Comune di Anzola dell`Emilia

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Comune di Anzola dell`Emilia
COMUNE DI ANZOLA
Giovedì, 14 aprile 2016
COMUNE DI ANZOLA
Giovedì, 14 aprile 2016
Cronaca
14/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 12
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Addio al cavaliere Marotta
Infrastrutture, viabilità e trasporti
14/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 27
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Ztl, partenza tiepida «Pronto al dietrofront»
Politica locale
14/04/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 26
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«Nuovo commissariato a Persiceto»
Pubblica Amministrazione
14/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 40
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Madia: da lunedì le preferenze dei dipendenti provinciali in...
14/04/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 44
GUGLIELMO SAPORITO
Abusivismo con prescrizione limitata
14/04/2016 Italia Oggi Pagina 29
NICOLA TANI
Riforma giochi, eterna incompiuta
14/04/2016 Italia Oggi Pagina 33
Fare leggi diventa complicato
LUIGI OLIVIERI
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Cronaca
LUTTO NELL' IMPRENDITORIA
Addio al cavaliere Marotta
UNA settimana senza di lui, senza il cavaliere
del lavoro Carmelo Marotta. Si è spento a 94
anni, dopo una vita spesa a creare aziende e
lavoro. Quella più importante è stata l'
omonima Marotta spa che tra il 1955 e il 1994
ha prodotto camion ribaltabili, betoniere e
pompe per calcestruzzo ad Anzola Emilia.
Nato a Rimini il 3 settembre 1921, in gioventù
fece il meccanico dei Caproni all' aeroporto
Marconi, poi partì per la Libia come volontario
durante il secondo conflitto mondiale. Tornato
a casa da moglie e figlia, vide nei carrarmati
dismessi una risorsa, da mezzi di distruzione
a camion ribaltabili.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Infrastrutture, viabilità e trasporti
Ztl, partenza tiepida «Pronto al dietrofront»
Anzola Primo incontro coi cittadini, sindaco cauto
di PIER LUIGI TROMBETTA ­ ANZOLA ­
PRIMO incontro ­ di una decina in programma
­ con i cittadini di Anzola per parlare della Ztl
che (forse) arriverà in città.
Il bilancio di questo primo appuntamento è
stato di tanto scetticismo, dubbi e non troppi
pareri favorevoli. L' assemblea si è svolta l'
altra sera in un' affollata sala consiliare in cui il
sindaco Giampiero Veronesi ha spiegato il
progetto. Si tratta di istituire una Zona a traffico
limitato con tanto di telecamere dalle 22.30 alle
4.30 di mattina dalla rotonda di Lavino d i
Mezzo alla località Martignone. Solo i residenti
potranno circolare liberamente.
L' idea è stata lanciata dall' amministrazione
comunale per limitare il traffico notturno e
aumentare la sicurezza.
IL PRIMO cittadino ha precisato che si tratta di
un progetto che dovrà essere approvato dal
ministero dell' Interno e che dovrà essere
condiviso dalla gente anche se l' idea ha
incassato già parere positivo. «Se non volete
la Ztl ­ ha però sottolineato più volte il sindaco
­ non la faremo.
Io giro in strada, tra la gente, alcuni mi suonano il campanello di casa. Non voglio assolutamente
mettermi contro nessuno».
In buona sostanza lo scopo dell' amministrazione comunale è quello di dichiarare guerra ai ladri e alla
prostituzione di strada. «Anche perché ­ ha precisato il primo cittadino ­ quella 'stagionale' è
praticamente impossibile da debellare. Per stagionale mi riferisco al periodo da giugno a settembre».
VERONESI ha poi comunicato che da quando è entrata in vigore l' ordinanza comunale del divieto di
fermata sulla via Emilia, il numero di lucciole è calato sensibilmente. Veronesi ha precisato quindi che
nessuna limitazione ci sarà per i residenti di Anzola, frazioni comprese; nessuna limitazione per le
imprese, i negozi, i bar e i ristoranti e i loro clienti; nessuna limitazione per amici, fidanzati e parenti che,
per esigenze motivate, potranno essere autorizzati in modo semplice, flessibile, nella privacy e in
libertà.
