notizie - Coopselios
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notizie Periodico d’informazione trimestrale della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa • Anno IX • n. 32 • SETTEMBRE 2007 • Sped. in A.P. / 70% Fil EPI di RE • Tassa riscossa • Taxe percue la Filanda Filanda 2007 2007 la lavoro in in cooperativa cooperativa ilil lavoro in carrozza sulle rive del Po sommario notizie dalla cooperativa p.3 la voce di coopselios p. 8-9 la filanda 2007 p.4 parlano di noi p.5 galliera rinnovato p.6 il settore infanzia riprende le attività: consuetudini e novità p.6 al centro gestione completa alla Sabbadini di Sarzana p.6 Mesero: tutto è bene ... p.7 Cavanà 2 a Fabbrico p. 14 progetto formazione il lavoro in Coopselios: la cultura dei diritti e la salvaguardia del reddito p. 10-11 le novità dell’anno in corso: T.F.R., E.R.T., convenzionale, I.V.C., CCNL “animazione e ironia” p. 14 in carrozza al delta del Po p. 15 il servizio di educatrice domiciliare di Baiso: una realtà consolidata p. 15 che divertimento i cartoni animati sul mare! p.12 la formazione come cultura di pensiero p. 13 il lavoro nelle cooperative sociali hanno collaborato a questo numero: Dina Bonicelli Antonio Pasqualin Sabrina Bonaccini Gianluigi Bellettini Salvatore Milianta Luca Vetricelli Periodico trimestrale diffuso gratuitamente ai soci della Cooperativa Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998 Sped in Abb. Post. Art. 2, comma 20/c Legge 662/96 - RE Tassa riscossa - Taxe percue Proprietario: Ivano Grasselli Cooperativa Sociale COOPSELIOS Guido Saccardi Ollindo Cervi Marzia Allegretti Maria Antonietta Baldetti Aldo Manfredi Diego Soldano Società Cooperativa Via M.K. Gandhi, 3 - 42100 Reggio Emilia Tel. 0522 323676 - Fax 0522 323658 www.coopselios.com e-mail: [email protected] Direttore Responsabile: Fabrizio Montanari Comitato di Redazione: Gianluigi Bellettini, Sabrina Bonaccini Gaetano Mattioli Olindo Cervi, Gerardo De Filippo Antonietta Serri, Ester Schiaffonati Dino Terenziani - segretario di redazione [email protected] Progetto grafico: winston wolf srl - RE Impaginazione: Comma-Compograf - RE Stampa: Cooperativa Sociale L’Olmo Montecchio Emilia (RE) notizie dalla cooperativa presentazione dello studio-ricerca sull’accoglienza degli anziani in struttura la filanda 2007 Il 12 Ottobre presso la Cantina Albinea Canali di Reggio Emilia si terrà un incontro tra gli operatori del settore anziani per presentare i risultati di “La Filanda 2007” sul percorso di studioricerca realizzato dalle strutture sul tema: “L’ingresso in struttura, la fase di accoglienza e di ambientamento di un nuovo ospite”. Il Coordinamento Tecnico di Settore ha condiviso che la fase di ingresso in struttura rappresenta una delle attività chiave del processo di erogazione del servizio e che, proprio per questo, va presidiata e innovata. Le modalità con le quali accogliamo i clienti anziani nei nostri servizi residenziali possono predeterminare in modo positivo o negativo tutto il periodo di permanenza dell’anziano e della sua famiglia in struttura. Per una persona anziana, infatti, il ricovero in una struttura rappresenta un cambiamento che investe contemporaneamente più ambiti vitali: la situazione abitativa, le relazioni sociali, l’uso del tempo, il sistema di cura. Un cambiamento nelle condizioni di vita di così vasta portata, che paventa un rischio di perdita di ruolo sociale, di identità e di potere decisionale su come gestire il tempo e lo spazio, rappresenta una fortissima fonte di stress e come tale mette a dura prova le capacità di adattamento della persona. Le strutture coinvolte nella ricerca, dopo aver esaminato il processo di inserimento e di ambientamento di un nuovo ospite, hanno ricercato e ipotizzato nuove strategie, strumenti, metodi per favorire la socializzazione istituzionale ovvero il processo di integrazione tra l’anziano e l’ambiente istituzionale: processo che, se ben gestito, conduce la persona anziana a “padroneggiare” la nuova situazione di vita, a conoscere le sue regole e i suoi valori ed a immettervi contestualmente il proprio patrimonio di esperienza, abitudini e atteggiamenti. L’obiettivo dell’incontro del 12 ottobre è pertanto riconducibile alla condivisione settoriale delle innovazioni emerse dalla ricerca. I lavori del mattino saranno preceduti dal saluto del Presidente Guido Saccardi e dall’Assessore Provinciale alla Formazione Gianluca Ferrari. Seguiranno l’apertura dei lavori a cura del Responsabile Tecnico di Settore Dina Bonicelli e le relazioni dei Coordinatori delle strutture che hanno realizzato il percorso di studio-ricerca: Silvia Manfredi Coordinatore della Casa Protetta di Villa Minozzo (RE); Rosaria Spagnolo Coordinatore della Casa Protetta “Norge” di Roccabianca (PR); Silvia Montanaro e Barbara Volpe Coordinatori della RSA di Via Ornato (MI); Luigina Valizia Coordinatore della RSA “Villa Elvira” di S. Maria della Versa (PV); Elisa Regagliolo Psicologo del Centro Polifunzionale di Lugagnano (VR). Nella sessione pomeridiana, il Responsabile Tecnico di Produzione dell’Area Veneto Roberta Borsari illustrerà due nuovi strumenti elaborati per migliorare la fase di ingresso che tutte le strutture saranno chiamate a sperimentare: il Diario di osservazione partecipata e la Scheda per i familiari. Questo l’impegnativo programma dei lavori. Sull’onda del successo, in termini di gradimento e di presenze, della giornata di studio del 2006 “Anima e Azione” contiamo in una altrettanto numerosa partecipazione all’iniziativa del 12 ottobre che ha, come già sottolineato, la finalità prioritaria di miglioramento del processo del “prendersi cura” ma che si pone anche come importante strumento di valorizzazione delle competenze professionali aziendali, nonché come momento di incontro collegiale, di discussione, di trasmissione di competenze, di scambio di esperienze, di formazione per tutti gli operatori del settore. Dina Boniccelli responsabile tecnico settore anziani 3 notizie dalla cooperativa parlano di noi nel numero di settembre della rivista “IMPRENDITORI” è comparso un bell’articolo intitolato “Non chiamateli (solo) asili” che presenta, tra l’altro, l’esperienza di Coopselios in questo settore. Ne riportiamo ampi stralci L’esperienza comunale nell’ambito delle scuole per l’infanzia a Reggio Emilia nasce nel 1963 con la Robinson, da modelli