novembre 2012 - Diocesi di Como

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novembre 2012 - Diocesi di Como
della diocesi di como
43
contiene inserto
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
Anno XXXVI - 17 novembre 2012 - € 1,20
Italia
4
Mondo
Lampedusa:
il peso
della pietà
Cina e Usa:
la sfida
del secolo
U
S
na riflessione del
parroco e del sindaco sui nuovi arrivi
di migranti.
i agitano gli scenari interni delle
due principali potenze
contemporanee.
Como
6
QuandoAttivati!
la vita
incomincia
troppo presto

I nostri progetti
Latte Materno: una preziosa risorsa
Desideri
sapere di più riguardo i nostri
progetti e le nostre iniziative?
Desideri
avere informazioni su come
associarti alla ProTIN o come partecipare
all’organizzazione delle nostre attività?
I
Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per
ciascun neonato in particolar modo se nato pretermine.
Ogni mamma ne produce con caratteristiche adeguate
ai bisogni di nutrizione del suo bimbo. Il latte materno
contiene, oltre che anticorpi grazie ai quali il bimbo è
protetto da infezioni, importanti proteine che aiutano lo
sviluppo neurologico. Inoltre il latte materno rappresenta
un forte legame di unicità nella relazione madrebambino. Infatti la pratica della raccolta del latte e della
nutrizione al seno favoriscono attivamente la maternità
nella condizione in cui spesso le madri possono avvertire
un forte senso di impotenza. ProTIN intende promuovere
l’allattamento al seno e la pratica della raccolta del
latte informando sulla loro importanza, sulle preziose
qualità del latte e indicando le strutture di Banca del Latte
presenti sul territorio.
l 17 novembre la
Giornata
del Bam... contattaci
bino Prematuro.
www.protin.it
La realtà di
ProTIN.
[email protected]
29
C
Insieme ai genitori
omune e Asl propongono un progetto per affrontare le
ludopatie.
per i bambini della TIN
... sostieni ProTin
Il personale della T.I.N. dispone di un adeguato supporto
tecnico e farmacologico per garantire la sopravvivenza dei
neonati ma la partecipazione dei genitori è di essenziale
importanza. Infatti molti studi dimostrano che il contatto
fisico tra genitori e neonati è fondamentale per favorire
il processo di attaccamento, per garantire un’armonioso
sviluppo neurocomportamentale nel neonato e per
sviluppare al massimo le sue capacità neurosensoriali.
La Kangaroo Mather Care e il massaggio terapeutico
infantile rappresentano due forme attraverso cui i
genitori sperimentano il contatto e la comunicazione con
il proprio piccolo. L’associazione ProTIN intende sostenere
e divulgare queste pratiche al fine di migliorare la qualità
di vita di neonati e genitori.
Scacco al re.
Ma muore la regina
Cosio Valtellino
Il gioco
d’azzardo, tra
sogni e rischi
Sei un genitore e desideri raccontare e
condividere le tue esperienze vissute nel
reparto di Terapia Intensiva Neonatale?
Contatto genitori-neonati
Editoriale
15
Sostieni i genitori del Reparto di Terapia
Intensiva Neonatale e contribuisci alla
realizzazione dei progetti della ProTIN.
Effettua un versamento sul conto corrente
bancario
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Osp. Sant’ Anna - Via Napoleona, 60 - 20100 Como
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Azienda Ospedaliera
Ospedale Sant’Anna
ProTIN Organizzazione di Volontariato ONLUS
Genitori Bambini Pretermine
o con gravi patologie alla nascita.
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di don Angelo Riva
N
elle brume novembrine, appena
riscaldate dal tiepido sole dell’estate
di San Martino, le parole della fede
si fanno non già tristi (“come quelli che non
hanno speranza”) ma certamente pensose.
Il culto dei defunti e la meditazione dei
Novissimi ci richiamano il pensiero della
Morte. Pensiero un tempo familiare, quando
non era raro morire giovani e le malattie
falciavano la vita nel fiore dei suoi giorni.
Oggi per fortuna si vive molto più a lungo, e
il progresso bio-medico ingaggia una lotta
formidabile e titanica contro i vari mali.
Così il benessere diffuso ha sensibilmente
abbassato la nostra soglia di percezione
del limite, e la Morte è diventata lo scacco
inaccettabile del nostro narcisismo. Non
più domestica, ma ospite inquietante dei
nostri incubi e delle nostre rimozioni.
La censura psicologica, che
impercettibilmente azioniamo contro la
Morte, ha riportato di moda l’antico detto:
“non temo la morte. Finchè ci sono io, non
c’è lei. Quando ci sarà lei, non ci sarò più
io”, quasi il manifesto del goffo tentativo di
vivere come-se-non si dovesse morire. Ma
il fondale della coscienza non si fa prendere
in giro, e ben si avvede dell’ottuso inganno
contenuto in queste parole. Anche se poi,
in genere, preferiamo stornare il pensiero,
e, come la cattiva massaia, nascondere la
polvere sotto il tappeto: meglio non pensarci,
e dedicarsi alla prossima vogliuzza. Esule
e raminga dalla coscienza individuale, la
Morte appare clandestina anche nelle forme
della comunicazione pubblica. Vietato
parlarne: politicamente scorretto. Salvo poi
riaffiorare nella chiacchiera dal parrucchiere
o nell’indigestione della cinematografia noir
(che è ormai è quella anche dei telefilm in
fascia protetta…), ebbra di omicidi e sangue.
E’ la cosidetta pornografia della Morte:
“oscena” (letteralmente “fuori-scena”, non
rappresentabile), eppure morbosamente
dissezionata ed esibita sullo schermo o nella
cronaca dei giornali. Purchè – beninteso –
sia sempre la morte degli altri, mai la mia.
Il risultato è che, di fronte alla Morte,
rischiamo di trovarci senza parole. Un’afasìa
che diventa tragedia, soprattutto nei più
giovani, quando un maledetto palo si è portato
via la vita dell’amichetto in motorino, e tu resti
lì con un dolore muto, sordo, cieco – “pecora
senza pastore”, avrebbe sospirato Gesù. Tonfo
atroce del cuore, rapina crudele, lama affilata
e sacrilega che trafigge. E nessuna parola
viene più su, ma solo balbettii e singhiozzi.
Vabbè, passerà. Tanto stasera saranno
ancora stordimento, fumo e discoteca, e
l’illusione che l’uragano non tornerà più.
Benedetta, allora, la fede cristiana cattolica
che, in questo mese, ci mette nella mente il
pensiero della Morte, e sulla bocca le parole
della speranza! Nel film Il settimo sigillo di
Igmar Bergman la Morte sfida a scacchi il
cavaliere sulla spiaggia della vita, e ovviamente
vince. Scacco al re, senza scampo: alla Signoracon-la-falce piace vincere facile, il suo ghigno
satanico incrudelisce sulla tenera argilla dei
figli di Adamo. Ma, proprio come nel gioco
degli scacchi, il Re può sì patire scacco, ma
non essere mangiato! Quando l’Incauta si
avvicinerà per divorarlo, sarà Lui – il Re e
Signore – a sconfiggerla per sempre, a mettere
fine al suo odioso dominio. Risorgendo da
quei sepolcri, la cui pietra è stata per sempre
divelta, per la vittoria della Vita.
.
Foto AFP/SIR
Piegata
dal maltempo
L’Arno in piena è l’immagine
simbolo delle devastazioni e
dei drammi che un’incredibile
ondata di maltempo ha
portato in Italia negli ultimi
giorni. Al momento di andare
in stampa in alcune regioni
l’allarme non risulta ancora
rientrato. Altrove si contano
i morti e danni incalcolabili.
Resta la fotografia
di un Paese ancora
una volta in ginocchio.
Chiesa
Sussidi, proposte
in vista dell’Avvento
8
Caritas
10
Un aiuto da Como per i
terremotati del mantovano
Como
B.A.R.T.! Il tempo
del baratto
18
Ardenno
Adulti: una catechesi
tra “chiese e santi”
32
Oltre mille
pellegrini si
sono recati
a lourdes,
la scorsa
settimana.
cronaca
e immagini.
foto pozzi
Intervista a Joaquin
Navarro Valls
pag 7
Idee e opinioni
2 Sabato, 17 novembre 2012
U
no studio statunitense
dimostra che i passi
avanti per migliorare
le condizioni di lavoro non
hanno portato a cambiamenti
significativi nella fabbrica
cinese dei gadgets elettronici
della mela. Si riaccendono le
polemiche attorno alla Foxconn
e al suo principale cliente,
Apple: l’intensificazione della
produzione avrebbe annullato
i miglioramenti raggiunti e
l’opinione pubblica torna a
interrogarsi sul prezzo pagato
dai lavoratori di Shenzhen
per costruire il successo di
Cupertino. La Foxconn è una
compagnia con una storia
ormai lunga, fondata nel
1974 (da Terry Gou, attuale
amministratore delegato), per
produrre prodotti di plastica
per televisori, nel 1980 inizia la
produzione di componentistica
per personal computer. Oggi
la Foxconn è parte del gruppo
taiwanese Hon Hai Precision
Industry Company ed ha
impianti produttivi in Europa
✎ L’opinione |
di Antonio Rita
Morire per la... Mela?
(Repubblica Ceca e Slovacchia),
in Malesia (a Kulaijaya, dove sta
sviluppando un parco industriale
che includerà 4 stabilimenti)
e in Messico (4 impianti). Una
multinazionale, che ha centri di
ricerca negli Usa, i cui impianti
più (tristemente) famosi, però,
sono quelli oltre la Grande
Muraglia: ben 13 impianti
in nove città, dei quali il più
importante è proprio quello
di Shenzhen. Foxconn City,
come è stata ribattezzata, è una
vera e propria cittadella dove
lavorano e vivono centinaia di
migliaia di lavoratori (diverse
fonti indicano tra i 230 mila
e i 450 mila), in un campus
di circa 3 Km quadrati, che
include 15 fabbriche, dormitori
per i dipendenti, una piscina,
una caserma dei pompieri, un
network televisivo (Foxconn tv) e
un centro commerciale completo
di alimentari, banca, ristorante,
libreria, e ospedale. Tra i clienti
della Foxconn ci sono tutti i big
dell’elettronica: Amazon, Apple,
Dell, HP, Microsoft, Motorola,
Nintendo, Nokia (solo per il
mercato cinese), Samsung, Sony.
I riflettori sul più grande
produttore di componenti
elettrici ed elettronici, però, si
accendono nel 2009 a causa
di una serie di suicidi che ha
coinvolto i suoi dipendenti
impegnati nella produzione
di componentistica per l’iPad:
tre suicidi di giovanissimi
lavoratori (avevano tutti meno
di 25 anni e uno di loro era
appena diciottenne), causati
dallo stress provocato dalle
condizioni di lavoro. I turni
massacranti che durano dalla
mattina alla sera inoltrata,
una sorta di addestramento
militare e l’obbligo di firmare
una specie di liberatoria che in
caso di suicidio non consente
la richiesta di risarcimenti da
parte delle famiglie (emersi
da un’inchiesta della Ong
Sacom) mettono la Apple sul
banco degli accusati. Il danno
all’immagine per Cupertino,
che fa del suo essere “cool” una
delle sue principali chiavi di
successo, è importante e Tim
Cook, amministratore delegato di
Apple, cerca di correre ai ripari:
divulgate le liste dei suoi partner
commerciali, la Mela s’iscrive a
un’associazione per il commercio
equo (la Fair Labor Association,
la rete no profit che monitora le
condizioni di lavoro in tutto il
mondo e che è stata co-fondata
dalla Nike). L’impegno è solenne,
Apple promette di far rispettare
“i più alti standard in materia di
responsabilità sociale su tutta la
sua catena di produzione”.
I miglioramenti, però, stentano
ad arrivare. All’inizio dell’anno,
un lungo reportage del “New
York Times” dimostra che poco
è cambiato e ora lo studio
dell’Economic Policy Institute
(“think tank” specializzato
nelle politiche economiche)
conferma le rivelazioni del
quotidiano newyorkese: “le
evidenze suggeriscono” che i
miglioramenti apportati alle
condizioni di lavoro “perdono di
credibilità con l’intensificazione
della produzione di iPhone 5”.
SPIGOLATURE | di Giuseppe Anzani
Occhio alle leggerezze sul tema della vita
C
’
Un emendamento
è in Italia chi
evidentemente non ancora cessati né sopiti).
cerca ad ogni
Precisamente la regola che non permette a chi
presentato alla legge
occasione di
generato il figlio in provetta e lo dà alla luce,
40 sulla procreazione ha
picconare la legge
di rifiutarne la maternità. C’è qualche stranezza,
40 sulla procreazione
in questa approvazione. Chi aveva proposto
assistita desta
assistita, di mutilarla, di
l’emendamento era addirittura assente, ed è stato
perplessità nei modi
cancellarne qualcosa. Quel
il presidente della commissione a riesumarlo
e nei contenuti
che è accaduto nella scorsa
come proprio e a farlo votare. Il verbale non
settimana è esemplare. Si
registra la benché minima discussione, ma
discuteva alla Camera dei deputati, in Commissione,
subito il voto, e tutti a favore, tranne la Lega che si è
un progetto di legge dedicato al sostegno delle madri
astenuta. Va bene che la Commissione non è solenne
“segrete”, cioè le madri che non intendono riconoscere
come l’aula, e i componenti sono relativamente pochi
i loro nati, che vengono affidati alla pubblica assistenza
(e ancora più pochi se alcuni si assentano), ma non
e avviati all’adozione. Si tratta di una norma che c’è da
è questo il modo di far legge, lasciando all’indomani,
più di dieci anni. Il nuovo progetto di legge s’incaricava
dopo scoppiata la polemica, il soprassalto del “cosa s’è
di coordinare gli interventi, che competono alle regioni
fatto”. Non si fanno così le leggi, sul tema della vita. Già,
e agli enti locali. Non è difficile capire che la vicenda di
perché la legge 40 è una legge sulla vita. E il divieto di
una madre che in ospedale partorisce un bambino e lo
rifiutare il figlio partorito dopo una gestazione intrapresa
abbandona appartiene alle storie umane intrise di dolore
con la fecondazione in provetta ha delle ragioni così
e di disperazione. Situazioni che hanno conosciuto la
evidenti che distaccano la fattispecie dalla vicenda delle
violenza, o l’estremo disagio, l’emarginazione sociale,
“madri segrete”. Avere tra le braccia il figlio ottenuto
la paura, lo sconforto e l’assenza di aiuto, la prospettiva
mediante la procreazione assistita significa per la madre
di incapacità o impossibilità di allevare e crescere un
veder coronato un sogno, un desiderio, una speranza
bambino. Per la madre, e simultaneamente per proteggere attecchita dopo molto penare, generalmente, fra tentativi
il bambino, si è previsto appunto che il parto possa
e delusioni: un figlio fortemente voluto, atteso, invocato.
avvenire senza che il nome della madre sia rivelato e
E pur fatte salve le riserve etiche sulle scelte della vita
scritto nei registri dello stato civile, e che il bambino
in provetta, noi comprendiamo cosa significhi per una
rimasto privo di riconoscimento divenga adottabile.
donna l’aver rimontato la sterilità, e psicologicamente
Ma nella Commissione XXII “Affari sociali” della Camera,
sentire la felicità del figlio in braccio, e quel che ha
dove di ciò si discuteva in termini di servizio assistenziale
nella mente e nel cuore. L’idea di ricoverare questo
organizzato, è accaduta una cosa inattesa: è stato
momento sotto la regola dettata, nei tragici casi della
presentato un emendamento che in tre parole cancellava
maternità segreta, a salvare il bambino e la madre dalle
una norma della legge 40 sulla procreazione assistita
conseguenze della disperazione, ci sembra una specie
(quella legge che ha conosciuto tanti attacchi polemici,
di insulto. Le parole con cui si apriva il testo della legge
◆ L’innocuo
sulla maternità segreta erano queste: “Al fine di evitare
gli infanticidi e gli abbandoni che mettono a repentaglio
la sopravvivenza dei neonati…”. Ora i deputati che hanno
votato l’emendamento provino a spiegare a una madre
che è passata per le tribolazioni della provetta e stringe al
seno il bambino, che le viene permesso di abbandonarlo
“per evitare l’infanticidio”. Ci provino.
Una seconda ragione spiega la regola che il figlio nato
dopo la generazione in provetta non si può disconoscere:
perché questa volontà di generarlo, così forte da
manomettere la natura, produce una responsabilità
altrettanto forte e irretrattabile, che ne segna la differenza.
E la terza ragione, sotto l’aspetto pratico e precauzionale
che il legislatore del 2004, nel varare la legge 40, ha tenuto
presente, è il bisogno di scongiurare che sulla provetta si
possano stendere le mani adunche dei mercanti di vita.
La zona grigia della vita adottabile, procurata, suscitata,
commissionata forse, in barba ai divieti, abbandonata
per esser presa da altre mani. Ce n’è d’avanzo per capire
quanto è improvvido l’emendamento approvato, con
quella leggerezza incredibile che s’è detta.
Un residua indicazione conserverebbe il parto segreto
della madre di provetta, quando salvasse da un proposito
di aborto una vita voluta che a mezza strada non si volesse
più. Ma sono pensieri che turbano per un aspetto inverso,
che l’accoglienza o il rifiuto di una vita si leghino nel
costume alla variabile d’un arbitrio; e che al parto d’un
figlio si possa quasi “normalizzare” l’equivalenza della
scelta di tenerlo o di rifiutarlo. Già la nostra legge sulla
segretezza e sul rifiuto nei casi disperati che vogliono
scongiurate maggiori sventure deve fare i suoi conti con
le norme europee sul diritto di ogni essere umano a
conoscere la sua origine. Pensiamoci, prima di legiferare
alla leggera sui temi incandescenti che riguardano la vita.
di don Angelo Riva
E se i fantasmi diventassero realtà?
M
entre l’uragano Sandy si abbatteva catastrofico sulla costa est degli Stati Uniti, un ciclone di tutt’altra natura lambiva le lande mediterranee in procinto di addormentarsi nell’abbraccio
dell’inverno. Il suo nome era Halloween. Fino a pochi
anni fa, almeno la lingua delle persone più anziane si
sarebbe attorcigliata, nel maldestro tentativo di pronunciare il nome della festa celtica dei morti – riveduta e corretta, in salsa consumistica, oltre Atlantico,
e da qui nuovamente trasbordata in Europa –, ma ora
non più. Anche quest’anno, infatti, l’inizio del mese di
novembre è sfilato compatto all’insegna delle zucche
fosforescenti. Le voci scandalizzate di qualche tempo
fa, che lamentavano il saccheggio della festa cristiana
di Ognissanti, si sono fatte nel frattempo assai flebili.
“Inutile frignare rimpiangendo i bei tempi che furono: è
la secolarizzazione, baby, e bisogna farsene una ragione”. Un po’ è vero. Se la marea della scristianizzazione
incalza, desertificando le coscienze, cosa dovremmo
aspettarci se non la rinascenza dei miti del paganesimo,
meglio se riciclati in chiave di business? Forse faremmo
meglio a preoccuparci di quei preti, o catechisti, o in-
segnanti di religione che, tutti presi dal problema del
surriscaldamento del globo o della de-crescita felice,
non sanno più dire ai loro ragazzi del senso cristiano
della morte, del giudizio, dell’inferno e del paradiso.
O di quei genitori che, di fronte alla morte del nonno (tappa dolorosa, ma feconda, se ben gestita, della
maturazione psicologica di un bambino), presi da un
malaccorto senso di protezione, preferiscono tenere il
bambino all’oscuro di tutto. Sono i cristiani in diaspora
identitaria a far problema, non i pagani...
Detto questo, il fenomeno Halloween merita una riflessione. Negli anni ’50 usciva il saggio di Geoffrey Gorer
La pornografia della morte. Titolo sibillino, ma geniale,
per dire del fenomeno, tipico del nostro tempo, di rappresentare – proprio come avviene nella pornografia –
ciò che, come la morte, per definizione dovrebbe essere
“osceno”, cioè “fuori-scena”, custodito nella penombra
del pudore e sottratto a occhi indiscreti. Ostentando
ciò che dovrebbe restare velato, la pornografia ottiene
non solo di banalizzare e commercializzare le realtà
più intime e delicate della persona, ma anche di slatentizzare quelle valenze di aggressività – se non di vera
e propria violenza – che vi risultano misteriosamente
connesse. Non occorre scomodare Freud o Bataille per
appurare il misterioso legame fra Eros e Thanatos, sesso
e violenza, su cui, peraltro, la produzione pornografica
stessa volentieri ci marcia. Ora: non è che qualcosa di
simile alla pornografia del sesso potrebbe accadere con
quella pornografia della morte che è Halloween? Finora Halloween, con le sue saghe di decapitati, impiccati,
zombi e licantropi, è scivolata via in clima carnevalesco, con la leggerezza del “dolcetto o scherzetto?”. Ma
se evocare – e rappresentare, e ostentare – il lato oscuro
dell’umano, dove si mescolano sangue, morte e paura
(e magari anche gusto sadico del terrore e torture inflitte a vittime inermi), dovesse slatentizzare qualche
demone oscuro che alligna dentro di noi? Mi pare che
le cronache, proprio nei giorni di Halloween, abbiano
registrato, in margine alla festa, alcuni episodi di violenza, scazzottature e morti (anche se per pura fatalità,
come a Madrid), che forse farebbero bene a farci rizzare le antenne. Magari sto vedendo il diavolo (proprio il
caso di dirlo!) dove non c’è, o sto scambiando mulini a
vento per giganti. O forse anche no.
Attualità
justin welby
Il nuovo arcivescovo
di Canterbury ha 56 anni
e un passato da manager
in Africa. Dovrà risolvere
i contrasti su vescovi
donne e pastori gay
✎ Le prime parole
“S
La Chiesa
anglicana
ha un nuovo
pastore
È
Justin Welby, 56 anni, il nuovo
arcivescovo di Canterbury. Sarà
lui a guidare oltre la Chiesa
d’Inghilterra anche gli 80 milioni
di anglicani in 160 Paesi. Gradito a tutte
le parti della Chiesa e della Comunione
anglicana, Welby è stato vescovo di
Durham soltanto per un anno. La sua
nomina è riuscita a vincere l’impasse
della “Crown Nominations Commission”,
il Comitato che sottopone al primo
ministro il nome del futuro arcivescovo,
dopo l’annuncio delle dimissioni di
Rowan Williams. Welby ha appena 56
anni, ha un passato di manager, è sposato
e ha cinque figli. Studi a Eton, la scuola
superiore frequentata dai reali, e una
laurea a Cambridge in economia e legge,
il neo-arcivescovo, che ha dei nobili tra i
suoi antenati, sembrerebbe un prodotto
delle élite che governano questo Paese
come il primo ministro David Cameron.
Nessuno dubita però delle sue qualità,
il pragmatismo, la forte spiritualità,
l’umanità che verranno messe alla
prova tra dieci giorni quando la Chiesa
Sabato, 17 novembre 2012
d’Inghilterra dovrà approvare la
legislazione sull’ordinazione delle
donne vescovo. Come spiega Ysenda
Maxtone Graham autrice di un
volume sulla Chiesa d’Inghilterra.
“Justin Welby - dice - è stato ordinato
tardi, nel 1993, a 37 anni, dopo
una carriera di 11 anni nell’industria del
petrolio. Ha quindi molta esperienza del
mondo. Non è passato dal seminario, alla
Facoltà di teologia, alla Chiesa”. “È una
nuova tendenza della Chiesa d’Inghilterra
degli ultimi venti anni - continua ordinare persone già mature, di trenta o
quarant’anni, in un modo piuttosto veloce.
Penso che sia positivo avere nella gerarchia
vescovi che hanno esperienza del mondo”.
Secondo la stampa britannica, la capacità
manageriale di Welby e la sua lunga
esperienza in Africa dove ha fatto i conti
con situazioni di conflitto lo aiuteranno
a tenere unita questa Comunione divisa
sull’ordinazione delle donne e dei pastori
gay. Il nuovo arcivescovo potrebbe
scegliere di accettare una Comunione
divisa, una federazione così blanda che
quasi non esiste, anziché trovare a tutti i
costi l’unità attraverso un “covenant”, un
patto comune, come aveva fatto Williams.
Quando gli è stato chiesto, in un’intervista,
come terrà unita la Chiesa sulla questione
delle donne vescovo, Justin Welby ha
risposto che “il trucco è di guardare il
cerchio e dire che è un cerchio con delle
parti appuntite”. Quando si è avvicinato
alla Chiesa, nel 1983, e quando perse
la figlia di sette mesi in un incidente
d’auto in Francia, Welby ha cominciato
a frequentare il “Brompton Oratory” di
Londra, una comunità nota per essere
conservatrice. Così a Williams, liberale
e vicino alla Chiesa cattolica, succede
un arcivescovo che rispecchia l’anima
protestante, secondo un’altalena tipica
degli ultimi anni. Benché rigoroso nella
sua spiritualità e contrario alle unioni
omosessuali, sulle quali ha criticato il
primo ministro David Cameron, Welby
è a favore delle donne vescovo che farà
di tutto per introdurre. Il vero punto di
forza del nuovo arcivescovo è il rispetto e
l’ammirazione che ispira in tutte le parti
della Chiesa, quelle anglocattoliche ed
evangeliche, che amano il suo rigore
morale e quelle liberali alle quali ha
promesso l’ordinazione delle donne. Da
quando è stato ordinato vescovo, Welby è
tornato più volte in Nigeria dentro il cuore
di conflitti che l’hanno quasi ucciso. “Mi
sono seduto insieme ad alcuni criminali
che avevano commesso omicidi in
Burundi e so che persone così, per quanto
orribili, ti possono piacere”, ha detto.
Un’esperienza che gli servirà come leader
di una Comunione ancora divisa.
Sir Europa
opraffatto e sorpreso, la prima
reazione è stata di dire: ‘Oh
no!’”. Così durante la sua prima
conferenza stampa da arcivescovo
di Canterbury e leader di 77 milioni
di anglicani, Justin Welby ha
raccontato le sue emozioni quando
la segretaria del primo ministro
David Cameron gli ha telefonato per
dirgli che sarebbe stato il successore
di Rowan Williams. Justin Welby,
che è l’arcivescovo numero 105,
nella linea che risale a sant’Agostino
di Canterbury, verrà installato
ufficialmente a Canterbury il
21 marzo 2013. Per Williams il
nuovo primate anglicano ha avuto
parole di grande stima. “Uomo di
spiritualità contagiosa, incredibile
coraggio fisico e mentale”, ha detto
Welby, che ha definito il predecessore
“uno dei più grandi arcivescovi
di tutti i tempi”. Ripensando al
passato il neo-arcivescovo ha
reso omaggio alle esperienze che
l’hanno formato: le società del
petrolio, la Chiesa d’Inghilterra, la
parrocchia di Nuneaton, le diocesi
di Liverpool e Durham della quale
è ancora vescovo. è passato poi alle
sfide del futuro parlando “di un
momento chiave nella storia della
Chiesa che ha grandi opportunità,
forse nascoste, ma presenti” e
di “fame spirituale”. Welby ha
parlato degli “eroi dimenticati” di
questa Chiesa, “lo zoccolo duro dei
parrocchiani che, in 16.000 chiese,
contribuiscono con 22 milioni di ore
di volontariato”. Il neo-arcivescovo
di Canterbury ha anche detto di
aver scritto ai primati anglicani
che guiderà durante la “Lambeth
Conference” del 2018 e ha ricordato
che, tra 10 giorni, al Sinodo della
Chiesa d’Inghilterra, voterà a favore
delle donne vescovo invitando anche
gli altri membri a fare altrettanto.
Ha reso omaggio alla spiritualità
benedettina e ignaziana, a John
Henry Newman e, in particolare,
alla dottrina sociale della Chiesa
cattolica che lo ha formato. “Sono
del tutto ottimista - ha detto -, perché
la grazia di Dio è più forte dei nostri
più grandi fallimenti”.
Commenti. I giornali inglesi e la nomina del nuovo arcivescovo
S
guardo mite, sorridente,
leggermente intellettuale: è il
volto del nuovo Arcivescovo di
Canterbury, massima autorità
spirituale anglicana, che emerge
in tutti giornali. La candidatura del
vescovo Justin Welby, con poco più di
cinquant’anni di età, è sorta come un
coniglio dal cappello. Una vera sorpresa.
Molto spesso, questo è anche lo stile di
Dio. Sorprendere, infatti, è infrangere
i calcoli umani. “È il nostro Obama” si
spinge a dire il corrispondente di un
giornale.
Nessuno avrebbe immaginato,
all’annuncio delle dimissioni dell’attuale
primate Rowam William qualche mese
fa, un successore con appena qualche
mese di ordinazione episcopale, per
dirigere i quasi 80 milioni di fedeli
anglicani nel mondo. Un incarico
altamente strategico, alla frontiera
tra società civile e religiosa, tra Gran
Bretagna e mondo intero. Gli elementi,
tuttavia, che lo distinguono da qualsiasi
nostro arcivescovo non si riducono a
questo. “Il successo avuto nel mondo
non ecclesiastico non lo renderà un
estraneo al mondo reale” titola il Times.
Ricordando così i suoi undici anni di
attività in una compagnia petrolifera
internazionale, di cui era diventato il
tesoriere, prima di essere ordinato prete.
Nella difficile e contrastata situazione
del mondo anglicano, Rowam William
invocava “un successore dalla solidità
di un bue e la pelle di un rinoceronte”.
Ciononostante, gli riconosce grazia,
pazienza, saggezza e... humour. Qualità
Voci da Londra
I commentatori inglesi lo
vedono come l’uomo giusto
per “mettere olio in acque
agitate”, e trovare un’intesa
tra le diverse correnti
interne alla Chiesa anglicana
che serviranno per “mettere olio in
acque agitate”, sottolineano ancora
i giornali, richiamando in mente
il suo vecchio mestiere. In quanto
“peacemaker” nel mondo, lo sanno
preoccupato poi di portare la Buona
Novella e la riconciliazione prima di
tutto all’interno della Chiesa.
“Può andare ad una riunione, ottenere
ciò che desidera e non farsi nessun
nemico,” titola entusiasticamente il
Times. Secondo lo spirito pragmatico
degli inglesi si vagliano le sue qualità e
in particolare questa preziosa capacità
di gestire i conflitti. “Gifted strategist”,
stratega dotato, lo definiscono.
“Persuasive and discreet,” ma non
timoroso di stare sui suoi piedi. Forse,
in questo messo alla prova anche
nell’ambiente familiare. Infatti ha
cresciuto cinque figli, anzi sei, ma uno
perduto in un incidente stradale che fu
una prova forte di fede, come lui stesso
ricorda. Due scogli prossimamente
lo attendono: l’ordinazione di donnevescovo e la problematica del mondo
gay. Ed è questa la prima linea di un’altra
tradizione religiosa, ben differente
dalla nostra storia e dalla nostra
sensibilità. Con l’esperienza passata e la
competenza in materia non mancherà
di intervenire, pure, con una precisa
preoccupazione per il bene comune,
nel mondo della finanza, sempre più
strategico nella società d’oggi con le sue
pieghe più oscure.
Ricordava alla BBC che il compito di un
arcivescovo è di essere cristiano. Ciò
significa “una profonda e appassionata
preoccupazione per la giustizia
sociale nella società di oggi”. Le sue
armi di fronte ai giornalisti che lo
assediano sono l’auto-commiserazione
e l’elogio appassionato degli altri
o dei predecessori. Armi preziose,
sicuramente anche nel gestire i conflitti.
Umiltà ed empatia, infatti, sono la via
maestra per saper vivere insieme. Ancora
una lezione, pur senza salire sul pulpito.
RENATO ZILIO
missionario scalabriniano a Londra
3
4
Italia
Sabato, 17 novembre 2012
Lampedusa. La riflessione del parroco don Stefano Nastasi
Una riflessione accorata
del sindaco di Lampedusa
Giusi Nicolini
“S
e di transitorietà si deve
parlare, va bene: se ne parli
e si faccia. Ma l’isola non
merita di diventare un parcheggio. Va
bene che ha la funzione di transito, vista
la posizione geografica, ma non è un
posto dove posteggiare persone e cose:
non lo vuole la dignità dei migranti, né
quella dei lampedusani”. A dirlo è don
Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa,
a pochi giorni di distanza dal naufragio
costato la vita a dodici persone a bordo
di un gommone diretto in Italia e dopo
la notizia del soccorso, questa notte
nel Canale di Sicilia, di settantacinque
migranti, in maggioranza etiopi,
intercettati da Marina e Guardia Costiera
a una cinquantina di miglia dalle coste
libiche.
Com’è la situazione a Lampedusa?
“Come sempre. Questa è la realtà
di sempre: un problema di portata
internazionale caricato su un’isola
piccolissima, di 6 mila abitanti e 24
chilometri quadrati. Il flusso di migranti
dal Nord Africa all’Italia continua senza
sosta e ha subito negli ultimi giorni
A ondate periodiche l’isola
accoglie gli sbarchi di chi
affronta il mare e mette a
repentaglio la propria vita
per un’esistenza migliore
un’ulteriore accelerazione. Certo, ora
i recuperi avvengono a distanze molto
lunghe, si parla di molte miglia. È chiaro
che una parte del peso lo porta l’isola,
l’ha sempre portato: quest’isola porta il
peso della pietà. Serve costantemente
la presenza delle istituzioni e di chi
governa, non solo per fare monitoraggio,
ma per dare risposte adeguate a bisogni
che vanno emergendo di giorno in
giorno”.
Le strategie di accoglienza come
procedono?
“Le risposte in termini di accoglienza
spicciola ci sono. Se tutto avviene
nell’ordinarietà, va bene. Il problema
può nascere se avviene un ingolfamento.
Non bisogna lasciare l’isola da sola.
L’esperienza passata ci ha insegnato che
da sola entra in crisi, ma se sostenuta da
chi governa può affrontare i problemi
con maggiore energia e serenità”.
Quali responsabilità ha il governo?
“Dovrebbe monitorare e non permettere
mai che l’isola venga caricata di un peso
che non può sopportare. Al di là del
tempo dell’emergenza grande, in cui
le risposte arrivano, servono risposte
più immediate anche e soprattutto
■ Lettera
“S
Il peso
della pietà.
nel quotidiano. Insieme, anche un
peso grande diventa più facile da
trasportare. Penso all’aiuto offerto
dagli altri Comuni della zona di
Agrigento per l’accoglienza delle
salme: ecco un esempio tangibile di
condivisione”.
Cosa ha da dire Lampedusa
all’Europa?
“Lampedusa è un’isola alla quale
si chiede di dare risposte in termini
di umanità e accoglienza. L’Europa
ci dia anche sostegno fattivo, non
rispondendo solo all’interno delle
situazioni di emergenza, ma ogni
giorno, e ci aiuti ad assumere la
dimensione che viene richiesta.
Non possiamo essere considerati
come la parte finale dell’Europa,
noi siamo la sua porta d’ingresso. E
l’Europa dovrebbe occuparsi prima
di sostenerci nel quotidiano, e poi di
aiutarci nel tempo dell’accoglienza.
Ci sono ancora barconi parcheggiati lì
dall’anno scorso”.
Come la nuova ondata di
sbarchi viene fronteggiata dai
lampedusani?
“Rispetto all’anno scorso,
la situazione è calma. Non
comprendiamo bene cosa succede.
Ci sono movimenti nuovi, ma non
capiamo in che direzione andiamo.
Se è transitorietà ordinaria, va
bene. Ma bisogna stare attenti a
non ricreare situazioni d’ingombro.
Ci sono flussi che confermano
l’andamento del passato, in termini di
provenienza. Occorre sondare bene
cosa succede dall’altra parte”.
E in parrocchia?
“Si tratta di un fenomeno che
interroga, provoca, anche nei termini
dell’esperienza della fede. Chiaro che
il tempo che viviamo è particolare,
quindi quella generosità che in altri
momenti è stata manifestata a volte
viene un po’ meno, ma non vuol
dire che non ci sia la generosità del
cuore, e poi la capacità di ascoltare
e sostenere l’altro rimane presente.
La preoccupazione nell’affrontare i
momenti difficili c’è quando siamo
deboli. È in questo senso che occorre
rimodulare i termini dell’accoglienza
e dell’integrazione, affinché la nostra
comunità e la realtà degli sbarchi
possano camminare insieme”.
