Rassegna stampa del 07/02/2016
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Rassegna stampa del 07/02/2016
COMUNE DI SALA BOLOGNESE Domenica, 07 febbraio 2016 COMUNE DI SALA BOLOGNESE Domenica, 07 febbraio 2016 Cronaca 07/02/2016 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Pagina 6 CRISTINA DEGLIESPOSTI Marocchino nascondeva un arsenale da guerra nell' armadietto della ditta 07/02/2016 Il Resto del Carlino Pagina 10 1 2 Siepelunga, c' è la mina vagante Pallavicini. Il Castenaso a Decima Pubblica Amministrazione 07/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 15 Lotta alla corruzione ma senza incentivare delazioni anonime 07/02/2016 Il Sole 24 Ore Pagina 18 Investimenti pubblici e privati senza ostacoli ANDREA R. CASTALDO 4 6 7 febbraio 2016 Pagina 6 Il Resto del Carlino (ed. Bologna) Cronaca Marocchino nascondeva un arsenale da guerra nell' armadietto della ditta L' uomo è già detenuto in carcere per altri reati di CRISTINA DEGLIESPOSTI e FRANCESCO PANDOLFI BOMBE a mano, fucili, munizioni da guerra e proiettili. È un vero e proprio arsenale quello ritrovato dalla Guardia di finanza e dagli artificieri dei carabinieri all' interno dell' armadietto di un marocchino, responsabile della sicurezza delle spedizioni di una nota ditta di logistica con sede a Sala Bolognese. L' operazione che ha portato al ritrovamento delle armi, guidata dalle Fiamme gialle, risale ad alcuni giorni fa. I FINANZIERI sarebbero stati indirizzati da una confidenza molto circostanziata e, dopo aver preso accordi con il proprietario e il custode del magazzino della ditta, hanno proceduto a una perquisizione notturna, puntando a colpo sicuro sull' armadietto del responsabile della sicurezza. Qui i militari hanno trovato, invece che innocui effetti personali, una piccola santabarbara, composta da bombe a mano, fucili, munizioni da guerra e circa 200 proiettili. L' UOMO, che attualmente è già in carcere per altri motivi, ma che ha precedenti legati proprio al possesso di armi in casa non dichiarate, potrebbe essere chiamato a spiegare perché custodisse nel suo armadietto, all' interno del magazzino, quell' arsenale. Soprattutto, bisognerà chiarire se il marocchino agisse con altri complici, se utilizzasse l' armadietto solo come nascondiglio temporaneo per le armi o se sfruttasse il suo status di responsabile della sicurezza per far viaggiare in totale tranquillità fucili, bombe e munizioni verso altri luoghi. Intanto, per fare luce su tutta questa intricata e preoccupante vicenda è stato aperto un fascicolo contro ignoti, visto che lo stesso nascondiglio potrebbe essere stato usato anche da altre persone. Tutte le armi sono state sequestrate per i dovuti accertamenti balistici e per verificare se siano effettivamente funzionanti e pronte a essere usate. GLI INQUIRENTI, quindi, non escludono alcuna ipotesi e trattano la vicenda con la massima attenzione. Andranno valutate, infatti, anche le eventuali reti di contatti che il marocchino ha stretto in questi anni, per escludere le ipotesi più preoccupanti. Le indagini serviranno anche a vagliare la sussistenza di eventuali simpatie o coinvolgimenti, al momento del tutto ipotetici, dell' uomo con ambienti prossimi al fondamentalismo islamico. CRISTINA DEGLIESPOSTI Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 1 7 febbraio 2016 Pagina 10 Il Resto del Carlino Cronaca Seconda e Terza Categoria Il Murri rende visita al Marzabotto. RoccamalatinaSala Bolognese, uno spareggio in chiave salvezza Siepelunga, c' è la mina vagante Pallavicini. Il Castenaso a Decima Bologna TURNO numero 19 in Seconda e numero 15 in Terza Categoria (quattordicesima nella A di Ferrara). Seconda girone I: MarzabottoMurri, Vado Carioca, PontevecchioLa Dozza, Real