione, della
cortesia, della conoscenza, dello scambio è la cifra
fondamentale dell’ospitalità che Dante trova nei
lunghi anni dell’esilio. E non sono forse questi i
valori fondanti e fondamentali delle Open Door di
Servas? E Dante traveller del XIV secolo non trova
nelle corti presso cui è ricevuto, non solo il calore
umano, il rispetto, la generosità,la partecipazione,
la reciprocità, ma “case”che aprono le loro porte
p e r a c c o g l i e r e i l v i a t o r, d e l u s o d a l l a
“noverca”(matrigna) Firenze,carico non certo di
zaini e bagagli, ma di una conoscenza del mondo,
“de li vizi umani e del valore”, un uomo che è, io
credo,l’intellettuale, il poeta, l’autore più grande
che la nostra Letteratura abbia espresso, esemplare
interprete del suo tempo e del nostro, come ogni
grande è.
A queste cose pensavo quando a bussare alla mia
porta è stata nel mese di giugno Maria Soresina,la
fondatrice storica di Servas Italia, ma, cosa per me
molto più interessante, una studiosa appassionata
di Dante e della Commedia.
Ecco
allora
scattare
quella
miracolosa”corrispondenza”e condivisione di passioni,
di idee, di punti di vista, di analisi non
necessariamente coincidenti, che noi tutti Servas
auspichiamo quando la nostra “porta aperta”diviene
un varco di reciproco scambio culturale!
Ed è proprio vero che il viaggio è nella sua dimensione
più profonda conoscenza.
Si può viaggiare rimanendo a casa,si può viaggiare
incontrando persone ( e nel mio caso di nazionalità
italiana)che non ci portano l’aria esotica di paesi e
culture lontane, ma la gioia ed il piacere di percorrere
insieme i sentieri profondi e fecondi degli ardui
viaggi dell’anima.
Anna Maria Piervitali
9
L'IMPORTANZA DEGLI
INCONTRI
Raduni per conoscerci, rendere concreto e promuovere
il significato dell'Associazione SERVAS:
il piacere dello scambio, della partecipazione, della
condivisione, sulla base di un denominatore comune,
dato dalla tensione verso "la Pace".
Ma la pace non è solo un obiettivo statico , un oggetto
che si decide di fare nostro, e che per questo si
realizza: la pace è il risultato di una serie di premesse
di pensiero e di intenti, che prende forma attraverso
la ricerca dei fatti che uniscono, che hanno significato
e danno valore. Fatti da condividere.
Fatti che ci danno piacere, gioia, divertimento,
benessere: in una parola ci fanno stare bene con
l'altro. La Pace a questo punto sarà il risultato naturale
, non utopistico o convenzionale, ...o peggio,
strumentale!!
Forse la ragione per la quale mi dà tanto fastidio la
parola "pacifismo", con la quale non mi identifico, è
che mi appare come una forzatura, spesso sbandierata
per i motivi più diversi (creare identità politica, creare
immagine di affidabilità e conquistare "seguito" ,
spesso utilizzata per dare voce e numero ad altri
scopi).
Anche il viaggio e l'ospitalità sono congrui al significato
dell'Associazione SOLO se realizzano il desiderio di
"andare verso l'altro" , di conoscersi, di scambiare e
condividere "un tratto di vita", di accorgersi che "si
sta bene insieme".
E dunque, perchè non cominciare dal "piccolo", dallo
scambio di queste convinzioni e presupposti, dalla
consapevolezza di una "identità" tra i membri stessi
dell'associazione, anche localmente?
Su questi presupposti,partendo "dal piccolo", mi
chiedo come promuovere e rafforzare, inventare,
moltiplicare, e allargare man mano sempre di più
Marcia Perugia-Assisi
Domenica con il nostro gruppo eterogeneo
di gente di buona volontà abbiamo camminato
sulle strade tra Perugia ed Assisi per dire il
nostro no alla guerra ed alla povertà. E' qualche
anno che in occasione della Perugia Assisi ci
muoviamo dal Trentino per partecipare alla
marcia lanciata da Aldo Capitini nel lontano
1961, negli ultimi anni la partecipazione alla
marcia ha assunto un sapore diverso.
Passati gli anni delle marce "militanti", le ultime
edizioni hanno incarnato in pieno l'idea
capitiniana di "accomunamento" dal basso.
La nostra esperienza degli ultimi anni ha
incarnato, quasi senza volerlo proprio questo
spirito.
Grazie all'iniziativa di un gruppo di volontari di
una bottega del commercio equo e solidale di
Riva del Garda e di una piccola amministrazione
comunale della Valle di Ledro, il Comune di
Concei, abbiamo organizzato una "due giorni"
di trasferta in terra umbra che, oltre ad essere
momento di impegno politico è stata anche un
esperienza di autentica "convivialità".
Alla testa il "nostro" sindaco del Comune di
Concei ( molti di noi non sono residenti in quel
comune, ma plebiscitariamente lo abbiamo
anche geograficamente, le occasioni e le modalità
degli incontri tra Soci.
IN CHE MODO?
1) Innanzitutto aumentando sempre più il numero
dei soci, ma anche degli amici simpatizzanti: diffondere
l'idea, invitare nella associazione i propri amici e i
figli degli amici, eventualmente anche solo come
sostenitori e divulgatori dell'Idea SERVAS a invitare
i loro amici e figli di amici.
2) Mi sembra anche importante tenere inoltre presente,
che i sentimenti di Pace si costruiscono introducendoli
laddove ancora non sono tenuti in considerazione: A
POCO SERVE RIUNIRCI SOLO TRA PERSONE CHE GIà
POSSEGGONO QUESTI CONCETTI , persone per le
quali essi sono già presenti nelle loro vite e nei loro
intenti.Se io dò un pane a te e tu dai un pane a me,
bene, avremo il piacere di mangiare il pane insieme.
Ma se io ti insegno a fare... che so, "il risotto con lo
zafferano", e tu lo mangi , ti piace, e lo insegni ai
tuoi amici, avremo una cosa in più che ci unisce -e
non solo noi due- e che fa sì che possiamo meglio
conoscerci e apprezzarci, mentre prima non avevamo
avuto occasione di nulla di comune. Lo stesso vale
per condividere il concetto di pace!
Credo anche che il concetto di pace vada nutrito e
fatto crescere con concreti gesti di disponibilità e
solidarietà, e di conseguenza credo che questa
associazione dovrebbe essere l'ambiente naturale in
cui sviluppare ... tantissime cose, idee e iniziative!
E per fare questo è fondamentale conoscersi e
FREQUENTARSI!
Coraggio dunque, mettiamoci in rete, con l'aiuto dei
coordinatori, local help, e persone di buona volontà:
anche in questo, come nelle nostre Porte Aperte,
saremo tutti preziosi e apprezzatissimi BENVENUTI
!!
