Coopselios notizie 57 versione WEB
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Coopselios notizie 57 versione WEB
Periodico d’informazione trimestrale della Cooperativa Sociale Coopselios Società Cooperativa Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L- 27/02/2004, NR 26) ART. 1 COMMA 2, DCB RE NOTIZIE É NATA LEGACOOP EMILIA OVEST ARCHIVIO STORICO COOPSELIOS VIVERE LA VITA FINO ALL’ULTIMO RESPIRO ANNO XV DICEMBRE 2014 57 sommario NOTIZIE DALLA COOPERATIVA 3. Inaugurazione del Centro di Documentazione e Atelier della Narrazione AGIbiLE e BELLA: architetture di qualità per la qualità delle scuole 4. Il 2015 - Mettiamo in archivio la nostra storia APPROFONDIMENTI DAI SETTORI 8. ANZIANI |Vivere la vita fino all’ultimo respiro 13. INFANZIA |Linee guida sulle innovazioni del Settore 15. MINORI |Centro di Psicoterapia in Coopselios FOCUS 17. Nasce Legacoop Emilia Ovest 20. Presentazione Piano Strategico 2014-2018 FOCUS LA VOCE DI COOPSELIOS 21. Spazio gioco estate: laboratorio del C.S.R.D. “La Girandola” di Piacenza Dal progetto allo sviluppo: creazione di un modello Coopselios sui DSA Olimpiadi e Panigacci al Residence degli Ulivi di Podenzana (MS) 23. Notizie in breve LA VOCE DI COOPSELIOS Hanno collaborato a questo numero: Paolo Boledi Sabrina Bonaccini Dina Bonicelli Silvia Montinaro Ilaria Morandi Moira Puntelli Carlo Possa Marzia Settepassi Mattia Salati Diego Soldano Elena Tavella Coopselios notizie Periodico trimestrale diffuso gratuitamente ai soci della Cooperativa Aut. Trib. RE n. 972 del 29/9/1998 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale DL 353/2003 (conv. in L - 27/02/2004, NR 26) ART. 1 COMMA 2, DCB RE Tassa riscossa - Taxe percue Proprietario: Guido Saccardi Cooperativa Sociale COOPSELIOS Società Cooperativa Via A. Gramsci, 54/S 42124 Reggio Emilia Tel. +39 0522 378610 Fax +39 0522 323658 www.coopselios.com [email protected] Direttore Responsabile Fabrizio Montanari Comitato di Redazione Giovanni Baiardi, Paolo Boledi, Sabrina Bonaccini, Gianni Calabrese, Katia Cuoghi, Davide Cusmai, Franco Dallari, Chiara Magnani, Aldo Manfredi, Claudia Manzini, Gianluca Ottomanelli, Monica Revere, Guido Saccardi, Ester Schiaffonati Coordinamento di Redazione Ilaria Morandi Impaginazione Ufficio Comunicazione e Fund Raising Coopselios Stampa L’OLMO soc. coop. sociale Montecchio Emilia (RE) Pubblicazione stampata su carta FSC® riciclata post-consumo: prodotta con legno e/o fibre ottenuti dal riciclo di materiale giunto al termine del proprio utilizzo. NOTIZIE DALLA COOPERATIVA inaugurazioni Inaugurazione del Centro di Documentazione e Atelier della Narrazione L e cooperative Coopselios e Cocea in ATI, in dialogo con i Servizi educativi del Comune di La Spezia, hanno ristrutturato e attrezzato l’edificio comunale dell’ex nido “Il Brutto Anatroccolo” per consentirne una fruizione molteplice, realizzando un Centro di Documentazione e Atelier della Narrazione rivolto ad adulti e bambini. Il 27 maggio 2014 alle ore 17.00, questi spazi sono stati inaugurati dal Sindaco della città, Massimo Federici, con la presenza dell’assessore Luca Basile e del Dirigente dei Servizi educativi Massimiliano Curletto. Il Centro è stato dedicato a Mara Baronti, attrice e narratrice di La Spezia che, poco prima della sua scomparsa, il 28 maggio 2013, ha partecipato con entusiasmo e generosità all’evento formativo sul tema “La narrazione nella relazione educativa” insieme al professor Marco Dallari dell’Università di Trento. La realizzazione del Centro è un investimento in consapevolezza di un ruolo sociale dentro il territorio; il Centro della documentazione vuole diventare per la città luogo di costruzione di valori e di saperi, luogo dove si elabora una cultura collettiva, che influenzi il contesto sociale e da esso è influenzato, in un rapporto di reciprocità. All’interno del Centro trovano spazio materiali documentativi realizzati nel territorio, testi di studio e strumenti informatici per consentire la ricerca sulla fascia 0-6 anni, documentazione quindi come strategia culturale per mettersi in dialogo e per diffondere la cultura prodotta dall’infanzia sul territorio. Inoltre è presente l’atelier della narrazione, un atelier aperto, di laboratorietà come strategia di conoscenza e di apprendimento a supporto dello sviluppo delle molteplici intelligenze dei bambini e dei diversi linguaggi di cui sono portatori. Dopo il taglio del nastro e la presentazione delle attività del Centro di Documentazione il pomeriggio è proseguito con l’offerta formativa per le insegnanti ed educatrici del territorio sul tema “Narrazione come pratica di cura”, teorie, esperienze e immaginari a cura di Sabrina Bonaccini Direttore tecnico Area Educativa di Coopselios. Marzia Settepassi Responsabile di Produzione del Settore Infanzia Coopselios AGIbile E BELLA: architetture di qualità per la qualità delle scuole L’Asilo Nido comunale “Pietra Porzia” di Frascati (RM) è stato selezionato, insieme ad altri 11 su 146 candidature, attraverso la valutazione della Giuria composta dall’arch. Maria Grazia Bellisario (MiBACT), arch. Laura Galimberti (MIUR), prof. Massimo Pica Ciamarra (IN/ARCH), e presieduta dal prof. Alberto Abruzzese, nell’ambito dell’iniziativa “AGIbiLE E BELLA. Architetture di qualità per la qualità delle scuole”. Le opere premiate sono state portate in mostra a Venezia negli spazi di Palazzo Grimani, nel quadro delle iniziative istituzionali promosse dal MiBACT in occasione della Biennale di Venezia dal 17 ottobre 2014. La mostra è stata realizzata in collaborazione con IN/ ARCH, che ha curato la richiesta degli elaborati necessari per l’esposizione. Marzia Settepassi Responsabile di Produzione del Settore Infanzia Coopselios dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 3 4 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA Archivio storico Il 2015 – Mettiamo in archivio la nostra storia “Non basta muoversi per fare progressi. Anche un cavallo a dondolo si muove, ma è sempre fermo sullo stesso punto”. Alfred A. Montapert Nel 2015 in cooperativa, care colleghe e colleghi, socie e soci, lettrici e lettori di Coopselios Notizie, oltre alle già note “Giornate Internazionali per la Coesione Sociale”, appuntamento di giugno a Reggio Emilia, all’avvio delle celebrazioni dei 30 anni di attività di Elena Tavella Coopselios che si concluderanResponsabile Servizi Archivistici no nel 2016 e che raggrupperanno eventi tra tradizione e innovazione che nascono dalle nostre radici, attraversano il presente e si proiettano verso il futuro che vogliamo, avremo un’altra importante novità, una sorta di “pietra miliare” che poniamo in Coopselios: avvieremo il nostro Sistema Archivistico coordinando tra loro gli “archivi” esistenti nelle nostre sedi, uffici, servizi e strutture e organizzandoli in archivio corrente, archivio di deposito e archivio storico! È un sistema, quello archivistico, perché “pluralità di elementi materiali coordinati tra loro in modo da formare un complesso organico per definirne la validità storica” (Galileo Galilei, 1623). Più semplicemente, avviamo un percorso che rappresenterà un servizio di supporto per il nostro lavoro quotidiano, per cui mai più si perderà o non si saprà come e dove reperire “quel dato”, “quel documento” che testimonia l’attività della nostra Cooperativa: detto meglio, ci organizzeremo in modo tale da evitare di perdere testimonianze storiche importanti e per cercare di favorire la rintracciabilità quotidiana di dati e documenti. Prosegue pertanto per Coopselios il “governo della conoscenza”, con strumenti messi a disposizione anche dal nostro Servizio, che dovrà garantire con efficienza Coopseliosnotizie | dicembre 2014 lo sviluppo del Sistema Archivistico. Inizieremo ad applicare un metodo di archiviazione utile per ogni ufficio, ogni struttura/servizio, ogni sede, un metodo che ci aiuti a comprendere quali documenti conservare, come classificarli ordinatamente e come reperirli rapidamente: una specie di passaggio dal “caos all’ordine”. Si dirà “Ma come! Finora non abbiamo operato correttamente nel conservare i documenti aziendali?”: non vogliamo assolutamente affermare ciò, il concetto di archiviazione è un po’ più complesso e il nostro Servizio ha potuto constatarlo in questi recenti anni in cui siamo stati affiancati professionalmente dalla Cooperativa “Le Pagine” di Ferrara e dalla consulente Anna Catellani. Sappiamo che l’ordine è sempre percepito come tale da chi lo attua, è cioè soggettivo rispetto agli strumenti di chi lo elabora e che ognuno di noi conserva secondo un proprio criterio e conserva ciò che gli sembra logico. Cosa succede, però, quando questo metodo viene usato in un collettivo che lavora insieme, come è appunto la nostra cooperativa? Succede ciò che molti di noi hanno spesso dovuto riscontrare, perché è esperienza frequente in Coopselios, succede che la ricerca del documento è vana e non perché è assente chi ha prodotto o gestito quel documento! Che succede poi quando qualcuno esce dalla cooperativa ed è sostituito da altri colleghi o da persone nuove per la nostra organizzazione? Una delle finalità del nostro Sistema Archivistico è proprio cercare di evitare che tutto ciò non succeda più per non incorrere, nell’interesse di tutti, in conseguenze anche dannose per Coopselios. L’avvio lo scorso anno, su proposta del nostro consulente Anna Catellani, della progettazione di un sistema utilizzando la tecnologia informatica, ha significato per la nostra cooperativa, compiere una scelta importante che ci proietta nel