Conquiste del lavoro del 10 ottobre 2014

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Conquiste del lavoro del 10 ottobre 2014
conquiste dellavoro
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Anno 66 - N. 228
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore ---------- ISSN 0010-6348
www.conquistedellavoro.it
Mobilità nel pubblico impiego, Cgil Cisl Uil:
necessario confonto per soluzioni innovative
“A
pprendiamo dal question time del Ministro
Madia di mercoledì che alcune materie che
hanno sempre riguardato la contrattazione vengono affrontate, come si faceva negli anni ’50-’60,
con provvedimenti legislativi. E’ il caso della mobilità del personale tra amministrazioni diverse, e
delle necessarie tabelle di equiparazione tra personale appartenente a contratti diversi e con inquadramenti e retribuzioni differenti”. Così in
una nota Cgil Cisl e Uil, che aggiungono: “Ritenia-
mo imprescindibile che per favorire la mobilità obbligatoria non si possa eludere un confronto di
merito fra sindacato e controparte, atteso peraltro che il Testo Unico 165/2001, ancora in vigore,
ha proprie procedure ed un soggetto che rappresenta la controparte (l’Aran)”. L’atteggiamento
del Governo è “dare per scontato che su queste
tematiche non vi possa essere condivisione. Sulla
valutazione, proprio attraverso la contrattazione,
abbiamo stabilito strumenti molto impegnativi e
concreti ed anche elementi che hanno evitato soprusi. Infatti, la valutazione deve essere oggettiva
e soprattutto trasparente, cosa che non sempre
avviene. Mentre sulle tabelle di equiparazione
troppo diverse sono le normative contrattuali fra
i diversi comparti, e, pertanto hanno bisogno di
un confronto fra coloro che hanno partecipato alle varie fasi contrattuali e che ne hanno stabilito
le norme”. Il sindacato confederale “non si è mai
tirato indietro, anche nel pubblico impiego, nel valutare, proporre e concordare soluzioni innovative, sempre nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori pubblici. Questa autosufficienza non pagherà, anche perché con i lavoratori, ci parlano e li
rappresentano le organizzazioni sindacali”.
Sfida
d’acciaio
Furlan: ancora
insufficiente
lamediazione
delGoverno
N
on adeguata. Così Annamaria Furlan valuta
la proposta di mediazione fatta ieri dal Governo su Ast che “non ha consentito di giungere
ad un accordo che tenesse in equilibrio le richieste dell’azienda e quelle del sindacato”. Aggiunge il segretario generale della Cisl: “Continuiamo a
credere che la trattativa non sia chiusa ed auspichiamo anzi di riprendere al più presto il confronto”. Certo, “il comportamento rigido e conflittuale dell’azienda durante la trattativa e la celerità con cui ha riaperto la procedura di mobilità e disdettato tutti gli accordi aziendali di secondo livello non aiuta a ritrovare il
clima di serenità utile a riaprire il negoziato. Chiediamo a ThyssenKrupp il massimo senso di responsabilità per riportare la trattativa nei normali confini di un
confronto civile che possa consentire di arrivare ad
un accordo che sia la giusta mediazione fra le richieste di efficientamento dell’azienda e le ragioni del sindacato che mirano allo sviluppo, al consolidamento
ed alla salvaguardia dei livelli occupazionali di un polo
industriale di eccellenza del nostro sistema produttivo come quello di Terni”. La Cisl auspica “un intervento straordinario da parte del Governo e delle istituzioni locali perché usino tutti gli strumenti finanziari, interventi di politiche attive del lavoro e di politica industriale a cominciare dalla riduzione del costo dell'
energia, in grado di far ripartire il confronto per arrivare ad un accordo che metta in sicurezza il futuro industriale, produttivo, occupazionale di Ast e dei suoi lavoratori”.
Salta
la trattativa,
Thyssen
licenzia.
E a Terni
scoppia
la protesta.
Fim:
il negoziato
va riaperto,
gravi
responsabilità
dell’azienda.
Il governo
tenta
l’ultima
mediazione
D’Onofrio a pagina 5
Jobs act, Renzi vince al Senato
Ma le regole non sono tutto
Tirreno Power,
firmato
accordo
per 53 esuberi
a Vado Ligure.
Flaei:
ora servono certezze
sul futuro produttivo
Ilva Genova,
sì definitivo
per i lavori
di pubblica
utilità.
Per 704 lavoratori
c’è l’integrazione
al reddito
A pagina 5
a pagina 7
Note Book
Fiat Termini Imerese, oggi
giorno decisivo per lavoratori
D
uro scontro interno al Pd dopo il voto di fiducia del
Senato al maxiemendamento sul Jobs act. Il provvedimento passa ora alla Camera. “Se ben funziona, può essere uno strumento straordinario per superare la
precarietà, ma sono gli investimenti, l’innovazione e la
ricerca che creano posti di lavoro”, sottolinea Furlan.
Guadagni a pagina 2
CURIOSAmente
I
ncontro decisivo, oggi al
Mise, per la soluzione della
vertenza Fiat di Termini Imerese. ”Per noi - afferma il segretario nazionale Fim, Ferdinando Uliano - è una giornata decisiva per dare una risposta occupazionale e industriale agli oltre mille lavoratori coinvolti nella chiusu-
ra dello stabilimento di Termini Imerese”. L’obiettivo
del sindacato è la reindustrializzazione del sito siciliano. Ci aspettiamo, dice Uliano, da parte di tutti i soggetti coinvolti un ”atteggiamento responsabile” per arrivare ad una soluzione positiva
della vertenza.
Twitter feed,
il contenuto
si è fatto furbo
La pubblicazione dei contenuti sui social è faticosa.
Questo strumento fa sicuramente al caso vostro.
Benvenuti a pagina 8
IL BLOG DEL DIRETTORE
Quando si dice ”calcolo del Pil”
a pagina 3
2
SPARLAMENTO IL BLOG DI MASSIMILIANO LENZI
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Renzi e la ruota della Fortune
M
atteo Renzi baciato dalla
Fortune. La rivista americana ha pubblicato la consueta classifica annuale dei 40 quarantenni più influenti al mondo. E nei
top, quest’ anno, è salito anche il
premier italiano Renzi. Primi a pari merito si sono piazzati i fondatori di Uber, la piattaforma che
ha rivoluzionato il mondo dei taxi, e di AirBnb, il sito per prenotare case o stanze a prezzi accessi-
bili in giro per il mondo. Subito
dietro il sempiterno Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato di Facebook. Poi, lui,
il rottamatore. Lì, fermo, davanti
ai capi di aziende multinazionali
come Jan Koum di Whatsapp,
Tom Farley guida del New York
Stock Exchange, Jack Dorsey di
Twitter, Marissa Meyer di
Yahoo. Renzi, per gli americani, è
oggi un influencer. Ed in Italia,
nel Pd, cosa pensano dell’ex sindaco
di Firenze? Lo criticano, a cominciare dalla sinistra
interna al Partito democratico,
ma al tempo stesso scelgono, votando, di dargli una delega in
bianco sulla riforma del lavoro
con focus sulla sorte dell'articolo
18. Certo, Fassina dice che andrà
in piazza, Tocci annuncia dimissioni, qualche schermaglia interna segue ma senza conseguenze
di sostanza.
Il fatto è che in questo periodo,
nel lotto della politica italiana, a
Renzi la ruota (della fortuna e del
consenso dell’opinione pubblica) gira. Eccome. Si oppongono i
Landini, la Camusso, dando però
la chiara impressione di posizioni vetero, sconosciute al riformismo migliore del nostro Paese.