LORENA LEONARDI
ono il nuovo Sindaco delle isole
di Lampedusa e di Linosa. Eletta a
maggio, al 3 di novembre mi sono
stati consegnati già 21 cadaveri di persone
annegate mentre tentavano di raggiungere
Lampedusa e questa per me è una cosa
insopportabile. Per Lampedusa è un enorme
fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere
aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci
della provincia per poter dare una dignitosa
sepoltura alle ultime 11 salme, perché il
Comune non aveva più loculi disponibili. Ne
faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda:
quanto deve essere grande il cimitero della
mia isola?Non riesco a comprendere come
una simile tragedia possa essere considerata
normale, come si possa rimuovere dalla
vita quotidiana l’idea, per esempio, che
11 persone, tra cui 8 giovanissime donne
e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano
morire tutti insieme, come sabato scorso,
durante un viaggio che avrebbe dovuto
essere per loro l’inizio di una nuova vita.
Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115,
il numero dei morti è sempre di gran lunga
superiore al numero dei corpi che il mare
restituisce. Sono indignata dall’assuefazione
che sembra avere contagiato tutti, sono
scandalizzata dal silenzio dell’Europa che
ha appena ricevuto il Nobel della Pace e
che tace di fronte ad una strage che ha i
numeri di una vera e propria guerra. Sono
sempre più convinta che la politica europea
sull’immigrazione consideri questo tributo di
vite umane un modo per calmierare i flussi,
se non un deterrente. Ma se per queste
persone il viaggio sui barconi è tuttora
l’unica possibilità di sperare, io credo che
la loro morte in mare debba essere per
l’Europa motivo di vergogna e disonore. In
tutta questa tristissima pagina di storia che
stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di
orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli
uomini dello Stato italiano che salvano vite
umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre
chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come
è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto
accorrere con le velocissime motovedette che
il nostro precedente governo ha regalato a
Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta
di aiuto. Quelle motovedette vengono però
efficacemente utilizzate per sequestrare i
nostri pescherecci, anche quando pescano al
di fuori delle acque territoriali libiche.Tutti
devono sapere che è Lampedusa, con i suoi
abitanti, con le forze preposte al soccorso
e all’accoglienza, che dà dignità di esseri
umani a queste persone, che dà dignità al
nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se
questi morti sono soltanto nostri, allora io
voglio ricevere i telegrammi di condoglianze
dopo ogni annegato che mi viene
consegnato. Come se avesse la pelle bianca,
come se fosse un figlio nostro annegato
durante una vacanza”.
Giusi Nicolini
La storia è maestra? Cosa ha da dirci, cinquant’anni dopo, la vicenda di Enrico Mattei.
Italia ieri e oggi: è tempo di ricominciare...
L
a storia, si sa, non è maestra. Ma può aiutare molto a fare i conti con il presente e,
dunque, con il futuro. Perché ci costringe
a riflettere sulla nostra identità. Così non può
essere solo un caso se, in una stagione incerta, si percepisce da molte parti un rinnovato
interesse per gli anni del dopoguerra, quelli
della ricostruzione e del cosiddetto miracolo
italiano. Libri, convegni, concorsi scolastici,
trasmissioni televisive, il successo reiterato
degli eroi padani di taglia paesana creati dalla penna di Giovanni Guareschi, don Camillo, Peppone e il Mondo piccolo. Anche perché
è ancora in campo la generazione che quegli
anni li ha vissuti, in quegli anni si è formata.
Il ricominciare può essere considerato come
una metafora della storia nazionale, dei suoi
limiti e delle sue potenzialità.
Tra questi inizi, emblematico, perché fonda
questa Italia che oggi viviamo, è quello avvenuto negli anni del secondo dopo-guerra, in cui,
alla ripresa della vita civile e democratica, si è
accompagnata la ricostruzione economica e
sociale, in un quadro in cui permanevano conflitti molto forti, non solo ideologici, ma anche
le violenze ereditate dalla guerra appena conclusa, dai totalitarismi sconfitti, quello nazista
e fascista, e dal comunismo internazionale.
Guardare realisticamente al conflitto, permette di misurarne il superamento, gli inganni, le
speranze, il lavoro, le mistificazioni ideologiche e finalmente le buone opere.
Il ricominciare per alcuni fu più difficile che
per altri, quando mancava il necessario, si masticava la vera miseria. Ma tutto questo confluisce in una molteplicità di risposte, efficaci,
creative. Metafora dell’Italia è anche questo
confluire, disordinato, conflittuale e creativo,
di storie personali, familiari, in un tessuto prima civico, poi sempre più ampio.
C’è un ricco deposito di risposte ai bisogni sociali, messo in opera da uomini e donne, da famiglie, che, “dal basso” e “liberamente”, si sono
messi assieme e hanno collaborato a costruire
la storia del nostro Paese. Successi, ma anche
insuccessi, che dimostrano le risorse, una vitalità e una capacità d’intrapresa che, messe alla
prova, hanno consentito la ripresa. Con tanto,
tanto sacrificio, e molto, molto lavoro.
E ci fanno da pungolo.
Così come le personalità, figure sobrie, appassionate. Uomini capaci di visione, ma anche di
pagare di persona. In questi giorni si è ricordato il cinquantesimo della tragica fine di Enrico
Mattei, che questa Italia della ricostruzione e
dello sviluppo aveva proiettato in giro per il
mondo. Una visione mondiale, fortemente
ancorata in Italia, aveva anche un altro protagonista di quegli anni, Adriano Olivetti. Per
non parlare di Alcide De Gasperi. Quest’estate,
nella ricorrenza della sua scomparsa, molti dei
protagonisti del modesto dibattito politico di
questi mesi, sembravano rivendicarlo. Molto
bene, finalmente. È l’ispirazione giusta per ricominciare davvero.
FRANCESCO BONINI
Italia
Governo e crisi. Ci sono parecchi segnali di affanno...
L’incertezza politica frena
gli sforzi per la stabilità
P
artito lancia in resta e con
grandi decisioni prese e accolte
all’unanimità, il governo Monti
sta finendo il proprio mandato un po’
in confusione e nel basso cabotaggio.
Le continue cure impartite al malato
Italia hanno definitivamente convinto
tutti che, appunto, l’Italia è malata: con
conseguente depressione collettiva.
Un effetto che si registra nei consumi,
in caduta libera; in una
psicologia collettiva incapace
di risollevarsi. Ma ci sono
pure cause esterne che stanno
togliendo benzina all’esecutivo
Monti. Se all’inizio l’adesione
era unanime e il blocco politico
sottostante quasi granitico, con
l’avvicinarsi delle elezioni si
sta sfaldando la maggioranza
parlamentare che sostiene
il premier. In sostanza,
certe decisioni faticano
assai a passare il vaglio del
Parlamento. Vuoi per ragioni
elettorali, vuoi per le pressioni
delle varie lobbies verso
parlamentari ormai in libera
uscita, vuoi per il generale
senso di smobilitazione
(siamo a quattro mesi dal
voto), se prima si votava
senza tentennamenti una
riforma previdenziale unica
nell’Occidente, oggi faticano
a passare provvedimenti
di terz’ordine. Pretendere alte dosi
di responsabilità da chi, tra qualche
settimana, sarà in tutt’altro affaccendato,
è cosa giusta ma sostanzialmente vana.
Spiace dire che la sua parte l’ha fatta
- in negativo - pure quest’esecutivo.
Se l’autoritas di Mario Monti e il suo
prestigio personale sono indiscussi e
anzi enormemente cresciuti in questi
mesi, altrettanto non si può dire
dell’azione del governo e di alcuni
ministri.
A parziale discolpa c’è da dire che
questo esecutivo - come mission aveva quella di tagliare e tassare, non di
costruire un mondo nuovo. Insomma
di rimettere i conti in ordine, di dare
una sistemata all’Italia prima che ci
trasformassimo in Grecia. Pochissimi
voli pindarici, molti provvedimenti che
sacrificano di qua, fanno male di là.
Orbene, quasi nulla sta più funzionando.
L’ultima manovra è stata rivoltata come
un calzino, retromarce continue, rinvii
pure, scelte avvallate oggi e smentite
in 24 ore. Molto, dicevamo, a causa di
una maggioranza parlamentare non più
coesa: difficile avere i voti di chi ha già
detto che, un domani, smonterà buona
parte di questi provvedimenti se andrà
al governo. Ma un pizzico di delusione
finale lo riservano pure alcuni ministri,
scelti per le competenze tecniche, per
le capacità più o meno reali. Se hai un
fuoriclasse in squadra, ti aspetti 20 goal;
se ne fa quanto il vecchio attaccante, la
delusione è naturale. Lasciando stare
i dicasteri più “politici” (ma la totale
inefficacia del ministero degli Esteri su
molti dossier - non ultimo quello dei due
marò detenuti in India - è emblematica),
quelli economici hanno fatto qualche
bel goal, ma anche certe “topiche” da
serie B. La riforma previdenziale è stata
immediata e poderosa, ma gli effetti
collaterali che ha scatenato ne hanno
evidenziato l’eccessiva frettolosità e la
cattiva taratura. Abbiamo imparato a
conoscere la parola “esodati”; abbiamo
passato undici mesi a capire quanti
fossero (molti di più delle stime
governative) e a cercare soldi per far
fronte alla loro situazione.
La macchina pubblica è stata lasciata
sostanzialmente uguale a prima: lenta,
vecchia e inefficace. Il funzionamento
della giustizia (forse la causa prima
delle paure che hanno gli stranieri
a investire qui) è rimasto inalterato,
quindi borbonico. Sul fisco s’è fatto di
tutto e di più, ma nulla di diverso da
uno spostamento di pedine da qua a là
Italia sott’acqua...
L’
ondata di maltempo che ha colpito negli ultimi giorni prima
il Nord poi il Centro Italia ha provocato danni ingenti.
Qualcuno, ricordando quanto è accaduto a inizio novembre
negli Stati Uniti, ha ribattezzato questa cellula di aria umida e
instabile (con precipitazioni abbondantissime) la “cugina di Sandy”,
ricordando la tempesta che oltre Atlantico ha provocato inondazioni,
distruzione, feriti e morti. Purtroppo anche in Italia paghiamo un
bilancio pesantissimo in termini di vite umane perse: sei persone (fra
Umbria e Toscana) vittime della furia dei fiumi impazziti e gonfiati
dalla pioggia. Per diverse ore l’Italia è rimasta tagliata in due, con
l’autostrada A1 inagibile e i collegamenti ferroviari a singhiozzo. Il
Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso la propria solidarietà
alle comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore
delle famiglie delle vittime e il vivo apprezzamento «a quanti sui
territori colpiti sono impegnati nella gestione dell’emergenza e nelle
operazioni di soccorso». Anche i Vescovi toscani hanno espresso la
propria vicinanza alle famiglie colpite dai lutti. Intanto il ministrao
dell’Ambiente Corrado Clini ha affermato che presenterà «al Cipe
il piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico
e spero che se ne parli nella prossima riunione del Comitato». Il
presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato
che chiederà di aggiungere una norma nella Legge di Stabilità che
assicuri finanziamenti alla regione per i prossimi 10 anni: «da soli
– ha osservato – proprio non possiamo farcela». Intanto, in questi
giorni, nuovo maltempo è in arrivo sulla Penisola, specie al Sud: le
precipitazioni non dovrebbero essere così abbondanti e violente.
e da una spaventosa tassazione occulta
dei carburanti. Zero sul fronte del
dimagrimento dello Stato, della vendita
di certi suoi beni. Molto discutibili
certe scelte di politica industriale.
Abbiamo schiantato la cantieristica
navale italiana - la migliore al mondo;
travolto con una serie di decisioni il
mercato dell’auto, che muove l’11% del
Pil nazionale; penalizzato quel terzo
settore che “fa” il welfare
italiano; “liberalizzato”
un commercio che ora sta
facendo marcia indietro:
non è con le domeniche
aperte pure di domenica
che si fanno fatturati, se gli
stipendi sono quel che sono.
Il Piano Giavazzi (dal nome
dell’economista cui era stato
dato incarico di snellire
la spesa pubblica) aveva
individuato almeno 10
miliardi di euro di “massa
aggredibile”: alla fine della
fiera stiamo ragionando
su 500 milioni di euro, un
ventesimo. Il taglio dei costi
amministrativi - e quelli
della politica - ha oscillato
tra il quasi niente e la
confusione.
Ultimo segnale di questo
tipo: le Province. O non
servivano a niente, e
andavano tolte tutte;
o invece servono fin dal tempo di
Napoleone, e allora vanno riviste le loro
funzioni. Si è scelto di toglierne alcune,
lasciando alcune funzioni nel limbo di
futuri chiarimenti. Insomma le abbiamo
destabilizzate giurando che il personale
non subirà tagli, quando è proprio da
questi tagli che arriverebbero i famosi
risparmi preventivati…
L’impressione quindi è che l’esecutivo
Monti non sia stato il medico che doveva
sanare l’ammalato, ma quello che l’ha
tenuto in vita in attesa del ritorno della
politica. E nella speranza che questa
non rifili all’ammalato-Italia il colpo di
grazia. Si dirà: sembra un bilancio da
fine mandato. Ma è difficile immaginare
colpi d’ala d’ora in poi. Ci vorrebbe una
coesione parlamentare che mancherà
ogni giorno di più, da qui al marzo
prossimo. Il bicchiere mezzo pieno?
Siamo appunto rimasti in vita, senza
troppi danni visibili. E scusate se è poco,
visto quel che sta accadendo tra i nostri
disgraziati vicini greci.
NICOLA SALVAGNIN
Sabato, 17 novembre 2012
Rapporto Scuola
■ I muri parlano
Secondo il recente
documento Legambiente
il 50% degli edifici
ha problemi molto seri
O
gni anno son dolori. Legambiente
ha pubblicato l’annuale Rapporto
- il tredicesimo - sulla qualità
delle strutture e dei servizi della scuola
dell’infanzia, primaria e secondaria
di primo grado in 96 capoluoghi di
provincia - prendendo in esame nel
complesso 7.139 edifici scolastici di
loro competenza - e di nuovo ecco una
fotografia desolante per il nostro sistema
scolastico.
Le scuole italiane - gli edifici - sono in
gran parte vecchie e con problemi di
sicurezza. Tante le emergenze irrisolte,
nonostante da anni si ripetano più o
meno le stesse cose. La messa a norma
delle strutture resta il tallone d’Achille
numero uno: quasi la metà, infatti, non
possiede le certificazioni di agibilità,
più del 65% non ha il certificato di
prevenzione incendi e il 36% degli edifici
ha bisogno d’interventi di manutenzione
urgenti. Bisogna poi considerare che il
32,42% delle strutture si trova in aree
a rischio sismico e un 10,67% in aree
ad alto rischio idrogeologico. Sulle
certificazioni giova a poco consolarsi col
fatto che spesso cambiano le norme in
itinere, per cui una certificazione valida
oggi è da rifare domani… la sostanza è
che non ci siamo.
Appare evidente il bisogno della scuola
italiana d’investimenti e risorse, anche
in tempi di “spending review”. Va bene
ripensare l’organizzazione complessiva
e cercare di limitare gli sprechi
che si annidano in un meccanismo
mastodontico, forse eccessivamente
burocratico, come quello dell’istruzione,
ma in questi anni la logica dei tagli
sembra aver prevalso su ogni altra cosa.
Va bene parlare d’innovazione e di scuola
digitale - meglio andrebbe spiegarlo bene
(qualche pensiero, ad esempio, andrebbe
fatto sul “pasticcio” denunciato dagli
editori sulla questione dei libri di testo
tra versione cartacea e internet) - ma se
poi i muri non stanno su e le aule sono a
rischio bisogna ripensare le priorità.
Ecco, questo è il panorama che pare di
scorgere dalla fotografia di Legambiente,
che peraltro esclude le scuole superiori,
i cui edifici forse stanno ancora peggio
di quelli delle elementari e medie.
Intanto il malcontento e la disillusione
crescono. Non aiuta nemmeno l’avvio del
meccanismo del concorso, con l’assalto
di 321 mila aspiranti (per 11 mila posti)
e un’età media vicina ai 40 anni. I
giovani insegnanti dove sono? E quando
arriveranno?
Sono tutti segnali che spingono verso
una ricomprensione complessiva della
politica scolastica e che sconta anni di
contrapposizioni, di trasformazione della
scuola in terreno di scontro politico. Non
c’è la bacchetta magica anche se, di volta
in volta, i ministri - e le maggioranze
- che si sono succeduti hanno provato
a farlo credere, magari con slogan
ad effetto (chi si ricorda le tre I, ad
esempio?). Di fatto la considerazione del
mondo scolastico è sempre più scaduta
e forse bisogna ripartire proprio da qui,
rivalutando la scuola pubblica (quella
del sistema integrato, come prevede la
legge) come ambiente di educazione e di
formazione. Senza travalicarne i limiti,
certo, ma rispettandone caratteristiche
e potenzialità, scommettendo su
un’istituzione che ha la sua forza nel
guardare al futuro. Forse le trasformazioni
culturali degli ultimi decenni, le logiche
individualistiche e la “trasformazione
antropologica” - come qualche acuto
osservatore ha notato da tempo hanno a che vedere con lo scadimento
dell’istituzione scuola, soprattutto
nell’immaginario collettivo. Perché
la scuola parla immediatamente di
comunità, di stare insieme, di risorse
condivise, di sviluppo sostenibile, di
generazioni che cooperano. Ecco forse si
può ripartire da qui. Senza dimenticare i
soldi per i muri.
ALBERTO CAMPOLEONI
5
6
Sabato, 18 novembre 2012
Mondo
CINA e USA: le sfide dell’Obama II e il congresso del Partito comunista
LA sfida DEL secolo
Nel giro di pochi giorni le elezioni americane e il rinnovo delle cariche alla guida del Partito comunista cinese
agitano gli scenari interni di due delle principali potenze contemporanee, sotto gli occhi del resto del mondo
A
ppena eletto, ha detto: “Il meglio deve ancora venire”.
Speriamo bene. Perché la situazione è grave, e sulla
tolda del comando, per quattro anni c’è stato proprio
Barack Obama. Quindi ora è lui che deve affrontare
il colossale debito pubblico americano, ingigantito proprio
dalle politiche economiche adottate dall’amministrazione
Obama per fronteggiare la gravissima crisi innescata da
Wall Street, nel 2008. Si scoprì allora che le banche e le
assicurazioni americane erano giganti di cartapesta: una sola
fallì, il resto fu salvato dai dollari dello Stato. Una bestemmia
nel Paese che più al mondo aborre l’interventismo statale
in economia. Ma nessuno guardò troppo per il sottile: o si
sosteneva il sistema, o tutto sarebbe crollato portandosi con
sé gli Usa, il mondo, un’intera epoca. Poi i dollari pubblici
finanziarono i mutui immobiliari, l’industria automobilistica
sull’orlo del fallimento, la ripresa economica fatta a suon di
dollari stampati a profuzione e regalati al circuito economico
mondiale. Qualcosa ha funzionato (il salvataggio dell’auto,
ad esempio); qualcosa è fallito (gli investimenti nella green
economy, gli stimoli monetari); qualcosa ha continuato
la sua strada: la finanza, potente e spericolata oggi come
nel 2008. Sono rimasti i debiti, ingigantiti dal programma
sanitario voluto proprio da Obama, che garantisce maggiori
servizi ad una fascia più ampia della popolazione, ma a costi
alti per le casse dello Stato. Ecco: la sostenibilità di questo
gigantesco debito pubblico è la questione che agita il sonno
del mondo intero. Perché non è solo un problema americano,
ma - in epoca di globalizzazione - di tutti noi. O ci siamo già
dimenticati che, per cento
miliardi di euro di debiti
Dopo aver sconfitto
greci, l’intera euro-zona
Romney il presidente
è ancora oggi sull’orlo del
baratro?
Obama ritrova sul
Bene, ci penserà Obama.
suo tavolo le stesse
Ma qui sta il punto: dal
sfide che hanno
punto di vista europeo,
Obama è il non plus ultra.
rischiato di costargli
Da quello statunitense,
la sconfitta: a partire
è un presidente rieletto
dalla crisi economica
per il rotto della cuffia.
e dal pesante debito
Il come uscire dalla
melma dei debiti è stato
pubblico americano
il punto centrale della
sua campagna ma sarà
in grado, Obama, di tirare fuori dal cilindro quel coniglio che
nessuno oggi intravvede?
Se aumenterà - e di molto - le tasse (e non lo può fare perché
il Congresso non glielo permetterà), deprimerà i consumi
interni e, quindi, la ripresa economica. Esattamente come è
successo in Europa, e in Italia. Aumentare ancora il debito
pubblico? Attenzione: si finanziano i debiti finché c’è
fiducia che possano essere restituiti. Gli Usa sono al limite
di questa fiducia: un passo sbagliato, e i tassi d’interesse
schizzeranno all’insù distruggendo l’economia americana
(e noi di conseguenza). Rinunciare alle politiche sanitarie
faticosamente adottate? Significherebbe rinnegare se stessi,
ammettere un fallimento. Quindi siamo al coniglio. O, molto
più probabilmente, ad un’accorta gestione della patata
bollente, per sfiammarla un po’ e consegnarla, tra quattro
anni, nelle mani di qualcun altro. Una soluzione “all’italiana”
che ha il vantaggio del quieto vivere, e lo svantaggio di
lasciare le cose come stanno. Quindi un’economia Usa - e
mondiale - in stagnazione. Gli unici a poterci fare qualcosa
sarebbero i cinesi, e peggio mi sento. Quindi l’entusiasmo per
la rielezione del presidente uscente andrebbe accompagnato
dalla speranza che l’Obama due sia migliore dell’Obama uno,
che il meglio appunto debba ancora venire. Sennò, a breve, gli
applausi si tramuteranno in fischi. Meglio di no per tutti.
NICOLA SALVAGNIN
un’immagine dell’ultimo incontro tra il presidente obama e il presidente hu jintao
La Cina cambia i vertici
ma salva il sistema
A
mpie misure di
uniti però da un dogma di
Il Congresso del Partito Tutti
sicurezza, blocco di
fede: il monopolio del potere deve
internet e un’ondata
nelle mani del Partito
comunista ha sancito rimanere
di arresti di dissidenti.
comunista. Per questo, anche un
Queste sono solo alcune delle
come Hu Deping,
il passaggio dalla quarta “riformista”
misure che hanno fatto da
figlio del grande Hu Yaobang sfondo, negli ultimi giorni, al
chiede maggiore attenzione
alla quinta generazione che
XVIII Congresso del Partito
ai diritti umani, una maggiore
comunista cinese che si è si
dell’economia per
di leader. Ma le riforme liberalizzazione
è aperto giovedì 8 novembre
dare fiato ai privati, l’indipendenza
nella Grande Sala del Popolo di
del potere giudiziario - non mette
devono attendere
Piazza Tienanmen a Pechino,
in dubbio l’assoluta leadership del
alla presenza di oltre 2.300
Pcc”.
delegati. Nel momento in cui andiamo in stampa
Il Congresso si era aperto con il discorso del
mancano pochi giorni alla chiusura dell’assemblea
presidente uscente Hu Jintao che ha indicato nella
(prevista per giovedì 15 novembre), ma – salvo
lotta alla corruzione una delle principali sfide per il
improbabili colpi di scena – la linea della stabilità
Paese, insieme alla volontà di rilanciare un modello
sociale ed economica prevarrà ancora una volta sulle
di crescita economica appoggiato anche sulla forza
riforme richieste da un numero sempre crescente
militare, in particolare sulle capacità di controllo sui
di cittadini. Secondo il Global Times (legato al
mari. ”Una delle riforme più importanti – continua
Quotidiano del popolo), l’80% dei cinesi sostengono
padre Cervellera - sarebbe la ridistribuzione della
le politiche di riforma, con maggiori verifiche da
ricchezza del Paese a tutte le fasce più povere con
parte del pubblico e di organi competenti per evitare
miglioramenti nel welfare e nei salari. Negli ultimi
corruzione e follie. Dal Congresso uscirà la nuova
10 anni il Pil pro capite dei cinesi si è elevato da
leadership che guiderà la Cina in un decennio
1135 dollari a 5432 dollari, ma ciò non toglie che vi
particolarmente delicato segnato, internazionalmente, sono pensionati che vivono con 1300 yuan al mese
dalla crescente competizione con gli Stati Uniti e le
(circa 130 euro) e almeno 110 milioni di persone che
potenze del Pacifico e, all’interno, dalla necessità di
vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, al di sotto
sostenere la crescita limitando l’impatto ambientale
della soglia della povertà. A fianco, vi sono centinaia
e controllando le crescenti spinti riformiste. Sarà il
di miliardari, tutti alti membri del Partito. Secondo
Comitato Centrale composto da circa 350 persone,
molti studi economici, la Cina è il Paese che ha il
nominate dall’Assemblea, a scegliere i 25 politburi che primato al mondo per il maggiore abisso fra ricchi e
al loro interno indicheranno i membri del Comitato
poveri”. Proprio per queste disparità non si escludono
Permanente del Politburo, il vero cuore del potere
eventuali interventi anche in campo sociale, per
cinese. Di questo organismo fanno parte l’attuale
cercare di porre un freno all’instabilità. “È quasi
vice segretario e vice presidente, Xi Jinping, che
probabile – conclude il missionario - che al Congresso
con ogni probabilità prenderà il posto di Hu Jintao,
si suggerirà qualche riforma di tipo economico, che
diventando il nuovo numero uno; e l’attuale vice
preveda aumenti di salari e pensioni. Questo deriva
premier Li Keqiang, che sarà promosso al ruolo di
non dal senso di dignità e giustizia verso le persone,
primo ministro in sostituzione di Wen Jiabao. “Per ora, ma dalla necessità sempre più urgente di aumentare
l’unico frutto sicuro del congresso sarà il passaggio
il consumo interno, ora che le esportazioni verso Usa
dalla Quarta alla Quinta generazione di leader”,
ed Europa soffrono a causa della crisi globale. Perfino
spiega Bernardo Cervellera, missionario del Pime e
la legge sul figlio unico potrebbe essere ritoccata
direttore dell’agenzia di stampa Asianews. Ma questi
in “legge dei due figli”, dato che nelle industrie del
nuovi nomi “non sono frutto di aperte discussioni e
Guangdong e di Shanghai scarseggia la manodopera
competizioni, né di elezioni, ma di scambi e favori
proveniente dai migranti, dopo decenni di controllo
da retrobottega per equilibrare e bilanciare i poteri
sulla popolazione”.
e le voglie delle varie fazioni all’interno del Partito.
MICHELE LUPPI
Cultura
Sabato, 17 novembre 2012
7
Intervista. Joaquin Navarro Valls riflette sull’importanza dell’informazione religiosa.
Notizie sempre attese
C’è un forte interesse
per le vicende della Chiesa
e per un messaggio ricco
di idee e di concetti
“L
a nascita e lo sviluppo della
Sala stampa vaticana dal
Concilio ad oggi”. È il tema
della tavola rotonda che si è tenuta
nei giorni scorsi nell’aula magna
della Lumsa (Libera Università Maria
Santissima Assunta), per iniziativa
dell’Ucsi (Unione cattolica stampa
italiana) e del “master in giornalismo”
della Lumsa. Nella ricorrenza dei 50
anni dell’apertura del Concilio Vaticano
II l’incontro si è soffermato sulla Sala
stampa della Santa Sede, istituita nel
1966 come evoluzione del servizio
stampa che supportava i giornalisti al
seguito dei lavori dell’assise conciliare.
All’incontro, tra i partecipanti, insieme
a padre Federico Lombardi, attuale
direttore della sala stampa vaticana,
a Gian Maria Vian, direttore de
“L’Osservatore Romano”, anche Joaquín
Navarro Valls, per ventidue anni
direttore della Sala stampa vaticana.
Ecco la sua riflessione sull’informazione
religiosa oggi anche alla luce di recenti
fatti di cronaca.
I fatti di cronaca, più o meno recenti,
che hanno visto la Chiesa e suoi
esponenti al centro dell’attenzione
mediatica nazionale e internazionale,
ripropone anche la questione del ruolo
dell’informazione religiosa e di come
raccontare il fatto religioso. Quale
futuro vede per la comunicazione
religiosa?
«Non sarei tanto pessimista.
L’informazione religiosa è molto
attuale e il mondo l’aspetta, la cerca.
Queste vicende ultime non si situano al
centro del messaggio cristiano. Queste
vicende non hanno affatto provocato
l’abbassamento dell’interesse per il
messaggio, ricchissimo di idee e di
concetti, di Benedetto XVI. Nei miei
viaggi all’estero, negli incontri, nelle
università, in Usa e in Europa per
Tv e media
Nuovi scenari
e progettualità
N
ei giorni scorsi,
invitato dalla sede
comasca dell’Aiart
(l’associazione di ispirazione
cristiana nella quale si
riconoscono gli utenti di
radio e televisione), presso
il Centro Cardinal Ferrari è
intervenuto Massimo Scaglioni, docente dell’Università cattolica
di Milano e coordinatore del “Centro di ricerca su televisione
e audiovisivi” del medesimo ateneo. Il tema era Nuovi scenari
per tv e media. «In questi anni – è stata l’osservazione del
professore – stiamo assistendo a un profondo cambiamento, a
una trasformazione dettata, specie per la tv, dall’avvento di un
vero e proprio “ecosistema digitale”, che, pur nella specificità del
contesto italiano, tuttavia ha portato a un’abbondanza di offerta
che significa anche frammentazione e caratterizzazione delle reti
per marchio e contenuti». Da una tale situazione scaturiscono
altre problematiche, che investono la qualità dell’offerta, il
rispetto dei minori, il ruolo del servizio pubblico. «I media hanno
visto una grande accelerazione nel proprio sviluppo – ha ripreso
Scaglioni – ed è sempre più forte l’integrazione tra “piattaforme”
differenti, senza dimenticare le potenzialità della “social tv”,
ovvero la condivisione tramite social network». In Italia e Spagna,
rispetto al resto d’Europa, il «grado di avanzamento mediale» è
ancora piuttosto arretrato: la programmazione viaggia per oltre la
metà su digitale, qualcosa su satellite. In Francia, per esempio, si è
investito moltissimo su banda larga e su strutture che assicurano
«un’offerta praticamente senza limiti e un’altissima interattività».
A dirla lunga sul “caso Italia” ci sono i dati economici: «la
pubblicità è “tv-centrica” (con circa 10 miliardi di euro di fatturato
sui quasi 17 miliardi di risorse economiche disponibili per l’intero
sistema mediale), mentre altrove, in Ue, la stessa editoria riesce ad
attrarre molti più fondi». In un ambito tanto complesso e variegato
si afferma la necessità di «un’alfabetizzazione al consumo
“critico” di tv e media – è stata la conclusione di Scaglioni – per il
miglioramento della programmazione, il coinvolgimento giovanie-adulti e la progettualità pedagogica del servizio pubblico». (E.L.)
esempio, vedo un grande interesse
intellettuale per il magistero del Papa e
per la ricchezza di quello che dice».
Crede che gli operatori della
comunicazione non siano del tutto
pronti e preparati per raccontare il
fatto religioso?
«Penso si tratti non solo di preparazione
degli operatori ma anche di chi deve
rilasciare il messaggio e se questo lo
rilascia con la chiarezza adeguata in
modo tale che possa essere compreso
o se risulta un linguaggio ambiguo.
Esiste il problema di chi deve dare
adeguatamente la comunicazione. C’è
poi l’informatore al quale chiederei
certamente competenza ma soprattutto
onestà, di non travisare la verità in
funzione di altri interessi. Raccontare
quello che è. Evitare il giornalismo
fazioso».
Al Sinodo sulla nuova evangelizzazione
si è rimarcata l’importanza dei media
nell’annuncio del Vangelo. In questo
campo la Chiesa ha fatto passi avanti,
ma molto resta da fare… È d’accordo?
«La Chiesa non poteva non farli. Viviamo
in una società della comunicazione e
non si può restare ai margini o peggio
alieni a questo mondo. Se si poteva fare
meglio è di più? Dico che c’è sempre
lo spazio e il margine per migliorare.
Andrebbe poi visto il tema in modo
selettivo per aree, Paesi, situazioni. C’è
sempre da imparare, ed è uno sforzo da
fare e sempre meglio».
La varietà dei mezzi di comunicazione
sociale all’interno delle Chiese, così
come della Santa Sede, chiede sempre
più strette sinergie necessarie ad
amplificare l’annuncio del Vangelo…
«Di questo si discute molto. La mia
opinione personale è il rispetto
dell’autonomia altrimenti si rischia di
creare un ghetto. Ognuno vada per la sua
strada, nel rispetto delle caratteristiche
di ogni strumento. Naturalmente il
materiale informativo in molte situazioni
coincide, è lo stesso, ma ognuno lo
racconti al proprio pubblico con il
proprio linguaggio. Ci sono dei pubblici,
bacini e interessi diversi. Sarei quindi per
l’autonomia».
Sono sempre di più coloro che
desiderano entrare nel mondo
della comunicazione e studiano per
diventare comunicatori e giornalisti.
Che consiglio si sente di dare loro?
«Innanzitutto di essere onesti, seri e
avere un’idea di che cos’è il giornalismo.
Esso è il comunicare un’esperienza che,
penso, sia vera. Se manca l’esperienza,
non faccio giornalismo ma news-fiction,
invento il fatto che trasmetto. Se quello
che trasmetto, poi, non lo giudico
vero, faccio propaganda. Sull’idea di
giornalismo sarei molto esigente».
Per raccontare il fatto religioso, la
Chiesa, è necessario essere credenti?
«In ventidue anni passati come direttore
della sala stampa vaticana non ho mai
chiesto a nessuna persona che chiedeva
l’accredito se era credente o non
credente. La base del giornalismo non è
la confessionalità, ma l’onestà di fronte
alla notizia».
Cosa le ha lasciato la sua lunga
esperienza in sala stampa?
«Un mondo enorme di ricordi e la
ricchezza di aver vissuto vicino a due
personalità come Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI. Sono grato a Dio per
questo!».
DANIELE ROCCHI
Il video
e la coscienza
“L
a crisi economica condiziona gli ascolti
televisivi?”. La domanda è posta dal direttore
di Tv2000, Dino Boffo, il quale osserva come
la questione sia di “quelle che interessano i curatori
delle pagine culturali dei quotidiani o dei periodici”. Ma
è “una domanda che può avere una valenza anche più
ampia, ed interessare per esempio gli
insegnanti come i preti, i pubblicitari
(va da sé) come i sociologi”. “Noi
essere cioè
di Tv2000 - spiega il direttore - non
l’occasione per
disponiamo di dati particolari,
affezionare i
ragioniamo con quelli a disposizione
telespettatori
di tutti”. Pur senza andare nel
ad un’altra
dettaglio, per Boffo, “è facile evincere
televisione,
che la crisi economica ha allargato
ossia ad un
- di fatto – la platea televisiva: un
altro modo
numero maggiore di italiani sceglie di di farla e di
trascorrere del tempo, anziché in altri
concepirla. Facendo con ciò
intrattenimenti magari impegnativi
tesoro delle esperienze di
sotto il profilo della spesa, davanti
disaffezione già registrate in
alla tv”. Che torna così “a confermarsi
passato”.
il medium popolare per eccellenza,
Per il direttore di Tv2000,
il mezzo in cui ci si rifugia quando
“ritenere il pubblico un
altre possibilità vengono meno”.
interlocutore sciocco,
Naturalmente “ci sarà un gruppetto
da anestetizzare se non
di italiani che, tornando ora a
inibire, è la strada che non
rifrequentare la tv, hanno solo oggi il
porta lontano. Portare in tv
loro primo impatto con la tv digitale
invece l’Italia reale e non
e la sua prodigiosa offerta (tra locali
quella frou-frou potrebbe
e nazionali, una media di 300 canali
rappresentare la sfida vera,
per cittadino)”. È il motivo per cui,
specie se si ingaggiasse una
sottolinea il direttore, “anche i dati di
gara virtuosa tra quanti
ascolto di Tv2000, oltre che registrare
intendono il mezzo televisivo
un nuovo equilibrio, rilevano una
non come il distributore di
crescita pure di audience”. Boffo si
vuotaggini, ma lo strumento
sofferma, quindi, “sulla circostanza
che intrattiene mentre aiuta a
‘di grazia’ (esagerato?) che questo
coltivare il bello”. E qui Boffo
momento porta con sé. Potrebbe
si chiede: “Siamo proprio
sicuri che l’Italia che abbiamo
sotto gli occhi, e ci appare
così sconsolante, non sia il
risultato anche di decenni
di tv s-centrata rispetto agli
obiettivi di una crescita civile?
