notizie - Coopselios

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notizie - Coopselios
notizie
Periodico d’informazione trimestrale
della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa • Anno IX
• n. 32 • SETTEMBRE 2007 • Sped.
in A.P. / 70% Fil EPI di RE • Tassa
riscossa • Taxe percue
la Filanda
Filanda 2007
2007
la
lavoro in
in cooperativa
cooperativa
ilil lavoro
in carrozza sulle rive del Po
sommario
notizie dalla
cooperativa
p.3
la voce
di coopselios
p. 8-9
la filanda 2007
p.4
parlano di noi
p.5
galliera rinnovato
p.6
il settore infanzia
riprende le attività:
consuetudini e novità
p.6
al centro
gestione completa alla
Sabbadini di Sarzana
p.6
Mesero: tutto è bene ...
p.7
Cavanà 2 a Fabbrico
p. 14 progetto formazione
il lavoro in Coopselios:
la cultura dei diritti e la
salvaguardia del reddito
p. 10-11
le novità dell’anno in
corso: T.F.R., E.R.T.,
convenzionale, I.V.C.,
CCNL
“animazione e ironia”
p. 14 in carrozza al delta del
Po
p. 15 il servizio di educatrice
domiciliare di Baiso:
una realtà consolidata
p. 15 che divertimento i
cartoni animati sul
mare!
p.12
la formazione come
cultura di pensiero
p. 13
il lavoro nelle
cooperative sociali
hanno collaborato a questo numero:
Dina Bonicelli
Antonio Pasqualin
Sabrina Bonaccini
Gianluigi Bellettini
Salvatore Milianta
Luca Vetricelli
Periodico trimestrale diffuso gratuitamente
ai soci della Cooperativa
Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998
Sped in Abb. Post. Art. 2, comma 20/c
Legge 662/96 - RE
Tassa riscossa - Taxe percue
Proprietario: Ivano Grasselli
Cooperativa Sociale COOPSELIOS
Guido Saccardi
Ollindo Cervi
Marzia Allegretti
Maria Antonietta Baldetti
Aldo Manfredi
Diego Soldano
Società Cooperativa
Via M.K. Gandhi, 3 - 42100 Reggio Emilia
Tel. 0522 323676 - Fax 0522 323658
www.coopselios.com
e-mail: [email protected]
Direttore Responsabile: Fabrizio Montanari
Comitato di Redazione:
Gianluigi Bellettini, Sabrina Bonaccini
Gaetano Mattioli
Olindo Cervi, Gerardo De Filippo
Antonietta Serri, Ester Schiaffonati
Dino Terenziani - segretario di redazione
[email protected]
Progetto grafico: winston wolf srl - RE
Impaginazione: Comma-Compograf - RE
Stampa: Cooperativa Sociale L’Olmo Montecchio Emilia (RE)
notizie
dalla
cooperativa
presentazione dello
studio-ricerca
sull’accoglienza degli
anziani in struttura
la filanda 2007
Il 12 Ottobre presso la Cantina Albinea
Canali di Reggio Emilia si terrà un
incontro tra gli operatori del settore
anziani per presentare i risultati di “La
Filanda 2007” sul percorso di studioricerca realizzato dalle strutture sul tema:
“L’ingresso in struttura, la fase di
accoglienza e di ambientamento di un
nuovo ospite”.
Il Coordinamento Tecnico di Settore ha
condiviso che la fase di ingresso in
struttura rappresenta una delle attività
chiave del processo di erogazione del
servizio e che, proprio per questo, va
presidiata e innovata.
Le modalità con le quali accogliamo i
clienti anziani nei nostri servizi residenziali
possono predeterminare in modo
positivo o negativo tutto il periodo di
permanenza dell’anziano e della sua
famiglia in struttura.
Per una persona anziana, infatti, il
ricovero in una struttura rappresenta un
cambiamento che investe contemporaneamente più ambiti vitali: la
situazione abitativa, le relazioni sociali,
l’uso del tempo, il sistema di cura. Un
cambiamento nelle condizioni di vita di
così vasta portata, che paventa un
rischio di perdita di ruolo sociale, di
identità e di potere decisionale su come
gestire il tempo e lo spazio, rappresenta
una fortissima fonte di stress e come
tale mette a dura prova le capacità di
adattamento della persona.
Le strutture coinvolte nella ricerca, dopo
aver esaminato il processo di inserimento e di ambientamento di un nuovo
ospite, hanno ricercato e ipotizzato
nuove strategie, strumenti, metodi per
favorire la socializzazione istituzionale
ovvero il processo di integrazione tra
l’anziano e l’ambiente istituzionale:
processo che, se ben gestito, conduce
la persona anziana a “padroneggiare”
la nuova situazione di vita, a conoscere
le sue regole e i suoi valori ed a immettervi contestualmente il proprio
patrimonio di esperienza, abitudini e
atteggiamenti.
L’obiettivo dell’incontro del 12 ottobre è
pertanto riconducibile alla condivisione
settoriale delle innovazioni emerse dalla
ricerca.
I lavori del mattino saranno preceduti
dal saluto del Presidente Guido Saccardi
e dall’Assessore Provinciale alla
Formazione Gianluca Ferrari.
Seguiranno l’apertura dei lavori a cura
del Responsabile Tecnico di Settore
Dina Bonicelli e le relazioni dei
Coordinatori delle strutture che
hanno realizzato il percorso di
studio-ricerca: Silvia Manfredi
Coordinatore della Casa
Protetta di Villa Minozzo (RE);
Rosaria Spagnolo Coordinatore
della Casa Protetta “Norge” di
Roccabianca (PR); Silvia
Montanaro e Barbara Volpe
Coordinatori della RSA di Via
Ornato (MI); Luigina Valizia
Coordinatore della RSA “Villa
Elvira” di S. Maria della Versa
(PV); Elisa Regagliolo Psicologo
del Centro Polifunzionale di
Lugagnano (VR).
Nella sessione pomeridiana, il
Responsabile Tecnico di
Produzione dell’Area Veneto
Roberta Borsari illustrerà due
nuovi strumenti elaborati per
migliorare la fase di ingresso
che tutte le strutture saranno
chiamate a sperimentare: il
Diario di osservazione partecipata e la
Scheda per i familiari.
Questo l’impegnativo programma dei
lavori.
Sull’onda del successo, in termini di
gradimento e di presenze, della giornata
di studio del 2006 “Anima e Azione”
contiamo in una altrettanto numerosa
partecipazione all’iniziativa del 12 ottobre
che ha, come già sottolineato, la finalità
prioritaria di miglioramento del processo
del “prendersi cura” ma che si pone
anche come importante strumento di
valorizzazione delle competenze
professionali aziendali, nonché come
momento di incontro collegiale, di
discussione, di trasmissione di
competenze, di scambio di esperienze,
di formazione per tutti gli operatori del
settore.