Ecco, l’interrogativo, al di là della
classifiche che arrivano dagli Stati Uniti, sta proprio lì: nella misura del tasso del riformismo di MaRenzi. Al Senato ha vinto sul Jobs
Act, alla Camera avrà gioco facile
ma quanto di vero riformismo
c’è in lui? Cambiare il Paese, per
usare un suo slogan, cambiare
verso, è un impegno difficile. Anzi, difficilissimo. I risultati e la reale efficacia delle riforme poi li si
potranno misurare soltanto sui
numeri: il miglioramento delle
condizioni economiche degli italiani, i prametri della produzione
industriale e della crescita, lo stato di salute delle imprese italiane. In una parola - volendo fare
una battuta - in una “fortune”
per tutti (e non solo per Matteo).
Massimiliano Lenzi
Jobs act, Furlan: “Può essere strumento contro la precarietà, ma servono investimenti e innovazione”
Crescitaesviluppo:
solocosìsicrealavoro
attualità
Le misure principali del Jobs Act
NEOASSUNTI
Per i nuovi assunti
a tempo indeterminato
a tutele crescenti, il reintegro
per licenziamenti economici
è sostituito dal solo indennizzo
crescente con l’anzianità
CONTRATTI STABILI
Promozione del contratto
a tempo indeterminato
rendendolo più conveniente
rispetto ad altri tipi di contratto
in termini di oneri diretti
e indiretti
AMMORTIZZATORI
1,5 miliardi aggiuntivi per
i nuovi ammortizzatori
sociali. Si punta anche
sulle politiche attive
e su una maggiore tutela
della maternità
FERIE SOLIDALI
Confermata la possibilità
per il lavoratore
che ha un plus di ferie di cederle
a colleghi che ne abbiano
bisogno per assistere figli minori
che necessitano di cure
DISCIPLINARI GRAVI
Per i neoassunti
possibilità di reintegro,
per i licenziamenti ingiustificati
di natura disciplinare
“particolarmente gravi”,
le cui fattispecie saranno poi
specificate nel decreto delegato
MENO TIPOLOGIE
Drastico riordino
delle tipologie
contrattuali, con l’abolizione
delle forme più permeabili
agli abusi e più precarizzanti,
come i contratti di collaborazione
a progetto (Co.Co.Pro.)
SALARIO MINIMO
Resta l’obiettivo
di introdurre il compenso
orario minimo anche
per i rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa,
nei settori non regolati
da contratti nazionali
CONTRATTI SOLIDARIETÀ
Semplificazione del
campo di applicazione
potenziandone l’utilizzo in chiave
“espansiva”, per aumentare cioè
l’organico riducendo l’orario di
lavoro e la retribuzione del
personale
DISCRIMINATORI
DEMANSIONAMENTO
Il reintegro previsto
Possibile in caso
dall’articolo 18
di riorganizzazione
dello Statuto dei lavoratori resta aziendale, ma con limiti alla
per i licenziamenti discriminatori modifica dell’inquadramento
VOUCHER
Il ricorso ai voucher
viene esteso ma torna
il tetto dei 5.000 euro l’anno
ANSA
P
assa dunque alla
Camera il Jobs act
che nella notte tra
mercoledì e giovedì ha superato la prova del
Senato con il voto di fiducia al Governo sul maxie-
mendamento con 165 sì,
111 no e due astensioni. A
favore anche la minoranza del Pd, che pure mette
agli atti un documento critico sul provvedimento e
le dimissioni del senatore
civatiano Walter Tocci. Il
voto è arrivato dopo una
lunga giornata di durissime e plateali contestazioni in aula da parte di 5 Stelle e Lega che hanno impedito il via libera in contem-
poranea con il vertice europeo sull’occupazione a
Milano, presieduto da
Renzi. Il premier italiano
ha peraltro incassato l’apprezzamento sulla riforma del lavoro da parte di
NapolitanoeilprocessoStato-mafia
Noaprotagonismideimagistrati
conquiste del lavoro
”E
ci mancava anche
questa”, avrà pensato Giorgio Napolitano nell’apprendere della richiesta di Totò Riina e Leoluca
Bagarella di poter partecipare
all’audizione del capo dello
Stato al processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. L’Avvocatura dello Stato si era opposta alla presenza dei due
boss mafiosi alla deposizione.
I Pubblici ministeri del processo invece lo ritenevano possibile. La Corte ha dato ragione all’Avvocatura. “L’interpretazione della norma sulla deposizione del capo dello Stato nel senso di una esclusione della presenza degli imputati - sostiene
la Corte - non appare in contrasto con alcuna disposizione costituzionale o sovranazionale
sul diritto di difesa”. “Il diritto
di difesa - spiegano i giudici - è
adeguatamente assicurato dall’assistenza tecnica dei difensori che lo esercitano in forza
di un potere di rappresentanza legale”. Comunque, il chiacchiericcio mediatico continuerà penalizzando Napolitano,
con tutto quello che questo
comporta.
C’è voluta una sentenza della
Corte Costituzionale per far distruggere le conversazioni telefoniche tra l’ex vice presidente del Csm, ministro dell’Interno e presidente del Senato, Nicola Mancino, e Napolitano, dichiarate comunque dai giudici
“irrilevanti” ai fini degli approfondimenti giudiziari sulla trattativa. Quelle intercettazioni
non potevano essere fatte. La
loro eliminazione si è trascinata dietro, in una fetta dell'opi-
nione pubblica meno informata, un senso di sfiducia nelle
istituzioni che a loro avviso, comunque, tutelano i potenti e
puniscono al solito i cittadini
comuni.
Il presidente della Repubblica
deporrà il 28 ottobre su fatti
che già ha dichiarato di non conoscere quando ha risposto alla richiesta dei giudici di Palermo. Dovrà riferire sulla lettera
inviatagli da Loris D’Ambrosio,
deceduto nel luglio del 2012,
in cui il consigliere giuridico
del Quirinale riferiva i timori
sorti dopo le polemiche per le
telefonate intercettate fra lui
e Nicola Mancino. Napolitano
non si è sottratto all’audizione. Resta il tema, quanto mai
attuale, di come salvaguardare le alte cariche dello stato da
provvedimenti che si possono
molti leader europei, a
partire dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, e
del segretario generale
dell’Ocse Gurria.
Il nodo irrisolto resta quello dell’articolo 18. La nor-
trasformare in boomerang per
la credibilità delle istituzioni,
fermo rimanendo la necessità
che tutti, ma proprio tutti, siano uguali davanti alla legge.
Sono tanti i magistrati che svolgono il proprio lavoro in silenzio, dedicando la propria esistenza al “Servizio” della giustizia, non ritenendosi assolutamente dei giustizieri. Altri, invece, non hanno minimi dubbi
sull’opportunità e giustezza
delle loro prese di posizioni.
Sono talmente sicuri di essere
nel giusto, e di avere tutti contro, che utilizzano in particolare i media per enfatizzare i loro convincimenti in modo che
la “mediaticità” sia un antidoto alla voglia d’insabbiamento
che, a loro avviso, i “potenti”
hanno sempre e comunque intenzione di esercitare. E’ ovvio
che anche la stampa ha le sue
responsabilità quando - al di là
dei tanti (troppi) codici deontologici - si presta ad operazioni
di supporto interessato. “I giudici parlano solo attraverso le
sentenze” sostiene la maggior
parte dei magistrati avvicinati
ma che aprire all’ennesimo ritocco (il precedente
risale a soli due anni fa) è
l’introduzione “per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato
a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio”.