precedenti, autonomi, autogestiti o cooperativi, nati subito dopo la guerra, da un’esigenza sentita dalle donne della città. La messa a sistema di questo approccio riuscito ha creato realtà come Reggio Children che sulla base dell’esperienza tutt’ora in atto si occupa di promuovere, diffondere e qualificare il sistema. Nella realtà dei fatti i nidi e le scuole per l’infanzia reggiani, nelle loro differenti vocazioni e nature legali, hanno armonizzato la loro proposta sul modello del sistema pedagogico-educativo che tanto successo ha portato a Reggio Emilia. Malgrado la sussistenza di problematiche per le famiglie quali il peso economico delle rette o la flessibilità di orari, i nidi d’infanzia reggiani accolgono - in tutta la provincia - circa 4.800 bambini dagli 0 ai 3 anni, circa il 30% della popolazione in età. Si tratta del dato percentuale più alto in regione ed in Italia. Del resto anche le scuole dell’infanzia occupandosi di quasi 14mila bambini coprono una percentuale del 91%. “Effettivamente più che per la carenza di posti disponibili spesso i genitori soffrono il problema del peso della retta - dice Sabrina Bonaccini, responsabile del settore Infanzia per la cooperativa Coopselios -. Un vero e proprio mutuo, in talune occasioni. Quello che facciamo noi, come Coopselios, è di orientarci alla massima razionalizzazione dei costi impegnandoci a non scendere mai sotto certi livelli che, in realtà, certificano e confermano i nostri parametri di qualità, anche rischiando di diventare meno competitivi”. Coopselios è una cooperativa di servizi alla persona che impiega più di 2000 persone, delle quali circa 500 nel settore dell’infanzia. “Pur aderendo completamente al “Reggio Approach” offriamo servizi che garantiscano flessibilità maggiori rispetto ad altre strutture come le chiusure ridotte, ma anche servizi ad hoc come nidi aziendali e ospedalieri. Coopselios ha aperto il primo nido cooperativo convenzionato in Italia nel lontano 1986, riempiendo quegli spazi di cui il Comune non riusciva più ad occuparsi. Senza dimenticare di essere una cooperativa privata sociale, lavorando quindi in una logica di rigore alla qualità e all’etica. Un servizio insomma, non solo una fonte di reddito. La nostra competenza ha trovato riscontri anche fuori da Reggio Emilia. Presenti in cinque regioni, vantiamo realtà come quella milanese in cui abbiamo aperto gli asili più belli 4 13 asili nido. Anche se non sempre nelle altre Regioni i metodi cari a Reggio Emilia vengono compresi, perché prevale una visione assistenzialista dei servizi”. L’esperienza comunale e cooperativa a Reggio Emilia ha di certo creato un sistema funzionale e funzionante nel settore dell’infanzia. Ma l’esperienza che proviene da questa lunga sperimentazione ha trovato, più di recente, applicazione in società che rivendicano la loro diversa origine. La dottoressa Mirosa Macciò, socia fondatrice della cooperativa Totem racconta così la sua esperienza: “Totem nasce come Srl nove anni fa, dall’impegno e dalla professionalità di un gruppo di donne. Investendo non solo il nostro tempo e le nostre competenze in campo educativo, ma il nostro stesso denaro abbiamo dato vita ad una società privata che, basandosi sull’esperienza positiva del “Reggio Approach” ha tentato per prima una soluzione alternativa ai problemi dei genitori. Dal 1999 ci siamo costituiti a cooperativa. Oltre all’esperienza in diverse altre regioni l’ultimo importante risultato in ordine di tempo è l’apertura di un nuovo nido-scuola a Barcellona in collaborazione con la Cooperativa Ambra di Reggio Emilia”. L’esperienza privata, sia essa cooperativa o societaria, sta integrandosi all’esperienza pubblico-comunale nel campo dell’infanzia, aprendo nuove strade al profitto economico - da vedersi come fattore positivo nell’ottica di una razionalizzazione delle spese - e alla concorrenza. notizie dalla cooperativa galliera rinnovato Galliera Veneta è un paesino di circa 7000 abitanti in provincia di Treviso. Posto nell’alta pianura veneta, appartiene ad un territorio ben segnato dalla presenza di centri storici, castelli e ville venete. Proprio in una di queste realtà architettoniche, ha sede la struttura residenziale per anziani “Villa Imperiale”, gestita da tempo da Coopselios. Recentemente questo immobile di pregio è stato oggetto di progettazioni architettoniche e impiantistiche. L’ultima ha riguardato la partecipazione ad una «Procedura negoziata» per la gestione dei prossimi nove anni, voluta dalla competente Azienda ULSS 15 “Alta Padovana”. Ad agosto 2007, la gestione è stata affidata a Coopselios, che ha formulato la migliore offerta, presentando un progetto di adeguamento e messa in sicurezza della struttura, come delineato dall’AULSS stessa nell’apposito bando di gara. La missione dell’Associazione temporanea vincitrice, dove sono presenti i soggetti: gestionale (Coopselios), progettuale (arch. A. Pasqualin, ing. R. Vitaliani, ing. R. Zanatta) ed esecutivo (impresa Sicea spa), è quella di garantire l’efficiente attività della struttura sociosanitaria posta nel qualificato spazio della “Villa Imperiale” nel tempo di pochi mesi assegnato dall’AULSS, proprietaria dell’immobile stesso. Le linee guida del conseguente intervento edilizio programmato e definite nella progettazione sono: • la tutela del bene culturale con l’uso socio-sanitario, consolidatosi nei decenni, quale garanzia di riconoscimento del valore che la “Villa” ha per la comunità locale e non solo; • la sicurezza in termini di statica strutturale, sotto il duplice aspetto della fruibilità e della conservazione, con atteggiamento rivolto alle nuove acquisizioni tecnico-scientifiche in materia di sismicità del territorio; • la sicurezza in termini di prevenzione incendi, con particolare attenzione alle recenti norme per le strutture sanitarie pubbliche e private. Tutto ciò, nella determinazione di aumentare il grado complessivo della sicurezza e di agibilità della struttura. Gli ambiti d’intervento sono sostanzialmente quattro: statico e antisismico; antincendio; opere impiantistiche; opere edili ed impiantistiche complementari. Gli interventi si configurano in un numero finito di operazioni, per circa due milioni di euro, di cui si è misurata la concreta fattibilità, in ragione della programmata immediata esecuzione. L’approccio progettuale, che distingue la proposta, si