Se questo è, e a noi parrebbe
difficile escluderlo, allora
approfittiamone per porci una
domanda semplice-semplice:
quali connazionali vogliamo
contribuire a far crescere per
l’Italia di domani? Ci sono
contenuti da privilegiare e
linguaggi da preferire?”. Tutto
questo “non per rilanciare la
stagione di una tv pedagogica,
ma per far tesoro piuttosto di
un’implicazione inesorabile, e
risvegliare una responsabilità
irrinunciabile”.
8
Chiesa Locale
Sabato, 17 novembre 2012
Agenda
del Vescovo
Dagli Uffici di pastorale ecco i materiali di approfondimento
15 novembre
A Como, in Vescovado, al mattino Consiglio
episcopale; a Olgiate Comasco, dalle
ore 18.00, incontro con la comunità “Il
Sicomoro”.
16 novembre
A Como, in Vescovado, mattino e
pomeriggio, udienze e colloqui personali;
a Como, alle ore 20.45, partecipazione alla
serata sul Concilio Vaticano II.
17-18 novembre
o
t
n
e
avv
Tante occasioni per prepararsi
D
A Como, visita pastorale alla comunità
parrocchiale di Sagnino.
19 novembre
A Gazzada (Va), riunione del Consiglio
direttivo dell’Istituto superiore di Studi
teologici di Villa Cagnola.
20 novembre
A Como, in Vescovado, mattino e
pomeriggio, udienze e colloqui personali;
a Como, in serata, presso l’Hotel Palace,
conviviale Ucid sul discorso alla città e alla
diocesi Gratis et amore Dei (sarà presente
anche il sindaco Mario Lucini).
21 novembre
A Como, alle ore 11.00, presso la chiesa di
San Giuseppe, Santa Messa per la Virgo
Fidelis con l’Arma dei Carabinieri.
22 novembre
A Como, in Vescovado, mattino e
pomeriggio Consiglio episcopale.
23 novembre
A Como, in Vescovado, mattino e
pomeriggio, udienze e colloqui personali.
24-25 novembre
A Como, visita pastorale alla comunità
parrocchiale di Tavernola.
è mancato don Mario Olimpio Bogialli.
Avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 25
novembre. Le esequie si sono svolte martedì
13 presso la nativa parrocchia di Civo (So).
Ha svolto il suo ministero in numerose
parrocchie (Bema, Campo Mezzola e Cola,
Caspano, Sondrio-Isituto San Lorenzo,
Campovico, Civo, Montemezzo, Monastero di
Berbenno). Dal 1991 era a riposo presso la
Casa Madonna del Lavoro di Nuova Olonio.
omenica 2 dicembre 2012: ecco
il dono dell’Avvento, il dono di un
nuovo inizio; dono che riporta il
nostro sguardo e il nostro impegno verso
il motivo di tutto quello che facciamo:
camminare verso l’incontro con Cristo.
Le nostre comunità si preparano,
progettando momenti di vita cristiana
che coinvolgano le persone in un
cammino significativo; prima ancora,
però, aprendosi a una speranza che ogni
anno è nuova, lasciando che il Signore
che viene rimetta nel giusto ordine i
nostri progetti. Con l’Avvento inizia
l’Anno liturgico, che non è solamente
un modo per strutturare le celebrazioni
dell’anno secondo tre possibili variazioni
(questa volta l’Anno C), non è un affare
da sacrestia che poco riguarda la vita
delle persone; è invece la presenza
di Gesù Cristo che irrompe nella
nostra storia, che non ci abbandona
alla tentazione dell’abitudine ma ci
invita a seguirlo per renderci nuovi.
Per questo la nostra Diocesi riconosce
che è l’Anno liturgico a scandire il
ritmo di ogni itinerario pastorale. La
Chiesa di Como dedica questo nuovo
anno all’Eucaristia, secondo quanto
ha indicato il Vescovo Diego nel piano
pastorale Il Maestro è qui e spezza il
pane per noi. E l’Avvento è un tempo
favorevole per iniziare questo cammino:
l’Avvento, infatti, prepara a vivere bene
il Natale, la presenza del “Dio con noi”;
la stessa presenza che ci è offerta ogni
Domenica nell’Eucaristia.
Per questo motivo tra le proposte offerte
alle comunità per l’Avvento sono di
particolare importanza le Schede sulla
Celebrazione Eucaristica preparate
dall’Ufficio per la Liturgia. Nel tempo di
Avvento si cercherà di valorizzare i Riti
di introduzione, fondamentali sia per
entrare nella giusta disposizione per
l’incontro con Cristo, sia per costituire
una vera comunità celebrante in cui
ciascuno si senta accolto e coinvolto.
Le schede sono disponibili sul sito
www.diocesidicomo.it/liturgia
(si possono anche richiedere copie
cartacee presso l’Ufficio per la Liturgia
o presso “Il Settimanale”). Per gli
animatori che curano la preparazione
della Celebrazione Eucaristica è stata
progettata anche una proposta di 3
sere di formazione, che verrà attivata
su richiesta presso i Vicariati o le
parrocchie: per informazioni occorre
contattare l’Ufficio per la Liturgia
([email protected]).
Un riferimento importante per
questo Avvento è l’avvio ufficiale
del nuovo progetto diocesano per
l’Iniziazione cristiana dei fanciulli, in
particolare per il tempo da 0 a 6 anni
e per il tempo successivo della prima
evangelizzazione (6-7 anni). In ogni
fase del progetto le esperienze e le
celebrazioni proposte sono articolate
nei diversi tempi liturgici. L’Avvento, ad
esempio, è tempo ideale per la preghiera
dedicata alle famiglie in attesa di un
figlio; fare dell’attesa un momento di
annuncio del Vangelo e di vicinanza
della comunità è il primo passo per
avviare un percorso che conduca alla
celebrazione del Battesimo.
Per tutte le fasce di età coinvolte nel
progetto si sottolinea l’importanza
di una proposta che possa favorire
la preghiera in famiglia in attesa del
Natale. Uno strumento è il Biglietto di
Avvento e Natale che, come lo scorso
anno, porterà nelle case un messaggio
del Vescovo e semplici testi per pregare
davanti alla Corona di Avvento o per la
Benedizione della Mensa.
Nell’età della prima evangelizzazione
l’indicazione principale del progetto di
Iniziazione cristiana è il coinvolgimento
dei bambini nella Novena di Natale
in parrocchia: infatti il progetto
invita, piuttosto che moltiplicare gli
incontri, a puntare su esperienze di
qualità, valorizzando dove possibile
le esperienze già previste dalla
comunità, come spesso è la Novena;
questo facilita il coinvolgimento
delle famiglie e anche il contatto con
la dimensione comunitaria. Anche
quest’anno la Diocesi sta preparando
una proposta per la Novena, che
sarà collegata in particolare al tema
della fede, in relazione allo speciale
Anno indetto da Benedetto XVI. Per le
prenotazioni: [email protected],
telefono 031.3312311. Vedi anche altre
iniziative a pagina 10. Per giovanissimi
e giovani il Centro per la Pastorale
Giovanile propone i sussidi per la
preghiera personale in Avvento e nel
tempo di Natale preparati da Azione
Cattolica Italiana: Gioia infinita (1518 anni) e Avvolti di luce (19-30 anni).
Prenotazioni: mail e telefono come sopra.
Sul sito diocesano si possono anche
recuperare altri contenuti preparati
per l’Avvento già nel 2011: il documento
Tempo di Avvento: significato pastorale,
segni e azioni e alcune schede collegate
forniscono indicazioni sempre valide su
Celebrazioni eucaristiche, Ferie maggiori
di Avvento, Novena di Natale, Corona
dell’Avvento, Calendario d’Avvento,
Benedizione della mensa, Preparazione
del presepe e dell’albero, Vespri,
Celebrazioni penitenziali, Aspetto
mariano, Elevazioni spirituali e concerti.
Consultare: www.diocesidicomo.it/
avventonatale.
ANTONELLO SIRACUSA
■ Il Vangelo della domenica: 18 novembre - XXXIII domenica del tempo ordinario
«Il cielo e la terra passeranno...» (Mc 13, 24-32)
Prima Lettura:
Dan 12, 1-3
Seconda Lettura:
Eb 10, 11-14.18
LA FINE DEL MONDO
Chi è stato in Terrasanta, ricorda che dal Monte
degli Ulivi si ha una stupenda visione d’insieme
di Gerusalemme. Anche Gesù stava lì con i suoi
discepoli quando ha previsto la distruzione del
tempio e della bella città come esempio della
persecuzione che avrebbe colpito i suoi seguaci
e anticipazione della fine del mondo. Da qui la
domanda curiosa e ansiosa di Pietro, Giacomo,
Giovanni e Andrea: “Quando accadranno queste cose?” (13,4). Avremmo detto così anche
noi! Ebbene, la risposta di Gesù è chiara sulla
fine di tutte le realtà create “Il cielo e la terra
passeranno”. Sul quando, il giorno e l’ora, non
si sbilancia e rimanda al Padre. Occorre solo
fidarsi di lui perché aggiunge: “Le mie parole
non passeranno”. In fondo ha fatto bene a dire
così. Se davvero potessimo conoscere la fine
del mondo, che per ciascuno di noi è il momento della propria morte, più è lontana, più
correremmo il rischio di essere distratti e gau-
denti, ma più è vicina più saremmo angosciati!
Nessun timore quindi per il 21 dicembre prossimo! Prepariamo bene il Natale del Signore e
acquistiamo pure il panettone!
IL FINE DI TUTTO
Sono davvero belle le immagini usate dalle letture di oggi per descrivere cosa avverrà alla fine
della propria vita e della storia dell’umanità e
qual è il fine di tutto: “chiunque si troverà scritto nel libro, sarà salvo”; “i saggi e i giusti risplenderanno come le stelle per sempre”; “gli angeli
raduneranno gli eletti incontro a Gesù, il Figlio
dell’uomo”. Nell’attesa di quel momento, non
ci rimane che ripetere con il salmista: “Nelle
tue mani, è la mia vita”. L’ha detto anche Gesù
sulla croce vero? Con la Chiesa di sempre poi,
in quest’Anno della Fede, ripetiamo: “Aspetto la
risurrezione dei morti e la vita del mondo che
verrà”; “Credo in Gesù Cristo che verrà a giudicare i vivi e i morti”; quindi anche me!
IN ATTESA TRANQUILLA
Incontro due sorelle suore, simpatiche entrambe. La più anziana, prossima ai cento anni e
ancora ben presente e spiritosa, passa le giornate alternando la preghiera con dei lavoretti
a maglia. Salutandola, mi è uscita spontanea
la domanda: “Ma mi dica, quanti anni ha?”. La
mia non era una domanda maliziosa, ma lei
sospettando che le volessi anticipare l’incontro
con il “Figlio dell’uomo”mi ha risposto: “Guardi reverendo, io sono così sicura che c’è la vita
eterna che, proprio perché dura per sempre,
non vorrei poi annoiarmi di là; meglio quindi stare di qua ancora qualche anno”. Le ho
risposto con una fragorosa risata. Così vive il
credente! Tanto di qui e di là, siamo sempre con
il Signore e senza premura, ma anche senza illusioni, come i nostri vecchi ripetiamo: “Quello
che Dio vuole”e “Ogni cosa a suo tempo”.
don ALFONSO ROSSI
Nicolò Rusca
Sabato, 17 novembre 2012
Nicolò Rusca e il suo tempo/6. L’azione pastorale di Rusca
a Sondrio si caratterizzò, innanzitutto, per una generosa
dedizione allo studio e all’insegnamento
In principio la Parola...
D
a dove cominciare un ministero così difficile come
quello di cui si trovò investito, neppur trentenne,
Nicolò Rusca? La prima notizia che accompagna,
pressoché in tutte le sue biografie, la sua nomina
all’arcipretura di Sondrio, è quella del conseguimento
della laurea in teologia, presso l’università di Pavia. Era
questo, in effetti, un adempimento giuridico richiesto a
chiunque venisse eletto alla guida di una sede plebana,
qual era Sondrio. Quel titolo di studio che costituiva,
tradizionalmente, un requisito più che opportuno,
diventava, nella nuova situazione venutasi a creare a
metà del Cinquecento, una vera necessità. Urgevano, per
le comunità cristiane, pastori che fossero anche “dottori”,
nel senso di saper offrire un insegnamento all’altezza
delle esigenze dei tempi e, in particolare, del serrato
confronto con altri modi di presentare la fede.
E proprio nel delineare la figura del ministero
presbiterale il concilio di Trento aveva messo al primo
posto la Parola di Dio. Innanzitutto attingendo da essa il
modello dei ministri della Chiesa, nella figura di Cristo
Pastore, delineata nel cap. 10 del vangelo di Giovanni;
indicando, quindi, la Parola di Dio come alimento
essenziale a nutrire la vita cristiana. Prima occupazione
del pastore a favore delle persone affidate alle sue
cure doveva essere, infatti, quella di «pascerle con la
predicazione della parola divina».
Semina abbondante
Così fece l’arciprete Rusca, provvedendo ai fedeli di
ono
d
e
d
n
gr a
Sondrio frequenti occasioni di conoscere e approfondire
la propria fede. Dispose, infatti, che si predicasse
«almeno tutte le dominiche di qualunque tempo
dell’anno, e le feste solenni»; durante la Quaresima
la predicazione diventava quotidiana, grazie ad
un predicatore straordinario, invitato altresì «nelle
maggiori solennità dell’anno». A parte tali saltuarie
collaborazioni dall’esterno, era lo stesso arciprete ad
impegnarsi normalmente in «continue prediche», dal
momento che ben pochi preti di Sondrio, tra i quali
il fratello Bartolomeo (che egli si era portato con sé
quale coadiutore), erano autorizzati alla predicazione,
evidentemente perché gli altri ne erano inadeguati. Alla
predicazione doveva poi affiancarsi, ancora secondo
i dettami del Tridentino, una sistematica istruzione
catechistica: la «dottrina cristiana», ogni domenica,
sia per i bambini sia per gli adulti. Seguendo la nuova
pratica, diffusa da tempo soprattutto in diocesi di
Milano, ma grazie all’iniziativa di un altro prete della
nostra diocesi, Castellino da Castello di Menaggio, Rusca
costituì e diresse a Sondrio la “Scuola della dottrina
cristiana”, con relativi maestri (per i maschi) e maestre
(per le femmine).
Assiduo studio
Non era affatto una predicazione improvvisata e di
circostanza, quella di Rusca. Egli vi dedicava, infatti, una
assidua preparazione: stando piegato sui libri anche di
notte, se necessario; investendo parte consistente delle
sue risorse economiche nell’acquisto di opere a stampa,
una merce ancora rara, a quei tempi, e dunque costosa.
Grazie alle conoscenze acquisite negli anni di studio al
Collegio elvetico, Rusca poteva dedicarsi con particolare
attenzione alla lettura della Bibbia nelle lingue originali,
ossia l’ebraico (per l’Antico Testamento) e il greco (per
il Nuovo): glielo riconosceva, con sincero rispetto, il
protestante Fortunato Sprecher, storico grigionese,
presente a Sondrio quale inviato del Governo retico.
Per Nicolò Rusca, lo studio della Scrittura, pur
fondamentale, non era esclusivo, bensì affiancato
dall’approfondimento della Tradizione ecclesiastica, in
particolare quella degli antichi Padri della Chiesa. In
questo caso, abbiamo conferma dell’impegno culturale
dell’arciprete di Sondrio da uno scambio di lettere con
un personaggio di primissimo piano, nel panorama
ecclesiastico e culturale dl tempo: il teologo gesuita
Roberto Bellarmino il quale, dopo aver conosciuto Rusca
e averne ricevuto preziose annotazioni a riguardo di un
antico teologo, scriverà di «haver acquistato un amico
[…] ornato di tanta dottrina».
Insomma, Rusca - al pari di tutta una nuova generazione
di preti formati sulla scia del concilio di Trento – aveva
saputo riscoprire, della Parola di Dio, tutta la fecondità.
Essa che era stata all’origine di una lunghissima
tradizione ecclesiale, veniva ora posta alla base di un
autentico rinnovamento della comunità cristiana.
SAVERIO XERES
Guardando alla storia di quattordici frati minori beatificati a Praga
Dai martiri viva testimonianza
nell’Anno della Fede
Q
uattordici religiosi, frati minori,
sono stati beatificati lo scorso 13
ottobre a Praga, in concomitanza
con l’apertura dell’Anno della Fede,
indetto da Papa Benedetto XVI nel
ricordo «riconoscente di due grandi
eventi che hanno segnato il volto della
Chiesa ai nostri giorni»: il cinquantesimo
anniversario dell’apertura del Concilio
Vaticano II e il ventesimo anniversario
della promulgazione del Catechismo
della Chiesa Cattolica.
Federico Bachstein, boemo, vicario e
maestro dei novizi del convento di Santa
Maria della Neve, e tredici confratelli
di origine spagnola, olandese, tedesca,
francesce, ceca e anche italiana (due
della diocesi di Milano, fra Gerolamo
degli Arese e fra Gaspare Daverio,
il bergamasco padre Bartolomeo
Dalmasoni e il bresciano fra Giovanni
Bodeo), furono uccisi a causa della
loro fede, nell’ambito dei conflitti tra
cattolici e protestanti. Il 15 febbraio
1611, il convento fu preso d’assalto da
una banda di uomini armati e, secondo
le cronache dell’epoca, in modo efferato
vennero assassinati i quattordici
uomini, una vera e propria “fraternità
internazionale”, rimasta fedele al Papa,
custode fino all’ultimo della Santissima
Eucarestia.
«Sono i primi Beati dell’Anno della fede,
e sono martiri: ci ricordano – sono le
parole di Benedetto XVI – che credere
in Cristo significa essere disposti anche
a soffrire con Lui e per Lui» (Angelus, 14
ottobre 2012).
Un grande dono, quindi, non solo
per la Repubblica ceca, che aspettava
questa beatificazione dal XVII secolo,
ma per tutta la Chiesa: i martiri di
Praga sono una testimonianza “viva”
per l’Anno della Fede. Giungiamo così
al cuore di questo anno particolare,
non un anno di “eventi speciali”, ma
«un’occasione propizia perché tutti i
fedeli comprendano più profondamente
che il fondamento della fede cristiana
è l’incontro con un avvenimento,
con una Persona che dà alla vita un
nuovo orizzonte e con ciò la direzione
decisiva». Fondata sull’incontro con
Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere
riscoperta nella sua integrità e in tutto il
suo splendore.
Si comprende allora l’insistenza del Papa
nel ribadire che «all’inizio dell’essere
cristiano non c’è una decisione etica o
una grande idea», ma la Verità che si fa
carne. È in nome di questa Verità, che
hanno dato la vita i quattordici martiri
di Praga, una Verità amata e perciò
custodita e approfondita, proposta e
difesa.
Ecco “affrescata” anche la figura del
nostro Nicolò Rusca. Costante, infatti, fu
il suo impegno per confermare il popolo
«nella sana dottrina»: moltissimi scritti,
la maggior parte dei quali dispersi dopo
la sua cattura, la frequente predicazione
dal pulpito, fino alle pubbliche “dispute”
con i ministri protestanti, almeno tre
quelle a noi note, sulla natura divina
e umana di Cristo, sul Sacrificio
eucaristico e sul primato del Papa.
Anno della Fede, Concilio Vaticano II,
Catechismo della Chiesa cattolica…
e beatificazione di Nicolò Rusca, il
prossimo 21 aprile a Sondrio, rivelano
una grazia che è data a ciascuno di noi
e all’intera diocesi comasca, perché il
Signore conceda «di vivere la bellezza e
la gioia dell’essere cristiani» (Benedetto
XVI).
ANNA ROSSI
Con don Xeres incontro sul Rusca
N
ell’ambito del corso di approfondimento sul tema della fede, «Fondamento
delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11,1),
proposto al clero dal Seminario vescovile di Como e tenuto nelle scorse
settimane da don Ezio Prato, è previsto un incontro conclusivo, a cura di don
Saverio Xeres, sulla figura di Nicolò Rusca, martire per la fede. L’incontro, in
Seminario, rivolto a tutti i preti interessati, anche per l’opportuna preparazione
alla prossima beatificazione, si terrà giovedì 22 novembre, dalle ore 10.00 alle
ore 12.00. Segue la recita dell’ora media, con possibilità del pranzo. L’iniziativa
sarà riproposta a Sondrio il 5 febbraio 2013, presso il convento di Colda.
9
Vita diocesana
10 Sabato, 17 novembre 2012
In attesa
della
sentenza
Mangiacasale
È
prevista per giovedì
15 novembre,
presso il Tribunale
di Como, la prima
udienza del processo
penale a carico di don
Marco Mangiacasale,
attualmente agli
arresti domiciliari dopo
il rinvio a giudizio
dello scorso mese di
giugno. Come i nostri
lettori ben sapranno,
Preghiera
per l’Avvento
il Settimanale chiude
la propria edizione il
martedì sera e va in
stampa nella giornata
di mercoledì. Non
siamo pertanto in grado
di riferire su questo
numero dell’andamento
dell’udienza, né di
eventuali decisioni
assunte in giudizio.
Ci riserviamo di darne
conto in seguito.
L’
Ufficio per la pastorale della
Scuola e dell’Università e
il Centro per la Pastorale
Giovanile propongono alle scuole un
momento di preghiera prima delle
lezioni il mercoledì e il venerdì. Il
materiale è disponibile sul sito www.
pgcomo.org.
Dopo il terremoto, un aiuto concreto alla diocesi di Mantova
■ Vaticano II
Proseguono le serate
di approfondimento
Un grande appuntamento
unitario per tutta la diocesi
con il Vescovo Diego:
gli incontri sul Concilio
trasmessi in videoconferenza
s
a
t
i
r
ca
Alle ore 20.45 di venerdì 16 novembre
a Como, presso il Cinema Astra, di viale
Giulio Cesare, interverrà don Dario Vitali,
docente di Ecclesiologia presso la Pontificia
Università Gregoriana. Il titolo della
conferenza è “Quale idea di Chiesa dal
Concilio Vaticano II?”.
Un piccolo passo per
ricominciare a sperare
Sarà possibile seguire in videoconferenza:
Morbegno, Centro San Giuseppe;
Sondrio; Cinema Excelsior, via Battisti 18;
Menaggio, Sala parrocchiale;
Cagno, Salone Frassati, via Varese 6;
Abbadia Lariana, Sala parrocchiale;
Canonica di Cuveglio, Sala Parrocchiale;
Ponte in Valtellina, Cinema Vittoria;
Bormio, Sala parrocchiale;
Livigno, Sala parrocchiale;
Chiavenna, Cinema Victoria, Corso Picchi 2
■ Azione cattolica
A Caspoggio Giovani
e Adulti riflettono su
«Guardare al futuro....»
Domenica 18 novembre, presso la casa
di Caspoggio Santa Elisabetta, l’Azione
cattolica diocesana propone una giornata
di studio per gli aderenti del Settore
Giovani e Adulti. L’invito è rivolto, in modo
particolare, ai trenta-quarantenni. Il tema
prende spunto dall’episodio evangelico dei
discepoli di Emmaus, quando rivolgendosi a
Gesù i due viandanti gli dicono “Resta con
noi perchè si fa sera”. La volontà dell’Ac è
quella di riflettere su come “Guardare al
futuro da cristiani”. La giornata avrà inizio
alle ore 9.30 con la celebrazione della
Messa, l’incontro con Paolo Danuvola (con
un importante passato politico alle spalle)
e i laboratori pomeridiani. La conclusione
è prevista alle ore 16.30. Si può arrivare
a Caspoggio già dal sabato. Info: telefono
031.265181; 339-6027704; 333-4322945.
G
Sarà inaugurata domenica 18
novembre la struttura donata
alla parrocchia di Quatrelle,
frazione del comune di Felonica,
colpita dal sisma del maggio scorso
rande festa domenica 18 novembre prossimo a Quatrelle, una
frazione del comune di Felonica, in provincia di Mantova,
dove verrà inaugurata la nuova struttura polifunzionale che
la Caritas diocesana di Como, in collaborazione con la Diocesi e la
Caritas di Mantova, ha proposto per la comunità rimasta priva della
chiesa e dell’oratorio come tante altre zone dell’Emilia devastate dal
terremoto del maggio scorso. L’edificio, costruito in poche settimane
a tempo di record, è una costruzione non temporanea, può ospitare
oltre 80 persone e svolgerà soprattutto la
funzione di “sala di comunità”, ovvero un
luogo di aggregazione per giovani e meno con la volontà, con azioni concrete congiovani, dove si potrà celebrare la messa e tro l’immobilismo e le lentezze burocrasvolgere altri incontri comunitari. Como tiche è possibile collaborare e percorrenon è rimasta, quindi, con le mani in ma- re insieme il cammino della rinascita. A
no. La Caritas diocesana si è mobilitata sin questo proposito vorrei ricordare che la
dalla prima fase di emergenza: in poche Caritas diocesana di Como e la comunità
settimane ha quindi promosso una rac- della parrocchia di Sermide, che fa parte
colta di fondi nell’intera Diocesi e, grazie dell’unità pastorale che comprende sette
anche alla collaborazione di una impre- parrocchie, tra cui Felonica e Quatrelle,
sa valtellinese che ha eseguito i lavori, ha hanno deciso di dare vita a un gemellagpotuto offrire alla comunità di Quatrelle gio che coinvolgerà, in un rapporto di reciquesto piccolo ma prezioso “centro per la proco scambio e confronto di esperienze,
rinascita”.
i nostri Centri di Ascolto e quelli emiliani.
Sempre a Sermide, nella frazione di Mo«Siamo felici di aver raggiunto questo im- glia, intendiamo, inoltre, collaborare alportante risultato - afferma con orgoglio la ristrutturazione dell’ex canonica, danRoberto Bernasconi, direttore della Ca- neggiata dal sisma, che ospita il Centro di
ritas diocesana - La realizzazione di que- Ascolto. Il progetto di gemellaggio - consto indispensabile edificio dimostra che clude Roberto Bernasconi - potrà essere
■ Adorazione
Proposta diocesana:
pellegrinaggio
in Terra Santa
per i giovani
Incontri del Movimento
eucaristico diocesano
Il Movimento eucaristico diocesano invita
tutti, Crociati eucaristici e devoti, alla
prossima ora di adorazione eucaristica
presso la chiesa di Santa Cecilia. Si terrà
sabato 1 dicembre a partire dalle ore
16.20. Sarà occasione per prepararsi al
tempo di Avvento ormai prossimo.
Domenica 18
si parte con
la “Fase 2”
del fondo
di solidarietà
I
l Segretariato diocesano pellegrinaggi, in
collaborazione con il Vicariato di Como
Centro, nel periodo immediatamente post
natalizio, propone un pellegrinaggio in Terra
I
l fondo diocesano di solidarietà
“Famiglia-Lavoro” riparte
domenica 18 novembre con la
sua “Fase2”. «Visto il perdurare della
crisi economica e dell’occupazione – è
l’osservazione dell’equipe che coordina
il progetto – si è deciso di rilanciare
l’esperienza del fondo promuovendo
una raccolta straordinaria». Dal 2009
a oggi c’è stata la partecipazione di
oltre 150 comunità parrocchiali, che
hanno sostenuto circa 700 nuclei
proposto alla stessa comunità di Quatrelle,
dove si vuole intraprendere un cammino
di accompagnamento pastorale in sinergia
con la parrocchia, sostenendo alcune attività rivolte ai giovani e agli anziani, anche
con la futura presenza di volontari provenienti dalla Diocesi di Como».
Domenica, nella piccola frazione emiliana, sarà presente una delegazione della
Caritas diocesana guidata da don Renato
Pini, che porterà il saluto del vescovo di
Como, monsignor Diego Coletti, e dell’intera comunità comense. Chi vorrà essere
presente alla giornata di festa può chiedere informazioni alla sede della Caritas diocesana in viale Cesare Battisti 8, a Como
(telefono 031.3312.333; fax 031.3312.340;
mail: [email protected]).
Santa pensato soprattutto per i giovani. Il
periodo è dal 28 dicembre al 4 gennaio,
con partenza da Milano Malpensa, scalo
intermedio a Roma Fiumicino e arrivo a Tel
Aviv (il medesimo percorso, a ritroso, è
previsto anche per il rientro). Il programma
contempla la visita ai Luoghi Santi seguendo
il tema «Alla scoperta del “Quinto Vangelo”
nella lettura delle pietre, per conoscere e
approfondire il volto di “Gesù”». Per info e
iscrizioni (al più presto) rivolgersi a don
Simone (telefono 333-6217220) e a don
Nicholas (telefono 339-1938211).
familiari, distribuendo poco meno di
800mila euro. C’è anche chi è riuscito
a restituire parte dell’aiuto ricevuto,
nella consapevolezza che sono in
troppi a trovarsi in difficoltà. Ora si
parte con la “Fase 2”, che prevede la
raccolta fondi, la sensibilizzazione del
territorio e un’attenzione particolare
alla questione lavoro. Quella del 18
novembre è una data simbolica: alle
parrocchie è lasciata la possibilità
di promuovere la raccolta anche in
date diverse, a seconda delle proprie
attività. Tutti possono contribuire ad
alimentare il fondo con una donazione
alla Caritas diocesana oppure mediante
bonifico bancario sul conto n. 7875
presso il Credito Valtellinese, sede di
Como, intestato a “Fondazione Caritas
Solidarietà e Servizio onlus - Fondo
di Solidarietà Famiglia-Lavoro”. IBAN
IT98M0521610900000000007875.
Info telefonando allo 031-3312333
(Caritas); oppure 031.3312711 (Acli).
Vocazioni
Sabato, 17 novembre 2012
11
Riflessioni. Come rispondere, noi giovani laici, a questa chiamata nella vita quotidiana?
“
I
l Signore Gesù, maestro
Santità, alla fine, è vivere con
e modello divino di
Dio ogni circostanza nella
ogni perfezione, a
quale ci troviamo, accettarla
tutti e a ciascuno dei
con fiducia e amore, anche
suoi discepoli di qualsiasi
quando costa fatica. “Non
condizione ha predicato quella
capisco, Signore, ma accetto
santità di vita, di cui egli stesso
ciò che mi dai da vivere,
è autore e perfezionatore: «Siate
come strada per crescere
dunque perfetti come è perfetto
nell’amore di Te, nel fidarmi
il vostro Padre celeste” (Mt
di te”. Questa, la fiducia
5,48).
nel Signore, è nella sua
Mandò infatti a tutti lo
semplicità la predisposizione
Spirito Santo, che li muova
del cuore da mantenere, per
internamente ad amare Dio con
il cammino verso la santità.
tutto il cuore, con tutta l’anima,
È con il Battesimo che
con tutta la mente, con tutte le
l’uomo entra a far parte della
forze (cfr Mc 12,30), e ad amarsi
novità di vita inaugurata
a vicenda come Cristo ha amato
dalla resurrezione di Cristo:
loro (cfr. Gv 13,34; 15,12).
diventa, cioè, membro del
I seguaci di Cristo, chiamati
Suo Corpo Risorto e perciò
da Dio, non a titolo delle
“santo”. A mio avviso questo
loro opere, ma a titolo del
è uno degli aspetti meno
suo disegno e della grazia,
recepiti ma fondamentali
giustificati in Gesù nostro
del Concilio Vaticano II.
Signore, nel battesimo della
‘Santo’ significa anche
fede sono stati fatti veramente
‘scelto’ e noi cristiani siamo
figli di Dio e compartecipi
‘santi’ perché ‘scelti’ da Dio,
della natura divina, e perciò
chiamati a rispondere al suo
realmente santi. Essi quindi
invito nella perfezione della
devono, con l’aiuto di Dio,
carità. Ed è proprio questa la
mantenere e perfezionare con
direzione che diventa la via
la loro vita la santità che hanno
per la santità. Imparare ad
ricevuto [...].
“Santo” significa anche “scelto” e noi cristiani siamo “santi” perché “scelti” amare come il Cristo ci ha
È dunque evidente per tutti,
amati, rispondere all’amore
che tutti coloro che credono nel
di Cristo desiderando di
da Dio, chiamati a rispondere al suo invito nella perfezione della carità
Cristo di qualsiasi stato o rango,
appartenere a lui ed alla
sono chiamati alla pienezza
Chiesa, suo corpo, vivere
della vita cristiana e alla perfezione della
dimostrato nella storia della Chiesa dalla
cuore di una eccezionale intuizione o
amando e servendo le persone che ci ha
carità e che tale santità promuove nella
vita di tanti santi» (Lumen Gentium, 40).
riscoperta circa la vocazione dei fedeli
messo accanto e le comunità in cui egli
stessa società terrena un tenore di vita più
laici, nella vita e per la vita della Chiesa. Il
ci ha fatto nascere e crescere, la famiglia
umano. Per raggiungere questa perfezione
Come cogliere, noi giovani laici, questa
laico, cioè un cristiano che appartiene a
innanzi tutto. E rimanendo aperti ad
i fedeli usino le forze ricevute secondo
chiamata universale alla santità?
Cristo mediante l’unione al suo corpo che
accogliere ogni proposta vera che riguarda
la misura con cui Cristo volle donarle,
Che significa? Cosa vuol dire che
è la Chiesa, sa fin dal Battesimo che la vita
la nostra vita, ogni chiamata particolare che
affinché, seguendo l’esempio di lui e
ognuno riceve la sua santità in seguito
gli è data, giorno per giorno per rendere
sgorga dal Battesimo – facendosi aiutare da
diventati conformi alla sua immagine, in
al Battesimo? Come mantenere e
evidente – attraverso le sue normali attività
un padre spirituale – perché il Signore ha
tutto obbedienti alla volontà del Padre,
perfezionare questa santità ricevuta?
– che ciò che lo muove è uno scopo ed un
una “fantasia” davvero grande per indicare
con piena generosità si consacrino alla
Sono domande nate dalla lettura di
amore del tutto particolari. Il cristiano si
le strade da percorrere per la vita”.
gloria di Dio e al servizio del prossimo.
questo testo e che abbiamo voluto porre
risveglia, inizia la giornata, svolge il suo
Così la santità del popolo di Dio crescerà in
ad un amico prete, don Ernesto Taiana.
compito, studia, lavora come risposta
Marta Selicorni
frutti abbondanti, come è splendidamente
“Credo che queste domande arrivino al
al Signore che in quel giorno lo chiama.
Ivan Sorrentino
Formandoci alla santità
APPUNTAMENTI
● Un libro di Michela
● Un’occasione per
Murgia affronta il tema
provare ad attualizzare
della donna nella Chiesa
la figura di Maria
● Un modello più umano
e più forte, valido
per tutte le donne
“Ave Mary”:
E la Chiesa inventò la donna
U
CONTATTI:
Continuate a seguirci anche on line:
sul sito www.cdvcomo.it e sulla
nostra pagina Facebook “centro
diocesano vocazioni Como”. Sono
già disponibili per questo mese le
schede per l’adorazione eucaristica.
n’ampia riflessione sulla figura
della donna nella religione
cristiana e cattolica e più in
generale nella società, oggi come ieri:
a farlo è Michela Murgia, scrittrice
italiana con un lungo passato nell’Azione
Cattolica; il libro in questione è “Ave
Mary, e la Chiesa inventò la donna” (
Torino, Einaudi, 2011, pagine 170, euro
16), un testo semplice e soprattutto
molto attuale, in cui l’autrice ripercorre
gli ultimi decenni di storia cristiana
evidenziando il difficile ruolo che la
donna è stata chiamata a ricoprire,
spesso frainteso e abusato dal nichilismo
in cui frequentemente cade la società
contemporanea. «Da cristiana
dentro la Chiesa avevo patito spesso
rappresentazioni limitate e fuorvianti
di me come donna, il più delle volte
contrabbandate attraverso altrettanti
povere interpretazioni della complessa
figura di Maria di Nazareth» così l’autrice
ci introduce in questa analisi con
l’obiettivo di capire e far capire come
la donna è stata concepita dalle Sacre
Scritture: quale il suo ruolo? Quale la sua
importanza?
