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Attualità 3 Mondo 6 Como 13 Sondrio Orissa: ancora problemi per i cristiani Per la carestia si muore nel Corno d’Africa Con Al-Anon: e l’alcolismo non fa paura Valtellina: cantone svizzero? e autorità impediL scono di ricostruire le chiese distrutte nei ono 12 milioni le S persone colpite dalla carestia in Somalia, rosegue l’attività P dell’associazione dei familiari di chi si è scon- a provocazione nelL l’ambito del dibattito sulla paventata abo- massacri del 2008. Kenya, Etiopia e Gibuti. trato con la dipendenza. 25 lizione della Provincia. 31 Anno XXXV - 27 agosto 2011 - € 1,20 Editoriale Da Madrid al mondo di Francesco Bonini “I l mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio”, ha ripetuto il Papa nella grande Messa alla base aerea dei Cuatros Vientos, che ha concluso la grande Gmg accaldata, per un momento bagnata e sempre felice di Madrid. Ancora una volta la Gmg è stata un grande evento cattolico, un grande evento mondiale. Ha fatto bene alla Spagna e può fare molto bene al mondo proprio in questo momento storico di crisi e di ricerca di nuove strade di sviluppo. “Il Papa si è sentito molto bene in Spagna”, ha detto prima di partire. Il Papa soprattutto è stato molto bene con i giovani. E se ne è fatto interprete. “I giovani rispondono con impegno quando si propone loro con sincerità e verità l’incontro con Gesù Cristo, unico redentore”. Così ha parlato di “gioia, ricca di grazia e di emozione, così carica di dinamismo e di speranza”. Per superare questo momento di impasse globalizzata è necessario dare la parola a Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como “testimoni coraggiosi e senza complessi, autentici e credibili”, quei ventenni che di fatto rappresentano una risorsa preziosa e unica in un quadro di stanchezza e di frammentazione planetaria. L’appello è esigente proprio perché così lo vogliono e lo intendono i giovani stessi: “Non abbiate paura d’essere cattolici, di testimoniarlo sempre intorno a voi con semplicità e sincerità”. La radicalità è richiesta proprio da chi non si riconosce come un terminale di consumi, ma una forza capace di novità. E il Papa rilancia questa identità: “Precisamente oggi, in cui la cultura relativista dominante rinuncia alla ricerca della verità e disprezza la ricerca della verità, che è l’aspirazione più alta dello spirito umano, dobbiamo proporre con coraggio e umiltà il valore universale di Cristo, come salvatore di tutti gli uomini e fonte di speranza per la nostra vita”. Tutto qui, nella consapevolezza che la fede rappresenta una importante risorsa e dunque una presenza essenziale nella dinamica dello sviluppo planetario: “La fede non si oppone ai vostri ideali più alti, al contrario, li eleva e li perfeziona. Cari giovani, non conformatevi con qualcosa che sia meno della Verità e dell’Amore, non conformatevi con qualcuno che sia meno di Cristo”. Capaci di novità! La Giornata Mondiale della Gioventù svoltasi a Madrid ha lasciato nel cuore di migliaia di giovani provenienti da ogni parte del continente l’appello forte lanciato da Benedetto XVI ai... Cuatro Vientos: “Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza di fede!”. Nell’inserto un primo reportage dai pellegrini diocesani, le parole del Papa e lo slancio verso Brasile 2013. 15 - 18 Cucciago 21 Valcuvia 24 Morbegno 27 Francesco, Il 27 e 28 Mostra una vita agosto in festa del Bitto: donata nella chiesetta patrocinio ai più piccoli. di San Biagio. del Ministero. Chiesa locale 8 Scuola per operatori di pastorale familiare al via Appuntamenti: verso la Festa del Patrono e la Giornata del Creato 9 / 11 i è conclusa lo scorso fine settiS mana in Valfurva la settimana residenziale che ha dato slancio alla IV edizione del cammino di formazione. Vi hanno aderito 18 coppie di sposi (insieme ai loro 30 bambini) e due sacerdoti. Idee e opinioni 2 Sabato, 27 agosto 2011 DA MADRID AD ANCONA | a cura del Servizio Informazione Religiosa I volti della freschezza: i giovani nella Chiesa, dalla Gmg al Congresso eucaristico “C sui quali la cultura Nostra intervista a mons. aspetti ambiti, che viviamo è per un verso Edoardo Menichelli, che disattenta e per l’altro verso arcivescovo di Anconasaranno diseducativa. Prendiamo approfonditi nella l’affettività: il pensiero Osimo, che, dopo aver settimana del di oggi la coniuga partecipato alla Giornata dominante Congresso eucaristico, soprattutto sul versante del Mondiale della Gioventù, è ‘mi piace’. L’Eucarestia ci che secondo me sono giù proteso sul Congresso educa invece all’affettività e particolarmente vicini ai giovani: sono all’amore come dono di sé”. Eucaristico nazionale l’affettività, la fragilità e che si svolgerà proprio la cittadinanza”. Reduce E per quanto riguarda la ad Ancona dal 3 all’11 dall’appuntamento fragilità e cittadinanza? settembre prossimi. della Gmg Madrid, “La cultura contemporanea dove ha accompagnato sembra che abbia scartato la i giovani della sua diocesi e ha tenuto le catechesi, fragilità, è una dimensione che l’uomo lo sguardo di mons. Edoardo Menichelli, di oggi non coltiva più. Bisogna essere arcivescovo di Ancona-Osimo, è naturalmente già capaci di capire che la fragilità non è una rivolto al Congresso eucaristico nazionale (Cen), ‘diminuitio’, ma una qualità della vita che che si svolgerà proprio in Ancona dal 3 all’11 può essere messa anch’essa nelle mani settembre, un evento che si concluderà con la dell’Eucarestia e trarre da quest’ultima presenza del Papa che presiederà la celebrazione le motivazioni perché diventi seme di speranza. eucastica nell’area portuale della città. Del resto Gesù stesso ha assunto la fragilità umana. Per quanto riguarda la cittadinanza mi sembra Mons. Menichelli se dovesse motivare i giovani che oggi ognuno abbia alzato uno steccato su una a venire al Cen dopo l’esperienza della Giornata porzione del creato, su una parte, un territorio e dica mondiale di Madrid, cosa direbbe? a qualcun altro: ‘tu qui non ci devi venire’. Invece noi “Le motivazioni non sono mai esterne, vanno dobbiamo proporre o riproporre un pensiero che trovate interiormente. Ma potrei dire così: parte da quello che io chiamo il banchetto. Dio ha l’‘oggetto’ del nostro convenire è sempre la nostra preparato per l’umanità il banchetto del creato, che persona, Gesù Cristo, che abbiamo trovato a è per tutti, ha preparato il banchetto eucaristico, ed Madrid, troveremo ad Ancona e un altro giorno è per tutti, ha preparato il banchetto dell’eternità, ed troveremo in un altro tipo di esperienza. Quello è per tutti. Dunque il creato è per tutti, ma per starci che conta, poi, è il senso della Chiesa e l’ascolto bene devi sapere che sei figlio di Dio e fratello degli del maestro, del Papa: credo che siano elementi altri e non puoi escludere un tuo simile o uno simile sono sufficienti perché ogni ragazzo superi qualche a te figlio del Padre”. legittima difficoltà, e poi, utilizzando uno slogan, si potrebbe dire ‘chi ama trova sempre tempo per le Che impressione le hanno fatto i giovani incontrati cose che ama”. a Madrid? “Ho trovato l’esperienza della Gmg spagnola Come fare perché i giovani scoprano veramente molto viva e molto nuova: quello che mi ha la bellezza e la centralità del sacramento impressionato, di questa edizione, è come questa dell’Eucarestia? nuova generazione di ragazzi che partecipano sia “Il tema del Cen ‘Signore da chi andremo?’ ha una generazione esigente. L’ho visto almeno in un sottotitolo singolare, ‘l’Eucarestia per la vita due aspetti: l’attenzione e la pazienza nell’ascolto quotidiana’ che sarà sviluppato attraverso alcuni e soprattutto la freschezza delle domande, che ambiti che secondo me toccano da vicino i giovani: chiedevano un aiuto per mettere insieme la vita con l’affettività, la cittadinanza e la fragilità. Sono il progetto evangelico. Il modo in cui si ponevano i i sono tre Aforismi ■ Gómez Dávila Le categorie sociologiche autorizzano a circolare nella società senza curarsi dell’individualità insostituibile di ciascun uomo. La sociologia è l’ideologia della nostra indifferenza verso il prossimo. Nicolás Gómez Dávila (Cajicá 1913 - Bogotá 1994) Scrittore e aforista colombiano In margine a un testo implicito, Adelphi 2001, pagine 86-87. C ome si fa la storia della Chiesa? La domanda è certamente più altolocata di questo pezzullo di taglio basso! Eppure, talvolta la Chiesa fa capolino anche sui giornali, e devo riconoscere che quasi sempre la trattazione è affetta da un peccato originale. Ma, intanto, chi è la Chiesa? Dalla risposta a questa domanda dipende il modo di trattarne e di farne la storia o anche solo la cronaca. Se la Chiesa è avvertita come una organizzazione religiosa e sociale con i suoi ingranaggi e, soprattutto, la sua gerarchia, allora ecco venire a galla la “macchia” originale nel tracciarne la storia: la storia della Chiesa si riduce ad essere la storia dei papi o dei vescovi o, quando va bene, dei preti. Stranamente questa visione clericale della Chiesa è la preferita da chi ha la pretesa di leggerla laicamente. Strano davvero questo modo laico di fare storia della Chiesa, ✎ Corsivo | ragazzi mi ha molto toccato e impressionato e mi ha fatto pensare al congresso eucaristico. Mi è sembrato di trovare nelle loro domande e nelle risposte che io, e anche altri confratelli abbiamo cercato di dare, un primo passo verso questa riduzione della distanza culturale tra quello che celebriamo e quello che viviamo. Perciò io mi auguro che la presenza dei giovani al Cen sia numerosa, anche se comprendo qualche difficoltà, perché sono convinto che il sacramento stesso dell’Eucarestia ci dà la spinta e ci fa trovare la motivazione per far sì che la vita sia autentica. Incontri come la Gmg o il Cen di Ancona “parlano” veramente alla vita dei giovani? “La vita nostra è un continuo camminare e le difficoltà che ho incontrato io da ragazzo non sono uguali a queste, come quelle di oggi non sono quelle che si incontreranno tra dieci anni. L’importante è avere dentro quel qualcosa che non ti fa essere soddisfatto, che non ti fa sentire arrivato, devi essere sempre capace di rimotivarti su un cammino e queste esperienze offrono questa possibilità. I ragazzi partecipano a questi incontri perché tutti avvertono che la proposta evangelica è talmente forte immodificabile che si può coniugare nel tempo che vivi”. di Agostino Clerici Ma davvero la Chiesa si può leggere così? perché dimentica proprio... i laici. Prima di entrare nel mio consueto digiuno agostano dalla carta stampata - che mi appare ogni anno più salutare - mi sono imbattuto in due lunghi articoli che avevano la pretesa di tracciare qualche nota di storia degli ultimi decenni della Chiesa di Dio che è in Como, con una particolare attenzione al rapporto con la dimensione politica della società. Articoli belli, scritti bene, a tratti godibili, comunque affetti da questo vulnus originale: la scansione storica è episcopale, e il declino o la ripresa sono individuati entro presunti atteggiamenti o simpatie dei vescovi stessi che si sono succeduti sulla cattedra di Felice e Abbondio. Legittimo, sia chiaro, valutare “il declino di Como tra politica e vescovi”, ma ho la quasi certezza che la Chiesa sia e sia stata altrove, nascosta - nel senso del “mistero” - dentro la fitta trama dei rapporti che si vivono in quella quotidianità, purtroppo o per fortuna segnata da altre dinamiche che non siano solo quelle di “chi è il vescovo felicemente regnante” o del come egli si rapporti alla politica (che, poi, spesso è solo la vecchia “partitica”, magari riverniciata in quella “Seconda Repubblica” che, tante volte annunciata, non è mai nata). Capisco che è più difficile - forse impossibile, stando laicamente fuori - toccare il polso della Chiesa che pulsa nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti, o anche solo nel modo di pregare o di pensare o di agire dei christifideles laici, che sfugge ad ogni troppo facile incasellamento nel periodo di regno di questo o quel vescovo. La Chiesa è un corpo e la sua storia è quella delle sue membra, del cuore e del cervello, ma anche dei piedi con le fiacche o delle mani nodose per il tanto lavorare, degli occhi che sanno vedere e delle orecchie che sanno ascoltare. La Chiesa è una compagnia che ha al centro la persona vivente di Gesù Cristo, e questa è una dinamica che, per fortuna, sfugge alle maglie della sociologia e della politica. Attualità India. I cristiani dell’Orissa hanno ricordato i massacri del 2008. Sabato, 27 agosto 2011 3 ✎ Pakistan: “indebolita” l’azione verso le minoranze I Leautoritàimpediscono di ricostruire le chiese A tre anni dalla violenza che si è scatenata contro i cristiani nello Stato indiano dell’Orissa, i fedeli subiscono ancora vessazioni, e le autorità non permettono loro di ricostruire le chiese danneggiate negli attacchi. In questo contesto sempre più difficile, ricorda l’agenzia vaticana Fides, il 24 agosto, giornata commemorativa dei massacri del 2008, i cristiani dell’Orissa hanno pregato e si sono riuniti per ricordare le vittime e levare la voce contro le ingiustizie che continuano a subire. Fonti di Fides nella Diocesi di Cuttak- Bhubaneswar hanno infatti riferito che il Governo locale sta violando la libertà religiosa dei fedeli cristiani impedendo loro di ricostruire le chiese demolite durante le violenze o di costruirne di nuove nelle “colonie” cristiane nate dopo i massacri. Il Governo locale nel distretto di Kandhamal, il più colpito dagli episodi di violenza, ha inviato una lettera al parroco della chiesa cattolica di Nostra Signora della Medaglia Miracolosa a Mondasoro intimando il blocco immediato dei lavori di ricostruzione di un cappella nel villaggio di Padunbadi, sostenendo che il suolo è religiosa non esiste in Stati come di proprietà demaniale. il Karnataka, l’Orissa e il Gujarat. Giorni fa, il Governo ha poi fermato Questa è una macchia sull’India la costruzione di un’altra chiesa laica”, ha affermato il presidente del cattolica a Nadagiri, nello stesso GCIC, Sajan K. George, come riferisce distretto, dove molte famiglie AsiaNews. cristiane sono state ricollocate dopo Venti attivisti radicali indù hanno che le loro abitazioni sono state attaccato domenica scorsa il pastore occupate dagli estremisti indù. Sangappa Hosamani Shadrak, di 28 Il Global Council of Indian Christians anni, mentre celebrava nel villaggio di (GCIC), che in Orissa difende i diritti Rohi in casa di un fedele, dove negli dei cristiani, ha inviato una lettera ultimi anni ha svolto regolarmente i aperta al Primo Ministro dello Stato, suoi servizi di preghiera domenicali. Shree Naveen Patnakiji, chiedendo Gli estremisti hanno assalito la la revoca delle ordinanze contrarie comunità di fedeli, dissacrato il pane alla Costituzione indiana e alla libertà e il vino che venivano usati per la religiosa. celebrazione e picchiato il pastore, Il GCIC ha anche denunciato che ha perso un dente ed è stato violenze avvenute di recente in ferito gravemente al volto. Dopo un altro Stato indiano, quello del di ciò è stato trascinato in un altro Karnataka, dove per due domeniche villaggo, Latte, e legato a un albero. consecutive la celebrazione religiosa Gli estremisti hanno poi chiamato la è stata interrotta e il pastore è stato polizia, che ha portato via il pastore e malmenato e arrestato con la falsa alcuni fedeli. accusa di praticare conversioni I tentativi del GCIC di farlo liberare forzate. non hanno avuto esito, e Shadrak è “Gli aggressori se ne vanno liberi, e 64 stato condotto al carcere di Jamkotai anni dopo l’Indipendenza la libertà con accuse non specificate. Fonti di “Fides” nella Diocesi di Cuttak- Bhubaneswar hanno riferito che il Governo locale sta violando la libertà religiosa dei fedeli cristiani impedendo loro di ricostruire le chiese. “Gli attacchi alla comunità cristiana continuano nonostante le promesse del nuovo Primo Ministro Sadananda Gowda”, ha dennunciato Sajan K. George. “E questo a dispetto delle dichiarazioni del nuovo Premier, che personalmente ha una relazione molto buona e cordiale con la comunità cristiana da sempre”. Il GCIC è molto preoccupato per la nuova campagna del Vishwa Hindu Parishad (Vhp), gruppo estremista e militante indù che si è schierato contro la bozza di legge “Prevenzione della violenza interreligiosa e mirata”. Il leader del Vhp Pravin Togadia ha affermato che la legge renderebbe “la polizia ossequiosa verso le comunità di minoranza” e ha accusato il Consiglio nazionale consultivo, guidato da Sonia Gandhi, di essere per questo anti-indù. Il provvedimento dovrebbe invece premettere al Governo centrale di prendere misure in caso di violenza interreligiosa, che verrà definita “disturbo interno” al Paese. www.zenit.org l Vescovo Joseph Coutts di Faisalabad, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Pakistan, ha espresso il proprio disappunto per la decisione del Governo del Paese di creare la figura del Ministro per l’Armonia Nazionale, incarico per il quale è stato nominato Akram Masih Gill. Il presule ha descritto il fatto come un “passo indietro” per i cristiani e quanti insieme a loro sono sempre più preoccupati per le minacce alla libertà religiosa nel Paese. Parlando con l’associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il Vescovo Coutts ha sottolineato come il ruolo di Gill sia inferiore a quello di Shahbaz Bhatti, assassinato nel marzo scorso quando era Ministro federale per le Minoranze. Mentre Bhatti, anch’egli cattolico, aveva specifiche responsabilità nel promuovere gli interessi delle minoranze religiose, ha aggiunto il Vescovo, la nomina di Gill ha una portata più generale, in vista della più ampia questione della coesione sociale. Il presule ha aggiunto che la perdita di un Ministro di Governo non può essere compensata dalla nomina del fratello di Bhatti, Paul, a consulente per le questioni delle minoranze del Primo Ministro pakistano. “Per me tutto ciò è un passo indietro”, ha confessato ad ACS. “E’ vero che con la nomina di Gill e quella del dottor Bhatti ci sono due possibilità di far sentire la voce delle minoranze, ma probabilmente nessuna delle due avrà lo stesso impatto di quella di Shahbaz Bhatti come Ministro federale”. I commenti del Vescovo giungono in un momento di crescente timore che i tre milioni di cristiani pakistani, nonché gli induisti, i sikh e i musulmani sciiti, vengano messi a tacere a causa dell’aumento dell’estremismo. Una questione fondamentale è costituita dai cambiamenti proposti alle controverse leggi sulla blasfemia, di cui si è ampiamente abusato e che sono legate alle violenze perpetrate in risposta a presunte offese contro l’islam, come la mancanza di rispetto nei confronti del Profeta Maometto o la distruzione di testi contenenti versetti del Corano. Dopo l’omicidio di Bhatti il 2 marzo scorso, il suo assassino ha affermato di aver agito in risposta alle critiche del Ministro nei confronti delle leggi sulla blasfemia. Due mesi prima, lo stesso motivo era stato apportato dall’uomo accusato di aver ucciso Salman Taseer, Governatore del Punjab, che aveva chiesto un cambiamento di queste leggi. www.zenit.org Libia: ore decisive... con tanta ansia Il vicario apostolico di Tripoli mons. Martinelli è in Italia e non può rientrare in Libia. O re decisive ma concitate a Tripoli dove le forze del Consiglio nazionale di transizione stanno arrivando nel cuore della capitale libica. In città, sono rimasti tre religiosi francescani che si stanno prendendo cura dell’unica Chiesa cattolica presente a Tripoli: 2 filippini ed un egiziano. Lunedì mattina sono entrati nella loro casa dei delinquenti. La chiesa non è stata oltraggiata. Volevano solo rubare qualcosa. La situazione ora è tranquilla, afferma mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, il vicario apostolico di Tripoli, che è attualmente in Italia e non potendo rientrare sta costantemente in contatto con la sua comunità. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente. Mons. Martinelli, cosa sa della situazione a Tripoli in queste ore decisive? “Le informazioni che ricevo dicono che le vie di accesso dalla Tunisia e da Malta sono ancora chiuse. Stamattina abbiamo avuto qualche disturbo, ma sono azioni di delinquenti che sono entrati in casa per prendere qualcosa, non c’è stato nessun oltraggio alla chiesa. I miei collaboratori francescani, due filippini e un egiziano, si stanno prendendo cura della chiesa e sono tranquilli”. In città però c’è molta tensione… “Certamente aspettiamo il ritorno dell’ordine. Che la gente ritrovi la pacificazione tra le diverse parti. Ma se non c’è ora un ritorno all’ordine, non si può fare niente, non c’è nemmeno la pace”. Cosa sarà ora della Libia. Ne uscirà come un Paese spaccato? “Non credo, perché il fatto che siano venuti a Tripoli ed abbiano conquistato Tripoli, vuol dire che in qualche modo dovrà ricomporsi l’unità. Certamente in una forma da studiare tra loro, con le persone di buona volontà che sappiano imporsi con linee riconciliatrici. Questo è il problema: trovare le persone che siano capaci di avviare un dialogo tra le due parti. Ma non credo che ci siano divisioni. La rivoluzione è nata a Benghasi ed è arrivata fino a Tripoli. A Tripoli pensavano che ci fosse una grande resistenza, e c’è stata, ma alla fine hanno ceduto. È vero che non dappertutto, perché ci sono delle zone a Tripoli e fuori Tripoli con le fazioni che si battono ancora, ma penso e spero che si arrivi presto ad una riconciliazione. Lo speriamo veramente”. Come sta vivendo tutta questa situazione da fuori, lei che ha sempre voluto stare accanto alla sua gente? “Sto vivendo con l’ansia di tornare giù presto, appena possibile, appena c’è la prima occasione di tornare”. Italia 4 Sabato, 27 agosto 2011 L’ esistenza “non è un procedere cieco, ma è un andare incontro a colui che ci ama”. In altre parole, “l’uomo non può vivere senza una certezza sul proprio destino” e “solo la certezza che nasce dalla fede può permettergli di vivere in modo intenso il presente”. È questa l’interpretazione che Benedetto XVI ha mandato al popolo del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si è aperto il 21 agosto a Rimini (fino al 27), del titolo centrale della trentaduesima edizione, “E l’esistenza diventa un’immensa certezza”. Nel messaggio a firma del Segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, il pontefice sottolinea che è proprio “quando viene meno la speranza cristiana, quando cioè viene meno la certezza della fede e il desiderio delle“cose ultime” che “l’uomo si smarrisce e diventa vittima del potere”. Aggiungendo che “oggi più che mai noi cristiani siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi, a testimoniare nel ✎ meeting di rimini | a cura di Servizio Informazione Religiosa Andare incontro. Le parole di Benedetto XVI e del presidente della Repubblica Napolitano mondo quell’oltre senza il quale tutto rimane incomprensibile”. A fare da guida in questo percorso di consapevolezza è la Chiesa che rende “presente nel tempo il mistero dell’eternità di Dio”. La Chiesa, conclude Benedetto XVI, “il soggetto adeguato di questa certezza”. Del resto già il giovane Joseph Ratzinger, come ricordato dal vescovo di Rimini mons. Lambiasi, in apertura del Meeting, si chiedeva se fosse “davvero lecito aggrapparci al fragile stelo di un singolo evento storico? Possiamo correre il rischio di affidare l’intera nostra esistenza, anzi l’intera storia, a questo filo di paglia di un qualsiasi avvenimento, galleggiante nello sconfinato oceano della vicenda cosmica?”. Proprio dalla storia di Gesù di Nazaret, ha concluso mons. Lambiasi, “il cristiano apprende che la potenza di Dio non è un potere faraonico che schiaccia e annichila l’umano, ma una incredibile potenza d’amore che lo salva e lo esalta”. Nell’inaugurare l’edizione 2011 del Meeting di Rimini dopo una visita alla mostra sulla storia della sussidiarietà nei 150 anni dell’unità d’Italia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è ricollegato alle parole di Benedetto XVI e all’importanza di riprendere in mano il proprio passato, presente e futuro. “Siamo immersi in un angoscioso presente, in un’ansia del giorno dopo. Non possiamo sfuggire alla ricerca di risposte” ha detto Napolitano. “Con le celebrazioni del centocinquantenario ci stiamo riappropriando del nostro passato. Abbiamo insistito sulle capacità dell’Italia di riprendersi dopo la guerra, dopo il terrorismo perché le sfide che abbiamo davanti sono più che mai ardue e di esito incerto”. Dal palco di un Auditorium gremito di giornalisti, operatori volontari e comuni spettatori, il presidente non ha fatto mancare un richiamo alle forze politiche invitando maggioranza e opposizione a superare i conflitti avviando “un dialogo vero con le realtà sociali”. “È necessaria una vera svolta per una crescita di tutta l’Italia, del nord e del sud insieme” ha continuato precisando che “al di là del Pil, degli aspetti quantitativi contano anche gli aspetti qualitativi della condizione umana”. Tra i temi affrontati dal presidente il problema del debito pubblico “che sarebbe una colpa storica e morale lasciare sulle generazioni future”, la piaga dell’evasione, la situazione delle carceri e dei carcerati in Italia. E ai giovani di Cl l’invito conclusivo: “Portate nel tempo dell’incertezza il vostro anelito di certezza”. Anche quest’anno sono numerose le modalità attraverso cui seguire l’evento di Cl anche fuori dal quartiere fieristico riminese. IlSussidiario.net – Tg Meeting è operativo fino al 27 agosto con due edizioni giornaliere (alle 14 e 19 e alle 24 disponibile anche in lingua inglese) e sempre sul web (www. meetingrimini.org) si possono seguire i convegni in diretta o differita. Cattolici “nuovi” nell’arena politica? Si vocifera che vi siano fasce del mondo cattolico intenzionate a partecipare alla vita pubblica... Ma non deve essere una riedizione della Democrazia cristiana! C ondivido le analisi e i giudizi di quanti sostengono che fasce sempre più ampie del mondo cattolico italiano paiono intenzionate a entrare nell’arena politica, per rinnovarne la classe dirigente e dare risposte risolutive alle complessità della crisi che fiacca il Paese. Non dimentico i cattolici che fanno politica in Parlamento o attraverso i partiti esistenti,ma li considero parte del fallimento della classe dirigente alla guida del Paese. Sottolineo pertanto il pericolo che la parte di cattolici in cammino verso l’impegno politico venga assorbita dall’esperienza in corso, cosicché perderebbe ogni valenza innovativa. Per evitare di essere frainteso preciso che non vagheggio la ricostituzione di un polo politico, sul modello della vecchia Democrazia cristiana, con ambizioni unitarie e di governo del Paese, aperta per ovvie ragioni al compromesso, alle richieste di sussidi e alla rivendicazione di “diritti” contrastanti il “bene comune” ed il principio di giustizia. Penso a un partito di opposizione, costituito da cattolici che non perseguono la cattolicizzazione dell’Italia, ma la edificazione di una società rispettosa dello spirito evangelico e della Dottrina sociale della Chiesa, ovvero una società attenta alla tutela della dignità, della libertà, dei doveri e dei diritti della persona umana. Un tale modello di società presuppone, a suo fondamento, valori e ideali, quali: legalità, giustizia, ordine sociale, democrazia, solidarietà, laboriosità, spirito di servizio, creatività e coraggio. Intendo sostenere, fra l’altro, che l’esercizio della libertà, quella vera, non produce mai danno o ingiuste limitazioni alle attività imprenditoriali, alla libertà di pensiero, stampa, associazione e riunione. Non è mia intenzione rinverdire forme di intransigentismo cattolico, ma solo I progetti di architettura dello Stato, le regole richieste per innervare la società civile, le dinamiche e l’organizzazione dell’economia auspicate dai cattolici, poco hanno in comune con quelle della cultura laica e laicista di destra, di centro e di sinistra. Serve, quindi, una limpida e articolata chiarezza di discorso e di dialogo, e l’onestà di affermare il binomio fede-ragione. di Gianni Munarini sostenere l’esigenza di una rinnovata prudenza nei momenti di dialogo e collaborazione con persone e forze, quand’anche non contrarie, sicuramente lontane dalla fede cattolica. Ciò per evitare il pericolo del relativismo e della dimenticanza, ossia del non ricordare che il cristiano è chiamato a collaborare con Cristo nell’opera di Redenzione del mondo. Al riguardo richiamo la parabola dei vignaioli ove si legge: “C’era un uomo padrone di casa il quale piantò una vigna… e la diede in affitto a degli agricoltori per ricevere i suoi frutti” (Mt 21,22). Il cristiano è chiamato da Cristo in aiuto nel lavoro della sua vigna e Dante così riassume il concetto: “l’agricola che Cristo/ elesse a l’orto suo per aiutarlo”(XII, 71-72). In parole semplici: chiedo e auspico una limpida e articolata chiarezza di discorso e di dialogo, ovvero l’onestà di dire che la cultura cattolica è figlia del binomio fede e ragione. Non credo errato sostenere che per poterla declinare in realizzazioni concrete, in collaborazione con altre forze, deve essere decifrata con molta attenzione. Ciò permetterà di comprendere i motivi e le ragioni, per le quali i progetti di architettura dello Stato, le regole richieste per innervare la società civile, le dinamiche e l’organizzazione dell’economia auspicate dai cattolici, poco hanno in comune con quelle della cultura laica e laicista di destra, di centro e di sinistra. Per scendere al concreto tenterò di porre in evidenza alcuni punti di divergenza fra pensiero cattolico, rettamente inteso, e quello laicista. Inizio ricordando, che a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, il consenso elettorale non è più stato chiesto su motivazioni ideali, programmi di sviluppo e progresso realistici, lungimiranti e veritieri, ma su promesse utopiche di beni materiali, di welfare deresponsabilitante, pregno di promesse, pingui ed eterne, nonché di una valanga di pseudo diritti di sapore individualista, egoista, cinico e crudele. Un partito di cattolici autentico non pone il problema del consenso come obiettivo principale, in quanto sa che “la ragion d’essere dello Stato è l’attuazione del bene comune ” (Mater et magistra, 20) e che la fedeltà alla verità è sacra. Servizio alla comunità nazionale, conseguimento del massimo di bene comune compatibile coi valori di giustizia, solidarietà ed equità, sono categorie sconosciute alla classe dirigente. Basta con le promesse fallaci di benefici e diritti vari quali pensioni baby e d’anzianità, servizi sanitari d’eccellenza gratuiti, case popolari a chiunque ne faccia richiesta, cassa integrazione a tempo indeterminato, anche a favore di aziende decotte, con carenze gestionali, dirigenti incapaci e disonesti e maestranze demotivate, nonché sussidi ad aziende che poi delocano. Bisogna saper discernere e soprattutto produrre la ricchezza richiesta per rendere possibile un welfare d’eccellenza. Ancor peggio è il lasciar intendere che, grazie a leggi apparentemente