Orsetta Arno
adottato tutti...) che ha portato tutta la sua
stazza, ornata di fascia tricolore con la sola
energia sprigionata dalle sue gambe fino ad
Assisi, scortato dal suo vice , Sandro, un
simpaticissimo veterinario con una parte della
sua numerosa famiglia al seguito e poi tutti gli
altri giovani e meno giovani fino ad arrivare a
qualche arzilla signora anziana........Siamo
stati, per due giorni , la sintesi di quel grande
popolo in cammino che è il popolo della
pace.....Per dirla in sintesi dai 99 Posse a
Giovanni Paolo II passando per il diritto all'acqua
per tutti, alla lotta per cambiare la WTO (dagli
slogan delle magliette...).
Siamo arrivati ad Assisi stanchi , confusi nel
biscione multicolore che occupava le strade
della campagna umbra dopo aver camminato,
sudato, mangiato, cantato e condiviso la strada
con migliaia di persone......Un temporale ha
salutato il nostro arrivo....Abbiamo fatto il pieno
di energia per i prossimi due anni, per
continuare a lottare per la pace.
Gianfranco
10
Il quinto anno di Servas
a Immagimondo
Marco Tufari e la moglie, che hanno allestito lo stand
Riguardando il numero del notiziario Servas
del novembre 2001 ho riesumato l’articolo che
avevo scritto in occasione della prima
partecipazione dei SERVAS lombardi ad
Immagimondo.
Da allora abbiamo partecipato con uno stand
Servas a tutte le edizioni successive della fiera
e abbiamo appena concluso la quinta presenza,
che si è svolta nei giorni di 22 e 23 ottobre
scorso a Erba (tra Como e Lecco ), nella
struttura di Lariofiere, organizzato da “Les
cultures”, associazione impegnata nel sociale
nell’area di Lecco e che, anche col ricavato
annuale della fiera, costruisce scuole in Niger
e Mali .
Immagimondo è una fiera del turismo
alternativo a cui sono presenti associazioni no
profit che organizzano viaggi nell’ambito del
turismo responsabile, altre che sviluppano
iniziative di assistenza nei paesi poveri e inoltre
sono presenti singoli viaggiatori che hanno
l’opportunità di illustrare i loro viaggi fatti in
località interessanti o poco note.
In questi anni abbiamo illustrato lo spirito e
l’organizzazione della nostra associazione a
molte persone che si sono avvicinate al nostro
stand e abbiamo consegnato loro il pieghevole
dell’associazione con il riferimento al sito internet
per gli ulteriori approfondimenti. Abbiamo
tenuto due anni fa una conferenza in cui
abbiamo illustrato la nostra associazione,
nell’ambito di Immagimondo e alcuni soci hanno
partecipato ad iniziative all’interno della fiera
presentando i loro viaggi e anche l’ospitalità
Servas di cui hanno goduto.
La partecipazione a questa fiera è un’esperienza
importante per Servas Italia, che si fa conoscere
a chi è interessato a viaggiare in modo diverso
e che non ha avuto l’opportunità di avvicinare
prima SERVAS; inoltre confrontiamo le nostre
idee con quanto si sviluppa nel mondo del
turismo alternativo.
Le iniziative nelle due giornate della fiera sono
molteplici. C’è un fitto programma di conferenze
su viaggi effettuati nelle parti più diverse del
mondo, la presentazione di nuovi libri su viaggi,
un concorso fotografico, musiche e balli e la
presentazioni di iniziative varie a favore dei
paesi più poveri.
Auguriamo, per l’anno prossimo, una
partecipazione di soci allo stand ancora più
folta di quest’anno. E’ un’opportunità da non
perdere!
Mario Arosio
Sole e vento: energie per un mondo migliore
Sommario: Quello che stiamo vivendo è il
secolo in cui il genere umano dovrà imparare
a vivere senza petrolio. Quali le alternative?
Sole e vento rappresentano già oggi soluzioni
mature e, insieme a uno stile di vita meno
dispendioso in energia, ci potranno aiutare a
lasciare un mondo più pulito a chi verrà dopo
di noi.
Lo stile di vita occidentale, sprecone in
risorse, si basa sulla disponibilità quasi illimitata
di petrolio. Questa è la fonte energetica più
usata al mondo: col petrolio si produce il 37%
di tutta l’energia mondiale e insieme a carbone
e gas naturale, gli altri due combustibili fossili,
fornisce l’85% dell’energia consumata nel
mondo. Il resto è fornito da energia nucleare
(6%) ed energia idroelettrica (6%) e, in minima
parte, da fonti rinnovabili: energia del sole,
energia del vento, energia della Terra
(geotermico), energia dalle biomasse
(legname). I problemi che nascono da un
sistema energetico di questo tipo sono
principalmente due, uno di carattere ambientalesanitario, l’inquinamento atmosferico prodotto
dalla combustione di petrolio, carbone e gas
naturale, e l’altro economico: la difficoltà di
stimare le riserve di petrolio produce instabilità
economica e politica. Sulle stime di quando
verrà estratta l’ultima goccia di petrolio non
c’è unanimità di vedute tra gli analisti, ma su
un dato il mondo scientifico nutre invece pochi
dubbi: quello in cui stiamo vivendo è il secolo
in cui il genere umano dovrà imparare a
cavarsela senza petrolio. Quali allora le
alternative praticabili?
Fonti rinnovabili: tecnologie mature e
attuali
Già oggi Sole e vento, fonti rinnovabili di
energia, potrebbero sostituire il petrolio in vari
ambiti energetici e produttivi. Le rinnovabili
vengono anche chiamate, erroneamente, fonti
alternative. In realtà il genere umano da millenni
utilizza Sole e vento per riscaldare le abitazioni,
mettere in funzione i mulini, solcare i mari con
le imbarcazioni a vela, mentre ci stiamo
permettendo il lusso di utilizzare le inquinanti
ed esauribili fonti fossili da circa 250 anni e lo
faremo ancora per poco tempo. Sono quindi
petrolio e carbone le vere fonti alternative,
mentre Sole e vento sono un’opzione concreta
e matura che possiamo adottare fin da subito.
Purtroppo la situazione è che solo una minima
parte dell’energia che consumiamo proviene
da fonti pulite, malgrado sia evidente il loro
elevato valore non solo ambientale ma anche
economico: non producono rifiuti difficili da
smaltire, contribuiscono al miglioramento
economico e sociale portando energia nelle
aree rurali o isolate, favoriscono la creazione
di nuovi posti di lavoro.