PilastroPianorese, SaragozzaCastiglione, Siepelunga BellariaAntal Pallavicini, UniversalBarca Reno. La classifica: Siepelunga 44; La Dozza 33; Marzabotto e Murri 32; Saragozza 29; Carioca 26; Pallavicini 23; Universal 22; Barca 20; Castiglione e Vado 18; Pontevecchio 17; Pianorese 16; Real Pilastro 11. Seconda girone L: DecimaCastenaso, CeretolesePonte Ronca, Persicetana Tre BorgateBazzanese, SavignanoPiumazzo, ArgelateseSef Virtus, RoccamalatinaSala Bolognese, TrebboLibertasargile. La classifica: Libertasargile 38; Castenaso e Savignano 37; Trebbo 35; Ponte Ronca 28; Decima e Ceretolese 27; Piumazzo e Bazzanese 26; Tre Borgate 24; Roccamalatina 14; Argelatese 13; Sala 8; Virtus 7. Seconda girone M: TozzonaAmaranto, Imola Bagnara, ValsanternoFontanelice, MarradeseJuvenilia, PonticelliLibertas, CasolaMordano, Mazzini Rainbow. La classifica: Libertas 43; Valsanterno 41; Casola Valsenio 32; Tozzona 28; Ponticelli 26; Juvenilia 25; Bagnara 24; Fontanelice 23; Mordano e Rainbow 20; Amaranto 18; Imola 17; Mazzini 15; Marradese 10. Terza girone A: CrespoCastel d' Aiano, LagaroMonte San Pietro, RioveggioCasalecchio, Appennino Pianorese, LizzaneseUnica. Riposa: Venturina. La classifica: Appennino 27; Lagaro 24; Unica 22; Real Casalecchio 21; Venturina 18; Crespo 17; Pianorese 16; Lizzanese e Monte San Pietro 14; Castel d' Aiano 13; Rioveggio 2. Terza girone B: UnitedFenice, Junior CorticellaPetroniano, Atletico BorgoCrevalcorese, Libertas GhepardSantagatese, FortitudoSanto Stefano. Riposa: Ph. La classifica: Petroniano 31; Ph 27; Junior Corticella 25; Santo Stefano 23; Ghepard 22; Santagatese 19; United 18; Borgo 11; Fortitudo 8; Crevalcorese 6; Fenice 1. Terza girone C: FossoloImprove, OpenQuarto, San LazzaroReal San Antonio, TraghettoCastel Guelfo, RossoblùStella Azzurra. La classifica: San Lazzaro 34; Real San Antonio e Quarto 25; Improve e Stella Azzurra 16; Fossolo 15; Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 2 7 febbraio 2016 Pagina 10 < Segue Il Resto del Carlino Cronaca Castel Guelfo 12; Traghetto Molinella 11; Open 9; Rossoblù Imolese 7. Terza Ferrara girone A: Ugo CostaAltedo, MarmortaUnione. Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 3 7 febbraio 2016 Pagina 15 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione DIRITTO E IMPRESA Lotta alla corruzione ma senza incentivare delazioni anonime Il disegno di legge che disciplina la figura del «whistleblower» approvato dalla Camera dei deputati il 21 gennaio scorso e in attesa di esame al Senato riscrive in maniera netta la pagina tormentata delle relazioni tra colleghi di lavoro. L' idea di fondo che lo innerva consiste nel richiedere collaborazione al dipendente, che dovrà attivarsi e segnalare illeciti di cui sia venuto a conoscenza. Non si tratta di una novità assoluta, poiché la legge anticorruzione 190/2012 aveva introdotto espressamente, attraverso la riformulazione dell' articolo 54bis del Dlgs 165/2001, la «tutela del dipendente pubblico c h e s e g n a l a l ' i l l e c i t o » . L ' incentivazione di forme di mutuo soccorso cittadino/Stato è peraltro un trend crescente: basterebbe pensare alle segnalazioni di operazioni sospette (Sos) nella lotta al riciclaggio, dove una vasta platea di obbligati è chiamata a intercettare e a trasmettere all' autorità investigativa centrale (Uif) flussi di notizie a rischio riciclaggio. Il «whistleblower» diventa così la traduzione patinata del delatore anonimo, culturalmente trattato da sempre con ritrosia. Il testo appena licenziato si nutre, infatti, di buone intenzioni, con un restyling meno radicale del ritratto originale, nel quale era addirittura previsto un premio per il segnalante. Ma, nel tentativo di meglio circoscrivere portata e limiti del «soffiare