Scrivere è bello, anche sul Web - Università degli Studi di Catania

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Scrivere è bello, anche sul Web - Università degli Studi di Catania
un filo nella rete
Scrivere è bello, anche sul Web
La formazione in Rete, istruzioni per l’uso
Giuseppe Scollo
Università di Verona
P
rovate a chiedere in giro, a mo’ di indovinello,
quale sia l’invenzione che ci mette in grado di
comunicare i nostri pensieri a chiunque per quanto distante nello spazio e nel tempo. Scommetto che
una buona parte delle risposte sarà “Internet” o “Web”
(chissà perché al maschile, la traduzione di “rete” o
“ragnatela”), con buona pace di Galileo e di quanti altri
hanno ammirato nella scrittura la fondamentale invenzione in questione. Le note che seguono vogliono dissipare alcuni equivoci sul peso delle nuove tecnologie
nella formazione in rete, per meglio metterne in luce
vantaggi e migliori modalità d’uso.
Un sintomo evidente della gravità degli equivoci di
cui si tratta è il fatto che un recente decreto ministeriale reputi necessaria l’estensione del lessico con la
scintillante locuzione di “Università telematica”, per
caratterizzarne in tal modo i servizi di formazione in
base alla modalità di erogazione piuttosto che ai contenuti ed alla qualità. La crescente affermazione del commercio elettronico rende lecita l’attesa di altri decreti
simili, per l’accreditamento delle pollerie telematiche,
pasticcerie telematiche, e quant’altro. Al coro di dissensi sul decreto in questione espressi sulla stampa si
sono recentemente aggiunte molte delle opinioni
espresse al “Seminario Univirtual. Pianificazione strategica per l’università virtuale” (Venezia, 9 luglio 2003),
i cui strali si appuntano non solo sulle implicazioni
politiche del testo ma anche su significative scelte tecniche contenute nell’allegato al decreto, che non appaiono sufficientemente consapevoli e motivate.
Queste note si basano su una collezione decennale
di sperimentazioni di tecnologie di rete in attività
formative e seguono a ruota la conclusione di due corsi
master di primo livello su Tecnologie e Metodologie
della Formazione in Rete (TMFR), durati due anni,
offerti dal dipartimento di informatica dell’università
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di Verona rispettivamente in Veneto ed in Argentina, in
cui l’autore ha coordinato gli insegnamenti dell’indirizzo Web Designer e ne ha tenuto alcuni. Si farà specialmente riferimento a questa esperienza in quanto i
due corsi, sebbene indipendenti, hanno prodotto conclusioni simili e in cui chi scrive trova molto da imparare. Alcune di queste note sono in effetti una sintesi
di conclusioni tratte da corsisti nelle loro tesi finali,
che si intende rendere pubblicamente disponibili in rete.
La domanda su cui proponiamo di riflettere è: quali
tecnologie per quale formazione? Alla risposta riteniamo sia utile giungere tenendo conto di alcune norme
di senso comune, quali: partire dall’obiettivo formativo; concepire la formazione come un servizio; identificare i bisogni degli utenti; costruire il sistema formativo come una rete di servizi, risorse, responsabilità,
relazioni; selezionare le tecnologie, in particolare le
funzionalità, sulla base di criteri di soddisfazione dei
bisogni degli utenti. La formazione in rete non è dunque “altra” dalla formazione in presenza, è solo diversamente organizzata. Nelle esperienze più apprezzate
non si fa distinzione fra le due modalità di erogazione
del servizio, nel rilascio dei titoli. Esistono, tuttavia,
molti significati che il termine “formazione in rete” ha
in pratica. Semplificando, se ne possono distinguere
tre tipi: autoapprendimento, corredato da testi e
bibliografia disponibili in rete, senza assistenza didattica; formazione individuale, assistita da docente o tutor;
formazione di gruppo, assistita da docente e tutor, con
organizzazione di gruppi di apprendimento collaborativo su progetti, problemi e casi. Il master TMFR, di
cui si è detto, ha mirato alla formazione di tutor per il
terzo tipo di formazione in rete, che risulta essere il
più impegnativo per questa figura professionale, per
l’intervento di dinamiche di gruppo che richiedono
competenze psicopedagogiche specifiche. Nel caso
un filo nella rete
della formazione in rete occorre un’attenta scelta degli
strumenti e dei modi della comunicazione. Qui, l’uso
delle nuove tecnologie offre delle opportunità da valutare con cura. Per limiti di spazio, consideriamo soltanto la questione della scelta di un sistema software
di supporto. Il mercato abbonda di prodotti commerciali disegnati per organizzare “aule virtuali”, “moduli
di formazione” e quant’altro, tuttavia l’esperienza del
master TMFR ci dice che un semplice, generico sistema di supporto alla collaborazione in rete, quale ad es.