Dina Boniccelli
responsabile tecnico settore anziani
3
notizie
dalla
cooperativa
parlano di noi
nel numero di settembre
della rivista
“IMPRENDITORI” è
comparso un bell’articolo
intitolato “Non chiamateli
(solo) asili” che presenta,
tra l’altro, l’esperienza di
Coopselios in questo
settore. Ne riportiamo
ampi stralci
L’esperienza comunale nell’ambito delle
scuole per l’infanzia a Reggio Emilia nasce
nel 1963 con la Robinson, da modelli
precedenti, autonomi, autogestiti o cooperativi, nati subito dopo la guerra, da
un’esigenza sentita dalle donne della
città. La messa a sistema di questo
approccio riuscito ha creato realtà come
Reggio Children che sulla base
dell’esperienza tutt’ora in atto si occupa
di promuovere, diffondere e
qualificare il sistema. Nella
realtà dei fatti i nidi e le scuole
per l’infanzia reggiani, nelle
loro differenti vocazioni e
nature legali, hanno armonizzato la loro proposta sul
modello del sistema pedagogico-educativo che tanto successo
ha portato a Reggio Emilia.
Malgrado la sussistenza di problematiche
per le famiglie quali il peso economico
delle rette o la flessibilità di orari, i nidi
d’infanzia reggiani accolgono - in tutta la
provincia - circa 4.800 bambini dagli 0
ai 3 anni, circa il 30% della popolazione
in età. Si tratta del dato percentuale più
alto in regione ed in Italia. Del resto anche
le scuole dell’infanzia occupandosi di
quasi 14mila bambini coprono una percentuale del 91%.
“Effettivamente più che per la carenza
di posti disponibili spesso i genitori
soffrono il problema del peso della retta
- dice Sabrina Bonaccini, responsabile
del settore Infanzia per la cooperativa
Coopselios -. Un vero e proprio mutuo,
in talune occasioni. Quello che facciamo
noi, come Coopselios, è di orientarci alla
massima razionalizzazione dei costi impegnandoci a non scendere mai sotto
certi livelli che, in realtà, certificano e
confermano i nostri parametri di qualità,
anche rischiando di diventare meno
competitivi”. Coopselios è una cooperativa di servizi alla persona che impiega
più di 2000 persone, delle quali circa
500 nel settore dell’infanzia. “Pur aderendo completamente al “Reggio
Approach” offriamo servizi che
garantiscano flessibilità maggiori rispetto ad altre strutture
come le chiusure ridotte, ma
anche servizi ad hoc come
nidi aziendali e ospedalieri.
Coopselios ha aperto il primo
nido cooperativo convenzionato
in Italia nel lontano 1986, riempiendo
quegli spazi di cui il Comune non riusciva
più ad occuparsi. Senza dimenticare di
essere una cooperativa privata sociale,
lavorando quindi in una logica di rigore
alla qualità e all’etica. Un servizio insomma, non solo una fonte di reddito. La
nostra competenza ha trovato riscontri
anche fuori da Reggio Emilia. Presenti in
cinque regioni, vantiamo realtà come
quella milanese in cui abbiamo aperto
gli asili
più belli
4
13 asili nido. Anche se non sempre nelle
altre Regioni i metodi cari a Reggio Emilia
vengono compresi, perché prevale una
visione assistenzialista dei servizi”.
L’esperienza comunale e cooperativa a
Reggio Emilia ha di certo creato un sistema funzionale e funzionante nel settore
dell’infanzia. Ma l’esperienza che proviene
da questa lunga sperimentazione ha
trovato, più di recente, applicazione in
società che rivendicano la loro diversa
origine.
La dottoressa Mirosa Macciò, socia fondatrice della cooperativa Totem racconta
così la sua esperienza: “Totem nasce
come Srl nove anni fa, dall’impegno e
dalla professionalità di un gruppo di donne. Investendo non solo il nostro tempo
e le nostre competenze in campo educativo, ma il nostro stesso denaro abbiamo dato vita ad una società privata che,
basandosi sull’esperienza positiva del
“Reggio Approach” ha tentato per prima
una soluzione alternativa ai problemi dei
genitori. Dal 1999 ci siamo costituiti a
cooperativa. Oltre all’esperienza in diverse
altre regioni l’ultimo importante risultato
in ordine di tempo è l’apertura di un nuovo
nido-scuola a Barcellona in collaborazione
con la Cooperativa Ambra di Reggio
Emilia”.
L’esperienza privata, sia essa cooperativa
o societaria, sta integrandosi all’esperienza pubblico-comunale nel campo
dell’infanzia, aprendo nuove strade al
profitto economico - da vedersi come
fattore positivo nell’ottica di una razionalizzazione delle spese - e alla concorrenza.
notizie
dalla
cooperativa
galliera rinnovato
Galliera Veneta è un paesino di circa
7000 abitanti in provincia di Treviso.
Posto nell’alta pianura veneta, appartiene
ad un territorio ben segnato dalla presenza di centri storici, castelli e ville
venete. Proprio in una di queste realtà
architettoniche, ha sede la struttura
residenziale per anziani “Villa Imperiale”,
gestita da tempo da Coopselios.
Recentemente questo immobile di pregio è stato oggetto di progettazioni architettoniche e impiantistiche. L’ultima
ha riguardato la partecipazione ad una
«Procedura negoziata» per la gestione
dei prossimi nove anni, voluta dalla
competente Azienda ULSS 15 “Alta
Padovana”. Ad agosto 2007, la gestione
è stata affidata a Coopselios, che ha
formulato la migliore offerta, presentando
un progetto di adeguamento e messa
in sicurezza della struttura, come delineato dall’AULSS stessa nell’apposito
bando di gara.
La missione dell’Associazione temporanea vincitrice, dove sono presenti i
soggetti: gestionale (Coopselios), progettuale (arch. A. Pasqualin, ing. R.
Vitaliani, ing. R. Zanatta) ed esecutivo
(impresa Sicea spa), è quella di garantire
l’efficiente attività della struttura sociosanitaria posta nel qualificato spazio
della “Villa Imperiale” nel tempo di pochi
mesi assegnato dall’AULSS, proprietaria
dell’immobile stesso.
Le linee guida del conseguente intervento edilizio programmato e definite
nella progettazione sono:
• la tutela del bene culturale con l’uso
socio-sanitario, consolidatosi nei decenni, quale garanzia di riconoscimento del valore che la “Villa” ha per la
comunità locale e non solo;
• la sicurezza in termini di statica strutturale, sotto il duplice aspetto della
fruibilità e della conservazione, con
atteggiamento rivolto alle nuove acquisizioni tecnico-scientifiche in materia
di sismicità del territorio;
• la sicurezza in termini di prevenzione
incendi, con particolare attenzione alle
recenti norme per le strutture sanitarie
pubbliche e private.
