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Attualità
3
Mondo
6
Como
13
Sondrio
Orissa: ancora
problemi
per i cristiani
Per la carestia
si muore nel
Corno d’Africa
Con Al-Anon:
e l’alcolismo
non fa paura
Valtellina:
cantone
svizzero?
e autorità impediL
scono di ricostruire
le chiese distrutte nei
ono 12 milioni le
S
persone colpite dalla carestia in Somalia,
rosegue l’attività
P
dell’associazione dei
familiari di chi si è scon-
a provocazione nelL
l’ambito del dibattito sulla paventata abo-
massacri del 2008.
Kenya, Etiopia e Gibuti.
trato con la dipendenza.
25
lizione della Provincia.
31
Anno XXXV - 27 agosto 2011 - € 1,20
Editoriale
Da Madrid al mondo
di Francesco Bonini
“I
l mondo ha bisogno della
testimonianza della vostra
fede, ha bisogno certamente di
Dio”, ha ripetuto il Papa nella
grande Messa alla base aerea dei Cuatros
Vientos, che ha concluso la grande Gmg
accaldata, per un momento bagnata e
sempre felice di Madrid. Ancora una volta
la Gmg è stata un grande evento cattolico,
un grande evento mondiale. Ha fatto bene
alla Spagna e può fare molto bene al mondo
proprio in questo momento storico di crisi
e di ricerca di nuove strade di sviluppo. “Il
Papa si è sentito molto bene in Spagna”, ha
detto prima di partire. Il Papa soprattutto
è stato molto bene con i giovani. E se ne
è fatto interprete. “I giovani rispondono
con impegno quando si propone loro
con sincerità e verità l’incontro con Gesù
Cristo, unico redentore”. Così ha parlato
di “gioia, ricca di grazia e di emozione,
così carica di dinamismo e di speranza”.
Per superare questo momento di impasse
globalizzata è necessario dare la parola a
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
“testimoni coraggiosi e senza complessi,
autentici e credibili”, quei ventenni che di
fatto rappresentano una risorsa preziosa
e unica in un quadro di stanchezza e di
frammentazione planetaria. L’appello è
esigente proprio perché così lo vogliono e
lo intendono i giovani stessi: “Non abbiate
paura d’essere cattolici, di testimoniarlo
sempre intorno a voi con semplicità e
sincerità”. La radicalità è richiesta proprio da
chi non si riconosce come un terminale di
consumi, ma una forza capace di novità. E il
Papa rilancia questa identità: “Precisamente
oggi, in cui la cultura relativista dominante
rinuncia alla ricerca della verità e disprezza
la ricerca della verità, che è l’aspirazione
più alta dello spirito umano, dobbiamo
proporre con coraggio e umiltà il valore
universale di Cristo, come salvatore di tutti
gli uomini e fonte di speranza per la nostra
vita”. Tutto qui, nella consapevolezza che
la fede rappresenta una importante risorsa
e dunque una presenza essenziale nella
dinamica dello sviluppo planetario: “La
fede non si oppone ai vostri ideali più alti,
al contrario, li eleva e li perfeziona. Cari
giovani, non conformatevi con qualcosa
che sia meno della Verità e dell’Amore, non
conformatevi con qualcuno che sia meno
di Cristo”.
Capaci
di novità!
La Giornata Mondiale della
Gioventù svoltasi a Madrid ha
lasciato nel cuore di migliaia
di giovani provenienti da ogni
parte del continente l’appello
forte lanciato da Benedetto
XVI ai... Cuatro Vientos:
“Il mondo ha bisogno della
vostra testimonianza di fede!”.
Nell’inserto un primo reportage
dai pellegrini diocesani, le
parole del Papa e lo slancio
verso Brasile 2013. 15 - 18
Cucciago
21 Valcuvia
24 Morbegno 27
Francesco,
Il 27 e 28
Mostra
una vita
agosto in festa
del Bitto:
donata
nella chiesetta
patrocinio
ai più piccoli.
di San Biagio.
del Ministero.
Chiesa locale 8
Scuola per operatori di
pastorale familiare al via
Appuntamenti: verso la
Festa del Patrono e la
Giornata del Creato
9 / 11
i è conclusa lo scorso fine settiS
mana in Valfurva la settimana
residenziale che ha dato slancio alla
IV edizione del cammino di formazione. Vi hanno aderito 18 coppie di
sposi (insieme ai loro 30 bambini) e
due sacerdoti.
Idee e opinioni
2 Sabato, 27 agosto 2011
DA MADRID AD ANCONA | a cura del Servizio Informazione Religiosa
I volti della freschezza:
i giovani nella
Chiesa, dalla Gmg
al Congresso eucaristico
“C
sui quali la cultura
Nostra intervista a mons. aspetti
ambiti,
che viviamo è per un verso
Edoardo Menichelli,
che
disattenta e per l’altro verso
arcivescovo di Anconasaranno
diseducativa. Prendiamo
approfonditi nella
l’affettività: il pensiero
Osimo, che, dopo aver
settimana del
di oggi la coniuga
partecipato alla Giornata dominante
Congresso eucaristico,
soprattutto sul versante del
Mondiale della Gioventù, è ‘mi piace’. L’Eucarestia ci
che secondo me sono
giù proteso sul Congresso educa invece all’affettività e
particolarmente
vicini ai giovani: sono
all’amore come dono di sé”.
Eucaristico nazionale
l’affettività, la fragilità e
che
si
svolgerà
proprio
la cittadinanza”. Reduce
E per quanto riguarda la
ad Ancona dal 3 all’11
dall’appuntamento
fragilità e cittadinanza?
settembre prossimi.
della Gmg Madrid,
“La cultura contemporanea
dove ha accompagnato
sembra che abbia scartato la
i giovani della sua diocesi e ha tenuto le catechesi,
fragilità, è una dimensione che l’uomo
lo sguardo di mons. Edoardo Menichelli,
di oggi non coltiva più. Bisogna essere
arcivescovo di Ancona-Osimo, è naturalmente già
capaci di capire che la fragilità non è una
rivolto al Congresso eucaristico nazionale (Cen),
‘diminuitio’, ma una qualità della vita che
che si svolgerà proprio in Ancona dal 3 all’11
può essere messa anch’essa nelle mani
settembre, un evento che si concluderà con la
dell’Eucarestia e trarre da quest’ultima
presenza del Papa che presiederà la celebrazione
le motivazioni perché diventi seme di speranza.
eucastica nell’area portuale della città.
Del resto Gesù stesso ha assunto la fragilità umana.
Per quanto riguarda la cittadinanza mi sembra
Mons. Menichelli se dovesse motivare i giovani
che oggi ognuno abbia alzato uno steccato su una
a venire al Cen dopo l’esperienza della Giornata
porzione del creato, su una parte, un territorio e dica
mondiale di Madrid, cosa direbbe?
a qualcun altro: ‘tu qui non ci devi venire’. Invece noi
“Le motivazioni non sono mai esterne, vanno
dobbiamo proporre o riproporre un pensiero che
trovate interiormente. Ma potrei dire così:
parte da quello che io chiamo il banchetto. Dio ha
l’‘oggetto’ del nostro convenire è sempre la nostra
preparato per l’umanità il banchetto del creato, che
persona, Gesù Cristo, che abbiamo trovato a
è per tutti, ha preparato il banchetto eucaristico, ed
Madrid, troveremo ad Ancona e un altro giorno
è per tutti, ha preparato il banchetto dell’eternità, ed
troveremo in un altro tipo di esperienza. Quello
è per tutti. Dunque il creato è per tutti, ma per starci
che conta, poi, è il senso della Chiesa e l’ascolto
bene devi sapere che sei figlio di Dio e fratello degli
del maestro, del Papa: credo che siano elementi
altri e non puoi escludere un tuo simile o uno simile
sono sufficienti perché ogni ragazzo superi qualche a te figlio del Padre”.
legittima difficoltà, e poi, utilizzando uno slogan, si
potrebbe dire ‘chi ama trova sempre tempo per le
Che impressione le hanno fatto i giovani incontrati
cose che ama”.
a Madrid?
“Ho trovato l’esperienza della Gmg spagnola
Come fare perché i giovani scoprano veramente
molto viva e molto nuova: quello che mi ha
la bellezza e la centralità del sacramento
impressionato, di questa edizione, è come questa
dell’Eucarestia?
nuova generazione di ragazzi che partecipano sia
“Il tema del Cen ‘Signore da chi andremo?’ ha
una generazione esigente. L’ho visto almeno in
un sottotitolo singolare, ‘l’Eucarestia per la vita
due aspetti: l’attenzione e la pazienza nell’ascolto
quotidiana’ che sarà sviluppato attraverso alcuni
e soprattutto la freschezza delle domande, che
ambiti che secondo me toccano da vicino i giovani:
chiedevano un aiuto per mettere insieme la vita con
l’affettività, la cittadinanza e la fragilità. Sono
il progetto evangelico. Il modo in cui si ponevano i
i sono tre
Aforismi
■ Gómez Dávila
Le categorie sociologiche
autorizzano a circolare
nella società senza
curarsi dell’individualità
insostituibile di ciascun
uomo. La sociologia
è l’ideologia della
nostra indifferenza
verso il prossimo.
Nicolás Gómez Dávila
(Cajicá 1913 - Bogotá 1994)
Scrittore e aforista colombiano
In margine a un testo implicito,
Adelphi 2001, pagine 86-87.
C
ome si fa la storia della
Chiesa? La domanda
è certamente più
altolocata di questo pezzullo
di taglio basso! Eppure,
talvolta la Chiesa fa capolino
anche sui giornali, e devo
riconoscere che quasi sempre
la trattazione è affetta da un
peccato originale. Ma, intanto,
chi è la Chiesa? Dalla risposta
a questa domanda dipende il
modo di trattarne e di farne la
storia o anche solo la cronaca.
Se la Chiesa è avvertita come
una organizzazione religiosa
e sociale con i suoi ingranaggi
e, soprattutto, la sua gerarchia,
allora ecco venire a galla
la “macchia” originale nel
tracciarne la storia: la storia
della Chiesa si riduce ad
essere la storia dei papi o dei
vescovi o, quando va bene,
dei preti. Stranamente questa
visione clericale della Chiesa è
la preferita da chi ha la pretesa
di leggerla laicamente. Strano
davvero questo modo laico
di fare storia della Chiesa,
✎ Corsivo |
ragazzi mi ha molto toccato e impressionato e mi ha
fatto pensare al congresso eucaristico. Mi è sembrato
di trovare nelle loro domande e nelle risposte che io,
e anche altri confratelli abbiamo cercato di dare, un
primo passo verso questa riduzione della distanza
culturale tra quello che celebriamo e quello che
viviamo. Perciò io mi auguro che la presenza dei
giovani al Cen sia numerosa, anche se comprendo
qualche difficoltà, perché sono convinto che il
sacramento stesso dell’Eucarestia ci dà la spinta e
ci fa trovare la motivazione per far sì che la vita sia
autentica.
Incontri come la Gmg o il Cen di Ancona “parlano”
veramente alla vita dei giovani?
“La vita nostra è un continuo camminare e le
difficoltà che ho incontrato io da ragazzo non sono
uguali a queste, come quelle di oggi non sono quelle
che si incontreranno tra dieci anni. L’importante
è avere dentro quel qualcosa che non ti fa essere
soddisfatto, che non ti fa sentire arrivato, devi
essere sempre capace di rimotivarti su un cammino
e queste esperienze offrono questa possibilità. I
ragazzi partecipano a questi incontri perché tutti
avvertono che la proposta evangelica è talmente
forte immodificabile che si può coniugare nel tempo
che vivi”.
di Agostino Clerici
Ma davvero la Chiesa
si può leggere così?
perché dimentica proprio... i
laici. Prima di entrare nel mio
consueto digiuno agostano
dalla carta stampata - che
mi appare ogni anno più
salutare - mi sono imbattuto
in due lunghi articoli che
avevano la pretesa di tracciare
qualche nota di storia degli
ultimi decenni della Chiesa
di Dio che è in Como, con
una particolare attenzione al
rapporto con la dimensione
politica della società. Articoli
belli, scritti bene, a tratti
godibili, comunque affetti da
questo vulnus originale: la
scansione storica è episcopale,
e il declino o la ripresa sono
individuati entro presunti
atteggiamenti o simpatie dei
vescovi stessi che si sono
succeduti sulla cattedra di
Felice e Abbondio. Legittimo,
sia chiaro, valutare “il declino
di Como tra politica e vescovi”,
ma ho la quasi certezza
che la Chiesa sia e sia stata
altrove, nascosta - nel senso
del “mistero” - dentro la fitta
trama dei rapporti che si
vivono in quella quotidianità,
purtroppo o per fortuna
segnata da altre dinamiche
che non siano solo quelle di
“chi è il vescovo felicemente
regnante” o del come egli
si rapporti alla politica
(che, poi, spesso è solo la
vecchia “partitica”, magari
riverniciata in quella “Seconda
Repubblica” che, tante volte
annunciata, non è mai nata).
Capisco che è più difficile
- forse impossibile, stando
laicamente fuori - toccare
il polso della Chiesa che
pulsa nelle parrocchie, nelle
associazioni, nei movimenti,
o anche solo nel modo di
pregare o di pensare o di
agire dei christifideles laici,
che sfugge ad ogni troppo
facile incasellamento nel
periodo di regno di questo o
quel vescovo. La Chiesa è un
corpo e la sua storia è quella
delle sue membra, del cuore
e del cervello, ma anche dei
piedi con le fiacche o delle
mani nodose per il tanto
lavorare, degli occhi che sanno
vedere e delle orecchie che
sanno ascoltare. La Chiesa
è una compagnia che ha al
centro la persona vivente di
Gesù Cristo, e questa è una
dinamica che, per fortuna,
sfugge alle maglie della
sociologia e della politica.
Attualità
India. I cristiani dell’Orissa hanno ricordato i massacri del 2008.
Sabato, 27 agosto 2011
3
✎ Pakistan:
“indebolita”
l’azione verso
le minoranze
I
Leautoritàimpediscono
di ricostruire le chiese
A
tre anni dalla violenza che si è scatenata contro i cristiani nello Stato
indiano dell’Orissa, i fedeli subiscono ancora vessazioni, e le autorità
non permettono loro di ricostruire le chiese danneggiate negli
attacchi. In questo contesto sempre più difficile, ricorda l’agenzia
vaticana Fides, il 24 agosto, giornata commemorativa dei massacri del 2008, i
cristiani dell’Orissa hanno pregato e si sono riuniti per ricordare le vittime e
levare la voce contro le ingiustizie che continuano a subire.
Fonti di Fides nella Diocesi di Cuttak- Bhubaneswar hanno infatti riferito che il
Governo locale sta violando la libertà religiosa dei fedeli cristiani impedendo
loro di ricostruire le chiese demolite durante le violenze o di costruirne di
nuove nelle “colonie” cristiane nate dopo i massacri.
Il Governo locale nel distretto di Kandhamal, il più colpito dagli episodi di
violenza, ha inviato una lettera al parroco della chiesa cattolica di Nostra
Signora della Medaglia Miracolosa a Mondasoro intimando il blocco
immediato dei lavori di ricostruzione
di un cappella nel villaggio di
Padunbadi, sostenendo che il suolo è
religiosa non esiste in Stati come
di proprietà demaniale.
il Karnataka, l’Orissa e il Gujarat.
Giorni fa, il Governo ha poi fermato
Questa è una macchia sull’India
la costruzione di un’altra chiesa
laica”, ha affermato il presidente del
cattolica a Nadagiri, nello stesso
GCIC, Sajan K. George, come riferisce
distretto, dove molte famiglie
AsiaNews.
cristiane sono state ricollocate dopo
Venti attivisti radicali indù hanno
che le loro abitazioni sono state
attaccato domenica scorsa il pastore
occupate dagli estremisti indù.