garantiste, ma nella sostanza ambigue, si da spago all’evasione fiscale, ai comportamenti truffaldini, ai giocolieri della bancarotta fraudolenta e via dicendo. Vado a concludere ricordando che la soluzione dei singoli aspetti della crisi che non è solo economica e finanziaria, ma innanzittutto culturale, morale e di inadeguatezza della classe dirigente, va ricercata nella nascita di una nuova classe dirigente competente, rigorosa, con una forte carica etica. I rinnovamenti ideali, quelli autentici, avvengono solo “per un contatto più vivo col mistero di Cristo e con la storia della salvezza”. Europa Sabato, 27 agosto 2011 Lo studio non è solo per il mercato! I valori guida di una società sono chiaramente espressi dalla sua visione dell’istruzione. I sistemi di istruzione portano all’iniziazione dei giovani nei confronti del proprio ethos e del proprio patrimonio culturale, in modo da far loro capire e apprezzare le più ricche conquiste della propria civiltà: e (niente meno) diventare consapevoli delle sue cecità e dei suoi limiti, imparando così ad aprirsi ad un mondo più vasto. L’istruzione consente una partecipazione sociale che è sia creativa che correttamente critica e sta pertanto al cuore di una cittadinanza attiva. L’esclusione da una degna istruzione è un fattore chiave di emarginazione sociale. L’istruzione, sia formale che informale, deve proseguire per tutta la vita come componente della “crescita personale”. E, poiché ogni progetto di civiltà richiede la disponibilità di un degno sostentamento, l’istruzione prepara giustamente e necessariamente i giovani alla vita economica. L’istruzione ha dimensioni cognitive, professionali, affettive e spirituali. L’istruzione, sia umanistica che scientifica, può sviluppare le capacità - di riflettere e soppesare le evidenze con rigore ed onestà intellettuale. Secondo l’articolo 13 del Patto internazionale sui Diritti economici, sociali e culturali, un trattato delle Nazioni Unite entrato in vigore nel 1976, l’istruzione deve essere indirizzata ‘al pieno sviluppo della personalità umana e del senso della sua dignità’, permettendo a tutte le persone un’efficace partecipazione sociale. Si tratta sia di un diritto umano che di ‘un mezzo indispensabile per la realizzazione di altri diritti umani’. La commissaria europea all’Istruzione e alla Cultura, Andrea Vassiliou (nella foto), ha recentemente tenuto una serie di colloqui e altre presentazioni sul contributo dell’istruzione alla vita dell’Unione europea. Le sue proposte strumentali sembrano mirabili. Il Rapporto della Commissione sull’Istruzione dell’aprile 2011 definisce gli obiettivi statistici per il 2020, come la riduzione della percentuale di “abbandoni precoci” del sistema dal 14,4% a meno del 10%, aumentando la percentuale di soggetti nell’istruzione terziaria dal 32% al 40%, garantendo maggiori opportunità di apprendimento continuo. Assai meno convincente è lo scopo dichiarato di questi programmi. La commissaria elenca tre “priorità politiche” per l’istruzione: aiutare l’Europa a competere globalmente; preparare i giovani al mercato del lavoro di oggi; affrontare le conseguenze della crisi economica. In un articolo dell’aprile 2011, Securing Future Prosperity, la Commissaria scrive della riforma dell’istruzione superiore al servizio “della strategia Ue 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”. È necessario ridar forma alle università “per soddisfare le necessità di una società e di un’economia globale in rapido sviluppo”. Il “triangolo della conoscenza”, formato da istruzione, ricerca e imprenditoria, definizione ad un altro embrione”, ammette dovrebbe garantire agli studenti Spagnolo, tuttavia, “poiché il loro prelievo “accesso alle più recenti conoscenze comporta la distruzione dell’embrione scientifiche” e “l’opportunità di nel suo stadio di blastocisti, si tratta di applicare tali conoscenze all’ambiente distruzione di un corpo umano che la imprenditoriale”. Direttiva intende proteggere”. Chiarissima e In queste presentazioni, Vassiliou del tutto conseguente la conclusione di Bot: non riconosce mai un ruolo per le “Procedere con un’applicazione industriale università nel miglioramento delle di un’invenzione che utilizza cellule relazioni sociali, nell’apprezzamento staminali embrionali significherebbe dell’arte o della natura, o nel generare utilizzare gli embrioni umani come un prospettive critiche (per esempio) banale materiale di partenza. Siffatta sul paradigma della crescita o invenzione strumentalizzerebbe il corpo sull’ambiente imprenditoriale, umano ai primi stadi del suo sviluppo”. alcuni elementi dei quali hanno Secondo Spagnolo, nella vicenda “non portato all’attuale crisi finanziaria: sono da tutelare solo gli ‘interessi e tanto meno offre una critica commerciali europei’, ma altri aspetti, dell’egemonia delle considerazioni altrettanto importanti nel definire gli di natura economica. La sufficienza standard europei che l’Europa si è data economica è soltanto una, per quanto per regolamentare la ricerca. E quello significativa, condizione di una etico non è assolutamente secondario”. buona società. È un errore rovinoso Sul piano antropologico, “il rigore rappresentare l’istruzione, un sistema argomentativo di Bot” e il suo riferimento culturale fondamentale e che ha la al “corpo umano” rappresentano “una potenzialità di migliorare la vita, come premessa importante per arrivare alla uno strumento principalmente mirato coerente conclusione che la presenza di alla crescita economica. un corpo umano vivente non può che indicare la presenza di un essere umano”. FRANK TURNER - Europe Infos L’istruzione consente una partecipazione sociale che è sia creativa che correttamente critica. In attesa del parere della Corte di giustizia Ue Non sono “brevetti” Le cellule staminali embrionali non possono essere trattate alla stregua di “brevetti”: la Corte di Lussemburgo chiamata ad esprimersi sul progetto di un ricercatore tedesco. “I l recepimento da parte della Corte di giustizia delle conclusioni del suo avvocato generale, con un parere definitivo e vincolante, indirizzerebbe la ricerca europea verso standard etici rispettosi della dignità dell’essere umano in tutte le fasi della sua esistenza”. A sostenerlo, in attesa del pronunciamento finale della Corte di giustizia dell’Unione europea sulla nozione di embrioni umani, sulla loro utilizzazione a fini industriali o commerciali, e sulla brevettabilità delle cellule staminali embrionali, è Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di Bioetica dell’Università cattolica di Roma, nell’editoriale del fascicolo in uscita del bimestrale internazionale di bioetica “Medicina e morale”. La Corte di Lussemburgo è chiamata ad esprimersi in merito alla domanda di pronuncia pregiudiziale presentata dalla Corte federale tedesca di Cassazione (Bundesgerichtshof) cui si era appellato il ricercatore tedesco Oliver Brüstle dopo la dichiarazione di nullità di un suo brevetto, relativo alla produzione Il prof. Antonio di cellule “pluripotenti” ottenute da cellule staminali embrionali, da parte del G. Spagnolo, Tribunale federale tedesco competente direttore (Bundespatentgericht), sulla base di dell’Istituto un ricorso presentato dall’associazione Greenpeace. Spagnolo fa riferimento di Bioetica alle conclusioni espresse lo scorso 10 dell’Università marzo dall’avvocato generale della Corte, cattolica di Yves Bot, al termine della sua istruttoria Roma, ne parla che, in sintesi, confermano la nullità del brevetto ribadendo la “non brevettabilità” nell’editoriale delle cellule staminali embrionali. Il di “Medicina e brevetto è un titolo giuridico in forza morale”. del quale viene conferito al titolare un monopolio temporaneo di sfruttamento dell’invenzione per cui viene richiesto, generale si rifà a tre fonti diverse: la in un territorio e per un periodo ben legislazione degli Stati membri, i termini determinato, al fine di impedire ad altri della Direttiva e i dati attuali della scienza. di produrre, vendere o utilizzare la stessa Se le singole legislazioni nazionali non invenzione senza autorizzazione. In concordano sul termine a partire dal quale Europa la materia è disciplinata dalla si può parlare di embrione e la Direttiva, Direttiva 98/44/CE sulla protezione pur non fornendo alcuna definizione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, esplicita, rivendica la protezione del che contiene un esplicito riferimento al “corpo umano”, “ai diversi stadi della sua riconoscimento del diritto dei brevetti in costituzione e del suo sviluppo”, per Bot, che questo campo ma solo nel rispetto dei al riguardo richiama le attuali conoscenze principi fondamentali che garantiscono scientifiche, “le cellule totipotenti, in la dignità e l’integrità dell’essere umano, quanto sono in grado di riprodurre l’intero escludendo pertanto la brevettabilità embrione, costituiscono il primo stadio di invenzioni ad essi contrarie. Tra i del corpo umano. Di conseguenza, esse casi espressamente indicati al riguardo devono essere giuridicamente qualificate dal Parlamento Ue c’è “l’utilizzazione come embrioni”. Queste argomentazioni, di embrioni umani a fini industriali o osserva Spagnolo, “concorrono senza commerciali” (art. 6, n. 2, lett. c)). Proprio dubbio a definire in modo inequivocabile sull’interpretazione di questo passaggio l’embrione umano come corpo umano si innesta il caso in questione che ha già fin dalla fecondazione. E la protezione diviso la comunità scientifica. Anzitutto, che garantisce la Direttiva (con il sottolinea Spagnolo, Bot afferma che il divieto di brevettabilità) non può che prezzo della concorrenza di mercato non riferirsi anche a queste prime fasi della può essere “il sacrificio dei valori sui quali formazione embrionale”. Circa le cellule si fonda l’Unione”, e ritiene imprescindibile embrionali pluripotenti, “queste possono una definizione “comunitaria” di embrione effettivamente essere considerate ‘parti’ di umano, sulla quale la Direttiva nulla dice un corpo umano, non potendo dare vita per esplicitamente. Al riguardo l’avvocato 5 6 Mondo Sabato, 27 agosto 2011 ✎ Vinti e vincitori Carestia nel Corno d’Africa Si continua a morire di fame M entre l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica è in questi giorni fissata sulla situazione libica, nel Corno d’Africa continua ad aggravarsi il bilancio del più pesante carestia degli ultimi 60 anni. Per far fronte all’emergenza, nei giorni scorsi, Valerie Amos, sottosegretario generale Onu e coordinatrice delle operazioni di soccorso d’emergenza ha chiesto un altro miliardo di dollari di aiuti per cercare di portare sottocorso alle 12 milioni di persone colpite dalla siccità in Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti. La situazione è particolarmente disastrosa in Somalia dove la siccità si aggiunge ai problemi cronici di un Paese sconvolto da vent’anni di instabilità politica e guerra. La distribuzione di aiuti, in particolare in Somalia, è iniziata alla fine di luglio ma le difficoltà logistiche e di sicurezza rendono difficile l’accesso in diverse aree del Paese. Il direttore dell’Unicef, Anthony Lake, ha lanciato un appello per i bambini della regione che soffrono la fame, spiegando che la crisi del Corno d’Africa da “disastro umanitario” si sta trasformando in “catastrofe umanitaria”. Diecimila bambini sono già morti e altri 300 mila rischiano di morire, ha specificato Lake, Sono 12 milioni le persone colpite dalla carestia in Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti mentre l’ONU chiede nuovi aiuti internazionali mentre la crisi riguarda in totale 1,5 milioni di piccoli. Era il mese di maggio quando il governo kenyota, per primo, definì “catastrofe nazionale” la situazione alimentare in varie zone del Paese. Il 20 luglio scorso l’ONU ha dichiarato ufficialmente la carestia in due regioni della Somalia meridionale: il sud di Bakol e il Basso Shabelle, e in questo mese di agosto l’allerta è stata estesa ad altre tre regioni. Secondo quanto dichiarato dall’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati dall’inizio dell’anno sono oltre cento mila i somali rifugiatesi in Kenya (oltre 400 mila sono attualmente accampati nei campi profughi) mentre 96 mila sono arrivati in Etiopia. La tragedia attuale non sarebbe però causato solo dalla mancanza di precipitazioni. Da più parti, infatti, si alzano critiche al sistema degli aiuti internazionali, ma anche ai politici che a differenti livelli (dai leader locali ai grandi della terra) non sono riusciti ad intervenire con efficacia. “La crisi è provocata dall’uomo”, ha dichiarato l’economista kenyano della Banca Mondiale, Wolfgang Fengler. “Le siccità – ha spiegato – si sono succedute per anni, ma sono le cattive politiche messe in atto a trasformarle in carestie”. L’economista ha sottolineato come il prezzi del mais o del grano siano significativamente più alti nell’Africa dell’est rispetto al resto del mondo a causa del controllo dei mercati locali. “In Kenya – ha spiegato – il prezzo del grano è 60-70% più alto della media mondiale, questo perché pochi grandi produttori controllano il mercato e mantengono i prezzi alti”. Una situazione complicata dall’instabilità politica. L’appello CEI: il 18 settembre una raccolta nelle parrocchie «Non manchi a queste popolazioni sofferenti - ha chiesto Benedetto XVI - la nostra solidarietà e il concreto sostegno di tutte le persone di buona volontà». Ribadendo le parole del Papa la presidenza della CEI ha lanciato una colletta nazionale con una raccolta straordinaria per domenica 18 settembre 2011 per esprimere fattivamente solidarietà alle popolazioni colpite dalla siccità attraverso gli interventi di Caritas Italiana in collaborazione con le Caritas locali che da mesi sono mobilitate per rispondere ai bisogni. Caritas italiana è impegnata nel Corno d’Africa in collaborazione con le diocesi locali fin dai primi giorni dell’emergenza. Le parrocchie possono far arrivare le proprie offerte a Caritas italiana tramite la Caritas diocesana: C/C BANCARIO presso Credito Valtellinese c/c n. 5000/53 CAB 10900 ABI 5216, intestato a Caritas diocesana di Como, piazza Grimoldi 5, 22100 Como. A prima vista gli articoli pubblicati su questa pagina Mondo de “Il Settimanale” potrebbero sembrare quanto mai lontani e distanti. Come se il redattore di turno, ancora stordito dal riposo delle vacanze, non avesse avuto di meglio da fare che accostare le prime due notizie trovate nell’oceano del web. Non è così. La corsa all’oro di cui parliamo in basso e, la carestia del Corno d’Africa, qui a fianco, appaiono infatti intrinsecamente legate, come le due facce di una stessa medaglia. Da una parte il luccichio dell’oro a cui i grandi investitori stanno correndo per cercare di mettere al riparo le proprie risorse finanziarie e, dall’altro, il puzzo dei campi profughi dove la gente corre, ammesso che ne abbia ancora la forza, per cercare di salvare la propria vita e quella dei propri figli. Sono i paradossi della crisi che stiamo vivendo, una crisi di cui non sappiamo ancora bene definire i contorni e, sopratutto, di cui non conosciamo la via e i tempi d’uscita. Già oggi - è la storia recente che ce lo insegna - possiamo però prevedere chi saranno i vinti e i vincitori di questa nuova crisi. A vincere saranno ancora una volta i protagonisti della corsa all’oro mentre a perdere saranno i poveri, non solo nel Corno d’Africa. Perché quando la crisi passerà – e prima o poi passerà – il mondo si scoprirà ancor più diseguale di come è oggi. E sarà sempre così se non si riesce a cambiare le logiche che guidano l’economia e la finanza internazione. Lo ha scritto a chiare lettere Papa Bendetto XVI nell’enciclica Caritas in Veritate e lo ha ribadito più volte durante il suo ministero, anche all’ultima Giornata Mondiale della Gioventù. «La crisi attuale – ha detto ai giovani al suo arrivo a Madrid - dimostra quello che è avvenuto anche nella precedente grave crisi: serve una dimensione etica che non è una cosa esterna ai problemi economici, ma una dimensione interiore fondamentale». Un concetto chiave, sul quale poggia l’intera dottrina sociale della Chiesa: non deve essere l’uomo a servizio dell’economia, ma viceversa. «E’ l’uomo al centro». Ne deriva che tutti i meccanismi economici non possono funzionare bene solo con «regolamentazioni mercantili. C’è bisogno di una ragione etica per fare in modo che l’economia sia davvero in funzione dell’uomo». PAGINA A CURA di MICHELE LUPPI Crisi e affari. Il prezzo del metallo giallo continua a crescere: più 14% da inizio agosto A inizio settimana le quotazioni dell’oro sui mercati internazionali hanno fatto registrare un nuovo record, superando i 1.900 dollari per un’oncia, una quotazione impensabile solo alcuni mesi fa. Con quella appena conclusa sono diventate sette le settimane consecutive in cui il listino dell’oro ha fatto registrare il segno più, con un incremento nei prezzi del 14% dall’inizio di agosto. Una crescita trainata dalla crisi economica e, soprattutto, dall’incertezza sulla stabilità economica dell’Eurozona e degli Stati Uniti. L’oro a differenza delle azioni e dei titoli è, infatti, storicamente riconosciuto, proprio per la sua affidabilità, come un bene rifugio a cui affidarsi nei periodi di crisi e instabilità. Non a caso in ogni periodo di recessione economica degli ultimi decenni, le quotazioni dell’oro hanno segnato importanti aumenti, salvo poi ridiscendere nei periodi di crescita. E’ così che investitori, risparmiatori ma anche Stati hanno già da tempo iniziato a mettere al sicuro le proprie risorse puntando proprio sull’oro. Un segnale non certo rassicurante per il futuro. Secondo gli analisti, infatti, la crescita dei prezzi dell’oro non è soltanto una conseguenza della crisi ma anche un segnale chiaro di mancata fiducia nei mercati e, quindi, di possibili nuovi crolli, almeno nel breve e medio periodo. L’acquisto di oro toglie infatti liquidità dai mercati, andando ad aggravare situazioni già difficili. “L’euforia che circonda il La corsa all’oro In tempo di crisi sempre più investitori e Stati investono nel metallo prezioso mentre nel vicino Ticino è boom per le imprese costruttrici di lingotti metallo giallo – scrive il Sole 24 Ore - è tale che, almeno fino a giugno, i prezzi elevati non hanno scoraggiato l’accumulo di gioielli e lingotti. Il rapporto trimestrale sulla domanda, diffuso dal World Gold Council, è per molti versi sorprendente: tra aprile e giugno la domanda in gioielleria - trainata non solo dalla Cina, ma anche dall’India, dove i consumatori sono di solito molto sensibili ai prezzi - è salita del 6% rispetto a un anno prima, a 442,5 tonnellate. Gli acquisti di oro fisico sono invece aumentati del 9% a 307,7 tonnellate, con un contributo altrettanto forte da cinesi e indiani, responsabili di oltre metà della crescita. Nello stesso periodo anche le Banche centrali si sono date da fare, addirittura quadruplicando il ritmo degli acquisti di riserve auree rispetto al secondo trimestre 2010 (69,4 contro 14,1 tonnellate). Sono saliti, sia pure di poco, persino i consumi industriali del prezioso metallo. Nonostante tutto, la domanda complessiva di oro risulta calata di ben il 17% rispetto a un anno fa, a 919,8 tonnellate”. Non è un caso come da quasi un anno a questa parte le imprese impegnate nella produzione di lingotti – anche nel vicino Canton Ticino – siano impegnate con turni di 24 ore su 24 per far fronte alle richieste sempre in aumento. Secondo alcuni analisti il prezzo dell’oro è destinato a salire ancora fino ad avvicinare la soglia dei 2 mila dollari l’oncia. Una crescita che potrebbe essere alimentata in questi giorni dalle decisioni della Banca Centrale americana di promuovere nuove misure a favore dell’economia statunitense. Pacchetti di investimenti che verrebbero finanziati con la stampa di nuova moneta e, di conseguenza, con una leggere svalutazione del dollaro che farebbe aumentare le quotazioni. Una situazione analoga a quella che si era verificata un anno fa. Voci e speculazioni su un possibile intervento della Banca Centrale Americana che hanno già fatto crescere la domanda di oro. Vita diocesana Sabato, 27 agosto 2011 7 Solennità dell’Assunta. Riprendiamo alcuni passaggi dell’omelia di mons. Diego Coletti NELL’IMMAGINE IL VESCOVO IN UNA RECENTE VISITA PASTORALE I mparare la Gioia, quella nostra vita, ma questo ci con la “g” maiuscola, da gioia? Teresa di Lisieux, seguendo l’esempio di la piccola teresina di Maria. E’ questo l’invito Gesù bambino e del Volto che mons. Diego Coletti ha Santo, agonizzante nel rivolto ai fedeli radunati suo lettino dell’infermeria nel Duomo di Como per il del Carmelo dice: io non pontificale dell’Assunta. Tra muoio io entro nella vita”. loro anche diversi turisti Venendo poi al Vangelo che hanno potuto ascolta il che si conclude con le Vangelo in differenti lingue. parole poetiche e piene di Commentando il brano di gioia del Magnificat, mons. Vangelo della visita di Maria Coletti spiega: “Il racconto alla cugina Elisabetta, il dell’incontro di queste Vescovo ha esordito: “Abbiamo due donne, entrambe ascoltato un momento gioioso incinte, è costellato di della vita di Maria che non gioia. Entrambe sembrano solo ha sperimentato lei la scorgere nella loro vita la gioia, ma l’ha portata anche chiamata ad una fecondità a questa sua parente che, straordinaria, a una appena ha ascoltato la voce di fecondità inimmaginabile Maria, ha sentito il bambino per le sole forze umane: sussultare di gioia nel suo in Elisabetta perché ormai grembo”. anziana e non c’era più Parlando di gioia mons. verso di diventare mamma Coletti ha invitato i presenti e Maria perché ciò che a domandarsi quali sono è nato in Lei è frutto i veri motivi della nostra di un dono particolare gioia. “Tutti – ha proseguito dello Spirito Santo. Una - desideriamo essere felici, fecondità straordinaria alla ma il problema è dove quale è chiamata la vita Il Vescovo ha invitato i fedeli a guardare alla Madonna come esempio andiamo a cercarla, su cosa la di ciascuno di noi”. Una fondiamo. Il rischio potrebbe gioia che non può, però, per la propria vita, scoprendo la felicità che nasce dal Vangelo essere quello di andare a essere tenuta per sé ma va cercarla dove non c’è o dove condivisa. la proposta di felicità e di “Maria – conclude in gioia è fragile, effimera e deludente”. dell’Apocalisse ci ricorda che nonostante di Paolo ai cristiani di Corinto: “La Vescovo - ha saputo dall’angelo che Riprendendo le letture del giorno (Ap ogni apparenza contraria il bene vincerà. prospettiva della vita eterna in Cristo”. la sua parente Elisabetta è incinta e 11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-26; Anzi il bene ha vinto”. “Forse ne parliamo troppo poco – ha ha forse bisogno di un aiuto perché Lc 1,39-56) il Vescovo ha provato, allora, Una consapevolezza che deve essere spiegato mons. Coletti - forse l’orizzonte è una gravidanza pericolosa per a tracciare alcune linee che possono alla base della speranza cristiana come della nostra gioia è chiuso in questa l’anzianità. Corre verso la sua parente, aiutare a trovare il fondamento reale di ricorda la prima lettera di Giovanni fase della nostra vita. Dovremmo invece si mette in viaggio verso la montagna, una gioia vera e resistente. A partire dalla che ci invita ad “esercitare la virtù della trasformare la nostra fede in una grande per condividere, perché la gioia è prima lettura del libro dell’apocalisse che speranza cristiana”. veglia, ma non nella veglia impaurita traboccante e il servizio alla vita richiede “ci parla di una gioia che deve consistere “La nostra fede – ha continuato il Vescovo di chi non sa, comportandoci – come questa mobilitazione di tutte le nostre nella certezza che il bene vincerà”. “Cari – non è un vago sentore di salvezza, ma dice san Paolo - come coloro che non forze, la nostra vita porta Cristo al fratelli e sorelle – ha proseguito il Vescovo è certezza di cose che vediamo, è fiducia credono e quando pensano alla morte mondo, la nostra vita ha seguito e su - noi siamo esposti quotidianamente di una speranza riposta nel cuore di chi pensano soltanto alla paura, al dolore del modello di Maria fa tutto questo in un a dosi massicce di vita brutta e triste; ha fatto delle promesse fantastiche e distacco e non all’occasione di rendere clima di condivisione fraterna e di amore siamo di fronte ad un apparente continuo le manterrà”. Un altro motivo di gioia, finalmente esplicita, sperimentata e reciproco che è il nome proprio della trionfo del male in tutte le sue forme, “anche se più difficile”, arriva dalla vissuta l’eredità della nostra vita in Cristo. Chiesa. Se la nostra gioia non si nutre di ebbene quella splendida pagina del libro seconda lettura, tratta dalla prima lettera Questa deve essere la prospettiva della queste tre radici non durerà”. Imparare la Gioia da Maria Agenda del Vescovo Parola fra noi Domenica 28 agosto I Venerdì 26 agosto Incontro diaconi permanenti in Seminario. Sabato 27 agosto Nuova Olonio, assemblea annuale vita consacrata. In serata, Bergamo, convegno nazionale Ordo Virginum. DALLA CANCELLERIA Nomine e provvedimenti: don Romano Trabucchi è nominato parroco della Valgerola (So) don Feliciano Rizzella è nominato parroco di Berbenno (So). l segreto messianico di Gesù sta per svelarsi. Il mistero dell’obbedienza al Padre e del suo voler andare fermamente verso Gerusalemme – dove soffrirà molto fino ad essere ucciso – sta per compiersi. Tutto questo a partire da un punto di svolta: la professione di Pietro che riconosce in Gesù il Cristo, il Figlio di Dio. Clamoroso il fatto che sia proprio Pietro a reagire e a rimproverarlo di non andare, di non far accadere questo destino. La dura reazione di Pietro somiglia tanto alla nostra davanti alla prospettiva della croce come sola via pasquale di vita e resurrezione. Ger 20,7-9; Più dura è la risposta del Signore: “Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio”. Le stesse parole pronunciate dinanzi all’ennesima tentazione di Satana sul possesso di tutto il mondo. Gesù reagisce perché il potere stravolge il Vangelo e perché solo la croce vince il mondo. La croce non è imposta; va liberamente presa. È un’offerta e una risposta d’amore, per questo produce salvezza. Alla libera offerta della Via Crucis corrisponde la libera scelta della nostra volontà: è lo stampo della più profonda chiamata nuziale. Fuori dall’amore al più si coglie la fatica di una rinuncia Rm 12,1-2; Mt 16,21-27 con la prospettiva di un premio futuro. Non è certo la stessa cosa. Nell’amore il dono è Dio stesso, la vita con lui, la sua stessa vita in noi e fra noi, malgrado i molti peccati. Al centro di tutto c’è il quesito e l’enigma del senso della vita e della morte, il mistero del male e della sua sconfitta. Siamo veramente a un punto di svolta del Vangelo, come alle sorgenti di una nuova creazione perché Gesù dice che è la morte il principio della vita quando questa – la vita – è donata per amore. Questo ha mostrato Gesù a Gerusalemme, questa è la vera ostentazione dei suoi discepoli. gli egoismi, le ambizioni e i trionfi umani. Resta solo l’amore. Per l’incoronazione del Papa, nella basilica di San Pietro, si svolgeva un rito estremamente allusivo. L’ingresso del Papa in sedia gestatoria, tra le acclamazioni della folla fino all’altare veniva interrotto tre volte. Nel silenzio un chierico bruciava davanti al Papa un batuffolo di stoppa e cantava ad alta voce in latino “Padre Santo, così passa la gloria del mondo!”