Coopselios notizie 57 versione WEB

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Coopselios notizie 57 versione WEB
Periodico d’informazione trimestrale della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L- 27/02/2004, NR 26) ART. 1 COMMA 2, DCB RE
NOTIZIE
É NATA LEGACOOP EMILIA OVEST
ARCHIVIO STORICO COOPSELIOS
VIVERE LA VITA FINO ALL’ULTIMO RESPIRO
ANNO XV
DICEMBRE 2014
57
sommario
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
3.
Inaugurazione del Centro di Documentazione e Atelier della Narrazione
AGIbiLE e BELLA: architetture di qualità per la qualità delle scuole
4.
Il 2015 - Mettiamo in archivio la nostra storia
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
8.
ANZIANI |Vivere
la vita fino all’ultimo respiro
13.
INFANZIA |Linee
guida sulle innovazioni del Settore
15.
MINORI |Centro di Psicoterapia in Coopselios
FOCUS
17.
Nasce Legacoop Emilia Ovest
20.
Presentazione Piano Strategico 2014-2018
FOCUS
LA VOCE DI COOPSELIOS
21.
Spazio gioco estate: laboratorio del C.S.R.D. “La Girandola” di Piacenza
Dal progetto allo sviluppo: creazione di un modello Coopselios sui DSA
Olimpiadi e Panigacci al Residence degli Ulivi di Podenzana (MS)
23.
Notizie in breve
LA
VOCE
DI COOPSELIOS
Hanno collaborato
a questo numero:
Paolo Boledi
Sabrina Bonaccini
Dina Bonicelli
Silvia Montinaro
Ilaria Morandi
Moira Puntelli
Carlo Possa
Marzia Settepassi
Mattia Salati
Diego Soldano
Elena Tavella
Coopselios notizie
Periodico trimestrale diffuso
gratuitamente ai soci della Cooperativa
Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in
abbonamento postale DL 353/2003
(conv. in L - 27/02/2004, NR 26)
ART. 1 COMMA 2, DCB RE
Tassa riscossa - Taxe percue
Proprietario: Guido Saccardi
Cooperativa Sociale COOPSELIOS
Società Cooperativa
Via A. Gramsci, 54/S
42124 Reggio Emilia
Tel. +39 0522 378610
Fax +39 0522 323658
www.coopselios.com
[email protected]
Direttore Responsabile
Fabrizio Montanari
Comitato di Redazione
Giovanni Baiardi, Paolo Boledi,
Sabrina Bonaccini, Gianni Calabrese,
Katia Cuoghi, Davide Cusmai, Franco
Dallari, Chiara Magnani, Aldo
Manfredi, Claudia Manzini, Gianluca
Ottomanelli, Monica Revere, Guido
Saccardi, Ester Schiaffonati
Coordinamento di Redazione
Ilaria Morandi
Impaginazione
Ufficio Comunicazione e Fund
Raising Coopselios
Stampa
L’OLMO soc. coop. sociale
Montecchio Emilia (RE)
Pubblicazione stampata su carta FSC® riciclata post-consumo: prodotta con legno e/o fibre ottenuti dal riciclo di
materiale giunto al termine del proprio utilizzo.
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
inaugurazioni
Inaugurazione del Centro di
Documentazione e Atelier
della Narrazione
L
e cooperative Coopselios e Cocea in ATI, in
dialogo con i Servizi educativi del Comune di
La Spezia, hanno ristrutturato e attrezzato
l’edificio comunale dell’ex nido “Il Brutto Anatroccolo” per consentirne una fruizione molteplice, realizzando un Centro di Documentazione e Atelier
della Narrazione rivolto ad adulti e bambini.
Il 27 maggio 2014 alle ore 17.00, questi spazi sono
stati inaugurati dal Sindaco della città, Massimo
Federici, con la presenza dell’assessore Luca Basile
e del Dirigente dei Servizi educativi Massimiliano
Curletto.
Il Centro è stato dedicato a Mara Baronti, attrice
e narratrice di La Spezia che, poco prima della sua
scomparsa, il 28 maggio 2013, ha partecipato con
entusiasmo e generosità all’evento formativo sul
tema “La narrazione nella relazione educativa”
insieme al professor Marco Dallari dell’Università
di Trento.
La realizzazione del Centro è un investimento
in consapevolezza di un ruolo sociale dentro il
territorio; il Centro della documentazione vuole
diventare per la città luogo di costruzione di valori e di saperi, luogo dove si elabora una cultura
collettiva, che influenzi il contesto sociale e da
esso è influenzato, in un rapporto di reciprocità.
All’interno del Centro trovano spazio materiali
documentativi realizzati nel territorio, testi di
studio e strumenti informatici per consentire
la ricerca sulla fascia 0-6 anni, documentazione quindi come strategia culturale per mettersi
in dialogo e per diffondere la cultura prodotta
dall’infanzia sul territorio. Inoltre è presente
l’atelier della narrazione, un atelier aperto, di
laboratorietà come strategia di conoscenza e di
apprendimento a supporto dello sviluppo delle
molteplici intelligenze dei bambini e dei diversi
linguaggi di cui sono portatori. Dopo il taglio del
nastro e la presentazione delle attività del Centro
di Documentazione il pomeriggio è proseguito
con l’offerta formativa per le insegnanti ed educatrici del territorio sul tema “Narrazione come
pratica di cura”, teorie, esperienze e immaginari a
cura di Sabrina Bonaccini Direttore tecnico Area
Educativa di Coopselios.
Marzia Settepassi
Responsabile di Produzione del Settore Infanzia Coopselios
AGIbile E BELLA:
architetture di qualità per
la qualità delle scuole
L’Asilo Nido comunale “Pietra Porzia” di Frascati (RM)
è stato selezionato, insieme ad altri 11 su 146 candidature, attraverso la valutazione della Giuria composta
dall’arch. Maria Grazia Bellisario (MiBACT), arch. Laura
Galimberti (MIUR), prof. Massimo Pica Ciamarra
(IN/ARCH), e presieduta dal prof. Alberto Abruzzese,
nell’ambito dell’iniziativa “AGIbiLE E BELLA. Architetture di qualità per la qualità delle scuole”.
Le opere premiate sono state portate in mostra a Venezia negli spazi di Palazzo Grimani, nel quadro delle iniziative istituzionali promosse dal MiBACT in occasione
della Biennale di Venezia dal 17 ottobre 2014.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con IN/
ARCH, che ha curato la richiesta degli elaborati necessari per l’esposizione.
Marzia Settepassi
Responsabile di Produzione del Settore Infanzia Coopselios
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
Archivio storico
Il 2015 – Mettiamo in archivio la nostra
storia
“Non basta muoversi per fare progressi. Anche un cavallo a
dondolo si muove, ma è sempre fermo sullo stesso punto”.
Alfred A. Montapert
Nel 2015 in cooperativa, care
colleghe e colleghi, socie e soci,
lettrici e lettori di Coopselios
Notizie, oltre alle già note
“Giornate Internazionali per la
Coesione Sociale”, appuntamento di giugno a Reggio
Emilia, all’avvio delle celebrazioni dei 30 anni di attività di
Elena Tavella
Coopselios che si concluderanResponsabile Servizi Archivistici
no nel 2016 e che raggrupperanno eventi tra tradizione e innovazione che nascono
dalle nostre radici, attraversano il presente e si proiettano verso il futuro che vogliamo, avremo un’altra
importante novità, una sorta di “pietra miliare” che
poniamo in Coopselios: avvieremo il nostro Sistema
Archivistico coordinando tra loro gli “archivi” esistenti
nelle nostre sedi, uffici, servizi e strutture e organizzandoli in archivio corrente, archivio di deposito e archivio
storico!
È un sistema, quello archivistico, perché “pluralità
di elementi materiali coordinati tra loro in modo da
formare un complesso organico per definirne la validità storica” (Galileo Galilei, 1623). Più semplicemente,
avviamo un percorso che rappresenterà un servizio di
supporto per il nostro lavoro quotidiano, per cui mai
più si perderà o non si saprà come e dove reperire “quel
dato”, “quel documento” che testimonia l’attività della
nostra Cooperativa: detto meglio, ci organizzeremo in
modo tale da evitare di perdere testimonianze storiche
importanti e per cercare di favorire la rintracciabilità
quotidiana di dati e documenti.
Prosegue pertanto per Coopselios il “governo della
conoscenza”, con strumenti messi a disposizione anche
dal nostro Servizio, che dovrà garantire con efficienza
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
lo sviluppo del Sistema Archivistico. Inizieremo ad applicare un metodo di archiviazione utile per ogni ufficio,
ogni struttura/servizio, ogni sede, un metodo che ci
aiuti a comprendere quali documenti conservare, come
classificarli ordinatamente e come reperirli rapidamente: una specie di passaggio dal “caos all’ordine”.
Si dirà “Ma come! Finora non abbiamo operato correttamente nel conservare i documenti aziendali?”: non
vogliamo assolutamente affermare ciò, il concetto di
archiviazione è un po’ più complesso e il nostro Servizio ha potuto constatarlo in questi recenti anni in cui
siamo stati affiancati professionalmente dalla Cooperativa “Le Pagine” di Ferrara e dalla consulente Anna
Catellani.
Sappiamo che l’ordine è sempre percepito come tale da
chi lo attua, è cioè soggettivo rispetto agli strumenti di
chi lo elabora e che ognuno di noi conserva secondo un
proprio criterio e conserva ciò che gli sembra logico.
Cosa succede, però, quando questo metodo viene usato
in un collettivo che lavora insieme, come è appunto la
nostra cooperativa?
Succede ciò che molti di noi hanno spesso dovuto
riscontrare, perché è esperienza frequente in Coopselios, succede che la ricerca del documento è vana e non
perché è assente chi ha prodotto o gestito quel documento! Che succede poi quando qualcuno esce dalla
cooperativa ed è sostituito da altri colleghi o da persone
nuove per la nostra organizzazione?