Sangappa Hosamani Shadrak, di 28
Il Global Council of Indian Christians
anni, mentre celebrava nel villaggio di
(GCIC), che in Orissa difende i diritti
Rohi in casa di un fedele, dove negli
dei cristiani, ha inviato una lettera
ultimi anni ha svolto regolarmente i
aperta al Primo Ministro dello Stato,
suoi servizi di preghiera domenicali.
Shree Naveen Patnakiji, chiedendo
Gli estremisti hanno assalito la
la revoca delle ordinanze contrarie
comunità di fedeli, dissacrato il pane
alla Costituzione indiana e alla libertà e il vino che venivano usati per la
religiosa.
celebrazione e picchiato il pastore,
Il GCIC ha anche denunciato
che ha perso un dente ed è stato
violenze avvenute di recente in
ferito gravemente al volto. Dopo
un altro Stato indiano, quello del
di ciò è stato trascinato in un altro
Karnataka, dove per due domeniche
villaggo, Latte, e legato a un albero.
consecutive la celebrazione religiosa
Gli estremisti hanno poi chiamato la
è stata interrotta e il pastore è stato
polizia, che ha portato via il pastore e
malmenato e arrestato con la falsa
alcuni fedeli.
accusa di praticare conversioni
I tentativi del GCIC di farlo liberare
forzate.
non hanno avuto esito, e Shadrak è
“Gli aggressori se ne vanno liberi, e 64 stato condotto al carcere di Jamkotai
anni dopo l’Indipendenza la libertà
con accuse non specificate.
Fonti di “Fides” nella Diocesi
di Cuttak- Bhubaneswar
hanno riferito che il
Governo locale sta violando
la libertà religiosa dei
fedeli cristiani impedendo
loro di ricostruire le chiese.
“Gli attacchi alla comunità cristiana
continuano nonostante le promesse
del nuovo Primo Ministro Sadananda
Gowda”, ha dennunciato Sajan K.
George. “E questo a dispetto delle
dichiarazioni del nuovo Premier,
che personalmente ha una relazione
molto buona e cordiale con la
comunità cristiana da sempre”.
Il GCIC è molto preoccupato per la
nuova campagna del Vishwa Hindu
Parishad (Vhp), gruppo estremista
e militante indù che si è schierato
contro la bozza di legge “Prevenzione
della violenza interreligiosa e mirata”.
Il leader del Vhp Pravin Togadia ha
affermato che la legge renderebbe “la
polizia ossequiosa verso le comunità
di minoranza” e ha accusato il
Consiglio nazionale consultivo,
guidato da Sonia Gandhi, di essere
per questo anti-indù.
Il provvedimento dovrebbe invece
premettere al Governo centrale di
prendere misure in caso di violenza
interreligiosa, che verrà definita
“disturbo interno” al Paese.
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l Vescovo Joseph Coutts di Faisalabad,
presidente della Conferenza dei
Vescovi Cattolici del Pakistan, ha
espresso il proprio disappunto per la
decisione del Governo del Paese di creare
la figura del Ministro per l’Armonia
Nazionale, incarico per il quale è stato
nominato Akram Masih Gill.
Il presule ha descritto il fatto come
un “passo indietro” per i cristiani e
quanti insieme a loro sono sempre
più preoccupati per le minacce alla
libertà religiosa nel Paese. Parlando con
l’associazione caritativa internazionale
Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), il
Vescovo Coutts ha sottolineato come
il ruolo di Gill sia inferiore a quello di
Shahbaz Bhatti, assassinato nel marzo
scorso quando era Ministro federale per
le Minoranze. Mentre Bhatti, anch’egli
cattolico, aveva specifiche responsabilità
nel promuovere gli interessi delle
minoranze religiose, ha aggiunto il
Vescovo, la nomina di Gill ha una portata
più generale, in vista della più ampia
questione della coesione sociale.
Il presule ha aggiunto che la perdita di
un Ministro di Governo non può essere
compensata dalla nomina del fratello
di Bhatti, Paul, a consulente per le
questioni delle minoranze del Primo
Ministro pakistano. “Per me tutto ciò
è un passo indietro”, ha confessato ad
ACS. “E’ vero che con la nomina di Gill
e quella del dottor Bhatti ci sono due
possibilità di far sentire la voce delle
minoranze, ma probabilmente nessuna
delle due avrà lo stesso impatto di quella
di Shahbaz Bhatti come Ministro federale”.
I commenti del Vescovo giungono in
un momento di crescente timore che
i tre milioni di cristiani pakistani,
nonché gli induisti, i sikh e i musulmani
sciiti, vengano messi a tacere a causa
dell’aumento dell’estremismo. Una
questione fondamentale è costituita dai
cambiamenti proposti alle controverse
leggi sulla blasfemia, di cui si è
ampiamente abusato e che sono legate
alle violenze perpetrate in risposta a
presunte offese contro l’islam, come la
mancanza di rispetto nei confronti del
Profeta Maometto o la distruzione di testi
contenenti versetti del Corano.
Dopo l’omicidio di Bhatti il 2 marzo
scorso, il suo assassino ha affermato di
aver agito in risposta alle critiche del
Ministro nei confronti delle leggi sulla
blasfemia. Due mesi prima, lo stesso
motivo era stato apportato dall’uomo
accusato di aver ucciso Salman Taseer,
Governatore del Punjab, che aveva chiesto
un cambiamento di queste leggi.
www.zenit.org
Libia: ore decisive...
con tanta ansia
Il vicario apostolico di Tripoli mons. Martinelli
è in Italia e non può rientrare in Libia.
O
re decisive ma concitate a Tripoli
dove le forze del Consiglio nazionale
di transizione stanno arrivando nel
cuore della capitale libica. In città, sono
rimasti tre religiosi francescani che si
stanno prendendo cura dell’unica Chiesa
cattolica presente a Tripoli: 2 filippini ed
un egiziano. Lunedì mattina sono entrati
nella loro casa dei delinquenti. La chiesa
non è stata oltraggiata. Volevano solo rubare
qualcosa. La situazione ora è tranquilla,
afferma mons. Giovanni Innocenzo
Martinelli, il vicario apostolico di Tripoli,
che è attualmente in Italia e non potendo
rientrare sta costantemente in contatto con
la sua comunità. Lo abbiamo raggiunto
telefonicamente.
Mons. Martinelli, cosa sa della situazione a
Tripoli in queste ore decisive?
“Le informazioni che ricevo dicono che le vie
di accesso dalla Tunisia e da Malta sono ancora
chiuse. Stamattina abbiamo avuto qualche
disturbo, ma sono azioni di delinquenti che
sono entrati in casa per prendere qualcosa,
non c’è stato nessun oltraggio alla chiesa. I miei
collaboratori francescani, due filippini e un
egiziano, si stanno prendendo cura della chiesa
e sono tranquilli”.
In città però c’è molta tensione…
“Certamente aspettiamo il ritorno
dell’ordine. Che la gente ritrovi la
pacificazione tra le diverse parti. Ma se non
c’è ora un ritorno all’ordine, non si può fare
niente, non c’è nemmeno la pace”.
Cosa sarà ora della Libia. Ne uscirà come
un Paese spaccato?
“Non credo, perché il fatto che siano venuti a
Tripoli ed abbiano conquistato Tripoli, vuol
dire che in qualche modo dovrà ricomporsi
l’unità. Certamente in una forma da studiare
tra loro, con le persone di buona volontà che
sappiano imporsi con linee riconciliatrici.
Questo è il problema: trovare le persone che
siano capaci di avviare un dialogo tra le due
parti. Ma non credo che ci siano divisioni. La
rivoluzione è nata a Benghasi ed è arrivata
fino a Tripoli. A Tripoli pensavano che ci
fosse una grande resistenza, e c’è stata,
ma alla fine hanno ceduto. È vero che non
dappertutto, perché ci sono delle zone a
Tripoli e fuori Tripoli con le fazioni che
si battono ancora, ma penso e spero che
si arrivi presto ad una riconciliazione. Lo
speriamo veramente”.
Come sta vivendo tutta questa situazione
da fuori, lei che ha sempre voluto stare
accanto alla sua gente?
“Sto vivendo con l’ansia di tornare giù presto,
appena possibile, appena c’è la prima
occasione di tornare”.
Italia
4 Sabato, 27 agosto 2011
L’
esistenza “non è un
procedere cieco, ma è
un andare incontro a
colui che ci ama”. In altre parole,
“l’uomo non può vivere senza una
certezza sul proprio destino” e
“solo la certezza che nasce dalla
fede può permettergli di vivere
in modo intenso il presente”.
È questa l’interpretazione che
Benedetto XVI ha mandato al
popolo del Meeting per l’amicizia
fra i popoli, che si è aperto il 21
agosto a Rimini (fino al 27), del
titolo centrale della trentaduesima
edizione, “E l’esistenza diventa
un’immensa certezza”. Nel
messaggio a firma del Segretario
di Stato, card. Tarcisio Bertone,
il pontefice sottolinea che è
proprio “quando viene meno la
speranza cristiana, quando cioè
viene meno la certezza della
fede e il desiderio delle“cose
ultime” che “l’uomo si smarrisce
e diventa vittima del potere”.
Aggiungendo che “oggi più che
mai noi cristiani siamo chiamati
a rendere ragione della speranza
che è in noi, a testimoniare nel
✎ meeting di rimini |
a cura di Servizio Informazione Religiosa
Andare incontro. Le parole di Benedetto XVI
e del presidente della Repubblica Napolitano
mondo quell’oltre senza il quale
tutto rimane incomprensibile”. A
fare da guida in questo percorso
di consapevolezza è la Chiesa
che rende “presente nel tempo
il mistero dell’eternità di Dio”.
La Chiesa, conclude Benedetto
XVI, “il soggetto adeguato di
questa certezza”. Del resto già il
giovane Joseph Ratzinger, come
ricordato dal vescovo di Rimini
mons. Lambiasi, in apertura del
Meeting, si chiedeva se fosse
“davvero lecito aggrapparci al
fragile stelo di un singolo evento
storico? Possiamo correre il
rischio di affidare l’intera nostra
esistenza, anzi l’intera storia, a
questo filo di paglia di un qualsiasi
avvenimento, galleggiante nello
sconfinato oceano della vicenda
cosmica?”. Proprio dalla storia
di Gesù di Nazaret, ha concluso
mons. Lambiasi, “il cristiano
apprende che la potenza di Dio
non è un potere faraonico che
schiaccia e annichila l’umano, ma
una incredibile potenza d’amore
che lo salva e lo esalta”.
Nell’inaugurare l’edizione 2011
del Meeting di Rimini dopo una
visita alla mostra sulla storia
della sussidiarietà nei 150 anni
dell’unità d’Italia, il presidente
della Repubblica Giorgio
Napolitano si è ricollegato
alle parole di Benedetto XVI e
all’importanza di riprendere in
mano il proprio passato, presente
e futuro. “Siamo immersi in
un angoscioso presente, in
un’ansia del giorno dopo. Non
possiamo sfuggire alla ricerca di
risposte” ha detto Napolitano.
“Con le celebrazioni del
centocinquantenario ci stiamo
riappropriando del nostro passato.
Abbiamo insistito sulle capacità
dell’Italia di riprendersi dopo
la guerra, dopo il terrorismo
perché le sfide che abbiamo
davanti sono più che mai ardue e
di esito incerto”. Dal palco di un
Auditorium gremito di giornalisti,
operatori volontari e comuni
spettatori, il presidente non
ha fatto mancare un richiamo
alle forze politiche invitando
maggioranza e opposizione a
superare i conflitti avviando “un
dialogo vero con le realtà sociali”.
“È necessaria una vera svolta
per una crescita di tutta l’Italia,
del nord e del sud insieme”
ha continuato precisando che
“al di là del Pil, degli aspetti
quantitativi contano anche gli
aspetti qualitativi della condizione
umana”. Tra i temi affrontati dal
presidente il problema del debito
pubblico “che sarebbe una colpa
storica e morale lasciare sulle
generazioni future”, la piaga
dell’evasione, la situazione delle
carceri e dei carcerati in Italia. E ai
giovani di Cl l’invito conclusivo:
“Portate nel tempo dell’incertezza
il vostro anelito di certezza”.
Anche quest’anno sono numerose
le modalità attraverso cui seguire
l’evento di Cl anche fuori dal
quartiere fieristico riminese.
IlSussidiario.net – Tg Meeting è
operativo fino al 27 agosto con due
edizioni giornaliere (alle 14 e 19 e
alle 24 disponibile anche in lingua
inglese) e sempre sul web (www.
meetingrimini.org) si possono
seguire i convegni in diretta o
differita.
Cattolici
“nuovi”
nell’arena
politica?
Si vocifera che vi siano fasce del mondo
cattolico intenzionate a partecipare alla vita
pubblica... Ma non deve essere una riedizione
della Democrazia cristiana!
C
ondivido le analisi e i giudizi di
quanti sostengono che fasce sempre
più ampie del mondo cattolico
italiano paiono intenzionate a
entrare nell’arena politica, per rinnovarne
la classe dirigente e dare risposte risolutive
alle complessità della crisi che fiacca
il Paese. Non dimentico i cattolici che
fanno politica in Parlamento o attraverso
i partiti esistenti,ma li considero parte
del fallimento della classe dirigente alla
guida del Paese. Sottolineo pertanto
il pericolo che la parte di cattolici in
cammino verso l’impegno politico venga
assorbita dall’esperienza in corso, cosicché
perderebbe ogni valenza innovativa. Per
evitare di essere frainteso preciso che
non vagheggio la ricostituzione di un
polo politico, sul modello della vecchia
Democrazia cristiana, con ambizioni
unitarie e di governo del Paese, aperta
per ovvie ragioni al compromesso, alle
richieste di sussidi e alla rivendicazione di
“diritti” contrastanti il “bene comune” ed
il principio di giustizia. Penso a un partito
di opposizione, costituito da cattolici
che non perseguono la cattolicizzazione
dell’Italia, ma la edificazione di una società
rispettosa dello spirito evangelico e della
Dottrina sociale della Chiesa, ovvero una
società attenta alla tutela della dignità,
della libertà, dei doveri e dei diritti della
persona umana. Un tale modello di
società presuppone, a suo fondamento,
valori e ideali, quali: legalità, giustizia,
ordine sociale, democrazia, solidarietà,
laboriosità, spirito di servizio, creatività e
coraggio. Intendo sostenere, fra l’altro, che
l’esercizio della libertà, quella vera, non
produce mai danno o ingiuste limitazioni
alle attività imprenditoriali, alla libertà di
pensiero, stampa, associazione e riunione.
Non è mia intenzione rinverdire forme
di intransigentismo cattolico, ma solo
I progetti di
architettura dello
Stato, le regole
richieste per
innervare la società
civile, le dinamiche
e l’organizzazione
dell’economia
auspicate dai cattolici,
poco hanno in comune
con quelle della
cultura laica e laicista
di destra, di centro
e di sinistra. Serve,
quindi, una limpida e
articolata chiarezza di
discorso e di dialogo, e
l’onestà di affermare il
binomio fede-ragione.
di Gianni Munarini
sostenere l’esigenza di
una rinnovata prudenza
nei momenti di dialogo
e collaborazione
con persone e forze,
quand’anche non
contrarie, sicuramente
lontane dalla fede
cattolica. Ciò per evitare
il pericolo del relativismo
e della dimenticanza,
ossia del non ricordare
che il cristiano è chiamato
a collaborare con Cristo
nell’opera di Redenzione
del mondo. Al riguardo
richiamo la parabola dei vignaioli ove si legge:
“C’era un uomo padrone di casa il quale
piantò una vigna… e la diede in affitto a
degli agricoltori per ricevere i suoi frutti” (Mt
21,22). Il cristiano è chiamato da Cristo in
aiuto nel lavoro della sua vigna e Dante così
riassume il concetto: “l’agricola che Cristo/
elesse a l’orto suo per aiutarlo”(XII, 71-72). In
parole semplici: chiedo e auspico una limpida
e articolata chiarezza di discorso e di dialogo,
ovvero l’onestà di dire che la cultura cattolica
è figlia del binomio fede e ragione. Non credo
errato sostenere che per poterla declinare in
realizzazioni concrete, in collaborazione con
altre forze, deve essere decifrata con molta
attenzione. Ciò permetterà di comprendere
i motivi e le ragioni, per le quali i progetti di
architettura dello Stato, le regole richieste
per innervare la società civile, le dinamiche
e l’organizzazione dell’economia auspicate
dai cattolici, poco hanno in comune con
quelle della cultura laica e laicista di destra, di
centro e di sinistra. Per scendere al concreto
tenterò di porre in evidenza alcuni punti di
divergenza fra pensiero cattolico, rettamente
inteso, e quello laicista. Inizio ricordando,
che a partire dagli anni ’70 del secolo
scorso, il consenso elettorale non è più stato
chiesto su motivazioni ideali, programmi di
sviluppo e progresso realistici, lungimiranti
e veritieri, ma su promesse utopiche di beni
materiali, di welfare deresponsabilitante,
pregno di promesse, pingui ed eterne,
nonché di una valanga di pseudo diritti
di sapore individualista, egoista, cinico e
crudele. Un partito di cattolici autentico
non pone il problema del consenso come
obiettivo principale, in quanto sa che “la
ragion d’essere dello Stato è l’attuazione
del bene comune ” (Mater et magistra, 20)
e che la fedeltà alla verità è sacra. Servizio
alla comunità nazionale, conseguimento del
massimo di bene comune compatibile coi
valori di giustizia, solidarietà ed equità, sono
categorie sconosciute alla classe dirigente.
