continua il successo di dream k

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continua il successo di dream k
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PROTAGONISTI
A. Moscariello
G. Gasparini
(A.C. Milan)
(Cavalieri Rugby Prato)
«Il taping Sixtus non
serve raccomandarlo:
tutti sanno che
è il migliore»
«Il Regno Unito è molto
avanti nel settore,
è un’esperienza
che consiglio a tutti
i giovani colleghi»
«I rugbisti hanno una
predisposizione al recupero
che io definisco “bestiale”»
(Pdo Salerno)
R. Lenzi
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* NUMERO DICIOTTO NOVEMBRE 2010
news
SEI NOVITÀ DAL MONDO SIXTUS
®
la newsletter di sixtus italia esclusiva per gli operatori sanitari sportivi
EDITORIALE
CONTINUA
IL SUCCESSO
DI DREAM K
PROSSIMI CORSI
15 gennaio - Pisa
5 febbraio - Arezzo
[email protected]
un esempio
di gratitudine
Sempre più spesso trovano spazio sui mass
media pubblici attestati di gratitudine,
espressi da noti esponenti dello sport
professionistico. Questi atleti avvertono la
necessità di ringraziare chi ha consentito
loro di superare gravi traumi, incidenti o
situazioni fisiche che hanno rischiato di
pregiudicare la loro carriera. Non già generici
ringraziamenti allo staff medico-sanitario
che si è brillantemente occupato di loro,
ma a singoli interpreti, con tanto di nome e
cognome. Così il pubblico annota il ruolo di
di protagonisti che rimarrebbero, il più delle
volte, nell’ombra. Per carattere e per ruolo.
Destinatari di questi omaggi siete proprio
voi, massofisioterapisti e massaggiatori,
più in generale i professionisti della
riabilitazione. Voi che, senza quasi mai
apparire, vi prendete cura di atleti di
ogni livello, diventando, senza volerlo,
salvatori della patria. Il caso di Inzaghi con
Gasparini, in forza all’Ac Milan (ne parliamo
nell’intervista a pag. 2), è solo il più recente
perché in questi tre anni di Sixnews - tanti
ne sono passati da quel primo numero – in
molte occasioni siamo venuti a conoscenza
di rapporti privilegiati tra voi e gli atleti, tra
voi e le società, tra voi e il tessuto sociale di
una comunità. Siete gente importante, nel
senso più concreto del termine. La gente
conta su di voi. Noi per primi.
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SIXNEWS - SEI NOVITÁ DAL MONDO SIXTUS
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*FEDELISSIMI
GIORGIO GASPARINI
(TERAPISTA DELLA RIABILITAZIONE A.C. MILAN)
SERVE QUALITà (E TALENTO)
Quarantatre anni, mantovano di Castiglione delle
Stiviere, Giorgio Gasparini deve l’attività di terapista
della riabilitazione a un infortunio che a 17 anni pose
fine al suo essere calciatore. Dal calcio giocato lo estromise
la rottura di un ginocchio, i problemi irrisolti al crociato
(“allora s’ingessava anche per due mesi, la riabilitazione
poteva essere un calvario”), ma rimase nel giro del
Castiglione calcio: i dirigenti lo stimavano e gli affidarono
ben presto la prima squadra (girone d’eccellenza, quattro
anni di buon praticantato nei dilettanti).
