novembre 2012 - Diocesi di Como
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della diocesi di como 43 contiene inserto Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como Anno XXXVI - 17 novembre 2012 - € 1,20 Italia 4 Mondo Lampedusa: il peso della pietà Cina e Usa: la sfida del secolo U S na riflessione del parroco e del sindaco sui nuovi arrivi di migranti. i agitano gli scenari interni delle due principali potenze contemporanee. Como 6 QuandoAttivati! la vita incomincia troppo presto I nostri progetti Latte Materno: una preziosa risorsa Desideri sapere di più riguardo i nostri progetti e le nostre iniziative? Desideri avere informazioni su come associarti alla ProTIN o come partecipare all’organizzazione delle nostre attività? I Il latte materno rappresenta l’alimento migliore per ciascun neonato in particolar modo se nato pretermine. Ogni mamma ne produce con caratteristiche adeguate ai bisogni di nutrizione del suo bimbo. Il latte materno contiene, oltre che anticorpi grazie ai quali il bimbo è protetto da infezioni, importanti proteine che aiutano lo sviluppo neurologico. Inoltre il latte materno rappresenta un forte legame di unicità nella relazione madrebambino. Infatti la pratica della raccolta del latte e della nutrizione al seno favoriscono attivamente la maternità nella condizione in cui spesso le madri possono avvertire un forte senso di impotenza. ProTIN intende promuovere l’allattamento al seno e la pratica della raccolta del latte informando sulla loro importanza, sulle preziose qualità del latte e indicando le strutture di Banca del Latte presenti sul territorio. l 17 novembre la Giornata del Bam... contattaci bino Prematuro. www.protin.it La realtà di ProTIN. [email protected] 29 C Insieme ai genitori omune e Asl propongono un progetto per affrontare le ludopatie. per i bambini della TIN ... sostieni ProTin Il personale della T.I.N. dispone di un adeguato supporto tecnico e farmacologico per garantire la sopravvivenza dei neonati ma la partecipazione dei genitori è di essenziale importanza. Infatti molti studi dimostrano che il contatto fisico tra genitori e neonati è fondamentale per favorire il processo di attaccamento, per garantire un’armonioso sviluppo neurocomportamentale nel neonato e per sviluppare al massimo le sue capacità neurosensoriali. La Kangaroo Mather Care e il massaggio terapeutico infantile rappresentano due forme attraverso cui i genitori sperimentano il contatto e la comunicazione con il proprio piccolo. L’associazione ProTIN intende sostenere e divulgare queste pratiche al fine di migliorare la qualità di vita di neonati e genitori. Scacco al re. Ma muore la regina Cosio Valtellino Il gioco d’azzardo, tra sogni e rischi Sei un genitore e desideri raccontare e condividere le tue esperienze vissute nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale? Contatto genitori-neonati Editoriale 15 Sostieni i genitori del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale e contribuisci alla realizzazione dei progetti della ProTIN. Effettua un versamento sul conto corrente bancario Cod. IBAN IT08U0335901600100000011259 con causale Donazione Organizzazione ProTIN . Organizzazione di Volontariato ONLUS ProTIN Genitori Bambini Pretermine Osp. Sant’ Anna - Via Napoleona, 60 - 20100 Como Codice Fiscale 95102590130 Azienda Ospedaliera Ospedale Sant’Anna ProTIN Organizzazione di Volontariato ONLUS Genitori Bambini Pretermine o con gravi patologie alla nascita. www.protin.it di don Angelo Riva N elle brume novembrine, appena riscaldate dal tiepido sole dell’estate di San Martino, le parole della fede si fanno non già tristi (“come quelli che non hanno speranza”) ma certamente pensose. Il culto dei defunti e la meditazione dei Novissimi ci richiamano il pensiero della Morte. Pensiero un tempo familiare, quando non era raro morire giovani e le malattie falciavano la vita nel fiore dei suoi giorni. Oggi per fortuna si vive molto più a lungo, e il progresso bio-medico ingaggia una lotta formidabile e titanica contro i vari mali. Così il benessere diffuso ha sensibilmente abbassato la nostra soglia di percezione del limite, e la Morte è diventata lo scacco inaccettabile del nostro narcisismo. Non più domestica, ma ospite inquietante dei nostri incubi e delle nostre rimozioni. La censura psicologica, che impercettibilmente azioniamo contro la Morte, ha riportato di moda l’antico detto: “non temo la morte. Finchè ci sono io, non c’è lei. Quando ci sarà lei, non ci sarò più io”, quasi il manifesto del goffo tentativo di vivere come-se-non si dovesse morire. Ma il fondale della coscienza non si fa prendere in giro, e ben si avvede dell’ottuso inganno contenuto in queste parole. Anche se poi, in genere, preferiamo stornare il pensiero, e, come la cattiva massaia, nascondere la polvere sotto il tappeto: meglio non pensarci, e dedicarsi alla prossima vogliuzza. Esule e raminga dalla coscienza individuale, la Morte appare clandestina anche nelle forme della comunicazione pubblica. Vietato parlarne: politicamente scorretto. Salvo poi riaffiorare nella chiacchiera dal parrucchiere o nell’indigestione della cinematografia noir (che è ormai è quella anche dei telefilm in fascia protetta…), ebbra di omicidi e sangue. E’ la cosidetta pornografia della Morte: “oscena” (letteralmente “fuori-scena”, non rappresentabile), eppure morbosamente dissezionata ed esibita sullo schermo o nella cronaca dei giornali. Purchè – beninteso – sia sempre la morte degli altri, mai la mia. Il risultato è che, di fronte alla Morte, rischiamo di trovarci senza parole. Un’afasìa che diventa tragedia, soprattutto nei più giovani, quando un maledetto palo si è portato via la vita dell’amichetto in motorino, e tu resti lì con un dolore muto, sordo, cieco – “pecora senza pastore”, avrebbe sospirato Gesù. Tonfo atroce del cuore, rapina crudele, lama affilata e sacrilega che trafigge. E nessuna parola viene più su, ma solo balbettii e singhiozzi. Vabbè, passerà. Tanto stasera saranno ancora stordimento, fumo e discoteca, e l’illusione che l’uragano non tornerà più. Benedetta, allora, la fede cristiana cattolica che, in questo mese, ci mette nella mente il pensiero della Morte, e sulla bocca le parole della speranza! Nel film Il settimo sigillo di Igmar Bergman la Morte sfida a scacchi il cavaliere sulla spiaggia della vita, e ovviamente vince. Scacco al re, senza scampo: alla Signoracon-la-falce piace vincere facile, il suo ghigno satanico incrudelisce sulla tenera argilla dei figli di Adamo. Ma, proprio come nel gioco degli scacchi, il Re può sì patire scacco, ma non essere mangiato! Quando l’Incauta si avvicinerà per divorarlo, sarà Lui – il Re e Signore – a sconfiggerla per sempre, a mettere fine al suo odioso dominio. Risorgendo da quei sepolcri, la cui pietra è stata per sempre divelta, per la vittoria della Vita. . Foto AFP/SIR Piegata dal maltempo L’Arno in piena è l’immagine simbolo delle devastazioni e dei drammi che un’incredibile ondata di maltempo ha portato in Italia negli ultimi giorni. Al momento di andare in stampa in alcune regioni l’allarme non risulta ancora rientrato. Altrove si contano i morti e danni incalcolabili. Resta la fotografia di un Paese ancora una volta in ginocchio. Chiesa Sussidi, proposte in vista dell’Avvento 8 Caritas 10 Un aiuto da Como per i terremotati del mantovano Como B.A.R.T.! Il tempo del baratto 18 Ardenno Adulti: una catechesi tra “chiese e santi” 32 Oltre mille pellegrini si sono recati a lourdes, la scorsa settimana. cronaca e immagini. foto pozzi Intervista a Joaquin Navarro Valls pag 7 Idee e opinioni 2 Sabato, 17 novembre 2012 U no studio statunitense dimostra che i passi avanti per migliorare le condizioni di lavoro non hanno portato a cambiamenti significativi nella fabbrica cinese dei gadgets elettronici della mela. Si riaccendono le polemiche attorno alla Foxconn e al suo principale cliente, Apple: l’intensificazione della produzione avrebbe annullato i miglioramenti raggiunti e l’opinione pubblica torna a interrogarsi sul prezzo pagato dai lavoratori di Shenzhen per costruire il successo di Cupertino. La Foxconn è una compagnia con una storia ormai lunga, fondata nel 1974 (da Terry Gou, attuale amministratore delegato), per produrre prodotti di plastica per televisori, nel 1980 inizia la produzione di componentistica per personal computer. Oggi la Foxconn è parte del gruppo taiwanese Hon Hai Precision Industry Company ed ha impianti produttivi in Europa ✎ L’opinione | di Antonio Rita Morire per la... Mela? (Repubblica Ceca e Slovacchia), in Malesia (a Kulaijaya, dove sta sviluppando un parco industriale che includerà 4 stabilimenti) e in Messico (4 impianti). Una multinazionale, che ha centri di ricerca negli Usa, i cui impianti più (tristemente) famosi, però, sono quelli oltre la Grande Muraglia: ben 13 impianti in nove città, dei quali il più importante è proprio quello di Shenzhen. Foxconn City, come è stata ribattezzata, è una vera e propria cittadella dove lavorano e vivono centinaia di migliaia di lavoratori (diverse fonti indicano tra i 230 mila e i 450 mila), in un campus di circa 3 Km quadrati, che include 15 fabbriche, dormitori per i dipendenti, una piscina, una caserma dei pompieri, un network televisivo (Foxconn tv) e un centro commerciale completo di alimentari, banca, ristorante, libreria, e ospedale. Tra i clienti della Foxconn ci sono tutti i big dell’elettronica: Amazon, Apple, Dell, HP, Microsoft, Motorola, Nintendo, Nokia (solo per il mercato cinese), Samsung, Sony. I riflettori sul più grande produttore di componenti elettrici ed elettronici, però, si accendono nel 2009 a causa di una serie di suicidi che ha coinvolto i suoi dipendenti impegnati nella produzione di componentistica per l’iPad: tre suicidi di giovanissimi lavoratori (avevano tutti meno di 25 anni e uno di loro era appena diciottenne), causati dallo stress provocato dalle condizioni di lavoro. I turni massacranti che durano dalla mattina alla sera inoltrata, una sorta di addestramento militare e l’obbligo di firmare una specie di liberatoria che in caso di suicidio non consente la richiesta di risarcimenti da parte delle famiglie (emersi da un’inchiesta della Ong Sacom) mettono la Apple sul banco degli accusati. Il danno all’immagine per Cupertino, che fa del suo essere “cool” una delle sue principali chiavi di successo, è importante e Tim Cook, amministratore delegato di Apple, cerca di correre ai ripari: divulgate le liste dei suoi partner commerciali, la Mela s’iscrive a un’associazione per il commercio equo (la Fair Labor Association, la rete no profit che monitora le condizioni di lavoro in tutto il mondo e che è stata co-fondata dalla Nike). L’impegno è solenne, Apple promette di far rispettare “i più alti standard in materia di responsabilità sociale su tutta la sua catena di produzione”. I miglioramenti, però, stentano ad arrivare. All’inizio dell’anno, un lungo reportage del “New York Times” dimostra che poco è cambiato e ora lo studio dell’Economic Policy Institute (“think tank” specializzato nelle politiche economiche) conferma le rivelazioni del quotidiano newyorkese: “le evidenze suggeriscono” che i miglioramenti apportati alle condizioni di lavoro “perdono di credibilità con l’intensificazione della produzione di iPhone 5”. SPIGOLATURE | di Giuseppe Anzani Occhio alle leggerezze sul tema della vita C ’ Un emendamento è in Italia chi evidentemente non ancora cessati né sopiti). cerca ad ogni Precisamente la regola che non permette a chi presentato alla legge occasione di generato il figlio in provetta e lo dà alla luce, 40 sulla procreazione ha picconare la legge di rifiutarne la maternità. C’è qualche stranezza, 40 sulla procreazione in questa approvazione. Chi aveva proposto assistita desta assistita, di mutilarla, di l’emendamento era addirittura assente, ed è stato perplessità nei modi cancellarne qualcosa. Quel il presidente della commissione a riesumarlo e nei contenuti che è accaduto nella scorsa come proprio e a farlo votare. Il verbale non settimana è esemplare. Si registra la benché minima discussione, ma discuteva alla Camera dei deputati, in Commissione, subito il voto, e tutti a favore, tranne la Lega che si è un progetto di legge dedicato al sostegno delle madri astenuta. Va bene che la Commissione non è solenne “segrete”, cioè le madri che non intendono riconoscere come l’aula, e i componenti sono relativamente pochi i loro nati, che vengono affidati alla pubblica assistenza (e ancora più pochi se alcuni si assentano), ma non e avviati all’adozione. Si tratta di una norma che c’è da è questo il modo di far legge, lasciando all’indomani, più di dieci anni. Il nuovo progetto di legge s’incaricava dopo scoppiata la polemica, il soprassalto del “cosa s’è di coordinare gli interventi, che competono alle regioni fatto”. Non si fanno così le leggi, sul tema della vita. Già, e agli enti locali. Non è difficile capire che la vicenda di perché la legge 40 è una legge sulla vita. E il divieto di una madre che in ospedale partorisce un bambino e lo rifiutare il figlio partorito dopo una gestazione intrapresa abbandona appartiene alle storie umane intrise di dolore con la fecondazione in provetta ha delle ragioni così e di disperazione. Situazioni che hanno conosciuto la evidenti che distaccano la fattispecie dalla vicenda delle violenza, o l’estremo disagio, l’emarginazione sociale, “madri segrete”. Avere tra le braccia il figlio ottenuto la paura, lo sconforto e l’assenza di aiuto, la prospettiva mediante la procreazione assistita significa per la madre di incapacità o impossibilità di allevare e crescere un veder coronato un sogno, un desiderio, una speranza bambino. Per la madre, e simultaneamente per proteggere attecchita dopo molto penare, generalmente, fra tentativi il bambino, si è previsto appunto che il parto possa e delusioni: un figlio fortemente voluto, atteso, invocato. avvenire senza che il nome della madre sia rivelato e E pur fatte salve le riserve etiche sulle scelte della vita scritto nei registri dello stato civile, e che il bambino in provetta, noi comprendiamo cosa significhi per una rimasto privo di riconoscimento divenga adottabile. donna l’aver rimontato la sterilità, e psicologicamente Ma nella Commissione XXII “Affari sociali” della Camera, sentire la felicità del figlio in braccio, e quel che ha dove di ciò si discuteva in termini di servizio assistenziale nella mente e nel cuore. L’idea di ricoverare questo organizzato, è accaduta una cosa inattesa: è stato momento sotto la regola dettata, nei tragici casi della presentato un emendamento che in tre parole cancellava maternità segreta, a salvare il bambino e la madre dalle una norma della legge 40 sulla procreazione assistita conseguenze della disperazione, ci sembra una specie (quella legge che ha conosciuto tanti attacchi polemici, di insulto. Le parole con cui si apriva il testo della legge ◆ L’innocuo sulla maternità segreta erano queste: “Al fine di evitare gli infanticidi e gli abbandoni che mettono a repentaglio la sopravvivenza dei neonati…”. Ora i deputati che hanno votato l’emendamento provino a spiegare a una madre che è passata per le tribolazioni della provetta e stringe al seno il bambino, che le viene permesso di abbandonarlo “per evitare l’infanticidio”. Ci provino. Una seconda ragione spiega la regola che il figlio nato dopo la generazione in provetta non si può disconoscere: perché questa volontà di generarlo, così forte da manomettere la natura, produce una responsabilità altrettanto forte e irretrattabile, che ne segna la differenza. E la terza ragione, sotto l’aspetto pratico e precauzionale che il legislatore del 2004, nel varare la legge 40, ha tenuto presente, è il bisogno di scongiurare che sulla provetta si possano stendere le mani adunche dei mercanti di vita. La zona grigia della vita adottabile, procurata, suscitata, commissionata forse, in barba ai divieti, abbandonata per esser presa da altre mani. Ce n’è d’avanzo per capire quanto è improvvido l’emendamento approvato, con quella leggerezza incredibile che s’è detta. Un residua indicazione conserverebbe il parto segreto della madre di provetta, quando salvasse da un proposito di aborto una vita voluta che a mezza strada non si volesse più. Ma sono pensieri che turbano per un aspetto inverso, che l’accoglienza o il rifiuto di una vita si leghino nel costume alla variabile d’un arbitrio; e che al parto d’un figlio si possa quasi “normalizzare” l’equivalenza della scelta di tenerlo o di rifiutarlo. Già la nostra legge sulla segretezza e sul rifiuto nei casi disperati che vogliono scongiurate maggiori sventure deve fare i suoi conti con le norme europee sul diritto di ogni essere umano a conoscere la sua origine. Pensiamoci, prima di legiferare alla leggera sui temi incandescenti che riguardano la vita. di don Angelo Riva E se i fantasmi diventassero realtà? M entre l’uragano Sandy si abbatteva catastrofico sulla costa est degli Stati Uniti, un ciclone di tutt’altra natura lambiva le lande mediterranee in procinto di addormentarsi nell’abbraccio dell’inverno. Il suo nome era Halloween. Fino a pochi anni fa, almeno la lingua delle persone più anziane si sarebbe attorcigliata, nel maldestro tentativo di pronunciare il nome della festa celtica dei morti – riveduta e corretta, in salsa consumistica, oltre Atlantico, e da qui nuovamente trasbordata in Europa –, ma ora non più. Anche quest’anno, infatti, l’inizio del mese di novembre è sfilato compatto all’insegna delle zucche fosforescenti. Le voci scandalizzate di qualche tempo fa, che lamentavano il saccheggio della festa cristiana di Ognissanti, si sono fatte nel frattempo assai flebili. “Inutile frignare rimpiangendo i bei tempi che furono: è la secolarizzazione, baby, e bisogna farsene una ragione”. Un po’ è vero. Se la marea della scristianizzazione incalza, desertificando le coscienze, cosa dovremmo aspettarci se non la rinascenza dei miti del paganesimo, meglio se riciclati in chiave di business? Forse faremmo meglio a preoccuparci di quei preti, o catechisti, o in- segnanti di religione che, tutti presi dal problema del surriscaldamento del globo o della de-crescita felice, non sanno più dire ai loro ragazzi del senso cristiano della morte, del giudizio, dell’inferno e del paradiso. O di quei genitori che, di fronte alla morte del nonno (tappa dolorosa, ma feconda, se ben gestita, della maturazione psicologica di un bambino), presi da un malaccorto senso di protezione, preferiscono tenere il bambino all’oscuro di tutto. Sono i cristiani in diaspora identitaria a far problema, non i pagani... Detto questo, il fenomeno Halloween merita una riflessione. Negli anni ’50 usciva il saggio di Geoffrey Gorer La pornografia della morte. Titolo sibillino, ma geniale, per dire del fenomeno, tipico del nostro tempo, di rappresentare – proprio come avviene nella pornografia – ciò che, come la morte, per definizione dovrebbe essere “osceno”, cioè “fuori-scena”, custodito nella penombra del pudore e sottratto a occhi indiscreti. Ostentando ciò che dovrebbe restare velato, la pornografia ottiene non solo di banalizzare e commercializzare le realtà più intime e delicate della persona, ma anche di slatentizzare quelle valenze di aggressività – se non di vera e propria violenza – che vi risultano misteriosamente connesse. Non occorre scomodare Freud o Bataille per appurare il misterioso legame fra Eros e Thanatos, sesso e violenza, su cui, peraltro, la produzione pornografica stessa volentieri ci marcia. Ora: non è che qualcosa di simile alla pornografia del sesso potrebbe accadere con quella pornografia della morte che è Halloween? Finora Halloween, con le sue saghe di decapitati, impiccati, zombi e licantropi, è scivolata via in clima carnevalesco, con la leggerezza del “dolcetto o scherzetto?”. Ma se evocare – e rappresentare, e ostentare – il lato oscuro dell’umano, dove si mescolano sangue, morte e paura (e magari anche gusto sadico del terrore e torture inflitte a vittime inermi), dovesse slatentizzare qualche demone oscuro che alligna dentro di noi? Mi pare che le cronache, proprio nei giorni di Halloween, abbiano registrato, in margine alla festa, alcuni episodi di violenza, scazzottature e morti (anche se per pura fatalità, come a Madrid), che forse farebbero bene a farci rizzare le antenne. Magari sto vedendo il diavolo (proprio il caso di dirlo!) dove non c’è, o sto scambiando mulini a vento per giganti. O forse anche no. Attualità justin welby Il nuovo arcivescovo di Canterbury ha 56 anni e un passato da manager in Africa. Dovrà risolvere i contrasti su vescovi donne e pastori gay ✎ Le prime parole “S La Chiesa anglicana ha un nuovo pastore È Justin Welby, 56 anni, il nuovo arcivescovo di Canterbury. Sarà lui a guidare oltre la Chiesa d’Inghilterra anche gli 80 milioni di anglicani in 160 Paesi. Gradito a tutte le parti della Chiesa e della Comunione anglicana, Welby è stato vescovo di Durham soltanto per un anno. La sua nomina è riuscita a vincere l’impasse della “Crown Nominations Commission”, il Comitato che sottopone al primo ministro il nome del futuro arcivescovo, dopo l’annuncio delle dimissioni di Rowan Williams. Welby ha appena 56 anni, ha un passato di manager, è sposato e ha cinque figli. Studi a Eton, la scuola superiore frequentata dai reali, e una laurea a Cambridge in economia e legge, il neo-arcivescovo, che ha dei nobili tra i suoi antenati, sembrerebbe un prodotto delle élite che governano questo Paese come il primo ministro David Cameron. Nessuno dubita però delle sue qualità, il pragmatismo, la forte spiritualità, l’umanità che verranno messe alla prova tra dieci giorni quando la Chiesa Sabato, 17 novembre 2012 d’Inghilterra dovrà approvare la legislazione sull’ordinazione delle donne vescovo. Come spiega Ysenda Maxtone Graham autrice di un volume sulla Chiesa d’Inghilterra. “Justin Welby - dice - è stato ordinato tardi, nel 1993, a 37 anni, dopo una carriera di 11 anni nell’industria del petrolio. Ha quindi molta esperienza del mondo. Non è passato dal seminario, alla Facoltà di teologia, alla Chiesa”. “È una nuova tendenza della Chiesa d’Inghilterra degli ultimi venti anni - continua ordinare persone già mature, di trenta o quarant’anni, in un modo piuttosto veloce. Penso che sia positivo avere nella gerarchia vescovi che hanno esperienza del mondo”. Secondo la stampa britannica, la capacità manageriale di Welby e la sua lunga esperienza in Africa dove ha fatto i conti con situazioni di conflitto lo aiuteranno a tenere unita questa Comunione divisa sull’ordinazione delle donne e dei pastori gay. Il nuovo arcivescovo potrebbe scegliere di accettare una Comunione divisa, una federazione così blanda che quasi non esiste, anziché trovare a tutti i costi l’unità attraverso un “covenant”, un patto comune, come aveva fatto Williams. Quando gli è stato chiesto, in un’intervista, come terrà unita la Chiesa sulla questione delle donne vescovo, Justin Welby ha risposto che “il trucco è di guardare il cerchio e dire che è un cerchio con delle parti appuntite”. Quando si è avvicinato alla Chiesa, nel 1983, e quando perse la figlia di sette mesi in un incidente d’auto in Francia, Welby ha cominciato a frequentare il “Brompton Oratory” di Londra, una comunità nota per essere conservatrice. Così a Williams, liberale e vicino alla Chiesa cattolica, succede un arcivescovo che rispecchia l’anima protestante, secondo un’altalena tipica degli ultimi anni. Benché rigoroso nella sua spiritualità e contrario alle unioni omosessuali, sulle quali ha criticato il primo ministro David Cameron, Welby è a favore delle donne vescovo che farà di tutto per introdurre. Il vero punto di forza del nuovo arcivescovo è il rispetto e l’ammirazione che ispira in tutte le parti della Chiesa, quelle anglocattoliche ed evangeliche, che amano il suo rigore morale e quelle liberali alle quali ha promesso l’ordinazione delle donne. Da quando è stato ordinato vescovo, Welby è tornato più volte in Nigeria dentro il cuore di conflitti che l’hanno quasi ucciso. “Mi sono seduto insieme ad alcuni criminali che avevano commesso omicidi in Burundi e so che persone così, per quanto orribili, ti possono piacere”, ha detto. Un’esperienza che gli servirà come leader di una Comunione ancora divisa. Sir Europa opraffatto e sorpreso, la prima reazione è stata di dire: ‘Oh no!’”. Così durante la sua prima conferenza stampa da arcivescovo di Canterbury e leader di 77 milioni di anglicani, Justin Welby ha raccontato le sue emozioni quando la segretaria del primo ministro David Cameron gli ha telefonato per dirgli che sarebbe stato il successore di Rowan Williams. Justin Welby, che è l’arcivescovo numero 105, nella linea che risale a sant’Agostino di Canterbury, verrà installato ufficialmente a Canterbury il 21 marzo 2013. Per Williams il nuovo primate anglicano ha avuto parole di grande stima. “Uomo di spiritualità contagiosa, incredibile coraggio fisico e mentale”, ha detto Welby, che ha definito il predecessore “uno dei più grandi arcivescovi di tutti i tempi”. Ripensando al passato il neo-arcivescovo ha reso omaggio alle esperienze che l’hanno formato: le società del petrolio, la Chiesa d’Inghilterra, la parrocchia di Nuneaton, le diocesi di Liverpool e Durham della quale è ancora vescovo. è passato poi alle sfide del futuro parlando “di un momento chiave nella storia della Chiesa che ha grandi opportunità, forse nascoste, ma presenti” e di “fame spirituale”. Welby ha parlato degli “eroi dimenticati” di questa Chiesa, “lo zoccolo duro dei parrocchiani che, in 16.000 chiese, contribuiscono con 22 milioni di ore di volontariato”. Il neo-arcivescovo di Canterbury ha anche detto di aver scritto ai primati anglicani che guiderà durante la “Lambeth Conference” del 2018 e ha ricordato che, tra 10 giorni, al Sinodo della Chiesa d’Inghilterra, voterà a favore delle donne vescovo invitando anche gli altri membri a fare altrettanto. Ha reso omaggio alla spiritualità benedettina e ignaziana, a John Henry Newman e, in particolare, alla dottrina sociale della Chiesa cattolica che lo ha formato. “Sono del tutto ottimista - ha detto -, perché la grazia di Dio è più forte dei nostri più grandi fallimenti”. Commenti. I giornali inglesi e la nomina del nuovo arcivescovo S guardo mite, sorridente, leggermente intellettuale: è il volto del nuovo Arcivescovo di Canterbury, massima autorità spirituale anglicana, che emerge in tutti giornali. La candidatura del vescovo Justin Welby, con poco più di cinquant’anni di età, è sorta come un coniglio dal cappello. Una vera sorpresa. Molto spesso, questo è anche lo stile di Dio. Sorprendere, infatti, è infrangere i calcoli umani. “È il nostro Obama” si spinge a dire il corrispondente di un giornale. Nessuno avrebbe immaginato, all’annuncio delle dimissioni dell’attuale primate Rowam William qualche mese fa, un successore con appena qualche mese di ordinazione episcopale, per dirigere i quasi 80 milioni di fedeli anglicani nel mondo. Un incarico altamente strategico, alla frontiera tra società civile e religiosa, tra Gran Bretagna e mondo intero. Gli elementi, tuttavia, che lo distinguono da qualsiasi nostro arcivescovo non si riducono a questo. “Il successo avuto nel mondo non ecclesiastico non lo renderà un estraneo al mondo reale” titola il Times. Ricordando così i suoi undici anni di attività in una compagnia petrolifera internazionale, di cui era diventato il tesoriere, prima di essere ordinato prete. Nella difficile e contrastata situazione del mondo anglicano, Rowam William invocava “un successore dalla solidità di un bue e la pelle di un rinoceronte”. Ciononostante, gli riconosce grazia, pazienza, saggezza e... humour. Qualità Voci da Londra I commentatori inglesi lo vedono come l’uomo giusto per “mettere olio in acque agitate”, e trovare un’intesa tra le diverse correnti interne alla Chiesa anglicana che serviranno per “mettere olio in acque agitate”, sottolineano ancora i giornali, richiamando in mente il suo vecchio mestiere. In quanto “peacemaker” nel mondo, lo sanno preoccupato poi di portare la Buona Novella e la riconciliazione prima di tutto all’interno della Chiesa. “Può andare ad una riunione, ottenere ciò che desidera e non farsi nessun nemico,” titola entusiasticamente il Times. Secondo lo spirito pragmatico degli inglesi si vagliano le sue qualità e in particolare questa preziosa capacità di gestire i conflitti. “Gifted strategist”, stratega dotato, lo definiscono. “Persuasive and discreet,” ma non timoroso di stare sui suoi piedi. Forse, in questo messo alla prova anche nell’ambiente familiare. Infatti ha cresciuto cinque figli, anzi sei, ma uno perduto in un incidente stradale che fu una prova forte di fede, come lui stesso ricorda. Due scogli prossimamente lo attendono: l’ordinazione di donnevescovo e la problematica del mondo gay. Ed è questa la prima linea di un’altra tradizione religiosa, ben differente dalla nostra storia e dalla nostra sensibilità. Con l’esperienza passata e la competenza in materia non mancherà di intervenire, pure, con una precisa preoccupazione per il bene comune, nel mondo della finanza, sempre più strategico nella società d’oggi con le sue pieghe più oscure. Ricordava alla BBC che il compito di un arcivescovo è di essere cristiano. Ciò significa “una profonda e appassionata preoccupazione per la giustizia sociale nella società di oggi”. Le sue armi di fronte ai giornalisti che lo assediano sono l’auto-commiserazione e l’elogio appassionato degli altri o dei predecessori. Armi preziose, sicuramente anche nel gestire i conflitti. Umiltà ed empatia, infatti, sono la via maestra per saper vivere insieme. Ancora una lezione, pur senza salire sul pulpito. RENATO ZILIO missionario scalabriniano a Londra 3 4 Italia Sabato, 17 novembre 2012 Lampedusa. La riflessione del parroco don Stefano Nastasi Una riflessione accorata del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini “S e di transitorietà si deve parlare, va bene: se ne parli e si faccia. Ma l’isola non merita di diventare un parcheggio. Va bene che ha la funzione di transito, vista la posizione geografica, ma non è un posto dove posteggiare persone e cose: non lo vuole la dignità dei migranti, né quella dei lampedusani”. A dirlo è don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa, a pochi giorni di distanza dal naufragio costato la vita a dodici persone a bordo di un gommone diretto in Italia e dopo la notizia del soccorso, questa notte nel Canale di Sicilia, di settantacinque migranti, in maggioranza etiopi, intercettati da Marina e Guardia Costiera a una cinquantina di miglia dalle coste libiche. Com’è la situazione a Lampedusa? “Come sempre. Questa è la realtà di sempre: un problema di portata internazionale caricato su un’isola piccolissima, di 6 mila abitanti e 24 chilometri quadrati. Il flusso di migranti dal Nord Africa all’Italia continua senza sosta e ha subito negli ultimi giorni A ondate periodiche l’isola accoglie gli sbarchi di chi affronta il mare e mette a repentaglio la propria vita per un’esistenza migliore un’ulteriore accelerazione. Certo, ora i recuperi avvengono a distanze molto lunghe, si parla di molte miglia. È chiaro che una parte del peso lo porta l’isola, l’ha sempre portato: quest’isola porta il peso della pietà. Serve costantemente la presenza delle istituzioni e di chi governa, non solo per fare monitoraggio, ma per dare risposte adeguate a bisogni che vanno emergendo di giorno in giorno”. Le strategie di accoglienza come procedono? “Le risposte in termini di accoglienza spicciola ci sono. Se tutto avviene nell’ordinarietà, va bene. Il problema può nascere se avviene un ingolfamento. Non bisogna lasciare l’isola da sola. L’esperienza passata ci ha insegnato che da sola entra in crisi, ma se sostenuta da chi governa può affrontare i problemi con maggiore energia e serenità”. Quali responsabilità ha il governo? “Dovrebbe monitorare e non permettere mai che l’isola venga caricata di un peso che non può sopportare. Al di là del tempo dell’emergenza grande, in cui le risposte arrivano, servono risposte più immediate anche e soprattutto ■ Lettera “S Il peso della pietà. nel quotidiano. Insieme, anche un peso grande diventa più facile da trasportare. Penso all’aiuto offerto dagli altri Comuni della zona di Agrigento per l’accoglienza delle salme: ecco un esempio tangibile di condivisione”. Cosa ha da dire Lampedusa all’Europa? “Lampedusa è un’isola alla quale si chiede di dare risposte in termini di umanità e accoglienza. L’Europa ci dia anche sostegno fattivo, non rispondendo solo all’interno delle situazioni di emergenza, ma ogni giorno, e ci aiuti ad assumere la dimensione che viene richiesta. Non possiamo essere considerati come la parte finale dell’Europa, noi siamo la sua porta d’ingresso. E l’Europa dovrebbe occuparsi prima di sostenerci nel quotidiano, e poi di aiutarci nel tempo dell’accoglienza. Ci sono ancora barconi parcheggiati lì dall’anno scorso”. Come la nuova ondata di sbarchi viene fronteggiata dai lampedusani? “Rispetto all’anno scorso, la situazione è calma. Non comprendiamo bene cosa succede. Ci sono movimenti nuovi, ma non capiamo in che direzione andiamo. Se è transitorietà ordinaria, va bene. Ma bisogna stare attenti a non ricreare situazioni d’ingombro. Ci sono flussi che confermano l’andamento del passato, in termini di provenienza. Occorre sondare bene cosa succede dall’altra parte”. E in parrocchia? “Si tratta di un fenomeno che interroga, provoca, anche nei termini dell’esperienza della fede. Chiaro che il tempo che viviamo è particolare, quindi quella generosità che in altri momenti è stata manifestata a volte viene un po’ meno, ma non vuol dire che non ci sia la generosità del cuore, e poi la capacità di ascoltare e sostenere l’altro rimane presente. La preoccupazione nell’affrontare i momenti difficili c’è quando siamo deboli. È in questo senso che occorre rimodulare i termini dell’accoglienza e dell’integrazione, affinché la nostra comunità e la realtà degli sbarchi possano camminare insieme”. LORENA LEONARDI ono il nuovo Sindaco delle isole di Lampedusa e di Linosa. Eletta a maggio, al 3 di novembre mi sono stati consegnati già 21 cadaveri di persone annegate mentre tentavano di raggiungere Lampedusa e questa per me è una cosa insopportabile. Per Lampedusa è un enorme fardello di dolore. Abbiamo dovuto chiedere aiuto attraverso la Prefettura ai Sindaci della provincia per poter dare una dignitosa sepoltura alle ultime 11 salme, perché il Comune non aveva più loculi disponibili. Ne faremo altri, ma rivolgo a tutti una domanda: quanto deve essere grande il cimitero della mia isola?Non riesco a comprendere come una simile tragedia possa essere considerata normale, come si possa rimuovere dalla vita quotidiana l’idea, per esempio, che 11 persone, tra cui 8 giovanissime donne e due ragazzini di 11 e 13 anni, possano morire tutti insieme, come sabato scorso, durante un viaggio che avrebbe dovuto essere per loro l’inizio di una nuova vita. Ne sono stati salvati 76 ma erano in 115, il numero dei morti è sempre di gran lunga superiore al numero dei corpi che il mare restituisce. Sono indignata dall’assuefazione che sembra