11
Si stima che per ogni miliardo di chilowattora
prodotto nel comparto petrolifero si ottengono
260 nuovi posti di lavoro e che l’uso del carbone
ne produce 360; il solare fotovoltaico
(produzione di energia elettrica col sole) ne
crea ben 76.000. Lo sviluppo delle fonti
rinnovabili dipende in larga parte da scelte di
carattere politico. Da diversi decenni i settori
delle fonti fossili e dell’energia nucleare sono
stati sovvenzionati con enormi finanziamenti
da tutti i governi del mondo e continuano a
esserlo. Si stima che nel 2001 l’Unione Europea
abbia sovvenzionato il settore energetico con
29,2 miliardi di euro, di cui solo 5,3 per le fonti
rinnovabili. Inoltre, i consumatori finali e gli
investitori vengono informati a malapena sul
potenziale energetico delle fonti rinnovabili, gli
incentivi esistenti e gli sviluppi tecnologici.
Roberto Rizzo
Roberto Rizzo è anche autore del libro: “Salvare il mondo senza essere Superman”, Einaudi 2005. Prefazione
di Mario Tozzi.
Per proteggere l’ambiente e porre un freno al consumo intensivo di risorse che mette a repentaglio la
qualità dell’aria e delle acque, il clima e la biodiversità non è necessario essere supereroi: basta mettere
in pratica alcuni semplici accorgimenti e avere fiducia che anche i piccoli gesti possono essere utili. È questo
il messaggio di “Salvare il mondo senza essere Superman” (Einaudi), del giornalista scientifico e socio
Servas Roberto Rizzo che da diversi anni si occupa di tematiche ambientali e, in particolare, di energia.
Ogni capitolo del libro, la cui prefazione è stata scritta dal geologo e conduttore televisivo Mario Tozzi,
descrive atti concreti che modificano poco le nostre abitudini, ma che migliorano molto il nostro presente
e il nostro futuro, facendoci risparmiare energia e denaro. Un capitolo del libro è interamente dedicato ai
viaggi: i mezzi di trasporto più ecologici, come si progetta un viaggio ecocompatibile, le tipologie di viaggio
da evitare e quelle, come Servas, da privilegiare, il turismo etico. Nei vari capitoli sono analizzati, inoltre,
i dati del consumo energetico in Italia e nel mondo, partendo da un caso esemplare di buona pratica
ambientale. Chiude il libro un ricco glossario in cui sono spiegati i termini di carattere ambientale e tecnico
più utilizzati. Roberto Rizzo ha lavorato come ricercatore al CERN di Ginevra (Centro Europeo di Ricerca
di Fisica delle Particelle) e attualmente è il coordinatore editoriale delle riviste “FT-fotovoltaici” e “Wind
Energy”, dedicate alle fonti rinnovabili.
Contatti…
Il primo contatto con un ospite Servas è sempre
il più difficile. Due persone, sconosciute fino a
poco prima, si mettono in contatto e chiedono
e offrono ospitalità. Oggi il sistema più usato
è l’invio di una email, spesso rivolta a più
persone contemporaneamente. Questo sistema
offre vari vantaggi: è veloce, a basso o nullo
costo, impersonale. Ma molto spesso, in
particolar modo in Italia, i soci si lamentano
della bassa risposta rispetto alle attese. Allora
è tempo forse di scoprire o riscoprire altri
sistemi di comunicazione: il telefono, prima di
tutto, è vero può essere un sistema
“impegnativo” (soprattutto per le persone
timide come la sottoscritta) e relativamente
costoso (anche se adesso esistono tariffe
economiche o a costo zero come skype su
internet) ma certamente è un contatto umano
immediato molto gratificante ( sempre se non
si incontra, sempre in agguato,la barriera delle
segreterie telefoniche…). Si può riscoprire,
perché no, la vecchia lettera postale, che
richiede naturalmente tempi di attesa più lunghi
e una “sana” programmazione anticipata del
viaggio, ma che offre la “magica” sensazione
di ricevere risposte direttamente nella buca
delle lettere (e poi chi di noi non risponde ad
una lettera postale tanto è diventata una merce
rara!). Tutto questo si può esprimere in una
parola “diversificare”, non possiamo infatti
lamentarci di non trovare porte aperte disponibili
ad ospitarci se non proviamo tutte le strade e
non privilegiamo le vie più “umane”.
Anche il contatto via email deve sottostare ad
alcune semplici regole, ne espongo alcune ma
sono certa che ce ne sono molte altre (manca
un galateo proprio della posta elettronica): no
alle email “a vuoto a perdere”, bisogna seguire
il percorso delle risposte e se per caso cambiamo
idea o itinerario comunicarlo subito alla porta
aperta (del resto dopo il primo contatto positivo
il secondo è preferibile avvenga via telefono),
personalizzare l’email per ogni socio evitando
di lanciare generiche richieste, cercare di
specificare sempre con chiarezza date e mezzo
di trasporto usato e per quanto è possibile, ora
di arrivo, accludere in allegato la lettera di
viaggio scannerizzata. All’ospitante si richiede
invece per quanto possibile di rispondere alle
email di richiesta anche in senso negativo.
Cerchiamo di rendere anche questo momento
del viaggio servas un momento di scambio e
di amicizia.
Laura Ghivarello
12
Transmongolica
"aiutate questi gattini"
P
er una serie di circostanze fortunate ho avuto
la possibilità quest’estate di realizzare un sogno.
Da tempo progettavo un viaggio in Transiberiana
(in treno da Mosca a Vladivostok), ma i casi della
vita ( e il supporto tecnico fondamentale di Laura,
Servas torinese che vive a Canton) mi hanno portato
a fare il percorso inverso, da est verso ovest, da
Pechino a Mosca in treno.
Si è trattato di un’esperienza particolare, con
situazioni molto diverse da quelle che erano le mie
aspettative iniziali. Si è trattato più che di un viaggio
normale, di un viaggio dentro me stesso.
Le emozioni vissute, gli incontri fatti, le avventure
dei sei mesi di preparazione e dei 23 giorni del
viaggio vero e proprio sono tantissimi. In questa
sede mi limito a raccontare il viaggio dal punto di
vista dell’ospitalità e di Servas in particolare.
In Cina ci sono solo una decina di Porte aperte, di
cui solo due day host nella zona di Pechino.
Con qualche difficoltà di comunicazione , abbiamo
stabilito un contatto, fissato un appuntamento di
fronte al teatro principale della città. Abbiamo
aspettato un’ora, ma non è successo niente…Peccato.
In Mongolia non ci sono soci Servas. L’ospitalità
tradizionale da queste parti è nelle caratteristiche
tende (ger). Ormai però si tratta di ospitalità mediata
dalle organizzazioni turistiche (nel nostro caso la
gentile proprietaria dell’indipendent hostel Steppe
House). L’incontro più significativo della settimana
passata a Ulan Bator fuori dagli schemi turistici, è
stato l’incontro con una giovane coppia che studia
a Canton in Cina: dopo una cena in un locale di
cucina mongola (vita dura per i vegetariani in
Mongolia) e dopo essere scampati ad un tentativo
di furto, la serata è continuata in un locale per
giovani mongoli alla moda, in cui le birre cambiano
di costo in tempo reale, come in una specie di borsa
e si gioca ad una specie di tombola: curioso!