Una delle finalità del nostro Sistema Archivistico è
proprio cercare di evitare che tutto ciò non succeda più
per non incorrere, nell’interesse di tutti, in conseguenze
anche dannose per Coopselios.
L’avvio lo scorso anno, su proposta del nostro consulente Anna Catellani, della progettazione di un sistema utilizzando la tecnologia informatica, ha significato per la
nostra cooperativa, compiere una scelta importante che
ci proietta nel futuro, anche perché innovativa, rispetto
alla forma classica di un archivio d’impresa. Il sistema è
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
Archivio storico
stato deliberato dal nostro Consiglio di Amministrazione nella seduta di novembre 2014.
Ne è scaturito un sistema studiato in ogni particolare,
pronto a seguire le evoluzioni della nostra Cooperativa,
in termini di adattamento ai modelli organizzativi, a
nuove “vision” e in grado di consentire interoperabilità
con l’esterno, anche online.
Per comprendere meglio il progetto del Sistema Archivistico abbiamo chiesto alla consulente Anna Catellani la
disponibilità per un’intervista.
Elena Tavella – “Prima domanda, ma davvero ci serve
archiviare e farlo nel modo che tu hai strutturato?”
Anna Catellani - “È una domanda pertinente la tua,
Elena, perché è alla base della scelta da voi compiuta. Un’azienda, infatti, non ha l’obbligo di tenere un
archivio; in Italia solo le pubbliche amministrazioni ce
l’hanno, oltretutto rispettando un fittissimo elenco di
leggi. Forse la vera domanda è perché un’azienda, una
cooperativa come la vostra che si accinge a festeggiare
trent’anni di attività, non dovrebbe tenere un archivio?
E se lo fa, perché non gestirlo anche perseguendo lo
scopo di ottenere il riconoscimento di “archivio privato
d’interesse pubblico” seguendo la vigente normativa?
Ottenere questo riconoscimento significa entrare a far
parte del Sistema degli Archivi d’Impresa, ideato nel
1973 con una Tavola Rotonda a cui parteciparono storici dell’economia, imprenditori e archivisti di stato. Si
arriva poi al primo archivio storico industriale nel 1980
dell’Ansaldo, alle diverse edizioni del “Premio Impresa
e Cultura”, alla redazione del primo manuale di archivistica per l’impresa del 1998 ed al 2001 in cui nasce
l’Associazione Musei e Archivi d’Impresa.
Il riconoscimento di “archivio privato d’interesse
pubblico” porta con sé altri notevoli vantaggi. In primo
luogo, permetterebbe di entrare a far parte della rete
nazionale delle pubbliche amministrazioni e di ogni
struttura culturale come le Biblioteche, i Musei e le
Università in un dialogo virtuale. Sì, perché un archivio
d’impresa strutturato secondo le norme, come abbiamo
progettato il vostro, fin dalla sua origine è considerato
Ente Culturale. In secondo luogo, si potrebbero ottenere contributi economico-finanziari sui progetti culturali
che Coopselios volesse attivare.”
Elena Tavella – “Si può quindi dire che questo sistema
archivistico farebbe acquisire a Coopselios un valore
aggiunto, anche se potremo ottenere riconoscimenti
trascorsi almeno un paio d’anni, in quanto da quando lo
applicheremo è necessario un tempo di monitoraggio e
sedimentazione e anche di eventuale adeguamento sulle esigenze che emergessero nel concreto. È poi necessario che noi soci e lavoratori ci appropriamo concretamente dello strumento, con la forte consapevolezza che
siamo noi cooperatori a portare, nella storia, l’attività di
Coopselios con la corretta archiviazione quotidiana.
Come potrebbe il servizio aziendale di cui sono responsabile supportare questo percorso?”
Anna Catellani – “Mi sembra che abbiate compreso
bene cosa succede quando ciascuno segue un proprio
criterio di conservazione dei documenti. Va subito
chiarito che un archivio dà il massimo della sua utilità
in quell’organizzazione consapevole, che vive di informazioni e queste sono trasmesse dai documenti, dove
esiste consapevolezza che l’informazione non è un oggetto, ma la relazione tra l’incontro di un dato preciso e
la sua interpretazione da parte di qualcuno.
Bisogna far comprendere che l’archivio serve a molteplici finalità, ma sottolineo le principali: tutelare i
documenti, la loro capacità probatoria, consegnare nel
tempo le prove dell’attività di Coopselios ma anche
conservare la memoria, non solo interna alla cooperativa ma anche al mondo con cui entra in relazione, per
divulgare la testimonianza storica, originale, unica e
autonoma della sua forza organizzativa, della professionalità delle persone che vi lavorano e la cultura del
management aziendale.
Concetto base è che l’archiviazione non è una scienza,
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NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
Archivio storico
nè tantomeno esatta, è una disciplina che stabilisce
processi e procedure per ottenere il risultato di reperire un documento e un dato quando se ne ha bisogno.
Proprio per questo, come giustamente tu hai sottolineato, specie nella prima fase di applicazione del Sistema
di Archiviazione, il tuo servizio dovrà essere particolarmente attento alle esigenze che emergessero con gli
opportuni adeguamenti. Sono convinta che questo sia,
a regime, il sistema archivistico più idoneo per Coopselios.”
Elena Tavella – “Resta il fatto che il Sistema che hai
progettato ha in potenza i benefici che hai elencato, per
il futuro, oggi ci dà criteri di archiviazione unici e validi
per tutti noi, senza che vi sia alcuna perdita di documenti e l’immediato recupero in fase di sua ricerca. È
corretto così?”
Anna Catellani – “Sì, certo! E ciò anche perché avete
accolto la proposta di approntare un sistema archivistico digitale sin dalla sua origine. Il sistema si fonda
sul knowledge management, approccio che utilizza la
gestione e condivisione della conoscenza, un modo
innovativo di archiviazione che prende spunto dai
concetti elaborati dall’economista giapponese Ikujiro
Nonaka nel 1991. Sono concetti applicati anche nell’organizzazione aziendale, nelle aree di miglioramento
delle performance, del miglioramento continuo, dell’acquisizione e mantenimento del vantaggio competitivo.
Posso solo dirti che ora non serve altro che iniziare e
con duttilità mantenere fermi i punti nevralgici del
sistema.”
Elena Tavella – “Grazie, allora ci mettiamo all’opera!”
Dallo scambio di battute con Anna Catellani riscontriamo come in tutti noi operatori di Coopselios debba
esistere la consapevolezza che l’Archivio della cooperativa sia una risorsa che costruiamo proprio noi
stessi ogni giorno, che il valore aggiunto che ne deriva
avvicinerà nuovi stakeholder e accrescerà l’attenzione
di quelli che già oggi sostengono i nostri progetti di sviCoopseliosnotizie | dicembre 2014
luppo. Possiamo dire che il sistema di archiviazione è
il “nucleo” della galassia aziendale. È sul risultato che
ci proponiamo di raggiungere, ovviamente connesso
alle strategie imprenditoriali della cooperativa, che si
riposizionano altri e nuovi sfidanti obiettivi.
Dall’archiviazione della documentazione a valenza
storica (lettere, verbali, circolari, filmati, delibere, video,
fotografie, atti di seminari e convegni, articoli di giornale, pubblicazioni, ecc.) che stiamo eseguendo insieme al
nostro consulente Anna Catellani, emergerà soprattutto l’entusiasmo che ognuno di noi ha messo nel proprio
lavoro, passione che ci ha consentito di raggiungere gli
attuali risultati. Di sicuro, guardando i documenti riposti nel nostro archivio storico, ripercorreremo momenti
felici, gioie e delusioni, rivivremo entusiasmi: senza
entusiasmo non c’è obiettivo intelligente raggiungibile,
l’entusiasmo ispira sicurezza, solleva il morale, è contagioso e porta al successo.
Socrate insegnò a Platone, che insegnò ad Aristotele,
che insegnò ad Alessandro Magno, e così via …: se la
conoscenza non fosse stata trasmessa, si sarebbe estinta e le popolazioni non avrebbero saputo come cercare
la strada per progredire. I documenti, le immagini, ciò
che si produce quotidianamente può essere gestito per
questo fine, e le aziende, come le persone, riguardandoli, imparano dall’esperienza e migliorano. Possiamo
NOTIZIE DALLA COOPERATIVA
Archivio storico
paragonare la gestione del documento archiviato, a
come imparare a giocare a scacchi da parte di chi difetta
in concentrazione o lo scalare una montagna da parte
di chi non sa controllare la paura e le avversità. Chiunque, in sostanza, è in grado di eseguire le attività in cui
è bravo, ma sempre più risulterà vincente non sapere
eseguire attività diverse ma eseguire le stesse attività
in modo diverso! È quello che dovremo fare in Coopselios in cui si sta iniziando una nuova fase strategica
di sviluppo accompagnata da necessarie rielaborazioni
organizzative: prendersi cura, di persona, delle persone
che assistiamo e che educhiamo con un approccio nuovo ma basato sulle nostre solide radici.
Dobbiamo riconoscerlo, i documenti (eh sì, care lettrici
e lettori torniamo sempre qui... “sul pezzo”, sul documento fonte di informazioni, …) che la Presidenza e la
Direzione della nostra Cooperativa hanno presentato
l’11 novembre 2014 nell’incontro pubblico di presentazione del Piano Strategico 2014 – 2018, hanno evidenziato una storia di attività, risultati e progetti, basati
su una efficace analisi documentale. Questi documenti
hanno rafforzato, perlomeno a me personalmente,
l’orgoglio di appartenenza a Coopselios, orgoglio che mi
piacerebbe restasse documentato, che non può disperdersi o restare nei cassetti, video o computer di qualcuno, ma che vorrei fosse trasmesso ai soci e dirigenti che
verranno dopo di noi.