Il diploma di ragioniere venne buono per frequentare,
a 23 anni, la Scuola di Terapista della Riabilitazione,
corso triennale, a Volta Mantovana. Lo ispirò nella scelta
la madre, caposala in ospedale. Dal Cremapergo in C2
viene chiamato nel calcio dei grandi: dal 1998 a lungo al
Bologna, poi Sampdoria, Milan nell’anno dello scudetto
(2004), Palermo per quattro stagioni e West Ham per
altre due, per poi riapprodare al Milan di Leonardo,
reclamato da un gruppo di giocatori. In particolare Pippo
Inzaghi che Gasparini ha rimesso in sesto dopo il brutto
incidente con il portiere Lupatelli, sei anni fa. Dopo i
due gol segnati di recente al Real Madrid, Inzaghi gli ha
rivolto una dedica particolare: «Oltre alla famiglia e ai
tifosi, dico grazie a Giorgio Gasparini, il fisioterapista
del Milan che mi è stato vicino ad Anversa durante
la riabilitazione da un infortunio serio, nel periodo
più difficile: avevo passato la trentina e non sapevo
se sarei tornato quello di prima». Identica gratitudine
la espresse Daniele Bonera, un altro rossonero rimesso in
piedi dopo il grave infortunio nella scorsa stagione, e a
suo tempo Beppe Signori, quando giocava nel Bologna.
Senza dimenticare Dennis Gabbidon, del West Ham,
fermo da tre anni e tornato a giocare, grazie a Gasparini.
Imbarazzo, Gasparini, per questi attestati di stima?
È gente di cuore, anch’io devo molto a qualcuno, quasi
tutto al dottor Gianni Nanni, medico del Bologna calcio
che mi aiutò all’inizio, oltre ad agevolare la mia tesi sulla
pubalgia nel calcio. E poi Mimmo Pezza, il più grande dei
fisioterapisti italiani, scomparso di recente. è l’uomo che
ha fatto miracoli con Zola.
C’è una chiave di lettura del suo lavoro, Gasparini?
Credo sia il buon rapporto con le società con cui ho
lavorato, la giusta confidenza con i giocatori, senza
mai strafare. Do’ molto, come impegno professionale,
e molto pretendo. Il lavoro è simbiotico, loro fanno gli
atleti, io faccio il riabilitatore.
Massaggi, dirà qualcuno, niente altro che massaggi.
Nel calcio se ne parla come se fossero poca cosa, mentre
le tecniche manuali sportive richiedono perizia ed
esperienza. Voglio dire che un terapista, pur uscito dal
corso preparatissimo a livello teorico, necessita di 5-6
anni di pratica prima di poter dire la sua.
Tutto s’impara, è sufficiente imitare i più capaci?
La manipolazione, il mio pane, è un arte che si affina
ma occorre sensibilità, talento. Senza talento sarebbe
sufficiente un computer.
Sixtus quando entra nella sua vita, e a che livello?
Da quando giocavo nel Castiglione Calcio. Sixtus
era d’élite già allora, il massimo per gli oli, le creme, i
bendaggi, intendo quelli specifici per il calcio.
In Inghilterra, al West Ham, come si è trovato?
Al meglio anche lì, col vantaggio di incrociare un
bendaggio statunitense per le caviglie dei calciatori
che oggi Sixtus importa e commercializza. Il Regno
Unito è molto avanti nel settore, è un’esperienza che
consiglio a tutti i giovani colleghi. Ma al Milan che mi
ha richiamato non potevo dire di no.
Infortuni, se ne parla sempre di più. Li si addebita ai
troppi impegni, ai campi di gioco. Perché aumentano?
Perché ci si cura poco dei segnali che l’organismo lancia.
In molti casi i giocatori vanno fermati prima che si
facciano male. I calciatori, fosse per loro, giocherebbero
anche con una gamba rotta, ma c’è sempre da applicare la
prevenzione e occorre curare bene, ad evitare strascichi.
Non per caso oggi c’è gente, non solo Inzaghi, che dura
ben oltre i 35 anni. Perché ci si alimenta meglio, ci si
allena meglio. Solo così si dura più a lungo.
http://www.acmilan.com
www.sixtus.it Telefono: 0574.7561 - Fax: 0574.756211
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*TESTIMONIANZE
antonio moscariello
(FISIOTERAPISTA PDO SALERNO)
«il taping sixtus non serve raccomandarlo:
tutti sanno che è il migliore»
I segreti dell’handvolley
Salernitano di Eboli, 36 anni,
Antonio Moscariello è uomo di
sport sin dalla giovane età, con una
passione intensa, ricambiata, per il
pallone. Non a caso proprio al calcio
professionistico è approdato, undici
anni fa, nella Salernitana, come
fisioterapista del settore giovanile.