La Ztl fa parte di un progetto più ampio che prevede una rete di allerta basata su Whatsapp, assistenti
civici e volontari della Protezione civile, con compiti di controllo, informazione e segnalazione.
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Il Resto del Carlino (ed.
Bologna)
Politica locale
«Nuovo commissariato a Persiceto»
La richiesta del Sindacato autonomo di polizia ai candidati sindaci
di PIER LUIGI TROMBETTA ­ SAN GIOVANNI
IN PERSICETO ­ «UN IMPEGNO preciso ai
candidati sindaci di San Giovanni in Persiceto
per risolvere il degrado e le annose
problematiche del commissariato». Lo chiede
il Sap, il Sindacato autonomo di polizia, per
voce del suo segretario provinciale Tonino
Guglielmi. Che ha preso carta e penna e
scritto ai candidati finora in lizza per la
poltrona di primo cittadino. «L' ideale ­ spiega
l' esponente sindacale ­ sarebbe trovare un
edificio nuovo.
Magari vicino alla caserma dei carabinieri.
Penso che uno spazio tutto nuovo sarebbe la
soluzione migliore».
Da tempo ormai il Sap sta portando avanti una
battaglia per il commissariato di polizia di San
Giovanni in Persiceto. Secondo il sindacato la
struttura, fondamentale per la sicurezza dei
cittadini, di fatto è abbandonata a se stessa da
parte dei vertici provinciali del ministero dell'
Interno. «Non solo ­ continua Guglielmi ­ c' è
una, ormai cronica, carenza di personale e di
mezzi ma, addirittura, gli uffici del
commissariato sono fatiscenti e inadeguati alle esigenze di un moderno modo di operare della polizia.
Di fronte a questi disagi e inefficienze abbiamo cercato di avere risposte da parte dei nostri vertici che,
però, si sono trincerati in un indecoroso silenzio».
IN PARTICOLARE Gugliemi punta il dito contro sull' incuria dei locali, sugli impianti e sui servizi igienici.
«Oltre alle gravi carenze sotto l' aspetto pulizie ­ spiega il segretario del Sap ­, rileviamo i servizi igienici
di fatto inaccessibili per le condizioni obbrobriose, l' assenza di contenitori per la raccolta differenziata, i
muri ormai neri che non vedono una tinteggiatura da anni, gli impianti riparati con sistemi di fortuna.
E si è recentemente aggiunta l' invasione di scarafaggi e blatte».
E AGGIUNGE: «Contemporaneamente però siamo stati rincuorati dalla grandissima solidarietà
dimostrataci da parte della pressoché totalità dei cittadini e, ugualmente, della quasi totalità delle forze
politiche che li rappresentano. Siamo certi che i candidati sindaci, in questo momento impegnati per la
loro campagna elettorale, non vorranno trascurare le problematiche che riguardano non solo i poliziotti.
Ma, prima di tutto, i cittadini alla cui tutela noi poliziotti siamo deputati».
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
PUBBLICO IMPIEGO
Madia: da lunedì le preferenze dei dipendenti
provinciali in mobilità
Da lunedì prossimo gli «esuberi» delle
Province che hanno presentato domanda di
mobilità potranno esprimere la preferenza tra i
posti offerti dalle altre pubbliche
amministrazioni. L' annuncio è arrivato ieri
dalla ministra per la Pa e la semplificazione,
Marianna Madia, rispondendo su Facebook
alla mail ricevuta da una «dipendente
provinciale in ansia». «Siamo in dirittura finale
­ ha scritto la ministra ­: il processo è
complesso, ma nessuno perderà il lavoro».
Il passaggio che sarà attivato lunedì è il
terzultimo previsto dal decreto sulla mobilità
pubblicato i n « G a z z e t t a U f f i c i a l e » i l 3 0
settembre scorso, e secondo il calendario
originale avrebbe dovuto compiersi entro il
mese di gennaio. La ricognizione dei posti
disponibili e l' allineamento fra domanda e
offerta a livello provinciale, complice qualche
problema tecnico, ha chiesto un po' più tempo
del previsto, ma a questo punto il meccanismo
è alle sue tappe finali. I dipendenti interessati
dalla mobilità, 1.644, avranno, secondo il
decreto, 30 giorni per esprimere la preferenza.
