Cerettese: certezza di ereditabilità
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Cerettese: certezza di ereditabilità
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Cerettese: certezza di ereditabilità di Marie Vida L’allevamento Cerettese di San Maurizio Canavese, in provincia di Torino. S i dice che nella selezione genetica due più due non faccia sempre quattro. Anche questa regola ha però le sue eccezioni. La costanza nelle prestazioni della famiglia di vacche che l’allevamento Cerettese ha sviluppato alla frazione Ceretta di San Maurizio Canavese, a nord di Torino è qualcosa di raro e fuori dal comune: due tori in classifica, Alimax e Yoriko che, figli della stessa vacca, la Cerettese Mtoto Dri, con padri diversi, presentano una sorprendente continuità di caratteri simili e molto superiori alla media per produzioni e morfologia. Da questa famiglia arrivano anche tutta una serie di animali che confermano risultati ottimi sempre dello stesso stampo, sia nelle femmine che nei maschi e attestano, senza dubbi, la bontà delle prestazioni di questa linea di sangue. Cerettese oggi ha 137 vacche indicizzate con 840 di PFT medio e 877 con il nuovo Indice di Selezione. Da diversi anni anche ai vertici delle classifiche produttive, nel 2008 l’azienda ha chiuso l’anno con una media di 12.166 kg di latte con il 3,93% di grasso e 3,38% di proteine, produzione che lo pone nel Rank 99 delle migliori aziende italiane. Dell’Agricola Cerettese parliamo con Luigi Aimone Giggio, presidente fondatore e dirigente della cooperativa che ha seguito dalla sua fondazione sino ai giorni nostri. ■ Come è nata la Cerettese? Negli anni ottanta ci unimmo con fratelli e cugini che già svolgevano una attività agricola per fondere le 10 BIANCONERO . OTTOBRE 2009 La famiglia Aimone Giggio, da sinistra: Chiara, Attilio, Luigi, Laura, Franco, Irene, Marco e Silvia nostre piccole aziende individuali in una cooperativa sola, con nuove strutture adeguate a mungere un numero superiore di vacche. Allo scopo, acquistammo 250 manze gravide di Frisona di buona genealogia di varia provenienza italiana. Nel corso degli anni ci sono stati dei cambiamenti nella compagine societaria, sino ad arrivare ai primi anni del 2000, in cui abbiamo frazionato l’azienda e siamo rimasti a condurre l’Agricola Cerettese io e mio fratello Attilio, a cui si è aggiunto un altro fratello, Franco, che svolgeva un’altra attività. Con noi lavora in azienda, da tre anni, Marco, figlio di Franco, con il quale condivido le responsabilità di stalla e che mi affianca nella decisione sugli accoppiamenti, mentre collaborano in vari modi, a seconda dell’età, anche Chiara, figlia di Attilio, Irene, figlia di Franco, e le mie figlie Silvia e Laura, tutte quante con un marcato interesse in ciò che riguarda l’allevamento. Da poco abbiamo assunto un addetto alla mungitura. L’azienda agricola si compone di 80 ettari di terreno coltivati a mais e prato stabile e di circa 150 vacche in mungitura che producono latte di Alta Qualità per la Centrale del Latte di Torino. ■ Come e quando avvenne la decisione di investire in genetica selezionata? L’allevamento era impostato già da qualche anno e ci orientammo verso l’uso dell’embryo transfer per avere animali di alto livello, visto che avevamo un numero di manze Hevea TL Cerettese Mtoto Dri TL TV Cerettese Nina Cerettese Impiam ET riceventi che ci consentivano di lavorare sull’impianto di embrioni freschi. L’obiettivo era di migliorare tutto l’allevamento, ma con l’aspirazione, neanche tanto nascosta, di poter tirar fuori dalla nostra selezione qualche buon torello. Agli inizi degli Anni 90, mi trovai a fare un viaggio con altri allevatori torinesi in Germania, Olanda e Francia, dove ebbi l’occasione di