Basta con le promesse fallaci di benefici e
diritti vari quali pensioni baby e d’anzianità,
servizi sanitari d’eccellenza gratuiti, case
popolari a chiunque ne faccia richiesta, cassa
integrazione a tempo indeterminato, anche
a favore di aziende decotte, con carenze
gestionali, dirigenti incapaci e disonesti
e maestranze demotivate, nonché sussidi
ad aziende che poi delocano. Bisogna
saper discernere e soprattutto produrre la
ricchezza richiesta per rendere possibile un
welfare d’eccellenza. Ancor peggio è il lasciar
intendere che, grazie a leggi apparentemente
garantiste, ma nella sostanza ambigue, si da
spago all’evasione fiscale, ai comportamenti
truffaldini, ai giocolieri della bancarotta
fraudolenta e via dicendo. Vado a concludere
ricordando che la soluzione dei singoli
aspetti della crisi che non è solo economica
e finanziaria, ma innanzittutto culturale,
morale e di inadeguatezza della classe
dirigente, va ricercata nella nascita di una
nuova classe dirigente competente, rigorosa,
con una forte carica etica. I rinnovamenti
ideali, quelli autentici, avvengono solo “per
un contatto più vivo col mistero di Cristo e
con la storia della salvezza”.
Europa
Sabato, 27 agosto 2011
Lo studio non è solo per il mercato!
I
valori guida di una società sono chiaramente espressi dalla sua visione
dell’istruzione. I sistemi di istruzione portano all’iniziazione dei giovani
nei confronti del proprio ethos e del proprio patrimonio culturale,
in modo da far loro capire e apprezzare le più ricche conquiste della
propria civiltà: e (niente meno) diventare consapevoli delle sue cecità e dei
suoi limiti, imparando così ad aprirsi ad un mondo più vasto. L’istruzione
consente una partecipazione sociale che è sia creativa che correttamente
critica e sta pertanto al cuore di una cittadinanza attiva. L’esclusione da una
degna istruzione è un fattore chiave di emarginazione sociale. L’istruzione,
sia formale che informale, deve
proseguire per tutta la vita come
componente della “crescita personale”.
E, poiché ogni progetto di civiltà
richiede la disponibilità di un degno
sostentamento, l’istruzione prepara
giustamente e necessariamente i
giovani alla vita economica.
L’istruzione ha dimensioni cognitive,
professionali, affettive e spirituali.
L’istruzione, sia umanistica che
scientifica, può sviluppare le
capacità - di riflettere e soppesare
le evidenze con rigore ed onestà
intellettuale. Secondo l’articolo 13
del Patto internazionale sui Diritti
economici, sociali e culturali, un
trattato delle Nazioni Unite entrato
in vigore nel 1976, l’istruzione deve
essere indirizzata ‘al pieno sviluppo
della personalità umana e del senso
della sua dignità’, permettendo
a tutte le persone un’efficace
partecipazione sociale. Si tratta sia di
un diritto umano che di ‘un mezzo
indispensabile per la realizzazione di
altri diritti umani’.
La commissaria europea all’Istruzione
e alla Cultura, Andrea Vassiliou (nella
foto), ha recentemente tenuto una
serie di colloqui e altre presentazioni
sul contributo dell’istruzione alla vita
dell’Unione europea. Le sue proposte
strumentali sembrano mirabili.
Il Rapporto della Commissione
sull’Istruzione dell’aprile 2011
definisce gli obiettivi statistici per
il 2020, come la riduzione della
percentuale di “abbandoni precoci”
del sistema dal 14,4% a meno del 10%,
aumentando la percentuale di soggetti
nell’istruzione terziaria dal 32% al
40%, garantendo maggiori opportunità
di apprendimento continuo.
Assai meno convincente è lo scopo
dichiarato di questi programmi. La
commissaria elenca tre “priorità
politiche” per l’istruzione: aiutare
l’Europa a competere globalmente;
preparare i giovani al mercato
del lavoro di oggi; affrontare le
conseguenze della crisi economica. In
un articolo dell’aprile 2011, Securing
Future Prosperity, la Commissaria
scrive della riforma dell’istruzione
superiore al servizio “della strategia
Ue 2020 per una crescita intelligente,
sostenibile e inclusiva”. È necessario
ridar forma alle università “per
soddisfare le necessità di una
società e di un’economia globale
in rapido sviluppo”. Il “triangolo
della conoscenza”, formato da
istruzione, ricerca e imprenditoria,
definizione ad un altro embrione”, ammette
dovrebbe garantire agli studenti
Spagnolo, tuttavia, “poiché il loro prelievo
“accesso alle più recenti conoscenze
comporta la distruzione dell’embrione
scientifiche” e “l’opportunità di
nel suo stadio di blastocisti, si tratta di
applicare tali conoscenze all’ambiente
distruzione di un corpo umano che la
imprenditoriale”.
Direttiva intende proteggere”. Chiarissima e
In queste presentazioni, Vassiliou
del tutto conseguente la conclusione di Bot:
non riconosce mai un ruolo per le
“Procedere con un’applicazione industriale
università nel miglioramento delle
di un’invenzione che utilizza cellule
relazioni sociali, nell’apprezzamento
staminali embrionali significherebbe
dell’arte o della natura, o nel generare
utilizzare gli embrioni umani come un
prospettive critiche (per esempio)
banale materiale di partenza. Siffatta
sul paradigma della crescita o
invenzione strumentalizzerebbe il corpo
sull’ambiente imprenditoriale,
umano ai primi stadi del suo sviluppo”.
alcuni elementi dei quali hanno
Secondo Spagnolo, nella vicenda “non
portato all’attuale crisi finanziaria:
sono da tutelare solo gli ‘interessi
e tanto meno offre una critica
commerciali europei’, ma altri aspetti,
dell’egemonia delle considerazioni
altrettanto importanti nel definire gli
di natura economica. La sufficienza
standard europei che l’Europa si è data
economica è soltanto una, per quanto
per regolamentare la ricerca. E quello
significativa, condizione di una
etico non è assolutamente secondario”.
buona società. È un errore rovinoso
Sul piano antropologico, “il rigore
rappresentare l’istruzione, un sistema
argomentativo di Bot” e il suo riferimento
culturale fondamentale e che ha la
al “corpo umano” rappresentano “una
potenzialità di migliorare la vita, come
premessa importante per arrivare alla
uno strumento principalmente mirato
coerente conclusione che la presenza di
alla crescita economica.
un corpo umano vivente non può che
indicare la presenza di un essere umano”.
FRANK TURNER - Europe Infos
L’istruzione
consente una
partecipazione
sociale che è
sia creativa
che correttamente
critica.
In attesa del parere della Corte di giustizia Ue
Non sono “brevetti”
Le cellule staminali embrionali non possono essere trattate alla stregua di “brevetti”:
la Corte di Lussemburgo chiamata ad esprimersi sul progetto di un ricercatore tedesco.
“I
l recepimento da parte della Corte di giustizia delle
conclusioni del suo avvocato generale, con un parere
definitivo e vincolante, indirizzerebbe la ricerca europea
verso standard etici rispettosi della dignità dell’essere
umano in tutte le fasi della sua esistenza”. A sostenerlo, in attesa del
pronunciamento finale della Corte di giustizia dell’Unione europea sulla
nozione di embrioni umani, sulla loro utilizzazione a fini industriali o
commerciali, e sulla brevettabilità delle cellule staminali embrionali, è
Antonio G. Spagnolo, direttore dell’Istituto di Bioetica dell’Università
cattolica di Roma, nell’editoriale del fascicolo in uscita del bimestrale
internazionale di bioetica “Medicina e morale”. La Corte di Lussemburgo
è chiamata ad esprimersi in merito alla domanda di pronuncia
pregiudiziale presentata dalla Corte federale tedesca di Cassazione
(Bundesgerichtshof) cui si era appellato il ricercatore tedesco Oliver
Brüstle dopo la dichiarazione di nullità di
un suo brevetto, relativo alla produzione
Il prof. Antonio
di cellule “pluripotenti” ottenute da
cellule staminali embrionali, da parte del
G. Spagnolo,
Tribunale federale tedesco competente
direttore
(Bundespatentgericht), sulla base di
dell’Istituto
un ricorso presentato dall’associazione
Greenpeace. Spagnolo fa riferimento
di Bioetica
alle conclusioni espresse lo scorso 10
dell’Università
marzo dall’avvocato generale della Corte,
cattolica di
Yves Bot, al termine della sua istruttoria
Roma, ne parla
che, in sintesi, confermano la nullità del
brevetto ribadendo la “non brevettabilità”
nell’editoriale
delle cellule staminali embrionali. Il
di “Medicina e
brevetto è un titolo giuridico in forza
morale”.
del quale viene conferito al titolare un
monopolio temporaneo di sfruttamento
dell’invenzione per cui viene richiesto,
generale si rifà a tre fonti diverse: la
in un territorio e per un periodo ben
legislazione degli Stati membri, i termini
determinato, al fine di impedire ad altri
della Direttiva e i dati attuali della scienza.
di produrre, vendere o utilizzare la stessa
Se le singole legislazioni nazionali non
invenzione senza autorizzazione. In
concordano sul termine a partire dal quale
Europa la materia è disciplinata dalla
si può parlare di embrione e la Direttiva,
Direttiva 98/44/CE sulla protezione
pur non fornendo alcuna definizione
giuridica delle invenzioni biotecnologiche,
esplicita, rivendica la protezione del
che contiene un esplicito riferimento al
“corpo umano”, “ai diversi stadi della sua
riconoscimento del diritto dei brevetti in
costituzione e del suo sviluppo”, per Bot, che
questo campo ma solo nel rispetto dei
al riguardo richiama le attuali conoscenze
principi fondamentali che garantiscono
scientifiche, “le cellule totipotenti, in
la dignità e l’integrità dell’essere umano,
quanto sono in grado di riprodurre l’intero
escludendo pertanto la brevettabilità
embrione, costituiscono il primo stadio
di invenzioni ad essi contrarie. Tra i
del corpo umano. Di conseguenza, esse
casi espressamente indicati al riguardo
devono essere giuridicamente qualificate
dal Parlamento Ue c’è “l’utilizzazione
come embrioni”. Queste argomentazioni,
di embrioni umani a fini industriali o
osserva Spagnolo, “concorrono senza
commerciali” (art. 6, n. 2, lett. c)). Proprio
dubbio a definire in modo inequivocabile
sull’interpretazione di questo passaggio
l’embrione umano come corpo umano
si innesta il caso in questione che ha già
fin dalla fecondazione. E la protezione
diviso la comunità scientifica. Anzitutto,
che garantisce la Direttiva (con il
sottolinea Spagnolo, Bot afferma che il
divieto di brevettabilità) non può che
prezzo della concorrenza di mercato non
riferirsi anche a queste prime fasi della
può essere “il sacrificio dei valori sui quali
formazione embrionale”. Circa le cellule
si fonda l’Unione”, e ritiene imprescindibile
embrionali pluripotenti, “queste possono
una definizione “comunitaria” di embrione
effettivamente essere considerate ‘parti’ di
umano, sulla quale la Direttiva nulla dice
un corpo umano, non potendo dare vita per
esplicitamente. Al riguardo l’avvocato
5
6
Mondo
Sabato, 27 agosto 2011
✎ Vinti e vincitori
Carestia nel Corno d’Africa
Si continua a
morire di fame
M
entre l’attenzione dei media
e dell’opinione pubblica è
in questi giorni fissata sulla
situazione libica, nel Corno
d’Africa continua ad aggravarsi il bilancio
del più pesante carestia degli ultimi
60 anni. Per far fronte all’emergenza,
nei giorni scorsi, Valerie Amos, sottosegretario generale Onu e coordinatrice
delle operazioni di soccorso d’emergenza
ha chiesto un altro miliardo di dollari di
aiuti per cercare di portare sottocorso alle
12 milioni di persone colpite dalla siccità
in Somalia, Kenya, Etiopia e Gibuti. La
situazione è particolarmente disastrosa
in Somalia dove la siccità si aggiunge ai
problemi cronici di un Paese sconvolto da
vent’anni di instabilità politica e guerra.
La distribuzione di aiuti, in particolare in
Somalia, è iniziata alla fine di luglio ma le
difficoltà logistiche e di sicurezza rendono
difficile l’accesso in diverse aree del Paese.
Il direttore dell’Unicef, Anthony Lake, ha
lanciato un appello per i bambini della
regione che soffrono la fame, spiegando
che la crisi del Corno d’Africa da “disastro
umanitario” si sta trasformando in
“catastrofe umanitaria”. Diecimila
bambini sono già morti e altri 300 mila
rischiano di morire, ha specificato Lake,
Sono 12 milioni le
persone colpite dalla
carestia in Somalia,
Kenya, Etiopia e Gibuti
mentre l’ONU chiede
nuovi aiuti internazionali
mentre la crisi riguarda in totale 1,5
milioni di piccoli.
Era il mese di maggio quando il governo
kenyota, per primo, definì “catastrofe
nazionale” la situazione alimentare in
varie zone del Paese. Il 20 luglio scorso
l’ONU ha dichiarato ufficialmente la
carestia in due regioni della Somalia
meridionale: il sud di Bakol e il Basso
Shabelle, e in questo mese di agosto
l’allerta è stata estesa ad altre tre regioni.
Secondo quanto dichiarato dall’Alto
Commissariato Onu per i Rifugiati
dall’inizio dell’anno sono oltre cento
mila i somali rifugiatesi in Kenya (oltre
400 mila sono attualmente accampati
nei campi profughi) mentre 96 mila sono
arrivati in Etiopia. La tragedia attuale
non sarebbe però causato solo dalla
mancanza di precipitazioni. Da più parti,
infatti, si alzano critiche al sistema degli
aiuti internazionali, ma anche ai politici
che a differenti livelli (dai leader locali ai
grandi della terra) non sono riusciti ad
intervenire con efficacia.
“La crisi è provocata dall’uomo”, ha
dichiarato l’economista kenyano della
Banca Mondiale, Wolfgang Fengler. “Le
siccità – ha spiegato – si sono succedute
per anni, ma sono le cattive politiche
messe in atto a trasformarle in carestie”.
L’economista ha sottolineato come
il prezzi del mais o del grano siano
significativamente più alti nell’Africa
dell’est rispetto al resto del mondo a
causa del controllo dei mercati locali. “In
Kenya – ha spiegato – il prezzo del grano
è 60-70% più alto della media mondiale,
questo perché pochi grandi produttori
controllano il mercato e mantengono i
prezzi alti”. Una situazione complicata
dall’instabilità politica.
