Falciani è un whistleblower?
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Falciani è un whistleblower?
The Last Reporter, 10 febbraio 2015 Falciani è un whistleblower? di Paolo Morelli La lista di evasori fiscali svelata da Hervé Falciani, ex impiegato HSBC, fa tremare il colosso bancario, e anche la Svizzera. Sentiamo questa parola, whistleblower, da quando Edward Snowden, ex contractor della NSA, rivelò a Glenn Greenwald, quando lavorava per il Guardian, i segreti dell’agenzia di sicurezza americana e il controllo che operava (e opera) sui privati cittadini. Si tratta di una definizione che potremmo applicare anche a Hervé Falciani, l’ex dirigente HSBC che sta svelando al mondo la portata dell’evasione fiscale ai piani alti dell’economia, nell’inchiesta denominata Swissleaks. Come spiega Andrea Giambartolomei su l’Espresso, la lista Falciani, che contiene i nomi di tutti gli evasori con un conto presso la HSBC (e la cifra evasa), non è cosa di ieri. Falciani a Torino. Già nel 2009, Falciani si presentò presso la Procura di Torino in compagnia del proprio avvocato e iniziò a parlare dei clienti italiani della HSBC, convinti dalla stessa banca – così come tutti gli altri – a evadere il fisco. Le indagini nel nostro Paese iniziano così ma si arenano in fretta, perché quella lista è frutto di una «appropriazione indebita», in quanto Falciani l’ha sottratta a insaputa della HSBC ed è ricercato per questo. Stando all’archivio, però, gli italiani hanno “nascosto” in Svizzera redditi per un totale di circa 741 milioni di euro, parte dei quali sono rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale varato dal Governo Berlusconi nel 2009. Solo 30 milioni di euro sono stati recuperati. Le Monde, giornale che ha seguito l’inchiesta sin dall’inizio, stima un’evasione totale di oltre 180 miliardi di euro. Il ruolo dell’impiegato bancario. La posizione di Falciani è fondamentale e proprio dal suo computer è partita l’inchiesta Swissleaks, che potrebbe concludersi con un duro colpo al colosso bancario HSBC. Il suo ruolo sembra essere piuttosto ambiguo. Ora lavora come consulente per il fisco francese, seguito da tre guardie del corpo, ma per la Svizzera è latitante in quanto condannato per aver sottratto documenti riservati alla HSBC. La famosa lista, appunto. Sul motivo per il quale Falciani iniziò a raccogliere i dati dei correntisti esistono due versioni. Versione 1: Falciani copia i dati per venderli. La prima, quella contestata dalla Svizzera, vede l’uomo, da qualche anno al lavoro presso la sede di Ginevra della banca, in viaggio verso Beirut, nel 2008, con la collega Georgina Mikhael – che ora lo accusa. Lì avrebbero incontrato quattro banchieri per cercare di vendere loro la lista, costruita nel corso degli anni precedenti. In questo modo, i banchieri avrebbero acquisito informazioni importanti – e riservate – su potenziali nuovi clienti. Al loro ritorno, però, le autorità svizzere fermano Falciani e gli perquisiscono l’appartamento, sospettano del suo viaggio a Beirut e lo interrogano, ma lo rilasciano in giornata. L’uomo noleggia un’auto, prende famiglia e bagagli e scappa in Francia, dove viene intercettato dal Procuratore di Nizza, Eric de Montgolfier. Da lì nasce tutto. Il Procuratore ottiene alcuni dati e la Svizzera chiede l’estradizione, ma la Francia rifiuta e fa partire un’inchiesta interna. Versione 2: Falciani copia i dati per denunciare. La seconda versione, più “umanitaria” e utilizzata da Falciani come difesa, motiva la raccolta di quei dati con l’intento di voler mostrare i lati oscuri del sistema finanziario internazionale. Li propone a diversi enti ma soltanto dopo lo sfiorato arresto in Svizzera, e la fuga in Francia, quei dati vengono finalmente utilizzati, anche se – almeno all’inizio – solo in parte. Grazie all’indagine avviata da Eric de Montgolfier, la Francia ha recuperato 186 milioni di euro di tasse non pagate. È il motivo per cui, oltre a lavorare per il Governo, Falciani vive sotto protezione con la propria famiglia nel Sud della Francia. La Spagna. Anche in Spagna Falciani gode di buona fama. Consulente del Ministero delle Finanze, è stato contattato anche dal nuovo partito Podemos, in quanto, con le proprie rivelazioni, ha permesso allo Stato iberico di recuperare circa 300 milioni di euro in contributi evasi. Sia in Francia che in Spagna, Falciani è stato prima arrestato (2008 e 2012) e poi rilasciato dopo che gli stati avevano rifiutato la richiesta di estradizione inoltrata, in entrambi i casi, dalla Svizzera. Come spiega il Corriere della Sera, Falciani avrebbe proposto la lista anche ai servizi segreti italiani che, in un primo momento, si sono dimostrati molto interessati, poi hanno cambiato idea: «Siamo stati bloccati», gli avrebbe confidato un agente. Tra l’acclamazione e il carcere. All’elenco iniziale si aggiungono ora centoventunomila nuovi nomi, che completerebbero tutte le informazioni copiate da Falciani quando era ancora dipendente della HSBC. Acclamato in Francia e in Spagna, ascoltato dagli americani che lo hanno messo in guardia da possibili attentati, Falciani è ricercatissimo in Svizzera: la Procura di Berna cerca di arrestarlo dal 2008. Poco prima del fermo da parte delle autorità svizzere, Falciani sarebbe stato sequestrato, per poche ore, da agenti del Mossad per cercare di estorcergli informazioni sui conti di persone legate a Hezbollah. La sua figura è ambigua ma fondamentale, il parallelo con Edward Snowden è facile, sebbene si tratti di due casi completamente diversi. Gli intenti di Falciani. The International Consortium of Investigative Journalism sta gestendo l’intera comunicazione stampa dell’inchiesta. È Martha Hamilton, sul sito ufficiale del consorzio, a ricostruire la storia di Hervé Falciani, ponendosi anche la domanda: «Falciani è un whistleblower?». Nel 2013, Falciani ha dichiarato alle autorità francesi, durante una deposizione, di aver avviato, già ai tempi di Monaco, un progetto di tracciamento delle attività bancarie al fine di scoprire eventuali frodi. Con lui c’erano altri impiegati, nel gruppo chiamato “Change the bank”, che si opponeva all’altro gruppo interno, “Run the bank”, contrario invece al tracciamento. Una volta spostatosi a Ginevra, sempre stando alle deposizioni, avrebbe tentato di portare avanti questo intento, trovando però forti resistenze. «Banche come HSBC – ha rivelato a Der Spiegel poco dopo – hanno creato un sistema per diventare ricche a spese della società, fornendo assistenza per l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro». Lo scorso dicembre, la Svizzera ha condannato Hervé Falciani, in contumacia, per spionaggio industriale e violazione del segreto bancario, da quel momento è considerato ufficialmente un latitante. Lui, nel frattempo, ha continuato a lavorare per il governo francese. «C’è qualcosa di bello ed esilarante nell’instaurare la verità – ha commentato–, ti fa passare davvero un brutto momento». Ladro o non ladro, Falciani ha scoperchiato una scomodissima verità.