Nei 30 giorni successivi la Funzione pubblica
sarà chiamata ad assegnare alle nuove
amministrazioni i dipendenti, che dovranno prendere servizio dopo altri 30 giorni. La procedura,
insomma, continua, anche se un passaggio un po' troppo ottimista del Def (pagina 91 del Pnr) lo dà già
per concluso con il dimezzamento dei dipendenti provinciali e un risparmio da 1,5 miliardi. (G.Tr.
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Il Sole 24 Ore
Pubblica Amministrazione
Edilizia. Per le Sezioni unite, se il Comune non risponde in 60 giorni il conteggio riparte
Abusivismo con prescrizione limitata
Più difficile la prescrizione dei reati urbanistici,
per la sentenza delle Sezioni unite della
Cassazione penale n. 15427, depositata ieri.
Concludendo una vicenda di condoni edilizi
nati dalla legge 47/1985 (cioè con procedure
più volte prorogate fino al 31 dicembre 1993), i
giudici hanno cristallizzato due princìpi sulla
prescrizione quinquennale: se si presenta al
Comune istanza di accertamento di conformità
(articolo 36, Dpr 380/2001), il processo è
sospeso e quindi il quinquennio non decorre;
la prescrizione ricomincia a decorrere se il
Comune non si pronuncia entro 60 giorni.
È quindi inutile che l' imputato o il difensore
chiedano al giudice di mantenere a lungo
sospeso il processo, sperando nel fluire del
quinquennio in attesa che l' ente si pronunci.
Per meglio comprendere l' utilità della
sentenza, giova ricordare che la condanna
penale è un serio rischio per chi costruisce
abusivamente, sia per le conseguenze
professionali su imprese e tecnici sia perché
gli articoli 31 e 44 del Dpr 380 prevedono che
il giudice penale ordini la demolizione delle
opere, se non ha già provveduto il sindaco.
Per frenare le macchine sanzionatorie
amministrativa (comunale) e giudiziaria (penale), gli autori degli abusi ricorrevano a procedure intricate,
chiedendo la sanatoria (possibile fino a tutto il 1993) o un accertamento di conformità" nel caso in cui l'
abuso risultasse genericamente sanabile: in tale situazione, per ragioni che la Cassazione ha più volte
definito "imperscrutabili", i procedimenti amministrativi si arenavano e non rispettavano i corretti tempi
di decisione (60 giorni dall' istanza di accertamento). Così, facendo leva sull' inerzia dei Comuni, gli
imputati ottenevano lunghe sospensioni dei processi, che si concludevano quando gli enti s i
pronunciavano sfavorevolmente.
Ma anche in caso di provvedimento sfavorevole gli imputati ottenevano vantaggi, perché con poca
lealtà, chiedevano comunque di calcolare a loro favore gli anni passati in attesa del provvedimento.
Tutto ciò rendeva agevole accumulare i cinque anni entro i quali si consuma il potere sanzionatorio
penale (compreso, quindi, il potere del giudice di disporre la demolizione). In sostanza, attraverso
labirinti penali ed amministrativi, si generava una sostanziale impunità.
Con la sentenza di ieri, la prescrizione penale resta di cinque anni, ma non subisce più interruzioni
chieste per mera strategia processuale: l' imputato potrà far valere, come periodo valido ai fini del
quinquennio, solo i primi 60 giorni dall' istanza di accertamento di conformità. Tutti gli altri periodi di
sospensione del processo, ottenuti con poca trasparenza, non gli saranno utili ai fini del calcolo e quindi
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Il Sole 24 Ore
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Pubblica Amministrazione
non danneggeranno il potere d' intervento della magistratura penale.
Non potendo intervenire sulla durata della prescrizione (una modifica normativa non potrebbe essere
retroattiva), la Cassazione snellisce quindi il procedimento, restituendo linearità e tempi definiti ai poteri
giudiziari e all' operato dei Comuni.
