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Periodico d’informazione trimestrale della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa
Sped. in A.P. / 70% Fil EPI di RE | Tassa riscossa | Taxe percue
coopselios
NOTIZIE
ANNO X | SETTEMBRE 2008
Rinnovo
del C.C.N.L
• NUOVI ASILI IN BIO-ARCHITETTURA
• DISABILITÀ. TRA ESPERIENZA E VALORI
• NUOVI PROGETTI: ALZHEIMER CAFÉ
36
SOMMARIO
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
3.
Attivo l’Ufficio Soci: nuove convenzioni e nuova organizzazione sociale
4.
Nuovi servizi educativi nell’Area di Reggio Emilia. Apre il nido d’Infanzia di Barco
5.
Affascinante sfida a Barco
Inaugurato l’asilo nido di Mesero
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
6.
anziani | Sindrome del “Burnout”. Una ricerca del Settore Anziani nell’Area di Reggio
7.
infanzia | L’apprendimento di una seconda lingua nella prima infanzia
9.
disabili | Disabilità. Tra esperienza e valori
11.
minori | Affidi educativi territoriali di Sarzana
FOCUS
12.
Il C.C.N.L. passo passo
14.
Rapporto Pubblico-privato e sussidiarietà
LA VOCE DI COOPSELIOS
16.
Vecchi Giganti. Ventennale della Casa Protetta di Villa Minozzo e decennale della
Residenza “I Ronchi” di Castelnovo ne’ Monti
Buon Compleanno Residence! Decennale del “Residence degli Ulivi” di Podenzana
17.
“Alzheimer Café”. Un nuovo progetto prende forma
18.
Gita degli ospiti della R.S.A. di Guastalla al Lago di Garda
19.
Colonie estive a Marinella
Immaginari in mostra a Frascati
Hanno collaborato
a questo numero:
Danila Bocelli
Sabrina Bonaccini
Lina Borghi
Claudio Boriotti
Roberta Carena
Olindo Cervi
Vania Lodesani
Aldo Manfredi
Claudia Manzini
Valter Mastropaolo
Roberta Prandi
Moira Puntelli
Dino Terenziani
Diego Soldano
Afro Somenzari
Coopselios notizie
Periodico trimestrale diffuso
gratuitamente ai soci della Cooperativa
Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998
Sped in Abb. Post. Art. 2,
comma 20/c, Legge 662/96 - RE
Tassa riscossa - Taxe percue
Proprietario: Guido Saccardi
Cooperativa Sociale COOPSELIOS
Società Cooperativa
Via M.K. Gandhi, 3
42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 323676
Fax 0522 323658
www.coopselios.com
[email protected]
Direttore Responsabile
Fabrizio Montanari
Comitato di Redazione
Marzia Allegretti, Sabrina Bonaccini,
Franco Dallari, Ester Schiaffonati,
Antonietta Serri, Luca Vetricelli
Segretaria di redazione
Giulia Caramaschi
[email protected]
Progetto grafico
kitchen | www.kitchencoop.it
Impaginazione
Comma-Compograf - RE
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Cooperativa Sociale L’Olmo Montecchio Emilia (RE)
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 3
ORGANIZZAZIONE SOCIALE
Attivo l’Ufficio Soci:
nuove convenzioni e nuova
organizzazione sociale
Dal 1° settembre 2008 Coopselios
ha riattivato l’Ufficio Soci.
Responsabile dell’ufficio è Claudia
Manzini, socia della cooperativa
dal 1988.
La nuova organizzazione aziendale
ha il significato di rafforzare i
valori mutualistici ai quali
Coopselios da sempre si ispira.
L’Ufficio Soci dipende direttamente dalla Presidenza o, in sua mancanza, dalla Vice Presidenza e
intende essere ambito propositivo
di decisioni assunte dalla
Presidenza, dal Consiglio di
Amministrazione e dalla
Commissione Sociale.
Fra le sue mansioni, l’Ufficio Soci
organizzerà e gestirà le attività
sociali e le iniziative a carattere
previdenziale, assistenziale e
ricreativo a beneficio dei soci; si
occuperà di formulare proposte di
convenzione a favore dei soci con
fornitori, enti, associazioni, cooperative; collaborerà all’organizzazione degli incontri sociali e delle
sezioni soci nelle diverse aree territoriali. Inoltre, suo compito specifico sarà quello di curare le relazioni con i soci utili al fine di sviluppare e consolidare il senso di
appartenenza alla cooperativa,
anche rilevando periodicamente i
bisogni espressi dei soci.
Fra le attività già avviate, ricordiamo tre convenzioni e l’inizio dei
lavori per mettere in moto la
nuova organizzazione sociale.
Convenzioni attive
È già attiva la convenzione con
Mutua Nuova Sanità e la possibili-
Claudia Manzini
tà di ampliare i servizi ai familiari
delle socie/i (richiesta da inoltrare
entro e non oltre il 30 novembre
2008).
Inoltre, per i soci che risiedono a
Reggio Emilia, nei prossimi giorni
verrà firmata la convenzione con il
Multisala 900 di Cavriago. Tale
convenzione permette ai soci, esibendo la tessera sociale (che verrà
consegnata nelle prossime settimane), di usufruire di uno sconto
sull’abbonamento al teatro dialettale e sul biglietto del cinema; prevede inoltre la consegna all’Ufficio
Soci di 200 biglietti gratuiti per la
visione dei film in programmazione che i soci potranno richiedere
all’ufficio stesso.
Sono infine disponibili ingressi
gratuiti per le partite in casa della
Reggiana Calcio. Per informazioni
e richieste rivolgersi sempre a
Claudia Manzini.
Organizzazione Sociale
Nei mesi di ottobre e novembre i
soci di tutte le aree territoriali
saranno invitati a partecipare riunioni informative per la costituzione delle sezioni soci locali.
Le sezioni soci rappresentano le
articolazioni territoriali della cooperativa e hanno la finalità di:
• coinvolgere e informare la base
sociale nei diversi territori di
attività;
• proporre iniziative sociali locali;
• mantenere vivo il rapporto fra i
soci;
• instaurare e intrattenere rapporti
organici tra il Consiglio di
Amministrazione e la base sociale;
• formulare pareri consultivi in
merito alle più importanti scelte
di conduzione aziendale;
• collaborare al reclutamento dei
nuovi soci e alla diffusione della
cooperazione;
• promuovere e realizzare iniziative che favoriscono la sensibilità
alle tematiche sociali;
• promuovere e sostenere le iniziative a carattere assicurativo di
previdenza complementare e
finanziaria sottoscritte dalla
cooperativa con agenzie esterne
a favore dei propri soci, delle
loro famiglie e dei territori in cui
operano le sezioni soci.
Orari di apertura dell’Ufficio Soci:
dal lunedì al venerdì
dalle ore 8.30 alle ore 13.30
pomeriggi di lunedì e mercoledì,
presso la Sede di Reggio Emilia.
Per Info:
Claudia Manzini
[email protected]
tel. 0522/378676
oppure 335/1453580
Claudia Manzini
Ufficio Soci
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
4 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
INAUGURAZIONI
Nuovi servizi educativi nell’Area di Reggio Emilia.
Apre il nido d’infanzia di Barco
Sabato 6 settembre è stato inaugurato
dall’Amministrazione Comunale di
Bibbiano il nuovo polo scolastico di Barco,
che ospita il nido e la scuola dell’infanzia
statale. Un progetto davvero ambizioso e
interessante che coniuga molti aspetti
innovativi sia dal punto di vista architettonico che gestionale, come lo stesso Sindaco,
Sandro Venturelli ha ricordato nel discorso
inaugurale.
La presenza di numerosi esponenti politici
quali: l’Assessore del Comune di Bibbiano
Andrea Carnevali, la Presidente della
Provincia Sonia Masini, l’Assessore
Regionale Paola Manzini, l’Assessore
Provinciale Gianluca Chierici, la Consigliera
Regionale Laura Salsi, l’Onorevole Maino
Sonia Masini, Presidente della Provincia, all’inaugurazione del Polo Educativo
Marchi, la Senatrice Ileana Pignedoli, hanno
sottolineato l’importanza e il valore di queall’interno di un contesto territoriale con una propria
sta inaugurazione, che dimostra come, nella nostra
storia e identità. Mantenere questo livello di relazione
Provincia, investire sui servizi per l’infanzia sia una
scelta imprescindibile per creare senso di responsabilità profonda e significativa con il proprio territorio è, per
e diritto di cittadinanza per tutti, a partire dai bambini. una cooperativa di grandi dimensioni come Coopselios,
molto complesso, ma rimane una priorità fondamentaProgetti come questo, danno slancio alla diffusione di
valori forti come il senso di comunità educante, il senso le per costruire quella sinergia progettuale che riesce a
estrapolare il meglio da ogni soggetto coinvolto nella
di responsabilità condivisa, il significato di ascolto e
realizzazione dei servizi. C’è bisogno di tutti e che tutti
accoglienza, la circolarità dei saperi e delle relazioni.
mettano a disposizione capacità tecniche, cultura orgaQuesti concetti che spesso vengono evocati da tecnici,
nizzativa, disponibilità economiche e tanta passione;
politici e amministratori, trovano nella concretezza di
quella passione che abbiamo visto nelle insegnanti,
questo progetto un riscontro oggettivo, dove il dialogo
nelle ausiliarie, nel pedagogista che hanno lavorato per
tra soggetti differenti (Comune, Stato e cooperazione
preparare questa importante apertura.
sociale) può dare vita a nuove esperienze, attivare
Per l’Area di Reggio e in particolare per il settore
nuove sinergie.
