La pagina del Corriere della Sera con il testo integrale dell`articolo
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La pagina del Corriere della Sera con il testo integrale dell`articolo
Corriere della Sera - NAZIONALE sezione: Cronache - data: 2008-02-02 num: - pag: 25 categoria: REDAZIONALE Slow Life Ceste che si rovesciano se utilizzate di corsa, orologi che non battono più i secondi: la nuova frontiera «slow» Il boom Dai viaggi allo shopping: la filosofia dell'andare lenti sta investendo ogni campo del quotidiano Il design inventa la casa «slow» Migliaia di siti Internet, idee e prodotti realizzati seguendo le regole del movimento. «Essere verdi ed ecologici non basta» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Dalla cucina all'intera casa, passando per la scuola, la fabbrica e la piazza. Ventidue anni dopo la creazione di Slow Food, l'eroica lumachina del suo logo ha conquistato i continenti, imponendosi come stile di vita tra milioni di (ex) stressatissimi individui. «Lo slow food prende la corsa », dichiara con un gioco di parole il New York Times in un lungo articolo dedicato al boom della «vita lenta». Un boom che, sulla scia di Slow Food, ha dato vita al design «lento », ai libri «slow», all'architettura lenta, agli sport lenti e persino a un «Istituto mondiale della lentezza», con sede a Kristiansand, in Norvegia. A detta dei suoi entusiasti adepti si tratta di un trend ormai inarrestabile, destinato a crescere a macchia d'olio di fronte all'emergenza clima ed effetto serra. «Quando iniziai a scrivere il mio libro il materiale a disposizione era scarsissimo — afferma Carl Honoré, autore di Elogio della lentezza: rallentare per vivere meglio, del 2005 —. Oggi se digiti slow movement su Google trovi migliaia di siti ». Uno di questi, alabamachenin. com, offre indumenti ed articoli per la casa realizzati a mano da artigiane dell'Alabama seguendo la Slow-filosofia. Ovvero uso di prodotti locali, assemblati in maniera socialmente ed ecologicamente responsabile, senza mai perdere di vista il primo e secondo comandamento del movimento: creare e consumare lentamente, in barba al ritmo frenetico del 21˚ secolo. Dal cesto che si rovescia se vi si gettano oggetti con troppa fretta all'orologio che non batte i secondi, ma si muove ogni 5 minuti: ecco alcune delle creazioni dello slow design. «Buono, pulito ed equo» è il mantra seguito da dozzine di nuove associazioni, da quelle impegnate a diffondere il sesso tantrico alla «Società per la decelerazione del Tempo», un gruppo civico nato in Austria che ha chiesto agli organizzatori dei giochi olimpici di assegnare speciali medaglie d'oro agli atleti che arrivano per ultimi. Ma se dal suo sito theslowhome. com l'architetto di Calgary John Brown si limita a invitare i consumatori a «dire no alla fast-food architecture», con slowplanet.com il norvegese Geir Berthelsen vuole fare molto di più: «Offrire un vero portale internazionale della lentezza: dai viaggi allo shopping, dal cibo al design». Ma essere verdi ed ecologici non basta. Se ne è accorto il colosso dei mobili per yuppie Pottery Barn, che di recente ha lanciato una nuova linea «Botanica» prodotta con materiali ecosostenibili quali gommapiuma di soia, cotone organico e bottiglie in plastica riciclata. «Però sono tutti made in India da catene di montaggio e quindi non saranno mai slow », li censura il Times. E poi c'è pure il pericolo che la lumachina si trasformi in lepre. Ne sa qualcosa Natalie Chanin, la cui prima ditta, Project Alabama (abiti cuciti a mano), fu osannata da Vogue e diventò un «mostro» da 2 milioni di dollari, finendo per esportare la sua manodopera in Cina. Logorata dai sensi di colpa, la Chanin ha deciso di venderla, ricominciando da capo. «Ha fatto bene», commentano i guru del movimento che citano i risultati di uno studio realizzato dalla Hewlett-Packard secondo cui il quoziente d'intelligenza degli impiegati costretti a rispondere in tempo reale alla raffica quotidiana di email è la metà di quello degli individui dopo aver fumato uno spinello di marijuana. Alessandra Farkas 1 di 1