Tutto ciò, nella determinazione di aumentare il grado complessivo della sicurezza e di agibilità della struttura.
Gli ambiti d’intervento sono sostanzialmente quattro: statico e antisismico;
antincendio; opere impiantistiche; opere
edili ed impiantistiche complementari.
Gli interventi si configurano in un numero
finito di operazioni, per circa due milioni
di euro, di cui si è misurata la concreta
fattibilità, in ragione della programmata
immediata esecuzione.
L’approccio progettuale, che distingue
la proposta, si basa su precise determinazioni e convinzioni, frutto delle esperienze compiute in progettazioni / realizzazioni di eguale impegno e valore
economico:
- l’approfondita conoscenza storica
della fabbrica edilizia (interpretazione
storico-filologica), come risultato odierno apprezzabile e degno di tutela;
- la specifica valutazione dello stato di
sicurezza nei confronti dell’azione sismica, come richiesto per edifici di
interesse strategico definibili “rilevanti”;
- la puntuale trattazione dei temi legati
alla conformità antincendio delle soluzioni progettuali in relazione alle destinazioni funzionali;
- la concreta verifica della fattibilità del
programma di interventi, intesa come
integrazione e compatibilità reciproche
della fattibilità tecnica intrinseca dei lavori,
della fattibilità operativa del cantiere e
della fattibilità gestionale nei confronti
degli ospiti e del personale;
- la ferma determinazione di procedere
con pianificazione e programmazione
studiate ad hoc, nell’adeguamento e
nella messa in sicurezza, con la riduzione dei tempi resa possibile dalle
componenti dell’ATI, giovandosi della
immediata disponibilità dei progettisti
e dell’esecutore in proficua sinergia,
prima dell’inizio dei lavori.
Lo sviluppo progettuale esecutivo compiuto, dopo l’assegnazione della “gestione
novennale”, è dimostrazione di detta
fattibilità complessiva e depone a favore
della sollecita esecuzione dei lavori.
Gaetano Mattioli direttore d’area Lombardia-Veneto
Antonio Pasqualin architetto
5
notizie
dalla
cooperativa
il settore infanzia
riprende le
attività:
consuetudini e
novità
Come ogni anno settembre, per il settore
infanzia, è un mese di intense attività
per il riavvio di tutti i servizi dopo la pausa
estiva. Quest’anno debuttiamo con il
nuovo marchio di settore: “oltre l’educare”.
Il primo passaggio, ormai consuetudine,
è sempre quello che riguarda la presentazione dei piani di formazione nelle
diverse aree, avvenuta a Milano il 30
agosto scorso e a Reggio Emilia il 31
agosto. Quest’anno però il tratto di novità
riguarda, in una logica di rete che da
sempre perseguiamo, la presenza di
più momenti di formazione che si realizzano in occasioni di scambio tra operatori di aree differenti: il 29 settembre gli
gestione
completa alla
Sabbadini di
Sarzana
Nel mese di Agosto la nostra Cooperativa si è aggiudicata la gestione completa
della Residenza Protetta “A. Sabbadini”
di Sarzana in Provincia di La Spezia.
Dal febbraio 2002 Coopselios era già
titolare della gestione della parte assistenziale e alberghiera. La novità è che
questa volta l’appalto prevede anche la
gestione della parte Sanitaria (medico,
infermieri e fisioterapisti), la progettazione,
la costruzione e la gestione di un annes-
6
operatori dell’Alto Adige e del
Veneto saranno a Milano in
visita al nido Nenni per una
giornata di formazione sul
tema dell’organizzazione degli
spazi e dei materiali. Inoltre
i coordinatori e alcuni operatori verranno invitati, a
maggio, sempre a Milano,
alla giornata conclusiva del
piano di formazione “Sentieri
Possibili”, per condividere
progetti, contenuti e strategie
educative.
A ottobre si realizzerà a Reggio Emilia,
presso il nido Haiku, un momento di
formazione rivolto ai coordinatori dell’Area
Liguria, che coinvolgerà anche un gruppo di coordinatori in formazione presso
l’ISFORCOOP di La Spezia. Inoltre la
formazione per i pedagogisti che lavorano nelle equipe delle diverse aree
prevede, quasi mensilmente, momenti
di incontro in gruppi allargati a Reggio
Emilia per approfondire due filoni di
ricerca: la costruzione degli strumenti
progettuali e le nuove famiglie e le relaso centro diurno di primo livello per 15
ospiti.
La convenzione con il Comune di Sarzana avrà una durata di nove anni e
Coopselios, in qualità di impresa capogruppo di un’Associazione Temporanea
di Impresa formata con la Cooperativa
CIR FOOD di Reggio Emilia e il Consorzio C.RE.S.S. di Genova, si farà carico
del costo prevalente di realizzazione
dell’ampliamento della struttura.
Il centro diurno sarà aperto nove ore al
giorno per cinque giorni la settimana e
ospiterà anziani provenienti da tutta la
Val di Magra.
La gestione della parte assistenziale
sarà curata dal Consorzio C.RE.S.S.
attraverso la sua associata, Cooperativa
“Il Girasole” di La Spezia, con la quale
zioni con i servizi educativi.
Un’altra novità molto significativa per il
settore riguarda l’insediamento in Veneto:
il primo settembre ha infatti iniziato l’attività
il nido di Portoviro, comune in cui da
anni abbiamo in gestione una struttura
per anziani. Il nido accoglierà 30 bambini
dai 3 mesi ai 3 anni e speriamo che,
come è avvenuto in altre aree, sia il
primo progetto che farà da volano per
altre aperture.
Sabrina Bonaccini
responsabile tecnico settore infanzia
collaboriamo proficuamente da tempo.
In qualità di Direttore d’Area nonché
Direttore della Struttura, sento il dovere
di ringraziare tutti i nostri soci e collaboratori che prestano la loro attività in
questa gestione e tutti coloro che dalla
sede di Reggio Emilia hanno collaborato
al raggiungimento di questo importante
obiettivo.
Infatti, grazie a una proposta gestionale
competitiva sia dal punto di vista tecnico
che economico, e anche attraverso il
buon lavoro svolto dall’RTP, dal Coordinatore, dalle assistenti, dalle educatrici,
dalle ausiliarie, dai liberi professionisti e
dai tanti soci volontari, abbiamo ottenuto
la rinnovata fiducia da parte del Comune.
Gianluigi Bellettini
direttore area Liguria-Toscana
notizie
dalla
cooperativa
Mesero: tutto è
bene…
Nel maggio 2006, il Comune di Mesero,
in provincia di Milano, ha indetto una
procedura di gara per l’affidamento della
gestione, ristrutturazione ed ampliamento
di una Residenza Sanitaria Assistenziale
(RSA) comunale, e per la progettazione
esecutiva, la realizzazione e la gestione
di un asilo nido.
Nel termine prescritto dagli atti, presentavano domanda di partecipazione alla
gara sia Coopselios che un altro concorrente già gestore del servizio.