basa su precise determinazioni e convinzioni, frutto delle esperienze compiute in progettazioni / realizzazioni di eguale impegno e valore economico: - l’approfondita conoscenza storica della fabbrica edilizia (interpretazione storico-filologica), come risultato odierno apprezzabile e degno di tutela; - la specifica valutazione dello stato di sicurezza nei confronti dell’azione sismica, come richiesto per edifici di interesse strategico definibili “rilevanti”; - la puntuale trattazione dei temi legati alla conformità antincendio delle soluzioni progettuali in relazione alle destinazioni funzionali; - la concreta verifica della fattibilità del programma di interventi, intesa come integrazione e compatibilità reciproche della fattibilità tecnica intrinseca dei lavori, della fattibilità operativa del cantiere e della fattibilità gestionale nei confronti degli ospiti e del personale; - la ferma determinazione di procedere con pianificazione e programmazione studiate ad hoc, nell’adeguamento e nella messa in sicurezza, con la riduzione dei tempi resa possibile dalle componenti dell’ATI, giovandosi della immediata disponibilità dei progettisti e dell’esecutore in proficua sinergia, prima dell’inizio dei lavori. Lo sviluppo progettuale esecutivo compiuto, dopo l’assegnazione della “gestione novennale”, è dimostrazione di detta fattibilità complessiva e depone a favore della sollecita esecuzione dei lavori. Gaetano Mattioli direttore d’area Lombardia-Veneto Antonio Pasqualin architetto 5 notizie dalla cooperativa il settore infanzia riprende le attività: consuetudini e novità Come ogni anno settembre, per il settore infanzia, è un mese di intense attività per il riavvio di tutti i servizi dopo la pausa estiva. Quest’anno debuttiamo con il nuovo marchio di settore: “oltre l’educare”. Il primo passaggio, ormai consuetudine, è sempre quello che riguarda la presentazione dei piani di formazione nelle diverse aree, avvenuta a Milano il 30 agosto scorso e a Reggio Emilia il 31 agosto. Quest’anno però il tratto di novità riguarda, in una logica di rete che da sempre perseguiamo, la presenza di più momenti di formazione che si realizzano in occasioni di scambio tra operatori di aree differenti: il 29 settembre gli gestione completa alla Sabbadini di Sarzana Nel mese di Agosto la nostra Cooperativa si è aggiudicata la gestione completa della Residenza Protetta “A. Sabbadini” di Sarzana in Provincia di La Spezia. Dal febbraio 2002 Coopselios era già titolare della gestione della parte assistenziale e alberghiera. La novità è che questa volta l’appalto prevede anche la gestione della parte Sanitaria (medico, infermieri e fisioterapisti), la progettazione, la costruzione e la gestione di un annes- 6 operatori dell’Alto Adige e del Veneto saranno a Milano in visita al nido Nenni per una giornata di formazione sul tema dell’organizzazione degli spazi e dei materiali. Inoltre i coordinatori e alcuni operatori verranno invitati, a maggio, sempre a Milano, alla giornata conclusiva del piano di formazione “Sentieri Possibili”, per condividere progetti, contenuti e strategie educative. A ottobre si realizzerà a Reggio Emilia, presso il nido Haiku, un momento di formazione rivolto ai coordinatori dell’Area Liguria, che coinvolgerà anche un gruppo di coordinatori in formazione presso l’ISFORCOOP di La Spezia. Inoltre la formazione per i pedagogisti che lavorano nelle equipe delle diverse aree prevede, quasi mensilmente, momenti di incontro in gruppi allargati a Reggio Emilia per approfondire due filoni di ricerca: la costruzione degli strumenti progettuali e le nuove famiglie e le relaso centro diurno di primo livello per 15 ospiti. La convenzione con il Comune di Sarzana avrà una durata di nove anni e Coopselios, in qualità di impresa capogruppo di un’Associazione Temporanea di Impresa formata con la Cooperativa CIR FOOD di Reggio Emilia e il Consorzio C.RE.S.S. di Genova, si farà carico del costo prevalente di realizzazione dell’ampliamento della struttura. Il centro diurno sarà aperto nove ore al giorno per cinque giorni la settimana e ospiterà anziani provenienti da tutta la Val di Magra. La gestione della parte assistenziale sarà curata dal Consorzio C.RE.S.S. attraverso la sua associata, Cooperativa “Il Girasole” di La Spezia, con la quale zioni con i servizi educativi. Un’altra novità molto significativa per il settore riguarda l’insediamento in Veneto: il primo settembre ha infatti iniziato l’attività il nido di Portoviro, comune in cui da anni abbiamo in gestione una struttura per anziani. Il nido accoglierà 30 bambini dai 3 mesi ai 3 anni e speriamo che, come è avvenuto in altre aree, sia il primo progetto che farà da volano per altre aperture. Sabrina Bonaccini responsabile tecnico settore infanzia collaboriamo proficuamente da tempo. In qualità di Direttore d’Area nonché Direttore della Struttura, sento il dovere di ringraziare tutti i nostri soci e collaboratori che prestano la loro attività in questa gestione e tutti coloro che dalla sede di Reggio Emilia hanno collaborato al raggiungimento di questo importante obiettivo. Infatti, grazie a una proposta gestionale competitiva sia dal punto di vista tecnico che economico, e anche attraverso il buon lavoro svolto dall’RTP, dal Coordinatore, dalle assistenti, dalle educatrici, dalle ausiliarie, dai liberi professionisti e dai tanti soci volontari, abbiamo ottenuto la rinnovata fiducia da parte del Comune. Gianluigi Bellettini direttore area Liguria-Toscana notizie dalla cooperativa Mesero: tutto è bene… Nel maggio 2006, il Comune di Mesero, in provincia di Milano, ha indetto una procedura di gara per l’affidamento della gestione, ristrutturazione ed ampliamento di una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) comunale, e per la progettazione esecutiva, la realizzazione e la gestione di un asilo nido. Nel termine prescritto dagli atti, presentavano domanda di partecipazione alla gara sia Coopselios che un altro concorrente già gestore del servizio. Il 21 novembre 2006, in seduta pubblica ed alla presenza di rappresentanti dei due concorrenti, la Commissione di gara proclamava aggiudicataria Coopselios, assegnandole il termine del 01.01.2007 per effettuare il cambio di gestione. Contro la predetta aggiudicazione, il secondo concorrente ricorreva al TAR per la Lombardia che, con provvedimento Cavanà 2 