Falciani e il grand prix degli evasori

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Falciani e il grand prix degli evasori
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Falciani e il grand prix degli evasori – A.Mincuzzi - Il Sole24 Ore – 27-06-10
Sul piccolo tavolo ingombro di tazzine di caffè non c'è più spazio per scrivere. Sono già otto ore che
Hervé Falciani traccia su fogli formato A4 schemi di flussi finanziari, architetture societarie nei paradisi
fiscali, numeri, percentuali, sigle di sistemi informatici. Muove la penna con sicurezza e ogni tanto alza lo
sguardo come per sincerarsi che le sue parole siano giunte a destinazione. «Capisce?», chiede. Sì,
capiamo.
È quasi sera nella piazza del paesino di mare tra Nizza e Montecarlo e i tavolini all'aperto della brasserie
cominciano a svuotarsi. Falciani chiede altra carta: ancora schemi, sigle, percentuali. Sembra un
professore. Dimostra meno dei suoi 38 anni e con i suoi capelli bruni, gli occhi scuri e il volto abbronzato,
non diresti mai che è lui l'uomo che ha sfidato la più grande banca privata del mondo, la Hsbc. Mentre
lavorava nella filiale di Ginevra, sul suo computer ha copiato i sistemi informatici del colosso bancario
risucchiandone anche il contenuto: 80mila nomi di società e persone fisiche che dovevano rimanere
nell'ombra ma che sono oggi nelle mani dei servizi segreti francesi e dei magistrati di Nizza. Settemila di
questi, italiani, sono al setaccio della Guardia di Finanza e della Procura di Torino.
Il Falciani-pensiero è ora cristallizzato in quelle linee scritte con inchiostro blu tra un riverbero di sole e
un colpo di vento, mentre le nuvole cariche di pioggia si addensano sul mare. È la sua versione dei fatti,
naturalmente, ma non si può trascurare che è anche il racconto di un uomo che per nove anni ha scrutato
dal di dentro i segreti della Hsbc.
Nei conti bancari, rivela Falciani, «i nomi delle persone fisiche sono meno del 10% del totale e sono i
pesci piccoli. Quelli che contano davvero sono i nomi delle società. È lì che si annidano le vere ricchezze.
Ma i punti fondamentali - aggiunge scandendo le parole - sono altri: le banche private non sono soggette
a nessun controllo e violano le leggi internazionali, non esiste la tracciabilità dei flussi finanziari e la
segretezza non è garantita. Non solo. C'è un sistema su scala industriale che utilizza le società scudo per
nascondere al fisco le ricchezze accumulate e creare fondi neri nei paradisi fiscali».
Guarda lontano e racconta: «Quando nel 2000 arrivo a Ginevra, mi chiedono di sviluppare i sistemi
informatici della banca e mi metto subito al lavoro». L'operazione non è per nulla semplice. Falciani
prende l'ennesimo foglio e disegna le tessere di un puzzle. «Esiste un sistema informatico diverso per
ogni operazione bancaria e i pezzi di questo puzzle sono dislocati in diversi paesi, collegati tra loro dalla
rete. Ho lavorato al sistema Hexagon, che permette di fare spostamenti interni da un conto all'altro senza
passare da una stanza di compensazione, e su quello per gestire le transazioni Forex tra valute straniere.
Solo due esempi. Più andavo avanti e più mi rendevo conto che gli standard di sicurezza non erano
rispettati».
Cosa scopre, dunque, Falciani? Scopre che le informazioni sensibili sui titolari dei conti sono vulnerabili e
sono spesso duplicate nei data base sparsi in diverse parti del mondo. «Senza chiavi né codici di accesso
ho appreso informazioni top secret. Il punto è che i meccanismi di sicurezza sono statici mentre i sistemi
informatici sono fluidi e si evolvono di giorno in giorno. Nessuna banca è obbligata a seguire una
regolamentazione e ognuna decide per sé».
Falciani prende ancora la penna, perché questo è soltanto l'inizio. Traccia una serie di zero e di uno, uno
e zero: il codice binario all'origine del linguaggio informatico. Ogni programma contiene istruzioni e
informazioni e anche in quelli copiati nel suo computer ci sono istruzioni e informazioni. Non solo nomi,
dunque, ma probabilmente anche operazioni finanziarie legate a quei nomi. Potenzialmente si tratta di
dati delicatissimi, anche se la Hsbc ha sempre sostenuto che sono soltanto spezzoni inutilizzabili.