Osserva Annamaria Furlan: “Spero si realizzi un
confronto su ogni punto
del Jobs Act perché le competenze sul lavoro le hanno sindacati e imprese”.
Comunque “il Jobs act, se
ben funziona, può essere
uno strumento straordinario per superare la
precarietà, ma sono gli investimenti, l’innovazione
e la ricerca che creano posti di lavoro”. Ospite mercoledì sera a “Otto e mezzo” su La7 al termine del
suo primo giorno da segretario generale della Cisl,
Furlan ha aggiunto: “Tutta
la passione che vedo nella
politica su articolo 18 e regole mercato le vorrei vedere nella costruzione di
posti di lavoro: le regole
del mercato del lavoro sono importanti ma non creano nuovi posti, bisogna ripartire dalla crescita e lo
sviluppo. Apprezzo piuttosto le cose che Renzi porta
avanti in Europa: il Fiscal
compact strangola i Paesi”. Sul lavoro “non credo
ci saranno tavoli separati
con Cisl e Uil da un lato e
Cgil dall’altro. La Cgil farà
la sua manifestazione, noi
incontreremo le persone
nelle piazze”. Quanto al
Tfr in busta paga “se Renzi
vuole utilizzarlo davvero
perché ripartano i consumi deve essere a costo zero: tasse zero per per questa operazione”.
Giampiero Guadagni
dai giornalisti. Il magistrato, in
particolare il Pm, non è il protagonista del processo, quando
lo diventa c’è qualcosa che
non funziona e con molta probabilità quello che dovrebbe
essere “un giusto processo” diventa “ingiusto” perché il giudice non è più terzo, ma primo
attore di tesi che nemmeno difronte a fatti incontrovertibili
è disposto a cambiare. Il processo a Enzo Tortora è il caso
emblematico di malagiustizia
da tenere sempre a mente.
Il nuovissimo Consiglio superiore della magistratura, al di
là dell’assoluta autonomia che
i giudici devono avere, dovrà
occuparsi con più efficacia propositiva e punitiva su protagonismi fuorvianti e delegittimanti per tutta la categoria. E
norme restrittive vanno imposte ai magistrati che decidono
di abbandonare la toga e scendere – o salire - in politica. Nella fattispecie da un giorno all’altro non si può cambiare abito.
Elia Fiorillo
3
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
lasciare il
Yahoo taglia Dovranno
proprio posto di lavoi 400 dipendenti di
400 posti roYahoo
nella sede indiana
di Bangalore. La società
infatti lasciato a casa i
di lavoro halavoratori
nell’ambito di
una
delle
maggiori
ridua Bangalore, zioni della forza lavoro
dall’amministratoil 3% del decise
re delegato, Marissa
A riportare la notidi tutto Mayer.
zia è il Wall Street Joursecondo il quale i tail personale nal,
gli al personale rappre-
sentano il 3 per cento circa della forza lavoro totale: i tagli coinvolgono infatti circa 12.000 persone e corrispondono a circa un terzo dello staff attualmente presente a
Bangalore.
Secondo quanto riferisce
un portavoce della società, ”l’azienda cerca modi
per ottenere una maggiore efficienza, collaborazione e innovazione nelle
varie attività”.
del semeFondi Ue: Nell'ambito
stre di presidenza itadel Consiglio dell'Ue,
oggi a liana
oggi si terrà a Milano l’ininformale dei ministri europei della CoesioMilano contro
ne. ”Politiche di coesione
economica,
incontro eunagovernance
relazione complemenè l'argomento al cenministri tare”
tro del confronto, per conal rilancio della credella tribuire
scita e dell'occupazione
Ue, nel momento di
coesione nella
passaggio alla nuova pro-
grammazione dei Fondi europei 2014-2020. Il meeting vedrà la partecipazione di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega
alla Coesione Territoriale,
che interverrà e chiuderà
l'incontro, di Johannes
Hahn, Commissario Europeo per le Politiche Regionali, del Comitato per lo
Sviluppo regionale del Parlamento europeo ) e degli
altri ministri dell'Unione.
Usa. Le compagnie devono riconoscere che i lavoratori hanno fatto sacrifici per risollevare il settore dell’auto
global
SindacatoUawchiedeaumenti
salarialiancheperinuoviassunti
I
l sindacalismo americano
è pronto per affrontare
una delle stagioni più difficili ma anche più promettenti della sua recente storia.
L'Uaw, il sindacato dell'automotive che ha visto il numero
degli iscritti aumentare del
2% nel 2013, è pronto a dare
il via ai colloqui con gli automakers che, nel corso dell'ultimo anno, hanno realizzato
14,4 miliardi di profitti. Molti
i temi sul tavolo a partire dagli aumenti salariali, alla chiusura del gap retributivo fra
nuovi e vecchi assunti, al ripristino del diritto di sciopero,
sospeso in seguito agli accordi presi per il salvataggio di
General Motors e Chrysler
nel momento di crisi più difficile. Sullo sfondo, ci sono i
progressi dei “sindacati di minoranza” all'interno delle fabbriche. L'esperimento, iniziato con la formazione della Local 42 nella fabbrica della
Volkswagen di Chattanooga,
nel sud degli Stati Uniti, ha
guadagnato non solo consensi ma anche proseliti: l'Uaw
ha infatti annunciato la costituzione di un nuovo sindacato “per soli iscritti”, la Local
112, nella fabbrica della Mercedes di Vance in Alabama.
Un autunno che si preannuncia dunque particolarmente
turbolento per l'Uaw anche
considerando che, in seguito
al cambio della guardia, il sindacato si trova nel mezzo di
un processo di ristrutturazione interna, come ha spiegato
il nuovo presidente, Dennis
Williams, in una recente intervista al Detroit News. Il leader dell'Uaw è consapevole
che la priorità assoluta è quella di aumentare i salari per i
veterani e per i nuovi assunti.
CURIOSAmente
E' per questo motivo che il sindacato non esclude il ricorso
allo sciopero: “Non vogliamo
uno scontro senza che ce ne
bonus record ai dipendenti.
Il sistema del doppio livello salariale sarà un altro importante banco di prova del sindaca-
duttrice di componenti automobilistici, hanno ottenuto
un nuovo contratto una settimana dopo aver scioperato
per una giornata. Il nuovo
contratto abolisce il doppio livello e permette ai
lavoratori di iniziare il
loro impiego con
una retribuzione
di 16,50 dollari che salirà, progressiva-
sia la
necessità – ha
spiegato Williams – chiediamo solo che le
compagnie riconoscano che i nostri membri hanno fatto sacrifici”.
Sacrifici che hanno contribuito a risollevare l'intero settore e, in particolare, le sorti delle Big Three di Detroit che,
dal 2011, hanno aggiunto 28
mila posti di lavoro e elargito
to che può però contare su un
primo punto segnato dalla Local 2335 nella fabbrica della
Lear ad Hammond in Indiana.
I lavoratori dell'azienda, pro-
mente, fino a 21,58 dollari.
Per molti lavoratori, che ricevevano i comunemente detti
“salari da fast food”, si tratterà di ricevere aumenti annuali per oltre 15 mila dollari.
regolamentazione
dei derivati e la cancellazione della Glass-Steagall
Act (la legge che separava le banche commerciali da quelle private) dall’altro. Un triplo salto mortale che ricorda a qualcuno il siluro destinato all’ex presidente
dell’Fmi Strauss Kahn in un altro
intrigo di sesso, potere, bugie, finanza e derivati. E’ così - grazie
ad un rapporto eccessivamente
amichevole tra Clinton e Wall
Street - che fu servito al pianeta
il disegno di legge sulla deregulation bancaria più radicale e distruttivo della storia americana.