a Fabbrico Dopo soli quattro mesi dall’apertura la Residenza Sanitaria Psichiatrica per minori Cavanà 2 ha raggiunto il massimo della propria capienza ricettiva, un successo raggiunto grazie alla credibilità e professionalità riconosciuta dai Servizi Sociali, dai reparti di Neuropsichiatria e dalle sezioni del Tribunale dei minori dell’Italia settentrionale al “metodo Cavanà”. La Comunità di Fabbrico in provincia di Reggio Emilia è infatti la seconda struttura residenziale diretta dal Dr. Ron Shmueli in collaborazione con il suo staff per affrontare il disagio psichico ed i disturbi psichiatrici in età adolescenziale. L’esperienza di Cavanà sita a Pellegrino del 20.12.2006, dapprima sospendeva provvisoriamente l’aggiudicazione e poi in data 31.01.2007 confermava il proprio provvedimento e annullava, a sfavore di Coopselios, l’aggiudicazione deliberata dal Comune. Ritenendo la sentenza ingiusta Coopselios depositava, in data 07.03.07, ricorso d’appello al Consiglio di Stato contro quel provvedimento. Veniva fissata, per il 04.05.2007, l’udienza per ascoltare le parti coinvolte e, nella speranza di Coopselios, per ottenere la sospensione degli effetti della sentenza del TAR e ridare efficacia al provvedimento Parmense, cominciata nel gennaio 2005 ha permesso di operare complessivamente su trenta minori con disturbo psico-patologico in esordio e spesso con grave disagio socio-familiare per una durata media di degenza di dodici mesi. I risultati ottenuti a Pellegrino Parmense con numerose dimissioni con successo terapeutico hanno prodotto una lista d’attesa di richieste d’inserimento che ha reso necessario l’ideazione di una nuova Comunità denominata Cavanà 2 a Fabbrico, che si propone come ideale ampliamento di un progetto iniziato in provincia di Parma. Il “metodo Cavanà” mira a sviluppare progetti individuali terapeutico-riabilitativi, formulati a seconda della personale storia di vita, della diagnosi, della valutazione psicodinamica della personalità, della che le aveva aggiudicato la gara. Dopo un rinvio dell’udienza di oltre due mesi, il Consiglio di Stato, in data 17.07.07 emetteva dispositivo dove, finalmente e definitivamente, si respingeva l’azione dell’altro concorrente, si riformava la sentenza di primo grado e veniva data riviviscenza all’aggiudica del Comune di Mesero a favore di Coopselios. Dal 01.08.07, Coopselios ha cominciato a dare esecuzione al contratto posto a gara. Un giusto riconoscimento alle buone ragioni di Coopselios, ma anche un segnale di come la concorrenza nelle gare diventi sempre più agguerrita, con esiti incerti. In questo caso un affidamento lungo quanto una gravidanza (da novembre ad agosto), faticoso quanto un parto podalico, che ha necessitato, quale levatrice, un collegio difensivo di quattro legali ed un’innumerevole quantità di ore del personale della cooperativa. Ma come si dice: tutto è bene quel che finisce bene. Gaetano Mattioli direttore d’area Lombardia-Veneto Salvatore Milianta avvocato presenza o meno della famiglia, con l’obiettivo di restituire e mantenere nei giovani ospitati il più elevato livello di autonomia acquisibile, limitando il rischio evolutivo. Obiettivi ambiziosi nel panorama complesso del disagio adolescenziale, una mission che Cavanà porta avanti nel futuro. Luca Vetricelli coordinatore comunità Cavanà 7 al centro Lo scopo che i soci lavoratori della Cooperativa intendono perseguire, è quello di ottenere, tramite la gestione in forma associata e con la prestazione della propria attività lavorativa, continuità di occupazione e le migliori condizioni economiche, sociali, professionali (dall’articolo 3 dello Statuto Sociale di Coopselios) il lavoro in Coopselios: la cultura dei diritti e la salvaguardia del reddito Il settore sociale è, non da oggi, un settore in cui convivono contraddizioni anche molto aspre, relative sia alla qualità e tipologia dei servizi erogati sia alle condizioni di lavoro dei soci lavoratori. La questione del senso del lavoro, tema dibattuto internamente a Legacoopsociali Nazionale, si intreccia fortemente con il rispetto dei CCNL di riferimento (cooperative sociali), delle normative sulla sicurezza e con l’applicazione dello Statuto dei Lavoratori: noi di Coopselios, da questo punto di vista, possiamo vantare di essere, se confrontati con tutte le altre cooperative sociali, un assoluto punto di riferimento nazionale per i livelli di salvaguardia del reddito e delle condizioni di lavoro dei soci lavoratori. Il socio lavoratore è legato a Coopselios sia da un rapporto societario che da uno di lavoro dipendente, con conseguente applicazione dei contratti e dei diritti sindacali: è sicuramente plausibile affermare che il "socio-lavoratore" in cooperativa debba godere di una condizione più vantaggiosa di quella di semplice lavoratore subordinato, non può esserlo in peggio, men che meno sul terreno dei diritti. E’ per questo motivo che dovremo, in questi mesi in cui si discute il rinnovo del CCNL, operare con costanza negli organismi nazionali di Legacoop per ottenere il risultato di garantire ai nostri soci un miglioramento delle condizioni economiche. Al tempo stesso dovremo studiare iniziative sociali che consentano di innalzare il livello del salario reale: la ripresa dell’applicazione delle condizioni di Mutua Nuova Sanità ne è un esempio, ma si stanno valutando convenzioni per favorire il risparmio dei soci su acquisti di beni e servizi nelle varie realtà territoriali o altre forme che il Consiglio di Amministrazione reputerà applicabili per aiutare i soci a far fronte alle difficoltà imposte dalla situazione economica generale del Paese. Le motivazioni di chi lavora non sono esclusivamente economiche, anche se nel nostro settore è importante garantire una buona retribuzione nel rispetto del CCNL e un ristorno che valorizzi i risultati della cooperativa ottenuti grazie al lavoro dei soci. La cooperativa si dovrà impegnare per continuare ad assicurare ai soci le migliori condizioni economiche nel rispetto degli inquadramenti, delle professionalità e degli equilibri economici del settore. Parallelamente Coopselios dovrà avviare una profonda riflessione sul senso del lavoro e della responsabilità che è insita nell’attività prestata da ciascun socio lavoratore: responsabilità nei confronti dei colleghi, degli utenti dei nostri servizi e del contesto sociale in cui