futuro, anche perché innovativa, rispetto alla forma classica di un archivio d’impresa. Il sistema è NOTIZIE DALLA COOPERATIVA Archivio storico stato deliberato dal nostro Consiglio di Amministrazione nella seduta di novembre 2014. Ne è scaturito un sistema studiato in ogni particolare, pronto a seguire le evoluzioni della nostra Cooperativa, in termini di adattamento ai modelli organizzativi, a nuove “vision” e in grado di consentire interoperabilità con l’esterno, anche online. Per comprendere meglio il progetto del Sistema Archivistico abbiamo chiesto alla consulente Anna Catellani la disponibilità per un’intervista. Elena Tavella – “Prima domanda, ma davvero ci serve archiviare e farlo nel modo che tu hai strutturato?” Anna Catellani - “È una domanda pertinente la tua, Elena, perché è alla base della scelta da voi compiuta. Un’azienda, infatti, non ha l’obbligo di tenere un archivio; in Italia solo le pubbliche amministrazioni ce l’hanno, oltretutto rispettando un fittissimo elenco di leggi. Forse la vera domanda è perché un’azienda, una cooperativa come la vostra che si accinge a festeggiare trent’anni di attività, non dovrebbe tenere un archivio? E se lo fa, perché non gestirlo anche perseguendo lo scopo di ottenere il riconoscimento di “archivio privato d’interesse pubblico” seguendo la vigente normativa? Ottenere questo riconoscimento significa entrare a far parte del Sistema degli Archivi d’Impresa, ideato nel 1973 con una Tavola Rotonda a cui parteciparono storici dell’economia, imprenditori e archivisti di stato. Si arriva poi al primo archivio storico industriale nel 1980 dell’Ansaldo, alle diverse edizioni del “Premio Impresa e Cultura”, alla redazione del primo manuale di archivistica per l’impresa del 1998 ed al 2001 in cui nasce l’Associazione Musei e Archivi d’Impresa. Il riconoscimento di “archivio privato d’interesse pubblico” porta con sé altri notevoli vantaggi. In primo luogo, permetterebbe di entrare a far parte della rete nazionale delle pubbliche amministrazioni e di ogni struttura culturale come le Biblioteche, i Musei e le Università in un dialogo virtuale. Sì, perché un archivio d’impresa strutturato secondo le norme, come abbiamo progettato il vostro, fin dalla sua origine è considerato Ente Culturale. In secondo luogo, si potrebbero ottenere contributi economico-finanziari sui progetti culturali che Coopselios volesse attivare.” Elena Tavella – “Si può quindi dire che questo sistema archivistico farebbe acquisire a Coopselios un valore aggiunto, anche se potremo ottenere riconoscimenti trascorsi almeno un paio d’anni, in quanto da quando lo applicheremo è necessario un tempo di monitoraggio e sedimentazione e anche di eventuale adeguamento sulle esigenze che emergessero nel concreto. È poi necessario che noi soci e lavoratori ci appropriamo concretamente dello strumento, con la forte consapevolezza che siamo noi cooperatori a portare, nella storia, l’attività di Coopselios con la corretta archiviazione quotidiana. Come potrebbe il servizio aziendale di cui sono responsabile supportare questo percorso?” Anna Catellani – “Mi sembra che abbiate compreso bene cosa succede quando ciascuno segue un proprio criterio di conservazione dei documenti. Va subito chiarito che un archivio dà il massimo della sua utilità in quell’organizzazione consapevole, che vive di informazioni e queste sono trasmesse dai documenti, dove esiste consapevolezza che l’informazione non è un oggetto, ma la relazione tra l’incontro di un dato preciso e la sua interpretazione da parte di qualcuno. Bisogna far comprendere che l’archivio serve a molteplici finalità, ma sottolineo le principali: tutelare i documenti, la loro capacità probatoria, consegnare nel tempo le prove dell’attività di Coopselios ma anche conservare la memoria, non solo interna alla cooperativa ma anche al mondo con cui entra in relazione, per divulgare la testimonianza storica, originale, unica e autonoma della sua forza organizzativa, della professionalità delle persone che vi lavorano e la cultura del management aziendale. Concetto base è che l’archiviazione non è una scienza, dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 5 6 NOTIZIE DALLA COOPERATIVA Archivio storico nè tantomeno esatta, è una disciplina che stabilisce processi e procedure per ottenere il risultato di reperire un documento e un dato quando se ne ha bisogno. Proprio per questo, come giustamente tu hai sottolineato, specie nella prima fase di applicazione del Sistema di Archiviazione, il tuo servizio dovrà essere particolarmente attento alle esigenze che emergessero con gli opportuni adeguamenti. Sono convinta che questo sia, a regime, il sistema archivistico più idoneo per Coopselios.” Elena Tavella – “Resta il fatto che il Sistema che hai progettato ha in potenza i benefici che hai elencato, per il futuro, oggi ci dà criteri di archiviazione unici e validi per tutti noi, senza che vi sia alcuna perdita di documenti e l’immediato recupero in fase di sua ricerca. È corretto così?” Anna Catellani – “Sì, certo! E ciò anche perché avete accolto la proposta di approntare un sistema archivistico digitale sin dalla sua origine. Il sistema si fonda sul knowledge management, approccio che utilizza la gestione e condivisione della conoscenza, un modo innovativo di archiviazione che prende spunto dai concetti elaborati dall’economista giapponese Ikujiro Nonaka nel 1991. Sono concetti applicati anche nell’organizzazione aziendale, nelle aree di miglioramento delle performance, del miglioramento continuo, dell’acquisizione e mantenimento del vantaggio competitivo. Posso solo dirti che ora non serve altro che iniziare e con duttilità mantenere fermi i punti nevralgici del sistema.” Elena Tavella – “Grazie, allora ci mettiamo all’opera!” Dallo scambio di battute con Anna Catellani riscontriamo come in tutti noi operatori di Coopselios debba esistere la consapevolezza che l’Archivio della cooperativa sia una risorsa che costruiamo proprio noi stessi ogni giorno, che il valore aggiunto che ne deriva avvicinerà nuovi stakeholder e accrescerà l’attenzione di quelli che già oggi sostengono i nostri progetti di sviCoopseliosnotizie | dicembre 2014 luppo. Possiamo dire che il sistema di archiviazione è il “nucleo” della galassia aziendale. È sul risultato che ci proponiamo di raggiungere, ovviamente connesso alle strategie imprenditoriali della cooperativa, che si riposizionano altri e nuovi sfidanti obiettivi. Dall’archiviazione della documentazione a valenza storica (lettere, verbali, circolari, filmati, delibere, video, fotografie, atti di seminari e convegni, articoli di giornale, pubblicazioni, ecc.) che stiamo eseguendo insieme al nostro consulente Anna Catellani, emergerà soprattutto l’entusiasmo che ognuno di noi ha messo nel proprio lavoro, passione che ci ha consentito di raggiungere gli attuali risultati. Di sicuro, guardando i documenti riposti nel nostro archivio storico, ripercorreremo momenti felici, gioie e delusioni, rivivremo entusiasmi: senza entusiasmo non c’è obiettivo intelligente raggiungibile, l’entusiasmo ispira sicurezza, solleva il morale, è contagioso e porta al successo. Socrate insegnò a Platone, che insegnò ad Aristotele, che insegnò ad Alessandro Magno, e così via …: se la conoscenza non fosse stata trasmessa, si sarebbe estinta e le popolazioni non avrebbero saputo come cercare la strada per progredire. I documenti, le immagini, ciò che si produce quotidianamente può essere gestito per questo fine, e le aziende, come le persone, riguardandoli, imparano dall’esperienza e migliorano. Possiamo NOTIZIE DALLA COOPERATIVA Archivio storico paragonare la gestione del documento archiviato, a come imparare a giocare a scacchi da parte di chi difetta in concentrazione o lo scalare una montagna da parte di chi non sa controllare la paura e le avversità. Chiunque, in sostanza, è in grado di eseguire le attività in cui è bravo, ma sempre più risulterà vincente non sapere eseguire attività diverse ma eseguire le stesse attività in modo diverso! È quello che dovremo fare in Coopselios in cui si sta iniziando una nuova fase strategica di sviluppo accompagnata da necessarie rielaborazioni organizzative: prendersi cura, di persona, delle persone che assistiamo e che educhiamo con un approccio nuovo ma basato sulle nostre solide radici. Dobbiamo riconoscerlo, i documenti (eh sì, care lettrici e lettori torniamo sempre qui... “sul pezzo”, sul documento fonte di informazioni, …) che la Presidenza e la Direzione della nostra Cooperativa hanno presentato l’11 novembre 2014 nell’incontro pubblico di presentazione del Piano Strategico 2014 – 2018, hanno evidenziato una storia di attività, risultati e progetti, basati su una efficace analisi documentale. Questi documenti hanno rafforzato, perlomeno a me personalmente, l’orgoglio di appartenenza a Coopselios, orgoglio che mi piacerebbe restasse documentato, che non può disperdersi o restare nei cassetti, video o computer di qualcuno, ma che vorrei fosse trasmesso ai soci e dirigenti che verranno dopo di noi. La nostra maggiore responsabilità è lasciare un’eredità professionale di cui le generazioni future di soci Coopselios possano essere fiere, quelle che ci sostituiranno nel lavoro e nella guida di Coopselios. Anche chi non opera in cooperativa, che ci guarderà come modello, potrà riflettere sul proprio lavoro ricercando tra i nostri documenti: troveranno non solo la nostra storia cooperativa, ma anche preziosi riferimenti alla storia sociale delle comunità che ci hanno visto protagonisti. Un