ABC delle razze bovine - Antica Macelleria Falorni
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ABC delle razze bovine - Antica Macelleria Falorni
bio ri falina o m egala R unata •buono per rnarme giole tetelloa al ol mic •cera era c yoc K ABC delle razze bovine Podolica: tra le razze giunte in Italia, conserva più di tutte le caratteristiche originarie ovvero robustezza, eccezionale capacità di adattamento anche agli ambienti più difficili e ottima produzione di latte impiegato nella produzione di formaggi di qualità. Oggi la sua diffusione è molto ridotta, ma chi la utilizza potrà apprezzarne la carne di buona qualità. Marchigiana: riconosciuta in tempi relativamente recenti, è ottenuta dall’incrocio tra Podolica e Chianina. Terza razza da carne allevata in Italia, è stata utilizzata a lungo per il lavoro nei campi, che ne ha così irrobustito la specie. Ha una scarsa produzione di latte, ma è ottima per le carni, adatte a tutte le pietanze. Piemontese: costituita da animali di taglia media, è la razza più rappresentata in Italia. Importante per la produzione di carne, meno per il latte, eccelle soprattutto per il vitellone. Ha una carne magra con basso contenuto di colesterolo che si dimostra ottima per i bolliti e per essere consumata cruda. Romagnola: discendente dal ceppo Podolico, si è sviluppata quasi esclusivamente in Romagna e in alcune zone del Veneto e vanta un’ottima adattabilità al pascolo. Un tempo utilizzata al doppio scopo alimentare e di lavoro, ha una produzione di latte scarsa ma fornisce carni tenere e dalla giusta marezzatura. L’accumulo di grassi sottopelle le rende ideali per la cottura ai ferri e per gli arrosti. COME SCEGLIERE M inuziosa cura nella scelta dei capi, conoscenza delle caratteristiche delle razze, chilometro zero e una lunga tradizione alle spalle: questo l’identikit del macellaio ideale, che ha fatto della professione un’arte. Un percorso tra artigiani ormai mitici ed esordienti di valore, non può che iniziare dal Piemonte dove la storia della macelleria si lega alla razza bovina autoctona Piemontese. A Cavour (To) Silvio Brarda propone le vitelle 128 | dicembre 2010 un macellaio e il bue di sola razza bovina Piemontese e la sua fama è tale che quando minacciò di chiudere l’attività scese in campo persino Vittorio Feltri per chiedergli di ripensarci almeno non prima di trasmettere ad altri il suo sapere. L’appello non è stato vano e oggi ad affiancarlo c’è il giovane Luca Gandione che lo accompagna nelle fiere storiche a scegliere i capi migliori. A Moncalvo (At), il paese del bollito, Lauro Micco ha aperto la sua bottega in centro paese dove propone i tagli ottenuti dai capi di Piemontese allevati nella cascina di famiglia e cresciuti al pascolo, che diventeranno, nella stagione invernale, la colonna del perfetto bollito misto. Nel cuneese, a Bra, Dino Tibaldi è un altro interprete della filiera corta, con i suoi vitelli nutriti con sfarinato a pietra di mais, orzo e crusca, mentre a Fossano (Cn) la Macelleria Barberis seleziona i capi migliori direttamente negli allevamenti della zona. A Rivoli (To) l’azienda agricola Scaglia ha affiancato alla macelleria di famiglia la prima hamburgeria di carni bovine selezionate: il M** Bun, che dall’apertura lo scorso anno Chianina: è una delle razze più antiche del mondo, di cui già Virgilio citava la magnificenza, ed una delle più grandi conosciute. Rustica, con ottima resistenza alle malattie e adattabile ai pascoli, ha una scarsa produzione di latte ma offre una carne di elevata qualità. Dalla zona dorso lombare si ottiene la bistecca più celebre del mondo: la fiorentina. Maremmana: discendente dalla