naturai - Daniel Lumera

Transcript

naturai - Daniel Lumera
naturai
WOMAN
IL PERDONO
Ne
parliamo
Non è solo un precetto religioso, ma la capacità di lasciar andare le emozioni,
di liberarti di ciò che tifa stare male. Non devi affatto porgere l'altra guancia,
ma mostrare la parte migliore di te: quella consapevole. Ecco come si fa
DI FEDERICA BRiGNOLI
S
DANIEL LUMIERA
Presidente della
International School of
Forgiveness, che studia
l'impatto del perdono nella
società, dirige la
Fondazione MyLifeDesign,
organizzazione no profit,
impegnata nell'educazione
alla consapevolezza di sé.
Ha scritto: La cura del
Perdono. Una nuova via alla
fe/ic/fò (Mondadori, 16,50
euro). L'11 marzo sarà a
Roma al Campidoglio per
celebrare la giornata
internazionale del perdono.
uperare un tradimento? Impossibile!
Voltare pagina dopo l'ennesimo litigio in famiglia? Difficile. In certi momenti della vita diventa problematico
anche dimenticare lo sguardo di sufficienza con cui la collega ha accolto
una tua proposta durante la riunione
di qualche settimana prima. Perché è così difficile
perdonare? Perché continuiamo a rimuginare sul
passato? Abbiamo girato le domande a Daniel Lumera, presidente della International School of Forgiveness, la prima scuola al mondo che insegna a
perdonare (vedi box). «È solo una questione di tecnica», dice l'esperto. Ecco come la si impara.
Partiamo dalla definizione di perdono. Cosa significa davvero?
«Prima di tutto diciamo cosa non è: non è un concetto religioso o legato alla psicoterapia. La prova
è che esiste anche in molte culture arcaiche. Perdonare significa saper dare. Cioè trasformare ogni
cosa che ci accade, sia un dolore grandissimo o
una gioia infinita, in un dono».
Ci faccia un esempio.
«Perdonare è smettere di trattenere le emozioni.
Anche quelle positive come l'amore. Se non lo la-
sciamo andare, lo trasformiamo in possesso. Stessa cosa per il dolore che, trattenuto, diventa sempre più grande, generando sofferenza».
Ma nella pratica come si fa?
«Allenandosi, con una serie di esercizi. Il mio metodo prevede quattro fasi: dichiarazione, assunzione di responsabilità, gratitudine e perdono».
Partiamo dalla dichiarazione. In cosa consiste?
«Nell'ammettere il proprio stato d'animo. Renderti
conto che sei arrabbiato, addolorato, risentito. Realizzare ciò che ti fa stare male. Permetterti di
esprimerlo. Non è così scontato».
Perché è importante? •
LAURA CHIATTI
Dopo un tradimento
viene a mancare la
fiducia. Non posso
proprio passarci sopra
LA SCAPPATELLA? È IMPERDONABILE
Per ora nel suo matrimonio è tutto rose e fiori. Con
Marco Bocci è in attesa del secondo figlio. Ci sono cose
però che non riuscirebbe a digerire. Una di queste è il
tradimento: «Per quanto razionalmente tu possa
perdonare la persona, è una cosa difficile da mandare
giù. Non avresti più la stessa fiducia, lo stesso rapporto»
Del resto lei è la prima a essere fedele: «Non ho mai
tradito», ha confessato.
naturai
WOMAN IMPARARE A PERDONARE
VANESSA INCONTRADA
SOLO DA GRANDE HO SUPERATO
IL DIVORZIO DEI MIEI
Quando i suoi divorziarono il padre abbandonò la
famiglia. Vanessa era solo una bambina e non poteva
capire fino in fondo. Per lei fu un duro colpo. «Quando c'è
una separazione di mezzo, è facile puntare il dito. Oggi io
e papa ci siamo ritrovati e abbiamo un rapporto che mai
avrei pensato, che si è evoluto con il tempo. Lo accetto, lo
abbraccio, lui fa parte di me e della vita di mio figlio».
«A volte si considera il perdono come un atto di superiorità. Ti perdono, perché sono meglio di te. Lo concediamo senza riflettere minimamente sui sentimenti
che proviamo. Invece capire quello che abbiamo dentro è l'unico modo per voltare davvero pagina».
Poi cosa succede?
«Si passa all'assunzione di responsabilità. La responsabilità di solito indica qualcosa che pesa. Io la intendo invece come ability to respond: capacità di rispondere alle esigenze dell'anima. Bisogna uscire dal ruolo
di vittima per riprendere in mano la propria vita».
Significa che quello che è successo è anche un po'
colpa tua?
«No, ma la responsabilità di ciò che proviamo è solo
nostra. Se continuo a provare odio starò sempre male.
Se lo lascio andare, posso guarire le mie ferite».
In effetti, non è così facile.
«E infatti entra in gioco la gratitudine. Bisogna essere
capaci di provare gratitudine per qualsiasi cosa ci succeda, anche di negativo. Se sei stata tradita e stai male
per dieci anni, è come se venissi fregata due volte: la
prima da chi ha rotto il patto di fiducia che avevate
stretto, la seconda perché continui a portarti appresso
questo dolore. Perdonare del resto è l'unica vendetta
approvata dall'universo».
Quali sono i pregiudizi più diffusi sul perdono?
«A volte ci si convince che perdonare sia un atto di
debolezza: è come darla vinta all'altro. In uno dei miei
seminari ho incontrato una donna molto resistente alle attività proposte. L'ho presa in disparte e le ho chiesto quale fosse il motivo. La sua risposta: "Non posso
perdonare il mio ex marito. Se lo perdono io torno a
stare bene e lo libero da questo peso. Stare male è un
modo per punirlo"».