Nel corso dei sei capitoli, l’esposizione
procede attraverso l’analisi di casi
concreti; il lettore viene in questo
modo stimolato e invitato ad aprire gli
occhi: da una parte la presentazione
della figura femminile attraverso le
parabole del Vangelo e le figure Sante
del nostro tempo come Gianna Beretta
Molla e Madre Teresa; dall’altra la
donna, o meglio, la donna-oggetto,
proposta nelle pubblicità moderne. Due
icone a confronto: quella santa e quella
fashion. Punto cruciale del saggio (se
così si può definire) è la constatazione
che nella società occidentale (e in
Italia soprattutto) la donna sembra
condannata al dolore e soprattutto alla
passività: lei subisce sempre la parte
della vittima. Lo è quando deve sottostare
all’“amore” troppo possessivo e violento
dell’uomo; lo è quando rimane vedova
e sola. Sembra così che la donna possa
esistere in maniera dignitosa solo
nella misura in cui obbedisce al potere
religioso o maschile, ma nel contempo è
considerata, nell’inconscio, la causa del
dolore stesso (è Eva, infatti a causare la
cacciata dal paradiso e dunque l’avvento
della mortalità nel mondo).
In questo senso Maria diventa il simbolo
della donna del sì, obbediente al volere
di Dio, umile, mater dolorosa ai piedi
della croce... Il libro vuole, infine, essere
una occasione per attualizzare la figura
di Maria, togliendola da una dimensione
da immaginetta stilizzata, con il velo in
testa, giovane e bellissima, sottolineando
la forza del suo carattere. Quante donne
avrebbero fatto la stessa scelta? Quante
avrebbero detto il loro “sì”, consapevoli
che all’epoca la punizione per le adultere
era la lapidazione? Da ammirare, ancora,
la sua forza nell’affrontare il calvario di
Gesù e nell’assumere il ruolo di madre
per tutti i discepoli e gli uomini che
diventa esempio per tutte le donne.
In conclusione, attraversando anche
un’interessante e curiosa lettura del
matrimonio cristiano, la Murgia invita
la donna a tornare ad essere soggetto
attivo, protagonista delle proprie scelte
e del proprio destino ...e magari iniziare
a riconoscersi nel modello di una Maria
più umana e più forte!
SILVIA GUGGIARI
12 Sabato, 17 novembre 2012
Scelti per voi
In Missione
Al via il secondo anno del percorso di formazione
A Como presso l’Ufficio missionario
diocesano è presente una biblioteca
e una videoteca con materiali a
disposizioni di singoli e gruppi per
l’animazione missionaria.
Per ulteriori informazioni: 031242193;
www.centromissionariocomo.it
■ Film
“Heart of Fire” di Luigi
Falorini (Aus-Ger 2008)
I
l “cuore infuocato” è quello di Gesù,
rappresentato nell’icona sacra che
la bimba-soldato protagonista del film
farà sua nella conduzione della sua vita.
Awet è eritrea, cresciuta negli anni
‘60, momento in cui il paese era diviso
dalla guerra civile. Abbandonata dai
genitori, la bimba cresce in un convento
di suore, fino a che il padre non torna
a riprendersela per cederla come “figlia
dell’Eritrea” al fronte indipendentista.
Nello scontro con la morte, Awet
ridimensiona l’entusiasmo iniziale verso
gli ideali indipendentistici, fino a che la
sua coscienza unita al coraggio del suo
cuore infuocato, la porteranno al rifiuto
delle armi e al riscatto suo e dei suoi
due amici. Film da vedere per l’incisività
che la narrazione di un tema così
drammatico assume quando compiuta e
vissuta dagli occhi di un bambino.
Riviste
Un nuovo volto per
Mondo e Missione
D
a quest’anno la rivista del PIME “Mondo
e Missione” si ristruttura a seguito della
fusione con le altre due riviste “Missionari
del PIME” e “Italia Missionaria”. Il nome
rimane invariato, ma i contenuti si
rinnovano. La rivista propone sei sezioni:
un Primo Piano sul tema del mese,
Conoscere specifici temi o personaggi di
estrema attualità, Condividere ovvero la
messa in comune di esperienze personali o
comunitarie arricchenti. Nuove prospettive
e speranze vengono presentate nelle
pagine del Cambiare, mentre Cultura ci
parla delle nuove uscite letterarie. L’ultima
sezione, Casa PIME, presenta le attività
della fondazione. Indubbie autorevolezza e
interesse delle notizie, il mensile apre una
finestra su quel mondo che così raramente
ci è dato a vedere.
I
N
A
V
O
GI
Tutti pronti a ripartire
P
ronti a ripartire! Ormai
al via il secondo anno di
formazione per i giovani della
nostra diocesi interessati alle
tematiche missionarie e aperti alla
conoscenza del mondo. Un percorso,
quello avviato da una ventina di giovani
nell’autunno dello scorso anno, ricco di
sollecitazioni e spunti per la riflessione
a trecentosessanta gradi, dalla missione
ad gentes al dialogo interreligioso,
dall’informazione missionaria e nel
Sud del Mondo alle tematiche di equità
sociale.
Anche quest’anno tante saranno le
proposte a partire dall’Assemblea
missionaria diocesana nel weekend 1718 novembre.
In previsione per il prossimo mese di
agosto ci sarà un viaggio di conoscenza
nella missione diocesana in Cameroun
nella diocesi di Maroua-Mokolo.
Per la scorsa estate invece è stato
chiesto ai giovani di partecipare a
iniziative differenti di servizio proposte
da associazioni, istituti ed enti come
la “Papa Giovanni XXIII” e il Pime. Al
ritorno la restituzione è stata motivo di
arricchimento per tutti.
Mara, ad esempio, ha partecipato a
una proposta del suo vicariato di una
settimana di campo di lavoro presso il
monastero ecumenico di Bose. “Mi ha
colpito molto la filosofia ecumenica
della comunità. Un esempio da seguire
per una convivenza positiva anche nelle
nostre piccole esperienze.”
Accanto a lei è seduta Margherita,
ultimo anno di scuola superiore.
Lei questa estate è stata in Senegal,
con un progetto del Coordinamento
Comasco della Pace della Scuola per
i Diritti Umani che coinvolgeva la sua
scuola e che si concludeva con uno
stage in collaborazione con “I Bambini
di Ornella”, un’associazione laica del
comasco che opera in Senegal da diversi
anni. “Sono partita perché sono sempre
stata animata dal desiderio di conoscere
realtà lontane e forse l’Africa mi ha
sempre affascinato più di qualsiasi altro
continente. Il ritorno, non lo nego, è
stato uno shock. Ho acquisito una nuova
consapevolezza della mia vita e del
mondo che mi circonda.”
Anche Mauro racconta la sua
esperienza; l’ha vissuta con altri tre
ragazzi del gruppo, Giulia, Davide e
Ruggero.
“Per il terzo anno consecutivo qualcosa
mi ha spinto a trascorrere le ferie a
Matasari, un piccolo paese nel Sud della
“I bambini dell’acqua”
EMI 2012
N
ello scaffale ArcobalEmi, l’editrice
missionaria propone delle letture
per giovani in tema di mondialità; in
particolare la collana Pirilampo propone
storie vere, racconti avventure dal
mondo che si indirizzano ai più piccoli
facendoli riflettere su temi “da grandi”.
A tale collana appartiene ad esempio “I
bambini dell’acqua” di Angel Delaunois
Gérard Frischeteau, raccolta di pensieri
di bimbi dal mondo sul bene prezioso
che dà la vita. La carrellata di riflessioni
è sapientemente illustrata, in modo da
introdurre facilmente le diverse culture
di appartenenza agli occhi infantili. I
pensieri offrono spunti di riflessione
interessanti e approfondibili grazie a
materiale aggiuntivo in appendice.
CLARA ALFIERI
BENEDETTA MUSUMECI
Padre Mazzocchi a Mandello del Lario domenica 18 novembre
Assemblea Missionaria Diocesana
UNA CHIESA IN
DIALOGO?
Domenica 18 novembre 2012
■ Libri
Romania, scelto dall’Associazione Papa
Giovanni XXIII, costituita sulla base
degli insegnamenti di Don Oreste Benzi,
per uno dei propri campi “Fuori le Mura”.
Perché? Perché è proprio dove non si
trova nulla che si impara cosa conta
davvero.”
Elisa invece è andata con il progetto
“Fuori le Mura” della Papa Giovanni
XXIII a Trapani, nel quartiere di Milo.
Qui si è dedicata all’animazione di
strada dei bambini del quartiere. “Il
quartiere è una realtà davvero estrema,
tanta la delinquenza e la precarietà. È
stato importante per me capire quanto
è fondamentale dare speranza, quella
vera, in una realtà che sembra negare
ogni prospettiva.”
Da ultime Clara e Giulia sono state
a Santiago di Compostela con il
pellegrinaggio Fatima-Santiago proposto
dal Pime di Milano. “L’essenzialità e
la preghiera hanno scandito le nostre
giornate. Il risultato? Tante amicizie,
tanti volti e tanta apertura al mondo.”
Ora siamo pronti per ripartire e per
accogliere chi volesse aggiungersi sulla
nostra strada!
MANDELLO del LARIO – San Lorenzo
Piazza Giovanni XXIII, 8 - parcheggio nelle vicinanze
L’urgenza dell’incontro
tra le confessioni cristiane e le altre religioni
nella nostra Diocesi
ore 10.00: accoglienza
ore 10.30: S.MESSA con la comunità nella chiesa di S.Lorenzo
ore 11.45: vedere e ascoltare – dati sulla presenza delle
confessioni religiose in Diocesi
ore 13.00: pranzo presso l’Oratorio (Euro 10,00)
ore 14.30: valutare e giudicare
Padre LUCIANO MAZZOCCHI missionario saveriano
esperto nel dialogo interreligioso
Scegliere e agire-qualche scelta concreta
proposta dall’assemblea
ore 16.30: preghiera conclusiva
Assemblea
missionaria
N
el pomeriggio di domenica 18 novembre
interverrà all’Assemblea missionaria diocesana
a Mandello del Lario, padre Luciano Mazzocchi,
missionario saveriano da anni impegnato in iniziative
di dialogo interreligioso. Il tema della giornata, “Una
Chiesa in dialogo?”, riprende, infatti, il percorso sul
tema dell’accoglienza e del confronto tra culture avviato
lo scorso anno.
Padre Mazzoccchi, nato a Pianello Val Tidone (PC), è
stato per vent’anni missionario in Giappone, dal 1963
al 1982. In questa sua lunga esperienza in oriente
entra in contatto con lo Zen, oltre che nella sua forma
tradizionale monastica, anche nella quotidianità
della vita contadina giapponese. Un’esperienza in cui
incontro Jiso Giuseppe Forzani, anch’egli vissuto in
Giappone dal 1979 al 1987 nel monastero di Antaiji,
dove ha conseguito l’ordine monastico, con cui inizia a
condividere un cammino di dialogo religioso. Una volta
rientrati in Italia i due religiosi decidono, nel 1994, di
dar vita ad una particolare esperienza di condivisione
fondando a Galgagnano, un piccolo paese in provincia
di Lodi, la comunità “Stella del Mattino” formata
da fedeli cristiani e buddisti, un vero laboratorio di
dialogo tra Vangelo e Zen. L’esperienza della comunità
di Galgagnano si è conclusa nel 2009, ma il dialogo
continua.
M.L.
Visita pastorale
Sabato, 17 novembre 2012
13
Sagnino. Dal 17 al 18 novembre
Una comunità
sempre in cammino
I
n questi mesi
tutta la comunità
della parrocchia
di San Paolo
Apostolo di Sagnino
si è adoperata per
preparare al meglio
la visita del Pastore
della diocesi mons.
Diego Coletti. L’attesa è tanta ed anche
gli appuntamenti preparatori vissuti
con mons. Flavio Feroldi, già vicario
della parrocchia per tanti anni, sono
stati determinanti per creare la giusta
atmosfera. A poche ore dall’evento il
parroco mons. Antonio Carlisi ci rivela
quali sono stati i passi fondamentali
preparatori alla visita: “È almeno da un
paio d’anni che la comunità è tenuta per
così dire sotto pressione, per prepararsi
a vivere due eventi particolarmente
significativi: la visita pastorale del
Vescovo nell’anno della fede e la
preparazione alla missione parrocchiale
per il 50° di fondazione della parrocchia.
Sono due circostanze di grande
rilievo che potranno risvegliare- ce lo
auguriamo!-nuove energie per una nuova
Evangelizzazione. In particolare abbiamo
attivato la comunità a vari livelli su un
piano pastorale imperniato sulla Parola di
Dio; il Vescovo ha ricevuto, come da lui
richiesto, copia dettagliata del cammino
percorso, mettendo soprattutto in rilievo
l’importanza della Catechesi degli Adulti.
Ovviamente sono state vissute con una
discreta partecipazione le varie tappe
di avvicinamento, sia parrocchiale che
nel neonato vicariato, programmate
a livello diocesano dagli uffici
competenti. Durante i vari incontri si è
particolarmente ribadito che il Vescovo è
colui che in una comunità di salvezza è il
La visita alla
parrocchia di San
Paolo Apostolo arriva
in occasione dell’Anno
della fede e alla vigilia
della missione per i 50
anni dalla fondazione
primo e più direttamente impegnato
a far sì che essa sia veramente tale. In
particolare egli svolge il suo ministero
di salvezza garantendo alla Chiesa
locale La Parola di Dio e l’Eucaristia,
confermando i doni che lo Spirito non
manca di effondere su ogni credente.
Dice il Concilio: “I sacri pastori sanno
benissimo di non essere stati istituiti da
Cristo per assumersi da soli tutto il peso
della missione salvifica della Chiesa
verso il mondo , ma che il loro eccelso
ufficio è di pascere i fedeli e conoscere i
loro ministeri e carismi, in modo che tutti
concordemente cooperino, nella loro
misura, al bene comune”. Anche i giovani
sono stati sollecitati in ordine ad una
preparazione prossima alla visita stessa”.
Fondamentale è stata la partecipazione
del Consiglio pastorale parrocchiale
nella definizione del documento che
sarà presentato al Vescovo. Date le
finalità e competenze di questo organo
di comunione ecclesiale - tra le quali si
ricordano lo studio e l’approfondimento
di tutto quanto riguarda la vita della
parrocchia e l’individuazione delle
esigenze prioritarie - è stato chiesto
a ciascun membro di esprimersi
sulle modalità con cui la Parrocchia
interviene in quattro ambiti
che costituiscono l’essenza di
una parrocchia: la famiglia, la
crescita umana e cristiana, la
società e i bisogni, il giorno del
Signore. Per facilitare il lavoro
sono state indicate alcune forme
di intervento nei diversi ambiti
quali ad esempio l’accoglienza,
la formazione, i Sacramenti. È
stato inoltre richiesto a ciascuno
di indicare i punti di forza e
le urgenze della comunità.
Questo lavoro ha permesso
di avere un contributo diretto
da parte delle persone che
collaborano con don Antonio. In una seconda
fase, che ha previsto il coinvolgimento di
tutti i membri delle Commissioni, un gruppo
ristretto di persone ha provveduto poi a
raccogliere tutte le informazioni pervenute e
le ha unificate formando un’unica fotografia
della Parrocchia. L’ultimo passo ha previsto
il contributo del parroco, la cui presenza è
stata ovviamente preziosa anche nelle fasi
precedenti. Don Antonio ha verificato la
bozza preparata, l’ha integrata e soprattutto
contestualizzata nel progetto pastorale che
lui, con il supporto del Consiglio Pastorale,
delle Commissioni e di tutti i parrocchiani,
intende perseguire affinché la parrocchia sia
testimone del primo annuncio del Vangelo
di Gesù Cristo. Il parroco puntualizza quali
caratteristiche della comunità evidenzierà
a mons. Coletti: ”Il Vescovo incontrerà una
comunità generosa e impegnata a vari
livelli…Il progetto che è stato presentato
nei tempi stabiliti evidenzia una comunità
ricca di risorse e di iniziative, anche la
comunità stessa, relativamente giovane, ora
risente di un progressivo invecchiamento
della popolazione e quindi di un momento
piuttosto difficile per quanto riguarda il
ricambio delle persone…E poi, come
dappertutto, penso, e spesso ripeto ai
miei parrocchiani, i cinquemila residenti
diventano mille all’Eucarestia e trecento
circa ad assumersi l’onere di tutti gli impegni
necessari…Non vale forse la pena di pensare
a semplificare un po’ le cose e a insistere
sull’essenziale? “ In chiusura chiediamo
al parroco cosa si attende la comunità da
questa visita pastorale: ”Quanto più il Vescovo
diventerà meno estraneo a noi, tanto più se ne
avvantaggerà il Regno di Dio. Da più familiari
rapporti tra noi e il Pastore, attendiamo
molti vantaggi per la Comunità: soprattutto
il fortificarsi nei laici del senso della propria
corresponsabilità, in modo che le loro forze
più facilmente vengano associate all’opera dei
sacerdoti, per il progresso spirituale di tutti.
Soprattutto preghiamo perché il Vescovo ci
illumini e ci rafforzi: minoranza in una città
paganeggiante, sostenga i relativamente
pochi, che fanno capo al centro parrocchiale
in una formazione costante e generosa ad
un autentico spirito di Fede e di Servizio
Evangelico”.
pagina a cura
di MARIO MOLTENI
La parrocchia fu fondata nel 1964
Alla scoperta del
Viallaggio del Sole
I
Il quartiere - dove
l “Villaggio del Sole”, così è definito
il popoloso quartiere alle porte di
attualmente vivono 4500
Sagnino situato nella zona nordpersone - è posto su un
ovest del comune di Como nei
colle alla periferia di Como
pressi della frontiera con la Svizzera.
e rappresenta lo sviluppo
Posto su un colle baciato dal sole dal
mattino alla sera Sagnino rappresenta
di antichi borghi rurali
lo sviluppo urbano di antichi borghi
rurali ancora ben localizzabili: la tenuta dei Marchesi Rossi rendono piacevole e appetibile la vita nel quartiere. Nel
con la sua villa circondata dal borgo, un tempo agricolo,
tempo la composizione, oggi sono oltre 4500 gli abitanti,
di Mognano; il castello dei Conti Reina, ristrutturato
è mutata da quartiere operaio a forte connotazione di
recentemente arroccato sulla propaggine ovest in
dipendenti pubblici ad una completa varietà di ceti,
Quarcino, ove sorge la chiesetta romanica dei Santi
redditi e professioni. La parrocchia, fondata nel 1964
Giacomo e Filippo, autentico gioiello di stile romanico
ha nella chiesa parrocchiale il vero centro attrattore dei
e punto di riferimento della storica religiosità locale,
sagninesi, è ben identificata e raggiungibile, dotata di
la frazione di Soldo al confine con Monte Olimpino,
adeguate strutture, ed è dedicata a San Paolo Apostolo.
un agglomerato di antiche abitazioni rurali ormai
La nuova chiesa, progettata dall’architetto Marziano di
ampiamente ristrutturate. Si parla spesso di incremento
Como, è stata inaugurata il 25 settembre 1994 da mons.
o decremento della popolazione, Sagnino è un quartiere
Alessandro Maggiolini. L’affetto dei sagninesi è indirizzato
sorto in epoca recente, non ha una storia ultracentenaria
in particolare alla chiesa dei santi Apostoli Filippo e
come Monte Olimpino od altri quartieri della città. è vero
Giacomo, familiarmente chiamata chiesetta di Quarcino.
che il quartiere ha un nucleo storico ma lo sviluppo vero
Questo gioiello romanico è di proprietà comunale ma dato
e proprio si è avuto a partire dagli anni sessanta; esso è
in uso alla parrocchia e viene utilizzata prevalentemente
ubicato in un territorio circoscritto, non percorso da vie di
nei mesi estivi o per i matrimoni. Figura storica presente
transito, il che favorisce l’identificazione e l’appartenenza
dalla fondazione della parrocchia è don Pier Carlo Contini,
oltre ad un ritmo di vita sufficientemente tranquillo dove
parroco emerito, mentre l’attuale parroco don Antonio
tutti si conoscono. Elevata è anche la quota di verde
Carlisi è coadiuvato dal vicario don Francesco Marinoni.
pubblico e adeguata quella di attrezzature sportive che
Il Consiglio pastorale parrocchiale è attivo fin dal 1970 e
viene rinnovato ogni cinque anni, ad esso si affiancano
ed operano le Commissioni parrocchiali: Famiglia,
Oratorio, Catechesi, Caritas, Missionaria, Liturgica,
Sociale e di Quartiere; il consiglio di Presidenza costituito
dal presidente di ciascuna commissione e dai sacerdoti
e il Consiglio per gli Affari Economici. La comunità
si sta preparando a celebrare, con una straordinaria
missione parrocchiale guidata dai Padri Monfortani, il
50° Anniversario di fondazione della Parrocchia nel 2014.
Nei pur pochi decenni della sua vita, la parrocchia ha
visto fiorire numerose vocazioni: ben cinque sacerdoti
e una suora. In seno alla realtà parrocchiale esiste una
compagnia teatrale dialettale: “I due Archi”, mentre
sul territorio sono presenti altre realtà: scuole, CAG,
palestra, società sportive, Ranger, Circolo degli Anziani,
ambulatorio medico.
Sagnino è un quartiere dove è vivo il senso di solidarietà
e predisposizione verso gli altri nello spirito cristiano più
autentico nel quale ancora si vive l’atmosfera di un piccolo
borgo fiero della propria identità.
Cronaca
salute
Il 17 novembre la Giornata del Bambino Prematuro
ProTIN: quando la vita
incomincia troppo presto
D
Attivati!
ue appuntamenti speciali
attendono i volontari
dell’associazione “ProTIN.
Genitori Bambini Pretermine”,
realtà che si occupa di dare sostegno al
reparto di terapia intensiva neonatale
dell’Ospedale S. Anna di Como e ai
genitori che attraversano l’esperienza del
dare alla luce un figlio pretermine.
occasione della
Giornata
genitore e Indesideri
raccontare
e
Internazionale
del
Prematuro
(che
idere le tueil esperienze
vissute nelcade
17 novembre) i volontari saranno
di Terapia Intensiva
Neonatale?
presenti, sabato
17 novembre, presso
l’ospedale S. Anna con un proprio stand
far conoscere
l’associazione
e per la
i sapere diperpiù
riguardo
i nostri
distribuzione
di
materiale
informativo.
i e le nostreVenerdì
iniziative?
23 novembre avrà invece luogo
una conferenza presso il Centro Cardinal
i avere informazioni
su come
Ferrari dal titolo: “Riflessioni
sullo
sviluppo
emozionale.
Il ruolo delle prime
arti alla ProTIN
o come
partecipare
esperienze
nei primi
anni di vita”, con il
nizzazione delle
nostre
attività?
dott. Rosario Montirosso, responsabile
dell’Istituto Scientifico Eugenio Medea
di Bosisio Parini. Perché nasce ProTIN?
“Siamo genitori di bambini nati
pretermine – si legge dal sito dedicato
all’associazione (www.protin.it) - o con
patologie alla nascita che hanno vissuto
un’esperienza nel reparto di Patologia
Neonatale dell’Ospedale Sant’Anna
di Como. La maggior parte di noi non
pensava a ciò che avrebbe comportato
un parto prematuro o con complicanze,
ma soprattutto nessuno di noi era
preparato alla nascita di un figlio non in
grado di sopravvivere autonomamente.
Durante il difficile periodo vissuto in
reparto abbiamo condiviso le stesse
emozioni di ansia, paura, insicurezza
e abbiamo compreso l’importanza del
rapporto umano che si andava creando
tra genitori. Il supporto reciproco ci
dava la forza e il coraggio di affrontare
la strana sensazione di sospensione
e incertezza
verso il di
futuro
dei nostri
genitori del
Reparto
Terapia
bambini. Proprio nel ricordo delle nostre
Neonataleemozioni
e contribuisci
ci siamo uniti per daralla
vita ad
un’organizzazione
di volontariato”.
ne dei progetti della ProTIN.
Gli scopi dell’associazione, che ha sede
proprio presso il reparto di Terapia
Intensiva Neonatale dell’Ospedale
Sant’Anna di Como, e da poco ha
n versamento
sul conto
corrente
ottenuto
il riconoscimento
di onlus,
sono ben enunciati nell’articolo 3 dello
Statuto:
- aiutare e sostenere le famiglie
moralmente ed organizzativamente,
condividendo con loro dubbi, paure
335901600100000011259
e perplessità riscontrate durante la
dopo le dimissioni
e per. tutta la
Donazione degenza,
Organizzazione
ProTIN
. contattaci
La Giornata
al Valduce
Insieme ai genitori
per i bambini della TIN
I
[email protected]
ostieni ProTin
◆ Briantea84
Organizzazione di Volontariato ONLUS
ProTIN Genitori Bambini Pretermine
Osp. Sant’ Anna - Via Napoleona, 60 - 20100 Como
Codice Fiscale 95102590130
Uno sport
sicuro con
Comocuore
no sport sicuro: è questo uno dei valori
promossi da “Briantea84” che, grazie
all’intervento della Fiba (Federazione
Italiana Bancari e Assicurativi) e alla collaborazione con Comocuore Onlus, ha deciso
di muovere un passo importante per la salute a la sicurezza dei propri atleti. Sabato 17
novembre al Palasport di Seveso avrà luogo
la consegna di un defibrillatore semi-automatico esterno (DAE) a Briantea84. L’iniziativa avverrà nell’intervallo dell’incontro del
Campionato italiano di basket in carrozzina (serie A) Unipol Briantea84-Giulianova,
in programma alle ore 20.30 in via Gramsci
concreto enti pubblici o privati, nonché
i cittadini, alla soluzione dei problemi
riguardanti i neonati ricoverati nella TIN
(Terapia Internsiva Neonatale, ndr);
- promuovere iniziative di
sensibilizzazione e formazione al
servizio delle famiglie, in relazione ai loro
compiti sociali ed educativi.
Tra i progetti di aiuto, accompagnamento
e sensibilizzazione promossi
dall’associazione vale la pena di
ricordare la nascita, un anno fa (il 12
novembre 2011), dello “Spazio Ascolto
– dalle mamme per le mamme”, un
luogo in cui ogni sabato pomeriggio
le mamme volontarie della ProTIN
(che hanno già avuto un’esperienza
in TIN) sono presenti con discrezione
in reparto, a disposizione dei genitori,
fornendo loro suggerimenti, occasione
di confronto, ma anche indicazioni
pratiche molto concrete. Ad esempio
dove trovare farmacie
attrezzate e presidi
su misura, oppure
minuscoli pannolini
per prematuri, o
sacchettini per
congelare il latte;
o ancora fornire
informazioni ai
l Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale Valduce
genitori che arrivano
aderisce all’iniziativa promossa dall’Organizzazione
da fuori provincia su
Mondiale della Sanità (OMS-WHO), sostenuta dall’European
dove poter dormire o
Foundation for Care of Newborn Infants (EFCNI) e in
mangiare nei pressi
collaborazione con il coordinamento nazionale “Vivere”
dell’ospedale. Lo
onlus. Il 17 novembre sarà celebrata la Giornata Mondiale
Spazio Ascolto è
del Bambino Prematuro anche nell’Ospedale Valduce.
gestito da un piccolo
Negli spazi comuni all’interno dell’Ospedale, saranno
gruppo di volontarie
istituiti stands e punti informativi con materiale divulgativo
che si alternano
e conoscitivo relativi alla nascita prematura e alle
per garantire la loro
problematiche dei neonati e delle loro famiglie.
presenza ogni sabato
Il materiale espositivo sarà disponibile anche nei giorni
pomeriggio dalle
precedenti l’iniziativa. L’evento è stato connotato a livello
14.30 alle 17.30. Sono
mondiale dal colore lilla.
riconoscibili da un
tesserino che portano
sempre con sé.
Tra le altre iniziative
promosse da “ProTIN” anche:
- la promozione dell’allattamento
al seno e la pratica della raccolta
del latte, essendo il latte materno
l’alimento migliore per ciascun neonato,
in particolare se nato pretermine;
- il sostegno e la divulgazione
della Kangaroo Mather Care e del
massaggio terapeutico infantile,
due forme attraverso le quali i
genitori sperimentano il contatto e la
comunicazione con il proprio piccolo.
ww.protin.it
U
Sabato, 17 novembre 2012 15
crescita del bimbo;
- sostenere e promuovere nuove
iniziative
del reparto
di patologia
ProTIN
Organizzazione
neonatale incentivando la ricerca di
nuove metodiche assistenziali;
- promuovere l’informazione relativa
difficoltà del neonato
pre-termine e
dialle
Volontariato
ONLUS
quindi sensibilizzare e far partecipare in
Genitori Bambini Pretermine
o con gravi patologie alla nascita.
www.protin.it
Per saperne di più: www.protin.it. Il sito
raccoglie anche le testimonianze di chi è
passato attraverso la difficile esperienza
del pretermine, lo spaccato su un mondo
in cui ansie, paure e gioie si fondono in
un unico toccante messaggio.
Marco Gatti
Notizie flash
■ Solidarietà
Verso 16° Giornata
Nazionale della Colletta
Alimentare
9 a Seveso. Ospiti
della serata saranno il presidente di Comocuore Onlus Giovanni Ferrari e Dino Merio,
responsabile della Fiba Como. A rendere
ancora più solenne questo momento, sono attesi Pier Luigi Marzorati, presidente
lombardo del Coni, ed Enrico Ragnolini,
presidente della Fip Lombardia.Un gesto
importante, reso possibile dalla donazione effettuata dalla Fiba e dall’impegno
profuso da Comocuore Onlus, associazione da sempre attiva nella diffusione delle
tecniche di rianimazione cardiopolmonare e
del defibrillatore semi-automatico esterno,
uno strumento che, se usato tempestivamente, consente di salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco. Gli spettatori
presenti all’incontro saranno simpaticamente coinvolti nell’iniziativa con la consegna di
gadget, nella speranza che, all’uscita dal Palazzetto, tutti possano farsi promotori di un
messaggio positivo, al fianco di Briantea84 e
di Comocuore Onlus
Il Banco di Solidarietà anticipa le
tappe e, in attesa dell’appuntamento
del 24 novembre, con la XVI edizione
della Giornata Nazionale della Colletta
Alimentare, organizzata i primi punti di
visibilità, per dare il via alla campagna
di sensibilizzazione.
Sabato 17 novembre, dalle 14.30 alle
17.30, a Como in Via Boldoni, a Erba
in Piazza Mercato e a Cantù in Largo
XX Settembre/Angolo Via Matteotti,
i volontari del Banco di Solidarietà,
saranno presenti con degli stand
informativi.
Como Cronaca
16 Sabato, 17 novembre 2012
Palazzo cernezzi
Il regolamento che
la prevede porta la data
del 7 marzo 1996,
ma si appresta a trovare
concreta attuazione
soltanto adesso
Servizi
Sociali:
verso la
Consulta
I
l regolamento che la prevede
porta la data del 7 marzo 1996,
ma si appresta a trovare concreta
applicazione soltanto adesso.
Stiamo parlando della Consulta per
il settore Servizi Sociali del Comune
di Como, organismo cui un apposito
regolamento comunale diede il via libera
all’istituzione 16 anni fa, ma che, nella
pratica, non ha mai trovato, però, reale
attuazione.
Dare vita ad una Consulta che riunisca
associazioni del territorio impegnate
in campo sociale è invece intenzione
dell’attuale amministrazione Lucini che
rivolge un appello alle realtà comasche
sensibili al tema. «In linea con quanto
dichiarato in fase di campagna elettorale
– le parole del sindaco di Como
Mario Lucini - diamo formalmente
l’avvio al processo che dovrà portare
alla formale costituzione di questo
organismo, strumento che rappresenterà
un’opportunità preziosa per il territorio
nella promozione di una rete di relazioni
La presentazione dell’iniziativa
a Palazzo Cernezzi
solidali che dovrà contribuire al
miglioramento dei servizi resi
alla popolazione, elevandone le
qualità di vita».
«Con questo atto – spiega Bruno
Magatti, assessore ai Servizi
Sociali del Comune di Como –
mettiamo in campo uno strumento
che offre alle associazioni del territorio
impegnate in campo sociale una duplice
opportunità: quella di imparare a
dialogare e ad interagire reciprocamente,
secondo una logica di rete, e di
interfacciarsi con l’Amministrazione,
cui avanzare proposte, suggerimenti,
indicazioni».
Le finalità della Consulta ben si evincono
dall’articolo 2, in cui si legge: “Essa ha
lo scopo di integrare ed arricchire le
proposte degli organi del Comune con
l’apporto di specifiche competenze
nel Settore dei Servizi Sociali”. Uno
strumento consultivo, dunque, che, da
un lato, darà all’Amministrazione il polso
della situazione su alcuni dei settori più
fragili del tessuto sociale, e dall’altro
offrirà spunti di riflessione sulla messa in
atto di possibili strategie d’azione.
Handicap, minori, anziani ed
extracomunitari saranno le principali
aree su cui si concentrerà il lavoro della
Consulta, senza escludere però altre voci
Albate, 18 novembre
più tardi potrà, però, ugualmente
salire alla “fermata” successiva. Per
noi il contributo e la partecipazione
di tutti rappresentano un elemento
assai prezioso al fine condurre al
meglio questo impegno, a servizio
del territorio».
Un appello “speciale”, da parte
di Magatti, anche al mondo
“extracomunitario”. «Quello dello
straniero è un tema che mi sta
particolarmente a cuore – chiosa
l’assessore -. Abbiamo spesso a che
fare con istanze sostenute da italiani
in rappresentanza delle necessità
di stranieri, o di singoli immigrati.
Mi aspetto che si facciano invece
avanti, con le loro rappresentanze,
associazioni e gruppi di stranieri
che abitano e vivono la città, perché
si aggreghino e avanzino le loro
istanze». Anche questo un passaggio
essenziale nel difficile cammino di
integrazione. (m.ga.)
che potranno essere reputate, via via
emergenti.
Il passaggio obbligatorio, per le
associazioni interessate a far parte
di questo organismo, dovrà essere
l’iscrizione all’apposito registro
comunale delle associazioni e,
contestualmente, la richiesta di far parte
della Consulta stessa, con un proprio
rappresentante. 66 sono le realtà al
momento iscritte all’albo comunale.
A ciascuna di esse l’assessorato farà
pervenire, nei prossimi giorni, una
lettera con l’invito a presentare esplicita
domanda di accesso alla Consulta.
«Come da regolamento – continua
Magatti – la Consulta avrà una struttura
assembleare, con articolazioni nei
diversi settori previsti (handicap,
minori, anziani, extracomunitari),
potrà esprimere pareri ma avrà anche
facoltà di organizzare interventi di
sensibilizzazione sociale ritenuti
necessari, ricerche, approfondimenti,
oltre che incontri con enti e istituzioni…»
Entro il 30 novembre le associazioni
interessate a questo percorso
dovranno presentare apposita
domanda al Comune di Como.
«Abbiamo stabilito una data per metterci
in moto da subito – continua Magatti –
senza perdere altro tempo. Chi arriverà
L’Associazione
Sostieni “La Zolla”
C
on il termine “Quilombo”,
Un pranzo e una giornata
che significa villaggio, si
identificano in Brasile le
insieme per conoscere e
comunità di contadini neri
sostenere i progetti cui
discendenti degli schiavi africani, che
l’associazione si è dedicata in Cameroun, in Argentina e in
provvedono al proprio sostentamento
lavorando la terra e mantenendo,
in questi anni
Colombia, domenica 18 novembre
nelle loro abitudini e manifestazioni
si svolgerà la “Festa della Zolla”, un
culturali, un forte vincolo con le loro origini ed il loro
momento conviviale per incontrare i soci e gli amici
passato. Nello stato di S. Mateus , ancora oggi come in
a cui va il nostro grazie per il sostegno e la solidarietà
passato, l’associazione “La Zolla” di Albate è solidale con
che li muove. Alle 12.30 ci sarà la possibilità di gustare
una collettività di Quilombo residente nella Comunità del
insieme, presso la sala della Comunità di Albate,
Divino Espirito Santo. Allora lo fece fornendo un trattore
pizzoccheri valtellinesi. Non mancheranno anche
e la pompa per irrigare i campi, strumenti necessari
affettati, formaggi, dolci, bevande e caffè. Per il pranzo
per resistere e reagire al dominio delle multinazionali
è obbligatoria la prenotazione ai numeri 031-522877
che volevano accaparrarsi la sua terra; oggi la sostiene
(Franco) e 031 521036 (Lilli).Alle 16 prevista l’estrazione
nel preservare le sue tradizioni e il suo patrimonio
a premi della lotteria. Sarà possibile in questa sede,
culturale. Nella crescente globalizzazione mondiale,
recuperare il Dossier sul Brasile che la Zolla ha realizzato
dove l’omologazione entra con forza, ai volontari
in questo anno con lo scopo di informarsi e informare.
dell’associazione è sembrato importante rispondere alla
Questa ricerca, attraverso la sintesi dei contenuti di
non mancheranno:
richiesta di intervento sulla “farineria”, un ampio locale
alcuni testi, articoli e documenti
attuali tratti anche dalla
da ristrutturare /costruire e da mettere a norma di legge.