avere contagiato tutti, sono scandalizzata dal silenzio dell’Europa che ha appena ricevuto il Nobel della Pace e che tace di fronte ad una strage che ha i numeri di una vera e propria guerra. Sono sempre più convinta che la politica europea sull’immigrazione consideri questo tributo di vite umane un modo per calmierare i flussi, se non un deterrente. Ma se per queste persone il viaggio sui barconi è tuttora l’unica possibilità di sperare, io credo che la loro morte in mare debba essere per l’Europa motivo di vergogna e disonore. In tutta questa tristissima pagina di storia che stiamo tutti scrivendo, l’unico motivo di orgoglio ce lo offrono quotidianamente gli uomini dello Stato italiano che salvano vite umane a 140 miglia da Lampedusa, mentre chi era a sole 30 miglia dai naufraghi, come è successo sabato scorso, ed avrebbe dovuto accorrere con le velocissime motovedette che il nostro precedente governo ha regalato a Gheddafi, ha invece ignorato la loro richiesta di aiuto. Quelle motovedette vengono però efficacemente utilizzate per sequestrare i nostri pescherecci, anche quando pescano al di fuori delle acque territoriali libiche.Tutti devono sapere che è Lampedusa, con i suoi abitanti, con le forze preposte al soccorso e all’accoglienza, che dà dignità di esseri umani a queste persone, che dà dignità al nostro Paese e all’Europa intera. Allora, se questi morti sono soltanto nostri, allora io voglio ricevere i telegrammi di condoglianze dopo ogni annegato che mi viene consegnato. Come se avesse la pelle bianca, come se fosse un figlio nostro annegato durante una vacanza”. Giusi Nicolini La storia è maestra? Cosa ha da dirci, cinquant’anni dopo, la vicenda di Enrico Mattei. Italia ieri e oggi: è tempo di ricominciare... L a storia, si sa, non è maestra. Ma può aiutare molto a fare i conti con il presente e, dunque, con il futuro. Perché ci costringe a riflettere sulla nostra identità. Così non può essere solo un caso se, in una stagione incerta, si percepisce da molte parti un rinnovato interesse per gli anni del dopoguerra, quelli della ricostruzione e del cosiddetto miracolo italiano. Libri, convegni, concorsi scolastici, trasmissioni televisive, il successo reiterato degli eroi padani di taglia paesana creati dalla penna di Giovanni Guareschi, don Camillo, Peppone e il Mondo piccolo. Anche perché è ancora in campo la generazione che quegli anni li ha vissuti, in quegli anni si è formata. Il ricominciare può essere considerato come una metafora della storia nazionale, dei suoi limiti e delle sue potenzialità. Tra questi inizi, emblematico, perché fonda questa Italia che oggi viviamo, è quello avvenuto negli anni del secondo dopo-guerra, in cui, alla ripresa della vita civile e democratica, si è accompagnata la ricostruzione economica e sociale, in un quadro in cui permanevano conflitti molto forti, non solo ideologici, ma anche le violenze ereditate dalla guerra appena conclusa, dai totalitarismi sconfitti, quello nazista e fascista, e dal comunismo internazionale. Guardare realisticamente al conflitto, permette di misurarne il superamento, gli inganni, le speranze, il lavoro, le mistificazioni ideologiche e finalmente le buone opere. Il ricominciare per alcuni fu più difficile che per altri, quando mancava il necessario, si masticava la vera miseria. Ma tutto questo confluisce in una molteplicità di risposte, efficaci, creative. Metafora dell’Italia è anche questo confluire, disordinato, conflittuale e creativo, di storie personali, familiari, in un tessuto prima civico, poi sempre più ampio. C’è un ricco deposito di risposte ai bisogni sociali, messo in opera da uomini e donne, da famiglie, che, “dal basso” e “liberamente”, si sono messi assieme e hanno collaborato a costruire la storia del nostro Paese. Successi, ma anche insuccessi, che dimostrano le risorse, una vitalità e una capacità d’intrapresa che, messe alla prova, hanno consentito la ripresa. Con tanto, tanto sacrificio, e molto, molto lavoro. E ci fanno da pungolo. Così come le personalità, figure sobrie, appassionate. Uomini capaci di visione, ma anche di pagare di persona. In questi giorni si è ricordato il cinquantesimo della tragica fine di Enrico Mattei, che questa Italia della ricostruzione e dello sviluppo aveva proiettato in giro per il mondo. Una visione mondiale, fortemente ancorata in Italia, aveva anche un altro protagonista di quegli anni, Adriano Olivetti. Per non parlare di Alcide De Gasperi. Quest’estate, nella ricorrenza della sua scomparsa, molti dei protagonisti del modesto dibattito politico di questi mesi, sembravano rivendicarlo. Molto bene, finalmente. È l’ispirazione giusta per ricominciare davvero. FRANCESCO BONINI Italia Governo e crisi. Ci sono parecchi segnali di affanno... L’incertezza politica frena gli sforzi per la stabilità P artito lancia in resta e con grandi decisioni prese e accolte all’unanimità, il governo Monti sta finendo il proprio mandato un po’ in confusione e nel basso cabotaggio. Le continue cure impartite al malato Italia hanno definitivamente convinto tutti che, appunto, l’Italia è malata: con conseguente depressione collettiva. Un effetto che si registra nei consumi, in caduta libera; in una psicologia collettiva incapace di risollevarsi. Ma ci sono pure cause esterne che stanno togliendo benzina all’esecutivo Monti. Se all’inizio l’adesione era unanime e il blocco politico sottostante quasi granitico, con l’avvicinarsi delle elezioni si sta sfaldando la maggioranza parlamentare che sostiene il premier. In sostanza, certe decisioni faticano assai a passare il vaglio del Parlamento. Vuoi per ragioni elettorali, vuoi per le pressioni delle varie lobbies verso parlamentari ormai in libera uscita, vuoi per il generale senso di smobilitazione (siamo a quattro mesi dal voto), se prima si votava senza tentennamenti una riforma previdenziale unica nell’Occidente, oggi faticano a passare provvedimenti di terz’ordine. Pretendere alte dosi di responsabilità da chi, tra qualche settimana, sarà in tutt’altro affaccendato, è cosa giusta ma sostanzialmente vana. Spiace dire che la sua parte l’ha fatta - in negativo - pure quest’esecutivo. Se l’autoritas di Mario Monti e il suo prestigio personale sono indiscussi e anzi enormemente cresciuti in questi mesi, altrettanto non si può dire dell’azione del governo e di alcuni ministri. A parziale discolpa c’è da dire che questo esecutivo - come mission aveva quella di tagliare e tassare, non di costruire un mondo nuovo. Insomma di rimettere i conti in ordine, di dare una sistemata all’Italia prima che ci trasformassimo in Grecia. Pochissimi voli pindarici, molti provvedimenti che sacrificano di qua, fanno male di là. Orbene, quasi nulla sta più funzionando. L’ultima manovra è stata rivoltata come un calzino, retromarce continue, rinvii pure, scelte avvallate oggi e smentite in 24 ore. Molto, dicevamo, a causa di una maggioranza parlamentare non più coesa: difficile avere i voti di chi ha già detto che, un domani, smonterà buona parte di questi provvedimenti se andrà al governo. Ma un pizzico di delusione finale lo riservano pure alcuni ministri, scelti per le competenze tecniche, per le capacità più o meno reali. Se hai un fuoriclasse in squadra, ti aspetti 20 goal; se ne fa quanto il vecchio attaccante, la delusione è naturale. Lasciando stare i dicasteri più “politici” (ma la totale inefficacia del ministero degli Esteri su molti dossier - non ultimo quello dei due marò detenuti in India - è emblematica), quelli economici hanno fatto qualche bel goal, ma anche certe “topiche” da serie B. La riforma previdenziale è stata immediata e poderosa, ma gli effetti collaterali che ha scatenato ne hanno evidenziato l’eccessiva frettolosità e la cattiva taratura. Abbiamo imparato a conoscere la parola “esodati”; abbiamo passato undici mesi a capire quanti fossero (molti di più delle stime governative) e a cercare soldi per far fronte alla loro situazione. La macchina pubblica è stata lasciata sostanzialmente uguale a prima: lenta, vecchia e inefficace. Il funzionamento della giustizia (forse la causa prima delle paure che hanno gli stranieri a investire qui) è rimasto inalterato, quindi borbonico. Sul fisco s’è fatto di tutto e di più, ma nulla di diverso da uno spostamento di pedine da qua a là Italia sott’acqua... L’ ondata di maltempo che ha colpito negli ultimi giorni prima il Nord poi il Centro Italia ha provocato danni ingenti. Qualcuno, ricordando quanto è accaduto a inizio novembre negli Stati Uniti, ha ribattezzato questa cellula di aria umida e instabile (con precipitazioni abbondantissime) la “cugina di Sandy”, ricordando la tempesta che oltre Atlantico ha provocato inondazioni, distruzione, feriti e morti. Purtroppo anche in Italia paghiamo un bilancio pesantissimo in termini di vite umane perse: sei persone (fra Umbria e Toscana) vittime della furia dei fiumi impazziti e gonfiati dalla pioggia. Per diverse ore l’Italia è rimasta tagliata in due, con l’autostrada A1 inagibile e i collegamenti ferroviari a singhiozzo. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso la propria solidarietà alle comunità coinvolte, la sua commossa partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e il vivo apprezzamento «a quanti sui territori colpiti sono impegnati nella gestione dell’emergenza e nelle operazioni di soccorso». Anche i Vescovi toscani hanno espresso la propria vicinanza alle famiglie colpite dai lutti. Intanto il ministrao dell’Ambiente Corrado Clini ha affermato che presenterà «al Cipe il piano contro i cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico e spero che se ne parli nella prossima riunione del Comitato». Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha annunciato che chiederà di aggiungere una norma nella Legge di Stabilità che assicuri finanziamenti alla regione per i prossimi 10 anni: «da soli – ha osservato – proprio non possiamo farcela». Intanto, in questi giorni, nuovo maltempo è in arrivo sulla Penisola, specie al Sud: le precipitazioni non dovrebbero essere così abbondanti e violente. e da una spaventosa tassazione occulta dei carburanti. Zero sul fronte del dimagrimento dello Stato, della vendita di certi suoi beni. Molto discutibili certe scelte di politica industriale. Abbiamo schiantato la cantieristica navale italiana - la migliore al mondo; travolto con una serie di decisioni il mercato dell’auto, che muove l’11% del Pil nazionale; penalizzato quel terzo settore che “fa” il welfare italiano; “liberalizzato” un commercio che ora sta facendo marcia indietro: non è con le domeniche aperte pure di domenica che si fanno fatturati, se gli stipendi sono quel che sono. Il Piano Giavazzi (dal nome dell’economista cui era stato dato incarico di snellire la spesa pubblica) aveva individuato almeno 10 miliardi di euro di “massa aggredibile”: alla fine della fiera stiamo ragionando su 500 milioni di euro, un ventesimo. Il taglio dei costi amministrativi - e quelli della politica - ha oscillato tra il quasi niente e la confusione. Ultimo segnale di questo tipo: le Province. O non servivano a niente, e andavano tolte tutte; o invece servono fin dal tempo di Napoleone, e allora vanno riviste le loro funzioni. Si è scelto di toglierne alcune, lasciando alcune funzioni nel limbo di futuri chiarimenti. Insomma le abbiamo destabilizzate giurando che il personale non subirà tagli, quando è proprio da questi tagli che arriverebbero i famosi risparmi preventivati… L’impressione quindi è che l’esecutivo Monti non sia stato il medico che doveva sanare l’ammalato, ma quello che l’ha tenuto in vita in attesa del ritorno della politica. E nella speranza che questa non rifili all’ammalato-Italia il colpo di grazia. Si dirà: sembra un bilancio da fine mandato. Ma è difficile immaginare colpi d’ala d’ora in poi. Ci vorrebbe una coesione parlamentare che mancherà ogni giorno di più, da qui al marzo prossimo. Il bicchiere mezzo pieno? Siamo appunto rimasti in vita, senza troppi danni visibili. E scusate se è poco, visto quel che sta accadendo tra i nostri disgraziati vicini greci. NICOLA SALVAGNIN Sabato, 17 novembre 2012 Rapporto Scuola ■ I muri parlano Secondo il recente documento Legambiente il 50% degli edifici ha problemi molto seri O gni anno son dolori. Legambiente ha pubblicato l’annuale Rapporto - il tredicesimo - sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado in 96 capoluoghi di provincia - prendendo in esame nel complesso 7.139 edifici scolastici di loro competenza - e di nuovo ecco una fotografia desolante per il nostro sistema scolastico. Le scuole italiane - gli edifici - sono in gran parte vecchie e con problemi di sicurezza. Tante le emergenze irrisolte, nonostante da anni si ripetano più o meno le stesse cose. La messa a norma delle strutture resta il tallone d’Achille numero uno: quasi la metà, infatti, non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti. Bisogna poi considerare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e un 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico. Sulle certificazioni giova a poco consolarsi col fatto che spesso cambiano le norme in itinere, per cui una certificazione valida oggi è da rifare domani… la sostanza è che non ci siamo. Appare evidente il bisogno della scuola italiana d’investimenti e risorse, anche in tempi di “spending review”. Va bene ripensare l’organizzazione complessiva e cercare di limitare gli sprechi che si annidano in un meccanismo mastodontico, forse eccessivamente burocratico, come quello dell’istruzione, ma in questi anni la logica dei tagli sembra aver prevalso su ogni altra cosa. Va bene parlare d’innovazione e di scuola digitale - meglio andrebbe spiegarlo bene (qualche pensiero, ad esempio, andrebbe fatto sul “pasticcio” denunciato dagli editori sulla questione dei libri di testo tra versione cartacea e internet) - ma se poi i muri non stanno su e le aule sono a rischio bisogna ripensare le priorità. Ecco, questo è il panorama che pare di scorgere dalla fotografia di Legambiente, che peraltro esclude le scuole superiori, i cui edifici forse stanno ancora peggio di quelli delle elementari e medie. Intanto il malcontento e la disillusione crescono. Non aiuta nemmeno l’avvio del meccanismo del concorso, con l’assalto di 321 mila aspiranti (per 11 mila posti) e un’età media vicina ai 40 anni. I giovani insegnanti dove sono? E quando arriveranno? Sono tutti segnali che spingono verso una ricomprensione complessiva della politica scolastica e che sconta anni di contrapposizioni, di trasformazione della scuola in terreno di scontro politico. Non c’è la bacchetta magica anche se, di volta in volta, i ministri - e le maggioranze - che si sono succeduti hanno provato a farlo credere, magari con slogan ad effetto (chi si ricorda le tre I, ad esempio?). Di fatto la considerazione del mondo scolastico è sempre più scaduta e forse bisogna ripartire proprio da qui, rivalutando la scuola pubblica (quella del sistema integrato, come prevede la legge) come ambiente di educazione e di formazione. Senza travalicarne i limiti, certo, ma rispettandone caratteristiche e potenzialità, scommettendo su un’istituzione che ha la sua forza nel guardare al futuro. Forse le trasformazioni culturali degli ultimi decenni, le logiche individualistiche e la “trasformazione antropologica” - come qualche acuto osservatore ha notato da tempo hanno a che vedere con lo scadimento dell’istituzione scuola, soprattutto nell’immaginario collettivo. Perché la scuola parla immediatamente di comunità, di stare insieme, di risorse condivise, di sviluppo sostenibile, di generazioni che cooperano. Ecco forse si può ripartire da qui. Senza dimenticare i soldi per i muri. ALBERTO CAMPOLEONI 5 6 Sabato, 18 novembre 2012 Mondo CINA e USA: le sfide dell’Obama II e il congresso del Partito comunista LA sfida DEL secolo Nel giro di pochi giorni le elezioni americane e il rinnovo delle cariche alla guida del Partito comunista cinese agitano gli scenari interni di due delle principali potenze contemporanee, sotto gli occhi del resto del mondo A ppena eletto, ha detto: “Il meglio deve ancora venire”. Speriamo bene. Perché la situazione è grave, e sulla tolda del comando, per quattro anni c’è stato proprio Barack Obama. Quindi ora è lui che deve affrontare il colossale debito pubblico americano, ingigantito proprio dalle politiche economiche adottate dall’amministrazione Obama per fronteggiare la gravissima crisi innescata da Wall Street, nel 2008. Si scoprì allora che le banche e le assicurazioni americane erano giganti di cartapesta: una sola fallì, il resto fu salvato dai dollari dello Stato. Una bestemmia nel Paese che più al mondo aborre l’interventismo statale in economia. Ma nessuno guardò troppo per il sottile: o si sosteneva il sistema, o tutto sarebbe crollato portandosi con sé gli Usa, il mondo, un’intera epoca. Poi i dollari pubblici finanziarono i mutui immobiliari, l’industria automobilistica sull’orlo del fallimento, la ripresa economica fatta a suon di dollari stampati a profuzione e regalati al circuito economico mondiale. Qualcosa ha funzionato (il salvataggio dell’auto, ad esempio); qualcosa è fallito (gli investimenti nella green economy, gli stimoli monetari); qualcosa ha continuato la sua strada: la finanza, potente e spericolata oggi come nel 2008. Sono rimasti i debiti, ingigantiti dal programma sanitario voluto proprio da Obama, che garantisce maggiori servizi ad una fascia più ampia della popolazione, ma a costi alti per le casse dello Stato. Ecco: la sostenibilità di questo gigantesco debito pubblico è la questione che agita il sonno del mondo intero. Perché non è solo un problema americano, ma - in epoca di globalizzazione - di tutti noi. O ci siamo già dimenticati che, per cento miliardi di euro di debiti Dopo aver sconfitto greci, l’intera euro-zona Romney il presidente è ancora oggi sull’orlo del baratro? Obama ritrova sul Bene, ci penserà Obama. suo tavolo le stesse Ma qui sta il punto: dal sfide che hanno punto di vista europeo, Obama è il non plus ultra. rischiato di costargli Da quello statunitense, la sconfitta: a partire è un presidente rieletto dalla crisi economica per il rotto della cuffia. e dal pesante debito Il come uscire dalla melma dei debiti è stato pubblico americano il punto centrale della sua campagna ma sarà in grado, Obama, di tirare fuori dal cilindro quel coniglio che nessuno oggi intravvede? Se aumenterà - e di molto - le tasse (e non lo può fare perché il Congresso non glielo permetterà), deprimerà i consumi interni e, quindi, la ripresa economica. Esattamente come è successo in Europa, e in Italia. Aumentare ancora il debito pubblico? Attenzione: si finanziano i debiti finché c’è fiducia che possano essere restituiti. Gli Usa sono al limite di questa fiducia: un passo sbagliato, e i tassi d’interesse schizzeranno all’insù distruggendo l’economia americana (e noi di conseguenza). Rinunciare alle politiche sanitarie faticosamente adottate? Significherebbe rinnegare se stessi, ammettere un fallimento. Quindi siamo al coniglio. O, molto più probabilmente, ad un’accorta gestione della patata bollente, per sfiammarla un po’ e consegnarla, tra quattro anni, nelle mani di qualcun altro. Una soluzione “all’italiana” che ha il vantaggio del quieto vivere, e lo svantaggio di lasciare le cose come stanno. Quindi un’economia Usa - e mondiale - in stagnazione. Gli unici a poterci fare qualcosa sarebbero i cinesi, e peggio mi sento. Quindi l’entusiasmo per la rielezione del presidente uscente andrebbe accompagnato dalla speranza che l’Obama due sia migliore dell’Obama uno, che il meglio appunto debba ancora venire. Sennò, a breve, gli applausi si tramuteranno in fischi. Meglio di no per tutti. NICOLA SALVAGNIN un’immagine dell’ultimo incontro tra il presidente obama e il presidente hu jintao La Cina cambia i vertici ma salva il sistema A mpie misure di uniti però da un dogma di Il Congresso del Partito Tutti sicurezza, blocco di fede: il monopolio del potere deve internet e un’ondata nelle mani del Partito comunista ha sancito rimanere di arresti di dissidenti. comunista. Per questo, anche un Queste sono solo alcune delle come Hu Deping, il passaggio dalla quarta “riformista” misure che hanno fatto da figlio del grande Hu Yaobang sfondo, negli ultimi giorni, al chiede maggiore attenzione alla quinta generazione che XVIII Congresso del Partito ai diritti umani, una maggiore comunista cinese che si è si dell’economia per di leader. Ma le riforme liberalizzazione è aperto giovedì 8 novembre dare fiato ai privati, l’indipendenza nella Grande Sala del Popolo di del potere giudiziario - non mette devono attendere Piazza Tienanmen a Pechino, in dubbio l’assoluta leadership del alla presenza di oltre 2.300 Pcc”. delegati. Nel momento in cui andiamo in stampa Il Congresso si era aperto con il discorso del mancano pochi giorni alla chiusura dell’assemblea presidente uscente Hu Jintao che ha indicato nella (prevista per giovedì 15 novembre), ma – salvo lotta alla corruzione una delle principali sfide per il improbabili colpi di scena – la linea della stabilità Paese, insieme alla volontà di rilanciare un modello sociale ed economica prevarrà ancora una volta sulle di crescita economica appoggiato anche sulla forza riforme richieste da un numero sempre crescente militare, in particolare sulle capacità di controllo sui di cittadini. Secondo il Global Times (legato al mari. ”Una delle riforme più importanti – continua Quotidiano del popolo), l’80% dei cinesi sostengono padre Cervellera - sarebbe la ridistribuzione della le politiche di riforma, con maggiori verifiche da ricchezza del Paese a tutte le fasce più povere con parte del pubblico e di organi competenti per evitare miglioramenti nel welfare e nei salari. Negli ultimi corruzione e follie. Dal Congresso uscirà la nuova 10 anni il Pil pro capite dei cinesi si è elevato da leadership che guiderà la Cina in un decennio 1135 dollari a 5432 dollari, ma ciò non toglie che vi particolarmente delicato segnato, internazionalmente, sono pensionati che vivono con 1300 yuan al mese dalla crescente competizione con gli Stati Uniti e le (circa 130 euro) e almeno 110 milioni di persone che potenze del Pacifico e, all’interno, dalla necessità di vivono con meno di 1,25 dollari al giorno, al di sotto sostenere la crescita limitando l’impatto ambientale della soglia della povertà. A fianco, vi sono centinaia e controllando le crescenti spinti riformiste. Sarà il di miliardari, tutti alti membri del Partito. Secondo Comitato Centrale composto da circa 350 persone, molti studi economici, la Cina è il Paese che ha il nominate dall’Assemblea, a scegliere i 25 politburi che primato al mondo per il maggiore abisso fra ricchi e al loro interno indicheranno i membri del Comitato poveri”. Proprio per queste disparità non si escludono Permanente del Politburo, il vero cuore del potere eventuali interventi anche in campo sociale, per cinese. Di questo organismo fanno parte l’attuale cercare di porre un freno all’instabilità. “È quasi vice segretario e vice presidente, Xi Jinping, che probabile – conclude il missionario - che al Congresso con ogni probabilità prenderà il posto di Hu Jintao, si suggerirà qualche riforma di tipo economico, che diventando il nuovo numero uno; e l’attuale vice preveda aumenti di salari e pensioni. Questo deriva premier Li Keqiang, che sarà promosso al ruolo di non dal senso di dignità e giustizia verso le persone, primo ministro in sostituzione di Wen Jiabao. “Per ora, ma dalla necessità sempre più urgente di aumentare l’unico frutto sicuro del congresso sarà il passaggio il consumo interno, ora che le esportazioni verso Usa dalla Quarta alla Quinta generazione di leader”, ed Europa soffrono a causa della crisi globale. Perfino spiega Bernardo Cervellera, missionario del Pime e la legge sul figlio unico potrebbe essere ritoccata direttore dell’agenzia di stampa Asianews. Ma questi in “legge dei due figli”, dato che nelle industrie del nuovi nomi “non sono frutto di aperte discussioni e Guangdong e di Shanghai scarseggia la manodopera competizioni, né di elezioni, ma di scambi e favori proveniente dai migranti, dopo decenni di controllo da retrobottega per equilibrare e bilanciare i poteri sulla popolazione”. e le voglie delle varie fazioni all’interno del Partito. MICHELE LUPPI Cultura Sabato, 17 novembre 2012 7 Intervista. Joaquin Navarro Valls riflette sull’importanza dell’informazione religiosa. Notizie sempre attese C’è un forte interesse per le vicende della Chiesa e per un messaggio ricco di idee e di concetti “L a nascita e lo sviluppo della Sala stampa vaticana dal Concilio ad oggi”. È il tema della tavola rotonda che si è tenuta nei giorni scorsi nell’aula magna della Lumsa (Libera Università Maria Santissima Assunta), per iniziativa dell’Ucsi (Unione cattolica stampa italiana) e del “master in giornalismo” della Lumsa. Nella ricorrenza dei 50 anni dell’apertura del Concilio Vaticano II l’incontro si è soffermato sulla Sala stampa della Santa Sede, istituita nel 1966 come evoluzione del servizio stampa che supportava i giornalisti al seguito dei lavori dell’assise conciliare. All’incontro, tra i partecipanti, insieme a padre Federico Lombardi, attuale direttore della sala stampa vaticana, a Gian Maria Vian, direttore de “L’Osservatore Romano”, anche Joaquín Navarro Valls, per ventidue anni direttore della Sala stampa vaticana. Ecco la sua riflessione sull’informazione religiosa oggi anche alla luce di recenti fatti di cronaca. I fatti di cronaca, più o meno recenti, che hanno visto la Chiesa e suoi esponenti al centro dell’attenzione mediatica nazionale e internazionale, ripropone anche la questione del ruolo dell’informazione religiosa e di come raccontare il fatto religioso. Quale futuro vede per la comunicazione religiosa? «Non sarei tanto pessimista. L’informazione religiosa è molto attuale e il mondo l’aspetta, la cerca. Queste vicende ultime non si situano al centro del messaggio cristiano. Queste vicende non hanno affatto provocato l’abbassamento dell’interesse per il messaggio, ricchissimo di idee e di concetti, di Benedetto XVI. Nei miei viaggi all’estero, negli incontri, nelle università, in Usa e in Europa per Tv e media Nuovi scenari e progettualità N ei giorni scorsi, invitato dalla sede comasca dell’Aiart (l’associazione di ispirazione cristiana nella quale si riconoscono gli utenti di radio e televisione), presso il Centro Cardinal Ferrari è intervenuto Massimo Scaglioni, docente dell’Università cattolica di Milano e coordinatore del “Centro di ricerca su televisione e audiovisivi” del medesimo ateneo. Il tema era Nuovi scenari per tv e media. «In questi anni – è stata l’osservazione del professore – stiamo assistendo a un profondo cambiamento, a una trasformazione dettata, specie per la tv, dall’avvento di un vero e proprio “ecosistema digitale”, che, pur nella specificità del contesto italiano, tuttavia ha portato a un’abbondanza di offerta che significa anche frammentazione e caratterizzazione delle reti per marchio e contenuti». Da una tale situazione scaturiscono altre problematiche, che investono la qualità dell’offerta, il rispetto dei minori, il ruolo del servizio pubblico. «I media hanno visto una grande accelerazione nel proprio sviluppo – ha ripreso Scaglioni – ed è sempre più forte l’integrazione tra “piattaforme” differenti, senza dimenticare le potenzialità della “social tv”, ovvero la condivisione tramite social network». In Italia e Spagna, rispetto al resto d’Europa, il «grado di avanzamento mediale» è ancora piuttosto arretrato: la programmazione viaggia per oltre la metà su digitale, qualcosa su satellite. In Francia, per esempio, si è investito moltissimo su banda larga e su strutture che assicurano «un’offerta praticamente senza limiti e un’altissima interattività». A dirla lunga sul “caso Italia” ci sono i dati economici: «la pubblicità è “tv-centrica” (con circa 10 miliardi di euro di fatturato sui quasi 17 miliardi di risorse economiche disponibili per l’intero sistema mediale), mentre altrove, in Ue, la stessa editoria riesce ad attrarre molti più fondi». In un ambito tanto complesso e variegato si afferma la necessità di «un’alfabetizzazione al consumo “critico” di tv e media – è stata la conclusione di Scaglioni – per il miglioramento della programmazione, il coinvolgimento giovanie-adulti e la progettualità pedagogica del servizio pubblico». (E.L.) esempio, vedo un grande interesse intellettuale per il magistero del Papa e per la ricchezza di quello che dice». Crede che gli operatori della comunicazione non siano del tutto pronti e preparati per raccontare il fatto religioso? «Penso si tratti non solo di preparazione degli operatori ma anche di chi deve rilasciare il messaggio e se questo lo rilascia con la chiarezza adeguata in modo tale che possa essere compreso o se risulta un linguaggio ambiguo. Esiste il problema di chi deve dare adeguatamente la comunicazione. C’è poi l’informatore al quale chiederei certamente competenza ma soprattutto onestà, di non travisare la verità in funzione di altri interessi. Raccontare quello che è. Evitare il giornalismo fazioso». Al Sinodo sulla nuova evangelizzazione si è rimarcata l’importanza dei media nell’annuncio del Vangelo. In questo campo la Chiesa ha fatto passi avanti, ma molto resta da fare… È d’accordo? «La Chiesa non poteva non farli. Viviamo in una società della comunicazione e non si può restare ai margini o peggio alieni a questo mondo. Se si poteva fare meglio è di più? Dico che c’è sempre lo spazio e il margine per migliorare. Andrebbe poi visto il tema in modo selettivo per aree, Paesi, situazioni. C’è sempre da imparare, ed è uno sforzo da fare e sempre meglio». La varietà dei mezzi di comunicazione sociale all’interno delle Chiese, così come della Santa Sede, chiede sempre più strette sinergie necessarie ad amplificare l’annuncio del Vangelo… «Di questo si discute molto. La mia opinione personale è il rispetto dell’autonomia altrimenti si rischia di creare un ghetto. Ognuno vada per la sua strada, nel rispetto delle caratteristiche di ogni strumento. Naturalmente il materiale informativo in molte situazioni coincide, è lo stesso, ma ognuno lo racconti al proprio pubblico con il proprio linguaggio. Ci sono dei pubblici, bacini e interessi diversi. Sarei quindi per l’autonomia». Sono sempre di più coloro che desiderano entrare nel mondo della comunicazione e studiano per diventare comunicatori e giornalisti. Che consiglio si sente di dare loro? «Innanzitutto di essere onesti, seri e avere un’idea di che cos’è il giornalismo. Esso è il comunicare un’esperienza che, penso, sia vera. Se manca l’esperienza, non faccio giornalismo ma news-fiction, invento il fatto che trasmetto. Se quello che trasmetto, poi, non lo giudico vero, faccio propaganda. Sull’idea di giornalismo sarei molto esigente». Per raccontare il fatto religioso, la Chiesa, è necessario essere credenti? «In ventidue anni passati come direttore della sala stampa vaticana non ho mai chiesto a nessuna persona che chiedeva l’accredito se era credente o non credente. La base del giornalismo non è la confessionalità, ma l’onestà di fronte alla notizia». Cosa le ha lasciato la sua lunga esperienza in sala stampa? «Un mondo enorme di ricordi e la ricchezza di aver vissuto vicino a due personalità come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Sono grato a Dio per questo!». DANIELE ROCCHI Il video e la coscienza “L a crisi economica condiziona gli ascolti televisivi?”. La domanda è posta dal direttore di Tv2000, Dino Boffo, il quale osserva come la questione sia di “quelle che interessano i curatori delle pagine culturali dei quotidiani o dei periodici”. Ma è “una domanda che può avere una valenza anche più ampia, ed interessare per esempio gli insegnanti come i preti, i pubblicitari (va da sé) come i sociologi”. “Noi essere cioè di Tv2000 - spiega il direttore - non l’occasione per disponiamo di dati particolari, affezionare i ragioniamo con quelli a disposizione telespettatori di tutti”. Pur senza andare nel ad un’altra dettaglio, per Boffo, “è facile evincere televisione, che la crisi economica ha allargato ossia ad un - di fatto – la platea televisiva: un altro modo numero maggiore di italiani sceglie di di farla e di trascorrere del tempo, anziché in altri concepirla. Facendo con ciò intrattenimenti magari impegnativi tesoro delle esperienze di sotto il profilo della spesa, davanti disaffezione già registrate in alla tv”. Che torna così “a confermarsi passato”. il medium popolare per eccellenza, Per il direttore di Tv2000, il mezzo in cui ci si rifugia quando “ritenere il pubblico un altre possibilità vengono meno”. interlocutore sciocco, Naturalmente “ci sarà un gruppetto da anestetizzare se non di italiani che, tornando ora a inibire, è la strada che non rifrequentare la tv, hanno solo oggi il porta lontano. Portare in tv loro primo impatto con la tv digitale invece l’Italia reale e non e la sua prodigiosa offerta (tra locali quella frou-frou potrebbe e nazionali, una media di 300 canali rappresentare la sfida vera, per cittadino)”. È il motivo per cui, specie se si ingaggiasse una sottolinea il direttore, “anche i dati di gara virtuosa tra quanti ascolto di Tv2000, oltre che registrare intendono il mezzo televisivo un nuovo equilibrio, rilevano una non come il distributore di crescita pure di audience”. Boffo si vuotaggini, ma lo strumento sofferma, quindi, “sulla circostanza che intrattiene mentre aiuta a ‘di grazia’ (esagerato?) che questo coltivare il bello”. E qui Boffo momento porta con sé. Potrebbe si chiede: “Siamo proprio sicuri che l’Italia che abbiamo sotto gli occhi, e ci appare così sconsolante, non sia il risultato anche di decenni di tv s-centrata rispetto agli obiettivi di una crescita civile? Se questo è, e a noi parrebbe difficile escluderlo, allora approfittiamone per porci una domanda semplice-semplice: quali connazionali vogliamo contribuire a far crescere per l’Italia di domani? Ci sono contenuti da privilegiare e linguaggi da preferire?”. Tutto questo “non per rilanciare la stagione di una tv pedagogica, ma per far tesoro piuttosto di un’implicazione inesorabile, e risvegliare una responsabilità irrinunciabile”. 8 Chiesa Locale Sabato, 17 novembre 2012 Agenda del Vescovo Dagli Uffici di pastorale ecco i materiali di approfondimento 15 novembre A Como, in Vescovado, al mattino Consiglio episcopale; a Olgiate Comasco, dalle ore 18.00, incontro con la comunità “Il Sicomoro”. 16 novembre A Como, in Vescovado, mattino e pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como, alle ore 20.45, partecipazione alla serata sul Concilio Vaticano II. 17-18 novembre o t n e avv Tante occasioni per prepararsi D A Como, visita pastorale alla comunità parrocchiale di Sagnino. 19 novembre A Gazzada (Va), riunione del Consiglio direttivo dell’Istituto superiore di Studi teologici di Villa Cagnola. 20 novembre A Como, in Vescovado, mattino e pomeriggio, udienze e colloqui personali; a Como, in serata, presso l’Hotel Palace, conviviale Ucid sul discorso alla città e alla diocesi Gratis et amore Dei (sarà presente anche il sindaco Mario Lucini). 