L’appello CEI: il 18 settembre una raccolta nelle parrocchie
«Non manchi a queste popolazioni sofferenti - ha
chiesto Benedetto XVI - la nostra solidarietà e il
concreto sostegno di tutte le persone di buona
volontà». Ribadendo le parole del Papa la presidenza
della CEI ha lanciato una colletta nazionale con una
raccolta straordinaria per domenica 18 settembre
2011 per esprimere fattivamente solidarietà alle
popolazioni colpite dalla siccità attraverso gli
interventi di Caritas Italiana in collaborazione con
le Caritas locali che da mesi sono mobilitate per
rispondere ai bisogni. Caritas italiana è impegnata
nel Corno d’Africa in collaborazione con le diocesi
locali fin dai primi giorni dell’emergenza.
Le parrocchie possono far arrivare le proprie offerte
a Caritas italiana tramite la Caritas diocesana:
C/C BANCARIO presso Credito Valtellinese c/c
n. 5000/53 CAB 10900 ABI 5216, intestato a
Caritas diocesana di Como, piazza Grimoldi 5,
22100 Como.
A prima vista gli articoli pubblicati su
questa pagina Mondo de “Il Settimanale”
potrebbero sembrare quanto mai lontani
e distanti. Come se il redattore di turno,
ancora stordito dal riposo delle vacanze, non
avesse avuto di meglio da fare che accostare
le prime due notizie trovate nell’oceano del
web. Non è così.
La corsa all’oro di cui parliamo in basso e,
la carestia del Corno d’Africa, qui a fianco,
appaiono infatti intrinsecamente legate,
come le due facce di una stessa medaglia.
Da una parte il luccichio dell’oro a cui
i grandi investitori stanno correndo per
cercare di mettere al riparo le proprie risorse
finanziarie e, dall’altro, il puzzo dei campi
profughi dove la gente corre, ammesso che
ne abbia ancora la forza, per cercare di
salvare la propria vita e quella dei propri
figli. Sono i paradossi della crisi che stiamo
vivendo, una crisi di cui non sappiamo
ancora bene definire i contorni e, sopratutto,
di cui non conosciamo la via e i tempi
d’uscita. Già oggi - è la storia recente che
ce lo insegna - possiamo però prevedere chi
saranno i vinti e i vincitori di questa nuova
crisi. A vincere saranno ancora una volta
i protagonisti della corsa all’oro mentre a
perdere saranno i poveri, non solo nel Corno
d’Africa. Perché quando la crisi passerà – e
prima o poi passerà – il mondo si scoprirà
ancor più diseguale di come è oggi. E sarà
sempre così se non si riesce a cambiare le
logiche che guidano l’economia e la finanza
internazione. Lo ha scritto a chiare lettere
Papa Bendetto XVI nell’enciclica Caritas in
Veritate e lo ha ribadito più volte durante
il suo ministero, anche all’ultima Giornata
Mondiale della Gioventù.
«La crisi attuale – ha detto ai giovani al
suo arrivo a Madrid - dimostra quello
che è avvenuto anche nella precedente
grave crisi: serve una dimensione etica
che non è una cosa esterna ai problemi
economici, ma una dimensione interiore
fondamentale». Un concetto chiave, sul
quale poggia l’intera dottrina sociale della
Chiesa: non deve essere l’uomo a servizio
dell’economia, ma viceversa. «E’ l’uomo al
centro». Ne deriva che tutti i meccanismi
economici non possono funzionare bene
solo con «regolamentazioni mercantili. C’è
bisogno di una ragione etica per fare in
modo che l’economia sia davvero in funzione
dell’uomo».
PAGINA A CURA
di MICHELE LUPPI
Crisi e affari. Il prezzo del metallo giallo continua a crescere: più 14% da inizio agosto
A
inizio settimana le quotazioni
dell’oro sui mercati
internazionali hanno fatto
registrare un nuovo record,
superando i 1.900 dollari per un’oncia,
una quotazione impensabile solo alcuni
mesi fa. Con quella appena conclusa
sono diventate sette le settimane
consecutive in cui il listino dell’oro
ha fatto registrare il segno più, con un
incremento nei prezzi del 14% dall’inizio
di agosto. Una crescita trainata dalla crisi
economica e, soprattutto, dall’incertezza
sulla stabilità economica dell’Eurozona
e degli Stati Uniti. L’oro a differenza
delle azioni e dei titoli è, infatti,
storicamente riconosciuto, proprio
per la sua affidabilità, come un bene
rifugio a cui affidarsi nei periodi di crisi
e instabilità. Non a caso in ogni periodo
di recessione economica degli ultimi
decenni, le quotazioni dell’oro hanno
segnato importanti aumenti, salvo poi
ridiscendere nei periodi di crescita.
E’ così che investitori, risparmiatori
ma anche Stati hanno già da tempo
iniziato a mettere al sicuro le proprie
risorse puntando proprio sull’oro.
Un segnale non certo rassicurante
per il futuro. Secondo gli analisti,
infatti, la crescita dei prezzi dell’oro
non è soltanto una conseguenza della
crisi ma anche un segnale chiaro di
mancata fiducia nei mercati e, quindi,
di possibili nuovi crolli, almeno nel
breve e medio periodo. L’acquisto di
oro toglie infatti liquidità dai mercati,
andando ad aggravare situazioni già
difficili. “L’euforia che circonda il
La corsa all’oro
In tempo di crisi sempre
più investitori e Stati
investono nel metallo prezioso
mentre nel vicino Ticino
è boom per le imprese
costruttrici di lingotti
metallo giallo – scrive il Sole 24 Ore
- è tale che, almeno fino a giugno, i
prezzi elevati non hanno scoraggiato
l’accumulo di gioielli e lingotti. Il
rapporto trimestrale sulla domanda,
diffuso dal World Gold Council, è per
molti versi sorprendente: tra aprile
e giugno la domanda in gioielleria
- trainata non solo dalla Cina, ma
anche dall’India, dove i consumatori
sono di solito molto sensibili ai prezzi
- è salita del 6% rispetto a un anno
prima, a 442,5 tonnellate. Gli acquisti
di oro fisico sono invece aumentati
del 9% a 307,7 tonnellate, con un
contributo altrettanto forte da cinesi e
indiani, responsabili di oltre metà della
crescita. Nello stesso periodo anche le
Banche centrali si sono date da fare,
addirittura quadruplicando il ritmo
degli acquisti di riserve auree rispetto
al secondo trimestre 2010 (69,4 contro
14,1 tonnellate). Sono saliti, sia pure
di poco, persino i consumi industriali
del prezioso metallo. Nonostante tutto,
la domanda complessiva di oro risulta
calata di ben il 17% rispetto a un anno
fa, a 919,8 tonnellate”. Non è un caso
come da quasi un anno a questa parte
le imprese impegnate nella produzione
di lingotti – anche nel vicino Canton
Ticino – siano impegnate con turni di
24 ore su 24 per far fronte alle richieste
sempre in aumento. Secondo alcuni
analisti il prezzo dell’oro è destinato a
salire ancora fino ad avvicinare la soglia
dei 2 mila dollari l’oncia. Una crescita
che potrebbe essere alimentata in
questi giorni dalle decisioni della Banca
Centrale americana di promuovere
nuove misure a favore dell’economia
statunitense. Pacchetti di investimenti
che verrebbero finanziati con la stampa
di nuova moneta e, di conseguenza, con
una leggere svalutazione del dollaro che
farebbe aumentare le quotazioni. Una
situazione analoga a quella che si era
verificata un anno fa. Voci e speculazioni
su un possibile intervento della Banca
Centrale Americana che hanno già fatto
crescere la domanda di oro.
Vita diocesana
Sabato, 27 agosto 2011
7
Solennità dell’Assunta. Riprendiamo alcuni passaggi dell’omelia di mons. Diego Coletti
NELL’IMMAGINE IL VESCOVO IN UNA
RECENTE VISITA PASTORALE
I
mparare la Gioia, quella
nostra vita, ma questo ci
con la “g” maiuscola,
da gioia? Teresa di Lisieux,
seguendo l’esempio di
la piccola teresina di
Maria. E’ questo l’invito
Gesù bambino e del Volto
che mons. Diego Coletti ha
Santo, agonizzante nel
rivolto ai fedeli radunati
suo lettino dell’infermeria
nel Duomo di Como per il
del Carmelo dice: io non
pontificale dell’Assunta. Tra
muoio io entro nella vita”.
loro anche diversi turisti
Venendo poi al Vangelo
che hanno potuto ascolta il
che si conclude con le
Vangelo in differenti lingue.
parole poetiche e piene di
Commentando il brano di
gioia del Magnificat, mons.
Vangelo della visita di Maria
Coletti spiega: “Il racconto
alla cugina Elisabetta, il
dell’incontro di queste
Vescovo ha esordito: “Abbiamo
due donne, entrambe
ascoltato un momento gioioso
incinte, è costellato di
della vita di Maria che non
gioia. Entrambe sembrano
solo ha sperimentato lei la
scorgere nella loro vita la
gioia, ma l’ha portata anche
chiamata ad una fecondità
a questa sua parente che,
straordinaria, a una
appena ha ascoltato la voce di
fecondità inimmaginabile
Maria, ha sentito il bambino
per le sole forze umane:
sussultare di gioia nel suo
in Elisabetta perché ormai
grembo”.
anziana e non c’era più
Parlando di gioia mons.
verso di diventare mamma
Coletti ha invitato i presenti
e Maria perché ciò che
a domandarsi quali sono
è nato in Lei è frutto
i veri motivi della nostra
di un dono particolare
gioia. “Tutti – ha proseguito
dello Spirito Santo. Una
- desideriamo essere felici,
fecondità straordinaria alla
ma il problema è dove
quale è chiamata la vita
Il Vescovo ha invitato i fedeli a guardare alla Madonna come esempio
andiamo a cercarla, su cosa la
di ciascuno di noi”. Una
fondiamo. Il rischio potrebbe
gioia che non può, però,
per la propria vita, scoprendo la felicità che nasce dal Vangelo
essere quello di andare a
essere tenuta per sé ma va
cercarla dove non c’è o dove
condivisa.
la proposta di felicità e di
“Maria – conclude in
gioia è fragile, effimera e deludente”.
dell’Apocalisse ci ricorda che nonostante
di Paolo ai cristiani di Corinto: “La
Vescovo - ha saputo dall’angelo che
Riprendendo le letture del giorno (Ap
ogni apparenza contraria il bene vincerà.
prospettiva della vita eterna in Cristo”.
la sua parente Elisabetta è incinta e
11,19; 12,1-6.10; Sal 44; 1Cor 15,20-26;
Anzi il bene ha vinto”.
“Forse ne parliamo troppo poco – ha
ha forse bisogno di un aiuto perché
Lc 1,39-56) il Vescovo ha provato, allora,
Una consapevolezza che deve essere
spiegato mons. Coletti - forse l’orizzonte
è una gravidanza pericolosa per
a tracciare alcune linee che possono
alla base della speranza cristiana come
della nostra gioia è chiuso in questa
l’anzianità. Corre verso la sua parente,
aiutare a trovare il fondamento reale di
ricorda la prima lettera di Giovanni
fase della nostra vita. Dovremmo invece
si mette in viaggio verso la montagna,
una gioia vera e resistente. A partire dalla che ci invita ad “esercitare la virtù della
trasformare la nostra fede in una grande
per condividere, perché la gioia è
prima lettura del libro dell’apocalisse che
speranza cristiana”.
veglia, ma non nella veglia impaurita
traboccante e il servizio alla vita richiede
“ci parla di una gioia che deve consistere
“La nostra fede – ha continuato il Vescovo di chi non sa, comportandoci – come
questa mobilitazione di tutte le nostre
nella certezza che il bene vincerà”. “Cari
– non è un vago sentore di salvezza, ma
dice san Paolo - come coloro che non
forze, la nostra vita porta Cristo al
fratelli e sorelle – ha proseguito il Vescovo è certezza di cose che vediamo, è fiducia
credono e quando pensano alla morte
mondo, la nostra vita ha seguito e su
- noi siamo esposti quotidianamente
di una speranza riposta nel cuore di chi
pensano soltanto alla paura, al dolore del
modello di Maria fa tutto questo in un
a dosi massicce di vita brutta e triste;
ha fatto delle promesse fantastiche e
distacco e non all’occasione di rendere
clima di condivisione fraterna e di amore
siamo di fronte ad un apparente continuo le manterrà”. Un altro motivo di gioia,
finalmente esplicita, sperimentata e
reciproco che è il nome proprio della
trionfo del male in tutte le sue forme,
“anche se più difficile”, arriva dalla
vissuta l’eredità della nostra vita in Cristo. Chiesa. Se la nostra gioia non si nutre di
ebbene quella splendida pagina del libro
seconda lettura, tratta dalla prima lettera
Questa deve essere la prospettiva della
queste tre radici non durerà”.
Imparare la Gioia da Maria
Agenda
del Vescovo
Parola fra noi
Domenica 28 agosto
I
Venerdì 26 agosto
Incontro diaconi permanenti in
Seminario.
Sabato 27 agosto
Nuova Olonio, assemblea annuale
vita consacrata. In serata, Bergamo,
convegno nazionale Ordo Virginum.
DALLA CANCELLERIA
Nomine e provvedimenti:
don Romano Trabucchi è nominato
parroco della Valgerola (So)
don Feliciano Rizzella è nominato
parroco di Berbenno (So).
l segreto messianico di Gesù sta per svelarsi. Il mistero
dell’obbedienza al Padre e del suo voler andare
fermamente verso Gerusalemme – dove soffrirà molto fino
ad essere ucciso – sta per compiersi. Tutto questo a partire
da un punto di svolta: la professione di Pietro che riconosce
in Gesù il Cristo, il Figlio di Dio. Clamoroso il fatto che sia
proprio Pietro a reagire e a rimproverarlo di non andare, di
non far accadere questo destino. La dura reazione di Pietro
somiglia tanto alla nostra davanti alla prospettiva della croce
come sola via pasquale di vita
e resurrezione.
Ger 20,7-9;
Più dura è la risposta
del Signore: “Va’ dietro a
me, Satana! Tu mi sei di
scandalo, perché non pensi
secondo Dio”. Le stesse
parole pronunciate dinanzi
all’ennesima tentazione di
Satana sul possesso di tutto il
mondo. Gesù reagisce perché
il potere stravolge il Vangelo
e perché solo la croce vince il
mondo.
La croce non è imposta;
va liberamente presa. È
un’offerta e una risposta
d’amore, per questo produce
salvezza. Alla libera offerta
della Via Crucis corrisponde
la libera scelta della nostra
volontà: è lo stampo della più
profonda chiamata nuziale.
Fuori dall’amore al più si
coglie la fatica di una rinuncia
Rm 12,1-2;
Mt 16,21-27
con la prospettiva di un
premio futuro. Non è certo la
stessa cosa. Nell’amore il dono
è Dio stesso, la vita con lui, la
sua stessa vita in noi e fra noi,
malgrado i molti peccati.
Al centro di tutto c’è il quesito
e l’enigma del senso della
vita e della morte, il mistero
del male e della sua sconfitta.
Siamo veramente a un punto
di svolta del Vangelo, come
alle sorgenti di una nuova
creazione perché Gesù dice
che è la morte il principio
della vita quando questa – la
vita – è donata per amore.
Questo ha mostrato Gesù a
Gerusalemme, questa è la
vera ostentazione dei suoi
discepoli.
gli egoismi, le ambizioni e
i trionfi umani. Resta solo
l’amore.
Per l’incoronazione del
Papa, nella basilica di San
Pietro, si svolgeva un rito
estremamente allusivo.
L’ingresso del Papa in sedia
gestatoria, tra le acclamazioni
della folla fino all’altare
veniva interrotto tre volte. Nel
silenzio un chierico bruciava
davanti al Papa un batuffolo di
stoppa e cantava ad alta voce
in latino “Padre Santo, così
passa la gloria del mondo!”.