La nostra maggiore responsabilità è lasciare un’eredità
professionale di cui le generazioni future di soci Coopselios possano essere fiere, quelle che ci sostituiranno
nel lavoro e nella guida di Coopselios. Anche chi non
opera in cooperativa, che ci guarderà come modello,
potrà riflettere sul proprio lavoro ricercando tra i nostri
documenti: troveranno non solo la nostra storia cooperativa, ma anche preziosi riferimenti alla storia sociale
delle comunità che ci hanno visto protagonisti.
Un archivio, soprattutto se storico, vive e si alimenta
di documenti: ai nostri lettori diciamo che c’è anche
bisogno del vostro aiuto. Anche voi, come ho fatto io in
questi miei venti anni di vita professionale in Coopselios, conserverete pubblicazioni, documenti, foto, video
nei vostri personali archivi: sicuramente avrete qualcosa che raffigura e riporta al vostro lavoro o ai vostri
contatti con Coopselios, alla vostra partecipazione ad
assemblee, riunioni, gite o ad altro ancora di momenti
sociali della nostra Cooperativa, sia che si chiamasse
ancora Elios, Coop.SE, Favrega, Girasole.
Se ne avrete voglia vi chiediamo di compilare il box qui
sotto, ritagliarlo e inviarcelo con i documenti che volete
mettere a disposizione dell’archivio storico di Coopselios. Dopo averne fatto copia ve li restituiremo. Potete
spedire il tutto a Elena Tavella – Responsabile Servizi
Generali. Sede Coopselios. Fatelo, potrete dire così di
aver partecipato con un anche “piccolo mattoncino” alla
costruzione del nostro archivio storico!
Elena Tavella
Responsabile Area Servizi Generali Coopselios
Costruiamo insieme la nostra storia
Nome Cognome ________________________________
Residente in____________________________________
______________________________________________
Lavoro in Coopselios dal _________________________
Ho lavorato dal _______________ al________________
INVIO in data _______________________ i documenti
via posta via mail
sede Coopselios
[email protected]
Via Gramsci, 54/s
42124 Reggio Emilia
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APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
anziani
Vivere la vita fino all’ultimo respiro
Conclusione del progetto
L
a vita media si è allungata, spesso si passano
molti anni in buona salute grazie ai progressi della
medicina, tuttavia sono molto più frequenti che
in passato malattie degenerative e il ricorso a servizi
sociosanitari.
La morte è passata dall’essere un evento familiare a
essere un evento che spesso avviene in strutture ed è
sempre più necessario prepararsi in modo adeguato.
Nonostante il cambiamento della società, la morte è
però ancora vista come argomento tabù che non viene
affrontato facilmente dai familiari come dagli operatori, perché crea disagio e ci mette di fronte alla nostra
vulnerabilità.
Nel 2020 – 2,5 milioni di persone over 65 moriranno
negli Stati Uniti, il 40% di queste morti avverrà in
Nursing Home (Brock Brock & & Foley Foley, ,Hospice
Hospice Journal. 1998;13:49 Journal. 1998;13:49- -60)
In Italia nelle strutture residenziali il turnover annuo è
del 33.01% di cui 15.09% decesso e il 17.2% per dimissioni. (“L’assistenza agli anziani non autosufficienti in
Italia” Network non autosufficienza).
Censimento ISTAT 2011
Sulla base di queste considerazioni si è sviluppato il
progetto “Vivere fino all’ultimo respiro”, un progetto
formativo realizzato con una metodologia originale sul
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
tema dell’accompagnamento a vivere fino al momento
della morte. Esso ha impegnato gran parte degli operatori dei servizi per anziani di Coopselios per circa un
anno e si è concluso da qualche mese. La complessità
e i numerosi servizi residenziali e domiciliari gestiti da
Coopselios, attualmente una cinquantina su diverse
regioni del Centro/Nord Italia e la volontà di raggiungere ognuno di questi servizi ci hanno indotto a pensare a
modalità alternative, innovative e nel contempo sostenibili di realizzazione del progetto. La modalità è stata
individuata nella organizzazione di una “formazione a
cascata” attraverso una formazione dei formatori.
Il progetto ha coinvolto circa 1550 operatori di cui
l’81% occupato nei servizi residenziali e semiresidenziali e il 19% nei servizi d’assistenza domiciliare. I beneficiari sono stati 3500 anziani di cui 2200 residenti in
strutture o frequentanti servizi semiresidenziali e 1300
seguiti dai servizi d’assistenza domiciliare.
Le finalità principali sono state:
1. operare un cambio di prospettiva: affrontare
la morte come parte della vita, ridefinire il concetto di
persona morente, vedere i familiari come una risorsa e
non come una preoccupazione, modificare l’approccio
dal “curare” al “prendersi cura”, demolire il concetto di
morte come argomento tabù;
2. prendersi cura del morente: evidenziare come la
relazione e l’ascolto influenzino aspetti ritenuti prettamente sanitari, aumentare l’attenzione ai desideri del
morente, capire come aiutare le persone a vivere fino
alla fine, aumentare l’attenzione alla dignità del morente e accogliere le fragilità, capire come condividere
le emozioni del morente e offrire sostegno, imparare
a conoscere le problematiche tipiche affrontate dal
morente, gettare le basi per la futura costruzione di un
progetto individualizzato di fine vita;
3. prendersi cura dei familiari: potenziare le abilità
comunicative, incrementare l’attenzione ai bisogni,
imparare a rapportarsi meglio con le richieste dei fami-
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
anziani
liari, favorire l’ascolto attivo, riflettere sull’importanza
di fornire informazioni, formare sulla gestione delle
richieste complesse, riflettere sull’importanza di conoscere la storia della famiglia, apprendere come aiutare il
familiare nella preparazione al lutto;
4. valorizzare il ruolo degli operatori: favorire
la percezione dell’importanza del ruolo dell’operatore
nell’accompagnamento alla morte, aumentare la resilienza, capire come rapportarsi con le proprie risposte
emotive, collaborare e inserirsi nel lavoro di èquipe,
conoscere i meccanismi di difesa.
Avvalendoci della collaborazione di una consulente
(Letizia Espanoli) abbiamo organizzato due incontri,
di 7 ore ciascuno per 70 partecipanti, composti dai
Coordinatori di ogni servizio e da una persona scelta
dal Coordinatore che non vivesse come particolarmente problematico l’argomento della morte, che avesse
avuto esperienze di lutto elaborate e fosse amante della
vita. Nel corso di questi incontri abbiamo cominciato
a sensibilizzare i partecipanti e iniziato a farli riflettere
su un cambio di prospettiva, inoltre abbiamo scelto i
futuri formatori in base ai valori personali e al pensiero
relativo all’idea di morte.
Sedici (16) sono stati i formatori individuati, tra i quali
2 psicologi, 11 Coordinatori Responsabili di Servizio, 3
Responsabili di Produzione. Nel corso di 4 incontri e di
28 ore di formazione, essi hanno preparato le 4 unità
didattiche da presentare in ogni struttura e SAD della
cooperativa, oltre che redatto i supporti multimediali. A
ogni formatore è stato fornito un «diario di viaggio» per
lavorare attivamente su sé stessi e sul quale annotare
una ricca bibliografia per prepararsi.
Le prime due unità didattiche - “Occhi nuovi per vivere”
e “Vivere fino alla fine”- sono state realizzate nei servizi
nel periodo ottobre-dicembre 2013 e hanno riguardato
il cambio di prospettiva riguardo alla visione della vita,
l’utilizzo delle emozioni come motivazione al miglioramento, la ridefinizione del concetto di morente, l’analisi
del contesto culturale in relazione alla morte, la morte e
vita come parti dello stesso intero, l’analisi delle difficoltà tipiche nell’accudire persone alla fine del percorso di
vita, lo studio di esercizi.
Al termine delle prime due unità didattiche è stato
organizzato un incontro intermedio con tutto il gruppo
dei formatori per scambiarsi opinioni e suggerimenti, per verificare l’andamento del progetto e avere un
feedback sul campo nei vari servizi. Le ultime due
unità didattiche - “La famiglia del morente” e “Il ruolo
dell’operatore di cura”- hanno riguardato l’analisi della
famiglia delle persone morenti, il ruolo della famiglia
come parte dell’unità curante, riflessione sui desideri
e richieste, l’importanza di informare, l’ascolto attivo
come strumento di cura, riflessione sul momento dopo
la morte, l’importanza e l’onore di accompagnare un
morente, l’empatia, la resilienza, la compassione e il
contatto, lo studio di esercizi.
Per la verifica dei risultati finali del progetto, è stato
creato un questionario di autovalutazione per gli operatori per misurare con che frequenza vengono emessi
comportamenti e inferenze in linea con gli obiettivi del
progetto formativo da somministrare alla prima lezione
e dopo un anno.
Una scelta che sottolinea quanto Coopselios creda in
una nuova visione di assistenza alla persona e sia disposta a mettersi in gioco.
Il questionario indaga, attraverso una serie di items
ritenuti rappresentativi, e in riferimento a una scala
Likert da 5+1 punti, cinque aspetti:
1. ACCOGLIENZA: comportamenti e attenzioni che
evidenziano la propensione a prendersi cura della persona assistita, mettendola in primo piano e cercando
attivamente di rendere migliore la sua vita secondo le
sue inclinazioni e aspirazioni personali.
2. AUTOEFFICACIA: le credenze delle persone
riguardanti la propria efficacia nel gestire gli eventi che
influenzano le scelte, le aspirazioni, i livelli di sforzo, di
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APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
anziani
perseveranza, la resilienza, la vulnerabilità allo stress e
in generale la qualità della prestazione.