Del viaggio in treno ci sarebbe troppo da dire: dico
solo che si è trattata di un’esperienza indimenticabile,
probabilmente irripetibile…
L’ultima tappa del viaggio è stata Mosca: qui devo
dire che sono stato molto fortunato dal punto di
vista Servas perché in tre giorni ho potuto conoscere
Ringraziamenti da due
viaggiatori
Allan e Darnell, Servas del Minnesota, dopo un
avventuroso giro dell’Europa, sentono il bisogno, al
rientro negli USA, di esprimere il loro grazie
particolare all’Italia per efficienza del servizio sanitario
ed in particolare a 3 socie romane che, con autentico
spirito Servas hanno salvato la loro vacanza.
“Ero con mia moglie Darnell a Roma lo scorso maggio
2005 ospite di Rossana Nicolò dopo essere stata
presso Rosanna Vezzosi e ci accingevamo a partire
per Firenze.
Avendo qualche ora di tempo, decidemmo di andare
ad Ostia per vedere il mare quando fui colto da un
attacco di ernia. Non potevo camminare, un dolore
lancinante mi teneva piegato in due e, solo Dio sa,
quanto fu difficile tornare a casa, nella zona di
Mostacciano.
Quando Rossana tornò a casa e mi trovò in questo
stato, mi accompagnò all’ospedale. Il dolore era
insopportabile, erano le quattro del pomeriggio e
mi fu detto che sarei dovuto essere operato
La casa di alcuni bambini di strada a Ulan Bator
ben quattro ospiti, tutte donne, molto carine e tutte
con lavori molto interessanti di cui parlare, tra un
locale, una passeggiata e uno scorcio di Mosca vista
dal di dentro.
Irina è una cartografa e dopo una passeggiata sulla
Moscova, abbiamo scelto di visitare un parco che
contiene in surreale accostamento statue comuniste
e statue anticomuniste.
Tatiana è invece regista cinematografica (e poeta).
Mi ha accompagnato nella zona del piccolo parco
dove Bulgakov ambientò Il maestro e Margherita.
Molto interessante!
Zinaida è un personaggio incredibile: non è più
giovanissima (eufemismo) ed è stata giornalista
tra l’altro anche della Cnn , in epoche più o meno
lontane. E’ indaffaratissima e si è fatta “scortare”
in una serie di commissioni nel centro di Mosca:
un’esperienza un po’ surreale per fortuna durata
solo un paio d’ore…
Last, but not least…Anna è in realtà della Bielorussia
e anche lei fa un lavoro interessantissimo: è script
writer di fumetti. Anche qui …serata indimenticabile,
probabilmente irripetibile…
O no?
Bruno Manfredi
Un assaggio di ospitalità in una tenda mongola
d’urgenza. Mia moglie, assistita da Pina Di Mario,
altra Servas di Mostacciano che parla inglese,
piangeva e ed attendeva ansiosa la mia uscita dalla
sala operatoria.
Entrambi esultarono dalla gioia quando mi videro
uscire roseo e felice sulla barella e mi abbracciarono
con immenso stupore vedendomi così contento.
Il mio ricovero durò solo due giorni e, quando dovevo
uscire dall’ospedale pioveva a dirotto. Con immensa
gioia notai cha accanto a mia moglie c’era Rosanna
Vezzosi, terza Servas romana che ci accompagnò
a casa di Rossana Nicolò che ci ospitò ancora per
due giorni e così finalmente riprendemmo felici il
nostro viaggio.”
Non posso non esprimere tutta la mia gratitudine
per l’amore e l’assistenza di queste tre signore
romane che hanno saputo aprire non solo le loro
porte ma anche il loro cuore in un momento così
difficile del nostro viaggio.
Da parte mia e di mia moglie Darnell tanto affetto
e riconoscenza.
Ê
Allan
13
Il mio primo
esperimento Servas
Sono entrata nel Servas un anno fa perché
volevo partire per posti lontani ed esotici,
invece niente e così finora non avevo mai
ancora provato a viaggiare Servas. Poi è
successo che ho dovuto andare a Torino per
il Salone del Libro e non riuscivo a trovare
l’albergo. Così una mia amica che è socia da
molto tempo mi ha detto:perché non cerchi
ospitalità con Servas? Per Torino? Ho detto
io,sorpresa. Infatti mi ero messa in mente che
con il Servas si andasse solo in un altro Paese.
In realtà il libro con gli indirizzi per l’Italia per
un disguido non mi era mai arrivato. Va bene,
dico. Detto fatto, eravamo in pizzeria, la mia
amica tira fuori il telefonino e fa il numero di
qualcuno che conosce. Questo qualcuno non
può, ma ci suggerisce un altro numero e la
signora risponde subito, è d’accordo, dice che
posso andare da lei. Che fortuna! Ho risolto il
mio problema. E’ un bel palazzo del centro, a
pochi passi dalla Mole Antonelliana:
comodissimo. I miei ospiti si chiamano Mazza,lei
Loretta, lui Umberto, lei è ingegnere, lui medico
specializzato in ematologia, la casa è grande,
luminosa, con un grande balcone fiorito e
anche in sala c’è una foresta di piante verdi
fino al soffitto e…in mezzo volano gli uccellini.
Non credo ai miei occhi: una passerotta e un
fringuello che volano in picchiata da un ramo
all’altro e attraverso la stanza, planano a pochi
centimetri dalla mia testa, si azzardano qualche
volta anche nell’ingresso e in cucina. Lei si
Report: Servas Svezia
Come d'abitudine cerco di unire lavoro e
piacere, quindi ho coniugato la visita a
Stoccolma - per lavoro - a un incontro con
membri servas. Dopo un periodo di attesa
alquanto lungo per avere la guida svedese, ho
contattato solo i membri servas di Stoccolma
che avevano indicato
l'indirizzo email. Ne ho contattati circa quindici.
Nel giro di due giorni quasi tutti mi avevano
risposto. Non fosse stato che quasi tutti erano
in ferie nel periodo della mia visita - evitate
di viaggiare a luglio in Scandinavia perchè è
il loro mese di vacanza (corrisponde al nostro
agosto, mentre ad agosto le scuole riaprono
e la routine quotidiana riprende) - la disponibilità
dei membri servas è stata incredibile. Una
famiglia mi ha invitato ad Uppsala dove hanno
la casa delle vacanze, un signore mi ha offerto
l'eventuale ospitalità di alcuni amici non servas.
Sono stata ospite di una coppia di americani
che si sono trasferiti a Stoccolma 7 anni fa.