Perdonare è porgere l'altra guancia?
«Non nel senso cattolico. Porgere l'altra guancia significa mostrare l'altra parte di sé. Non vuoi dire essere
stupidi e non agire, ma agire attraverso (il perdono).
Liberarsi da rabbia e rancore con consapevolezza».
In questo senso il perdono è la chiave della felicità?
«La felicità dipende dalla consapevolezza che abbiamo di noi stessi, non da quello che abbiamo o faccia32
Vanessa Incontrada,.
37 anni, attrice e
condii Urice. Ha un
compagno, Uossano
Laurini, e un figlio
Isal, 7.
,
Ho capito perché mio padre
aveva fatto certe scelte. Oggi
abbiamo un bel rapporto
mo. Il perdono è una chiave per capire questo, e metterlo in pratica. È una scienza della felicità cui bisogna
essere educati. Mi piace pensare che tra qualche anno
le persone infelici verranno considerate maleducate».
Dopo la gratitudine, arriva il perdono?
«Sì. Non ci attacchiamo alle cose e lasciamo che scorrano. Riusciamo a cogliere e accettare la vita nella sua
totalità. Nelle relazioni questo significa non restare in
superficie, capire anche le ombre dell'altro, che nella
maggior parte dei casi riflettono le nostre. Chi è capace di perdonare ha le relazioni più felici e sa gestire il
conflitto in maniera più costruttiva».
Sicuro che la religione non abbia un ruolo?
«Credo che il perdono vada sempre più laicizzato. Sa
che ci sono persone resistenti al perdono perché lo
considerano di stampo cattolico (e magari sono atee o
di un altro credo)? Il perdono ti insegna a trasformare
i problemi in risorse, a cambiare prospettiva e metterti nei panni degli altri. Questo non ha nulla a che fare
con la religione».
Esistono gesti imperdonabili?
«Esistono solo nel momento in cui tu decidi che sono
imperdonabili. Qualsiasi cosa può essere trasformata
lìva Longoria
40, attrice.
Fidanzata con
José Ant
Baston.
EMMA MARRONE !
Un sorriso
vale più
di dieci
schiaffom
SI DEVE REAGIRE Ai TORTI CON ELEGANZA
«Non mi piacciono le guerre dei Roses, Ho 30 anni, una mia serenità, un lavoro.
Ci ho messo un macigno sopra». Commentava così Emma Marrone la pace
ritrovata con la rivale Belén, rea di averle soffiato, nel 2012, il fidanzato Stefano
De Martino e di averci formato una famiglia. Ora che i due hanno annunciato il
divorzio, Emma non si è lasciata andare a commenti sarcastici. La dimostrazione
che la cantante ha davvero voltato pagina.
ÈVA LONGORIA
NON RIESCO A ODIARE L'EX
CHE MI HA FATTA SOFFRIRE
L'attrice si riferisce al suo secondo
marito, il giocatore di basketTony
Parker, cui è stata sposata dal 2007 al
2010. È stata lei a troncare dopo aver
scoperto una serie di sms bollenti
scambiati dal marito con la moglie di
un suo compagno di squadra. «Anche
se mi ha fatto male, non è una cattiva
persona», ha detto. Ora però è acqua
passata: Èva ha appena annunciato il
fidanzamento ufficiale con il
produttore José Antonio Baston. Si
sposeranno nel 2016.
La gente si aspetta
che io odi il mio ex
manto, ma io non
voglio. Anzi, gli
auguro di cuore
di essere felice
JENNIFERANiSTON
IL RISENTIMENTO È VELENO PER
L'ANIMA. DOVEVO LIBERARMENE
Jennifer Aniston ci ha messo 9 anni a
perdonare il tradimento dell'ex marito Brad
Pitt, che nel 2005 sul set A\Mr.& Mrs. Smith
si innamora di Angelina Jolie e la lascia. «Il
risentimento rende tutto tossico. È come
ingerire del veleno per topi e aspettare che
il ratto muoia. Dopo la fine del mio
matrimonio, prendermi del tempo mi ha
aiutata molto», dice l'attrice che da 5 anni
fa coppia con JustinTheroux.
•. V..; i-o^s-
Le persone fanno cose
imperdonabili, ma dobbiamo
riuscire a lasciarle andare
in un dono. Siamo noi a stabilire cosa lasciare andare
e cosa no, e questo potere ci spaventa moltissimo».
È più diffìcile perdonare se stessi o gli altri?
«Si può perdonare solo se stessi. Gli altri riflettono solo aspetti di noi. Uno degli esercizi che faccio fare nei
miei seminari affronta proprio questo tema. L'ho chiamato omeopatia relazionale. Come nell'omeopatia, si
sperimenta quello che non ci appartiene a piccole dosi. Prima dobbiamo fare un elenco delle cose che ci
danno fastidio negli altri, poi dobbiamo introdurle in
modo leggero nella nostra vita».
In che modo?
«Faccio un esempio. Se mi da tanto fastidio l'aggressività posso imparare a relazionarmi con questo stato
d'animo in modo positivo, iscrivendomi a un corso di
arti marziali o di teatro espressivo».
Esiste un perdono più diffìcile degli altri?
«Il perdono del padre e della madre. Dal rapporto con
i genitori dipende il 90 percento delle nostre relazioni.
Spesso infatti riproduciamo degli archetipi che abbiamo vissuto nell'infanzia. Perdonare questi archetipi
significa riconoscerli come tali e diventare più consapevoli. È la strada per la felicità». 0
33