Dopo 66 anni i vincoli voluti da
Roosvelt furono finalmente
messi in soffitta. Ai banchieri,
pare, costò soltanto qualche mi-
gliaio di dollari offerti all’innocua e rubiconda stagiaire. Più
pil per tutti, nel mondo, sia pure
con armi e contrabbando. Ed ecco che Clinton ruppe anche l’accordo che l’Amministrazione di
George H.W. Bush fece nel
1990, quando Mosca acconsentì alla riunificazione della Germania (che diventò membro Nato)
e in cambio Washington convenne che non ci sarebbe stata nessuna espansione della Nato verso est. Ma dopo il 1999 sappiamo com’è andata, e oggi le esercitazioni militari arrivano anche
là. E a proposito di armi: nel calcolo del pil restano fuori i proventi dello specifico contrabbando, tuttavia le ”uscite” per gli armamenti saranno considerati
conquiste del lavoro
Manlio Masucci
IL BLOG DEL DIRETTORE
Quando si dice ”calcolo del Pil”
C’
Lo scenario è dunque cambiato rispetto al periodo più intenso della crisi. L'economia
americana è in ripresa e continua ad aggiungere posti di lavoro: con l'aggiunta di 248 mila posti a settembre il tasso di
disoccupazione si attesta ora
al 5,9%. Sembra dunque arrivato il momento di puntare
sulla qualità dei nuovi posti
creati attraverso un'azione
sindacale coesa. Un'azione a
cui contribuirà la nuova Uaw
Local 112, un sindacato di minoranza appena formatosi
nella fabbrica della Mercedes
di Vance in Alabama con il
supporto del Comitato aziendale globale della Daimler e
dell'IG Metall. Così come nel
caso di Chattanooga, il sindacato rappresenterà solo i propri membri e a nessun impiegato sarà richiesto di iscriversi. Dennis Williams ha sottolineato come la Local 112 parteciperà attivamente alla vita
dell'azienda
“migliorando
qualità e produttività per garantire il successo di azienda
e lavoratori”.
I sindacati di minoranza fanno dunque il loro ingresso nella fabbrica della Mercedes,
che impiega 3.400 lavoratori
a tempo pieno e circa mille
temporanei, dopo che per anni i tentativi di sindacalizzare
le fabbriche del sud attraverso le consultazioni erano falliti. Il cambio di strategia dell'
Uaw potrebbe rappresentare
una chiave di volta per il sindacalismo americano come
ha sottolineato ancora Williams: “Quello che succede
qui – ha concluso il leader
dell'Uaw - è importante per il
futuro di tutto il lavoro organizzato”.
è chi sostiene che troppe
regole nel mercato del lavoro non invoglino gli investitori.
Ma non saranno piuttosto criminalità organizzata e corruzione
a metterli in fuga? Il regolamento per calcolare l’incidenza sul
Pil dell’economia illegale, adottato dall’Istat su indicazione di
Eurostat e in vigore da ottobre,
proprio non convince e approda
in commissione Antimafia: droga, prostituzione e contrabbando sono in gran parte controllate dalla criminalità organizzata
e perlopiù estranee al concetto
di consenso volontario. E l’aver
incluso questi proventi nel calcolo ufficiale del Pil dei Paesi Ue
sembra a tutti gli effetti un umiliante tentativo di crescita artificiale dell’Unione. Da secoli, però, le ricette economiche sembrano puntare più sui vizi privati
che sulle pubbliche virtù. Il mondo, ad esempio, cambiò per
sempre quando una tale Lewinsky si avvicinò troppo all’ex presidente Usa Bill Clinton. Volontariamente? Mah, va’ a sapere.
Qualche maligno suggerisce che
l’intero scandalo fu montato ad
arte dai repubblicani più ultraliberisti e ultraconservatori, fino
al ricatto finale. Per Bill fu facile
scegliere tra la defenestrazione
con impeachment da un lato e il
pass per il Nafta, il divieto della
“investimenti”.
Potrebbero
aver pensato così anche Oltreoceano, dato che uno studio commissionato dalla Ue al Conflict
Armament Research rivelava ieri che le munizioni che lo Stato
islamico sta impiegando nella
sua campagna in Siria settentrionale e in Iraq provengono dagli
Usa e da altri Paesi alleati contro
il gruppo jihadista. Nel mare di
illazioni, la risposta di Obama alla crisi finanziaria resta come
quella della Ue sbilenca e inadeguata: le corporates e le banche
hanno ricevuto incassi sontuosi,
mentre le famiglie sono state deluse da piani radicalmente sottodimensionati per stimolo della
crescita e riduzione del debito.
[email protected]
4
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
La Conferenza di Milano avrebbe dovuto fissare una soglia minima per l’occupazione
Il vertice informale
l’ennesima
occasionepersa
di Sebastiano Fadda *
C
vedere si tratta semplicemente di un sistema debole di dichiarazione di buone intenzioni. Infatti, in primo luogo esso
non contiene una definizione
di obiettivi quantitativi chiaramente percepibili e monitorabili (a differenza di quanto previsto dal trattato di Maastricht
in materia di convergenza economica e finanziaria), né, di
conseguenza, alcuna sanzione
per il mancato raggiungimento di essi; in secondo luogo, le
guidelines elaborate in sede
comunitaria sono talmente generiche e vaghe che possono
essere declinate e interpretate in ciascun paese nelle forme più svariate e anche più
evanescenti.
esione sociale e rispetto per
l’ambiente”) ancora una volta
sembra configurare più un ambizioso quadro di “wishful
thinking” che un coerente sistema di obiettivi finali vincolanti, di obiettivi intermedi e di
variabili strumentali con i quali dare corpo a concreti programmi operativi che leghino
insieme politiche del lavoro e
politiche di sviluppo.
Ora, il 2010 è passato, quegli
obiettivi non sono stati raggiunti, e nel frattempo il problema della relazione tra le politiche economiche dell’Unione Europea e gli obiettivi occupazionali è diventato più complicato. Infatti, da un lato col
protrarsi della crisi economica
obiettivi di finanza pubblica,
anche per l’occupazione il problema è come fare in modo
che gli Stati siano obbligati a
raggiungere gli obiettivi fissati
e siano tenuti responsabili (e
sanzionati) in caso di mancato
raggiungimento di essi. Si tratta, cioè, di passare dalle parole
ai fatti. Se non si trova un modo per far questo, gli obiettivi
occupazionali
resteranno
“priorità” soltanto a parole e
gli Stati saranno liberi di disattenderli o addirittura di usare
la disoccupazione come strumento per il consolidamento
finanziario.
Un suggerimento che si può
proporre per risolvere questo
problema è di legare i due ordi-
con il trattato di Amsterdam
del luglio 1997, che per la prima volta gli interventi per la
crescita dell’occupazione vengono formalmente inseriti fra
le “priorità” dell’azione comunitaria. Nella successiva riunione straordinaria del Consiglio
svolta a Lussemburgo nel novembre 1997 prese corpo la
ben nota “Strategia Europea
per l’Occupazione “(SEO) fondata sulle quattro linee direttrici:
“occupabilità”,
“imprenditorialità,
“adattabilità” “pari opportunità”.