Davanti alla morte crollano
le illusioni, si frantumano
La grande mistica, Angela
da Foligno: “Dio è tutto
amore; ama con tutto se
stesso; perciò vuole che i
suoi figli siano interamente
trasformati in lui per amore”.
La perfezione della santità
può essere realizzata anche
attraverso le piccole cose di
ogni giorno. Sembra perfino
facile. Ma non è così. È lotta
contro i condizionamenti, ma
innanzitutto contro noi stessi.
Angelo Sceppacerca
Vita diocesana
08 Sabato, 27 agosto 2011
Al via la IV edizione. Si è conclusa lo scorso fine settimana la residenziale
che ha dato slancio a questo nuovo cammino di formazione
Famiglie a scuola di pastorale
S
i è conclusa nel
pomeriggio di domenica
scorsa la settimana
residenziale (17-21
agosto) che ha dato il via alla
IV edizione della Scuola per
operatori di pastorale familiare.
È un cammino di formazione
di 2 anni a cui hanno aderito
18 coppie di sposi (insieme
ai loro 30 bambini) e 2 preti:
il numero dei partecipanti è
inferiore rispetto alle passate
3 edizioni (che hanno formato
complessivamente 110
coppie e 14 preti), ma con una
significativa presenza di coppie
giovani, provenienti da diverse
parti della Diocesi, che vogliono
crescere e capire come mettersi
a servizio della comunità. Sono
accompagnati da un’équipe
di 15 persone incaricate
dall’Ufficio per la pastorale
della famiglia.
Anche questa volta la Scuola
ha mosso i primi passi in un
luogo che “parla di famiglia”:
il villaggio Ain Karim, a San
Nicolò Valfurva, una struttura
che offre alle famiglie la
possibilità di vacanze alla
portata di tutti e che negli anni
ha ospitato numerose iniziative
diocesane per la pastorale
familiare.
Pur con gli intensi ritmi di
studio che caratterizzano
l’iniziativa, questi cinque giorni
sono stati vissuti in un clima di
famiglia che tutti i partecipanti
hanno apprezzato. Dicono
Alessandra e Marco Gherbi
(Delebio): «Il bello di questa
Scuola è che non solo si parla
di “famiglie che costruiscono la
comunità”, ma si inizia anche a
sperimentare questa realtà. Un
esempio: nei momenti liberi,
in cui ci si ritrova con i figli,
ciascuno spontaneamente è
attento anche ai bambini degli
altri, ci si aiuta a vicenda a
curarli, a giocare con loro, come
se fossimo un’unica grande
famiglia». È una solidarietà che
ha reso tutti più sereni e ha dato
a tutte le coppie la possibilità
di fermarsi qualche momento
per parlare tra loro, conoscersi
Una delle idee più belle che
la Scuola trasmette è che
i sacramenti dell’Ordine
e del Matrimonio sono
complementari: insieme,
ciascuno con la propria
missione specifica, costruiscono
la comunità cristiana. Nella
Scuola questa idea si vive: preti
e famiglie condividono fianco
a fianco impegno e passione.
Dice don Francesco Quadrio,
vicario a Morbegno e “studente”
di questa IV edizione: «È
un’esperienza in cui davvero si
respira un clima di familiarità,
in cui ho visto tanta accoglienza
e disponibilità. Ho apprezzato
la ricchezza dei contenuti, che
offrono spunti concreti ma
al tempo stesso propongono
un notevole livello di
approfondimento; ma è stato
importante anche condividere
tempo insieme alle famiglie,
perché mi ha permesso di
percepire ancora meglio la
realtà della loro vita quotidiana,
delle fatiche che affrontano e
dell’impegno che richiedono
i figli. Ho trovato veramente
bello anche vedere famiglie
di diverse età che cercano di
vivere in modo autentico il loro
sacramento e di testimoniarlo».
Vi hanno aderito
18 coppie di sposi
(insieme ai loro
30 bambini)
e due sacerdoti
e scambiarsi impressioni,
esperienze, speranze. Anche
per i bambini è stato bello
sentire l’affetto di tante persone
verso ognuno di loro.
I figli hanno vissuto giornate
altrettanto intense dei genitori,
grazie al lavoro prezioso del
gruppo degli animatori, che
anche in questa edizione hanno
avuto un ruolo fondamentale
per vincere una delle
scommesse più importanti della
Scuola: quella di permettere
anche alle coppie giovani, con
figli piccoli, di dedicare tempo
insieme alla formazione, per
approfondire la loro identità
di sposi cristiani, testimoni
dell’amore di Dio che si rivela
nella famiglia. Mentre mamma
e papà erano impegnati tra
relazioni e lavori di gruppo, i più
piccoli erano accuditi nelle loro
necessità e gli altri bambini,
divisi per fasce di età, giocavano
e si impegnavano in numerose
attività legate al tema della
“famiglia”: lavoretti manuali
che sono diventati regali
simbolici per gli adulti, scenette
e danze per fare festa insieme
nell’ultima sera della Scuola.
Anche la qualità della proposta
ha ricevuto molti riscontri
positivi. Dicono Sandra e
Giovanni Cavadini (Como,
S. Agata): «Abbiamo trovato
Il percorso formativo
proposto ai partecipanti
Un cammino che offre competenze di base, ma
anche approfondimenti specifici di pastorale
I
contenuti della Scuola
per operatori di pastorale
familiare offrono sia una
formazione di base sulla
pastorale “in generale”, sia le
competenze specifiche che
riguardano l’ambito della
famiglia, con le sue risorse
e le sue problematiche.
Durante questa prima
esperienza estiva sono
intervenuti diversi relatori.
competenza e serietà. Si vede
l’impegno di tutti, relatori,
équipe e anche partecipanti.
Ci è piaciuto, nel susseguirsi
dei lavori, cogliere che c’è un
percorso che si sta sviluppando:
si capisce che attraverso
diversi argomenti e punti di
vista stiamo mettendo le basi
per i passi successivi; questo
fa crescere le nostre attese e
la voglia di andare avanti nel
cammino».
Entrando nello specifico
dei contenuti, Lorena
e Casimiro Giorgetta
(Mandello) sottolineano:
«Tutti gli interventi sono stati
interessanti, ma al primo posto
ci ha convinto l’aver indicato
Cristo Risorto come centro del
nostro agire nella pastorale.
Tutto acquista senso a partire
da questo.»
Il primo è stato mons. Renzo Bonetti, già
direttore dell’Ufficio Nazionale della CEI
per la pastorale della famiglia e presidente
della Fondazione “Famiglia dono grande”,
che ha affascinato i presenti delineando
una pastorale fondata sulla presenza viva
di Cristo Risorto, illuminando l’identità
missionaria degli sposi e l’obiettivo di una
famiglia che sia soggetto nella pastorale.
Mons. Angelo Riva, Vicario episcopale per
la cultura e docente di teologia morale,
ha approfondito in modo coinvolgente
la ricchezza dell’idea cristiana di uomo
e di una visione personalistica della
sessualità. Annalisa Gibotti, counselor, ha
aiutato i partecipanti a scoprire il valore
dell’immaginazione e delle emozioni nella
formazione. Sul versante psicologico, il
dott. Paolo Piccinelli, neuropsichiatra
infantile, ha suggerito interessanti elementi
di riflessione sul rapporto tra maturità
della persona e relazioni di coppia, mentre
la dott.ssa Katia Ascorti, psicologa e
psicoterapeuta, ha stimolato i partecipanti
sul tema della differenza maschile/
femminile. La prof.ssa Caterina Ostinelli ha
Un messaggio
forte e originale:
la complementarietà
di Ordine e
Matrimonio
È una “rete” di relazioni che sta
nascendo e che si aggiunge a
quelle già attivate nelle scorse
edizioni della Scuola e nelle
altre iniziative di formazione
proposte dalla Diocesi: un
altro passo per promuovere
la responsabilità dei laici e
uno stile di collaborazione
tra diverse vocazioni e tra le
comunità.
Pagina a cura di
Antonello Siracusa
proposto una lectio sul Cantico dei Cantici:
con l’ascolto e la meditazione i partecipanti
hanno potuto apprezzare la bellezza di
un testo biblico capace di alimentare la
spiritualità di coppia. Don Agostino Clerici,
direttore del Settimanale della Diocesi di
Como, ha contribuito all’analisi del contesto
culturale tratteggiando efficacemente
l’immagine di famiglia proposta da giornali
e televisione e le ricadute dei nuovi media
virtuali (social network) sulle relazioni
interpersonali, evidenziando la necessità
educativa di sposi capaci di testimoniare la
bellezza del matrimonio.
A conclusione del percorso don Luigi
Savoldelli, direttore della Scuola, ha
proposto ai partecipanti 4 parole chiave
per vivere bene il tempo fino al prossimo
incontro: benedire,cioè guardare con
gratitudine all’esperienza fatta; studiare,
per fare propri anche nel dialogo di coppia
i contenuti ascoltati; pregare, riconoscendo
la presenza di Gesù nel cammino che si
sta vivendo; testimoniare, raccontando ad
amici e colleghi il valore di questa vacanza
“speciale” ad Ain Karim.
Vita diocesana
L
L’acqua,
dono di Dio.
Troviamoci
insieme a
ricordarlo
R
icordate il mese di luglio
quando ogni giorno ci
regalava un abbondante
temporale? Noi eravamo
piuttosto infastiditi per la pioggia
battente, invece c’era chi colse
l’occasione per inviare a casa propria
delle foto dell’acquazzone. Era
un sacerdote giordano che stava
trascorrendo alcuni giorni qui da noi.
Mi disse: “Con queste foto voglio far
invidia ai miei parenti e amici per
l’acqua che sto godendo. Sai da noi
c’è una grande siccità, più del solito”.
Proprio le istantanee inviate via mms
mi hanno fatto capire il valore del
dono dell’acqua che noi, qui, non
siamo capaci di apprezzare nel modo
dovuto. E’ vero, a volte le piogge sono
abbondanti e ci disturbano, ma penso
che una elevata scarsità di acqua
desti preoccupazioni e ripercussioni
più pesanti. Che non appaia quindi
troppo banale mettere al centro della
giornata per la salvaguardia del
creato il tema dell’acqua.
Il tema scelto per la sesta giornata per
la salvaguardia del creato “l’acqua
dono di Dio, prima risorsa di una
terra ospitale e accogliente per
l’uomo” vuole richiamare ad ogni
credente, ad ogni uomo la preziosità
di un elemento naturale, l’acqua,
troppo spesso da noi sottovalutata.
La giornata del primo settembre si
pone come stimolo per favorire un
approfondimento e una riflessione
sull’elemento acqua come elemento
indispensabile per ogni forma di vita
e anche importante forma di energia.
è una opportunità data per pensare
ad un uso sobrio dell’acqua adeguato
ai bisogni reali personali e comunitari
e nello stesso tempo, come saper
predisporre il territorio ad accogliere
l’acqua piovana perché sia feconda
per la terra e non sia portatrice di
danni e sofferenze.
Il tragitto, che porterà i partecipanti
alla giornata dalla Collegiata
di Chiavenna fino alle cascate
dell’Acquafraggia lungo il fiume Mera,
è segnato da tappe che illustreranno
alcuni effetti naturali dell’acqua che
richiamano momenti di vita cristiana,
in cui l’acqua è elemento simbolico
significativo.
Giunti alle cascate, i Vescovi e i
rappresentanti di alcune confessioni
cristiane leggeranno l’appello . Esso
si pone nella categoria del mandato.
Il ringraziamento a Dio Creatore per
il dono dell’acqua, per il suo essere
benefica per la terra e per l’uomo, fatto
ai piedi dell’affascinante spettacolo
della caduta d’acqua della cascata,
si accompagnerà ad una riflessione
sull’acqua come una fonte di energia
materiale, ma anche fonte di salvezza
che scaturisce dal costato di Gesù
Cristo crocifisso.
giuseppe corti
DIOCESI DI COMO
la solennità
di s. abbondio
e celebrazioni nella Basilica di S.
Abbondio si aprono martedì 30
agosto 2011 alle ore 17.30 con
i Primi Vespri e il discorso del Vescovo alla città. Sono invitati in modo particolare le Autorità e gli Enti
della Provincia e del Comune di Como che hanno la propria sede in città. Alle ore 21.00, sempre presso la
Basilica si svolgerà l’appuntamento
culturale “Imagines restitui”: Tecnica, iconografia e teologia degli
affreschi di S. Abbondio recentemente restaurati. Interventi di Pier-
cesare Bordoli (Famiglia Comasca),
Vanda Maria Franceschetti (Accademia A.Galli), Don Andrea Straffi
(Diocesi di Como).
Mercoledì 31 agosto 2011, al mattino, alcune parrocchie della città si
recheranno in pellegrinaggio presso la Basilica e vi celebreranno la S.
Messa: alle ore 8.00 S. Bartolomeo e
S. Rocco, alle ore 9.00 S. Giorgio e S.
Salvatore, alle ore 10.00 S. Agata, alle
ore 11.00 SS. Annunciata.
Alle 17.00 in Cattedrale si celebrerà
la S. Messa Pontificale, con un parti-
Diocesi di Como
Sabato, 27 agosto 2011
colare invito alle Autorità e agli Enti
delle Province di Sondrio, Varese e
Lecco.
La giornata di incontro dei preti
Il 31 agosto, come di consuetudine,
è anche una giornata di incontro
per tutti i preti della Diocesi, un’occasione per continuare a far crescere la fraternità sacerdotale attraverso
la preghiera, la riflessione, il dialogo
e per condividere le prospettive del
nuovo anno pastorale che si va preparando. L’appuntamento è alle ore
10.00 presso il Seminario Vescovile
9
(via Baserga 81, Como), per la recita dell’Ora Media. Seguirà una relazione di don Ezio Bolis, docente di
Teologia spirituale presso la Facoltà
teologica dell’Italia settentrionale e il
Seminario di Bergamo, dal titolo: “La
centralità della parola di Dio nella
spiritualità e nel ministero del presbitero diocesano”. Al dialogo sulla
relazione seguirà il pranzo; alle 14.30
i lavori riprenderanno con le comunicazioni del Vescovo e le comunicazioni dei vicari episcopali sull’anno
pastorale 2011-2012.
Diocesi di Belluno-Feltre
Diocesi di Bolzano-Bressanone
Diocesi di Trento
L’acqua
dono di Dio, prima risorsa
di una terra ospitale
e accogliente per l’uomo
Sesta giornata per la
Salvaguardia del Creato
Celebrazione Ecumenica
Giovedì 1 settembre 2011
Come tradizione, alla giornata
parteciperanno i rappresentanti
di alcune Diocesi alpine e di altre
confessioni religiose cristiane
PROGRAMMA
ore 7.30
Partenza in battello da Como
(pontile Piazza Cavour)
ore 7.40
Partenza da Tavernola (pontile)
ore 10.00
Partenza in pullman da Sondrio
(Piazza Stazione),
con fermata a Morbegno
(Piazza Stazione), ore 10.30
ore 11.45
Ritrovo a Chiavenna,
Collegiata di S. Lorenzo
Partenza per il percorso pedonale
ore 13.30
Arrivo alle Cascate dell’Acquafraggia,
Preghiera Ecumenica,
Lettura dell’Appello
“L’acqua: dono di Dio,
prima risorsa di una terra
ospitale e accogliente
per l’uomo
ore 14.00
Pranzo con piatti tipici
(su prenotazione)
presso l’Azienda Agrituristica
“Aqua Fracta” di Piuro.