il servizio si sviluppa. Le riflessioni di seguito riportate possono esserci utili per orientare e per stimolare il dibattito che proponiamo di affrontare nei prossimi mesi. Il “prodotto” in uscita dalle nostre gestioni è immateriale, difficilmente quantificabile e misurabile. A ciò si aggiunge che più che in altri settori il “capitale umano” nella cooperazione sociale è fondamentale: il servizio è spesso personalizzato e realizzato a misura di utente e ciò comporta per i nostri operatori l’applicazione di una capacità progettuale importante; il servizio è comunicazione, è “incontro esistenziale”. I nostri operatori possono essere considerati come veri e propri lavoratori della relazione: - nei processi di gestione del servizio attivano le loro conoscenze e competenze, sia strettamente professionali che umane e producono beni immateriali non sempre definibili quali integrazione, inclusione sociale, cultura, coordinamento, assistenza, benessere, educazione, …; - l’operatore e l’utente entrano in contatto diretto e in tal modo una parte della produzione entra come elemento di scambio: di significati, di ansie, di investimenti, di umori, di idee, di soggettività, di frustrazioni, di stress, …; - la qualità dei servizi (ad esclusione ovviamente dei parametri oggettivi e strutturali) è fortemente correlata alla qualità della relazione che gli operatori sono in grado e sono disposti dignità del lavoro 8 al centro a giocare, ma anche alla correlazione ed integrazione delle diverse funzioni organizzative che in cooperativa interagiscono. In Coopselios, come pensiamo debba essere altrettanto in tutte le cooperative sociali (ma non solo sociali …), dovrebbe pertanto prevalere una dimensione culturale differente da quella delle imprese cosiddette capitalistiche: è la dimensione del “sapere operativo, relazionale ed organizzativo”. Ciò implica diverse conseguenze: - i rapporti tra le persone in Coopselios rappresentano un elemento essenziale per il buon funzionamento della cooperativa e per l’erogazione di un buon servizio all’utente accrescendo il benessere lavorativo degli individui; - la produttività del servizio è da valutare anche in funzione della volontà che i soci lavoratori intendono esercitare in termini di collaborazione interpersonale ed interfunzionale, comunicazione e capacità di “operare in squadra”; - la motivazione al lavoro, strettamente connessa al “clima relazionale” che si genera nei vari momenti di erogazione del servizio, diventa uno dei fattori principali per arricchire le prestazioni lavorative; - il riconoscimento del proprio lavoro e l’autonomia decisionale (da considerare come uno degli elementi della responsabilità sia nei confronti della cooperativa che dei colleghi ed utenti) rappresentano un’ importante condizione per aumentare la soddisfazione sul lavoro. Proprio per questo complesso di ragione una specializzazione estrema non sempre aumenta l’efficienza dell’organizzazione e spesso crea problemi. Nei nostri servizi occorre esercitare una “flessibilità responsabile” che pochi spazi lascia per il rigido e formale rispetto dei mansionari e delle procedure. Infatti corrette relazioni interpersonali e lavorative creano il senso di appartenenza e migliorano l’efficacia del servizio. Si dovrebbe inoltre recuperare e ripensare la dimensione simbolica della cooperativa come forma di autogestione consapevole del lavoro: ciò faciliterebbe i soci lavoratori nell’analisi del vissuto professionale quotidiano in termini di azioni, pensieri, comportamenti e relazioni; i nostri operatori, in quanto agiscono per l’aiuto e la cura della persona, sono soggetti ad alto rischio di stress e burn-out: il rispetto e la gestione delle relazioni contribuisce a dar senso al lavorare in cooperativa e a ridurre la frustrazione. La relazione di aiuto e gli standard di qualità richiesti ai nostri servizi non possono però nemmeno prescindere dall’adeguata qualificazione, valorizzazione e continuità lavorativa del personale impiegato nei servizi. Per raggiungere gli obiettivi di qualità nei servizi erogati dai soggetti del privato sociale, obiettivi ai quali i committenti pubblici sono tenuti, crediamo che debbano essere ribadite e sottolineate nei bandi di gara e nei requisiti di accreditamento le regole che vietino in maniera assoluta e chiara l’utilizzo di personale precario e privo di garanzie. Dobbiamo pretendere, e qui ci impegneremo nei vari organismi di Legacoop che ci rappresentano, bilanci trasparenti e cooperative vere in cui la dignità del lavoratore ed il senso del lavoro vengano prima di tutto. Guido Saccardi presidente 9 al centro le novità dell’anno in corso: T.F.R., E.R.T., convenzionale, I.V.C., CCNL Importanti e numerose sono le attese dei lavoratori e delle lavoratrici di Coopselios nell’anno in corso. Da gennaio è iniziato il percorso di superamento del “salario convenzionale”. È una conquista molto significativa per i nostri soci da quando la pensione non viene più calcolata sull’ultima retribuzione bensì sulla quantità di contributi previdenziali versati. Infatti, per “salario convenzionale” intendiamo l’imponibile fisso, di anno in anno definito, sul quale si calcolano i contributi ai fini previdenziali. Tale imponibile è sempre stato inferiore al salario reale percepito in busta paga. L’accordo con le organizzazioni sindacali nel 2004 ha sancito tempi e modi per il superamento del “salario convenzionale”: Anno % di superamento 2007 30 2008 60 2009 100 La tabella mostra la scansione nel tempo, tre anni, con la quale si andrà a colmare il divario tra l’imponibile convenzionale e il Minimo Contrattuale Conglobato (per intenderci quella parte della retribuzione legata al livello contrattuale nel quale ciascuno viene inquadrato). In sintesi: dal 1 gennaio 2010 il versamento all’INPS dei contributi previdenziali sarà calcolato su tutta la retribuzione. È una conquista importante, fortemente voluta da Coopselios, in quanto elimina una vergognosa discriminazione a danno delle nostre lavoratrici e lavoratori, rimuove una pericolosa distorsione delle regole del mercato degli appalti e avviene opportunamente nel momento dell’entrata in vigore della riforma del TFR. La seconda novità dell’anno è stata, appunto, la entrata in vigore piena della previdenza integrativa. Alla fine di agosto la situazione si presentava in questo modo: Silenzio assenso: 145 lavoratori. Un numero molto esiguo non ha risposto ai questionari inviati. Il loro TFR viene destinato automaticamente a Cooperlavoro. 