archivio, soprattutto se storico, vive e si alimenta di documenti: ai nostri lettori diciamo che c’è anche bisogno del vostro aiuto. Anche voi, come ho fatto io in questi miei venti anni di vita professionale in Coopselios, conserverete pubblicazioni, documenti, foto, video nei vostri personali archivi: sicuramente avrete qualcosa che raffigura e riporta al vostro lavoro o ai vostri contatti con Coopselios, alla vostra partecipazione ad assemblee, riunioni, gite o ad altro ancora di momenti sociali della nostra Cooperativa, sia che si chiamasse ancora Elios, Coop.SE, Favrega, Girasole. Se ne avrete voglia vi chiediamo di compilare il box qui sotto, ritagliarlo e inviarcelo con i documenti che volete mettere a disposizione dell’archivio storico di Coopselios. Dopo averne fatto copia ve li restituiremo. Potete spedire il tutto a Elena Tavella – Responsabile Servizi Generali. Sede Coopselios. Fatelo, potrete dire così di aver partecipato con un anche “piccolo mattoncino” alla costruzione del nostro archivio storico! Elena Tavella Responsabile Area Servizi Generali Coopselios Costruiamo insieme la nostra storia Nome Cognome ________________________________ Residente in____________________________________ ______________________________________________ Lavoro in Coopselios dal _________________________ Ho lavorato dal _______________ al________________ INVIO in data _______________________ i documenti via posta via mail sede Coopselios [email protected] Via Gramsci, 54/s 42124 Reggio Emilia dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 7 8 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI anziani Vivere la vita fino all’ultimo respiro Conclusione del progetto L a vita media si è allungata, spesso si passano molti anni in buona salute grazie ai progressi della medicina, tuttavia sono molto più frequenti che in passato malattie degenerative e il ricorso a servizi sociosanitari. La morte è passata dall’essere un evento familiare a essere un evento che spesso avviene in strutture ed è sempre più necessario prepararsi in modo adeguato. Nonostante il cambiamento della società, la morte è però ancora vista come argomento tabù che non viene affrontato facilmente dai familiari come dagli operatori, perché crea disagio e ci mette di fronte alla nostra vulnerabilità. Nel 2020 – 2,5 milioni di persone over 65 moriranno negli Stati Uniti, il 40% di queste morti avverrà in Nursing Home (Brock Brock & & Foley Foley, ,Hospice Hospice Journal. 1998;13:49 Journal. 1998;13:49- -60) In Italia nelle strutture residenziali il turnover annuo è del 33.01% di cui 15.09% decesso e il 17.2% per dimissioni. (“L’assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia” Network non autosufficienza). Censimento ISTAT 2011 Sulla base di queste considerazioni si è sviluppato il progetto “Vivere fino all’ultimo respiro”, un progetto formativo realizzato con una metodologia originale sul Coopseliosnotizie | dicembre 2014 tema dell’accompagnamento a vivere fino al momento della morte. Esso ha impegnato gran parte degli operatori dei servizi per anziani di Coopselios per circa un anno e si è concluso da qualche mese. La complessità e i numerosi servizi residenziali e domiciliari gestiti da Coopselios, attualmente una cinquantina su diverse regioni del Centro/Nord Italia e la volontà di raggiungere ognuno di questi servizi ci hanno indotto a pensare a modalità alternative, innovative e nel contempo sostenibili di realizzazione del progetto. La modalità è stata individuata nella organizzazione di una “formazione a cascata” attraverso una formazione dei formatori. Il progetto ha coinvolto circa 1550 operatori di cui l’81% occupato nei servizi residenziali e semiresidenziali e il 19% nei servizi d’assistenza domiciliare. I beneficiari sono stati 3500 anziani di cui 2200 residenti in strutture o frequentanti servizi semiresidenziali e 1300 seguiti dai servizi d’assistenza domiciliare. Le finalità principali sono state: 1. operare un cambio di prospettiva: affrontare la morte come parte della vita, ridefinire il concetto di persona morente, vedere i familiari come una risorsa e non come una preoccupazione, modificare l’approccio dal “curare” al “prendersi cura”, demolire il concetto di morte come argomento tabù; 2. prendersi cura del morente: evidenziare come la relazione e l’ascolto influenzino aspetti ritenuti prettamente sanitari, aumentare l’attenzione ai desideri del morente, capire come aiutare le persone a vivere fino alla fine, aumentare l’attenzione alla dignità del morente e accogliere le fragilità, capire come condividere le emozioni del morente e offrire sostegno, imparare a conoscere le problematiche tipiche affrontate dal morente, gettare le basi per la futura costruzione di un progetto individualizzato di fine vita; 3. prendersi cura dei familiari: potenziare le abilità comunicative, incrementare l’attenzione ai bisogni, imparare a rapportarsi meglio con le richieste dei fami- APPROFONDIMENTI DAI SETTORI anziani liari, favorire l’ascolto attivo, riflettere sull’importanza di fornire informazioni, formare sulla gestione delle richieste complesse, riflettere sull’importanza di conoscere la storia della famiglia, apprendere come aiutare il familiare nella preparazione al lutto; 4. valorizzare il ruolo degli operatori: favorire la percezione dell’importanza del ruolo dell’operatore nell’accompagnamento alla morte, aumentare la resilienza, capire come rapportarsi con le proprie risposte emotive, collaborare e inserirsi nel lavoro di èquipe, conoscere i meccanismi di difesa. Avvalendoci della collaborazione di una consulente (Letizia Espanoli) abbiamo organizzato due incontri, di 7 ore ciascuno per 70 partecipanti, composti dai Coordinatori di ogni servizio e da una persona scelta dal Coordinatore che non vivesse come particolarmente problematico l’argomento della morte, che avesse avuto esperienze di lutto elaborate e fosse amante della vita. Nel corso di questi incontri abbiamo cominciato a sensibilizzare i partecipanti e iniziato a farli riflettere su un cambio di prospettiva, inoltre abbiamo scelto i futuri formatori in base ai valori personali e al pensiero relativo all’idea di morte. Sedici (16) sono stati i formatori individuati, tra i quali 2 psicologi, 11 Coordinatori Responsabili di Servizio, 3 Responsabili di Produzione. Nel corso di 4 incontri e di 28 ore di formazione, essi hanno preparato le 4 unità didattiche da presentare in ogni struttura e SAD della cooperativa, oltre che redatto i supporti multimediali. A ogni formatore è stato fornito un «diario di viaggio» per lavorare attivamente su sé stessi e sul quale annotare una ricca bibliografia per prepararsi. Le prime due unità didattiche - “Occhi nuovi per vivere” e “Vivere fino alla fine”- sono state realizzate nei servizi nel periodo ottobre-dicembre 2013 e hanno riguardato il cambio di prospettiva riguardo alla visione della vita, l’utilizzo delle emozioni come motivazione al miglioramento, la ridefinizione del concetto di morente, l’analisi del contesto culturale in relazione alla morte, la morte e vita come parti dello stesso intero, l’analisi delle difficoltà tipiche nell’accudire persone alla fine del percorso di vita, lo studio di esercizi. Al termine delle prime due unità didattiche è stato organizzato un incontro intermedio con tutto il gruppo dei formatori per scambiarsi opinioni e suggerimenti, per verificare l’andamento del progetto e avere un feedback sul campo nei vari servizi. Le ultime due unità didattiche - “La famiglia del morente” e “Il ruolo dell’operatore di cura”- hanno riguardato l’analisi della famiglia delle persone morenti, il ruolo della famiglia come parte dell’unità curante, riflessione sui desideri e richieste, l’importanza di informare, l’ascolto attivo come strumento di cura, riflessione sul momento dopo la morte, l’importanza e l’onore di accompagnare un morente, l’empatia, la resilienza, la compassione e il contatto, lo studio di esercizi. Per la verifica dei risultati finali del progetto, è stato creato un questionario di autovalutazione per gli operatori per misurare con che frequenza vengono emessi comportamenti e inferenze in linea con gli obiettivi del progetto formativo da somministrare alla prima lezione e dopo un anno. Una scelta che sottolinea quanto Coopselios creda in una nuova visione di assistenza alla persona e sia disposta a mettersi in gioco. Il questionario indaga, attraverso una serie di items ritenuti rappresentativi, e in riferimento a una scala Likert da 5+1 punti, cinque aspetti: 1. ACCOGLIENZA: comportamenti e attenzioni che evidenziano la propensione a prendersi cura della persona assistita, mettendola in primo piano e cercando attivamente di rendere migliore la sua vita secondo le sue inclinazioni e aspirazioni personali. 2. AUTOEFFICACIA: le credenze delle persone riguardanti la propria efficacia nel gestire gli eventi che influenzano le scelte, le aspirazioni, i livelli di sforzo, di dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 9 10 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI anziani perseveranza, la resilienza, la vulnerabilità allo stress e in generale la qualità della prestazione. 3. COMUNICAZIONE: la letteratura scientifica ha ampiamente evidenziato come una buona comunicazione influisca positivamente su diversi indicatori inerenti alla salute quali la compliance ai trattamenti, il controllo del dolore e il miglioramento del benessere fisico e psicologico in ambito sociosanitario. Una buona comunicazione è essenziale anche nel rapporto con i familiari, per stabilire un rapporto di fiducia e per far sentire una presenza umana e non prettamente sanitaria. 