In alternativa, possibilità di pranzo
al sacco in un’area riservata
Costi
Contributo per il viaggio
da Como: 16 euro
Contributo per il viaggio
da Sondrio: 8 euro
Contributo per il pranzo: 27 euro
Informazioni e prenotazioni
Per informazioni e prenotazioni
(obbligatorie entro sabato 27 agosto):
don Giuseppe Corti, tel. 031.927523;
Agenzia “I viaggi di Oscar”, tel. 031.304524
10 Sabato, 27 agosto 2011
Vita diocesana
Comunicazioni sociali. E’ ormai in dirittura d’arrivo il nuovo sito internet della
diocesi che permetterà una maggior collaborazione tra le varie realtà ecclesiali
Verso il nuovo sito diocesano
L
a data del Santo
Patrono ad alcuni
certamente ricorda
l’apertura del portale
diocesano, avvenuta nel
2007 proprio nella suddetta
circostanza. Da una iniziale
timida fruizione del portale
diocesano si è passati, con
lo scorrere del tempo, ad un
interfacciamento sempre
maggiore delle varie realtà
diocesane che ne hanno
percepito l’utilità, con
la felice intuizione della
necessità di un punto di
convergenza che rendesse
più immediata e autorevole
la circolazione delle
informazioni. La sezione
dell’Ufficio Comunicazioni
Sociali diocesano che cura il
sito e la posta elettronica si è
resa interprete delle istanze,
da più parti pervenute,
per una rivisitazione tanto
della veste grafica che della
parte sistemistica ad esso
soggiacente, pervenendo
alla formulazione di un
restyling che tenesse conto
in modo più stringente delle
reali necessità diocesane.
Inizialmente si era pensato
ad uno sviluppo su
piattaforma SharePoint per
una massima integrazione
con i più conosciuti
software e per un più snello
e semplice caricamento
dei dati da parte dei
vari operatori. Tuttavia
in un secondo tempo –
soprattutto per i costi legati
a tale implementazione
– ci si è orientati verso la
piattaforma informatica per
portali diocesani che la CEI
sta iniziando a mettere a
disposizione delle diocesi,
senza però rinunciare
a quelle caratteristiche
di linearità, semplicità
e agilità da cui eravamo
Il lancio del nuovo portale, previsto per la
festa di S. Abbondio, è stato rinviato alla
fine del mese di settembre a causa di alcune
difficoltà da parte della società che - per
conto della CEI - si occupa della piattaforma
informatica per i portali di diverse diocesi
italiane. Tra queste anche la diocesi di Como.
Dal 27 al 29 agosto
a seminario di Bergamo
l’incontro nazionale
dell’Ordo Virginum
S
i terrà al seminario vescovile di
Bergamo, dal 27 al 29 agosto,
l’incontro nazionale dell’ Ordo
Viginum a cui parteciperanno anche
alcune rappresentanti della Diocesi
di Como. Proprio quest’anno ricorre
il 40° della promulgazione del Rito
(1971) e dai primi anni ‘80 quando
ci sono state le prime consacrazioni
ad oggi, sono circa 450 le donne che
hanno già ricevuto la consacrazione
e circa 300 sono in formazione
per riceverla. All’appuntamento
annuale di approfondimento
parteciperanno circa 220 donne
tra Vergini Consacrate e in persone
in formazione. Il tema scelto per
l’incontro, «In ogni cosa rendete
grazie», è tratto da un versetto
della Prima lettera di San Paolo ai
Tessalonicesi e sarà sviluppato sia
attraverso le relazioni proposte da
monsignor Antonio Donghi, docente
di Liturgia e consultore della
Congregazione per il Culto Divino
e la Disciplina dei Sacramenti,
e dalla professoressa Caterina
Ostinelli, consacrata nell’Ordo
Virginum della diocesi di Como, sia
grazie ai momenti di confronto e
condivisione, di preghiera e di festa.
Nella serata di sabato 27 agosto
interverrà al convegno anche il
nostro Vescovo, mons. Diego Coletti.
partiti. Il cammino di
questi mesi non è stato
certo dei più semplici:
pur avendo fornito da
tempo a SEED (l’azienda
di Messina che supporta
per conto della CEI le varie
diocesi nella creazione
e customizzazione di
nuovi portali diocesani)
le opportune indicazioni
e pur avendo concordato
insieme il mese di
giugno come possibile
data di rilascio, strada
facendo sono emerse
problematiche che ne
hanno dilazionato – nostro
malgrado - il termine.
Riteniamo infatti di non
poter procedere ad alcun
rilascio fintanto che il
sistema non sia più che
affidabile passando con
esito positivo i test a cui
lo stiamo sottoponendo.
Per questo, pur avendo
unitariamente auspicato
l’apertura del nuovo
portale diocesano per
l’annuale ricorrenza di
S. Abbondio, ci vediamo
obbligati ad un ulteriore
rinvio non dipendente
dalla nostra volontà. Va da
sé che pure il calendario
del nuovo anno pastorale
che si interfaccia con il
calendario di Outlook nelle
caselle di posta diocesana,
pur essendo già da tempo
preparato sul nuovo sito
diocesano, subirà un
ritardo di pubblicazione
che ai più richiederà
un energico esercizio
della virtù dei forti: la
pazienza. (Mi pregio
comunque di sottolineare
come tale esercizio – in
questa lunga attesa di
rilascio correttamente
funzionante da parte di
SEED - sia già da tempo
condiviso anche dallo staff
informatico diocesano…).
Augurandoci che non
oltre la fine di settembre
tale rilascio sia stato
effettuato, fin da subito
annoto che verranno
organizzati sul territorio
diocesano opportuni
incontri di aggiornamento
rivolti in modo specifico
a quanti già collaborano
o intenderanno iniziare
ad avvalersi del sito
diocesano. Come già
ricordato nelle opportune
sedi dalla nostra segretaria
– che ringraziamo
per l’abnegazione, la
professionalità e il tempo
investito – è bene che
già fin da ora ogni entità
che intenda fruire del
sito diocesano prepari il
materiale da pubblicare e,
soprattutto, si organizzi
al proprio interno in
modo che le informazioni
possano essere
continuamente aggiornate:
una info vecchia scredita
l’autorevolezza del sito.
Sarà nostra premura
informarvi su data di
rilascio e incontri di
aggiornamento. Sarà
però vostra premura
prepararvi perché al
momento opportuno
informazioni e persone
siano pronte (per maggiori
ragguagli e delucidazioni
in tal senso – e non solo è sempre a disposizione
il seguente indirizzo
mail: comunicazione@
diocesidicomo.it). S.
Abbondio ci ottenga
di pervenire in breve
– e insieme - alla meta
desiderata.
don AURELIO PAGANI
responsabile sito diocesano
Benvenuto al piccolo Giovanni!
Fiocco azzurro in redazione
Lunedì 1 agosto all’Ospedale Valduce di Como
è nato Giovanni Faldarini, figlio della redattrice de “Il Settimanale” nonché addetto stampa
della diocesi di Como, Enrica Lattanzi, e di
Marco Faldarini.
Ai neogenitori e al nuovo arrivato -ritratto
nella sua prima visita alla redazione - i più
sinceri auguri da parte della famiglia del
Settimanale.
ComoCronaca
I
S. Abbondio:
tra la città
e la diocesi
documenti dell’antica abbazia
di S. Abbondio saranno
progressivamente consultabili
via Internet nell’apposito sito
creato dal Centro Studi “Nicolò
Rusca”. Si potrà così conoscere
attraverso le fonti archivistiche la
“storia parallela” dell’istituzione
benedettina dentro la storia della
città e della diocesi di Como.
Il vescovo Alberico, che nel 1010
aveva trasferito la residenza
episcopale dalle case presso la
basilica di S. Abbondio dentro le
mura della città, ebbe un’intuizione
d’avanguardia: chiamare a Como
dei monaci benedettini cluniacensi,
che assicurassero una degna
continuità di culto nella chiesa
del patrono e contribuissero a
diffondere lo spirito riformistico,
che voleva una Chiesa più libera,
estranea all’intrallazzo politico,
causa di corruzione e malcostume.
Nel 1013, con l’approvazione
di un sinodo provinciale ad
la storia
La sua importanza nella
realtà lariana non era
soltanto religiosa.
Il corposo patrimonio
le conferiva, infatti,
anche autorità e prestigio
Aquileia, presieduto dal patriarca
Giovanni, il vescovo di Como
donò ai benedettini la basilica
e le sue case di S. Abbondio,
con una dote di beni e privilegi,
e domandò per il monastero la
protezione imperiale. Cominciò da
quel momento una simbiosi tra la
basilica e l’abbazia, che sarebbe
durata per secoli.
L’abate di S. Abbondio aveva
una posizione di prestigio tra il
clero comense: partecipava con i
Uno scorcio sulla
basilica dal chiostro.
L’abbazia,
una
“potenza”
economica
L’
importanza dell’abbazia di S.
Abbondio nella realtà lariana
non era solo religiosa. Il
corposo patrimonio ne faceva
una “potenza” anche economica. Nel
“borgo di S. Protaso” (alta Via Milano)
e nei pressi della basilica (sull’area oggi
dell’ex-Ticosa) l’abbazia era proprietaria
di case e mulini, azionati dall’acqua
di una roggia molinara derivata dal
Cosia. Gli impianti idraulici non solo
muovevano macine per le granaglie,
ma anche frantoi per l’olio, segherie per
il legname d’opera, magli per battere
il ferro, folle per compattare i panni
di lana, così che quel comparto della
convalle già era “industrializzato”. Non
vi lavoravano i monaci, bensì artigiani
affittuari dell’abbazia, dei quali alcuni
sono noti, attraverso gli atti notarili, che
registrano i loro rapporti con l’abate.
Possedimenti terrieri dell’abbazia erano
dislocati ad Albate, a Rebbio, a Monte
Olimpino, a Vergosa (S. Fermo della
Battaglia); sul Lago a Moltrasio, Laglio
e Torno; in Valtellina a Talamona, a
Morbegno e dintorni (Dazio, Bema,
Albaredo, Civo…), a Tresivio, a Sondalo,
a Grosio, a Mazzo, a Tirano, a Bormio
e dintorni (Valdisotto, Valdidentro,
Valfurva, Val di Fraele); nel territorio
dell’attuale Canton Ticino a Ligornetto,
Morbio, Lugano, Cademario. Qualche
esempio sulla consistenza. Ad
Albate erano quattordici le masserie
contadine dell’abbazia che lavoravano
complessivamente circa 1.700 pertiche
(più di 100 ettari); altrettante a
Cademario, frazionate però solamente
su poco più di 200 pertiche; sedici a
Lugano con una dotazione di terreni
per oltre 2.700 pertiche (poco meno
di 180 ettari); a Laglio ce n’erano
dieci, a Moltrasio otto, ma a Torno
erano addirittura cinquantanove,
seppure frammentate su piccoli
appezzamenti di terra per un totale di
circa 230 pertiche. Anche le proprietà di
Talamona erano consistenti; circa 880
pertiche, quelle di Sondalo circa 1.900
Sabato, 27 agosto 2011 11
pertiche; sull’alpe Lidorna di Bormio
il monastero possedeva più di 2.150
pertiche. Pertanto, dire che l’abbazia
era “latifondista” è poco. La precisa ed
oculata amministrazione significava la
tenuta a coltura al meglio di centinaia
di ettari di suolo, anche in zone non
sempre favorevoli; significava altresì il
sostentamento di centinaia di famiglie
rurali, come dire che l’abbazia di S.
Abbondio era la “datrice di lavoro”
numero uno dell’antica diocesi di
Como. Checché ne possano dire i
“laicisti” che considerano “produttiva”
solo l’industria moderna, è un dato di
fatto che ha sfamato più gente per secoli
l’abbazia stessa, che non la “Ticosa”
nei suoi 70 anni di vita. La descrizione
dei fondi contenuta nei registri del
monastero suggerisce moltissimi dati
interessanti per la storia del territorio,
giacché gli appezzamenti sono indicati
con la loro destinazione d’uso (campo
aratorio, prato, vigna, castagneto, bosco,
pascolo...) e con la loro localizzazione
canonici del Duomo e con gli abati
di S. Carpoforo e di S. Giuliano
all’elezione del vescovo diocesano.
L’ultimo abate fu per vari decenni
Beltramo de Montono, uomo
autorevole, la cui personalità
meriterebbe di essere studiata. Tra
l’altro, nel 1445 fu convisitatore
nella visita della Bassa e Media
Valtellina con il canonico Stefano
de Aplano, vicario generale del
vescovo, che era il cardinal Gerardo
Landriani (1437-1445).
indicata con il microtoponimo. Nei
paesi del lago sono censiti anche gli
alberi di ulivo. Ne escono spezzoni di
territorio con la loro precisa “identità
storica”, così che ancora oggi può
essere possibile individuare quali
fossero tali appezzamenti di terra e
si ha a disposizione un “tesoretto”,
che rappresenta una miniera anche
dal punto di vista linguistico, per
indagare sostrati etnici, colturali,
morfologici e quant’altro nella selva
dei nomi dei luoghi, come erano nel
Basso Medio Evo. Non solo: sono
indicati anche i nomi dei contadini,
che li avevano in conduzione, così
che si vanno a scoprire le radici
lontane di tante famiglie. Ad esempio,
tra gli affittuari dell’abbazia a
Torno, intorno al 1270 figurano dei
Canarisi, dei Rasina, dei Perlasca,
dei Fontana, dei Ciceri, dei Sala, dei
Rezzani, dei Tridi… tutti cognomi
tipici e storici di Torno e della sponda
lariana orientale. L’indicazione
delle coerenze, suggerisce i nomi
degli antichi possessori dei terreni
confinanti, tra cui figurano le chiese
ed i comuni locali, altri enti religiosi
della città e non, famiglie nobili
comasche o piccoli proprietari del
luogo.
Gli affitti erano riscossi in natura, ma
talvolta anche in denaro contante.
I prodotti agricoli che arrivavano
ai monaci erano: frumento, segale,
miglio, panico, fave, vino, olio,
pollastri e capponi, carri di legna.
Perciò le carte dell’abbazia offrono
tanti spunti per raccontare la storia
locale, oltre che aspetti della vita
interna del monatero, ordinaria e
straordinaria. L’amministrazione di
un così vasto patrimonio era troppo
importante, perché con il decadere
dell’abbazia, per mancanza di
monaci, venisse trascurato. Dopo
la morte del citato abate Bertramo
de Montono, avvenuta nel 1450,
l’abbazia, dove c’erano solamente due
o tre monaci, fu perciò assegnata “in
commenda” ad “abati commendatari”,
come dire a commissari, che
ne riscuotevano le rendite ed
erano tenuti alla manutenzione
e conservazione del patrimonio
immobiliare, ivi compresa la basilica
del patrono.
pagina a cura
di MARIO MASCETTI
Il primo commendatario fu il cardinal Giovanni Castiglioni, seguito da Gian Piero Visconti
L’amministrazione degli abati
I
l primo commendatario dell’abbazia
di S. Abbondio, documentato dal 1458,
fu il cardinal Giovanni Castiglioni,
vescovo di Pavia, cui successe nel 1460
un Gian Pietro Visconti, già priore di S.
Egidio di Fontanella (Bergamo). Quando,
verso il 1470, passarono di qui – a quanto
pare – i pittori De Seregno di Lugano,
egli commissionò loro la decorazione
della fascia alla base dell’abside, sotto
gli affreschi trecenteschi, a mo’ di finto
L’abbozzo del presumibile
addobbo bianco leggermente ricamato di
ritratto dell’abate G. Pietro
rosso e d’oro, e fece dipingere lo stemma
Visconti (1470 circa).
visconteo all’esterno dell’abside, rimosso
nel corso dei restauri ottocenteschi. Essi
abbozzarono anche il probabile ritratto dell’abate, che si vede sulla lesena
settentrionale dell’emiciclo absidale. Tra gli altri successori va citato Filippo
Castiglioni, già amministratore per conto dello fratello Gian Giacomo, e poi
successore nella commenda, che si stanziò a Como, dove ebbe deleghe ed
incarichi anche dai vescovi Trivulzio
(Antonio, il cardinal Scaramuzza e Cesare).
Egli fece una significativa ristrutturazione
dell’abbazia, dando avvio intorno al 1530
alla costruzione di due ali “rinascimentali”
del chiostro (quella sud, a ridosso della
basilica, e quella est, limitatamente a due
piani), avvalendosi probabilmente di
Antonio Campestro, suo capomastro di
fiducia, come già il padre Francesco e il
nonno Abbondio, attivi pure nella Fabbrica
del Duomo. Le opere furono portate a
termine dal nipote Filippo entro il 1568.