Podolica, è particolarmente indicata nell’allevamento allo stato brado. Fornisce abbondante latte anche in presenza di foraggi scarsi e ha una carne succulenta, indicata per cotture importanti come stufati e bolliti. Mucco pisano: nasce dall’incrocio tra Bruna Alpina e Chianina, Olandese e Durham. Quasi estinta all’inizio del Novecento (ne restavano circa 20 capi), oggi conta alcune centinaia di esemplari grazie all’impegno della Regione Toscana e dell’Università di Pisa. La sua carne può vantare eccellenti qualità organolettiche dopo un’adeguata frollatura. Le carni bovine trionfano nella cucina italiana, grazie a una schiera sempre più nutrita di macellai di vaglia. Una piccola guida per andare a conoscerli Fabio Molinari ha registrato un inaspettato successo, dando filo da torcere ai giganti del settore. La carne bovina piemontese è anche all’origine del successo della bottega Pregiate Carni Piemontesi a Milano, un tempo regno del grande Ercole Villa e oggi gestita da Bruno Rebuffi che come il suo predecessore si serve direttamente nel Monferrato. Sempre in Lombardia, a Romanengo di Cremona, lavora un altro dei maestri del mestiere, quel Franco Cazzamali che ha saputo affascinare con i segreti della frollatura i migliori chef italiani e che lavora esclusivamente carni del Consorzio La Granda e dei Vitelli dei Pirenei dell’Atlantico allevati con latte intero. Piero Cipolla a Camairago (Lo) serve solo carni di manze femmine e vitelli del lodigiano e del piacentino, mentre a Canonica d’Adda (Bg) Elio Cazzaniga macella esclusivamente capi allevati nella sua azienda agricola così come accade a Pozzo d’Adda (Mi) dove l’azienda agricola La Fattoria, dotata anche di un macello proprio, può vantare un controllo completo sulla filiera. Spostandoci in Veneto, ad Arzignano (Vi), la Macelleria Damini ha fondato il proprio successo sull’attenzione all’intera filiera produttiva della carne, di razza Limousine, che oggi viene proposta nell’esclusivo spazio lounge di quella che si può definire una delle più fornite botteghe del gusto in Italia. A Buttapietra (Vr) Costanzo Compri coniuga la selezione della materia prima con un’attenzione minuziosa alla preparazione, dagli straccetti agli spiedini, mentre in provincia di Venezia, a Cinto Caomaggiore, Fabrizio Nonis già volto noto della televisione, si esprime al dicembre 2010 | 129 La celebrazione del bue grasso Una delle fiere più celebri dedicate al bue, di pura razza Piemontese, è quella di Carrù (Cn) che quest’anno sarà celebrata il 16 dicembre ricorrenza dei suoi primi 100 anni. La data ufficiale di nascita è infatti il 15 dicembre 1910 anche se già un documento del 1635, firmato dal duca Vittorio Amedeo I, concede alla comunità carrucese di tenere una fiera annuale. Nei ristoranti, fin dal primo mattino, è possibile degustare i piatti tipici locali, quali il bollito con le salse e la minestra di trippe. Altrettanto antica la fiera di Moncalvo (At), al punto che già nel Medioevo il Marchese Guglielmo in alcune lettere private citava questo “fiorente mercato del bestiame” in cui accorrevano visitatori da tutta la regione e dai territori liguri e lombardi. La fiera acquistò una tale importanza nella seconda metà del XIX secolo che per far posto al mercato dei bovini venne spianata la fortezza che nel 1867 era divenuta proprietà del Municipio e sui due lati fu costruito un lungo portico dove potevano sostare gli espositori e i visitatori. Oggi alla fiera sono ammessi capi di razza bovina da macello, muniti di regolare passaporto, che giungono da tutte le province del Piemonte e dalle città vicine e il capo premiato viene insignito di una speciale