il fischietto», la normativa presta il fianco a critiche, complici l' eccessiva meticolosità e la tecnica di redazione imperfetta. Dunque, il dipendente può segnalare o denunciare condotte illecite conosciute in virtù del rapporto di lavoro, senza subire misure ritorsive. Inoltre, la sua identità non potrà rivelarsi, se non in limitate ipotesi. Desta perplessità però la definizione della buona fede, ossia la «segnalazione circostanziata nella ragionevole convinzione, fondata su elementi di fatto, che la condotta illecita si sia verificata», una nozione porosa nella sua indeterminatezza, fonte di eccessiva discrezionalità valutativa e, in ultima analisi, di contenzioso. Del resto, l' accertamento della buona fede non è profilo secondario, poiché su esso si gioca la partita decisiva delle garanzie da accordare. La normativa in questione precisa infine, sebbene scontato, come la tutela del «whistleblower» cessi nel caso di sentenza di condanna, anche di primo grado, per i reati di calunnia, diffamazione o comunque inerenti la denuncia effettuata, ovvero per accertata responsabilità Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 4 7 febbraio 2016 Pagina 15 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione civile, per dolo o colpa grave. La vera novità del progetto di legge è l' estensione del «whistleblower» al settore privato. Il paradigma costitutivo è identico, cioè la segnalazione in buona fede di condotte illecite con connessa garanzia di anonimato e protezion e da forme discriminatorie. Un risultato raggiunto attraverso l' introduzione nel modello di organizzazione e gestione (Mog) prevista dal Dlgs 231/2001 dell' obbligo di denuncia. Si badi bene, obbligo e non mera facoltà, creando così una disparità di trattamento, di difficile comprensione e ragionevolezza, tra il settore pubblico (il dipendente può segnalare) e il privato (deve segnalare). Sicché, proprio nella Pa, ove maggiore è l' esigenza di contrasto all' illegalità, si lascia alla sensibilità del singolo e all' alea della compliance etica il compito assegnato. Mentre nel settore privato l' apicale o il subordinato non avranno scelta e dovranno persino segnalare violazioni del modello di organizzazione e gestione: obbligo quest' ultimo così ampio nella sua genericità da farlo evaporare nella concreta attuazione. La riforma resta al momento in un limbo. Se la ratio è promuovere policies di trasparenza e legalità in sinergia con lo Stato, il giudizio è lusinghiero. Non altrettanto, qualora, attraverso ambiziosi obiettivi manifesto, intenda più prosaicamente incoraggiare delazioni anonime, con il pericolo di alimentare un clima di sospetto e incoraggiare strategie difensive e ostilità reciproche nel difficile ambito lavorativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA. ANDREA R. CASTALDO Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 5 7 febbraio 2016 Pagina 18 Il Sole 24 Ore Pubblica Amministrazione MISURE PER LA CRESCITA Investimenti pubblici e privati senza ostacoli MICHAEL SPENCE Nel 2008 la Commissione per la Crescita e lo Sviluppo, che ho avuto il privilegio di presiedere, ha prodotto un report sui modelli di crescita sostenibile. Le politiche che sono alla base di pluridecenni di elevata crescita si rafforzano reciprocamente. L' impatto di ciascuna è amplificato dalle altre. Sono gli ingredienti di ricette che funzionano, ma se manca qualcosa il risultato può cambiare. Per comprendere i modelli crescita deboli, bisognerebbe fare un confronto tra ciò che sta accadendo e quali siano le strategie di crescita esaustive. Ci sono molte politiche che sostengono una crescita elevata, e per certi versi sono specifiche per Paese. Ma alcuni ingredienti sono comuni. Il primo riguarda gli elevati