4. EMPATIA: è forse la caratteristica di base per chi lavora in ambito sociale senza occuparsi di patologie ma di persone. Esistono pochi costrutti più difficili da misurare e nemmeno la letteratura è concorde nel definirla precisamente, se non per la profonda comprensione dell’altro che ne è unanimemente riconosciuta come caratteristica di base. 5. RESILIENZA: la resilienza è la capacità di riuscire in modo positivo, a dispetto di uno stress o di un’avversità che comporta, normalmente, il rischio grave di uno sbocco negativo. La resilienza non è solo una capacità connaturata dell’essere umano, ma si sviluppa in relazione all’ambiente. Una delle caratteristiche più interessanti che emerge dagli studi sulla resilienza è proprio la capacità di trasformare un’esperienza dolorosa in apprendimento. Un evento critico, che in molti casi rischia di far rinchiudere la persona, può divenire motore di cambiamento possibile. È stata valutata la comprensibilità del questionario prodotto da un Responsabile dell’Attività Assistenziale e da alcuni operatori, è stata quindi redatta la versione definitiva del questionario. Il questionario si basa su un ampio campione, infatti è stato somministrato una prima volta durante lo svolgimento della prima unità didattica a circa 1000 operatori e rappresenta uno strumento innovativo per la cooperativa che fornisce una visione più oggettiva Coopseliosnotizie | dicembre 2014 dei risultati ottenuti e potrà rappresentare lo spunto per nuovi progetti oltre che a evidenziare gli ambiti di miglioramento possibili. Attualmente non sono ancora disponibili i primi dati finali del progetto da commentare e presentare; speriamo di riuscire a somministrare il questionario per la seconda volta nel corso del 2015, ma le prime ricadute positive sono già osservabili: la scoperta di nuove risorse e attitudini del gruppo dei formatori, l’influenza positiva su tutte le persone coinvolte nel progetto, un entusiasmo inimmaginabile nelle prime lezioni e una partecipazione attiva degli operatori, la riscoperta dell’importanza del proprio lavoro e in definitiva una riscoperta della passione per la vita! Dina Bonicelli Direttore Tecnico Area Assistenziale Coopselios A seguire le testimonianze di due dei sedici formatori. “Una formazione che è stata un viaggio, un veleggiare insieme, chi sfidando il vento per paura di esserne travolti, chi rifugiandosi di tanto in tanto in coperta temendo la tempesta, chi afferrando con forza le cime per trascinare gli altri trasmettendo l’equilibrio del navigare. Il tema della morte ha unito e poi diviso, ma alla fine unito ancora con più forza nell’esperienza universale che ci accomuna. Ha permesso di affrontare, ognuno a livelli diversi, la paura della morte, il senso di impotenza universale, la disillusione dell’onnipotenza. Parlare di accompagnamento alla morte ha inevitabilmente trasferito il pensiero alla nostra morte, con un velo di tristezza, ma raccogliendo anche il coraggio attraverso i racconti e la condivisione che è universale. Alla fine del percorso, nell’ultimo incontro è accaduto in modo fluido e dolce poter esprimere ognuno la propria immagine di morte, dopo un raccoglimento APPROFONDIMENTI DAI SETTORI anziani con training di rilassamento per favorire l’espressività e modulare l’attivazione creata dalla paura, comunque presente anche se velata… e le immagini emerse sono state tutte molto poetiche, incantate e suggestive – es. una neve candida che piano piano sbiadisce, un faro che si perde nel mare… immagini che hanno ricordato gli archetipi universali e che hanno permesso di sublimare il pensiero di angoscia verso un pensiero creativo ed emotivamente espressivo, da poter condividere ognuno con tutto il gruppo e sentirsi vicini in queste mille forme di esperienza esistenziale. Inevitabilmente sono emersi racconti personali, dolori e sofferenze ma anche la ricchezza dell’esperienza e della spiritualità; qualcuno è riuscito a condividere e quindi donare a tutti le proprie lacrime, potendosi sentire accolto e lasciando riverberi di ricordi personali nel gruppo. La morte è anche perdere i propri cari, si affronta la paura e la tristezza del distacco e dell’abbandono, questa è la sensibilità di base che può guidare a un accompagnamento empatico verso anziani e familiari delle nostre strutture: capire il dolore ma saper distinguere la nostra sofferenza da quella altrui per poter essere lucidi ed empatici. Un viaggio, dove nel primo incontro c’era la concitazione della partenza verso una meta ignota, un tema che turbava e per questo per me è sempre stato un percorso con inizio ma senza una vera fine, con l’idea di partire dal poggiare un semino da far crescere insieme. Nel secondo incontro ci si è addentrati nel tema specifico del morente, con la miriade di vissuti conseguenti, tante parole e tante riflessioni per condividere e sentirsi sostenuti in questa angoscia, ma anche per combattere e contrapporsi alla passività del tema. Una pausa che ha preceduto il terzo incontro, ma che si è rivelata un ponte, perché l’intensità dell’esperienza umana di cui si era parlato si è riproposta vividamente nonostante il tempo trascorso e si è ripreso il clima di condivisione e differenziazione nelle modalità diverse di affrontare la delicatezza dell’oggetto. Affrontare il discorso dei familiari sembra abbia riproposto dinamiche appunto del sistema: vissuti conflittuali, a tratti contraddittori, tenerezza, pena, rabbia, impotenza, colpa e la fatica a tenerli insieme, integrarli per poter essere consapevoli “sostenitori”. E poi il quarto incontro, dove spesso è emersa la malinconia della fine del percorso, ma anche il sollievo per la non leggerezza del tema affrontato; è stato bello sentire tanto calore per aver condiviso pensieri e sentimenti tanto intimi, per aver sistematizzato i principi cardine emersi nel percorso ma anche dato le ali alle nostre emozioni creando le nostre immagini personali creative di morte: per tutti richiamava un tocco della natura e di relazione intensa, per tutti un’immagine mai scontata ma molto visionaria. Il tema del CONTATTO è riemerso spesso, perché previsto dalla scaletta ma anche perché riproposto in varie forme: il contatto è cura tecnica ma anche cura emotiva, vicinanza ed empatia, protezione primaria, relazione primaria e coinvolge il proprio stile di attaccamento e quindi le sicurezze ma anche le proprie paure e il desiderio di difendersi; si parlava di morte ma in realtà si è sempre parlato di vita, delle nostre vite, dei nostri valori, affetti ed emozioni. E il contatto come strumento per passare dall’impotenza della fine alla potenza della relazione, fino al valore dei ricordi. Un viaggio che ha permesso di dare valore straordinario alla missione professionale di tutti noi, in tutti i ruoli, per poter accompagnare le persone nel loro ultimo viaggio, nel loro ultimo respiro”. Silvia Montinaro Psicologa Coopselios c/o RSA Quarenghi (MI) e RSA di Lainate (MI) dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 11 12 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI anziani “Tutta la natura pare funzionare per fasi dove a ogni inizio corrisponde una fine e viceversa. Il mondo animale sembra affrontare questi inevitabili “giri di giostra” con una serena consapevolezza, mentre l’uomo, forse perché più svincolato dalla componente istintuale, fin dall’alba dei tempi s’interroga, non senza angosce, sulla vita e sul suo seguito. A dispetto del suo intrinseco fascino intellettuale, la morte rimane un argomento difficile, di cui non si parla volentieri, caratterizzato dalla complessa gestione che la sua risonanza emotiva provoca. È probabilmente per questo che molte persone cercano di esorcizzare la paura della morte chiudendola in un cassetto con la speranza di dimenticarla, ma nei servizi per anziani questa non può essere certamente la risposta. Come si possono sostenere operatori che si trovano a condividere gli ultimi istanti di vita di un anziano? Come si può aiutare un familiare che si trova catapultato a dovere fare i conti con la realtà assistendo una persona amata ormai morente? Sono domande sempre più attuali se si pensa che in tutta Europa si tende sempre più spesso a finire la vita in servizi sociosanitari, e l’Italia non fa eccezione, infatti, circa il 50% delle persone che hanno superato i 65 anni non termina la propria esistenza in casa. È interessante notare inoltre come questa percentuale aumenti in modo direttamente proporzionale all’età, in un paese dove l’età media cresce anno dopo anno. Penso che il Settore Anziani di Coopselios sia stato protagonista nel 2013/2014 di un progetto tanto ambizioso quanto innovativo, che lascerà sicuramente il segno per gli anni a seguire. Un progetto che non è definibile come squisitamente formativo, ma piuttosto, mirato a operare un vero e proprio cambio di prospettiva, oltre che culturale, riguardo al concetto di morte in tutti i servizi. Pensato e strutturato per raggiungere in modo capillare ognuna delle migliaia di persone che gravitano a diverso titolo intorno ad ogni Casa Residenza, RSA, Centro Diurno e Servizio di Assistenza DomiciCoopseliosnotizie | dicembre 2014 liare gestiti dalla cooperativa. Quando sono stato coinvolto nel progetto “Vivere la vita fino all’ultimo respiro” ho frequentato una serie di incontri condotti da Letizia Espanoli, una carismatica innovatrice con una esperienza ventennale nel sociale, che con il suo