Monny Holstein: le più belle sono italiane
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Monny Holstein: le più belle sono italiane
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Monny Holstein: le più belle sono italiane di Giuseppe Beltramino Abbiamo incontrato Christian Monnay, uno dei migliori allevatori svizzeri. Ci ha raccontato un po’ della sua storia, delle sue 9 vacche EX tutte figlie di tori italiani e abbiamo scoperto che in Svizzera non è soltanto il formaggio ad avere i buchi… C hristian Monnay fa parte di quelle persone un po’ schive che parlano poco, ma che hanno molto da dire. A volte, l’unico modo per fare emergere il pensiero e la storia di queste persone è far loro delle domande e questa è la ragione per cui, per raccontare la realtà di Monny Holstein, abbiamo scelto la forma dell’intervista. Tante piccole domande, che ci permettono di conoscere meglio questo allevatore, straordinario testimonial della nostra selezione all’estero, ma soprattutto uomo di grande equilibrio, che dimostra come senza preconcetti ed estremismi si possano raggiungere risultati di assoluto rilievo. L’azienda in affitto si estende su una superficie agraria di 54 ettari a Les Cullayes a pochi KM da Losanna. Prati, montagne e 70 capi di razza frisona che stanno al pascolo dalla fine di aprile fino ai primi di novembre. In inverno invece la stabulazione è fissa, come da tradizione in Svizzera. Le vacche in mungitura sono mediamente una trentina e negli ultimi 3 anni hanno sempre prodotto più di 95 q.li col 3,8 di grasso e 3,2 di proteina. In mostra sono arrivati molti buoni piazzamenti e qualche vittoria, ma ciò che più fa onore a Christian è di essere riuscito in soli 15 anni di selezione holstein ad ottenere ben 9 vacche EX in un Paese che adotta criteri di valutazione particolarmente severi. La cosa straordinaria è che tutte le vacche EX, di cui 5 presenti in allevamento, sono figlie di tori italiani. 3 sono figlie di Mtoto e 2 di Millyfirst. Quelle che non ci sono più erano figlie di Buk-Val, Comi e Panty. MOLTE VOLTE LE COSE IMPORTANTI INIZIANO PER CASO… ■ In molti ti conoscono come allevatore particolarmente legato alla selezione made in Italy. Sapresti spiegare a quando risale questa scelta e da cosa è stata dettata? Se dicessi che ho iniziato a lavorare con la genetica italiana per scelta, mentirei. Molte volte le cose importanti iniziano per caso; semmai continuano per volontà propria. Pensa che ai tempi a me non interessava nemmeno la holstein… Io vengo da una famiglia che ha sempre allevato le pezzate rosse in un’azienda in affitto. Nel 1991 ero alla ricerca di un allevamento da acquistare per mettermi in proprio e nella mia zona non riuscivo a trovare ciò che volevo. Tanto che pensai anche di intraprendere un altro mestiere. Poi venni a sapere che c’era un’interessante azienda che veniva proposta in affitto a patto che venissero acquistati gli animali e le attrezzature presenti. 12 BIANCONERO . MAGGIO 2006 responsabile marketing di Semenzoo Italy Le vacche non erano delle rosse come io cercavo, ma delle holstein nere. Decisi di fare l’acquisto comunque, pensando che avrei sostituito in un secondo tempo le vacche nere con le mie amate “pezzate rosse”. ■ E con l’Italia, tutto questo cosa ha a che fare? Ha a che fare perché le vacche che acquistai non solo erano delle frisone bianche e nere, ma erano anche tutte figlie di tori italiani. L’allevatore dal quale avevo rilevato l’attività era un associato della associazione FSBB che allora lavorava esclusivamente con i tori del centro italiano Elpzoo. Fu così che senza volerlo mi ritrovai a lavorare con una mandria holstein e di genetica completamente italiana. ■ E poi, come sono andate le cose? In poco tempo mi accorsi che le vacche acquistate erano molto buone, che le holstein facevano molto più latte delle pezzate rosse e che le figlie dei tori italiani probabilmente erano produttivamente superiori alla media delle holstein di quel tempo in Svizzera. Christian Monnay, Les Cullayes, Svizzera ■ Quando sei stato per lavoro la prima volta in Italia e che ricordo ne hai? Credo fosse il 1995. Ero venuto da voi