Dopo tre anni promosso alla prima
squadra, Moscariello ha lavorato
con allenatori di livello, da Zeman
a Pioli a Gregucci, sino al 2005,
epilogo della gestione del presidente
Aliberti, quando ha iniziato il
suo rapporto con il centro Salus
Carmando, gestito dal fratello del
massaggiatore del Napoli calcio.
Dopo una felice esperienza nel
rugby, sempre a Salerno in serie B, e
nella Salernitana calcio femminile,
due anni fa Moscariello è divenuto
fisioterapista in una squadra di
rango di pallamano femminile, la
PDO Salerno, sponsorizzata ITC
Ceramiche, vincitrice dell’ultimo
campionato di serie A.
Esperienze diverse e tutte utili, le
sue, nelle discipline di squadra,
storie di traumatismi in sport di
forte contrasto (calcio e rugby)
mentre l’handvolley è un’attività
che espone a forti rischi soprattutto
gli arti superiori: «Le articolazioni
della spalla e del gomito sono
molto sollecitate, soprattutto in
estensione. Il tiro è un lavoro in
esplosività preceduto da un tempo
in sospensione, in cui le ragazze se
la vedono con la forza di gravità.
Delicata è anche la fase preliminare,
con sovraccarico di caviglia e
ginocchia, per le finte e le torsioni
da mettere in atto per frastornare le
avversarie».
Le abilità motorie, la
propriocezione, sono insomma
molto esercitate.
E i riflessi negativi, a carico dei
distretti superiori e inferiori, sono a
volte importanti. Le distorsioni alla
caviglia sono all’ordine del giorno,
nonostante le precauzioni del caso.
Senza dimenticare i problemi a
livello lombare che affliggono non
poche atlete. Ogni tanto bisogna
fermarle, fatto non gradito visto
che il posto da titolare va sempre
conquistato, almeno a Salerno, e
perciò difeso.
I trattamenti preventivi sono ormai
prassi.
Fasciature, impacchi, bendaggi sono
usuali, preceduti dall’allenamento
propriocettivo e dal lavoro isometrico
per aumentare la stabilità del
ginocchio.
Delle 18 ragazze della rosa la metà
è di età compresa fra i 18 e i 25
anni, e guardano alle più mature
come punti di riferimento.
Le più grandi sono un esempio
di grande professionalità, che ben
si coniuga con l’esperienza.
Nel lavoro soprattutto di
riabilitazione non mancano i
mezzi fisici, le strumentazioni
di cui Moscariello si avvale, ma
non nasconde di privilegiare gli
aspetti manuali del suo lavoro:
dalle manipolazioni alle fasciature
«in cui le forniture Sixtus sono un
toccasana. Tenete presente che il
lavoro di preparazione a un incontro
prevede dalle due alle tre ore».
Diverso il tipo di impatto in base al
genere?
Con le ragazze il rapporto è più
intenso, gli uomini si fidano
ciecamente, le ragazze vogliono
documentarsi, capire. Hanno un
rapporto ben diverso con il loro
fisico, più attento, non azzardano,
non vanno quasi mai oltre il limite.
Il taping di Sixtus è, in assoluto, il
supporto preferito da Moscariello che
lo raccomanda a tutti, «anche se, a
dire il vero, non ce n’è bisogno. Lo
sanno tutti».
A seguire, i cerotti, il salvapelle,
«danno ottimi risultati.
Affidabilissimi».