21 novembre A Como, alle ore 11.00, presso la chiesa di San Giuseppe, Santa Messa per la Virgo Fidelis con l’Arma dei Carabinieri. 22 novembre A Como, in Vescovado, mattino e pomeriggio Consiglio episcopale. 23 novembre A Como, in Vescovado, mattino e pomeriggio, udienze e colloqui personali. 24-25 novembre A Como, visita pastorale alla comunità parrocchiale di Tavernola. è mancato don Mario Olimpio Bogialli. Avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 25 novembre. Le esequie si sono svolte martedì 13 presso la nativa parrocchia di Civo (So). Ha svolto il suo ministero in numerose parrocchie (Bema, Campo Mezzola e Cola, Caspano, Sondrio-Isituto San Lorenzo, Campovico, Civo, Montemezzo, Monastero di Berbenno). Dal 1991 era a riposo presso la Casa Madonna del Lavoro di Nuova Olonio. omenica 2 dicembre 2012: ecco il dono dell’Avvento, il dono di un nuovo inizio; dono che riporta il nostro sguardo e il nostro impegno verso il motivo di tutto quello che facciamo: camminare verso l’incontro con Cristo. Le nostre comunità si preparano, progettando momenti di vita cristiana che coinvolgano le persone in un cammino significativo; prima ancora, però, aprendosi a una speranza che ogni anno è nuova, lasciando che il Signore che viene rimetta nel giusto ordine i nostri progetti. Con l’Avvento inizia l’Anno liturgico, che non è solamente un modo per strutturare le celebrazioni dell’anno secondo tre possibili variazioni (questa volta l’Anno C), non è un affare da sacrestia che poco riguarda la vita delle persone; è invece la presenza di Gesù Cristo che irrompe nella nostra storia, che non ci abbandona alla tentazione dell’abitudine ma ci invita a seguirlo per renderci nuovi. Per questo la nostra Diocesi riconosce che è l’Anno liturgico a scandire il ritmo di ogni itinerario pastorale. La Chiesa di Como dedica questo nuovo anno all’Eucaristia, secondo quanto ha indicato il Vescovo Diego nel piano pastorale Il Maestro è qui e spezza il pane per noi. E l’Avvento è un tempo favorevole per iniziare questo cammino: l’Avvento, infatti, prepara a vivere bene il Natale, la presenza del “Dio con noi”; la stessa presenza che ci è offerta ogni Domenica nell’Eucaristia. Per questo motivo tra le proposte offerte alle comunità per l’Avvento sono di particolare importanza le Schede sulla Celebrazione Eucaristica preparate dall’Ufficio per la Liturgia. Nel tempo di Avvento si cercherà di valorizzare i Riti di introduzione, fondamentali sia per entrare nella giusta disposizione per l’incontro con Cristo, sia per costituire una vera comunità celebrante in cui ciascuno si senta accolto e coinvolto. Le schede sono disponibili sul sito www.diocesidicomo.it/liturgia (si possono anche richiedere copie cartacee presso l’Ufficio per la Liturgia o presso “Il Settimanale”). Per gli animatori che curano la preparazione della Celebrazione Eucaristica è stata progettata anche una proposta di 3 sere di formazione, che verrà attivata su richiesta presso i Vicariati o le parrocchie: per informazioni occorre contattare l’Ufficio per la Liturgia ([email protected]). Un riferimento importante per questo Avvento è l’avvio ufficiale del nuovo progetto diocesano per l’Iniziazione cristiana dei fanciulli, in particolare per il tempo da 0 a 6 anni e per il tempo successivo della prima evangelizzazione (6-7 anni). In ogni fase del progetto le esperienze e le celebrazioni proposte sono articolate nei diversi tempi liturgici. L’Avvento, ad esempio, è tempo ideale per la preghiera dedicata alle famiglie in attesa di un figlio; fare dell’attesa un momento di annuncio del Vangelo e di vicinanza della comunità è il primo passo per avviare un percorso che conduca alla celebrazione del Battesimo. Per tutte le fasce di età coinvolte nel progetto si sottolinea l’importanza di una proposta che possa favorire la preghiera in famiglia in attesa del Natale. Uno strumento è il Biglietto di Avvento e Natale che, come lo scorso anno, porterà nelle case un messaggio del Vescovo e semplici testi per pregare davanti alla Corona di Avvento o per la Benedizione della Mensa. Nell’età della prima evangelizzazione l’indicazione principale del progetto di Iniziazione cristiana è il coinvolgimento dei bambini nella Novena di Natale in parrocchia: infatti il progetto invita, piuttosto che moltiplicare gli incontri, a puntare su esperienze di qualità, valorizzando dove possibile le esperienze già previste dalla comunità, come spesso è la Novena; questo facilita il coinvolgimento delle famiglie e anche il contatto con la dimensione comunitaria. Anche quest’anno la Diocesi sta preparando una proposta per la Novena, che sarà collegata in particolare al tema della fede, in relazione allo speciale Anno indetto da Benedetto XVI. Per le prenotazioni: [email protected], telefono 031.3312311. Vedi anche altre iniziative a pagina 10. Per giovanissimi e giovani il Centro per la Pastorale Giovanile propone i sussidi per la preghiera personale in Avvento e nel tempo di Natale preparati da Azione Cattolica Italiana: Gioia infinita (1518 anni) e Avvolti di luce (19-30 anni). Prenotazioni: mail e telefono come sopra. Sul sito diocesano si possono anche recuperare altri contenuti preparati per l’Avvento già nel 2011: il documento Tempo di Avvento: significato pastorale, segni e azioni e alcune schede collegate forniscono indicazioni sempre valide su Celebrazioni eucaristiche, Ferie maggiori di Avvento, Novena di Natale, Corona dell’Avvento, Calendario d’Avvento, Benedizione della mensa, Preparazione del presepe e dell’albero, Vespri, Celebrazioni penitenziali, Aspetto mariano, Elevazioni spirituali e concerti. Consultare: www.diocesidicomo.it/ avventonatale. ANTONELLO SIRACUSA ■ Il Vangelo della domenica: 18 novembre - XXXIII domenica del tempo ordinario «Il cielo e la terra passeranno...» (Mc 13, 24-32) Prima Lettura: Dan 12, 1-3 Seconda Lettura: Eb 10, 11-14.18 LA FINE DEL MONDO Chi è stato in Terrasanta, ricorda che dal Monte degli Ulivi si ha una stupenda visione d’insieme di Gerusalemme. Anche Gesù stava lì con i suoi discepoli quando ha previsto la distruzione del tempio e della bella città come esempio della persecuzione che avrebbe colpito i suoi seguaci e anticipazione della fine del mondo. Da qui la domanda curiosa e ansiosa di Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea: “Quando accadranno queste cose?” (13,4). Avremmo detto così anche noi! Ebbene, la risposta di Gesù è chiara sulla fine di tutte le realtà create “Il cielo e la terra passeranno”. Sul quando, il giorno e l’ora, non si sbilancia e rimanda al Padre. Occorre solo fidarsi di lui perché aggiunge: “Le mie parole non passeranno”. In fondo ha fatto bene a dire così. Se davvero potessimo conoscere la fine del mondo, che per ciascuno di noi è il momento della propria morte, più è lontana, più correremmo il rischio di essere distratti e gau- denti, ma più è vicina più saremmo angosciati! Nessun timore quindi per il 21 dicembre prossimo! Prepariamo bene il Natale del Signore e acquistiamo pure il panettone! IL FINE DI TUTTO Sono davvero belle le immagini usate dalle letture di oggi per descrivere cosa avverrà alla fine della propria vita e della storia dell’umanità e qual è il fine di tutto: “chiunque si troverà scritto nel libro, sarà salvo”; “i saggi e i giusti risplenderanno come le stelle per sempre”; “gli angeli raduneranno gli eletti incontro a Gesù, il Figlio dell’uomo”. Nell’attesa di quel momento, non ci rimane che ripetere con il salmista: “Nelle tue mani, è la mia vita”. L’ha detto anche Gesù sulla croce vero? Con la Chiesa di sempre poi, in quest’Anno della Fede, ripetiamo: “Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”; “Credo in Gesù Cristo che verrà a giudicare i vivi e i morti”; quindi anche me! IN ATTESA TRANQUILLA Incontro due sorelle suore, simpatiche entrambe. La più anziana, prossima ai cento anni e ancora ben presente e spiritosa, passa le giornate alternando la preghiera con dei lavoretti a maglia. Salutandola, mi è uscita spontanea la domanda: “Ma mi dica, quanti anni ha?”. La mia non era una domanda maliziosa, ma lei sospettando che le volessi anticipare l’incontro con il “Figlio dell’uomo”mi ha risposto: “Guardi reverendo, io sono così sicura che c’è la vita eterna che, proprio perché dura per sempre, non vorrei poi annoiarmi di là; meglio quindi stare di qua ancora qualche anno”. Le ho risposto con una fragorosa risata. Così vive il credente! Tanto di qui e di là, siamo sempre con il Signore e senza premura, ma anche senza illusioni, come i nostri vecchi ripetiamo: “Quello che Dio vuole”e “Ogni cosa a suo tempo”. don ALFONSO ROSSI Nicolò Rusca Sabato, 17 novembre 2012 Nicolò Rusca e il suo tempo/6. L’azione pastorale di Rusca a Sondrio si caratterizzò, innanzitutto, per una generosa dedizione allo studio e all’insegnamento In principio la Parola... D a dove cominciare un ministero così difficile come quello di cui si trovò investito, neppur trentenne, Nicolò Rusca? La prima notizia che accompagna, pressoché in tutte le sue biografie, la sua nomina all’arcipretura di Sondrio, è quella del conseguimento della laurea in teologia, presso l’università di Pavia. Era questo, in effetti, un adempimento giuridico richiesto a chiunque venisse eletto alla guida di una sede plebana, qual era Sondrio. Quel titolo di studio che costituiva, tradizionalmente, un requisito più che opportuno, diventava, nella nuova situazione venutasi a creare a metà del Cinquecento, una vera necessità. Urgevano, per le comunità cristiane, pastori che fossero anche “dottori”, nel senso di saper offrire un insegnamento all’altezza delle esigenze dei tempi e, in particolare, del serrato confronto con altri modi di presentare la fede. E proprio nel delineare la figura del ministero presbiterale il concilio di Trento aveva messo al primo posto la Parola di Dio. Innanzitutto attingendo da essa il modello dei ministri della Chiesa, nella figura di Cristo Pastore, delineata nel cap. 10 del vangelo di Giovanni; indicando, quindi, la Parola di Dio come alimento essenziale a nutrire la vita cristiana. Prima occupazione del pastore a favore delle persone affidate alle sue cure doveva essere, infatti, quella di «pascerle con la predicazione della parola divina». Semina abbondante Così fece l’arciprete Rusca, provvedendo ai fedeli di ono d e d n gr a Sondrio frequenti occasioni di conoscere e approfondire la propria fede. Dispose, infatti, che si predicasse «almeno tutte le dominiche di qualunque tempo dell’anno, e le feste solenni»; durante la Quaresima la predicazione diventava quotidiana, grazie ad un predicatore straordinario, invitato altresì «nelle maggiori solennità dell’anno». A parte tali saltuarie collaborazioni dall’esterno, era lo stesso arciprete ad impegnarsi normalmente in «continue prediche», dal momento che ben pochi preti di Sondrio, tra i quali il fratello Bartolomeo (che egli si era portato con sé quale coadiutore), erano autorizzati alla predicazione, evidentemente perché gli altri ne erano inadeguati. Alla predicazione doveva poi affiancarsi, ancora secondo i dettami del Tridentino, una sistematica istruzione catechistica: la «dottrina cristiana», ogni domenica, sia per i bambini sia per gli adulti. Seguendo la nuova pratica, diffusa da tempo soprattutto in diocesi di Milano, ma grazie all’iniziativa di un altro prete della nostra diocesi, Castellino da Castello di Menaggio, Rusca costituì e diresse a Sondrio la “Scuola della dottrina cristiana”, con relativi maestri (per i maschi) e maestre (per le femmine). Assiduo studio Non era affatto una predicazione improvvisata e di circostanza, quella di Rusca. Egli vi dedicava, infatti, una assidua preparazione: stando piegato sui libri anche di notte, se necessario; investendo parte consistente delle sue risorse economiche nell’acquisto di opere a stampa, una merce ancora rara, a quei tempi, e dunque costosa. Grazie alle conoscenze acquisite negli anni di studio al Collegio elvetico, Rusca poteva dedicarsi con particolare attenzione alla lettura della Bibbia nelle lingue originali, ossia l’ebraico (per l’Antico Testamento) e il greco (per il Nuovo): glielo riconosceva, con sincero rispetto, il protestante Fortunato Sprecher, storico grigionese, presente a Sondrio quale inviato del Governo retico. Per Nicolò Rusca, lo studio della Scrittura, pur fondamentale, non era esclusivo, bensì affiancato dall’approfondimento della Tradizione ecclesiastica, in particolare quella degli antichi Padri della Chiesa. In questo caso, abbiamo conferma dell’impegno culturale dell’arciprete di Sondrio da uno scambio di lettere con un personaggio di primissimo piano, nel panorama ecclesiastico e culturale dl tempo: il teologo gesuita Roberto Bellarmino il quale, dopo aver conosciuto Rusca e averne ricevuto preziose annotazioni a riguardo di un antico teologo, scriverà di «haver acquistato un amico […] ornato di tanta dottrina». Insomma, Rusca - al pari di tutta una nuova generazione di preti formati sulla scia del concilio di Trento – aveva saputo riscoprire, della Parola di Dio, tutta la fecondità. Essa che era stata all’origine di una lunghissima tradizione ecclesiale, veniva ora posta alla base di un autentico rinnovamento della comunità cristiana. SAVERIO XERES Guardando alla storia di quattordici frati minori beatificati a Praga Dai martiri viva testimonianza nell’Anno della Fede Q uattordici religiosi, frati minori, sono stati beatificati lo scorso 13 ottobre a Praga, in concomitanza con l’apertura dell’Anno della Fede, indetto da Papa Benedetto XVI nel ricordo «riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni»: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica. Federico Bachstein, boemo, vicario e maestro dei novizi del convento di Santa Maria della Neve, e tredici confratelli di origine spagnola, olandese, tedesca, francesce, ceca e anche italiana (due della diocesi di Milano, fra Gerolamo degli Arese e fra Gaspare Daverio, il bergamasco padre Bartolomeo Dalmasoni e il bresciano fra Giovanni Bodeo), furono uccisi a causa della loro fede, nell’ambito dei conflitti tra cattolici e protestanti. Il 15 febbraio 1611, il convento fu preso d’assalto da una banda di uomini armati e, secondo le cronache dell’epoca, in modo efferato vennero assassinati i quattordici uomini, una vera e propria “fraternità internazionale”, rimasta fedele al Papa, custode fino all’ultimo della Santissima Eucarestia. «Sono i primi Beati dell’Anno della fede, e sono martiri: ci ricordano – sono le parole di Benedetto XVI – che credere in Cristo significa essere disposti anche a soffrire con Lui e per Lui» (Angelus, 14 ottobre 2012). Un grande dono, quindi, non solo per la Repubblica ceca, che aspettava questa beatificazione dal XVII secolo, ma per tutta la Chiesa: i martiri di Praga sono una testimonianza “viva” per l’Anno della Fede. Giungiamo così al cuore di questo anno particolare, non un anno di “eventi speciali”, ma «un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. Si comprende allora l’insistenza del Papa nel ribadire che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea», ma la Verità che si fa carne. È in nome di questa Verità, che hanno dato la vita i quattordici martiri di Praga, una Verità amata e perciò custodita e approfondita, proposta e difesa. Ecco “affrescata” anche la figura del nostro Nicolò Rusca. Costante, infatti, fu il suo impegno per confermare il popolo «nella sana dottrina»: moltissimi scritti, la maggior parte dei quali dispersi dopo la sua cattura, la frequente predicazione dal pulpito, fino alle pubbliche “dispute” con i ministri protestanti, almeno tre quelle a noi note, sulla natura divina e umana di Cristo, sul Sacrificio eucaristico e sul primato del Papa. Anno della Fede, Concilio Vaticano II, Catechismo della Chiesa cattolica… e beatificazione di Nicolò Rusca, il prossimo 21 aprile a Sondrio, rivelano una grazia che è data a ciascuno di noi e all’intera diocesi comasca, perché il Signore conceda «di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani» (Benedetto XVI). ANNA ROSSI Con don Xeres incontro sul Rusca N ell’ambito del corso di approfondimento sul tema della fede, «Fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono» (Eb 11,1), proposto al clero dal Seminario vescovile di Como e tenuto nelle scorse settimane da don Ezio Prato, è previsto un incontro conclusivo, a cura di don Saverio Xeres, sulla figura di Nicolò Rusca, martire per la fede. L’incontro, in Seminario, rivolto a tutti i preti interessati, anche per l’opportuna preparazione alla prossima beatificazione, si terrà giovedì 22 novembre, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. Segue la recita dell’ora media, con possibilità del pranzo. L’iniziativa sarà riproposta a Sondrio il 5 febbraio 2013, presso il convento di Colda. 9 Vita diocesana 10 Sabato, 17 novembre 2012 In attesa della sentenza Mangiacasale È prevista per giovedì 15 novembre, presso il Tribunale di Como, la prima udienza del processo penale a carico di don Marco Mangiacasale, attualmente agli arresti domiciliari dopo il rinvio a giudizio dello scorso mese di giugno. Come i nostri lettori ben sapranno, Preghiera per l’Avvento il Settimanale chiude la propria edizione il martedì sera e va in stampa nella giornata di mercoledì. Non siamo pertanto in grado di riferire su questo numero dell’andamento dell’udienza, né di eventuali decisioni assunte in giudizio. Ci riserviamo di darne conto in seguito. L’ Ufficio per la pastorale della Scuola e dell’Università e il Centro per la Pastorale Giovanile propongono alle scuole un momento di preghiera prima delle lezioni il mercoledì e il venerdì. Il materiale è disponibile sul sito www. pgcomo.org. Dopo il terremoto, un aiuto concreto alla diocesi di Mantova ■ Vaticano II Proseguono le serate di approfondimento Un grande appuntamento unitario per tutta la diocesi con il Vescovo Diego: gli incontri sul Concilio trasmessi in videoconferenza s a t i r ca Alle ore 20.45 di venerdì 16 novembre a Como, presso il Cinema Astra, di viale Giulio Cesare, interverrà don Dario Vitali, docente di Ecclesiologia presso la Pontificia Università Gregoriana. Il titolo della conferenza è “Quale idea di Chiesa dal Concilio Vaticano II?”. Un piccolo passo per ricominciare a sperare Sarà possibile seguire in videoconferenza: Morbegno, Centro San Giuseppe; Sondrio; Cinema Excelsior, via Battisti 18; Menaggio, Sala parrocchiale; Cagno, Salone Frassati, via Varese 6; Abbadia Lariana, Sala parrocchiale; Canonica di Cuveglio, Sala Parrocchiale; Ponte in Valtellina, Cinema Vittoria; Bormio, Sala parrocchiale; Livigno, Sala parrocchiale; Chiavenna, Cinema Victoria, Corso Picchi 2 ■ Azione cattolica A Caspoggio Giovani e Adulti riflettono su «Guardare al futuro....» Domenica 18 novembre, presso la casa di Caspoggio Santa Elisabetta, l’Azione cattolica diocesana propone una giornata di studio per gli aderenti del Settore Giovani e Adulti. L’invito è rivolto, in modo particolare, ai trenta-quarantenni. Il tema prende spunto dall’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus, quando rivolgendosi a Gesù i due viandanti gli dicono “Resta con noi perchè si fa sera”. La volontà dell’Ac è quella di riflettere su come “Guardare al futuro da cristiani”. La giornata avrà inizio alle ore 9.30 con la celebrazione della Messa, l’incontro con Paolo Danuvola (con un importante passato politico alle spalle) e i laboratori pomeridiani. La conclusione è prevista alle ore 16.30. Si può arrivare a Caspoggio già dal sabato. Info: telefono 031.265181; 339-6027704; 333-4322945. G Sarà inaugurata domenica 18 novembre la struttura donata alla parrocchia di Quatrelle, frazione del comune di Felonica, colpita dal sisma del maggio scorso rande festa domenica 18 novembre prossimo a Quatrelle, una frazione del comune di Felonica, in provincia di Mantova, dove verrà inaugurata la nuova struttura polifunzionale che la Caritas diocesana di Como, in collaborazione con la Diocesi e la Caritas di Mantova, ha proposto per la comunità rimasta priva della chiesa e dell’oratorio come tante altre zone dell’Emilia devastate dal terremoto del maggio scorso. L’edificio, costruito in poche settimane a tempo di record, è una costruzione non temporanea, può ospitare oltre 80 persone e svolgerà soprattutto la funzione di “sala di comunità”, ovvero un luogo di aggregazione per giovani e meno con la volontà, con azioni concrete congiovani, dove si potrà celebrare la messa e tro l’immobilismo e le lentezze burocrasvolgere altri incontri comunitari. Como tiche è possibile collaborare e percorrenon è rimasta, quindi, con le mani in ma- re insieme il cammino della rinascita. A no. La Caritas diocesana si è mobilitata sin questo proposito vorrei ricordare che la dalla prima fase di emergenza: in poche Caritas diocesana di Como e la comunità settimane ha quindi promosso una rac- della parrocchia di Sermide, che fa parte colta di fondi nell’intera Diocesi e, grazie dell’unità pastorale che comprende sette anche alla collaborazione di una impre- parrocchie, tra cui Felonica e Quatrelle, sa valtellinese che ha eseguito i lavori, ha hanno deciso di dare vita a un gemellagpotuto offrire alla comunità di Quatrelle gio che coinvolgerà, in un rapporto di reciquesto piccolo ma prezioso “centro per la proco scambio e confronto di esperienze, rinascita”. i nostri Centri di Ascolto e quelli emiliani. Sempre a Sermide, nella frazione di Mo«Siamo felici di aver raggiunto questo im- glia, intendiamo, inoltre, collaborare alportante risultato - afferma con orgoglio la ristrutturazione dell’ex canonica, danRoberto Bernasconi, direttore della Ca- neggiata dal sisma, che ospita il Centro di ritas diocesana - La realizzazione di que- Ascolto. Il progetto di gemellaggio - consto indispensabile edificio dimostra che clude Roberto Bernasconi - potrà essere ■ Adorazione Proposta diocesana: pellegrinaggio in Terra Santa per i giovani Incontri del Movimento eucaristico diocesano Il Movimento eucaristico diocesano invita tutti, Crociati eucaristici e devoti, alla prossima ora di adorazione eucaristica presso la chiesa di Santa Cecilia. Si terrà sabato 1 dicembre a partire dalle ore 16.20. Sarà occasione per prepararsi al tempo di Avvento ormai prossimo. Domenica 18 si parte con la “Fase 2” del fondo di solidarietà I l Segretariato diocesano pellegrinaggi, in collaborazione con il Vicariato di Como Centro, nel periodo immediatamente post natalizio, propone un pellegrinaggio in Terra I l fondo diocesano di solidarietà “Famiglia-Lavoro” riparte domenica 18 novembre con la sua “Fase2”. «Visto il perdurare della crisi economica e dell’occupazione – è l’osservazione dell’equipe che coordina il progetto – si è deciso di rilanciare l’esperienza del fondo promuovendo una raccolta straordinaria». Dal 2009 a oggi c’è stata la partecipazione di oltre 150 comunità parrocchiali, che hanno sostenuto circa 700 nuclei proposto alla stessa comunità di Quatrelle, dove si vuole intraprendere un cammino di accompagnamento pastorale in sinergia con la parrocchia, sostenendo alcune attività rivolte ai giovani e agli anziani, anche con la futura presenza di volontari provenienti dalla Diocesi di Como». Domenica, nella piccola frazione emiliana, sarà presente una delegazione della Caritas diocesana guidata da don Renato Pini, che porterà il saluto del vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, e dell’intera comunità comense. Chi vorrà essere presente alla giornata di festa può chiedere informazioni alla sede della Caritas diocesana in viale Cesare Battisti 8, a Como (telefono 031.3312.333; fax 031.3312.340; mail: [email protected]). Santa pensato soprattutto per i giovani. Il periodo è dal 28 dicembre al 4 gennaio, con partenza da Milano Malpensa, scalo intermedio a Roma Fiumicino e arrivo a Tel Aviv (il medesimo percorso, a ritroso, è previsto anche per il rientro). Il programma contempla la visita ai Luoghi Santi seguendo il tema «Alla scoperta del “Quinto Vangelo” nella lettura delle pietre, per conoscere e approfondire il volto di “Gesù”». Per info e iscrizioni (al più presto) rivolgersi a don Simone (telefono 333-6217220) e a don Nicholas (telefono 339-1938211). familiari, distribuendo poco meno di 800mila euro. C’è anche chi è riuscito a restituire parte dell’aiuto ricevuto, nella consapevolezza che sono in troppi a trovarsi in difficoltà. Ora si parte con la “Fase 2”, che prevede la raccolta fondi, la sensibilizzazione del territorio e un’attenzione particolare alla questione lavoro. Quella del 18 novembre è una data simbolica: alle parrocchie è lasciata la possibilità di promuovere la raccolta anche in date diverse, a seconda delle proprie attività. Tutti possono contribuire ad alimentare il fondo con una donazione alla Caritas diocesana oppure mediante bonifico bancario sul conto n. 7875 presso il Credito Valtellinese, sede di Como, intestato a “Fondazione Caritas Solidarietà e Servizio onlus - Fondo di Solidarietà Famiglia-Lavoro”. IBAN IT98M0521610900000000007875. Info telefonando allo 031-3312333 (Caritas); oppure 031.3312711 (Acli). Vocazioni Sabato, 17 novembre 2012 11 Riflessioni. Come rispondere, noi giovani laici, a questa chiamata nella vita quotidiana? “ I l Signore Gesù, maestro Santità, alla fine, è vivere con e modello divino di Dio ogni circostanza nella ogni perfezione, a quale ci troviamo, accettarla tutti e a ciascuno dei con fiducia e amore, anche suoi discepoli di qualsiasi quando costa fatica. “Non condizione ha predicato quella capisco, Signore, ma accetto santità di vita, di cui egli stesso ciò che mi dai da vivere, è autore e perfezionatore: «Siate come strada per crescere dunque perfetti come è perfetto nell’amore di Te, nel fidarmi il vostro Padre celeste” (Mt di te”. Questa, la fiducia 5,48). nel Signore, è nella sua Mandò infatti a tutti lo semplicità la predisposizione Spirito Santo, che li muova del cuore da mantenere, per internamente ad amare Dio con il cammino verso la santità. tutto il cuore, con tutta l’anima, È con il Battesimo che con tutta la mente, con tutte le l’uomo entra a far parte della forze (cfr Mc 12,30), e ad amarsi novità di vita inaugurata a vicenda come Cristo ha amato dalla resurrezione di Cristo: loro (cfr. Gv 13,34; 15,12). diventa, cioè, membro del I seguaci di Cristo, chiamati Suo Corpo Risorto e perciò da Dio, non a titolo delle “santo”. A mio avviso questo loro opere, ma a titolo del è uno degli aspetti meno suo disegno e della grazia, recepiti ma fondamentali giustificati in Gesù nostro del Concilio Vaticano II. Signore, nel battesimo della ‘Santo’ significa anche fede sono stati fatti veramente ‘scelto’ e noi cristiani siamo figli di Dio e compartecipi ‘santi’ perché ‘scelti’ da Dio, della natura divina, e perciò chiamati a rispondere al suo realmente santi. Essi quindi invito nella perfezione della devono, con l’aiuto di Dio, carità. Ed è proprio questa la mantenere e perfezionare con direzione che diventa la via la loro vita la santità che hanno per la santità. Imparare ad ricevuto [...]. “Santo” significa anche “scelto” e noi cristiani siamo “santi” perché “scelti” amare come il Cristo ci ha È dunque evidente per tutti, amati, rispondere all’amore che tutti coloro che credono nel di Cristo desiderando di da Dio, chiamati a rispondere al suo invito nella perfezione della carità Cristo di qualsiasi stato o rango, appartenere a lui ed alla sono chiamati alla pienezza Chiesa, suo corpo, vivere della vita cristiana e alla perfezione della dimostrato nella storia della Chiesa dalla cuore di una eccezionale intuizione o amando e servendo le persone che ci ha carità e che tale santità promuove nella vita di tanti santi» (Lumen Gentium, 40). riscoperta circa la vocazione dei fedeli messo accanto e le comunità in cui egli stessa società terrena un tenore di vita più laici, nella vita e per la vita della Chiesa. Il ci ha fatto nascere e crescere, la famiglia umano. Per raggiungere questa perfezione Come cogliere, noi giovani laici, questa laico, cioè un cristiano che appartiene a innanzi tutto. E rimanendo aperti ad i fedeli usino le forze ricevute secondo chiamata universale alla santità? Cristo mediante l’unione al suo corpo che accogliere ogni proposta vera che riguarda la misura con cui Cristo volle donarle, Che significa? Cosa vuol dire che è la Chiesa, sa fin dal Battesimo che la vita la nostra vita, ogni chiamata particolare che affinché, seguendo l’esempio di lui e ognuno riceve la sua santità in seguito gli è data, giorno per giorno per rendere sgorga dal Battesimo – facendosi aiutare da diventati conformi alla sua immagine, in al Battesimo? Come mantenere e evidente – attraverso le sue normali attività un padre spirituale – perché il Signore ha tutto obbedienti alla volontà del Padre, perfezionare questa santità ricevuta? – che ciò che lo muove è uno scopo ed un una “fantasia” davvero grande per indicare con piena generosità si consacrino alla Sono domande nate dalla lettura di amore del tutto particolari. Il cristiano si le strade da percorrere per la vita”. gloria di Dio e al servizio del prossimo. questo testo e che abbiamo voluto porre risveglia, inizia la giornata, svolge il suo Così la santità del popolo di Dio crescerà in ad un amico prete, don Ernesto Taiana. compito, studia, lavora come risposta Marta Selicorni frutti abbondanti, come è splendidamente “Credo che queste domande arrivino al al Signore che in quel giorno lo chiama. Ivan Sorrentino Formandoci alla santità APPUNTAMENTI ● Un libro di Michela ● Un’occasione per Murgia affronta il tema provare ad attualizzare della donna nella Chiesa la figura di Maria ● Un modello più umano e più forte, valido per tutte le donne “Ave Mary”: E la Chiesa inventò la donna U CONTATTI: Continuate a seguirci anche on line: sul sito www.cdvcomo.it e sulla nostra pagina Facebook “centro diocesano vocazioni Como”. Sono già disponibili per questo mese le schede per l’adorazione eucaristica. n’ampia riflessione sulla figura della donna nella religione cristiana e cattolica e più in generale nella società, oggi come ieri: a farlo è Michela Murgia, scrittrice italiana con un lungo passato nell’Azione Cattolica; il libro in questione è “Ave Mary, e la Chiesa inventò la donna” ( Torino, Einaudi, 2011, pagine 170, euro 16), un testo semplice e soprattutto molto attuale, in cui l’autrice ripercorre gli ultimi decenni di storia cristiana evidenziando il difficile ruolo che la donna è stata chiamata a ricoprire, spesso frainteso e abusato dal nichilismo in cui frequentemente cade la società contemporanea. «Da cristiana dentro la Chiesa avevo patito spesso rappresentazioni limitate e fuorvianti di me come donna, il più delle volte contrabbandate attraverso altrettanti povere interpretazioni della complessa figura di Maria di Nazareth» così l’autrice ci introduce in questa analisi con l’obiettivo di capire e far capire come la donna è stata concepita dalle Sacre Scritture: quale il suo ruolo? Quale la sua importanza? Nel corso dei sei capitoli, l’esposizione procede attraverso l’analisi di casi concreti; il lettore viene in questo modo stimolato e invitato ad aprire gli occhi: da una parte la presentazione della figura femminile attraverso le parabole del Vangelo e le figure Sante del nostro tempo come Gianna Beretta Molla e Madre Teresa; dall’altra la donna, o meglio, la donna-oggetto, proposta nelle pubblicità moderne. Due icone a confronto: quella santa e quella fashion. Punto cruciale del saggio (se così si può definire) è la constatazione che nella società occidentale (e in Italia soprattutto) la donna sembra condannata al dolore e soprattutto alla passività: lei subisce sempre la parte della vittima. Lo è quando deve sottostare all’“amore” troppo possessivo e violento dell’uomo; lo è quando rimane vedova e sola. Sembra così che la donna possa esistere in maniera dignitosa solo nella misura in cui obbedisce al potere religioso o maschile, ma nel contempo è considerata, nell’inconscio, la causa del dolore stesso (è Eva, infatti a causare la cacciata dal paradiso e dunque l’avvento della mortalità nel mondo). In questo senso Maria diventa il simbolo della donna del sì, obbediente al volere di Dio, umile, mater dolorosa ai piedi della croce... Il libro vuole, infine, essere una occasione per attualizzare la figura di Maria, togliendola da una dimensione da immaginetta stilizzata, con il velo in testa, giovane e bellissima, sottolineando la forza del suo carattere. Quante donne avrebbero fatto la stessa scelta? Quante avrebbero detto il loro “sì”, consapevoli che all’epoca la punizione per le adultere era la lapidazione? Da ammirare, ancora, la sua forza nell’affrontare il calvario di Gesù e nell’assumere il ruolo di madre per tutti i discepoli e gli uomini che diventa esempio per tutte le donne. In conclusione, attraversando anche un’interessante e curiosa lettura del matrimonio cristiano, la Murgia invita la donna a tornare ad essere soggetto attivo, protagonista delle proprie scelte e del proprio destino ...e magari iniziare a riconoscersi nel modello di una Maria più umana e più forte! SILVIA GUGGIARI 12 Sabato, 17 novembre 2012 Scelti per voi In Missione Al via il secondo anno del percorso di formazione A Como presso l’Ufficio missionario diocesano è presente una biblioteca e una videoteca con materiali a disposizioni di singoli e gruppi per l’animazione missionaria. Per ulteriori informazioni: 031242193; www.centromissionariocomo.it ■ Film “Heart of Fire” di Luigi Falorini (Aus-Ger 2008) I l “cuore infuocato” è quello di Gesù, rappresentato nell’icona sacra che la bimba-soldato protagonista del film farà sua nella conduzione della sua vita. Awet è eritrea, cresciuta negli anni ‘60, momento in cui il paese era diviso dalla guerra civile. Abbandonata dai genitori, la bimba cresce in un convento di suore, fino a che il padre non torna a riprendersela per cederla come “figlia dell’Eritrea” al fronte indipendentista. Nello scontro con la morte, Awet ridimensiona l’entusiasmo iniziale verso gli ideali indipendentistici, fino a che la sua coscienza unita al coraggio del suo cuore infuocato, la porteranno al rifiuto delle armi e al riscatto suo e dei suoi due amici. Film da vedere per l’incisività che la narrazione di un tema così drammatico assume quando compiuta e vissuta dagli occhi di un bambino. Riviste Un nuovo volto per Mondo e Missione D a quest’anno la rivista del PIME “Mondo e Missione” si ristruttura a seguito della fusione con le altre due riviste “Missionari del PIME” e “Italia Missionaria”. Il nome rimane invariato, ma i contenuti si rinnovano. La rivista propone sei sezioni: un Primo Piano sul tema del mese, Conoscere specifici temi o personaggi di estrema attualità, Condividere ovvero la messa in comune di esperienze personali o comunitarie arricchenti. Nuove prospettive e speranze vengono presentate nelle pagine del Cambiare, mentre Cultura ci parla delle nuove uscite letterarie. L’ultima sezione, Casa PIME, presenta le attività della fondazione. Indubbie autorevolezza e interesse delle notizie, il mensile apre una finestra su quel mondo che così raramente ci è dato a vedere. I N A V O GI Tutti pronti a ripartire P ronti a ripartire! Ormai al via il secondo anno di formazione