livelli di investimenti pubblici e privati. Nei Paesi in via di sviluppo di successo, gli investimenti sono pari o superiori al 30% del Pil. La componente del settore pubblico è nel range 57%. E gli investimenti del settore pubblico e privato sono complementari: i primi alzano il tasso di rendimento dei secondi. Il clima degli investimenti è positivamente influenzato dalla stabilità, sia derivante da una gestione competente e attenta o da una politica efficace e continuativa. Un secondo ingrediente comune alle strategie di crescita sostenibile è che i finanziamenti destinati a questi livelli piuttosto alti di investimento derivino dai risparmi domestici. La forte dipendenza dai risparmi esterni sembra fare una brutta fine, generando crisi di debito. Anche l' apertura verso l' economia globale per quanto riguarda gli scambi commerciali e gli investimenti è fondamentale. Infine, rientra anche l' inclusione tra le principali componenti destinate al successo delle strategie per lo sviluppo. I modelli di crescita che escludono i sottogruppi affondano nella perdita di coesione politica e sociale e nella perdita di supporto per la strategia. Al contrario, la disuguaglianza tra redditi che non sia estrema e che non nasca dalla corruzione o dall' accesso privilegiato ai mercati viene compresa e accettata. Alla luce di questa situazione si possono valutare gli attuali modelli di crescita nell' economia globale. Gli investimenti nel settore pubblico sono al di sotto dei livelli necessari per ripristinare e sostenere la crescita, in parte a causa delle restrizioni fiscali nei Paesi con un alto livello di debito. Default a parte, per ridurre le eccedenze di debito sovrano serve la crescita nominale. Ma le politiche orientate alla crescita sono assenti, a prescindere da quale politica monetaria possa essere applicata, e l' inflazione è Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 Continua > 6 7 febbraio 2016 Pagina 18 Il Sole 24 Ore < Segue Pubblica Amministrazione al di sotto dei target. E i grandi bacini di risparmi nei fondi sovrani, nei fondi pensionistici e nelle compagnie assicuratrici non sono ancora stati utilizzati con successo sul fronte del settore pubblico. Anche gli investimenti del privato sono al di sotto dei livelli di sostegno alla crescita. Tra i fattori alla base di tale situazione rientrano la carenza di domanda aggregata, gli elevati livelli di incertezza sulle politiche e sugli aspetti normativi, e i crescenti dubbi sui Paesi che guidano la crescita globale come la Cina. Inoltre, a seconda dell' economia in questione, lo stallo della riforma fiscale e le rigidità strutturali indotte dalla politica nei mercati dei beni e dei fattori produttivi stanno evidenziano effetti negativi. Una strategia completa per ripristinare la crescita sarebbe includere misure per rimuovere gli ostacoli agli investimenti pubblici e privati, così dando un contributo alla domanda aggregata. Includerebbe riforme per rafforzare gli incentivi per gli investimenti privati, oltre a inclusione diretta allo squilibrio strutturale nei mercati del lavoro. Sinora, mancano strategie di crescita di questo genere. Se le strategie venissero implementate, sincronizzate in tutte le grandi economie, ciascuna di esse sarebbe amplificata attraverso gli impatti positivi internazionali derivanti dagli scambi commerciali. In assenza di un tale approccio, si può prevedere un periodo prolungato di crescita fragile. L' esito peggiore e plausibile è un ulteriore deterioramento della coesione politica e sociale che costituisce la base per una risposta politica vigorosa. A quel punto la stagnazione diventa una trappola. (Traduzione di Simona Polverino) Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 20132016 7