. Davanti alla morte crollano le illusioni, si frantumano La grande mistica, Angela da Foligno: “Dio è tutto amore; ama con tutto se stesso; perciò vuole che i suoi figli siano interamente trasformati in lui per amore”. La perfezione della santità può essere realizzata anche attraverso le piccole cose di ogni giorno. Sembra perfino facile. Ma non è così. È lotta contro i condizionamenti, ma innanzitutto contro noi stessi. Angelo Sceppacerca Vita diocesana 08 Sabato, 27 agosto 2011 Al via la IV edizione. Si è conclusa lo scorso fine settimana la residenziale che ha dato slancio a questo nuovo cammino di formazione Famiglie a scuola di pastorale S i è conclusa nel pomeriggio di domenica scorsa la settimana residenziale (17-21 agosto) che ha dato il via alla IV edizione della Scuola per operatori di pastorale familiare. È un cammino di formazione di 2 anni a cui hanno aderito 18 coppie di sposi (insieme ai loro 30 bambini) e 2 preti: il numero dei partecipanti è inferiore rispetto alle passate 3 edizioni (che hanno formato complessivamente 110 coppie e 14 preti), ma con una significativa presenza di coppie giovani, provenienti da diverse parti della Diocesi, che vogliono crescere e capire come mettersi a servizio della comunità. Sono accompagnati da un’équipe di 15 persone incaricate dall’Ufficio per la pastorale della famiglia. Anche questa volta la Scuola ha mosso i primi passi in un luogo che “parla di famiglia”: il villaggio Ain Karim, a San Nicolò Valfurva, una struttura che offre alle famiglie la possibilità di vacanze alla portata di tutti e che negli anni ha ospitato numerose iniziative diocesane per la pastorale familiare. Pur con gli intensi ritmi di studio che caratterizzano l’iniziativa, questi cinque giorni sono stati vissuti in un clima di famiglia che tutti i partecipanti hanno apprezzato. Dicono Alessandra e Marco Gherbi (Delebio): «Il bello di questa Scuola è che non solo si parla di “famiglie che costruiscono la comunità”, ma si inizia anche a sperimentare questa realtà. Un esempio: nei momenti liberi, in cui ci si ritrova con i figli, ciascuno spontaneamente è attento anche ai bambini degli altri, ci si aiuta a vicenda a curarli, a giocare con loro, come se fossimo un’unica grande famiglia». È una solidarietà che ha reso tutti più sereni e ha dato a tutte le coppie la possibilità di fermarsi qualche momento per parlare tra loro, conoscersi Una delle idee più belle che la Scuola trasmette è che i sacramenti dell’Ordine e del Matrimonio sono complementari: insieme, ciascuno con la propria missione specifica, costruiscono la comunità cristiana. Nella Scuola questa idea si vive: preti e famiglie condividono fianco a fianco impegno e passione. Dice don Francesco Quadrio, vicario a Morbegno e “studente” di questa IV edizione: «È un’esperienza in cui davvero si respira un clima di familiarità, in cui ho visto tanta accoglienza e disponibilità. Ho apprezzato la ricchezza dei contenuti, che offrono spunti concreti ma al tempo stesso propongono un notevole livello di approfondimento; ma è stato importante anche condividere tempo insieme alle famiglie, perché mi ha permesso di percepire ancora meglio la realtà della loro vita quotidiana, delle fatiche che affrontano e dell’impegno che richiedono i figli. Ho trovato veramente bello anche vedere famiglie di diverse età che cercano di vivere in modo autentico il loro sacramento e di testimoniarlo». Vi hanno aderito 18 coppie di sposi (insieme ai loro 30 bambini) e due sacerdoti e scambiarsi impressioni, esperienze, speranze. Anche per i bambini è stato bello sentire l’affetto di tante persone verso ognuno di loro. I figli hanno vissuto giornate altrettanto intense dei genitori, grazie al lavoro prezioso del gruppo degli animatori, che anche in questa edizione hanno avuto un ruolo fondamentale per vincere una delle scommesse più importanti della Scuola: quella di permettere anche alle coppie giovani, con figli piccoli, di dedicare tempo insieme alla formazione, per approfondire la loro identità di sposi cristiani, testimoni dell’amore di Dio che si rivela nella famiglia. Mentre mamma e papà erano impegnati tra relazioni e lavori di gruppo, i più piccoli erano accuditi nelle loro necessità e gli altri bambini, divisi per fasce di età, giocavano e si impegnavano in numerose attività legate al tema della “famiglia”: lavoretti manuali che sono diventati regali simbolici per gli adulti, scenette e danze per fare festa insieme nell’ultima sera della Scuola. Anche la qualità della proposta ha ricevuto molti riscontri positivi. Dicono Sandra e Giovanni Cavadini (Como, S. Agata): «Abbiamo trovato Il percorso formativo proposto ai partecipanti Un cammino che offre competenze di base, ma anche approfondimenti specifici di pastorale I contenuti della Scuola per operatori di pastorale familiare offrono sia una formazione di base sulla pastorale “in generale”, sia le competenze specifiche che riguardano l’ambito della famiglia, con le sue risorse e le sue problematiche. Durante questa prima esperienza estiva sono intervenuti diversi relatori. competenza e serietà. Si vede l’impegno di tutti, relatori, équipe e anche partecipanti. Ci è piaciuto, nel susseguirsi dei lavori, cogliere che c’è un percorso che si sta sviluppando: si capisce che attraverso diversi argomenti e punti di vista stiamo mettendo le basi per i passi successivi; questo fa crescere le nostre attese e la voglia di andare avanti nel cammino». Entrando nello specifico dei contenuti, Lorena e Casimiro Giorgetta (Mandello) sottolineano: «Tutti gli interventi sono stati interessanti, ma al primo posto ci ha convinto l’aver indicato Cristo Risorto come centro del nostro agire nella pastorale. Tutto acquista senso a partire da questo.» Il primo è stato mons. Renzo Bonetti, già direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale della famiglia e presidente della Fondazione “Famiglia dono grande”, che ha affascinato i presenti delineando una pastorale fondata sulla presenza viva di Cristo Risorto, illuminando l’identità missionaria degli sposi e l’obiettivo di una famiglia che sia soggetto nella pastorale. Mons. Angelo Riva, Vicario episcopale per la cultura e docente di teologia morale, ha approfondito in modo coinvolgente la ricchezza dell’idea cristiana di uomo e di una visione personalistica della sessualità. Annalisa Gibotti, counselor, ha aiutato i partecipanti a scoprire il valore dell’immaginazione e delle emozioni nella formazione. Sul versante psicologico, il dott. Paolo Piccinelli, neuropsichiatra infantile, ha suggerito interessanti elementi di riflessione sul rapporto tra maturità della persona e relazioni di coppia, mentre la dott.ssa Katia Ascorti, psicologa e psicoterapeuta, ha stimolato i partecipanti sul tema della differenza maschile/ femminile. La prof.ssa Caterina Ostinelli ha Un messaggio forte e originale: la complementarietà di Ordine e Matrimonio È una “rete” di relazioni che sta nascendo e che si aggiunge a quelle già attivate nelle scorse edizioni della Scuola e nelle altre iniziative di formazione proposte dalla Diocesi: un altro passo per promuovere la responsabilità dei laici e uno stile di collaborazione tra diverse vocazioni e tra le comunità. Pagina a cura di Antonello Siracusa proposto una lectio sul Cantico dei Cantici: con l’ascolto e la meditazione i partecipanti hanno potuto apprezzare la bellezza di un testo biblico capace di alimentare la spiritualità di coppia. Don Agostino Clerici, direttore del Settimanale della Diocesi di Como, ha contribuito all’analisi del contesto culturale tratteggiando efficacemente l’immagine di famiglia proposta da giornali e televisione e le ricadute dei nuovi media virtuali (social network) sulle relazioni interpersonali, evidenziando la necessità educativa di sposi capaci di testimoniare la bellezza del matrimonio. A conclusione del percorso don Luigi Savoldelli, direttore della Scuola, ha proposto ai partecipanti 4 parole chiave per vivere bene il tempo fino al prossimo incontro: benedire,cioè guardare con gratitudine all’esperienza fatta; studiare, per fare propri anche nel dialogo di coppia i contenuti ascoltati; pregare, riconoscendo la presenza di Gesù nel cammino che si sta vivendo; testimoniare, raccontando ad amici e colleghi il valore di questa vacanza “speciale” ad Ain Karim. Vita diocesana L L’acqua, dono di Dio. Troviamoci insieme a ricordarlo R icordate il mese di luglio quando ogni giorno ci regalava un abbondante temporale? Noi eravamo piuttosto infastiditi per la pioggia battente, invece c’era chi colse l’occasione per inviare a casa propria delle foto dell’acquazzone. Era un sacerdote giordano che stava trascorrendo alcuni giorni qui da noi. Mi disse: “Con queste foto voglio far invidia ai miei parenti e amici per l’acqua che sto godendo. Sai da noi c’è una grande siccità, più del solito”. Proprio le istantanee inviate via mms mi hanno fatto capire il valore del dono dell’acqua che noi, qui, non siamo capaci di apprezzare nel modo dovuto. E’ vero, a volte le piogge sono abbondanti e ci disturbano, ma penso che una elevata scarsità di acqua desti preoccupazioni e ripercussioni più pesanti. Che non appaia quindi troppo banale mettere al centro della giornata per la salvaguardia del creato il tema dell’acqua. Il tema scelto per la sesta giornata per la salvaguardia del creato “l’acqua dono di Dio, prima risorsa di una terra ospitale e accogliente per l’uomo” vuole richiamare ad ogni credente, ad ogni uomo la preziosità di un elemento naturale, l’acqua, troppo spesso da noi sottovalutata. La giornata del primo settembre si pone come stimolo per favorire un approfondimento e una riflessione sull’elemento acqua come elemento indispensabile per ogni forma di vita e anche importante forma di energia. è una opportunità data per pensare ad un uso sobrio dell’acqua adeguato ai bisogni reali personali e comunitari e nello stesso tempo, come saper predisporre il territorio ad accogliere l’acqua piovana perché sia feconda per la terra e non sia portatrice di danni e sofferenze. Il tragitto, che porterà i partecipanti alla giornata dalla Collegiata di Chiavenna fino alle cascate dell’Acquafraggia lungo il fiume Mera, è segnato da tappe che illustreranno alcuni effetti naturali dell’acqua che richiamano momenti di vita cristiana, in cui l’acqua è elemento simbolico significativo. Giunti alle cascate, i Vescovi e i rappresentanti di alcune confessioni cristiane leggeranno l’appello . Esso si pone nella categoria del mandato. Il ringraziamento a Dio Creatore per il dono dell’acqua, per il suo essere benefica per la terra e per l’uomo, fatto ai piedi dell’affascinante spettacolo della caduta d’acqua della cascata, si accompagnerà ad una riflessione sull’acqua come una fonte di energia materiale, ma anche fonte di salvezza che scaturisce dal costato di Gesù Cristo crocifisso. giuseppe corti DIOCESI DI COMO la solennità di s. abbondio e celebrazioni nella Basilica di S. Abbondio si aprono martedì 30 agosto 2011 alle ore 17.30 con i Primi Vespri e il discorso del Vescovo alla città. Sono invitati in modo particolare le Autorità e gli Enti della Provincia e del Comune di Como che hanno la propria sede in città. Alle ore 21.00, sempre presso la Basilica si svolgerà l’appuntamento culturale “Imagines restitui”: Tecnica, iconografia e teologia degli affreschi di S. Abbondio recentemente restaurati. Interventi di Pier- cesare Bordoli (Famiglia Comasca), Vanda Maria Franceschetti (Accademia A.Galli), Don Andrea Straffi (Diocesi di Como). Mercoledì 31 agosto 2011, al mattino, alcune parrocchie della città si recheranno in pellegrinaggio presso la Basilica e vi celebreranno la S. Messa: alle ore 8.00 S. Bartolomeo e S. Rocco, alle ore 9.00 S. Giorgio e S. Salvatore, alle ore 10.00 S. Agata, alle ore 11.00 SS. Annunciata. Alle 17.00 in Cattedrale si celebrerà la S. Messa Pontificale, con un parti- Diocesi di Como Sabato, 27 agosto 2011 colare invito alle Autorità e agli Enti delle Province di Sondrio, Varese e Lecco. La giornata di incontro dei preti Il 31 agosto, come di consuetudine, è anche una giornata di incontro per tutti i preti della Diocesi, un’occasione per continuare a far crescere la fraternità sacerdotale attraverso la preghiera, la riflessione, il dialogo e per condividere le prospettive del nuovo anno pastorale che si va preparando. L’appuntamento è alle ore 10.00 presso il Seminario Vescovile 9 (via Baserga 81, Como), per la recita dell’Ora Media. Seguirà una relazione di don Ezio Bolis, docente di Teologia spirituale presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e il Seminario di Bergamo, dal titolo: “La centralità della parola di Dio nella spiritualità e nel ministero del presbitero diocesano”. Al dialogo sulla relazione seguirà il pranzo; alle 14.30 i lavori riprenderanno con le comunicazioni del Vescovo e le comunicazioni dei vicari episcopali sull’anno pastorale 2011-2012. Diocesi di Belluno-Feltre Diocesi di Bolzano-Bressanone Diocesi di Trento L’acqua dono di Dio, prima risorsa di una terra ospitale e accogliente per l’uomo Sesta giornata per la Salvaguardia del Creato Celebrazione Ecumenica Giovedì 1 settembre 2011 Come tradizione, alla giornata parteciperanno i rappresentanti di alcune Diocesi alpine e di altre confessioni religiose cristiane PROGRAMMA ore 7.30 Partenza in battello da Como (pontile Piazza Cavour) ore 7.40 Partenza da Tavernola (pontile) ore 10.00 Partenza in pullman da Sondrio (Piazza Stazione), con fermata a Morbegno (Piazza Stazione), ore 10.30 ore 11.45 Ritrovo a Chiavenna, Collegiata di S. Lorenzo Partenza per il percorso pedonale ore 13.30 Arrivo alle Cascate dell’Acquafraggia, Preghiera Ecumenica, Lettura dell’Appello “L’acqua: dono di Dio, prima risorsa di una terra ospitale e accogliente per l’uomo ore 14.00 Pranzo con piatti tipici (su prenotazione) presso l’Azienda Agrituristica “Aqua Fracta” di Piuro. In alternativa, possibilità di pranzo al sacco in un’area riservata Costi Contributo per il viaggio da Como: 16 euro Contributo per il viaggio da Sondrio: 8 euro Contributo per il pranzo: 27 euro Informazioni e prenotazioni Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie entro sabato 27 agosto): don Giuseppe Corti, tel. 031.927523; Agenzia “I viaggi di Oscar”, tel. 031.304524 10 Sabato, 27 agosto 2011 Vita diocesana Comunicazioni sociali. E’ ormai in dirittura d’arrivo il nuovo sito internet della diocesi che permetterà una maggior collaborazione tra le varie realtà ecclesiali Verso il nuovo sito diocesano L a data del Santo Patrono ad alcuni certamente ricorda l’apertura del portale diocesano, avvenuta nel 2007 proprio nella suddetta circostanza. Da una iniziale timida fruizione del portale diocesano si è passati, con lo scorrere del tempo, ad un interfacciamento sempre maggiore delle varie realtà diocesane che ne hanno percepito l’utilità, con la felice intuizione della necessità di un punto di convergenza che rendesse più immediata e autorevole la circolazione delle informazioni. La sezione dell’Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano che cura il sito e la posta elettronica si è resa interprete delle istanze, da più parti pervenute, per una rivisitazione tanto della veste grafica che della parte sistemistica ad esso soggiacente, pervenendo alla formulazione di un restyling che tenesse conto in modo più stringente delle reali necessità diocesane. Inizialmente si era pensato ad uno sviluppo su piattaforma SharePoint per una massima integrazione con i più conosciuti software e per un più snello e semplice caricamento dei dati da parte dei vari operatori. Tuttavia in un secondo tempo – soprattutto per i costi legati a tale implementazione – ci si è orientati verso la piattaforma informatica per portali diocesani che la CEI sta iniziando a mettere a disposizione delle diocesi, senza però rinunciare a quelle caratteristiche di linearità, semplicità e agilità da cui eravamo Il lancio del nuovo portale, previsto per la festa di S. Abbondio, è stato rinviato alla fine del mese di settembre a causa di alcune difficoltà da parte della società che - per conto della CEI - si occupa della piattaforma informatica per i portali di diverse diocesi italiane. Tra queste anche la diocesi di Como. Dal 27 al 29 agosto a seminario di Bergamo l’incontro nazionale dell’Ordo Virginum S i terrà al seminario vescovile di Bergamo, dal 27 al 29 agosto, l’incontro nazionale dell’ Ordo Viginum a cui parteciperanno anche alcune rappresentanti della Diocesi di Como. Proprio quest’anno ricorre il 40° della promulgazione del Rito (1971) e dai primi anni ‘80 quando ci sono state le prime consacrazioni ad oggi, sono circa 450 le donne che hanno già ricevuto la consacrazione e circa 300 sono in formazione per riceverla. All’appuntamento annuale di approfondimento parteciperanno circa 220 donne tra Vergini Consacrate e in persone in formazione. Il tema scelto per l’incontro, «In ogni cosa rendete grazie», è tratto da un versetto della Prima lettera di San Paolo ai Tessalonicesi e sarà sviluppato sia attraverso le relazioni proposte da monsignor Antonio Donghi, docente di Liturgia e consultore della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e dalla professoressa Caterina Ostinelli, consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Como, sia grazie ai momenti di confronto e condivisione, di preghiera e di festa. Nella serata di sabato 27 agosto interverrà al convegno anche il nostro Vescovo, mons. Diego Coletti. partiti. Il cammino di questi mesi non è stato certo dei più semplici: pur avendo fornito da tempo a SEED (l’azienda di Messina che supporta per conto della CEI le varie diocesi nella creazione e customizzazione di nuovi portali diocesani) le opportune indicazioni e pur avendo concordato insieme il mese di giugno come possibile data di rilascio, strada facendo sono emerse problematiche che ne hanno dilazionato – nostro malgrado - il termine. Riteniamo infatti di non poter procedere ad alcun rilascio fintanto che il sistema non sia più che affidabile passando con esito positivo i test a cui lo stiamo sottoponendo. Per questo, pur avendo unitariamente auspicato l’apertura del nuovo portale diocesano per l’annuale ricorrenza di S. Abbondio, ci vediamo obbligati ad un ulteriore rinvio non dipendente dalla nostra volontà. Va da sé che pure il calendario del nuovo anno pastorale che si interfaccia con il calendario di Outlook nelle caselle di posta diocesana, pur essendo già da tempo preparato sul nuovo sito diocesano, subirà un ritardo di pubblicazione che ai più richiederà un energico esercizio della virtù dei forti: la pazienza. (Mi pregio comunque di sottolineare come tale esercizio – in questa lunga attesa di rilascio correttamente funzionante da parte di SEED - sia già da tempo condiviso anche dallo staff informatico diocesano…). Augurandoci che non oltre la fine di settembre tale rilascio sia stato effettuato, fin da subito annoto che verranno organizzati sul territorio diocesano opportuni incontri di aggiornamento rivolti in modo specifico a quanti già collaborano o intenderanno iniziare ad avvalersi del sito diocesano. Come già ricordato nelle opportune sedi dalla nostra segretaria – che ringraziamo per l’abnegazione, la professionalità e il tempo investito – è bene che già fin da ora ogni entità che intenda fruire del sito diocesano prepari il materiale da pubblicare e, soprattutto, si organizzi al proprio interno in modo che le informazioni possano essere continuamente aggiornate: una info vecchia scredita l’autorevolezza del sito. Sarà nostra premura informarvi su data di rilascio e incontri di aggiornamento. Sarà però vostra premura prepararvi perché al momento opportuno informazioni e persone siano pronte (per maggiori ragguagli e delucidazioni in tal senso – e non solo è sempre a disposizione il seguente indirizzo mail: comunicazione@ diocesidicomo.it). S. Abbondio ci ottenga di pervenire in breve – e insieme - alla meta desiderata. don AURELIO PAGANI responsabile sito diocesano Benvenuto al piccolo Giovanni! Fiocco azzurro in redazione Lunedì 1 agosto all’Ospedale Valduce di Como è nato Giovanni Faldarini, figlio della redattrice de “Il Settimanale” nonché addetto stampa della diocesi di Como, Enrica Lattanzi, e di Marco Faldarini. Ai neogenitori e al nuovo arrivato -ritratto nella sua prima visita alla redazione - i più sinceri auguri da parte della famiglia del Settimanale. ComoCronaca I S. Abbondio: tra la città e la diocesi documenti dell’antica abbazia di S. Abbondio saranno progressivamente consultabili via Internet nell’apposito sito creato dal Centro Studi “Nicolò Rusca”. Si potrà così conoscere attraverso le fonti archivistiche la “storia parallela” dell’istituzione benedettina dentro la storia della città e della diocesi di Como. Il vescovo Alberico, che nel 1010 aveva trasferito la residenza episcopale dalle case presso la basilica di S. Abbondio dentro le mura della città, ebbe un’intuizione d’avanguardia: chiamare a Como dei monaci benedettini cluniacensi, che assicurassero una degna continuità di culto nella chiesa del patrono e contribuissero a diffondere lo spirito riformistico, che voleva una Chiesa più libera, estranea all’intrallazzo politico, causa di corruzione e malcostume. Nel 1013, con l’approvazione di un sinodo provinciale ad la storia La sua importanza nella realtà lariana non era soltanto religiosa. Il corposo patrimonio le conferiva, infatti, anche autorità e prestigio Aquileia, presieduto dal patriarca Giovanni, il vescovo di Como donò ai benedettini la basilica e le sue case di S. Abbondio, con una dote di beni e privilegi, e domandò per il monastero la protezione imperiale. Cominciò da quel momento una simbiosi tra la basilica e l’abbazia, che sarebbe durata per secoli. L’abate di S. Abbondio aveva una posizione di prestigio tra il clero comense: partecipava con i Uno scorcio sulla basilica dal chiostro. L’abbazia, una “potenza” economica L’ importanza dell’abbazia di S. Abbondio nella realtà lariana non era solo religiosa. Il corposo patrimonio ne faceva una “potenza” anche economica. Nel “borgo di S. Protaso” (alta Via Milano) e nei pressi della basilica (sull’area oggi dell’ex-Ticosa) l’abbazia era proprietaria di case e mulini, azionati dall’acqua di una roggia molinara derivata dal Cosia. Gli impianti idraulici non solo muovevano macine per le granaglie, ma anche frantoi per l’olio, segherie per il legname d’opera, magli per battere il ferro, folle per compattare i panni di lana, così che quel comparto della convalle già era “industrializzato”. Non vi lavoravano i monaci, bensì artigiani affittuari dell’abbazia, dei quali alcuni sono noti, attraverso gli atti notarili, che registrano i loro rapporti con l’abate. Possedimenti terrieri dell’abbazia erano dislocati ad Albate, a Rebbio, a Monte Olimpino, a Vergosa (S. Fermo della Battaglia); sul Lago a Moltrasio, Laglio e Torno; in Valtellina a Talamona, a Morbegno e dintorni (Dazio, Bema, Albaredo, Civo…), a Tresivio, a Sondalo, a Grosio, a Mazzo, a Tirano, a Bormio e dintorni (Valdisotto, Valdidentro, Valfurva, Val di Fraele); nel territorio dell’attuale Canton Ticino a Ligornetto, Morbio, Lugano, Cademario. Qualche esempio sulla consistenza. Ad Albate erano quattordici le masserie contadine dell’abbazia che lavoravano complessivamente circa 1.700 pertiche (più di 100 ettari); altrettante a Cademario, frazionate però solamente su poco più di 200 pertiche; sedici a Lugano con una dotazione di terreni per oltre 2.700 pertiche (poco meno di 180 ettari); a Laglio ce n’erano dieci, a Moltrasio otto, ma a Torno erano addirittura cinquantanove, seppure frammentate su piccoli appezzamenti di terra per un totale di circa 230 pertiche. Anche le proprietà di Talamona erano consistenti; circa 880 pertiche, quelle di Sondalo circa 1.900 Sabato, 27 agosto 2011 11 pertiche; sull’alpe Lidorna di Bormio il monastero possedeva più di 2.150 pertiche. Pertanto, dire che l’abbazia era “latifondista” è poco. La precisa ed oculata amministrazione significava la tenuta a coltura al meglio di centinaia di ettari di suolo, anche in zone non sempre favorevoli; significava altresì il sostentamento di centinaia di famiglie rurali, come dire che l’abbazia di S. Abbondio era la “datrice di lavoro” numero uno dell’antica diocesi di Como. Checché ne possano dire i “laicisti” che considerano “produttiva” solo l’industria moderna, è un dato di fatto che ha sfamato più gente per secoli l’abbazia stessa, che non la “Ticosa” nei suoi 70 anni di vita. La descrizione dei fondi contenuta nei registri del monastero suggerisce moltissimi dati interessanti per la storia del territorio, giacché gli appezzamenti sono indicati con la loro destinazione d’uso (campo aratorio, prato, vigna, castagneto, bosco, pascolo...) e con la loro localizzazione canonici del Duomo e con gli abati di S. Carpoforo e di S. Giuliano all’elezione del vescovo diocesano. L’ultimo abate fu per vari decenni Beltramo de Montono, uomo autorevole, la cui personalità meriterebbe di essere studiata. Tra l’altro, nel 1445 fu convisitatore nella visita della Bassa e Media Valtellina con il canonico Stefano de Aplano, vicario generale del vescovo, che era il cardinal Gerardo Landriani (1437-1445). indicata con il microtoponimo. Nei paesi del lago sono censiti anche gli alberi di ulivo. Ne escono spezzoni di territorio con la loro precisa “identità storica”, così che ancora oggi può essere possibile individuare quali fossero tali appezzamenti di terra e si ha a disposizione un “tesoretto”, che rappresenta una miniera anche dal punto di vista linguistico, per indagare sostrati etnici, colturali, morfologici e quant’altro nella selva dei nomi dei luoghi, come erano nel Basso Medio Evo. Non solo: sono indicati anche i nomi dei contadini, che li avevano in conduzione, così che si vanno a scoprire le radici lontane di tante famiglie. Ad esempio, tra gli affittuari dell’abbazia a Torno, intorno al 1270 figurano dei Canarisi, dei Rasina, dei Perlasca, dei Fontana, dei Ciceri, dei Sala, dei Rezzani, dei Tridi… tutti cognomi tipici e storici di Torno e della sponda lariana orientale. L’indicazione delle coerenze, suggerisce i nomi degli antichi possessori dei terreni confinanti, tra cui figurano le chiese ed i comuni locali, altri enti religiosi della città e non, famiglie nobili comasche o piccoli proprietari del luogo. Gli affitti erano riscossi in natura, ma talvolta anche in denaro contante. I prodotti agricoli che arrivavano ai monaci erano: frumento, segale, miglio, panico, fave, vino, olio, pollastri e capponi, carri di legna. Perciò le carte dell’abbazia offrono tanti spunti per raccontare la storia locale, oltre che aspetti della vita interna del monatero, ordinaria e straordinaria. L’amministrazione di un così vasto patrimonio era troppo importante, perché con il decadere dell’abbazia, per mancanza di monaci, venisse trascurato. Dopo la morte del citato abate Bertramo de Montono, avvenuta nel 1450, l’abbazia, dove c’erano solamente due o tre monaci, fu perciò assegnata “in commenda” ad “abati commendatari”, come dire a commissari, che ne riscuotevano le rendite ed erano tenuti alla manutenzione e conservazione del patrimonio immobiliare, ivi compresa la basilica del patrono. pagina a cura di MARIO MASCETTI Il primo commendatario fu il cardinal Giovanni Castiglioni, seguito da Gian Piero Visconti L’amministrazione degli abati I l primo commendatario dell’abbazia di S. Abbondio, documentato dal 1458, fu il cardinal Giovanni Castiglioni, vescovo di Pavia, cui successe nel 1460 un Gian Pietro Visconti, già priore di S. Egidio di Fontanella (Bergamo). Quando, verso il 1470, passarono di qui – a quanto pare – i pittori De Seregno di Lugano, egli commissionò loro la decorazione della fascia alla base dell’abside, sotto gli affreschi trecenteschi, a mo’ di finto L’abbozzo del presumibile addobbo bianco leggermente ricamato di ritratto dell’abate G. Pietro rosso e d’oro, e fece dipingere lo stemma Visconti (1470 circa). visconteo all’esterno dell’abside, rimosso nel corso dei restauri ottocenteschi. Essi abbozzarono anche il probabile ritratto dell’abate, che si vede sulla lesena settentrionale dell’emiciclo absidale. Tra gli altri successori va citato Filippo Castiglioni, già amministratore per conto dello fratello Gian Giacomo, e poi successore nella commenda, che si stanziò a Como, dove ebbe deleghe ed incarichi anche dai vescovi Trivulzio (Antonio, il cardinal Scaramuzza e Cesare). Egli fece una significativa ristrutturazione dell’abbazia, dando avvio intorno al 1530 alla costruzione di due ali “rinascimentali” del chiostro (quella sud, a ridosso della basilica, e quella est, limitatamente a due piani), avvalendosi probabilmente di Antonio Campestro, suo capomastro di fiducia, come già il padre Francesco e il nonno Abbondio, attivi pure nella Fabbrica del Duomo. Le opere furono portate a termine dal nipote Filippo entro il 1568. Filippo e Francesco Abbondio Castiglioni, pertanto, effettivamente risiedettero nell’abbazia, da dove amministravano l’enorme patrimonio e curavano il culto con i due o tre monaci, che si avvicendavano nel monastero. Ma gli stessi commendatari, stanti le guerre di religione che seguirono alla Riforma protestante, procedettero anche all’alienazione di gran parte dei beni fondiari dell’abbazia, cominciando dai quelli in Valtellina, divenuta (tra il 1512 e il 1531) dominio dei Grigioni, e quelli in territorio ora ticinese, passato dal 1512 sotto gli Svizzeri. Tra i commendatari postridentini ci fu il cardinal Tolomeo Gallio, che intorno al 1590 “barocchizzò” la basilica, restaurata dal Balestra dopo il 1860. L’ultimo dei commendatari fu il cardinale Angelo Maria Durini, morto nellla villa di Balbianello nell’aprile 1796, si dice per lo sforzo nel sollevare un forziere di preziosi, che voleva asportare per salvarli dai sequestri dei giacobini in arrivo con Napoleone. È sepolto nella basilica di S. Abbondio. ComoCronaca 12 Sabato, 27 agosto 2011 ● Preoccupazione per il futuro del cantiere sul lungolago Foto William ● Le rassicurazioni del sindaco di Como Stefano Bruni Paratie: la Sacaim commissariata M entre la maggior parte dei comaschi era in vacanza un’altra “bomba” è piovuta sul cantiere delle paratie: la notizia del commissariamento della ditta Sacaim, lo scorso 17 agosto. Episodio che, nonostante le assicurazioni sulla bontà del proprio stato di salute da parte del colosso lagunare delle costruzioni, cui è stato affidato l’appalto del cantiere del lungolago, getta ulteriori ombre ed incertezza sugli sviluppi del cantiere. 