Coppia gentile e cordiale che mi ha ospitato
per 5 giorni (con ringraziamento
precedentemente accordato di doppia cena
italiana e regalino). La cucina dev'esser stata
piuttosto gradita, visto
che mi hanno chiesto quando sarei tornata per
posa sulla spalla di Loretta che veste sempre
di azzurro perché è l’unico colore che non la
spaventa. Figuriamoci io che sono tutta in
arancione! Provoco una rapidissima fuga di
protesta sui rami più alti, ma poi a poco decide
di sopportarmi. Il fringuello canta che è una
meraviglia. Mi sembra di essere nel paradiso
terrestre! O in una favola. Questa sarebbe la
casa ideale per una scrittrice per bambini: si
troverebbe già una storia tutta fatta. Quasi
quasi comincio a pensarci anch’io. I miei ospiti
sono così gentili e simpatici che mi sento
davvero a casa, in famiglia. Mi portano, appena
ho un momento libero, a fare meravigliose
passeggiate sulle colline e lungo la Dora. E
così scopro per la prima volta davvero Torino:
finora c’ero venuta sempre di corsa, arrivo e
partenza e in mezzo un rapido impegno di
lavoro. E scopro grazie a loro e allo spirito
del Servas che Torino è una città bellissima,
tanto che mi verrebbe una gran voglia di venire
a viverci…”E’ tutto così il Servas?, chiedo. O
sono stata eccezionalmente fortunata?
Viaggerò sempre e solo Servas, mi dico. E
questo il vero modo per conoscere un luogo
attraverso gli occhi e il cuore di chi lo abita e
lo vuole davvero condividere. E racconto a
tutti questa mia favola emblematica nel bosco
degli uccellini. Adesso ho due nuovi amici:
Loretta e Umberto. Mi sembra di conoscerli da
sempre. Come potrò stare a lungo senza di
loro?
Il mio primo esperimento Servas non poteva
andare meglio di così.
Donatella Bisutti
lavoro a Stoccolma) Una signora - che mi
aveva risposto ma di cui non avevo ricevuto
l'email - è venuta persino a cercarmi al centro
conferenze dove mi trovavo, essendosi
preoccupata del mio silenzio e offrendomi
ospitalità!
Un pomeriggio ho incontrato un signore Servas
che voleva ci incontrassimo, per i comuni
interessi, e mi ha invitato a partecipare alle
loro attività per il futuro. Posso quindi
confermare l'importanza di utilizzare l'email
per i contatti con i membri, ma di non
considerarla come una risorsa last minute bensì
uno strumento diretto ma sempre ufficiale e
formale. Mi sembra di aver capito che i membri
servas svedesi non abbiano spesso molti ospiti,
quindi sono tutti ben lieti di ospitare persone
in casa. Devo anche dire che il fatto di cucinare
qualcosa di tipico per chi ti ospita è un gesto
molto apprezzato, sia per il cibo in sé, per
l'esperienza gastronomico-culturale che per il
gesto di fare qualcosa per la famiglia che apre
le proprie porte a uno sconosciuto.
Complessivamente, gli scandinavi hanno un
atteggiamento e attitudine che esalta al
massimo l'idea alla base dell'associazione
servas. Vincono il premio, finora. La guida
servas, rispetto alle guide precedenti che avevo
consultato per altri paesi, era piuttosto completa
e affidabile, con un unico errore in un indirizzo
mail.
Anna Ferro
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Viaggio in autostop
Da tanto tempo mi riprometto di scrivere il ricordo
di un viaggio per i compagni di Servas. Questa volta
devo proprio. Il viaggio che ho intrapreso dal 13 al
22 maggio 2005 per andare ad Istanbul e tornare
è nato, infatti, grazie a due altre socie Servas: Betul
e Silvia. Avevo conosciuto Betul due anni fa circa,
era stata ospite da me, che, non avendo una casa
in quei giorni, avevo sistemata da mia sorella.
Durante la sua permanenza ci vedemmo poco, ma
poi ci siamo scritte sempre con una certa assiduità.
Tutti i miei amici che passano da Istanbul devono
portarle i miei saluti. Lei magari passa un po' di
tempo con loro e in questa maniera riusciamo anche
a condividere delle conoscenze. Nonostante la
distanza. Quando arriva la primavera Betul mi scrive,
con insistenza, che bisogna proprio che io vada a
trovarla... in effetti ha ragione. Ciò che mi aveva
frenato l'anno scorso era stato il costo del volo,
pensando, allora, di fermarmi solo un fine settimana.
La soluzione è stata di allungare la mia vacanza di
qualche giorno e raggiungere Istanbul in autostop,
mezzo per me molto abituale, che non avevo
ancora sperimentato nell'est. L'autostop è un mezzo
di trasporto che permette di prendere
immediatamente contatto con la popolazione locale.
Io lo trovo molto affine al principio secondo cui
quando s'intraprende un viaggio ha senso se si ha
la possibilità di stringere se non un'amicizia almeno
una conoscenza con chi sul posto vive. Viaggiando
così avevo anche la possibilità di andare a trovare
un'altra persona che ho incontrato grazie a Servas,
Silvia, la figlia di quella che definisco la mia "gemella
di servas", ovvero la persona che si è iscritta
il mio stesso giorno e ha sostenuto il colloquio
insieme a me. Avevo conosciuto Silvia a Natale,
sapevo un po' delle sue vicende, ma non ero in
grado di collocare geograficamente la misteriosa
città dove abitava, non ne avevo ben capito neanche
il nome. A differenza delle mie abitudini mi sono
messa in viaggio con un'amica, questo per me era
davvero una novità, un viaggio così lungo in due,
temevo ci avrebbe portato a scontri tremendi, invece
non abbiamo avuto nessun problema. Ma non devo
anticipare troppe cose! Siamo partite da Milano la
sera di venerdì 13, perché "di venere e di marte non
si sposa e non si parte", poi il venerdì 13 ci piace
(con questo supporrete che io non sia superstiziosa,
e non è assolutamente vero, ma ho paura di altre
stupidaggini, non dei numeri, io sono terrorizzata
dai gatti neri che tagliano la strada!).
La partenza è stata tranquilla,infatti avevamo
programmato con amici di andare con loro a Trieste
dove hanno una casa, piccola piccola, così abbiamo
raggiunto comodamente l'ultima città italiana, e
abbiamo dedicato il sabato, oltre che ad un breve
giro turistico, alla scoperta degli Usmiza, cascine
della campagna circostante, ai confini con la Slovenia,
che aprono le porte al pubblico pochi giorni l'anno
per smaltire l'esubero. Questo è possibile per una
concessione fatta dall'Austria... In questa scoperta
eravamo guidate dall'amica che ci ospitava.
Dopo Trieste dovevamo raggiungere Tuzla in Bosnia,
la città dove vive Silvia!