acquistare due vitelle di 6 mesi, nate da embrioni importati dalla GD. Una di queste manze si chiamava Hexane, era una Brass Bell per mamma Steady Spipper, figlia della Tradition Buttercup, mentre l’altra portava il nome di Hevea, una Aerostar per mamma Chief Mark Missy, figlia di Bell Kristeen. Una volta arrivate nella nostra azienda queste due manzette si distinguevano dalle loro coetanee e, dopo il primo parto, si confermarono migliori. Avevamo la sensazione di avere a disposizione dei purosangue, un po’ come avere un animale tipo Varenne in stalla, una sensazione che adesso abbiamo provato diverse volte, soprattutto con la Dri, che discende da Hevea. nei primi 20, ma furono le 4 femmine che lasciarono una vera impronta, Upupa MB86, Ugola MB89 e GM, Utile e Umile MB85. Con vari accoppiamenti, tutte queste Mountain hanno avuti 6 figli nei primi 50 tori per ILQM nel 2000-2001. Umile ebbe una carriera produttiva di 829,38 kg in 6 lattazioni e un suo figlio, Zufolo, uscì nei primi 30. Upupa, con Gigh, ebbe il famoso Cerettese Zidane e, con Minneapolis, Royal Idevra Abbott, entrambi, a fine 2005, tra i migliori 50 per PFT. Ugola ha lasciato un’impronta rilevante sulla nostra discendenza femminile. Sua figlia con Fatal, Cerettese Zistina, ha avuto, con Mtoto, Cerettese Erra (MB87, Rank 99, nel 2005 tra le prime vacche italiane per PFT), mentre, con Manfred, Cerettese Caspita MB87 e infine, con Tugolo, Cerettese Foa MB85, Rank 99. Da Erra con Goldwin, oggi abbiamo la 24esima vacca in Italia per PFT, Cerettese Nada MB85, che ha due figli con Baxter in prova di progenie e una figlia, ed un’altra figlia con Million. La terza Mountain, Utile, attraverso Cerettese Fatal Arbatax MB87, è la nonna di Cerettese Mtoto Dri MB88 GM, sulla quale si è concentrato buona parte della nostra selezione di questi ultimi anni. ■ Tornando alle due vitelle iniziali, come si sviluppò la loro discendenza? Delle due, Hexane è stata la meno fortunata, per una serie di accoppiamenti un po’ azzardati che non hanno portato a risultati nel tempo. Invece Hevea fu sottoposta ad ET con Mountain. Un suo maschio, Tuxton uscì subito ■ Che tipo di vacca è Dri? Ha una struttura strepitosa, con mammella, profondità di costato, arti e piedi eccezionali, un animale che non ha mai avuto bisogno di cure ai piedi in 10 anni. I suoi BIANCONERO . OTTOBRE 2009 11 primi due figli, Cerettese Yoriko, figlio di Stormatic e Cerettese Alimax, figlio di Champion, trasmettono le sue stesse caratteristiche, con ICM, IAP e Tipo che li tengono ai vertici delle attuali classifiche. Dri è nata nel 1999 e ancora oggi sembra molto più giovane come attitudine e vitalità, qualità che ha trasmesso anche alle sue figlie come Mirea MB85 e Impian MB89, rispettivamente sorelle di Yoriko e di Alimax. A confermare le prerogative di questa linea è stato anche un fatto che ci è capitato in stalla. Dri aveva partorito un figlio con Laibert che, con l’uscita di Zidane, passò un po’ in secondo piano, tuttavia lo usammo molto in azienda. Ne sono uscite 32 figlie, delle quali 28 di terzo parto sono state ripunteggiate dagli 85 agli 89 punti. Il Laibert della Dri era un toro che trasmetteva struttura arti e ci ha convinto delle capacità di trasmettere della madre, proprio per questo uso che ne abbiamo fatto sulla mandria. ■ Quali altri figli e figlie ha Dri? Ha tre figli in attesa di uscita con Magna, Bolton e Goldwin. Una curiosità: con Magna, un incrocio che considerammo un po’ “spinto”, abbiamo avuto una figlia che ha prodotto 140 quintali di latte ed è tra le più produttive d’Italia e che ha, comunque, due figli ai Centri di f.a. Dal lato femminile stiamo lavorando sulle figlie, manze tra i 10 e 18 mesi, che ha avuto con Active, Cerettese Panama, con Baxter, Cerettese