Il 21 novembre 2006, in seduta pubblica
ed alla presenza di rappresentanti dei
due concorrenti, la Commissione di gara
proclamava aggiudicataria Coopselios,
assegnandole il termine del 01.01.2007
per effettuare il cambio di gestione.
Contro la predetta aggiudicazione, il
secondo concorrente ricorreva al TAR
per la Lombardia che, con provvedimento
Cavanà 2 a
Fabbrico
Dopo soli quattro mesi dall’apertura la
Residenza Sanitaria Psichiatrica per minori
Cavanà 2 ha raggiunto il massimo della
propria capienza ricettiva, un successo
raggiunto grazie alla credibilità e professionalità riconosciuta dai Servizi Sociali,
dai reparti di Neuropsichiatria e dalle
sezioni del Tribunale dei minori dell’Italia
settentrionale al “metodo Cavanà”.
La Comunità di Fabbrico in provincia di
Reggio Emilia è infatti la seconda struttura
residenziale diretta dal Dr. Ron Shmueli
in collaborazione con il suo staff per
affrontare il disagio psichico ed i disturbi
psichiatrici in età adolescenziale.
L’esperienza di Cavanà sita a Pellegrino
del 20.12.2006, dapprima sospendeva
provvisoriamente l’aggiudicazione e poi
in data 31.01.2007 confermava il proprio
provvedimento e annullava, a sfavore di
Coopselios, l’aggiudicazione deliberata
dal Comune.
Ritenendo la sentenza ingiusta Coopselios
depositava, in data 07.03.07, ricorso
d’appello al Consiglio di Stato contro
quel provvedimento.
Veniva fissata, per il 04.05.2007, l’udienza
per ascoltare le parti coinvolte e, nella
speranza di Coopselios, per ottenere la
sospensione degli effetti della sentenza
del TAR e ridare efficacia al provvedimento
Parmense, cominciata nel gennaio 2005
ha permesso di operare complessivamente su trenta minori con disturbo
psico-patologico in esordio e spesso
con grave disagio socio-familiare per una
durata media di degenza di dodici mesi.
I risultati ottenuti a Pellegrino Parmense
con numerose dimissioni con successo
terapeutico hanno prodotto una lista
d’attesa di richieste d’inserimento che
ha reso necessario l’ideazione di una
nuova Comunità denominata Cavanà 2
a Fabbrico, che si propone come ideale
ampliamento di un progetto iniziato in
provincia di Parma.
Il “metodo Cavanà” mira a sviluppare
progetti individuali terapeutico-riabilitativi,
formulati a seconda della personale storia
di vita, della diagnosi, della valutazione
psicodinamica della personalità, della
che le aveva aggiudicato la gara.
Dopo un rinvio dell’udienza di oltre due
mesi, il Consiglio di Stato, in data
17.07.07 emetteva dispositivo dove,
finalmente e definitivamente, si respingeva l’azione dell’altro concorrente, si
riformava la sentenza di primo grado e
veniva data riviviscenza all’aggiudica del
Comune di Mesero a favore di Coopselios.
Dal 01.08.07, Coopselios ha cominciato
a dare esecuzione al contratto posto a
gara. Un giusto riconoscimento alle buone ragioni di Coopselios, ma anche un
segnale di come la concorrenza nelle
gare diventi sempre più agguerrita, con
esiti incerti. In questo caso un affidamento
lungo quanto una gravidanza (da novembre ad agosto), faticoso quanto un parto
podalico, che ha necessitato, quale levatrice, un collegio difensivo di quattro
legali ed un’innumerevole quantità di ore
del personale della cooperativa. Ma come
si dice: tutto è bene quel che finisce
bene.
Gaetano Mattioli direttore d’area Lombardia-Veneto
Salvatore Milianta avvocato
presenza o meno della famiglia, con
l’obiettivo di restituire e mantenere nei
giovani ospitati il più elevato livello di
autonomia acquisibile, limitando il rischio
evolutivo.
Obiettivi ambiziosi nel panorama complesso del disagio adolescenziale, una
mission che Cavanà porta avanti nel
futuro.
Luca Vetricelli
coordinatore comunità Cavanà
7
al centro
Lo scopo che i soci lavoratori della Cooperativa intendono perseguire, è quello
di ottenere, tramite la gestione in forma associata e con la prestazione della
propria attività lavorativa, continuità di occupazione e le migliori condizioni
economiche, sociali, professionali (dall’articolo 3 dello Statuto Sociale di Coopselios)
il lavoro in Coopselios: la cultura dei diritti e la
salvaguardia del reddito
Il settore sociale è, non da oggi, un settore in cui convivono
contraddizioni anche molto aspre, relative sia alla qualità e
tipologia dei servizi erogati sia alle condizioni di lavoro dei
soci lavoratori.
La questione del senso del lavoro, tema dibattuto internamente
a Legacoopsociali Nazionale, si intreccia fortemente con il
rispetto dei CCNL di riferimento (cooperative sociali), delle
normative sulla sicurezza e con l’applicazione dello Statuto
dei Lavoratori: noi di Coopselios, da questo punto di vista,
possiamo vantare di essere, se confrontati con tutte le altre
cooperative sociali, un assoluto punto di riferimento nazionale
per i livelli di salvaguardia del reddito e delle condizioni di
lavoro dei soci lavoratori.
Il socio lavoratore è legato a Coopselios sia da un rapporto
societario che da uno di lavoro dipendente, con conseguente
applicazione dei contratti e dei diritti sindacali: è sicuramente plausibile affermare che il "socio-lavoratore"
in cooperativa debba godere di una condizione
più vantaggiosa di quella di semplice lavoratore
subordinato, non può esserlo in peggio, men che
meno sul terreno dei diritti.
E’ per questo motivo che dovremo, in questi mesi
in cui si discute il rinnovo del CCNL, operare con
costanza negli organismi nazionali di Legacoop per
ottenere il risultato di garantire ai nostri soci un miglioramento
delle condizioni economiche.
Al tempo stesso dovremo studiare iniziative sociali che
consentano di innalzare il livello del salario reale: la ripresa
dell’applicazione delle condizioni di Mutua Nuova Sanità ne
è un esempio, ma si stanno valutando convenzioni per favorire
il risparmio dei soci su acquisti di beni e servizi nelle varie
realtà territoriali o altre forme che il Consiglio di Amministrazione
reputerà applicabili per aiutare i soci a far fronte alle difficoltà
imposte dalla situazione economica generale del Paese.
Le motivazioni di chi lavora non sono esclusivamente economiche, anche se nel nostro settore è importante garantire
una buona retribuzione nel rispetto del CCNL e un ristorno
che valorizzi i risultati della cooperativa ottenuti grazie al lavoro
dei soci.