10 Scelte esplicite: 1840. La stragrande maggioranza delle lavoratrici di Coopselios ha partecipato attivamente alla destinazione del proprio TFR. Di seguito riportiamo le scelte operate. Lasciano il TFR, come si dice, in azienda 1558 lavoratrici. In realtà il loro TFR maturando viene destinato per legge al fondo di tesoreria INPS. Questa scelta ha avuto un consenso quasi plebiscitario testimoniando la volontà esplicita di rimanere protagonisti assoluti del destino del proprio TFR oppure manifestando l’incertezza diffusa sul reale rendimento futuro dei fondi. Hanno scelto Cooperlavoro con contributo dipendente-azienda 154 lavoratrici. È la scelta meno diffusa, tuttavia, più consapevole e completa. Hanno scelto Cooperlavoro con il solo TFR 12 lavoratrici. Già iscritti a Cooperlavoro confermando la scelta: 58 lavoratori. Gli iscritti ad altri fondi o fondi aperti sono stati 56. Anche quest’anno è in corso l’erogazione l’E.R.T.: salario distribuito secondo i risultati ottenuti dal settore nel territorio. Di solito avviene nella seconda parte dell’anno e premia la produttività dell’anno precedente. Il superamento del convenzionale, la riforma del TFR e l’incipiente rinnovo del CCNL hanno rallentato il rinnovo dei Contratti Integrativi Territoriali. Infatti, non in tutte le Province e le Regioni è stato possibile il rinnovo e spesso si è proceduto con accordi ponte. Vediamo quanto abbiamo devoluto nel frattempo consapevoli del fatto che nei prossimi mesi andremo a completare l’erogazione in altre aree. Area Milano Reggio Emilia Toscana Piacenza ERT erogato 36.935,00 74.770,00 5.936,00 86.244,00 203.885,00 Lavoratori coinvolti 218 778 51 392 1.489 al centro La novità più attesa da parte della cooperativa e dei soci è senza dubbio il rinnovo del CCNL, ovvero del Contratto Nazionale delle Cooperative Sociali. Infatti, il contratto nazionale è scaduto il 31 dicembre 2005. Da allora sono passati ben 20 mesi prima che le Organizzazioni Sindacali presentassero la piattaforma di rinnovo. È accaduto il 26 luglio 2007. A parte l’enorme ritardo nella presentazione, il fatto più singolare è che di piattaforme ne sono state presentate due: una dalle Organizzazioni Sindacali della Funzione Pubblica, l’altra dalla Fisascat-Cisl. Prima di entrare nel merito delle richieste sindacali alcune riflessioni andrebbero fatte. Dapprima il ritardo: non è la prima volta che succede, tuttavia, è fuor di dubbio che non giova alle lavoratrici e ai lavoratori. Nemmeno alle aziende che si trovano nell’impossibilità di aggiornare le tariffe a posteriori allo scopo di riallineare i costi. Le due piattaforme, poi, testimoniano uno stato di difficoltà che pervade il sindacato. Incomprensioni che andrebbero spiegate prima di tutto ai lavoratori, poi alla parte datoriale e, in ogni caso, ricomposte. Diventa difficile aprire un confronto su due piattaforme con interlocutori distinti e divisi. Pensiamo quindi che sia necessario attraverso opportune iniziative favorire, per prima cosa, la ricomposizione delle divisioni sindacali al fine di produrre un confronto rapido e proficuo. Solo in questo modo sarà possibile sederci seriamente al tavolo delle trattative. Ribadiamo, come Coopselios, la nostra determinazione per un rinnovo rapido del CCNL nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno come primario obiettivo la necessità di adeguare il loro salario, fermo da troppo tempo, al costo della vita. In considerazione delle condizioni che si sono create sul rinnovo contrattuale, si renderà necessario un confronto franco e disincantato con tutti i nostri soci: la divisione sindacale ci preoccupa, il ritardo crea profondo disagio, l’insieme delle richieste ci assilla in quanto potrebbe pregiudicare il futuro del settore e, probabilmente, l’autonomia della contrattazione delle cooperative sociali può essere seriamente compromessa. La presentazione in ritardo della piattaforma sindacale e le difficoltà non tanto del rinnovo ma dell’avvio del confronto, fa scattare una norma definita dal Protocollo del Luglio 93 e dal CCNL che prevede l’erogazione dal terzo mese, in questo caso da novembre, dall’invio delle richieste sindacali della cosiddetta I.V.C. ovvero Indennità di Vacanza Contrattuale. Consiste nell’erogazione di una somma corrispondente, al terzo mese appunto, al 30% e al sesto mese al 50% dell’inflazione programmata. Poca roba, tuttavia, qualcosa si muove! rispetto dei contratti Olindo Cervi direttore risorse umane 11 al centro la formazione come cultura di pensiero Tutti i giorni apriamo i quotidiani o guardiamo i telegiornali e ci imbattiamo in temi a noi più o meno cari, e cerchiamo all’interno di questi ultimi, articoli che ci incuriosiscano così che possano nutrire il nostro sapere e la nostra persona. La curiosità stimola la crescita della nostra essenza. Come diceva Hans Blumenberg in “La legittimità dell’età moderna”, “la curiosità è la caratteristica di un essere finito con esigenze infinite”. La nostra essenza ha richieste infinite che man mano nella vita nutriamo attraverso letture, incontri, discussioni, dibattiti, profumi, viaggi, concerti … Si forma a pensare, si forma alla pace, si forma all’ecologia, si forma a una professione. Questo significa che formare è fare soprattutto cultura, un modo per combattere l’ignoranza e dare conoscenze e saperi nuovi e differenti. La nostra cooperativa lavora con persone e proprio queste hanno il diritto di crescere sia dal punto di vista professionale che personale. Accrescere i saperi pratici però non significa non arricchire quelli culturali e umani. La formazione dà la possibilità al nostro personale di incontrarsi con colleghi o superiori per discutere di problematiche inerenti il loro lavoro e non solo. Infatti nell’incontro ci sta altro. La parola incontro può essere utilizzata per indicare l’avvicinarsi, il procedere verso una situazione, in modo più o meno volontario e consapevole. Questo significa avvicinarsi al pensiero dell’altro, creare un legame e un canale d’ascolto verso altri interlocutori. Lo scambio, il confronto, la condivisione creano cultura. L’azienda sempre più investe in questo settore perché crede che attraverso questi processi il personale si motivi maggiormente e si