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GUGLIELMO SAPORITO
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
nuovo rinvio senza un accordo entro il 30 aprile
Riforma giochi, eterna incompiuta
Una riforma in ritardo di quasi un anno e che
rischia un nuovo rinvio se governo e enti locali
non troveranno entro il 30 aprile un accordo,
previsto dalla legge di stabilità 2016, per il
riordino dei giochi pubblici, che per lo stato
valgono 8 miliardi l' anno di incasso erariale. L'
obiettivo fissato dalla norma è la definizione
delle caratteristiche dei punti vendita, al fine di
«garantire i migliori livelli di sicurezza per la
tutela della salute, dell' ordine pubblico e della
pubblica fede dei giocatori e prevenire il
rischio di accesso dei minori di età». Le intese
raggiunte nella Conferenza unificata dovranno
essere poi recepite con decreto del ministro
dell' economia e delle finanze, sentite le
commissioni parlamentari competenti. Il
sottosegretario al ministero dell' economia con
delega ai giochi, Pierpaolo Baretta, ha
dichiarato ad Agipronews che l' accordo con le
regioni ci sarà: una posizione di ottimismo che
serve da un lato a rassicurare il governo, che
conta sui su circa 500 milioni di euro di incassi
dalle gare, e dall' altro l' industria, che vede
avvicinarsi la scadenza delle concessioni delle
agenzie di scommesse e delle sale Bingo, il 30
giugno.
Il punto è che nessuno intravede una vera
soluzione alla querelle tra Esecutivo e gli enti
locali, qualche settimana fa convocati a Milano dal governatore della Lombardia, Maroni, in un fronte
trasversale antigioco.
Le regioni e i comuni, bypassando la riserva statale in materia, hanno legiferato per conto loro negli
ultimi anni, costruendo un reticolo normativo inestricabile di divieti, limitazioni e regole locali. Ora serve
una complessa operazione politica e, anche se non ufficialmente, fonti vicine al dossier svelano che c' è
il forte timore che si finisca, ancora una volta, con un nulla di fatto, come avvenne con la delega fiscale
meno di un anno fa. Anche i giochi (come il catasto) dovevano essere riorganizzati con un decreto
legislativo su cui il Mef, e in particolare lo stesso sottosegretario Baretta, aveva lavorato per almeno
nove mesi, dal momento della diffusione delle prime bozze nel novembre 2014, fino al brusco semaforo
rosso imposto dal governo Renzi a fine giugno 2015, pochi giorni prima della scadenza fissata dalla
legge. Nel mezzo, tante dichiarazioni d' intenti, convegni, audizioni di istituzioni e operatori del gioco,
interviste ai giornali, polemiche con l' industria e con le stesse regioni. Alla fine, il progetto di riordino
contenuto nella delega fiscale era evaporato nel nulla, trasformandosi in un innocuo disegno di legge,
firmato dal senatore Pd Franco Mirabelli e ora in discussione al senato. Il primo a mostrare sconcerto è
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Maurizio Ughi, ex numero uno di Snai e ora amministratore di Obiettivo 2016: «L' indecisione da parte
del governo a rispettare gli impegni dettati dal parlamento crea disorientamento nei concessionari di
stato, in attesa di una gara che sembrava partisse da presupposti condivisi anche a livello comunitario.
Tuttavia, affinché ci sia una gara, l' intesa stato­regioni deve necessariamente essere raggiunta e ad
oggi, a meno di un mese dal termine previsto dalla legge, lo stato non ha trovato alcun accordo con gli
enti locali». Il settore giochi aveva già vissuto una storia simile con l' idea di un «Testo unico»,
annunciato a più riprese da Alberto Giorgetti, quando era sottosegretario con delega del governo
Berlusconi, e mai portato a termine. Era l' estate del 2011 ma la storia rischia di ripetersi.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Lo prevede la riforma della Costituzione approvata in via definitiva dal parlamento
Fare leggi diventa complicato
Si passa dal bicameralismo perfetto al differenziato
Il passaggio dal bicameralismo perfetto o
paritario al bicameralismo differenziato porta
con sé il frutto della complicazione del
processo di formazione delle leggi.
La riforma della Costituzione approvata in via
definitiva dal Parlamento (e ora in attesa degli
esiti del referendum confermativo, si veda
ItaliaOggi di ieri) è stata adottata sotto la
bandiera della velocizzazione e
semplificazione. Tuttavia, proprio la parte
delicatissima dell' iter legislativo non sembra
cogliere l' obiettivo.