La cooperativa si dovrà impegnare per continuare ad assicurare
ai soci le migliori condizioni economiche nel rispetto degli
inquadramenti, delle professionalità e degli equilibri economici
del settore.
Parallelamente Coopselios dovrà avviare una profonda riflessione sul senso del lavoro e della responsabilità che è insita
nell’attività prestata da ciascun socio lavoratore: responsabilità
nei confronti dei colleghi, degli utenti dei nostri servizi e del
contesto sociale in cui il servizio si sviluppa.
Le riflessioni di seguito riportate possono esserci utili per
orientare e per stimolare il dibattito che proponiamo di affrontare
nei prossimi mesi.
Il “prodotto” in uscita dalle nostre gestioni è immateriale,
difficilmente quantificabile e misurabile. A ciò si aggiunge
che più che in altri settori il “capitale umano” nella
cooperazione sociale è fondamentale: il servizio
è spesso personalizzato e realizzato a misura di
utente e ciò comporta per i nostri operatori
l’applicazione di una capacità progettuale importante; il servizio è comunicazione, è “incontro
esistenziale”.
I nostri operatori possono essere considerati come
veri e propri lavoratori della relazione:
- nei processi di gestione del servizio attivano le loro conoscenze e competenze, sia strettamente professionali che
umane e producono beni immateriali non sempre definibili
quali integrazione, inclusione sociale, cultura, coordinamento,
assistenza, benessere, educazione, …;
- l’operatore e l’utente entrano in contatto diretto e in tal
modo una parte della produzione entra come elemento di
scambio: di significati, di ansie, di investimenti, di umori,
di idee, di soggettività, di frustrazioni, di stress, …;
- la qualità dei servizi (ad esclusione ovviamente dei parametri
oggettivi e strutturali) è fortemente correlata alla qualità della
relazione che gli operatori sono in grado e sono disposti
dignità
del
lavoro
8
al centro
a giocare, ma anche alla correlazione ed integrazione delle
diverse funzioni organizzative che in cooperativa interagiscono.
In Coopselios, come pensiamo debba essere altrettanto in
tutte le cooperative sociali (ma non solo sociali …), dovrebbe
pertanto prevalere una dimensione culturale differente da
quella delle imprese cosiddette capitalistiche: è la dimensione
del “sapere operativo, relazionale ed organizzativo”.
Ciò implica diverse conseguenze:
- i rapporti tra le persone in Coopselios rappresentano un
elemento essenziale per il buon funzionamento della cooperativa e per l’erogazione di un buon servizio all’utente
accrescendo il benessere lavorativo degli individui;
- la produttività del servizio è da valutare anche in funzione
della volontà che i soci lavoratori intendono esercitare in
termini di collaborazione interpersonale ed interfunzionale,
comunicazione e capacità di “operare in squadra”;
- la motivazione al lavoro, strettamente connessa al “clima
relazionale” che si genera nei vari momenti di erogazione
del servizio, diventa uno dei fattori principali per arricchire
le prestazioni lavorative;
- il riconoscimento del proprio lavoro e l’autonomia decisionale
(da considerare come uno degli elementi della responsabilità
sia nei confronti della cooperativa che dei colleghi ed utenti)
rappresentano un’ importante condizione per aumentare la
soddisfazione sul lavoro.
Proprio per questo complesso di ragione una specializzazione
estrema non sempre aumenta l’efficienza dell’organizzazione
e spesso crea problemi. Nei nostri servizi occorre esercitare
una “flessibilità responsabile” che pochi spazi lascia per il
rigido e formale rispetto dei mansionari e delle procedure.
Infatti corrette relazioni interpersonali e lavorative creano il
senso di appartenenza e migliorano l’efficacia del servizio.
Si dovrebbe inoltre recuperare e ripensare la dimensione
simbolica della cooperativa come forma di autogestione
consapevole del lavoro: ciò faciliterebbe i soci lavoratori
nell’analisi del vissuto professionale quotidiano in termini di
azioni, pensieri, comportamenti e relazioni; i nostri operatori,
in quanto agiscono per l’aiuto e la cura della persona, sono
soggetti ad alto rischio di stress e burn-out: il rispetto e la
gestione delle relazioni contribuisce a dar senso al lavorare
in cooperativa e a ridurre la frustrazione.
La relazione di aiuto e gli standard di qualità richiesti ai nostri
servizi non possono però nemmeno prescindere dall’adeguata
qualificazione, valorizzazione e continuità lavorativa del personale
impiegato nei servizi.
Per raggiungere gli obiettivi di qualità nei servizi erogati dai
soggetti del privato sociale, obiettivi ai quali i committenti
pubblici sono tenuti, crediamo che debbano essere ribadite
e sottolineate nei bandi di gara e nei requisiti di accreditamento
le regole che vietino in maniera assoluta e chiara l’utilizzo di
personale precario e privo di garanzie.
Dobbiamo pretendere, e qui ci impegneremo nei vari organismi
di Legacoop che ci rappresentano, bilanci trasparenti e
cooperative vere in cui la dignità del lavoratore ed il senso
del lavoro vengano prima di tutto.
Guido Saccardi
presidente
9
al centro
le novità dell’anno in corso:
T.F.R., E.R.T., convenzionale, I.V.C., CCNL
Importanti e numerose sono le attese dei lavoratori e delle
lavoratrici di Coopselios nell’anno in corso.
Da gennaio è iniziato il percorso di superamento del “salario
convenzionale”. È una conquista molto significativa per i nostri
soci da quando la pensione non viene più calcolata sull’ultima
retribuzione bensì sulla quantità di contributi previdenziali
versati. Infatti, per “salario convenzionale” intendiamo l’imponibile
fisso, di anno in anno definito, sul quale si calcolano i contributi
ai fini previdenziali. Tale imponibile è sempre stato inferiore al
salario reale percepito in busta paga.
L’accordo con le organizzazioni sindacali nel 2004 ha
sancito tempi e modi per il superamento del “salario
convenzionale”:
Anno
% di superamento
2007
30
2008
60
2009
100
La tabella mostra la scansione nel tempo, tre anni, con la
quale si andrà a colmare il divario tra l’imponibile convenzionale
e il Minimo Contrattuale Conglobato (per intenderci quella
parte della retribuzione legata al livello contrattuale nel quale
ciascuno viene inquadrato). In sintesi: dal 1 gennaio 2010 il
versamento all’INPS dei contributi previdenziali sarà calcolato
su tutta la retribuzione.
È una conquista importante, fortemente voluta da Coopselios,
in quanto elimina una vergognosa discriminazione a danno
delle nostre lavoratrici e lavoratori, rimuove una pericolosa
distorsione delle regole del mercato degli appalti e avviene
opportunamente nel momento dell’entrata in vigore della
riforma del TFR.
La seconda novità dell’anno è stata, appunto, la entrata in
vigore piena della previdenza integrativa. Alla fine di agosto
la situazione si presentava in questo modo:
Silenzio assenso: 145 lavoratori. Un numero molto esiguo
non ha risposto ai questionari inviati. Il loro TFR viene destinato
automaticamente a Cooperlavoro.