Il cosiddetto “processo di Lussemburgo” sembrerebbe in apparenza definire un meccanismo stringente di inserimento
di obiettivi occupazionali nella
politica economica, ma a ben
Il Consiglio Europeo di Lisbona
del Marzo 2000 ha cercato di
compiere un passo avanti rispetto a questi limiti, rilanciando la Strategia Europea per
l’Occupazione e attribuendo
valori quantitativi all’obiettivo
occupazionale: incremento
del tasso di occupazione europeo dal 61 al 70 % entro il
2010, con la creazione di 20 milioni di nuovi posti di lavoro e
una crescita del tasso di attività femminile dal 51 al 60%.
Ma la formulazione adottata
dalla Strategia di Lisbona (“diventare entro il 2010 l’economia basata sulla conoscenza
più competitiva e dinamica del
mondo in grado di realizzare
una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore co-
e finanziaria i vincoli del consolidamento fiscale sono stati resi più stringenti con i vari “patti” e “trattati” (e vengono sempre più perseguiti con misure
recessive); dall’altro lato con il
programma Europa 2020 gli
obiettivi occupazionali sono
stati innalzati (l’obiettivo del
tasso d’occupazione è stato
portato dal 70 al 75%!). Si aggiunga che nel frattempo i livelli di disoccupazione sono drammaticamente peggiorati, così
da provocare numerose proclamazioni in sede europea
che il raggiungimento degli
obiettivi occupazionali deve
ora costituire la priorità per
l’Unione e per gli Stati membri. Ma, così come per la crescita, sempre invocata ma sempre sacrificata a favore degli
ni di obiettivi “prioritari”, stabilendo che gli obiettivi fiscali
debbano essere raggiunti subordinatamente al vincolo che
il livello di occupazione sia
mantenuto sopra una soglia
minima stabilita a livello europeo; il non rispetto di questo
vincolo dovrebbe essere sanzionato come il mancato raggiungimento degli obiettivi fiscali. Questa condizione renderebbe inutile per gli Stati raggiungere il consolidamento fiscale attraverso la recessione,
e li costringerebbe a adottare
misure non recessive per raggiungere gli obiettivi fiscali e
misure concrete per espandere l’occupazione. Senza un collegamento di questo genere i
singoli Stati (profittando del
“metodo di coordinamento
conquiste del lavoro
dibattito
ome tutti sanno, c’è voluto molto tempo prima che l’obiettivo della
crescita occupazionale
venisse incluso tra gli obiettivi
della politica economica dell’Unione Europea. Questi, centrati originariamente su obiettivi di natura finanziaria, sono
stati lentamente estesi agli
obiettivi occupazionali. La prima spinta fu data dal Libro
Bianco di Delors, “Crescita,
Competitività, Occupazione”
del 1993. Successivamente,
nel Consiglio Europeo di Essen
del dicembre 1994 e nel Consiglio di Firenze del 1996 si incominciò a dedicare una qualche
attenzione formale al problema dell’occupazione, ma è
aperto”) non si faranno remore
a imporre alti livelli di disoccupazione pur di rispettare il solo vincolo finanziario per sottrarsi alle
procedure di infrazione e relative sanzioni.
Questo sarebbe dovuto essere
l’obiettivo del vertice di Milano.
Una tale misura dovrebbe però
essere accompagnata da dispositivi idonei ad evitare che i singoli stati possano utilizzare scorciatoie per esibire un finto rispetto della soglia occupazionale conteggiando forme di lavoro
precario o sottopagato o comunque al di sotto di definiti “labour
standards”. A questo scopo sono necessari un miglioramento
ed una armonizzazione a livello
europeo degli indicatori statistici (definizione di occupazione,
metodi di rilevazione, indicatori
di qualità). Parimenti è necessaria una armonizzazione a livello
europeo della regolazione del
mercato del lavoro, della sicurezza sociale, del salario minimo
e delle regole riguardanti la contrattazione collettiva. Non è ammissibile in un’area che si qualifica come “Unione” tendente a divenire uno Stato Federale una
discrepanza e una diversità come quella che si registra oggi tra
le istituzioni regolatorie del mercato del lavoro degli Stati membri. Non si può invocare a sostegno della estrema diversità delle regole fondamentali l’esistenza di diverse condizioni economiche: sarebbe come invocare
una diversità di regole tra Nord
e Sud nel nostro paese.
Una volta introdotte a livello dell’Unione Europea queste linee
di azione, ogni stato sarebbe naturalmente libero di scegliere le
strategie più idonee per raggiungere gli obiettivi occupazionali,
utilizzando in proporzioni diverse tutta la tastiera degli strumenti disponibili, dal miglioramento dei servizi per l’impiego
all’adeguamento dei sistemi di
formazione, dal rafforzamento
degli investimenti pubblici al sostegno dell’imprenditorialità,
dalla crescita della produttività
alla gestione degli orari di lavoro, dall’accrescimento della domanda aggregata alla riduzione
delle disuguaglianze di reddito,
e così via. Ma sarebbe garantito
un punto importante: gli Stati
membri, liberi di scegliere gli
strumenti ritenuti più appropriati, dovrebbero comunque rispondere del mancato raggiungimento degli obiettivi occupazionali, nello stesso modo in cui
sono chiamati a rispondere del
mancato raggiungimento degli
obiettivi fiscali. Questo sarebbe
il modo migliore di procedere se
i vertici europei volessero veramente passare dalle parole (di
cui francamente siamo stanchi)
ai fatti (di cui siamo sempre pazientemente in attesa).
* Professore ordinario
di economia politica
Facoltà di economia
Università Roma 3
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Tirreno
Power,
accordo
sugli esuberi:
53 in uscita
a Vado Ligure.
Flaei:
ora certezze
L
’accordo per gli esuberi a Tirreno Power ora c'è. Lo hanno firmato ieri pomeriggio a Roma sindacati e azienda. La mobilità viene
varata per 126 lavoratori del gruppo. Cinquantatre di questi sono dipendenti della centrale di Vado Ligure. Sei le persone che andranno
in pensione nell'immediato in
quanto ne hanno maturato i requisiti.
L'obiettivo dell'azienda è quello al
1 gennaio 2015 di avere complessi-
vamente nei vari siti di produzione
non più di 393 unità produttive.
Possibile anche l'apertura per chi
rimarrà in forza nello stabilimento
di Vado di una procedura di cassa
straordinaria, anche se questo passaggio resta subordinato agli esiti
della partita per la concessione della nuova Aia ai gruppi 3 e 4 dell'impianto termoelettrico di Quiliano-Vado, una partita tutt'ora apertissima sulla quale anche l'azienda
non ha novità sostanziali per il mo-
mento.
Per Maurizio Perozzi, Rsu Flaei Cisl, “abbiamo posto la nostra firma
sui testi per chiudere la vertenza
legata alla mobilità. Ma per quanto riguarda Vado Ligure non ci sono certezze sul futuro produttivo e
o occupazionale. L'azienda ci ha
fatto sapere di non aver ricevuto
ancora documenti da parte della
commissione istruttoria per l'Aia e
di non avere quindi novità sostanziali sulla situazione futura della
centrale vadese”.
Il caso. Rotte le trattative, partono i licenziamenti. A Terni scoppia la protesta. Fim: va riaperto il negoziato
TERRITORIO & IMPRESE
Ast,ilsindacatononcista
O
conquiste del lavoro
ra si tratta di capire se ci sono i margini
per una soluzione ai tempi supplementari. Quelli regolamentari, per l’Ast di
Terni, si sono chiusi nel peggiore dei mo-
di.
Dopo il naufragio della trattativa nella nottata di
mercoledì, ieri ThyssenKrupp ha aperto la procedura di mobilità per 550 lavoratori. Mandando
su tutte le furie i sindacati e mettendo all’angolo
pure il governo, la cui proposta di mediazione è
stata respinta dalle sigle di categoria.