Conferenza Episcopale Brasiliana, cerca di mettere in
Qui un gruppo di famiglie trasforma la manioca in farina
luce gli aspetti più significativi dell’evoluzione del gigante
attraverso un procedimento atto ad eliminare le tossine
latino-americano che, nell’era della globalizzazione,
presenti nel tubero e con questa prepara biscotti che
ha risentito molto meno gli effetti della crisi finanziaria
porta direttamente al mercato locale, tradizione antica e
ed economica mondiale. Basti sapere che il Brasile
oggi risorsa importante per l’economia e la sussistenza
nel 2011 è diventato la sesta potenza economica del
di questa comunità di neri. Rino Tomè, missionario
mondo occupando il posto della Gran Bretagna, dietro
laico, da sempre referente in Brasile per “La Zolla”, è stato
Usa,Cina, Giappone, Germania e Francia. Nonostante
il suggeritore e il supervisore di questo progetto. Una
la crescita esponenziale e la scalata nella classifica dei
farineria è stata realizzata ed è già operativa. Inizieranno
paesi emergenti, il Brasile risulta però essere ancora
tra poco i lavori per concretizzare la seconda. Per
afflitto da una povertà che riguarda un gran numero di
questo e per altri progetti, che l’ associazione sostiene
cittadini. Per vincere la povertà più estrema il governo sta
Presso Sala della Comunità di Albate
18
Novembre
domenica
investendo e investirà molto
sulle infrastrutture. Di pari
ore 12,30
passo dovranno svilupparsi
le condizioni economico
sociali che possano favorire
l’inserimento nel ciclo produttivo. I cambiamenti si
avvertono: in questi dieci anni sono stati creati 15 milioni
di posti di lavoro e 28 milioni di persone sono state
sottratte alla povertà estrema con una gigantesca opera
di riscatto sociale. Si registra un’alta crescita nel livello
di scolarità. Il debito pubblico che ammontava a 225,6
miliardi di dollari è stato risanato. Segnali positivi, ma
molto ancora c’è da fare soprattutto per quelle famiglie
che vivono in ambienti isolati e remoti del vastissimo
territorio brasiliano e che non riescono ad essere raggiunti
con gli aiuti sociali. C’è bisogno di una riforma agraria
per lo sviluppo rurale. È necessaria una qualificazione
della forza lavoro.
Stando a quanto emerge dalla sedicesima edizione del
rapporto del Ministero delle Finanze, “Brazilian Economy
in Perspective” (L’economia brasiliana in prospettiva),
reso pubblico a fine agosto, il calo del tasso di povertà
raggiungerà il 70% a metà del 2014, anche grazie all’azione
di programmi sociali d’interesse globale e alle opportunità
in crescita che il mercato del lavoro offre ai giovani.
Se l’obiettivo sarà raggiunto il Brasile sarà la prima
nazione in via di sviluppo a raggiungere l’obiettivo fissato
dall’ONU nel 2000: ridurre la povertà estrema.
Pizzoccheri
valtellinesi
affettati, formaggi,
dolci, bevande, caffè.
- ore 16.00: estrazione dei premi della lotteria
Como Cultura
Sabato, 17 novembre 2012 17
Sistema bibliotacario. Migliora il servizio all’utenza
U
n tassello dopo
dalla ditta brianzola
l’altro, prosegue e
Mediatec, incaricata
s’intensifica il processo
dalla Provincia di Como
di ammodernamento ed
di gestire il traffico
estensione della fruibilità dei
in rete”. L’intervento
servizi del sistema bibliotecario
dell’amministrazione
della Provincia di Como, a
provinciale si è tradotto in
dispetto dei tagli alla spesa
pratica nell’acquisto di uno
pubblica e del sempre più esile
stock di sms prepagati ora
raggio d’azione entro il quale è
in distribuzione presso le
costretto a manovrare un ente,
diverse sedi bibliotecarie
come quello provinciale, messo
territoriali, a copertura
in discussione addirittura nella
del fabbisogno locale e
sua ragion d’essere, e che è
in proporzione al volume
chiamato a fare di necessità
del traffico in entrata e
virtù nonostante sia immune
in uscita. La novità più
dal contagio degli sprechi e
importante è però un’altra,
della cattiva gestione balzato
e riguarda l’attivazione
agli onori della cronaca più
del servizio –in aggiunta
recente, in riferimento ad altre
al Sistema Intercomunale
amministrazioni pubbliche
lariano, che in passato
lombarde e non. Dal 15
costituiva il referente unico
novembre è infatti entrato in
per operazioni del generefunzione un nuovo servizio
anche negli altri tre settori
per la rete bibliotecaria, che
del Lario Ovest, dell’Ovest
consentirà agli utenti che
Como e della Brianza
hanno prenotato libri o
Comasca, che nell’insieme
materiali multimedia da casa,
raggruppano più di un
collegandosi al sito http://
centinaio di sedi distaccate
opac.provincia.como.it,
e in molti casi risultano in
di essere informati della
fase di espansione, a fronte di
disponibilità per il ritiro
una domanda in crescita che
Da 15 novembre in funzione un nuovo servizio che informa l’utenza
attraverso l’invio di un sms o di
appare in controtendenza
una mail, in modo da azzerare
rispetto alla generale e
sulla disponibilità dei testi o materiali multimediali prenotati da casa
gli inutili giri di telefonate tra
diffusa sensazione di una
l’ente e l’utente con evidente
contrazione del consumo
risparmio di tempo e di spese
librario addebitabile
a carico della PA. Dopo il brillante esito
i tempi d’attesa e rendere più efficace
incombenze a cui pensare. Per decenni le
all’esplosione delle nuove frontiere digitali,
dell’iniziativa di informatizzazione del
il sollecito per la restituzione, lamento
biblioteche hanno cercato di contrastare il
a partire dall’e-book. Ma anche questo è
Sistema Bibliotecario Intercomunale
antico di tutti gli operatori del settore. E’
fenomeno con ripetute e spesso inefficaci
forse un mito da sfatare, come peraltro
di Como (SBIC), che dal giugno 2010
appunto in tale direzione che si è fatto
sollecitazioni telefoniche, ma gli alti costi
attestano i dati delle vendite di libri
ha offerto al pubblico un catalogo
un passo in avanti, come conferma Licia
dell’operazione non sono più proponibili
cartacei su scala nazionale ed europea,
elettronico denominato OPAC, che sta
Viganò, responsabile della Biblioteca
per le attuali PA alle prese con le difficoltà
in linea con il trend abituale degli ultimi
per On Line Public Access Catalogue,
Como Centro, per la quale “si tratta di
che ben conosciamo, e si è reso necessario
vent’anni. Quando cioè la crisi era di là
per mezzo del quale i cittadini hanno la
un servizio aggiuntivo di estrema utilità,
battere nuove strade. A giudicare dai
da venire e i sistemi bibliotecari potevano
possibilità di verificare in tempo reale
in quanto garantisce un contatto assai
brillanti risultati conseguiti dal sistema
investire i fondi a loro disposizione per
lo stato di disponibilità di tutte le copie
più celere con l’utente e una riduzione
bibliotecario della Provincia Monza
l’acquisto delle ultime novità editoriali.
possedute dalla biblioteche associate ai
significativa del fenomeno dei ritardi
Brianza, che da tre anni a questa parte ha
Cosa che ora, in Italia, avviene solo
quattro sistemi bibliotecari provinciali,
nella restituzione dei materiali da parte
condotto l’esperimento pilota in questa
in poche isole felici baciate dalla
a integrazione delle procedure di
di quegli utenti –e non sono pochi- per
chiave, il servizio dovrebbe funzionare in
fortuna e dall’oculata gestione dei suoi
consultazione e prenotazione mancava
i quali il ritorno dei prestiti in sede nei
modo eccellente anche da noi, e tali sono
amministratori.
forse solo un accorgimento per accorciare
tempi previsti è proprio l’ultima delle
le assicurazioni che abbiamo ricevuto
SALVATORE COUCHOUD
C’è il libro? Leggi l’sms
Grande successo. Lo spettacolo la scorsa settimana
L’incanto dei Cigni al Sociale
P
er una volta la città ha risposto
in modo adeguato a un’offerta
culturale di spessore qual era
il Gala internazionale dedicato al
“Cigno Nero”, sull’onda del successo
dell’omonimo film di Aronofsky.
Film non tanto incentrato “sul”
mondo della danza, quanto ben
ambientato “nel” mondo della
danza perché i danzatori (benché
solidi e posati professionisti,
lavoratori indefessi che devono per
forza avere una resistenza interiore
oltre che fisica) sotto certi aspetti
sono un po’ delle personalità
borderline, “posseduti” come sono
da una così grande passione.
La protagonista del film,
magistralmente interpretata da
Natalie Portman (un ruolo che
le ha valso l’Oscar), è una tale
collezione di problemi psicologici,
manie e ossessioni da essere
fortunatamente inverosimile;
ma è pur vero che la danza è un
po’ una malattia. Qualsiasi vero
appassionato può confermarlo. E
gli appassionati hanno giustamente
affollato il Teatro Sociale nella
serata di sabato 10 novembre,
tanto che i pochissimi posti rimasti
disponibili per i ritardatari erano
in collocazioni piuttosto infelici,
con visuale non certo ottimale. Il
Gala, prodotto da Daniele Cipriani
Entertainment di Roma, ha visto
sfilare dieci ballerini provenienti da
alcune delle maggiori compagnie di
balletto al mondo: American Ballet
Theatre, Opéra di Parigi, Teatro alla
Scala di Milano e Teatro dell’Opera
di Roma. Troppo breve, hanno
detto alcuni: un’ora e quindici di
pura delizia, senza un solo istante
di noia. A fare da cornice ai vari
quadri, e allo stesso tempo da
fondale, le bellissime proiezioni di
Massimiliano Siccardi che ha mixato
ed elaborato spezzoni del film con
interni di teatri storici e sale danza e
con scenari naturali di acque, lune,
fiori, nonché suggestive cascate di
piume di cigno. Dieci le coreografie
proposte, di cui sette su brani
tratti appunto dal balletto “Il Lago
dei Cigni”, uno dei tre capolavori
ballettistici di Chaikowsky (con
“La Bella Addormentata” e
“Schiaccianoci”): struggenti passi
a due tra il principe e la fanciullacigno, ma anche pezzi spumeggianti
come la Danza Spagnola e l’Assolo
del Giullare.
Qualche pesantezza nei salti e
una postura delle braccia a volte
bizzarra si è imputata a una delle
interpreti del Passo a Tre, per il resto
era tutto una gioia per gli occhi.
Speciale ovazione hanno riscosso
i Tre Preludi di Rachmaninov,
coreografia non tratta dal balletto di
Chaikowsky ma che vuole illustrare
il quotidiano lavoro dei ballerini,
composta per due danzatori (Flavia
Stocchi, eterea neodiplomata
alla Scuola dell’Opera di Roma,
e Alessio Carbone, italianissima
étoile dell’Opéra di Parigi) e… una
sbarra, amato e odiato accessorio
indispensabile per la preparazione
tecnica dei ballerini; in pratica una
serie di passi a due delicatissimi e
per nulla scontati. Apprezzato anche
il solistico Arepo del compianto
Maurice Béjart su musica di
Gounod (ancora per Carbone),
ma se andiamo a chiederci quale
pezzo abbia maggiormente toccato
le corde dell’emozione, ecco, è
senz’altro quella “Morte del Cigno”
(che in origine non era una morte,
era semplicemente Il Cigno da “Il
Carnevale degli Animali” di SaintSaëns) creata nel 1901 per Anna
Pavlova, danzatrice tecnicamente
limitata secondo i canoni odierni
e tuttavia interprete sublime
per grazia ed espressività. A
riproporla per i comaschi è stata
Irina Dvorovenko, che con Maxim
Beloserkovsky (sono entrambi
‘Principal’ dell’American Ballet)
ha pure interpretato il pezzo finale
ovvero il conturbante Passo a Due
del Cigno Nero di Chaikovsky. (g.fo.)
Notizie flash
■ Sociale
17 novembre: concerto
di Louis Lortie
Sabato 17 novembre alle 20.30 (ingresso libero
previa prenotazione – info 031 270170), al Teatro
Sociale di Como, concerto del pianista francocanadese, ma lariano d’azione, Louis Lortie.
L’evento - in collaborazione con la Società dei
Palchettisti, il Circolo Vincenzo Bellini di Moltrasio
e l’Associazione musicale Giosué Carducci di Como
- è in memoria di Mario Orlandoni, che ha rivestito
cariche presidenziali nelle tre istituzioni musicali
dando un contributo di rilievo alla vita musicale
comasca negli ultimi decenni. In programma
composizioni di Wagner, Mozart e Liszt. “Fil rouge”
della serata è l’opera (trascritta, trasformata,
rievocata), in particolar modo con celebri pagine
di Wagner del quale, come Verdi, è imminente il
bicentenario della nascita.
Louis Lortie è uno dei pianisti più raffinati
del panorama odierno, con numerose incisioni
discografiche e concerti in tutto il mondo. Ha
debuttato all’età di tredici anni con l’Orchestra
Sinfonica di Montreal, sua città natale, e a partire
dal 1978, dopo una trionfale apparizione a Toronto,
ha partecipato con la locale Orchestra Sinfonica a
una lunga tournée in Giappone e in Cina. Premiato
al Concorso di Leeds e vincitore del Primo Premio
al prestigioso Concorso “Busoni” di Bolzano
nel 1984, ha preso parte ai maggiori festival
internazionali. Ha suonato con celebri direttori,
fra cui Ozawa, Dutoit e Leitner. Il suo repertorio è
molto vasto. Apprezzate le sue interpretazioni di
Ravel, Beethoven e Chopin. Ama molto la natura e
il lago, soprattutto quello di Como. Pochi anni fa
ha infatti acquistato una casa a Campo di Lenno,
dove trascorre buona parte dell’anno quando è
libero da impegni concertistici. (al.ci.)
Como Cronaca
18 Sabato, 17 novembre 2012
Sostenibilità. La proposta di una serie di iniziative da parte delle associazioni
“Famiglie in Cammino”, “L’Isola che c’è” e “Battito d’Ali” allo scopo di tornare a
promuovere una cultura oggi caduta in disuso, educando alla gratuità ed al recupero
B.A.R.T.! Il tempo del baratto
L
’
associazione
Famiglie in
Cammino, in
collaborazione con
le associazioni L’isola che
c’è e Battito d’ali, presenta il
progetto B.A.R.T.! – Baratto,
scambio, gioco e imparo
che si propone di attuare
percorsi nei territori di
Como e di Lipomo con
lo scopo di promuovere
la cultura del baratto e
dello scambio sia per
educare alla gratuità che
per rimettere in circolo
oggetti, impedendo la loro
declassificazione a “rifiuto”.
In particolare si vorrebbe
individuare uno spazio e
creare occasioni di incontro
e di coinvolgimento
attivo delle famiglie del
territorio di Como (in
particolare i quartieri
Como Borghi e Civiglio)
e di Lipomo. Attraverso il
gioco, il baratto, attività di animazione
e laboratori di riciclo creativo, si
intende sensibilizzare le famiglie
(adulti e bambini) verso uno stile di vita
sostenibile. Barattare non è solo una
strategia messa in campo per difendersi
dalla crisi economica, ritornare allo
scambio, prima forma di economia
antecedente all’introduzione del denaro,
significa come prima cosa sperimentare
una nuova logica economica, che metta
al centro i reali bisogni delle persone
ed incamminarsi lungo una strada
che esca dalla logica del consumismo.
Inoltre imparando a praticare forme
di riutilizzo e riciclaggio di materiali/
oggetti e favorendo un consumo critico,
si abbandona la cultura dell’ “usa e
getta”.
Si vorrebbe infine creare un gruppo
stabile, composto sia da volontari
delle associazioni aderenti che da
genitori coinvolti durante il percorso
ed opportunamente formati, che possa
permettere la prosecuzione delle
attività alla conclusione del progetto e la
replicabilità in altri territori.
Il progetto verrà sviluppato ed
B.A.R.T.! due
appuntamenti
da vivere
insieme
a Prestino
e ad Albate
B
.A.R.T.! propone due appuntamenti
da non perdere: domenica 18
novembre, presso il Centro Civico
di Prestino, in via D’Annunzio 52, dalle
15 alle 18, sarà possibile scambiare
giochi, fumetti, libri. La partecipazione
è gratuita per tutti. Ogni partecipante
avrà a disposizione un piccolo spazio per
esporre quello che porta; il materiale da
portare dovrà essere in buono stato e
completo; non si potrà vendere ma solo
barattare; il baratto avverrà direttamente
tra i partecipanti; se si porterà qualcosa
di non idoneo non si potrà scambiare.
Inoltre dalle 15 alle 17 ci sarà il laboratorio:
“Rifiuto? no, grazie! gioco!” con la
possibilità di costruite i propri giochi
V
Spazio
al baratto
a Tavernola
attuato attraverso le seguenti attività
programmate:
Apertura per 2/3 giorni alla settimana
di un “negozio” del baratto che
consenta lo scambio di oggetti
sia attraverso il baratto asincrono
che attraverso lo scambio diretto e
l’organizzazione di eventi e laboratori
che promuovano la cultura del riuso, del
riciclo creativo, la riparazione di oggetti
per un loro riutilizzo.
Per rendere il baratto del tutto
funzionale si intende riprendere
l’esperienza del baratto asincrono, che
sta avendo molto successo a livello
virtuale . Verrà quindi prevista per ogni
iscritto una tessera in cui registrare
i crediti acquisiti con l’oggetto da
barattare, che potranno essere utilizzati
in un secondo momento. Lo spazio sarà
anche un luogo di incontro e relazione
fra chi vuole fare baratti diretti (per cui
c’è già un accordo di scambio tra due
utenti, facilitato da una bacheca in cui
si incontreranno gli annunci di offerte e
richieste).
Creazione di uno spazio gioco
(ludoteca) disponibile per le famiglie
illa Bellingardi, a Tavernola, accoglie
domenica 18 novembre, la “Festa del
baratto”, dalle 14.30 alle 19. L’iniziativa
è organizzata da Cooperativa Sociale Parsifal
in collaborazione con la Banca del Tempo di
Como “Il Pozzo dei Desideri”. Alla festa, che si
svolgerà nelle sale di Villa Bellingardi, potranno
partecipare tutti. Basterà portare con sé qualche
oggetto - non più di 5 - in buono stato anche
se usato, cercare quello che piace e barattarlo.
Capi d’abbigliamento, accessori, oggetti per la
casa, attrezzature sportive, libri e fumetti sono i
settori individuati per gli scambi che avverranno
durante la Festa. Chi volesse proporre in scambio
nell’ambito della tematica delle 4 “R”
(riduzione, riuso, riciclo e recupero)
destinati ai bambini/ragazzi e alle loro
famiglie.
Alcune attività esemplificative, ma non
esaustive, sono descritte qui di seguito:
• Percorsi a partire dall’utilizzo delle risorse
nelle esperienze della vita quotidiana in
cui i partecipanti sono accompagnati,
attraverso la creatività, la logica, la
manualità, … , ad esplorare i diversi
destini di un oggetto inizialmente scartato,
scoprendo così il recupero dei materiali, i
mercatini dell’usato solidale, lo scambio, la
raccolta differenziata, ecc. nell’ottica delle
4 “R”.
• Percorsi nell’ambito della spesa
consapevole durante i quali vengono
affrontate le tematiche della filiera corta,
della produzione di rifiuti da imballaggi,
ecc. nell’ottica delle 4 “R.
• Percorsi artistico-teatrali/ambientali
in cui i partecipanti vengono guidati
alla scoperta di come anche gli oggetti
che non ci servono più possano in realtà
avere una vera e propria “seconda vita”:
con fantasia e creatività gli oggetti (che
altrimenti finirebbero nella spazzatura)
si trasformeranno in personaggi (quali
burattini e marionette) che diventeranno i
protagonisti di un teatrino “riciclato”.
Conduzione incontri formativi per gli
adulti volontari che supportano le attività
laboratoriali e che vogliono gestire
autonomamente le attività ludico-artistiche
con i bambini.
I volontari vengono coinvolti in percorsi
di formazione in cui verranno loro forniti
metodologie, strumenti, spunti per attività
da svolgere con i bambini sull’utilizzo
del materiale di recupero/riciclo e per
strutturare attività e laboratori animativi ed
educativi.
Attraverso attività ludico – creative e
artistiche, giochi di simulazione e attività
di gruppo i partecipanti acquisiranno le
conoscenze e gli strumenti per organizzare
e realizzare attività e laboratori nell’ambito
dei temi dello sviluppo sostenibile rivolti
ai bambini/ragazzi e alle famiglie che
frequentano gli spazi messi a disposizione
dal progetto.
Per saperne di più è possibile
contattare Giovanna Montanelli
[email protected]
e i bambini con due/tre aperture
settimanali dove i bambini e i ragazzi
possano esprimere in tutte le sue
accezioni il diritto al gioco.
In particolare verranno organizzate
le seguenti attività legate allo spazio
gioco:
• Promozione di forme di gioco libero
e organizzato, servizio di prestito dei
giocattoli, attività laboratoriali.
• Organizzazione di incontri e mostre
inerenti il gioco e il giocattolo,
documentazione e consulenza
riguardo al gioco e al giocattolo,
formazione sul gioco, il giocattolo e
l’attività ludica.
• Conduzione di laboratori ludici
e artistico-manuali per realizzare
giocattoli e creare giochi di società
con l’utilizzo di materiali di riciclo/
recupero, da utilizzare nello spazio
della gioco-ludoteca, a casa propria
e/o che possono essere scambiati
nello spazio baratto o presi in prestito
come i libri.
Conduzione di laboratori ludici
e artistico-manuali con materiali
naturali e di riciclo/recupero
partendo da materiali di recupero. Per
chi fosse interessato l’invito è a portare da
casa: carta e cartoncino colorati di riciclo,
rotoli di carta (tipo igienica o da cucina),
bottigliette di plastica, scatole di carta,
vecchi bottoni, ritagli di stoffa e di gomitoli
di lana che non sapete come riutilizzare,
ecc.
Mercoledì 21 novembre dalle 16.30 alle
18.30 ad Albate, Cascina Massè (via S.
Antonino, 4), in programma un laboratorio
creativo gratuito dal titolo: “Diamo vita a
quello che non ci serve più”. A partire dalla
lettura di un racconto a tema, i bambini
verranno guidati alla scoperta di come
anche gli oggetti che non ci servono più
possano avere una vera e propria “seconda
vita”. I bambini potranno così diventare
dei veri e propri artisti e con fantasia e
creatività trasformeranno gli oggetti (che
altrimenti finirebbero nella spazzatura!)
in personaggi che saranno protagonisti
con le proprie caratteristiche, la propria
gestualità, la propria voce e la propria
storia, di un teatrino “riciclato”. Si potrà
portare da casa: carta e cartoncino colorati
di riciclo, rotoli di carta (tipo igienica o
da cucina), bottigliette di plastica, scatole
di carta, vecchi bottoni, ritagli di stoffa e
di gomitoli di lana che non sapete come
riutilizzare, ecc.
Al termine prevista merenda con prodotti
del commercio equo-solidale offerta dalla
bottega “Pachamama” di Albate.
un quantitativo di oggetti più corposo dei 5
previsti, dovrà invece prenotare un tavolo messo
a disposizione dall’organizzazione su cui esporre
gli oggetti. Saranno però ammessi all’esposizione
esclusivamente oggetti usati di proprietà di
privati, comprese anche proprie creazioni, purché
frutto di hobby e non rientranti in una attività
artigianale/commerciale.
Per animare ulteriormente il pomeriggio di baratti,
all’interno di Villa Bellingardi vi saranno inoltre:
Laboratorio di riciclo creativo “Ri-doniamo”,
guidato da due educatori della Coop.Parsifal e
in collaborazione con l’Ass. Battito d’Ali, che
trasformerà materiali di scarto in idee regalo e
decorazioni natalizie ( il laboratorio è inserito
nelle iniziative della Settimana dell’Infanzia
dell’Assessorato Politiche educative e giovanili
del Comune di Como). Posti limitati, per bambini
e ragazzi dai 7 ai 13 anni, orario 15-16:30,
necessaria la prenotazione. Mostra di fotografie
stenopeiche realizzate con macchine fotografiche
costruite con scatole di latta riciclate. Proiezioni
di fotografie di giovani fotografi sul tema del
riciclo. Spazio baratto dedicato al fumetto e
mostra di tavole di fumetti d’autore. Spazio
dedicato alla Banca del Tempo “Il Pozzo dei
Desideri”, associazione di volontariato che
promuove lo scambio di saperi, esperienze.
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viale C. Battisti 8, 22100, Como.
COGNOME_________________________
NOME _____________________________
VIA________________CITTà__________
PARROCCHIA________________________
Como Cronaca
20 Sabato, 17 novembre 2012
❚❚ La proposta di attivazione di un fondo
Notizie flash
Cisl e Uil: “Solidarietà contro la crisi”
“
D
alle parole ai fatti” con queste parole Cisl e Uil Como sono scese in
piazza, lo scorso 14 novembre, per
sensibilizzare la popolazione locale rispetto
ad un progetto che mira ad offrire sostegno a
chi vive con maggiore difficoltà l’attuale momento di crisi. «In attesa che gli studi di settore ci dicano con maggiore chiarezza l’entità della crisi in atto – spiega Gerardo Larghi,
segretario generale della Cisl di Como – noi
crediamo sia altrettanto importante partire
da subito articolando risposte concrete ai
bisogni espressi dal territorio». Obiettivo di
Cisl e Uil è l’attivazione di un fondo di solidarietà sociale che risponda alle necessità primarie dei tanti lavoratori che, oltre al posto,
stanno anche perdendo il sostegno economico degli ammortizzatori sociali, mobilità,
cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
«In questo momento – prosegue Larghi –
stiamo verificando la disponibilità del ter-
ritorio a lasciarsi coinvolgere da
questa iniziativa,
non impossibile,
ma che, per essere efficace, dovrà
richiedere un ampio consenso ed un
ampia partecipazione responsabile di tutti i soggetti
che compongono il
tessuto sociale ed economico. Mi riferisco al sistema bancario, agli enti locali,
alle fondazioni, alle associazioni imprenditoriali, alle imprese, alle organizzazioni sindacali, agli stessi lavoratori. Quella
che intendiamo sollecitare è una solidarietà che diventi azione, a favore di chi ha
perso il lavoro ed è rimasto senza reddito.
Il mondo del lavoro comasco, del resto,
ha sempre risposto con generosità alle iniziative solidaristiche. La situazione di crisi ci
chiede un ulteriore sforzo straordinario, ma
solo insieme possiamo farcela, perché è con
azioni di solidarietà che si può davvero uscire, insieme, dai momenti di difficoltà? Che
cosa chiediamo? Ai lavoratori attivi un’ora
del proprio salario, l’obiettivo è di arrivare
a raccogliere un milione di euro; alle imprese un contributo equivalente alla quota
versata dai lavoratori; alle banche una quota da destinare a sostegni temporanei; agli
enti locali, alle associazioni, alle fondazioni
contributi o servizi gratuiti. È, questa, ancora la fase del confronto, della verifica delle
disponibilità a mettersi in gioco. Una volta
percepito il reale consenso della comunità comasca a mettersi in campo con questa
azione verranno rese note le modalità operative per l’attivazione del fondo e l’effettuazione dei versamenti».
Gaggino e Camnago Faloppio
L’impegno missionario
di una Comunità Pastorale
A
nche quest’anno i ragazzi della
Comunità Pastorale di Faloppio (di
Gaggino e Camnago )si sono impegnati
in occasione dell’ottobre missionario.
Stimolati dalla occasionale presenza di
padre Attilio, missionario in Madagascar
e dall’insegnamento delle catechiste
che hanno fatto riflettere sul dovere di
condivisione e missionarità di ogni cristiano,
hanno allestito, nel mese di ottobre, il
“mercatino dei loro giocattoli usati” il cui
ricavato andrà a favore dei più poveri.
La successiva giornata di domenica è poi
stata arricchita dalla presentazione della
figura di un missionario, tanto conosciuto
e caro alla nostra popolazione, che anche
nelle nostre parrocchie tante volte ha
celebrato: padre Giuseppe Ambrosoli. Un
breve filmato ne ha illustrato la vita e le
opere e la presenza del Signor Serafino ne
ha caratterizzato la figura in un modo così
vivace e spontaneo da interessare i bambini,
ragazzi e adulti presenti. Il signor Serafino
Cavalleri (falegname che con padre Ambrosoli
ha condiviso in Uganda periodi di lavoro
e di vita, ha narrato fatti ed episodi da
lui direttamente vissuti, delineando tratti
significativi di vissuto esemplare e di sicura
santità di padre Ambrosoli.
Noi vogliamo ringraziare tutti i bambini
e ragazzi delle nostre parrocchie e
incoraggiarli perché siano sempre Missionari
del Vangelo. I nostri bambini inoltre in
occasione del Natale, in collaborazione con
l’Amministrazione Comunale, da parecchi
anni si impegnano a realizzare dei piccoli
lavoretti da destinare ai nostri anziani di
Faloppio (280 anziani). In questo “impegno
missionario” sono coinvolti anche i genitori.
Le catechiste della comunità
Pastorale di Faloppio
■ Solidarietà
Emergenza freddo: due
incontri per i volontari
In vista dell’apertura della nuova
tensostruttura per far fronte
all’emergenza freddo i promotori
dell’iniziativa propongono due serate
informative per volontari e aspiranti
volontari. La prima riguarderà “La
realtà della grave emarginazione e la
relazione con le persone senza dimora”,
con don Fausto Resmini e Fabio
Defendi del Patronato S. Vincenzo
di Sorisole (Bergamo) che da anni
gestisce servizi per persone gravemente
emarginate. Appuntamento venerdì 16
novembre alle 20.45 presso il Centro
card. Ferrari, viale C. Battisti 8, a
Como. La seconda, sempre presso il
Card. Ferrari, ore 20.45, riguarderà
“Il ruolo dei volontari: indicazioni
operative sul funzionamento del
servizio: ‘Emergenza freddo’”, con i
referenti degli enti che gestiscono
operativamente il servizio.
Per chi non appartiene ad uno degli
enti promotori e volesse dare la propria
disponibilità come volontario:
tel. 345-6912153 dalle ore 16.00 alle
ore 19.00 o presentarsi direttamente
alla prima serata informativa.
■ Libri
“Che cosa cercate?”
di don Clerici
Martedì 27
novembre, alle
ore 18, presso
la libreria
“Paoline” di Como
don Agostino
Clerici, parroco
di Ponzate,
presenterà il
suo ultimo libro:
“Che cosa cercate”? edizioni Paoline.
Introdurrà Marco Guggiari, vicedirettore
del “Corriere di Como”, che
dialogherà con l’autore.
Como Cronaca
Sabato, 17 novembre 2012 21
◆ S. Messa il 25 novembre
SS. Crocifisso: la Giornata
della Riconoscenza
“
C
omo ha un dovere speciale di ringraziamento, perché forse fu l’unica città che non subì i disastri
della guerra, rimanendo immune dalle funeste devastazioni.Al Divin Crocifisso, dunque, la nostra riconoscenza”. Sono le parole pronunciate, a futura memoria, da mons.
Alessandro Macchi, vescovo di Como, nel maggio 1945, al
termine del secondo conflitto mondiale. Per tenere viva questa memoria, rinnovare l’antico voto ed esprimere il proprio
grazie al SS. Crocifisso perché continui a proteggere la città
e i suoi abitanti domenica 25 novembre, in occasione della
festa liturgica di Cristo Re dell’Universo alle ore 10 sarà celebrata la Giornata della Riconoscenza” con una celebrazione
eucaristica presso il Santuario del SS. Crocifisso.La S. Messa
sarà presieduta da mons. Carlo Calori, vicario foraneo per
il Vicariato di Como centro. Durante la solenne Celebrazione Eucaristica, alla presenza delle autorità civili e religiose
della città,
il sindaco di Como, Mario Lucini, offrirà il cero che arde in
segno di ringraziamento perenne al Crocifisso.
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AVVISO SACRO
Per persone separate, divorziate o nuove unioni
Incontrare Gesù
nel Vangelo
U
Un percorso proposto
dai Vicariati di Olgiate
Comasco, Uggiate
Gli incontri e
si terranno
presso:
Trevano
Rebbio,
presso l’istituto S. Maria
ISTITUTO S. MARIA ASSUNTA
Assunta
di Guardia
Maccio
Maccio di Villa
(Como)
Vicariati di Olgiate Comasco, Uggiate Trevano, Rebbio
Diocesi di COMO
Incontrare Gesù
Via 4 Novembre, 6 - AMPIO PARCHEGGIO
attraverso alcune figure
del Vangelo di San Giovanni
na proposta di incontro, ascolto della Parola,
meditazione, preghiera. “Incontrare Gesù, attraverso
alcune figure del Vangelo di San Giovanni” è la
proposta di cammino avanzata dai Vicariati di Olgiate
Comasco, Uggiate Trevano e Rebbio rivolta a persone che
vivono in situazione di separazione coniugale, di divorzio
o di nuova unione.
Giovedi 21 marzo “La donna perdonata” (GV 8,1-12);
Giovedi 18 aprile “Gesù buon pastore” (GV 10,1-21);
Giovedi 16 maggio Pellegrinaggio Mariano.
Un’occasione per:
• ricominciare o approfondire il cammino di fede personale;
• fare esperienza di condivisione e amicizia riscoprendo
l’appartenenza alla comunità dei credenti, la Chiesa;
• mettere a confronto la propria esperienza per un aiuto
reciproco, creando così un’occasione di riflessione su temi
di carattere pratico;
• offrire un luogo aperto a tutti coloro che desiderano
partecipare e trovare accoglienza
e disponibilità nel rispetto dei tempi di ciascuno.
Ogni incontro si articolerà secondo il seguente programma:
Per informazioni:
ore 21 accoglienza;
ore 21.10 Adorazione Eucaristica guidata e ascolto della
Parrocchia di Maccio
Parola (presso la cappella dell’Istituto);
Luigi Savoldelli
- Tel. 031 480 108
ore 21.45 condivisione don
e dialogo
di gruppo;
ore 22.30 saluto.
Parrocchia di Olgiate
Di seguito il calendario degli incontri e i brani di riflessione
che verranno proposti:
Giovedì 22 novembre “Nicodemo” (Gv 3,1-21;
Giovedi 13 dicembre “Il Verbo della vita” (GV 1,1-18);
Giovedi 17 gennaio 2013 “Gli sposi di Cana” (GV 2,1-11);
Giovedi 21 febbraio “La donna Samaritana” (GV 4,5-30);
Domenica 3 marzo Giornata di ritiro diocesana;
Ascolto
Una lettura ebraica
del libro di Geremia
associazione “Ascolto” gruppo
L’
di cultura propone il secondo
appuntamento in calendario nell’ambito
del 17° corso biblico dedicato al libro del
Profeta Geremia (Geremia, un profeta in
tempi difficili).
L’incontro avrà luogo lunedì 19 novembre,
alle ore 21. Sarà presente Vittorio Robiati
Bendau. La serata sarà dedicata a una
lettura ebraica del libro di Geremia.
Come noto gli incontri si svolgono a Como,
nell’Auditorium del Collegio Gallio (entrata
da via Barelli).
Gli aderenti del Movimento Apostolico Ciechi
si uniscono nella preghiera e nel dolore
all’assistente mons. Giorgio Pusterla per la
morte del fratello
Carlo
Gli incontri si terranno presso l’Istituto S. Maria Assunta,
a Maccio di Villa Guardia (Como), via 4 Novembre, 7
(ampio parcheggio).
don Marco Folladori - Tel. 031 944 384
Parrocchia di Prestino
Per ulteriori informazioni
don Marco Pessina - Tel. 031 520 686
Per tenere viva questa memoria, rinno
Parrocchia di Olgiate don Marco
Folladori
- Tel. 031-944384; perché continui a proteggere
SS.
