End of the Line

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End of the Line
In libreria per Feltrinelli Real Cinema e Slow Food
AL CAPOLINEA
(The End of the Line: immaginatevi un mondo senza pesci)
di Robert Murray
DVD + libro
pp. 64 - euro 14,90
In libreria dal 23 febbraio
Giangiacomo Feltrinelli editore
Il primo lungometraggio che mette in evidenza i pericoli provocati dalla pesca eccessiva
Arriva anche in Italia, nella collana Real Cinema edita da Feltrinelli (dvd+libro 64 pagine, € 14,90),
con la collaborazione dell’associazione internazionale Slow Food, Al Capolinea - The End of the Line, il
documentario realizzato nel 2009 dal regista inglese Rupert Murray. Il film, diventato un caso in
Inghilterra, tratta del reale rischio d’estinzione di molte specie ittiche, a fronte di metodologie di pesca
scriteriate e di un consumo che è diventato assolutamente insostenibile.
Immaginate un mondo senza pesci. È questo il sottotitolo di The End of the Line, ovvero il capolinea, il
punto di non ritorno, fissato per il 2048. Mancano meno di quarant'anni. È questa la data entro la quale,
secondo alcuni scienziati, non ci saranno più pesci negli oceani se l'uomo continuerà a pescarli in modo
sconsiderato. Il film di Rupert Murray, prodotto con il supporto del WWF, presentato in anteprima
mondiale nel 2009 al Sundance Film Festival e in seguito al Festival del Cinema di Roma, racconta una di
quelle scomode verità sull'ambiente che troppo spesso l'umanità sceglie di ignorare.
Il documentario trae spunto dall’omonimo libro del giornalista inglese Charles Clover (uscito in Italia con
il titolo di Allarme pesce) e illustra i devastanti effetti che la pesca intensiva provoca sull’ecosistema dei
nostri mari. Il regista Rupert Murray, viaggiando tra Cina, Regno Unito, Gibilterra, Malta, Senegal e
Giappone, svela le iniquità compiute ai danni della fauna marina. Le innovative tecniche di pesca
comportano una minaccia per molte specie ed è stato calcolato che, andando avanti di questo passo, entro
il 2050 non ci sarà più nulla da pescare.
Una posizione apocalittica, è vero, ma a volte un pugno nello stomaco è l’unica maniera che si ha per
provare a cambiare pratiche e abitudini distruttive. Al Capolinea - The End of the Line, non è contro la
pesca o contro chi si nutre di specie ittiche, ma mette in risalto la necessità di una gestione sostenibile
delle nostre risorse. Quali sono le tecniche di pesca oggi più utilizzate? Chi consuma tutto questo pesce?
Come viene impiegato? Molte majors della ristorazione, interrogate su questi temi, non hanno voluto dare
risposte; ma l'indagine del film, approfondita e robusta, non lascia spazio a scappatoie. Al Capolinea The End of the Line punta il dito contro i responsabili di questa devastazione, non trascurando i celebrity
chefs, e indica cosa possiamo fare per evitare il peggio. Non si tratta quindi solo di un film, ma di
qualcosa di più: è una denuncia dei metodi neocolonialisti che i paesi occidentali utilizzano nei mari
d’Africa, ad esempio; è una campagna per il consumo sostenibile del pesce; è un grido disperato affinché
le aree marine protette abbiano la possibilità di riprendersi. Insomma, è un vero e proprio manifesto per
una nuova etica della pesca.
Il film racconta quanto sia importante operare in maniera congiunta nel settore della pesca e del consumo
dei prodotti ittici. Il consumo sostenibile di pesce è il primo grande passo da fare per promuovere una
sostenibilità nell’uso delle risorse ittiche non solo nei mari vicini al consumatore, ma anche per operare
secondo un approccio globale, dato che globali sono ormai la circolazione e il mercato del pesce.
Siamo noi a scegliere il destino dei nostri mari.
Commenti stampa straniera
Next time someone tells you there are plenty more fish in the sea, refer them to this alarming
documentary (Jason Solomons, The Observer)
This new documentary starring former Telegraph environment editor Charles Clover is a powerful and
troubling indictment of global fishing policies. 4/5 stars (Sukhdev Sandhu, The Telegraph).
Doing something about [overfishing] means politicians imposing catch-limits or complete bans, and the
consumer turning away from wastefully farmed fish and demanding sustainable stocks. Murray’s film is
clear-sighted about the tough choices involved. 4/5 stars (Peter Bradshaw, The Guardian).
