LIEVITO VECCHIO E AZZIMI NUOVI
Transcript
LIEVITO VECCHIO E AZZIMI NUOVI
LIEVITO VECCHIO E AZZIMI NUOVI Fratelli, non sapete che un po’ di lie vi to fa f ermentare tutta la pasta? Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova, poiché siete àzzimi. E infatti Cristo, nos tra Pasq ua, è sta to i mmolato! Celebr iamo dunque l a festa non con i l l ievit o vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con àzzimi di sincerit à e di verità. ( 1 Corinzi 5, 6-8) La scena che si intravede in f iligr ana a questo brano “pasquale” desunto dalla Prima Lettera ai C orinzi è tipicame nt e ebraica. Se immaginiamo di entrare in un a casa dell’Isr aele cont emporaneo di san Paolo, in una città della Diaspora giudaica come era anche Cori nto (ove forte era la pre sen za ebraica), troviamo, in occasione d ella cena pasquale, l a famiglia riunita attor no alla mensa: al centro c’è idealmente l’agn e llo sacrificale e attorno ad esso i pani azzim i, secondo la narrazione del libro dell’Eso do (capitolo 12). In sovrimpressione a qu est a scena l’Apostolo introduce una sua picco la “omelia” pasqual e. Nella comunità cristiana l’agnello imm olato è Cristo crocifisso e risorto, principio di liberazione e di vit a nuova. Attorno a lu i, ch e è ora sull’altare nel segno del pane e d el vino, suo corp o sacri fi cato e suo sangu e ver sat o per noi, si stringono i cristiani che son o i pani azzim i viventi. C ome è noto, il pane ferm entato e corruttibile doveva essere del tutto espulso dalla mensa pasquale giudaica p er la sciare spazio al pane senza lievito (ta le è appunto il significato del vocabolo di o rig ine gr eca “azzimo”). Ebbene, alla Pasqu a cristiana devono partecipare coloro che si sono interiormente purificati, lascian do ca de re le scorie del peccato attraverso la lo ro conversione e il perdono di Dio. Ma san Pao lo è consapevole che il male è sempre in agguato, «è a ccovacciato alla tua porta e ver so di te è la sua brama» (Genesi 4,7). E cco, allora, l’appello f inal e che suggella qu est o essenziale discorso pasquale (significativo , a tal proposito, è l’invito a «celebrare la fe sta», segno che – mentre Paolo scrive – si è nei giorni di Pasqua): è necessario cacciare dalla comunità cristiana «il lievito vecchio». Esso è precisato con due t er min i, «malizia e perversità». Non bisogna, infatti, diment icare che nelle righe precedent i l’Apostolo aveva denunciato con veemen za un fatto scandaloso che avrebbe dovut o scuote re la coscienza dei cristiani di Corinto : u n membro della comunità conviveva con la moglie di suo padre, in una relazione di sta mpo incestuoso. La P asqua è la festa dell a libert à non solo esteriore, ma soprattutto interiore , che si esprime nella «sincerità e verità». S oltant o così si celebra la ver a Pa squa cristiana e si è nel mondo autentici testimoni del la f ede. I l filosofo tedesco de ll’Ottocento Friedrich Nietzsche, fieramen te anticristiano, ri mproverava con queste par ole i credenti: «Se la buona novella della v ostra Bibbia fosse scrit ta anche sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all’aut or it à di questo libro: le vostre azioni renderebbe ro quasi superflu a la Bibbia perché voi st essi dovreste continuamente costituire la B ibbia vivente». -1-