foglio marzo 2015
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foglio marzo 2015
CURA DEL COORDINAMENTO DONNE DELLA FISAC CGIL BRESCIA LECITO O ILLECITO ?… ETICO ! Hervé Daniel Marcel Falciani è un ingegnere italiano naturalizzato francese. Noto alle cronache per aver divulgato notizie bancarie riservate, dal 2009 collabora con numerosi Paesi europei fornendo e vendendo - in maniera giudicata illegale - informazioni su oltre 130.000 presunti evasori fiscali titolari di conti correnti svizzeri e in particolare di coloro che li avevano aperti in una filiale della banca privata svizzera HSBC. Falciani è l'autore della cosiddetta Lagarde list, così chiamata perché fatta pervenire all'allora ministro francese delle finanze Christine Lagarde, oggi direttore generale del FMI. Si tratta di un elenco di clienti della HSBC che presumibilmente hanno utilizzato quella banca per evadere le tasse e riciclare denaro. La Lagarde, a sua volta, lo ha inviato a quei governi i cui cittadini erano nella lista. L'11 dicembre 2014 Falciani è stato indagato dal governo federale svizzero per violazione del suo leggendario segreto bancario e per spionaggio industriale. L'accusa rivolta a Falciani, che tuttavia non viene mai nominato, era di aver trafugato informazioni dagli uffici della HSBC ginevrini, passandoli illegalmente al fisco francese. Nel novembre 2014 la Francia ha accusato la HSBC di riciclaggio di denaro. Cosa può spingere un uomo a rischiare tanto? A violare la legge ... “Stavo mettendo a rischio la mia vita e quella della mia famiglia anche per ragioni legate alla mia storia personale. Non mi era mai piaciuta l’arroganza dei forti, non avevo mai sopportato il principio secondo il quale tutto si misura sui soldi. Non volevo rassegnarmi ma reagire… “ “Avrei dato il mio contributo combattendo contro un sistema bancario che favoriva la corruzione e l’evasione fiscale e forniva ai ricchi gli strumenti per eludere le tasse, prosciugando le risorse che gli Stati destinavano ai più deboli e ai più poveri.” “Non sono un pazzo e sapevo perfettamente che non avrei certo cambiato il mondo. Credevo però di poter avviare una trasformazione che, allargandosi pian piano, avrebbe potuto sortire effetti positivi.” Hervé Daniel Marcel Falciani è sicuramente una persona fuori dall'ordinario, ma possiamo comunque definirlo un nostro “collega” (ora ex). Egli ha collaborato col fisco francese prima e poi con quello italiano. La Guardia di finanza ha lavorato intensamente sui dati della lista. Sono passati cinque anni da quando l'informatico ha consegnato alla procura di Torino l'elenco degli italiani con un conto nella sede elvetica della HSBC. Ma le indagini si sono arenate di fronte a problemi legali e burocratici, tra i quali la possibilità di utilizzare dei dati ottenuti illecitamente. Da un punto di vista delle regole, Falciani ha violato il segreto bancario, ma le motivazioni che lo hanno spinto sono eticamente valide e, a nostro giudizio, condivisibili. La sua vicenda ci ponte davanti ad una profonda riflessione su quanto ognuno di noi è disposto a fare, pur di mantenere fede ai propri valori e ai propri principi. Restando nel pieno rispetto della normativa di legge e di quella aziendale, ognuno di noi opera in un perimetro entro il quale può far delle scelte, che lo possono portare a decidere se “raggiungere un budget a tutti i costi”, vendere prodotti non propriamente coerenti col profilo finanziario dei clienti o invece rispettare un codice etico. Quel “famoso” codice etico di cui la maggior parte delle banche si è dotata, come fiore all'occhiello, ma che pare sia sconosciuto alla serie di capi e capetti commerciali che imperversano nelle nostre organizzazioni. Senza aver la pretesa di cambiare il mondo, ciascuno di noi può, nel suo piccolo, agire per migliorare le condizioni lavorative proprie e dei colleghi. A volte anche semplicemente “alzando la testa” e/o “osando” criticare decisioni che ritiene ingiuste o che comunque vanno a peggiorare la qualità dell'ambiente di lavoro. Il nostro sistema economico e politico lavora per dividere i lavoratori e le lavoratrici, ricordiamoci che da soli non possiamo fare molto, ma insieme possiamo, anzi dobbiamo, lottare per difendere i nostri diritti e, perché no, per estenderli a chi non li ha. Brescia, 23 marzo 2015 COORDINAMENTO DONNE FISAC BRESCIA