3. COMUNICAZIONE: la letteratura scientifica ha
ampiamente evidenziato come una buona comunicazione influisca positivamente su diversi indicatori inerenti
alla salute quali la compliance ai trattamenti, il controllo del dolore e il miglioramento del benessere fisico e
psicologico in ambito sociosanitario. Una buona comunicazione è essenziale anche nel rapporto con i familiari, per stabilire un rapporto di fiducia e per far sentire
una presenza umana e non prettamente sanitaria.
4. EMPATIA: è forse la caratteristica di base per chi
lavora in ambito sociale senza occuparsi di patologie
ma di persone. Esistono pochi costrutti più difficili da
misurare e nemmeno la letteratura è concorde nel definirla precisamente, se non per la profonda comprensione dell’altro che ne è unanimemente riconosciuta come
caratteristica di base.
5. RESILIENZA: la resilienza è la capacità di riuscire
in modo positivo, a dispetto di uno stress o di un’avversità che comporta, normalmente, il rischio grave
di uno sbocco negativo. La resilienza non è solo una
capacità connaturata dell’essere umano, ma si sviluppa
in relazione all’ambiente. Una delle caratteristiche più
interessanti che emerge dagli studi sulla resilienza è
proprio la capacità di trasformare un’esperienza dolorosa in apprendimento. Un evento critico, che in molti
casi rischia di far rinchiudere la persona, può divenire
motore di cambiamento possibile.
È stata valutata la comprensibilità del questionario
prodotto da un Responsabile dell’Attività Assistenziale
e da alcuni operatori, è stata quindi redatta la versione
definitiva del questionario.
Il questionario si basa su un ampio campione, infatti è stato somministrato una prima volta durante lo
svolgimento della prima unità didattica a circa 1000
operatori e rappresenta uno strumento innovativo per
la cooperativa che fornisce una visione più oggettiva
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
dei risultati ottenuti e potrà rappresentare lo spunto
per nuovi progetti oltre che a evidenziare gli ambiti di
miglioramento possibili.
Attualmente non sono ancora disponibili i primi dati
finali del progetto da commentare e presentare; speriamo di riuscire a somministrare il questionario per la
seconda volta nel corso del 2015, ma le prime ricadute positive sono già osservabili: la scoperta di nuove
risorse e attitudini del gruppo dei formatori, l’influenza
positiva su tutte le persone coinvolte nel progetto,
un entusiasmo inimmaginabile nelle prime lezioni e
una partecipazione attiva degli operatori, la riscoperta
dell’importanza del proprio lavoro e in definitiva una
riscoperta della passione per la vita!
Dina Bonicelli
Direttore Tecnico Area Assistenziale Coopselios
A seguire le testimonianze di due dei sedici formatori.
“Una formazione che è stata un viaggio, un veleggiare insieme, chi sfidando il vento per paura di esserne
travolti, chi rifugiandosi di tanto in tanto in coperta
temendo la tempesta, chi afferrando con forza le cime
per trascinare gli altri trasmettendo l’equilibrio del
navigare.
Il tema della morte ha unito e poi diviso, ma alla fine
unito ancora con più forza nell’esperienza universale
che ci accomuna. Ha permesso di affrontare, ognuno a
livelli diversi, la paura della morte, il senso di impotenza universale, la disillusione dell’onnipotenza.
Parlare di accompagnamento alla morte ha inevitabilmente trasferito il pensiero alla nostra morte, con
un velo di tristezza, ma raccogliendo anche il coraggio
attraverso i racconti e la condivisione che è universale.
Alla fine del percorso, nell’ultimo incontro è accaduto in modo fluido e dolce poter esprimere ognuno la
propria immagine di morte, dopo un raccoglimento
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
anziani
con training di rilassamento per favorire l’espressività
e modulare l’attivazione creata dalla paura, comunque
presente anche se velata… e le immagini emerse sono
state tutte molto poetiche, incantate e suggestive – es.
una neve candida che piano piano sbiadisce, un faro
che si perde nel mare… immagini che hanno ricordato
gli archetipi universali e che hanno permesso di sublimare il pensiero di angoscia verso un pensiero creativo
ed emotivamente espressivo, da poter condividere
ognuno con tutto il gruppo e sentirsi vicini in queste
mille forme di esperienza esistenziale.
Inevitabilmente sono emersi racconti personali, dolori
e sofferenze ma anche la ricchezza dell’esperienza e
della spiritualità; qualcuno è riuscito a condividere
e quindi donare a tutti le proprie lacrime, potendosi
sentire accolto e lasciando riverberi di ricordi personali
nel gruppo.
La morte è anche perdere i propri cari, si affronta la
paura e la tristezza del distacco e dell’abbandono, questa è la sensibilità di base che può guidare a un accompagnamento empatico verso anziani e familiari delle
nostre strutture: capire il dolore ma saper distinguere
la nostra sofferenza da quella altrui per poter essere
lucidi ed empatici.
Un viaggio, dove nel primo incontro c’era la concitazione della partenza verso una meta ignota, un tema che
turbava e per questo per me è sempre stato un percorso
con inizio ma senza una vera fine, con l’idea di partire
dal poggiare un semino da far crescere insieme. Nel
secondo incontro ci si è addentrati nel tema specifico
del morente, con la miriade di vissuti conseguenti, tante parole e tante riflessioni per condividere e sentirsi
sostenuti in questa angoscia, ma anche per combattere
e contrapporsi alla passività del tema.
Una pausa che ha preceduto il terzo incontro, ma che
si è rivelata un ponte, perché l’intensità dell’esperienza
umana di cui si era parlato si è riproposta vividamente
nonostante il tempo trascorso e si è ripreso il clima di
condivisione e differenziazione nelle modalità diverse
di affrontare la delicatezza dell’oggetto.
Affrontare il discorso dei familiari sembra abbia riproposto dinamiche appunto del sistema: vissuti conflittuali, a tratti contraddittori, tenerezza, pena, rabbia,
impotenza, colpa e la fatica a tenerli insieme, integrarli
per poter essere consapevoli “sostenitori”.
E poi il quarto incontro, dove spesso è emersa la malinconia della fine del percorso, ma anche il sollievo
per la non leggerezza del tema affrontato; è stato bello
sentire tanto calore per aver condiviso pensieri e sentimenti tanto intimi, per aver sistematizzato i principi
cardine emersi nel percorso ma anche dato le ali alle
nostre emozioni creando le nostre immagini personali
creative di morte: per tutti richiamava un tocco della
natura e di relazione intensa, per tutti un’immagine
mai scontata ma molto visionaria.
Il tema del CONTATTO è riemerso spesso, perché previsto dalla scaletta ma anche perché riproposto in varie
forme: il contatto è cura tecnica ma anche cura emotiva, vicinanza ed empatia, protezione primaria, relazione primaria e coinvolge il proprio stile di attaccamento
e quindi le sicurezze ma anche le proprie paure e il
desiderio di difendersi; si parlava di morte ma in realtà
si è sempre parlato di vita, delle nostre vite, dei nostri
valori, affetti ed emozioni. E il contatto come strumento per passare dall’impotenza della fine alla potenza
della relazione, fino al valore dei ricordi.
Un viaggio che ha permesso di dare valore straordinario alla missione professionale di tutti noi, in tutti
i ruoli, per poter accompagnare le persone nel loro
ultimo viaggio, nel loro ultimo respiro”.
Silvia Montinaro
Psicologa Coopselios c/o RSA Quarenghi (MI) e RSA di
Lainate (MI)
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
11
12
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
anziani
“Tutta la natura pare funzionare per fasi dove a ogni
inizio corrisponde una fine e viceversa. Il mondo
animale sembra affrontare questi inevitabili “giri
di giostra” con una serena consapevolezza, mentre
l’uomo, forse perché più svincolato dalla componente
istintuale, fin dall’alba dei tempi s’interroga, non senza
angosce, sulla vita e sul suo seguito. A dispetto del suo
intrinseco fascino intellettuale, la morte rimane un
argomento difficile, di cui non si parla volentieri, caratterizzato dalla complessa gestione che la sua risonanza
emotiva provoca. È probabilmente per questo che molte persone cercano di esorcizzare la paura della morte
chiudendola in un cassetto con la speranza di dimenticarla, ma nei servizi per anziani questa non può essere
certamente la risposta. Come si possono sostenere
operatori che si trovano a condividere gli ultimi istanti
di vita di un anziano? Come si può aiutare un familiare
che si trova catapultato a dovere fare i conti con la realtà assistendo una persona amata ormai morente?
Sono domande sempre più attuali se si pensa che in
tutta Europa si tende sempre più spesso a finire la
vita in servizi sociosanitari, e l’Italia non fa eccezione,
infatti, circa il 50% delle persone che hanno superato
i 65 anni non termina la propria esistenza in casa. È
interessante notare inoltre come questa percentuale
aumenti in modo direttamente proporzionale all’età, in
un paese dove l’età media cresce anno dopo anno.
Penso che il Settore Anziani di Coopselios sia stato protagonista nel 2013/2014 di un progetto tanto ambizioso quanto innovativo, che lascerà sicuramente il segno
per gli anni a seguire. Un progetto che non è definibile
come squisitamente formativo, ma piuttosto, mirato a
operare un vero e proprio cambio di prospettiva, oltre
che culturale, riguardo al concetto di morte in tutti i
servizi. Pensato e strutturato per raggiungere in modo
capillare ognuna delle migliaia di persone che gravitano a diverso titolo intorno ad ogni Casa Residenza,
RSA, Centro Diurno e Servizio di Assistenza DomiciCoopseliosnotizie | dicembre 2014
liare gestiti dalla cooperativa. Quando sono stato coinvolto nel progetto “Vivere la vita fino all’ultimo respiro”
ho frequentato una serie di incontri condotti da Letizia
Espanoli, una carismatica innovatrice con una esperienza ventennale nel sociale, che con il suo entusiasmo ha travolto l’intera squadra di colleghi incaricati
come me di diventare a loro volta i formatori nei vari
servizi. Gli incontri che mi hanno visto prima come
“studente” e poi come formatore; mi hanno lasciato
assolutamente sorpreso sia nel metodo che nei contenuti. Non mi sarei mai aspettato infatti di trovarmi a
parlare in primo luogo di vita in un corso avente come
argomento la morte e ancora meno mi sarei aspettato
di trovarmi spesso e volentieri a ridere con i colleghi!
