Alla Koscon si torna al tavolo del negoziato

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Alla Koscon si torna al tavolo del negoziato
Alla Koscon si torna al tavolo del negoziato
Si ricomincia dal tavolo delle trattative.
Obiettivo: individuare insieme una soluzione che soddisfi tutti. Tra Koscon Industrial e sindacato Ocst si riannoda il filo
del dialogo. Un filo che in via Lische a
Stabio si era spezzato di recente, soprattutto dopo che la Banca nazionale aveva
deciso di sganciare il franco dall’euro; e
di controcanto l’azienda, che occupa 160
persone ed è leader nella produzione di
lastre e sistemi in policarbonato, aveva
chiesto nuovi sacrifici alle maestranze.
«Il primo passo lo ha fatto il general manager della società Nicola Strazzeri, di-
mostrando senso di responsabilità»,
commenta alla luce del giorno (di ieri) il
sindacalista Ocst Giorgio Fonio. I vertici
della Koscon hanno, dunque, fatto un
passo indietro, revocando sei licenziamenti. È infatti di fronte al benservito
consegnato a sei colleghi, peraltro in ditta da vent’anni, che gli operai hanno dato
voce alla protesta e, giovedì in tarda serata (erano circa le 22), hanno deciso di incrociare le braccia al termine di un’assemblea straordinaria. In realtà, bisogna
tornare alla settimana scorsa e a un altro
plenum. In quel contesto il personale ha
respinto quelle che l’Ocst definisce “le
pretese della direzione”, ovvero un ulteriore taglio del 5,8% dalla busta paga, già
alleggerita del 10% del salario. Per tutta
risposta la direzione ha fatto partire le
disdette. “La mossa aveva un carattere
evidente e inaccettabile di ritorsione e di
intimidazione”, ha ribadito ieri il sindacato. A quel punto, all’inizio del turno
notturno, è scattato lo sciopero (durato
meno di una manciata di ore) e il blocco
dell’attività. “L’azione – fa sapere il Segretariato cantonale dell’Ocst – si è rivelata
produttiva poiché già nelle prime ore del
mattino, dopo un intenso confronto con
la direzione, si è ottenuto il ritiro dei licenziamenti e si è giunti a un accordo
per la ripresa del negoziato tra la direzione e l’Ocst”.
Il sindacato, d’altro canto, non si dice
contrario “in modo assoluto” a misure
che possano “contribuire ad assorbire
l’impatto del cambio e a salvaguardare i
posti di lavoro”. Purché ci siano “trasparenza e correttezza”. Il caso Koscon, infatti, non è il solo. Anzi, nel Mendrisiotto segue la Exten e la Ilpack. E a quanto pare
vi sono altri “focolai”.
D.C.
Si dialoga
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