350 milioni di euro di portafoglio ordini, 650 milioni di euro di commesse e 350 dipendenti, ma anche una rilevante esposizione bancaria (circa 60 milioni di euro) per non parlare dei debiti dei fornitori. Sono i numeri di Sacaim che fanno preoccupare, non poco, anche il Lario. In controtendenza, invece, il commento del sindaco di Como, Stefano Bruni: «Per l’amministrazione comunale il via libera del Tribunale di Venezia all’amministrazione straordinaria della Sacaim non rappresenta un fatto negativo. E non si ravvisano elementi di particolare preoccupazione. Se il Tribunale, infatti, non avesse riscontrato la possibilità di un piano di risanamento per l’azienda l’amministrazione straordinaria non sarebbe stata accolta e a quel punto si sarebbe aperta d’ufficio la strada per il fallimento dell’impresa. Per noi che non siamo creditori e che quindi non dobbiamo incassare soldi dall’impresa, ma al contrario siamo un ente debitore, la procedura dell’amministrazione straordinaria è una procedura di garanzia maggiore e di certezza in quanto sottrae l’azienda dalle singole azioni dei creditori. Tecnicamente non si ravvedono motivi perché i lavori o il cantiere vengano fermati e l’impresa debba lasciare Como. La stessa Sacaim, in una lettera scritta al Comune lo scorso 2 agosto, ha specificato - cito testualmente - come la procedura comporti “la permanenza del diritto dell’appaltatore alla prosecuzione delle commesse in corso non ricorrendo nella specie i presupposti fondanti la risoluzione e/o lo scioglimento del committente dal contratto d’appalto”. Con l’azienda siamo in continuo contatto e a settembre incontreremo anche il commissario straordinario, che è stato nominato soltanto alcuni giorni fa». Se tutto andasse bene i lavori dovrebbero concludersi a fine 2013, con 34 ben mesi di ritardo I numeri del cantiere del lungolago U na volta (speriamo) ultimato il cantiere delle paratie, a quanto dichiarato dai tecnici ad inizio agosto, saranno complessivamente 690 i panconi, ovvero lastre di alluminio, che verranno utilizzati in caso di esondazione. Verranno posizionati secondo tre livelli ed entreranno in funzione, con posa manuale, a seconda dei livelli raggiunti dalle acque nel primo bacino del Lario. Secondo l’analisi storico/statistica relativa alle esondazioni del lago di Como si prevede che la prima fila, quelle da utilizzare in caso di consistente fuoriuscita delle acque, sarà usata una volta ogni 7 anni. In piazza Cavour, invece, dove sarà montato un sistema di paratie a scorrimento verticale comandate elettronicamente, la barriera anti esondazione entrerà in funzione una volta ogni 3 anni. I panconi saranno montati a ridosso del parapetto: verranno infilati tra i pali guida che saranno realizzati nello stile del parapetto ottocentesco in ghisa a tutt’oggi sottoposto ad un intervento di restauro. Per montare i panconi saranno impiegate 4 squadre da cinque uomini. Gli operai saranno in grado di montare la prima fila (quella per le esondazioni minime) in 7 ore dal momento in cui il Consorzio dell’Adda diramerò l’allerta esondazione. Un’emergenza che comporterà il montaggio di tutti e 690 panconi, cioè tutti i tre livelli di altezza (2.30 metri sopra lo zero idrometrico), costerà al Comune di Como 30.000 euro. Ed a proposito di costi anche quelli definitivi di quest’opera sono cambiati. Il sistema di barriere mobili antiesondazione costerà, infatti, alla città 19 milioni e 63mila euro, quattro milioni in più rispetto a quanto ipotizzato dopo la vicenda del muro che risale ormai a due anni fa. A contribuire a questo aumento l’onere rappresentato dalla seconda perizia di variante che prevede la posa di panconi antiesondazione, delle guide che serviranno per ancorarli al fondale nonché la posa di palancole tra lungolago Trieste e la nuova passeggiata. Questa cifra, comunque, non è complessiva di tutta l’opera in quanto bisognerà poi aggiungere le quote destinate per la finitura della passeggiata (arredi urbani, pavimentazione, ecc.), oggetto della terza perizia di variante per la quale Regione Lombardia avrebbe già stanziato 2 milioni di euro. Nel frattempo la Sacaim, la ditta di Venezia che si è aggiudicata l’appalto, ha presentato in Municipio una lettera con la quale presenta una serie di «riserve» e che richiede 5 milioni di euro in più per realizzare opere aggiuntive. Se quindi le cifre non sono definitive lo stesso discorso vale anche per ciò che concerne i tempi del cantiere. I lavori nella zona di Sant’Agostino, attualmente fermi da diversi mesi, non dureranno meno di un anno. Per quanto riguarda l’intera opera dal Comune fanno presente che, in caso di conferma di tutti i finanziamenti e nessun nuovo problema, il lungolago dovrebbe essere ultimato per la fine del 2013, cioè con 34 mesi di ritardo rispetto alla data di conclusione iniziale, ovvero l’8 gennaio del 2011. (l.cl.) “Caro”... trasporto pubblico... S ettembre è alle porte, e con il suo arrivo la ripresa a pieno regime dei ritmi di vita contrassegnati dagli impegni di lavoro e di studio, ma il mondo del trasporto pubblico, anche a Como, non è mai andato in vacanza. Lo scorso 1° agosto, infatti, è entrata in vigore la seconda tranche degli adeguamenti tariffari relativi ai costi del trasporto pubblico pari al 9,09%. Un “ritocco” alle tariffe resosi necessario a causa dei tagli delle risorse al trasporto pubblico locale determinati dalla precedente manovra finanziaria, quantificate privato, magari con un’autovettura a gpl, perché garantisce standard migliori sulla per la Lombardia in 82 milioni di euro. Sono qualità del viaggio (pur con gli evidenti state comunque confermate le tariffe dei disagi che riguardano attualmente il titoli integrati regionali “Io viaggio ovunque tracciato dell’A9 soggetto ai lavori per in Lombardia” e dei servizi di navigazione l’ampliamento alla terza corsia). Trenord, sul lago d’Iseo, unico bacino dove il servizio società che gestisce i collegamenti ferroviari di trasporto è regionale e non nazionale regionali lombardi, in collaborazione con come accade, per esempio, per il Lario. Gli Regione Lombardia e le Associazioni degli incrementi delle tariffe hanno scatenato utenti e consumatori, intanto si appresta non poche proteste, soprattutto da parte dei ad attuare un percorso di verifica delle pendolari, che evidenziano la mancanza condizioni di trasporto al fine di valutare di qualità nel servizio di trasporto pubblico l’impatto delle innovazioni introdotte negli ed il fatto che questi ultimi aumenti tariffari ultimi mesi nonché individuare eventuali rischiano di far incrementare il caos sulle ulteriori miglioramenti. In attesa che strade in quanto molti utenti sarebbero intenzionati a tornare ad affidarsi al trasporto l’indagine di Trenord dia i suoi risultati c’è chi, nel nome di una trasformazione culturale dei cittadini, affinché siano soggetti attivi nel perseguire un obiettivo piuttosto che semplici richiedenti passivi, ha dato vita ad un sito internet locale nel quale l’utenza pendolare effettua un monitoraggio costante e preciso del trasporto pubblico con segnalazioni su qualsiasi tipo di disservizio: dai ritardi alla mancanza di riscaldamento o condizionamento delle carrozze, dalla sporcizia dei sedili e dei treni a quella delle stazioni e dei loro servizi igienici. Si tratta del sito internet www.coordinamentopendolari. it, promosso dai pendolari delle tre aree della provincia di Pavia (Oltrepò, Lomellina, Pavese). Un esempio concreto di come coloro che utilizzano i trasporti pubblici possono non solo lamentarsi, giustamente, ma anche documentare il motivo dei loro lamenti. L’obiettivo è che le segnalazioni comprovate possano diventare motivo di riflessione da parte del Consiglio Regionale che si appresta a discutere la riforma del trasporto pubblico (circoscritta però al solo trasporto su “gomma”) a partire dal prossimo autunno. Un esempio che potrebbe essere benissimo preso in considerazione anche da parte delle migliaia di cittadini di Como e provincia che quotidianamente si apprestano a prendere nuovamente i mezzi pubblici per raggiungere, per motivi di studio o di lavoro, Milano. (l.cl.) ComoCronaca uto Auto-Ai L’impegno dell’associazione che riunisce familiari e amici di chi si è scontrato con la dipendenza Al-Anon, quando l’alcolismo non fa paura “C ’è un posto dove l’alcolismo non fa paura: Gruppi Familiari: AlAnon”. È su questo slogan che si fonda l’impegno dell’associazione che riunisce figli, mogli, mariti, amici di alcolisti. Uomini e donne che hanno riscoperto il gusto della vita, dopo aver sperimentato l’oblio. Al-Anon Italia celebra quest’anno i suoi 35 anni di vita, lo farà con una grande festa, a Rimini il 16, 17 e 18 settembre. Quella sede sarà l’occasione per festeggiare Prsente anche a Como da 28 anni questa realtà prosegue nel suo cammino di sensibilizzazione anche i 60 anni di presenza mondiale di un’associazione (nata negli Stati Uniti nel 1951) che ha restituito, nel mondo, luce e speranza a milioni di persone. Per Al-Anon Como il 2011 scandisce il 28° anno, un traguardo importante che conferma la bontà di una voce ormai ben radicata sul territorio. «Al-Anon rappresenta un approdo sicuro per chi si è scontrato, in famiglia, con il dramma dell’alcolismo – ci dicono alcuni volontari –. Per questo l’associazione oltre ad offrire uno spazio aperto di ascolto e confronto è continuamente al lavoro per farsi conoscere, incontrando giovani, adulti, associazioni, parrocchie. Girando per il territorio ci facciamo portatori di un messaggio di speranza». E, com’è ormai tradizione, anche il 2011 è stato, per Al-Anon Como, un anno frenetico, con un calendario denso di appuntamenti. «Abbiamo incontrato 11 classi dell’istituto Magistri Cumacini – proseguono i volontari -. Siamo stati nei vicariati del Bisbino e della Bassa Comasca; abbiamo incontrato i volontari della Croce Rossa di Cernobbio, Como, Montorfano; della Croce Verde di Fino; gli infermieri che frequentano la Scuola dell’ospedale S. Anna e i corsisti della Scuola Socio Sanitaria dell’Enaip; abbiamo avviato contatti con la Val d’Intelvi e la Tremezzina per portare anche lì la nostra testimonianza. Con le stesse Croce Rossa e verde abbiamo già programmato nuovi incontri a settembre, nella speranza di avviare un dialogo che possa durare nel tempo…» Un seminare continuo di parole, in lungo e in largo per il territorio, nella speranza di arrivare sempre più lontano, per regalare un sorriso, per restituire fiducia a chi teme di averla perduta. «Quello che facciamo non è altro che condividere, con chi incontriamo, un percorso di rinascita. Perché grazie ad Al-Anon ciascuno di noi è rinato, ha ritrovato gusto per la vita. Un messaggio che cerchiamo di lanciare con forza ovunque sia possibile» perché l’alcolismo non ha barriere di ceto o di età, e può toccare chiunque, all’improvviso, e svuotare di senso il progetto di una vita. «È bello pensare che davvero esista un posto in cui l’alcolismo non faccia paura. E questo è ciò che ribadiamo con forza, ad ogni nostra testimonianza. Un luogo in cui trovare comprensione, accoglienza, condivisione, amicizia senza pregiudizi. Una “famiglia” che ti offre, con semplicità, la possibilità di riappropriarti della tua esistenza, restituendoti la vita che credevi di avere perduto. Una vera e propria ancora di salvezza». I gruppi comaschi di AlAnon si trovano ogni martedì e sabato, dalle 21 alle 22.30, presso la vecchia chiesa di S. Giuseppe. Un appuntamento fisso che “vive”, senza interruzioni, da quasi un trentennio. «Non c’è festa che ci impedisca di incontrarci – continuano i volontari -. È capitato che questi due appuntamenti cadessero il 25 dicembre, il 31 dicembre o in feste comandate, e ciò non ha impedito di vederci ugualmente. Anzi: i giorni di festa sono spesso l’occasione in cui la sofferenza legata ad alcune ferite familiari si acuisce, ed ecco allora che i nostri incontri costituiscono il naturale “toccasana” dove recuperare energie e risorse emotive». Ma che cosa si fa durante gli incontri di Al-Anon? «Si parla, ci si confronta, ci si ascolta. Periodicamente qualcuno del gruppo propone un tema, sul quale ciascuno esprime la propria opinione. Per chi lo desidera è possibile condividere la propria storia, il proprio dolore. E quando lo si fa ci si libera di un peso infinito, per ritornare, piano piano, a respirare. Ma è anche l’occasione per dirsi cose belle, per registrare dei traguardi raggiunti…» Al-Anon, un luogo anonimo e sicuro per rinascere. Per saperne di più: 800-087-897. pagina a cura di Marco Gatti Sabato, 27 agosto 2011 13 Notizie flash ■ S. Anna La necessità di ritrovare presto una nuova sede Per quasi un ventennio Al-Anon ha garantito una presenza costante, ogni sabato pomeriggio, presso l’ospedale S. Anna di Como. Uno sportello informativo a disposizione dell’utenza ospedaliera. Questo spazio, con la realizzazione del nuovo ospedale S. Anna, è, al momento scomparso. «Speriamo quanto prima si possa definire una collocazione idonea per noi anche nella nuova sede – fanno sapere i volontari -, lo sportello rappresentava infatti un punto informativo essenziale per far sapere l’esistenza di questa realtà di mutuo-aiuto». ■ Una realtà I Gruppi familiari Al-Anon: condivisione e speranza Dal sito: www.al-anon.it “I Gruppi familiari Al-Anon sono un’associazione di familiari ed amici di alcolisti, che si riuniscono per condividere esperienza, forza e speranza allo scopo di risolvere il problema comune. Noi crediamo che l’alcolismo sia una malattia che coinvolge tutta la famiglia e che un cambiamento di atteggiamenti possa favorire il processo di recupero. Al-Anon non è affiliata ad alcuna setta, fede, partito politico, organizzazione o istituzione, non si impegna in alcuna controversia, né appoggia o si oppone ad alcuna causa. Non vi sono quote da pagare per essere membri di Al-Anon. Il nostro mantenimento è autonomo e avviene attraverso i nostri contributi volontari. Al-Anon ha un solo scopo: aiutare le famiglie degli alcolisti. Questo fine lo realizziamo mettendo in pratica i Dodici Passi, offrendo accoglienza e conforto alle famiglie degli alcolisti, e dando comprensione e incoraggiamento all’alcolista. Prenditi un momento per rivolgere a te stesso le seguenti domande: Sei preoccupato per il bere di un’altra persona? oppure Sei cresciuto con una persona per cui l’alcol è un problema?. Se ti identifichi con alcune di queste domande è importante che tu sappia che con una telefonata si può trovare aiuto e speranza per amici e familiari di alcolisti”. ❚❚ La testimonianza Hai l’alcolsimo in casa? Vuoi saperne di più? Hai bisogno di aiuto? I Gruppi Familiari Al-Anon possono offrirti le informazioni che cerchi Telefona allo: 800 087 897 «Oggi mi sento una persona nuova» L a sua è una storia come tante. La storia di un dolore che si è tramutato in forza, speranza, coraggio. «Sono nata e cresciuta in una famiglia in cui uno dei miei genitori era alcolista. Per anni ci ho convissuto pensando che la bottiglia fosse la normalità, così come gli sbalzi di umore di chi mi era accanto. Per anni ho coltivato profondi sensi di colpa rispetto a quello che vedevo e stavo vivendo, percependomi impotente per quanto accedeva attorno a me. Ho provato a lungo sentimenti contrastanti: odio, amore, paura, insicurezza. Ho alternato più volte l’illusione fosse tutto risolto alla cruda consapevolezza che, in realtà, non c’era nulla da fare. Ho coltivato dentro di me un profondo senso di smarrimento, di delusione rispetto ad aspettative riposte di ripresa che, puntualmente, si rivelavano vane». Un vuoto sempre più profondo e buio, alimentato da un diffuso senso di impotenza e dalla vergogna di accet- tarsi “diversa” da tutte le altre famiglie “normali”… o, in realtà, presunte tali. «Ad un certo punto è scattato in me il desiderio di salvarmi. Ho deciso che non sarei più stata disposta a subire, nè a sentirmi complice, in quanto fino ad allora ero andata assumendomi responsabilità che non erano mie. La mia vita, fino ad allora, era stata vissuta in funzione di quel disagio. Era tempo che me ne riappropriassi, che iniziassi a fare qualcosa per me. Tramite un articoletto sul giornale scoprii l’esistenza di Al-Anon e lì mi si accese la lampadina. Il primo incontro lo vissi piangendo: fu un pianto liberatorio. Mi sono così svuo- tata di un peso che mi opprimeva l’anima. E da lì è iniziato il mio cammino. Oggi, grazie ad Al-Anon, dentro di me tutto è cambiato, sono una persona nuova, serena, che riesce a dormire la notte. Il problema del mio genitore non è stato superato, perché lui non ha ancora voluto farsi aiutare, ma grazie ad Al-Anon mi sono accorta di come si possa voler bene ad un padre o a una madre che beve senza sostituirsi a lui o a lei. In Al-Anon parliamo di “distacco con amore”, che non significa essere egoisti e prendere le distanze da chi sta male, ma ritrovare contatto con la realtà. Così si esce dal mondo delle favole e si inizia a capire che cosa davvero si può fare per riscopriree se stessi. Oggi l’entusiasmo che ho ritrovato nella vita cerco di restituirlo a chi sta attorno a me, per questo porto la mia testimonianza dove posso, rilanciando il senso di una speranza che non muore mai. Tutto questo grazie agli amici di Al-Anon». ComoCronaca 14 Sabato, 27 agosto 2011 Decisa la richiesta di coesione e condivisione Notizie flash ■ S.I.L.V.I.A. o l l e p ap Un sito internet per portare un sorriso ai bambini meno fortunati Le associazioni unite per arginare la crisi U Spunti di riflessione lanciati qualche settimana fa, ma di incalzante attualità n appello alla crescita e allo sviluppo. A lanciarlo, agli inizi del mese di agosto, quando il popolo comasco si apprestava a chiudere i battenti per le ferie, una nutrita squadra di associazioni comasche (Ance Como, Cgil Como, Cia Como-Lecco-Sondrio, Cisl Como, Cna Como, Confagricoltura Como-Lecco, Confartigianato Como, Confcommercio Como, Confcooperative Como, Confesercenti Como, Confindustria Como, Legacoop Como, Uil Como) in rappresentanza delle del lavoro e dell’economia, - si legge imprese e dei lavoratori per esprimere nel documento - rivolto al governo profonda preoccupazione rispetto a nazionale e alle amministrazioni locali, quanto sta accadendo nel nostro Paese, è condiviso dalle ACLI di Como e dalla soffocato dalla crisi, dalla speculazione Caritas Diocesana. L’esperienza di finanziaria e da una dialettica politica queste due organizzazioni e di molte iniqua e improduttiva. Decisi i richiami altre che nel nostro territorio hanno ad un governo in grado di mettere al come riferimento la dottrina sociale centro di ogni sua iniziativa un “Patto della Chiesa e il magistero dei Vescovi, per la crescita”; ad un forte slancio per porta ad alcune considerazioni che la definizione di una adeguata riforma vogliamo sinteticamente esplicitare. Una fiscale; ad interventi concreti per il unità di intenti tra le parti politiche e le risanamento dei conti pubblici, per la forze sociali, un impulso all’economia riforma della pubblica amministrazione e e alla produttività, la fine di sprechi e per una più serrata lotta contro l’evasione di posizioni di vantaggio, in particolare fiscale. Con specifico riferimento alla nell’ambito politico, sono obiettivi nostra provincia “Bisogna ristabilire imprescindibili per la sopravvivenza del un clima di fiducia – recitava, tra l’altro, nostro Paese. D’altra parte ci pare che l’appello - e di credibilità diffuse, questi obiettivi possono essere raggiunti realizzare immediatamente i progetti da solo a condizione che siano condivisi e tutti condivisi, emarginare chi antepone vissuti come propri da tutti i cittadini, al bene pubblico gli interessi individuali e a partire da quanti sono chiamati ai di consorteria”. A riprendere questo invito, maggiori sacrifici. La politica degli ultimi nei giorni seguenti, sono state anche Acli anni e la cultura dominante hanno fatto e Caritas, con un documento congiunto, sì che in Italia ancor più che nel resto del a conferma della generale attenzione da mondo il divario tra chi possiede di più, parte del mondo dell’associazionismo e in termini di reddito, di opportunità, di del mondo cattolico nei confronti della privilegio, e chi ne è privato sia cresciuto crisi in atto. “L’appello delle associazioni a dismisura. Il governo nazionale e quelli comasche rappresentanti il mondo locali hanno fatto ricadere sui ceti deboli L’attuale situazione economica È un quadro in chiaroscuro quello offerto dal “report” della Camera di commercio di Como relativo al secondo trimestre 2011. Un quadro che segnala l’aumento del numero delle imprese (che ha portato a 50.856 le aziende iscritti all’anagrafe camerale, 282 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); la crescita della produzione manifatturiera (+ 5,9%, dato che colloca la provincia al quinto posto tra i capoluoghi lombardi) e del settore artigiano (in questo caso più lenta rispetto al trimestre precedente). Positivi i risultati per il turismo che segnala un saldo di 322.626 arrivi con un incremento del 11% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (+15% arrivi stranieri; + 1,8% arrivi italiani). In crescita anche le giornate presenza (+7,6% con un +10% per la componente straniera e un +0,6% per la componente italiana). Positivi anche i dati sull’export, che si conferma settore di traino per la produzione. Sul fronte del mercato del lavoro per il primo semestre 2011 ci sono segnali di miglioramento con un aumento del numero degli avviati al lavoro e un calo delle persone alla ricerca di un posto di lavoro. Il flusso dei disoccupati risulta pari a 7.966 unità, in flessione del 10% rispetto al 2010 (la flessione è molto più accentuata per i maschi). Gli avviati al lavoro solo 27.575 unità (+9%). Le proiezioni sul 3° trimestre (periodo luglio – settembre 2011) elaborate da Excelsior indicano per il primo trimestre 2011 una previsione di 162.600 assunzioni a livello nazionale, 26.400 a livello regionale e circa 1400 a livello provinciale. Resta elevata la domanda di lavoro prevista in provincia. tutti i costi della crisi, tagliato i servizi sociali, ridotto le speranze di una vita dignitosa anche alle classi un tempo intermedie. Il ceto politico, e recenti avvenimenti fanno pericolosamente pensare ad un’omologazione delle parti, ha approfittato di questo clima e lo ha alimentato. In questo contesto uno slancio di tutta la comunità non può che avere come fondamento l’equità e la ricostruzione di un tessuto sociale in cui siano ristabiliti i valori della solidarietà e della democrazia anche economica. Un tentativo di far rinascere il Paese che non si basi su questi principi e non coinvolga e convinca la gente della necessità di sacrifici in un contesto di giustizia sociale, è destinato a fallire. Anche a Como e nel quotidiano ACLI e Caritas incontrano le vittime di questo sviluppo iniquo della nostra società e di quella globale: i drop out di ogni genere che si rivolgono ai Centri di Accoglienza, i profughi accolti grazie al volontariato e in assenza delle istituzioni locali, i disoccupati che chiedono aiuto alle parrocchie. Ma anche i pensionati che cercano un minimo di tutela al Patronato, le famiglie che si organizzano con servizi comuni per sopravvivere. Non tener conto delle esigenze di questo popolo e confidare solo su un generico rilancio dell’economia dei garantiti sarebbe non solo moralmente ingiusto, ma politicamente sbagliato, non raggiungerebbe alcun obiettivo duraturo. Il volontariato organizzato, determinante in questa fase di profonda difficoltà accentuata dalla contrazione delle risorse pubbliche, oltre ad offrire un aiuto concreto alle persone in difficoltà, diviene anche occasione di maggiore consapevolezza e si trasforma in azione politica. Quella politica di qualità, capace di sentire, leggere, amare il proprio territorio e la gente che lo abita, capace di costruire azioni e prospettive orientate al bene comune mediante la partecipazione attiva dei cittadini, unico vero antidoto alla politica degli affari, degli interessi personali, del clientelismo che tanto ha allontanato la gente dalla responsabilità sociale e politica”. Week End a budapest con scacciapensieri Da venerdì 11 a domenica 13 novembre. Le prenotazioni entro e non oltre il 29 di settembre L’ Associazione Culturale Scacciapensieri promuove per venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 novembre un week-end a Budapest. Il programma prevede la visita alla capitale della Repubblica d’Ungheria, in particolare al quartiere di Buda sulla riva destra del Danubio con la Fortezza, la Chiesa di Mattia, il Bastione dei pescatori e al quartiere di Pest sulla riva sinistra del grande fiume con il Palazzo del Parlamento (esterno), la piazza degli Eroi, la Basilica di Santo Stefano. È inoltre prevista un’escursione sull’ansa del Danubio. L’iniziativa è organizzata con la collaborazione di G EA WAY - Tour Operator - Sulla Via di Damasco srl. La quota di partecipazione è di 560 euro, che comprende il volo andata/ritorno da Milano Malpensa a Budapest in classe economica; le tasse aeroportuali; la sistemazione in hotel L’apertura di un sito internet per far conoscere tutte le iniziative che saranno realizzate per portare un sorriso in più ai bambini meno fortunati. E’ l’ultima novità dell’associazione S.I.L.V.I.A, nata per ricordare Silvia Bizzozzero, morta a 33 anni per un tumore che nel giro di due anni l’ha strappata alla famiglia e agli amici. I suoi genitori hanno voluto che il suo nome diventasse un acronimo di solidarietà: per questo S.I.L.V.I.A. è diventato “Sorridere Illumina La Via Infondendo Allegria”. Silvia durante la malattia ha capito quanto difficile e dolorosa possa essere la permanenza in ospedale e ha dedicato tutto quello che le restava di vita e di forze per aiutare i bambini a sorridere anche nella malattia. I soci dell’associazione S.I.L.V.I.A., che hanno la propria sede a Cantù, vogliono continuare nel suo “lavoro” e sono sempre impegnati nella raccolta di fondi da destinare alle attività di supporto ai bambini ricoverati in ospedale e all’allestimento di spazi che rendano più piacevole la degenza in pediatria. Proprio grazie alle donazioni ricevute attraverso la vendita di piccoli presepi artigianali e di mini uova di Pasqua sono riusciti a realizzare diversi progetti come l’acquisto di un polissonigrafo stanziale e di due polissonigrafi embletta per i reparti di pediatria degli ospedali Sant’Anna di Como e Sant’Antonio Abate di Cantù. Inoltre hanno sponsorizzato ad un medico, presso l’ospedale di Pisa, un master di specializzazione per la terapia del sonno neonatale e hanno ideato un diploma da regalare ai bambini quando vengono dimessi dall’ospedale. In collaborazione con il professor Riccardo Longhi, primario del reparto di pediatria dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como, l’Onlus “S.I.L.V.I.A” ha già avviato diverse attività come la clownterapia con i Clown del dottor Sorriso, che aiutano i piccoli pazienti, attraverso giochi e scherzetti durante le terapie, a ritrovare il sorriso nonostante le sofferenze, e la musicoterapica, che mira ad alleviare gli stati d’ansia e le tensioni connesse alla malattia. Inoltre sta finanziando corsi settimanali d’arte – terapia, un’attività che permette di avvicinarsi al mondo della pittura e della creatività e di esprimere liberamente emozioni, sentimenti e fantasia. Per saperne di più chiunque può inviare un’e-mail all’indirizzo [email protected] ma soprattutto visitare il nuovo sito internet www.silviaonlus.org. Paolo Borghi 4 stelle; i pasti (dal pranzo del primo giorno alla colazione dell’ultimo giorno), le escursioni con pullman privato come da programma; gli ingressi e le visite guidate. Per maggiori informazioni e iscrizioni (entro e non oltre il 29 settembre), con versamento di un acconto di 370 euro: Associazione Culturale Scacciapensieri, tel. 345.3302077; e-mail: [email protected]; sito internet: http://scacciapensieri-isa.blogspot. com/. (s.fa.) GMG Madrid 2011 Sabato, 27 agosto 2011 15 Una partecipazione oltre le aspettative “S ono stati tre anni intensi di lavoro e preparazione, ma questa Gmg alla fine è andata benissimo”. Rafa Rubio, direttore della comunicazione della Gmg, traccia così un primo bilancio di questa Giornata mondiale della gioventù 2011. “I madrileni hanno accolto questi pellegrini con tanta ospitalità e allegria e loro hanno offerto al mondo una testimonianza di come si possa essere giovani appassionati”. “È stata una vigilia emozionante, quella a Quatro Ventos. Onestamente non ci aspettavamo tanti giovani” (Non ci sono dati certi ma si parla di quasi 1,5 milioni di persone). Tutti i discorsi pronunciati da Papa Benedetto XVI durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid e le catechesi dei vescovi sono disponibili sul sito ufficiale della GMG all’indirizzo web: www.gmg2011.it ✎ La brezza S ulle strade e nelle piazze di Madrid, che per alcuni giorni hanno accolto il mondo, il Papa passa, ascolta, parla. Sfiora tutti con la lievità di una carezza. È il suo stile. Mai una formalità, sempre un profondo rispetto dell’altro, chiunque egli sia. Al punto che tra gli “indignados” alla Puerta del Sol alcuni, contrari alle offese e alla volgarità, scoprono che quest’uomo vestito di bianco e i suoi amici non sono affatto distanti dai loro problemi. Attraverso quelle madrilene una brezza passa sulle piazze del mondo perché il dialogo e non la violenza le abiti. Sorprende a fa nascere domande questo passaggio leggero. La prima è rivolta a ogni persona, al significato che ognuno dà alla presenza o all’assenza di Dio nella vita personale e nella storia di tutti. È un invito alla ricerca della verità che, ha ripetuto più volte il Papa, non è uno slogan, non è un’ideologia, non è un’astrattezza. Cita Platone per dire che l’essere giovani non dipende dall’anagrafe ma dal desiderio di cercare, di scoprire, di conoscere. Il contrario di “ever green” e di “ever young”. La ricerca, precisa infatti il Papa alle nuove generazioni, deve essere per giungere a “qualcosa di grande nella vita, qualcosa che vi dia pienezza e felicità”. Come realizzarla da cristiani nella società di oggi? Come “continuare ad aspirare a grandi ideali” in una cultura relativista? La risposta, ribadisce, è una Persona, è Cristo. La brezza di questa parola attraversa l’accampamento di Cuatro Vientos dove, dopo l’improvviso e violento acquazzone, riappare il cielo azzurro di Madrid e il Papa ringrazia commosso per la forza, la resistenza e l’allegria. Ancora una volta ha la prova di non essere solo. I giovani sono stanchi per il cammino e per l’incandescenza del giorno ma gli applausi mentre diluvia dicono che non basta una grande fatica per smorzare l’attenzione e l’entusiasmo, non basta per affievolire un abbraccio. Capiscono che qualcuno sta dicendo loro che c’è Chi li ama e per questo sono anch’essi chiamati ad amare gli altri. A cominciare dagli ammalati, dai bisognosi, dai diversi. Molti, in un orizzonte di cose grandi, si sentono poi chiamati a realizzare nel matrimonio “un progetto d’amore vero che si rinnova e approfondisce ogni giorno condividendo gioie e difficoltà e che si caratterizza per un dono della totalità della persona”. Altri sono chiamati da Cristo “a seguirlo più da vicino nel sacerdozio e nella vita consacrata”. Progetti di vita che la “generazione di Benedetto XVI”, più giovane di altre in questa Gmg, avverte come grandi avventure per le quali vale la pena spendersi e rischiare. La via maestra da percorrere per raggiungere mete così alte è l’amicizia con il Signore. Un colloquio da coltivare ogni giorno con lo slancio e la freschezza di una Gmg La brezza di queste parole continua a soffiare sull’accampamento a Cuatro Vientos. Non solo per una notte. Al mattino Benedetto XVI ritorna. Prendendoli per mano e facendosi prendere da loro per mano conduce la ricerca della verità all’incontro con la Verità. Insieme sulle strade del mondo, dove cammina un’umanità spesso affaticata e smarrita, diventano costruttori di speranza. La Gmg finisce. Come per tutte le precedenti venticinque Gmg quella brezza, in cui è il sorriso di Giovanni Paolo II, continuerà a soffiare nei luoghi del lavoro, della cultura e della politica. Farà nascere domande, indicherà la strada che porta alle risposte e alla Risposta. Una giornata finisce, l’avventura continua. da Madrid PAOLO BUSTAFFA direttore agenzia SIR Le parole del Papa. Il mandato ai giovani del 21 agosto Portate il Vangelo a tutti Cari giovani, Lo stesso Cristo si riferisce ad essa come con la celebrazione dell’Eucaristia alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare Dal Papa l’invito ai giungiamo al momento culminante Cristo dalla Chiesa, come non si può di questa Giornata Mondiale della giovani ad essere presenti separare la testa dal corpo (cfr 1Cor 12,12). Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in La Chiesa non vive di se stessa, bensì del gran numero da ogni parte, il mio cuore nella vita delle parrocchie Signore. Egli è presente in mezzo ad essa, e si riempie di gioia pensando all’affetto le dà vita, alimento e forza. speciale con il quale Gesù vi guarda. perché la fede cristiana Cari giovani, permettetemi che, come Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare suoi amici (cfr Gv 15,15). Egli vi viene questa fede che ci è stata trasmessa dagli non può essere vissuta incontro e desidera accompagnarvi Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Dio, al nel vostro cammino, per aprirvi le individualmente ma solo centro della vostra vita. Però permettetemi porte di una vita piena e farvi partecipi anche che vi ricordi che seguire Gesù nella nella comunione della sua relazione intima con il Padre. fede è camminare con Lui nella comunione Noi, da parte nostra, coscienti della della Chiesa. Non si può seguire Gesù da della Chiesa grandezza del suo amore, desideriamo soli. Chi cede alla tentazione di andare «per corrispondere con ogni generosità conto suo» o di vivere la fede secondo la a questo segno di predilezione con mentalità individualista, che predomina il proposito di condividere anche con gli altri la gioia che nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui. che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella delle loro inquietudini personali. Ma chi è Lui veramente? degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla terra tanti generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo, anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi? che vi ha fatto scoprire la bellezza del suo amore. Per la crescita Nel Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Mt 16,13-20) vediamo della vostra amicizia con Cristo è fondamentale riconoscere descritti due modi distinti di conoscere Cristo. Il primo l’importanza del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, consisterebbe in una conoscenza esterna, caratterizzata comunità e movimenti, così come la partecipazione dall’opinione corrente. Alla domanda di Gesù: «La gente chi all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al dice che sia il Figlio dell’Uomo?», i discepoli rispondono: sacramento della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia meditazione della Parola di Dio. Da questa amicizia con Gesù o qualcuno dei profeti». Vale a dire, si considera Cristo come nascerà anche la spinta che conduce a dare testimonianza un personaggio religioso in più di quelli già conosciuti. Poi, della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto rivolgendosi personalmente ai discepoli, Gesù chiede loro: o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella che è conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi la prima confessione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo vivente». La fede va al di là dei semplici dati empirici o storici, ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno ed è capace di cogliere il mistero della persona di Cristo nella certamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, giovani sua profondità. Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi venuti dai cinque continenti, sia una meravigliosa prova con la stessa domanda che fece agli apostoli: «Ma voi, chi dite della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: «Andate in che io sia?». Rispondetegli con generosità e audacia, come tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù, 16,15). Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me. discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e, Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici, vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di gioia che mai mi abbandona. vita senza Dio.Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto Nella sua risposta alla confessione di Pietro, Gesù parla del mio cuore. Vi raccomando alla Vergine Maria, perché vi della Chiesa: «E io a te dico: tu sei Pietro, e su questa pietra accompagni sempre con la sua intercessione materna e vi edificherò la mia Chiesa». Che significa ciò? Gesù costruisce insegni la fedeltà alla Parola di Dio. la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che confessa la BENEDETTO XVI divinità di Cristo. Sì, la Chiesa non è una semplice istituzione omelia pronunciata domenica 21 agosto umana, come qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio. Cuatro Vientos - Madrid GMG Madrid 2011 16 Sabato, 27 agosto 2011 ● L’incontro con la Chiesa ● La gioia nell’ascolto delle spagnola nel gemellaggio catechesi e nel confronto a Salamanca sulle parole dei vescovi ● Le fatiche e i disagi vissuti assieme a persone non scelte ma incontrate Fatica e gioia per scoprire ciò che conta davvero L a Giornata Mondiale della Gioventù è cominciata, per 125 giovani della nostra Diocesi, con il gemellaggio con la Diocesi di Salamanca. Assieme a loro altri ragazzi del Gruppo Adda - Ticino, appartenenti alle Diocesi di Lodi e Vigevano per un totale di 200 pellegrini. Poi Madrid, dove è avvenuto l’incontro con i partecipanti della Diocesi alla GMG che hanno scelto di vivere l’intera settimana a Madrid o di giungervi con mezzi propri solo per alcuni giorni. Raggiunta nella spianata di Cuatro Vientos, dove Benedetto XVI ha presieduto la veglia di sabato 20 e la Messa di domenica 21, don Emanuele Corti, direttore dell’Ufficio Pastorale dei Giovani, ha tracciato un bilancio di quella che è stata l’esperienza diocesana in Spagna, a Salamanca prima e Madrid poi. Al limite del settore C8, stipato di pellegrini, molti dei quali comaschi, don Lele ha ricordato come l’esperienza del gemellaggio sia stata «l’occasione per trovare le coordinate giuste per vivere la GMG». Perché – ha spiegato il sacerdote – «è stato un incontro concreto con la Chiesa spagnola, almeno di quella Diocesi che noi abbiamo visitato, soprattutto nelle famiglie che hanno aperto le loro abitazioni con tanta generosità, gratuitamente, davvero senza chiederci nulla e facendoci sentire a casa». L’accoglienza spagnola è stata davvero apprezzata dai giovani della nostra Diocesi: «Subito hanno realizzato in maniera splendida il loro desiderio di farci sentire a casa e ci siamo sentiti accolti e coccolati – ha spiegato don Lele –. E di quelle coccole ricevute a Salamanca abbiam fatto un po’ di crediti per i giorni successivi da vivere a Madrid». Occasioni importanti poi anche gli incontri con alcuni sacerdoti che hanno raccontato della realtà giovanile spagnola, «più difficile da accompagnare in un cammino di fede, rispetto alla nostra – ha riferito don Lele –. Per accoglierci hanno fatto la scommessa di coinvolgere e impegnare alcuni dei loro giovani che, quando noi siamo venuti via da Salamanca, hanno avuto il desiderio di partecipare alla GMG, mentre prima non ne vedevano il senso. Sono stati colpiti da noi che abbiamo fatto fatica e tanta strada per dire la nostra fede. Così ha funzionato una restituzione di servizio rispetto a quello che loro hanno fatto nei nostri confronti». Il gemellaggio si è sviluppato nell’incontro con la parrocchia ospitante, con l’insieme di quelle vicine e col pellegrinaggio vissuto da tutti i 3 mila giovani ospitati a Salamanca ad Alba de Tormes, dove si trova la tomba di Santa Teresa d’Avila, sopra la quale i presenti hanno celebrato l’Eucaristia col vescovo di Salamanca. «Poi – ha raccontato don Lele – siamo partiti per essere qui a Madrid e adesso siamo nel momento più centrale della Giornata Mondiale della Gioventù, anche se ne è il conclusivo. I giovani sono contenti, anche qui hanno avuto l’occasione di partecipare a catechesi belle, con i vescovi Angelo Spinillo di Acerra, Cesare Nosiglia di Torino e con il nostro vescovo Diego. Una buona parte del nostro gruppo – ha aggiunto il sacerdote – sono stati alla chiesa di San Juan de la Cruz, dove ci son stati il cardinale Angelo Bagnasco e i vescovi Mariano Crociata (rispettivamente presidente e segretario della Conferenza Episcoapele Italiana, ndr) ed Enrico Solmi di Parma». La gioia dei giovani è emersa nell’ascolto della parola dei vescovi e nei successivi confronti scaturiti dalle riflessioni, ma anche nel vivere il sacramento della riconciliazione e prepararsi poi alle celebrazioni conclusive nella spianata di Cuatro Vientos. «Non è mancata poi l’occasione di vivere da giovani anche la città – ha aggiunto don Lele –, partecipando a musical e concerti, ad uno spettacolo su Chiara Luce Badano, ad uno su Giovanni Paolo II e ad un musical del Gen Rosso. C’è stata una festa dei giovani di Azione Cattolica e tante altre iniziative, rendendo così davvero diverse le occasioni per vivere il tempo in queste giornate». Ma la Giornata Mondiale della Gioventù è stata anche un’esperienza faticosa, con quale imprevisto. «Come ogni esperienza in cui ci sono tante persone – ha spiegato il direttore dell’Ufficio Pastorale dei Giovani –, non può anche che esserci qualche difficoltà, fatica e incomprensione, qualche tensione a volte magari accentuata anche dalla stanchezza che ci si porta nel camminare tutto il giorno su e giù dai mezzi pubblici, peraltro molto efficienti a Madrid, o nel dormire per terra. Sono cose che si sanno dalla partenza, ma la carica degli eventi non permette di tenere sempre tutto in equilibrio. A volte anche piccole fatiche sembrano diventare molto grandi, però il fatto di viverle assieme è importante. Ci educa a poter vivere le fatiche anche quando siamo a casa, non solo quelle un po’ forti come queste, ma anche quelle della quotidinità». Non sono mancati, tra le fatiche, «un po’ di disguidi organizzativi – ha riferito don Lele –. Forse gli organizzatori aspettavano meno persone di quante poi effettivamente ce ne sono state. Anche gli alloggiamenti hanno avuto all’ultimo momento dei cambiamenti, c’è stata qualche difficoltà nel reperire i materiali del kit della GMG e non tutti li hanno avuti». Ma anche qui don Lele, che per giorni ha corso lungo le “avenida” e le “calle” di Madrid per risolvere i disguidi dei pellegrini, trova un risvolto positivo. «Queste fatiche – ha spiegato – chiedono di vedere qual è l’essenziale e anche quali sono le cose di cui si può fare a meno. Le difficoltà c’hanno forse permesso di concentrarci su ciò che conta davvero nella nostra vita, scoprendo soprattutto il valore dell’autenticità delle relazioni vissute con le persone che avevamo accanto, non scelte ma incontrate. C’è stato il tempo di conoscersi, scoprirsi, stupirsi e di camminare insieme. Alla fine tutto concorre al bene di coloro che amano Dio e anche le fatiche possono avere un risvolto davvero di forza, di crescita e di valore educativo da condividere». Ora, al ritorno da Madrid, non resta che fare tesoro di quanto ricevuto e vissuto. Sono preziosi, in questo senso, i consigli che lo stesso don Lele e monsignor Coletti avevano rivolto ai pellegrini della Diocesi di Como prima della partenza, attraverso le pagine di questo giornale. «Sarà importante come si tornerà e come si farà a calare l’esperienza nella vita di tutti i giorni – aveva detto don Lele –. Bisognerà essere capaci di raccontare, narrare, per far partecipi gli altri della nostra esperienza e per prendere noi maggior coscienza di quanto vissuto. Poi sarà importante riprendere con lucitidà, in un tempo disteso, quello che il papa avrà detto e che si sarà ascoltato con l’emotività dell’essere presenti». «Quanto sarà possibile vivere a Madrid – scriveva il vescovo Diego –, va fatto rivivere a lungo: in famiglia e in parrocchia, in oratorio, nel gruppo e nelle attività di studio e lavoro in cui si è impegnati, in modo che quanto si è sperimentato in quei giorni intensi e irripetibili possa prendere forma in nuovi stili di vita, in coraggiose scelte di servizio e solidarietà, in una dimensione più profonda e coerente di preghiera e di vita secondo il Vangelo». Allora l’esperienza della GMG per le centinaia di giovani della Diocesi di Como non è terminata con il ritorno da Madrid, ma comincia con il ritorno alla quotidianità. ALBERTO GIANOLI GMG Madrid 2011 La catechesi del vescovo Diego nella chiesa di San José Il Vangelo: lettera d’amore «R agazzi, quello che conta nella vita è farsi delle domande». Si sono risvegliati così, ieri mattina, i giovani pellegrini delle diocesi di Chieti-Vasto e di Palestrina, riuniti nella parrocchia del patrocinio di San José, nel popoloso quartiere di Vallecas, alla periferia sud di Madrid. A parlare ai ragazzi, in un clima sereno, allegro, ma di dialogo profondo, è stato Diego Coletti, vescovo di Como. Sul tema «Radicati in Cristo» il quesito rivolto ai pellegrini è «Tu chi sei? Come è costruita la tua identità? Dove affondano le radici dalle quali attingo l’energia che esprimo nella mia vita?». Le suggestioni che provengono dal «nostro» mondo, «la cosiddetta cultura dominante», vanno in tre direzioni, sintetizzate in tre immagini: «Lo specchio, cioè la chiusura in sé stesso, che ricorda il mito di Narciso. Il mosaico: la tendenza a costruire un’identità mettendo insieme tanti pezzetti pescati qua e là, fragile. E poi c’è il liquido, che non ha forma fissa e si adatta a qualunque tipo di contenitore, dunque è l’ambiente che di volta in volta dà forma all’identità». Ma c’è un’alternativa, rassicura Coletti, «esiste un’altra direzione. La radice della mia identità, il luogo dal quale traggo gli elementi che costituiscono il mio nome proprio, non potrebbe essere l’insieme delle relazioni con le persone, purché siano sincere e profonde, non interessate e strumentali, e diano vita ad una storia intessuta da me in modo libero e creativo?». Servono «parole belle, ragazzi. E ricordatevi che la più alta forma di espressione dell’identità di un popolo è la poesia», non la banalizzazione del linguaggio degli sms, con le «parole anestetiche e anaffettive» con cui l’uomo diventa un mero consumatore. Dalla poesia a Gesù il passo è brevissimo perché Cristo «ci ha scritto una bellissima lettera d’amore: il Vangelo. E solo con questa lettura si costruisce la nostra identità cristiana. La nostra irripetibile e unica identità sta proprio nel nostro rapporto con Gesù. Ma lo conoscete veramente? Gli avete dato spazio per parlarvi?». Che posto ha nella vita la Sua parola? Che rapporto c’è con Lui nella preghiera, nei Sacramenti, nell’Eucaristia? «Posso dire di essermi innamorato di Gesù? Di essere dentro la sua passione?». Ascoltano attenti. «Se volete fondarvi in Cristo, scelta necessaria per un’identità cristiana, aprite il Vangelo, leggetelo». La catechesi volge alla fine, Coletti, esprime un desiderio: «Mi piacerebbe che uno dei frutti di questa Giornata Mondiale della Gioventù fosse questa intenzione: non passerà giorno, da ora in avanti, in cui non aprirò, leggerò e mediterò qualche riga del Vangelo». Ma «fate attenzione, può essere pericoloso – sorride – perché cambia la nostra identità». Un invito finale, scritto in un foglietto da ripiegare e portare a casa in Italia: «Bisogna entrare nell’esperienza dell’apostolo Paolo; un uomo che ha una sola radice: il suo essere in Cristo». MICHELA CORICELLI tratto da Avvenire di venerdi 19 agosto ◆ I gruppi alla GMG Da Sondrio a Madrid con tappa a Lourdes L’ idea di partecipare alla GMG è nata da una chiaccherata di fine dicembre fuori dall’oratorio della parrocchia Beata Vergine del Rosario. Alcuni amici, un’automobile e l’idea di viaggiare all’avventura attraverso Francia e Spagna per arrivare a Madrid. «Magari – si ipotizzava – potrebbe starci una tappa a Lourdes all’andata e una al ritorno per riposare». Poi gli amici sono aumentati ed è nata l’idea di viaggiare in pulmino, ma l’entusiasmo contagioso ha fatto salire il numero dei partecipanti, 18. L’ideale per noleggiare due pulmini e confermare l’idea di viaggiare da Sondrio a Lourdes e quin- di giungere a Madrid per gli ultimi giorni della GMG, dal venerdì alla domenica. Nei mesi si sono susseguiti i confronti e le discussioni, anche accese tra il gruppo. Qualcuno voleva raggiungere Madrid in aereo, altri mantenere il viaggio in pulmino, qualcuno variare le tappe. Ma mai nessuno ha pensato di mancare all’esperienza della GMG, all’incontro con i rappresentati giovani della Chiesa universale che, per quasi tutti i partecipanti, non era ancora avvenuto né a Sydney né a Colonia. Dopo varie vicissitudini si è giunti a decidere di viaggiare in pullman con due auti- RACCONTACI ANCHE TU L’ESPERIENZA DEL TUO GRUPPO ALLA GMG: INVIA UN’E-MAIL A [email protected] sti, Francesco e Danilo, disposti a vivere con noi la GMG, adattandosi ai pasti e ai luoghi scelti per dormire. Siamo partiti da Sondrio la sera di mercoledì 17 agosto, tappa a Lourdes il giorno seguente per partecipare alla Messa e alla processione coi flambeaux. Quindi venerdì verso Madrid, dove siamo arrivati giusto in tempo per partecipare alla Via Crucis col papa. Domenica, dopo la Messa, via verso Sabadell per la notte e quindi lunedì a Sondrio. Sabato, 27 agosto 2011 17 GMG Madrid 2011 18 Sabato, 27 agosto 2011 GMG 2011 - GMG 2013. Già in cammino verso Rio de Janeiro Foto Sir F esta “carioca” al parco sono venuti a Madrid Casa de campo di affinché possano farsi Madrid, non lontano animatori attivi delle loro da Palacio Real, comunità. Abbiamo davanti dopo l’annuncio ufficiale di a noi due anni, un tempo Benedetto XVI che la prossima relativamente breve. Questo Giornata mondiale della può essere un problema, gioventù (Gmg) sarà a Rio de ma anche una risorsa, dal Janeiro, in Brasile, nel 2013. momento che non permette A poche ore dal termine della di abbassare la guardia, Gmg madrilena il parco si chiede un impegno che è animato con una no-stop parta fin da subito”. musicale e tanti giovani che Quale eredità portate a cantano e ballano, avvolti nelle casa da Madrid, utile per bandiere verde-oro. In serata la preparazione della l’arrivo della croce della Gmg, prossima Giornata? che nei prossimi due anni “Vogliamo che il cammino sarà portata in pellegrinaggio che stiamo per percorrere nelle diocesi brasiliane. Tra sia missionario: questa è la l’entusiasmo generale il SIR chiave più importante della ha incontrato, mons. Eduardo preparazione di questa Pinheiro da Silva, presidente giornata e il contributo che della Commissione episcopale essa può dare alla pastorale per la pastorale giovanile giovanile brasiliana. della Conferenza episcopale D’altra parte pure il brasiliana e vescovo ausiliare Documento di Aparecida di Campo Grande, nel Mato (prodotto a conclusione Grosso del Sud. della quinta Conferenza I giovani come hanno accolto generale dell’episcopato la notizia (per la verità già Festa “carioca” e grande entusiasmo aMadrid dopo l’annuncio ufficiale latinoamericano e nota da qualche tempo) del Caribe nel 2007, che Rio avrebbe ospitato la ndr) ci ricorda che la di Benedetto XVI sul luogo che ospiterà la prossima Giornata prossima Gmg? missionarietà è la strada del “Sono stati molto contenti, cristianesimo. In secondo e fin da subito hanno offerto la loro peregrinazione della Croce. Su questo primo momento della sua preparazione, luogo vogliamo impegnarci nel raccordo disponibilità a collaborare. ‘Conta su ci stiamo ora concentrando: c’è da già produce frutti”. di quanti lavorano con i giovani, attraverso di me’ è la frase che ho sentito più di definire l’itinerario, i contenuti teologici Quali saranno le tappe della croce un ‘settore giovanile’. Ora abbiamo frequente, segno che i giovani sono e pastorali, le celebrazioni… Abbiamo della Gmg? parecchi gruppi, movimenti, pastorali pronti a scendere in campo quando la fatto un cd speciale sul tema della croce, “Attraverserà quasi tutte le diocesi e specifiche che hanno a che fare con i posta in gioco è importante e li valorizza. grande occasione di raduno per quasi 90 in 19 città, principalmente capitali giovani. Bisogna unire le forze”. Certo, anche se i ragazzi venuti in Spagna cantautori brasiliani laici che sono stati di Stati brasiliani, si fermerà per un Quali aspettative avete verso hanno fatto una bellissima esperienza contenti di questo lavoro insieme”. momento importante e significativo, che la prossima Gmg? di convivenza, c’è sempre all’inizio la Un cd musicale per accompagnare il comprenderà canti, celebrazioni, eventi “Non vogliamo che sia solo una preoccupazione legata alla dimensione pellegrinaggio? e riflessioni, sempre avendo i giovani festa, ma piuttosto un momento forte dell’evento. Un timore che, però, non li “Sì. E nel pezzo principale su un testo protagonisti”. d’evangelizzazione, con i giovani in prima spaventa assolutamente”. ‘antico’ sul tema della croce, curato dal Come pensate di coinvolgere i linea, all’interno di un cammino più Come verrà preparata la Gmg di Rio? dehoniano p. José Zezinho, i cantanti giovani, magari quelli che non hanno ampio. La Giornata non può essere un “La preparazione vedrà coinvolta da hanno adattato la musica. Quest’occasione manifestato fin dal primo momento il evento, ma deve promuovere un progetto una parte la Conferenza episcopale, d’incontro tra artisti ha già rappresentato loro entusiasmo? di evangelizzazione con un prima e un dall’altra la diocesi di Rio de Janeiro. In un momento significativo per la Chiesa “Ho appena scritto una lettera nella dopo”. particolare, la prima ha la responsabilità che si sta preparando alla Gmg. Anzi, quale esorto i vescovi, i sacerdoti e gli A cura di FRANCESCO ROSSI, dei giorni che precedono la Gmg e della possiamo dire che la Giornata, fin dal organizzatori ad aiutare i giovani che inviato Sir a Madrid Con l’allegria del Brasile America Latina, il tempo della rinascita A ssume particolare valore la capacità di stare insieme che vediamo ogni volta durante le Giornate Mondiali della Gioventù. Colpiva, nei notiziari di questi giorni, lo stacco tra le notizie preoccupanti della cronaca internazionale e le immagini da Madrid, con ragazzi di tutto il mondo che ridono e danzano insieme anche sotto la pioggia. C’è una qualche sintonia tra quella allegria e la prossima sede della Gmg. Vivere l’incontro mondiale in Brasile significa guardare all’America Latina, il continente in cui oggi sembrano consolidarsi le maggiori speranze. In questi anni infatti il continente è stato una sorta di laboratorio politico. Terminata la stagione dolorosa delle dittature, in quasi tutti i paesi si sono affermati governi democratici che hanno avviato stagioni riformiste particolarmente innovative. Il Cile ha saputo costruire una uscita dalla penosa stagione di Pinochet che lo ha portato ad una ricomposizione nazionale relativamente serena e ad una ripresa economica che lo ha fatto entrare nell’Ocse con i paesi ad alto reddito. Brasile e Argentina hanno rinnovato le loro politiche fiscali e sociali in favore dei ceti popolari, ottenendo risultati rilevanti sul piano economico e una capacità di interlocuzione politica internazionale che li ha resi attori primari del dibattito internazionale. Paesi come Ecuador e Bolivia hanno avviato processi costituenti che hanno creato soluzioni istituzionali innovative, come la partecipazione di rappresentanze della società civile agli organi di controllo dello stato. Soprattutto stanno nascendo soluzioni nuove dal punto di vista regionale, come Unasur, la nuova Unione che coinvolge i paesi latinoamericani, e la nuova architettura finanziaria regionale che comprende una moneta comune e una banca di sviluppo regionale gestita dai paesi dell’aera, iniziative di notevole interesse e particolarmente originali rispetto ai modelli europei. Anche sul piano economico il continente è laboratorio di sperimentazioni interessanti. In questo campo è soprattutto il Brasile l’area in cui si è sviluppata con più consistenza la cosiddetta economia solidaria, che non è solo corrente di pensiero ma realtà di attività concrete. Filiere produttive che rispondono a standard etici discussi attraverso processi partecipativi, mercati che propongono ai consumatori prodotti la cui origine e coerenza etica è certificata, hanno permesso in ampie zone del paese di migliorare le condizioni di consumo e di benessere e, virtuosamente, di aumentare l’occupazione, con esisti più efficaci di quelli delle politiche neoliberiste applicate nel recente passato. In questo percorso non mancano progetti innovativi che coniugano attenzioni ambientali e esigenze di sviluppo, come il progetto Yasuni del governo dell’Ecuador che si propone di rinunciare all’estrazione di petrolio in Amazzonia per avviare, catalizzando solidarietà e interessi internazionali, per realizzare interventi di energia alternativa sostenibile i cui proventi vengono offerti alle popolazioni indigene. Nell’America Latina contemporanea non mancano le contraddizioni, naturalmente, ma è vivo un fermento che potrà essere fecondo per l’intero pianeta. Convocare i giovani del World Youth Day in America nel 2013 significa incontrare quel fermento, esserne provocati e rilanciarlo arricchito, come avviene per ogni incontro in cui ci si fonde e confonde diventando insieme meticci. L’America Latina è un unico grande una bella immagine della statua di cristo redentore collocata sulla cima della montagna Corcovado, che si erge a 700 m s.l.m. a picco sulla città e sulla baia di Rio de Janeiro paese meticcio che chiama ‘conquista’ ciò che noi chiamiamo ‘scoperta’. Andare in America per i giovani della Chiesa di tutto il mondo, e soprattutto per noi, potrà essere occasione per ‘scoprire’ di nuovo e farci ‘conquistare’ da uno stile, una voglia di fare e una alegria (che in spagnolo significa anche gioia) da inculturare di nuovo in una Europa ricca di antica fede, ma anche di troppe paure. Riccardo moro ComoCronaca Notizie flash Villa Guardia 118: il primo volo d’agosto U n compleanno con i fiocchi per i 25 anni di attività del Servizio di elisoccorso del Comasco. Per salutare il significativo traguardo agli inizi di agosto nella piana di Brugo, a Villa Guardia, presso la nuovissima centrale del 118, è atterrato il primo elicottero: un 139 di Agusta Westland per il soccorso sanitario, pilotato dal comandante Olvino Stroili con equipaggi al seguito. Erano presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” di Como Marco Onofri, il direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza dell’Ao Sant’Anna e del 118 comasco Mario Landriscina e il sindaco di Villa Guardia Alberto Colzani. L’anniversario dell’elisoccorso è stata l’occasione per il dg Onofri per ribadire “l’importanza di un progetto, quale quello della nuova centrale, al servizio della salute dei cittadini, integrato perfettamente con il nuovo ospedale Sant’Anna”. Mentre Landriscina, responsabile del 118 ha ricordato che: “dal 2 agosto 1986, data di nascita dell’elisoccorso comasco, sono state Sabato, 27 agosto 2011 19 ■ Lenno Ossservatorio astronomico sul Galbiga. Quinta apertura ufficiale Agli inizi del mese, presso la nuovissima sede centrale, in occasione dei 25 anni di attività del servizio di elisoccorso comasco trasportate a oggi oltre 17mila persone”. “L’elicottero – ha aggiunto – lascia l’elisuperficie di Erba e trova casa a Villa Guardia. Erba sarà utilizzata per l’atterraggio notturno come le altre aree, una decina, sparse in provincia, ma sarà destinata in futuro a una nuova base della Protezione Civile”. Onofri e Landriscina hanno anche ringraziato i Comuni di Erba, Villa Guardia e Montano Lucino per la collaborazione offerta a favore del servizio elisoccorso che si occupa di Como e provincia e del nord ovest. Nella struttura di Villa Guardia operano 25 persone. A disposizione ci sono 4/5 ambulanze per il trasporto pazienti, mentre sull’elicottero, di norma, l’equipaggio è formato dal comandante, da un vice, da uno specialista che si occupa di alcuni aspetti tecnici e del verricello, da un medico rianimatore e da un infermiere di area clinica. In inverno è presente anche un esperto di soccorso in montagna con al seguito il cane antivalanga. La nuova centrale è stata finanziata con un investimento di 9miloni di euro grazie a fondi statali e regionali stanziati nell’ambito della realizzazione del nuovo ospedale Sant’Anna a San Fermo della Battaglia. La base del 118 di Villa Guardia si sviluppa su un’area di 30mila metri quadri e accoglie anche il Servizio di Continuità Assistenziale della Guardia Medica in carico all’Asl. Inoltre, il complesso, antisismico, è stato progettato all’insegna del risparmio energetico. Sabato 27 agosto, a partire dalle ore 21.00 circa, presso l’Osservatorio del Monte Galbiga a Lenno, il Gruppo Astrofili Lariani propone la quinta apertura ufficiale per la stagione 2011, dedicata agli appassionati del cielo profondo alla ricerca di nebulose, ammassi stellari e galassie “autunnali”; per i più “coraggiosi”, caccia a Nettuno e Urano. L’ingresso è libero. Si raccomanda di dotarsi di abbigliamento adatto. Ricordiamo che l’Osservatorio può essere raggiunto da S. Fedele Intelvi, seguendo la strada per Pigra, proseguendo fino al Rifugio Boffalora e quindi all’Alpe di Lenno, dove la strada asfaltata finisce. Da qui, in una ventina di minuti, si arriva al rifugio VeniniCornelio e, prendendo la strada che passa sul retro del rifugio, dopo altri cento metri si raggiunge l’Osservatorio. La sede del Gruppo Astrofili Lariani si trova invece in via Risorgimento, 21 a Tavernerio, presso il Centro Civico Rosario Livatino; tel. 328.0976491 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21); e-mail: [email protected]; sito web: http://www.astrofililariani.org. (s.fa.) ComoCronaca 20 Sabato, 27 agosto 2011 Il saluto. è spirato sul finire del mese di luglio. Nel testo che segue l’omelia di mons. Enrico Bedetti in occasione del funerale tenutosi il 28 luglio scorso A Dio, mons. Gaetano Gatti N ell’anno del suo cinquantesimo di Ordinazione sacerdotale, il Signore ha voluto che don Gaetano lo celebrasse nella grande liturgia del cielo, in modo, direbbe S. Paolo, “di ricevere quella corona di giustizia che il Signore ha riservato per tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione”. E che don Gaetano in tutti gli anni della sua vita sacerdotale abbia sempre coltivato il desiderio di conoscere sempre più perfettamente il Signore Gesù, Via Verità e Vita, lo possono testimoniare tutti quelli che hanno goduto del suo ministero a partire dalle parrocchie di Domaso e della Cattedrale, dove ha iniziato il suo apostolato presbiterale attendendo soprattutto alla gioventù da educare alla fede; poi per 26 anni nella parrocchia di Palanzo unendo l’intenso lavoro pastorale alla serietà degli studi di catechetica e teologia pastorale fino a diventarne un esperto, ricercato a livello internazionale. L’obbedienza al Vescovo lo volle poi Rettore del nostro Seminario e da ultimo Vicario Episcopale per la Vita Consacrata. Vorrei però da prima sottolineare in particolare la sua ricerca appassionata della Verità del Vangelo. E qui ci aiuta S.Paolo che nella 2° lettera a Timoteo dà al suo discepolo delle raccomandazioni solenni davanti al mistero della sua morte imminente. Queste raccomandazioni ci insegnano quello che stava a cuore all’apostolo perché Timoteo fosse fedele al ministero. La sintesi delle nove ammonizioni: annuncia, insisti ammonisci, rimprovera, esorta, vigila, sopporta, si ha nelle ultime due: compi la tua opera di annunciatore del Vangelo, adempi il tuo ministero. Nella prima delle due azioni è compreso tutto il ministero della Parola, dalla proclamazione alla Nato a Mandello Lario nel 1936 era stato ordinato sacerdote nel 1961. Era quindi stato vicario a Domaso (1961-64); vicario in Cattedrale (1964-68); parroco di Palanzo (1968-1994); incaricato dal vescovo per la catechesi (1985-94); rettore del Seminario (1994-99); vicario episcopale per la vita consacrata (1998-08). Dal 2008 era delegato vescovile per le religiose trasmissione; nella seconda sono inclusi gli aspetti del ministero di presidenza: vigilare, stimolare, correggere, ammonire sia i singoli che la comunità. Sono parole molto belle che ricordano alcune di quelle pronunciate dal Vescovo mons. Felice Bonomini nel rito della nostra ordinazione sacerdotale: “Predica ciò che vivi, vivi ciò che predichi”. Don Gaetano era davvero appassionato della “sana dottrina” e ha cercato in tutti i modi di annunciarla. Come non ricordare i suoi libri dedicati ai genitori, ai catechisti, ai bimbi della 1° Comunione, ai ragazzi della Cresima, ma soprattutto le schede per la catechesi degli adulti che per decenni sono state in mano al preti della diocesi, come una guida sicura, limpida e completa per l’annuncio della Parola di Dio. Unito al compito dell’evangelizzazione l’altro della presidenza prima come parroco poi come rettore del Seminario, dove era indispensabile un grande discernimento. Il Vangelo di Matteo ci ha ricordato il grande inizio del Discorso della montagna con la proclamazione delle Beatitudini. Nella storia della Chiesa è stata proprio la Vita consacrata ad offrire la testimonianza più viva della loro attualità di sempre. E don Gaetano sapeva benissimo che il Concilio nel Perfectae Caritatis, ha definito la Vita consacrata proprio in rapporto alle Beatitudini. Perciò quando l’ubbidienza al Vescovo lo fece Vicario Episcopale per la Vita consacrata ha voluto sempre più ordinare la sua esistenza sacerdotale allo spirito della Beatitudini per vivere quello che predicava. E così oggi posso dire di lui che è stato un vero povero in spirito. Dove la povertà di spirito indica più un atteggiamento interiore che uno stato