Attraverso la visione di filmati, di esercizi pratici e di
numerose metafore, si è passati da una visione di morte angosciante a una serena presa di consapevolezza di
una parte della vita inevitabile e importante. Tutti gli
operatori del settore sono stati accompagnati a riflettere su come condividere gli ultimi istanti di vita di una
persona non sia un peso, ma al contrario un onore che
merita rispetto e cura. Si è dedicato del tempo a ragionare sull’importanza della condivisione non giudicante
delle emozioni dell’anziano, del familiare, ma anche ad
affrontare il vissuto sull’argomento degli stessi operatori. Per rendere il tutto un po’ più scientifico è stato
infine creato uno strumento, composto da una serie
di domande a risposta multipla che, somministrato
prima e dopo quello che si potrebbe definire il “contagio” del progetto, si è posto l’obiettivo di dare la misura
del cambiamento. Ad oggi nonostante non sia ancora
disponibile un’analisi oggettiva dei risultati, come
formatore, posso dire che l’interesse che ho visto negli
occhi degli operatori dei vari servizi e l’entusiasmo con
cui li ho visti partecipare lasciano sicuramente sperare
di essere riusciti nell’intento!”.
Mattia Salati
Psicologo e Specialista di Processo Area Assistenziale Coopselios
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
infanzia
Linee di sviluppo e di innovazione del
Settore Infanzia per il 2015
A
bbiamo definito le linee di innovazione
e di sviluppo per il Settore Infanzia per
l’anno scolastico 2014-2015, che troveranno poi una declinazione e un’integrazione
nelle specificità territoriali delle diverse aree
geografiche della cooperativa e nella definizione dei piani di lavoro annuali con le direzioni
d’Area. Uno dei tratti di novità più rilevanti è
connesso alla riorganizzazione aziendale e riguarda l’identità del settore, che amplierà i suoi
ambiti di intervento nella fascia 6-18 anni. Si
tratta quindi di gestire l’evoluzione di un’identità che fino a ora si era concentrata sullo 0-6
anni per comprendere progetti e servizi che si
rivolgono a bambini di età differente con le loro
famiglie. Questo sicuramente arricchirà la prospettiva progettuale e ci consentirà di pensare
in continuità secondo una visione di servizio
educativo come “centro per l’educazione e la
famiglia” nel suo insieme, indipendentemente
dalla specificità del servizio erogato. Un altro
tema rilevante, sempre legato alla riorganizzazione, sarà quello di andare a definire
una riorganizzazione del settore secondo
una specializzazione per processi, che ci
consentirà di approfondire meglio la ricerca,
l’innovazione, ma anche il monitoraggio dei
diversi aspetti che caratterizzano l’erogazione
dei nostri servizi educativi. Continuiamo poi
nella ricerca attorno ai temi del bilinguismo.
Abbiamo istituito un gruppo di lavoro per
la definizione di un curriculo specifico per il
nido e al scuola dell’infanzia secondo l’approccio “Learning by languages”, che coniughi il
“Reggio approach” utilizzato nei nostri servizi
con l’apprendimento della lingua inglese.
Abbiamo già diverse sperimentazioni in corso: nido
scuola “Calicanto” a Bologna, Nidi scuola “Dragonfly”
e “Onetothree” a Milano e il centro sperimentale “Le
Corti” a Correggio (RE), in collaborazione con la scuola
di lingue “Language studios”. Per quanto riguarda la didicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
infanzia
dattica il tema di approfondimento riguarda la
riflessione teorica e l’approfondimento pratico
riguardo al tema “tecnologie e didattica: tra
touch e immersione”. Oggi le tecnologie didattiche appartengono al mondo dei bambini
che sono considerati “nativi digitali”. Il punto
è quello di educare i bambini a un uso consapevole e soprattutto capire quanto influenzino
le tecnologie i processi di apprendimento e il
piano simbolico. Il percorso verrà affrontato
con la supervisione del professor Paolo Ferri
ordinario all’Università Bicocca di Milano.
Questo percorso confluirà poi in una pubblicazione di settore da realizzare entro il 2015 in
collaborazione con le edizioni junior. Sempre
in sintonia con questa sensibilità stiamo progettando, in collaborazione con l’ufficio ICT di
Coopselios, un percorso per l’informatizzazione dei dati di struttura e dei bambini, che ci consenta
una archiviazione, ma in futuro anche una consultazione digitalizzata di tutte le informazioni e i dati che
ruotano attorno alla vita di un servizio. Un altro tema
rilevante riguarda una riflessione specifica sul curriculo per la scuola dell’infanzia e sulla valutazione degli
apprendimenti, in quanto sta aumentando, nella rete
dei servizi gestiti da Coopselios, la presenza di scuole
dell’infanzia. Questo ci obbliga a un approfondimento
che renda più specifiche le didattiche e le strategie di
documentazione e di valutazione per la fascia d’età 3-6
anni. Un altro tema molto importante che stiamo ampliando riguarda i progetti di Atelier innovativi. Stiamo
progettando proposte diversificate, che partendo
dalla cultura dell’atelier sviluppata nei nostri servizi,
“esplodano” questa cultura in tante declinazioni, anche
più limitate nel tempo, (pacchetti di atelier pomeridiani, stagionali o a tema) da offrire anche al di fuori dei
nostri servizi o rivolti a fasce d’età differenti. Continua
poi la formazione e l’approfondimento per offrire struCoopseliosnotizie | dicembre 2014
menti e teorie agli operatori che lavorano sui sostegni
di bambini con abilità differenti. In particolare stiamo
mettendo a punto una collaborazione per attività di
formazione e supervisione con l’Università di Modena
e Reggio, facoltà di Scienze della formazione primaria
per un percorso di formazione sul P.E.I (Piano Educativo Individualizzato) che ci porterà all’elaborazione di
uno strumento specifico per Coopselios. Infine ultimo,
ma sicuramente non meno importante, continua il
processo di internazionalizzazione della nostra esperienza educativa, attraverso lo scambio e l’accoglienza
delle delegazioni, ma soprattutto con la costruzione del
progetto con FDF di Abu Dhabi che dovrebbe portarci
alla realizzazione di un progetto pilota nel 2015. Come
si evince da questa presentazione, anche se molto
sintetica, tante sono le piste di lavoro e i progetti che
ci vedranno protagonisti nella costruzione del nostro
futuro professionale in Coopselios e nel mondo.
Sabrina Bonaccini
Direttore Tecnico Area Educativa Coopselios
APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
minori
Centro di Psicoterapia in Coopselios
Le nuove sfide del “prendersi cura”
M
ercoledì 4 novembre 2014, presso l’Auditorium dell’Istituto “Fossati/Da Passano” è stato
presentato il Centro Minotauro - Consulenza
e Psicoterapia per adolescenti e genitori, un progetto
realizzato in collaborazione con la Cooperativa Il Minotauro e il Centro socio-educativo “Il Traghetto”, con
il contributo della Fondazione Carispezia nell’ambito
del Bando di erogazione 2014 nel Settore Assistenza
Sociale.
Il Centro avrà due sedi: una presso il Centro Diurno “Il
Traghetto” a La Spezia, e l’altra presso il Centro Polivalente di Fiumaretta ad Ameglia (SP). Le famiglie potranno accedere al servizio in base alle condizioni economiche (modello ISEE) in maniera gratuita o attraverso una
contribuzione ridotta (da 10 a 20 euro a seduta).
Il programma della giornata ha visto il saluto del dirigente scolastico dell’Istituto, Paolo Manfredini, delle
Autorità degli enti che patrocinano il progetto - per il
Comune di La Spezia il sindaco Massimo Federici e per
il Comune di Ameglia il sindaco Giacomo Raul Giampedrone - e del Presidente della Fondazione Carispezia,
Matteo Melley, ente che sostiene il progetto, seguito
dagli interventi del prof. Gustavo Pietropolli Charmet
e del dr. Comazzi che hanno descritto il modello di
intervento con gli adolescenti in crisi e i loro genitori,
già sperimentato a Milano nell’ambito del Consultorio
gratuito della Cooperativa Minotauro. In chiusura sono
intervenuti i referenti de “Il Traghetto” e di Coopselios.
L’incontro è stato finalizzato a far conoscere le condizioni di accesso al servizio, gli operatori, gli interventi
offerti agli adolescenti e alle famiglie; in tale sede si è
colta l’occasione per presentare alla cittadinanza alcune
chiavi di lettura delle manifestazioni di disagio che si
stanno diffondendo tra i più giovani, quali i disturbi
alimentari, il ritiro scolastico e sociale, le condotte autolesionistiche e suicidali.
Descrizione del progetto
Il Centro di Psicoterapia Il Minotauro è un servizio a
favore delle famiglie e degli adolescenti, che per la loro
condizione economica rimarrebbero esclusi da servizi
di cura onerosi, quali i percorsi di psicoterapia; infatti
i servizi pubblici oggi incontrano grandi difficoltà a
organizzare dispositivi di intervento in grado di offrire
risposte specializzate ed efficaci ad alcune gravi forme di disagio adolescenziale. Si rivolge alle seguenti
manifestazioni estreme di disagio: da ritiro sociale
grave – quando gli adolescenti interrompono il percorso scolastico-formativo, evitano la frequentazione dei
coetanei, si rinchiudono in casa in un atteggiamento di
conflitto e distanza anche dai propri genitori, rischiano
di sviluppare una dipendenza da internet - l’autolesionismo, i disturbi alimentari e il tentato suicidio. Tutte
queste manifestazioni possono segnalare la crisi dolorosa del valore di sé e la profonda sofferenza dei ragazzi
nel fare i conti e accettare il cambiamento che investe il
loro corpo che si sta trasformando con la pubertà e lo
sviluppo sessuale. La presa in carico psicoterapica, è un
percorso più duraturo e approfondito della consulenza
psicologica e può prevedere un impegno temporale
anche della durata di un anno e oltre. Pertanto visto la
tipologia di utenza e la metodologia, si è stimato che
potranno accedere al Centro circa 30-40 famiglie l’anno
e condotti all’incirca 2.000 colloqui. La durata del finanziamento è di due anni per lo start up e il consolidamento della metodologia e approccio teorico, quindi già
da oggi l’équipe sta ipotizzando possibili percorsi per il
proseguimento e il sostentamento del progetto.