Panarea, con Goldwin, Cerettese Prozia e con Ralstorm, Cerettese Penna. Quest’ultima sarà presentata all’Asta Anafi alla prossima Nazionale di Cremona. Di Mirea e Impian abbiamo già dei figli in prova. Inoltre, Mirea ha due figlie Toystory, Oriana MB85 e Orba B84, che sono già state opzionate per embrioni e che hanno avuto, a loro volta, due figlie con Gives: per tutte e quattro si prevede un futuro molto brillante. ■ Come vi regolate nella scelta dei tori da usare nel vostro allevamento? Usiamo molti tori in prova, adesso siamo ad una percentuale intorno al 40-50% e utilizziamo anche una parte di fecondazione naturale, con tori della nostra selezione che siano morfologicamente straordinari, oltre ai migliori tori americani e canadesi di famiglie diverse e linee di sangue. Per le probabili madri di tori, decidiamo l’incrocio tenendo presente i consigli dei sire analyst, senza dimenticare di bilanciare il più possibile quelli che consideriamo i valori chiave per un buon accoppiamento, ovvero tipo, caratteri da latte, mammella, arti e piedi e latte, evitando problemi di consanguineità. Stiamo usando dei tori nelle cui linee di sangue non sia presente Mtoto, per la grossa presenza che abbiamo in azienda di sue figlie. ■ Oltre ai tori, vendete anche embrioni e animali da vita? Abbiamo molte richieste, ma non abbiamo mai voluto vendere delle femmine della famiglia della Hevea e della Dri, perché avremmo dovuto rinunciare all’esclusiva sulla sua discendenza. Alimax si è confermato come padre di tori e questa che noi possediamo è probabilmente una delle famiglie migliori che sono presenti oggi in 12 BIANCONERO . OTTOBRE 2009 Cerettese Mirea ET Italia. Tuttavia, dopo tante insistenze, abbiamo deciso di mettere in vendita in asta a Cremona, quest’anno, come dicevamo, una figlia della Dri. ■ Come promuovete o commercializzate i vostri animali? Il ramo commerciale viene curato dagli stessi Centri, tramite la pubblicità e divulgazione che fanno in Italia e all’estero per far conoscere i risultati della nostra famiglia. Per quel che ci riguarda, cerchiamo di lavorare sempre con impegno, serietà e passione per valorizzare quello di cui siamo molto orgogliosi, di essere riusciti a sviluppare una famiglia di animali eccezionali, che hanno le caratteristiche di ereditarietà e qualità superiori alla media. Ci ha fatto molto piacere e ci riempie di soddisfazione la notizia di questi giorni che la Dri è stata candidata al titolo di “Global Cow Of The Year 2009” della rivista “Holstein International”. ■ Come possiamo descrivere gli animali della selezione Cerettese? Forti, potenti con una struttura molto buona, che stanno in stalla con pochi problemi e durano a lungo, che mangiano sempre e stanno bene, che poi è quello che spinge la produzione, la cosa più importante. Cerchiamo di seguire bene il post parto in modo da avere i primi calori prima possibile, diamo loro pochi ingredienti sani, con un po’ di sfalcio verde in asciutta alternato all’unifeed, anche per le manze. ■ Ad un allevatore che volesse iniziare la selezione genetica, quali sono i consigli dettati dalla vostra esperienza? Sinceramente, di questi tempi, direi che la cosa più importante che serve in questo lavoro è avere una grande passione. Quando abbiamo iniziato avevamo di fronte prospettive diverse di quelle odierne, in una situazione di mercato più difficile. Nella selezione sto valutando adesso anche dei parametri diversi dalla produzione o dal tipo, ad esempio, la qualità di mungitura degli animali, come la velocità e la conformazione della mammella che fanno la differenza, specie nelle sale di mungitura a giostra e, in generale, noto sempre più l’importanza di avere tori bilanciati che diano la tranquillità di vacche senza problemi.