entusiasmo ha travolto l’intera squadra di colleghi incaricati come me di diventare a loro volta i formatori nei vari servizi. Gli incontri che mi hanno visto prima come “studente” e poi come formatore; mi hanno lasciato assolutamente sorpreso sia nel metodo che nei contenuti. Non mi sarei mai aspettato infatti di trovarmi a parlare in primo luogo di vita in un corso avente come argomento la morte e ancora meno mi sarei aspettato di trovarmi spesso e volentieri a ridere con i colleghi! Attraverso la visione di filmati, di esercizi pratici e di numerose metafore, si è passati da una visione di morte angosciante a una serena presa di consapevolezza di una parte della vita inevitabile e importante. Tutti gli operatori del settore sono stati accompagnati a riflettere su come condividere gli ultimi istanti di vita di una persona non sia un peso, ma al contrario un onore che merita rispetto e cura. Si è dedicato del tempo a ragionare sull’importanza della condivisione non giudicante delle emozioni dell’anziano, del familiare, ma anche ad affrontare il vissuto sull’argomento degli stessi operatori. Per rendere il tutto un po’ più scientifico è stato infine creato uno strumento, composto da una serie di domande a risposta multipla che, somministrato prima e dopo quello che si potrebbe definire il “contagio” del progetto, si è posto l’obiettivo di dare la misura del cambiamento. Ad oggi nonostante non sia ancora disponibile un’analisi oggettiva dei risultati, come formatore, posso dire che l’interesse che ho visto negli occhi degli operatori dei vari servizi e l’entusiasmo con cui li ho visti partecipare lasciano sicuramente sperare di essere riusciti nell’intento!”. Mattia Salati Psicologo e Specialista di Processo Area Assistenziale Coopselios APPROFONDIMENTI DAI SETTORI infanzia Linee di sviluppo e di innovazione del Settore Infanzia per il 2015 A bbiamo definito le linee di innovazione e di sviluppo per il Settore Infanzia per l’anno scolastico 2014-2015, che troveranno poi una declinazione e un’integrazione nelle specificità territoriali delle diverse aree geografiche della cooperativa e nella definizione dei piani di lavoro annuali con le direzioni d’Area. Uno dei tratti di novità più rilevanti è connesso alla riorganizzazione aziendale e riguarda l’identità del settore, che amplierà i suoi ambiti di intervento nella fascia 6-18 anni. Si tratta quindi di gestire l’evoluzione di un’identità che fino a ora si era concentrata sullo 0-6 anni per comprendere progetti e servizi che si rivolgono a bambini di età differente con le loro famiglie. Questo sicuramente arricchirà la prospettiva progettuale e ci consentirà di pensare in continuità secondo una visione di servizio educativo come “centro per l’educazione e la famiglia” nel suo insieme, indipendentemente dalla specificità del servizio erogato. Un altro tema rilevante, sempre legato alla riorganizzazione, sarà quello di andare a definire una riorganizzazione del settore secondo una specializzazione per processi, che ci consentirà di approfondire meglio la ricerca, l’innovazione, ma anche il monitoraggio dei diversi aspetti che caratterizzano l’erogazione dei nostri servizi educativi. Continuiamo poi nella ricerca attorno ai temi del bilinguismo. Abbiamo istituito un gruppo di lavoro per la definizione di un curriculo specifico per il nido e al scuola dell’infanzia secondo l’approccio “Learning by languages”, che coniughi il “Reggio approach” utilizzato nei nostri servizi con l’apprendimento della lingua inglese. Abbiamo già diverse sperimentazioni in corso: nido scuola “Calicanto” a Bologna, Nidi scuola “Dragonfly” e “Onetothree” a Milano e il centro sperimentale “Le Corti” a Correggio (RE), in collaborazione con la scuola di lingue “Language studios”. Per quanto riguarda la didicembre 2014 | Coopseliosnotizie 13 14 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI infanzia dattica il tema di approfondimento riguarda la riflessione teorica e l’approfondimento pratico riguardo al tema “tecnologie e didattica: tra touch e immersione”. Oggi le tecnologie didattiche appartengono al mondo dei bambini che sono considerati “nativi digitali”. Il punto è quello di educare i bambini a un uso consapevole e soprattutto capire quanto influenzino le tecnologie i processi di apprendimento e il piano simbolico. Il percorso verrà affrontato con la supervisione del professor Paolo Ferri ordinario all’Università Bicocca di Milano. Questo percorso confluirà poi in una pubblicazione di settore da realizzare entro il 2015 in collaborazione con le edizioni junior. Sempre in sintonia con questa sensibilità stiamo progettando, in collaborazione con l’ufficio ICT di Coopselios, un percorso per l’informatizzazione dei dati di struttura e dei bambini, che ci consenta una archiviazione, ma in futuro anche una consultazione digitalizzata di tutte le informazioni e i dati che ruotano attorno alla vita di un servizio. Un altro tema rilevante riguarda una riflessione specifica sul curriculo per la scuola dell’infanzia e sulla valutazione degli apprendimenti, in quanto sta aumentando, nella rete dei servizi gestiti da Coopselios, la presenza di scuole dell’infanzia. Questo ci obbliga a un approfondimento che renda più specifiche le didattiche e le strategie di documentazione e di valutazione per la fascia d’età 3-6 anni. Un altro tema molto importante che stiamo ampliando riguarda i progetti di Atelier innovativi. Stiamo progettando proposte diversificate, che partendo dalla cultura dell’atelier sviluppata nei nostri servizi, “esplodano” questa cultura in tante declinazioni, anche più limitate nel tempo, (pacchetti di atelier pomeridiani, stagionali o a tema) da offrire anche al di fuori dei nostri servizi o rivolti a fasce d’età differenti. Continua poi la formazione e l’approfondimento per offrire struCoopseliosnotizie | dicembre 2014 menti e teorie agli operatori che lavorano sui sostegni di bambini con abilità differenti. In particolare stiamo mettendo a punto una collaborazione per attività di formazione e supervisione con l’Università di Modena e Reggio, facoltà di Scienze della formazione primaria per un percorso di formazione sul P.E.I (Piano Educativo Individualizzato) che ci porterà all’elaborazione di uno strumento specifico per Coopselios. Infine ultimo, ma sicuramente non meno importante, continua il processo di internazionalizzazione della nostra esperienza educativa, attraverso lo scambio e l’accoglienza delle delegazioni, ma soprattutto con la costruzione del progetto con FDF di Abu Dhabi che dovrebbe portarci alla realizzazione di un progetto pilota nel 2015. Come si evince da questa presentazione, anche se molto sintetica, tante sono le piste di lavoro e i progetti che ci vedranno protagonisti nella costruzione del nostro futuro professionale in Coopselios e nel mondo. Sabrina Bonaccini Direttore Tecnico Area Educativa Coopselios APPROFONDIMENTI DAI SETTORI minori Centro di Psicoterapia in Coopselios Le nuove sfide del “prendersi cura” M ercoledì 4 novembre 2014, presso l’Auditorium dell’Istituto “Fossati/Da Passano” è stato presentato il Centro Minotauro - Consulenza e Psicoterapia per adolescenti e genitori, un progetto realizzato in collaborazione con la Cooperativa Il Minotauro e il Centro socio-educativo “Il Traghetto”, con il contributo della Fondazione Carispezia nell’ambito del Bando di erogazione 2014 nel Settore Assistenza Sociale. Il Centro avrà due sedi: una presso il Centro Diurno “Il Traghetto” a La Spezia, e l’altra presso il Centro Polivalente di Fiumaretta ad Ameglia (SP). Le famiglie potranno accedere al servizio in base alle condizioni economiche (modello ISEE) in maniera gratuita o attraverso una contribuzione ridotta (da 10 a 20 euro a seduta). Il programma della giornata ha visto il saluto del dirigente scolastico dell’Istituto, Paolo Manfredini, delle Autorità degli enti che patrocinano il progetto - per il Comune di La Spezia il sindaco Massimo Federici e per il Comune di Ameglia il sindaco Giacomo Raul Giampedrone - e del Presidente della Fondazione Carispezia, Matteo Melley, ente che sostiene il progetto, seguito dagli interventi del prof. Gustavo Pietropolli Charmet e del dr. Comazzi che hanno descritto il modello di intervento con gli adolescenti in crisi e i loro genitori, già sperimentato a Milano nell’ambito del Consultorio gratuito della Cooperativa Minotauro. In chiusura sono intervenuti i referenti de “Il Traghetto” e di Coopselios. L’incontro è stato finalizzato a far conoscere le condizioni di accesso al servizio, gli operatori, gli interventi offerti agli adolescenti e alle famiglie; in tale sede si è colta l’occasione per presentare alla cittadinanza alcune chiavi di lettura delle manifestazioni di disagio che si stanno diffondendo tra i più giovani, quali i disturbi alimentari, il ritiro scolastico e sociale, le condotte autolesionistiche e suicidali. Descrizione del progetto Il Centro di Psicoterapia Il Minotauro è un servizio a favore delle famiglie e degli adolescenti, che per la loro condizione economica rimarrebbero esclusi da servizi di cura onerosi, quali i percorsi di psicoterapia; infatti i servizi pubblici oggi incontrano grandi difficoltà a organizzare dispositivi di intervento in grado di offrire risposte specializzate ed efficaci ad alcune gravi forme di disagio adolescenziale. Si rivolge alle seguenti manifestazioni estreme di disagio: da ritiro sociale grave – quando gli adolescenti interrompono il percorso scolastico-formativo, evitano la frequentazione dei coetanei, si