Non a caso di prima mattina, quando Tk ancora
non ha emesso la sua sentenza, Matteo Renzi,
che il 4 ottobre con un suo intervento sull’ad di
Ast Lucia Morselli aveva ottenuto lo slittamento
della mobilità, si dice ”molto preoccupato”.
Azienda e sindacati, sostiene il premier, sono
”ancora troppo lontani”, anche se davanti ”ci sono tre mesi per discutere” e il governo ”continuerà a lavorare con Delrio e Guidi”. I tre mesi sono
quelli concessi da Tk per ”un’ulteriore fase di negoziati nell'ambito di una nuova procedura di
mobilità”, così come concordato - ricorda l’azien-
da - nell’accordo sottoscritto il 4 settembre.
La mobilità, però, resta. E a Terni, inevitabilmente, gli animi si accendono. L’assemblea
convocata davanti ai cancelli dell’acciaieria - Ast
ha negato l’accesso ai dirigenti nazionali dei sindacati e agli operai non di turno - decide lo sciopero per l’intera giornata; parte il blocco delle
portinerie e viene indetto un presidio davanti alla prefettura; poi operai e sindacalisti si dirigono
verso la stazione di Terni, dove bloccano i binari.
Ma è solo l’inizio, probabilmente. ”Noi non gettiamo la spugna, vogliamo riaprire il negoziato”,
dice il segretario nazionale della Fim Marco Bentivogli prima di raggiungere i lavoratori riuniti in
assemblea.
Ma trattare non significa avallare i licenziamenti. Che è poi ciò che sarebbe accaduto se i sindacati avessero accettato la mediazione del governo, che lega la diminuzione del numero degli esuberi - da 550 a 290 - alla clausola del licenziamento automatico qualora non si raggiunga il numero fissato per gli esuberi volontari. Un boccone
troppo amaro da ingoiare a fronte di una contropartita non proprio esaltante: 100 milioni di inve-
stimenti
promessi in quattro anni, spostamento della linea di laminazione a freddo dallo stabilimento di Torino a quello ternano, mantenimento della capacità produttiva per tre anni sui livelli
attuali.
In definitiva, però, è ”l’azienda che ha riaperto lo
scontro non mediando su nessuna posizione”, fa
notare Bentivogli, mentre ”la Fim e tutto il sindacato hanno puntato a concludere l'accordo, facendo continui passi per cercare convergenze,
perché sapevamo che l'alternativa erano le lettere di mobilità”. Come puntualmente si è verificato. Eppure, nota il sindacalista, ”tutte le parti sanno bene quali sono le condizioni per arrivare ad
un accordo”, ma al condizione preliminare è la
volontà di fare “uno sforzo complessivo per riaprire il confronto e trovare una soluzione sostenibile”.
Inutile dire che molto dipenderà dal governo. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico Federica
Guidi ha definito ”troppo rigidi nella contrattazione” tanto i sindacati che l’azienda. Ma in coda
ad una lunga nota ha pure deplorato ”gli atti unilaterali” che, ”come avvenuto stamattina”, rendono più difficile il negoziato. Una bordata a Tk,
insomma, che nasconde a malapena un sordo
malumore del governo verso la multinazionale
tedesca.
Carlo D’Onofrio
6
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Fondazione Enasarco,
al via nuovo statuto.
Raineri (Fisascat):
“Introdotta
logica partecipativa
e valorizzata
la categoria”
cronache
R
oma (nostro servizio).
Diminuire l’orario di lavoro per mantenere
l’occupazione in caso di
crisi aziendale e quindi evitare
la riduzione del personale: è
quanto prevedono i contratti
di solidarietà, introdotti dalla
legge 863/84. Uno strumento
utilissimo, ma che purtroppo
ha trovato scarsa applicazione
nello scenario di crisi nazionale.
Nei giorni scorsi, però, circa
110 lavoratori hanno potuto
constatare di persona e sulla
propria pelle la bontà dei contratti di solidarietà.
È accaduto in due aziende diverse, nella “Sacci Spa” di Castelraimondo (Macerata) e nella “Margaritelli” di Mantignana
(Perugia).
Nel primo caso i contratti di solidarietà hanno interessato gli
80 addetti del cementificio,
precedentemente dichiarati in esubero
dall’azienda. È la
prima volta che
questo tipo di
contratto viene
applicato in
un’azienda
del cemento,
perché nemmeno in grosse vertenze
con colossi del
settore, come
Italcementi e
Buzzi Unicem, si
era riusciti a far
ricorso a questo
strumento, soprattutto a causa
della riluttanza
delle imprese. Sacci apre uno scenario
nuovo, e dimostra
che in determinate situazioni anche in questo comparto si possono
trovare soluzioni utili a
non disperdere le professionalità, nonostante i numeri da
conquiste del lavoro
R
oma (nostro servizio). Le grandi reti infrastrutturali sono
sempre più al centro dell’attenzione del mondo
economico-finanziario.
Si tracciano scenari evolutivi, si spostano quote
azionarie significative, si
acquisiscono capitali ma
poco ci si preoccupa di garantire nello scenario futuro proprietà pubblica e
utilizzo sociale di un sistema di servizi indispensabile per la vita civile del Paese, costi e qualità sociale
di beni che appartengono integralmente alla comunità.
Le reti energetiche, al pari di quelle delle comunicazioni e dei trasporti, costituiscono un asset determinante per l’Italia, il
cui controllo pubblico è
indispensabile e va garantito ad ogni costo, al di là
dell’apertura al mercato
dei capitali esteri per recuperare risorse finanziarie.
U
na nuova “voce in capitolo” per gli agenti ed i rappresentanti di
commercio che potranno eleggere i propri designati in seno alla
Fondazione Enasarco.
È questa la grande novità introdotta ieri con l’approvazione dello Statuto della Fondazione Enasarco che ridefinisce gli strumenti di democrazia rappresentativa con l’insediamento di una assemblea elettiva dove
gli agenti e rappresentanti di commercio in attività potranno eleggere i
componenti dell’Assemblea e del Consiglio di Amministrazione.
La Fisascat accoglie positivamente la rivisitazione dello Statuto della
Fondazione. “Abbiamo rivisitato lo Statuto Enasarco introducendo una
logica partecipativa per gli oltre 250.000 agenti e rappresentanti di
Commercio - ha dichiarato il segretario generale della Fisascat Pierangelo Raineri - Gli agenti ed i rappresentanti italiani potranno così contribuire fattivamente alla gestione delle attività di assistenza e previdenza nonché del patrimonio della Fondazione”.
Edilizia & crisi. Accordi tutelano 110 operai nelle aziende Sacci e Margaritelli
Contrattidisolidarietà,
cronache
dioccupazionesalvata
brivido della crisi e grazie all’impegno di tutte le parti sociali.
Quello del cemento è il comparto più devastato dalla crisi di
questi anni: dai 47
milio-
ni di tonnellate di cemento prodotto nel 2007 sì è arrivati agli
attuali 20 milioni, con prospettive al ribasso anche per il 2015.
Produce il parquet per conto di
Listone Giordano, invece, l’altra azienda nella quale si è fatto ricorso ai contratti di solidarietà, la “Margaritelli”. L’aziend a
aveva già applicato questi contratti, ma per gli altri due siti
produttivi, ubicati a Miralduolo
e a Palazzo d’Assisi. La vicenda
assunse visibilità nazionale perché per il solo stabilimento di
Mantignana, invece, l’azienda
preferì ricorrere alla mobilità.