BSCW, (disponibile gratuitamente per usi educativi non
commerciali), può spesso risultare preferibile.
Fra gli strumenti di comunicazione disponibili per
la collaborazione in rete, il forum di discussione è di
gran lunga quello più usato ed utile alla formazione di
gruppo. La ragione è semplice: sul forum si scrive, e
scrivere piace, anche in rete. Nel forum si può flirtare
con le idee più seducenti, accanirsi contro quelle più
odiate, si può creare e distruggere, tutto attraverso la
scrittura. E scripta manent... Con la discussione nel
forum si crea anche un documento a più mani, ed
un’accorta gestione da parte del tutor può facilmente
trasformare un forum tematico in una risorsa documentaria ricca e di rapida consultazione. Le tecnologie
di condivisione di risorse in rete offrono anche altre
modalità di scrittura a più mani, con esplicito supporto di programmi di “editing”. Un’altra funzionalità del
BSCW che si rivela preziosa a tal scopo è il supporto
del “controllo di versione” dei documenti. Il vantaggio
cognitivo e formativo di tener traccia di tutte le versioni attraverso cui cresce ed evolve un documento,
specie se prodotto in collaborazione, non ha bisogno
di spiegazioni.
Nel master TMFR si è sperimentato non solo l’uso
delle funzionalità suddette, ma, nell’indirizzo Web
Designer, anche la loro costruzione, nel progetto e nella
realizzazione di prototipi di siti formativi, usando allo
scopo il sistema Zope (Zope Community, software libero e gratuito). Va notato che nessuno dei corsisti
citati aveva alcuna precedente esperienza di programmazione, e che le abilità tecniche necessarie a queste
realizzazioni sono state acquisite nell’arco di sei mesi.
L’uso di Zope è stato sperimentato da tutti i corsisti,
ma è risultato più impegnativo del previsto, anche per
la disponibilità del manuale solo in lingua inglese e per
il contenuto criptico, da “addetti ai lavori”, dei messaggi di errore.
Una funzionalità meno appariscente ai non esperti,
ma fondamentale alla bontà dell’organizzazione di uno
spazio di collaborazione in rete, è la disponibilità di
supporto alla sicurezza, intesa non solo quale protezione da intrusioni indesiderate, ma anche e soprattutto come sistema di attribuzione di ruoli e diritti di accesso ai partecipanti. Per rendere l’idea, il modo più
sicuro per evitare che un corsista involontariamente
distrugga un contributo prodotto da un altro è di impedire tecnicamente che ciò possa accadere. La limitazione dei diritti di accesso serve a questo.
Infine, vanno considerate le problematiche relative
all’accessibilità delle pagine web attraverso cui si realizza la collaborazione in rete. Questo termine va inteso in due sensi distinti: accessibilità a tutti gli apparati
di utente conformi alla normativa tecnica, ed accessibilità dell’informazione a tutti gli utenti, a prescindere
dalle loro diverse abilità fisiche. Riguardo al primo senso, occorre essere consapevoli che pagine web non
conformi alle norme sono oggi, purtroppo, molto diffuse, a causa della competizione commerciale che induce alcuni produttori a promuovere strumenti, di facile uso, per la produzione di pagine web che non sono
conformi alla normativa tecnica, ma richiedono l’uso
di un certo “browser” (messo a disposizione dagli stessi
produttori) per una corretta visualizzazione. Riguardo
al secondo senso, è del tutto infondata la convinzione
che promuovere l’accessibilità ai diversamente abili
implichi povertà della presentazione dell’informazione, ad esempio rinunciando ad immagini o elementi
grafici. Al contrario, l’implicazione che vale è quella di
una maggiore ricchezza della struttura delle pagine, in
quanto vanno messi in opera gli accorgimenti tecnici
che ne consentono l’accesso anche a quei dispositivi
(ad es., lettori di schermo) di cui sono dotate queste
persone per l’accesso all’informazione.
La tematica della diversa abilità, più specificamente l’esperienza nella formazione di insegnanti di sostegno, ha costituito la base di riflessione di una delle tesi
del master TMFR, la cui proposta è in perfetto accordo con il titolo di queste note, ragion per cui proponiamo a conclusione il personale elogio della scrittura:
“La scrittura: strumento, per raggiungere risultati straordinari. Nella scoperta dell’ascolto. Nella scoperta che
si può dire con chiarezza e passione. Nella condivisione di emozioni e contenuti. Nel fare dono di sé agli
altri anche nella professionalità più esasperata. Antica
e nuova, bellissima tecnologia. Nel gruppo, luogo dell’evento emotivo, ognuno lavora per far raggiungere a
ciascuno un risultato, quello che lo riguarda più da
vicino: il proprio.”
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