Infanzia, l’acquisizione di questo nido da 75 bambini è
Una sfida che Coopselios ha colto fin dalle sue origini,
stato un traguardo importante, che ha permesso di
quando ha iniziato la collaborazione con il Comune di
dare lavoro a 16 operatori, consentendo a molti di essi
Bibbiano gestendo una sezione di nido dai 24 ai 36
di rimotivarsi dopo anni di esperienza in un nuovo promesi all’interno della scuola dell’infanzia comunale. I
getto educativo.
dialoghi e gli incontri portano con se difficoltà e tempi
di conoscenza e comprensione talvolta lunghi. Ma questo è il nostro compito: porci come interlocutori compe- Lina Borghi
tenti e ricchi di esperienze da condividere, ma capaci di Responsabile Tecnico di Produzione
ascoltare e “modellare” il proprio intervento educativo
Area Reggio Settore Infanzia
Coopseliosnotizie | settembre 2008
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 5
INAUGURAZIONI E BIO-ARCHITETTURA
Affascinante
sfida a Barco
Il Nuovo Polo Educativo di Barco,
inaugurato da poco nel pomeriggio di un affollatissimo sabato
(circa 500 persone presenti), ha
tutte le caratteristiche per rientrare nei criteri che oggi definiscono la bio-architettura. Frutto
della capacità dell’Ufficio Tecnico
del Comune di Bibbiano, questo
progetto ha già ottenuto un
importante riconoscimento dal
Ministero dell’Ambiente che l’ha
inserito in un progetto pilota,
insieme ad altri 20 interventi sul
territorio nazionale, come
modello da incentivare e promuovere. Il riscaldamento della
struttura è stato realizzato a
pavimento integrato con impianto di ventilazione e trattamento
aria, con un recupero del calore
pari al 75% del necessario. Il
calore infatti non è fornito dalle
classiche caldaie a gas ma da
impianto geotermico composto
da 12 sonde geotermiche della
profondità ciascuna di 110 metri.
La produzione di acqua calda da
maggio a settembre è prodotta
da 24 mq di pannelli solari termici con sistema a specchi per
concentrazione solare. Le acque
piovane vengono immesse in una
vasca di recupero delle acque da
20 mc che alimenta tutti gli scarichi dei WC dei bagni delle
sezioni con una autonomia di
circa 3 settimane.
Data questa particolarità, la
struttura è stata presentata al
convegno “Architettura tra sostenibilità e efficienza energetica”
organizzato da “Il Sole 24 Ore” il
22 maggio scorso.
Quattro sezioni (piccoli, medi,
Il Sindaco di Mesero Riccardo Molla presenta il nuovo asilo
grandi, part-time), 75 bambini in
tutto, un atelier grande e illuminato e una collaborazione con la
Scuola dell’Infanzia Statale (che
occupa le altre tre sezioni disposte intorno alla piazza interna)
che sta iniziando ora, collaborazione che siamo sicuri sarà proficua e utile, soprattutto per genitori e bambini, che resteranno
nella stessa struttura fino alla
soglia dell’ingresso alle elementari. Naturalmente la gestione delle
4 sezioni di nido comprende tutti
gli aspetti di un nido convenzionato – riscossione rette, personale insegnante e ausiliario, coordinatore pedagogico –, con tutto
ciò che ne consegue: formazione
in rete con il personale
Coopselios di Reggio e provincia,
progetto pedagogico e organizzativo dei servizi di nostra gestione, documentazione e progettazione didattica secondo il nostro
approccio educativo alla conoscenza, approccio che ci fortifica
in quanto la qualità dei nostri
servizi è ormai riconosciuta dalle
tante amministrazioni locali che
collaborano con Coopselios.
Aldo Manfredi
Coordinatore Pedagogico
Inaugurato l’asilo
nido di Mesero
È stato inaugurato sabato 30 agosto, alla presenza di numerose
famiglie e bambini, l’asilo nido “Il
glicine” realizzato a Mesero da
Coopselios che, sulla base dell’accordo con l’Amministrazione
Comunale, provvederà per vent’anni alla gestione della struttura.
“Il glicine” si aggiunge alle 40
strutture per l’infanzia della
nostra cooperativa che quotidianamente eroga servizi a oltre 2.000
bambini in 6 province italiane.
L’asilo è stato costruito utilizzando i principi della bio-architettura
e della bio-edilizia, attraverso l’impiego di materiali naturali, di tecniche finalizzate al risparmio
energetico e alla riduzione degli
agenti inquinanti. La struttura
accoglierà 28 bambini tra i 10 e 36
mesi. Presenti all’inaugurazione,
oltre ai tecnici del settore infanzia
e alla coordinatrice del nido
Diletta Buriol, il Sindaco del
Comune di Mesero, Riccardo
Molla, e il Presidente di
Coopselios, Guido Saccardi.
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
6 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
ANZIANI
Sindrome del “Burnout”.
Una ricerca del Settore Anziani nell’Area di Reggio
l burnout è una sindrome che può colpire quegli operatori che per motivi professionali sono coinvolti in
una relazione d’aiuto. Occuparsi degli altri può infatti
portare ad una serie di disfunzioni psicofisiche fino a
procurare una sindrome vera e propria. Le cause sembrano essere molteplici ma sostanzialmente si possono dividere in due categorie: cause sociali, attinenti all’ambiente
di lavoro (organizzazione, clima aziendale ecc.) e cause
psicologiche (ad es. la capacità di gestire le proprie emozioni).
L’attenzione nei confronti del benessere psicologico dei
soci lavoratori e gli sviluppi che un simile approfondimento poteva avere in termini di prevenzione e cura del
disagio, ha portato il Settore anziani, in collaborazione
con l’area di Reggio Emilia, ad effettuare una ricerca sul
burnout in sei strutture residenziali (le R.S.A. “I Ronchi”
di Castelnovo ne’ Monti, “A. Bisini” di Guastalla, “Al
Parco” di Scandiano e le Case Protette di Correggio, Villa
Minozzo, Monticelli Terme) coinvolgendo una settantina
di operatori.
La considerazione dalla quale si è partiti si rifà ad una
corrente di pensiero che considera lo stress e il burnout
lungo un continuum unico, per cui si pensa che un eccessivo stress definisca uno stato di burnout. Questo vuol
dire che gradi intermedi di stress possono comunque
segnalare disfunzioni sia sociali che psicologiche.
I risultati della ricerca, basata sulla somministrazione di
questionari al personale socio sanitario delle strutturecampione, indicano che circa la metà degli operatori si
collocano al di sopra della soglia di attenzione per quanto
riguarda sia lo stato di stress che di burnout. Mentre
sembra non emergere un rapporto di causa effetto tra le
difficoltà organizzative e gli stati di stress e burnout che,
al contrario, sembrano dipendere dal difficile rapporto
con l’emotività che si scatena nella particolare relazione
con l’utente.
Tutte le relazioni d’aiuto vedono infatti, uno di fronte
all’altro, persone che interagiscono. Quasi sempre si
prende in considerazione ciò che succede all’utente;
meno si considera ciò che succede all’operatore coinvolto
nel processo di cura. Tuttavia, la vita emotiva presente
nella relazione non è un’esperienza esclusiva dell’utente
(anziano o familiare) e, anche nelle situazioni più di routine, l’operatore può sentire la paura di perdere il controllo della situazione, di dover affrontare delle tematiche
I
Coopseliosnotizie | settembre 2008
Operatori coinvolti nella ricerca
psicologiche che non si sente in grado di gestire, può trovarsi ad ascoltare aspetti dell’ospite che gli evocano eventi dolorosi personali.