sociale. Il vero povero di spirito è colui che ha scommesso tutto su Dio, nella fede. Quindi la beatitudine evangelica va letta alla luce del binomio graziafede. Don Gaetano ha vissuto povero di cose, povero di appoggi, povero di prestigio. Povero di cose: quanto un anno fa lasciò la ◆ Sacerdote salesiano Notizie flash ■ Lomazzo Da Dongo il ricordo di don Domenico Busi A bbiamo saputo della scomparsa di don Domenico Busi a distanza di tempo e casualmente. Nato quasi a ridosso del convento, dove ora c’è Piazza Matteri, la sua vocazione è nata all’ombra del Santuario della Madonna delle Lacrime e dove ha fatto il chierichetto fino alla sua entrata in Seminario a Como. E’ stato però quello un periodo alquanto difficile e solo dopo un faticoso percorso di valutazione, ma fortemente orientato al sacerdozio, abbracciò l’Istituto salesiano di San Giovanni Bosco con l’Ordinazione presbiteriale avvenuta a Monteortone (Padova) nel 1954. Proseguì poi gli studi con la laurea in filosofia ed un lungo cammino di insegnamento nelle Case dell’Istituto a Milano Sant’Ambrogio- Treviglio- Parma- Ferrara – Bologna -Milano don Bosco, in un impegno costante e dove ha formato una folta schiera di giovani, riconoscenti per il tanto bene ricevuto. In questi ultimi anni un lungo calvario doloroso e penoso hanno affinato per quell’incontro con “sorella morte”, avvenuto nell’Istituto di Arese il I° giugno 2011. Noi lo ricordiamo quando arrivava in famiglia per aiutare prima papà Paolo e poi la sorella Maria nelle loro esigenze di vita in quanto non più autosufficienti e non dimenticando mai la bellezza della sua vocazione e citando sempre la frase del suo confratello nel sacerdozio don Clemente Rebora: “Benedico l’amore Crocifisso Quando mi elesse a ministrare il Sangue Che al ciel ci salva dal mortale abisso” E ci menzionava sempre le figure dei nostri santi lariani: don Luigi Guanella e padre Enrico Rebuschini. GRAZIE dell’esempio che ci hai saputo dare. Prega per noi! gianni moralli sua abitazione di S. Eusebio per l’Istituto Don Guanella, non portò con sé nulla se non il breviario e una decina di libri e non si è mai chiesto che fine avesse fatto il frutto del suo lavoro.Povero di appoggi: quando un prete lascia il ministero attivo, sperimenta una grande solitudine, Ci sono state persone buone, come i suoi familiari e la carissima Diletta che non l’ha mal abbandonato, ma poi si deve attendere con pazienza che qualcuno possa dedicarti un po’ del suo tempo. Povero di prestigio: era monsignore don Gaetano, ma credo che lui non lo abbia mai messo in evidenza. Ma soprattutto Don Gaetano fu un puro di cuore. Non solo nell’interpretazione morale del termine, che è già comunque una bellissima testimonianza coi tempi che corrono, ma nell’interpretazione mistica relativa alla purezza come unificazione interiore che si diviene volendo una cosa sola, quando questa cosa è Dio. E quante volte ho visto don Gaetano al monastero di Grandate in adorazione dell’Eucaristia per lunghe ore: libero da tutto per vedere Dio. Tornando a S.Paolo e al testo proclamato, nella seconda parte l’apostolo considera la sua morte e la interpreta liturgicamente, in modo sacrificale. Anche per don Gaetano nella stanzetta del Valduce dove era stato ricoverato da pochissime ore, giunse il momento di “sciogliere le vele”. Dicono gli esegeti che l’espressione si può applicare all’inizio e alla fine di un viaggio in mare, o all’arrotolamento di una tenda quando il cammino è compiuto o perché comincia il giorno. Può dunque indicare una fine e un inizio. Certamente per don Gaetano il suo morire, come per tanti, indica la fine della sua esistenza terrena; nello stesso tempo però inizia la nuova vita, quella a cui è riservata la corona di giustizia, che non si appoggia sulle opere, ma sulla grazia e misericordia divina.Noi ora stiamo pregando per Lui, ma nel mistero della Comunione dei Santi siamo certi che ora egli intercede per noi. Festa in Casa Albergo don domenico era nato a dongo il 29 gennaio del 1925 ed è deceduto ad arese il 1° giugno 2011 Sabato 27 agosto, nella Casa Albergo di via Del Laghetto 9, a Lomazzo, festa per i compleanni di agosto, dalle 15.30. Gli ospiti festeggiati saranno: Viglino Franca (75 anni), Mazzocchi Alfonso (78 anni), Cairoli Cesarina (82 anni), Montagna Carmela (82 anni), Terzaghi Rosa (82 anni), Maspero Armida (84), Bianchi Fernanda (85 anni), Borghi Giuseppina (86 anni), La Monaca Rosa (86 anni), Legnani Felicita (86 anni), Mognoni Irene (86 anni), Giusto Angela (87 anni), Pagani Luigi (87 anni), Vettorazzo Giovanna (88 anni), Pedrana Isidora Giuseppina (88 anni), Montalbano Gaetana (90 anni), Zubiani Anna (90 anni), Friso Antonietta (95 anni), Valladerio Luigia Anna (96 anni), Miglioli Rosina (97 anni), Verga Giuseppina (99 anni). ComoCronaca Sabato, 27 agosto 2011 21 Francesco, una vita donata ai più piccoli La tragedia di Valle Dorizzo, nel bresciano, i primi di agosto, che ha visto la morte di un giovane scout canturino al termine del campo “A Caduto nel greto di un torrente e ritrovato dopo qualche ora esanime. Il senso del dono di Paolo Bustaffa veva nel suo dna il servire. O meglio: era la sua gioia il far felici gli altri”. Dal pulpito della chiesa parrocchiale di Cucciago le parole attraversano i cuori dei presenti. Tanti, in divisa e non, hanno preso parte, lo corso 10 agosto, alle esequie funebri di Francesco Paganoni, lo scout 23enne deceduto sabato 6 agosto in Valle Dorizzo, a Bagolino (Brescia), proprio nella fasi conclusive del campo allestito dal gruppo scout canturino dell’Agesci. Una tragica fatalità – un gioco notturno in prossimità del greto di un fiume, lo scivolamento, la perdita di conoscenza, il probabile annegamento in poco più di mezzo metro d’acqua – ha strappato le ali ad una vita ancora in procinto di spiccare il volo, lasciando disorientati e attoniti familiari, amici, compagni di avventura. Nelle righe che seguono la riflessione di Paolo Bustaffa, direttore dell’agenzia di informazione religiosa Sir, nonché tra i fondatori del gruppo scout Como 3°. “Francesco Paganoni, aveva 23 anni. Di Cucciago, nel Comasco, era uno scout. Francesco è morto una sera di qualche giorno fa, il 6 agosto, in Valle Dorizzo, a Bagolino, in provincia di Brescia. È caduto nel greto di un torrente mentre era impegnato nel gioco notturno che concludeva il campo dei suoi lupetti, il gruppo di Cantù. Una caduta accidentale, che è stata fatale. Francesco è stato trovato dopo qualche ora: quando gli altri adulti non l’hanno visto tornare al campo sono scattate le ricerche e le operazioni di soccorso, ma ormai non c’era niente da fare. È, questa, una notizia che non ha impegnato le prime pagine dei grandi giornali . Eppure vale la pena di fermarsi un momento. Francesco, dice l’Agesci – l’associazione cattolica degli scout, di cui faceva parte – era un giovane capace e consapevole: “In questi anni ha sempre mostrato attenzione, preparazione e competenze”. Era un giovane che sapeva stare in quella natura che pure, quella notte, gli è stata fatale. La natura, la vita all’aria aperta: caratteristiche “Bala i ratt” una sentenza ingiusta Un giudice svizzero ha respinto il ricorso di alcuni frontalieri contro la campagna diffamatoria L’ afa di questo ultimo scorcio di vacanze non allontana dai miei pensieri la sentenza del giudice svizzero che ha respinto il ricorso di alcuni frontalieri contro la aggressiva campagna “bala i ratt” della scorsa primavera. Il giudice non ha riconosciuto il danno morale arrecato ai nostri connazionali, non ha ritenuto adeguatamente documentata la quantificazione del danno. Ma la dignità del lavoro e dei lavoratori dove sono andate a finire? L’Italia è ancora, e Festa delle Cooperative sociali canturine Alcune foro d’archivio di Francesco tratte dal suo profilo facebook dell’esperienza scout, capaci di dare stimoli e aiutare piccoli e grandi a crescere. Ecco, Francesco era – dicevamo – uno scout. Ed è morto da scout. Forse questo non consolerà nessuno, tantomeno chi gli era più vicino. Però non è inutile pensarci. Francesco, come tanti altri capi scout, stava dedicando il suo tempo, probabilmente i giorni di vacanza, a stare con i “fratellini” più piccoli, i lupetti. Bambini, figli, di altri adulti, che per quella fratellanza che unisce il mondo dello scautismo, erano diventati anche suoi. Alla loro crescita, alla loro educazione –nelle modalità gioiose e giocose del “branco”, dell’esperienza della “giungla” – Francesco si stava dedicando, insieme ad altri capi come lui. Gratis. Proprio questa esperienza del dono di sé, consapevole, entusiasta e gioiosa, gratuita è quella che sottolinea l’Agesci nel rivolgere un pensiero a Francesco e ai suoi familiari – “Vogliamo ricordarlo con la sua gioia e la sua disponibilità” – ed è anche quella che vorremmo raccogliere da una vicenda purtroppo tragica ma dove è possibile comunque scorgere una luce capace di fare breccia. È difficile, oggi, pensare al “gratis”. Eppure ci sono tanti Francesco che sono capaci di dedicarsi gratuitamente agli altri e, in questo caso, a chi ha più bisogno, come i bambini che stanno crescendo. A volte i genitori non ci riflettono a sufficienza, ma come diventa importante, al di là dell’occupazione del tempo, il sostegno e l’accompagnamento di un’associazione – di persone – che si affiancano al cammino educativo quotidiano delle famiglie e mostrano, con l’esempio, il valore della vita donata, dell’amicizia gratuita, del prendersi cura. ”Sacrificando” tempo al riposo, alle occupazioni private, alla “morosa”… Non sono cose scontate, a volte risultano anche difficili da scorgere tanto ormai siamo abituati al “mercato”. E allora grazie Francesco. I lupetti del Cantù ricorderanno quel loro capo che giocava con loro e che a loro, chissà quante volte, ha spiegato di stare attenti, di accostarsi con riverenza e rispetto alla natura, a “cacciare con lealtà” e amicizia tra “fratellini”. A loro ha trasmesso sicuramente quell’entusiasmo e quello slancio contagioso nell’affrontare con fiducia le cose e le persone che chi frequenta il mondo degli scout e dei lupetti ben conosce. Entusiasmo, fiducia, gioia: cose per cui una vita vale davvero la pena di essere vissuta. Buona strada”. per fortuna, una repubblica fondata sul lavoro. Per questa ragione affermazioni così meschine offendono e mortificano il lavoro, l’impegno e la fatica di tanti lavoratori italiani. Cittadini prima che lavoratori, donne e uomini che hanno posto al servizio il proprio ingegno, i propri talenti, la propria esperienza in cambio di un giusto salario che certamente consente loro di mantenere dignitosamente la propria famiglia, ma crea ricchezza anche per i loro datori di lavoro e per l’intera Confederazione. Non mi si venga a dire che sottraggono lavoro ai cittadini svizzeri perché questa è storia vecchia, ma negata dall’evidenza dei fatti. I frontalieri svolgono, con perizia riconosciuta da tanti datori di lavoro svizzeri, lavori che gli svizzeri non farebbero. Inoltre se i frontalieri cessassero di lavorare tutti insieme metterebbero in crisi l’intera economia svizzera e i disoccupati elvetici non sarebbero sufficienti a rimpiazzarli. Per una associazione come le Acli, che sulla promozione dei lavoratori ha impostato il proprio impegno fin dalle sue origini, è una sentenza difficile da comprendere. Vero è che le sentenze non si discutono, ma si applicano o si impugnano, ma da cittadina italiana non nascondo la mia profonda amarezza. Non si tratta di quantificare il danno morale, ma di riconoscerlo, anche solo simbolicamente per un franco. Non conosco l’avvocato Bernasconi che ha patrocinato il ricorso di questi 9 frontalieri, né conosco questi frontalieri, ma a loro sento di inviare il sincero ringraziamento delle Acli di Como per l’azione che hanno intrapreso e che mi auguro possano continuare. Quale gesto concreto di solidarietà – fedeli anche alla nostra storia di tutela e promozione dei lavoratori frontalieri da oltre cinquant’anni – ci impegniamo a sostenere le spese addebitate dal giudice di primo grado. Faremo in modo nei prossimi giorni di prendere contatto con l’avvocato Bernasconi per offrire anche, se lo riterrà opportuno, l’esperienza della nostra associazione. L ’associazione di promozione Sociale S-Coop propone, per il 7, 8, 9, 10 e 11 settembre, la festa delle Cooperative Sociali Canturine presso il Parco del Bersagliere, via per Como, di Cantù. Ricco il programma della manifestazione che prevede musica, danze popolari, e cucina etnica. sabato e domenica in programma anche uno stand espositivo a cura del Gruppo Affidi, in collaborazione con il Servizio Affidi dell’Ambito Territoriale di Cantù. Da mercoledì sarà inoltre attivata una Luisa Seveso Presidente Acli Como palestra di roccia. Sabato pomeriggio ci sarà la possibilità di partecipare a una pesca di beneficienza. Sempre da mercoledì sarà possibile conoscere alcune associazioni di volontariato canturino che saranno presenti con degli stand espositivi. Durante tutta la festa sarà in funzione il servizio bar, pizzeria e ristorante. Per informazioni telefonare ai numeri: 031.704481 – 031. 730622 – 031.715310, o consultare il sito: www.festadellecooperative. org. ComoCronaca 22 Sabato, 27 agosto 2011 Cronache di viaggio. Punto di partenza: Gerusalemme T odra… shukran… le ultime parole per Giorgio, autista arabo cattolico “Francescanum church” che mi ha accompagnato all’aeroporto di Tel Aviv per il rientro in Italia. Ma era Samir che ha fatto da autista/guida per sei giorni in Israele. Punto di partenza: visita in giornata da Gerusalemme con attenzione all’ieri, all’oggi e al domani di questa Santa Terra, in libertà! Quattro petali per un quadrifoglio. Samara Restaurant Sito proprio all’ingresso della Jaffa Gate, mentre si gustavano manicaretti, era un punto di osservazione straordinario per vedere le persone che attraverso King David Street si dirigevano presso i rispettivi luoghi di culto. Ebrei, ortodossi ebrei con riccioli, palandrana, cappello nero, camicia bianca per gli uomini, gonna lunga e capelli raccolti in un fazzoletto per le donne con tanti bambini al seguito, come per gli ultraortodossi che hanno “vesti retrò…”, che si recavano per la preghiera, al Muro Occidentale ( il nostro Muro del Pianto) dove si utilizza tutto il corpo e non solo la bocca. Il Muro come presenza di Dio! Non di meno, anche per i musulmani che si dirigevano, in tempo di Ramadam, alla moschea di Al Aqsa ( spianata del tempio) per la preghiera (cinque volte al giorno); il “modo di vestire” era assai variegato sia per gli uomini che per le donne, con la “trasversalità” del modo di appartenenza, ciascuno con il proprio “tappetino” sulla spalla. Poi c’erano i cristiani, in gruppo o singoli, una minoranza chiaramente riconoscibile ed avvicinabile dai “negozianti” di souvenir…Qualche cosa univa le tre tipologie quando calavano le tenebre: le passeggiate tra i negozi di Mamila, il beverone con l’ice cream o il succo di arancia o melograno…, ghiacciolo e gelato! E io mi sono adeguato! Mar Saba Accanto a siti archeologici, più o meno ben conservati e serviti: Masada-Tel Beer Sheva-Tell Es Sultan-Hisham Palace-Sebastya etc., vi sono state alcune visite a monasteri assai suggestivi: Monastero della S. Croce, di monache ortodosse vicino alla Kessnet e alla Grande Sinagoga di Gerusalemme e al Tempio del Sei giorni nel cuore di Israele Una vacanza lontano dai tradizionali itinerari turistici, tra fede e cultura Libro (tutti visti) in cui si dice che il legno della croce di Gesù venga da lì; San Teodosio con il passaggio dei Magi nei pressi di Betlemme; il Monastero della Tentazione, che offre austerità e una vista sull’oasi di Gerico; e poco distante, il Monastero di S. Giorgio di Wadi El Qelt nel pieno del deserto di Giuda, nel profondo del Wadi, dove asini e cani la fanno da padroni accanto a cinque monaci. Ancora, lo splendido grande monastero ortodosso ❚❚ Basilica di S. Fedele Elevazione spirituale in ricordo di don Malinverno G iovedì 1° settembre, alle ore 21, presso la Basilica di S. Fedele, a Como l’associazione “Agorà incontri culturali albatesi” propone un’elevazione spirituale in ricordo di mons. Enrico Malinverno dal titolo: “Il Signore è mia luce e mia salvezza”. Saranno presenti Nikolina Pinko, soprano, e Lorenzo Pestuggia, organista. L’ingresso è libero. Per informazioni: [email protected], www. agoralbate.it di Mar Saba (qui ci sono i gatti) con una splendida chiesa, le “caverne” dell’antica Lavra, l’antichissima cappella con la tomba di San Saba e quindici monaci di varie nazionalità. Qui nel nuovo si respira ancora l’antico, l’essenzialità. Nel profondo Wadi scorre il Cedron che parte da una delle valli di Gerusalemme, passa da qui (lasciando una “scia “ di verde) e finisce nel mar Morto. Non poteva mancare, però, la visita al monastero delle Clarisse in Gerusalemme non tanto per “vedere” ma per pregare, quasi al termine del viaggio, con un gruppo di monache “reclutate” qua e là soprattutto in Umbria per rafforzare una presenza che ormai languiva, dal Custode Padre Pizzaballa. Si vive con poco e molta preghiera!! Patriarcati Per una minoranza schiacciata tra ebrei (che dettano il “là”) e i musulmani (che talora si agitano ma stanno “sempre sotto”, anche urbanisticamente), i cristiani riescono a distinguersi, non solo per qualche zuffa nella basilica del Sepolcro o della Resurrezione ma anche per le numerose chiese (che rispecchiano le divisioni presenti nel cristianesimo) che puoi ritrovare a Gerusalemme. Viste per voi: chiesa del Patriarcato latino, chiesa parrocchiale cattolica dei francescani di S.Salvatore, chiesa Luterana del SS. Redentore, chiesa siriaca, chiesa maronita, chiesa grecocattolica, chiesa patriarcale armeno cattolica, chiesa patriarcale armeno gregoriana di S. Giacomo (con ascolto dei “Vespri”), chiesa con il Vescovo anglicano, chiesa di S. Stefano e S. Onofrio greco ortodossa (queste sono assai numerose essendo il gruppo maggioritario tra i cristiani…) E sono solo alcune… Perché ci sono anche i copti, gli etiopi… Il buon Samir : “Mia mamma è greca ortodossa, mio padre maronita, io sono cristiano, semplicemente!”. La solidarietà e l’ospitalità sono trasversali anche perché la stragrande maggioranza è araba!! El Khalh Abramo, l’amico di Dio: Mambre, Beer Sheva, Hebron con la grotta di Mac Pela… le tombe. Qui gli interrogativi su questa Terra Santa alle tre grandi religioni monoteiste trovano il loro vertice. Girando, non si trovano solo i “famosi muri” di sicurezza, ma anche e ben più gli insediamenti ebraici in territorio palestinese, né pochi in quantità, né per abitanti di ciascuno (ne ho lambito alcuni e attraversato uno con tanto di coloni armati). Gli insediamenti ebraici in alto con muri eretti, gli arabi/ palestinesi sotto, nella valle una costante. Ancora le strade riservate agli uni e proibite agli altri…persino nella “pessima Samaria”…Si vogliono fare dei parchi/zona verde nelle Valli del Cedron e della Geenna….ma fino ad un certo punto, poi giù in fondo alla confluenza delle due valli, case arabe/palestinesi. E gli interrogativi della pace, sulla divisione territoriale ect.. si fanno più tormentati..E se a Betania guardando dal basso verso l’alto trovi la chiesa di S. Lazzaro (o dell’amicizia cristiana), una moschea, una chiesa greco ortodossa e il “muro di sicurezza”, a Hebron nella vicinanza della “tomba di Abramo” (un po’ Islam un po’ molto ebraica) i palestinesi non possono circolare se non a piedi o con il somaro…auto e camion niente… per cui negozi chiusi , case abbandonate… All’ospedale di Ein Karem Hadassa c’è una piccola sinagoga con vetrate disegnate da Chagall, che vogliono ricordare con simboli le dodici tribù di Israele, un luogo di pace, come vogliono essere tante altre piccole iniziative di solidarietà che si vedono in giro… piccoli segni. Andando da Bet Shemesh a Beer Sheva si passano luoghi “antico testamentari” che ricordano Sansone, Davide e Golia, i filistei… Uno splendore di verde e coltivazioni… poco più in giù assalti e lanci di razzi!!! Riuscirà a vincere la pace? roberto righi Notizie flash ■ Capiago Settembre di festa e beneficienza I 2-3-4 settembre si svolgerà la 13° edizione dell’ormai tradizionale Settembre Capiaghese. Il programma della manifestazione prevede: venerdì 2 settembre: cucina tipica brianzola; sabato 3 settembre: cucina tipica valtellinese; domenica 4 settembre: cucina tipica bavarese. Tutte le sere grigliata mista con patatine. La serata del 2 settembre sarà anche l’occasione per ascoltare i brani piu’ famosi di Fabrizio de Andre’, mentre le serate del 3 e 4 settembre saranno allietate dal Gruppo “I dolci ricordi” con possibilita’ di ballo liscio. Il ricavato verrà devoluto in opere di benificienza. In particolare quest’anno verrà dato un aiuto concreto alla parrocchia di Capiago per la ristrutturazione del campanile. ComoCronaca Sabato, 27 agosto 2011 23 Il 22 agosto iniziata la demolizione. Sarà ultimata entro dicembre Sighignola: addio all’ecomostro L a Svizzera, da sempre presa ad esempio come termine di paragone in tema di affidabilità e puntualità, non sembra davvero più la stessa. Se gli abitanti e gli amministratori politici dei Comuni di confine sono ormai abituati al venir meno del fair-play nei rapporti di buon vicinato per i toni da osteria usati nell’affrontare argomenti molto seri da parte di alcune sue forze politiche (come nel caso dei ristorni dei lavoratori frontalieri), finora nessuno aveva avuto qualcosa da ridire sul modo in cui si svolgono i diversi cantieri. Ad aprire una prima breccia su questo argomento ci ha pensato, verso la fine del mese di luglio, l’assessore alle Infrastrutture ed alla Mobilità di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, sui lavori relativi alla linea ferroviaria MilanoChiasso. Qui, invece, ci preme sottolineare come solo il 22 agosto, e con oltre un mese di ritardo, siano iniziati i lavori per l’abbattimento dell’ecomostro alla Sighignola, ovvero lo scheletro della stazione di arrivo di una teleferica mai conclusa e che avrebbe dovuto collegare la vetta con Campione d’Italia. I fatti sono noti a tutti: nel 1969, una volta edificate le sovrastrutture portanti della stazione di partenza e di quella d’arrivo, la società svizzera che si occupò dei lavori, si accorse che i calcoli erano errati ed il cantiere dovette fermarsi. Il cantiere per l’abbattimento, del costo di oltre un milione e 700mila Franchi Svizzeri, secondo il cronoprogramma dovrebbe concludersi venerdì 2 dicembre. Per quel che concerne invece il progetto di valorizzazione paesaggistica, prevedibilmente, bisognerà aspettare la prossima primavera. Sulle ceneri della stazione della teleferica mai compiuta dovrebbe sorgere un’area di svago transfrontaliera. Un balcone panoramico, tavoli da pic nic, e giochi per bambini, per rivalutare “il balcone d’Italia” e restituirgli la sua bellezza dopo 40 anni di totale immobilità di fronte ad un vero e proprio scempio ambientale. (l.cl.) Lavori in corso e progetti Nuova luce per la cultura lariana P assa dalla Provincia di Como la riqualificazione di alcuni dei luoghi più significativi della cultura lariana. Il merito si deve a due progetti di sviluppo territoriale coordinati dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Como, in qualità di capofila: l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST) “Magistri Comacini”, promosso nel 2005 da Regione Lombardia e che vede coinvolti diversi partner del territorio e la Fondazione Cariplo nel ruolo di principale finanziatore (investimenti per circa 14 milioni di euro); e il progetto denominato “Ecolarius. Diffondere la cultura dell’ambiente e del paesaggio tra lago e montagna”, nell’ambito del Programma Operativo di Competitività POR 2007-2013, per i Piani Integrati d’Area “ambiente, cultura, turismo”. Quest’ultimo si traduce, in concreto, in ben 17 interventi fra i quali sono comprese opere di conservazione di beni architettonici ed artistici e di riqualificazione di contesti ambientali distribuiti tra la città di Como, il centro-lago e la Valle Intelvi. Un progetto di oltre 11 milioni di euro, 4 dei quali finanziati con fondi europei, che amplia e perfeziona gli interventi dell’AQST Magistri Comacini dislocati nella medesima zona omogenea. Si tratta, in buona sostanza, di progetti complessi ed emblematici che raccolgono i frutti di un paziente lavoro di coordinamento delle progettualità locali degli ultimi anni, apprezzabili proprio per la capacità dei diversi soggetti coinvolti di lavorare insieme, con investimenti complessivi certamente considerevoli, che favoriscono interessanti opportunità e avviano nuove prospettive di valorizzazione e di rilancio del territorio lacuale e montano. «Spiccano tra gli interventi di Ecolarius – ha spiegato l’assessore provinciale alla Cultura Mario Colombo - in corso di attuazione: il recupero dell’area “Arena” del Teatro Sociale di Como, con il restauro della facciata meridionale del teatro che verrà così restituita alla città per spettacoli all’aperto; il progetto del cosiddetto “kilometro della conoscenza”, nell’area Villa Olmo-Villa del Grumello, con la realizzazione di un ponte pedonale che collegherà i giardini di Villa Olmo con il comprensorio del Grumello e di villa Sucota; il recupero delle Ville Boliviana e Bolivianina di Tremezzo, con la creazione di un museo dell’ambiente e del paesaggio del Lario; l’intervento sviluppato dal FAI, finalizzato al miglioramento dell’accessibilità a Villa del Balbianello e alla fruibilità escursionistica del Dosso del Lavedo a Lenno; il completamento del recupero di Villa Bernasconi, che comprende anche la sistemazione del giardino; l’intervento di conservazione del percorso storico del Sacro Monte che porta al Santuario della Madonna del Soccorso di Ossuccio, e tanti altri di notevole portata. Sono numerosi anche i cantieri, in fase di completamento o già conclusi, promossi dal progetto “Magistri Comacini”. Gli esempi più significativi riguardano l’isola Comacina, con l’intervento di restauro conservativo della chiesa di San Giovanni, il recupero e la valorizzazione delle case per artisti, realizzate su progetto dell’architetto Pietro Lingeri, e del complesso dell’ex-monastero dei SS Faustino e Giovita. Di grande impatto, anche visivo, la sistematica pulizia dalla vegetazione invadente attuata dal Consorzio Forestale Lario Intelvese, così come la sistemazione organica della sentieristica e dei terrazzamenti e la messa in sicurezza e il recupero delle aree archeologiche e delle strutture esistenti. Dall’Isola alla terraferma, per ricordare i lavori di restauro realizzati al Sacro Monte di Ossuccio. Sempre ad Ossuccio, infine, è stato completamente recuperato l’edificio dell’Antiquarium, ovvero l’antico Hospitalis di Stabio dove hanno trovato spazio un centro per visitatori e una sede espositiva museale per reperti archeologici. Con la messa a regime di numerosi interventi strutturali ha preso avvio la scorsa estate il servizio di accesso all’Isola, con visite guidate e tematiche, regolamentato da biglietto e alcune significative azioni di comunicazione e valorizzazione condivise: la mostra su “Pietro Lingeri architetto della Tremezzina” di settembre 2010 per esempio, in occasione della quale è stato attuata una bigliettazione integrata tra Villa Carlotta e il Comune di Ossuccio per l’Isola Comacina, piuttosto che la mostra Omaggio ai maestri intelvesi Ercole Ferrata e Carlo Innocenzo Carloni, inaugurata a novembre in Pinacoteca Como, che ha esposto parte delle collezioni del Museo diocesano di Scaria, interessato da un significativo intervento di riqualificazione funzionale e nuovo allestimento museale». ❚❚ Legambiente e Asl Lario di qualità? Un’estate di polemiche L’ estate 2011 passerà alla storia, oltre che per le frane che hanno devastato Brienno lo scorso 7 luglio e per le temperature medie tra le più basse dal 1800, anche per la polemica che ha opposto ambientalisti ed istituzioni sullo stato di salute delle acque del Lario. Da una parte Legambiente, ed i risultati effettuati dalla sua “Goletta dei laghi”, che evidenzia come 12 punti del lago di Como risultano inquinati. Dall’altra il Consorzio “Autorità dell’Ambito territoriale ottimale della provincia di Como”, coordinato da Paolo Mascetti, che ribadisce le analisi effettuate ad inizio stagione da parte dell’Asl: sulle analisi effettuate in 39 punti del lago, ad eccezione di 5 punti che l’Asl ha classificato come ‘Buono’, il resto è risultato ‘eccellente’. Le analisi sono state condotte lungo le coste interessando 22 comuni rispetto ai 32 che si affacciano direttamente sul lago. «Sul lago sono presenti grandi e piccoli impianti di depurazione che si occupano del trattamento delle acque reflue di più comuni come per esempio l’impianto di depurazione di Menaggio o Gravedona – ha spiegato Mascetti –. Secondo i dati sui giudizi di conformità alla normativa degli impianti di depurazione rilasciate dall’Arpa l’anno scorso su 8 impianti di depurazione con scarico a lago, solo 2 sono risultati non conformi, rilevando alcune criticità già oggetto di valutazione da parte dei Comuni e dell’Autorità d’Ambito e che hanno portato alla promozione e finanziamento di due opere finalizzate all’adeguamento degli impianti». In media la copertura del servizio di fognatura sul Lario è di circa il 95% e, in particolare, i comuni del lago presentano piccole aree che devono essere ancora raggiunte da una rete di raccolta dei reflui, considerando che proprio in queste zone si parla di case per lo più occupate nei periodi estivi. Mascetti ha poi sottolineato come negli ultimi anni siano state impiegate ingenti somme per migliorare la situazione in quanto il territorio, oltre che vasto, è caratterizzato da nuclei storici di piccoli e grandi dimensioni dove non sempre è possibile ricostruire lo stato di fatto delle reti esistenti. Malgrado ciò è stato sottolineato come nell’arco degli ultimi anni siano stati dismessi diversi scarichi delle reti fognarie sprovviste di trattamento e si continui ad operare per la ricerca e l’eliminazione di quelli ancora rimasti, anche attraverso la realizzazione di collettori sub lacuali e l’estensione delle reti fognarie per mezzo dei contributi assegnati dall’Autorità d’Ambito (investimenti per 37 milioni di euro). «Ciò non toglie che vi sono ancora alcune situazioni che necessitano di verifiche, per lo più legate al corretto funzionamento degli scolmatori e al controllo degli allacci dei privati alla rete fognaria – ammette Mascetti –: in diverse aree si registrano situazioni correlate al mancato allacciamento del privato alla rete fognaria e in altri casi all’errato all’allacciamento degli scarichi nelle acque bianche». Per esempio i Comuni rivieraschi oggetto di interessamento da parte della Goletta verde “presentano una copertura fognaria prossima se non coincidente al 100% (Argegno, Como, Lezzeno, Menaggio e Sorico) e ognuno di tali comuni è provvisto di un sistema di trattamento delle acque reflue”. Bisogna infine sottolineare che a livello naturale le acque del lago non risultano raggiungere lo standard di “buono” fissato dall’Unione Europea. E questo sarebbe dovuto a soli 5 torrenti le cui acque non sono depurate. Condizione che questa estate, in più occasioni, diversi politici hanno ribadito affrontando lo spinoso tema dello sfruttamento delle acque del lago da parte del Consorzio dell’Adda (l.cl.) Valli Varesine 24 Sabato, 27 agosto 2011 Cabiaglio Il 27 e 28 agosto in Valcuvia San Biagio in festa A Il 50esimo anniversario di suor Eugenia Sabato pomeriggio alle ore 15.00 nella chiesa della Madonna del Ronchetto a Cabiaglio, è stata celebrata una santa Messa di ringraziamento in occasione del cinquantesimo di professione religiosa di Suor Eugenia Castelnuovo, originaria di Albavilla (CO), della famiglia delle Figlie di Betlem che a Cabiaglio ha operato per ben 35 anni, all’interno dell’istituto (chiuso nel 2001) nel quale gestivano l’asilo e accoglievano minori in difficoltà. In tutti quegli anni di permanenza in Valcuvia suor Eugenia ha avuto modo di farsi conoscere ed essere conosciuta da tante persone ed è per questo che erano in molti con lei alla celebrazione Eucaristica di sabato scorso. Suor Eugenia, è da anni attivista del Movimento Apostolico Ciechi (MAC) ed è per questo che a presiedere la S. Messa era don Roberto Rogora cappellano all’ospedale del Ponte di Varese e assistente del MAC varesino, coadiuvato da padre Gianni Teruzzi dei Cappuccini di Varese. Concluso il momento religioso tutti i partecipanti sono stati invitati alla Pro Loco di Cabiaglio dove con tanto calore, ma in semplicità sono proseguiti i festeggiamenti e hanno dato la possibilità a suor Eugenia di reincontrare persone care e ricordare il suo passato cabiagliese. (A.C) nche quest’anno il “Gruppo Amici di San Biagio” in collaborazione con la Pro Loco di Cittiglio, con il valido apporto delle associazioni locali e di tanti volontari ripropongono sabato 27 e domenica 28 agosto la “Gnoccata a San Biagio”, la manifestazione che da 23 anni serve a raccogliere fondi per finanziare i lavori per il restauro della chiesetta romanica di San Biagio che è uno degli edifici sacri più antichi della Valcuvia. Negli ultimi anni la chiesa è stata oggetto di lunghi e importanti lavori archeologici che l’hanno resa inutilizzabile dal dicembre 2006 al dicembre 2010. Durante la primavera 2011 all’interno della chiesa è stato ripristinato il pavimento secondo il progetto concordato con la Soprintendenza di Milano (preventivo di circa 60.000 Euro) ed è stato realizzato un telaio in acciaio appositamente strutturato per ricavare due zone – una all’ingresso della chiesa e l’altra davanti al presbiterio - in cui è stato posto in opera un pavimento in cristallo trasparente, tale da permettere la visione dei reperti storici messi in luce dagli scavi archeologici. La rimanente parte In occasione della “Gnoccata a San Biagio” si torna a celebrare la S. Messa nella chiesa dopo quattro anni di lavori di pavimento sarà realizzata in cotto, riutilizzando in parte l’antico pavimento del ‘600 recuperato durante lo scavo archeologico. La posa di quest’ultimo pavimento avverrà nei prossimi mesi e sarà terminato per la festa di San Biagio 2012 (il 3 febbraio). Anche la Gnoccata 2011 servirà, dunque, per completare la raccolta di fondi che finanzieranno il completamento dei lavori all’interno della chiesa. La festa 2011 avrà inizio alle ore 18.30 di sabato 27 agosto e si ripeterà anche la domenica 28, alle ore 12.00 ed alle ore 18.30 e si svolgerà con qualunque condizione di tempo sulla piazza antistante la chiesetta di San Biagio posta a circa 200 m dalla stazione e dall’ospedale di Cittiglio. L’accesso alla piazza sarà solo pedonale (per le auto sono a disposizione i parcheggi intorno alla stazione e dell’ospedale), ma è garantito l’accesso al luogo della festa ai portatori di handicap. Durante la Gnoccata 2011 – come ormai abitudine - sarà possibile visionare gli ultimi lavori compiuti e fare visitare con una guida gli scavi archeologici eseguiti, ma soprattutto – grazie alla realizzazione del pavimento interno della chiesa – alle ore 18.00 di domenica 29 agosto il parroco di Cittiglio, don Giuseppe, potrà celebrare in San Biagio la S. Messa vespertina dopo 4 anni di forzata sospensione. Notizie relative alla chiesetta di San Biagio sono disponibili su Internet, sul BLOG all’indirizzo: http://sanbiagiocittiglio.blogspot.com/ A.C. San Bernardo a Vararo Con un’immagine diamo spazio anche alla festa di San Bernardo che si è celebrata domenica 21 agosto a Vararo, frazione di Cittiglio. La ricorrenza è stata festeggiata secondo la tradizione con la S. Messa al mattino e la processione per le vie del borgo alpestre nel pomeriggio con, a seguire, l’incanto dei doni e il banco di beneficienza. Orino-Azzio-Comacchio. A colloquio con don Emanuele Borroni, parroco delle tre comunità A lla luce del recente articolo apparso sul Settimanale riguardante i restauri della parrocchiale di Orino, rivolgiamo al parroco alcune domande. Don Emanuele Borroni, ci risentiamo in occasione dei restauri della parrocchiale di Orino. In piazzetta ho udito una passante dire: oh!, che bello! E’ una soddisfazione condivisa? “Il mio desiderio sarebbe stato il ripristino di quello che era la decorazione presente sulla facciata negli anni 50; ma le Belle Arti non erano del mio parere. Vi erano dei fregi attorno alla cornice dei santi, ma non rimaneva nulla, occorreva ricostruire i disegni basandosi su vecchie foto… ci si è limitati ad indorare la conchiglia della nicchia centrale e il medaglione superiore; si è impreziosito con fregi dorati l’abito della Vergine alla quale è dedicata la chiesa e una velatura rosa sull’intonaco giallo, che è poi il colore secentesco-settecentesco della facciata”. Ma i programmi di restauro continuano con un poco di ambizione… “Sì, quello di riuscire a concludere l’esterno della chiesa completando il campanile con lo stesso color albicocca: tutta calce colorata a corpo, senza verniciature applicate, ma calce colorata. Naturalmente tutto questo è stato concordato con le Belle Arti. Un altro progetto assai ambizioso è quello di sistemare completamente perché lo necessita - la casa parrocchiale di Orino e l’oratorio accanto. Creare spazi abitativi e ricreativi; ma mi rendo conto che tutto questo andrebbe incontro a spese elevate….speriamo”. Vi è poi la cappelletta dell’Assunta che sta perdendo gli affreschi e non solo. Lavori in corso Sarebbe bello poterla restaurare visto che si trova lungo la via principale… “Per la cappelletta dell’Assunta, considerando che è privata, si fa appello alla generosità dei cittadini o enti, sensibili all’aspetto estetico del paese e al ricordo della fede dei loro antenati”. Sono anni che si parla del restauro del convento di Azzio. Già si è fatto tanto; quali sono le prospettive future? “Si è fatto davvero molto e ora il patronato Cariplo ha erogato una somma rilevante; ma la parrocchia deve coprire l’impegno con un’altrettanta somma per ottenere la quota promessa. Così la parrocchia ha chiesto alla Diocesi un aiuto per non perdere l’assegno. Occorrono consolidare l’edificio, togliere l’umidità alla struttura per poi poter intervenire sia sulla parte lignea: stalli, altari, ecc., che sulle pitture interne”. Appoggiato all’enorme tiglio monumentale risalente al 1820, guardavo la facciata della chiesa cimiteriale di Orino dedicata a San Lorenzo. Rientra nel programma anche il rinfresco della facciata e all’ormai smunto affresco del santo patrono? “E’ in programma l’intervento al tetto e forse in futuro alla “Casa dell’Eremita”, un rustico posto alle spalle della chiesa, per farne un luogo di accoglienza; in seguito si penserà anche alla facciata”. Lasciamo i restauri e parlami dell’oratorio estivo…come si è concluso? “Per tutti l’iniziativa è stata molto positiva. Un’esperienza intensa, soprattutto grazie al campo estivo che si è svolto a S. Giuseppe in Valmalenco. Erano 30 ragazzi con 6 animatori e 8 adulti. Il 10 settembre ci sarà la convocazione finale, per riprendere poi l’attività dell’oratorio domenicale”. Due domande finali di tutt’altro argomento. Hai introdotto nelle cerimonie una spolverata di passato; come mai? “Sto prendendo con serietà e con sempre più convinta ispirazione le raccomandazioni di Papa Benedetto e mi rendo conto che queste, chiamiamole novità, portano un vero beneficio spirituale soprattutto alla gioventù. Il dare più tono alla cerimonia tramite segni esteriori, avvantaggia anche l’aspetto catechistico. Faccio un esempio: la comunione in ginocchio tra due ceri accesi dà più consapevolezza al riconoscimento di Colui che si riceve”. Come rispondono le tue tre comunità a queste iniziative? “In modo diverso; anche perché in alcuni casi ho ascoltato i suggerimenti dei parrocchiani di una precisa località…perciò non ovunque ho introdotto l’iniziativa. Sono però convinto che il ritorno a usanze in parte abbandonate, significa anche un arricchimento e una crescita di fede”. SERGIO TODESCHINI Sondro Cronaca Pellegrinaggio notturno Concorsi a Delebio Sondrio Don Cairoli presenta la «Verbum Domini» Da Sondrio a Tirano a piedi il 24 settembre S i svolgerà il prossimo sabato 24 settembre il pellegrinaggio notturno a piedi da Sondrio al Santuario di Tirano. Dopo la Messa delle ore 20 in Collegiata, i pellegrini si muoveranno verso Tirano, dove l’arrivo è previsto per le ore 5. Rientro in treno (ore 6.10; ore 6.21; ore 7.10) oppure in pullman su prenotazione (349/8821479). Tappe del pellegrinaggio: Poggiridenti/Piano, Chiuro, San Giacomo, Tresenda e Stazzona. Sarà attivo un servizio medico con auto al seguito. Per informazioni contattare Giorgio B. (349/8821479). è Sabato, 27 agosto 2011 25 in programma per giovedì 15 settembre alle ore 21, nella sala del Cinema Excelsior di Sondrio, l’incontro con don Marco Cairoli, docente di Sacra Scrittura, che presenterà la «Verbum Domini». L’esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI raccoglie le riflessioni e le proposte emerse dalla XII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi svoltasi in Vaticano dal 5 al 26 ottobre del 2008 sul tema: «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa». L’incontro, organizzato dal vicariato, è aperto a tutti. Livigno Fotografia naturalistica e filmati sulla fauna Nuovo servizio di connessione wi-fi gratuita Il Gruppo Ecologico Naturalistico Delebio organizza un concorso di fotografia naturalistica sul tema «Natura di Lombardia». Le categorie delle immagini saranno: ambiente e paesaggi; flora; fauna selvatica; insetti; cielo (nuvole, fulmini, cielo notturno, arcobaleno, alba, tramonto, ecc); bovini, ovini, caprini al pascolo; la trasformazione del latte sugli alpeggi delle montagne lombarde. Le foto, al massimo tre per categoria, potranno essere spedite per e-mail, per posta o essere consegnate personalmente al momento dell’iscrizione che comporta il versamento della quota di adesione di 5 euro. Lo stesso GEND propone poi un concorso di filmati sulla fauna selvatica che dovranno avere la durata massima di 10 minuti e come soggetto gli animali selvatici di Lombardia. Anche per questo concorso, per il quale vengono accettati un massimo di tre filmati per concorrente, la quota d’iscrizione è di 5 euro. Le iscrizioni vengono accolte entro domenica 16 ottobre presso la casa parrocchiale di Delebio. Il bando del concorso e ulteriori informazioni sono reperibili sul sito web www.parrocchiadelebio.it. Si chiama “LivignoWiFi” il nuovo progetto che, nel mese di agosto, ha consentito di attivare due punti di accesso ad internet nella stazione alpina valtellinese. Promotori e curatori dell’iniziativa sono il Comune e l’Apt di Livigno. La rete è attiva nelle vicinanze del parco giochi Don Bosco e del parco giochi San Rocco, molto frequentati sia d’estate sia d’inverno da turisti e residenti. Per accedere al servizio, le cui connessioni durano 15 minuti, è sufficiente rilevare il segnale wi-fi con il proprio dispositivo, compilare i campi richiesti nella pagina di navigazione e cominciare la navigazione gratuita. La provocazione. Nel dibattito scaturito dalla paventata abolizione della Provincia, il presidente Massimo Sertori ha rispolverato i temi di autonomia e secessione Valtellina cantone svizzero? L a manovra di Ferragosto, predisposta dal Governo per apportare tagli alla spesa pubblica, contiene una norma che prevederebbe, a decorrere dalla data di scadenza del mandato amministrativo provinciale in corso, la soppressione delle province, salvo quelle la cui popolazione rilevata al censimento generale di quest’anno sia superiore a 300mila abitanti o la cui superficie complessiva sia superiore a 3mila chilometri quadrati.La diffusione solo parziale, mezzo stampa, dei contenuti del decreto legge ha però portato scompiglio in Provincia di Sondrio, che non rientrerebbe tra le quelle provincie con più di 300mila abitanti. Nel caldo ferragostano si sono così rincorse le analisi politiche e le prese di posizione degli amministratori e degli uomini di partito locali. Primo fra tutti Massimo Sertori, che avrebbe rischiato di essere ricordato come l’ultimo presidente della Provincia di Sondrio. Convinto che la direzione intrapresa dal governo fosse quella di sopprimere l’ente da lui governato, Sertori ha affermato: «Lo Stato ci abbandona, non avremo più un punto di riferimento istituzionale sul territorio e quindi la prima cosa che intendo fare è chiedere ai miei cittadini, magari con un referendum, se vogliono davvero essere un territorio di periferia o se magari preferiscono passare sotto il Cantone dei Grigioni». Al quotidiano La Provincia di Sondrio, Sertori non ha avuto timore di definire la misura del Governo come «miope sotto tutti i punti di vista», e ha ricordato che «la provincia di Sondrio, insieme a quelle di Belluno e di Verbano-CusioOssola, è l’unica interamente montana d’Italia e la sola ad esserlo in Lombardia. Pretendere di sopprimerla e accorparla alla pianura sarebbe davvero negare le radici di questa terra che ha le sue peculiarità, la sua storia, ma soprattutto le sue esigenze, ben diverse rispetto ai territori confinanti. E a proposito di confini – ha rimarcato Sertori –: ma se ne sono resi conto a Roma che siamo un avamposto per l’Italia, che qui confiniamo con la Svizzera a Nord e a Est con le province autonome?». E per il presidente non è «una questione di poltrone. Ma d’identità. Di gente che per secoli si è spaccata la schiena per mantenere integro un territorio alpino che non è mai stato generoso con le sue popolazioni. E a questa gente montanara, come me, chiederò se davvero intendono sopportare una simile decisione o se invece non vogliono avere maggiore autonomia, con maggiori poteri, per amministrarsi come davvero meritano e come da troppo tempo non è possibile per via di una politica poco attenta alle periferie... No, io non ci sto». A far immediatamente eco a Sertori è stata Irene Bertoletti, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio provinciale. «L’abolizione delle Provincie è un processo complesso da affrontare analizzando diversi parametri di riferimento, non solo il numero degli abitanti – le parole della Bertoletti –, altrimenti si tira una riga e chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Nel nostro territorio i Comuni sono piccoli e piccolissimi: è vero che verranno accorpati, ma i tempi saranno inevitabilmente lunghi e, nel frattempo, non ci sarà alcun ente a rappresentare l’intero territorio». Riflessioni smorzate dalle parole pronunciate in una conferenza stampa da Roberto Calderoli, ministero per la Semplificazione legisativa. «Abbiamo previsto – ha affermato il ministro – la soppressione delle Province che non raggiungono i 300.000 abitanti, oppure i 3.000 chilometri quadri di superficie. O un criterio o l’altro». Parole sibilline quelle di Calderoli, con quegli «o... o...» che hanno lasciato aperta la porta al dubbio. «Secondo quello che leggo, la Provincia è salva» ha dichiarato l’onorevole Maurizio Del Tenno, ammettendo però che il rischio sarebbe rimasto fino al momento del voto a Roma. «Il rischio non è eliminato – ha ammesso –. Fintanto che il decreto non sarà passato non avremo certezze. Posso però dire che io e il mio collega Crosio giocheremo in aula l’ultimo sangue che abbiamo». Ma, nonostante le assicurazioni sulla salvezza della Provincia, il dibattito è proseguito con nuove dichiarazioni del presidente Sertori, quasi dimentico del fatto che tra i fautori della manovra ci fossero anche i suoi compagni di partito. «Se la Provincia di Sondrio si salva sono contento – ha affermato –, ma non posso comunque accettare che palazzo Muzio venga considerato un ente inutile o parassitario. Valtellina e Valchiavenna sono grandi come la Valle d’Aosta, che è regione a statuto speciale, sarà pur vero che ci sono “solo” 180mila abitanti, ma sono quelli che con il loro lavoro mantengono quel territorio che ogni anno viene visitato da due milioni di turisti. E allora se proprio vogliono tagliare la Provincia, facciamo esprimere i valtellinesi, chiediamo loro con chi vogliono andare. Piuttosto che rimanere Cenerentola d’Italia, valutiamo la possibilità di acquisire maggiore autonomia o di andare con la provincia di Bolzano piuttosto che con i Grigioni. Noi non possiamo accettare di diventare una colonia di Roma, io non lo accetto». A prendere la parola, dopo Sertori, è stato Pierluigi Giumelli, l’ultimo segretario dei Popolari Retici, movimento fondato da Eugenio Tarabini, senatore ed ex presidente della Provincia, che proprio nel suo programma elettorale del ‘99 aveva indicato quale obiettivo principale la creazione di una distinta Regione e, in via subordinata, la creazione di una Provincia a statuto speciale nell’ambito della regione Lombardia, considerata via più facilmente percorribile, capace di decidere su alcune tematiche fondamentali come la sanità, le acque, l’urbanistica, i territorio. «Eravamo stati dei precursori – ha affermato Giumelli ricordando quelle battaglie – e mi fa piacere vedere che oggi anche coloro che non erano così “scaldati” in materia si dimostrano interessati. Il punto è che per non essere schiavi di nessuno, per non essere una colonia di Roma, come dice Sertori, l’unica via percorribile è quella dell’autonomia. Ma bisogna avere il coraggio di combatterla fino in fondo questa battaglia, non limitarsi alle parole». Ultima voce ad intervenire quella di Giovanni Curti, esponente del direttivo provinciale del PD, che ha voluto replicare alle parole del presidente Sertori. «Sicuramente il presidente ha avuto un po’ di fretta – ha affermato Curti –. Non possiamo parlare di secessione. Noi valtellinesi prima di tutto siamo italiani e nessuno in Valtellina si sente svizzero». Da Curti non solo critiche ma anche proposte: «La Provincia di Sondrio ha una sua tipicità per territorio e popolazione. Piuttosto che abolirla come aveva pensato Tremonti oppure aggregarla alla Svizzera come aveva ventilato Sertori, io dico di copiare il modello Valle d’Aosta. Ci diano lo statuto speciale. Più risorse e più autonomia e poi andremo avanti da soli». Come andrà a finire? Forse il caldo di fine estate farà semplicemente sopire tutti questi discorsi e in Provincia tutto rimarrà com’è stato finora. ALBERTO GIANOLI Valchiavenna 26 Sabato, 27 agosto 2011 Madesimo ■ Un nuovo libro L a prima edizione di una monografia su Madesimo era uscita presso l’editore Guerini di Milano nel dicembre del 1995. Seguì una ristampa due anni dopo ed ora, essendo anche questa da tempo esaurita, si è reso necessario provvedere a una seconda edizione. L’autore, prof. Guido Scaramellini, presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi, ha approfittato per rivedere, ampliare e aggiornare il testo. Ne sono uscite più di 200 pagine in grande formato, sovraccoperta e tante splendide illustrazioni, tutte a colori. Totalmente rinnovata è la veste tipografica, curata dalla Polaris di Sondrio. Anche l’impaginazione rende il lavoro più gradevole al lettore e l’aumento del corpo del carattere favorirà certamente la lettura, peraltro piacevole e scorrevole. L’iniziativa editoriale è stata sostenuta dal Gruppo Credito Valtellinese e, come i precedenti, voluta dall’amministrazione comunale di Madesimo. Il volume si apre con la presentazione del sindaco Franco Masanti e si articola in sette capitoli. Si parte dal formarsi del paesaggio naturale per passare ai cacciatori di diecimila anni fa, alle antiche strade dello Spluga fino alle prime tracce di Madesimo come alpeggio agli inizi del Duecento. Quindi viene illustrata la nascita del comune unico di Valle e della prima chiesa in paese, l’apparizione della Madonna a Gallivaggio nel 1492, i trasporti in monopolio lungo la Valle e i severi statuti civili e penali o criminali, come si diceva allora. Il secondo capitolo è dedicato alle acque curative, alla emigrazione, ai cambiamenti di dominazioni straniere, fino alla carrozzabile austriaca dello Spluga e allo sviluppo dell’alpinismo. A Carducci, che scelse Madesimo per passarvi ben quindici estati, è riservato tutto il terzo capitolo, e sue sono le parole entusiastiche del sottotitolo scelto per il volume. Il quarto è dedicato ai vari progetti di traforo dello Spluga, alle prime gare di sci nel 1911, al boom edilizio, peraltro non sempre ordinato e rispettoso, dell’ultimo dopoguerra fino a oggi, con i più moderni impianti di risalita. Gli ultimi capitoli riguardano le tradizioni, i personaggi illustri che nacquero nel territorio comunale o che scrissero o dipinsero la zona. Chiude una breve ma densa guida per il turista attraverso tutta la Valchiavenna, con qualche puntata nella confinante val di Reno svizzera. Alla scoperta di Piuro-Bregaglia S arà inaugurata il 26 agosto “Piuro Bregaglia”, una dieci giorni tra storia, cultura, teatro e buona cucina, organizzata dall’Associazione Italo Svizzera Scavi di Piuro. La rassegna che da alcuni anni l’associazione guidata dal presidente Gianni Lisignoli organizza per valorizzare la storia, le tradizioni e le attrattive storicoarchitettoniche del territorio Dal 26 agosto al 4 bregagliotto prenderà il via alle 17. 45 a palazzo Vertemate settembre una serie con il convegno “I luganegheri di iniziative storico, di Venezia tra 600 e 700”. La culturali e gastronomiche giornata di sabato 27 sarà dedicata alle visite guidate alla maziglia”. Dopo una giornata chiesa di San Giovanni Battista di pausa il programma a Dasile e al nucleo storico di riprenderà martedì 30 agosto Savogno. Domenica 28 visita con la visita in Bregaglia sul guidata alla cave di pietra tema “L’emigrazione in Val ollare con pranzo al sacco Bregaglia svizzera e i percorsi al mattino e, alle 18, tavola veneziani di Giacometti”. rotonda sul tema “Commercio Mercoledì 31 agosto alle della pietra ollare, le monete 18. 30 dimostrazione della di Piuro, la tradizione della lavorazione e dell’insaccatura delle luganighe con assaggi. Il primo giorno di settembre spettacolo serale delle scuole di Piuro e Villa di Chiavenna, che presenteranno “I Misteri di Piuro” e “Le donazioni degli emigranti alle chiese di Villa”. Venerdì 2 degustazione promossa dal distretto agroalimentare “Valtellina che gusto” ai crotti di Belfort. Si chiude sabato 3 settembre con la visita guidata ai gioielli donati alle chiese di origine dai migranti a Venezia. Le chiese sono quelle di Loreto, Campedello, San Barnaba, Canete e Chete. Nel pomeriggio visita alle chiese di San Martino, chiesa Rotonda, palazzo Vertemate e chiesa di Prosto. Il momento clou del programma sarà, comunque, la rappresentazione teatrale “Laganegaria. La Commedia del porco e del brigante”, della compagnia teatrale I Guitti in programma al Belfort sabato 3 e domenica 4 settembre. Un’ottantina di emigranti dagli USA al Paese d’origine Campodolcino a stelle e strisce S abato 6 agosto a Campodolcino una toccante cerimonia ha dato il via ufficiale alla prima Reunion delle famiglie emigrate dalla nostra Valle verso gli Stati Uniti. Presso la chiesa parrocchiale più di ottanta “americani” sono stati accolti dal Superiore Generale dei Guanelliani don Alfonso Crippa, dal Provinciale per l’Asia e gli Stati Uniti don Luigi De Giambattista, dal nostro Parroco e dalle Autorità locali. La chiesa gremita è stato il vero punto d’incontro perché come è stato detto tutti quelli che sono partiti nella seconda metà dell’ottocento sono stati li battezzati. C’è stato un momento di presenza ideale tra coloro che non ci sono più e tra coloro che sono tornati, attorniati dall’affetto di tanta popolazione. La Santa Messa è stata celebrata in italiano ed inglese in modo da essere capita da tutti presenti. All’organo il maestro Michele Montemurro. Chi era partito sognava di ritornare, molti di loro non hanno potuto farlo e ora questo sogno è stato realizzato dai pronipoti. In questo periodo di sbarchi di emigrati è giusto ricordare che anche la nostra è stata terra d’emigrazione. Lo stesso fonte battesimale che ha dato la vita spirituale a tutti gli emigranti partiti ha in particolare benedetto il piccolo Luigi Guanella, presto Santo. Da giovane prete don Guanella volle mandare alla nostra comunità di emigrati in Genoa Wisconsin, tramite don Bosco, un sacerdote piemontese. Al termine della santa Messa, proprio per la chiesa di San Carlo in Genoa è stato benedetto un dipinto del nostro Santo. Le manifestazioni di benvenuto ai nostri cugini d’America sono proseguite poi per ben due settimane in una valle imbandierata a festa ed il 13 agosto la comitiva con due pullman ha fatto visita anche a Como al Santuario ed al Museo di via Tommaso Grossi. Le fotografie, giorno per giorno, sono disponibili liberamente sul sito www. valdigist.it CRISTIAN COPES Riviviamo l’emozione del tradizionale concerto di San Lorenzo nei giardini di Palazzo Vertemate F Fuochi d’artificio su una serata di grande musica inale col botto, e non è un modo di dire, per il Concerto di San Lorenzo, tenutosi mercoledì 10, festa del santo patrono di Chiavenna, nei giardini di Palazzo Vertemate Franchi a Piuro. L’esibizione del complesso Classica Viva ha raccolto l’entusiastica partecipazione, nonostante la temperatura tutt’altro che estiva, di circa 900 spettatori e si è conclusa con la sorpresa di uno spettacolo pirotecnico. Il complesso milanese diretto dal maestro Stefano Ligoratti, con la partecipazione straordinaria del pianista chiavennasco Michele Montemurro, non ha deluso le attese. I musicisti hanno proposto un programma spesso non semplicissimo, soprattutto per i non esperti, ma ricco di grande fascino. La serata si è aperta con l’Overture dall’Egmont di Beethoven per proseguire con il Concerto per Clarinetto n. l di Von Weber con la partecipazione del solista Michele Naglieri. La seconda parte della serata ha visto l’esecuzione del Totentanz di Liszt e l’entrata in scena della stella di casa Michele Montemurro. Grande chiusura, prima del bis, nuovamente con Beethoven di cui è stata proposta l’intera Sinfonia n. 5, sicuramente la composizione più conosciuta dal grande pubblico dell’intero programma. Ben guidati da Ligoratti, classe 1986 e già un curriculum di tutto rispetto, i giovani musicisti dell’orchestra stabile, tutti provenienti dal Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, hanno stupito i presenti per virtuosismo e precisione. Tanti gli applausi anche per i due bis fuori programma. L’orchestra ha presentato Slavonic Dance di Antonin Dvorak, mentre il pianista Michele Montemurro si è concentrato sulla Polonaise Op. 53 di Chopin subito dopo la pagina dedicata a Liszt. Il presidente dell’associazione Piuro Cultura Omar Iacomella ha tracciato in apertura un bilancio, positivo, della prima edizione festival Bregaglia Music Travel e lanciato un ponte verso la collaborazione con le altre realtà associative della zona. Durante i saluti è intervenuto anche il sindaco di Chiavenna Maurizio De Pedrini, che ha voluto ricordare come Palazzo Vertemate sia il “biglietto da visita” della città e della valle dal punto di vista storico, architettonico e turistico. La serata, come da tradizione, si è conclusa con un rinfresco curato dall’organizzazione. DANIELE PRATI Sondro Cronaca Spediti i container per monsignor Capelli Un aereo super leggero e moltissimo materiale in viaggio verso la Diocesi di Gizo, Isole Solomon M artedì 9 agosto è partito, finalmente! Non ci riferiamo al vescovo Luciano Capelli, il quale è ritornato nella sua Diocesi di Gizo, nelle Isole Solomon, già dal 16 luglio, ma all’aereo superleggero Savannah SS/N con Motore Rotax che monsignor Luciano, nei suoi due mesi di permanenza in Italia, è riuscito a domare (abbastanza). L’aereo è stato costruito in Italia dalla ditta I.C.P. di Castelnuovo Don Bosco ed è stato realizzato per volare, non per essere incassato in un container e trasportato in nave! Le misure del container gli andavano infatti un po’ strette e, sebbene senza ali naturalmente, non aveva intenzione di entrarvi. E pensare che avevamo ordinato un container “high cube”, più alto di quelli soliti. Arriverà al porto di Honiara il 2 ottobre e sarà rimesso insieme da Sergio ed Augusto, i due istruttori pilota che hanno insegnato al vescovo Luciano la difficile arte del volo. In tutto, i container spediti nelle Isole Solomon sono stati tre, dei queli due strapieni di materiali, grazie a don Zuffetti, direttore delle Missioni Don Bosco di Torino, che ha sostenuto le spese di spedizione. Oltre al lavoro dei volontari Dino, Franco, Andrea, Augusto, Carlo, Carol, Alba, Giulio, Elsa, Sergio e Sante, che hanno contribuito alla preparazione delle spedizioni, importante in questo periodo è stata l’esperienza di otto giovani di Pedrengo (BG) che, accompagnati dal loro viceparroco don Alessandro Gipponi, hanno trascorso tre settimane a Gizo per insegnare ai giovani locali come organizzare le attività oratoriane. L’evento Ottenuto il patrocinio del Ministero ■ Tirano Walking Valtellina tra risate e beneficenza Novità per la mostra del Bitto L a Mostra del Bitto di Morbegno allarga il suo raggio d’azione e aumenta il suo prestigio grazie al patrocinio concesso dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Il logo ministeriale, rilasciato a conclusione di approfondite verifiche e audizioni sul territorio che coinvolgono i massimi organi statali, si aggiungerà a quelli ormai tradizionali di Regione, Provincia, Bim, Camera di Commercio, Comune e Comunità Montana di Morbegno. Il riconoscimento del Ministero è la conferma di una tradizione che la Valtellina rinnova di anno in anno con una manifestazione che esalta le eccellenze agroalimentari del territorio. Il Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina, sin dallo scorso anno, appena subentrato nell’organizzazione della Mostra del Bitto, aveva lavorato per ottenere il patrocinio, ma i tempi si erano rivelati eccessivamente stretti per un iter procedurale che prevedeva numerose tappe. Decisivo è stato l’incontro tra il ministro Saverio Romano, il direttore Importante riconoscimento per la manifestazione che da anni esalta le eccellenze agroalimentari del territorio del Distretto, Patrizio Del Nero (nella foto), e l’assessore provinciale all’Agricoltura, Severino