Uscire da Trieste non fu facilissimo, infatti ci trovammo
ad essere fuori dalla città, ma in direzione Sud,
mentre noi avremmo preferito la direzione est,
essendo la prima tappa Lijubljana. Il primo passaggio
si è fatto un po' attendere, ma ne è valsa la pena,
infatti ci ha portato subito nella direzione giusta,
dove abbiamo potuto trovare un altro passaggio che
arrivava a 30 km da Tuzla, sino al confine SloveniaBosnia. Da questo passaggio abbiamo constatato il
miracolo della comunicazione: Le lingue slave, per
quanto simili tra di loro, non somigliano molto alle
lingue latine e nemmeno a quelle anglo-germaniche,
insomma non avevamo alcun elemento per intuire
cosa dicesse il nostro Miro, se non un breve
vademecum di bulgaro che avevo stampato da
internet... Ho comunque saputo che aveva due figli,
un maschio ed una femmina, che era montenegrino,
ma lavorava in Slovenia, e che doveva fermarsi un
attimo a far visita ad un suo amico. Poi mi fece
ascoltare la cantante Danjela,
probabilmente conosciuta da quelle parti, ma forse
anche sconosciuta; dei suoi testi colpiva la frequenza
della parola "liuba" o simili... Così la strada sino a
Zupanja è passata in prettissima, anche perché sulla
meravigliosa autostrada Slovena nessuno tiene in
considerazione i limiti di velocità! Dal confine abbiamo
avuto un passaggio da due operatori del SFOR
(acronimo di qualcosa che significa "missione di
pace"), due americani: uno giovane che doveva
arrivare di corsa a casa perché la sua fidanzata
bosniaca lo reclamava; l'altro anzianotto, che si
accompagnava con una cagnolina irruente, la sera
dopo ci ha portato a cena in un locale stile sud
americano, affacciato su di un bel lago a sud di
Tuzla. Raggiunta così la prima tappa, nel migliore
dei modi, ci siamo trovate con Silvia e abbiamo fatto
un primo giro della città, dopo aver cenato a casa.
Questo ci ha permesso di raccogliere alcune
informazioni importanti per l'organizzazione del giro
del giorno dopo. Ma non mi soffermerò sulla nostra
permanenza, spero di tornarci presto, anche perché
Silvia suggeriva la possibilità di portare una mostra
coi miei lavori all'università. Ci siamo quindi fermate
due notti e la seconda mattina siamo partite,
decidendo di fare una strada secondaria e mal ridotta,
ma passando in mezzo alla campagna... così siamo
riuscite anche a sbagliare strada, ma solo per un
breve tratto. Bisogna sapere che però anche i tratti
brevi in autostop sono già una grande dispersione
di tempo, perché bisogna trovare un passaggio per
tornare in dietro. A trarci in inganno in quell'occasione
era stato il fatto che noi cercavamo un ponte per
attraversare il fiume che segnava il confine BosniaSerbia, un ponte carrabile, invece l'unico ponte di
Zvornik era pedonale. Attraversato a piedi il confine
siamo state il divertimento delle guardie di entrambi
i lati che hanno voluto che gli mostrassimo tutto
quello che portavamo e intanto ridevano sotto i
baffi...Anche loro devono distrarsi! Ripreso l'autostop
in Serbia dopo un paio di passaggi brevi abbiamo
incontrato quello ch'è rimasto l'incontro simbolo del
viaggio: Alì, un camionista turco, che andava in
Anatolia, ma non sapeva bene la strada e così ad
ogni bivio si fermava a chiedere, non contemplava
minimamente l 'idea di leggere le indicazioni stradali
e guardare una cartina. E sicuramente non aveva
fretta. Ci ha offerto un fantastico pranzo turco
fermandosi a fare un picnic lungo la strada, in un
luogo mica tanto panoramico a dire il vero. E poi ci
ha portato sino al confine con la Bulgaria dove siamo
passati separatamente e ci siamo dati appuntamento
poi al bar subito dopo il confine.
Dopo un ora di attesa ci siamo risolte a partire senza
Alì, ma presa la decisione e raggiunto con un
passaggio il primo paese è subito arrivato Alì, che
pareva sin offeso perché ce n'eravamo andate. Però
ci ha caricate ed ha a lungo guidato sino a raggiungere
un'area di servizio dopo Sofia gestita da turchi. Si
è fermato a dormire e poi da lì è stato impossibile
schiodarlo così che la mattina ci ha consegnato ad
un altro camionista, che sarebbe partito a breve,
perché lui doveva fare ancora molte cose prima di
partire... A conti fatti abbiamo trascorso con Alì più
ore che con chiunque altro nel corso del viaggio. Il
nuovo camionista ci ha portato per un breve tratto
ma non si è astenuto dal farci perdere tempo, ha
infatti pensato bene di fermarsi a giocare alla slot
machine di un "Casinò" bulgaro, più simile ad una
baracca che all'idea che abbiamo noi di "Casinò", lì
il nostro "amico" ha perso 2 ore e mezza, dicendo
ogni dieci minuti: "adesso andiamo" e noi,
/
15
stupide, credendogli non siamo ripartite
indipendentemente da lui. Alla frontiera con la
Turchia c'era una coda di 8 km, solo per i mezzi
pesanti, abbiamo preferito andare a piedi che passare
una giornata sul camion. Poco prima di arrivare
quindi alla dogana abbiamo trovato un passaggio
da due persone (in macchina) che ci hanno portato
ad Istanbul, ed abbiamo anche potuto parlare loro
in inglese (avevamo tanta voglia di comunicare
rapidamente). L'arrivo da Betul è stato moto bello,
erano già le 22.00, ma c'era tutta la
famiglia alzata ad aspettarci. Suo padre ci ha fatto
mille domande, era davvero curioso di sapere tutto
di noi, e fu molto colpito dal fatto che Jane, la mia
compagna di viaggio, abbia vissuto in Giappone e
parli il giapponese. Istanbul l'abbiamo vissuta, se
pur intensamente, solo un giorno, ma almeno, come
dice appunto la mia ospite, ho visto con i miei occhi
il suo mondo, infatti mi ha portato nel locale dove
va sempre e mi ha presentato ad alcuni suoi amici.
Non parlerò nemmeno delle meraviglie turistiche di
questa città perché si trovano su tutte le guide. Dirò
però che l'arrivo in Turchia ci ha mostrato di nuovo
visi sorridenti così rari invece in Bulgaria, Serbia e
Bosnia. Così dopo due notti ad Istanbul, siamo di
nuovo partite verso casa. Il ritorno è stato molto
veloce, l'unica vera grande difficoltà è stata uscire
da Istanbul nel punto giusto per andare verso la
Bulgaria. In questo ci ha aiutato un ragazzo che ha
capito perfettamente il nostro caso e ci ha portato
sino al casello dell'autostrada. Da lì Subito un
passaggio sino a Sofia, poi sino al confine con la
Serbia, e infine, troppo facile, un ragazzo bulgaro
che lavora a Rimini, ci ha riportato indietro,
alternandoci alla guida siamo riusciti a guadagnare
il confine molto presto e allora perché non approfittare
della vicinanza della Croazia: lo abbiamo salutato
e abbiamo fatto rotta sulla prima località di mare...