Una decisione che “puzzava di
discriminazione”, perché in
quello stabilimento i dipendenti sono tutti ex-Fillea Cgil passati alla Filca. Contro la decisione
dell’azienda e a favore dei lavoratori si sono schierati in pochi
giorni centinaia di persone, tra
parlamentari, amministratori
locali e sindacalisti di tutte le sigle. Ora anche a Mantignana si
può tirare un sospiro di sollievo, ma in casa Filca rimane uno
stato di forte preoccupazione
per l’evolversi della difficile situazione aziendale di tutto il
gruppo, anche perché 13 dipendenti hanno scelto la fuoriuscita volontaria dall’azienda.
I due casi, pur diversi,
dimostrano l’importanza dell’azione
sindacale messa
in atto dalla Cisl
e dalla Filca, e
sono la risposta
a quanti accusano il sindacato
di avere a cuore
solo i tutelati. In
un momento nel
quale le conseguenze della crisi
non solo non si arrestano, ma sembrano aumentare
di intensità, i due
accordi aprono la
strada a soluzioni alternative e che comportano disagi minimi per i lavoratori ai
quali si applicano, che
trovano nel sindacato un
alleato prezioso per la rivendicazione e la tutela dei
propri diritti.
Vanni Petrelli
IlcasoTernaeilcontrollodellereti
Flaei:siprivatizzimaconlegaranzie
Con questa posizione ferma e puntuale Carlo De
Masi, segretario generale della Flaei, ribadisce la
posizione della sua federazione riguardo il tema
della privatizzazione di
Terna.
”Vanno stabilite precise
garanzie per le aziende
strategiche del Paese - ribadisce Carlo De Masi prima di procedere a cessioni di pacchetti azionari
o far entrare soci esteri
nella proprietà e nella gestione di Reti nazionali.
Una necessità inderogabile viste le notizie riguardanti l’imminente cessione da parte di Cassa Depositi e Prestisti verso
Cdp Reti della propria partecipazione in Terna SpA,
pari a quasi il 30% del capitale sociale”.
Questo vorrebbe dire
che, avendo Cdp e Sgid
(State Grid International
development limited cinese) firmato un accordo
per la cessione a Sgid di
una quota del 35% del capitale sociale di Cdp Reti,
gli investitori cinesi stanno per investire anche
nel primo operatore italiano leader nelle reti di
trasmissione di energia
elettrica. La Sgid avrebbe
così riconosciuti diritti e
governance a tutela del
proprio investimento nella società, con la nomina
di consiglieri e revisori, il
diritto di veto rispetto a
particolari delibere, un
posto nel cda di Snam e
Terna.
”Siamo
all’ennesima
svendita dei gioielli di famiglia mascherati e suffragati da Cdp?” si chiede
il segretario generale della Flaei Cisl.
Se le cose stanno così,
questa è un’operazione
di alta ingegneria finanziaria che chiama in causa direttamente la tutela
di Snam e Terna.
”Rilanciamo - sostiene
De Masi - la proposta per
un progetto di una macro
società delle Reti, a stretto controllo pubblico, da
realizzare attraverso un
azionariato diffuso, con
la partecipazione dei cittadini e dei lavoratori, anche con l’utilizzo dei Fondi pensione complemen-
tari, orientata al bene comune e non alla speculazione finanziaria o al solo
profitto privato. Vanno
garantiti, inoltre, investimenti adeguati, innovazioni tecnologiche e qualità dei servizi”. Le reti rappresentano, come ha ribadito la Ue, il fattore
strategico cruciale per costruire l’Europa del futuro. ”Noi non siamo contrari ai capitali esteri - incalza De Masi - ma non
possiamo concedere ad
altri le nostre sicurezze,
senza reciprocità e senza
garanzie adeguate. Dobbiamo creare un nuovo
polo economico, un soggetto strategico a garanzia del Paese che, attraverso servizi di qualità,
competitivi e fruibili da
tutti, sostenga la crescita
e diventi volano insostituibile di moderne politiche economiche, come lo
furono all’inizio degli anni 60’ le grandi reti, a partire da quella elettrica e
successivamente del gas.
Vogliamo essere protagonisti - conclude il segretario generale della Flaei Cisl - di una nuova stagione
per il rilancio della crescita, dello sviluppo e dell’occupazione dell’Italia”.
L’attenzione del sindacato a costruire i nuovi modelli di crescita e di utilizzo delle grandi reti infrastrutturali poggia sulla necessità di coniugare i diritti dei cittadini e dei lavoratori con le esigenze del
mercato, senza ridurre i
primi perché si può intervenire in modo equilibrato lasciando che l’industria si modernizzi e la
qualità del lavoro e dei
servizi ai cittadini migliori
di pari passo.
Ubaldo Pacella
7
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Elezioni Rsu. T
Faivittoriosa alla
EridaniaSedamdi
Castiglion Fiorentino.
Conquistata
latotalità della Rsu
consei delegati
rionfo Fai Cisl alle elezioni per il rinnovo della Rappresentanza
sindacale unitaria del sito Eridania Sadam spa di Castiglion
Fiorentino.
L’appuntamento elettorale è stato caratterizzato da un’altissima partecipazione al voto da parte dei lavoratori e da una netta
ed inequivocabile affermazione della lista Fai Cisl che ha raccolto il 94% dei voti validi così da ottenere la totalità della rappresentanza sindacale di sito. La “nuova” Rsu, infatti, sarà composta da sei delegati, tutti Fai Cisl. “Questo risultato, senza alcun
dubbio, premia la Fai - afferma Patrizio Giorni, segretario provinciale Fai Cisl Arezzo - e costituisce un ulteriore stimolo per rinnovare, con ancora maggiore convinzione, il nostro impegno per
la realizzazione del processo di riconversione del sito di Castiglion Fiorentino”.
Alle parole della segreteria provinciale si unisce la grande soddisfazione della Fai Cisl nazionale. ”La straordinaria affermazione
conseguita a Castiglion Fiorentino - dichiara Claudio Risso, se-
gretario nazionale Fai - rappresenta il riconoscimento di un grande lavoro svolto in sinergia con la Fai toscana e quella aretina”. E
ancora. “Agli eletti Antonello Brocchi, Cesare Brocchi, Marco Tavanti, Enzo Bistondi, Giorgo Patrizio e Furio Castellani - conclude Risso - oltre ai meritati complimenti, va anche il nostro convinto sostegno per affrontare insieme questa grande sfida che
permetta di ridare dignità e nuove speranze di buona occupazione per tutti i lavoratori”.
Infine un riferimento anche alle responsabilità politiche. ”La lunga vicenda dello zuccherificio di Castiglion Fiorentino - che secondo il segretario generale Fai Augusto Cianfoni pesa sulla coscienza di molti amministratori locali e delle solite vestali di un
velleitario ambientalismo - non ha piegato la volontà di lottare
di questi nostri iscritti e dei loro bravi delegati. Anche per questo il risultato ottenuto assume un valore inestimabile di cui siamo loro grati e del quale oggi meritano il plauso di tutta la Fai
nazionale”.