per i giovani della nostra diocesi interessati alle tematiche missionarie e aperti alla conoscenza del mondo. Un percorso, quello avviato da una ventina di giovani nell’autunno dello scorso anno, ricco di sollecitazioni e spunti per la riflessione a trecentosessanta gradi, dalla missione ad gentes al dialogo interreligioso, dall’informazione missionaria e nel Sud del Mondo alle tematiche di equità sociale. Anche quest’anno tante saranno le proposte a partire dall’Assemblea missionaria diocesana nel weekend 1718 novembre. In previsione per il prossimo mese di agosto ci sarà un viaggio di conoscenza nella missione diocesana in Cameroun nella diocesi di Maroua-Mokolo. Per la scorsa estate invece è stato chiesto ai giovani di partecipare a iniziative differenti di servizio proposte da associazioni, istituti ed enti come la “Papa Giovanni XXIII” e il Pime. Al ritorno la restituzione è stata motivo di arricchimento per tutti. Mara, ad esempio, ha partecipato a una proposta del suo vicariato di una settimana di campo di lavoro presso il monastero ecumenico di Bose. “Mi ha colpito molto la filosofia ecumenica della comunità. Un esempio da seguire per una convivenza positiva anche nelle nostre piccole esperienze.” Accanto a lei è seduta Margherita, ultimo anno di scuola superiore. Lei questa estate è stata in Senegal, con un progetto del Coordinamento Comasco della Pace della Scuola per i Diritti Umani che coinvolgeva la sua scuola e che si concludeva con uno stage in collaborazione con “I Bambini di Ornella”, un’associazione laica del comasco che opera in Senegal da diversi anni. “Sono partita perché sono sempre stata animata dal desiderio di conoscere realtà lontane e forse l’Africa mi ha sempre affascinato più di qualsiasi altro continente. Il ritorno, non lo nego, è stato uno shock. Ho acquisito una nuova consapevolezza della mia vita e del mondo che mi circonda.” Anche Mauro racconta la sua esperienza; l’ha vissuta con altri tre ragazzi del gruppo, Giulia, Davide e Ruggero. “Per il terzo anno consecutivo qualcosa mi ha spinto a trascorrere le ferie a Matasari, un piccolo paese nel Sud della “I bambini dell’acqua” EMI 2012 N ello scaffale ArcobalEmi, l’editrice missionaria propone delle letture per giovani in tema di mondialità; in particolare la collana Pirilampo propone storie vere, racconti avventure dal mondo che si indirizzano ai più piccoli facendoli riflettere su temi “da grandi”. A tale collana appartiene ad esempio “I bambini dell’acqua” di Angel Delaunois Gérard Frischeteau, raccolta di pensieri di bimbi dal mondo sul bene prezioso che dà la vita. La carrellata di riflessioni è sapientemente illustrata, in modo da introdurre facilmente le diverse culture di appartenenza agli occhi infantili. I pensieri offrono spunti di riflessione interessanti e approfondibili grazie a materiale aggiuntivo in appendice. CLARA ALFIERI BENEDETTA MUSUMECI Padre Mazzocchi a Mandello del Lario domenica 18 novembre Assemblea Missionaria Diocesana UNA CHIESA IN DIALOGO? Domenica 18 novembre 2012 ■ Libri Romania, scelto dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, costituita sulla base degli insegnamenti di Don Oreste Benzi, per uno dei propri campi “Fuori le Mura”. Perché? Perché è proprio dove non si trova nulla che si impara cosa conta davvero.” Elisa invece è andata con il progetto “Fuori le Mura” della Papa Giovanni XXIII a Trapani, nel quartiere di Milo. Qui si è dedicata all’animazione di strada dei bambini del quartiere. “Il quartiere è una realtà davvero estrema, tanta la delinquenza e la precarietà. È stato importante per me capire quanto è fondamentale dare speranza, quella vera, in una realtà che sembra negare ogni prospettiva.” Da ultime Clara e Giulia sono state a Santiago di Compostela con il pellegrinaggio Fatima-Santiago proposto dal Pime di Milano. “L’essenzialità e la preghiera hanno scandito le nostre giornate. Il risultato? Tante amicizie, tanti volti e tanta apertura al mondo.” Ora siamo pronti per ripartire e per accogliere chi volesse aggiungersi sulla nostra strada! MANDELLO del LARIO – San Lorenzo Piazza Giovanni XXIII, 8 - parcheggio nelle vicinanze L’urgenza dell’incontro tra le confessioni cristiane e le altre religioni nella nostra Diocesi ore 10.00: accoglienza ore 10.30: S.MESSA con la comunità nella chiesa di S.Lorenzo ore 11.45: vedere e ascoltare – dati sulla presenza delle confessioni religiose in Diocesi ore 13.00: pranzo presso l’Oratorio (Euro 10,00) ore 14.30: valutare e giudicare Padre LUCIANO MAZZOCCHI missionario saveriano esperto nel dialogo interreligioso Scegliere e agire-qualche scelta concreta proposta dall’assemblea ore 16.30: preghiera conclusiva Assemblea missionaria N el pomeriggio di domenica 18 novembre interverrà all’Assemblea missionaria diocesana a Mandello del Lario, padre Luciano Mazzocchi, missionario saveriano da anni impegnato in iniziative di dialogo interreligioso. Il tema della giornata, “Una Chiesa in dialogo?”, riprende, infatti, il percorso sul tema dell’accoglienza e del confronto tra culture avviato lo scorso anno. Padre Mazzoccchi, nato a Pianello Val Tidone (PC), è stato per vent’anni missionario in Giappone, dal 1963 al 1982. In questa sua lunga esperienza in oriente entra in contatto con lo Zen, oltre che nella sua forma tradizionale monastica, anche nella quotidianità della vita contadina giapponese. Un’esperienza in cui incontro Jiso Giuseppe Forzani, anch’egli vissuto in Giappone dal 1979 al 1987 nel monastero di Antaiji, dove ha conseguito l’ordine monastico, con cui inizia a condividere un cammino di dialogo religioso. Una volta rientrati in Italia i due religiosi decidono, nel 1994, di dar vita ad una particolare esperienza di condivisione fondando a Galgagnano, un piccolo paese in provincia di Lodi, la comunità “Stella del Mattino” formata da fedeli cristiani e buddisti, un vero laboratorio di dialogo tra Vangelo e Zen. L’esperienza della comunità di Galgagnano si è conclusa nel 2009, ma il dialogo continua. M.L. Visita pastorale Sabato, 17 novembre 2012 13 Sagnino. Dal 17 al 18 novembre Una comunità sempre in cammino I n questi mesi tutta la comunità della parrocchia di San Paolo Apostolo di Sagnino si è adoperata per preparare al meglio la visita del Pastore della diocesi mons. Diego Coletti. L’attesa è tanta ed anche gli appuntamenti preparatori vissuti con mons. Flavio Feroldi, già vicario della parrocchia per tanti anni, sono stati determinanti per creare la giusta atmosfera. A poche ore dall’evento il parroco mons. Antonio Carlisi ci rivela quali sono stati i passi fondamentali preparatori alla visita: “È almeno da un paio d’anni che la comunità è tenuta per così dire sotto pressione, per prepararsi a vivere due eventi particolarmente significativi: la visita pastorale del Vescovo nell’anno della fede e la preparazione alla missione parrocchiale per il 50° di fondazione della parrocchia. Sono due circostanze di grande rilievo che potranno risvegliare- ce lo auguriamo!-nuove energie per una nuova Evangelizzazione. In particolare abbiamo attivato la comunità a vari livelli su un piano pastorale imperniato sulla Parola di Dio; il Vescovo ha ricevuto, come da lui richiesto, copia dettagliata del cammino percorso, mettendo soprattutto in rilievo l’importanza della Catechesi degli Adulti. Ovviamente sono state vissute con una discreta partecipazione le varie tappe di avvicinamento, sia parrocchiale che nel neonato vicariato, programmate a livello diocesano dagli uffici competenti. Durante i vari incontri si è particolarmente ribadito che il Vescovo è colui che in una comunità di salvezza è il La visita alla parrocchia di San Paolo Apostolo arriva in occasione dell’Anno della fede e alla vigilia della missione per i 50 anni dalla fondazione primo e più direttamente impegnato a far sì che essa sia veramente tale. In particolare egli svolge il suo ministero di salvezza garantendo alla Chiesa locale La Parola di Dio e l’Eucaristia, confermando i doni che lo Spirito non manca di effondere su ogni credente. Dice il Concilio: “I sacri pastori sanno benissimo di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo , ma che il loro eccelso ufficio è di pascere i fedeli e conoscere i loro ministeri e carismi, in modo che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune”. Anche i giovani sono stati sollecitati in ordine ad una preparazione prossima alla visita stessa”. Fondamentale è stata la partecipazione del Consiglio pastorale parrocchiale nella definizione del documento che sarà presentato al Vescovo. Date le finalità e competenze di questo organo di comunione ecclesiale - tra le quali si ricordano lo studio e l’approfondimento di tutto quanto riguarda la vita della parrocchia e l’individuazione delle esigenze prioritarie - è stato chiesto a ciascun membro di esprimersi sulle modalità con cui la Parrocchia interviene in quattro ambiti che costituiscono l’essenza di una parrocchia: la famiglia, la crescita umana e cristiana, la società e i bisogni, il giorno del Signore. Per facilitare il lavoro sono state indicate alcune forme di intervento nei diversi ambiti quali ad esempio l’accoglienza, la formazione, i Sacramenti. È stato inoltre richiesto a ciascuno di indicare i punti di forza e le urgenze della comunità. Questo lavoro ha permesso di avere un contributo diretto da parte delle persone che collaborano con don Antonio. In una seconda fase, che ha previsto il coinvolgimento di tutti i membri delle Commissioni, un gruppo ristretto di persone ha provveduto poi a raccogliere tutte le informazioni pervenute e le ha unificate formando un’unica fotografia della Parrocchia. L’ultimo passo ha previsto il contributo del parroco, la cui presenza è stata ovviamente preziosa anche nelle fasi precedenti. Don Antonio ha verificato la bozza preparata, l’ha integrata e soprattutto contestualizzata nel progetto pastorale che lui, con il supporto del Consiglio Pastorale, delle Commissioni e di tutti i parrocchiani, intende perseguire affinché la parrocchia sia testimone del primo annuncio del Vangelo di Gesù Cristo. Il parroco puntualizza quali caratteristiche della comunità evidenzierà a mons. Coletti: ”Il Vescovo incontrerà una comunità generosa e impegnata a vari livelli…Il progetto che è stato presentato nei tempi stabiliti evidenzia una comunità ricca di risorse e di iniziative, anche la comunità stessa, relativamente giovane, ora risente di un progressivo invecchiamento della popolazione e quindi di un momento piuttosto difficile per quanto riguarda il ricambio delle persone…E poi, come dappertutto, penso, e spesso ripeto ai miei parrocchiani, i cinquemila residenti diventano mille all’Eucarestia e trecento circa ad assumersi l’onere di tutti gli impegni necessari…Non vale forse la pena di pensare a semplificare un po’ le cose e a insistere sull’essenziale? “ In chiusura chiediamo al parroco cosa si attende la comunità da questa visita pastorale: ”Quanto più il Vescovo diventerà meno estraneo a noi, tanto più se ne avvantaggerà il Regno di Dio. Da più familiari rapporti tra noi e il Pastore, attendiamo molti vantaggi per la Comunità: soprattutto il fortificarsi nei laici del senso della propria corresponsabilità, in modo che le loro forze più facilmente vengano associate all’opera dei sacerdoti, per il progresso spirituale di tutti. Soprattutto preghiamo perché il Vescovo ci illumini e ci rafforzi: minoranza in una città paganeggiante, sostenga i relativamente pochi, che fanno capo al centro parrocchiale in una formazione costante e generosa ad un autentico spirito di Fede e di Servizio Evangelico”. pagina a cura di MARIO MOLTENI La parrocchia fu fondata nel 1964 Alla scoperta del Viallaggio del Sole I Il quartiere - dove l “Villaggio del Sole”, così è definito il popoloso quartiere alle porte di attualmente vivono 4500 Sagnino situato nella zona nordpersone - è posto su un ovest del comune di Como nei colle alla periferia di Como pressi della frontiera con la Svizzera. e rappresenta lo sviluppo Posto su un colle baciato dal sole dal mattino alla sera Sagnino rappresenta di antichi borghi rurali lo sviluppo urbano di antichi borghi rurali ancora ben localizzabili: la tenuta dei Marchesi Rossi rendono piacevole e appetibile la vita nel quartiere. Nel con la sua villa circondata dal borgo, un tempo agricolo, tempo la composizione, oggi sono oltre 4500 gli abitanti, di Mognano; il castello dei Conti Reina, ristrutturato è mutata da quartiere operaio a forte connotazione di recentemente arroccato sulla propaggine ovest in dipendenti pubblici ad una completa varietà di ceti, Quarcino, ove sorge la chiesetta romanica dei Santi redditi e professioni. La parrocchia, fondata nel 1964 Giacomo e Filippo, autentico gioiello di stile romanico ha nella chiesa parrocchiale il vero centro attrattore dei e punto di riferimento della storica religiosità locale, sagninesi, è ben identificata e raggiungibile, dotata di la frazione di Soldo al confine con Monte Olimpino, adeguate strutture, ed è dedicata a San Paolo Apostolo. un agglomerato di antiche abitazioni rurali ormai La nuova chiesa, progettata dall’architetto Marziano di ampiamente ristrutturate. Si parla spesso di incremento Como, è stata inaugurata il 25 settembre 1994 da mons. o decremento della popolazione, Sagnino è un quartiere Alessandro Maggiolini. L’affetto dei sagninesi è indirizzato sorto in epoca recente, non ha una storia ultracentenaria in particolare alla chiesa dei santi Apostoli Filippo e come Monte Olimpino od altri quartieri della città. è vero Giacomo, familiarmente chiamata chiesetta di Quarcino. che il quartiere ha un nucleo storico ma lo sviluppo vero Questo gioiello romanico è di proprietà comunale ma dato e proprio si è avuto a partire dagli anni sessanta; esso è in uso alla parrocchia e viene utilizzata prevalentemente ubicato in un territorio circoscritto, non percorso da vie di nei mesi estivi o per i matrimoni. Figura storica presente transito, il che favorisce l’identificazione e l’appartenenza dalla fondazione della parrocchia è don Pier Carlo Contini, oltre ad un ritmo di vita sufficientemente tranquillo dove parroco emerito, mentre l’attuale parroco don Antonio tutti si conoscono. Elevata è anche la quota di verde Carlisi è coadiuvato dal vicario don Francesco Marinoni. pubblico e adeguata quella di attrezzature sportive che Il Consiglio pastorale parrocchiale è attivo fin dal 1970 e viene rinnovato ogni cinque anni, ad esso si affiancano ed operano le Commissioni parrocchiali: Famiglia, Oratorio, Catechesi, Caritas, Missionaria, Liturgica, Sociale e di Quartiere; il consiglio di Presidenza costituito dal presidente di ciascuna commissione e dai sacerdoti e il Consiglio per gli Affari Economici. La comunità si sta preparando a celebrare, con una straordinaria missione parrocchiale guidata dai Padri Monfortani, il 50° Anniversario di fondazione della Parrocchia nel 2014. Nei pur pochi decenni della sua vita, la parrocchia ha visto fiorire numerose vocazioni: ben cinque sacerdoti e una suora. In seno alla realtà parrocchiale esiste una compagnia teatrale dialettale: “I due Archi”, mentre sul territorio sono presenti altre realtà: scuole, CAG, palestra, società sportive, Ranger, Circolo degli Anziani, ambulatorio medico. Sagnino è un quartiere dove è vivo il senso di solidarietà e predisposizione verso gli altri nello spirito cristiano più autentico nel quale ancora si vive l’atmosfera di un piccolo borgo fiero della propria identità. Cronaca salute Il 17 novembre la Giornata del Bambino Prematuro ProTIN: quando la vita incomincia troppo presto D Attivati! ue appuntamenti speciali attendono i volontari dell’associazione “ProTIN. Genitori Bambini Pretermine”, realtà che si occupa di dare sostegno al reparto di terapia intensiva neonatale dell’Ospedale S. Anna di Como e ai genitori che attraversano l’esperienza del dare alla luce un figlio pretermine. occasione della Giornata genitore e Indesideri raccontare e Internazionale del Prematuro (che idere le tueil esperienze vissute nelcade 17 novembre) i volontari saranno di Terapia Intensiva Neonatale? presenti, sabato 17 novembre, presso l’ospedale S. Anna con un proprio stand far conoscere l’associazione e per la i sapere diperpiù riguardo i nostri distribuzione di materiale informativo. i e le nostreVenerdì iniziative? 23 novembre avrà invece luogo una conferenza presso il Centro Cardinal i avere informazioni su come Ferrari dal titolo: “Riflessioni sullo sviluppo emozionale. Il ruolo delle prime arti alla ProTIN o come partecipare esperienze nei primi anni di vita”, con il nizzazione delle nostre attività? dott. Rosario Montirosso, responsabile dell’Istituto Scientifico Eugenio Medea di Bosisio Parini. Perché nasce ProTIN? “Siamo genitori di bambini nati pretermine – si legge dal sito dedicato all’associazione (www.protin.it) - o con patologie alla nascita che hanno vissuto un’esperienza nel reparto di Patologia Neonatale dell’Ospedale Sant’Anna di Como. La maggior parte di noi non pensava a ciò che avrebbe comportato un parto prematuro o con complicanze, ma soprattutto nessuno di noi era preparato alla nascita di un figlio non in grado di sopravvivere autonomamente. Durante il difficile periodo vissuto in reparto abbiamo condiviso le stesse emozioni di ansia, paura, insicurezza e abbiamo compreso l’importanza del rapporto umano che si andava creando tra genitori. Il supporto reciproco ci dava la forza e il coraggio di affrontare la strana sensazione di sospensione e incertezza verso il di futuro dei nostri genitori del Reparto Terapia bambini. Proprio nel ricordo delle nostre Neonataleemozioni e contribuisci ci siamo uniti per daralla vita ad un’organizzazione di volontariato”. ne dei progetti della ProTIN. Gli scopi dell’associazione, che ha sede proprio presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospedale Sant’Anna di Como, e da poco ha n versamento sul conto corrente ottenuto il riconoscimento di onlus, sono ben enunciati nell’articolo 3 dello Statuto: - aiutare e sostenere le famiglie moralmente ed organizzativamente, condividendo con loro dubbi, paure 335901600100000011259 e perplessità riscontrate durante la dopo le dimissioni e per. tutta la Donazione degenza, Organizzazione ProTIN . contattaci La Giornata al Valduce Insieme ai genitori per i bambini della TIN I [email protected] ostieni ProTin ◆ Briantea84 Organizzazione di Volontariato ONLUS ProTIN Genitori Bambini Pretermine Osp. Sant’ Anna - Via Napoleona, 60 - 20100 Como Codice Fiscale 95102590130 Uno sport sicuro con Comocuore no sport sicuro: è questo uno dei valori promossi da “Briantea84” che, grazie all’intervento della Fiba (Federazione Italiana Bancari e Assicurativi) e alla collaborazione con Comocuore Onlus, ha deciso di muovere un passo importante per la salute a la sicurezza dei propri atleti. Sabato 17 novembre al Palasport di Seveso avrà luogo la consegna di un defibrillatore semi-automatico esterno (DAE) a Briantea84. L’iniziativa avverrà nell’intervallo dell’incontro del Campionato italiano di basket in carrozzina (serie A) Unipol Briantea84-Giulianova, in programma alle ore 20.30 in via Gramsci concreto enti pubblici o privati, nonché i cittadini, alla soluzione dei problemi riguardanti i neonati ricoverati nella TIN (Terapia Internsiva Neonatale, ndr); - promuovere iniziative di sensibilizzazione e formazione al servizio delle famiglie, in relazione ai loro compiti sociali ed educativi. Tra i progetti di aiuto, accompagnamento e sensibilizzazione promossi dall’associazione vale la pena di ricordare la nascita, un anno fa (il 12 novembre 2011), dello “Spazio Ascolto – dalle mamme per le mamme”, un luogo in cui ogni sabato pomeriggio le mamme volontarie della ProTIN (che hanno già avuto un’esperienza in TIN) sono presenti con discrezione in reparto, a disposizione dei genitori, fornendo loro suggerimenti, occasione di confronto, ma anche indicazioni pratiche molto concrete. Ad esempio dove trovare farmacie attrezzate e presidi su misura, oppure minuscoli pannolini per prematuri, o sacchettini per congelare il latte; o ancora fornire informazioni ai l Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale Valduce genitori che arrivano aderisce all’iniziativa promossa dall’Organizzazione da fuori provincia su Mondiale della Sanità (OMS-WHO), sostenuta dall’European dove poter dormire o Foundation for Care of Newborn Infants (EFCNI) e in mangiare nei pressi collaborazione con il coordinamento nazionale “Vivere” dell’ospedale. Lo onlus. Il 17 novembre sarà celebrata la Giornata Mondiale Spazio Ascolto è del Bambino Prematuro anche nell’Ospedale Valduce. gestito da un piccolo Negli spazi comuni all’interno dell’Ospedale, saranno gruppo di volontarie istituiti stands e punti informativi con materiale divulgativo che si alternano e conoscitivo relativi alla nascita prematura e alle per garantire la loro problematiche dei neonati e delle loro famiglie. presenza ogni sabato Il materiale espositivo sarà disponibile anche nei giorni pomeriggio dalle precedenti l’iniziativa. L’evento è stato connotato a livello 14.30 alle 17.30. Sono mondiale dal colore lilla. riconoscibili da un tesserino che portano sempre con sé. Tra le altre iniziative promosse da “ProTIN” anche: - la promozione dell’allattamento al seno e la pratica della raccolta del latte, essendo il latte materno l’alimento migliore per ciascun neonato, in particolare se nato pretermine; - il sostegno e la divulgazione della Kangaroo Mather Care e del massaggio terapeutico infantile, due forme attraverso le quali i genitori sperimentano il contatto e la comunicazione con il proprio piccolo. ww.protin.it U Sabato, 17 novembre 2012 15 crescita del bimbo; - sostenere e promuovere nuove iniziative del reparto di patologia ProTIN Organizzazione neonatale incentivando la ricerca di nuove metodiche assistenziali; - promuovere l’informazione relativa difficoltà del neonato pre-termine e dialle Volontariato ONLUS quindi sensibilizzare e far partecipare in Genitori Bambini Pretermine o con gravi patologie alla nascita. www.protin.it Per saperne di più: www.protin.it. Il sito raccoglie anche le testimonianze di chi è passato attraverso la difficile esperienza del pretermine, lo spaccato su un mondo in cui ansie, paure e gioie si fondono in un unico toccante messaggio. Marco Gatti Notizie flash ■ Solidarietà Verso 16° Giornata Nazionale della Colletta Alimentare 9 a Seveso. Ospiti della serata saranno il presidente di Comocuore Onlus Giovanni Ferrari e Dino Merio, responsabile della Fiba Como. A rendere ancora più solenne questo momento, sono attesi Pier Luigi Marzorati, presidente lombardo del Coni, ed Enrico Ragnolini, presidente della Fip Lombardia.Un gesto importante, reso possibile dalla donazione effettuata dalla Fiba e dall’impegno profuso da Comocuore Onlus, associazione da sempre attiva nella diffusione delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare e del defibrillatore semi-automatico esterno, uno strumento che, se usato tempestivamente, consente di salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco. Gli spettatori presenti all’incontro saranno simpaticamente coinvolti nell’iniziativa con la consegna di gadget, nella speranza che, all’uscita dal Palazzetto, tutti possano farsi promotori di un messaggio positivo, al fianco di Briantea84 e di Comocuore Onlus Il Banco di Solidarietà anticipa le tappe e, in attesa dell’appuntamento del 24 novembre, con la XVI edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, organizzata i primi punti di visibilità, per dare il via alla campagna di sensibilizzazione. Sabato 17 novembre, dalle 14.30 alle 17.30, a Como in Via Boldoni, a Erba in Piazza Mercato e a Cantù in Largo XX Settembre/Angolo Via Matteotti, i volontari del Banco di Solidarietà, saranno presenti con degli stand informativi. Como Cronaca 16 Sabato, 17 novembre 2012 Palazzo cernezzi Il regolamento che la prevede porta la data del 7 marzo 1996, ma si appresta a trovare concreta attuazione soltanto adesso Servizi Sociali: verso la Consulta I l regolamento che la prevede porta la data del 7 marzo 1996, ma si appresta a trovare concreta applicazione soltanto adesso. Stiamo parlando della Consulta per il settore Servizi Sociali del Comune di Como, organismo cui un apposito regolamento comunale diede il via libera all’istituzione 16 anni fa, ma che, nella pratica, non ha mai trovato, però, reale attuazione. Dare vita ad una Consulta che riunisca associazioni del territorio impegnate in campo sociale è invece intenzione dell’attuale amministrazione Lucini che rivolge un appello alle realtà comasche sensibili al tema. «In linea con quanto dichiarato in fase di campagna elettorale – le parole del sindaco di Como Mario Lucini - diamo formalmente l’avvio al processo che dovrà portare alla formale costituzione di questo organismo, strumento che rappresenterà un’opportunità preziosa per il territorio nella promozione di una rete di relazioni La presentazione dell’iniziativa a Palazzo Cernezzi solidali che dovrà contribuire al miglioramento dei servizi resi alla popolazione, elevandone le qualità di vita». «Con questo atto – spiega Bruno Magatti, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Como – mettiamo in campo uno strumento che offre alle associazioni del territorio impegnate in campo sociale una duplice opportunità: quella di imparare a dialogare e ad interagire reciprocamente, secondo una logica di rete, e di interfacciarsi con l’Amministrazione, cui avanzare proposte, suggerimenti, indicazioni». Le finalità della Consulta ben si evincono dall’articolo 2, in cui si legge: “Essa ha lo scopo di integrare ed arricchire le proposte degli organi del Comune con l’apporto di specifiche competenze nel Settore dei Servizi Sociali”. Uno strumento consultivo, dunque, che, da un lato, darà all’Amministrazione il polso della situazione su alcuni dei settori più fragili del tessuto sociale, e dall’altro offrirà spunti di riflessione sulla messa in atto di possibili strategie d’azione. Handicap, minori, anziani ed extracomunitari saranno le principali aree su cui si concentrerà il lavoro della Consulta, senza escludere però altre voci Albate, 18 novembre più tardi potrà, però, ugualmente salire alla “fermata” successiva. Per noi il contributo e la partecipazione di tutti rappresentano un elemento assai prezioso al fine condurre al meglio questo impegno, a servizio del territorio». Un appello “speciale”, da parte di Magatti, anche al mondo “extracomunitario”. «Quello dello straniero è un tema che mi sta particolarmente a cuore – chiosa l’assessore -. Abbiamo spesso a che fare con istanze sostenute da italiani in rappresentanza delle necessità di stranieri, o di singoli immigrati. Mi aspetto che si facciano invece avanti, con le loro rappresentanze, associazioni e gruppi di stranieri che abitano e vivono la città, perché si aggreghino e avanzino le loro istanze». Anche questo un passaggio essenziale nel difficile cammino di integrazione. (m.ga.) che potranno essere reputate, via via emergenti. Il passaggio obbligatorio, per le associazioni interessate a far parte di questo organismo, dovrà essere l’iscrizione all’apposito registro comunale delle associazioni e, contestualmente, la richiesta di far parte della Consulta stessa, con un proprio rappresentante. 66 sono le realtà al momento iscritte all’albo comunale. A ciascuna di esse l’assessorato farà pervenire, nei prossimi giorni, una lettera con l’invito a presentare esplicita domanda di accesso alla Consulta. «Come da regolamento – continua Magatti – la Consulta avrà una struttura assembleare, con articolazioni nei diversi settori previsti (handicap, minori, anziani, extracomunitari), potrà esprimere pareri ma avrà anche facoltà di organizzare interventi di sensibilizzazione sociale ritenuti necessari, ricerche, approfondimenti, oltre che incontri con enti e istituzioni…» Entro il 30 novembre le associazioni interessate a questo percorso dovranno presentare apposita domanda al Comune di Como. «Abbiamo stabilito una data per metterci in moto da subito – continua Magatti – senza perdere altro tempo. Chi arriverà L’Associazione Sostieni “La Zolla” C on il termine “Quilombo”, Un pranzo e una giornata che significa villaggio, si identificano in Brasile le insieme per conoscere e comunità di contadini neri sostenere i progetti cui discendenti degli schiavi africani, che l’associazione si è dedicata in Cameroun, in Argentina e in provvedono al proprio sostentamento lavorando la terra e mantenendo, in questi anni Colombia, domenica 18 novembre nelle loro abitudini e manifestazioni si svolgerà la “Festa della Zolla”, un culturali, un forte vincolo con le loro origini ed il loro momento conviviale per incontrare i soci e gli amici passato. Nello stato di S. Mateus , ancora oggi come in a cui va il nostro grazie per il sostegno e la solidarietà passato, l’associazione “La Zolla” di Albate è solidale con che li muove. Alle 12.30 ci sarà la possibilità di gustare una collettività di Quilombo residente nella Comunità del insieme, presso la sala della Comunità di Albate, Divino Espirito Santo. Allora lo fece fornendo un trattore pizzoccheri valtellinesi. Non mancheranno anche e la pompa per irrigare i campi, strumenti necessari affettati, formaggi, dolci, bevande e caffè. Per il pranzo per resistere e reagire al dominio delle multinazionali è obbligatoria la prenotazione ai numeri 031-522877 che volevano accaparrarsi la sua terra; oggi la sostiene (Franco) e 031 521036 (Lilli).Alle 16 prevista l’estrazione nel preservare le sue tradizioni e il suo patrimonio a premi della lotteria. Sarà possibile in questa sede, culturale. Nella crescente globalizzazione mondiale, recuperare il Dossier sul Brasile che la Zolla ha realizzato dove l’omologazione entra con forza, ai volontari in questo anno con lo scopo di informarsi e informare. dell’associazione è sembrato importante rispondere alla Questa ricerca, attraverso la sintesi dei contenuti di non mancheranno: richiesta di intervento sulla “farineria”, un ampio locale alcuni testi, articoli e documenti attuali tratti anche dalla da ristrutturare /costruire e da mettere a norma di legge. Conferenza Episcopale Brasiliana, cerca di mettere in Qui un gruppo di famiglie trasforma la manioca in farina luce gli aspetti più significativi dell’evoluzione del gigante attraverso un procedimento atto ad eliminare le tossine latino-americano che, nell’era della globalizzazione, presenti nel tubero e con questa prepara biscotti che ha risentito molto meno gli effetti della crisi finanziaria porta direttamente al mercato locale, tradizione antica e ed economica mondiale. Basti sapere che il Brasile oggi risorsa importante per l’economia e la sussistenza nel 2011 è diventato la sesta potenza economica del di questa comunità di neri. Rino Tomè, missionario mondo occupando il posto della Gran Bretagna, dietro laico, da sempre referente in Brasile per “La Zolla”, è stato Usa,Cina, Giappone, Germania e Francia. Nonostante il suggeritore e il supervisore di questo progetto. Una la crescita esponenziale e la scalata nella classifica dei farineria è stata realizzata ed è già operativa. Inizieranno paesi emergenti, il Brasile risulta però essere ancora tra poco i lavori per concretizzare la seconda. Per afflitto da una povertà che riguarda un gran numero di questo e per altri progetti, che l’ associazione sostiene cittadini. Per vincere la povertà più estrema il governo sta Presso Sala della Comunità di Albate 18 Novembre domenica investendo e investirà molto sulle infrastrutture. Di pari ore 12,30 passo dovranno svilupparsi le condizioni economico sociali che possano favorire l’inserimento nel ciclo produttivo. I cambiamenti si avvertono: in questi dieci anni sono stati creati 15 milioni di posti di lavoro e 28 milioni di persone sono state sottratte alla povertà estrema con una gigantesca opera di riscatto sociale. Si registra un’alta crescita nel livello di scolarità. Il debito pubblico che ammontava a 225,6 miliardi di dollari è stato risanato. Segnali positivi, ma molto ancora c’è da fare soprattutto per quelle famiglie che vivono in ambienti isolati e remoti del vastissimo territorio brasiliano e che non riescono ad essere raggiunti con gli aiuti sociali. C’è bisogno di una riforma agraria per lo sviluppo rurale. È necessaria una qualificazione della forza lavoro. Stando a quanto emerge dalla sedicesima edizione del rapporto del Ministero delle Finanze, “Brazilian Economy in Perspective” (L’economia brasiliana in prospettiva), reso pubblico a fine agosto, il calo del tasso di povertà raggiungerà il 70% a metà del 2014, anche grazie all’azione di programmi sociali d’interesse globale e alle opportunità in crescita che il mercato del lavoro offre ai giovani. Se l’obiettivo sarà raggiunto il Brasile sarà la prima nazione in via di sviluppo a raggiungere l’obiettivo fissato dall’ONU nel 2000: ridurre la povertà estrema. Pizzoccheri valtellinesi affettati, formaggi, dolci, bevande, caffè. - ore 16.00: estrazione dei premi della lotteria Como Cultura Sabato, 17 novembre 2012 17 Sistema bibliotacario. Migliora il servizio all’utenza U n tassello dopo dalla ditta brianzola l’altro, prosegue e Mediatec, incaricata s’intensifica il processo dalla Provincia di Como di ammodernamento ed di gestire il traffico estensione della fruibilità dei in rete”. L’intervento servizi del sistema bibliotecario dell’amministrazione della Provincia di Como, a provinciale si è tradotto in dispetto dei tagli alla spesa pratica nell’acquisto di uno pubblica e del sempre più esile stock di sms prepagati ora raggio d’azione entro il quale è in distribuzione presso le costretto a manovrare un ente, diverse sedi bibliotecarie come quello provinciale, messo territoriali, a copertura in discussione addirittura nella del fabbisogno locale e sua ragion d’essere, e che è in proporzione al volume chiamato a fare di necessità del traffico in entrata e virtù nonostante sia immune in uscita. La novità più dal contagio degli sprechi e importante è però un’altra, della cattiva gestione balzato e riguarda l’attivazione agli onori della cronaca più del servizio –in aggiunta recente, in riferimento ad altre al Sistema Intercomunale amministrazioni pubbliche lariano, che in passato lombarde e non. Dal 15 costituiva il referente unico novembre è infatti entrato in per operazioni del generefunzione un nuovo servizio anche negli altri tre settori per la rete bibliotecaria, che del Lario Ovest, dell’Ovest consentirà agli utenti che Como e della Brianza hanno prenotato libri o Comasca, che nell’insieme materiali multimedia da casa, raggruppano più di un collegandosi al sito http:// centinaio di sedi distaccate opac.provincia.como.it, e in molti casi risultano in di essere informati della fase di espansione, a fronte di disponibilità per il ritiro una domanda in crescita che Da 15 novembre in funzione un nuovo servizio che informa l’utenza attraverso l’invio di un sms o di appare in controtendenza una mail, in modo da azzerare rispetto alla generale e sulla disponibilità dei testi o materiali multimediali prenotati da casa gli inutili giri di telefonate tra diffusa sensazione di una