Incrociando queste informazioni Falciani si accorge anche di qualcos'altro: e cioé che la tracciabilità dei
dati bancari è soltanto un'illusione e che la lotta ai reati finanziari viene combattuta ad armi impari. Nel
mondo fluido dei sistemi informatici i dati possono scomparire in una frazione di secondo per ricomparire
immediatamente dall'altra parte della terra: se non si sa dove andarli a cercare, ritrovarli è impossibile.
«Se si cancella un ordine – spiega – nessuno può verificare che sia stato effettivamente dato. Se c'è
un'informazione in Italia e il giorno dopo viene spostata in Svizzera, se i magistrati la cercano in Italia,
quella informazione non la trovano».
E poi, dove cercare? Falciani va avanti: «Se eliminiamo delle cifre da un documento contenuto nel server
X e poi duplichiamo il nuovo file nel server Y, qui dentro di quei dati non c'è più traccia. E dunque per
rintracciare quelle informazioni bisogna sapere che si deve analizzare il server X e non l'Y. E magari uno è
in Svizzera, l'altro a Hong Kong: un labirinto. Occorre che all'interno della banca ci sia qualcuno disposto
a dare il suo aiuto, altrimenti ogni indagine è destinata e bloccarsi».
Mentre è alla Hsbc, dunque, attraverso i sistemi informatici, Falciani osserva silenziosamente movimenti e
operazioni finanziarie, ma soprattutto si accorge che tutto passa attraverso società domiciliate nei
paradisi fiscali. Si accorge, anche, che non si tratta di casi sporadici, ma che il sistema ha assunto
dimensioni industriali, è una catena di montaggio: una sorta di neofordismo finanziario realizzato
attraverso lo strumento delle società scudo.
Si aiuta ancora una volta con uno schema. «Diciamo che sono un imprenditore che vende banane in Italia
a quattro euro al chilo. Le compro in Costa Rica a un euro, ma lo faccio attraverso una mia società in
Svizzera, che chiamiamo Scudo 1. Scudo 1 le rivende a 2 euro a un'altra società, sempre mia, che ho
costituito nell'isola di Jersey, un paradiso fiscale, e che chiamiamo Scudo 2. Dentro Scudo 1 resta dunque
un euro di guadagno. La società di Jersey rivende le banane a tre euro al chilo alla mia impresa in Italia,
guadagnando un altro euro che resta a Jersey. In Italia al fisco risulta che ho acquistato le banane a tre
euro per rivenderle a quattro: il guadagno ufficiale è così di un euro al chilo e su questa cifra io pago le
tasse. Ma intanto, e questo il fisco non lo sa, ho messo al sicuro un euro di utile in Svizzera e un altro a
Jersey, che sono guadagni netti e occulti. A proposito – sorride – sa che Jersey è il più grande
importatore di banane al mondo?». Dunque, agli investigatori non sarà sufficiente l'elenco dei nomi
italiani. Perché altri connazionali potrebbero nascondersi dietro società scudo domiciliate all'estero e
intestate a prestanome o professionisti stranieri.
È quasi sera. Sul sentiero che costeggia la scogliera, Falciani continua a parlare mentre le raffiche di
vento attenuano il suono delle sue parole. «In banca si parlava del triangolo delle Bermuda. Isole Vergini,
Panama e Bahamas: bastava creare tre società scudo in questi paradisi fiscali per far sparire ogni traccia.
I magistrati ci mettono dieci anni per le rogatorie e nel frattempo si possono chiudere le società e riaprirle
altrove nel giro di un mese. Le Virgin Islands sono il paradiso più difficile per la giustizia: per avere
collaborazione bisogna portare le prove che esiste un reato».
Ma è l'Asia il grande buco nero. «Miliardi e miliardi di dollari si spostano verso Hong Kong, Singapore e
Kuala Lumpur. Soldi che non tornano indietro ma che vengono reinvestiti in Asia e sottratti all'economia
reale. Ho verificato che per ogni miliardo a Ginevra ce ne sono tre che prendono la via di Hong Kong e
questo contribuisce alla crisi di liquidità. Stiamo svuotando l'Europa dalle sue ricchezze». Chissà se
Falciani ha davvero ragione, ma è un fatto che ciò che ha visto lo sta raccontando agli organismi
internazionali che lottano contro l'evasione fiscale: «Se gli stati aiutassero le persone che vogliono
spiegare e testimoniare, come ho fatto io, in meno di un anno i paradisi fiscali chiuderebbero»,
premonizza fissandoti negli occhi. Le ombre ora si allungano sulla scogliera. Il colloquio è finito. Toccherà
ai magistrati appurare la verità.