Emerge allora la forte necessità di preparare il personale
a sviluppare ed utilizzare modalità comunicative e relazionali che gli consentano di gestire al meglio il rapporto
con l’anziano. Per porre rimedio a una situazione così difficile e diffusa crediamo sia importante realizzare un programma di formazione permanente, da affidare a uno
psicologo, strutturato in due fasi. Una prima fase che
preveda una formazione teorica sulla comunicazione
nella relazione d’aiuto con particolare attenzione alla
gestione delle proprie emozioni; una seconda fase di
incontri sui vissuti emotivi degli operatori. Una formazione che miri soprattutto a far emergere i vissuti emotivi difficili da riconoscere ed elaborare, al fine di evitare
un eccessivo meccanismo difensivo, nel quale negazione,
proiezione e rimozione diventino lo stato predominante:
una situazione nella quale diventa veramente difficile
evitare quello stato di insoddisfazione diffusa che rischia
di trasformarsi in conflittualità più o meno esplicita tra
colleghi, impedendo così quel rapporto di collaborazione
e spirito di gruppo che sono fondamentali per un lavoro
di qualità. Inoltre se il gruppo è coeso può diventare
anche il contenitore di quella emozionalità che i singoli
fanno fatica a gestire da soli.
Valter Mastropaolo
Psicologo coordinatore
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 7
INFANZIA
L’apprendimento di una seconda lingua nella prima infanzia
olte famiglie oggi ritengono fondamentale
per il futuro dei loro figli l’apprendimento di
una seconda lingua, in particolare dell’inglese che è parlato in molti paesi del mondo. Sempre più
viene richiesto di attivare precocemente questa competenza nei bambini, a partire dal nido. Il bilinguismo è un fenomeno complesso e la ricerca non è
ancora giunta ad una conoscenza piena dei meccanismi di convivenza di più lingue nella stessa mente.
Tuttavia l’attualità del tema e le richieste delle famiglie ci impongono di affrontare l’ambito in questione.
Molte domande si pongono quindi come temi da
approfondire: come acquisisce il linguaggio il bambino? Si è bilingui allo stesso modo se si apprende una
seconda lingua alla nascita o più tardi? Qual è il
metodo migliore per trasmettere due lingue senza
creare squilibri?
M
IL CONTESTO TEORICO DI RIFERIMENTO
Tutti gli esseri umani sono dotati di un capitale genetico che permette loro di acquisire il linguaggio.
Tuttavia, per imparare a parlare, il piccolo dell’uomo
Bambini negli asili nido di Coopselios
deve essere messo a contatto con qualcuno dotato di
parola, che parlandogli inneschi il processo di acquisizione del linguaggio.
Nei primissimi anni di vita infatti, come sostengono
le più recenti teorie psicologiche e delle neuro-scienze, i bambini apprendono quel complesso meccanismo che viene chiamato comunicazione verbale. In
particolare ci pare importante il riferimento a Jerome
Bruner e alle sue teorie circa lo sviluppo del linguaggio, i metodi di apprendimento e la ricerca del significato. Bruner mette in luce come l’intenzione comunicativa sia la condizione essenziale per l’apprendimento del linguaggio, in lingua così come in seconda lingua; pertanto c’è un’intenzione che precede il linguaggio stesso. Si tratta delle situazioni, delle esperienze comunicative condivise tra adulti e bambini
sin dalla nascita: il cambio, il pasto, le attività condivise che, giocate sul piano di un agire accompagnato
e commentato dal linguaggio intenzionale dell’adulto,
fanno da sfondo alla comunicazione stessa. È all’interno di queste situazioni condivise e ripetute (definite format) che cominciano ad evidenziarsi previsioni e aspettative che gradualmente si trasformeranno in intenzioni comunicative vere e proprie. L’adulto
nell’ambito di queste situazioni gioca un ruolo importante in quanto da un lato
interpreta l’intento comunicativo del bambino, dall’altro svolge una funzione
di tutor, che sorregge l’interazione stessa. Sono la
coerenza e la sistematicità
con cui l’adulto gioca il proprio ruolo comunicativo,
che favoriscono, a loro
volta, la capacità produttiva del bambino. Si tratta di
una comunicazione reale
basata sull’entrare in relazione; e in questo universo
di parole, gesti, cura del
corpo, attività condivise il
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
8 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
INFANZIA
Bambini negli asili nido di Coopselios
linguaggio assume nel tempo un significato complesso e denso che nasce da un vissuto esperienziale giocato con altri.
Possiamo affermare che i bambini imparano la prima
e la seconda lingua quando la lingua è intesa come
strumento efficace per i rapporti con gli altri e con il
mondo. Ripercorrere in seconda lingua ciò che i bambini hanno affrontato in prima lingua, significa
anche riutilizzare schemi mentali che i bambini si
sono costruiti e questo potrebbe facilitare enormemente i processi di comprensione, confronto, riflessione metalinguistica da parte dei bambini stessi.
IL SETTING DI APPRENDIMENTO
E LA METODOLOGIA DA ADOTTARE
L’esperienza maturata ci conferma che alcuni ambiti
di intervento educativo che sostengono i molteplici
linguaggi dei bambini facilitano enormemente i processi di apprendimento: la narrazione, il gioco simbolico, l’attività teatrale, l’espressività in tutte le sue
forme artistiche e non, il canto e la musica, il gioco in
senso lato ma anche le routines che scandiscono in
modo ripetuto e preciso la giornata. Emerge la visione di un bambino protagonista del proprio processo
di apprendimento che parla e riflette mentre agisce,
con il corpo e con le cose, con gli altri, in un lavoro di
gruppo continuamente ripreso e discusso in vista di
Coopseliosnotizie | settembre 2008
una costruzione condivisa della conoscenza. Questo
vale sicuramente anche per l’apprendimento della
seconda lingua.
Ne consegue che le proposte rivolte ai bambini, non
possono porsi come unità didattiche prestabilite, ma
al contrario devono prendere spunto dal vissuto
esperienziale dei bambini stessi e costruirsi secondo
una metodologia progettuale. Il bambino piccolo
apprende se interessato e coinvolto, se immerso in
situazioni motivanti che rappresentino una esperienza significativa. La presenza e le proposte dell’insegnante non possono quindi bastare. Affinché i bambini apprendano è necessario che spazi e materiali
siano predisposti con ricchezza e varietà in modo da
costituire un valido interlocutore nei processi di
apprendimento. La logica è quella costruttivo-interazionista, dove non ci sono proposte pre-costituite. La
lingua inglese, infatti, non deve essere approcciata
come una materia di studio, ma come un semplice
mezzo per comunicare, nella convinzione che un
inserimento precoce in un contesto di lingua straniera sia il modo migliore per assimilarla attraverso un
metodo di apprendimento naturale.
UN SERVIZIO SPERIMENTALE:
IL NIDO IN LINGUA INGLESE A MILANO
A settembre, in collaborazione con la società Kids in
progress, inizierà la sperimentazione di un nido in
lingua inglese per bambini dai 12 ai 36 mesi, in via
Premuda a Milano. Il progetto intende coniugare il
Reggio approach con l’insegnamento precoce della
lingua inglese.
Le attività quotidiane verranno svolte da personale
madrelingua inglese, semplicemente assecondando la
curiosità del bambino e predisponendo contesti interessanti a sostegno delle sue potenzialità e dei suoi
molteplici linguaggi. Non lezioni, ma full immersion
protratte nell’arco di tutta la giornata attraverso la
predisposizione di attività quotidiane strutturate per
fasce d’età e tutte improntate sul gioco e sulla creatività del bambino. L’approccio prevede la partecipazione attiva dei bambini nell’apprendimento della lingua
in un ambiente attrezzato e ben organizzato anche
con atelier creativi. Ci auspichiamo che il progetto
possa essere un’ulteriore occasione per diversificare
le tipologie di servizi offerti e per fare avanzare la
ricerca sul campo.
Sabrina Bonaccini
Responsabile Tecnico Settore Infanzia
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 9
DISABILI
Disabilità. Tra esperienza e valori
o scorso giugno si è svolto il convegno “Disabilità.
Tra esperienza e valori”, organizzato dal Settore
Disabili di Coopselios, in collaborazione con
l'Azienda Sanitaria Locale di Piacenza e con il patrocinio
del Comune di Fiorenzuola D’Arda (PC).
Per l’occasione sono stati presentati due percorsi molto
importanti per il Settore Disabili, percorsi che hanno
introdotto innovazione e qualificazione dei servizi e che
si sono conclusi con la realizzazione di due prodotti che
contribuiscono a definire l’identità del Settore stesso e
rappresentano un punto di riferimento per i tecnici
addetti all’ambito delle diverse abilità.