l’ente e l’utente con evidente contrazione del consumo risparmio di tempo e di spese librario addebitabile a carico della PA. Dopo il brillante esito i tempi d’attesa e rendere più efficace incombenze a cui pensare. Per decenni le all’esplosione delle nuove frontiere digitali, dell’iniziativa di informatizzazione del il sollecito per la restituzione, lamento biblioteche hanno cercato di contrastare il a partire dall’e-book. Ma anche questo è Sistema Bibliotecario Intercomunale antico di tutti gli operatori del settore. E’ fenomeno con ripetute e spesso inefficaci forse un mito da sfatare, come peraltro di Como (SBIC), che dal giugno 2010 appunto in tale direzione che si è fatto sollecitazioni telefoniche, ma gli alti costi attestano i dati delle vendite di libri ha offerto al pubblico un catalogo un passo in avanti, come conferma Licia dell’operazione non sono più proponibili cartacei su scala nazionale ed europea, elettronico denominato OPAC, che sta Viganò, responsabile della Biblioteca per le attuali PA alle prese con le difficoltà in linea con il trend abituale degli ultimi per On Line Public Access Catalogue, Como Centro, per la quale “si tratta di che ben conosciamo, e si è reso necessario vent’anni. Quando cioè la crisi era di là per mezzo del quale i cittadini hanno la un servizio aggiuntivo di estrema utilità, battere nuove strade. A giudicare dai da venire e i sistemi bibliotecari potevano possibilità di verificare in tempo reale in quanto garantisce un contatto assai brillanti risultati conseguiti dal sistema investire i fondi a loro disposizione per lo stato di disponibilità di tutte le copie più celere con l’utente e una riduzione bibliotecario della Provincia Monza l’acquisto delle ultime novità editoriali. possedute dalla biblioteche associate ai significativa del fenomeno dei ritardi Brianza, che da tre anni a questa parte ha Cosa che ora, in Italia, avviene solo quattro sistemi bibliotecari provinciali, nella restituzione dei materiali da parte condotto l’esperimento pilota in questa in poche isole felici baciate dalla a integrazione delle procedure di di quegli utenti –e non sono pochi- per chiave, il servizio dovrebbe funzionare in fortuna e dall’oculata gestione dei suoi consultazione e prenotazione mancava i quali il ritorno dei prestiti in sede nei modo eccellente anche da noi, e tali sono amministratori. forse solo un accorgimento per accorciare tempi previsti è proprio l’ultima delle le assicurazioni che abbiamo ricevuto SALVATORE COUCHOUD C’è il libro? Leggi l’sms Grande successo. Lo spettacolo la scorsa settimana L’incanto dei Cigni al Sociale P er una volta la città ha risposto in modo adeguato a un’offerta culturale di spessore qual era il Gala internazionale dedicato al “Cigno Nero”, sull’onda del successo dell’omonimo film di Aronofsky. Film non tanto incentrato “sul” mondo della danza, quanto ben ambientato “nel” mondo della danza perché i danzatori (benché solidi e posati professionisti, lavoratori indefessi che devono per forza avere una resistenza interiore oltre che fisica) sotto certi aspetti sono un po’ delle personalità borderline, “posseduti” come sono da una così grande passione. La protagonista del film, magistralmente interpretata da Natalie Portman (un ruolo che le ha valso l’Oscar), è una tale collezione di problemi psicologici, manie e ossessioni da essere fortunatamente inverosimile; ma è pur vero che la danza è un po’ una malattia. Qualsiasi vero appassionato può confermarlo. E gli appassionati hanno giustamente affollato il Teatro Sociale nella serata di sabato 10 novembre, tanto che i pochissimi posti rimasti disponibili per i ritardatari erano in collocazioni piuttosto infelici, con visuale non certo ottimale. Il Gala, prodotto da Daniele Cipriani Entertainment di Roma, ha visto sfilare dieci ballerini provenienti da alcune delle maggiori compagnie di balletto al mondo: American Ballet Theatre, Opéra di Parigi, Teatro alla Scala di Milano e Teatro dell’Opera di Roma. Troppo breve, hanno detto alcuni: un’ora e quindici di pura delizia, senza un solo istante di noia. A fare da cornice ai vari quadri, e allo stesso tempo da fondale, le bellissime proiezioni di Massimiliano Siccardi che ha mixato ed elaborato spezzoni del film con interni di teatri storici e sale danza e con scenari naturali di acque, lune, fiori, nonché suggestive cascate di piume di cigno. Dieci le coreografie proposte, di cui sette su brani tratti appunto dal balletto “Il Lago dei Cigni”, uno dei tre capolavori ballettistici di Chaikowsky (con “La Bella Addormentata” e “Schiaccianoci”): struggenti passi a due tra il principe e la fanciullacigno, ma anche pezzi spumeggianti come la Danza Spagnola e l’Assolo del Giullare. Qualche pesantezza nei salti e una postura delle braccia a volte bizzarra si è imputata a una delle interpreti del Passo a Tre, per il resto era tutto una gioia per gli occhi. Speciale ovazione hanno riscosso i Tre Preludi di Rachmaninov, coreografia non tratta dal balletto di Chaikowsky ma che vuole illustrare il quotidiano lavoro dei ballerini, composta per due danzatori (Flavia Stocchi, eterea neodiplomata alla Scuola dell’Opera di Roma, e Alessio Carbone, italianissima étoile dell’Opéra di Parigi) e… una sbarra, amato e odiato accessorio indispensabile per la preparazione tecnica dei ballerini; in pratica una serie di passi a due delicatissimi e per nulla scontati. Apprezzato anche il solistico Arepo del compianto Maurice Béjart su musica di Gounod (ancora per Carbone), ma se andiamo a chiederci quale pezzo abbia maggiormente toccato le corde dell’emozione, ecco, è senz’altro quella “Morte del Cigno” (che in origine non era una morte, era semplicemente Il Cigno da “Il Carnevale degli Animali” di SaintSaëns) creata nel 1901 per Anna Pavlova, danzatrice tecnicamente limitata secondo i canoni odierni e tuttavia interprete sublime per grazia ed espressività. A riproporla per i comaschi è stata Irina Dvorovenko, che con Maxim Beloserkovsky (sono entrambi ‘Principal’ dell’American Ballet) ha pure interpretato il pezzo finale ovvero il conturbante Passo a Due del Cigno Nero di Chaikovsky. (g.fo.) Notizie flash ■ Sociale 17 novembre: concerto di Louis Lortie Sabato 17 novembre alle 20.30 (ingresso libero previa prenotazione – info 031 270170), al Teatro Sociale di Como, concerto del pianista francocanadese, ma lariano d’azione, Louis Lortie. L’evento - in collaborazione con la Società dei Palchettisti, il Circolo Vincenzo Bellini di Moltrasio e l’Associazione musicale Giosué Carducci di Como - è in memoria di Mario Orlandoni, che ha rivestito cariche presidenziali nelle tre istituzioni musicali dando un contributo di rilievo alla vita musicale comasca negli ultimi decenni. In programma composizioni di Wagner, Mozart e Liszt. “Fil rouge” della serata è l’opera (trascritta, trasformata, rievocata), in particolar modo con celebri pagine di Wagner del quale, come Verdi, è imminente il bicentenario della nascita. Louis Lortie è uno dei pianisti più raffinati del panorama odierno, con numerose incisioni discografiche e concerti in tutto il mondo. Ha debuttato all’età di tredici anni con l’Orchestra Sinfonica di Montreal, sua città natale, e a partire dal 1978, dopo una trionfale apparizione a Toronto, ha partecipato con la locale Orchestra Sinfonica a una lunga tournée in Giappone e in Cina. Premiato al Concorso di Leeds e vincitore del Primo Premio al prestigioso Concorso “Busoni” di Bolzano nel 1984, ha preso parte ai maggiori festival internazionali. Ha suonato con celebri direttori, fra cui Ozawa, Dutoit e Leitner. Il suo repertorio è molto vasto. Apprezzate le sue interpretazioni di Ravel, Beethoven e Chopin. Ama molto la natura e il lago, soprattutto quello di Como. Pochi anni fa ha infatti acquistato una casa a Campo di Lenno, dove trascorre buona parte dell’anno quando è libero da impegni concertistici. (al.ci.) Como Cronaca 18 Sabato, 17 novembre 2012 Sostenibilità. La proposta di una serie di iniziative da parte delle associazioni “Famiglie in Cammino”, “L’Isola che c’è” e “Battito d’Ali” allo scopo di tornare a promuovere una cultura oggi caduta in disuso, educando alla gratuità ed al recupero B.A.R.T.! Il tempo del baratto L ’ associazione Famiglie in Cammino, in collaborazione con le associazioni L’isola che c’è e Battito d’ali, presenta il progetto B.A.R.T.! – Baratto, scambio, gioco e imparo che si propone di attuare percorsi nei territori di Como e di Lipomo con lo scopo di promuovere la cultura del baratto e dello scambio sia per educare alla gratuità che per rimettere in circolo oggetti, impedendo la loro declassificazione a “rifiuto”. In particolare si vorrebbe individuare uno spazio e creare occasioni di incontro e di coinvolgimento attivo delle famiglie del territorio di Como (in particolare i quartieri Como Borghi e Civiglio) e di Lipomo. Attraverso il gioco, il baratto, attività di animazione e laboratori di riciclo creativo, si intende sensibilizzare le famiglie (adulti e bambini) verso uno stile di vita sostenibile. Barattare non è solo una strategia messa in campo per difendersi dalla crisi economica, ritornare allo scambio, prima forma di economia antecedente all’introduzione del denaro, significa come prima cosa sperimentare una nuova logica economica, che metta al centro i reali bisogni delle persone ed incamminarsi lungo una strada che esca dalla logica del consumismo. Inoltre imparando a praticare forme di riutilizzo e riciclaggio di materiali/ oggetti e favorendo un consumo critico, si abbandona la cultura dell’ “usa e getta”. Si vorrebbe infine creare un gruppo stabile, composto sia da volontari delle associazioni aderenti che da genitori coinvolti durante il percorso ed opportunamente formati, che possa permettere la prosecuzione delle attività alla conclusione del progetto e la replicabilità in altri territori. Il progetto verrà sviluppato ed B.A.R.T.! due appuntamenti da vivere insieme a Prestino e ad Albate B .A.R.T.! propone due appuntamenti da non perdere: domenica 18 novembre, presso il Centro Civico di Prestino, in via D’Annunzio 52, dalle 15 alle 18, sarà possibile scambiare giochi, fumetti, libri. La partecipazione è gratuita per tutti. Ogni partecipante avrà a disposizione un piccolo spazio per esporre quello che porta; il materiale da portare dovrà essere in buono stato e completo; non si potrà vendere ma solo barattare; il baratto avverrà direttamente tra i partecipanti; se si porterà qualcosa di non idoneo non si potrà scambiare. Inoltre dalle 15 alle 17 ci sarà il laboratorio: “Rifiuto? no, grazie! gioco!” con la possibilità di costruite i propri giochi V Spazio al baratto a Tavernola attuato attraverso le seguenti attività programmate: Apertura per 2/3 giorni alla settimana di un “negozio” del baratto che consenta lo scambio di oggetti sia attraverso il baratto asincrono che attraverso lo scambio diretto e l’organizzazione di eventi e laboratori che promuovano la cultura del riuso, del riciclo creativo, la riparazione di oggetti per un loro riutilizzo. Per rendere il baratto del tutto funzionale si intende riprendere l’esperienza del baratto asincrono, che sta avendo molto successo a livello virtuale . Verrà quindi prevista per ogni iscritto una tessera in cui registrare i crediti acquisiti con l’oggetto da barattare, che potranno essere utilizzati in un secondo momento. Lo spazio sarà anche un luogo di incontro e relazione fra chi vuole fare baratti diretti (per cui c’è già un accordo di scambio tra due utenti, facilitato da una bacheca in cui si incontreranno gli annunci di offerte e richieste). Creazione di uno spazio gioco (ludoteca) disponibile per le famiglie illa Bellingardi, a Tavernola, accoglie domenica 18 novembre, la “Festa del baratto”, dalle 14.30 alle 19. L’iniziativa è organizzata da Cooperativa Sociale Parsifal in collaborazione con la Banca del Tempo di Como “Il Pozzo dei Desideri”. Alla festa, che si svolgerà nelle sale di Villa Bellingardi, potranno partecipare tutti. Basterà portare con sé qualche oggetto - non più di 5 - in buono stato anche se usato, cercare quello che piace e barattarlo. Capi d’abbigliamento, accessori, oggetti per la casa, attrezzature sportive, libri e fumetti sono i settori individuati per gli scambi che avverranno durante la Festa. Chi volesse proporre in scambio nell’ambito della tematica delle 4 “R” (riduzione, riuso, riciclo e recupero) destinati ai bambini/ragazzi e alle loro famiglie. Alcune attività esemplificative, ma non esaustive, sono descritte qui di seguito: • Percorsi a partire dall’utilizzo delle risorse nelle esperienze della vita quotidiana in cui i partecipanti sono accompagnati, attraverso la creatività, la logica, la manualità, … , ad esplorare i diversi destini di un oggetto inizialmente scartato, scoprendo così il recupero dei materiali, i mercatini dell’usato solidale, lo scambio, la raccolta differenziata, ecc. nell’ottica delle 4 “R”. • Percorsi nell’ambito della spesa consapevole durante i quali vengono affrontate le tematiche della filiera corta, della produzione di rifiuti da imballaggi, ecc. nell’ottica delle 4 “R. • Percorsi artistico-teatrali/ambientali in cui i partecipanti vengono guidati alla scoperta di come anche gli oggetti che non ci servono più possano in realtà avere una vera e propria “seconda vita”: con fantasia e creatività gli oggetti (che altrimenti finirebbero nella spazzatura) si trasformeranno in personaggi (quali burattini e marionette) che diventeranno i protagonisti di un teatrino “riciclato”. Conduzione incontri formativi per gli adulti volontari che supportano le attività laboratoriali e che vogliono gestire autonomamente le attività ludico-artistiche con i bambini. I volontari vengono coinvolti in percorsi di formazione in cui verranno loro forniti metodologie, strumenti, spunti per attività da svolgere con i bambini sull’utilizzo del materiale di recupero/riciclo e per strutturare attività e laboratori animativi ed educativi. Attraverso attività ludico – creative e artistiche, giochi di simulazione e attività di gruppo i partecipanti acquisiranno le conoscenze e gli strumenti per organizzare e realizzare attività e laboratori nell’ambito dei temi dello sviluppo sostenibile rivolti ai bambini/ragazzi e alle famiglie che frequentano gli spazi messi a disposizione dal progetto. Per saperne di più è possibile contattare Giovanna Montanelli [email protected] e i bambini con due/tre aperture settimanali dove i bambini e i ragazzi possano esprimere in tutte le sue accezioni il diritto al gioco. In particolare verranno organizzate le seguenti attività legate allo spazio gioco: • Promozione di forme di gioco libero e organizzato, servizio di prestito dei giocattoli, attività laboratoriali. • Organizzazione di incontri e mostre inerenti il gioco e il giocattolo, documentazione e consulenza riguardo al gioco e al giocattolo, formazione sul gioco, il giocattolo e l’attività ludica. • Conduzione di laboratori ludici e artistico-manuali per realizzare giocattoli e creare giochi di società con l’utilizzo di materiali di riciclo/ recupero, da utilizzare nello spazio della gioco-ludoteca, a casa propria e/o che possono essere scambiati nello spazio baratto o presi in prestito come i libri. Conduzione di laboratori ludici e artistico-manuali con materiali naturali e di riciclo/recupero partendo da materiali di recupero. Per chi fosse interessato l’invito è a portare da casa: carta e cartoncino colorati di riciclo, rotoli di carta (tipo igienica o da cucina), bottigliette di plastica, scatole di carta, vecchi bottoni, ritagli di stoffa e di gomitoli di lana che non sapete come riutilizzare, ecc. Mercoledì 21 novembre dalle 16.30 alle 18.30 ad Albate, Cascina Massè (via S. Antonino, 4), in programma un laboratorio creativo gratuito dal titolo: “Diamo vita a quello che non ci serve più”. A partire dalla lettura di un racconto a tema, i bambini verranno guidati alla scoperta di come anche gli oggetti che non ci servono più possano avere una vera e propria “seconda vita”. I bambini potranno così diventare dei veri e propri artisti e con fantasia e creatività trasformeranno gli oggetti (che altrimenti finirebbero nella spazzatura!) in personaggi che saranno protagonisti con le proprie caratteristiche, la propria gestualità, la propria voce e la propria storia, di un teatrino “riciclato”. Si potrà portare da casa: carta e cartoncino colorati di riciclo, rotoli di carta (tipo igienica o da cucina), bottigliette di plastica, scatole di carta, vecchi bottoni, ritagli di stoffa e di gomitoli di lana che non sapete come riutilizzare, ecc. Al termine prevista merenda con prodotti del commercio equo-solidale offerta dalla bottega “Pachamama” di Albate. un quantitativo di oggetti più corposo dei 5 previsti, dovrà invece prenotare un tavolo messo a disposizione dall’organizzazione su cui esporre gli oggetti. Saranno però ammessi all’esposizione esclusivamente oggetti usati di proprietà di privati, comprese anche proprie creazioni, purché frutto di hobby e non rientranti in una attività artigianale/commerciale. Per animare ulteriormente il pomeriggio di baratti, all’interno di Villa Bellingardi vi saranno inoltre: Laboratorio di riciclo creativo “Ri-doniamo”, guidato da due educatori della Coop.Parsifal e in collaborazione con l’Ass. Battito d’Ali, che trasformerà materiali di scarto in idee regalo e decorazioni natalizie ( il laboratorio è inserito nelle iniziative della Settimana dell’Infanzia dell’Assessorato Politiche educative e giovanili del Comune di Como). Posti limitati, per bambini e ragazzi dai 7 ai 13 anni, orario 15-16:30, necessaria la prenotazione. Mostra di fotografie stenopeiche realizzate con macchine fotografiche costruite con scatole di latta riciclate. Proiezioni di fotografie di giovani fotografi sul tema del riciclo. Spazio baratto dedicato al fumetto e mostra di tavole di fumetti d’autore. Spazio dedicato alla Banca del Tempo “Il Pozzo dei Desideri”, associazione di volontariato che promuove lo scambio di saperi, esperienze. Pubblicità ABBONATI Un’offerta da non perdere! Ritaglia il coupon sottostante e spediscilo all’indirizzo indicato o portalo direttamente in segreteria. Potrai beneficiare di un ottimo sconto! Ai parroci: aiutateci a raggiungere un obiettivo! Una rivendita con almeno 5 copie in tutte le parrocchie Sabato, 17 novembre 2011 19 LE OFFERTE 2013 ABBONAMENTI NUOVI 40 EURO invece di 50 NUOVO + RINNOVO 80 EURO al posto di 90 SETTIMANALE ON-LINE 35 EURO RINNOVO Abbonamento Italia 50 euro Abbonamento estero 50 euro + spese di spedizione Per info - 031263533 dal lunedì al giovedì 8.30- 18.30, venerdì 8.30 - 17.00 Promozione per i nuovi abbonati! Compilando il seguente volantino avrai diritto ad un abbonamento scontato, a 40 euro, per il 2013. Consegna il seguente coupon al tuo parroco, presso la segreteria del Settimanale o invialo a: “Settimanale della diocesi di Como”, viale C. Battisti 8, 22100, Como. COGNOME_________________________ NOME _____________________________ VIA________________CITTà__________ PARROCCHIA________________________ Como Cronaca 20 Sabato, 17 novembre 2012 ❚❚ La proposta di attivazione di un fondo Notizie flash Cisl e Uil: “Solidarietà contro la crisi” “ D alle parole ai fatti” con queste parole Cisl e Uil Como sono scese in piazza, lo scorso 14 novembre, per sensibilizzare la popolazione locale rispetto ad un progetto che mira ad offrire sostegno a chi vive con maggiore difficoltà l’attuale momento di crisi. «In attesa che gli studi di settore ci dicano con maggiore chiarezza l’entità della crisi in atto – spiega Gerardo Larghi, segretario generale della Cisl di Como – noi crediamo sia altrettanto importante partire da subito articolando risposte concrete ai bisogni espressi dal territorio». Obiettivo di Cisl e Uil è l’attivazione di un fondo di solidarietà sociale che risponda alle necessità primarie dei tanti lavoratori che, oltre al posto, stanno anche perdendo il sostegno economico degli ammortizzatori sociali, mobilità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria. «In questo momento – prosegue Larghi – stiamo verificando la disponibilità del ter- ritorio a lasciarsi coinvolgere da questa iniziativa, non impossibile, ma che, per essere efficace, dovrà richiedere un ampio consenso ed un ampia partecipazione responsabile di tutti i soggetti che compongono il tessuto sociale ed economico. Mi riferisco al sistema bancario, agli enti locali, alle fondazioni, alle associazioni imprenditoriali, alle imprese, alle organizzazioni sindacali, agli stessi lavoratori. Quella che intendiamo sollecitare è una solidarietà che diventi azione, a favore di chi ha perso il lavoro ed è rimasto senza reddito. Il mondo del lavoro comasco, del resto, ha sempre risposto con generosità alle iniziative solidaristiche. La situazione di crisi ci chiede un ulteriore sforzo straordinario, ma solo insieme possiamo farcela, perché è con azioni di solidarietà che si può davvero uscire, insieme, dai momenti di difficoltà? Che cosa chiediamo? Ai lavoratori attivi un’ora del proprio salario, l’obiettivo è di arrivare a raccogliere un milione di euro; alle imprese un contributo equivalente alla quota versata dai lavoratori; alle banche una quota da destinare a sostegni temporanei; agli enti locali, alle associazioni, alle fondazioni contributi o servizi gratuiti. È, questa, ancora la fase del confronto, della verifica delle disponibilità a mettersi in gioco. Una volta percepito il reale consenso della comunità comasca a mettersi in campo con questa azione verranno rese note le modalità operative per l’attivazione del fondo e l’effettuazione dei versamenti». Gaggino e Camnago Faloppio L’impegno missionario di una Comunità Pastorale A nche quest’anno i ragazzi della Comunità Pastorale di Faloppio (di Gaggino e Camnago )si sono impegnati in occasione dell’ottobre missionario. Stimolati dalla occasionale presenza di padre Attilio, missionario in Madagascar e dall’insegnamento delle catechiste che hanno fatto riflettere sul dovere di condivisione e missionarità di ogni cristiano, hanno allestito, nel mese di ottobre, il “mercatino dei loro giocattoli usati” il cui ricavato andrà a favore dei più poveri. La successiva giornata di domenica è poi stata arricchita dalla presentazione della figura di un missionario, tanto conosciuto e caro alla nostra popolazione, che anche nelle nostre parrocchie tante volte ha celebrato: padre Giuseppe Ambrosoli. Un breve filmato ne ha illustrato la vita e le opere e la presenza del Signor Serafino ne ha caratterizzato la figura in un modo così vivace e spontaneo da interessare i bambini, ragazzi e adulti presenti. Il signor Serafino Cavalleri (falegname che con padre Ambrosoli ha condiviso in Uganda periodi di lavoro e di vita, ha narrato fatti ed episodi da lui direttamente vissuti, delineando tratti significativi di vissuto esemplare e di sicura santità di padre Ambrosoli. Noi vogliamo ringraziare tutti i bambini e ragazzi delle nostre parrocchie e incoraggiarli perché siano sempre Missionari del Vangelo. I nostri bambini inoltre in occasione del Natale, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, da parecchi anni si impegnano a realizzare dei piccoli lavoretti da destinare ai nostri anziani di Faloppio (280 anziani). In questo “impegno missionario” sono coinvolti anche i genitori. Le catechiste della comunità Pastorale di Faloppio ■ Solidarietà Emergenza freddo: due incontri per i volontari In vista dell’apertura della nuova tensostruttura per far fronte all’emergenza freddo i promotori dell’iniziativa propongono due serate informative per volontari e aspiranti volontari. La prima riguarderà “La realtà della grave emarginazione e la relazione con le persone senza dimora”, con don Fausto Resmini e Fabio Defendi del Patronato S. Vincenzo di Sorisole (Bergamo) che da anni gestisce servizi per persone gravemente emarginate. Appuntamento venerdì 16 novembre alle 20.45 presso il Centro card. Ferrari, viale C. Battisti 8, a Como. La seconda, sempre presso il Card. Ferrari, ore 20.45, riguarderà “Il ruolo dei volontari: indicazioni operative sul funzionamento del servizio: ‘Emergenza freddo’”, con i referenti degli enti che gestiscono operativamente il servizio. Per chi non appartiene ad uno degli enti promotori e volesse dare la propria disponibilità come volontario: tel. 345-6912153 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 o presentarsi direttamente alla prima serata informativa. ■ Libri “Che cosa cercate?” di don Clerici Martedì 27 novembre, alle ore 18, presso la libreria “Paoline” di Como don Agostino Clerici, parroco di Ponzate, presenterà il suo ultimo libro: “Che cosa cercate”? edizioni Paoline. Introdurrà Marco Guggiari, vicedirettore del “Corriere di Como”, che dialogherà con l’autore. Como Cronaca Sabato, 17 novembre 2012 21 ◆ S. Messa il 25 novembre SS. Crocifisso: la Giornata della Riconoscenza “ C omo ha un dovere speciale di ringraziamento, perché forse fu l’unica città che non subì i disastri della guerra, rimanendo immune dalle funeste devastazioni.Al Divin Crocifisso, dunque, la nostra riconoscenza”. Sono le parole pronunciate, a futura memoria, da mons. Alessandro Macchi, vescovo di Como, nel maggio 1945, al termine del secondo conflitto mondiale. Per tenere viva questa memoria, rinnovare l’antico voto ed esprimere il proprio grazie al SS. Crocifisso perché continui a proteggere la città e i suoi abitanti domenica 25 novembre, in occasione della festa liturgica di Cristo Re dell’Universo alle ore 10 sarà celebrata la Giornata della Riconoscenza” con una celebrazione eucaristica presso il Santuario del SS. Crocifisso.La S. Messa sarà presieduta da mons. Carlo Calori, vicario foraneo per il Vicariato di Como centro. Durante la solenne Celebrazione Eucaristica, alla presenza delle autorità civili e religiose della città, il sindaco di Como, Mario Lucini, offrirà il cero che arde in segno di ringraziamento perenne al Crocifisso. AVVISO SACRO Per persone separate, divorziate o nuove unioni Incontrare Gesù nel Vangelo U Un percorso proposto dai Vicariati di Olgiate Comasco, Uggiate Gli incontri e si terranno presso: Trevano Rebbio, presso l’istituto S. Maria ISTITUTO S. MARIA ASSUNTA Assunta di Guardia Maccio Maccio di Villa (Como) Vicariati di Olgiate Comasco, Uggiate Trevano, Rebbio Diocesi di COMO Incontrare Gesù Via 4 Novembre, 6 - AMPIO PARCHEGGIO attraverso alcune figure del Vangelo di San Giovanni na proposta di incontro, ascolto della Parola, meditazione, preghiera. “Incontrare Gesù, attraverso alcune figure del Vangelo di San Giovanni” è la proposta di cammino avanzata dai Vicariati di Olgiate Comasco, Uggiate Trevano e Rebbio rivolta a persone che vivono in situazione di separazione coniugale, di divorzio o di nuova unione. Giovedi 21 marzo “La donna perdonata” (GV 8,1-12); Giovedi 18 aprile “Gesù buon pastore” (GV 10,1-21); Giovedi 16 maggio Pellegrinaggio Mariano. Un’occasione per: • ricominciare o approfondire il cammino di fede personale; • fare esperienza di condivisione e amicizia riscoprendo l’appartenenza alla comunità dei credenti, la Chiesa; • mettere a confronto la propria esperienza per un aiuto reciproco, creando così un’occasione di riflessione su temi di carattere pratico; • offrire un luogo aperto a tutti coloro che desiderano partecipare e trovare accoglienza e disponibilità nel rispetto dei tempi di ciascuno. Ogni incontro si articolerà secondo il seguente programma: Per informazioni: ore 21 accoglienza; ore 21.10 Adorazione Eucaristica guidata e ascolto della Parrocchia di Maccio Parola (presso la cappella dell’Istituto); Luigi Savoldelli - Tel. 031 480 108 ore 21.45 condivisione don e dialogo di gruppo; ore 22.30 saluto. Parrocchia di Olgiate Di seguito il calendario degli incontri e i brani di riflessione che verranno proposti: Giovedì 22 novembre “Nicodemo” (Gv 3,1-21; Giovedi 13 dicembre “Il Verbo della vita” (GV 1,1-18); Giovedi 17 gennaio 2013 “Gli sposi di Cana” (GV 2,1-11); Giovedi 21 febbraio “La donna Samaritana” (GV 4,5-30); Domenica 3 marzo Giornata di ritiro diocesana; Ascolto Una lettura ebraica del libro di Geremia associazione “Ascolto” gruppo L’ di cultura propone il secondo appuntamento in calendario nell’ambito del 17° corso biblico dedicato al libro del Profeta Geremia (Geremia, un profeta in tempi difficili). L’incontro avrà luogo lunedì 19 novembre, alle ore 21. Sarà presente Vittorio Robiati Bendau. La serata sarà dedicata a una lettura ebraica del libro di Geremia. Come noto gli incontri si svolgono a Como, nell’Auditorium del Collegio Gallio (entrata da via Barelli). Gli aderenti del Movimento Apostolico Ciechi si uniscono nella preghiera e nel dolore all’assistente mons. Giorgio Pusterla per la morte del fratello Carlo Gli incontri si terranno presso l’Istituto S. Maria Assunta, a Maccio di Villa Guardia (Como), via 4 Novembre, 7 (ampio parcheggio). don Marco Folladori - Tel. 031 944 384 Parrocchia di Prestino Per ulteriori informazioni don Marco Pessina - Tel. 031 520 686 Per tenere viva questa memoria, rinno Parrocchia di Olgiate don Marco Folladori - Tel. 031-944384; perché continui a proteggere SS. Crocifisso Parrocchia di Maccio don Luigi Savoldelli - Tel. 031-480108; Parrocchia di Cagno don Alberto Clerici - Tel. 031 806 040 Immagine in prima pagina: “Buon Pastore” d’altare, Cappella dell’Istituto S. Maria031-520686; Assunta - Maccio Parrocchia di Prestino don- Pala Marco Pessina - Tel. In ascolto della Parola, davanti alla presenza di Gesù nell’Eucaristia, nella ricerca di un autentico cammino di fede. PER PERSONE SEPARATE, DIVORZIATE O NUOVE UNIONI Parrocchia di Cagno don Alberto Clerici - Tel. 031-806040. DOMENICA Cavallasca Giovani di Ac: “Non aprite quella porta!” in occasione della festa liturgica di C I l Convegno Giovani di Azione Cattolica si terrà quest’anno presso l’oratorio di Cavallasca, con ritrovo alle ore 17 di sabato 24 novembre e conclusione alle 16 di domenica 25 novembre. Da circa un mese, ormai, stiamo vivendo l’Anno della Fede, annunciato lo scorso anno da Benedetto XVI con la lettera apostolica Porta fidei. Come giovani vogliamo cogliere l’invito del papa a “riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede” (Porta fidei, 9). Due giorni, dunque, in cui vogliamo mettere alla prova la nostre idee sulla fede e raccogliere tante provocazioni, per farci smuovere dalla lenta acquiescenza del nostro rapporto con Dio che imbriglia alcune (tante?) nostre giornate, per trascorrere al meglio l’anno di riflessione che stiamo attraversando e che, come giovani cristiani, siamo chiamati a vivere. Se hai dai 18 ai 30 anni e pensi di non aver mai osato, abbastanza, ad “Aprire quella porta”… potrai provarci, insieme ad altri giovani, in questi due giorni! Iscrizioni entro il 17 novembre contattando la segreteria di AC ([email protected]), quota di iscrizione: 15 euro. Cena con primo piatto caldo, secondo al sacco. Portare sacco a pelo! GIORNATA DE Il Settore Giovani di AC si è rinnovato anche quest’anno, nella festa di s. martino, il tradizionale incontro degli ex vicari della parrocchia di rebbio. erano presenti, da sinistra: don italo mazzoni, don angelo riva, don giampaolo romano, don giovanni corradini, don giuseppe tentori, don alfredo nicolardi, don enrico broggini, don vito morcelli e don vittorio bianchi. La S. Messa sarà presieduta da Mons. Carl Durante la solenne Celebrazione Eucaristic il Sindaco di Como offrirà il cero che arde Como Cultura Sabato, 17 novembre 2012 23 Curiosità. Tra i luoghi scelti per le esecuzioni anche l’area tra S. Bartolomeo e il Cosia foto william Il prato della giustizia Gli statuti penali prevedevano, un tempo, procedure istruttorie assai severe, con sanzioni pesantissime, che sfociavano sino alla pena capitale S e guardiamo ai tanti secoli passati, vissuti negli stessi nostri luoghi da gente che portava in buona parte il nostro patrimonio genetico, rimaniamo un po’ sorpresi per la facile accettazione da parte degli antenati di sanzioni penali pesantissime, sino alla pena capitale, eseguite in pubblico. Gli statuti criminali di Como prevedevano sino all’età moderna procedure istruttorie con torture varie e forme di pena capitale che andavano sino allo scempio del cadavere. Il popolo sapeva che qualche volta all’anno poteva assistere ad uno spettacolo di questo genere: c’era chi non mancava mai e chi dopo qualche tempo non ricordava quanti e quali fossero stati giustiziati. Per il Quattrocento e il Cinquecento abbiamo documenti sulle pene comminate ai rei e anche sui luoghi delle procedure. Nel 1434 già da tempo il principale luogo deputato era il “Prato della Giustizia”, situato tra la chiesa di S.Bartolomeo, l’argine del Cosia, la strada maestra e un ramo della roggia molinara. I frati Crociferi, che gestivano la chiesa, il convento e l’ospizio annesso, si erano presi l’onere di seppellire in esso i giustiziati. Così gli agenti della Comunità avevano riconosciuto ai frati il permesso di tagliare l’erba, almeno per il primo sfalcio, sia nella porzione inferiore , sia in quella superiore sino al muro e al ponte; ma nel luglio 1472 il permesso fu revocato dal Consiglio di provvisione. La scelta di un posto fuori dalla città murata era Con Mondo Turistico visita guidata a Monza il 24 novembre L obbligata, perchè in essa le piazze erano poche, poco estese e già con propria specifica destinazione; inoltre la metà delle pubbliche esecuzioni avveniva col rogo, e questo sarebbe stato fomite quasi certo d’incendi tra le case costruite in buona parte con materiale ligneo. L’altro luogo deputato era situato sul lato Sud della chiesa di S.Giacomo, perpendicolare con essa a Broletto e Pretorio, ed era il Carcere del Comune: era chiamato la “Malastalla”, forse per imitazione dell’analogo edificio milanese, con un nome fin troppo chiaro. La cella comune per i reclusi era posta a livello più basso della corte, tanto che quando il livello del lago si alzava il bagno era assicurato. Anche la sicurezza non era al massimo: per evitare evasioni nel giugno 1478 si ordinarono lavori urgenti di riparazione. Nel carcere c’era la stanza per la tortura, con tanto di “curlo” e di altri strumenti di “ lavoro” per il maestro di giustizia (così era chiamato il boia). La “berlina”, stabilmente montata in piazza del Duomo, per il maggior decoro del luogo Culturale ’ Associazione “Mondo Turistico” organizza per sabato 24 novembre una visita guidata a Monza. L’appuntamento è fissato per le ore 14.30 a Monza, davanti al Duomo; si visiterà quindi la cattedrale (la cui facciata è opera del magister Matteo da Campione), la corona ferrea custodita nella cappella della regina Teodolinda (attualmente in restauro ma comunque visitabile) e il museo che custodisce il “tesoro del Duomo” il cui nucleo originario di reliquie e oreficerie è costituito dai doni di Teodolinda, Agilulfo, San Gregorio Magno e Berengario. La nuova sezione sotterranea del museo permetterà di percorrere le vicende storiche della città dal 1300 ai nostri giorni. La visita della città continuerà passando accanto a storici edifici ■ Sabato 17 novembre A Cremona, festa del torrone L’ Associazione Culturale “Mondo Turistico”, in collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Cavallasca, la Biblioteca del Comune di San Fermo della Battaglia, l’Associazione Sorgenti del Seveso e con l’assistenza tecnica dell’agenzia KARIS, organizza per sabato 17 novembre una visita guidata a Cremona, per la Festa del Torrone. La partenza con pullman privato gran turismo avverrà alle ore 7.00 dal parcheggio del Municipio di Cavallasca e alle 7.10 dalla fermata del bus di linea vicino alla farmacia di San Fermo. Adagiata sulle rive del Po, Cremona ebbe fin dall’epoca romana un’importanza rilevante nella storia e nella cultura italiana. La sua posizione centrale nella pianura padana e la presenza del grande fiume le hanno permesso di essere un importante nodo dei traffici commerciali ed economici. Come sempre accadeva nel passato, le città importanti dal punto di vista economico divenivano presto luogo ideale per lo sviluppo delle arti e della cultura. È così che Cremona, ricca di importanti opere artistiche, divenne una vera e propria capitale culturale sia in campo artistico che musicale. La passeggiata guidata al grazioso centro storico alla mattina si concluderà con la visita della bottega di un artigiano che spiegherà come si costruiscono, ancora oggi, il violino, la viola, il violoncello ed il contrabbasso secondo la tradizione perfezionata da Antonio Stradivari. Dopo il pranzo libero, il pomeriggio sarà dedicato alla tradizionale “Festa del Torrone”, golosa kermesse dedicata al più tipico dei nel 1473 venne smantellata, con l’idea di ripristinarla poi presso il Carcere. Tornando al “Prato della Giustizia”, risulta che nel caso di esecuzioni col rogo si apparecchiava tutto nel vasto alveo del Cosia : così la gente poteva assistere dagli argini e dal ponte senza problemi. Il condannato al fuoco, trasportato su un carro dal Carcere, per lo più veniva legato e chiuso in una “casetta”, una baracca di legno, posta su altro legname e contornata da fascine e fasci di paglia: il fuoco, se necessario, era alimentato anche con olio. In un anno campione, il 1447, si contarono cinque roghi, contro una impiccagione e una decapitazione. Nel “Prato” venivano sepolti anche morti non giustiziati, in particolare persone morte di peste o di altro morbo grave e improvviso. Proprio in tempo di peste, nel 1522, due artigiani del borgo di Porta Torre, mastro Battista e mastro Antonio Gabaglio, fecero voto di erigere una cappella a S. Sebastiano (che con S.Rocco era invocato contro quel male) e organizzarono una colletta tra gli abitanti della zona. In poco tempo sorse il tempietto, con tanto di altare officiato, pronao con due colonne e un affresco raffigurante, tra gli altri, i Santi Bartolomeo, Rocco e Giovanni pellegrino. C’era anche un ceppo per raccogliere le offerte, e di esso teneva la chiave qualcuno dei promotori della costruzione, col beneplacito dei frati Crociferi, che pare vedessero di buon occhio l’iniziativa. Del resto il sito non era di loro proprietà, ma comunale, e poi i devoti chiamavano quasi sempre loro a celebrare Messe e Offici per i defunti. Quarantaquattro anni dopo, i buoni borghigiani, ormai costituiti in “Schola” con l’approvazione vescovile, decisero di ampliare la cappella e avviarono gli scavi per le fondamenta, senza chiedere permesso ai Crociferi. Ne nacque una controversia tra questi e i confratelli di S.Sebastiano, sostenuti dal Comune di Como. I frati verosimilmente persero la causa, e sorse la chiesa, destinata a esser consacrata nel 1586, ingrandita, abbellita e divenuta poi parrocchiale, per un territorio vastissimo, nel 1625. mario longatti dolci natalizi, in cui la città si trasforma in un luogo dove il torrone si colora di scenografie fiabesche, di animazioni sognanti e di rappresentazioni di leggende che hanno le loro radici nella storia. Il ritorno è previsto in serata. La quota di partecipazione con un minimo di 30 partecipanti è di 35 euro; la quota famiglia (genitori + bambino/i) di 95 euro (inclusi viaggio e trasferimenti in pullman privato gran turismo, servizio di accompagnamento, visita guidata di Cremona della durata di mezza giornata e alla bottega di un liutaio, organizzazione tecnica; esclusi pranzo, extra di carattere personale, ingressi, quanto sopra non menzionato). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie al più presto): Mondo Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail: mondoturistico@ virgilio.it. (s.fa.) per terminare presso la torretta trecentesca sul Lambro, unico resto del castello visconteo. La quota di partecipazione è di 13 euro per i soci, 15 euro per i non soci (inclusi ingressi alla cappella e al museo). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie): Mondo Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail: mondoturistico@virgilio. it. Notizie flash ■ Milano Picasso al palazzo Reale “ R osso Cobalto” e l’Associazione Culturale “Mondo Turistico” organizzano per domenica 25 novembre una visita guidata alla mostra “Picasso”, allestita presso il Palazzo Reale di Milano. L’appuntamento è fissato per le ore 19.30 a Milano, in Piazzetta Reale. Sono oltre 200 le opere ospitate nelle sale di Palazzo Reale, molte delle quali mai uscite dal Museo Picasso di Parigi, in occasione della grande antologica dedicata all’artista spagnolo Pablo Picasso. La mostra è pensata come un excursus cronologico sulla produzione dell’artista, mettendo a confronto le tecniche e i mezzi espressivi con cui si è cimentato nel corso della sua lunga carriera coprendo tutte le fasi fondamentali della sua creatività multisfaccettata e i vari mezzi espressivi e mediatici tramite cui il suo genio visuale ebbe modo di esprimersi. La quota di partecipazione è di 18 euro. Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie al più presto): Mondo Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail: [email protected]. Como Cronaca 24 Sabato, 17 novembre 2012 Asso. Un’iniziativa organizzata dal club “Treni della Brianza” I n un momento in cui, a causa delle ristrettezze economiche che contraddistinguono il bilancio nazionale e che hanno portato in alcune regioni italiane (Piemonte, Abruzzo, Campania ad esempio) a sospendere il servizio ferroviario su alcune direttrici locali, hanno ancora un valore i treni e le ferrovie storiche? E’ quello di cui hanno dibattuto ad Asso soci ed appassionati di ferrovia, provenienti da tutta Italia, nel convegno “I Treni storici” organizzato dal club “Treni della Brianza”. Insieme a studiosi ed amministratori è stato tracciato un interessante affresco su quello che il treno ha rappresentato anche per il comprensorio comasco nel corso del tempo a partire dalla considerazione di inizio XX secolo, secondo la quale rappresentava il principale strumento che consentiva il “movimento dei forestieri” per ragioni turistiche o di lavoro, riferendoci ad una definizione in tal senso fornita dal Touring Club Italiano nel 1919. Il convegno ha permesso di riflettere su altri aspetti che hanno caratterizzato il treno prima della motorizzazione di massa. A cavallo tra XIX e XX secolo, infatti, per chi poteva economicamente permetterselo, il treno consentiva di raggiungere principalmente le località montane. E’ in questo periodo, infatti, che le locomotive a vapore raggiungono Tirano mentre i binari consentivano di frequentare agevolmente località come Cortina d’Ampezzo oppure Roccaraso. Il treno è considerato elemento “per valorizzare il territorio italiano” ed il suo utilizzo venne esteso, grazie al Regime Fascista, per consentire le cosiddette “gite fuori porta” o la frequentazione di località marine. Poi, però, è arrivata la stagione dei cosiddetti “rami secchi” che di effettuare tutti i servizi perché ora è stabilito come macchinisti e ferrovieri di professione debbano adempiere a determinate funzioni. Questo comporta un incremento dei costi, stimato tra il 30 ed il 40%, secondo ostacolo, a tal punto che oggi perché un treno turistico funzioni è necessario che sia al completo e che il prezzo del suo biglietto non sia proprio del tutto “concorrenziale”. Se aggiungiamo il fatto che finora erano soprattutto gli enti locali a contribuire con finanziamenti ad assicurare il servizio e che oggi molti enti sono destinati a scomparire e, comunque, nella maggior parte dei casi i fondi a loro disposizione sono diventati irrisori si comprende come il rischio di una scomparsa dei treni storici sia più che una remota eventualità. Attualmente in Italia sono Un convegno di alcune settimane fa ha permesso di riflettere circa 6.000 i chilometri di ferrovie dismesse, in parte sull’importanza delle ferrovie dimenticate anche nel comasco armate con binario, in parte rimaste come solo sedime. ha portato alla progressiva chiusura di In 19 anni questa linea ha trasportato Purtroppo, si è concluso, la numerose linee ferroviarie soprattutto ben 160mila persone sulle rive del lago consapevolezza dell’importanza del treno a causa della loro bassa redditività. Un d’Iseo e ha permesso di recuperare anche storico/turistico non è percepita dalle fenomeno che si è reso particolarmente materiale ferroviario storico. Il fenomeno Amministrazioni pubbliche ma anche acuto a partire dagli anni ’50 ma i cui ha interessato un po’ tutta Italia: dalla dagli imprenditori. Sarebbe necessario prodromi risalgono già agli anni ’30. Una ferrovia della Valmorea tra Ticino e poter contare su progetti che consentano situazione che, come abbiamo considerato, comasco alla Sardegna, al “Treno natura” di valorizzare la ferrovia anche dal punto dura tuttora. La chiusura delle linee è che dal 1996 permette di attraversare la Val di vista dell’archeologia industriale mentre, stata però accompagnata da un variegato d’Orcia in provincia di Siena. Un recupero di fatto, nessun investimento di rilievo ha sentimento di rimpianto che ha permesso che ha visto in prima fila soprattutto gruppi interessato finora le ferrovie turistiche. di riscoprire e recuperare quali ferrovie di appassionati. Ma il treno turistico ha Praticamente all’attenzione del pubblico turistiche numerose direttrici soprattutto un futuro? Anche alle nostre latitudini le e dei media non corrisponde un’uguale a partire dagli anni ’90. Il primo esempio ferrovie storiche richiamano tante persone attenzione del mondo istituzionale/ in tal senso risale al ’94 con la ferrovia del ed è diffusa anche la consapevolezza di imprenditoriale con il rischio che Basso Sebino (Palazzolo-Paratico), tra le come questo sia un servizio importante. possibilità turistiche vengano smarrite per province di Bergamo e Brescia, chiusa Attualmente, però, il settore è alle prese con sempre insieme all’eredità lasciataci da chi nel 1966 e riaperta con un servizio festivo due ostacoli che paiono insormontabili. ci ha preceduto. denominato “Treno Blu” o “lago in treno”. La burocrazia che impedisce ai volontari Luigi Clerici Treni storici: quale futuro? ● Il libro è stato presentato la scorsa settimana a Como ● Autori: Gaffuri, Spreafico. Clerici il curatore dell’opera ● La sintesi di anni di battaglie, confronti e un’idea sul futuro Pedemontana ferroviaria Briantea: eredità e scommessa « L a linea ferroviaria ComoLecco ha tutte le possibilità di diventare un collegamento “vincente” per muoversi tra i paesi della Brianza ed i capoluoghi posti agli estremi del lago e guarda ora al Canton Ticino». Così il il capogruppo del PD in Consiglio Regionale, Luca Gaffuri, ha presentato, la scorsa settimana, presso la sede comasca di Regione Lombardia, insieme al collega Carlo Spreafico ed a Luigi Clerici, curatore della pubblicazione, il libro “Pedemontana ferroviaria Briantea: eredità e scommessa”. Un volume che oltre a ripercorrere in pillole la storia di questa direttrice, propone oltre sette anni di impegno politico dei due consiglieri regionali per il rilancio di questo collegamento ferroviario sempre più attuale, soprattutto se dovesse arrivare l’integrazione con le corse regionali del Canton Ticino, per la mobilità frontaliera e per consentire, una volta ultimato il cantiere sulla ArcisateStabio, un collegamento ferroviario tra la Brianza e il comasco con Varese e l’aeroporto di Malpensa. «La Pedemontana Ferroviaria Briantea – le parole di Luca Gaffuri – oltre che favorire una maggiore sinergia tra i principali centri della nostra provincia potrà rappresentare una preziosa occasione di implementazione turistica, offrendo al turismo, in special modo quello proveniente dal nord Europa, la possibilità di muoversi nella zona dei laghi minori arrivandovi direttamente su rotaia». «Quando, insieme al collega Luca Gaffuri - spiega Carlo Spreafico, consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, Regione Lombardia - abbiamo incominciato ad occuparci del rilancio della linea ferroviaria Como-Lecco, la nostra sembrava presunzione. Sulla parola “treno”, associata al collegamento tra i due capoluoghi del Lario, regnava un atteggiamento di diffusa sfiducia, dovuto al fatto che i diversi tentativi del passato di restituire dignità a questo tragitto non avevano sortito risultati concreti. Invece, insistendo nell’organizzazione di iniziative di sensibilizzazione, e grazie ad alcuni convegni che hanno permesso di lanciare spunti di riflessione, insieme all’instaurarsi di un dialogo con l’assessorato alla Mobilità di Regione Lombardia e, per quanto concerne il lecchese, con il Tavolo Territoriale di Confronto, credo che questo nostro impegno abbia sortito un risultato molto importante e cioè l’inserimento della linea “Como-Molteno-Lecco” nel Protocollo d’intesa tra Regione Lombardia e Canton Ticino come potenziale asse di collegamento verso la direttrice del Gottardo anche per i passeggeri in partenza dalla Valtellina che non sarebbero più dunque costretti a transitare da Milano…» «Questo libro – spiega Luigi Clerici, curatore dell’opera - conclude un cammino storico, che fa sintesi anche di dieci anni di storia politica, a cavallo tra le tentazioni di chiudere definitivamente questa direttrice e i tentativi di rilanciarla. È l’occasione per guardare al futuro. Infatti nel libro, oltre alla parte più squisitamente storica, è presente anche uno slancio sul futuro. Si guarda al domani, immaginando che il collegamento tra Lecco-Molteno e Como possa guardare, da un lato, verso il Canton Ticino, e dall’altro verso il territorio di Varese, un tempo collegata a Como e Lecco grazie alla vecchia linea Grandate – Malnate delle Ferrovie Nord, e dal 1966 invece isolata dal punto di vista del ferro e legata al territorio comasco da un’unica strada che attraversa tutti i paesi e che vanta tempi di percorrenza paragonabili a quelli che si utilizzavano nel ‘700 con le carrozze: circa 18 km orari di media…» Il libro è disponibile presso la sede della Federazione Provinciale di Como del Partito Democratico (via Regina Teodolinda, 17). Confcooperative Sabato, 17 novembre 2012 25 L’idea. L’invito ad avvalersi dell’ampia gamma di proposte avanzata dalla rete delle cooperative attive sul territorio comasco A Natale un regalo consapevole ■ www.regalosolidale.it Ecco cosa offre il catalogo L il laboratorio blu - como P R O PO S T E CO O PE R ATI VE S cegliere un regalo per le prossime feste natalizie non è solo un modo per far felice chi lo riceve, ma fare una buona scelta può anche contribuire a riparare qualche ingiustizia e a far crescere una economia più giusta e più umana. In questo tempo di facile consue categorie dei prodotti rapmismo è ancor più importante e presentati nel catalogo sono le responsabile poter fare scelte che privilegino consumoRESPAÙ consape- • Tel. 031 733368 - seguenti: www.esedracoop.it ESEDRA -un CASCINA vole dei beni e soprattutto della Proposte gastronomiche all’Ostello Respaù loro provenienza. Natale in Cascina Natale sul Lago di Como Cartotecnica Le persone si stanno convincenQui troviamo delleinsimpatiche do del di fatto la crisi pere che estiamo Terrina pane,che formaggio, noci Acquadelle carpione agende del 2013, album fotografici, biglietti augurali vivendo è lì a dirci che “grande, Carpaccio di porcini speck e noci Frittura di alborelle di vario tipo e con diverse illustrazioni, anonimo e lontano” non necessaRisotto con siano taleggiomeglio. e funghi Risotto al pesce persico Block Noanche fatte artigianalmente, riamente siamorbida da parete da tavolo, Si è sempre più saraceno propensi “ac-e fontina tes, calendari Straccetti di grano conadverza Polentina conche missoltini quaderni ecarpione chiudi pacco. corciare distanze” e non solo in Arrosto aglilearomi con melograno in campo alimentare dove, per molte Anatra al miele e arance Cutizza Artigianato ragioni, è forte l’esigenza di conoIn questo tipologia di regali abbiamo scere reali prodotti Salamei percorsi di cioccolato con dei zabaione € 35,00 diversi tipi di centrotavola con o senza che arrivano sulla nostra tavola. € 30,00 le candele, quadri realizzati artigianalLe persone nel mercato cercano mente, statuine di gesso per decorare il anche un bene relazionale, un • Tel.di031 592192 - www.aclichef.com presepe. luogo a misura persona, beni e ACLICHEF servizi ai quali attribuire un vaMenu gastronomici per il pranzo di Natale Buoni regalo lore oltre che un prezzo ed in cui Antipasti: Rose di gamberi, Vol au vent tartine possibilità assortite, spumoni di salmone e reUn’altra è quella dei buoni incontrare persone responsabili di ai funghi, galo a partire da 11 euro. € 4,50 cad. ciò chepolipo offrono. tonno, con patate Tradurre concretamente quePrimi piatti: Crespelle tacchino e melograno, cannelloni di castagne e salsiccia, lasagnette al Cesti sti concetti significa sostenere le profumo di mare, con ricotta 6,00 cad. sbizcooperative e i crespelle loro prodotti, le e spinaci Qui le cooperative si sono€ davvero zarrite, ci sono cesti conpesce prodotti cooperative in queSecondi piatti:infatti Faraonaanche agli agrumi, involtini di pesce spada alla modicana, spadaalimenin tari di vario genere, confetture di frutta, sti tempi di crisi si sono distinumido, branzino in crosta € 8,00 cad. olio, vino, spezie, té e molto altro, ma ante soprattutto nella capacità di Contorni: di verdura, macedonie di verdureche al burro, patatedi al rosmarino € 3,50 cad. prodotti cosmesi naturale di protenere sulGratin fronte occupazionaCatering per eventi aziendali venienze diverse. le, arrivando anchee/o a cene sacrificare utili eunredditività. Sostenere le scegliere il tuo menu personalizzato, mettiamo a diRichiedi preventivo gratuito e potrai Corsi imprese cooperative significa più sposizione una presso lasociale nostra sede. All’interno dei corsi possiamo trovare sviluppo, piùsala coesione e percorsi di acquaticità per bimbi, di bemigliore qualità della vita anche nessere in acqua, laboratori di movimennel nostro territorio. Quest’anno GARABOMBO • Tel. 031 308833 - www.garabombo.it to creativo per i più piccoli e ancora, corper la prima volta le cooperative, Proposta di catering equo e solidale per privati, entiespressiva, e associazioni,dicon prodotticreaso aziende, di lettura scrittura con il supporto di Confcooperatitiva, di come gestire le proprie emozioni ve Como, si sono organizzate per del commercio equo e solidale, da agricoltura biologica, da filiera corta. e, per quei genitori che durante vacanmettere a punto alcune proposte Proposta buffet ze scolastiche hanno il problemaledi dove natalizie in esclusiva, che sono di verdure, olivefigli, e mandorle, crackers, grisi loro c’è anche una proposta state raccolte dentro un Bruschette catalogo econ patè tenere di animazione laboratori, musica e un sito internet per rappresentare sini (naturali e al rosmarino), arachidi e con anacardi tostati e salati, molto altro ancora per il periodo l’offerta natalizia delle cooperatitaralli, manioca chips, patatine al mais, torte salate alle verdu-che va dal 23 dicembre al 6 gennaio. ve, offrendo così un’ampia scelta re miste, taglieri di salumi: coppa, salame, cacciatore di capra, di prodotti e servizi che alcune Editoria delle nostre cooperative pancetta, sono in bresaola, lardo, tagliere di formaggi di capra, robiola, Qui c’è laeproposta per l’acquisto grado di proporre. Per preparacaprino fresco, ricotta, taleggio formaggio di alpeggio, piattodi un paio di titoli di libri e per chi fosse inre le prossime feste di Natale in a scelta tra lasagne vegetali oanche tradizionali. teressato, per la sottoscrizione famiglia e con gli amici,caldo sceglia€ 25,00 dell’abbonamento alla rivista che si ocmo il Natale etico, con un gesto cupa di economia solidale semplice potrai così sostenere le cooperative del territorio comasco Fiori garantendo loro opportunità di Potete scegliere tra Ciclamini e Stelle di crescita. Potrai trovare le proposte Natale di varie misure e dimensioni e viocooperative anche nel sito www. le colorate per decorare il vostro Natale. regalo-solidale.it. PER ORGANIZZARE LE TUE FESTE DI NATALE PROPOSTE DAL MONDO DELLA COOPERAZIONE Per preparare le tue Feste di Natale in famiglia e con gli amici, scegli il Natale Etico. Con un gesto semplice sostieni le cooperative sociali del territorio comasco, garantendo loro opportunità di crescita. Scegli i prodotti-servizi delle cooperative: il valore di un regalo diverso dal solito, con un contenuto solidale. Segui sul sito www.regalo-solidale.it (online dal 15 ottobre) anche le proposte per i regali di Natale della cooperazione sociale comasca. è possibile tutto questo più in dettaglio andando sul nuovo sito www.regalosoli- dale.it all’interno del quale potrete scarica il catalogo in formato cartaceo. Qualche utile suggerimento Come organizzare la vostra festa S fogliando il nostro catalogo potrete trovare diversi spunti e idee di vario tipo per organizzare le vostre feste di natale e per simpatiche idee regalo per i vostri famigliari e gli amici. Menu di terra e di lago per le vostre cene di natale alla Cascina Respaù all’interno della Spina Verde, o a scelta con le proposte di Garabombo, ma anche, per chi non ha tempo di cucinare, i piatti già preparati per il vostro pranzo in famiglia da acquistare su prenotazione presso la cooperativa Aclichef, con una vasta gamma di proposte che vanno dall’antipasto al dolce). Per i vostri auguri di natale potete contare sui cartoncini augurali anche artigianali prodotti dalle cooperative Bitipo, Il Gabbiano e Mosaico. Troverete anche articoli di cartotecnica, calendari e agende e statuine di gesso della cooperativa Azalea, che potrete poi decorare insieme ai vostri bambini con i colori ad acqua, o se preferite da utilizzare così come sono. E ancora, quale regalo migliore da offrire ai vostri amici, di uno spettacolo teatrale portato all’interno delle mura domestiche; la cooperativa “Attivamente” trasferirà i suoi attori e le scenografie a casa vostra e sarà in grado di farvi divertire scegliendo addirittura tra due diversi spettacoli. Como Cronaca 26 Sabato, 17 novembre 2012 Casnate e Bernate in festa con don Madasi Un giorno speciale, domenica scorsa, per le due comunità, scandito dall’ingresso del nuovo parroco e dall’amministrazione delle Cresime L a scorsa domenica 11 novembre S.Martino è stata una giornata singolare per le due comunità di Casnate e di Bernate. Nel pomeriggio infatti due grandi eventi si sono svolti nella chiesa di Casnate. La presenza di sua eccellenza il vescovo mons. Diego Coletti ha reso ancor più solenne i due momenti della celebrazione: l’immissione del nuovo parroco don Claudio Madasi e la prevista amministrazione del sacramento della Cresima a trentotto ragazzi . Don Claudio, dopo aver ricevuto il saluto da parte del sindaco in piazza del Comune, è stato accompagnato in corteo fino alla porta della Chiesa dove, un rappresentante delle due comunità, gli ha rivolto gli auguri “di poter vivere la sua missione di Pastore delle nostre anime con slancio ed entusiasmo, sorretto dallo Spirito Santo, dalle nostre preghiere, dalla nostra piena collaborazione”. Numerosi ministranti di Casnate e Bernate hanno aperto la processione verso l’altare. Seguivano i parroci di Plesio don Daniele e di Camerlata don Gianluigi, Presente alla cerimonia i rappresentanti dei sacerdoti nativi di anche il vescovo di Como Casnate don Virginio e don Pietro, il mons. Diego Coletti. parroco uscente don Eugenio, don Sergio, che per 30 anni è stato parroco a Casnate, Grande partecipazione don Claudio e mons. Coletti. delle due comunità Prima dell’inizio della celebrazione, il vescovo con passo deciso, ha attraversato la navata e davanti ai ragazzi ha stemperato la loro soggezione e la loro tensione col sorriso, con parole semplici, con qualche battuta e in questo modo li ha aiutati a raccogliersi in silenzio nell’attesa del sacramento. Una novità che il Vescovo ha riservato ai nostri cresimandi è stata la consegna personale ai padrini e alle madrine di una fascia bianca da legare alla fronte dei cresimati dopo l’unzione, che avrebbe permesso a Sua Eccellenza e all’affollata assemblea di riconoscerli. La celebrazione è stata molto seguita e partecipata nonostante la presenza numerosa di fedeli, che non ha permesso di chiudere il portone della chiesa. Il Vescovo stesso col suo stile brioso ha calamitato l’attenzione di tutti, che è stata costante durante tutta la liturgia. Nell’omelia ha sottolineato che lo Spirito arricchisce e trasforma non solo i cresimati,ma anche i componenti della comunità. Ha invitato i ragazzi a fare scelte coraggiose, come Gesù aveva chiesto al giovane ricco, per essere liberi di donare al prossimo e camminare sulla strada del servizio e della gratuità, con il cuore colmo di gioia. Anche ai presenti, ma in modo particolare a genitori e padrini, ha spiegato che il segreto della vita cristiana è rivolgere lo sguardo ai bisogni degli altri e smettere di pensare a se stessi. Li ha invitati ad essere accanto ai ragazzi come testimoni credibili non a parole ma con la vita, perché solo così tornano i conti e la salvezza funziona. Erano presenti anche rappresentanti delle comunità dove don Claudio ha operato, in particolare al termine parole di ringraziamento gli sono state rivolte da parte di una parrocchiana di Plesio. Un collegamento audio video è stato approntato in oratorio, per dare la possibilità a più persone di poter seguire la cerimonia in un salone davvero gremito. Il Vescovo, al termine della celebrazione, ha avuto parole di apprezzamento per il servizio che don Sergio ha svolto in questi anni, ha ringraziato il parroco uscente don Eugenio e lodato per il loro servizio accurato i chierichetti, sottolineando che le vocazioni nascono anche dalla sacrestia. Si è complimentato per il canto delle due corali riunite che ha reso più solenne la celebrazione. Al termine don Claudio ha potuto salutare gli intervenuti in oratorio dove è stato offerto un rinfresco. Un grazie di cuore a quanti si sono prestati, nonostante il tempo inclemente, per addobbare festosamente il centro del paese di Casnate, la chiesa e l’oratorio per l’arrivo del nuovo parroco. Serie di iniziative formative Soccorritori con la Cri Lomazzo S Dall’acquisizione delle i presenta particolarmente denso il programma di proposte principali manovre formative organizzate dal salvavita, al corso di personale docente di Croce Rossa disostruzione pediatrica, Nuova sessione del corso esecutori di di Lomazzo per i prossimi mesi. Di seguito ecco il programma delle di disostruzione pediatrica alla formazione di addetti manovre iniziative: per domenica 16 dicembre a partire al primo soccorso in Vuoi imparare come fermare il dalle ore 14:30. tempo? Vieni al nostro corso e aziende, scuole, negozi etc. Il corso ha una durata di circa 4 impara ad applicare il BLS! ore, in cui verranno illustrate in Il corso è gratuito e si prefigge di insegnare semplici maniera approfondita le manovre e le possibili cause di manovre salvavita che permettono di guadagnare minuti soffocamento del bambino e dell’infante. preziosi in attesa dell’intervento del soccorso sanitario A seguito della parte teorica, di circa 60 minuti, verrà qualificato. Sì imparerà ad effettuare correttamente il dedicato ampio spazio alla pratica, suddivisi in piccoli massaggio cardiaco, la respirazione artificiale e tutte gruppi (massimo di 6 persone) in cui tutti avranno la quelle semplici manovre che possono salvare una vita in possibilità di provare le manovre e di chiarire ogni dubbio caso di malore improvviso. sull’argomento con i nostri istruttori. Le lezioni si terranno sabato 17 e 24 novembre, dalle 15 Il corso ha un costo di 25 euro + IVA e si terrà presso la alle 18 presso la nostra sede di via Milano, 24 a Lomazzo. Sede CRI di Lomazzo – Via Milano 24. Informazioni tel. 02-96370880 o formazione@crilomazzo. Per info o iscrizioni (obbligatorie) si può procedere it. L’iscrizione è obbligatoria e si effettua online su www. tramite form online su www.crilomazzo.it oppure si può crilomazzo.it inviare un’email a [email protected] Nella tua vita c’è un bambino perché sei un genitore, un nonno, una maestra, una babysitter? Sai intervenire in situazioni d’emergenza? Se è un neonato, sai come ridurre la possibilità della morte in culla? Spendi 4 ore per imparare cosa fare in emergenza. Gift Card: regala a chi vuoi la libertà di scegliere come mettersi al servizio degli altri nel modo più semplice e flessibile. La Gift Card è un buono, valido per una persona, per un Corso Esecutori di Manovre di Disostruzione Pediatriche a scelta tra le date disponibili. Il buono è valido per un qualsiasi Corso Esecutori organizzato dalla Croce Rossa Italiana - Comitato Locale di Lomazzo e deve essere utilizzato entro 12 mesi dalla data di acquisto. È possibile richiederlo mandando una e-mail a [email protected]. Ha un costo di 30€ pagabili in contanti al momento dell’acquisto. Tu sei 626? Croce Rossa Italiana - Lomazzo organizza, da anni, corsi di primo soccorso atti alla formazione di personale addetto al pronto soccorso (nelle aziende, nelle Scuole, nei negozi, nella Pubblica Amministrazione,…) che possa intervenire in caso di infortuni o malori. E’ quanto prevedono le normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. Per aiutare le imprese e gli Enti ad adempiere agli obblighi previsti dalla normativa, C.R.I. LOMAZZO organizza corsi base per apprendere le principali tecniche di pronto soccorso sul luogo di lavoro,conformi ai contenuti delle recenti disposizioni. Al termine dei corsi ai partecipanti è rilasciato un attestato con valore legale come “Addetti al pronto soccorso aziendale” e la qualifica ha validità tre anni. Chiunque fosse interessato deve scaricare il modulo di adesione dall’apposita sezione sul sito www.crilomazzo.it oppure contattare la segreteria CRI al n° 0296370880 Como Cronaca Sabato, 17 novembre 2012 27 Annone, il lago ...d’Oriente È il più orientale e il più vasto dei laghi briantei, diviso in due bacini dalla stretta penisola di Isella che penetra nel lago per quasi un chilometro e, di fronte, dal promontorio su cui sorge Annone, borgo fortificato di origine medioevale. Il bacino orientale, più vasto, detto anche di Oggiono o in dialetto locale ul laach - e quello occidentale - ul laghet - presentano caratteristiche morfologiche e idrologiche diverse e risultano in comunicazione tra loro attraverso un canale breve e poco profondo. Nelle acque del lago di Annone si specchiano due importanti alture prealpine: il Cornizzolo a nord e il Monte Barro a nord-est, mentre nella parte meridionale il bacino è circondato dalle dolci colline della Brianza orientale. Come per gli altri laghi della Brianza, la sua origine è dovuta ad escavazione glaciale e sbarramento morenico, ma geograficamente l’Annone è più legato al ramo orientale del Lario che non agli altri corpi d’acqua briantei. È alimentato da sorgenti che scaturiscono sul suo fondale e da alcuni torrenti di scarsa portata (tra cui il Molinatto, il Ceppetto, il Roncaglio, il Ceppelline, la Calchirola, il Pescone). Il suo emissario, il Rio Torto, esce dal lago di Oggiono in comune di Civate, percorre la Valmadrera gettandosi nel Lario a nord di Malgrate. Al termine dell’ultima glaciazione il lago di Annone doveva essere in comunicazione diretta con il ramo di Lecco, come confermerebbero alcune prospezioni geologiche eseguite nella zona. Dalla fine degli anni ‘60 il livello del lago è stato abbassato di circa un metro in seguito alle opere di sistemazione della strada provinciale ComoLecco e di costruzione della superstrada Milano-Lecco (che passa accanto al bacino occidentale nel territorio di Suello e Civate). Anche il lago di Annone non è stato risparmiato dal fenomeno dell’eutrofizzazione - dovuto ad un eccesso di fosforo di origine antropica immesso con gli scarichi fognari e industriali, soprattutto negli anni ‘70 e ‘80. Comunque, grazie agli studi e agli interventi effettuati in tempi più recenti, negli ultimi anni le condizioni del lago sono andate leggermente migliorando. La flora e la vegetazione del lago di Annone sono quelle caratteristiche degli ambienti lacustri e palustri delle zone moreniche pedemontane. Solo però in alcuni tratti delle sponde è possibile osservare integra la tipica successione della vegetazione caratteristica di questi ambienti, a causa dei numerosi interventi dell’uomo. Attorno alle acque e nel canneto vivono molte specie di animali: tra gli anfibi si può citare la rana di Lataste, endemica della pianura padano-veneta e tra gli uccelli le numerose specie acquatico-palustri, come lo svasso maggiore, il tuffetto, il germano reale, la gallinella d’acqua, il porciglione, la cannaiola, il cannareccione, l’usignolo di fiume, il migliarino di palude, il martin pescatore, il tarabusino e la nitticora. pagina a cura di silvia fasana è il più orientale e vasto dei laghi briantei, diviso in due bacini dalla stretta penisola di Isella, che lo penetra per quasi un km. Si specchiano nelle sue acque il Cornizzolo e il monte Barro Uno dei monumenti più importanti della Lombardia Basilica di S. Pietro al Monte i r a r e itin Alla scoperta del romanico L ’ itinerario che proponiamo permette di gustare una splendida vista del lago di Annone dall’alto e nel contempo di visitare uno dei più importanti monumenti romanici della Lombardia. La partenza è da Civate, dove si può fare una breve sosta per la visita della chiesa di San Calocero, edificata nel IX secolo e successivamente rimaneggiata. Ci si porta in località Pozzo, nella parte alta del paese, e imboccando una strada che offre ampi scorci panoramici sul lago, sull’alta Brianza e sui monti lecchesi, si raggiunge la frazione Oro. Seguendo il segnavia n.10 ci si inoltra nella valle del torrente Oro, il cui nome non deriva dal prezioso metallo, ma dal latino “oris”, sorgente, per la presenza di numerose sorgenti. Il percorso si fa sempre più ripido, fino ad arrivare in un’ora e un quarto circa, al pianoro dove sorge il complesso romanico di San Pietro al Monte (662 m), tra i più begli esempi di arte romanica nell’area lariana, di eccezionale valore artistico e religioso, costituito dalla basilica di San Pietro, con accanto alcuni locali abitativi e dal piccolo oratorio di San Benedetto. La sua fondazione è avvolta dalla leggenda. Secondo la tradizione, il complesso sarebbe stato fatto costruire attorno all’anno 772 da Desiderio, ultimo re dei Longobardi sul luogo dove il figlio Adelchi