Vescovo Lazaro Carafino su N. Rusca, 1634
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Vescovo Lazaro Carafino su N. Rusca, 1634
Lettera di Lazaro Carafino, vescovo di Como, a Giovanni Antonio Paravicini, arciprete di Sondrio, Como, 5 ottobre 1634 orig., ARCHIVIO DELLA PARROCCHIA DI SONDRIO, Capitolo, serie III, fald. 1, fasc. 9, ff. 1r-2v; copia parziale, ARCHIVIO STORICO DELLA DIOCESI DI COMO, Curia vescovile di Como, Visite pastorali, cart. XLII, fasc. 1, p. 17. Il vescovo Lazaro Carafino chiede all’arciprete Giovanni Antonio Paravicini di recarsi a Como con la reliquia di Nicolò Rusca e la dichiarazione di padre Iodoco, abate di Pfäfers, dove si trovano i resti mortali di Rusca, perché sia debitamente autenticata, anche in vista di un possibile processo di beatificazione. Approva, inoltre, la biografia già edita e quella che deve essere stampata dall’abate Iodoco, utili per il riconoscimento pubblico del martirio di Nicolò Rusca. [f. 1r] Molto reverendo signor come fratello. Le scritture inviatemi et gl’avvisi datime da lei del modo col qual si tengono a Favera [Pfäfers] li ossa del suo predecessore et di quel che s’è osservato in darlene a lei parte m’è stato sommamente caro. Ben devo dirle intorno a questo che, dovendosi tenere o almeno sperandosi di poterlo fare con qualche tempo come reliquia di martire, saria necessario con qualch’occasione ch’ella per altro venisse in queste parti di portar seco l’ossa e la scrittura della concessione per riconoscerla qua et approvarla almeno a perpetua memoria; et intanto per quel che tocca a riponerla, per adesso crederia che si potesse conservare in luogo decente, in sagristia, senza però collocarla in cassa o legatura solita a farsi alle reliquie de santi, né tanpoco sopra il luogo farci altra memoria o segno per non incontrare nel decreto del Santo Ufficio già accennato. Io mi riccordo che raccontandole una volta una risposta che mi fece uno de miei canonici intorno all’obligatione che diss’io ch’haveva questa santa Chiesa al suddetto suo predecessore et una cosa le soggiunsi anco ch’esso era stato mal servito mentre che delle sue qualità, dello suo zelo e del suo patire per la religione e giurisditione ecclesiastica non s’era pigliata alcuna informatione o fatt’altra giuridica diligenza et che havria stimato anco proposito et benedetto [f. 1v] far qualche cosa, mentre che vi restavano persone che ne potevano dare le necessarie informationi, lei s’offerì a farlo, onde s’adesso che s’è portato quel osso et che s’è havuto di più le relationi già detto, ella volesse farlo, io l’haveria per bene e di qua se le mandaria la facoltà necessaria poiché la vita già stampata e quella che pensa di stampar l’abbate posino esser bastante a far sì che si possa dar luogo publico a quell’ossa o riverirle come reliquie. […]. Di Como, li 5 di ottobre 1634. Come fratello affetionatissimo Lazaro, vescovo di Como. [f. 2v] Al molto reverendo signor come fratello l’arciprete di Sondrio. [Nota di altra mano:] Per occasione dell’ossa del signor arciprete Rusca, santa memoria.