Nella prima parte del convegno è stata presentata, attraverso diversi contributi, la pubblicazione “Telefoni alla
mamma?” realizzata al fine di documentare il progetto di
collaborazione tra operatori e familiari sperimentata nei
Centri Socio Riabilitativi della Val d’Arda. Nella seconda
parte i coordinatori territoriali e di struttura del Settore
Disabili hanno presentato la Carta dei Valori che definisce i principi ai quali il settore stesso si ispira.
L
“TELEFONI ALLA MAMMA?”
La giornata si è aperta con i saluti del Sindaco di
Fiorenzuola, Giovanni Compiani e del Presidente di
Coopselios, Guido Saccardi.
A seguire, il Direttore del Distretto di Levante
dell’Azienda USL di Piacenza, Lino Carra, è entrato nel
merito del progetto di collaborazione tra operatori e
familiari nei Centri Socio Riabilitativi della Val d’Arda e
della ricerca che ne è seguita, supportato da una rappresentanza di familiari e operatori coinvolti nel percorso:
Davide Caravaggi – Psicologo conduttore degli incontri,
Desolina Gadolini – Rappresentante delle famiglie,
Monica Pezzulli – Educatore.
Il progetto nasce nel 2002 come sperimentazione e con
il supporto di un finanziamento regionale, per poi
attuarsi e concretizzarsi negli anni successivi in modo
sempre più stabile e calzante ai bisogni espressi sia dalle
famiglie che dai gruppi degli operatori.
L’idea del progetto di incontro-confronto fra familiari e
operatori dei servizi è sorta a fronte del riconoscimento
di una forma di conflittualità fra i due gruppi. Da una
parte, l’eccessiva solitudine in cui le famiglie spesso si
ritrovano a gestire il disagio genera aspettative di assi-
Copertina della pubblicazione “telefoni alla mamma?”
stenza, anche personalizzata, che contrastano con le
modalità operative praticate all’interno dei servizi.
Dall’altra i mutamenti all’interno delle strutture, sia in
termini di utenza che di professionalità coinvolte, hanno
consentito una maggiore elaborazione, e di conseguenza
una maggiore capacità di ascolto, rispetto ai bisogni
espressi dalle famiglie.
Da qui l’intento di migliorare il rapporto tra servizio e
famiglia attraverso la creazione di un linguaggio comune
che permetta un più ampio ambito di confronto e una
maggiore collaborazione fra i soggetti interessati, arrivando a superare il vissuto esclusivamente soggettivo di
ogni parte coinvolta.
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
10 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
DISABILI
Il progetto si è sviluppato in 4 fasi; le prime due sono
preliminari e fra loro parallele nel tempo; la terza sancisce il vero e proprio inizio del progetto di collaborazione
ed è il risultato di esigenze emerse nel corso delle prime
due fasi progettuali; la quarta fase invece costituisce un
momento di bilancio conclusivo per tutti i partecipanti.
1) Supporto psicologico alle famiglie: organizzazione di
un gruppo di mutuo aiuto guidato da un referente
psicologo, sperimentazione di supporto individuale,
rilevazione di tematiche di interesse dei familiari e
successivi incontri sulle tematiche stesse.
2) Supervisione psicologica rivolta agli operatori: incontri con gli operatori sulle stesse tematiche e secondo
le stesse modalità adottate per gli incontri con le
famiglie; incontri a cadenza mensile d’equipe interna
ai servizi.
3) Integrazione dei gruppi di lavoro: a partire dal 2005 i
due gruppi di lavoro, famiglie e operatori, sono stati
messi a confronto in incontri plenari. I contenuti
degli incontri plenari vertono su tematiche di interesse comune già analizzate separatamente nei rispettivi
gruppi e sull’interpretazione reciproca dei ruoli ricoperti (familiare o operatore).
4) Fase di ricerca: a due anni dall’inizio del progetto di
integrazione si è deciso di fare il punto su quanto realizzato, sia allo scopo di stimolare un momento di
riflessione sulle tappe percorse e i mutamenti avvenuti, sia allo scopo di ipotizzare possibili evoluzioni
del progetto stesso.
Ciò che è emerso è che il percorso effettuato ha prodotto
risultati particolarmente significativi sia all’interno del
gruppo delle famiglie che del gruppo degli operatori, con
importanti ricadute anche sugli stessi utenti.
- I familiari degli ospiti hanno certamente acquisito
maggiore consapevolezza nei confronti degli atteggiamenti di chiusura autoreferenziale. In seguito ai lavori
di gruppo e all’integrazione fra famiglie e operatori si è
osservato, da una parte, molta più disponibilità
all’ascolto e alla collaborazione fra gli stessi familiari e,
dall’altra, un mutamento cruciale rispetto alle aspettative nei confronti del servizio, con una radicale diminuzione della conflittualità.
- È aumentata la partecipazione alle attività promosse
dal servizio: i lavori di gruppo hanno mutato, nelle
famiglie, la percezione del servizio erogato, inteso non
solo come un luogo in cui trovare la necessaria assistenza, ma anche come un’importante opportunità
per sperimentare nuove occasioni conoscitive e relaCoopseliosnotizie | settembre 2008
zionali.
- Anche gli operatori hanno sviluppato una maggiore
propensione all’ascolto mostrando una particolare
sensibilità nei confronti della necessità di sapere ascoltare le famiglie e il loro punto di vista sulla relazione
con l’utente/congiunto, al punto da accogliere in
maniera favorevole la proposta di avviare forme sperimentali di co-progettazione dei percorsi con gli utenti.
- Gli incontri in equipe ristrette e in equipe plenarie
hanno fornito, da una parte, l’occasione per una condivisione approfondita di un lavoro inevitabilmente
carico di tensioni relazionali ed emotive e, dall’altra,
maggiori strumenti di auto-valutazione oggettiva del
lavoro stesso.
- Infine, è stato pienamente raggiunto l’obiettivo iniziale, volto alla creazione di un linguaggio comune fra
familiari e operatori. Un linguaggio comune rappresenta in primo luogo una piattaforma condivisibile
sulla quale confrontarsi e capirsi a vicenda, in secondo
luogo costituisce un trampolino di lancio per elaborare
forme di co-progettazione su percorsi di riconosciuta
importanza. Sono state individuate quattro parolechiave (socializzazione, cambiamento, relazione, intervento individualizzato) sulle quali sono stati elaborati,
all’interno dei gruppi integrati, definizioni condivise e
possibili percorsi di lavoro.
LA CARTA DEI VALORI. OLTRE LE ABILITÀ
La seconda parte della giornata è stata dedicata alla presentazione della Carta dei Valori, introdotta da Ester
Schiaffonati, Direttore dell’Area di Piacenza. La Carta dei
Valori è il risultato di un percorso che ha coinvolto i coordinatori dei servizi, il Responsabile Tecnico di Settore, e
gli operatori ed è espressione della multispecializzazione
alla quale si orienta la cooperativa, oltre che esplicitazione e valorizzazione del suo know how tecnico.
La Carta ha il fine di declinare i valori che sottendono la
filosofia d’intervento all’interno dei servizi che si occupano della disabilità.
Strutturare una identità di Settore attraverso la definizione dei suoi valori di riferimento consente di sviluppare il senso di appartenenza degli operatori. Condividere
questi valori e diffonderli consente inoltre di utilizzare e
praticare un approccio metodologico, organizzativo e
progettuale nel processo di lavoro all’interno dei servizi,
che trova espressione concreta nell’agito professionale
quotidiano di ciascun operatore.
Danila Bocelli
Responsabile Tecnico Settore Disabili
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 11
MINORI
Affidi educativi territoriali di Sarzana
2. L’acquisizione del codice deontologico e metodologico
er formare un gruppo è necessario
creare delle coordinate sia di ordine
pratico che di ordine emotivo, in
modo tale che i singoli possano riconoscersi in un sistema di regole e valori. Un
gruppo di lavoro deve prima di tutto avere
delle regole comportamentali condivise.
Le regole spesso sono definite nel contratto di assunzione e messe in pratica sul
luogo di lavoro (orario, divisa, spazi, mansioni, ecc.), spesso tutto ciò si svolge all’interno di una struttura ben definita sia
essa una scuola piuttosto che una officina
meccanica, con lo stesso gruppo di colleghi con cui condividere tempi, spazi e strumenti.
L’educatore territoriale non ha una struttura fisica in
cui entrare, timbrare il cartellino e svolgere la propria
attività, non condivide lo stesso luogo con i propri
colleghi ma con altri professionisti (ad esempio con
gli insegnanti), il suo lavoro si articola nelle scuole,
nelle case, sul territorio.