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*PRODOTTO
DEL MESE
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*FEDELISSIMI
RICCARDO LENZI
(FISIOTERAPISTA CAVALIERI PRATO)
«i rugbisti hanno una predisposizione
al recupero che io definisco “bestiale”»
UNO SPORT DA 10 ROTOLI A PARTITA
Da appassionato, mai da giocatore,
Riccardo Lenzi segue la Nazionale di
rugby da tantissimi anni - «a Roma, a
Twickenham: sono uno che ha girato
abbastanza» - e da qualche anno anche
il rugby Prato, passato in poco tempo
dalle serie minori all’Amlin Challenge
Cup, la Coppa Uefa del rugby. Il
segreto, ci confida Lenzi, «è costruire
passo passo una realtà, senza chiedere
o sognare la luna. O sognandola al
momento opportuno. Negli anni, con la
progressiva crescita, tutto il “paesone”
si è animato: sono aumentati pubblico,
tesserati, interesse delle istituzioni».
Anche dal punto di vista strutturale e
riabilitativo: «Fin dal primo momento
l’équipe era formata da un esperto
medico dello sport, Luca Magni, e
da un massofisioterapista come me.
Col tempo abbiamo organizzato una
palestra e un centro di riabilitazione nei
pressi del campo». In questo modo tutto
è organizzato come un’unica entità e
l’atleta si sente coccolato, seguito.
Come lavorate, a livello di
protocolli?
In termini riabilitativi uso molto la
diatermia con TecnoSix e mi avvalgo
di due elettrostimolatori. Per la
riabilitazione, invece, massaggi e
lavoro specifico (e personalizzato) in
palestra la fanno da padrone.
Lei ha lavorato anche nella pallavolo
femminile e nel calcio (alla
FIorentina). Differenze con il rugby?
I rugbisti recuperano prima. Per certi
infortuni sono in grado di dimezzare i
tempi. Pazzesco.
Predisposizione o spirito?
Entrambi. Hanno una muscolatura
molto resistente per via dei carichi
di lavoro e delle sollecitazioni e poi
l’animo fa il resto.
Infortuni classici?
Alle spalle, alla caviglie, alle
ginocchia. La velocità di gioco che si
esprime negli ultimi anni è deleteria
per le articolazioni.
Infortuni curiosi?
Beh, vedere un omone di 120 kg
soffrire per una distorsione all’alluce
per la spinta in mischia chiusa è
abbastanza curioso. No?
Bendaggio preferito?
Tensoplast sport, serve per tutto. Nelle
dimensioni 7,5 e 10.
Strappal?
Come si fa a non usarlo. Lo considero
“il prodotto”. Senza, non solo nel
rugby, non puoi lavorare.
Nel rugby sono tutti “scotchati”,
fasciati, bendati... Lei usa molto
materiale rispetto ad altri sport?
Per quanto riguarda il settore
preventivo/funzionale il rugby
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CORSI DI DREAM K
Normalmente vi parliamo di un prodotto di
consumo che potete trovare in farmacia,
nei negozi specializzati o in internet. Però,
dato che questo spazio è dedicato alle
segnalazioni, questo numero il plauso va
ai corsi di Dream K che da due anni non
conoscono sosta.
Tutto questo grazie a Dream K, un prodotto
di grande successo utilizzato dalla maggior
parte degli atleti professionisti che sta
letteralmente spopolando negli studi
fisioterapici italiani e stranieri.
I prossimi si terranno a Pisa (15 gennaio)
e Arezzo (5 febbraio.).
Per info 0574.7561 / www.sixtus.it
rientra nella norma. Però è anche
uno sport che necessita di bendaggi
per particolari situazioni di gioco: in
rimessa laterale sulle gambe per essere
sollevati; in mischia per le orecchie
altrimenti si infiammano; sulle dita
per steccarle; sulle scarpe per non farle
slacciare... nastro nero isolante, scotch
e tensoplast vanno via come il pane.
Facciamo un esempio: quanto
Tensoplast consuma a partita?
Dagli 8 ai 10 rotoli, solo per i
bendaggi della touche ne partono 6.
8/10 rotoli?! Ma non esistono altri
prodotti per soddisfare queste
esigenze?
Assolutamente sì ma non sono stabili
come Tensoplast. Io ci ho anche
provato, cosa credete?
http://www.icavalieri.it
www.sixtus.it Telefono: 0574.7561 - Fax: 0574.756211
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