Parità di ruoli. Intanto, restano campi nei quali
l a funzione l e g i s l a t i v a è e s e r c i t a t a
congiuntamente sia da Camera sia da Senato.
Si tratta delle leggi di revisione della
Costituzione e delle altre leggi costituzionali,
nonché delle leggi di attuazione delle
disposizioni costituzionali concernenti la tutela
delle minoranze linguistiche, i referendum
popolari, le altre forme di consultazione di cui
all' articolo 71. Ancora, la funzione legislativa
paritaria del Senato riguarda le leggi che
determinano l' ordinamento, la legislazione
elettorale, gli organi di governo, le funzioni
fondamentali dei Comuni e d e l l e C i t t à
metropolitane e le disposizioni di principio
sulle forme associative dei Comuni.
Il Senato interviene obbligatoriamente per la legge che stabilisce le norme generali, le forme e i termini
della partecipazione dell' Italia alla formazione e all' attuazione della normativa e delle politiche della Ue.
E ancora, per le leggi sui casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l' ufficio di senatore di cui all'
articolo, per le modalità di «elezione» dei senatori, la ratifica dei trattati Ue, l' ordinamento di Roma
capitale, le forme particolari di autonomia regionale, l' attuazione degli accordi internazionali da parte
delle regioni, la disciplina che autorizza le regioni a concludere accordi internazionali con Stati o enti
territoriali di altri stati, le norme sul patrimonio e l' indebitamento di comuni e città metropolitane, la
legge sull' esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti di comuni e città metropolitane, la legge di
principio per le elezioni degli organi regionali, spostamenti dei comuni da una regione all' altra.
Richiesta di esame. Tuttavia, il Senato, entro dieci giorni dalla ricezione dei disegni di legge approvati
dalla Camera, può disporre di esaminarli, potendo altresì proporre modifiche entro i 30 giorni
successivi.
La Camera può disporre senza particolari maggioranze di accettare le modifiche proposte.
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Italia Oggi
Pubblica Amministrazione
Unità giuridica o economica della Repubblica.
Il senato deve obbligatoriamente esaminare, entro dieci giorni dalla trasmissione da parte della
Camera, le leggi in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell'
unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell' interesse nazionale. In questo caso, il
Senato può proporre modifiche solo a maggioranza assoluta dei suoi componenti; la Camera può non
accogliere le proposte solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri
componenti.
Nuove spese. L' intervento del Senato è obbligatorio nel caso di leggi che importino nuove o maggiori
spese e, dunque, indicare i mezzi per farvi fronte. In questo caso, i disegni di legge approvati dalla
Camera sono esaminati dal Senato, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni
dalla data della trasmissione. Pare che, in questa circostanza, la Camera si riappropri di un potere
ampio di accogliere o meno le proposte del Senato.
Procedura accelerata.
Laddove il Governo qualifichi un disegno di legge come essenziale per l' attuazione del programma di
governo, chiede alla Camera che sia iscritto con priorità all' ordine del giorno e sottoposto alla votazione
definitiva della Camera entro il termine di 70 giorni. Sicché i termini entro i quali il Senato può chiedere
di esaminare il ddl e proporre modifiche si dimezzano.
Decreti legge. Nel caso di disegni di legge di conversione di decreti legge adottati dal Governo, il
Senato può chiederne l' esame entro trenta giorni dalla presentazione dei dl alla Camera. In questo
caso, il Senato può proporre modifiche entro dieci giorni dalla data di trasmissione del disegno di legge
di conversione, che deve avvenire non oltre 40 giorni dalla presentazione.
Questioni di competenza.
L' incrocio degli iter, dei termini, delle materie è talmente complesso che la nuova Costituzione assegna
ai presidenti di Camera e Senato di decidere d' intesa tra loro sulle eventuali questioni di competenza,
sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti.
Tuttavia, i vizi di incompetenza o di formazione delle leggi, visto il quadro molto complicato, saranno
sempre dietro l' angolo. In particolare, sarà difficilissimo gestire i provvedimenti che abbraccino più
materie, come tipicamente le leggi di stabilità o «milleproroghe», evitando di incorrere in violazioni
suscettibili non solo di conflitti di competenza tra le Camere, ma anche di ricorsi alla Corte
costituzionale.
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