È quindi un lavoro “senza struttura”?
Quando ho iniziato a lavorare nel gruppo affidi educativi
ancor prima di porre questa domanda agli educatori, ho
dovuto argomentare e discutere con loro alcune idee ed
opinioni che gli educatori stessi avevano di sé e del proprio lavoro. Nel gruppo aleggiava l’idea che un buon educatore è solo colui che lavora per passione e con forte
senso di altruismo, che fare l’educatore non è e non può
essere un lavoro, ma una missione, e quindi era impossibile seguire un codice comportamentale e un programma
prestabilito, in virtù del fatto che ogni utente era di per
sé una “eccezione”.
Tutto ciò ha dato inizio ad una lunga discussione su
quanto la professionalità offuscasse la personalità dell’educatore o quanto la programmazione incidesse negativamente sulla spontaneità del rapporto con l’utente,
fino ad arrivare alla domanda “è quindi un lavoro senza
struttura?”
Questo è stato il mio primo compito: dare una struttura
mentale a coloro che per tipologia di lavoro non hanno
una struttura fisica in cui lavorare, imparare a fare come
la chiocciola che si porta sempre con sé la propria casetta. Le fondamenta della casetta sono state e sono gli arti-
P
coli del codice comportamentale e deontologico, riconosciuto e riconoscibile da tutti, in
quanto è il prodotto delle difficoltà e delle
esperienze realmente vissute dagli educatori,
discusse, affrontate e quindi generalizzate
sotto forma di regole comportamentali. Tali
regole sono state scritte in un libretto dato in
dotazione a tutti gli educatori, e che viene
sistematicamente illustrato ai nuovi assunti.
Fatte le fondamenta, la casetta doveva essere
ancora costruita, bisognava creare dei muri
portanti, e poi suddividere gli ambienti ed
infine arredarla. I muri portanti della struttura sono stati creati attraverso l’apprendimento di un linguaggio comune, un linguaggio tecnico e
comprensibile con cui poter parlare all’interno del gruppo. Gli educatori provenivano da esperienze formative le
più disparate (laurea in scienze della formazione, in
scienze politiche, in psicologia, diploma scuola magistrale, ragioneria, liceo) e quindi avevano linguaggi differenti
e spesso imprecisi. Il mio secondo compito è stato quindi
quello di dare un codice comune il più possibile fruibile a
tutti. Questo ha richiesto un tempo maggiore e
soprattutto una sistematicità quasi petulante, che
impegna ancor oggi tutto il gruppo di lavoro in
incontri di formazione teorica, in incontri di supervisioni a cadenza mensile, nella compilazione di relazioni semi-strutturate di osservazione del minore, di
elaborazione del progetto educativo e del suo andamento, per ciascun utente.
Tutto il resto fa parte del clima di lavoro, anche questo va
curato con riunioni di gruppo, ascoltando i dissidi che si
possono creare tra colleghi, condividendo le difficoltà che
man mano si incontrano. Insomma questo è un lavoro
che ha bisogno di una forte e solida struttura, ma non di
rigidità, è un lavoro che si fa con passione ma non per
passione, con professionalità utilizzando la propria personalità, è un lavoro per persone serie e responsabili ma
non seriose, che sanno aspettare pur continuando a
muoversi, è un lavoro per chi sa stare nelle sfumature dei
colori e non solo nel bianco o nel nero.
Moira Puntelli
Psicologa del Servizio Affidi Educativi
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
12 FOCUS
RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
Il C.C.N.L. passo passo
iprendiamo in modo più diffuso e particolareggiato quanto abbiamo anticipato nelle varie
comunicazioni aziendali degli scorsi mesi sul
rinnovo del C.C.N.L., il Contratto Nazionale di Lavoro.
R
1 - Inquadramento del personale
La prima e significativa novità è l’inquadramento del
personale che entrerà in funzione con l’anno prossimo.
Finora tutto il personale era inquadrato su 10 livelli. La
parte più cospicua era inquadrata tra il terzo livello (es.
Area/categoria
le ADB), il quarto (ADBQ o OSS) e il quinto livello (RAA
o Operatrici infanzia). In altri termini l’inquadramento
dipendeva semplicemente dalla mansione. Sei un’ADB:
terzo livello; sei una OSS o ADBQ: quarto livello; sei
un’insegnante dell’infanzia: quinto livello… e così per
tutta la vita lavorativa. Un modo semplice e chiaro ma
che non tiene conto del contributo professionale e operativo che ciascuno dà all’interno dell’azienda. Con gennaio prossimo tutto il personale sarà inquadrato in 6
aree e 13 progressioni economiche o categorie.
Posizioni economiche
Profili
A1 (ex 1° Livello)
Addetta/o alle pulizie, addetta/o alla sorveglianza e custodia locali, addetta/o all'assolvimento di commissioni
generiche, addetta/o ai servizi di spiaggia, ausiliaria/o.
A2 (ex 2° Livello)
Bagnina/o, operaia/o generica/o, centralinista, addetta/o alla cucina.
B
Lavoro qualificato e servizi
generici alla persona
B1 (ex 3° Livello)
Operaia/o qualificata/o, autista con patente B/C, aiuto cuoca/o, addetta/o all'infanzia con funzioni non educative,
addetta/o alla segreteria, assistente domiciliare e dei servizi tutelari operatrice/ore socio-assistenziale
addetta/o all’assistenza di base o altrimenti definita/o non formata/o.
C
Lavoro specializzato, servizi
qualificati alla persona
C1 (ex 4° Livello)
Operaia/o specializzata/o, cuoca/o, autista con patente D/K, autista soccorritrice / ore, autista
accompagnatrice/ore, impiegata/o d'ordine, animatrice/ore senza titolo, assistente domiciliare e dei servizi tutelari
operatrice/ore socio-assistenziale addetta/o all'assistenza di base o altrimenti definita/o formata/o, operatrice/ore
tecnico dell'assistenza, istruttrice/ore di attività manuali ed espressive, istruttrice/ore di nuoto, guida.
C2 (Nuovo livello OSS)
Operatore Socio Sanitario effettivamente operante in servizi e strutture sociosanitarie (OSS).
C3 (ex 5° Livello)
Capo operaia/o, capo cuoca/o, assistente domiciliare e dei servizi tutelari operatrice/ore socio-assistenziale
addetta/o all'assistenza di base o altrimenti definita/o coordinatrice/ore (RAA).
D1 (ex 5° Livello)
Educatrice/ore senza titolo, maestra/o di attività manuali ed espressive, guida con compiti di programmazione,
massaggiatrice/ore, animatrice/ore con titolo, infermiera/e generica/o, assistente all'infanzia con funzioni
educative, operatrice/ore dell'inserimento lavorativo, impiegata/o di concetto operatrice/ore dei servizi informativi
e di orientamento.
D2 (ex 6° Livello)
Impiegata/o di concetto con responsabilità specifiche in area amministrativa, educatrice/ore professionale,
assistente sociale, infermiere, capo cuoca/o-dietista, fisioterapista, terapista occupazionale, psicomotricista,
logopedista, ricercatrice/ore dei servizi informativi e di orientamento.
D3 (ex 7° Livello)
E1 (ex 7° Livello)
Educatrice/ore professionale coordinatrice/ore.
Capo ufficio, coordinatrice/ore di unità operativa e/o servizi semplici.
E2 (ex 8° Livello)
Coordinatrice/ore di unità operativa e/o servizi complessi, psicologa/o,sociologa/o, pedagogista, medico.
F1 (ex 9° Livello)
Responsabile di area aziendale, psicologa/o - sociologa/o - pedagogista -medico se in possesso di 5 anni di
esperienza nel settore cooperativo.
F2 (ex 10° Livello)
Responsabile di area aziendale strategica, direttrice/ore aziendale.
A
Lavoro generico e servizi ausiliari
D
Lavoro specializzato, professioni
sanitarie, servizi socio educativi
E
Professioni specialistiche,
attività di coordinamento
F
Attività di direzione
Coopseliosnotizie | settembre 2008
FOCUS 13
RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
Il nuovo sistema di classificazione è articolato in sei
aree/categorie individuate mediante declaratorie che
descrivono l’insieme dei requisiti indispensabili per
l’inquadramento nelle categorie stesse, corrispondenti
a livelli omogenei di conoscenze, competenze e capacità necessarie per l’espletamento delle relative attività
lavorative. L’inquadramento del personale nelle sei
categorie e nelle rispettive posizioni economiche è
determinato esclusivamente in relazione alle mansioni
effettivamente svolte e non prevede automatismi di
scorrimento tra le posizioni economiche.