rinchiudono in casa in un atteggiamento di conflitto e distanza anche dai propri genitori, rischiano di sviluppare una dipendenza da internet - l’autolesionismo, i disturbi alimentari e il tentato suicidio. Tutte queste manifestazioni possono segnalare la crisi dolorosa del valore di sé e la profonda sofferenza dei ragazzi nel fare i conti e accettare il cambiamento che investe il loro corpo che si sta trasformando con la pubertà e lo sviluppo sessuale. La presa in carico psicoterapica, è un percorso più duraturo e approfondito della consulenza psicologica e può prevedere un impegno temporale anche della durata di un anno e oltre. Pertanto visto la tipologia di utenza e la metodologia, si è stimato che potranno accedere al Centro circa 30-40 famiglie l’anno e condotti all’incirca 2.000 colloqui. La durata del finanziamento è di due anni per lo start up e il consolidamento della metodologia e approccio teorico, quindi già da oggi l’équipe sta ipotizzando possibili percorsi per il proseguimento e il sostentamento del progetto. A Milano la Cooperativa il Minotauro ha sperimentato con successo questo modello di intervento psicoterapeutico, con oltre 10.000 colloqui all’anno ad oggi. Operatori coinvolti Al progetto lavoreranno tre psicologi della Cooperativa Minotauro tra cui il Prof. Charmet, che condurranno dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 15 16 APPROFONDIMENTI DAI SETTORI minori sul territorio a cadenza settimanale attività di formazione e supervisione degli operatori. Gli psicologi psicoterapeuti Coopselios direttamente coinvolti nella presa in carico degli adolescenti e delle famiglie sono quattro, compresa la sottoscritta Moira Puntelli che, partecipando alla definizione della metodologia, e alla sperimentazione della stessa, potrà verificarne la fattibilità, la coerenza con l’approccio interno del settore e dei valori. Sono coinvolti inoltre altri tre psicologi del Traghetto e 3 figure con competenze relazionali, organizzative e amministrative che si occuperanno delle segreterie e 3 professionisti cureranno il coordinamento tra i partners, per l’integrazione delle attività del Centro con le altre attività educative e i servizi per le famiglie presenti nel territorio. linea di sviluppo duratura di lavoro. Non sempre ciò che è “possibile in divenire” è già visibile agli occhi di tutti. La capacità innovativa e creativa per trasformare un’idea in azione e poi in un sistema funzionante ha assolutamente bisogno di un gruppo di persone con competenze e ruoli trasversali che investano sul possibile. Ipotesi di sviluppo Il presente progetto ha una direzione fortemente innovatrice, sia per la psicoterapia in sé (e questo ci rende orgogliosi di partecipare alla sperimentazione, definizione e teorizzazione di un nuovo modello di presa in carico psicologica), sia per i servizi fino ad oggi offerti in Coopselios. Il presente Centro di Psicoterapia in Coopselios è un servizio completamente nuovo per la sua tipologia, ad alta specializzazione e qualità, con un “garante” teorico importante che è il prof. Charmet e l’équipe di professionisti della cooperativa il Minotauro. Assieme ai percorsi sui Disturbi dell’Apprendimento costituisce il primo passo verso un possibile sviluppo di un’area di servizi ad alta specializzazione, che se messi in rete con il potenziale umano e professionale già esistente in cooperativa, se curati nella loro crescita di metodo, di diffusione territoriale e di creazione di un sistema interno, se si mantiene alta la motivazione e l’entusiasmo di chi ci lavora e inoltre se c’è sufficiente fiducia e credibilità nell’indirizzo di sviluppo, possiamo trasformare quello che è un progetto a termine in una L’11 dicembre 2014, la Cooperativa è stata sottoposta alla revisione relativa all’anno 2014 svolta dal revisore ministeriale incaricato da Legacoop, Sig.ra Adriana Pergetti, nell’ambito dell’esercizio della vigilanza sugli Enti Cooperativi prevista dal D.Lgs. 2 agosto 2002 N.220, delegato dal Ministero delle Attività Produttive. La revisione si è conclusa con giudizio positivo in merito alla natura mutualistica, comprovando la coerenza della gestione con gli scopi statutari, il carattere mutualistico della società e l’adeguatezza della gestione dell’amministrazione della Cooperativa. Il verbale di revisione è stato portato all’attenzione del Consiglio di Amministrazione il 25 gennaio 2015; copia del verbale verrà affissa nelle bacheche delle sedi e delle strutture/servizi. Coopseliosnotizie | dicembre 2014 Moira Puntelli Specialista di Processo 6 - 18 anni Revisione cooperativa annuale FOCUS Legacoop Emilia Ovest Con l’Assemblea Congressuale del 14 novembre è nata Legacoop Emilia Ovest L’ Assemblea Congressuale di Legacoop che si è svolta il 14 novembre 2014 a Reggio Emilia al Teatro della Cavallerizza ha un significato storico per la cooperazione reggiana. Si è infatti concretizzato il progetto di unificazione con Legacoop Parma e Legacoop Piacenza, sancito davanti al notaio e alla presenza alla Cavallerizza dei delegati di Parma e Piacenza. Nasce così Legacoop Emilia Ovest, che rappresenterà 389 cooperative, diverse delle quali leader nei rispettivi settori a livello nazionale, cooperative che associano oltre 745.000 soci, per un valore complessivo della produzione di 7.794.789.232 euro, con 57.000 addetti. La sede legale sarà a Reggio Emilia, ma verranno mantenute le sedi operative di Parma e Piacenza, punto di riferimento territoriale per le imprese e le istituzioni. Nella mattinata si è svolta l’Assemblea con le cooperative reggiane. Dopo i saluti del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del presidente della Provincia Giammaria Manghi, del presidente della Camera di Commercio Stefano Landi, del presidente di Confcooperative Reggio Emilia Giuseppe Alai e del presidente di Agci Reggio Emilia Mauro Veronesi, è seguita la relazione della presidente di Legacoop Simona Caselli. La presidente ha sottolineato con forza le scelta fatta dalla coopera- zione reggiana. “Oggi, in questi tempi difficili – ha spiegato Simona Caselli – siamo chiamati ad essere all’altezza della nostra storia, soprattutto qui a Reggio Emilia, la città che ha intitolato la sua piazza principale non ad un re o ad un condottiero ma ad un Padre della Cooperazione: Camillo Prampolini. Essere all’altezza della nostra storia significa, oggi, essere all’avanguardia dei processi, innovare per primi interpretando il futuro con intelligenza e competenza, agire con responsabilità e coraggio. La nostra organizzazione ha deciso di farlo attraverso due atti di grande cambiamento: l’assunzione di una dimensione di area vasta con Legacoop Emilia Ovest e costituendo l’Alleanza delle Cooperative di Reggio Emilia”. La relazione di Simona Caselli si è molto proiettata verso il futuro: “La scelta di parlare di Cooperazione 2020 non è solo evocativa, ma di sostanza: si vuole ragionare con uno sguardo lungo, perché le nostre sono imprese intergenerazionali assumendo quello europeo come orizzonte culturale di riferimento e come luogo della competizione nel quale dovrà collocarsi un nuovo ciclo espansivo della cooperazione. È il contributo che vogliamo dare al nostro Paese e alla costruzione di una società più equa. La cooperazione italiana – ha affermato la presidente di Legacoop – può farlo contando su alcuni punti di forza: il proprio patrimonio valoriale e di competenze, la dimensione europea e mondiale del movimento cooperativo, il percorso unitario dell’Alleanza delle Cooperative”. Simona Caselli ha poi affrontato il tema delle crisi che ha colpito alcune cooperative, in particolare nel setdicembre 2014 | Coopseliosnotizie 17 18 FOCUS Legacoop Emilia Ovest tore costruzioni, che per il combinato disposto di crisi di mercato, riduzione del credito, ritardi di pagamento sta subendo nel nostro paese una crisi di sconvolgente portata. “Questa situazione inusitata – ha detto la presidente Caselli – si è riverberata pesantemente e dolorosamente anche a Reggio Emilia, su cooperative di primaria importanza che operano in quest’ambito e Legacoop ha profuso durante questo mandato uno sforzo e un impegno senza precedenti di tutta la cooperazione, per mettere in campo azioni volte a tutelare nella misura massima possibile i soci lavoratori e i soci prestatori. Ma vogliamo fare chiarezza e respingere ricostruzioni strumentali e prive di fondamento: è bene ricordare che delle mille procedure aperte a Reggio presso il Tribunale, solo lo 0,7% interessa società cooperative. In particolare un fallimento su 754, e 5 concordati preventivi su 173, due dei quali (Coopsette e Unieco) conclusisi nel giro di pochi mesi con il ritorno in bonis delle aziende e con accordi con i creditori che prevedono il pagamento integrale dei crediti. Ad oggi, grazie alle newco di continuità Sicrea e Siteco e al ritorno in bonis di Unieco e Coopsette, si è riusciti a mantenere il presidio produttivo delle imprese reggiane e di conseguenza dare continuità anche al rapporto di fornitura con l’indotto. Nelle condizioni date non ci pare un risultato da poco; è chiaro che la traversata del deserto non è finita e che la severità e la persistenza della crisi non consentiranno, a regime, di mantenere i Coopseliosnotizie | dicembre 2014 volumi produttivi e occupazionali precedenti perché il cambiamento di questo mercato è epocale e non appare reversibile e che saranno necessari quindi ulteriori processi radicali di ristrutturazione e riposizionamento. Per quanto riguarda il prestito sociale, con uno sforzo di solidarietà enorme e