Pippa Pasqualino
Mi chiamo Maria Alessandra Alessandri. La mia è una
venire in Italia per un lavoro stagionale. Nel suo Paese
lui è molto impegnato in politica e nella partecipazione
ad associazioni di volontariato sociale e culturale, però
ha un lavoro sostanzialmente precario. Qualche mese di
lavoro qui gli permetterebbe di affrontare con maggiore
serenità le spese familiari, soprattutto quelle scolastiche.
Tornando in Italia, inoltre, potrebbe nuovamente incontrare
gli amici e le persone care che ha conosciuto. Ma questa
è solo una motivazione in più. Arrivo alla ragione della
mia lettera. Ho cominciato a cercare informazioni sui
lavori stagionali e ho capito che lo scoglio più grande da
superare è trovare una persona che abbia bisogno di
manodopera ma che sia anche (e direi soprattutto)
disponibile a richiedere proprio Denis, assumendosi l’onere
di espletare le pratiche burocratiche necessarie. Ho pensato
di diffondere la voce fra i soci Servas per chiedere consigli,
per raccogliere informazioni, magari per ottenere la
segnalazione di un nominativo possibile. Denis è una
persona seria, responsabile e intelligente, in grado di
imparare in fretta. Non conosce quasi per nulla, però,
l’italiano, mentre conosce abbastanza bene l’inglese e
molto bene il francese, la lingua del suo Paese. Può
eseguire un lavoro manuale, nel campo agricolo o in altri
settori.
Il suo viaggio di andata e ritorno sarà un regalo degli
amici e questo può semplificare un poco le cose, perchè
un eventuale datore di lavoro non dovrebbe preoccuparsi
di questo se non formalmente, come richiede la nuova
legge sull’immigrazione. Una ultima annotazione riguardo
ai tempi. Denis può venire in Italia in qualsiasi periodo
dell’anno, tranne che a dicembre e gennaio. E’ necessario
progettare il suo lavoro adesso, anche se, magari, si
svolgerà nell’estate prossima, proprio per esigenze
burocratiche legate alla legge.
Ringrazio di cuore prima di tutto per avermi ascoltata e
poi per ogni consiglio e informazione che mi giungerà.
[email protected]
Incontro autogestito dei
Coordinatori e Local Help del
CentroSud
Flammini (Lazio), Gabriella Maturi e Erminia Romano
(Campania), Lavinia Cozzi (Puglia), Giovanna La
Bua (Sicilia). Hanno partecipato anche Francesca
Guarato e Uwe Federer a darci una mano con la
loro esperienza sia di coordinatori che tecnici per
l’uso del sito Servas e la loro presenza è stata
preziosa. Alma Nimis è venuta anche lei dal profondo
nord per stare con noi e condividere questa
esperienza .
Sabato sera siamo andati tutti insieme con i soci
servas romani, che ospitavano i partecipanti
all’incontro, a prendere una pizza in un bel giardino
a Trastevere. Domenica mattina ci siamo messi al
computer, con l’aiuto di Uwe e Francesca, per
verificare e provare tutti gli aspetti tecnici nell’utilizzo
dei programmi che sono stati messi a disposizione
dei coordinatori, lavorando fino all’ ora di pranzo
.
Tutto è andato bene, l’incontro è stato utile ed è
una esperienza da continuare; ci è solo dispiacuto
che altri coordinatori, tra i quali Norma Forgione,
che aveva sollecitato e curato l’organizzazione, non
abbiano potuto partecipare.
Anna Flammini
difficile impresa che riguarda Denis, un amico del Benin.
Vorrei che la mia richiesta fosse pubblicata in modo da
farla conoscere a parecchi soci Servas. Ecco di che cosa
si tratta .
Ho bisogno di informazioni e, magari, di un aiuto ma devo
chiedere prima di tutto di dedicarmi un po’ di tempo,
perché possa raccontare gli antefatti della richiesta.
Nel numero di giugno del Notiziario, a pag. 11, veniva
raccontata la storia di Denis Sindété, un socio Servas
piuttosto speciale. Riporto, in breve, i dati essenziali di
questa storia.
Denis, un cittadino del Benin, nei primi anni ’80 è stato
adottato da Amnesty International perché considerato
prigioniero di coscienza. Era stato incarcerato, infatti,
perché aveva partecipato ad una manifestazione pacifica
di protesta, organizzata da studenti universitari. Io, nel
1980, ero appena entrata a far parte del Gruppo di
Amnesty della mia città. Ho cominciato a scrivere a Denis,
all’indirizzo della prigione, e dal quel momento la
corrispondenza tra di noi non si è più interrotta. Da
lontano, per lettera, ho seguito i 5 anni di detenzione,
poi la fuga dal carcere, i 6 anni di clandestinità, l’amnistia
e infine la graduale ripresa di una vita normale. Denis,
che oggi ha 47 anni, ha terminato gli studi e si è laureato
in Scienze Politiche, si è sposato ed è padre di 3 figlie.
Nel 2002, dopo 23 anni di lettere, ho capito che noi due
dovevamo incontrarci e conoscerci di persona e così ho
realizzato un bellissimo viaggio in Benin , insieme con
altri amici di Amnesty.
Due anni dopo, con molta fatica, siamo riusciti ad invitare
Denis in Italia, per una vacanza. In occasione di questo
viaggio Denis si è iscritto a Servas ed ha conosciuto, in
giro per il nostro Paese, diversi altri soci che l’hanno
ospitato.
La corrispondenza tra me e Denis continua, per e-mail e
non più per lettera, e l’amicizia si è molto consolidata.
Qualche settimana fa Denis ha espresso il desiderio di
I Coordinatori e local help Servas del centro-sud si
sono riuniti per un week end di ”lavoro” sabato 9
e domenica 10 settembre a Roma. L’incontro era
stato richiesto dagli stessi coordinatori al Comitato
Esecutivo allo scopo di approfondire i processi
organizzativi e amministrativi di Servas Italia e per
uniformare gli aspetti relazionali con i soci.
Sabato pomeriggio ci siamo scambiati opinioni,
chiarite idee, abbiamo parlato delle nostre esperienze
come coordinatori/local help, fatto molte domande
e provato a rispondere e abbiamo stabilito linee
comuni per le nuove iscrizioni, le interviste, le lettere
di viaggio.