Crocifisso
Parrocchia di Maccio don Luigi
Savoldelli
- Tel. 031-480108;
Parrocchia
di Cagno
don Alberto Clerici - Tel. 031 806 040
Immagine in prima pagina:
“Buon Pastore”
d’altare, Cappella
dell’Istituto
S. Maria031-520686;
Assunta - Maccio
Parrocchia di Prestino
don- Pala
Marco
Pessina
- Tel.
In ascolto della Parola,
davanti alla presenza di Gesù nell’Eucaristia,
nella ricerca di un autentico cammino di fede.
PER PERSONE SEPARATE, DIVORZIATE O NUOVE UNIONI
Parrocchia di Cagno don Alberto Clerici - Tel. 031-806040.
DOMENICA
Cavallasca
Giovani di Ac: “Non aprite quella porta!”
in occasione della festa liturgica di C
I
l Convegno Giovani di Azione Cattolica si terrà quest’anno
presso l’oratorio di Cavallasca, con ritrovo alle ore 17 di
sabato 24 novembre e conclusione alle 16 di domenica 25
novembre. Da circa un mese, ormai, stiamo vivendo l’Anno
della Fede, annunciato lo scorso anno da Benedetto XVI con la
lettera apostolica Porta fidei. Come giovani vogliamo cogliere
l’invito del papa a “riscoprire i contenuti della fede professata,
celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui
si crede” (Porta fidei, 9). Due giorni, dunque, in cui vogliamo
mettere alla prova la nostre idee sulla fede e raccogliere tante
provocazioni, per farci smuovere dalla lenta acquiescenza
del nostro rapporto con Dio che imbriglia alcune (tante?)
nostre giornate, per trascorrere al meglio l’anno di riflessione
che stiamo attraversando e che, come giovani cristiani,
siamo chiamati a vivere. Se hai dai 18 ai 30 anni e pensi di
non aver mai osato, abbastanza, ad “Aprire quella porta”…
potrai provarci, insieme ad altri giovani, in questi due giorni!
Iscrizioni entro il 17 novembre contattando la segreteria di AC
([email protected]), quota di iscrizione: 15 euro. Cena con primo
piatto caldo, secondo al sacco. Portare sacco a pelo!
GIORNATA DE
Il Settore Giovani di AC
si è rinnovato anche
quest’anno, nella festa di
s. martino, il tradizionale
incontro degli ex vicari della
parrocchia di rebbio.
erano presenti, da sinistra:
don italo mazzoni, don angelo
riva, don giampaolo romano,
don giovanni corradini,
don giuseppe tentori, don
alfredo nicolardi, don enrico
broggini, don vito morcelli e
don vittorio bianchi.
La S. Messa sarà presieduta da Mons. Carl
Durante la solenne Celebrazione Eucaristic
il Sindaco di Como offrirà il cero che arde
Como Cultura
Sabato, 17 novembre 2012 23
Curiosità. Tra i luoghi scelti per le esecuzioni anche l’area tra S. Bartolomeo e il Cosia
foto william
Il prato della giustizia
Gli statuti penali
prevedevano, un tempo,
procedure istruttorie
assai severe, con sanzioni
pesantissime,
che sfociavano sino
alla pena capitale
S
e guardiamo ai tanti secoli
passati, vissuti negli stessi
nostri luoghi da gente che
portava in buona parte il nostro
patrimonio genetico, rimaniamo un
po’ sorpresi per la facile accettazione
da parte degli antenati di sanzioni
penali pesantissime, sino alla pena
capitale, eseguite in pubblico. Gli
statuti criminali di Como prevedevano
sino all’età moderna procedure
istruttorie con torture varie e forme
di pena capitale che andavano sino
allo scempio del cadavere. Il popolo
sapeva che qualche volta all’anno
poteva assistere ad uno spettacolo di
questo genere: c’era chi non mancava
mai e chi dopo qualche tempo non
ricordava quanti e quali fossero stati
giustiziati. Per il Quattrocento e il
Cinquecento abbiamo documenti
sulle pene comminate ai rei e anche
sui luoghi delle procedure. Nel 1434
già da tempo il principale luogo
deputato era il “Prato della Giustizia”,
situato tra la chiesa di S.Bartolomeo,
l’argine del Cosia, la strada maestra e
un ramo della roggia molinara. I frati
Crociferi, che gestivano la chiesa,
il convento e l’ospizio annesso, si
erano presi l’onere di seppellire in
esso i giustiziati. Così gli agenti della
Comunità avevano riconosciuto ai frati
il permesso di tagliare l’erba, almeno
per il primo sfalcio, sia nella porzione
inferiore , sia in quella superiore
sino al muro e al ponte; ma nel luglio
1472 il permesso fu revocato dal
Consiglio di provvisione. La scelta di
un posto fuori dalla città murata era
Con Mondo
Turistico
visita guidata
a Monza il 24
novembre
L
obbligata, perchè in essa le piazze
erano poche, poco estese e già con
propria specifica destinazione; inoltre
la metà delle pubbliche esecuzioni
avveniva col rogo, e questo sarebbe
stato fomite quasi certo d’incendi
tra le case costruite in buona parte
con materiale ligneo. L’altro luogo
deputato era situato sul lato Sud della
chiesa di S.Giacomo, perpendicolare
con essa a Broletto e Pretorio, ed era
il Carcere del Comune: era chiamato
la “Malastalla”, forse per imitazione
dell’analogo edificio milanese, con
un nome fin troppo chiaro. La cella
comune per i reclusi era posta a livello
più basso della corte, tanto che quando
il livello del lago si alzava il bagno era
assicurato. Anche la sicurezza non
era al massimo: per evitare evasioni
nel giugno 1478 si ordinarono lavori
urgenti di riparazione. Nel carcere
c’era la stanza per la tortura, con tanto
di “curlo” e di altri strumenti di “
lavoro” per il maestro di giustizia (così
era chiamato il boia). La “berlina”,
stabilmente montata in piazza del
Duomo, per il maggior decoro del luogo
Culturale
’ Associazione
“Mondo Turistico” organizza
per sabato 24 novembre
una visita guidata a Monza.
L’appuntamento è fissato per
le ore 14.30 a Monza, davanti
al Duomo; si visiterà quindi la
cattedrale (la cui facciata è opera
del magister Matteo da Campione),
la corona ferrea custodita nella
cappella della regina Teodolinda
(attualmente in restauro ma
comunque visitabile) e il museo
che custodisce il “tesoro del
Duomo” il cui nucleo originario di
reliquie e oreficerie è costituito
dai doni di Teodolinda, Agilulfo,
San Gregorio Magno e Berengario.
La nuova sezione sotterranea del
museo permetterà di percorrere
le vicende storiche della città dal
1300 ai nostri giorni.
La visita della città continuerà
passando accanto a storici edifici
■ Sabato 17 novembre
A Cremona, festa del torrone
L’
Associazione Culturale “Mondo
Turistico”, in collaborazione con
l’Assessorato alla cultura del Comune di Cavallasca, la Biblioteca del
Comune di San Fermo della Battaglia,
l’Associazione Sorgenti del Seveso e con
l’assistenza tecnica dell’agenzia KARIS,
organizza per sabato 17 novembre una
visita guidata a Cremona, per la Festa
del Torrone. La partenza con pullman
privato gran turismo avverrà alle ore
7.00 dal parcheggio del Municipio di
Cavallasca e alle 7.10 dalla fermata del
bus di linea vicino alla farmacia di San
Fermo.
Adagiata sulle rive del Po, Cremona ebbe fin dall’epoca romana un’importanza rilevante nella storia e nella cultura
italiana. La sua posizione centrale nella
pianura padana e la presenza del grande fiume le hanno permesso di essere
un importante nodo dei traffici commerciali ed economici. Come sempre
accadeva nel passato, le città importanti dal punto di vista economico divenivano presto luogo ideale per lo
sviluppo delle arti e della cultura. È
così che Cremona, ricca di importanti opere artistiche, divenne una vera e
propria capitale culturale sia in campo artistico che musicale. La passeggiata guidata al grazioso centro storico alla mattina si concluderà con
la visita della bottega di un artigiano
che spiegherà come si costruiscono,
ancora oggi, il violino, la viola, il violoncello ed il contrabbasso secondo
la tradizione perfezionata da Antonio Stradivari. Dopo il pranzo libero,
il pomeriggio sarà dedicato alla tradizionale “Festa del Torrone”, golosa
kermesse dedicata al più tipico dei
nel 1473 venne smantellata, con l’idea
di ripristinarla poi presso il Carcere.
Tornando al “Prato della Giustizia”,
risulta che nel caso di esecuzioni col
rogo si apparecchiava tutto nel vasto
alveo del Cosia : così la gente poteva
assistere dagli argini e dal ponte senza
problemi. Il condannato al fuoco,
trasportato su un carro dal Carcere,
per lo più veniva legato e chiuso in
una “casetta”, una baracca di legno,
posta su altro legname e contornata
da fascine e fasci di paglia: il fuoco, se
necessario, era alimentato anche con
olio. In un anno campione, il 1447, si
contarono cinque roghi, contro una
impiccagione e una decapitazione. Nel
“Prato” venivano sepolti anche morti
non giustiziati, in particolare persone
morte di peste o di altro morbo grave e
improvviso. Proprio in tempo di peste,
nel 1522, due artigiani del borgo di
Porta Torre, mastro Battista e mastro
Antonio Gabaglio, fecero voto di erigere
una cappella a S. Sebastiano (che
con S.Rocco era invocato contro quel
male) e organizzarono una colletta tra
gli abitanti della zona. In poco tempo
sorse il tempietto, con tanto di altare
officiato, pronao con due colonne e
un affresco raffigurante, tra gli altri, i
Santi Bartolomeo, Rocco e Giovanni
pellegrino. C’era anche un ceppo per
raccogliere le offerte, e di esso teneva
la chiave qualcuno dei promotori della
costruzione, col beneplacito dei frati
Crociferi, che pare vedessero di buon
occhio l’iniziativa. Del resto il sito non
era di loro proprietà, ma comunale, e
poi i devoti chiamavano quasi sempre
loro a celebrare Messe e Offici per i
defunti. Quarantaquattro anni dopo, i
buoni borghigiani, ormai costituiti in
“Schola” con l’approvazione vescovile,
decisero di ampliare la cappella e
avviarono gli scavi per le fondamenta,
senza chiedere permesso ai Crociferi.
Ne nacque una controversia tra
questi e i confratelli di S.Sebastiano,
sostenuti dal Comune di Como. I frati
verosimilmente persero la causa,
e sorse la chiesa, destinata a esser
consacrata nel 1586, ingrandita,
abbellita e divenuta poi parrocchiale,
per un territorio vastissimo, nel 1625.
mario longatti
dolci natalizi, in cui la città si trasforma
in un luogo dove il torrone si colora di
scenografie fiabesche, di animazioni sognanti e di rappresentazioni di leggende
che hanno le loro radici nella storia. Il
ritorno è previsto in serata.
La quota di partecipazione con un minimo di 30 partecipanti è di 35 euro; la
quota famiglia (genitori + bambino/i) di
95 euro (inclusi viaggio e trasferimenti
in pullman privato gran turismo, servizio di accompagnamento, visita guidata
di Cremona della durata di mezza giornata e alla bottega di un liutaio, organizzazione tecnica; esclusi pranzo, extra di
carattere personale, ingressi, quanto sopra non menzionato). Per informazioni
e prenotazioni (obbligatorie al più presto): Mondo Turistico, tel. 0344.30060;
339.4163108; e-mail: mondoturistico@
virgilio.it. (s.fa.)
per terminare presso la torretta
trecentesca sul Lambro, unico
resto del castello visconteo.
La quota di partecipazione è
di 13 euro per i soci, 15 euro
per i non soci (inclusi ingressi
alla cappella e al museo). Per
informazioni e prenotazioni
(obbligatorie): Mondo Turistico,
tel. 0344.30060; 339.4163108;
e-mail: mondoturistico@virgilio.
it.
Notizie flash
■ Milano
Picasso al palazzo Reale
“
R
osso Cobalto” e l’Associazione Culturale
“Mondo Turistico” organizzano per domenica
25 novembre una visita guidata alla mostra
“Picasso”, allestita presso
il Palazzo Reale di Milano.
L’appuntamento è fissato per le ore 19.30 a Milano, in
Piazzetta Reale. Sono oltre 200 le opere ospitate nelle
sale di Palazzo Reale, molte delle quali mai uscite dal
Museo Picasso di Parigi, in occasione della grande
antologica dedicata all’artista spagnolo Pablo Picasso.
La mostra è pensata come un excursus cronologico
sulla produzione dell’artista, mettendo a confronto le
tecniche e i mezzi espressivi con cui si è cimentato
nel corso della sua lunga carriera coprendo tutte le
fasi fondamentali della sua creatività multisfaccettata
e i vari mezzi espressivi e mediatici tramite cui il
suo genio visuale ebbe modo di esprimersi. La quota
di partecipazione è di 18 euro. Per informazioni e
prenotazioni (obbligatorie al più presto): Mondo
Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail:
[email protected].
Como Cronaca
24 Sabato, 17 novembre 2012
Asso. Un’iniziativa organizzata dal club “Treni della Brianza”
I
n un momento in cui, a
causa delle ristrettezze
economiche che
contraddistinguono il
bilancio nazionale e che hanno
portato in alcune regioni
italiane (Piemonte, Abruzzo,
Campania ad esempio)
a sospendere il servizio
ferroviario su alcune direttrici
locali, hanno ancora un valore
i treni e le ferrovie storiche? E’
quello di cui hanno dibattuto
ad Asso soci ed appassionati
di ferrovia, provenienti da tutta
Italia, nel convegno “I Treni
storici” organizzato dal club
“Treni della Brianza”. Insieme
a studiosi ed amministratori è
stato tracciato un interessante
affresco su quello che il treno
ha rappresentato anche per
il comprensorio comasco
nel corso del tempo a partire
dalla considerazione di inizio
XX secolo, secondo la quale
rappresentava il principale
strumento che consentiva il
“movimento dei forestieri”
per ragioni turistiche o di
lavoro, riferendoci ad una
definizione in tal senso fornita
dal Touring Club Italiano nel
1919. Il convegno ha permesso
di riflettere su altri aspetti che
hanno caratterizzato il treno prima della
motorizzazione di massa. A cavallo tra
XIX e XX secolo, infatti, per chi poteva
economicamente permetterselo, il treno
consentiva di raggiungere principalmente
le località montane. E’ in questo periodo,
infatti, che le locomotive a vapore
raggiungono Tirano mentre i binari
consentivano di frequentare agevolmente
località come Cortina d’Ampezzo oppure
Roccaraso. Il treno è considerato elemento
“per valorizzare il territorio italiano” ed il
suo utilizzo venne esteso, grazie al Regime
Fascista, per consentire le cosiddette
“gite fuori porta” o la frequentazione di
località marine. Poi, però, è arrivata la
stagione dei cosiddetti “rami secchi” che
di effettuare tutti i servizi
perché ora è stabilito come
macchinisti e ferrovieri
di professione debbano
adempiere a determinate
funzioni. Questo comporta
un incremento dei costi,
stimato tra il 30 ed il 40%,
secondo ostacolo, a tal
punto che oggi perché un
treno turistico funzioni
è necessario che sia al
completo e che il prezzo del
suo biglietto non sia proprio
del tutto “concorrenziale”.
Se aggiungiamo il fatto che
finora erano soprattutto gli
enti locali a contribuire con
finanziamenti ad assicurare
il servizio e che oggi molti
enti sono destinati a
scomparire e, comunque,
nella maggior parte dei casi
i fondi a loro disposizione
sono diventati irrisori si
comprende come il rischio
di una scomparsa dei treni
storici sia più che una
remota eventualità.
Attualmente in Italia sono
Un convegno di alcune settimane fa ha permesso di riflettere
circa 6.000 i chilometri di
ferrovie dismesse, in parte
sull’importanza delle ferrovie dimenticate anche nel comasco
armate con binario, in parte
rimaste come solo sedime.
ha portato alla progressiva chiusura di
In 19 anni questa linea ha trasportato
Purtroppo, si è concluso, la
numerose linee ferroviarie soprattutto
ben 160mila persone sulle rive del lago
consapevolezza dell’importanza del treno
a causa della loro bassa redditività. Un
d’Iseo e ha permesso di recuperare anche
storico/turistico non è percepita dalle
fenomeno che si è reso particolarmente
materiale ferroviario storico. Il fenomeno
Amministrazioni pubbliche ma anche
acuto a partire dagli anni ’50 ma i cui
ha interessato un po’ tutta Italia: dalla
dagli imprenditori. Sarebbe necessario
prodromi risalgono già agli anni ’30. Una
ferrovia della Valmorea tra Ticino e
poter contare su progetti che consentano
situazione che, come abbiamo considerato, comasco alla Sardegna, al “Treno natura”
di valorizzare la ferrovia anche dal punto
dura tuttora. La chiusura delle linee è
che dal 1996 permette di attraversare la Val
di vista dell’archeologia industriale mentre,
stata però accompagnata da un variegato
d’Orcia in provincia di Siena. Un recupero
di fatto, nessun investimento di rilievo ha
sentimento di rimpianto che ha permesso
che ha visto in prima fila soprattutto gruppi interessato finora le ferrovie turistiche.
di riscoprire e recuperare quali ferrovie
di appassionati. Ma il treno turistico ha
Praticamente all’attenzione del pubblico
turistiche numerose direttrici soprattutto
un futuro? Anche alle nostre latitudini le
e dei media non corrisponde un’uguale
a partire dagli anni ’90. Il primo esempio
ferrovie storiche richiamano tante persone
attenzione del mondo istituzionale/
in tal senso risale al ’94 con la ferrovia del
ed è diffusa anche la consapevolezza di
imprenditoriale con il rischio che
Basso Sebino (Palazzolo-Paratico), tra le
come questo sia un servizio importante.
possibilità turistiche vengano smarrite per
province di Bergamo e Brescia, chiusa
Attualmente, però, il settore è alle prese con sempre insieme all’eredità lasciataci da chi
nel 1966 e riaperta con un servizio festivo
due ostacoli che paiono insormontabili.
ci ha preceduto.
denominato “Treno Blu” o “lago in treno”.
La burocrazia che impedisce ai volontari
Luigi Clerici
Treni storici: quale futuro?
● Il libro è stato
presentato la scorsa
settimana a Como
● Autori: Gaffuri,
Spreafico. Clerici il
curatore dell’opera
● La sintesi di anni di
battaglie, confronti
e un’idea sul futuro
Pedemontana ferroviaria
Briantea: eredità e scommessa
«
L
a linea ferroviaria ComoLecco ha tutte le possibilità
di diventare un collegamento
“vincente” per muoversi tra i paesi
della Brianza ed i capoluoghi posti
agli estremi del lago e guarda ora al
Canton Ticino». Così il il capogruppo
del PD in Consiglio Regionale, Luca
Gaffuri, ha presentato, la scorsa
settimana, presso la sede comasca
di Regione Lombardia, insieme al
collega Carlo Spreafico ed a Luigi
Clerici, curatore della pubblicazione,
il libro “Pedemontana ferroviaria
Briantea: eredità e scommessa”. Un
volume che oltre a ripercorrere in
pillole la storia di questa direttrice,
propone oltre sette anni di impegno
politico dei due consiglieri regionali
per il rilancio di questo collegamento
ferroviario sempre più attuale,
soprattutto se dovesse arrivare
l’integrazione con le corse regionali
del Canton Ticino, per la mobilità
frontaliera e per consentire, una volta
ultimato il cantiere sulla ArcisateStabio, un collegamento ferroviario
tra la Brianza e il comasco con Varese
e l’aeroporto di Malpensa.
«La Pedemontana Ferroviaria
Briantea – le parole di Luca Gaffuri
– oltre che favorire una maggiore
sinergia tra i principali centri della
nostra provincia potrà rappresentare
una preziosa occasione di
implementazione turistica, offrendo
al turismo, in special modo quello
proveniente dal nord Europa, la
possibilità di muoversi nella zona dei
laghi minori arrivandovi direttamente
su rotaia». «Quando, insieme al
collega Luca Gaffuri - spiega Carlo
Spreafico, consigliere segretario
dell’Ufficio di presidenza, Regione
Lombardia - abbiamo incominciato
ad occuparci del rilancio della linea
ferroviaria Como-Lecco, la nostra
sembrava presunzione. Sulla parola
“treno”, associata al collegamento tra
i due capoluoghi del Lario, regnava
un atteggiamento di diffusa sfiducia,
dovuto al fatto che i diversi tentativi
del passato di restituire dignità a
questo tragitto non avevano sortito
risultati concreti. Invece, insistendo
nell’organizzazione di iniziative di
sensibilizzazione, e grazie ad alcuni
convegni che hanno permesso di
lanciare spunti di riflessione, insieme
all’instaurarsi di un dialogo con
l’assessorato alla Mobilità di Regione
Lombardia e, per quanto concerne il
lecchese, con il Tavolo Territoriale di
Confronto, credo che questo nostro
impegno abbia sortito un risultato
molto importante e cioè l’inserimento
della linea “Como-Molteno-Lecco”
nel Protocollo d’intesa tra Regione
Lombardia e Canton Ticino come
potenziale asse di collegamento verso
la direttrice del Gottardo anche per i
passeggeri in partenza dalla Valtellina
che non sarebbero più dunque
costretti a transitare da Milano…»
«Questo libro – spiega Luigi Clerici,
curatore dell’opera - conclude un
cammino storico, che fa sintesi anche
di dieci anni di storia politica, a
cavallo tra le tentazioni di chiudere
definitivamente questa direttrice e i
tentativi di rilanciarla. È l’occasione
per guardare al futuro. Infatti nel libro,
oltre alla parte più squisitamente
storica, è presente anche uno
slancio sul futuro. Si guarda al domani, immaginando
che il collegamento tra Lecco-Molteno e Como possa
guardare, da un lato, verso il Canton Ticino, e dall’altro
verso il territorio di Varese, un tempo collegata a Como
e Lecco grazie alla vecchia linea Grandate – Malnate
delle Ferrovie Nord, e dal 1966 invece isolata dal punto di
vista del ferro e legata al territorio comasco da un’unica
strada che attraversa tutti i paesi e che vanta tempi di
percorrenza paragonabili a quelli che si utilizzavano nel
‘700 con le carrozze: circa 18 km orari di media…»
Il libro è disponibile presso la sede della Federazione
Provinciale di Como del Partito Democratico (via Regina
Teodolinda, 17).
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Sabato, 17 novembre 2012 25
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E ancora, quale regalo migliore da
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teatrale portato all’interno delle
mura domestiche; la cooperativa
“Attivamente” trasferirà i suoi attori
e le scenografie a casa vostra e sarà
in grado di farvi divertire scegliendo
addirittura tra due diversi spettacoli.
Como Cronaca
26 Sabato, 17 novembre 2012
Casnate e
Bernate in festa
con don Madasi
Un giorno speciale, domenica scorsa, per le
due comunità, scandito dall’ingresso del nuovo
parroco e dall’amministrazione delle Cresime
L
a scorsa domenica 11 novembre
S.Martino è stata una giornata
singolare per le due comunità di
Casnate e di Bernate.
Nel pomeriggio infatti due grandi
eventi si sono svolti nella chiesa di
Casnate. La presenza di sua eccellenza
il vescovo mons. Diego Coletti ha reso
ancor più solenne i due momenti della
celebrazione: l’immissione del nuovo
parroco don Claudio Madasi e la prevista
amministrazione del sacramento della
Cresima a trentotto ragazzi .
Don Claudio, dopo aver ricevuto il saluto
da parte del sindaco in piazza del Comune,
è stato accompagnato in corteo fino alla
porta della Chiesa dove, un rappresentante
delle due comunità, gli ha rivolto gli
auguri “di poter vivere la sua missione di
Pastore delle nostre anime con slancio ed
entusiasmo, sorretto dallo Spirito Santo,
dalle nostre preghiere, dalla nostra piena
collaborazione”.
Numerosi ministranti di Casnate e Bernate
hanno aperto la processione verso
l’altare. Seguivano i parroci di Plesio don
Daniele e di Camerlata don Gianluigi,
Presente alla cerimonia
i rappresentanti dei sacerdoti nativi di
anche il vescovo di Como Casnate don Virginio e don Pietro, il
mons. Diego Coletti.
parroco uscente don Eugenio, don Sergio,
che per 30 anni è stato parroco a Casnate,
Grande partecipazione
don Claudio e mons. Coletti.
delle due comunità
Prima dell’inizio della celebrazione, il
vescovo con passo deciso, ha attraversato
la navata e davanti ai ragazzi ha stemperato la loro soggezione e la loro tensione
col sorriso, con parole semplici, con qualche battuta e in questo modo li ha
aiutati a raccogliersi in silenzio nell’attesa del sacramento. Una novità che
il Vescovo ha riservato ai nostri cresimandi è stata la consegna personale ai
padrini e alle madrine di una fascia bianca
da legare alla fronte dei cresimati dopo
l’unzione, che avrebbe permesso a Sua
Eccellenza e all’affollata assemblea di
riconoscerli.
La celebrazione è stata molto seguita
e partecipata nonostante la presenza
numerosa di fedeli, che non ha permesso
di chiudere il portone della chiesa. Il
Vescovo stesso col suo stile brioso ha
calamitato l’attenzione di tutti, che è
stata costante durante tutta la liturgia.
Nell’omelia ha sottolineato che lo
Spirito arricchisce e trasforma non solo
i cresimati,ma anche i componenti della
comunità. Ha invitato i ragazzi a fare scelte
coraggiose, come Gesù aveva chiesto al
giovane ricco, per essere liberi di donare
al prossimo e camminare sulla strada
del servizio e della gratuità, con il cuore
colmo di gioia. Anche ai presenti, ma in
modo particolare a genitori e padrini, ha
spiegato che il segreto della vita cristiana
è rivolgere lo sguardo ai bisogni degli altri
e smettere di pensare a se stessi. Li ha
invitati ad essere accanto ai ragazzi come
testimoni credibili non a parole ma con la
vita, perché solo così tornano i conti e la
salvezza funziona.
Erano presenti anche rappresentanti
delle comunità dove don Claudio ha
operato, in particolare al termine parole
di ringraziamento gli sono state rivolte
da parte di una parrocchiana di Plesio.
Un collegamento audio video è stato
approntato in oratorio, per dare la
possibilità a più persone di poter seguire la
cerimonia in un salone davvero gremito.
Il Vescovo, al termine della celebrazione,
ha avuto parole di apprezzamento per il
servizio che don Sergio ha svolto in questi
anni, ha ringraziato il parroco uscente
don Eugenio e lodato per il loro servizio
accurato i chierichetti, sottolineando che
le vocazioni nascono anche dalla sacrestia.
Si è complimentato per il canto delle due
corali riunite che ha reso più solenne la
celebrazione.
Al termine don Claudio ha potuto salutare
gli intervenuti in oratorio dove è stato
offerto un rinfresco.
Un grazie di cuore a quanti si sono prestati,
nonostante il tempo inclemente, per
addobbare festosamente il centro del
paese di Casnate, la chiesa e l’oratorio per
l’arrivo del nuovo parroco.
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quanto prevedono le normative vigenti in materia di
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previsti dalla normativa, C.R.I. LOMAZZO organizza
corsi base per apprendere le principali tecniche di pronto
soccorso sul luogo di lavoro,conformi ai contenuti delle
recenti disposizioni.
Al termine dei corsi ai partecipanti è rilasciato un attestato
con valore legale come “Addetti al pronto soccorso
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fosse interessato deve scaricare il modulo di adesione
dall’apposita sezione sul sito www.crilomazzo.it oppure
contattare la segreteria CRI al n° 0296370880
Como Cronaca
Sabato, 17 novembre 2012 27
Annone, il lago
...d’Oriente
È
il più orientale e il più
vasto dei laghi briantei,
diviso in due bacini dalla
stretta penisola di Isella
che penetra nel lago per quasi
un chilometro e, di fronte, dal
promontorio su cui sorge Annone,
borgo fortificato di origine
medioevale. Il bacino orientale, più
vasto, detto anche di Oggiono o in
dialetto locale ul laach - e quello
occidentale - ul laghet - presentano
caratteristiche morfologiche e
idrologiche diverse e risultano in
comunicazione tra loro attraverso
un canale breve e poco profondo.
Nelle acque del lago di Annone si
specchiano due importanti alture
prealpine: il Cornizzolo a nord e
il Monte Barro a nord-est, mentre
nella parte meridionale il bacino
è circondato dalle dolci colline
della Brianza orientale. Come per
gli altri laghi della Brianza, la sua
origine è dovuta ad escavazione
glaciale e sbarramento morenico,
ma geograficamente l’Annone è più
legato al ramo orientale del Lario
che non agli altri corpi d’acqua
briantei. È alimentato da sorgenti
che scaturiscono sul suo fondale e
da alcuni torrenti di scarsa portata
(tra cui il Molinatto, il Ceppetto,
il Roncaglio, il Ceppelline, la
Calchirola, il Pescone). Il suo
emissario, il Rio Torto, esce dal lago
di Oggiono in comune di Civate,
percorre la Valmadrera gettandosi
nel Lario a nord di Malgrate. Al
termine dell’ultima glaciazione il
lago di Annone doveva essere in
comunicazione diretta con il ramo
di Lecco, come confermerebbero
alcune prospezioni geologiche
eseguite nella zona. Dalla fine degli
anni ‘60 il livello del lago è stato
abbassato di circa un metro in
seguito alle opere di sistemazione
della strada provinciale ComoLecco e di costruzione della
superstrada Milano-Lecco (che
passa accanto al bacino occidentale
nel territorio di Suello e Civate).
Anche il lago di Annone non è
stato risparmiato dal fenomeno
dell’eutrofizzazione - dovuto ad
un eccesso di fosforo di origine
antropica immesso con gli scarichi
fognari e industriali, soprattutto
negli anni ‘70 e ‘80. Comunque,
grazie agli studi e agli interventi
effettuati in tempi più recenti,
negli ultimi anni le condizioni
del lago sono andate leggermente
migliorando.
La flora e la vegetazione del
lago di Annone sono quelle
caratteristiche degli ambienti
lacustri e palustri delle zone
moreniche pedemontane. Solo
però in alcuni tratti delle sponde è
possibile osservare integra la tipica
successione della vegetazione
caratteristica di questi ambienti,
a causa dei numerosi interventi
dell’uomo. Attorno alle acque e
nel canneto vivono molte specie
di animali: tra gli anfibi si può
citare la rana di Lataste, endemica
della pianura padano-veneta e
tra gli uccelli le numerose specie
acquatico-palustri, come lo svasso
maggiore, il tuffetto, il germano
reale, la gallinella d’acqua, il
porciglione, la cannaiola, il
cannareccione, l’usignolo di
fiume, il migliarino di palude, il
martin pescatore, il tarabusino e la
nitticora.
pagina a cura
di silvia fasana
è il più orientale e
vasto dei laghi briantei,
diviso in due bacini
dalla stretta penisola
di Isella, che lo penetra
per quasi un km. Si
specchiano nelle sue
acque il Cornizzolo
e il monte Barro
Uno dei monumenti più importanti della Lombardia
Basilica di S. Pietro al Monte
i
r
a
r
e
itin
Alla scoperta del romanico
L
’
itinerario che proponiamo
permette di gustare una
splendida vista del lago
di Annone dall’alto e nel
contempo di visitare uno dei più
importanti monumenti romanici
della Lombardia. La partenza è da
Civate, dove si può fare una breve
sosta per la visita della chiesa di San
Calocero, edificata nel IX secolo e
successivamente rimaneggiata. Ci si
porta in località Pozzo, nella parte alta
del paese, e imboccando una strada che
offre ampi scorci panoramici sul lago,
sull’alta Brianza e sui monti lecchesi, si
raggiunge la frazione Oro. Seguendo il
segnavia n.10 ci si inoltra nella valle del
torrente Oro, il cui nome non deriva dal
prezioso metallo, ma dal latino “oris”,
sorgente, per la presenza di numerose
sorgenti. Il percorso si fa sempre più
ripido, fino ad arrivare in un’ora e un
quarto circa, al pianoro dove sorge il
complesso romanico di San Pietro al
Monte (662 m), tra i più begli esempi
di arte romanica nell’area lariana, di
eccezionale valore artistico e religioso,
costituito dalla basilica di San Pietro,
con accanto alcuni locali abitativi e dal
piccolo oratorio di San Benedetto. La
sua fondazione è avvolta dalla leggenda.
Secondo la tradizione, il complesso
sarebbe stato fatto costruire attorno
all’anno 772 da Desiderio, ultimo re
dei Longobardi sul luogo dove il figlio
Adelchi avrebbe recuperato la vista
bagnandosi con l’acqua di una vicina
fonte miracolosa, dopo essere diventato
cieco durante una battuta di caccia a un
cinghiale di enormi dimensioni, sotto le
cui spoglie si celava il diavolo. Di certo
si sa che il complesso, appartenuto ai
monaci Benedettini, nel Medioevo fu
un centro di potere molto importante,
beneficato da sovrani e imperatori con
grandi donazioni di terre, ricchezze
e privilegi. La comunità benedettina
ebbe per lungo tempo la giurisdizione
anche sul lago di Annone, con i
relativi diritti. I monaci privilegiavano,
soprattutto durante la Quaresima,
un’alimentazione a base di pesce, e
pertanto avevano dato un particolare
impulso alla pesca, affittando settori
dello specchio d’acqua a famiglie
che - direttamente o subaffittando a
pescatori - traevano reddito da questa
attività. Ai Benedettini successero nel
1556 gli Olivetani, che vi rimasero fino
al 1798 quando Napoleone soppresse
il monastero e mise all’asta i suoi
possedimenti.
La basilica di S. Pietro al Monte, a
pianta rettangolare con due absidi
semicircolari che si fronteggiano
sull’asse longitudinale, è preceduta
da un ampio scalone in pietra che
conduce ad un vasto atrio a galleria,
aperto da eleganti bifore. L’interno, ad
una navata, con una cripta sottostante
l’abside orientale, presenta una ricca
decorazione pittorica del secolo XI (tra
cui la celebre raffigurazione del drago
dell’Apocalisse), pregevoli stucchi e
un raro ciborio simile a quello della
basilica di Sant’Ambrogio a Milano.
L’oratorio di San Benedetto è invece
un edificio a pianta centrale quadrata
nel quale si innestano tre absidi
semicircolari e un vano rettangolare
d’ingresso. L’interno, semplice ed
essenziale, racchiude un esempio molto
raro di altare medioevale decorato su
tre lati da affreschi.
Si raccomandano calzature comode ed
abbigliamento adeguato.
Il complesso è aperto il sabato da marzo
a ottobre, dalle ore 10.00 alle 12.00 e
dalle 13.00 alle 15.00; la domenica e
festivi dalle ore 10 alle 12.00 e dalle
ore 13.30 alle 16.00. La S. Messa nella
chiesa di San Pietro al Monte si celebra
ogni prima domenica del mese alle ore
10.30, la Domenica delle Palme e nella
solennità dei S.S. Pietro e Paolo.
Per informazioni e visite: Amici di San
Pietro, tel. 346.3066590; e-mail: info@
amicidisanpietro.it; sito internet: www.
amicidisanpietro.it.
Valli Varesine
28 Sabato, 17 novembre 2012
A dieci anni dalla scomparsa un convegno a Cassano Valcuvia
Notizie flash
■ Cavona
Sabato 17 novembre
il pellegrinaggio
vocazionale
a
r
u
t
l
cu
S
abato 17 novembre, secondo
appuntamento col pellegrinaggio
vocazionale di zona. Ritrovo al
mattino, alle ore 7.00, presso la
cappelletta di S. Teresa per la recita
del S. Rosario. Alle 7.30 Messa in S.
Casa a Cavona.