Occorre, tuttavia, mettere in evidenza, come sia stata
inserita una nuova posizione economica: la C2. In questa posizione saranno inquadrate le OSS che effettivamente svolgeranno detta mansione. Vuol dire che se
una OSS svolge le stesse attività di una ADB o ADBQ
rimarrà inquadrata nella posizione C1. Ci siamo soffermati a lungo sul nuovo inquadramento, cercando
di dare dettagli ampi e precisi, perché ci pare essere la
parte più complessa del nuovo contratto di lavoro.
2 - Incremento retributivo
Parte molto attesa del rinnovo contrattuale riguarda
gli aumenti retributivi. (vedi tabelle a fianco)
Con riferimento al 4° livello corrisponderanno a
€ 130,00 a regime (31/12/2009), così ripartiti:
• € 60,00 dal 1 gennaio 2008
• € 40,00 dal 1 gennaio 2009
• € 30,00 dal 1 dicembre 2009
3 - Arretrati
• Una tantum, al 4° livello, di € 200,00 (da cui detrarre
quanto già corrisposto come IVC nel periodo) relativa
al biennio 2006/2007, da corrispondere nel mese
successivo alla firma del rinnovo;
• Possibilità di corrispondere gli arretrati consolidati
dal 1 gennaio 2008 alla firma del rinnovo in due tranche, comunque entro il 31/12/2008: € 60,00 per x 7
mesi (luglio) pari a € 410 (da cui detrarre quanto già
corrisposto come IVC nel periodo).
4 - Lavoro festivo e domenicale
Introduzione, con entrata in vigore dal 1 dicembre
2009, di una maggiorazione retributiva per il lavoro
festivo e domenicale, sotto forma di indennità oraria
pari al 15% della normale retribuzione.
Quest’ultima voce è già in vigore in Coopselios, anzi
rappresenta una condizione di miglior favore, almeno
per qualche tempo, a dimostrazione che Coopselios sia
un punto di riferimento per la cooperazione sociale in
tutto il terzo settore privato.
In vigore dal 1.1.2008
Liv.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Mensile lordo
1060,95
1070,75
1120,63
1205,21
1277,95
1348,07
1435,09
1548,96
1710,78
1953,78
In vigore dal 1.1.2009
Aree
A
B
C
D
E
F
Posizioni economiche
1
2
1096,16
1106,28
1157,21
1245,21
1282,51
1320,47
1392,82
1482,72
1600,37
1767,56
2018,62
In vigore dal 1.12.2009
Aree
Posizioni economiche
1
2
A
1122,57
1132,94
B
1185,72
C
1275,21
1313,4
D
1352,18
1426,37
E
1518,45
1638,93
F
1810,14
2067,25
3
1320,37
1482,72
3
1352,18
1518,45
VALUTAZIONE FINALE
Ogni rinnovo contrattuale, una volta concluso, rappresenta una conquista, un passo avanti. Siamo molto soddisfatti del contratto concluso nonostante le lungaggini
e le difficoltà dell’approdo. È nostra convinzione che il
ritardo della presentazione della piattaforma e le divisioni sindacali non abbiano giovato.
Aver avuto la possibilità di chiudere l’accordo molti
mesi addietro poteva significare erogare qualcosa in più
a costi sopportabili. Infatti, vorremmo che i nostri soci
comprendessero come Coopselios abbia fatto uno sforzo enorme pur di raggiungere una conclusione positiva
del contratto accollandosi l’onere di recuperare i costi
contrattuali in un tempo brevissimo: poco più di un
anno.
Olindo Cervi
Direttore delle Risorse Umane
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
14 FOCUS
RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
Rapporto Pubblico-privato
e sussidiarietà
e riflessioni sul C.C.N.L. delle cooperative sociali scontano sempre una difficoltà dovuta al fatto
che le parti si accordano, senza avere certezza
dei comportamenti della Pubblica Amministrazione,
il principale cliente-fruitore dei servizi erogati che
però non è tenuto a nessun impegno (fatto salvo evidentemente gli obblighi di legge).
Succede così che gli adeguamenti contrattuali, spesso
insoddisfacenti per i lavoratori, diventano assai gravosi per le cooperative, a fronte dell’incertezza del
recupero tempestivo dell’aumento dei costi.
Il convitato di pietra pubblico, in quanto monopolista
della domanda, è in grado di determinare, da una
parte, il livello di applicabilità del contratto, che tuttora viene rispettato a macchia di leopardo nelle varie
regioni italiane e, dall’altra, i risultati di bilancio delle
cooperative che lo applicano, combattendo sul recupero degli aumenti di costo dei servizi.
Questa situazione sempre meno sostenibile si giustifica con la particolarità del settore relativamente giovane (il primo C.C.N.L. è del 1992) e del tutto speciale.
Un poco di storia per esplicitare il quadro di riferimento.
La legge 381 “Disciplina delle cooperative sociali” è
per l’appunto del 1991 e ha permesso di inquadrare
in una fattispecie certa il variegato mondo che fino
ad allora era chiamato della “solidarietà sociale”. Due
le motivazioni principali della definizione di un contratto di lavoro nazionale: l’una per far uscire una
parte dei lavoratori delle cooperative sociali dal lavoro grigio gestito con i regolamenti interni, l’altra per
avere un riferimento certo nella contrattazione con la
committenza pubblica.
Il contratto iniziale fu contenuto, senza grandi rimostranze da parte dei destinatari, tenuto conto che tra
i circa 40.000 addetti dichiarati al tempo, la gran
parte erano stati volontari (o quasi) che vedevano
trasformato il loro impegno solidale in una professione e dunque mostravano un qualche disinteresse per
il livello salariale. Anche il successivo allargamento
della base occupazionale si è alimentato per tutti gli
anni ’90 di donne in maggioranza di età compresa tra
L
Coopseliosnotizie | settembre 2008
Dino Terenziani
i 35 e i 45 anni, che rientravano nel mondo del lavoro
dopo una interruzione dovuta ad obblighi familiari,
donne propense a un impegno part-time, che trasferivano le competenze e le motivazioni dell’accudimento domestico nella nuova professione. Con il passaggio di secolo l’allargamento delle esternalizzazioni
ha richiesto molta mano d’opera che il mercato del
lavoro però offre in misura limitata, proprio per lo
scarso appeal del settore poco soddisfacente in termini economici e molto impegnativo per qualità e quantità delle prestazioni. Da qui nascono anche livelli di
turn over, ormai considerati fisiologici, che si aggirano per molte cooperative sociali attorno al 30% anno.
Attualmente i lavoratori impiegati sfiorano le
300.000 unità e compongono un aggregato ben
diverso da quello del 1992, in cui si aprono problemi
FOCUS 15
RINNOVO DEL CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO
di motivazione, di riconoscimento sociale e di formazione di grande impatto, non affrontabili in questa
sede.
All’ordine del giorno c’è infatti il nuovo C.C.N.L., sottoscritto il 30 luglio 2008 dopo un troppo lungo
periodo di vacanza contrattuale, che quantomeno ha
il pregio di aggiornare le retribuzioni ferme dal 2006.
Certamente non risolve il gap economico con gli altri
8 contratti (davvero troppi) presenti nel settore dei
servizi alla persona e non recupera l’andamento
effettivo dell’inflazione che uno studio CISL valuta
attorno al 40% dal 1993 (anno del famoso Accordo di
Luglio) fino al 2006. Lo stesso studio stima infatti
l’aumento salariale nel periodo per gli addetti delle
cooperative sociali non superiore al 26%.
Questi dati generali, riassunti nella partenza contrattuale bassa nel 1992 e in un insufficiente recupero
negli anni successivi, giustifica l’insoddisfazione dei
lavoratori per il loro trattamento economico.
Il nuovo contratto realizza però uno sforzo rilevante
per le cooperative che l’hanno sottoscritto, perché
comporta un aumento del costo del lavoro del 12% al
31/12/2009 data di scadenza. Se a ciò si aggiunge il
superamento totale del salario convenzionale, previsto dalla legge 602 del 1970, l’onere economico
diventa pesante e deve trovare un adeguato riconoscimento da parte della Pubblica Amministrazione,
pena gravi problemi di bilancio per le cooperative
sociali.
L’attuale fase di ristrettezza delle risorse pubbliche
disponibili e l’attesa di ulteriori tagli non rende agevole il confronto con la Pubblica Amministrazione,
costretta a scambiare l’aumento dei propri costi con
una riduzione dei servizi.
Le cooperative sociali tuttavia non saranno in grado di
reggere un mancato adeguamento delle tariffe, con il
rischio di dover abbandonare il campo o ad una ripubblicizzazione dei servizi di certo più onerosa o alle scorribande di imprese irregolari (siano esse cooperative o
private) che fanno pagare ai propri dipendenti l’insufficiente remunerazione delle prestazioni rese.