E’ stato un momento importante, una bella occasione
per parlare con calma in un’atmosfera tranquilla e
anche per conoscerci meglio fra nuovi e vecchi
coordinatori/local help. Sono intervenuti, riuscendo
a sistemare problemi di famiglia e lavoro, Sergio
Lombi (Umbria), Loretta Lucchetti (Marche), Anna
16
Cerco compagna/compagno per
Il fratellino Miha ci annuncia
che a Trieste la cicogna Servas
ha portato Walter alla famiglia
Sinuello. Mille auguri da tutti
noi!!!
L’ultima tappa del viaggio esplorativo dei soci campani, alla
scoperta e riscoperta di luoghi della Regione, ha toccato
Altavilla Irpina, nella provincia di Avellino, domenica 18
settembre.
Il violento nubifragio della notte precedente sembrava
compromettere la realizzazione del programma, che solo la
comparsa di un provvidenziale sole ha reso comunque possibile,
consentendo ad un cospicuo numero di soci di arrivare
all’appuntamento. Abbiamo così visitato un’ antica miniera di
zolfo della zona, per poi risalire verso il paese, dove abbiamo
visitato, tra l’altro, la cinquecentesca Collegiata e il “Museo
della gente senza storia”. Poi, ci siamo ritrovati da Giuseppina
Buscaino e Giancarlo Nebbia, che hanno sapientemente
organizzato la giornata.
La loro casa è immersa nel verde della campagna circostante
e inondata, da ogni parte, di luce: abbiamo così sperimentato
che il “sole” della loro semplice e cordiale ospitalità ha favorito
l’atmosfera di serena convivialità che ha accompagnato il
nostro incontro.
Agli amici Giancarlo e Giuseppina va il nostro più sentito grazie.
Rosa Franzese
Bioenergetica e percorsi di pace e conoscenza
stampato su carta riciclata
Esperienza di laboratorio a Latina e proposte
Abbiamo lavorato per tre ore e mezza con un gruppo di più di venti persone; un po' di movimento per sciogliere il
corpo e percepire le funzioni energetiche delle sue parti;qualche esercizio per iniziare a familiarizzare con i messaggi
che inviamo oltre le parole quando siamo in relazione con gli altri; elementi di teoria e pratica su come ricoscere gli
aspetti dominanti del nostro carattere e gli aspetti che non tolleriamo o che ammiriamo negli altri; danza guidata
ad intervallare ed evocare lo stato d'animo che meglio risponde all'esperienza in atto. Abbiamo anche esaminato una
modalità di lettura delle dinamiche positive e negative che si instaurano nelle relazioni, applicandola individualmente
ad un evento vissuto. e, per concludere, una visualizzazione guidata che aiuta a ripulire aspetti scomodi di un legame.
Il tutto da quanto proposto dal "Dialogo delle Voci" () un metodo di lavoro creato da una coppia di terapeuti junghiani,
Hal e Sidra Stone, che aiuta a sviluppare la ricchezza del nostro potenziale emotivo e comportamentale. L'intenzione
di dare un'idea della ampiezza e della varietà possibili ha reso l'incontro piuttosto impegnativo per i partecipanti, che
hanno interagito magnificamente e hanno mostrato molto apprezzamento. L'analisi delle dinamiche relazionali che,
al di là delle parole dette, svela le emozioni e le vulnerabilità che sottostanno sia all'innamoramento che al conflitto,
è uno strumento molto efficace, che ci permette di prenderci responsabilità del nostro agire senza colpevolizzarci e
senza puntare il dito accusatorio sull'altro. E si aggiunge ai vari altri approcci utili ad una formazione al rispetto
reciproco e alla pace.
Fernanda Abiuso
Se siete interessati a questo tipo di percorsi o volete saperne di più rivolgetevi a:
Fernanda Abiuso 0516231241
3333837291 [email protected]
Si chiama Meri, ha 9 mesi ed è una piccola "Servas" del Friuli Venezia
Giulia, da mamma e sorella di Barcellona e papà di Fiume Veneto (PN). Una
bella bambina serena, vivace e sorridente che ci riempie di gioia e
felicità. "Si voleu tastar la bona cuina Catalana, la nostra llar resta oberta
a tots els servas". Claudio, Susana e Carla.
siti utili
Dal 22 dicembre non ci sarò fino al 7 gennaio: se qualcuno volesse un nido in Sardegna dove passare il Natale
è il benvenuto!! Contattatemi al più presto! (Non è uno scambio casa, ma ospitalità a distanza: i Servas di Sassari
saranno felici di tenervi compagnia e allietarvi!!!) [email protected]
siti utili
Claudio Pacchiega segnala youth.servas.org,
sito creato apposta per la "gioventù" Servas e
con notizie sull'incontro in Patagonia
Loretta ci consiglia un sito di viaggi,
scambi ecc. per le gentili signore che
viaggiano sole: www.permesola.it
Dove e come
Questi sono i contatti di questo numero per poter avere informazioni su come raggiungere e come muoversi nei paesi
visitati da altri soci. Se fate un viaggio e volete rendervi disponibili a dare informazioni pratiche, scrivete alla Redazione:
[email protected] o [email protected]
Iran, Turchia, Siria, Oman, Yemen, Eritrea
Ambrogio Radaelli [email protected]
Spagna, Francia, Germania, Inghilterra
Marco e Matilde Tufari [email protected]
Vietnam e Cambogia
Mario e Paola Arosio [email protected]
Birmania e Laos
Liliana e Pierluigi Rovagnati [email protected]
Transiberiana
Bruno Manfredi [email protected]
Texas, Colombia, Regno Unito
Maria Gloria Borsa [email protected]
Quadrimestrale dell’Associazione Servas Porte Aperte Anno XX numero 3 Novembre 2005 Direttore responsabile Massimo Sechi
Proprietario Luigi Uslenghi Comitato di redazione Maria Gloria Borsa (responsabile informazione CE Servas)
M.Arosio R.Contillo T.Pappalardo M.Stoppa L.Uslenghi R.Vendramini Redazione Largo Budapest 9/c 07100 Sassari
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tel. 079 345999 Registrazione Tribunale di Milano n.452 del 21 settembre 1985
In caso di mancato recapito inviare a: CPO SASSARI PER RESTITUZIONE AL MITTENTE PREVIO PAGAMENTO RESI
viaggio in Sicilia
Sono Grazia Sacchet,ho 61 anni,sono di
Biella.Mi piacerebbe organizzare un tour in
Sicilia tra febbraio/marzo 2006. Cerco per
l'occasione compagna o compagno di
viaggio per condividere l'esperienza. Aspetto
con fiducia. Ciao,Grazia
Telefono-fax 015-8493153
e-mail
[email protected]
Taccuino di viaggio: “Il sole oltre
le nuvole”