senta sostenuto nel lavoro e nella vita di tutti i giorni. Il mondo cambia, le professioni attraverso nuovi strumenti tecnologici si modificano, le emozioni verso ciò che si fa cambiano, per questo è necessaria la formazione permanente. Quest’ultima deve essere vissuta dal personale come una risorsa, come un arricchimento non solo al saper fare quotidiano ma anche all’essere. Quando parliamo di emozioni implichiamo tanti fattori differenti; siamo tutti portatori di ricchezze e competenze diverse: proprio attraverso questi incontri possiamo dare vita a nuovi slarghi culturali e professionali. Leggendo i bisogni formativi delle strutture, si può notare che uno dei temi più richiesti è proprio quello della comunicazione all’interno delle equipe di lavoro. Per tanti sembra un tema sorpassato e affrontato pienamente, ma non credo sia così semplice trattare questo argomento. Ogni argomento può essere trattato a ogni età, ma il linguaggio, l’approfondimento, la durata e il metodo educativo cambia per ogni corso formativo che si affronti. Abbiamo un dovere sociale: dare strumenti e visioni differenti ai soci per comprendere e per vivere nella società in cui ci troviamo. Permettere, quindi, al nostro personale di sapere affrontare problematiche inerenti la nostra collettività e di sapere scegliere la strada su cui dirigersi per la vita, anche sbagliando ma con l’intento e il credo più opportuno di quel momento. Dobbiamo permettere ai nostri soci di lavorare con la voglia quotidiana di crescita. Marzia Allegretti ufficio formazione 12 al centro Fin qui sono stati riportati i contributi di chi in Coopselios ha responsabilità nel delicato settore del lavoro. Abbiamo ritenuto utile citare anche alcune considerazioni, per così dire teoriche, che consentono un confronto tra quanto si realizza in Coopselios e alcune linee guida che vanno per la maggiore il lavoro nelle cooperative sociali Il grande tema del lavoro nelle cooperative sociali ha attratto interventi, competenze, approfondimenti assai diffusi. In proposito la rivista “Impresa Sociale” ha pubblicato di recente un numero monografico dedicato appunto a “I rapporti di lavoro nelle cooperative sociali”. Per richiamare alcuni flash che illuminano questioni fondamentali, riportiamo subito una dichiarazione emblematica di Carlo Borzaga. “Le imprese sociali sono, nella grande maggioranza organizzazioni ad alta intensità di lavoro: sono cioè imprese il cui successo economico e la cui capacità di garantire servizi di qualità e di operare a vantaggio della collettività dipende in larghissima parte, dall’impegno dei lavoratori. Un impegno influenzato dalla capacità di attrarre lavoratori disponibili a condividere la mission organizzativa, ma anche dalla capacità di soddisfare le loro aspirazioni, sia dal punto di vista di reddito e di sicurezza dell’occupazione che di crescita professionale, di equità e di qualità delle relazioni”. Lo sviluppo del settore ha comportato che questa impostazione, più immediatamente rilevabile nelle prime cooperative sociali di piccola dimensione in cui i soci facevano del loro originale impegno volontario una occasione di lavoro, dovesse misurarsi con grandi numeri e con una organizzazione tipicamente imprenditoriale. I dati più recenti evidenziano che le cooperative sociali superano in Italia le 6000 unità, con una occupazione di circa 200.000 lavoratori remunerati (170.000 dipendenti e 30.000 con contratto di collaborazione) e oltre 30.000 non remunerati, da ascriversi alla categoria dei soci volontari. La lettura delle caratteristiche dell’importante aggregato del lavoro svolto in cooperativa ha convinto due professori dell’Università di Trento, Luca Nogler e Giorgio Bolego a sottolineare l’importanza del contratto associativo nella cooperativa sociale, che porta il socio a considerare l’attività svolta dalla stessa degna del suo personale sostegno. In tale contesto diventa utile e pertinente predisporre “un mix di incentivi non esclusivamente estrinseci e monetari, ma soprattutto di tipo intrinseco relazionale”. In particolare le ricerche empiriche dimostrano che “la bassa retribuzione del nonprofit risulta controbilanciata da una elevata formazione interna: la partecipazione dei lavoratori ad attività formative è nelle cooperative sociali più elevata (60,4%) rispetto alla media del settore, soprattutto delle organizzazioni profit (27,4%) e pubbliche (54,7%)… Si può quindi affermare che le cooperative sociali investono una parte non marginale delle proprie risorse in attività formative che in parte vanno ad integrare la formazione scolastica ed in parte a creare personale più specializzato. Altrettanto soddisfacenti risultano, inoltre, l’autonomia decisionale, l’ambiente di lavoro, il riconoscimento per l’attività svolta, oltre ad aspetti intrinseci come le relazioni interne e l’utilità sociale del lavoro… Il sentimento di reciprocità nella realizzazione solidaristica dello scopo sociale che alimenta la relazione di lavoro, risulta tanto maggiore e genuino quanto più è garantita la partecipazione dei soci lavoratori alla gestione dell’impresa”. Ecco in sintesi alcuni punti chiave, che dimostrano come il tema del lavoro nelle cooperative sociali sia complesso e affascinante, come esso richieda un approccio flessibile e come la sperimentazione di risposte innovative sia vitale per trovare soluzioni efficienti e condivise. 13 la voce di coopselios progetto di formazione “animazione e ironia” Il piano di formazione del 2007 della RSA “Il Poggio” ha previsto un incontro con l’attrice Patty Garofolo, rivoluzionando i percorsi classici di formazione. Il corso, che ha coinvolto tutti i dipendenti divisi in due gruppi di lavoro, si è tenuto in due giorni consecutivi in un percorso articolato in due parti: una espressivo–creativa e una tecnica. La prima somigliava a una lezione di animazione teatrale, in cui ognuno di noi, pur seguendo le indicazioni dell’attrice, si è liberamente espresso, con modalità talvolta sorprendenti, sia a “corpo libero” che con l’utilizzo di oggetti vari (cappelli, maschere, pupazzi ecc…). in carrozza al delta del Po In estate, noi ospiti di “Villa Tamerici” siamo stati invitati a passeggiate in carrozza dalla cooperativa “Dordi” di Paolo Perazzolo. La cadenza degli incontri è settimanale, ogni mercoledì pomeriggio alle ore 16.30, una carrozza trainata da due