per vedere le prime figlie di Raven e Corsaro. Ricordo che rimasi impressionato dalle dimensioni dei vostri allevamenti, dalle produzioni molto elevate e dal management di tipo industriale. La prima impressione fu quasi negativa: non mi aspettavo di vedere delle vacche sporche, poco curate e non immaginavo di vederle vivere in condizioni così dure. Da noi le dimensioni sono molto più piccole e le vacche di conseguenza molto più “coccolate”. Un allevatore svizzero che riceve una delegazione straniera ci tiene a presentare i propri animali al meglio ed è orgoglioso di mostrarli lavati e tosati. A questa prima impressione, però seguì una riflessione sicuramente più profonda. Le vacche che stavamo vedendo si mostravano per quello che erano, non avevano ricevuto nessun tipo di trattamento preferenziale ed erano riuscite ad ottenere ottime performances in situazioni difficili e di estrema competizione. Tutto ciò era un vantaggio dal punto di vista dell’attendibilità dei tori e fece aumentare la mia fiducia nel sistema italiano. IL TIPO IN ITALIA NON È QUASI MAI FINE A SE STESSO… ■ Se tu dovessi dire in poche parole che cosa apprezzi di più nel sistema italiano, da dove partiresti? La cosa che più mi piace del sistema italiano è che la produzione viene prima del tipo. Si presta molta attenzione anche alla morfologia, e questo per me è bene, ma il tipo in Italia non è quasi mai fine a se stesso. Bensì è un mezzo importante per perseguire produttività e reddito. Il tipo che voi valorizzate è un tipo estremamente da latte. I bellissimi Herve e Magali Monnay con Les Tilleuls Buk-Val Withney, Ex 90, una Buk-Val x Igol ■ Che differenza trovi col sistema svizzero? In Svizzera spesso si ricerca troppo la perfezione morfologica. Anche a discapito del latte. ■ La produzione per te è quindi molto importante. Quanto deve produrre una buona primipara nel tuo allevamento? Col nostro tipo di gestione (pascolo 6 mesi all’anno) dagli 80 ai 90 q.li. Sopra i 90 diventano difficili da gestire con un’ alimentazione poco spinta. ■ Preferisci dunque un tipo di vacca non troppo precoce che migliora in produzione col passare del tempo? Assolutamente si. Anche perché da noi le condizioni per far invecchiare bene le vacche non mancano. ■ Hai usato molti tori italiani, dimmi i tre migliori nel tuo allevamento… Primo, non ho dubbi, Skywalker. Per il secondo ed il terzo esiterei tra Millyfirst e Mtoto. Millyfirst mi ha dato risultati eccezionali con 2 vacche da 91 p.ti, ma ho poche figlie per potermi sbilanciare. Le Mtoto più passa il tempo e più si fanno apprezzare. ■ W l’Italia dunque! Ma non saranno sempre state rose e fiori… Quali sono stati i tori che ti hanno deluso? Alcuni tori derivanti da linee C. Mark e Mascot. Tori che davano molti caratteri da latte, ma grossi problemi nell’equilibrio del treno posteriore. Vacche troppo deboli con poco tallone, problemi di pastoie, groppe contro-inclinate e mammelle troppo profonde. ■ Attualmente mungi 30 vacche, pensi di aumentare? Mi piacerebbe molto, ma la quota è troppo costosa. Oggi il prezzo della quota va da un minimo 1,50 Franchi Svizzeri (CHF) ad un massimo di 1,80 (un Franco Svizzero corrisponde a circa 0,64 Euro n.d.r.). Io produco latte industriale che vendo a 0,68 CHF… Inoltre, aumentare per me significherebbe nuove strutture ed impiego di manodopera. Attualmente io e mia moglie riusciamo a fare tutto il lavoro con l’aiuto di giovani che a rotazione fanno presso di noi dei periodi di praticantato, dopo gli studi in agraria. Vorrei in futuro affiancare alla rendita data dal latte anche quella della genetica. Ultimamente ho avuto qualche richiesta di torelli per la F.A. e di manze. Spero accada ancora e penso d’inserire in allevamento qualche soggetto d’interesse internazionale. ■ Restando in tema di genetica, che tipo di tori scegli? Come ho già detto mi piacciono gli animali produttivi. Prediligo tori abbastanza forti a latte, possibilmente attorno al +1.000, meglio se positivi sulle percentuali. In Svizzera si bada molto alla qualità del latte. Per quanto riguarda il tipo, più ce n’è, meglio è. ■ Che tori usi? Fino a qualche anno fa usavo