Rupert Murray’s forceful documentary The End of the Line should do for our oceans what An
Inconvenient Truth did for climate change - that is, stamp the issue into the public consciousness and
shame governments around the world into at least talking about doing something. 4/5 stars (Wendy Ide,
The Times).
This sobering documentary . . . serves up the science of this potential catastrophe in firm, digestible
chunks, though it perhaps didn’t require the gloopy New Age music as garnish. 3/5 stars (Anthony
Quinn, The Independent).
Il regista
Rupert Murray è nato a Londra nel 1961. Ha iniziato la sua carriera realizzando documentari per la
televisione inglese e cortometraggi. Nel 2005 ha diretto il film Unknown White Male, basato sulla storia
vera del suo caro amico Doug e della sua esperienza con la perdita della memoria, che ha ottenuto
numerose menzioni e premi a livello internazionale. Nel 2007 ha diretto Wild Art: Olly and Suzi per il
canale BBC Storyville. Il suo ultimo documentario, The End of The Line, sull’effetto dell’overfishing, ha
riscosso un successo internazionale.
Il libro
In uscita allegato al dvd, anche il libro Un mondo senza pesci, a cura di Nicola Ferrero - Slow Food,
contiene, oltre a un’intervista a Rupert Murray autore del documentario The End of The Line, sei
approfondimenti critici che affrontano diverse questioni legate al documentario: in che condizioni si
trovano i (nostri) mari? Quali specie di pesce sono davvero minacciate? Possiamo influenzare il mercato?
All’interno del libro anche la preziosa guida Mangiamoli giusti, che fa parte della campagna
internazionale Slow Fish, attraverso la quale l’associazione informa i consumatori sui comportamenti
sostenibili, valorizza il pesce buono, pulito e giusto tra gli operatori della ristorazione e agevola il
confronto tra gli attori della piccola pesca costiera. Slow Fish è anche una manifestazione internazionale
che si tiene ogni due anni e che attraverso convegni, incontri, laboratori e degustazioni affronta i temi
legati alla produzione sostenibile di pesce e al consumo responsabile. In occasione della prossima
edizione, a Genova dal 27 al 30 maggio, verrà proiettato il documentario alla presenza di Charles
Clover, autore dell’inchiesta. (Per ulteriori informazioni www.slowfish.it)
Slow Food
Fondata da Carlo Petrini nel 1986, Slow Food è diventata nel 1989 una associazione internazionale. Nata
a Bra, oggi conta 100 000 iscritti, con sedi in Italia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Francia, Giappone,
Regno Unito, Olanda e aderenti in 130 Paesi. Da un'idea di Slow Food è nata Terra Madre, il meeting
mondiale tra le Comunità del Cibo, che è giunta nell'ottobre 2010 alla sua quarta edizione. Slow Food
significa dare la giusta importanza al piacere legato al cibo, imparando a godere della diversità delle
ricette e dei sapori, a riconoscere la varietà dei luoghi di produzione e degli artefici, a rispettare i ritmi
delle stagioni e del convivio. Slow Food afferma la necessità dell'educazione del gusto come migliore
difesa contro la cattiva qualità e le frodi e come strada maestra contro l'omologazione dei nostri pasti;
opera per la salvaguardia delle cucine locali, delle produzioni tradizionali, delle specie vegetali e animali
a rischio di estinzione; sostiene un nuovo modello di agricoltura, meno intensivo e più pulito. Slow
Food, attraverso progetti (Presìdi), pubblicazioni (Slow Food Editore), eventi (Terra Madre) e
manifestazioni (Salone del Gusto, Cheese, Slow Fish) difende la biodiversità e i diritti dei popoli alla
sovranità alimentare. La rete dei 100 000 associati di Slow Food è suddivisa in sedi locali - dette Condotte
in Italia e Convivium nel mondo, coordinate da Convivium leader che si occupano di organizzare corsi,
degustazioni, cene, viaggi, di promuovere a livello locale le campagne lanciate dall'associazione, di
attivare progetti diffusi come gli orti scolastici e di partecipare ai grandi eventi organizzati da Slow Food
a livello internazionale. Sono attivi 1300 Convivium Slow Food in 130 Paesi, comprese le 300 Condotte
in Italia.
Link utili
Il sito ufficiale del film: www.endoftheline.com
La pagina Facebook: www.facebook.com/endofthelinemovie
Il sito della collana Real Cinema: www.feltrinellieditore.it/RealCinema
Il sito di Slow Food: www.slowfood.it