cavalli bianchi, arriva nel cortile della Casa Protetta per accompagnare un gruppo di ospiti a visitare le sponde del Po. Nei primi incontri eravamo tutti molto emozionati, ma anche titubanti perché non siamo più abituati all’uso della carrozza! Le sponde del fiume, con il maestoso 14 La seconda verteva su un lavoro di immaginazione e creazione, anche in gruppo, di situazioni e scenari particolari; a questa prima tappa ne seguiva un’altra, in cui si discutevano insieme ipotetici contesti e si inventavano vere e proprie simulazioni. Per esempio si partiva da un concetto ideale di casa di riposo, passando attraverso immaginari spazi da utilizzare nei più svariati modi, fino all’organizzazione di feste, spettacoli, eventi, all’interno della struttura. La curiosità ci ha portate a essere prespettacolo dell’acqua sulla quale si riflettevano i raggi del sole, mi hanno riportato alla mente ricordi lontani. Pensavo a quando prendevo il traghetto e attraversavo il Po in tutta la sua larghezza per andare a Cà Venier. Questo fiume, così esteso, ha suscitato meraviglia nel gruppo di visitatori che, appena hanno visto l’acqua, non hanno trattenuto il loro stupore… esclamando “Ohh”... Quel giorno, nell’acqua del Po non c’erano barche, ma lo stesso era piacevole a vedersi. I “turisti” contenti hanno intonato canti e regnava l’allegria. senti e, malgrado qualcuna di noi fosse inizialmente impacciata, tutte ci siamo lasciate travolgere dall’entusiasmo. Anche le colleghe meno esuberanti si sono ritrovate a recitare, improvvisare, mimare, su di un palco immaginario. L’imbarazzo iniziale di sperimentare cose nuove in presenza di un’attrice professionista e di colleghi di cui, fino a quel momento, conoscevamo solo il lato professionale, si è trasformato in voglia di partecipare attivamente. Il corso ci ha offerto la possibilità sia di fare emergere le rispettive potenzialità, che di confrontarci in un campo del tutto sconosciuto. Abbiamo lavorato su noi stesse, migliorando anche le modalità di comunicazione e ascolto. Ci siamo ritrovate a ballare senza esserne capaci, a cantare pur essendo stonate. Insomma… abbiamo vissuto un’esperienza di condivisione e di crescita professionale e personale. le operatrici RSA “Il Poggio” Poi abbiamo visto l’erba appena tagliata che emanava un profumo particolarmente gradito all’olfatto; l’aria era un po’ fresca, ma si respirava bene. Scesi dalla carrozza erano tutti molto soddisfatti della passeggiata. Maria Antonietta Baldetti ospite “Villa Tamerici” la voce di coopselios il servizio di educatrice domiciliare di Baiso: una realtà consolidata Il Servizio di Educatrice Domiciliare di Baiso è una realtà educativa a tutti gli effetti, lo scorso settembre infatti ha riaperto i battenti per il secondo anno consecutivo. Ad oggi il numero dei bambini in questa nuova tipologia educativa (che prevede un massimo di 5 utenti seguiti da un’educatrice e un’ausiliaria), è sempre stato coperto e, attualmente, esiste anche una lista d’attesa. Inaugurato nel dicembre 2006 (nella foto un momento della cerimonia, con il Sindaco di Baiso Paolo Bargiacchi, Gianluca Chierici, che divertimento i cartoni animati sul mare! Questo è il racconto di un viaggio, un viaggio che inizia e prosegue allo stesso Assessore all’Istruzione della Provincia di Reggio e Raul Cavalli, Direttore Generale Coopselios), il servizio vanta già un nome, “Il Castello Incantato”, in omaggio alle tradizioni storiche del borgo montano, un personale rodato (due insegnanti che ruotano, un’ausiliaria e un pedagogista che tiene in rete con Reggio il servizio) e una partecipazione al Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio, dove le due insegnanti hanno presentato la progetta- zione annuale (tema: la luce) a un pubblico più vasto, progettazione che è poi stata restituita ai genitori attraverso una pubblicazione, davvero molto apprezzata. La struttura, piccola ma confortevole, è stata curata nei minimi dettagli da due atelieriste e non ha nulla da invidiare ad altri servizi di questo tipo: ingresso, zona pasto e zona ludico-espressiva, spazio cucina, bagno adulti e bagno bambini, è dotata di strumentazione informatica e di arredi nuovi fiammanti. Situata nel centro del paese, si presta bene allo scopo di essere un punto di riferimento per le famiglie. In ogni caso l’Amministrazione Comunale di Baiso intende investire fortemente in questa direzione, e lo ha dimostrato con la costruzione di una nuova struttura, già coperta, che sarà in grado di ospitare fino a 15 bambini tra i 12 e i 36 mesi a partire, speriamo, già dal prossimo anno. Aldo Manfredi coordinatore pedagogico tempo, un percorso a ritroso che porta in avanti, che porta a guardare un po’ più in là, fin dove gli occhi di un bambino si perdono a cercare divertimento, amicizia. Volti policromi sorpresi di fronte al fascino di un mare che già conoscono, ma che riscoprono come tramite per stare insieme, per giocare insieme. Questa è la storia di come oltre settanta bambini si sono divertiti a preparare un piccolo spettacolo per i loro genitori, uno spettacolo con un argomento “su misura” per loro, i cartoni animati. Tutto è accaduto nel centro estivo di Marinella di Sarzana che da quest’anno è gestito da Coopselios, sotto la guida di Ezio Orfellini. Tutti, ma soprattutto i bambini, hanno mostrato un impegno notevole nella preparazione di questo piccolo spettacolo, allestendo, durante le quattro settimane in cui si svolge il centro, tutto il necessario, dalle scenografie alle maschere, dai testi alle coreografie, restando piacevolmente colpiti da ciò che erano inaspettatamente capaci di fare. Questo è il racconto di quanto può esserci di bello in un lavoro come il nostro, dell’enorme soddisfazione che si prova vedendo settanta piccole persone felici e orgogliose, dopo lo spettacolo, raccontare ai genitori come hanno fatto a costruire quella maschera oppure a inventare quel passo di danza. Questa è la storia di un lavoro che rende protagonisti anche nei momenti in cui si sta in disparte. È la storia del piacere che si prova all’idea che anche soltanto uno di quei bambini un giorno possa mettere questa esperienza nel cassetto, spero pieno, dei ricordi piacevoli. Questo è il racconto di come si può fare divertendosi. Questa è la storia di un’idea collettiva, di un mare “potabile”. Diego Soldano educatore centro estivo Marinella 15