A Milano la Cooperativa il Minotauro ha sperimentato
con successo questo modello di intervento psicoterapeutico, con oltre 10.000 colloqui all’anno ad oggi.
Operatori coinvolti
Al progetto lavoreranno tre psicologi della Cooperativa
Minotauro tra cui il Prof. Charmet, che condurranno
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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APPROFONDIMENTI DAI SETTORI
minori
sul territorio a cadenza settimanale attività di formazione e supervisione degli operatori. Gli psicologi psicoterapeuti Coopselios direttamente coinvolti nella presa
in carico degli adolescenti e delle famiglie sono quattro,
compresa la sottoscritta Moira Puntelli che, partecipando alla definizione della metodologia, e alla sperimentazione della stessa, potrà verificarne la fattibilità, la
coerenza con l’approccio interno del settore e dei valori.
Sono coinvolti inoltre altri tre psicologi del Traghetto
e 3 figure con competenze relazionali, organizzative e
amministrative che si occuperanno delle segreterie e 3
professionisti cureranno il coordinamento tra i partners, per l’integrazione delle attività del Centro con le
altre attività educative e i servizi per le famiglie presenti nel territorio.
linea di sviluppo duratura di lavoro.
Non sempre ciò che è “possibile in divenire” è già visibile agli occhi di tutti. La capacità innovativa e creativa
per trasformare un’idea in azione e poi in un sistema
funzionante ha assolutamente bisogno di un gruppo di
persone con competenze e ruoli trasversali che investano sul possibile.
Ipotesi di sviluppo
Il presente progetto ha una direzione fortemente innovatrice, sia per la psicoterapia in sé (e questo ci rende
orgogliosi di partecipare alla sperimentazione, definizione e teorizzazione di un nuovo modello di presa in
carico psicologica), sia per i servizi fino ad oggi offerti
in Coopselios.
Il presente Centro di Psicoterapia in Coopselios è un
servizio completamente nuovo per la sua tipologia, ad
alta specializzazione e qualità, con un “garante” teorico
importante che è il prof. Charmet e l’équipe di professionisti della cooperativa il Minotauro.
Assieme ai percorsi sui Disturbi dell’Apprendimento
costituisce il primo passo verso un possibile sviluppo
di un’area di servizi ad alta specializzazione, che se
messi in rete con il potenziale umano e professionale
già esistente in cooperativa, se curati nella loro crescita
di metodo, di diffusione territoriale e di creazione di
un sistema interno, se si mantiene alta la motivazione
e l’entusiasmo di chi ci lavora e inoltre se c’è sufficiente
fiducia e credibilità nell’indirizzo di sviluppo, possiamo
trasformare quello che è un progetto a termine in una
L’11 dicembre 2014, la Cooperativa è stata sottoposta
alla revisione relativa all’anno 2014 svolta dal revisore
ministeriale incaricato da Legacoop, Sig.ra Adriana
Pergetti, nell’ambito dell’esercizio della vigilanza sugli
Enti Cooperativi prevista dal D.Lgs. 2 agosto 2002
N.220, delegato dal Ministero delle Attività Produttive.
La revisione si è conclusa con giudizio positivo in
merito alla natura mutualistica, comprovando la coerenza della gestione con gli scopi statutari, il carattere
mutualistico della società e l’adeguatezza della gestione dell’amministrazione della Cooperativa.
Il verbale di revisione è stato portato all’attenzione
del Consiglio di Amministrazione il 25 gennaio 2015;
copia del verbale verrà affissa nelle bacheche delle sedi
e delle strutture/servizi.
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
Moira Puntelli
Specialista di Processo 6 - 18 anni
Revisione cooperativa
annuale
FOCUS
Legacoop Emilia Ovest
Con l’Assemblea Congressuale del 14
novembre è nata Legacoop Emilia
Ovest
L’
Assemblea Congressuale di Legacoop che si è
svolta il 14 novembre 2014 a Reggio Emilia al
Teatro della Cavallerizza ha un significato storico
per la cooperazione reggiana. Si è infatti concretizzato il
progetto di unificazione con Legacoop Parma e Legacoop Piacenza, sancito davanti al notaio e alla presenza
alla Cavallerizza dei delegati di Parma e Piacenza. Nasce
così Legacoop Emilia Ovest, che rappresenterà 389
cooperative, diverse delle quali leader nei rispettivi settori a livello nazionale, cooperative che associano oltre
745.000 soci, per un valore complessivo della produzione di 7.794.789.232 euro, con 57.000 addetti. La sede
legale sarà a Reggio Emilia, ma verranno mantenute le
sedi operative di Parma e Piacenza, punto di riferimento territoriale per le imprese e le istituzioni.
Nella mattinata si è svolta l’Assemblea con le cooperative reggiane. Dopo i saluti del sindaco di Reggio Emilia
Luca Vecchi, del presidente della Provincia Giammaria
Manghi, del presidente della Camera di Commercio Stefano Landi, del presidente di Confcooperative Reggio
Emilia Giuseppe Alai e del presidente di Agci Reggio
Emilia Mauro Veronesi, è seguita la relazione della
presidente di Legacoop Simona Caselli. La presidente
ha sottolineato con forza le scelta fatta dalla coopera-
zione reggiana. “Oggi,
in questi tempi difficili
– ha spiegato Simona
Caselli – siamo chiamati ad essere all’altezza
della nostra storia, soprattutto qui a Reggio
Emilia, la città che ha
intitolato la sua piazza
principale non ad un
re o ad un condottiero
ma ad un Padre della
Cooperazione: Camillo Prampolini. Essere all’altezza
della nostra storia significa, oggi, essere all’avanguardia
dei processi, innovare per primi interpretando il futuro
con intelligenza e competenza, agire con responsabilità
e coraggio. La nostra organizzazione ha deciso di farlo
attraverso due atti di grande cambiamento: l’assunzione di una dimensione di area vasta con Legacoop Emilia
Ovest e costituendo l’Alleanza delle Cooperative di
Reggio Emilia”.
La relazione di Simona Caselli si è molto proiettata verso il futuro: “La scelta di parlare di Cooperazione 2020
non è solo evocativa, ma di sostanza: si vuole ragionare
con uno sguardo lungo, perché le nostre sono imprese
intergenerazionali assumendo quello europeo come
orizzonte culturale di riferimento e come luogo della
competizione nel quale dovrà collocarsi un nuovo
ciclo espansivo della cooperazione. È il contributo
che vogliamo dare al nostro Paese e alla costruzione
di una società più equa. La cooperazione italiana –
ha affermato la presidente di Legacoop – può farlo
contando su alcuni punti di forza: il proprio patrimonio valoriale e di competenze, la dimensione europea
e mondiale del movimento cooperativo, il percorso
unitario dell’Alleanza delle Cooperative”.
Simona Caselli ha poi affrontato il tema delle crisi che
ha colpito alcune cooperative, in particolare nel setdicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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FOCUS
Legacoop Emilia Ovest
tore costruzioni, che per il combinato disposto di crisi
di mercato, riduzione del credito, ritardi di pagamento
sta subendo nel nostro paese una crisi di sconvolgente portata. “Questa situazione inusitata – ha detto la
presidente Caselli – si è riverberata pesantemente e
dolorosamente anche a Reggio Emilia, su cooperative
di primaria importanza che operano in quest’ambito e
Legacoop ha profuso durante questo mandato uno sforzo e un impegno senza
precedenti di tutta la
cooperazione, per mettere in campo azioni
volte a tutelare nella
misura massima possibile i soci lavoratori
e i soci prestatori. Ma
vogliamo fare chiarezza
e respingere ricostruzioni strumentali e
prive di fondamento:
è bene ricordare che
delle mille procedure
aperte a Reggio presso
il Tribunale, solo lo
0,7% interessa società cooperative. In particolare un
fallimento su 754, e 5 concordati preventivi su 173,
due dei quali (Coopsette e Unieco) conclusisi nel giro
di pochi mesi con il ritorno in bonis delle aziende e
con accordi con i creditori che prevedono il pagamento
integrale dei crediti.
Ad oggi, grazie alle newco di continuità Sicrea e Siteco e
al ritorno in bonis di Unieco e Coopsette, si è riusciti a
mantenere il presidio produttivo delle imprese reggiane
e di conseguenza dare continuità anche al rapporto di
fornitura con l’indotto. Nelle condizioni date non ci
pare un risultato da poco; è chiaro che la traversata del
deserto non è finita e che la severità e la persistenza
della crisi non consentiranno, a regime, di mantenere i
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
volumi produttivi e occupazionali precedenti perché il
cambiamento di questo mercato è epocale e non appare
reversibile e che saranno necessari quindi ulteriori
processi radicali di ristrutturazione e riposizionamento. Per quanto riguarda il prestito sociale, con uno
sforzo di solidarietà enorme e senza precedenti tanto
più straordinario se si considera che è avvenuto in un
periodo di crisi, la cooperazione reggiana ha operato per surrogarsi ai
prestatori di Cmr e
Orion consentendo
loro di recuperare,
finora, il 40% del loro
credito (con l’obiettivo
di arrivare al 50%),
in tempi anticipati
rispetto alle procedure
e in misura maggiore
di quanto previsto dai
concordati. Su questo
delicato tema ci aspettiamo che al Congresso nazionale venga
approvato il testo della
autoriforma da rendere immediatamente operativo
nelle imprese aderenti”.