Credo che i dati riportati non si prestino a letture di
parte e che Pubblica Amministrazione, cooperative
sociali e sindacato, in base ad una reciproca fiducia
sperimentata in 20 anni di proficua collaborazione,
possano valutare le attuali difficoltà per cercare insieme la soluzione più appropriata, che non può più
essere quella semplicistica dell’ulteriore riduzione
della retribuzione effettiva degli operatori.
Intanto occorre una vigilanza attenta perché tutte le
cooperative applichino correttamente il C.C.N.L., realizzata di comune accordo da tutti i protagonisti e
certificata dal rispetto almeno delle tabelle ministeriali del costo del lavoro.
Su questa base irrinunciabile si può aprire un confronto serio che tenda a conciliare retribuzioni più
soddisfacenti per i lavoratori, bilanci di cooperativa,
capacità di spesa della Pubblica Amministrazione.
Credo che la quadratura di questo cerchio si possa
cercare nell’applicazione, finalmente operativa, del
principio di sussidiarietà per cui il pubblico governa il
sistema e affida i servizi (al proprio interno o
all’esterno) in base all’efficienza nel produrli, le cooperative si impegnano a ricercare soluzioni che soddisfino l’utenza nel rispetto dei requisiti necessari, ma
senza il vincolo di procedure organizzative imposte, il
sindacato controlla che questo processo si realizzi
non comprimendo le condizioni di lavoro e, di più,
favorendo la diffusione degli eventuali risultati
migliorativi tra gli operatori.
Occorre insomma superare gli stereotipi del
“Pubblico più equo e più qualitativo, del privato
sociale utilizzato solo perché più a buon mercato e
del sindacato attento all’aumento delle retribuzioni a
prescindere”.
In questo percorso l’Osservatorio Provinciale sugli
appalti dei servizi socio-assistenziali-educativi e di
inserimento lavorativo delle cooperative sociali, che
dal 2000 opera con successo nella logica di favorire
qualificati rapporti contrattuali tra Pubblico e cooperazione sociale, intende fornire un contributo tecnico-consulenziale, perché in una sede che vede la presenza dei rappresentanti di tutti i protagonisti si possano approfondire le considerazioni soprariportate,
con l’impegno a riportare le conclusioni condivise in
un Convegno aperto a tutti gli interessati ad un effettivo rinnovamento del nostro Welfare.
Dino Terenziani
Presidente Osservatorio Cooperazione Sociale di Reggio Emilia
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
16 LA VOCE DI COOPSELIOS
RICORRENZE
Cooperativa ma soprattutto i territori e le comunità locali. Nel
corso di questi anni i valori fondanti di Coopselios si sono potuti
Ventennale della Casa
consolidare e alimentare con i rapProtetta di Villa Minozzo porti che la cooperativa ha agito
come parte vitale della comunità
e decennale della
territoriale: qualità del servizio,
Residenza “I Ronchi” di
iniziative solidaristiche, mantenimento di un’occupazione stabile
Castelnovo né Monti
dei soci lavoratori della montagna,
trasparenza imprenditoriale nei
Coopselios ha festeggiato due
confronti delle Amministrazioni
importanti ricorrenze che riguarPubbliche.
dano le attività al servizio degli
anziani dell’Appennino Reggiano: i E così, per festeggiare un lungo e
20 anni della Casa protetta di Villa proficuo cammino insieme, il
Settore Anziani di Coopselios ha
Minozzo e i 10 anni della
offerto agli ospiti delle Residenze,
Residenza “I Ronchi” di
alle loro famiglie e alla cittadinanCastelnovo ne’ Monti.
za tutta una pubblicazione che
Un lungo percorso che ha coinvolraccoglie storie, ricordi e immagini
to i soci lavoratori della
della montagna
e uno spettacolo di Ivana
Monti, dedicato proprio alla
memoria, come
valore fondante
per la promozione di una
cultura dell’anziano.
“MIA CARA
MADRE.
Ricordi e voci
della nostra
terra dal 1913
alla Liberazione
1945”, è la storia attraverso il
ricordo e il
canto popolare,
della nostra
terra.
Hanno partecipato all’evento
Clementina
Santi,
Assessore alla
Cultura della
Comunità
Celebrazione al Teatro di Castelnovo ne’ Monti
Vecchi Giganti
Montana, Luigi Fiocco, Sindaco di
Villa Minozzo, Gianluca Marconi,
Sindaco di Castelnovo ne’ Monti,
Guido Saccardi, Presidente di
Coopselios, e Dina Bonicelli,
Responsabile Tecnico del Settore
Anziani di Coopselios.
Buon
Compleanno
Residence!
Decennale del “Residence
degli Ulivi” di Podenzana
Il 13 settembre 2008 in occasione
del decimo anniversario dall’apertura del “Residence degli Ulivi” di
Podenzana, è stata organizzata
una grande festa....
Alla presenza di Dirigenti e operatori della cooperativa, di soci
volontari, di parenti e amici degli
ospiti e della autorità – il
Presidente della Provincia di
Massa Carrara, Osvaldo Angeli, il
Vice Sindaco, Rolando Rocchi e
l’Ufficiale dell’anagrafe del
Comune di Podenzana, Massimo
Baldassini – è stato festeggiato il
decimo compleanno del
“Residence degli Ulivi”.
La giornata si è aperta con la
proiezione di due filmati realizzati
dalle educatrici Erika e Paola: la
descrizione della realtà di un
malato di Alzheimer in versione
favola e momenti di vita di ospiti e
personale in struttura. A seguire,
esibizione delle bambine Elisa,
Teodora e Alice con la canzone “Il
mondo è mio”. Infine il rinfresco
e, come ogni compleanno che si
rispetti, la torta preparata appositamente dal personale della struttura. Il tutto accompagnato dal
gruppo musicale “I Bandana”.
Coopseliosnotizie | settembre 2008
LA VOCE DI COOPSELIOS 17
NUOVI PROGETTI
“Alzheimer Café”.
Un nuovo progetto
prende forma
Si è appena concluso, alla Casa
Protetta per anziani “Villa Verde”
di Ancarano a Piacenza, il percorso
formativo “Il malato demente e il
caregiver: strumenti operativi”. Il
progetto nasce dalla necessità che
si riscontra nel quotidiano di ogni
struttura per anziani, quando ci si
trova a dover “gestire” una persona affetta da malattia di
Alzheimer. Ci si trova a dover
affrontare una situazione nuova,
per la quale non si è preparati:
vivere ventiquattro ore su ventiquattro con un individuo che sta
lentamente perdendo le proprie
facoltà mentali.
Il percorso formativo, voluto fortemente dall’Area di Piacenza e
dall’Associazione Alzheimer di
Piacenza rappresentata dal
Presidente Andrea Gelati, ha inteso offrire a operatori e familiari
soluzioni pratiche e strumenti per
affrontare il quotidiano e i problemi che questa patologia comporta
nella gestione di chi ne è affetto.
Ha rappresentato inoltre un aiuto
ad assumere un atteggiamento più
costruttivo e meno fatalistico.
Casa Protetta “Villa Verde” di Ancarano (PC)
In particolare sono
stati approfonditi gli
strumenti, le competenze e le tecniche
operative per migliorare la relazione e la
comunicazione con il
“malato”, ma anche
per stimolare e mantenere le sue abilità
residue nel maggior
tempo possibile concesso dalla patologia.
Non solo, durante il
corso familiari e operatori hanno acquisito importanti inforAnziani nelle strutture di Coopselios
mazioni sui diversi
aspetti della patologia, sui comportamenti-atteggialogia, il ruolo della riabilitazione, i
menti corretti per la gestione della farmaci a disposizione, la gestione
malattia nelle sue diverse fasi di
delle emozioni, la gestione dell’asgravità, ma anche sulle risorse
sistenza, l’alimentazione, la comuassistenziali e terapeutiche disponicazione non verbale e il contatto
nibili sul territorio di appartenen- fisico.
za.
Tutto il percorso formativo è legaIl percorso formativo è stato artito al progetto, elaborato insieme
colato in un ciclo di cinque inconalla Associazione Alzheimer di
tri con cadenza mensile e ha coinPiacenza, di creare all’interno della
volto gli operatori, i fisioterapisti,
struttura “Villa Verde” uno spazio
gli animatori, i coordinatori, le
dedicato all’Alzheimer Café. A tale
RAA (Responsabili delle Attività
progetto hanno aderito, attraverso
Assistenziali), le RAI (Responsabili varie consulenze, anche i profesdelle Attività Infermieristiche) di
sionisti, i medici geriatri specializtutte le strutture per anziani delzati in sindromi di demenza, i
l’area di Piacenza.
neurospichiatri e medici di mediciIn sintesi, gli argomenti trattati
na generale che operano o collabonei vari incontri sono stati la pato- rano quotidianamente nel consultorio per demenze dell’azienda
AUSL di Piacenza.