10
Scelte esplicite: 1840. La stragrande maggioranza delle
lavoratrici di Coopselios ha partecipato attivamente alla
destinazione del proprio TFR. Di seguito riportiamo le scelte
operate.
Lasciano il TFR, come si dice, in azienda 1558 lavoratrici. In
realtà il loro TFR maturando viene destinato per legge al fondo
di tesoreria INPS. Questa scelta ha avuto un consenso quasi
plebiscitario testimoniando la volontà esplicita di rimanere
protagonisti assoluti del destino del proprio TFR oppure
manifestando l’incertezza diffusa sul reale rendimento futuro
dei fondi.
Hanno scelto Cooperlavoro con contributo dipendente-azienda
154 lavoratrici. È la scelta meno diffusa, tuttavia, più consapevole e completa.
Hanno scelto Cooperlavoro con il solo TFR 12 lavoratrici.
Già iscritti a Cooperlavoro confermando la scelta: 58 lavoratori.
Gli iscritti ad altri fondi o fondi aperti sono stati 56.
Anche quest’anno è in corso l’erogazione l’E.R.T.: salario
distribuito secondo i risultati ottenuti dal settore nel territorio.
Di solito avviene nella seconda parte dell’anno e premia la
produttività dell’anno precedente.
Il superamento del convenzionale, la riforma del TFR e
l’incipiente rinnovo del CCNL hanno rallentato il rinnovo dei
Contratti Integrativi Territoriali. Infatti, non in tutte le Province
e le Regioni è stato possibile il rinnovo e spesso si è proceduto
con accordi ponte.
Vediamo quanto abbiamo devoluto nel frattempo consapevoli
del fatto che nei prossimi mesi andremo a completare
l’erogazione in altre aree.
Area
Milano
Reggio Emilia
Toscana
Piacenza
ERT erogato
36.935,00
74.770,00
5.936,00
86.244,00
203.885,00
Lavoratori coinvolti
218
778
51
392
1.489
al centro
La novità più attesa da parte della cooperativa e dei soci è
senza dubbio il rinnovo del CCNL, ovvero del Contratto
Nazionale delle Cooperative Sociali. Infatti, il contratto nazionale
è scaduto il 31 dicembre 2005. Da allora sono passati
ben 20 mesi prima che le Organizzazioni Sindacali
presentassero la piattaforma di rinnovo. È accaduto
il 26 luglio 2007. A parte l’enorme ritardo nella
presentazione, il fatto più singolare è che di piattaforme ne sono state presentate due: una dalle
Organizzazioni Sindacali della Funzione Pubblica,
l’altra dalla Fisascat-Cisl.
Prima di entrare nel merito delle richieste sindacali alcune
riflessioni andrebbero fatte. Dapprima il ritardo: non è la prima
volta che succede, tuttavia, è fuor di dubbio che non giova
alle lavoratrici e ai lavoratori. Nemmeno alle aziende che si
trovano nell’impossibilità di aggiornare le tariffe a posteriori
allo scopo di riallineare i costi. Le due piattaforme, poi,
testimoniano uno stato di difficoltà che pervade il sindacato.
Incomprensioni che andrebbero spiegate
prima di tutto ai lavoratori, poi alla parte
datoriale e, in ogni caso, ricomposte. Diventa
difficile aprire un confronto su due piattaforme
con interlocutori distinti e divisi. Pensiamo
quindi che sia necessario attraverso opportune iniziative favorire, per prima cosa,
la ricomposizione delle divisioni sindacali al
fine di produrre un confronto rapido e proficuo. Solo in questo modo sarà possibile
sederci seriamente al tavolo delle trattative.
Ribadiamo, come Coopselios, la nostra
determinazione per un rinnovo rapido del
CCNL nell’interesse delle lavoratrici e dei
lavoratori che hanno come primario obiettivo
la necessità di adeguare il loro salario, fermo
da troppo tempo, al costo della vita.
In considerazione delle condizioni che si
sono create sul rinnovo contrattuale, si
renderà necessario un confronto franco e disincantato con
tutti i nostri soci: la divisione sindacale ci preoccupa, il ritardo
crea profondo disagio, l’insieme delle richieste ci assilla in
quanto potrebbe pregiudicare il futuro del settore e,
probabilmente, l’autonomia della contrattazione delle
cooperative sociali può essere seriamente compromessa.
La presentazione in ritardo della piattaforma sindacale e le difficoltà non tanto del rinnovo ma
dell’avvio del confronto, fa scattare una norma definita
dal Protocollo del Luglio 93 e dal CCNL che prevede
l’erogazione dal terzo mese, in questo caso da novembre,
dall’invio delle richieste sindacali della cosiddetta I.V.C. ovvero
Indennità di Vacanza Contrattuale. Consiste nell’erogazione
di una somma corrispondente, al terzo mese appunto, al
30% e al sesto mese al 50% dell’inflazione programmata.
Poca roba, tuttavia, qualcosa si muove!
rispetto
dei
contratti
Olindo Cervi
direttore risorse umane
11
al centro
la formazione come cultura di pensiero
Tutti i giorni apriamo i quotidiani o guardiamo i telegiornali e
ci imbattiamo in temi a noi più o meno cari, e cerchiamo
all’interno di questi ultimi, articoli che ci incuriosiscano così
che possano nutrire il nostro sapere e la nostra persona. La
curiosità stimola la crescita della nostra essenza. Come diceva
Hans Blumenberg in “La legittimità dell’età moderna”, “la
curiosità è la caratteristica di un essere finito con esigenze
infinite”. La nostra essenza ha richieste infinite che man mano
nella vita nutriamo attraverso letture, incontri, discussioni,
dibattiti, profumi, viaggi, concerti …
Si forma a pensare, si forma alla pace, si forma all’ecologia,
si forma a una professione. Questo significa che formare è
fare soprattutto cultura, un modo per combattere l’ignoranza
e dare conoscenze e saperi nuovi e differenti.
La nostra cooperativa lavora con persone e proprio queste
hanno il diritto di crescere sia dal punto di vista professionale
che personale. Accrescere i saperi pratici però non significa
non arricchire quelli culturali e umani. La formazione dà la
possibilità al nostro personale di incontrarsi con colleghi o
superiori per discutere di problematiche inerenti il loro lavoro
e non solo. Infatti nell’incontro ci sta altro. La parola incontro
può essere utilizzata per indicare l’avvicinarsi, il procedere
verso una situazione, in modo più o meno volontario e
consapevole. Questo significa avvicinarsi al pensiero dell’altro,
creare un legame e un canale d’ascolto verso altri interlocutori.
Lo scambio, il confronto, la condivisione creano cultura.