Filippo e Francesco Abbondio Castiglioni,
pertanto, effettivamente risiedettero
nell’abbazia, da dove amministravano
l’enorme patrimonio e curavano il culto con
i due o tre monaci, che si avvicendavano
nel monastero. Ma gli stessi commendatari,
stanti le guerre di religione che seguirono
alla Riforma protestante, procedettero
anche all’alienazione di gran parte dei beni
fondiari dell’abbazia, cominciando dai
quelli in Valtellina, divenuta (tra il 1512 e
il 1531) dominio dei Grigioni, e quelli in
territorio ora ticinese, passato dal 1512
sotto gli Svizzeri. Tra i commendatari
postridentini ci fu il cardinal Tolomeo
Gallio, che intorno al 1590 “barocchizzò”
la basilica, restaurata dal Balestra dopo
il 1860. L’ultimo dei commendatari fu il
cardinale Angelo Maria Durini, morto
nellla villa di Balbianello nell’aprile 1796, si
dice per lo sforzo nel sollevare un forziere
di preziosi, che voleva asportare per salvarli
dai sequestri dei giacobini in arrivo con
Napoleone. È sepolto nella basilica di S.
Abbondio.
ComoCronaca
12 Sabato, 27 agosto 2011
● Preoccupazione per
il futuro del cantiere
sul lungolago
Foto William
● Le rassicurazioni
del sindaco di Como
Stefano Bruni
Paratie: la Sacaim
commissariata
M
entre la maggior parte dei
comaschi era in vacanza
un’altra “bomba” è piovuta
sul cantiere delle paratie: la
notizia del commissariamento della ditta
Sacaim, lo scorso 17 agosto. Episodio
che, nonostante le assicurazioni sulla
bontà del proprio stato di salute da parte
del colosso lagunare delle costruzioni,
cui è stato affidato l’appalto del cantiere
del lungolago, getta ulteriori ombre ed
incertezza sugli sviluppi del cantiere.
350 milioni di euro di portafoglio ordini,
650 milioni di euro di commesse e 350
dipendenti, ma anche una rilevante
esposizione bancaria (circa 60 milioni
di euro) per non parlare dei debiti dei
fornitori. Sono i numeri di Sacaim che
fanno preoccupare, non poco, anche
il Lario. In controtendenza, invece, il
commento del sindaco di Como, Stefano
Bruni: «Per l’amministrazione comunale
il via libera del Tribunale di Venezia
all’amministrazione straordinaria della
Sacaim non rappresenta un fatto negativo.
E non si ravvisano elementi di particolare
preoccupazione. Se il Tribunale, infatti,
non avesse riscontrato la possibilità di
un piano di risanamento per l’azienda
l’amministrazione straordinaria non
sarebbe stata accolta e a quel punto si
sarebbe aperta d’ufficio la strada per
il fallimento dell’impresa. Per noi che
non siamo creditori e che quindi non
dobbiamo incassare soldi dall’impresa,
ma al contrario siamo un ente debitore,
la procedura dell’amministrazione
straordinaria è una procedura di garanzia
maggiore e di certezza in quanto sottrae
l’azienda dalle singole azioni dei creditori.
Tecnicamente non si ravvedono motivi
perché i lavori o il cantiere vengano
fermati e l’impresa debba lasciare Como.
La stessa Sacaim, in una lettera scritta al
Comune lo scorso 2 agosto, ha specificato
- cito testualmente - come la procedura
comporti “la permanenza del diritto
dell’appaltatore alla prosecuzione delle
commesse in corso non ricorrendo nella
specie i presupposti fondanti la risoluzione
e/o lo scioglimento del committente
dal contratto d’appalto”. Con l’azienda
siamo in continuo contatto e a settembre
incontreremo anche il commissario
straordinario, che è stato nominato
soltanto alcuni giorni fa».
Se tutto andasse bene i lavori dovrebbero concludersi a fine 2013, con 34 ben mesi di ritardo
I numeri del cantiere del lungolago
U
na volta (speriamo) ultimato il cantiere delle
paratie, a quanto dichiarato dai tecnici ad inizio
agosto, saranno complessivamente 690 i panconi,
ovvero lastre di alluminio, che verranno utilizzati in
caso di esondazione. Verranno posizionati secondo tre
livelli ed entreranno in funzione, con posa manuale, a
seconda dei livelli raggiunti dalle acque nel primo bacino
del Lario. Secondo l’analisi storico/statistica relativa alle
esondazioni del lago di Como si prevede che la prima
fila, quelle da utilizzare in caso di consistente fuoriuscita
delle acque, sarà usata una volta ogni 7 anni. In piazza
Cavour, invece, dove sarà montato un sistema di paratie
a scorrimento verticale comandate elettronicamente, la
barriera anti esondazione entrerà in funzione una volta
ogni 3 anni. I panconi saranno montati a ridosso del
parapetto: verranno infilati tra i pali guida che saranno
realizzati nello stile del parapetto ottocentesco in ghisa
a tutt’oggi sottoposto ad un intervento di restauro. Per
montare i panconi saranno impiegate 4 squadre da cinque
uomini. Gli operai saranno in grado di montare la
prima fila (quella per le esondazioni minime) in
7 ore dal momento in cui il Consorzio dell’Adda
diramerò l’allerta esondazione. Un’emergenza che
comporterà il montaggio di tutti e 690 panconi, cioè
tutti i tre livelli di altezza (2.30 metri sopra lo zero
idrometrico), costerà al Comune di Como 30.000
euro. Ed a proposito di costi anche quelli definitivi
di quest’opera sono cambiati. Il sistema di barriere
mobili antiesondazione costerà, infatti, alla città 19
milioni e 63mila euro, quattro milioni in più rispetto a
quanto ipotizzato dopo la vicenda del muro che risale
ormai a due anni fa. A contribuire a questo aumento
l’onere rappresentato dalla seconda perizia di variante
che prevede la posa di panconi antiesondazione,
delle guide che serviranno per ancorarli al fondale
nonché la posa di palancole tra lungolago Trieste e
la nuova passeggiata. Questa cifra, comunque, non
è complessiva di tutta l’opera in quanto bisognerà
poi aggiungere le quote destinate per la finitura della
passeggiata (arredi urbani, pavimentazione, ecc.),
oggetto della terza perizia di variante per la quale
Regione Lombardia avrebbe già stanziato 2 milioni di
euro. Nel frattempo la Sacaim, la ditta di Venezia che
si è aggiudicata l’appalto, ha presentato in Municipio
una lettera con la quale presenta una serie di «riserve»
e che richiede 5 milioni di euro in più per realizzare
opere aggiuntive.
Se quindi le cifre non sono definitive lo stesso discorso
vale anche per ciò che concerne i tempi del cantiere.
I lavori nella zona di Sant’Agostino, attualmente
fermi da diversi mesi, non dureranno meno di un
anno. Per quanto riguarda l’intera opera dal Comune
fanno presente che, in caso di conferma di tutti i
finanziamenti e nessun nuovo problema, il lungolago
dovrebbe essere ultimato per la fine del 2013, cioè con
34 mesi di ritardo rispetto alla data di conclusione
iniziale, ovvero l’8 gennaio del 2011. (l.cl.)
“Caro”... trasporto
pubblico...
S
ettembre è alle porte, e con il suo arrivo la ripresa a pieno regime dei ritmi di vita
contrassegnati dagli impegni di lavoro e di studio, ma il mondo del trasporto pubblico,
anche a Como, non è mai andato in vacanza. Lo scorso 1° agosto, infatti, è entrata in
vigore la seconda tranche degli adeguamenti tariffari relativi ai costi del trasporto pubblico
pari al 9,09%. Un “ritocco” alle tariffe resosi necessario a causa dei tagli delle risorse al
trasporto pubblico locale determinati dalla
precedente manovra finanziaria, quantificate privato, magari con un’autovettura a gpl,
perché garantisce standard migliori sulla
per la Lombardia in 82 milioni di euro. Sono
qualità del viaggio (pur con gli evidenti
state comunque confermate le tariffe dei
disagi che riguardano attualmente il
titoli integrati regionali “Io viaggio ovunque
tracciato dell’A9 soggetto ai lavori per
in Lombardia” e dei servizi di navigazione
l’ampliamento alla terza corsia). Trenord,
sul lago d’Iseo, unico bacino dove il servizio
società che gestisce i collegamenti ferroviari
di trasporto è regionale e non nazionale
regionali lombardi, in collaborazione con
come accade, per esempio, per il Lario. Gli
Regione Lombardia e le Associazioni degli
incrementi delle tariffe hanno scatenato
utenti e consumatori, intanto si appresta
non poche proteste, soprattutto da parte dei
ad attuare un percorso di verifica delle
pendolari, che evidenziano la mancanza
condizioni di trasporto al fine di valutare
di qualità nel servizio di trasporto pubblico
l’impatto delle innovazioni introdotte negli
ed il fatto che questi ultimi aumenti tariffari
ultimi mesi nonché individuare eventuali
rischiano di far incrementare il caos sulle
ulteriori miglioramenti. In attesa che
strade in quanto molti utenti sarebbero
intenzionati a tornare ad affidarsi al trasporto l’indagine di Trenord dia i suoi risultati
c’è chi, nel nome di una trasformazione
culturale dei cittadini, affinché siano soggetti
attivi nel perseguire un obiettivo piuttosto
che semplici richiedenti passivi, ha dato
vita ad un sito internet locale nel quale
l’utenza pendolare effettua un monitoraggio
costante e preciso del trasporto pubblico con
segnalazioni su qualsiasi tipo di disservizio:
dai ritardi alla mancanza di riscaldamento
o condizionamento delle carrozze, dalla
sporcizia dei sedili e dei treni a quella delle
stazioni e dei loro servizi igienici. Si tratta del
sito internet www.coordinamentopendolari.
it, promosso dai pendolari delle tre aree
della provincia di Pavia (Oltrepò, Lomellina,
Pavese). Un esempio concreto di come
coloro che utilizzano i trasporti pubblici
possono non solo lamentarsi, giustamente,
ma anche documentare il motivo dei loro
lamenti. L’obiettivo è che le segnalazioni
comprovate possano diventare motivo di
riflessione da parte del Consiglio Regionale
che si appresta a discutere la riforma del
trasporto pubblico (circoscritta però al solo
trasporto su “gomma”) a partire dal prossimo
autunno. Un esempio che potrebbe essere
benissimo preso in considerazione anche
da parte delle migliaia di cittadini di
Como e provincia che quotidianamente si
apprestano a prendere nuovamente i mezzi
pubblici per raggiungere, per motivi di studio
o di lavoro, Milano. (l.cl.)
ComoCronaca
uto
Auto-Ai
L’impegno dell’associazione che riunisce familiari
e amici di chi si è scontrato con la dipendenza
Al-Anon, quando
l’alcolismo non fa paura
“C
’è un posto
dove
l’alcolismo
non fa
paura: Gruppi Familiari: AlAnon”. È su questo slogan
che si fonda l’impegno
dell’associazione che
riunisce figli, mogli, mariti,
amici di alcolisti. Uomini e
donne che hanno riscoperto
il gusto della vita, dopo aver
sperimentato l’oblio.
Al-Anon Italia celebra
quest’anno i suoi 35 anni di
vita, lo farà con una grande
festa, a Rimini il 16, 17 e 18
settembre. Quella sede sarà
l’occasione per festeggiare
Prsente anche a Como
da 28 anni questa
realtà prosegue
nel suo cammino
di sensibilizzazione
anche i 60 anni di presenza
mondiale di un’associazione
(nata negli Stati Uniti nel
1951) che ha restituito, nel
mondo, luce e speranza a
milioni di persone.
Per Al-Anon Como il 2011
scandisce il 28° anno, un
traguardo importante che
conferma la bontà di una
voce ormai ben radicata
sul territorio. «Al-Anon
rappresenta un approdo
sicuro per chi si è scontrato,
in famiglia, con il dramma
dell’alcolismo – ci dicono
alcuni volontari –. Per
questo l’associazione oltre
ad offrire uno spazio aperto
di ascolto e confronto è
continuamente al lavoro per
farsi conoscere, incontrando
giovani, adulti, associazioni,
parrocchie. Girando per
il territorio ci facciamo
portatori di un messaggio di
speranza».
E, com’è ormai tradizione,
anche il 2011 è stato, per
Al-Anon Como, un anno
frenetico, con un calendario
denso di appuntamenti.
«Abbiamo incontrato 11
classi dell’istituto Magistri
Cumacini – proseguono i
volontari -. Siamo stati nei
vicariati del Bisbino e della
Bassa Comasca; abbiamo
incontrato i volontari della
Croce Rossa di Cernobbio,
Como, Montorfano; della
Croce Verde di Fino; gli
infermieri che frequentano
la Scuola dell’ospedale
S. Anna e i corsisti della
Scuola Socio Sanitaria
dell’Enaip; abbiamo
avviato contatti con la Val
d’Intelvi e la Tremezzina per
portare anche lì la nostra
testimonianza. Con le
stesse Croce Rossa e verde
abbiamo già programmato
nuovi incontri a settembre,
nella speranza di avviare un
dialogo che possa durare nel
tempo…» Un seminare
continuo di parole, in lungo
e in largo per il territorio,
nella speranza di arrivare
sempre più lontano, per
regalare un sorriso, per
restituire fiducia a chi teme
di averla perduta. «Quello
che facciamo non è altro
che condividere, con chi
incontriamo, un percorso di
rinascita. Perché grazie ad
Al-Anon ciascuno di noi è
rinato, ha ritrovato gusto per
la vita. Un messaggio che
cerchiamo di lanciare con
forza ovunque sia possibile»
perché l’alcolismo non ha
barriere di ceto o di età,
e può toccare chiunque,
all’improvviso, e svuotare
di senso il progetto di una
vita. «È bello pensare che
davvero esista un posto in
cui l’alcolismo non faccia
paura. E questo è ciò che
ribadiamo con forza, ad
ogni nostra testimonianza.
Un luogo in cui trovare
comprensione, accoglienza,
condivisione, amicizia
senza pregiudizi. Una
“famiglia” che ti offre, con
semplicità, la possibilità
di riappropriarti della tua
esistenza, restituendoti la
vita che credevi di avere
perduto. Una vera e propria
ancora di salvezza».
I gruppi comaschi di AlAnon si trovano ogni
martedì e sabato, dalle 21
alle 22.30, presso la vecchia
chiesa di S. Giuseppe. Un
appuntamento fisso che
“vive”, senza interruzioni,
da quasi un trentennio.
«Non c’è festa che ci
impedisca di incontrarci
– continuano i volontari -.
È capitato che questi due
appuntamenti cadessero il
25 dicembre, il 31 dicembre
o in feste comandate,
e ciò non ha impedito
di vederci ugualmente.
Anzi: i giorni di festa sono
spesso l’occasione in cui la
sofferenza legata ad alcune
ferite familiari si acuisce,
ed ecco allora che i nostri
incontri costituiscono il
naturale “toccasana” dove
recuperare energie e risorse
emotive».
Ma che cosa si fa durante
gli incontri di Al-Anon? «Si
parla, ci si confronta, ci si
ascolta. Periodicamente
qualcuno del gruppo
propone un tema, sul quale
ciascuno esprime la propria
opinione. Per chi lo desidera
è possibile condividere la
propria storia, il proprio
dolore. E quando lo si fa ci
si libera di un peso infinito,
per ritornare, piano piano,
a respirare. Ma è anche
l’occasione per dirsi cose
belle, per registrare dei
traguardi raggiunti…»
Al-Anon, un luogo anonimo
e sicuro per rinascere. Per
saperne di più: 800-087-897.
pagina a cura di
Marco Gatti
Sabato, 27 agosto 2011 13
Notizie flash
■ S. Anna
La necessità
di ritrovare presto
una nuova sede
Per quasi un ventennio Al-Anon ha
garantito una presenza costante,
ogni sabato pomeriggio, presso
l’ospedale S. Anna di Como. Uno
sportello informativo a disposizione
dell’utenza ospedaliera. Questo
spazio, con la realizzazione del nuovo
ospedale S. Anna, è, al momento
scomparso. «Speriamo quanto prima
si possa definire una collocazione
idonea per noi anche nella nuova
sede – fanno sapere i volontari -, lo
sportello rappresentava infatti un
punto informativo essenziale per far
sapere l’esistenza di questa realtà di
mutuo-aiuto».