De Stefani, a Riva Del Garda, nello scorso mese di aprile. Nell’occasione, di fronte alla richiesta avanzata informalmente da Del Nero e De Stefani, il nuovo titolare del dicastero aveva mostrato vivo interesse per l’esposizione enogastronomica valtellinese e aveva assicurato il suo personale impegno per assegnarle il logo ministeriale. E il risultato è stato ottenuto in pochi mesi con la lettera, datata 4 agosto, giunta nella sede del Distretto Agroalimentare dal Ministero e firmata dal capo di gabinetto Antonello Colosimo. «Per noi è una grande Sabato, 27 agosto 2011 27 soddisfazione, un traguardo raggiunto – sottolinea il direttore Del Nero –. Il patrocinio, che viene concesso a poche e selezionate manifestazioni, sancisce la dimensione nazionale della Mostra del Bitto e ne aumenta il prestigio davanti al pubblico e agli operatori del settore. Un’attestazione che giunge nella prima edizione in cui l’intero settore agroalimentare provinciale si presenta riunito nel Distretto e nel momento dell’avvio della piena operatività di un organismo nato non soltanto per valorizzare e promuovere i nostri prodotti ma anche per far crescere un comparto strategico per la nostra economia». Manca una settimana al Walking Valtellina, evento turistico e sportivo non competitivo promosso dall’Associazione Nordic Walking per domenica 4 settembre, che sta conquistando tiranesi, valligiani e turisti. Quest’anno la manifestazione avrà come prestigioso prologo la serata di sabato 3 settembre, presso l’auditorium Trombini di Tirano, dove sarà presentato l’evento alle autorità istituzionali e agli ospiti. Ma la serata sarà anche un momento di spettacolo di altissimo livello, con la partecipazione del Duo Idea della nota trasmissione televisiva Zelig. Sarà un appuntamento aperto a tutti con ingresso libero ad offerta, il cui ricavato verrà devoluto al progetto della onlus Univale “Casa Fabrizio”, che consiste nella realizzazione di alcuni miniappartamenti da mettere a disposizione dei parenti di pazienti che afferiscono al reparto oncologico dell’ospedale di Sondrio per cure ed esami. Durante la kermesse sarà anche presentata la Joelette, carrozzella monoruota da fuoristrada, acquistata dall’Associazione Nordic Walking che verrà messa a disposizione di istituzioni sociali del territorio che si occupano di disabilità e di istituzioni scolastiche che ne facciano specifica richiesta. Sondrio. La Comunità Montana ha stanziato fondi per una manutenzione straordinaria Sentiero Valtellina a nuovo con 300 mila euro I l “Sentiero Valtellina” rappresenta il percorso ciclopedonale più frequentato della media valle e per questo costituisce la struttura più rappresentativa dell’attività della Comunità Montana Valtellina di Sondrio. Per questo motivo l’ente riserva una particolare attenzione alla sua cura e manutenzione che quest’anno è stata particolarmente impegnativa a causa delle continue piogge che non hanno permesso una regolarità negli interventi. L’età delle pavimentazioni sta determinando fenomeni di degrado cui contribuisce anche la presenza di radici lungo il percorso. Proprio per restituire la piena fruibilità del percorso la Comunità Montana Valtellina di Sondrio ha destinato la somma di 300 mila euro per dar corso a significativi interventi di manutenzione straordinaria della pista ciclopedonale “Sentiero Valtellina” ed il suo completamento. Le opere previste riguardano, in particolare, il rifacimento di alcune tratte di pavimenta- zione che oggi si presentano particolarmente danneggiate anche a causa della presenza di radici superficiali, la posa di ulteriori protezioni laterali in legno e la sostituzione e l’implementazione degli arredi nella aree di sosta; saranno poi posizionati ulteriori pannelli informativi ed i cippi chilometrici. L’inizio dei lavori è stato programmato per il prossimo mese di ottobre per non creare disagio agli utenti del Sentiero Valtellina nei mesi estivi in cui è massima la fruizione; per consentirne una migliore esecuzione verrà posta adeguata segnaletica informativa utile a garantire la sicurezza per gli utenti. «Spiace evidenziare – dichiarano i vertici dell’ente comunitario sondriese – che negli ultimi tempi il tracciato del Sentiero Valtellina è stato oggetto di numerosi atti vandalici quali la rottura di staccionate, panchine, tavoli e altri elementi dell’arredo, che comportano costi aggiuntivi e impiego extra del personale operaio che viene distolto da altre mansio- ni come il taglio delle erbe con conseguenze negative che si riversano su tutti gli utenti. Inoltre giungono segnalazioni circa le infrazioni al regolamento di utilizzo del Sentiero Valtellina: cani non al guinzaglio, passaggio di cavalli, elevata velocità di percorrenza da parte di ciclisti, comportamenti scorretti che possono creare non solo disagi agli utenti ma anche un vero e proprio pericolo. Per tale motivo è importante la collaborazione dei fruitori per segnalare eventuali comportamenti scorretti e le vere e proprie azioni vandaliche nonché un più rigoroso rispetto delle norme di comportamento previste nel regolamento di utilizzo consultabile presso tutte le aree di sosta. L’intento rimane quello di consegnare agli utenti una struttura di qualità ed altamente fruibile, nata per consentire il contatto con la natura e momenti di svago e la pratica sportiva in un ambiente ideale». tratto da www.altarezianews.it Sondrio Cronaca 28 Sabato, 27 agosto 2011 Internet ■ Nonsolobanca Nuovo campo da calcio alla Castellina L a società Sondrio Calcio ha ottenuto dal Comune la gestione del centro sportivo CONI della Castellina e la realizzazione del nuovo campo a 11 in erba sintetica. «Ci siamo assunti un impegno notevole a favore dei giovani della Città di Sondrio – ha affermato la Sondrio Calcio in una nota –, con l’intento di potenziare la dotazione di spazi destinati alla pratica del calcio Attiva la nuova sezione del sito web della BPS Una nuova sezione del sito web istituzionale interamente dedicata alla cultura e al tempo libero: è questa la novità presentata ad inizio mese dalla Banca Popolare di Sondrio. Con contenuti rinnovati rispetto a quelli già presenti nel vecchio sito della BPS e novità legate al mondo del web 2.0, nonsolobanca.popso.it – questo l’indirizzo del portale – offre importanti risorse multimediali sia ai turisti che agli stessi residenti della provincia di Sondrio. «La nostra banca – ha spiegato Paolo Lorenzini, responsabile del servizio relazioni esterne di BPS – ha sempre avuto nella tradizione l’impegno di fare cultura, per essere realmente una banca popolare. Ora, raccogliendo il lavoro di anni, abbiamo sviluppato uno strumento multimediale per consentire a tutti di accedere al nostro patrimonio artistico e culturale». Accedendo a “nonsolobanca”, infatti, con appena tre click del mouse è possibile raggiungere qualsiasi pagina web del portale. Nella sezione “cultura”, contraddistinta dal menù testuale di colore blu, si va dall’archivio di convegni e conferenze, registrate dal 2000 e filmate dal 2006, alle pubblicazioni editoriali, passando attraverso la possibilità di consultare in formato pdf o versione sfogliabile l’archivio dei notiziari della banca a partire dal 1999. Menù verde per la sezione “tempo libero”, all’interno della quale è inserita la sezione dedicata alle webcam posizionate sul territorio, oltre a due sezione in cui sono proposte numerose possibilità di escursioni – trekking o ciclo turismo – in Lombardia, con particolare riferimento alla nostra provincia, e in Svizzera. Questa sezione, già apprezzata da numerosi utenti del web sul precedente sito della banca, è stata rinnovata e ampliata. Accanto alla descrizione testuale delle escursioni, si è scelto di rinnovare le immagini che illustrano il percorso e di creare, attraverso le mappe di Google, una facile localizzazione degli itinerari sul territorio. Per gli utenti che dispongono di sistemi di navigazione satellitare sarà possibile anche scaricare le relative mappe. La nuova sezione del sito web della Banca Popolare di Sondrio non sarà consultabile solamente dai personal computer o dai nuovi strumenti per la navigazione multimediale, ma anche da due postazioni multimediali – collocate nelle filiali di Chiavenna e Bormio – che offriranno la possibilità di accedere anche ai servizi di internet banking in maniera sicura. A. GIA. e di ammodernare la struttura esistente. La realizzazione del nuovo campo da calcio con fondo sintetico, quindi, permetterà al centro sportivo di mantenersi al passo con i tempi, favorendo la pratica dell’attività sportiva anche nei mesi invernali». L’inizio dei lavori è previsto per settembre, la conclusione per i primi di novembre. Dal 26 agosto al 3 settembre la 52a edizione in piazza Garibaldi Torna in piazza il Palio delle Contrade D opo l’inizio delle prime gare ieri sera, si apre ufficialmente questa sera la 52a edizione del Palio delle Contrade della Città di Sondrio. La macchina organizzativa è già operativa da tempo «per dare modo all’intera comunità – spiegano gli organizzatori – di riunirsi in un momento di competizione mista al divertimento e sfruttare in positivo quel ‘’campanilismo’’ presente tra le contrade della città». Fino a sabato 3 settembre, il Palio andrà in scena nella cornice di piazza Garibaldi, dove le contrade animeranno una settimana all’insegna del divertimento e della voglia di stare insieme. Palio memorabile, in quanto ci ha visto Il programma ufficiale prevede, oltre coinvolti nell’organizzazione della agli appuntamenti fissi con i tornei di manifestazione in prima persona – calcetto, basket e volley, la consueta afferma soddisfatto il presidente cerimonia di apertura con la sfilata dell’Associazione Amici del Palio, Saverio goliardica di buffi carretti, la cena di Froio –. Un grande impegno ripagato venerdì 2 settembre per riunire la città in dall’allegria contagiosa dei contradaioli, piazza, oltre a simpatiche sorprese tutte dall’euforia dei tifosi e dalla curiosità dei da scoprire. cittadini richiamati in piazza per fare «Lo scorso anno è stato per noi un festa insieme. È doveroso ringraziare tutti coloro i quali ci hanno sostenuto e continuano a farlo, contribuendo a tramandare la nostra storia ed il nostro patrimonio di tradizioni». Le contrade che si contenderanno il Palio sono dieci: Milano, Trento, Trieste, San Rocco, Vecchia, Ponchiera, Ronchi, Rolla, Piastra – che quest’anno ha assorbito l’ex contrada Vanoni – e la nenonata Brigata Orobica. L’organizzazione, patrocinata dal Comune di Sondrio, è curata dall’associazione Amici del Palio, composta da Saverio Froio, Lisa Gianoli, Fabio Marini, Laura Marveggio e Giuseppe Maiorana. Ogni sera le sfide di giovani e adulti saranno precedute da un torneo di calcio per i contradaioli fino ai 13 anni. Mentre alle 20.30, secondo il programma già diffuso da alcune settimane, si svolgerà la prima partita dei tornei di calcio a 5, oppure di basket o pallavolo. Simpatico intermezzo, particolarmente gradito dal pubblico e impegnativo per i contradaioli, saranno i giochi a sorpresa proposti dagli organizzatori. Si va dal tiro alla fune al palo della cuccagna, passando per la caccia al tesoro e altre gare di abilità. I giochi si svolgeranno alle 21 e alle 22, seguiti dalle partite dei restanti tornei. Ogni sera le gare dovrebbero concludersi per le ore 23. Particolare rilievo avranno la sfida di questa sera tra i carretti allegorici preparati dalle diverse contrade che sfileranno da piazza Campello a piazza Garibaldi, prima di affrontarsi in una gara di velocità a cronometro. Durante la sfilata saranno portati dalle singole contrade anche i nuovi stendardi che l’organizzazione ha chiesto quest’anno di realizzare coi colori della contrada e un simbolo che rappresenti il quartiere o la frazione di provenienza. Per gli oratori della città, il Palio offre poi l’occasione per radunare i giovani e gli animatori dopo le vacanze estive. Le contrade Vecchia, Milano, San Rocco e Piastra sono infatti legate rispettivamente agli oratori Angelo CustoDe, Don Maccani, San Rocco e Sacro Cuore. A. GIA. Provincia di Sondrio. Un’indagine de Il Sole 24 Ore mostra dati rassicuranti per la crisi I depositi bancari crescono sopra la media L a crisi sembra non toccare i risparmi delle famiglie della provincia di Sondrio, aumentati del 5,7 % negli ultimi quattro anni. Il dato si attesta ben sopra a quello della media nazionale (0,6 %) e in Lombardia è secondo solo a quello della provincia di Lecco (8,1 %). La provincia di Sondrio si trova così all’undicesimo posto, a pari merito con Treviso nella graduatoria delle provincie più attente all’accrescimento dei depositi bancari nel periodo intercorso tra fine 2007 e lo scorso 31 maggio. L’indagine, che ha messo in luce la variazione percentuale dei depositi bancari al netto dell’inflazione, è stata elaborata dal Centro studi Sintesi per Il Sole 24 Ore su dati Banca d’Italia e ha messo in luce un Paese che mediamente ha aumentato i propri risparmi. Dall’inizio del 2008, «i depositi bancari medi per famiglia – riportava Il Sole 24 Ore dello scorso 8 agosto – sono cresciuti di circa 1.500 euro, da 21.821 a 23.426 euro. In valori nominali, un + 7,4 per cento». Va però tenuto conto anche dell’inflazione e così, utilizzando l’indice di rivalutazione monetaria dell’Istat relativo a famiglie, operai e impiegati, emerge che la crescita dei prezzi è stata del 6,8 %. «Dunque, in termini reali – attesta il quotidiano economico –, il deposito bancario medio della famiglia italiana è aumentato dello 0,6 per cento». Ma la media nazionale non fa testo per alcune provincie particolarmente virtuose, come quelle di Rimini e L’Aquila, rispettivamente al primo e secondo posto nella classifica de Il Sole 24 Ore con una variazione percentuale positiva del 19,8 e 19,3 %. A seguire Biella, Torino, Ferrara, Lecco, Belluno e Parma, Genova. Chiude la “top ten” Milano, i cui dati ancora comprendono quelli della provincia di Monza-Brianza e che vede una variazione dei depositi bancari di 5,9 punti percentuali in positivo. A seguire, con Treviso, Sondrio che stacca nettamente Como, in ventunesima posizione con un aumento del 2,1 %. Le altre provincie lombarde si trovano nella seconda metà della classifica, tutte in segno negativo, ben al di sotto della media regionale che si attesta sull’aumento dello 0,6 %, perfettamente in linea con quella nazionale. Alla posizione 52 si trova Varese con una diminuzione dei depositi bancari del 2,7 %, quindi Mantova (posizione 67, -4,6 %), Bergamo (posizione 78, -5,8 %), Cremona (posizione 85, -6,9 %), Lodi (posizione 87, -7,1 %), Brescia (posizione 94, -8,5 %) e Pavia (posizione 96, -9,0 %). Peggio del pavese solamente Arezzo, Reggio Emilia e Crotone, fanalino di coda con una diminuzione del 15,4 %. Guardando alle somme depositate in banca, Sondrio è l’ultima provincia in classifica ad attestarsi sopra la media nazionale, con una stima del deposito medio passata dai 30.170 ai 33.929 euro. Una buona somma che mostra le nostre famiglie come abituate al risparmio e non certo impreparate ad uscire dalla crisi. A. GIA. Sondrio Sabato, 27 agosto 2011 29 Pubblicazioni. Il volume è stato realizzato da Erasmo Schivalocchi e Angela Martinelli D efunctus adhuc loquitur. studioso indefesso, attento Morto ancora racconta alle esigenze spirituali e (Parla). Il motto di S. di promozione umana dei Paolo, riportato in sottotitolo, suoi abitanti. è appropriato riferito alla Sono ricordati molti aspetti figura di don Giovanni della personalità di don Rapella, alla luce delle attività Giovanni: il carattere che in Valdidentro sono mite, la bonarietà, la state intraprese e sono state disponibilità all’incontro, compiute nel corrente mese il suo conversare sereno di luglio per ricordarlo. Prima e loquace senza limite di la presentazione del volume tempo, l’attenzione alle a lui dedicato, in un’affollata esigenze materiali e alla assemblea pubblica a Bormio. promozione culturale, Quindi la posa di una croce l’interesse per la storia sulla vetta della cima Piazzi e locale, l’ambiente e quanto la dedica a sua memoria. Posto i esso contiene, momenti di che in Cielo persista l’umano condivisione e di amicizia. sentire, credo abbia guardato La croce sulla cima Piazzi, con piacere i suoi amici la montagna simbolo della valorizzare due momenti valle, a quota 3439, è stata significativi degli interessi voluta dalla sezione C.A.I. che hanno caratterizzato la di Valdidentro, alla cui UNA FOTO DI GRUPPO SULLA sua vita terrena; la cultura nascita don Giovanni si CIMA PIAZZI AL MOMENTO DELLA sociale, umanistica e dedicò con passione, la BENEDIZIONE DELLA CROCE storica della realtà locale stessa che alimentava il suo che tanto lo attraeva e a cui amore per la montagna. stimolava la sua gente per Doveva essere benedetta una valorizzazione umana in una solenne funzione e spirituale, l’amore alla religiosa con al centro montagna ed alla storia la celebrazione della S. dell’alpinismo che la designò Messa, ma l’inclemenza quale meta da raggiungere. del tempo di domenica Lo testimonia la ricerca e la 17 luglio ha consigliato la Intitolato “Frammenti di ricordi” raccoglie memorie di conoscenti ristampa di scritti riprodotti settantina di persone che nel volume dedicato a di don Giovanni parroco di Isolaccia e Pedenosso, scomparso il 13 luglio 2007 con don Giacomo Santelli, Giorgio Senigaglia “alpinista, parroco di Semogo, ha esploratore, cantore della raggiunto la vetta, scalando montagna”, nel centenario Giovanni, un prete di profonda umanità, parzialmente abili che svolge. Intitolato la parte nord o salendo della sua morte 1898- 1998, edito che la manifestava nella disponibilità al “Frammenti di ricordi”, raccoglie in circa dal più lungo ma più agevole versante dall’Archivio del Centro Studi Alpini rapporto con la gente, nell’attenzione ai trecentocinquanta pagine memorie e sud, a trattenersi in cima lo stretto tempo di Isolaccia Valdidentro (SO), che problemi da essa vissuti, nel ricercare la sentimenti di conoscenti e frequentatori necessario per la benedizione e la dedica, riproducono interessanti pezzi che sua promozione ed evoluzione spirituale, di don Giovanni, il compianto parroco per poi scendere a ripararsi alle malghe riportano avvenimenti, sentimenti ed culturale, sociale. E’ stato edito con il di Isolaccia e Pedenosso scomparso di Verva, e Boron, dove i gruppi si sono emozioni dei padri dell’alpinismo, ed in contributo di A2A e con il patrocinio della la sera del 13 luglio 2007 di ritorno ritrovati per un momento di amicizia particolare dell’alpinista che al gruppo Fondazione A.E.M. nella ricorrenza del a Morbegno ove, in famiglia, stava ed armonia, momenti di aggregazione Piazzi dedicò molta parte della sua centenario di fondazione, e stampato trascorrendo un periodo di riposo a che in genere la montagna favorisce e attività di ascensione. dalla SO.LA.RE.S. società cooperativa cagione della sua salute malferma, da che don Giovanni avrebbe apprezzato e Il volume è frutto dell’attività e della sociale che contribuì a far nascere e una visita in Valdidentro, terra amata che condiviso. costanza di Erasmo Schivalocchi e Angela sempre ha sostenuto per la meritoria aveva animato per oltre trentanni con VITO SOSIO Martinelli, due amici ed estimatori di don azione di promozione lavorativa dei la sua intrepida attività di prete colto e Un libro su don Rapella ● Pubblicato uno studio della Camera di Commercio di Sondrio ● Confermati i dati positivi degli ultimi trimestri ● Il clima internazionale di tensione e incertezza pesa sulle aspettative L’incertezza sul futuro e l’economia della Valle N el secondo trimestre del 2011 è cresciuta la produzione industriale in provincia di Sondrio, segnando un + 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato positivo ma al di sotto della media Lombarda che ha fatto registrare un +4,9%. In Lombardia la performance migliore è quella di Cremona (+8,6%), mentre Lodi è l’unica provincia e registrare un dato negativo (-8%). La fotografia della realtà economica sondriese è offerta da una ricerca curata da Maria Chiara Cattaneo, ricercatrice della Camera di Commercio di Sondrio. “Nel secondo trimestre 2011 – scrive Cattaneo - si è registrato un lieve rafforzamento nella crescita sul periodo precedente, per quanto riguarda la produzione industriale, ma il quadro di breve periodo resta incerto. In Lombardia, i dati relativi al secondo trimestre del 2011 segnano dati ancora positivi, con una produzione in crescita come nel primo trimestre 2011, con tassi più bassi rispetto a quelli di fine 2010 (che, di contro, erano più alti proprio come rimbalzo rispetto al crollo del 2009) che riflettono anche un rallentamento in atto a livello internazionale. Non sono mancati segni positivi, mentre il clima di tensione ed incertezza sembra incidere ora soprattutto sulle aspettative”. In provincia di Sondrio nel settore industriale manifatturiero si registrano aumenti negli ordinativi – anche se si riducono gli ordinativi dall’estero - produzione industriale e fatturato. L’occupazione è, invece, stabile. Nel comparto dell’artigianato manifatturiero aumentano gli ordinativi interni e totali mentre si riducono gli ordinativi esteri. I rispettivi trend rimangono in crescita. I valori indice di occupazione, produzione industriale e tasso di utilizzo impianti segnano valori in aumento. Anche se i valori congiunturali del fatturato sono positivi –per fatturato interno e totale in particolare – i rispettivi trend sono ancora negativi, sia pur in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti. Il settore del commercio registra ancora difficoltà con dati negativi rispetto al periodo. Lo stesso avviene per il settore dei servizi. Nel secondo trimestre 2011 a Sondrio le ore autorizzate di integrazione salariale totali sono 510.756 con un aumento del 9,53% rispetto al trimestre precedente e del 39,18% rispetto al secondo trimestre del 2010. Aumenta soprattutto la cassa integrazione straordinaria. Nel turismo, rispetto al primo trimestre 2010, i dati (sia pur provvisori) registrano aumenti negli arrivi e nelle presenze di italiani e stranieri, con trend sostanzialmente stabili. I dati relativi al commercio internazionale per il primo trimestre 2011 rilevano una riduzione a livello congiunturale sia delle importazioni sia delle esportazioni dopo l’aumento ALCUNI STRALCI DELLA RICERCA CONDOTTA DA MARIA CHIARA CATTANEO PER LA CAMERA DI COMMERCIO DI SONDRIO registrato nel periodo precedente. Se il confronto viene fatto su base annua, le importazioni aumentano significativamente; anche l’export aumenta ma molto meno rispetto alle importazioni. Complessivamente, secondo l’indagine campionaria effettuata, le aspettative sono positive per gli artigiani mentre sono negative per gli imprenditori industriali. Lettere e Rubriche Sabato, 27 agosto 2011 31 In memoria di un sacerdote recentemente scomparso. Mons. Alessandro Botta S e volessimo riassumere al lusso. Quando era in una frase la vita arrivato a Sondrio aveva di don Alessandro, lasciato alcuni locali per tutti don Sandro, (compresa la sua camera penso che sia molto adatta da letto) arredati così l’espressione “sacerdote come erano. Anche nel secondo il cuore di Cristo”. vestito, pur avendo degli Innanzitutto perché don abiti che indossava in certe Sandro aveva una sincera particolari circostanze, devozione per il Sacro Cuore di amava la semplicità….Per lo Gesù, secondariamente perché più portava la veste talare, è stato vero prete, qualunque anche vesti vecchie, in cui fosse l’incarico che ricopriva. risaltavano le “sostituzioni” Negli anni ’50 del secolo scorso ( di pezzi di maniche, o assistente dell’oratorio di S. di collo) a motivo della Bartolomeo e coadiutore del tonalità di nero diversa. priore Msg. Onorio Cairoli. D’inverno indossava una Nel 1964 parroco a Gemonio. papalina, fatta dalla sua Poi direttore spirituale del zia – diceva – con la lana Seminario Minore quindi del ricavata da una vecchia Maggiore; fino al 1974, quando sciarpa. Alla fine del 2002, tornò a San Bartolomeo da al compimento del 75° priore in seguito alla morte anno d’età, rimise il suo di Msg. Cairoli. Dopo 13 anni mandato nelle mani del di fecondo ministero (non Vescovo e chiese di poter bisogna dimenticare che fu andare al Santuario di presidente del comitato per Tirano come confessore. il sedicesimo centenario Lasciò Sondrio nell’estate del della Diocesi nel 1985-86), 2003. Rimase a Tirano fino con slancio giovanile accettò al 2005. Quando si accorse Don Sandro aveva una sincera devozione per il Sacro Cuore di Gesù il trasferimento a Sondrio che le forze venivano meno e a 60 anni cominciò la sua si ritirò all’Istituto “Santa ed è stato vero prete, qualunque fosse l’incarico che ricopriva. nuova missione. Io conobbi Croce” di Como. Col passare don Sandro quando, nel 1983, del tempo divenne sempre terminato il primo anno di seminario, ero dall’impegno di Vicario, con grande informato, ma aveva fiducia dei suoi più taciturno. Anche prima però non si alla ricerca di un confessore per l’estate… umiltà. Io posso parlare solo di don vicari, sia di chi, per così dire, “reggeva” lamentava mai di niente: gli andava sempre Mi rivolsi a lui, che fu ben lieto di farmi Sandro arciprete di Sondrio… Innanzitutto la chiesa del Sacro Cuore (che serviva un bene tutto, dicono le suore. Anche se da guida spirituale. Ci ritrovammo 13 voglio sottolineare il suo “amore” per il quartiere di settemila persone), sia chi non mi riconosceva , o lo faceva con gran anni dopo a Sondrio. Dopo quattro anni confessionale. Passava in confessionale operava presso la Collegiata. Ci teneva fatica, l’ho visitato varie volte in questi trascorsi a Traona, il Vescovo mi chiese parecchie ore ogni giorno: in quelli feriali molto che ci ritrovassimo ogni lunedì sera ultimi mesi. Magari dopo un breve saluto, di trasferirmi a Sondrio, sempre come almeno tre ore al mattino (6.30/9.30) e per stilare il programma delle settimane rimanevamo in silenzio a guardare la vicario. Furono anni molto belli ed intensi due ore al pomeriggio (16/18). Celebrava successive o per dividerci le incombenze televisione, seduti vicino l’uno all’altro. Don per me quelli con don Sandro, in tutto la Messa delle 18.15…La domenica era più immediate. Talvolta cenavamo insieme, Sandro amava molto la montagna e appena cinque. In quegli anni don Sandro – dal sempre in chiesa, mattino e pomeriggio. con sua grande soddisfazione. In quelle poteva andava – quando era a Sondrio- a giugno ’98 al gennaio ’02- fu anche Vicario Magari portava con sé qualche circostanze gli piaceva raccontare episodi fare qualche escursione: “Tieni d’occhio episcopale per la provincia di Sondrio, un quadernino per scrivere, libri da leggere… della sua gioventù in Seminario. Più di la chiesa…ci vediamo stasera!”, mi diceva. impegno gravoso per un uomo di 70 anni, Voleva però che la gente lo trovasse in tutto amava ricordare gli anni di vicario a Padre, Dio dei cieli, Signore delle cime… parroco di una grande parrocchia. Come confessionale. Di penitenti ne aveva San Bartolomeo (quattordici!). Ricordava che hai chiamato a te il tuo servo buono e suo solito, non si risparmiò e, finchè potè, tanti, di Sondrio e dei paesi vicini. Voglio volentieri anche gli anni passati a Gemonio. fedele… (come dice una famosa canzone),” mantenne il doppio incarico. Quando si ricordare la stima che nutriva nei confronti Infine un tratto caratteristico: la semplicità. su nel paradiso, lascialo andare per le tue accorse di non riuscire più a mantenerli dei suoi coadiutori, stima che era anche Era un uomo schivo, umile. La sua casa era montagne. tutti e due, chiese di essere sollevato affetto paterno. Voleva essere sempre decorosa ma povera; nessuna concessione DON MATTEO FORNI Secondo il cuore di Cristo ❚❚ L’informatore giuridico / 121 a cura di VITTORIO RUSCONI Beni culturali ed esposizione pubblica del Crocifisso I n tema di beni culturali si ricorda che in data 12.7.2011 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (n. 160) la Legge n. 106 di conversione del D.L. n. 70 del 13.5.2011 (Decreto Sviluppo). All’art. 4 del convertito decreto legge, in tema di “Costruzione delle opere pubbliche”, si prevede la seguente norma: “16. Per riconoscere massima attuazione al Federalismo Demaniale e semplificare i procedimenti amministrativi relativi ad interventi edilizi nei Comuni che adeguano gli strumenti urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici regionali, al Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni: a) all’articolo 10, il comma 5 è sostituito dal seguente: «5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al comma 1 che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni, se mobili, o ad oltre settanta anni, se immobili, nonché le cose indicate al comma 3, lettere a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni»;”. Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: La novità, assai importante per le realtà delle nostre Parrocchie, consiste nel fatto che il cosiddetto Decreto Urbani (D.Lgs. 22.1.2004, n. 42), prevedeva originariamente al suo art. 10 l’obbligo di sottoporre alla disciplina della tutela dei beni culturali (intendendo per beni culturali “le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”) gli immobili risalenti ad oltre cinquant’anni. Ora questo limite è stato innalzato da cinquanta a settanta anni. I n tema di esposizione del Crocifisso negli edifici sul presupposto che lo Statuto d’Autonomia della Regione Lombardia stabilisce all’art. 2, comma 4, lettera f ), che la “Regione persegue, sulla base delle sue tradizioni cristiane e civili, il riconoscimento e la valorizzazione delle identità storiche, culturali e lingui- Direttore responsabile: Agostino Clerici La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) e all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) stiche presenti sul territorio”, è stato presentato un progetto di legge (n. 74), assegnato alla VII Commissione del Consiglio regionale lombardo, il quale vuole dare attuazione al principio sancito nella Carta fondamentale regionale attraverso la previsione dell’”Esposizione del Crocifisso negli edifici e nei locali degli immobili regionali”. La motivazione è spiegata nell’art. 1 del progetto, il quale afferma: “Il Crocifisso rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendente da una specifica confessione religiosa ed è un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili che sono i valori che delineano l’attuale ordinamento regionale statale. Il Crocifisso con il suo valore spirituale contiene in sè anche i valori della identità storica e culturale, il concetto di fratellanza, di pace e di giustizia”. La proposta prevede l’obbligo di esporre l’immagine del Crocifisso, o un’icona cattolica, in ogni edificio, nonché in ogni locale degli immobili regionaliLa mancata esposizione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da € 120,0 ad € 1.200,00. Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione del periodico e per l’invio di materiale promozionale. 32 Sabato, 27 agosto 2011 Pubblicità