senza precedenti tanto più straordinario se si considera che è avvenuto in un periodo di crisi, la cooperazione reggiana ha operato per surrogarsi ai prestatori di Cmr e Orion consentendo loro di recuperare, finora, il 40% del loro credito (con l’obiettivo di arrivare al 50%), in tempi anticipati rispetto alle procedure e in misura maggiore di quanto previsto dai concordati. Su questo delicato tema ci aspettiamo che al Congresso nazionale venga approvato il testo della autoriforma da rendere immediatamente operativo nelle imprese aderenti”. Altra questione affrontata da Simona Caselli è quello delle false cooperative. “Non è più tollerabile la presenza, pervasiva anche nei nostri territori, di false cooperative e del loro dumping contrattuale che stravolge il corretto funzionamento dei mercati, altera la concorrenza, distorce il modello cooperativo sfigurandolo e minandone la reputazione. Così come non è più tollerabile il ricorso sistematico agli appalti al massimo ribasso che come cooperazione reggiana deprechiamo da anni, spesso in solitudine anche nei nostri territori”. Attenzione è stata data anche al futuro delle cooperative. “Le nostre associate – ha spiegato la presidente di FOCUS Legacoop Emilia Ovest Legacoop – esprimono una progettualità eccellente in molti ambiti e fanno della qualità e della competenza gli elementi chiave della propria prospettiva. Molta parte del potenziale ce la giocheremo nella capacità di mettere in campo progetti intersettoriali come nel caso delle mutue, del nuovo welfare, del cohousing, della gestione dei beni culturali ed in tanti altri campi e di stare sulla frontiera avanzata dell’innovazione”. Alle 15:00, sempre nel Teatro della Cavallerizza, alla presenza dei delegati di Reggio Emilia, Parma e Piacenza è stato sottoscritto l’atto costitutivo di Legacoop Emilia Ovest e sono stati nominati gli organi sociali. Presidente di Legacoop Emilia Ovest è stata eletta Simona Caselli, vicepresidente vicario Maurizio Molinelli, fino ad oggi presidente di Legacoop Piacenza, e vicepresidente Andrea Volta, presidente uscente di Legacoop Parma. E’ seguita la tavola rotonda “Cooperazione 2020: immaginare il futuro. Cooperative, Università e Centri di ricerca insieme per l’innovazione”. Simona Caselli, Maurizio Molinelli e Andrea Volta ne hanno discusso con Arturo Tornaboni, direttore REI Reggio Emilia Innovazione, Andrea Cilloni, delegato del Rettore dell’Università di Parma per i rapporti con la Cooperazione, Riccardo Ferretti, Prorettore della sede di Reggio Emilia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Francesco Timpano, Università Cattolica di Piacenza. La tavola rotonda è stata coordinata da Mas- similiano Panarari, editorialista e saggista. Ha concluso i lavori dell’Assembea il presidente di Legacoop Emilia Romagna Giovanni Monti. Il percorso di unificazione, iniziato nel 2013, nasce da diverse motivazioni: rendere più forte, più utile e funzionale la struttura associativa e la propria rete di servizi in relazione ai nuovi bisogni ed alle esigenze di tutela e rappresentanza delle cooperative associate. Legacoop Emilia Ovest rappresenta 389 cooperative, diverse delle quali leader nei rispettivi settori a livello nazionale, cooperative che associano oltre 745.000 soci, per un valore complessivo della produzione di 7.794.789.232 euro, con 57.000 addetti. La sede legale sarà a Reggio Emilia, ma verranno mantenute le sedi operative di Parma e Piacenza, punto di riferimento territoriale per le imprese e le istituzioni. Carlo Possa Legacoop Reggio Emilia Al momento della stampa del Coopselios Notizie, apprendiamo che Simona Caselli è stata nominata Assessore Regionale all’Agricoltura Caccia e Pesca, pertanto ha dovuto rinunciare alla Presidenza di Legacoop Emilia Ovest. Ci felicitiamo con Simona e le auguriamo buon lavoro. dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 19 20 FOCUS Piano Strategico 2014-2018 11 novembre 2014: presentazione del Piano Strategico M artedì 11 novembre 2014, nella cornice del Centro Internazionale Loris Malaguzzi di Reggio Emilia, Coopselios ha presentato a istituzioni e lavoratori le linee guida che orienteranno l’attività dell’impresa nei prossimi 4 anni. Durante la mattina, i saluti di Carla Rinaldi, Presidente Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi, e le conclusioni di Paola Menetti, Presidente Legacoopsociali Nazionale, hanno testimoniato le forti relazioni tra Coopselios, il territorio e la cooperazione. quindi nel lungo periodo come un’impresa sociale che mira a ottenere l’eccellenza nei settori di intervento. E cercherà di farlo a partire dai pilastri dell’eccellenza, quali la cultura del capitale umano, del cambiamento, l’orientamento al cliente, al risultato e l’organizzazione per processi. Sono poi stati presentati i progetti che nel quadriennio 2014-2018 vedranno significative evoluzioni: NpBuy, Q&B, Bewelfare, FDF, Prontoserenità, LearningBy Languages, Le Corti Ospitali, Le Giornate Internazionali per la Coesione Sociale. Durante il pomeriggio, gli interventi dei Direttori d’Area Coopselios e dei Direttori Tecnici di Settore sono stati intervallati dalle interessanti riflessioni del Prof. Massimo Bruscaglioni. L’immagine che il Presidente Guido Saccardi e il Direttore Generale Raul Cavalli ci hanno presentato è stata quella di una cooperativa “in salute”, capace di ridefinire il proprio approccio al mercato, non più come soggetto in grado di erogare prestazioni o produrre servizi, ma come “impresa sociale” che si propone di vendere soluzioni. Permangono i tradizionali settori di attività ma con una diversa aggregazione: l’area dei servizi sociali ricomprende infatti il settore Assistenziale ed Educativo; l’area dei servizi sanitari, quelli riferiti alle cure intermedie e alle cure primarie. Coopselios si pone Per raggiungere questi obiettivi ambiziosi, di fatturato e di mercato, si rivelerà fondamentale lavorare sul capitale umano interno all’organizzazione, attraendo le migliori risorse, sviluppando adeguati percorsi di carriera e senso di appartenenza. Questo importante percorso coinvolgerà tutta l’organizzazione, a partire dalla ridefinizione della figura dei Responsabili Tecnici (non più RTP), dei Direttori delle Aree Educativa, Assistenziale e Sanitaria, fino allo sviluppo degli Specialisti di Processo. Nei prossimi numeri del Coopselios Notizie, si darà spazio ad approfondimenti sulla nuova organizzazione. Coopseliosnotizie | dicembre 2014 Ilaria Morandi Responsabile Comunicazione e Fund Raising LA VOCE DI COOPSELIOS Laboratori e progetti Spazio Gioco Estate: Laboratorio del C.S.R.D. “La Girandola” con l’assessore Cugini Dal quotidiano “Libertà” del 28/07/2014 Come ogni anno nel mese di luglio, il Centro per le Famiglie del Comune di Piacenza ha presentato attività e laboratori dedicati ai bambini all’interno del Centro estivo – Spazio Gioco Estate, organizzato in collaborazione con la cooperativa Casa Morgana. Sulla scia del successo ottenuto l’anno scorso, il progetto attivato è stato quello proposto dal C.S.R.D. “La Girandola” di Piacenza, centro socio-riabilitativo diurno con funzioni educative rivolto a portatori di handicap adulti e/o minori affetti da deficit di carattere cognitivo, sensoriale, motorio, psichico. Attraverso la realizzazione di laboratori pratici manuali, il progetto “Tra il dire e il fare…lavoriamo per creare” ha previsto quattro incontri a cadenza settimanale: ogni mercoledì mattina di luglio quattro utenti del C.S.R.D. “La Girandola”, accompagnati da due educatrici referenti, si sono recati al centro estivo, presso la scuola dell’infanzia “G. Rodari” in via Caduti sul Lavoro, per realizzare assieme ai bambini e ai loro educatori nuove attività manuali, creazioni e manufatti originali. “L’obiettivo di far collaborare bambini e disabili, - afferma l’assessore Cugini - in linea con altre forme di interazione fra le generazioni già sperimentate da alcuni servizi del territorio, ha il fine di strutturare momenti di apprendimento e socializzazione reciproca e di cogliere e valorizzare le differenze e le diversità”. Le Educatrici Nadia e Federica concludono spiegando il lavoro fatto: “I laboratori proposti quest’anno dal C.S.R.D. “La Girandola” sono stati finalizzati alla realizzazione di oggetti con materiale di riciclo: i bambini sono stati invitati a portare da casa i contenitori vuoti delle uova, confezioni di tetrapak, rotoli di cartone della carta igienica, tappi, bottiglie e altro materiale di riciclo, con i quali sono stati realizzati una battaglia navale da tavolo, animali di diverse forme e colori, cornici decora- te con fiori di cartone per le bambine e mostri e alieni di cartone per i bambini”. Paolo Boledi Coordinatore C.S.R.D. “La Girandola” e “Faro Rosso” Dal progetto allo sviluppo: creazione di un metodo Coopselios sui DSA Il disturbo dell’apprendimento, che sia esso specifico diagnosticato o aspecifico, o ancora rientri in una connotazione declinata con la sigla BES, bambini con bisogni educativi speciali, ormai è una realtà di grande diffusione che pone le famiglie e non solo il ragazzo di fronte a grandi frustrazioni. I percorsi scolastici e il successo scolastico rappresentano nella nostra società una tappa fondamentale per porre le basi di un futuro, non solo lavorativo, ma anche di stima e costruzione di un valore di sé come persona. Avere un disturbo dell’apprendimento quindi assume un valore non solo legato all’apprendimento di contenuti e relative abilità, ma pervade la persona come minaccia all’autostima, pervade la