avrebbe recuperato la vista bagnandosi con l’acqua di una vicina fonte miracolosa, dopo essere diventato cieco durante una battuta di caccia a un cinghiale di enormi dimensioni, sotto le cui spoglie si celava il diavolo. Di certo si sa che il complesso, appartenuto ai monaci Benedettini, nel Medioevo fu un centro di potere molto importante, beneficato da sovrani e imperatori con grandi donazioni di terre, ricchezze e privilegi. La comunità benedettina ebbe per lungo tempo la giurisdizione anche sul lago di Annone, con i relativi diritti. I monaci privilegiavano, soprattutto durante la Quaresima, un’alimentazione a base di pesce, e pertanto avevano dato un particolare impulso alla pesca, affittando settori dello specchio d’acqua a famiglie che - direttamente o subaffittando a pescatori - traevano reddito da questa attività. Ai Benedettini successero nel 1556 gli Olivetani, che vi rimasero fino al 1798 quando Napoleone soppresse il monastero e mise all’asta i suoi possedimenti. La basilica di S. Pietro al Monte, a pianta rettangolare con due absidi semicircolari che si fronteggiano sull’asse longitudinale, è preceduta da un ampio scalone in pietra che conduce ad un vasto atrio a galleria, aperto da eleganti bifore. L’interno, ad una navata, con una cripta sottostante l’abside orientale, presenta una ricca decorazione pittorica del secolo XI (tra cui la celebre raffigurazione del drago dell’Apocalisse), pregevoli stucchi e un raro ciborio simile a quello della basilica di Sant’Ambrogio a Milano. L’oratorio di San Benedetto è invece un edificio a pianta centrale quadrata nel quale si innestano tre absidi semicircolari e un vano rettangolare d’ingresso. L’interno, semplice ed essenziale, racchiude un esempio molto raro di altare medioevale decorato su tre lati da affreschi. Si raccomandano calzature comode ed abbigliamento adeguato. Il complesso è aperto il sabato da marzo a ottobre, dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 13.00 alle 15.00; la domenica e festivi dalle ore 10 alle 12.00 e dalle ore 13.30 alle 16.00. La S. Messa nella chiesa di San Pietro al Monte si celebra ogni prima domenica del mese alle ore 10.30, la Domenica delle Palme e nella solennità dei S.S. Pietro e Paolo. Per informazioni e visite: Amici di San Pietro, tel. 346.3066590; e-mail: info@ amicidisanpietro.it; sito internet: www. amicidisanpietro.it. Valli Varesine 28 Sabato, 17 novembre 2012 A dieci anni dalla scomparsa un convegno a Cassano Valcuvia Notizie flash ■ Cavona Sabato 17 novembre il pellegrinaggio vocazionale a r u t l cu S abato 17 novembre, secondo appuntamento col pellegrinaggio vocazionale di zona. Ritrovo al mattino, alle ore 7.00, presso la cappelletta di S. Teresa per la recita del S. Rosario. Alle 7.30 Messa in S. Casa a Cavona. ■ Valcuvia In ricordo di Giancarlo Peregalli Angela Reggiori, “Rancio Valcuvia”, acquaforte realizzata appositamente per il convegno) All’Eremo del Carmelo secondo appuntamento sul Concilio Vaticano II L ’ associazione culturale che ne porta il nome ha organizzato Nel comune della Valvucia, domenica per sabato 17 novembre, presso il teatro comunale di Cassano Valcuvia una giornata di studi nel ricordo ed in onore 18 novembre, verrà inoltre inaugurato di G. Peregalli, scomparso ormai da dieci anni. Storico ed il centro documentale “Linea Cadornaarchivista, ben noto in Valcuvia, nel varesotto ed anche in diocesi di Como per i suoi studi ed i suoi interessi culturali. La mattinata inizia Frontiera Nord” in occasione del 69° con un momento commemorativo al cimitero di Rancio, dove riposa e poi il programma continua a Cassano Valcuvia con una serie di anniversario della battaglia di San Martino interventi affidati a studiosi locali che con Peregalli hanno anche intrattenuto rapporti di amicizia. Dopo i saluti delle au- Seguono a conclusione della mattinata grafiche”. Concludono Francesca Boldritorità, intervengono con la moderazione Pierangelo Frigerio che, a nome della ni ( Centro Studi Giancarlo Peregalli) con di Angela Viola, Robertino Ghiringhelli ( Società dei Verbanisti tratterà del tema: “Piliprand, rughe e strecie: fascino e midocente all’Università Cattolica del Sacro “La decadenza di Milano nel XVI-XVII se- steri e Stefania Peregalli, figlia di GiancarCuore di Milano) con “Ti sento Giuditta” colo fra dominazione spagnola e riforme lo ma qui nelle vesti di responsabile del ovvero Piero Chiara e il Lago Maggiore, borromaiche, nel giudizio storico di Mar- Sistema Bibliotecario dei Laghi con Affersegue Pierluigi Piano ( direttore dell’Ar- co Formentini” (Bosco Valtravaglia 1811 - mazione e diffusione della Biblioteca di chivio di Stato di Varese) che ricorderà Milano 1883 ) e Serena Contini ( dirigente pubblica lettura nel territorio del Sistema “Un intervento di «emergenza» guidato dei Musei Civici di Varese ) con “Poeti di Bibliotecario. da Giancarlo Peregalli, per la salvaguardia facile rima: Pasquale Contini tra Varese Alla sera, alle ore 20, sempre in teatro riedi un archivio comunale dopo una emer- e Como”. vocazione della battaglia partigiana del S. genza meteorica”, Giuseppe Armocida e Dopo una pausa conviviale i lavori ripren- Martino con lo spettacolo teatrale “QuanMarta Licata ( entrambi dell’Università dono nel pomeriggio. A moderare gli in- do partirono cominciò a nevicare” a cura degli Studi dell’Insubria ) parleranno “di terventi sarà Giuseppe Armocida che in- del Teatro Periferico che anticipa, la sucAntichi abitanti della Valcuvia: studi sui troduce dapprima Marina Cavallera ( do- cessiva giornata di domenica 18 novemresti scheletrici di scavi archeologici con cente all’Università degli Studi di Milano) bre che prevede l’inaugurazione, sempre segnalazione dei ritrovamenti a Gemonio, con “Tra centro e periferia: l’elite in Val- a Cassano, del centro Documentale LICaravate, Cittiglio ed Aga e con un accen- cuvia” e poi Gianni Pozzi (presidente del NEA CADORNA “Frontiera Nord” in ocno ai recentissimi ritrovamenti di Azzio Centro Studi Giancarlo Peregalli ) che trat- casione della celebrazione del 69° annialla chiesa del Convento”. ta di “Varese, prime immagini cinemato- versario della battaglia del San Martino. Provincia: un accordo per superare il divario digitale L a banda larga è in arrivo in cinquanta Comuni della provincia di Varese grazie ad un accordo siglato nei giorni scorsi tra l’Amministrazione provinciale e Telecom Italia. L’intesa si inserisce nell’ambito del programma anti digital divide promosso dalla Regione Lombardia che porterà all’azzeramento del divario digitale nei Comuni interessati entro il primo semestre 2013. Tra questi troviamo Bedero Valcuvia, Brinzio, CadeglianoViconago, Caravate, Casalzuigno, Casciago, Cassano Magnago, Cassano Valcuvia, Duno e Marzio. La convenzione consentirà di utilizzare in maniera uniforme sul territorio tecniche e strumentazioni innovative che riducono l’impatto ambientale e il costo dei lavori per realizzare le reti di telecomunicazioni. Due appuntamenti in programma: la Cresima e il concerto di gala L Il 17 novembre: un sabato attivo a Cittiglio a giornata di sabato 17 novembre, sarà caratterizzata da due importanti momenti che coinvolgeranno, seppur in maniera diversa, il paese di Cittiglio. Sabato alle 17.30 in chiesa parrocchiale sarà amministrato il sacramento della Confermazione a 24 ragazzi della terza media per il tramite del vicario Episcopale, Mons. Italo Mazzoni. Al termine del cammino di preparazione seguito nel mese d’ottobre e dopo la giornata di ritiro con i ragazzi e le rispettive famiglie, avvenuta sabato 11/11 presso il convento passionista di S. Maria del Sasso a Caravate, il gruppo accoglierà il dono dello Spirito Santo e … sarà pronto per iniziare il cammino verso l’appuntamento del Molo 14. Alle 21.00: presso la tenso-struttura del Parco San Giulio si terrà il consueto concerto di gala che il corpo musicale “Amici della Musica” di Cittiglio propone ogni anno in occasione della ricorrenza di Santa Cecilia, patrona della musica Come per gli anni passati è prevista una grande affluenza di pubblico che si ritroverà per ascoltare le belle musiche che saranno proposte dalla banda diretta dal maestro Luca Colantuono che per la prima volta, dopo la sua nomina avvenuta la primavera scorsa, si trova a dirigere il concerto di gala. A fare gli onori di casa sarà presidente del corpo musicale, geom. Otello Stocco, giusto da un anno alla guida dello storico sodalizio cittigliese. La festa di S. Cecilia si concluderà poi, domenica prossima, 25 novembre con la S. Messa alle ore 11.00 in parrocchia e con il pranzo sociale in un ristorante del paese. A.C. A ll’eremo del Carmelo di Cassano Valcuvia si terrà sabato 17 novembre il secondo degli incontri “A cinquant’anni dal Concilio Vaticano II” Memoria e Profezia. Il tema dell’approfondimento sarà “la liturgia” e vedrà la partecipazione di fr. Luca Fallica, superiore della comunità benedettina di Dumenza. L’incontro vuole aiutare a comprendere la storia e il senso del rinnovamento liturgico avviato dal Concilio Vaticano II. L’intesa, in attuazione della Legge 69 del 2009 “Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile” per la realizzazione delle reti a banda larga, ha una durata biennale e mira a garantire la sicurezza di tutti gli interventi che verranno effettuati e che andranno ad interessare le strade provinciali per l’installazione della rete di telecomunicazione a banda larga. Sondrio Cronaca Sabato, 17 novembre 2012 29 In provincia si gioca d’azzardo, tra sogni e rischi Riparte a Cosio Valtellino il progetto “Cosa c’è in gioco?”. Il prossimo 23 novembre è in programma una tavola rotonda. L a spesa per il gioco d’azzardo in provincia di Sondrio è aumentata del 297% tra il 2004 e il 2010. Lo riporta un’indagine del Censis, che riferisce come la stessa provincia sia al sesto posto in Italia nella triste classifica della spesa pro capite per il gioco d’azzardo. Così – notizia riportata pochi giorni fa dai quotidiani locali –, in un anno, il numero di utenti che si rivolge al Servizio per le tossicodipendenze di Sondrio perché accusa in modo evidente i sintomi e i comportamenti del gambling patologico è triplicato. Nell’ultimo anno, sono state una trentina le persone che si sono rivolte agli operatori dell’Asl per risolvere il problema La provincia di Sondrio del gioco o delle scommesse divenuto una vera e propria dipendenza, al pari è sesta in Italia nella dell’abuso di alcol e droghe, una malattia classifica della spesa che per essere debellata necessità di cure e interventi psicologici o, addirittura nei casi pro capite per il gioco più gravi, anche psichiatrici. d’azzardo. In questo scenario, a Cosio Valtellino è ripartito nei giorni scorsi il progetto Cosa di Alberto Gianoli c’è in gioco? (I giochi d’ azzardo… tra sogni e rischi), già avviato la scorsa primavera e organizzato dall’Assessorato Servizi alla persona, in collaborazione con la Consulta Giovanile. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare sempre di più i cittadini sui possibili rischi causati dal preoccupante dilagarsi del gioco d’azzardo, soprattutto tra le categorie dei giovani e dei ragazzi. Il progetto, nato per diffondere nuove conoscenze e competenze relative all’emergenza sociale del gioco d’azzardo, era stato avviato grazie anche alla collaborazione dell’Associazione Genitori in rete e di alcuni cittadini. In una prima fase dell’iniziativa era stato pubblicato sul bollettino comunale un articolo riguardante il gioco d’azzardo, quindi era stato proposto un questionario a tutti i ragazzi delle scuole medie dell’Istituto comprensivo di Cosio. Una terza azione aveva visto i componenti della Consulta Giovanile attivarsi nella ricerca di possibilità di gioco d’azzardo lecito sul territorio comunale, quindi il Consiglio ● Carmelo Casabona ha incontrato la stampa martedì 6 novembre C ● «Chi arriva da fuori è colpito dal clima di serenità e di civiltà» comunale aveva adottato un regolamento riguardante la disciplina delle sale giochi e di tutti gli apparecchi che in qualche modo vanno ad intrattenere i ragazzi. Un provvedimento che detta anche a quale distanza le sale giochi devono stare da scuole, ospedali e da tutti i luoghi frequentati soprattutto dai giovani, quelli a maggior rischio. Un provvedimento varato molto prima che, qualche settimana fa, pensasse di vararne uno il Governo. Appuntamento importante per il progetto del Comune di Cosio sarà l’incontro pubblico, con spettacolo e tavola rotonda, programmato per il prossimo venerdì 23 novembre. Al dibattito, che sarà condotto dalla dottoressa Daniela Capitanucci, una dei massimi esperti riguardo al tema delle dipendenze da gioco d’azzardo e che fa parte dell’Associazione Azzardo e Nuove Dipendenze di Varese, interverrà anche il dottor Massimo Tarantola (nella foto a sinistra), responsabile del Servizio per le tossicodipendenze di Sondrio, il quale ha spiegato quanti si rivolgono al Sert «sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che assume una dimensione molto più diffusa anche in Valtellina e in Valchiavenna. È un peccato che proprio a Cosio, dove si sta realizzando un progetto pilota molto interessante che crea una rete di soggetti intorno a uno stesso problema, siano stati vinti 100 mila euro con le slot machine, anche perché sono convinto che la strada intrapresa dalla giunta Svanella sia quella giusta». Il dottor Tarantola riferisce come il gioco possa da sociale, quindi per solo divertimento, o comunque sotto controllo da chi lo pratica, diventare patologico quando lo scommettitore «pensa e vive esclusivamente per giocare. Comincia con il trascurare il lavoro, la famiglia, spesso si indebita e la posta diventa sempre più alta, tanto che fino a qualche anno fa il problema era visto soltanto dal punto di vista economico, da risolvere semplicemente andando in banca, trascurando invece gli aspetti sociali e psicologici, spesso sottaciuti, nascosti o sottovalutati da chi gioca e da chi gli sta intorno». Col tempo, sul territorio, sono però nati gruppi e associazioni che organizzano un autoaiuto, come già accade da tempo per quanto riguarda altre dipendenze. «Solo nell’ultimo anno – aggiunge Tarantola –, il Sert viene riconosciuta come opportunità alla quale far riferimento per questo tipo di problematiche e anche lo Stato solo di recente ha proposto di includere il gambling tra le patologie esenti dal ticket. È evidente, però, che un tale problema si sconfigge agendo anche sulle politiche di disincentivazione al gioco, che sappiamo essere anche una non trascurabile entrata per l’erario, altrimenti di questo passo lo Stato rischia di dover pagare costi sociali molto elevati per gli interventi di cura». ● «La Provincia merita di crescere e dovrebbe essere un modello». Il nuovo prefetto si presenta... armelo Casabona, originario di Caltanissetta, è il nuovo Prefetto di Sondrio. Egli conosce già la Provincia, perché nel 1980 era venuto nel capoluogo come giovane commissario di polizia. Poi, da una realtà come la nostra, in cui il caso più inquietante era stato quello di un ragazzino che aveva sparato sulla casa vicina con una carabina a piombini, era passato ad affrontare situazioni ben diverse ed aveva svolto tutta la sua carriera nelle zone più calde del Paese: Campania, Sicilia e Calabria. Recentemente il Consiglio dei Ministri ha voluto premiare questo fedele servitore dello Stato, Questore di Reggio Calabria, impegnato per oltre trent’anni in prima linea contro la criminalità organizzata e lo ha promosso al ruolo di Prefetto. Sua Eccellenza ha incontrato la stampa martedì 6 novembre. L’incontro, iniziato con un tono piuttosto formale, si è via via sciolto e trasformato in un’amichevole conversazione, nella quale il Prefetto ha parlato a cuore aperto della sua esperienza e dei suoi impegni futuri. «La mia è la storia di un poliziotto che si è trovato nelle condizioni più drammatiche del nostro Paese – ha affermato –, incominciando dall’uccisione di Carlo Alberto Dalla Chiesa a Palermo, passando attraverso tutte le più importanti operazioni condotte dallo Stato contro la criminalità». Egli ha quindi ricordato la guerra fra cosche mafiose (che aveva causato oltre 350 morti), la strage dei Casalesi, fino alla lotta alla ’Ndrangheta, «oggi la più pericolosa, perché si occupa di droga e riciclaggio di denaro, ha punti d’appoggio in tutta Europa ed ha un’organizzazione molto militarizzata... La lotta è difficile, perché le organizzazioni sono sempre un passo avanti. Oggi la tecnologia aiuta molto, ma il fattore umano è sempre determinante... Lo Stato ha compiuto passi molto significativi, ma deve arrivare a conquistare quei territori che ancora non sono sotto il suo controllo… Lì c’è tanta gente che soffre… La popolazione al 90% è vittima del sistema». Carmelo Casabona ha la piena consapevolezza che la nomina a Prefetto di Sondrio rappresenti per lui l’esatto opposto di quanto è stato finora. «Chi arriva da fuori rimane molto colpito dal clima di serenità e di civiltà che regna in questa Provincia, nella quale ognuno ha i suoi doveri e i suoi diritti e non deve lottare ogni giorno per affermarli… Si può (finalmente) stringere la mano alle persone senza guardare prima il Casellario Giudiziale… Si può uscire tranquillamente a prendere un caffè al bar senza doversi guardare alle spalle. I vostri amministratori si sono spesi molto per conservare la Provincia ed essa merita di continuare a crescere, perché è solida, ben strutturata e dovrebbe essere un modello per tutta l’Italia». Da qui, il suo programma, espresso in modo molto sintetico: «…Conservare questo patrimonio che avete. Il compito di un Prefetto è quello di esaminare, valutare e decidere. il prefetto carmelo casabona, già a sondrio dal 1980 come commissario di polizia Quando c’è un clima di tranquillità si trovano sempre le soluzioni giuste». Non resta quindi che augurare al nuovo Prefetto di godere ampiamente, con la sua famiglia, di questo clima di serenità, così ben apprezzato e, naturalmente un proficuo lavoro a vantaggio di tutta la popolazione. CIRILLO RUFFONI Valchiavenna 30 Sabato, 17 novembre 2012 ■ Anno pastorale A Campodolcino, lunedì, l’apertura del cammino U na cerimonia densa di canti, di lodi al Signore, di condivisione, di speranze, quella svoltasi lunedì 12 novembre a Campodolcino. Nella chiesa di San Giovanni Battista alla sera si sono dati appuntamento i rappresentanti e fedeli delle parrocchie di Chiavenna, della Val Bregaglia e della Valle Spluga. Si doveva celebrare l’inizio dell’anno pastorale, un percorso che seguirà in tutte le parrocchie il Piano pastorale del 2013 del Vescovo monsignor Coletti. Si tratta della terza annualità di un percorso comune che ha per titolo: “Il Maestro è qui e spezza il pane con noi”. Diverse copie del documento sono state distribuite al termine della cerimonia per la diffusione in tutte le parrocchie. è stata un’occasione nuova di incontro e di collaborazione tra le varie comunità del vicariato, la nuova aggregazione territoriale che ha sostituito le zone pastorali. Come ha sottolineato monsignor Ambrogio Balatti nella omelia, una cerimonia nuova che dovrà gradualmente radicarsi nelle abitudini dei parrocchiani che dovranno sentirsi parte di una comunità più ampia e che si muove in sintonia con il resto della Diocesi. Una cerimonia festosa, con salmi, lodi, acclamazioni, richieste di intercessione e preghiere. In particolare quella rivolta al Signore perché “l’azione pastorale della Chiesa ha bisogno della cooperazione di molti, perché la comunità e i singoli fedeli possano giungere alla maturità della Fede…”. Diverse persone hanno raggiunto Campodolcino da Chiavenna dove era partita una corsa di un pullman appositamente organizzata. L’appuntamento era quest’anno a Campodolcino per sottolineare la territorialità del vicariato e l’attenzione alle parrocchie di montagna. ■ Bertacchi Sabato 24 novembre una giornata per ricordarlo U na mostra e un concerto per ricordare l’anniversario, il settantesimo, della morte del più illustre dei chiavennaschi. Giornata dedicata a Giovanni Bertacchi quella in programma il 24 novembre a Chiavenna. L’amministrazione comunale in collaborazione con Comunità montana della Valchiavenna, Centro studi storici valchiavennaschi, Banca Popolare di Sondrio e Società operaia di Chiavenna organizza “In ricordo di Giovanni Bertacchi”. La giornata, che conclude le celebrazioni bertacchiane apertesi con lo spostamento del busto del poeta nella sede della Banca, sua originaria casa natale, si aprirà alle ore 16.00 con un momento di preghiera al cimitero. A seguire, alle ore 17.00, nella sede Bps in via Dolzino, apertura della mostra dei lavori realizzati dai bambini delle scuole dedicate all’autore e alle sue poesie. Poesie che saranno recitate durante l’incontro. Bertacchi nacque a Chiavenna nel 1869 e morì a Milano nel 1942 dopo aver insegnato all’università di Padova fino al 1938, anno in cui fu costretto a lasciare l’insegnamento per le posizioni antifasciste. La sua opera poetica considerata più importante è “Il Canzoniere delle Alpi” del 1895. Alla sera si terrà il momento “clou” della giornata. Concerto del trio jazz capitanato da Guido Manusardi e dedicato al “Cantore delle Alpi”. Sul palco ad accompagnare il pianista chiavennasco ci saranno Marco Vaggi al contrabbasso e Mimmo Tripodi alla batteria. L’esibizione avrà inizio alle ore 21.00 con ingresso libero. Guido Manusardi, con la sua copiosa discografia e le sue applaudite esibizioni sia in Italia sia, soprattutto, all’estero, è tra i jazzisti italiani più famosi al mondo. Agli inizi della sua carriera si sposta in Svizzera, Germania, Svezia dove risiede stabilmente per 5 anni. Nel 1967, in seguito ad un primo rientro in Italia, si sposta a Bucarest dove vive per 7 anni, quindi rientra definitivamente in Italia. Il suo album Live Recorded at the Lubiana Jazz Festival vince il Premio della critica discografica e nel 1977 il suo solo Delirium vince lo stesso premio e Manusardi viene indicato come “musicista dell’anno”; quindi viene invitato col suo quartetto al Jamboree Jazz Festival di Varsavia. Nel 1978 viene invitato al Festival Jazz di Montreux, primo italiano ad essere invitato al prestigioso appuntamento. Val di Lei: la diga, la storia. L a Val di Lei, una delle più ricche di pascoli della zona, dal 1949, per sette anni, divenne un grande cantiere, uno dei più grandi di tutta la Svizzera: la costruzione di una grande diga con un numero molto elevato - si arrivò a 3400 - di operai, quasi tutti italiani. Gli impianti entrarono in funzione a pieno ritmo nel 1963. Così «la bella vallata bacino idrografico del Reno. alpina, un tempo ricca di verdi Da qualche settimana di acqua prati e di pascoli chiazzati non ce n’è quasi più, l’azienda di fiori dai vivaci colori Khr ha svuotato il bacino e policromi, in cui spiccavano le ha portato alla luce il fondo macchie grigie dei muriccioli della valle ricoperto da sabbia divisionali, delle latterie e delle e limo e in fondo ai ripidi baite» ha lasciato il posto a versanti resta solo un piccolo un lungo specchio azzurro. fiume. è questo certamente La diga si trova nel Comune un evento storico che pochi grigionese di Innerferrera sul testimoni ancora ricordano. Ma fiume Reno di Lei: una diga con lo svaso, sul fondo sono svizzera in territorio italiano spuntati i resti di alcune baite e il lago artificiale della Val di i muri che segnavano i confini Lei è infatti l’unica valle alpina dei pascoli. Il fatto curioso italiana che apparteniene al e interessante durerà poco, perché presto verrà la neve e al termine dei lavori tornerà l’acqua del lago a sommergerli. «È il primo svaso completo - sottolinea Paolo Lisignoli, sindaco di Piuro, il Comune nel cui territorio si trova la diga, è lungo 8 chilometri, ha una superficie di 410 ettari, un volume di 197milioni di metri cubi ed è alimentato da un bacino imbrifero di 46,5 chilometri quadrati. La valle, gestita da un consorzio, è nota sia per gli alpeggi, sia per gli impianti di risalita del comprensorio di Madesimo. Di recente l’amministrazione del Comune della Val San Giacomo ha promosso un progetto finalizzato alla realizzazione di un tunnel. L’obiettivo è l’ampliamento delle piste, a una quota superiore rispetto all’attuale. Questo articolo, come quello della scorsa settimana, è di STEFANO BARBUSCA foto DOMIZIANO LISIGNOLI Samolaco San Pietro L’ appello è stato lanciato dalla Caritas della nostra Diocesi e la risposta l’abbiamo data noi, organizzando nel mese missionario di ottobre una raccolta di indumenti e altro materiale. Nella giornata di sabato 27 ottobre, con i bambini e i giovani del coro della parrocchia di San Pietro Samolaco, in collaborazione con le famiglie, abbiamo raccolto ed imballato vestiti, scarpe, giochi e altro materiale di prima necessità da regalare alle persone più bisognose. L’idea di coinvolgere i ragazzi è nata dal mio desiderio di condividere con loro e le loro famiglie alcuni valori come la generosità, la carità, l’altruismo, pensando alla missione che tutti dovremmo vivere nel testimoniare l’amore verso gli altri. è molto più semplice ricevere che dare! Vivere insieme una giornata all’insegna del dono mi sembrava il modo più bello e semplice per avvicinare i ragazzi al mondo della povertà, non la povertà lontana dei continenti del terzo mondo, ma la povertà vicina, nascosta, sconosciuta. E la risposta è stata più che soddisfacente! I bambini e i ragazzi con alcune mamme hanno lavorato un’intera giornata per preparare i sacchi e gli scatoloni con il materiale da consegnare a Como. Tutti gli indumenti sono stati suddivisi ed etichettati con simpatici cartellini e disegni fatti dai bambini stessi. Ecco che allora questo messaggio di donare agli altri e di condividere va coltivato nei piccoli perché crescano senza egoismo, senza superbia, con gli La gioia del dono occhi ed il cuore aperti al mondo dei più deboli. E soprattutto perché imparino a ringraziare e distaccarsi dai beni materiali per lasciare spazio alla bellezza dell’umilità. Nella serata d’incontro con il direttore del Centro Caritas diocesano, Roberto Bernasconi, lo scorso sabato 10 novembre, è stata sottolineata l’importanza della nostra raccolta per le tante e sempre più numerose richieste che arrivano dalle famiglie in difficoltà. Entusiasta dell’iniziativa , Roberto ha così incitato i ragazzi: “Bisogna imparare a fare il bene non per noi stessi, per vantarci, ma per gli altri, per saper cogliere quello che di bello c’è in ogni persona, allontanando l’egoismo e l’orgoglio. Bisogna saper ascoltare, saper donare con amore, aiutare il prossimo, solo e disadattato, a ritrovare dignità e coraggio per tornare a vivere. San Luigi Guanella, che è nato qui nella vostra Valle, è un esempio grande di Carità. Bisogna imparare da lui!!”. La poesia di Paolo... V enerdì 23 novembre, alle ore 21.00, si terrà presso il teatro Società Operaia di Chiavenna, una serata dedicata al ricordo e alla poesia di Paolo Panzeri. Una serata in cui verrà proposta la lettura di alcune sue poesie, tratte dalla copiosa pubblicazione delle opere uscita tre anni dopo la morte. Saranno presenti anche la corale “Laurenziana” e il coro “Nivalis” di Chiavenna. Verranno eseguite, tra l’altro, due composizioni musicate proprio su componimenti di Panzeri. Quella della corale “Laurenziana” in prima assoluta. In anteprima sarà poi presentato un libro che punta a delineare con testi in prosa e poesia, foto, la figura di Paolo Panzeri. Paolo Panzeri nacque a Chiavenna nel 1937. Operò, sulle orme del padre nella conduzione dell’azienda di famiglia. Ma gli studi umanistici, ed in particolare la conoscenza della poesia e dei suoi autori, affascinarono il suo animo, dotato di raffinata sensibilità, di capacità di lettura dei tempi, di sentimenti profondi e a volte passionali. Cultore dei valori religiosi, sociali, familiari, della amicizia sincera, dell’impegno civile, seppe tradurli nella vita e nel linguaggio di una poesia colta, raffinata, consapevole. La serata e il libro, a ventun anni dalla scomparsa, vogliono essere un quadro vivo di Paolo Panzeri nella sua personalità, nel suo essere uomo che ha lasciato traccia nella sua terra con una testimonianza di vita e messaggi poetici che sono universali. è stata poi descritta tutta l’attività capillare svolta dal Centro Caritas a Como e dintorni, ed i ragazzi sono stati impressionati ed hanno concluso esprimendo il desiderio di conoscere da vicino queste realtà. Posso dire che la serata d’ascolto ci ha aiutato tanto a capire il nostro stare bene, il nostro essere fortunati; è importante che qualcuno ci ricordi che esiste questa povertà, che ci faccia sentire il la voce dei poveri, per farci ragionare sulla nostra vita e decidere di regalare gratuitamente del nostro tempo e del nostro superfluo. Il coro parrocchiale ha promesso di organizzare un’altra raccolta nei prossimi mesi, mirata alle esigenze dei carcerati, e di andare a Como a conoscere la realtà grande e attiva del Centro, con la speranza che si riesca a mantenere un rapporto vivo di informazione e collaborazione tra la nostra piccola comunità e il centro della Diocesi. MICHELA FOIS Sondrio Cronaca Il profumo dei limoni non si può “postare” Lo scorso giovedì 8 novembre, a Sondrio, un incontro con padre Lynch su tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook. «T enterò di convincervi che avete torto quando dite che “La tecnologia è neutrale e può essere usata bene o male”». Scoppiettante l’incontro con padre Jonah Lynch, giovedì 8 novembre a Sondrio nella stracolma sala dell’Unione Artigiani, invitato da Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), Istituto Pio XII e Centro Culturale Don Minzoni. Il relatore, autore del volume Il profumo dei limoni, tecnologia e rapporti umani nell’era di Facebook, ha tenuto avvinta la sala raccontando episodi della sua esperienza per arrivare a dire che la tecnologia non è neutrale. Essa ha modificato strutturalmente la comunicazione tanto che tutti siamo ormai costretti ad essere sempre raggiungibili con il telefono cellulare e a dare risposte tempestiva ad ogni mail se vogliamo non essere “out”. «Quindi ormai è la tecnologia che usa te» ha sottolineato Lynch, che ora è sacerdote, è laureato in fisica alla McGill University a Montreal, ha un master in Education, presso la George Washinngton University ed è nato in una comune di hyppies nel 1978. Oggi vive a Roma, dove è vice rettore del seminario della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo. Ma come non farsi governare dalla tecnica? Imparare che posso scegliere, che decido io, che sono libero. «Ascolto tutti i giorni i giovani seminaristi che vengono a parlarmi in ufficio e in passato mi capitava di tenere il telefono acceso o di avere il desiderio di controllare la posta, alla fine mi accorgevo di non ricordarmi quello che mi avevano raccontato, di avere perso quel momento. Ho deciso che era meglio concentrarmi sulla persona che avevo davanti, ho deciso di spegnere il telefono e di spostare il computer in un altro locale. Possiamo stare nello stesso momento in un solo posto». E come allenare questa libertà dalla tecnologia? «Con il digiuno, come insegna la Quaresima, ti sottrai da una cosa buona come il cibo per imparare che ciò da cui dipendi non è il cibo…non sei schiavo del tuo cellulare». Che cosa ci toglie l’utilizzo di Facebook, delle chat, dei blog? Possiamo parlare con tutti in tutto il mondo, non è un ampliamento della nostra libertà? «Dopo la laurea insegnavo fisica in un liceo e facevo il corso di abilitazione, avevo mille interessi, accedevo a moltissimi siti su internet ed ero appassionato ad una serie tv che seguivo in un riquadro sul computer, leggevo il giornale elettronico… pensavo di farcela, dopo un po’ di mesi che vivevo così, mi sono accorto di aver perso la capacità di contemplare, di fermare la mia attenzione e la mia concentrazione su qualcosa: una poesia per essere compresa ha bisogno di tempo, e non ero più capace di leggerla. Mi sono accorto che stavo perdendo delle esperienze belle». Ed è proprio queste esperienze che sembrano appartenere al passato,come quella di ascoltare e leggere con attenzione e concentrazione, che Lynch ci ha chiesto di salvaguardare in noi e nei nostri figli. «Chi ha conosciuto il mondo senza internet ha il dovere di tenere desta in tutti la capacità di un giudizio libero, di trattenere il buono e giudicare ciò che non lo è». Entusiasti dell’incontro con l’autore del Profumo dei limoni anche i ragazzi del Liceo Pio XII che lo hanno incontrato la mattina successiva e a cui con un simpatico gioco di gomitoli colorati ha spiegato come funzionano le connessioni del cervello umano e come è possibile quindi studiare meglio e in meno tempo. La ricetta è semplice: leggere ad alta voce prendendo appunti è l’attività che crea più connessioni tra il testo e il nostro cervello attraverso i nostri sensi. Sensi dimezzati nell’uso delle nuove tecnologie: «Tatto, olfatto, e gusto mancano completamente nei rapporti virtuali. Tre quinti della realtà rimangono fuori dal moderno modo di comunicare. Come, dunque, la tecnologia può servire la vita dell’uomo, può permettergli di vivere meglio, senza togliergli qualcosa?». ANNA BENETTI Sabato, 17 novembre 2012 31 Notizie in breve ■ Sondrio Un bando per i giovani e l’incontro fra generazioni S cade il prossimo 30 novembre il Bando speciale di Fondazione Pro Valtellina e Fondazione Gruppo Credito Valtellinese interamente dedicato alle nuove generazioni. Un budget di 100 mila euro a sostenere le idee dei più giovani, riconoscere e sviluppare le loro potenzialità, renderli protagonisti nella crescita della società. Obiettivo principale: favorire un rapporto migliore tra giovani e territorio e aiutare l’incontro tra generazioni diverse. Al centro delle iniziative quindi l’incontro tra nuove tecnologie e vecchi mestieri per sviluppare attività di formazione e aumentare la possibilità di sbocchi professionali. Fondamentale sarà l’incentivazione alla partecipazione attiva dei ragazzi anche tramite la costituzione di associazioni giovanili e le attività di volontariato. Un bando sperimentale che Fondazione Pro Valtellina e Fondazione Gruppo Credito Valtellinese promuovono nell’ambito della loro tradizionale collaborazione. I progetti dovranno sviluppare l’impatto collettivo, nuova modalità di operare in cui fondazioni, non profit, enti pubblici e imprese collaborano per realizzare obiettivi importanti che, in questo caso, mettano al centro i giovani e la loro creatività nell’accrescere il benessere della comunità. «Invitiamo le organizzazioni del territorio – ha commentato Marco Dell’Acqua, presidente della Fondazione Pro Valtellina – a presentare progetti che diano spazio e opportunità al futuro e alle nuove generazioni. Sappiamo che la voglia di fare non manca alle giovani generazioni del nostro territorio che hanno però bisogno di concrete opportunità. Se questa nostra idea funzionerà raggiungeremo due obiettivi: dare speranza ai giovani impegnati in ambito culturale, ambientale e sociale che oggi guardano al futuro con apprensione e, al contempo, contribuire all’incontro tra generazioni diverse e tecnologie