INCONTRO cittadino MINISTRANTI

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INCONTRO cittadino MINISTRANTI
Preghiamo..
( si consiglia di recitare questa preghiera con un impegno ben preciso)
Padre, che sei nei cieli, tu sei buono con me.
Tu mi hai dato la vita.
Mi hai circondato di persone che pensano a me.
Tu però non ami solo me, ma tutti gli uomini.
Noi tutti siamo fragili e siamo tutti fratelli.
Sento che dovrei ringraziarti per questo.
Dovrei anche compiere in tutto la tua volontà.
Dovrei imparare a essere sempre gentile e
servizievole nei confronti degli altri,
e soprattutto verso i miei genitori,
i miei amici e tutti coloro che mi circondano
Seminario VescovileMolfetta
INCONTRO
cittadino
dei
MINISTRANTI
Marzo 2013
Riconosco di averlo dimenticato tante volte.Ho agito male.
Ho pensato a me stesso e troppo poco a te e agli altri.
Ho peccato.In questo momento ne sono consapevole.
Mi dispiace sinceramente. Vorrei non averlo mai fatto.
Ti prego, perdona le mie mancanze e i miei peccati.
Voglio rinnovare il mio proposito di essere buono.
In particolare mi propongo di …
Signore Gesù Cristo,
tu ti sei fatto uomo perché mi ami.
Con la tua vita e con la tua morte
mi hai liberato dal male.
Tu mi insegni la via del bene.
e aiutami a ottenere il perdono
delle persone che ho ferito, o ho offeso in qualche modo.
Fortificami con il dono del tuo Santo Spirito
e fa che la pace regni nuovamente tra di noi. Amen
N.B. La seguente proposta di incontro può essere utilizzata per introdurre un
momento penitenziale con il gruppo dei ministranti parrocchiali o adolescenti.
Tiziano Ferro
Perdono... si quel che è fatto è
fatto io però chiedo
Scusa... regalami un sorriso io ti porgo una
Rosa... su questa amicizia nuova pace si
Posa... perché so come sono infatti chiedo...
Perdono... si quel che è fatto è fatto io però chiedo
Scusa... regalami un sorriso io ti porgo una
Rosa... su questa amicizia nuova pace si
Posa... PERDONO
Con questa gioia che mi stringe il cuore
A quattro cinque giorni da Natale
Un misto tra incanto e dolore
Ripenso a quando ho fatto io del male
E di persone ce ne sono tante
Buoni pretesti sempre troppo pochi
Tra desideri, labirinti e fuochi
Comincio un nuovo anno io chiedendoti.. Rit.
Dire che sto bene con te è poco
Dire che sto male con te.. è un gioco!
Un misto tra tregua e rivoluzione
Credo sia una buona occasione
Con questa magia di Natale
Per ricordarti quanto sei speciale
Tra le contraddizioni e i tuoi difetti
Io cerco ancora di volerti Rit.
Qui l'inverno non ha paura... io senza di te un
po' ne ho
Qui la rabbia è senza misura... io senza di te..
non lo so
E la notte balla da sola... senza di te non ballerò
Capitano abbatti le mura... che da solo non ce la farò
IL SEGNALE
Un giovane era seduto da solo nell’autobus; teneva lo sguardo fisso fuori
del finestrino. Aveva poco più di vent’anni ed era di bell’aspetto, con un
viso dai lineamenti delicati.
Una donna si sedette accanto a lui. Dopo avere scambiato qualche
chiacchiera a proposito del tempo, caldo e primaverile, il giovane disse,
inaspettatamente: Sono stato in prigione per due anni. Sono uscito questa
mattina e sto tornando a casa.
Le parole gli uscivano come un fiume in piena mentre le raccontava di
come fosse cresciuto in una famiglia povera ma onesta e di come la sua
attività criminale avesse procurato ai suoi cari vergogna e dolore. In quei
due anni non aveva più avuto notizie di loro. Sapeva che i genitori erano
troppo poveri per affrontare il viaggio fino al carcere dov’era detenuto e
che si sentivano troppo ignoranti per scrivergli. Da parte sua, aveva smesso
di spedire lettere perchè non riceveva risposta.
Tre settimane prima di essere rimesso in
libertà, aveva fatto un ultimo, disperato
tentativo di mettersi in contatto con il
padre e la madre. Aveva chiesto scusa per
averli delusi, implorandone il perdono.
Dopo essere stato rilasciato, era salito su
quell’autobus che lo avrebbe riportato
nella sua città e che passava proprio
davanti al giardino della casa dove era
cresciuto e dove i suoi genitori
continuavano ad abitare.
Nella sua lettera aveva scritto che avrebbe compreso le loro ragioni. Per
rendere le cose più semplici, aveva chiesto loro di dargli un segnale che
potesse essere visto dall’autobus. Se lo avevano perdonato e lo volevano
accogliere di nuovo in casa, avrebbero legato un nastro bianco al vecchio
melo in giardino. Se il segnale non ci fosse stato, lui sarebbe rimasto
sull’autobus e avrebbe lasciato la città, uscendo per sempre dalla loro vita.
Mentre l’automezzo si avvicinava alla sua via, il giovane diventava sempre
più nervoso, al punto di aver paura a guardare fuori del finestrino, perchè
era sicuro che non ci sarebbe stato nessun fiocco.
Dopo aver ascoltato la sua storia, la donna si limitò a chiedergli: Cambia
posto con me. Guarderò io fuori del finestrino.
L’autobus procedette ancora per qualche isolato e a un certo punto la donna
vide l’albero.
Toccò con gentilezza la spalla del giovane e, trattenendo le lacrime,
mormorò: Guarda! Guarda! Hanno coperto tutto l’albero di nastri bianchi.
Padre, perdonali,
perché non sanno quello che fanno!
Lc 23,34