Altra questione affrontata da Simona Caselli è quello
delle false cooperative. “Non è più tollerabile la presenza, pervasiva anche nei nostri territori, di false cooperative e del loro dumping contrattuale che stravolge il corretto funzionamento dei mercati, altera la concorrenza,
distorce il modello cooperativo sfigurandolo e minandone la reputazione. Così come non è più tollerabile
il ricorso sistematico agli appalti al massimo ribasso
che come cooperazione reggiana deprechiamo da anni,
spesso in solitudine anche nei nostri territori”.
Attenzione è stata data anche al futuro delle cooperative. “Le nostre associate – ha spiegato la presidente di
FOCUS
Legacoop Emilia Ovest
Legacoop – esprimono una progettualità eccellente in
molti ambiti e fanno della qualità e della competenza
gli elementi chiave della propria prospettiva. Molta
parte del potenziale ce la giocheremo nella capacità di
mettere in campo progetti intersettoriali come nel caso
delle mutue, del nuovo welfare, del cohousing, della
gestione dei beni culturali ed in tanti altri campi e di
stare sulla frontiera avanzata dell’innovazione”.
Alle 15:00, sempre
nel Teatro della Cavallerizza, alla presenza dei delegati
di Reggio Emilia,
Parma e Piacenza
è stato sottoscritto
l’atto costitutivo di
Legacoop Emilia
Ovest e sono stati
nominati gli organi
sociali. Presidente
di Legacoop Emilia
Ovest è stata eletta
Simona Caselli,
vicepresidente
vicario Maurizio
Molinelli, fino ad oggi presidente di Legacoop Piacenza,
e vicepresidente Andrea Volta, presidente uscente di
Legacoop Parma. E’ seguita la tavola rotonda “Cooperazione 2020: immaginare il futuro. Cooperative, Università e Centri di ricerca insieme per l’innovazione”.
Simona Caselli, Maurizio Molinelli e Andrea Volta ne
hanno discusso con Arturo Tornaboni, direttore REI Reggio Emilia Innovazione, Andrea Cilloni, delegato del
Rettore dell’Università di Parma per i rapporti con la
Cooperazione, Riccardo Ferretti, Prorettore della sede
di Reggio Emilia dell’Università di Modena e Reggio
Emilia, Francesco Timpano, Università Cattolica di
Piacenza. La tavola rotonda è stata coordinata da Mas-
similiano Panarari, editorialista e saggista. Ha concluso
i lavori dell’Assembea il presidente di Legacoop Emilia
Romagna Giovanni Monti.
Il percorso di unificazione, iniziato nel 2013, nasce
da diverse motivazioni: rendere più forte, più utile e
funzionale la struttura associativa e la propria rete di
servizi in relazione ai nuovi bisogni ed alle esigenze di
tutela e rappresentanza delle cooperative associate. Legacoop Emilia Ovest
rappresenta 389
cooperative, diverse
delle quali leader nei
rispettivi settori a
livello nazionale, cooperative che associano
oltre 745.000 soci, per
un valore complessivo
della produzione di
7.794.789.232 euro,
con 57.000 addetti.
La sede legale sarà a
Reggio Emilia, ma verranno mantenute le
sedi operative di Parma e Piacenza, punto
di riferimento territoriale per le imprese e le istituzioni.
Carlo Possa
Legacoop Reggio Emilia
Al momento della stampa del Coopselios
Notizie, apprendiamo che Simona Caselli
è stata nominata Assessore Regionale
all’Agricoltura Caccia e Pesca, pertanto
ha dovuto rinunciare alla Presidenza di
Legacoop Emilia Ovest. Ci felicitiamo con
Simona e le auguriamo buon lavoro.
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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FOCUS
Piano Strategico 2014-2018
11 novembre 2014: presentazione del
Piano Strategico
M
artedì 11 novembre 2014, nella cornice del
Centro Internazionale Loris Malaguzzi di
Reggio Emilia, Coopselios ha presentato a
istituzioni e lavoratori le linee guida che orienteranno
l’attività dell’impresa nei prossimi 4 anni.
Durante la mattina, i saluti di Carla Rinaldi, Presidente
Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi,
e le conclusioni di Paola Menetti, Presidente
Legacoopsociali Nazionale, hanno testimoniato le forti
relazioni tra Coopselios, il territorio e la cooperazione.
quindi nel lungo periodo come un’impresa sociale che
mira a ottenere l’eccellenza nei settori di intervento.
E cercherà di farlo a partire dai pilastri dell’eccellenza,
quali la cultura del capitale umano, del cambiamento,
l’orientamento al cliente, al risultato e l’organizzazione
per processi.
Sono poi stati presentati i progetti che nel quadriennio
2014-2018 vedranno significative evoluzioni: NpBuy,
Q&B, Bewelfare, FDF, Prontoserenità, LearningBy
Languages, Le Corti Ospitali, Le Giornate Internazionali per la Coesione Sociale.
Durante il pomeriggio, gli interventi dei Direttori
d’Area Coopselios e dei Direttori Tecnici di Settore sono
stati intervallati dalle interessanti riflessioni del Prof.
Massimo Bruscaglioni.
L’immagine che il Presidente Guido Saccardi e il
Direttore Generale Raul Cavalli ci hanno presentato
è stata quella di una cooperativa “in salute”, capace di
ridefinire il proprio approccio al mercato, non più come
soggetto in grado di erogare prestazioni o produrre
servizi, ma come “impresa sociale” che si propone di
vendere soluzioni.
Permangono i tradizionali settori di attività ma con
una diversa aggregazione: l’area dei servizi sociali
ricomprende infatti il settore Assistenziale ed
Educativo; l’area dei servizi sanitari, quelli riferiti alle
cure intermedie e alle cure primarie. Coopselios si pone
Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, di fatturato
e di mercato, si rivelerà fondamentale lavorare sul
capitale umano interno all’organizzazione, attraendo
le migliori risorse, sviluppando adeguati percorsi di
carriera e senso di appartenenza.
Questo importante percorso coinvolgerà tutta
l’organizzazione, a partire dalla ridefinizione della figura
dei Responsabili Tecnici (non più RTP), dei Direttori
delle Aree Educativa, Assistenziale e Sanitaria, fino allo
sviluppo degli Specialisti di Processo.
Nei prossimi numeri del Coopselios Notizie, si darà
spazio ad approfondimenti sulla nuova organizzazione.
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
Ilaria Morandi
Responsabile Comunicazione e Fund Raising
LA VOCE DI COOPSELIOS
Laboratori e progetti
Spazio Gioco Estate:
Laboratorio del C.S.R.D. “La
Girandola” con l’assessore
Cugini
Dal quotidiano “Libertà” del 28/07/2014
Come ogni anno nel mese di luglio, il Centro per le
Famiglie del Comune di Piacenza ha presentato attività
e laboratori dedicati ai bambini all’interno del Centro
estivo – Spazio Gioco Estate, organizzato in collaborazione con la cooperativa Casa Morgana. Sulla scia del
successo ottenuto l’anno scorso, il progetto attivato
è stato quello proposto dal C.S.R.D. “La Girandola” di
Piacenza, centro socio-riabilitativo diurno con funzioni
educative rivolto a portatori di handicap adulti e/o minori affetti da deficit di carattere cognitivo, sensoriale,
motorio, psichico.
Attraverso la realizzazione di laboratori pratici manuali,
il progetto “Tra il dire e il fare…lavoriamo per creare” ha
previsto quattro incontri a cadenza settimanale: ogni
mercoledì mattina di luglio quattro utenti del C.S.R.D.
“La Girandola”, accompagnati da due educatrici referenti, si sono recati al centro estivo, presso la scuola
dell’infanzia “G. Rodari” in via Caduti sul Lavoro, per
realizzare assieme ai bambini e ai loro educatori nuove
attività manuali, creazioni e manufatti originali.
“L’obiettivo di far collaborare bambini e disabili, - afferma l’assessore Cugini - in linea con altre forme di
interazione fra le generazioni già sperimentate da
alcuni servizi del territorio, ha il fine di strutturare
momenti di apprendimento e socializzazione reciproca
e di cogliere e valorizzare le differenze e le diversità”.
Le Educatrici Nadia e Federica concludono spiegando
il lavoro fatto: “I laboratori proposti quest’anno dal
C.S.R.D. “La Girandola” sono stati finalizzati alla realizzazione di oggetti con materiale di riciclo: i bambini
sono stati invitati a portare da casa i contenitori vuoti
delle uova, confezioni di tetrapak, rotoli di cartone della
carta igienica, tappi, bottiglie e altro materiale di riciclo,
con i quali sono stati realizzati una battaglia navale da
tavolo, animali di diverse forme e colori, cornici decora-
te con fiori di cartone per le bambine e mostri e alieni
di cartone per i bambini”.
Paolo Boledi
Coordinatore C.S.R.D. “La Girandola” e “Faro Rosso”
Dal progetto allo sviluppo:
creazione di un metodo
Coopselios sui DSA
Il disturbo dell’apprendimento, che sia esso specifico
diagnosticato o aspecifico, o ancora rientri in una
connotazione declinata con la sigla BES, bambini con
bisogni educativi speciali, ormai è una realtà di grande
diffusione che pone le famiglie e non solo il ragazzo
di fronte a grandi frustrazioni. I percorsi scolastici e il
successo scolastico rappresentano nella nostra società
una tappa fondamentale per porre le basi di un futuro,
non solo lavorativo, ma anche di stima e costruzione
di un valore di sé come persona. Avere un disturbo
dell’apprendimento quindi assume un valore non solo
legato all’apprendimento di contenuti e relative abilità,
ma pervade la persona come minaccia all’autostima,
pervade la famiglia come minaccia al raggiungimento
di un buon percorso evolutivo del figlio inteso come
possibilità di conquista dell’autonomia lavorativa,
sociale, familiare.