Elettrodomestico. Trovò (Fim): ”Il governo faccia da garante”
conquiste del lavoro
vertenze
Indesit,
gliinvestimenti
cisono
B
ilancio positivo a
quasi un anno dalla sottoscrizione
dell’accordo per il
salvataggio di Indesit. Procede infatti come previsto il piano di reindustrializzazione e l’azienda ha
già investito 24 milioni di
euro degli 83 milioni complessivi previsti nel piano
triennale 2014 - 2016. Cifre e dettagli forniti al Mise durante l’incontro di
verifica richiesto da Fim
Fiom Uilm sull’intesa che
- dopo una serrata trattativa durata sei mesi - ha
scongiurato i licenziamenti di 1.400 dipendenti e
consentito la continuità
produttiva dei tre stabilimenti di Fabriano, Comunanza e Caserta a cui sono
state destinate alcune linee da Polonia, Spagna e
Turchia per realizzare alta
gamma.
Poggia, dunque, su una
buona base la valutazione
dei metalmeccanici cislini
che ribadiscono la necessità di avere nell’esecutivo
un garante sull’attuazione del piano che rinnoverà quasi completamente
la gamma di prodotti a
più alto valore aggiunto
realizzati in Italia in termini sia di prestazione sia di
competitività.
”Ritenendo l’ accordo di
dicembre 2013 firmato al
Mise il principale strumento di tutela e la principale
garanzia degli impegni
presi nei confronti dei lavoratori - sottolinea Anna
Trovò, segretario nazionale Fim - abbiamo chiesto
al Governo di farsi garante e parte attiva affinché
l’attuazione dell’accordo
e la realizzazione del piano industriale, totalmente confermati da Indesit,
vengano considerati intangibili anche dopo il passaggio societario. Inoltre
abbiamo avuto dai rappresentanti del ministero dello Sviluppo Economico sia
risposta positiva in tal senso sia la disponibilità a realizzare quanto prima possibile anche un incontro
con i rappresentanti della
nuova proprietà”.
La Fim riferisce, inoltre,
che la direzione aziendale
nel corso della riunione
ha innanzitutto confermato ogni impegno riguardante la destinazione produttiva delle aree di Fabriano (stabilimenti di Albacina e Melano) Caserta
(Carinaro) e Comunanza,
ha poi informato Rsu ed
istituzioni delle azioni previste dall'accordo finora
svolte. In particolare si
tratta della distribuzione
delle risorse produttive
per quanto riguarda la fabbrica casertana, la prima
interessata dai cambiamenti; agli investimenti,
già realizzati per un totale
di 24 degli 83 milioni di euro previsti (16,5 a Fabriano, 5 a Comunanza, 2,5 a
Caserta) e delle internalizzazioni realizzate dell’attività di IT Service e call center con conseguente riqualificazione del personale dedicato a questi servizi.
”Indesit ci ha anche aggiornati sulle condizioni
del mercato, nel quale la
contrazione delle vendite
in Russia e nell’Europa occidentale è parzialmente
compensata dalla crescita del Regno Unito e dell’Italia - evidenzia Trovò sottolineando che le vendite del secondo trimestre del 2014 sono inferiori a quelle dello stesso periodo del 2013 e ha segnalato anche le conseguenze negative determinate
dal cambio valutario del
rublo e della lira turca”. La
Fim dà anche notizia di altre novità. ”Relativamente agli esodi volontari finora registrati - aggiunge ancora il segretario nazionale Fim - l’ azienda ci ha comunicato che sono uscite
80 persone alle quali si aggiungono altri 39 lavoratori ancora in forza che hanno già comunicato la volontà di uscire”. Infine l’ incontro è stato anche una
opportuna occasione per
porre a Indesit domande
sulla vendita del Gruppo
alla americana Whirlpool.
”È ancora atteso il pronunciamento della Autorità
Antitrust, garante della
concorrenza nel mercato,
sulla vendita, mentre il Tribunale di Ancona ha autorizzato la vendita nel mese di agosto - conclude
Trovò -. Solo dopo il via libera dell’'Antitrust potrà
essere completata l’ acquisizione del pacchetto
di azioni che daranno a
Whirlpool la proprietà del
pacchetto azionario di
maggioranza”.
In un settore dell’elettrodomestico messo in ginocchio fa davvero morale vedere i buoni frutti di una
contrattazione centrata
su sviluppo ed occupazione.
Silvia Boschetti
Genova,
viaailavori
dipubblicautilità
peridipendentiIlva
S
aranno 704 i lavoratori dell'Ilva di Genova Cornigliano impiegati dal Comune di Genova
in lavori di pubblica utilità per
ottenere un'integrazione al reddito
oltre alla cassa integrazione in deroga.
Cento operai siderurgici saranno destinati a Amiu (raccolta rifiuti), 28 a
Aster (manutenzioni), 60 ai cimiteri,
160 alla manutenzione, 30 alla scuola e i restanti in progetti minori nei
Municipi per le altre direzioni comunali come ambiente, commercio, comunicazione, cultura, legalità e casa.
I dettagli sono stati illustrati dagli assessori allo Sviluppo economico e al
Personale Oddone e Lanzone a Palazzo Tursi. La giunta ha varato la delibera per il recepimento della seconda
modifica dell'Accordo di programma
sull'Ilva di Cornigliano e ha approvato il regolamento per l'utilizzo dei lavoratori siderurgici. Dei 765 lavoratori Ilva in cassa in deroga previsti inizialmente al servizio del Comune, 38
hanno rinunciato, 6 sono in aspettativa, 17 sono risultati assenti, quindi il
numero degli operativi scende a
704.
L’accordo che ha permesso di individuare questa soluzione è stato sottoscritto il 30 settembre da azienda,
Regione, Comune di Genova, Provincia di Genova e sindacati per far fronte alla scadenza dei contratti di solidarietà.
La copertura arriva fino a ottobre
2015 quando, se necessario, potranno essere rinnovati i contratti di solidarietà. L'accordo è stato poi firmato dal Governo.
L'intesa si è resa necessaria per modificare l'Accordo di programma del
2005 sulla chiusura dell'altoforno in
cui si garantivano occupazione e reddito. In particolare per destinare le
risorse della bonifica anche a lavori
di pubblica utilità.
L'azienda ha inoltre garantito il reddito ai lavoratori per un periodo di 70
giorni, la prossima estate, che sarebbe rimasto senza copertura di ammortizzatori sociali.
8
VENERDÌ 10 OTTOBRE 2014
Note Book
a cura di Andrea Benvenuti
conquiste del lavoro
social
Convergenza e social network
Twitter feed è il salva-tempo
Gli orientamenti più recenti degli esperti SEO sui criteri di pubblicazione
dei contenuti attraverso social network tendono a diffidare dei meccanismi
automatici. L’impostazione è corretta perché la pubblicazione di un post
deve essere redazionata in modo da coinvolgere chi ci segue nella relazione
o discussione. Molto spesso i testi di lancio delle notizie questo non lo fanno.
Danno la notizia secca. Ma in alcuni casi, come in questo, il ricorso a
meccanismi di pubblicazione automatica e multicanale è molto utile.
E’ il caso di twitter feed, strumento interessante per chi dispone di un sito
o un blog perché ci dà la possibilità di condividere le notizie su più social
network, a partire da Facebook e Twitter, Questo consente all’operatore
di pubblicare in un colpo solo in tre ambienti comunicativi differenti senza
dover accedere ogni volta sui rispettivi social network (dove è stato attivato
un account o un profilo). TwitterFeed vi fa risparmiare tempo ed energie.
Praticamente, iscrivendosi su http://twitterfeed.com/ e collegando il sito
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un aggiornamento sul nostro sito, questo verrà pubblicato
automaticamente anche sui social secondo una temporizzazione che
possiamo personalizzare. La verifica è immediata e semplice. A questo
punto, pubblicata la notizia e l’aggiornamento di nostro interesse, sarà
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l’offerta informativa con altro materiale multimediale o di approfondimento
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