gualdrappa, la cosidetta “querta” che potrà essere esposta dal macellaio acquirente. La fiera, dal 2009 prima manifestazione a denominazione comunale in Italia, è accompagnata da una vera e propria sagra del bue grasso che quest’anno si terrà mercoledì 8 dicembre e dove il piatto principale sarà proprio il gran bollito misto alla piemontese. meglio nella preparazione della tasca di vitello. Bologna è un’altra capitale dei lessi e qui la bottega di riferimento è nelle colline di Monzuno (Bo) dove la famiglia Zivieri continua con passione il lavoro di Massimo, scomparso improvvisamente nel febbraio 2009, che ha fatto scuola con i suoi tagli da bovini selezionati nel cuneese, ideali per la battuta al coltello e il brasato. In Toscana scopriamo un’altra delle grandi razze autoctone italiane, quella Chianina che ha legato il suo nome alla fiorentina, eccellente nei campioni proposti da Simone Fracassi a Rassina (Ar) e da Aldo Iacomoni a Monte San Savino (Ar). La morbidezza delle carni di questa razza è il marchio di alcune storiche macellerie come Falorni, attiva a Greve in Chianti (Si) dal 1729, e di Chini a Gaiole in Chianti (Si), mentre il più raro mucco Pisano diventa la base per tante preparazioni di Giusti a San Giuliano Terme (Pi). La razza marchigiana è materia prima di Spendolini, che a Serrungarina (Pu) ha creato una delle botteghe più fornite della regione, invece la chianina torna protagonista da Carni Nicola e Rinaldo Gerbi a Perugia. I raffinati gourmet della Capitale si recano alla Bottega Liberati di Roma per lo scottone biologico della Maremma Laziale e a Pescia Romana (Vt) dove Mario Nardi tratta solo i capi di proprietà allevati allo stato semibrado. A Termoli (Cb) Umberto Pilla seleziona gli animali provenienti da piccole aziende agricole del territorio molisano e nel suo negozio ha allestito una vera e propria vetrina sull’enogastronomia locale. Concludiamo il nostro viaggio in Calabria, a Isola Capo Rizzuto (Kr), dove Verdi Praterie seleziona bufale di razza Mediterranea, allevate in proprio, da cui ottiene carni povere di grassi e con un basso livello di idrossiprolina che le rende più tenere e succulente. il gran bollito misto di carru’ Preparazione: 1. Lavare con cura le verdure per il brodo e tagliarle a pezzi grossi, metterle poi in una pentola grande. Unire abbondante acqua e salarla a piacere. Quando l’acqua prenderà il bollore, immergervi le carni di manzo o bue e lasciar cuocere per 2 ore. 2. A parte, bollire la gallina quanto basta. In una terza pentola mettere dell’acqua fredda, non salarla e inserire il cotechino dopo averlo forato con un forchetta. Cuocerlo al punto giusto. 3. In una quarta pentola mettere metà acqua e metà brodo del bollito, salare e cuocervi le verdure del contorno. 4. Al momento di servirlo disporre il bollito su un tagliere di legno, possibilmente d’ulivo, tagliando davanti ai commensali i vari pezzi, secondo il gusto e l’appetito degli ospiti. Ad ogni servizio rimetterlo nel brodo caldo. 5. Accompagnarlo con le verdure bollite e saltate in padella. 6. Per gustare i sapori della carne, condire con sale grosso macinato e un buon olio extravergine di oliva. 7. Massima importanza avranno anche le salse che accompagnano il gran bollito: salsa verde, salsa rossa, cugnà, salsa dij Aviè, senape e rafano. Ingredienti (6 persone) carne di manzo o bue di razza piemontese • 700 g di punta di petto • 700 g di scaramella (biancostato) • 500 g di muscolo • 600 g di testina • 400 g di lingua • 6 nodi di coda • mezza gallina • 1 cotechino Contorni • cipolle • carote • zucchine Verdure per il brodo • carote • cipolla • sedano • sale grosso dicembre 2010 | 131