Facile dire DSA, difficile ascoltare e dare risposta alle
sofferenze che i bambini ti raccontano e allo sconforto
e confusione di madri e di padri, alla ricerca di capire
perché e come poter aiutare un bambino la cui
intelligenza sembra non essere sufficiente al successo
scolastico, eppure dovrebbe.
Per avere una diagnosi di DSA è necessario che
il quoziente intellettivo sia perlomeno nella
media, quindi un ragazzo con disturbo specifico
dell’apprendimento è intelligente quanto i suoi
compagni, spesso di più. Nonostante questo, il
rendimento scolastico risulta nettamente peggiore con
conseguenze immediate sul piano degli apprendimenti
e, successivamente, anche su quello sociale, lavorativo e
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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LA VOCE DI COOPSELIOS
Laboratori e Progetti
psicologico, portando in un primo tempo a insuccesso
scolastico, demotivazione all’apprendimento,
incompetenza appresa, “mal di scuola” (malesseri fisici
e rifiuto della frequenza), scarsi livelli di autostima
e autoefficacia con conseguente abbandono e
dispersione scolastica, e in un secondo tempo allo
sviluppo di disturbi depressivi, somatizzazione, ansia,
fobie, isolamento sociale, scarsi livelli di autostima e
autoefficacia.
In questo tipo di disturbi, la precocità della diagnosi e,
successivamente, dell’intervento, sono tra i fattori più
importanti per una buona evoluzione del disturbo, per
questo la possibilità di anticipare l’intervento ai DSA è
una sfida prioritaria.
Il progetto “Lerette e Menuri” interviene
esattamente in questi due importanti aspetti, quello
dell’individuazione precoce e quello dell’intervento.
La formazione agli insegnanti, attivata nelle scuole
primarie e secondarie dei comuni di Lerici, La Spezia,
Sarzana, Ortonovo, Castelnuovo Magra, Ameglia,
Arcola, Follo, Carrara e Fosdinovo, oltre a fornire
strumenti e strategie per l’intervento sui ragazzi
durante il percorso di studi, ha una ricaduta importante
anche sull’individuazione delle difficoltà nella prima
fase di alfabetizzazione, fornendo strumenti utili per
riconoscere i segnali di rischio per la comparsa di un
DSA.
I laboratori con i ragazzi, attivati nelle stesse scuole,
pensati in un’ottica gruppale e arrivati a toccare oltre
300 ragazzi, favoriscono l’integrazione tra i ragazzi e
rinforzano il senso di autostima, di autoefficacia e di
efficacia collettiva, tendenzialmente bassi nei ragazzi
con DSA, quindi rispondono al bisogno d’intervento
precoce, prevenendo i suddetti rischi e interrompendo
sul nascere il circolo vizioso che dalla difficoltà
scolastica porta a conseguenze critiche che investono
tutti gli aspetti della vita futura dei ragazzi.
Diego Soldano
Coordinatore Educativa Territoriale Ambito 69
Coopseliosnotizie | dicembre 2014
Olimpiadi e Panigacci al
Residence degli Ulivi di
Podenzana (MS)
Olimpiadi 2014
Venerdì 10 Ottobre 2014 presso la struttura R.S.A.
“Residence degli Ulivi” di Podenzana (MS), come ogni
anno si sono svolte le Olimpiadi.
La giornata ha visto impegnate due squadre composte
dagli ospiti del “Residence degli Ulivi” e gli ospiti della
Comunità “I Due Mari” di Velva (GE).
Alla presenza dell’assessore del Comune di Podenzana, Claudio Baldassini, che come ogni anno ha dato la
disponibilità a partecipare e organizzare questo evento,
le due squadre si sono affrontate nella corsa a cronometro su un percorso ad ostacoli, nel tiro alla fune,
nella pallavolo e nella pallacanestro.
Quest’anno i ragazzi di Velva hanno avuto la meglio su
quelli di Podenzana, ma lo spirito di partecipazione, la
sportività e la voglia di trascorre una piacevole giornata in compagnia, ha unito le due squadre durante tutte
le gare.
La giornata si è conclusa con la premiazione dei vincitori da parte dell’assessore e il pranzo in struttura.
Commovente ed emblematico, è stato il momento in
cui un ospite della Comunità “I Due Mari”, ha letto ad
alta voce una lettera dedicata alla squadra rivale e agli
operatori del “Residence degli Ulivi”, in cui traspare il
vero spirito di questi giochi.
Panigacci in Struttura
Sabato 25 Ottobre 2014, presso la struttura R.S.A.
“Residence degli Ulivi”, è stata organizzata una giornata dedicata ai tipici panigacci di Podenzana.
Grazie all’aiuto dell’OSS Marzia Babbini e dei volontari Alessandro Ruggeri, Luca Ballerini e Alessandro
Poli, è stato allestito un punto di cottura tradizionale.
I gustosi manicaretti sono stati consumati, accompagnati da formaggi e salumi, dagli invitati con la piena
soddisfazione di tutti. È stata una giornata grandiosa e
una splendida occasione per pubblicizzare un’eccellenza di Podenzana e legare, ulteriormente, la struttura al
magnifico territorio che la ospita.
L’équipe del residence degli ulivi - Podenzana (MS)
LA VOCE DI COOPSELIOS
notizie in breve
Premio QuadroFedele 2014: Coopselios premiata per il migliore Bilancio Sociale delle
cooperative aderenti a Legacoop
Mercoledì 17 dicembre 2014 a Roma, in occasione del
39° Congresso Nazionale di Legacoop, Coopselios ha
ricevuto il Premio QuadroFedele, per il miglior Bilancio
di Responsabilità Sociale.
Giornata Internazionale per l’eliminazione
della violenza contro le donne
In occasione della Giornata Internazionale della violenza contro le donne, la Commissione Pari Opportunità
di Coopselios ha invitato a riflettere sulle varie forme
di sopruso, per essere in grado di riconoscerle e contrastarle. Il 16 luglio scorso, in occasione della presentazione del libro “Il lavoro femminile. Impegno, creatività,
resistenza” promosso attraverso il Concorso Letterario
Nazionale Maria Maddalena Iovene, la Compagnia
Instabile di Coopselios ha portato in scena “Caffè d’ortica”. Lo spettacolo voleva sensibilizzare il pubblico su
tutte quelle forme di violenza manifesta silente, che
non è solo quella fisica. Lo spettacolo è visionabile anche sul canale Youtube di Coopselios.
Il Settore Anziani Coopselios ha presentato
il Codice Comportamentale ed Etico
Dopo i Settori Infanzia e Disabili anche quello Anziani
si è dotato di un Codice Comportamentale ed Etico. Il
frutto di questo prezioso lavoro di gruppo, realizzato
con il contributo di molti professionisti del Settore,
è stato presentato venerdì 12 dicembre 2014 alle ore
10:00 presso l’Hotel “Mercure Astoria” a Reggio Emilia.
“Come han fatto presa. Le comodità degli
anni Sessanta che ci hanno rivoluzionato la
vita”
Lunedì 17 novembre 2014, presso l’Aula Magna “Manodori” dell’Università di Reggio Emilia, è stata presentata
la nuova pubblicazione del Settore Anziani “Come han
fatto presa. Le comodità degli anni Sessanta che ci hanno rivoluzionato la vita”. La pubblicazione raccoglie le
testimonianze e i ricordi degli anziani residenti nelle
strutture Coopselios, sulle comodità introdotte negli
anni Sessanta e come queste abbiano cambiato le loro
abitudini quotidiane.
Presentazione del Codice Comportamentale
ed Etico del Settore Disabili di Coopselios
Il Settore Disabili di Coopselios, venerdì 14 novembre
2014, ha presentato il Codice Comportamentale ed
Etico. Questo strumento nasce dall’esigenza di trasformare l’operato quotidiano con i disabili in valori e
comportamenti. Il Codice Comportamentale ed Etico è
stato adottato dai professionisti del Settore Disabili di
Coopselios, per garantire la buona riuscita del percorso
riabilitativo e il miglioramento dello stato di salute della
persona.
Inaugurazione Nido d’Infanzia “Arcobaleno”,
Castelnovo Ne’ Monti (RE)
Sabato 22 novembre 2014 alle ore 10.00 è stato inaugurato il Nido d’infanzia “Arcobaleno” a Castelnovo ne’
Monti (RE). La struttura dal design moderno e innovativo, è stata data in concessione a Coopselios dal Comune di Castelnovo ne’ Monti per vent’anni ed è stata realizzata grazie al contributo della Provincia di Reggio
Emilia, del Comune di Castelnovo ne’ Monti e di Coopselios. Durante la mattina, le narrazioni dell’Associazione “Casina dei Bimbi” e le musiche dell’Istituto Musicale Pareggiato “Merulo” hanno animato i nuovi spazi del
Nido “Arcobaleno”.
”Chi ha paura del digitale?”: un interessante
dibattito sull’utilizzo delle nuove tecnologie
da parte dei bambini
Coopselios ha organizzato, per mercoledì 3 dicembre
2014 alle ore 20.45, presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi in via Bligny 1/a a Reggio Emilia, l’evento
“Orizzonti culturali e scientifici: come educare i “nuovi”
bambini all’uso delle tecnologie senza diffidenze e timori”.
Alla serata hanno partecipato Paolo Ferri, Professore di
teoria e tecnica dei nuovi media e Stefano Moriggi, filosofo della scienza dell’Università di Bicocca di Milano.
dicembre 2014 | Coopseliosnotizie
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