L’azienda sempre più investe in questo settore perché crede
che attraverso questi processi il personale si motivi maggiormente e si senta sostenuto nel lavoro e nella vita di tutti i
giorni. Il mondo cambia, le professioni attraverso nuovi strumenti
tecnologici si modificano, le emozioni verso ciò che si fa
cambiano, per questo è necessaria la formazione permanente.
Quest’ultima deve essere vissuta dal personale come una
risorsa, come un arricchimento non solo al saper fare quotidiano
ma anche all’essere. Quando parliamo di emozioni implichiamo
tanti fattori differenti; siamo tutti portatori di ricchezze e
competenze diverse: proprio attraverso questi incontri possiamo
dare vita a nuovi slarghi culturali e professionali.
Leggendo i bisogni formativi delle strutture, si può notare che
uno dei temi più richiesti è proprio quello della comunicazione
all’interno delle equipe di lavoro. Per tanti sembra un tema
sorpassato e affrontato pienamente, ma non credo sia così
semplice trattare questo argomento. Ogni argomento può
essere trattato a ogni età, ma il linguaggio, l’approfondimento,
la durata e il metodo educativo cambia per ogni corso formativo
che si affronti.
Abbiamo un dovere sociale: dare strumenti e visioni differenti
ai soci per comprendere e per vivere nella società in cui ci
troviamo. Permettere, quindi, al nostro personale di sapere
affrontare problematiche inerenti la nostra collettività e di
sapere scegliere la strada su cui dirigersi per la vita, anche
sbagliando ma con l’intento e il credo più opportuno di quel
momento. Dobbiamo permettere ai nostri soci di lavorare con
la voglia quotidiana di crescita.
Marzia Allegretti
ufficio formazione
12
al centro
Fin qui sono stati riportati i contributi di chi in Coopselios ha responsabilità
nel delicato settore del lavoro. Abbiamo ritenuto utile citare anche alcune
considerazioni, per così dire teoriche, che consentono un confronto tra quanto
si realizza in Coopselios e alcune linee guida che vanno per la maggiore
il lavoro nelle cooperative sociali
Il grande tema del lavoro nelle cooperative sociali ha attratto interventi,
competenze, approfondimenti assai
diffusi. In proposito la rivista “Impresa
Sociale” ha pubblicato di recente un
numero monografico dedicato appunto
a “I rapporti di lavoro nelle cooperative
sociali”.
Per richiamare alcuni flash che illuminano
questioni fondamentali, riportiamo subito
una dichiarazione emblematica di Carlo
Borzaga. “Le imprese sociali sono, nella
grande maggioranza organizzazioni ad
alta intensità di lavoro: sono cioè imprese
il cui successo economico e la cui
capacità di garantire servizi di qualità
e di operare a vantaggio della collettività
dipende in larghissima parte, dall’impegno dei lavoratori. Un impegno influenzato dalla capacità di attrarre lavoratori disponibili a condividere la
mission organizzativa, ma anche dalla capacità di soddisfare
le loro aspirazioni, sia dal punto di vista di reddito e di sicurezza
dell’occupazione che di crescita professionale, di equità e di
qualità delle relazioni”.
Lo sviluppo del settore ha comportato che questa impostazione, più immediatamente rilevabile nelle prime cooperative
sociali di piccola dimensione in cui i soci facevano del loro
originale impegno volontario una occasione di lavoro, dovesse
misurarsi con grandi numeri e con una organizzazione tipicamente imprenditoriale. I dati più recenti evidenziano che le
cooperative sociali superano in Italia le 6000 unità, con una
occupazione di circa 200.000 lavoratori remunerati (170.000
dipendenti e 30.000 con contratto di collaborazione) e oltre
30.000 non remunerati, da ascriversi alla categoria dei soci
volontari.
La lettura delle caratteristiche dell’importante aggregato del
lavoro svolto in cooperativa ha convinto
due professori dell’Università di Trento,
Luca Nogler e Giorgio Bolego a sottolineare l’importanza del contratto associativo nella cooperativa sociale, che
porta il socio a considerare l’attività svolta
dalla stessa degna del suo personale
sostegno. In tale contesto diventa utile
e pertinente predisporre “un mix di incentivi non esclusivamente estrinseci
e monetari, ma soprattutto di tipo intrinseco relazionale”. In particolare le
ricerche empiriche dimostrano che “la
bassa retribuzione del nonprofit risulta
controbilanciata da una elevata formazione interna: la partecipazione dei lavoratori ad attività formative è nelle
cooperative sociali più elevata (60,4%)
rispetto alla media del settore, soprattutto
delle organizzazioni profit (27,4%) e
pubbliche (54,7%)… Si può quindi affermare che le cooperative sociali investono una parte non
marginale delle proprie risorse in attività formative che in parte
vanno ad integrare la formazione scolastica ed in parte a
creare personale più specializzato. Altrettanto soddisfacenti
risultano, inoltre, l’autonomia decisionale, l’ambiente di lavoro,
il riconoscimento per l’attività svolta, oltre ad aspetti intrinseci
come le relazioni interne e l’utilità sociale del lavoro…
Il sentimento di reciprocità nella realizzazione solidaristica dello
scopo sociale che alimenta la relazione di lavoro, risulta tanto
maggiore e genuino quanto più è garantita la partecipazione
dei soci lavoratori alla gestione dell’impresa”.
Ecco in sintesi alcuni punti chiave, che dimostrano come il
tema del lavoro nelle cooperative sociali sia complesso e
affascinante, come esso richieda un approccio flessibile e
come la sperimentazione di risposte innovative sia vitale per
trovare soluzioni efficienti e condivise.
13
la voce
di coopselios
progetto
di formazione
“animazione e
ironia”
Il piano di formazione del 2007 della
RSA “Il Poggio” ha previsto un incontro
con l’attrice Patty Garofolo, rivoluzionando i percorsi classici di formazione.
Il corso, che ha coinvolto tutti i dipendenti
divisi in due gruppi di lavoro, si è tenuto
in due giorni consecutivi in un percorso
articolato in due parti: una espressivo–creativa e una tecnica.
La prima somigliava a una lezione di
animazione teatrale, in cui ognuno di
noi, pur seguendo le indicazioni
dell’attrice, si è liberamente espresso,
con modalità talvolta sorprendenti, sia
a “corpo libero” che con l’utilizzo di
oggetti vari (cappelli, maschere, pupazzi
ecc…).
in carrozza al
delta del Po
In estate, noi ospiti di “Villa Tamerici”
siamo stati invitati a passeggiate in
carrozza dalla cooperativa “Dordi” di
Paolo Perazzolo.
La cadenza degli incontri è settimanale,
ogni mercoledì pomeriggio alle ore
16.30, una carrozza trainata da due
cavalli bianchi, arriva nel cortile della
Casa Protetta per accompagnare un
gruppo di ospiti a visitare le sponde del
Po.