nuove». In Provincia di Sondrio si spende l’1% in meno rispetto alla media lombarda Carrello della spesa: l’inflazione è contenuta L’ inflazione persiste, nonostante la crisi, con ritmi di crescita dei prezzi al consumo nell’ordine del 3%, ma la provincia di Sondrio, tra il 2011 e il 2012, ha potuto beneficiare di un rallentamento della dinamica con un aumento dei prezzi alimentari contenuto entro l’1,2%. Addirittura, tra il gennaio e il luglio di quest’anno, il costo del carrello ha avuto un calo dello 0,2% rispetto al semestre precedente. La differenza con il resto del Paese si manifesta in maniera ancora più evidente se si considera un periodo più ampio, dall’inizio dell’attività di rilevazione, nel gennaio 2010, ad oggi: l’aumento dei prezzi è stato pari al 4,6% in Italia, al 4,3% in Lombardia e solo al 2,6% a Sondrio. Sono dati confortanti quelli che emergono dalla sesta rilevazione dei prezzi al consumo effettuata da Ref Ricerche, per conto della Camera di Commercio, in collaborazione con Unione del commercio del turismo e dei servizi della provincia di Sondrio e con Confartigianato Imprese Sondrio. Più in generale, le famiglie sondriesi pagano circa l’1% in meno rispetto al resto della Lombardia per il carrello della spesa e, sul fronte del costo dei servizi, Sondrio, pur in presenza di aumenti, rimane una delle città più virtuose. Il monitoraggio semestrale, condotto nel luglio scorso in 37 punti vendita di Sondrio e dintorni tra ipermercati, supermercati, hard discount, dettaglio alimentare, panetterie e macellerie, ha riguardato 23 prodotti di acquisto frequente, venti alimentari e tre per la cura della casa e della persona, che rappresentano il 45% della spesa per beni di largo consumo confezionato. Complessivamente sono state raccolte 1200 quotazioni di prezzo. Circa la metà dei prodotti del paniere presenta a Sondrio prezzi inferiori rispetto alla media lombarda, e tra questi vi sono prodotti di primissima necessità quali pane, acqua minerale, olio, pasta e diversi prodotti freschi. A Milano, la città più cara della Lombardia, si spende l’8,8% in più rispetto a Sondrio, a Lodi il 3,7% in meno. Per quanto riguarda i prodotti tipici, un parametro introdotto l’anno scorso nelle rilevazioni, tra 2011 e 2012 sono aumentati i Pizzoccheri dell’8,5%, la polenta (prodotto di gastronomia) del 3,7%, e, in misura minore, gli altri prodotti del paniere. Confrontando i dati di luglio 2011 e luglio 2012, l’aggravio del costo della spesa è pari a circa 25 euro l’anno per le famiglie di Sondrio, contro i 57 per quelle lombarde e i 53 euro della media italiana. Sul fronte delle rilevazioni nel settore dei servizi sono stati visitati 64 punti vendita tra pizzerie, bar, lavaggi auto, gommisti, estetisti, parrucchieri e lavanderie, per raccogliere circa 300 quotazioni di prezzo. Per questi servizi una famiglia spende mediamente 1600 euro all’anno. A Sondrio aperitivi, bevande, brioche, toast e panini al bar costano leggermente meno rispetto alla media lombarda, nonostante le consumazioni al bar siano in generale più care dello 0,7%. Nell’ultimo anni i prezzi sono aumentati meno a Sondrio che nel resto della regione. Discorso inverso per la pizza: un pasto in pizzeria a Sondrio costa mediamente 8,26 euro contro i 9,05 della Lombardia, ma nell’ultimo anno il prezzo da noi è aumentato in misura maggiore. I servizi alla persona forniti da estetisti e parrucchieri sono più convenienti a Sondrio, e in generale i livelli dei prezzi sono migliori rispetto alla media lombarda: a Varese, la più cara, costano il 13,3% in più. Rimane più economico far riparare l’auto a Sondrio, mentre per il lavaggio risultano più economiche altre province: i prezzi dei due servizi, tra luglio 2011 e luglio 2012, da noi calano lievemente, mentre aumentano nel resto della Lombardia. Oltrepassando i confini regionali, risulta interessante il confronto con i capoluoghi di altre province alpine, come Aosta, Belluno, Bolzano, Trento e Verbano Cusio Ossola, sul paniere alimentare. Per il carrello della spesa, Sondrio si posiziona quale terza meno cara su sei, con un costo del 2,6% inferiore alla media. Bassa Valle 32 Sabato, 17 novembre 2012 L’iniziativa. La catechesi degli adulti, ad ottobre, si è focalizzata sulle figure di quattro santi e sugli aspetti storici ed artistici delle quattro chiese a loro dedicate. Ardenno, tra chiese e santi N el mese di ottobre ad Ardenno gli appuntamenti settimanali di catechesi degli adulti hanno assunto una curvatura particolare, focalizzandosi sulle figure di quattro santi e sugli aspetti storici ed artistici delle quattro chiese a loro dedicate. Religione e cultura, si dirà. Mettiamo il giusto accento sulla cosa: religione è cultura (ovviamente, non solo e non innanzitutto cultura). Le serate hanno, fra l’altro, evidenziato i profondi legami storici fra Ardenno e la Diocesi di Como. Si tratta, infatti, di una delle chiese plebane che, all’approdo del secondo millennio, ha organizzato la prima geografia della fede in Valtellina e Valchiavenna. Significativa la ricorrenza dei santi di queste chiese: tre volte San Lorenzo (Chiavenna, Ardenno, Villa di Tirano), tre volte S. Pietro (Samolaco, Berbenno, Teglio), due volte i Santi Gervasio e Protasio (Sondrio e Bormio), due volte Santo Stefano (l’antica Olonio e Mazzo di Valtellina). L’ingresso di Ardenno nella storia documentata è poco più che millenario: in un documento del 1010 si legge delle 110 forme di cacio che, con Berbenno, doveva versare alla mensa dell’abbazia di Sant’Abbondio in Como. La pieve ardennese si estendeva dal borgo fino a Morbegno ed allo sbocco della Val Gerola, Bema e Sacco compresi. Il legame con Como risalta anche dal sintetico schizzo che, sul finire degli anni trenta del Seicento, don Giovanni Tuana, nel De rebus Vallistellinae (edito nel 1998 dalla Società Storica Valtellinese, a cura di Tarcisio Salice, con traduzione dal latino di don Abramo Levi) traccia del paese: «La terra di Ardenno è nobile et ha alcune famiglie nobilissime ed ricchissime. È situato nel piano alle radici del monte, tra giardini et vigne, circondato da Le serate hanno evidenziato i profondi legami storici fra Ardenno e la Diocesi di Como. Si tratta, infatti, di una delle chiese plebane che, all’approdo del secondo millennio, organizzano la prima geografia della fede in Valtellina e Valchiavenna. mezzogiorno et mattina d’ampia pianura, se bene puoco utile; verso sera da campi fertilissimi d’ogni sorte di grano. Altre volte questa terra era cinta di muraglie con due torri, delle quali si vedono ancora li vestigij, cinto da muraglie vecchie con una torre minata; qual luoco essendo fatto paludoso et di puoco profitto, questo è dalli vescovi di Como designato a scuter l’entrate della maggior parte della Valtellina. Del monte a mezzo vi sono li vestigij del castello di S. Lucio con una chiesa dedicata all’isteso santo, qual luoco è delli medemi vescovi di Como». A quell’epoca già era tramontato, a favore di Morbegno e Traona, a capo delle due relative squadre, l’antico primato di Ardenno nel Terziere Inferiore di Valtellina, primato legato alla sua posizione nodale nel sistema di transito in valle: qui convergevano, infatti, la tanto discussa via di fondovalle, la Valeriana, e la più frequentata strada di mezza costa, che da Dubino, passando per Cino, Cercino, Mello, Dazio, Caspano e Bedoglio, si affacciava alla bassa Val Masino, scavalcava il torrente e si portava alle contrade ardennesi della Pioda e di Piazzalunga; nella piana ardennese, poi, si trovava l’importante traghetto di San Gregorio, sul fiume Adda. Anche sul versante dell’arte il legame con Como è sorprendente: la bellissima (una delle più pregevoli del cinquecento lombardo) ancona lignea dedicata a San Lorenzo (nella foto in alto), scolpita da Giovan Angelo del Majno, che coronò la ristrutturazione della chiesa plebana dopo la disastrosa alluvione del 9 giugno 1538, richiama, nell’architettura, la superba ancora lignea di Sant’Abbondio nel Duomo di Como, del medesimo artista. Ed a Sant’Abbondio è anche dedicata la chiesetta di Piazzalunga (nella foto in centro), nucleo posto su uno splendido terrazzo panoramico sopra Ardenno, nei secoli passati più popolato del centro di Ardenno (il Ninguarda, nel 1589, vi rileva 60 fuochi, a fronte dei 40 del centro). A Piazzalunga è legato anche il nucleo di San Lucio (particolare interessante: la chiesetta, di probabile origine cinquecentesca, è dedicata a San Lucio primo vescovo di Coira). Poco ad est di San Lucio è posta la chiesetta di Sant’Antonio abate (nella foto in basso), amatissimo dalla devozione popolare, anche perché legato alla protezione della salute degli animali, non meno importante, nella tradizionale società contadina, di quella dei cristiani. Risalendo il versante a monte di San Lucio, oltre le contrade di Gaggio e San Giuseppe, ecco, infine, San Rocco, borgo immerso nel cuore di una selva di castagni, e la memoria va al triste primo Seicento, ai tempi oscuri segnati dall’infierire dei contrasti religiosi, delle guerre per l’egemonia sulla Valtellina e, soprattutto, della peste, il male per eccellenza, il più temuto. La sola epidemia del 1629-31 (con una nuova fiammata nel 1635), la peste magistralmente descritta dal Manzoni, per intenderci, falcidiò paurosamente la popolazione dei tre Terzieri di Valtellina e delle due contee di Chiavenna e Bormio, riducendola, secondo alcuni calcoli, basati sui resoconti della visita pastorale del vescovo Carafino, a meno della metà. Di qui l’aggrapparsi a quel santo cui, probabilmente, è dedicato il maggior numero di edifici sacri nella provincia di Sondrio. Gli incontri sono stati anche l’occasione per rivisitare, attraverso la figura di questi quattro santi, altrettanti momenti della storia della chiesa: dall’età delle persecuzioni più crudeli (di cui è vittima San Lorenzo) a quella del primo rilassarsi dei costumi (cui reagisce l’ascetismo estremo di Sant’Antonio) e della definizione della fede contro le eresie (con contributo importante di Sant’Abbondio), fino ad approdare alle luci ed alle ombre del tardo Medio-Evo (qui si colloca la figura storicamente incerta di San Rocco). a cura di MASSIMO DEI CAS Morbegno. L’esposizione, inaugurata venerdì 16 novembre, sarà aperta fino al 7 dicembre In mostra Donegani, progettista dell’impossibile V enerdì 16 novembre, alle ore 17, verrà inaugurata a Morbegno, presso la filiale della Banca Popolare di Sondrio in Piazza caduti della Libertà, la mostra documentaria Carlo Donegani: una via da seguire. Genio e tecnica nelle strade alpine, frutto della collaborazione fra la Bps e il Liceo Scientifico “Carlo Donegani” di Sondrio. Si tratta della quinta tappa di un percorso espositivo iniziato nel 2011, che vuole riproporre all’attenzione del vasto pubblico la figura e l’opera di Carlo Donegani (17751845), a cui sono intitolati il Liceo Scientifico di Sondrio e il Museo storico della Bps, al Passo dello Stelvio, che dedica un’area alla progettazione dell’ardita carrozzabile. Ingegnere dalle indiscusse competenze tecniche, da alcuni definito “progettista dell’impossibile”, in pochissimi anni Carlo Donegani progettò e realizzò opere di vitale importanza per la storia della Valtellina e della Valchiavenna, aprendo nuove strade, come quelle dello Spluga e dello Stelvio, e attuando significativi interventi su altri tracciati, tra cui la Tirano-Bormio e la Lecco-Colico. Tutte le opere furono realizzate nel periodo successivo al Congresso di Vienna e costituiscono un ottimo esempio del pragmatismo austriaco. Nella mostra, corredata opportunamente da un ricco apparato didascalico, sono proposti disegni che attestano la complessa opera di Carlo Donegani e dei suoi collaboratori, in diversi contesti. Le tavole illustrano sia interventi di razionalizzazione di tratti di strada già esistenti, sia ingegnose soluzioni tecniche per i nuovi, difficili tracciati: arditi tornanti, ponti, gallerie, paravalanghe. In tutte le tavole si può ammirare l’elevata qualità di esecuzione dei disegni, talvolta acquerellati, pregevoli anche dal punto divista estetico. Completa l’esposizione la copia della pergamena di Ferdinando I Imperatore d’Austria, che assegna il titolo della Corona Ferrea a Carlo Donegani, prezioso dono dei Signori Betta e Pietro Sertoli. Il patrimonio documentario è stato acquisito dall’Istituto sondriese nel 1998, con il contributo della Fondazione Cariplo, della Provincia di Sondrio e del Ministero della pubblica Istruzione, ed è in parte presentato nel volume Carlo Donegani: una via da seguire (ed. Liceo, 2001); presso il Liceo è istituito il Centro Documentazione Donegani, con uno spazio dedicato, aperto al pubblico: obiettivo della scuola è infatti conservare e valorizzare questi documenti storici con attività di studio e ricerca condotte in collaborazione con Enti, Archivi, Università e Ordini professionali. La mostra Carlo Donegani: una via da seguire. Genio e tecnica nelle strade alpine rappresenta un significativo esempio di collaborazione e condivisione: un risultato ed un impegno. La mostra itinerante farà tappa a Morbegno dal 16 novembre al 7 dicembre, dalle ore 8.10 alle ore 12.30 e dalle ore 14.15 alle ore 16.15. L’ingresso è libero. Sondrio Cronaca A un secolo di sanatori in valtellina partire dalla seconda metà dell’Ottocento e fino all’avvento dell’antibioticoterapia, il ricovero in sanatorio ha rappresentato l’unica reale speranza di guarigione per i malati di tubercolosi. Il riposo assoluto, la salubrità del clima e un’alimentazione adeguata, rinforzando l’organismo dei pazienti ricoverati, consentivano un efficace contrasto allo sviluppo dell’infezione. In Italia, i primi sanatori sorsero in Valtellina al principio del secolo scorso, diffondendosi rapidamente al resto del territorio nazionale. In particolare, un punto di riferimento per la cura della tubercolosi nel nostro paese è rappresentato, ancora oggi, dall’Ospedale di Sabato, 17 novembre 2012 33 Sondalo, il più grande sanatorio europeo, conosciuto all’epoca come Villaggio Sanatoriale “Eugenio Morelli”. Il recente incremento delle notifiche di tubercolosi nel nostro paese e la diffusione di forme antibiotico-resistenti ha costituito lo spunto per la realizzazione di una mostra che portasse a riflettere sull’evoluzione storica del trattamento di questa patologia in età pre-antibiotica, focalizzandosi sul modello assistenziale dei sanatori e, in modo particolare, sulla storia dell’Ospedale di Sondalo. Lunedì 12 novembre è stata così inaugurata la mostra espositiva “Dal Mal Sottile alla Tubercolosi resistente. Un secolo di Sanatori in Valtellina”. La mostra, promossa dall’Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna e dall’Università degli Studi di Milano Bicocca e realizzata in collaborazione con il Politecnico di Milano, rimarrà aperta fino al 23 novembre presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano Bicocca, in via Cadore a Monza (Aula Magna – edificio U8). Nel simposio inaugurale dal titolo “L’evoluzione della cura e dell’assistenza della tubercolosi in Italia”, storici, architetti e clinici si sono confrontati sull’evoluzione della cura e dell’assistenza della tubercolosi in Italia e sulle problematiche attuali della malattia. La scorsa domenica Tirano in festa per San Martino L a comunità di Tirano, la scorsa «Come cartelli che puntano domenica 11 novembre, ha a Dio e suggeriscono festeggiato il suo patrono, la strada da seguire, così San Martino da Tours. Come cartelli che puntano a Dio e i santi rappresentano suggeriscono la strada da seguire, dei modelli di vita per così i santi rappresentano dei modelli di vita per la quotidianità di ciascuno. la quotidianità di ciascuno». Festeggiarli vuol dire innanzitutto ricordare il loro esempio. Ausiliatrice, presenti da centoquattordici anni a Tirano, «San Martino – ha affermato il parroco, don Remo come esempio di chi si è lasciato convincere dall’Amore Orsini, durante l’omelia della Santa Messa delle 10.30 di Dio. Trentatrè delle numerose consacrate originarie – ha lasciato che tutta la sua vita fosse coinvolta dal del posto o che vi hanno trascorso alcuni anni di Signore, si è consumato totalmente per Lui. Ha iniziato servizio, hanno accettato l’invito di raggiungere Tirano con poco: ha donato una parte del proprio mantello per festeggiare insieme il patrono. Durante il pranzo in ad un viandante infreddolito. è un nulla in confronto Oratorio hanno potuto incontrare di nuovo quei volti al tutto donato dalla vedova del Vangelo di Marco (Mc di giovani, coppie e famiglie con cui hanno trascorso 12,38-44), ma è l’inizio di una vita donata totalmente al una parte del loro cammino. «Il Signore ha messo in Signore». Con quel piccolo gesto San Martino ha dato cuore all’uomo cinque leggi – ha commentato una di una sterzata alla sua vita. «Che questo valga anche per loro – : scegliere la vita e non la morte, scegliere se stessi noi – ha aggiunto – perchè non esistano nella nostra così come si è, scegliere di diventare se stessi, scegliere vita zone di riserva. è una responsabilità che ci siamo l’amore, scegliere di donarsi. Questa è l’esperienza che presi con il Battesimo, ma spesso manca il coraggio abbiamo vissuto a Tirano, nel catechismo, in oratorio, di rinnovarci in questa scelta. Fiutiamo la fatica e ci a scuola, nel doposcuola, nei campi estivi. Questa teniamo a distanza dall’Eucarestia. Per incoraggiarci comunità ha una forte dedizione alla missione: ha a fare il passo, Gesù si è donato per noi. Lasciamoci dato tante vocazioni missionarie e ne appoggia molte. prendere da Lui, come ha fatto San Martino». Vi auguriamo che questo continui non solo per altri Don Remo ha portato le suore Figlie di Maria centoquattordici anni ma per l’eternità». A Tirano lievitano panettoni d’autore “L ievitando, panettoni d’autore” è una manifestazione all’insegna del panettone seguita, domenica 11 novembre, dai tiranesi e dai curiosi provenienti dalle zone vicine. A Palazzo Foppoli, alle 10.00 si sono aperte le danze con la degustazione e la vendita dei dolci natalizi artigianali. L’esplosione di sapori è continuata fino alle 17.30, quando i Erano presenti anche i sacerdoti missionari che hanno intrecciato le loro vite con Tirano, attraverso i messaggi che hanno inviato a don Remo nei giorni precedenti: parole di preghiera e di ricordo del Vescovo Luciano Capelli dalle Isole Solomon, di don Stefano Mazza dalla Bolivia, di don Mario Robustellini dall’Etiopia, di don Roberto Seregni dai suoi studi a Salamanca. Era invece presente fisicamente don Luciano Tenni, missionario salesiano in Venezuela, che durante la settimana precedente ha raccontato la sua esperienza in America Latina. Hanno potuto partecipare alla festa anche i sacerdoti impegnati nella gestione del Santuario della Madonna di Tirano. I festeggiamenti, in verità, sono iniziati venerdì 9 novembre, quando alle 21.00 nella chiesa parrocchiale il maestro Ennio Cominetti ha tenuto un concerto. L’organo Serassi ha deliziato la serata con sette brani di compositori dal VI al XIX secolo. LUCIA SCALCO dolci sono stati abbinati ai vini valtellinesi delle Aziende Vinicole Bettini, dell’Enoteca della Valle, della Mamete Prevostini. Durante la giornata è intervenuta l’Accademia Professione Bianca, organizzatrice dell’evento, con riflessioni ed approfondimenti sui segreti della produzione del panettone. L’Accademia è un’associazione di artigiani, pasticceri e panettieri valtellinesi, nata nel 2008 dalla convinzione che la riuscita professionale sia frutto di impegno, confronto, dialogo ed unione. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Tirano. (Lu. S.) Mercati esteri per il turismo L’annuale Incontro Diocesano delle Confraternite non si è svolto, come inizialmente previsto – ed indicato nello scorso numero de “Il Settimanale” – la scorsa domenica 11 novembre. L’appuntamento al Santuario della Madonna di Tirano è per domenica 18 novembre. Alle ore 9.45 ci sarà l’accoglienza dei confratelli e quindi l’inizio delle attività. Sondrio Sabato 17 uno spettacolo promosso da Anffas R egione Lombardia, con la Direzione generale “Commercio, Turismo e Servizi” e con il supporto di Promos e delle Camere di Commercio di Sondrio e di Brescia, ha organizzato la scorsa settimana un educational riservato a tour operator tedeschi e olandesi dedicato in particolare al segmento terme e relax. Un’occasione Commercio di Sondrio, Marco per mostrare agli intermediari Bonat, che hanno presentato del turismo di due importanti le peculiarità turistiche della mercati la peculiare offerta Lombardia e della provincia di in un settore, quello del Sondrio, rivolgendo il saluto benessere, in grande ascesa di benvenuto ai tour operator, a Bormio, Livigno ed ai al termine degli incontri che Bagni di Masino. Il tour si è questi ultimi hanno avuto concluso giovedì 8 novembre con alcuni albergatori della al Relais Bagni di Masino, provincia. alla presenza del dirigente «Ci auguriamo che i contatti della Struttura “Promozione avviati oggi si possano e organizzazione turistica” trasformare in prenotazioni di Regione Lombardia, Enzo – ha commentato al termine Galbiati, e del segretario della giornata Galbiati –, generale della Camera di Errata corrige certamente non è scontato, ma crediamo che l’incontro tra domanda e offerta rappresenti una grande opportunità per il settore, soprattutto quando contemporaneamente si possono mostrare le bellezze e i servizi che il territorio offre». «Gli incontri che si sono tenuti ai Bagni di Masino e la presa di conoscenza delle strutture dei Bagni e delle Terme di Bormio, oltreché dell’Acqua Granda a Livigno – ha spiegato Bonat – sono stati giudicati molto positivamente da parte degli operatori stranieri. Operatori che provengono da mercati che già a giugno avevamo visitato, in occasione della missione ad Amsterdam organizzata con Valtellina Turismo». L’iniziativa con Regione Lombardia, fa seguito a quella tenutasi, sempre settimana scorsa, a Berlino, dove alcuni operatori della provincia di Sondrio hanno partecipato ad una missione, sostenuta dalla Camera di Commercio. Anffas onlus Sondrio invita ad uno spettacolo teatrale, presso il Teatro San Rocco di Sondrio, previsto per sabato 17 novembre, alle ore 21, con ingresso libero. La Compagnia Teatrale “Amici Anziani di Talamona” metterà in scena la commedia dialettale “Sveglias in Paradiis”, regia di Cesare Ciaponi, liberamente tratta dalle commedie di Camillo Vittici “Ci sono cascato come un pollo” e “Svegliarsi in Paradiso”. La commedia si svolge in una casa di riposo: una ragazza russa vorrebbe sposare un vecchietto per legalizzare la sua posizione in Italia, ma le sorprese sono sempre in agguato. Eventuali offerte saranno destinate al sostegno del Centro di consulenza psico-educativa per bambini affetti da autismo che ha sede nella ex scuola di Mossini, esperienza unica in provincia di Sondrio. Lettere e Rubriche Sabato, 17 novembre 2012 35 ❚❚ Lettere al direttore [email protected] Comunità pastorali: il confronto continua C arissimo don Angelo Riva, ho letto il tuo editoriale, sul numero 41 de “il Settimanale”, con il quale sproni noi laici a superare gli ostacoli che nelle nostre parrocchie incontriamo, nell’accogliere i cambiamenti che la Chiesa per necessità è chiamata a fare. L’immagine del purosangue che accetta la sfida che l’ostacolo propone, chiamandolo a saltare per andare oltre, verso nuovi orizzonti, contrapposta al ronzino che impaurito si arrende, chiarisce l’atteggiamento che ogni cristiano dovrebbe avere in forza e in ragione della propria Fede. Purtroppo la parzialità dell’insieme a cui si rivolgono la tue riflessione mi lascia insoddisfatto, per questo desidero far rilevare ciò che sento taciuto e che trovo spesso condiviso. Sembra frequente l’orientamento a responsabilizzare pubblicamente i laici davanti alle nuove prospettive, piuttosto che richiamare ad una nuova evangelizzazione i pastori che nella Chiesa dovrebbero allevare i “purosangue”. Alle pubbliche sollecitazioni fatte ai laici non dovrebbe mancare una aperta esortazione fatta ai sacerdoti, a essere loro i primi a compiere quel salto capace di portarli fuori dal recinto. Troppo spesso constatiamo nelle parrocchie e all’interno dei consigli pastorali posti occupati da “ronzini”, scelti da parroci poco coraggiosi nell’avvicinare “purosangue” alla propria “scuderia”, perché scomodi e difficili da gestire. Meglio lasciarli correre al di là del sagrato, dove non possono fare danni, preferendo di buon grado mantenere ronzini più mansueti. C’è da domandarsi quante risorse vengono perse, anche pesando lo sforzo che la diocesi produce nel proporre formazione… Alla figura di un prete chiamato alla flessibilità ed al lavoro interinale, mi auguro si possa aggiungere anche l’aggettivo precario, così che un sacerdote, portatore del volto di Cristo, possa essere testimone autentico di un Vangelo non solo annunciato ma vissuto. Quando nelle nostre case può diventare drammatico giungere alla fine del mese, quanto sostegno potrebbero trovare, le nostre famiglie, in chi testimonia concretamente una speranza, condivisa nella Fede, nella quale la Provvidenza può ancora essere colta… Lettera firmata C arissimo Lettore, hai pienamente ragione quando affermi che non solo i laici, ma a volte proprio i preti sono quelli che, nei cambiamenti pastorali in atto, vedono solo ostacoli e mai trampolini. è chiaro che quella “conversione missionaria della pastorale”, alla quale ripetutamente ci esortano i nostri Vescovi, deve riguardare proprio tutti, nel popolo di Dio, nessuno escluso. Quindi continuiamo a lavorare, a sostenerci, a incoraggiarci e a correggerci fraternamente in questa direzione. E, proprio in questa linea, ti direi di non generalizzare (al di là di quella che, probabilmente, è la tua esperienza) nel classificare come “baciapile” quelli che, di fatto, collaborano più da vicino con i parroci, nei consigli pastorali o nelle “comunità apostoliche”. A me risulta che ci sia una sacco di brava gente, per niente priva di schiettezza o senso critico. E gregio mons.Angelo Riva ho letto con interesse il suo articolo inerente la comunità pastorale che cambia e poi le lettere pubblicate di commento. Vorrei anch’io fare alcune cosiderazioni: arguta la metafora sui vari equini,comprensibili le divergenze, legittime, anzi auspicabili in una chiesa viva, segno che il vento soffia ancora. Alla fine del discorso però, penso che si debba arrivare ad una sintesi, perchè è vero che diversi sono i carismi, ma per il bene comune uno solo è lo Spirito, quindi ciò che conta alla fine è riuscire a lavorare bene insieme. Questa, a mio avviso, è la reale difficoltà, ma che non è poi insuperabile. Infatti, proprio a questo proposito, vorrei portare come testimonianza gli incontri del “cammino di formazione vicariale 2012” che si sono svolti a Tremezzo, così come nel resto della diocesi. Vi ho partecipato con entusiasmo, perchè mi hanno permesso di capire cosa sta avvenendo di nuovo nelle parrocchie, ed ho anche imparato che per la chiarezza del dialogo occorre avere un linguaggio comune. Non è stato un”convenire” formale, una tradizionale riunione di laici richiamati al dovere dalla gerarchia ecclesiastica, ho trovato invece, da parte di tutti i partecipanti, il desiderio sincero di lavorare con impegno in quel “laboratorio” di ricerca per un progetto nuovo di parrocchia. Detto in altre parole credo che si possa definire come un aver semplicemente accolto un invito che il Vescovo ci ha rivolto: fare formazione; fin dagli inizi del suo mandato ci ha sempre esortato ad essere “attrezzati”, prima di intraprendere il non facile cammino della pastorale. Detto que- G Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale C arissimo, secondo me la questione l’hai presa proprio dalla parte giusta. Continua. Poi, però, i problemi reali suscitati da una fase di cambiamento non sono bruscoline, e vanno ascoltati attentamente. Specie quando vengono sollevati a partire da un amore sincero per la Chiesa, e non dall’azzeramento della fede nello Spirito che, comunque, la guida. R ev. mons. Riva, sono un ronzino, dall’antico tedesco “Runzin”, cattivo cavallo adatto solo a portare bagagli; un ronzino con angosce, come Lei dice nel suo editoriale del 3 novembre scorso che ho letto e riletto e meditato. Ero un puledro, ma è difficile restare nella specie, nell’ ambito della nostra Chiesa locale. Geloni al cuore, sì ne ho avuti e ne ho, nel vedere una casa parrocchiale chiusa, costruita dai nostri padri con “aere et sudore pauperum”, ora a disposizione di furti e vandalismi, mentre migliaia di famiglie lottano per un tetto. Geloni al cuore nel vedere due parrocchie prima faticosamente unite, poi ben funzionanti e alla fine, senza motivazioni, senza spiegazioni, ancora scisse, forse per scelte politico-ideologiche, e destinate diversamente. Sono un ronzino ridotto a tale specie dopo aver constatato che è difficile restare puledri quando non si è mai ascoltati, quando si vedono calare decisioni dall’alto senza conoscenze, senza contraddittori, senza rapporti con il popolo di Dio: la speranza svanisce e resta l’angoscia. Geloni al cuore, quando non si vedono più sacerdoti a benedire le case, anzi le famiglie, a portare personalmente l’Eucaristia e una parola buona agli ammalati, a recitare il rosario di fronte a una salma, a recarsi nell’abitazione del deceduto e da lì avviarsi alla Chiesa, ma come si fa a restare puledri? Come si fa a restare puledri quando non si vede più il Vescovo almeno ogni cinque anni in visita pastorale, ma magari lo si vede all’inizio di una ricorrenza festosa, a di- re al popolo che si porta via il parroco per forti necessità organizzative. Come si fa a dare a un solo parroco cinque paesi montani, e vedere un sacco di sacerdoti destinati a incarichi curiali?... Don Angelo, concordo con chi dice che oltre ai puledri e ai ronzini esistono ancora meravigliosi e splendidi cavalli da soma che andrebbero presi d’esempio e additati ai cavallini in gestazione come lumi; e che la storia di una parrocchia non si può cancellare dalla sera alla mattina: prudenza e ponderazione ci vogliono! Cavalli da soma umili, preparati per il loro grande Ministero, che andrebbero valorizzati, ma che vivono purtroppo nelle loro modeste e nascoste stalle in silenzio. Cordialmente Lettera firmata C arissimo Lettore, una lettera piena di saggezza e tanti spunti su cui meditare. Io però un pizzico di speranza in più ce la metterei dentro. E anche di fiducia in coloro che hanno il dovere grave di prendere decisioni dolorose, spesso a malincuore, e mai – glielo garantisco – “calandole dall’alto”. A proposito: quel rimprovero al Vescovo che viene a portarci via il parroco e poi non si fa più vedere, mi scusi, ma è veramente ingeneroso. Mons. Coletti proprio non se lo merita. Se Lei potesse vedere più da vicino la fatica immane di una visita pastorale, o cosa significa, per il cuore di un Vescovo, non poter dare pane fresco e fragrante ai figli che te lo chiedono, stia sicuro, cambierebbe parere. Lettere al direttore posta Viale Cesare Battisti,8 22100 Como fax 031.3109325 mail [email protected] ✎ parola di vita | Chiara Lubich Novembre 2012: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.(Gv 14,23) esù sta rivolgendo agli apostoli i suoi grandi ed intensi discorsi di addio,e li assicura, fra il resto,che essi lo avrebbero visto di nuovo, perché egli si sarebbe manifestato a coloro che lo amano. Giuda, non l’Iscariota, gli domanda allora come mai egli si sarebbe manifestato a loro e non in pubblico. Il discepolo desiderava una grande manifestazione esterna di Gesù che avrebbe potuto cambiare la storia e sarebbe stata più utile, secondo lui, alla salvezza del mondo. Gli apostoli, infatti, pensavano che Gesù fosse il profeta tanto atteso degli ultimi tempi, il quale avrebbe fatto la sua comparsa rivelandosi al cospetto di tutti come il Re d’Israele e , mettendosi alla testa del popolo di Dio, avrebbe instaurato definitivamente il Regno del Signore.Gesù risponde sto allora mi risulta semplice il pensare che il rinnovamento in atto non sia dettato altro che dal bisogno di una maggiore fedeltà al vangelo, punto e basta…Quindi, per servire in comunione la comunità che cambia, dobbiamo anche noi stessi “convertirci”, rinunciando a pre-porre il nostro ego…Cordiali saluti. Claudio Introzzi (Lenno) di Se uno mi ama, osserverà la mia parola invece che la sua manifestazione non sarebbe avvenuta in modo spettacolare ed esterno. Essa sarebbe stata una semplice, straordinaria “venuta” della Trinità nel cuore del fedele, che si attua là dove vi è fede ed amore. Con questa risposta Gesù precisa in quale modo egli rimarrà presente in mezzo ai suoi dopo la sua morte e spiega come sarà possibile avere contatto con lui. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. La sua presenza dunque si può realizzare fin d’ora nei cristiani n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A.G.Bellavite s.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: ed in mezzo alla comunità; non occorre aspettare il futuro. Il tempio che la accoglie non è tanto quello fatto di muri, ma il cuore stesso del cristiano, che diventa così il nuovo tabernacolo, la viva dimora della Trinità. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. Ma come può il cristiano arrivare a tanto? Come porta in sé Dio stesso? Quale la via per entrare in questa profonda comunione con lui? E’ l’amore verso Gesù. Un amore che non è mero sentimentalismo, ma si traduce in vita concreta e, precisamente, nell’osservare la sua Parola. E’ a quest’amore del cristiano, verificato dai fatti, che Dio risponde col suo amore: la Trinità viene ad abitare in lui. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. “….osserverà la mia parola”. E quali sono le parole che il cristiano è chiamato ad osservare? Nel Vangelo di Giovanni, “le mie parole” sono spesso sinonimo di “i miei comandamenti”. Il cristiano è dunque chiamato ad osservare i comandamenti di Direttore responsabile: Alberto Campoleoni Direttore editoriale: mons. Angelo Riva La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e all’USPI Gesù. Essi però non vanno tanto intesi come un catalogo di leggi. Occorre piuttosto vederli tutti sintetizzati in quello che Gesù ha illustrato con la lavanda dei piedi: il comandamento dell’amore reciproco. Dio comanda ad ogni cristiano di amare l’altro fino al dono completo di sé, come Gesù ha insegnato ed ha fatto. “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”. E come allora vivere bene questa Parola? Come arrivare al punto in cui il Padre stesso ci amerà e la Trinità prenderà dimora in noi? Attuando con tutto il nostro cuore, con radicalità e perseveranza appunto l’amore reciproco fra noi. In questo, principalmente, il cristiano trova anche la via di quella profonda ascetica cristiana che il Crocifisso esige da lui. E’lì, infatti, nell’amore reciproco, che fioriscono nel suo cuore le varie virtù ed è lì che può corrispondere alla chiamata della propria santificazione. (Unione Stampa Periodica Italiana) Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. 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