l’80% di tori italiani. Poi sono sceso al 50 perché non trovavo più abbastanza morfologia nei pedigrees e nei dati dei vostri tori. Nell’ultimo periodo devo dire però che le cose stanno migliorando da voi e quindi sto incrementando di nuovo l’utilizzo dei vostri riproduttori. ■ Puoi dirci qualche nome? Uso molto Winston e Jazzman. Mi piace Roy e uso un po’ di Damion, anche se quest’ultimo è un po’ troppo basso a latte per il mio standard. BIANCONERO . MAGGIO 2006 13 Monny Millyfirst Flandria, Ex 91, Buk-Val x Igol Monny Mtoto Alizée, Ex 90, Mtoto x Millyfirst x Buk-Val ■ Ti vedo spesso alle mostre coi tuoi figli. Due splendidi bambini di 8 e 11 anni, vedi un futuro in allevamento anche per loro? La bambina, Magali è ancora molto piccola e non si capisce ancora se sia interessata all’allevamento. Herve, il bimbo più grande, invece è già talmente coinvolto che credo seguirà la mia strada. Ammetto che mi fa molto piacere che ami il mio mestiere e mi gratifica pensare di potergli dare delle basi su cui partire, nettamente superiori a quelle che ho avuto io agli inizi. Sicuramente se farà l’allevatore qui in Svizzera non diventerà molto ricco, ma avrà una vita serena e spero felice. Il nostro mestiere rimane uno dei più “sani”, soprattutto per un giovane. BIANCONERO COI BUCHI Monny Millyfirst Ladina, Ex 91, Milly First x Reggente x Comi ■ Tutti tori forti a tipo. Che importanza hanno per te le mostre? Le mostre sono un importante momento d’incontro e di confronto; spesso stimolano a lavorare meglio. Mi piacciono moltissimo, ma se devo essere sincero preferisco viverle più da spettatore che da protagonista. Partecipo ad alcune mostre da diversi anni e mi sento quasi in dovere di farlo, ma dover preparare e presentare le mie vacche mi toglie la possibilità di seguire attentamente le valutazioni e tutto il lavoro del giudice, ossia la parte che preferisco. Potrà sembrare strano, ma è così. Forse anche per ragioni di carattere non ho mai smaniato per essere al centro della competizione o dell’attenzione. Amo osservare il lavoro dei giudici e vedere come lavorano gli altri allevatori, che tipo di vacche presentano. ■ Tu che tipo di vacche presenti? Io presento le vacche che mi piacciono di più. Non sono un grande stratega delle mostre e non faccio particolari calcoli quando scelgo gli animali da presentare. Semplicemente vado ad esporre quelle che secondo me sono le mie vacche o manze migliori. ■ Gli indici delle vacche hanno importanza per te? Gli indici per me hanno poca importanza. Ho in allevamento una famiglia di vacche nella quale vi sono alcune madri di toro, ma non ricerco l’esaltazione dell’indice quando faccio gli accoppiamenti. 14 BIANCONERO . MAGGIO 2006 ■ Mi è capitato spesso di vedere tuo figlio discutere con dei giudici internazionali alla fine di una mostra e non ho mai sentito un ragazzino di 11 anni parlare in maniera così appropriata di apertura del costato, qualità del garretto e così via… Da dove gli deriva tutta questa preparazione e questa passione? Esattamente non lo so. Di certo ha iniziato a frequentare le mostre da piccolissimo ed ha immediatamente sviluppato un fortissimo interesse verso questo mondo. Quando è a casa divora letteralmente tutte le riviste del settore, imparando a memoria i nomi delle vacche ed i risultati ottenuti nelle mostre di tutto il mondo. Una delle sue riviste preferite è proprio la vostra. Spesso io sono costretto a leggere Bianconero dopo di lui e me lo ritrovo pieno di buchi. ■ Bianconero coi buchi? Ci puoi spiegare meglio? Ormai da diversi anni Herve ama ritagliare e collezionare le foto delle vacche che trova sui giornali. Su Bianconero ci sono molte foto di belle vacche quindi si formano molti buchi. Il suo gioco preferito è organizzare delle mostre virtuali con le vacche ritagliate, mostre nelle quali ovviamente lui stila la graduatoria. ■ In pratica organizza una specie di Fantacalcio con le bovine? Non conosco il Fantacalcio, ma penso dal nome che sia qualcosa di simile alle sue Fantamostre. ■ Hai qualcosa da dire a Bianconero? Sì. Sarebbe possibile inviarmi due copie di Bianconero? Una da leggere e una da ritagliare.