■ Valcuvia
In ricordo di
Giancarlo Peregalli
Angela Reggiori,
“Rancio Valcuvia”,
acquaforte
realizzata
appositamente per il
convegno)
All’Eremo del Carmelo
secondo appuntamento
sul Concilio Vaticano II
L
’
associazione culturale che ne porta il nome ha organizzato Nel comune della Valvucia, domenica
per sabato 17 novembre, presso il teatro comunale di Cassano Valcuvia una giornata di studi nel ricordo ed in onore 18 novembre, verrà inoltre inaugurato
di G. Peregalli, scomparso ormai da dieci anni. Storico ed
il centro documentale “Linea Cadornaarchivista, ben noto in Valcuvia, nel varesotto ed anche in diocesi di
Como per i suoi studi ed i suoi interessi culturali. La mattinata inizia Frontiera Nord” in occasione del 69°
con un momento commemorativo al cimitero di Rancio, dove riposa
e poi il programma continua a Cassano Valcuvia con una serie di anniversario della battaglia di San Martino
interventi affidati a studiosi locali che con
Peregalli hanno anche intrattenuto rapporti di amicizia. Dopo i saluti delle au- Seguono a conclusione della mattinata grafiche”. Concludono Francesca Boldritorità, intervengono con la moderazione Pierangelo Frigerio che, a nome della ni ( Centro Studi Giancarlo Peregalli) con
di Angela Viola, Robertino Ghiringhelli ( Società dei Verbanisti tratterà del tema: “Piliprand, rughe e strecie: fascino e midocente all’Università Cattolica del Sacro “La decadenza di Milano nel XVI-XVII se- steri e Stefania Peregalli, figlia di GiancarCuore di Milano) con “Ti sento Giuditta” colo fra dominazione spagnola e riforme lo ma qui nelle vesti di responsabile del
ovvero Piero Chiara e il Lago Maggiore, borromaiche, nel giudizio storico di Mar- Sistema Bibliotecario dei Laghi con Affersegue Pierluigi Piano ( direttore dell’Ar- co Formentini” (Bosco Valtravaglia 1811 - mazione e diffusione della Biblioteca di
chivio di Stato di Varese) che ricorderà Milano 1883 ) e Serena Contini ( dirigente pubblica lettura nel territorio del Sistema
“Un intervento di «emergenza» guidato dei Musei Civici di Varese ) con “Poeti di Bibliotecario.
da Giancarlo Peregalli, per la salvaguardia facile rima: Pasquale Contini tra Varese Alla sera, alle ore 20, sempre in teatro riedi un archivio comunale dopo una emer- e Como”.
vocazione della battaglia partigiana del S.
genza meteorica”, Giuseppe Armocida e Dopo una pausa conviviale i lavori ripren- Martino con lo spettacolo teatrale “QuanMarta Licata ( entrambi dell’Università dono nel pomeriggio. A moderare gli in- do partirono cominciò a nevicare” a cura
degli Studi dell’Insubria ) parleranno “di terventi sarà Giuseppe Armocida che in- del Teatro Periferico che anticipa, la sucAntichi abitanti della Valcuvia: studi sui troduce dapprima Marina Cavallera ( do- cessiva giornata di domenica 18 novemresti scheletrici di scavi archeologici con cente all’Università degli Studi di Milano) bre che prevede l’inaugurazione, sempre
segnalazione dei ritrovamenti a Gemonio, con “Tra centro e periferia: l’elite in Val- a Cassano, del centro Documentale LICaravate, Cittiglio ed Aga e con un accen- cuvia” e poi Gianni Pozzi (presidente del NEA CADORNA “Frontiera Nord” in ocno ai recentissimi ritrovamenti di Azzio Centro Studi Giancarlo Peregalli ) che trat- casione della celebrazione del 69° annialla chiesa del Convento”.
ta di “Varese, prime immagini cinemato- versario della battaglia del San Martino.
Provincia:
un accordo
per superare
il divario
digitale
L
a banda larga è in arrivo
in cinquanta Comuni della
provincia di Varese grazie ad
un accordo siglato nei giorni scorsi
tra l’Amministrazione provinciale e
Telecom Italia. L’intesa si inserisce
nell’ambito del programma anti
digital divide promosso dalla
Regione Lombardia che porterà
all’azzeramento del divario digitale
nei Comuni interessati entro il primo
semestre 2013.
Tra questi troviamo Bedero
Valcuvia, Brinzio, CadeglianoViconago, Caravate, Casalzuigno,
Casciago, Cassano Magnago,
Cassano Valcuvia, Duno e Marzio.
La convenzione consentirà di
utilizzare in maniera uniforme sul
territorio tecniche e strumentazioni
innovative che riducono l’impatto
ambientale e il costo dei
lavori per realizzare le reti di
telecomunicazioni.
Due appuntamenti in programma: la Cresima e il concerto di gala
L
Il 17
novembre:
un sabato
attivo
a Cittiglio
a giornata di sabato 17 novembre,
sarà caratterizzata da due importanti
momenti che coinvolgeranno, seppur
in maniera diversa, il paese di Cittiglio.
Sabato alle 17.30 in chiesa parrocchiale
sarà amministrato il sacramento della
Confermazione a 24 ragazzi della
terza media per il tramite del vicario
Episcopale, Mons. Italo Mazzoni. Al
termine del cammino di preparazione
seguito nel mese d’ottobre e dopo
la giornata di ritiro con i ragazzi e le
rispettive famiglie, avvenuta sabato
11/11 presso il convento passionista di
S. Maria del Sasso a Caravate, il gruppo
accoglierà il dono dello Spirito Santo e …
sarà pronto per iniziare il cammino verso
l’appuntamento del Molo 14.
Alle 21.00: presso la tenso-struttura del
Parco San Giulio si terrà il consueto
concerto di gala che il corpo musicale
“Amici della Musica” di Cittiglio propone
ogni anno in occasione della ricorrenza di
Santa Cecilia, patrona della musica Come
per gli anni passati è prevista una grande
affluenza di pubblico che si ritroverà per
ascoltare le belle musiche che saranno
proposte dalla banda diretta dal maestro
Luca Colantuono che per la prima volta,
dopo la sua nomina avvenuta la primavera
scorsa, si trova a dirigere il concerto di
gala. A fare gli onori di casa sarà presidente
del corpo musicale, geom. Otello Stocco,
giusto da un anno alla guida dello storico
sodalizio cittigliese. La festa di S. Cecilia
si concluderà poi, domenica prossima, 25
novembre con la S. Messa alle ore 11.00
in parrocchia e con il pranzo sociale in un
ristorante del paese.
A.C.
A
ll’eremo del Carmelo di Cassano
Valcuvia si terrà sabato 17
novembre il secondo degli incontri
“A cinquant’anni dal Concilio
Vaticano II” Memoria e Profezia. Il
tema dell’approfondimento sarà “la
liturgia” e vedrà la partecipazione
di fr. Luca Fallica, superiore
della comunità benedettina di
Dumenza. L’incontro vuole aiutare a
comprendere la storia e il senso del
rinnovamento liturgico avviato dal
Concilio Vaticano II.
L’intesa, in attuazione della Legge 69
del 2009 “Disposizioni per lo sviluppo
economico, la semplificazione, la
competitività nonché in materia di
processo civile” per la realizzazione
delle reti a banda larga, ha una
durata biennale e mira a garantire la
sicurezza di tutti gli interventi che
verranno effettuati e che andranno
ad interessare le strade provinciali
per l’installazione della rete di
telecomunicazione a banda larga.
Sondrio Cronaca
Sabato, 17 novembre 2012 29
In provincia si
gioca d’azzardo,
tra sogni e rischi
Riparte a Cosio Valtellino il progetto
“Cosa c’è in gioco?”. Il prossimo 23 novembre
è in programma una tavola rotonda.
L
a spesa per il gioco d’azzardo in
provincia di Sondrio è aumentata
del 297% tra il 2004 e il 2010. Lo
riporta un’indagine del Censis, che
riferisce come la stessa provincia sia al
sesto posto in Italia nella triste classifica
della spesa pro capite per il gioco d’azzardo.
Così – notizia riportata pochi giorni fa dai
quotidiani locali –, in un anno, il numero
di utenti che si rivolge al Servizio per le
tossicodipendenze di Sondrio perché
accusa in modo evidente i sintomi e i
comportamenti del gambling patologico è
triplicato. Nell’ultimo anno, sono state una
trentina le persone che si sono rivolte agli
operatori dell’Asl per risolvere il problema
La provincia di Sondrio
del gioco o delle scommesse divenuto
una vera e propria dipendenza, al pari
è sesta in Italia nella
dell’abuso di alcol e droghe, una malattia
classifica della spesa
che per essere debellata necessità di cure e
interventi psicologici o, addirittura nei casi
pro capite per il gioco
più gravi, anche psichiatrici.
d’azzardo.
In questo scenario, a Cosio Valtellino è
ripartito nei giorni scorsi il progetto Cosa
di Alberto Gianoli
c’è in gioco? (I giochi d’ azzardo… tra sogni
e rischi), già avviato la scorsa primavera e
organizzato dall’Assessorato Servizi alla
persona, in collaborazione con la Consulta Giovanile. L’obiettivo dell’iniziativa
è quello di sensibilizzare sempre di più i cittadini sui possibili rischi causati dal
preoccupante dilagarsi del gioco d’azzardo, soprattutto tra le categorie dei giovani
e dei ragazzi. Il progetto, nato per diffondere nuove conoscenze e competenze
relative all’emergenza sociale del gioco d’azzardo, era stato avviato grazie anche
alla collaborazione dell’Associazione Genitori in rete e di alcuni cittadini. In
una prima fase dell’iniziativa era stato pubblicato sul bollettino comunale un
articolo riguardante il gioco d’azzardo, quindi era stato proposto un questionario
a tutti i ragazzi delle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Cosio. Una terza
azione aveva visto i componenti della Consulta Giovanile attivarsi nella ricerca
di possibilità di gioco d’azzardo lecito sul territorio comunale, quindi il Consiglio
● Carmelo Casabona ha
incontrato la stampa
martedì 6 novembre
C
● «Chi arriva da fuori
è colpito dal clima
di serenità e di civiltà»
comunale aveva adottato un regolamento
riguardante la disciplina delle sale giochi
e di tutti gli apparecchi che in qualche
modo vanno ad intrattenere i ragazzi.
Un provvedimento che detta anche a
quale distanza le sale giochi devono stare
da scuole, ospedali e da tutti i luoghi
frequentati soprattutto dai giovani, quelli a
maggior rischio. Un provvedimento varato
molto prima che, qualche settimana fa,
pensasse di vararne uno il Governo.
Appuntamento importante per il progetto
del Comune di Cosio sarà l’incontro
pubblico, con spettacolo e tavola rotonda,
programmato per il prossimo venerdì 23
novembre. Al dibattito, che sarà condotto
dalla dottoressa Daniela Capitanucci,
una dei massimi esperti riguardo al tema
delle dipendenze da gioco d’azzardo e
che fa parte dell’Associazione Azzardo e
Nuove Dipendenze di Varese, interverrà
anche il dottor Massimo Tarantola (nella
foto a sinistra), responsabile del Servizio
per le tossicodipendenze di Sondrio, il
quale ha spiegato quanti si rivolgono al
Sert «sono solo la punta dell’iceberg di un
fenomeno che assume una dimensione
molto più diffusa anche in Valtellina e in
Valchiavenna. È un peccato che proprio a
Cosio, dove si sta realizzando un progetto
pilota molto interessante che crea una rete
di soggetti intorno a uno stesso problema,
siano stati vinti 100 mila euro con le slot
machine, anche perché sono convinto che
la strada intrapresa dalla giunta Svanella
sia quella giusta». Il dottor Tarantola
riferisce come il gioco possa da sociale,
quindi per solo divertimento, o comunque
sotto controllo da chi lo pratica, diventare
patologico quando lo scommettitore
«pensa e vive esclusivamente per giocare.
Comincia con il trascurare il lavoro, la
famiglia, spesso si indebita e la posta
diventa sempre più alta, tanto che fino
a qualche anno fa il problema era visto
soltanto dal punto di vista economico,
da risolvere semplicemente andando
in banca, trascurando invece gli aspetti
sociali e psicologici, spesso sottaciuti,
nascosti o sottovalutati da chi gioca
e da chi gli sta intorno». Col tempo,
sul territorio, sono però nati gruppi e
associazioni che organizzano un autoaiuto, come già accade da tempo per
quanto riguarda altre dipendenze. «Solo
nell’ultimo anno – aggiunge Tarantola –, il
Sert viene riconosciuta come opportunità
alla quale far riferimento per questo tipo
di problematiche e anche lo Stato solo
di recente ha proposto di includere il
gambling tra le patologie esenti dal ticket.
È evidente, però, che un tale problema si
sconfigge agendo anche sulle politiche di
disincentivazione al gioco, che sappiamo
essere anche una non trascurabile entrata
per l’erario, altrimenti di questo passo lo
Stato rischia di dover pagare costi sociali
molto elevati per gli interventi di cura».
● «La Provincia merita
di crescere e dovrebbe
essere un modello».
Il nuovo prefetto
si presenta...
armelo Casabona,
originario di Caltanissetta,
è il nuovo Prefetto di
Sondrio. Egli conosce già
la Provincia, perché nel 1980 era
venuto nel capoluogo come giovane
commissario di polizia. Poi, da una
realtà come la nostra, in cui il caso
più inquietante era stato quello di un
ragazzino che aveva sparato sulla casa
vicina con una carabina a piombini,
era passato ad affrontare situazioni
ben diverse ed aveva svolto tutta la
sua carriera nelle zone più calde del
Paese: Campania, Sicilia e Calabria.
Recentemente il Consiglio dei
Ministri ha voluto premiare questo
fedele servitore dello Stato, Questore
di Reggio Calabria, impegnato per
oltre trent’anni in prima linea contro
la criminalità organizzata e lo ha
promosso al ruolo di Prefetto.
Sua Eccellenza ha incontrato
la stampa martedì 6 novembre.
L’incontro, iniziato con un tono
piuttosto formale, si è via via sciolto
e trasformato in un’amichevole
conversazione, nella quale il Prefetto
ha parlato a cuore aperto della sua
esperienza e dei suoi impegni futuri.
«La mia è la storia di un poliziotto
che si è trovato nelle condizioni
più drammatiche del nostro Paese
– ha affermato –, incominciando
dall’uccisione di Carlo Alberto
Dalla Chiesa a Palermo, passando
attraverso tutte le più importanti
operazioni condotte dallo Stato
contro la criminalità». Egli ha
quindi ricordato la guerra fra cosche
mafiose (che aveva causato oltre 350
morti), la strage dei Casalesi, fino
alla lotta alla ’Ndrangheta, «oggi la
più pericolosa, perché si occupa
di droga e riciclaggio di denaro, ha
punti d’appoggio in tutta Europa
ed ha un’organizzazione molto
militarizzata... La lotta è difficile,
perché le organizzazioni sono sempre
un passo avanti. Oggi la tecnologia
aiuta molto, ma il fattore umano è
sempre determinante... Lo Stato ha
compiuto passi molto significativi,
ma deve arrivare a conquistare quei
territori che ancora non sono sotto
il suo controllo… Lì c’è tanta gente
che soffre… La popolazione al 90% è
vittima del sistema».
Carmelo Casabona ha la piena
consapevolezza che la nomina a
Prefetto di Sondrio rappresenti per
lui l’esatto opposto di quanto è stato
finora. «Chi arriva da fuori rimane
molto colpito dal clima di serenità
e di civiltà che regna in questa
Provincia, nella quale ognuno ha i
suoi doveri e i suoi diritti e non deve
lottare ogni giorno per affermarli… Si
può (finalmente) stringere la mano
alle persone senza guardare prima
il Casellario Giudiziale… Si può
uscire tranquillamente a prendere un
caffè al bar senza doversi guardare
alle spalle. I vostri amministratori
si sono spesi molto per conservare
la Provincia ed essa merita di
continuare a crescere, perché è
solida, ben strutturata e dovrebbe
essere un modello per tutta l’Italia».
Da qui, il suo programma, espresso in
modo molto sintetico: «…Conservare
questo patrimonio che avete. Il
compito di un Prefetto è quello di
esaminare, valutare e decidere.
il prefetto
carmelo
casabona,
già a sondrio
dal 1980 come
commissario di
polizia
Quando c’è un clima di tranquillità si
trovano sempre le soluzioni giuste».
Non resta quindi che augurare
al nuovo Prefetto di godere
ampiamente, con la sua famiglia,
di questo clima di serenità, così
ben apprezzato e, naturalmente un
proficuo lavoro a vantaggio di tutta la
popolazione.
CIRILLO RUFFONI
Valchiavenna
30 Sabato, 17 novembre 2012
■ Anno pastorale
A Campodolcino, lunedì,
l’apertura del cammino
U
na cerimonia densa di canti, di lodi al
Signore, di condivisione, di speranze,
quella svoltasi lunedì 12 novembre a
Campodolcino. Nella chiesa di San Giovanni
Battista alla sera si sono dati appuntamento
i rappresentanti e fedeli delle parrocchie
di Chiavenna, della Val Bregaglia e della
Valle Spluga. Si doveva celebrare l’inizio
dell’anno pastorale, un percorso che seguirà
in tutte le parrocchie il Piano pastorale
del 2013 del Vescovo monsignor Coletti. Si
tratta della terza annualità di un percorso
comune che ha per titolo: “Il Maestro è qui
e spezza il pane con noi”. Diverse copie
del documento sono state distribuite al
termine della cerimonia per la diffusione
in tutte le parrocchie. è stata un’occasione
nuova di incontro e di collaborazione tra
le varie comunità del vicariato, la nuova
aggregazione territoriale che ha sostituito
le zone pastorali. Come ha sottolineato
monsignor Ambrogio Balatti nella omelia,
una cerimonia nuova che dovrà gradualmente
radicarsi nelle abitudini dei parrocchiani
che dovranno sentirsi parte di una comunità
più ampia e che si muove in sintonia con il
resto della Diocesi. Una cerimonia festosa,
con salmi, lodi, acclamazioni, richieste di
intercessione e preghiere. In particolare
quella rivolta al Signore perché “l’azione
pastorale della Chiesa ha bisogno della
cooperazione di molti, perché la comunità
e i singoli fedeli possano giungere alla
maturità della Fede…”. Diverse persone
hanno raggiunto Campodolcino da Chiavenna
dove era partita una corsa di un pullman
appositamente organizzata. L’appuntamento
era quest’anno a Campodolcino per
sottolineare la territorialità del vicariato e
l’attenzione alle parrocchie di montagna.
■ Bertacchi
Sabato 24 novembre
una giornata per ricordarlo
U
na mostra e un concerto per ricordare
l’anniversario, il settantesimo,
della morte del più illustre dei
chiavennaschi. Giornata dedicata a Giovanni
Bertacchi quella in programma il 24
novembre a Chiavenna. L’amministrazione
comunale in collaborazione con Comunità
montana della Valchiavenna, Centro studi
storici valchiavennaschi, Banca Popolare
di Sondrio e Società operaia di Chiavenna
organizza “In ricordo di Giovanni Bertacchi”.
La giornata, che conclude le celebrazioni
bertacchiane apertesi con lo spostamento del
busto del poeta nella sede della Banca, sua
originaria casa natale, si aprirà alle ore 16.00
con un momento di preghiera al cimitero.
A seguire, alle ore 17.00, nella sede Bps in
via Dolzino, apertura della mostra dei lavori
realizzati dai bambini delle scuole dedicate
all’autore e alle sue poesie. Poesie che
saranno recitate durante l’incontro. Bertacchi
nacque a Chiavenna nel 1869 e morì a Milano
nel 1942 dopo aver insegnato all’università
di Padova fino al 1938, anno in cui fu
costretto a lasciare l’insegnamento per le
posizioni antifasciste. La sua opera poetica
considerata più importante è “Il Canzoniere
delle Alpi” del 1895. Alla sera si terrà il
momento “clou” della giornata. Concerto
del trio jazz capitanato da Guido Manusardi
e dedicato al “Cantore delle Alpi”. Sul palco
ad accompagnare il pianista chiavennasco
ci saranno Marco Vaggi al contrabbasso e
Mimmo Tripodi alla batteria. L’esibizione
avrà inizio alle ore 21.00 con ingresso
libero. Guido Manusardi, con la sua copiosa
discografia e le sue applaudite esibizioni
sia in Italia sia, soprattutto, all’estero, è
tra i jazzisti italiani più famosi al mondo.
Agli inizi della sua carriera si sposta in
Svizzera, Germania, Svezia dove risiede
stabilmente per 5 anni. Nel 1967, in seguito
ad un primo rientro in Italia, si sposta a
Bucarest dove vive per 7 anni, quindi rientra
definitivamente in Italia. Il suo album Live
Recorded at the Lubiana Jazz Festival vince
il Premio della critica discografica e nel 1977
il suo solo Delirium vince lo stesso premio
e Manusardi viene indicato come “musicista
dell’anno”; quindi viene invitato col suo
quartetto al Jamboree Jazz Festival di
Varsavia. Nel 1978 viene invitato al Festival
Jazz di Montreux, primo italiano ad essere
invitato al prestigioso appuntamento.
Val di Lei: la
diga, la storia.
L
a Val di Lei, una delle più ricche di pascoli della zona, dal
1949, per sette anni, divenne un grande cantiere, uno dei più
grandi di tutta la Svizzera: la costruzione di una grande diga
con un numero molto elevato - si arrivò a 3400 - di operai, quasi
tutti italiani. Gli impianti entrarono in funzione a pieno ritmo
nel 1963. Così «la bella vallata
bacino idrografico del Reno.
alpina, un tempo ricca di verdi
Da qualche settimana di acqua
prati e di pascoli chiazzati
non ce n’è quasi più, l’azienda
di fiori dai vivaci colori
Khr ha svuotato il bacino e
policromi, in cui spiccavano le
ha portato alla luce il fondo
macchie grigie dei muriccioli
della valle ricoperto da sabbia
divisionali, delle latterie e delle
e limo e in fondo ai ripidi
baite» ha lasciato il posto a
versanti resta solo un piccolo
un lungo specchio azzurro.
fiume. è questo certamente
La diga si trova nel Comune
un evento storico che pochi
grigionese di Innerferrera sul
testimoni ancora ricordano. Ma
fiume Reno di Lei: una diga
con lo svaso, sul fondo sono
svizzera in territorio italiano
spuntati i resti di alcune baite e
il lago artificiale della Val di
i muri che segnavano i confini
Lei è infatti l’unica valle alpina
dei pascoli. Il fatto curioso
italiana che apparteniene al
e interessante durerà poco,
perché presto verrà la neve e
al termine dei lavori tornerà
l’acqua del lago a sommergerli.
«È il primo svaso completo
- sottolinea Paolo Lisignoli,
sindaco di Piuro, il Comune
nel cui territorio si trova la
diga, è lungo 8 chilometri, ha
una superficie di 410 ettari,
un volume di 197milioni di
metri cubi ed è alimentato
da un bacino imbrifero di
46,5 chilometri quadrati. La
valle, gestita da un consorzio,
è nota sia per gli alpeggi, sia
per gli impianti di risalita del
comprensorio di Madesimo.
Di recente l’amministrazione
del Comune della Val San
Giacomo ha promosso un
progetto finalizzato alla
realizzazione di un tunnel.
L’obiettivo è l’ampliamento
delle piste, a una quota
superiore rispetto all’attuale.
Questo articolo, come quello
della scorsa settimana, è di
STEFANO BARBUSCA
foto DOMIZIANO LISIGNOLI
Samolaco San Pietro
L’
appello è stato lanciato dalla
Caritas della nostra Diocesi e
la risposta l’abbiamo data noi,
organizzando nel mese missionario di
ottobre una raccolta di indumenti e altro
materiale.
Nella giornata di sabato 27 ottobre,
con i bambini e i giovani del coro della
parrocchia di San Pietro Samolaco,
in collaborazione con le famiglie,
abbiamo raccolto ed imballato vestiti,
scarpe, giochi e altro materiale di prima
necessità da regalare alle persone più
bisognose.
L’idea di coinvolgere i ragazzi è nata dal
mio desiderio di condividere con loro
e le loro famiglie alcuni valori come
la generosità, la carità, l’altruismo,
pensando alla missione che tutti
dovremmo vivere nel testimoniare
l’amore verso gli altri. è molto più
semplice ricevere che dare!
Vivere insieme una giornata all’insegna
del dono mi sembrava il modo più bello
e semplice per avvicinare i ragazzi al
mondo della povertà, non la povertà
lontana dei continenti del terzo
mondo, ma la povertà vicina, nascosta,
sconosciuta. E la risposta è stata più che
soddisfacente!
I bambini e i ragazzi con alcune mamme
hanno lavorato un’intera giornata per
preparare i sacchi e gli scatoloni con
il materiale da consegnare a Como.
Tutti gli indumenti sono stati suddivisi
ed etichettati con simpatici cartellini e
disegni fatti dai bambini stessi.
Ecco che allora questo messaggio di
donare agli altri e di condividere va
coltivato nei piccoli perché crescano
senza egoismo, senza superbia, con gli
La gioia del dono
occhi ed il cuore aperti al mondo dei più
deboli. E soprattutto perché imparino
a ringraziare e distaccarsi dai beni
materiali per lasciare spazio alla bellezza
dell’umilità.
Nella serata d’incontro con il direttore
del Centro Caritas diocesano,
Roberto Bernasconi, lo scorso sabato
10 novembre, è stata sottolineata
l’importanza della nostra raccolta per le
tante e sempre più numerose richieste
che arrivano dalle famiglie in difficoltà.
Entusiasta dell’iniziativa , Roberto ha
così incitato i ragazzi: “Bisogna imparare
a fare il bene non per noi stessi, per
vantarci, ma per gli altri, per saper
cogliere quello che di bello c’è in ogni
persona, allontanando l’egoismo e
l’orgoglio. Bisogna saper ascoltare, saper
donare con amore, aiutare il prossimo,
solo e disadattato, a ritrovare dignità e
coraggio per tornare a vivere. San Luigi
Guanella, che è nato qui nella vostra
Valle, è un esempio grande di Carità.
Bisogna imparare da lui!!”.
La poesia
di Paolo...
V
enerdì 23 novembre, alle ore
21.00, si terrà presso il teatro
Società Operaia di Chiavenna,
una serata dedicata al ricordo e alla
poesia di Paolo Panzeri. Una serata
in cui verrà proposta la lettura di
alcune sue poesie, tratte dalla copiosa
pubblicazione delle opere uscita tre anni
dopo la morte. Saranno presenti anche la
corale “Laurenziana” e il coro “Nivalis” di
Chiavenna. Verranno eseguite, tra l’altro,
due composizioni musicate proprio su
componimenti di Panzeri. Quella della
corale “Laurenziana” in prima assoluta.
In anteprima sarà poi presentato un libro
che punta a delineare con testi in prosa
e poesia, foto, la figura di Paolo Panzeri.
Paolo Panzeri nacque a Chiavenna nel
1937. Operò, sulle orme del padre nella
conduzione dell’azienda di famiglia. Ma
gli studi umanistici, ed in particolare
la conoscenza della poesia e dei suoi
autori, affascinarono il suo animo,
dotato di raffinata sensibilità, di capacità
di lettura dei tempi, di sentimenti
profondi e a volte passionali. Cultore
dei valori religiosi, sociali, familiari,
della amicizia sincera, dell’impegno
civile, seppe tradurli nella vita e nel
linguaggio di una poesia colta, raffinata,
consapevole. La serata e il libro, a ventun
anni dalla scomparsa, vogliono essere un
quadro vivo di Paolo Panzeri nella sua
personalità, nel suo essere uomo che ha
lasciato traccia nella sua terra con una
testimonianza di vita e messaggi poetici
che sono universali.
è stata poi descritta tutta l’attività
capillare svolta dal Centro Caritas a
Como e dintorni, ed i ragazzi sono
stati impressionati ed hanno concluso
esprimendo il desiderio di conoscere da
vicino queste realtà.
Posso dire che la serata d’ascolto ci
ha aiutato tanto a capire il nostro
stare bene, il nostro essere fortunati;
è importante che qualcuno ci ricordi
che esiste questa povertà, che ci faccia
sentire il la voce dei poveri, per farci
ragionare sulla nostra vita e decidere
di regalare gratuitamente del nostro
tempo e del nostro superfluo. Il coro
parrocchiale ha promesso di organizzare
un’altra raccolta nei prossimi mesi,
mirata alle esigenze dei carcerati,
e di andare a Como a conoscere la
realtà grande e attiva del Centro, con
la speranza che si riesca a mantenere
un rapporto vivo di informazione e
collaborazione tra la nostra piccola
comunità e il centro della Diocesi.
MICHELA FOIS
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Sondrio Cronaca
Il profumo
dei limoni non
si può “postare”
Lo scorso giovedì 8 novembre, a Sondrio,
un incontro con padre Lynch su tecnologia
e rapporti umani nell’era di Facebook.
«T
enterò di convincervi che avete torto quando dite che “La
tecnologia è neutrale e può essere usata bene o male”».
Scoppiettante l’incontro con padre Jonah Lynch, giovedì 8
novembre a Sondrio nella stracolma sala dell’Unione Artigiani,
invitato da Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), Istituto Pio XII
e Centro Culturale Don Minzoni. Il relatore, autore del volume Il profumo
dei limoni, tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook, ha tenuto
avvinta la sala raccontando episodi della sua esperienza per arrivare a
dire che la tecnologia non è neutrale. Essa ha modificato strutturalmente
la comunicazione tanto che tutti siamo ormai costretti ad essere sempre
raggiungibili con il telefono cellulare e a dare risposte tempestiva ad ogni
mail se vogliamo non essere “out”. «Quindi ormai è la tecnologia che usa
te» ha sottolineato Lynch, che ora è sacerdote, è laureato in fisica alla
McGill University a Montreal, ha un master in Education, presso la George
Washinngton University ed è nato in una comune di hyppies nel 1978. Oggi
vive a Roma, dove è vice rettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei
Missionari di San Carlo Borromeo. Ma come non farsi governare dalla tecnica?
Imparare che posso scegliere, che decido io, che sono libero. «Ascolto tutti
i giorni i giovani seminaristi che vengono a parlarmi in ufficio e in passato
mi capitava di tenere il telefono acceso o di avere il desiderio di controllare
la posta, alla fine mi accorgevo di non ricordarmi quello che mi avevano
raccontato, di avere perso quel momento.
Ho deciso che era meglio concentrarmi
sulla persona che avevo davanti, ho deciso
di spegnere il telefono e di spostare il
computer in un altro locale. Possiamo
stare nello stesso momento in un solo
posto». E come allenare questa libertà dalla
tecnologia? «Con il digiuno, come insegna
la Quaresima, ti sottrai da una cosa buona
come il cibo per imparare che ciò da cui
dipendi non è il cibo…non sei schiavo del
tuo cellulare». Che cosa ci toglie l’utilizzo
di Facebook, delle chat, dei blog? Possiamo
parlare con tutti in tutto il mondo, non è un
ampliamento della nostra libertà? «Dopo la
laurea insegnavo fisica in un liceo e facevo
il corso di abilitazione, avevo mille interessi,
accedevo a moltissimi siti su internet ed ero
appassionato ad una serie tv che seguivo
in un riquadro sul computer, leggevo il
giornale elettronico… pensavo di farcela,
dopo un po’ di mesi che vivevo così, mi
sono accorto di aver perso la capacità di
contemplare, di fermare la mia attenzione
e la mia concentrazione su qualcosa: una
poesia per essere compresa ha bisogno di
tempo, e non ero più capace di leggerla.
Mi sono accorto che stavo perdendo delle
esperienze belle». Ed è proprio queste
esperienze che sembrano appartenere al
passato,come quella di ascoltare e leggere
con attenzione e concentrazione, che Lynch
ci ha chiesto di salvaguardare in noi e nei
nostri figli. «Chi ha conosciuto il mondo
senza internet ha il dovere di tenere desta
in tutti la capacità di un giudizio libero, di
trattenere il buono e giudicare ciò che non
lo è».
Entusiasti dell’incontro con l’autore del
Profumo dei limoni anche i ragazzi del
Liceo Pio XII che lo hanno incontrato la
mattina successiva e a cui con un simpatico
gioco di gomitoli colorati ha spiegato come
funzionano le connessioni del cervello
umano e come è possibile quindi studiare
meglio e in meno tempo. La ricetta è
semplice: leggere ad alta voce prendendo
appunti è l’attività che crea più connessioni
tra il testo e il nostro cervello attraverso i
nostri sensi. Sensi dimezzati nell’uso delle
nuove tecnologie: «Tatto, olfatto, e gusto
mancano completamente nei rapporti
virtuali. Tre quinti della realtà rimangono
fuori dal moderno modo di comunicare.
Come, dunque, la tecnologia può servire la
vita dell’uomo, può permettergli di vivere
meglio, senza togliergli qualcosa?».
ANNA BENETTI
Sabato, 17 novembre 2012 31
Notizie in breve
■ Sondrio
Un bando per i giovani
e l’incontro fra generazioni
S
cade il prossimo 30 novembre il
Bando speciale di Fondazione Pro
Valtellina e Fondazione Gruppo
Credito Valtellinese interamente
dedicato alle nuove generazioni. Un
budget di 100 mila euro a sostenere
le idee dei più giovani, riconoscere
e sviluppare le loro potenzialità,
renderli protagonisti nella crescita
della società. Obiettivo principale:
favorire un rapporto migliore tra
giovani e territorio e aiutare l’incontro
tra generazioni diverse. Al centro
delle iniziative quindi l’incontro tra
nuove tecnologie e vecchi mestieri
per sviluppare attività di formazione
e aumentare la possibilità di sbocchi
professionali. Fondamentale sarà
l’incentivazione alla partecipazione
attiva dei ragazzi anche tramite la
costituzione di associazioni giovanili
e le attività di volontariato. Un bando
sperimentale che Fondazione Pro
Valtellina e Fondazione Gruppo Credito
Valtellinese promuovono nell’ambito
della loro tradizionale collaborazione.
I progetti dovranno sviluppare l’impatto
collettivo, nuova modalità di operare in
cui fondazioni, non profit, enti pubblici
e imprese collaborano per realizzare
obiettivi importanti che, in questo
caso, mettano al centro i giovani e
la loro creatività nell’accrescere il
benessere della comunità. «Invitiamo
le organizzazioni del territorio –
ha commentato Marco Dell’Acqua,
presidente della Fondazione Pro
Valtellina – a presentare progetti che
diano spazio e opportunità al futuro
e alle nuove generazioni. Sappiamo
che la voglia di fare non manca alle
giovani generazioni del nostro territorio
che hanno però bisogno di concrete
opportunità. Se questa nostra idea
funzionerà raggiungeremo due obiettivi:
dare speranza ai giovani impegnati
in ambito culturale, ambientale e
sociale che oggi guardano al futuro con
apprensione e, al contempo, contribuire
all’incontro tra generazioni diverse e
tecnologie nuove».
In Provincia di Sondrio si spende l’1% in meno rispetto alla media lombarda
Carrello della spesa:
l’inflazione è contenuta
L’
inflazione persiste, nonostante
la crisi, con ritmi di crescita dei
prezzi al consumo nell’ordine
del 3%, ma la provincia di
Sondrio, tra il 2011 e il 2012, ha potuto
beneficiare di un rallentamento della
dinamica con un aumento dei prezzi
alimentari contenuto entro l’1,2%.
Addirittura, tra il gennaio e il luglio di
quest’anno, il costo del carrello ha avuto
un calo dello 0,2% rispetto al semestre
precedente. La differenza con il resto del
Paese si manifesta in maniera ancora
più evidente se si considera un periodo
più ampio, dall’inizio dell’attività di
rilevazione, nel gennaio 2010, ad oggi:
l’aumento dei prezzi è stato pari al 4,6% in
Italia, al 4,3% in Lombardia e solo al 2,6%
a Sondrio.
Sono dati confortanti quelli che emergono
dalla sesta rilevazione dei prezzi al
consumo effettuata da Ref Ricerche, per
conto della Camera di Commercio, in
collaborazione con Unione del commercio
del turismo e dei servizi della provincia
di Sondrio e con Confartigianato Imprese
Sondrio. Più in generale, le famiglie
sondriesi pagano circa l’1% in meno
rispetto al resto della Lombardia per il
carrello della spesa e, sul fronte del costo
dei servizi, Sondrio, pur in presenza
di aumenti, rimane una delle città più
virtuose.
Il monitoraggio semestrale, condotto
nel luglio scorso in 37 punti vendita
di Sondrio e dintorni tra ipermercati,
supermercati, hard discount, dettaglio
alimentare, panetterie e macellerie,
ha riguardato 23 prodotti di acquisto
frequente, venti alimentari e tre per
la cura della casa e della persona, che
rappresentano il 45% della spesa per
beni di largo consumo confezionato.