Si tratta di un ulteriore servizio
offerto dalla Casa Protetta “Villa
Verde” in risposta alle numerose
richieste del nostro territorio a
fronte di un considerevole aumento di persone affette dalla patologia. Un particolare e sentito ringraziamento per il grande aiuto
dato a tutti noi addetti ai lavori è
rivolto al Dott. Lucio Lucchetti,
medico geriatra del consultorio
settembre 2008 | Coopseliosnotizie
18 LA VOCE DI COOPSELIOS
STORIE DI VITA
per demenze dell’azienda AUSL di
Piacenza, alla dottoressa Dordoni,
neuropsichiatra del consultorio
per demenze dell’azienda AUSL di
Piacenza, al Dott. Mauro
Bonomini, all’assistente sociale
Andrea Albasi e al Dott.
Buonanno, medico fisiatra
dell’Azienda AUSL di Piacenza; e
non ultimo un grande ringraziamento per la collaborazione e la
disponibilità al presidente
dell’Associazione Alzheimer di
Piacenza Andrea Gelati.
Claudio Boriotti
Responsabile Tecnico di Produzione
Area Piacenza Settore Anziani
Gita degli
ospiti della
R.S.A. di
Guastalla al
Lago di Garda
Tra le attività di animazione proposte agli ospiti dalla R.S.A.
“Attilio Bisini” di Guastalla (RE)
spicca la organizzazione e la realizzazione di gite. Quella di quest’anno, al Lago di Garda, aveva
come precipuo scopo quello di far
star bene i nostri ospiti, di farli
divertire, ma soprattutto di
rispondere al loro diritto di continuare, nonostante la condizione
di non autosufficienza, ad essere
integrati nel contesto sociale, a
conoscere e ad apprendere.
La nostra idea di anziano è quella
di una persona portatrice di diritti quali l’integrazione nel contesto
sociale e la valorizzazione della
sua individualità. Il diritto, inolCoopseliosnotizie | settembre 2008
tre, di non essere considerata
“irrecuperabile” ma ancora portatrice di risorse residue che devono
essere riconosciute e valorizzate
anche per mantenere e accrescere
l’autostima.
Una persona che ha ancora desiderio di apprendere e di conoscere. Una persona da “accogliere”
con una sua storia, con sue sofferenze, con suoi desideri, portatrice di risorse e saperi.
Ecco perché cerchiamo di assistere
i nostri ospiti anche a partire
dalle loro necessità.
Ed è proprio dall’ascolto dei loro
pensieri e dei loro desideri che è
nata l’idea di recarci per un giorno
in un luogo ameno, ma ricco di
storia e di cultura, dove poter trascorrere momenti spensierati,
dedicandoci al benessere psicofisico e alla conoscenza di nuovi
luoghi e dei loro trascorsi storici.
Una gita che ha riscosso grande
entusiasmo, anche a fronte delle
difficoltà organizzative che hanno
dovuto tener conto da un lato
della pianificazione dell’itinerario
e dall’altro degli step logistici relativi alla conduzione di persone in
carrozzina.
A Sirmione abbiamo accompagnato gli anziani al Museo archeologico, dove sono in mostra reperti
Un momento di riposo durante la gita al Lago
romani di grande pregio, raffigurazioni musive e dipinti murali
che ricordano quelli di Pompei.
Ci siamo poi recati alle Grotte di
Catullo. Nella cornice di grande
suggestione ci hanno incantato il
paesaggio, gli ulivi e le grandi
siepi di rosmarino. Infine siamo
scesi per una passeggiata al molo.
Dopo un pranzo a base di pesce
servito in un tipico ristorante, nel
pomeriggio abbiamo passeggiato
visitando anche alcuni negozi,
dove gli ospiti hanno potuto
acquistare alcuni souvenir.
La brezza, il sole e il paesaggio
hanno contribuito notevolmente
alla realizzazione di questa gita
indimenticabile, che ha prodotto
un effetto di grande soddisfazione
sugli ospiti, al punto tale che
hanno espresso il desiderio di
ripetere l’avventura.
E come ci insegna Lewald “Si può
rimanere giovani fino alla fine se
si tengono gli occhi e l’anima
aperti al bello, al grande, al
buono, al vero”.
Vania Lodesani
Coordinatrice
Roberta Carena
R.A.A.
Afro Somenzari
Terapista Occupazionale
LA VOCE DI COOPSELIOS 19
STORIE DI VITA
Colonie estive a
Marinella
rare e a giocare insieme, questo è
ciò che abbiamo fatto e che ci
piace fare. Ma la cosa più bella è il
momento in cui ti accorgi che
stanno crescendo quando capiscono che dividere gli spazi e i tempi
non significa averne meno per se
stessi ma più per tutti.
L’esperienza di quest’anno è stata
tutto questo e molto altro per cui
non esistono parole. L’esperienza
di quest’anno è stata vita nel suo
senso più brillante e chiassoso.
Grazie ragazzi, ci vediamo l’anno
prossimo.
Diego Soldano
Educatore
Attività nelle colonie di Marinella
Forse è una favola, o forse è una
storia vera, più probabilmente è
entrambe le cose. È il racconto di
un giorno, dopo l’altro, di quattro
settimane.
È l'insieme di tante vite, un progetto comune, per i ragazzi e con i
ragazzi, è il racconto delle colonie
estive svolte a Marinella di
Sarzana, gestite, ormai da due
anni, da Coopselios.
Come ogni anno, insieme al mare
e ai giochi, i ragazzi si sono impegnati nell’allestimento e nella rappresentazione, di fronte ai genitori, di un piccolo spettacolo.
Il tema di quest’anno è stato “il
dialetto di Sarzana”, un ritorno a
un passato ormai dimenticato e
per molti mai conosciuto, che si è
rivelato un passo in avanti.
Vedere l’impegno divertito nel
parlare come facevano i nonni,
osservare la soddisfazione di essere parte attiva nella stesura della
sceneggiatura, portando ogni mattina foglietti dove facevano
mostra di sé proverbi e “modi di
dire” in dialetto chiesti ai parenti e
ai vicini, preparare scenografie con
loro, insegnare e imparare a lavo-
Immaginari in
mostra a Frascati
A Frascati il 19 giugno 2008, presso le Scuderie Aldobrandini,
abbiamo organizzato una mostra
per raccontare, attraverso
un’esposizione di diversi materiali: immagini, approfondimenti,
documentazioni, prodotti dei
bambini, una mostra per rendere
visibili i progetti delle quattro
sezioni e dell’atelier realizzati
durante l’anno 2007/2008.
La scelta di un palazzo storico al
centro del Paese, luogo che accoglie mostre da ogni parte del
mondo, non è stata casuale. Il
nostro era un progetto ambizioso
finalizzato alla restituzione, in
parte, dello stare al nido dei bambini, del loro pensare, del loro
fare. Per una giornata intera i
bambini sono stati i protagonisti:
loro hanno tagliato il nastro, alla
presenza delle autorità (erano
presenti la Dott.ssa Mariagrazia
Toppi, la Dott.ssa Pacifici e il
Geom. Battistoni), di alcuni rappresentanti del Consiglio di
gestione e dei genitori. Hanno
visitato la mostra insieme agli
adulti presenti, ritrovando con
grande stupore le loro foto, i disegni e gli oggetti da loro costruiti.
Noi adulti abbiamo solo aiutato i
bambini a comunicare col mondo
attraverso tutte le potenzialità, le
forze e i linguaggi di cui sono
dotati.
Siamo consapevoli che essere riusciti ad ascoltare ed affiancare i
bambini nelle loro strategie e nei
loro immaginari, ci ha condotto
verso percorsi della conoscenza
originali e di grandissimo interesse, testimoniati dagli innumerevoli complimenti che ci sono giunti da tutti i visitatori.
Abbiamo affascinato e stupito piacevolmente e semplicemente,
lasciando traccia di un anno vissuto insieme; le immagini, a volte,
testimoniano molto di più di un
racconto verbale, soprattutto
nelle realtà dove il nostro progetto pedagogico è ancora poco conosciuto.
I bambini guardano i loro lavori
Roberta Prandi
Responsabile Tecnico di Produzione Area
Liguria-Toscana-Lazio Settore Infanzia
settembre 2008 | Coopseliosnotizie