famiglia come minaccia al raggiungimento di un buon percorso evolutivo del figlio inteso come possibilità di conquista dell’autonomia lavorativa, sociale, familiare. Facile dire DSA, difficile ascoltare e dare risposta alle sofferenze che i bambini ti raccontano e allo sconforto e confusione di madri e di padri, alla ricerca di capire perché e come poter aiutare un bambino la cui intelligenza sembra non essere sufficiente al successo scolastico, eppure dovrebbe. Per avere una diagnosi di DSA è necessario che il quoziente intellettivo sia perlomeno nella media, quindi un ragazzo con disturbo specifico dell’apprendimento è intelligente quanto i suoi compagni, spesso di più. Nonostante questo, il rendimento scolastico risulta nettamente peggiore con conseguenze immediate sul piano degli apprendimenti e, successivamente, anche su quello sociale, lavorativo e dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 21 22 LA VOCE DI COOPSELIOS Laboratori e Progetti psicologico, portando in un primo tempo a insuccesso scolastico, demotivazione all’apprendimento, incompetenza appresa, “mal di scuola” (malesseri fisici e rifiuto della frequenza), scarsi livelli di autostima e autoefficacia con conseguente abbandono e dispersione scolastica, e in un secondo tempo allo sviluppo di disturbi depressivi, somatizzazione, ansia, fobie, isolamento sociale, scarsi livelli di autostima e autoefficacia. In questo tipo di disturbi, la precocità della diagnosi e, successivamente, dell’intervento, sono tra i fattori più importanti per una buona evoluzione del disturbo, per questo la possibilità di anticipare l’intervento ai DSA è una sfida prioritaria. Il progetto “Lerette e Menuri” interviene esattamente in questi due importanti aspetti, quello dell’individuazione precoce e quello dell’intervento. La formazione agli insegnanti, attivata nelle scuole primarie e secondarie dei comuni di Lerici, La Spezia, Sarzana, Ortonovo, Castelnuovo Magra, Ameglia, Arcola, Follo, Carrara e Fosdinovo, oltre a fornire strumenti e strategie per l’intervento sui ragazzi durante il percorso di studi, ha una ricaduta importante anche sull’individuazione delle difficoltà nella prima fase di alfabetizzazione, fornendo strumenti utili per riconoscere i segnali di rischio per la comparsa di un DSA. I laboratori con i ragazzi, attivati nelle stesse scuole, pensati in un’ottica gruppale e arrivati a toccare oltre 300 ragazzi, favoriscono l’integrazione tra i ragazzi e rinforzano il senso di autostima, di autoefficacia e di efficacia collettiva, tendenzialmente bassi nei ragazzi con DSA, quindi rispondono al bisogno d’intervento precoce, prevenendo i suddetti rischi e interrompendo sul nascere il circolo vizioso che dalla difficoltà scolastica porta a conseguenze critiche che investono tutti gli aspetti della vita futura dei ragazzi. Diego Soldano Coordinatore Educativa Territoriale Ambito 69 Coopseliosnotizie | dicembre 2014 Olimpiadi e Panigacci al Residence degli Ulivi di Podenzana (MS) Olimpiadi 2014 Venerdì 10 Ottobre 2014 presso la struttura R.S.A. “Residence degli Ulivi” di Podenzana (MS), come ogni anno si sono svolte le Olimpiadi. La giornata ha visto impegnate due squadre composte dagli ospiti del “Residence degli Ulivi” e gli ospiti della Comunità “I Due Mari” di Velva (GE). Alla presenza dell’assessore del Comune di Podenzana, Claudio Baldassini, che come ogni anno ha dato la disponibilità a partecipare e organizzare questo evento, le due squadre si sono affrontate nella corsa a cronometro su un percorso ad ostacoli, nel tiro alla fune, nella pallavolo e nella pallacanestro. Quest’anno i ragazzi di Velva hanno avuto la meglio su quelli di Podenzana, ma lo spirito di partecipazione, la sportività e la voglia di trascorre una piacevole giornata in compagnia, ha unito le due squadre durante tutte le gare. La giornata si è conclusa con la premiazione dei vincitori da parte dell’assessore e il pranzo in struttura. Commovente ed emblematico, è stato il momento in cui un ospite della Comunità “I Due Mari”, ha letto ad alta voce una lettera dedicata alla squadra rivale e agli operatori del “Residence degli Ulivi”, in cui traspare il vero spirito di questi giochi. Panigacci in Struttura Sabato 25 Ottobre 2014, presso la struttura R.S.A. “Residence degli Ulivi”, è stata organizzata una giornata dedicata ai tipici panigacci di Podenzana. Grazie all’aiuto dell’OSS Marzia Babbini e dei volontari Alessandro Ruggeri, Luca Ballerini e Alessandro Poli, è stato allestito un punto di cottura tradizionale. I gustosi manicaretti sono stati consumati, accompagnati da formaggi e salumi, dagli invitati con la piena soddisfazione di tutti. È stata una giornata grandiosa e una splendida occasione per pubblicizzare un’eccellenza di Podenzana e legare, ulteriormente, la struttura al magnifico territorio che la ospita. L’équipe del residence degli ulivi - Podenzana (MS) LA VOCE DI COOPSELIOS notizie in breve Premio QuadroFedele 2014: Coopselios premiata per il migliore Bilancio Sociale delle cooperative aderenti a Legacoop Mercoledì 17 dicembre 2014 a Roma, in occasione del 39° Congresso Nazionale di Legacoop, Coopselios ha ricevuto il Premio QuadroFedele, per il miglior Bilancio di Responsabilità Sociale. Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne In occasione della Giornata Internazionale della violenza contro le donne, la Commissione Pari Opportunità di Coopselios ha invitato a riflettere sulle varie forme di sopruso, per essere in grado di riconoscerle e contrastarle. Il 16 luglio scorso, in occasione della presentazione del libro “Il lavoro femminile. Impegno, creatività, resistenza” promosso attraverso il Concorso Letterario Nazionale Maria Maddalena Iovene, la Compagnia Instabile di Coopselios ha portato in scena “Caffè d’ortica”. Lo spettacolo voleva sensibilizzare il pubblico su tutte quelle forme di violenza manifesta silente, che non è solo quella fisica. Lo spettacolo è visionabile anche sul canale Youtube di Coopselios. Il Settore Anziani Coopselios ha presentato il Codice Comportamentale ed Etico Dopo i Settori Infanzia e Disabili anche quello Anziani si è dotato di un Codice Comportamentale ed Etico. Il frutto di questo prezioso lavoro di gruppo, realizzato con il contributo di molti professionisti del Settore, è stato presentato venerdì 12 dicembre 2014 alle ore 10:00 presso l’Hotel “Mercure Astoria” a Reggio Emilia. “Come han fatto presa. Le comodità degli anni Sessanta che ci hanno rivoluzionato la vita” Lunedì 17 novembre 2014, presso l’Aula Magna “Manodori” dell’Università di Reggio Emilia, è stata presentata la nuova pubblicazione del Settore Anziani “Come han fatto presa. Le comodità degli anni Sessanta che ci hanno rivoluzionato la vita”. La pubblicazione raccoglie le testimonianze e i ricordi degli anziani residenti nelle strutture Coopselios, sulle comodità introdotte negli anni Sessanta e come queste abbiano cambiato le loro abitudini quotidiane. Presentazione del Codice Comportamentale ed Etico del Settore Disabili di Coopselios Il Settore Disabili di Coopselios, venerdì 14 novembre 2014, ha presentato il Codice Comportamentale ed Etico. Questo strumento nasce dall’esigenza di trasformare l’operato quotidiano con i disabili in valori e comportamenti. Il Codice Comportamentale ed Etico è stato adottato dai professionisti del Settore Disabili di Coopselios, per garantire la buona riuscita del percorso riabilitativo e il miglioramento dello stato di salute della persona. Inaugurazione Nido d’Infanzia “Arcobaleno”, Castelnovo Ne’ Monti (RE) Sabato 22 novembre 2014 alle ore 10.00 è stato inaugurato il Nido d’infanzia “Arcobaleno” a Castelnovo ne’ Monti (RE). La struttura dal design moderno e innovativo, è stata data in concessione a Coopselios dal Comune di Castelnovo ne’ Monti per vent’anni ed è stata realizzata grazie al contributo della Provincia di Reggio Emilia, del Comune di Castelnovo ne’ Monti e di Coopselios. Durante la mattina, le narrazioni dell’Associazione “Casina dei Bimbi” e le musiche dell’Istituto Musicale Pareggiato “Merulo” hanno animato i nuovi spazi del Nido “Arcobaleno”. ”Chi ha paura del digitale?”: un interessante dibattito sull’utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei bambini Coopselios ha organizzato, per mercoledì 3 dicembre 2014 alle ore 20.45, presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi in via Bligny 1/a a Reggio Emilia, l’evento “Orizzonti culturali e scientifici: come educare i “nuovi” bambini all’uso delle tecnologie senza diffidenze e timori”. Alla serata hanno partecipato Paolo Ferri, Professore di teoria e tecnica dei nuovi media e Stefano Moriggi, filosofo della scienza dell’Università di Bicocca di Milano. dicembre 2014 | Coopseliosnotizie 23 Aiutaci ad aiutare! Sostienici con il tuo 5 x 1000 Destinare il 5x1000 della dichiarazione dei redditi a Coopselios significa sostenere la nostra attività nei servizi alla persona e incrementare nuovi progetti di solidarietà. Una scelta che non vi costa nulla e che per noi è preziosa per continuare a promuovere un welfare di qualità. Quest’anno per il 5x1000 scegli Coopselios! Firma qui o i r a M i ch n a i B 5 9 3 0 4 3 1 6 1 0 1 l lios ne oopse zioni C i d izza scale organ dice fi a il co tegno delle ic d in s e o firma o al "s la tua stinat ciale" Met ti iquadro de o s à r tivit primo rative di at c non lu COOPSELIOS COOPERATIVA SOCIALE 42124 REGGIO EMILIA - VIA A. GRAMSCI, 54/S TEL. 0522.378610 - FAX 0522.323658 - [email protected] WWW.COOPSELIOS.COM Indica qui le il codice fisca di Coopselios