Complessivamente sono state raccolte
1200 quotazioni di prezzo. Circa la
metà dei prodotti del paniere presenta
a Sondrio prezzi inferiori rispetto alla
media lombarda, e tra questi vi sono
prodotti di primissima necessità quali
pane, acqua minerale, olio, pasta e diversi
prodotti freschi. A Milano, la città più cara
della Lombardia, si spende l’8,8% in più
rispetto a Sondrio, a Lodi il 3,7% in meno.
Per quanto riguarda i prodotti tipici, un
parametro introdotto l’anno scorso nelle
rilevazioni, tra 2011 e 2012 sono aumentati
i Pizzoccheri dell’8,5%, la polenta
(prodotto di gastronomia) del 3,7%, e,
in misura minore, gli altri prodotti del
paniere. Confrontando i dati di luglio 2011
e luglio 2012, l’aggravio del costo della
spesa è pari a circa 25 euro l’anno per le
famiglie di Sondrio, contro i 57 per quelle
lombarde e i 53 euro della media italiana.
Sul fronte delle rilevazioni nel settore dei
servizi sono stati visitati 64 punti vendita
tra pizzerie, bar, lavaggi auto, gommisti,
estetisti, parrucchieri e lavanderie, per
raccogliere circa 300 quotazioni di prezzo.
Per questi servizi una famiglia spende
mediamente 1600 euro all’anno. A Sondrio
aperitivi, bevande, brioche, toast e panini
al bar costano leggermente meno rispetto
alla media lombarda, nonostante le
consumazioni al bar siano in generale più
care dello 0,7%. Nell’ultimo anni i prezzi
sono aumentati meno a Sondrio che nel
resto della regione. Discorso inverso per la
pizza: un pasto in pizzeria a Sondrio costa
mediamente 8,26 euro contro i 9,05 della
Lombardia, ma nell’ultimo anno il prezzo
da noi è aumentato in misura maggiore.
I servizi alla persona forniti da estetisti
e parrucchieri sono più convenienti
a Sondrio, e in generale i livelli dei
prezzi sono migliori rispetto alla media
lombarda: a Varese, la più cara, costano
il 13,3% in più. Rimane più economico
far riparare l’auto a Sondrio, mentre per
il lavaggio risultano più economiche
altre province: i prezzi dei due servizi, tra
luglio 2011 e luglio 2012, da noi calano
lievemente, mentre aumentano nel resto
della Lombardia.
Oltrepassando i confini regionali, risulta
interessante il confronto con i capoluoghi
di altre province alpine, come Aosta,
Belluno, Bolzano, Trento e Verbano Cusio
Ossola, sul paniere alimentare. Per il
carrello della spesa, Sondrio si posiziona
quale terza meno cara su sei, con un costo
del 2,6% inferiore alla media.
Bassa Valle
32 Sabato, 17 novembre 2012
L’iniziativa. La catechesi degli adulti, ad ottobre, si è focalizzata sulle figure
di quattro santi e sugli aspetti storici ed artistici delle quattro chiese a loro dedicate.
Ardenno, tra chiese e santi
N
el mese di ottobre
ad Ardenno gli
appuntamenti
settimanali di
catechesi degli adulti hanno
assunto una curvatura
particolare, focalizzandosi sulle
figure di quattro santi e sugli
aspetti storici ed artistici delle
quattro chiese a loro dedicate.
Religione e cultura, si dirà.
Mettiamo il giusto accento
sulla cosa: religione è cultura
(ovviamente, non solo e non
innanzitutto cultura). Le serate
hanno, fra l’altro, evidenziato
i profondi legami storici fra
Ardenno e la Diocesi di Como.
Si tratta, infatti, di una delle
chiese plebane che, all’approdo
del secondo millennio, ha
organizzato la prima geografia
della fede in Valtellina e
Valchiavenna. Significativa la
ricorrenza dei santi di queste
chiese: tre volte San Lorenzo
(Chiavenna, Ardenno, Villa
di Tirano), tre volte S. Pietro
(Samolaco, Berbenno, Teglio),
due volte i Santi Gervasio e
Protasio (Sondrio e Bormio),
due volte Santo Stefano
(l’antica Olonio e Mazzo di
Valtellina).
L’ingresso di Ardenno nella
storia documentata è poco
più che millenario: in un
documento del 1010 si legge
delle 110 forme di cacio che,
con Berbenno, doveva versare
alla mensa dell’abbazia di
Sant’Abbondio in Como. La
pieve ardennese si estendeva
dal borgo fino a Morbegno ed
allo sbocco della Val Gerola,
Bema e Sacco compresi. Il
legame con Como risalta anche
dal sintetico schizzo che, sul
finire degli anni trenta del
Seicento, don Giovanni Tuana,
nel De rebus Vallistellinae
(edito nel 1998 dalla Società
Storica Valtellinese, a cura di
Tarcisio Salice, con traduzione
dal latino di don Abramo Levi)
traccia del paese: «La terra
di Ardenno è nobile et ha
alcune famiglie nobilissime
ed ricchissime. È situato nel
piano alle radici del monte, tra
giardini et vigne, circondato da
Le serate hanno evidenziato
i profondi legami storici fra Ardenno
e la Diocesi di Como. Si tratta, infatti,
di una delle chiese plebane che,
all’approdo del secondo millennio,
organizzano la prima geografia della
fede in Valtellina e Valchiavenna.
mezzogiorno et mattina d’ampia
pianura, se bene puoco utile;
verso sera da campi fertilissimi
d’ogni sorte di grano. Altre volte
questa terra era cinta di muraglie
con due torri, delle quali si
vedono ancora li vestigij, cinto da
muraglie vecchie con una torre
minata; qual luoco essendo fatto
paludoso et di puoco profitto,
questo è dalli vescovi di Como
designato a scuter l’entrate della
maggior parte della Valtellina. Del
monte a mezzo vi sono li vestigij
del castello di S. Lucio con una
chiesa dedicata all’isteso santo,
qual luoco è delli medemi vescovi
di Como».
A quell’epoca già era tramontato,
a favore di Morbegno e Traona, a
capo delle due relative squadre,
l’antico primato di Ardenno nel
Terziere Inferiore di Valtellina,
primato legato alla sua posizione
nodale nel sistema di transito in
valle: qui convergevano, infatti, la
tanto discussa via di fondovalle,
la Valeriana, e la più frequentata
strada di mezza costa, che da
Dubino, passando per Cino,
Cercino, Mello, Dazio, Caspano e
Bedoglio, si affacciava alla bassa
Val Masino, scavalcava il torrente e
si portava alle contrade ardennesi
della Pioda e di Piazzalunga;
nella piana ardennese, poi, si
trovava l’importante traghetto
di San Gregorio, sul fiume
Adda. Anche sul versante
dell’arte il legame con Como
è sorprendente: la bellissima
(una delle più pregevoli del
cinquecento lombardo) ancona
lignea dedicata a San Lorenzo
(nella foto in alto), scolpita
da Giovan Angelo del Majno,
che coronò la ristrutturazione
della chiesa plebana dopo la
disastrosa alluvione del 9 giugno
1538, richiama, nell’architettura,
la superba ancora lignea di
Sant’Abbondio nel Duomo di
Como, del medesimo artista. Ed a
Sant’Abbondio è anche dedicata la
chiesetta di Piazzalunga (nella foto
in centro), nucleo posto su uno
splendido terrazzo panoramico
sopra Ardenno, nei secoli passati
più popolato del centro di
Ardenno (il Ninguarda, nel 1589,
vi rileva 60 fuochi, a fronte dei
40 del centro). A Piazzalunga
è legato anche il nucleo di San
Lucio (particolare interessante:
la chiesetta, di probabile origine
cinquecentesca, è dedicata a San
Lucio primo vescovo di Coira).
Poco ad est di San Lucio è posta
la chiesetta di Sant’Antonio abate
(nella foto in basso), amatissimo
dalla devozione popolare, anche
perché legato alla protezione della
salute degli animali, non meno
importante, nella tradizionale
società contadina, di quella dei
cristiani.
Risalendo il versante a monte
di San Lucio, oltre le contrade
di Gaggio e San Giuseppe, ecco,
infine, San Rocco, borgo immerso
nel cuore di una selva di castagni,
e la memoria va al triste primo
Seicento, ai tempi oscuri segnati
dall’infierire dei contrasti religiosi,
delle guerre per l’egemonia sulla
Valtellina e, soprattutto, della
peste, il male per eccellenza, il
più temuto. La sola epidemia del
1629-31 (con una nuova fiammata
nel 1635), la peste magistralmente
descritta dal Manzoni, per
intenderci, falcidiò paurosamente
la popolazione dei tre Terzieri di
Valtellina e delle due contee di
Chiavenna e Bormio, riducendola,
secondo alcuni calcoli, basati sui
resoconti della visita pastorale
del vescovo Carafino, a meno
della metà. Di qui l’aggrapparsi
a quel santo cui, probabilmente,
è dedicato il maggior numero
di edifici sacri nella provincia di
Sondrio.
Gli incontri sono stati anche
l’occasione per rivisitare,
attraverso la figura di questi
quattro santi, altrettanti momenti
della storia della chiesa: dall’età
delle persecuzioni più crudeli
(di cui è vittima San Lorenzo) a
quella del primo rilassarsi dei
costumi (cui reagisce l’ascetismo
estremo di Sant’Antonio) e
della definizione della fede
contro le eresie (con contributo
importante di Sant’Abbondio),
fino ad approdare alle luci ed alle
ombre del tardo Medio-Evo (qui
si colloca la figura storicamente
incerta di San Rocco).
a cura
di MASSIMO DEI CAS
Morbegno. L’esposizione, inaugurata venerdì 16 novembre, sarà aperta fino al 7 dicembre
In mostra Donegani, progettista dell’impossibile
V
enerdì 16 novembre, alle ore 17, verrà inaugurata a Morbegno, presso la
filiale della Banca Popolare di Sondrio in Piazza caduti della Libertà, la
mostra documentaria Carlo Donegani: una
via da seguire. Genio e tecnica nelle strade alpine, frutto della collaborazione fra la Bps e
il Liceo Scientifico “Carlo Donegani” di Sondrio. Si tratta della quinta tappa di un percorso espositivo iniziato nel 2011, che vuole
riproporre all’attenzione del vasto pubblico
la figura e l’opera di Carlo Donegani (17751845), a cui sono intitolati il Liceo Scientifico
di Sondrio e il Museo storico della Bps, al Passo dello Stelvio, che dedica un’area alla progettazione dell’ardita carrozzabile.
Ingegnere dalle indiscusse competenze tecniche, da alcuni definito “progettista dell’impossibile”, in pochissimi anni Carlo Donegani
progettò e realizzò opere di vitale importanza
per la storia della Valtellina e della Valchiavenna, aprendo nuove strade, come quelle
dello Spluga e dello Stelvio, e attuando significativi interventi su altri tracciati, tra cui
la Tirano-Bormio e la Lecco-Colico. Tutte le
opere furono realizzate nel periodo successivo al Congresso di Vienna e costituiscono un
ottimo esempio del pragmatismo austriaco.
Nella mostra, corredata opportunamente da
un ricco apparato didascalico, sono proposti disegni che attestano la complessa opera
di Carlo Donegani e dei suoi collaboratori, in
diversi contesti. Le tavole illustrano sia interventi di razionalizzazione di tratti di strada già
esistenti, sia ingegnose soluzioni tecniche per
i nuovi, difficili tracciati: arditi tornanti, ponti,
gallerie, paravalanghe. In tutte le tavole si può
ammirare l’elevata qualità di esecuzione dei
disegni, talvolta acquerellati, pregevoli anche
dal punto divista estetico.
Completa l’esposizione la copia della pergamena di Ferdinando I Imperatore d’Austria,
che assegna il titolo della Corona Ferrea a
Carlo Donegani, prezioso dono dei Signori
Betta e Pietro Sertoli. Il patrimonio documentario è stato acquisito dall’Istituto sondriese
nel 1998, con il contributo della Fondazione
Cariplo, della Provincia di Sondrio e del Ministero della pubblica Istruzione, ed è in parte
presentato nel volume Carlo Donegani: una
via da seguire (ed. Liceo, 2001); presso il Liceo
è istituito il Centro Documentazione Donegani, con uno spazio dedicato, aperto al pubblico: obiettivo della scuola è infatti conservare
e valorizzare questi documenti storici con attività di studio e ricerca condotte in collaborazione con Enti, Archivi, Università e Ordini
professionali. La mostra Carlo Donegani: una
via da seguire. Genio e tecnica nelle strade alpine rappresenta un significativo esempio di
collaborazione e condivisione: un risultato ed
un impegno.
La mostra itinerante farà tappa a Morbegno
dal 16 novembre al 7 dicembre, dalle ore 8.10
alle ore 12.30 e dalle ore 14.15 alle ore 16.15.
L’ingresso è libero.
Sondrio Cronaca
A
un secolo
di sanatori
in valtellina
partire dalla seconda metà dell’Ottocento
e fino all’avvento dell’antibioticoterapia,
il ricovero in sanatorio ha rappresentato
l’unica reale speranza di guarigione per i malati
di tubercolosi. Il riposo assoluto, la salubrità del
clima e un’alimentazione adeguata, rinforzando
l’organismo dei pazienti ricoverati, consentivano
un efficace contrasto allo sviluppo dell’infezione.
In Italia, i primi sanatori sorsero in Valtellina
al principio del secolo scorso, diffondendosi
rapidamente al resto del territorio nazionale.
In particolare, un punto di riferimento per
la cura della tubercolosi nel nostro paese è
rappresentato, ancora oggi, dall’Ospedale di
Sabato, 17 novembre 2012 33
Sondalo, il più grande sanatorio europeo,
conosciuto all’epoca come Villaggio Sanatoriale
“Eugenio Morelli”. Il recente incremento delle
notifiche di tubercolosi nel nostro paese e la
diffusione di forme antibiotico-resistenti ha
costituito lo spunto per la realizzazione di una
mostra che portasse a riflettere sull’evoluzione
storica del trattamento di questa patologia in
età pre-antibiotica, focalizzandosi sul modello
assistenziale dei sanatori e, in modo particolare,
sulla storia dell’Ospedale di Sondalo.
Lunedì 12 novembre è stata così inaugurata
la mostra espositiva “Dal Mal Sottile alla
Tubercolosi resistente. Un secolo di Sanatori
in Valtellina”. La mostra, promossa dall’Azienda
Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna
e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e
realizzata in collaborazione con il Politecnico di
Milano, rimarrà aperta fino al 23 novembre presso
la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università
di Milano Bicocca, in via Cadore a Monza (Aula
Magna – edificio U8).
Nel simposio inaugurale dal titolo “L’evoluzione
della cura e dell’assistenza della tubercolosi
in Italia”, storici, architetti e clinici si sono
confrontati sull’evoluzione della cura e
dell’assistenza della tubercolosi in Italia e sulle
problematiche attuali della malattia.
La scorsa domenica
Tirano in festa
per San Martino
L
a comunità di Tirano, la scorsa «Come cartelli che puntano
domenica 11 novembre, ha
a Dio e suggeriscono
festeggiato il suo patrono,
la strada da seguire, così
San Martino da Tours.
Come cartelli che puntano a Dio e
i santi rappresentano
suggeriscono la strada da seguire,
dei modelli di vita per
così i santi rappresentano dei modelli
di vita per la quotidianità di ciascuno. la quotidianità di ciascuno».
Festeggiarli vuol dire innanzitutto
ricordare il loro esempio.
Ausiliatrice, presenti da centoquattordici anni a Tirano,
«San Martino – ha affermato il parroco, don Remo
come esempio di chi si è lasciato convincere dall’Amore
Orsini, durante l’omelia della Santa Messa delle 10.30
di Dio. Trentatrè delle numerose consacrate originarie
– ha lasciato che tutta la sua vita fosse coinvolta dal
del posto o che vi hanno trascorso alcuni anni di
Signore, si è consumato totalmente per Lui. Ha iniziato
servizio, hanno accettato l’invito di raggiungere Tirano
con poco: ha donato una parte del proprio mantello
per festeggiare insieme il patrono. Durante il pranzo in
ad un viandante infreddolito. è un nulla in confronto
Oratorio hanno potuto incontrare di nuovo quei volti
al tutto donato dalla vedova del Vangelo di Marco (Mc
di giovani, coppie e famiglie con cui hanno trascorso
12,38-44), ma è l’inizio di una vita donata totalmente al
una parte del loro cammino. «Il Signore ha messo in
Signore». Con quel piccolo gesto San Martino ha dato
cuore all’uomo cinque leggi – ha commentato una di
una sterzata alla sua vita. «Che questo valga anche per
loro – : scegliere la vita e non la morte, scegliere se stessi
noi – ha aggiunto – perchè non esistano nella nostra
così come si è, scegliere di diventare se stessi, scegliere
vita zone di riserva. è una responsabilità che ci siamo
l’amore, scegliere di donarsi. Questa è l’esperienza che
presi con il Battesimo, ma spesso manca il coraggio
abbiamo vissuto a Tirano, nel catechismo, in oratorio,
di rinnovarci in questa scelta. Fiutiamo la fatica e ci
a scuola, nel doposcuola, nei campi estivi. Questa
teniamo a distanza dall’Eucarestia. Per incoraggiarci
comunità ha una forte dedizione alla missione: ha
a fare il passo, Gesù si è donato per noi. Lasciamoci
dato tante vocazioni missionarie e ne appoggia molte.
prendere da Lui, come ha fatto San Martino».
Vi auguriamo che questo continui non solo per altri
Don Remo ha portato le suore Figlie di Maria
centoquattordici anni ma per l’eternità».
A Tirano lievitano
panettoni d’autore
“L
ievitando, panettoni d’autore” è
una manifestazione all’insegna del
panettone seguita, domenica 11
novembre, dai tiranesi e dai curiosi provenienti
dalle zone vicine. A Palazzo Foppoli, alle 10.00
si sono aperte le danze con la degustazione e la
vendita dei dolci natalizi artigianali. L’esplosione
di sapori è continuata fino alle 17.30, quando i
Erano presenti anche i sacerdoti missionari che hanno
intrecciato le loro vite con Tirano, attraverso i messaggi
che hanno inviato a don Remo nei giorni precedenti:
parole di preghiera e di ricordo del Vescovo Luciano
Capelli dalle Isole Solomon, di don Stefano Mazza dalla
Bolivia, di don Mario Robustellini dall’Etiopia, di don
Roberto Seregni dai suoi studi a Salamanca. Era invece
presente fisicamente don Luciano Tenni, missionario
salesiano in Venezuela, che durante la settimana
precedente ha raccontato la sua esperienza in America
Latina. Hanno potuto partecipare alla festa anche i
sacerdoti impegnati nella gestione del Santuario della
Madonna di Tirano.
I festeggiamenti, in verità, sono iniziati venerdì 9
novembre, quando alle 21.00 nella chiesa parrocchiale
il maestro Ennio Cominetti ha tenuto un concerto.
L’organo Serassi ha deliziato la serata con sette brani di
compositori dal VI al XIX secolo.
LUCIA SCALCO
dolci sono stati abbinati ai vini valtellinesi
delle Aziende Vinicole Bettini, dell’Enoteca
della Valle, della Mamete Prevostini. Durante
la giornata è intervenuta l’Accademia
Professione Bianca, organizzatrice dell’evento,
con riflessioni ed approfondimenti sui segreti
della produzione del panettone. L’Accademia
è un’associazione di artigiani, pasticceri e
panettieri valtellinesi, nata nel 2008 dalla
convinzione che la riuscita professionale
sia frutto di impegno, confronto, dialogo
ed unione. L’evento è stato patrocinato dal
Comune di Tirano. (Lu. S.)
Mercati esteri
per il turismo
L’annuale Incontro Diocesano delle
Confraternite non si è svolto, come
inizialmente previsto – ed indicato
nello scorso numero de “Il Settimanale”
– la scorsa domenica 11 novembre.
L’appuntamento al Santuario della Madonna
di Tirano è per domenica 18 novembre.
Alle ore 9.45 ci sarà l’accoglienza dei
confratelli e quindi l’inizio delle attività.
Sondrio
Sabato 17 uno spettacolo
promosso da Anffas
R
egione Lombardia, con la Direzione generale “Commercio,
Turismo e Servizi” e con il supporto di Promos e delle
Camere di Commercio di Sondrio e di Brescia, ha
organizzato la scorsa settimana un educational riservato a tour
operator tedeschi e olandesi dedicato in particolare al segmento
terme e relax. Un’occasione
Commercio di Sondrio, Marco
per mostrare agli intermediari
Bonat, che hanno presentato
del turismo di due importanti
le peculiarità turistiche della
mercati la peculiare offerta
Lombardia e della provincia di
in un settore, quello del
Sondrio, rivolgendo il saluto
benessere, in grande ascesa
di benvenuto ai tour operator,
a Bormio, Livigno ed ai
al termine degli incontri che
Bagni di Masino. Il tour si è
questi ultimi hanno avuto
concluso giovedì 8 novembre
con alcuni albergatori della
al Relais Bagni di Masino,
provincia.
alla presenza del dirigente
«Ci auguriamo che i contatti
della Struttura “Promozione
avviati oggi si possano
e organizzazione turistica”
trasformare in prenotazioni
di Regione Lombardia, Enzo
– ha commentato al termine
Galbiati, e del segretario
della giornata Galbiati –,
generale della Camera di
Errata corrige
certamente non è scontato,
ma crediamo che l’incontro tra
domanda e offerta rappresenti
una grande opportunità per
il settore, soprattutto quando
contemporaneamente si
possono mostrare le bellezze e
i servizi che il territorio offre».
«Gli incontri che si sono tenuti
ai Bagni di Masino e la presa di
conoscenza delle strutture dei
Bagni e delle Terme di Bormio,
oltreché dell’Acqua Granda a
Livigno – ha spiegato Bonat
– sono stati giudicati molto
positivamente da parte degli
operatori stranieri. Operatori
che provengono da mercati che
già a giugno avevamo visitato,
in occasione della missione ad
Amsterdam organizzata con
Valtellina Turismo».
L’iniziativa con Regione
Lombardia, fa seguito a quella
tenutasi, sempre settimana
scorsa, a Berlino, dove alcuni
operatori della provincia di
Sondrio hanno partecipato ad
una missione, sostenuta dalla
Camera di Commercio.
Anffas onlus Sondrio invita ad uno
spettacolo teatrale, presso il Teatro
San Rocco di Sondrio, previsto per
sabato 17 novembre, alle ore 21, con
ingresso libero. La Compagnia Teatrale
“Amici Anziani di Talamona” metterà in
scena la commedia dialettale “Sveglias
in Paradiis”, regia di Cesare Ciaponi,
liberamente tratta dalle commedie di
Camillo Vittici “Ci sono cascato come
un pollo” e “Svegliarsi in Paradiso”.
La commedia si svolge in una casa di
riposo: una ragazza russa vorrebbe
sposare un vecchietto per legalizzare la
sua posizione in Italia, ma le sorprese
sono sempre in agguato.
Eventuali offerte saranno destinate
al sostegno del Centro di consulenza
psico-educativa per bambini affetti da
autismo che ha sede nella ex scuola di
Mossini, esperienza unica in provincia
di Sondrio.
Lettere e Rubriche
Sabato, 17 novembre 2012 35
❚❚ Lettere al direttore [email protected]
Comunità pastorali: il confronto continua
C
arissimo don Angelo Riva,
ho letto il tuo editoriale, sul numero 41
de “il Settimanale”, con il quale sproni noi
laici a superare gli ostacoli che nelle nostre parrocchie incontriamo, nell’accogliere i cambiamenti che la Chiesa per necessità è chiamata a
fare. L’immagine del purosangue che accetta
la sfida che l’ostacolo propone, chiamandolo a
saltare per andare oltre, verso nuovi orizzonti,
contrapposta al ronzino che impaurito si arrende, chiarisce l’atteggiamento che ogni cristiano
dovrebbe avere in forza e in ragione della propria Fede. Purtroppo la parzialità dell’insieme
a cui si rivolgono la tue riflessione mi lascia insoddisfatto, per questo desidero far rilevare ciò
che sento taciuto e che trovo spesso condiviso.
Sembra frequente l’orientamento a responsabilizzare pubblicamente i laici davanti alle nuove prospettive, piuttosto che richiamare ad
una nuova evangelizzazione i pastori che nella Chiesa dovrebbero allevare i “purosangue”.
Alle pubbliche sollecitazioni fatte ai laici non
dovrebbe mancare una aperta esortazione fatta ai sacerdoti, a essere loro i primi a compiere
quel salto capace di portarli fuori dal recinto.
Troppo spesso constatiamo nelle parrocchie
e all’interno dei consigli pastorali posti occupati da “ronzini”, scelti da parroci poco coraggiosi nell’avvicinare “purosangue” alla propria
“scuderia”, perché scomodi e difficili da gestire.
Meglio lasciarli correre al di là del sagrato, dove non possono fare danni, preferendo di buon
grado mantenere ronzini più mansueti. C’è da
domandarsi quante risorse vengono perse, anche pesando lo sforzo che la diocesi produce nel
proporre formazione… Alla figura di un prete
chiamato alla flessibilità ed al lavoro interinale,
mi auguro si possa aggiungere anche l’aggettivo
precario, così che un sacerdote, portatore del
volto di Cristo, possa essere testimone autentico di un Vangelo non solo annunciato ma vissuto. Quando nelle nostre case può diventare
drammatico giungere alla fine del mese, quanto
sostegno potrebbero trovare, le nostre famiglie,
in chi testimonia concretamente una speranza,
condivisa nella Fede, nella quale la Provvidenza
può ancora essere colta…
Lettera firmata
C
arissimo Lettore,
hai pienamente ragione quando affermi
che non solo i laici, ma a volte proprio i
preti sono quelli che, nei cambiamenti pastorali
in atto, vedono solo ostacoli e mai trampolini. è
chiaro che quella “conversione missionaria della
pastorale”, alla quale ripetutamente ci esortano i
nostri Vescovi, deve riguardare proprio tutti, nel
popolo di Dio, nessuno escluso. Quindi continuiamo a lavorare, a sostenerci, a incoraggiarci e a
correggerci fraternamente in questa direzione. E,
proprio in questa linea, ti direi di non generalizzare (al di là di quella che, probabilmente, è la
tua esperienza) nel classificare come “baciapile”
quelli che, di fatto, collaborano più da vicino con
i parroci, nei consigli pastorali o nelle “comunità apostoliche”. A me risulta che ci sia una sacco
di brava gente, per niente priva di schiettezza o
senso critico.
E
gregio mons.Angelo Riva
ho letto con interesse il suo articolo inerente la comunità pastorale che cambia
e poi le lettere pubblicate di commento. Vorrei anch’io fare alcune cosiderazioni: arguta la
metafora sui vari equini,comprensibili le divergenze, legittime, anzi auspicabili in una chiesa
viva, segno che il vento soffia ancora. Alla fine
del discorso però, penso che si debba arrivare
ad una sintesi, perchè è vero che diversi sono
i carismi, ma per il bene comune uno solo è lo
Spirito, quindi ciò che conta alla fine è riuscire
a lavorare bene insieme. Questa, a mio avviso,
è la reale difficoltà, ma che non è poi insuperabile. Infatti, proprio a questo proposito, vorrei portare come testimonianza gli incontri del
“cammino di formazione vicariale 2012” che si
sono svolti a Tremezzo, così come nel resto della diocesi. Vi ho partecipato con entusiasmo,
perchè mi hanno permesso di capire cosa sta
avvenendo di nuovo nelle parrocchie, ed ho
anche imparato che per la chiarezza del dialogo occorre avere un linguaggio comune. Non è
stato un”convenire” formale, una tradizionale
riunione di laici richiamati al dovere dalla gerarchia ecclesiastica, ho trovato invece, da parte di
tutti i partecipanti, il desiderio sincero di lavorare con impegno in quel “laboratorio” di ricerca
per un progetto nuovo di parrocchia. Detto in
altre parole credo che si possa definire come
un aver semplicemente accolto un invito che
il Vescovo ci ha rivolto: fare formazione; fin dagli inizi del suo mandato ci ha sempre esortato
ad essere “attrezzati”, prima di intraprendere il
non facile cammino della pastorale. Detto que-
G
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della Diocesi Soc. Coop. a r.l.
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conto corrente postale
C
arissimo,
secondo me la questione l’hai presa proprio dalla parte giusta. Continua. Poi, però, i problemi reali suscitati da una fase di cambiamento non sono bruscoline, e vanno ascoltati
attentamente. Specie quando vengono sollevati a
partire da un amore sincero per la Chiesa, e non
dall’azzeramento della fede nello Spirito che, comunque, la guida.
R
ev. mons. Riva,
sono un ronzino, dall’antico tedesco
“Runzin”, cattivo cavallo adatto solo a portare bagagli; un ronzino con angosce, come Lei
dice nel suo editoriale del 3 novembre scorso
che ho letto e riletto e meditato. Ero un puledro,
ma è difficile restare nella specie, nell’ ambito
della nostra Chiesa locale. Geloni al cuore, sì
ne ho avuti e ne ho, nel vedere una casa parrocchiale chiusa, costruita dai nostri padri con
“aere et sudore pauperum”, ora a disposizione
di furti e vandalismi, mentre migliaia di famiglie
lottano per un tetto. Geloni al cuore nel vedere
due parrocchie prima faticosamente unite, poi
ben funzionanti e alla fine, senza motivazioni,
senza spiegazioni, ancora scisse, forse per scelte
politico-ideologiche, e destinate diversamente.
Sono un ronzino ridotto a tale specie dopo aver
constatato che è difficile restare puledri quando
non si è mai ascoltati, quando si vedono calare
decisioni dall’alto senza conoscenze, senza contraddittori, senza rapporti con il popolo di Dio:
la speranza svanisce e resta l’angoscia. Geloni
al cuore, quando non si vedono più sacerdoti a benedire le case, anzi le famiglie, a portare
personalmente l’Eucaristia e una parola buona agli ammalati, a recitare il rosario di fronte
a una salma, a recarsi nell’abitazione del deceduto e da lì avviarsi alla Chiesa, ma come si fa
a restare puledri? Come si fa a restare puledri
quando non si vede più il Vescovo almeno ogni
cinque anni in visita pastorale, ma magari lo si
vede all’inizio di una ricorrenza festosa, a di-
re al popolo che si porta via il parroco per forti
necessità organizzative. Come si fa a dare a un
solo parroco cinque paesi montani, e vedere un
sacco di sacerdoti destinati a incarichi curiali?...
Don Angelo, concordo con chi dice che oltre ai
puledri e ai ronzini esistono ancora meravigliosi
e splendidi cavalli da soma che andrebbero presi d’esempio e additati ai cavallini in gestazione come lumi; e che la storia di una parrocchia
non si può cancellare dalla sera alla mattina:
prudenza e ponderazione ci vogliono! Cavalli da soma umili, preparati per il loro grande
Ministero, che andrebbero valorizzati, ma che
vivono purtroppo nelle loro modeste e nascoste
stalle in silenzio.
Cordialmente
Lettera firmata
C
arissimo Lettore,
una lettera piena di saggezza e tanti spunti su cui meditare. Io però un pizzico di
speranza in più ce la metterei dentro. E anche
di fiducia in coloro che hanno il dovere grave di
prendere decisioni dolorose, spesso a malincuore, e mai – glielo garantisco – “calandole dall’alto”. A proposito: quel rimprovero al Vescovo che
viene a portarci via il parroco e poi non si fa più
vedere, mi scusi, ma è veramente ingeneroso.
Mons. Coletti proprio non se lo merita. Se Lei
potesse vedere più da vicino la fatica immane
di una visita pastorale, o cosa significa, per il
cuore di un Vescovo, non poter dare pane fresco
e fragrante ai figli che te lo chiedono, stia sicuro,
cambierebbe parere.
Lettere
al direttore
posta Viale Cesare Battisti,8 22100 Como
fax
031.3109325
mail
[email protected]
✎ parola di vita | Chiara Lubich
Novembre 2012:
“Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e
noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui”.(Gv 14,23)
esù sta rivolgendo agli
apostoli i suoi grandi ed
intensi discorsi di addio,e
li assicura, fra il resto,che essi lo
avrebbero visto di nuovo, perché
egli si sarebbe manifestato a
coloro che lo amano. Giuda,
non l’Iscariota, gli domanda
allora come mai egli si sarebbe
manifestato a loro e non in
pubblico. Il discepolo desiderava
una grande manifestazione
esterna di Gesù che avrebbe
potuto cambiare la storia e
sarebbe stata più utile, secondo
lui, alla salvezza del mondo. Gli
apostoli, infatti, pensavano che
Gesù fosse il profeta tanto atteso
degli ultimi tempi, il quale avrebbe
fatto la sua comparsa rivelandosi
al cospetto di tutti come il Re
d’Israele e , mettendosi alla
testa del popolo di Dio, avrebbe
instaurato definitivamente il
Regno del Signore.Gesù risponde
sto allora mi risulta semplice il pensare che il
rinnovamento in atto non sia dettato altro che
dal bisogno di una maggiore fedeltà al vangelo,
punto e basta…Quindi, per servire in comunione la comunità che cambia, dobbiamo anche
noi stessi “convertirci”, rinunciando a pre-porre
il nostro ego…Cordiali saluti.
Claudio Introzzi (Lenno)
di
Se uno mi ama, osserverà la mia parola
invece che la sua manifestazione
non sarebbe avvenuta in modo
spettacolare ed esterno. Essa
sarebbe stata una semplice,
straordinaria “venuta” della
Trinità nel cuore del fedele,
che si attua là dove vi è fede ed
amore. Con questa risposta Gesù
precisa in quale modo egli rimarrà
presente in mezzo ai suoi dopo
la sua morte e spiega come sarà
possibile avere contatto con lui.
“Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e
noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui”.
La sua presenza dunque si può
realizzare fin d’ora nei cristiani
n. 20059226 intestato a:
Il Settimanale della Diocesi di Como
Redazione di Sondrio:
Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio
Telefono e Fax 0342-21.00.43
E-mail [email protected]
Stampa:
A.G.Bellavite s.r.l. Missaglia (Lc)
Registrazione Tribunale di Como
numero 24/76 del 23.12.1976
Pubblicità:
ed in mezzo alla comunità; non
occorre aspettare il futuro. Il
tempio che la accoglie non è tanto
quello fatto di muri, ma il cuore
stesso del cristiano, che diventa
così il nuovo tabernacolo, la viva
dimora della Trinità.
“Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e
noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui”.
Ma come può il cristiano arrivare
a tanto? Come porta in sé Dio
stesso? Quale la via per entrare in
questa profonda comunione con
lui?
E’ l’amore verso Gesù. Un amore
che non è mero sentimentalismo,
ma si traduce in vita concreta e,
precisamente, nell’osservare la
sua Parola. E’ a quest’amore del
cristiano, verificato dai fatti, che
Dio risponde col suo amore: la
Trinità viene ad abitare in lui.
“Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e
noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui”.
“….osserverà la mia parola”. E quali
sono le parole che il cristiano
è chiamato ad osservare? Nel
Vangelo di Giovanni, “le mie
parole” sono spesso sinonimo
di “i miei comandamenti”. Il
cristiano è dunque chiamato ad
osservare i comandamenti di
Direttore responsabile: Alberto Campoleoni
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Questo giornale è associato
alla FISC (Federazione
Italiana Settimanali
Cattolici) e all’USPI
Gesù. Essi però non vanno tanto
intesi come un catalogo di leggi.
Occorre piuttosto vederli tutti
sintetizzati in quello che Gesù ha
illustrato con la lavanda dei piedi:
il comandamento dell’amore
reciproco. Dio comanda ad ogni
cristiano di amare l’altro fino al
dono completo di sé, come Gesù
ha insegnato ed ha fatto.
“Se uno mi ama, osserverà la mia
parola e il Padre mio lo amerà e
noi verremo a lui e prenderemo
dimora presso di lui”.
E come allora vivere bene questa
Parola? Come arrivare al punto
in cui il Padre stesso ci amerà e la
Trinità prenderà dimora in noi?
Attuando con tutto il nostro cuore,
con radicalità e perseveranza
appunto l’amore reciproco fra noi.
In questo, principalmente, il
cristiano trova anche la via di
quella profonda ascetica cristiana
che il Crocifisso esige da lui. E’lì,
infatti, nell’amore reciproco, che
fioriscono nel suo cuore le varie
virtù ed è lì che può corrispondere
alla chiamata della propria
santificazione.
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