Nei primi incontri eravamo tutti molto
emozionati, ma anche titubanti perché
non siamo più abituati all’uso della carrozza!
Le sponde del fiume, con il maestoso
14
La seconda verteva su un lavoro di
immaginazione e creazione, anche in
gruppo, di situazioni e scenari particolari;
a questa prima tappa ne seguiva un’altra,
in cui si discutevano insieme ipotetici
contesti e si inventavano vere e proprie
simulazioni. Per esempio si partiva da
un concetto ideale di casa di riposo,
passando attraverso immaginari spazi
da utilizzare nei più svariati modi, fino
all’organizzazione di feste, spettacoli,
eventi, all’interno della struttura.
La curiosità ci ha portate a essere prespettacolo dell’acqua
sulla quale si riflettevano
i raggi del sole, mi hanno
riportato alla mente ricordi lontani.
Pensavo a quando
prendevo il traghetto e
attraversavo il Po in tutta
la sua larghezza per
andare a Cà Venier.
Questo fiume, così
esteso, ha suscitato
meraviglia nel gruppo di
visitatori che, appena hanno visto
l’acqua, non hanno trattenuto il loro
stupore… esclamando “Ohh”...
Quel giorno, nell’acqua del Po non
c’erano barche, ma lo stesso era piacevole a vedersi.
I “turisti” contenti hanno intonato canti
e regnava l’allegria.
senti e, malgrado qualcuna di noi fosse
inizialmente impacciata, tutte ci siamo
lasciate travolgere dall’entusiasmo. Anche le colleghe meno esuberanti si sono
ritrovate a recitare, improvvisare, mimare,
su di un palco immaginario. L’imbarazzo
iniziale di sperimentare cose nuove in
presenza di un’attrice professionista e
di colleghi di cui, fino a quel momento,
conoscevamo solo il lato professionale,
si è trasformato in voglia di partecipare
attivamente.
Il corso ci ha offerto la possibilità sia di
fare emergere le rispettive potenzialità,
che di confrontarci in un campo del tutto
sconosciuto.
Abbiamo lavorato su noi stesse, migliorando anche le modalità di comunicazione e ascolto.
Ci siamo ritrovate a ballare senza esserne capaci, a cantare pur essendo stonate. Insomma… abbiamo vissuto
un’esperienza di condivisione e di crescita professionale e personale.
le operatrici RSA “Il Poggio”
Poi abbiamo visto l’erba appena tagliata
che emanava un profumo particolarmente gradito all’olfatto; l’aria era un po’
fresca, ma si respirava bene.
Scesi dalla carrozza erano tutti molto
soddisfatti della passeggiata.
Maria Antonietta Baldetti
ospite “Villa Tamerici”
la voce
di coopselios
il servizio di
educatrice
domiciliare di
Baiso: una realtà
consolidata
Il Servizio di Educatrice Domiciliare di Baiso
è una realtà educativa a tutti gli effetti, lo
scorso settembre infatti ha riaperto i battenti
per il secondo anno consecutivo.
Ad oggi il numero dei bambini in questa
nuova tipologia educativa (che prevede
un massimo di 5 utenti seguiti da
un’educatrice e un’ausiliaria), è sempre
stato coperto e, attualmente, esiste anche
una lista d’attesa.
Inaugurato nel dicembre 2006 (nella foto
un momento della cerimonia, con il Sindaco
di Baiso Paolo Bargiacchi, Gianluca Chierici,
che divertimento
i cartoni animati
sul mare!
Questo è il racconto di un viaggio, un
viaggio che inizia e prosegue allo stesso
Assessore all’Istruzione della Provincia di
Reggio e Raul Cavalli, Direttore Generale
Coopselios), il servizio vanta già un nome,
“Il Castello Incantato”, in omaggio alle
tradizioni storiche del borgo montano, un
personale rodato (due insegnanti che
ruotano, un’ausiliaria e un pedagogista
che tiene in rete con Reggio il servizio) e
una partecipazione al Centro Internazionale
Loris Malaguzzi di Reggio, dove le due
insegnanti hanno presentato la progetta-
zione annuale (tema: la luce) a un pubblico
più vasto, progettazione che è poi stata
restituita ai genitori attraverso una pubblicazione, davvero molto apprezzata.
La struttura, piccola ma confortevole, è
stata curata nei minimi dettagli da due
atelieriste e non ha nulla da invidiare ad
altri servizi di questo tipo: ingresso, zona
pasto e zona ludico-espressiva, spazio
cucina, bagno adulti e bagno bambini, è
dotata di strumentazione informatica e di
arredi nuovi fiammanti. Situata nel centro
del paese, si presta bene allo scopo di
essere un punto di riferimento per le famiglie. In ogni caso l’Amministrazione Comunale di Baiso intende investire fortemente
in questa direzione, e lo ha dimostrato con
la costruzione di una nuova struttura, già
coperta, che sarà in grado di ospitare fino
a 15 bambini tra i 12 e i 36 mesi a partire,
speriamo, già dal prossimo anno.
Aldo Manfredi
coordinatore pedagogico
tempo, un percorso a ritroso che porta in
avanti, che porta a guardare un po’ più in
là, fin dove gli occhi di un bambino si
perdono a cercare divertimento, amicizia.
Volti policromi sorpresi di fronte al fascino
di un mare che già conoscono, ma che
riscoprono come tramite per stare insieme,
per giocare insieme. Questa è la storia di
come oltre settanta bambini si sono
divertiti a preparare un piccolo
spettacolo per i loro genitori, uno
spettacolo con un argomento “su
misura” per loro, i cartoni animati.
Tutto è accaduto nel centro estivo
di Marinella di Sarzana che da
quest’anno è gestito da Coopselios,
sotto la guida di Ezio Orfellini. Tutti,
ma soprattutto i bambini, hanno
mostrato un impegno notevole nella
preparazione di questo piccolo
spettacolo, allestendo, durante le
quattro settimane in cui si svolge
il centro, tutto il necessario, dalle
scenografie alle maschere, dai testi alle
coreografie, restando piacevolmente colpiti
da ciò che erano inaspettatamente capaci
di fare. Questo è il racconto di quanto può
esserci di bello in un lavoro come il nostro,
dell’enorme soddisfazione che si prova
vedendo settanta piccole persone felici e
orgogliose, dopo lo spettacolo, raccontare
ai genitori come hanno fatto a costruire
quella maschera oppure a inventare quel
passo di danza. Questa è la storia di un
lavoro che rende protagonisti anche nei
momenti in cui si sta in disparte. È la storia
del piacere che si prova all’idea che anche
soltanto uno di quei bambini un giorno
possa mettere questa esperienza nel cassetto, spero pieno, dei ricordi piacevoli.
Questo è il racconto di come si può fare
divertendosi.
Questa è la storia di un’idea collettiva, di
un mare “potabile”.
Diego Soldano
educatore centro estivo Marinella
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