Palazzo del Fascio

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Palazzo del Fascio
Palazzo del Fascio
Figura 30: Palazzo del Fascio.
Il Palazzo del Fascio si trova nel tratto ovest della via Emilia. Il complesso è stato costruito negli anni 1934-1938. Comprende la Casa del Fascio con la Torre Littoria o della Rivoluzione, opera dell’architetto romano Milani, e il Centro Cittadino
con la Galleria, opera dell’architetto imolese Adriano Marabini.
I due colori dominanti sono il rosso mattone e il bianco marmo, usato per rivestire il portico a pian terreno, per le cornici delle finestre e per le fasce marcapiano
ai piani superiori. L’ingresso della Casa del Fascio presenta ai lati due pilastri
ornati di sculture che raccontano diversi momenti della vita italiana del tempo:
figure di donne, madri con bambino, lavoratori, sportivi, guerrieri.
Le caratteristiche della costruzione, i materiali utilizzati le linee architettoniche
(geometriche, essenziali) dovevano trasmettere l’idea di grandezza e potenza del
governo fascista.
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In quel periodo il regime dà il via a molti lavori di pubblica utilità. È una scelta
per dare lavoro a tante persone e, nello stesso tempo, costruire opere che possano
mostrare l’attenzione del governo alla bellezza e al benessere dei cittadini. Vengono costruiti edifici pubblici, stazioni, ponti, strade, scuole, palazzi di giustizia,
ospedali. Ancora oggi si possono vedere diversi edifici dell’epoca fascista che hanno
lo stile dell’epoca (razionalismo). A Imola, oltre alla Casa del Fascio, abbiamo il
mercato ortofrutticolo in viale Rivalta e il dopolavoro (un circolo dove gli operai
passavano il tempo libero) in via Orsini.
Figura 31: Palazzo del Fascio, Torre Littoria.
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Per quanto riguarda la vita quotidiana, il fascismo è una dittatura, dove non
c’è rispetto delle libertà politiche, gli avversari sono detti “nemici del popolo” e
sono repressi con la violenza. Non è possibile protestare contro il governo. Lo
stato occupa tutti gli aspetti della vita dei cittadini: scuola, lavoro, vacanze, radio,
giornali.
Figura 32: Stemma della città di Imola con il simbolo fascista cancellato.
Dopo la sconfitta di Mussolini molte cose che ricordavano la dittatura fascista
vengono cancellate. In particolare, sul pavimento al centro della Galleria si può
vedere che sono state tolte alcune tessere rosse del mosaico che raffigura lo stemma
della città di Imola. Le tessere che mancano mostravano il fascio littorio, un
simbolo di potere di origine romana da cui deriva il nome fascismo. Un fascio di
rami (simbolo del potere di punire) e una ascia di bronzo (simbolo della condanna
a morte) sono legati insieme da nastri di cuoio (simbolo di unità e forza). In Italia
la Costituzione repubblicana prevede il divieto di usare simboli del fascismo.
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