■ Una realtà
I Gruppi familiari
Al-Anon: condivisione
e speranza
Dal sito: www.al-anon.it “I Gruppi
familiari Al-Anon sono un’associazione
di familiari ed amici di alcolisti, che si
riuniscono per condividere esperienza,
forza e speranza allo scopo di risolvere
il problema comune. Noi crediamo
che l’alcolismo sia una malattia che
coinvolge tutta la famiglia e che un
cambiamento di atteggiamenti possa
favorire il processo di recupero.
Al-Anon non è affiliata ad alcuna
setta, fede, partito politico,
organizzazione o istituzione, non si
impegna in alcuna controversia, né
appoggia o si oppone ad alcuna causa.
Non vi sono quote da pagare per
essere membri di Al-Anon. Il nostro
mantenimento è autonomo e avviene
attraverso i nostri contributi volontari.
Al-Anon ha un solo scopo: aiutare le
famiglie degli alcolisti. Questo fine
lo realizziamo mettendo in pratica
i Dodici Passi, offrendo accoglienza
e conforto alle famiglie degli
alcolisti, e dando comprensione e
incoraggiamento all’alcolista.
Prenditi un momento per rivolgere a
te stesso le seguenti domande: Sei
preoccupato per il bere di un’altra
persona? oppure Sei cresciuto con una
persona per cui l’alcol è un problema?.
Se ti identifichi con alcune di queste
domande è importante che tu sappia
che con una telefonata si può trovare
aiuto e speranza per amici e familiari
di alcolisti”.
❚❚ La testimonianza
Hai l’alcolsimo
in casa?
Vuoi saperne
di più?
Hai bisogno
di aiuto?
I Gruppi Familiari
Al-Anon possono
offrirti le
informazioni che
cerchi
Telefona allo:
800 087 897
«Oggi mi sento una persona nuova»
L
a sua è una storia come tante. La storia di un dolore che si è tramutato in
forza, speranza, coraggio. «Sono nata
e cresciuta in una famiglia in cui uno
dei miei genitori era alcolista. Per anni ci ho
convissuto pensando che la bottiglia fosse la
normalità, così come gli sbalzi di umore di chi
mi era accanto. Per anni ho coltivato profondi
sensi di colpa rispetto a quello che vedevo e
stavo vivendo, percependomi impotente per
quanto accedeva attorno a me. Ho provato
a lungo sentimenti contrastanti: odio, amore, paura, insicurezza. Ho alternato più volte
l’illusione fosse tutto risolto alla cruda consapevolezza che, in realtà, non c’era nulla da
fare. Ho coltivato dentro di me un profondo
senso di smarrimento, di delusione rispetto
ad aspettative riposte di ripresa che, puntualmente, si rivelavano vane». Un vuoto sempre
più profondo e buio, alimentato da un diffuso
senso di impotenza e dalla vergogna di accet-
tarsi “diversa”
da tutte le altre famiglie
“normali”… o,
in realtà, presunte tali. «Ad
un certo punto è scattato
in me il desiderio di salvarmi. Ho deciso che non sarei
più stata disposta a subire, nè a sentirmi
complice, in quanto fino ad allora ero andata assumendomi responsabilità che non
erano mie. La mia vita, fino ad allora, era
stata vissuta in funzione di quel disagio.
Era tempo che me ne riappropriassi, che
iniziassi a fare qualcosa per me. Tramite
un articoletto sul giornale scoprii l’esistenza di Al-Anon e lì mi si accese la lampadina. Il primo incontro lo vissi piangendo: fu
un pianto liberatorio. Mi sono così svuo-
tata di un peso che mi opprimeva l’anima. E
da lì è iniziato il mio cammino. Oggi, grazie
ad Al-Anon, dentro di me tutto è cambiato,
sono una persona nuova, serena, che riesce a
dormire la notte. Il problema del mio genitore
non è stato superato, perché lui non ha ancora
voluto farsi aiutare, ma grazie ad Al-Anon mi
sono accorta di come si possa voler bene ad
un padre o a una madre che beve senza sostituirsi a lui o a lei. In Al-Anon parliamo di
“distacco con amore”, che non significa essere
egoisti e prendere le distanze da chi sta male, ma ritrovare contatto con la realtà. Così si
esce dal mondo delle favole e si inizia a capire
che cosa davvero si può fare per riscopriree se
stessi. Oggi l’entusiasmo che ho ritrovato nella
vita cerco di restituirlo a chi sta attorno a me,
per questo porto la mia testimonianza dove
posso, rilanciando il senso di una speranza
che non muore mai. Tutto questo grazie agli
amici di Al-Anon».
ComoCronaca
14 Sabato, 27 agosto 2011
Decisa la richiesta di coesione e condivisione
Notizie flash
■ S.I.L.V.I.A.
o
l
l
e
p
ap
Un sito internet
per portare un sorriso
ai bambini meno
fortunati
Le associazioni
unite per arginare
la crisi
U
Spunti di riflessione lanciati
qualche settimana fa,
ma di incalzante attualità
n appello alla crescita e allo sviluppo. A lanciarlo, agli inizi
del mese di agosto, quando il popolo comasco si apprestava
a chiudere i battenti per le ferie, una nutrita squadra di
associazioni comasche (Ance Como, Cgil Como, Cia
Como-Lecco-Sondrio, Cisl Como, Cna Como, Confagricoltura
Como-Lecco, Confartigianato Como, Confcommercio Como,
Confcooperative Como, Confesercenti
Como, Confindustria Como, Legacoop
Como, Uil Como) in rappresentanza delle
del lavoro e dell’economia, - si legge
imprese e dei lavoratori per esprimere
nel documento - rivolto al governo
profonda preoccupazione rispetto a
nazionale e alle amministrazioni locali,
quanto sta accadendo nel nostro Paese,
è condiviso dalle ACLI di Como e dalla
soffocato dalla crisi, dalla speculazione
Caritas Diocesana. L’esperienza di
finanziaria e da una dialettica politica
queste due organizzazioni e di molte
iniqua e improduttiva. Decisi i richiami
altre che nel nostro territorio hanno
ad un governo in grado di mettere al
come riferimento la dottrina sociale
centro di ogni sua iniziativa un “Patto
della Chiesa e il magistero dei Vescovi,
per la crescita”; ad un forte slancio per
porta ad alcune considerazioni che
la definizione di una adeguata riforma
vogliamo sinteticamente esplicitare. Una
fiscale; ad interventi concreti per il
unità di intenti tra le parti politiche e le
risanamento dei conti pubblici, per la
forze sociali, un impulso all’economia
riforma della pubblica amministrazione e
e alla produttività, la fine di sprechi e
per una più serrata lotta contro l’evasione
di posizioni di vantaggio, in particolare
fiscale. Con specifico riferimento alla
nell’ambito politico, sono obiettivi
nostra provincia “Bisogna ristabilire
imprescindibili per la sopravvivenza del
un clima di fiducia – recitava, tra l’altro,
nostro Paese. D’altra parte ci pare che
l’appello - e di credibilità diffuse,
questi obiettivi possono essere raggiunti
realizzare immediatamente i progetti da
solo a condizione che siano condivisi e
tutti condivisi, emarginare chi antepone
vissuti come propri da tutti i cittadini,
al bene pubblico gli interessi individuali e
a partire da quanti sono chiamati ai
di consorteria”. A riprendere questo invito, maggiori sacrifici. La politica degli ultimi
nei giorni seguenti, sono state anche Acli
anni e la cultura dominante hanno fatto
e Caritas, con un documento congiunto,
sì che in Italia ancor più che nel resto del
a conferma della generale attenzione da
mondo il divario tra chi possiede di più,
parte del mondo dell’associazionismo e
in termini di reddito, di opportunità, di
del mondo cattolico nei confronti della
privilegio, e chi ne è privato sia cresciuto
crisi in atto. “L’appello delle associazioni
a dismisura. Il governo nazionale e quelli
comasche rappresentanti il mondo
locali hanno fatto ricadere sui ceti deboli
L’attuale situazione economica
È un quadro in chiaroscuro quello offerto dal “report” della Camera di commercio di
Como relativo al secondo trimestre 2011. Un quadro che segnala l’aumento del numero
delle imprese (che ha portato a 50.856 le aziende iscritti all’anagrafe camerale, 282
in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente); la crescita della produzione
manifatturiera (+ 5,9%, dato che colloca la provincia al quinto posto tra i capoluoghi
lombardi) e del settore artigiano (in questo caso più lenta rispetto al trimestre
precedente). Positivi i risultati per il turismo che segnala un saldo di 322.626 arrivi con
un incremento del 11% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (+15% arrivi
stranieri; + 1,8% arrivi italiani). In crescita anche le giornate presenza (+7,6% con un
+10% per la componente straniera e un +0,6% per la componente italiana). Positivi anche i
dati sull’export, che si conferma settore di traino per la produzione.
Sul fronte del mercato del lavoro per il primo semestre 2011 ci sono segnali di
miglioramento con un aumento del numero degli avviati al lavoro e un calo delle persone
alla ricerca di un posto di lavoro. Il flusso dei disoccupati risulta pari a 7.966 unità, in
flessione del 10% rispetto al 2010 (la flessione è molto più accentuata per i maschi). Gli
avviati al lavoro solo 27.575 unità (+9%). Le proiezioni sul 3° trimestre (periodo luglio
– settembre 2011) elaborate da Excelsior indicano per il primo trimestre 2011 una
previsione di 162.600 assunzioni a livello nazionale, 26.400 a livello regionale e circa
1400 a livello provinciale. Resta elevata la domanda di lavoro prevista in provincia.
tutti i costi della crisi, tagliato i servizi
sociali, ridotto le speranze di una vita
dignitosa anche alle classi un tempo
intermedie. Il ceto politico, e recenti
avvenimenti fanno pericolosamente
pensare ad un’omologazione delle parti,
ha approfittato di questo clima e lo ha
alimentato. In questo contesto uno
slancio di tutta la comunità non può
che avere come fondamento l’equità e la
ricostruzione di un tessuto sociale in cui
siano ristabiliti i valori della solidarietà
e della democrazia anche economica.
Un tentativo di far rinascere il Paese
che non si basi su questi principi e non
coinvolga e convinca la gente della
necessità di sacrifici in un contesto di
giustizia sociale, è destinato a fallire.
Anche a Como e nel quotidiano ACLI e
Caritas incontrano le vittime di questo
sviluppo iniquo della nostra società
e di quella globale: i drop out di ogni
genere che si rivolgono ai Centri di
Accoglienza, i profughi accolti grazie al
volontariato e in assenza delle istituzioni
locali, i disoccupati che chiedono aiuto
alle parrocchie. Ma anche i pensionati
che cercano un minimo di tutela al
Patronato, le famiglie che si organizzano
con servizi comuni per sopravvivere.
Non tener conto delle esigenze di
questo popolo e confidare solo su un
generico rilancio dell’economia dei
garantiti sarebbe non solo moralmente
ingiusto, ma politicamente sbagliato,
non raggiungerebbe alcun obiettivo
duraturo. Il volontariato organizzato,
determinante in questa fase di profonda
difficoltà accentuata dalla contrazione
delle risorse pubbliche, oltre ad offrire un
aiuto concreto alle persone in difficoltà,
diviene anche occasione di maggiore
consapevolezza e si trasforma in azione
politica. Quella politica di qualità, capace
di sentire, leggere, amare il proprio
territorio e la gente che lo abita, capace di
costruire azioni e prospettive orientate al
bene comune mediante la partecipazione
attiva dei cittadini, unico vero antidoto
alla politica degli affari, degli interessi
personali, del clientelismo che tanto ha
allontanato la gente dalla responsabilità
sociale e politica”.
Week End a budapest
con scacciapensieri
Da venerdì 11
a domenica
13 novembre.
Le prenotazioni
entro e non
oltre il 29
di settembre
L’
Associazione Culturale Scacciapensieri
promuove per venerdì 11, sabato 12 e
domenica 13 novembre un week-end
a Budapest. Il programma prevede la visita
alla capitale della Repubblica d’Ungheria,
in particolare al quartiere di Buda sulla
riva destra del Danubio con la Fortezza, la
Chiesa di Mattia, il Bastione dei pescatori
e al quartiere di Pest sulla riva sinistra
del grande fiume con il Palazzo del
Parlamento (esterno), la piazza degli
Eroi, la Basilica di Santo Stefano. È
inoltre prevista un’escursione sull’ansa
del Danubio. L’iniziativa è organizzata
con la collaborazione di G EA WAY - Tour
Operator - Sulla Via di Damasco srl.
La quota di partecipazione è di
560 euro, che comprende il volo
andata/ritorno da Milano Malpensa a
Budapest in classe economica; le tasse
aeroportuali; la sistemazione in hotel
L’apertura di un sito internet per
far conoscere tutte le iniziative
che saranno realizzate per portare
un sorriso in più ai bambini
meno fortunati. E’ l’ultima novità
dell’associazione S.I.L.V.I.A, nata per
ricordare Silvia Bizzozzero, morta a 33
anni per un tumore che nel giro di due
anni l’ha strappata alla famiglia e agli
amici. I suoi genitori hanno voluto che
il suo nome diventasse un acronimo
di solidarietà: per questo S.I.L.V.I.A.
è diventato “Sorridere Illumina La Via
Infondendo Allegria”. Silvia durante la
malattia ha capito quanto difficile e
dolorosa possa essere la permanenza
in ospedale e ha dedicato tutto quello
che le restava di vita e di forze per
aiutare i bambini a sorridere anche
nella malattia. I soci dell’associazione
S.I.L.V.I.A., che hanno la propria sede
a Cantù, vogliono continuare nel suo
“lavoro” e sono sempre impegnati
nella raccolta di fondi da destinare
alle attività di supporto ai bambini
ricoverati in ospedale e all’allestimento
di spazi che rendano più piacevole la
degenza in pediatria. Proprio grazie alle
donazioni ricevute attraverso la vendita
di piccoli presepi artigianali e di mini
uova di Pasqua sono riusciti a realizzare
diversi progetti come l’acquisto di
un polissonigrafo stanziale e di due
polissonigrafi embletta per i reparti
di pediatria degli ospedali Sant’Anna
di Como e Sant’Antonio Abate di
Cantù. Inoltre hanno sponsorizzato
ad un medico, presso l’ospedale di
Pisa, un master di specializzazione
per la terapia del sonno neonatale e
hanno ideato un diploma da regalare
ai bambini quando vengono dimessi
dall’ospedale. In collaborazione con
il professor Riccardo Longhi, primario
del reparto di pediatria dell’Azienda
Ospedaliera Sant’Anna di Como, l’Onlus
“S.I.L.V.I.A” ha già avviato diverse
attività come la clownterapia con i
Clown del dottor Sorriso, che aiutano
i piccoli pazienti, attraverso giochi e
scherzetti durante le terapie, a ritrovare
il sorriso nonostante le sofferenze, e la
musicoterapica, che mira ad alleviare
gli stati d’ansia e le tensioni connesse
alla malattia. Inoltre sta finanziando
corsi settimanali d’arte – terapia,
un’attività che permette di avvicinarsi
al mondo della pittura e della creatività
e di esprimere liberamente emozioni,
sentimenti e fantasia. Per saperne di
più chiunque può inviare un’e-mail
all’indirizzo [email protected]
ma soprattutto visitare il nuovo sito
internet www.silviaonlus.org.
Paolo Borghi
4 stelle; i pasti (dal pranzo del primo
giorno alla colazione dell’ultimo giorno),
le escursioni con pullman privato come
da programma; gli ingressi e le visite
guidate.
Per maggiori informazioni e iscrizioni
(entro e non oltre il 29 settembre), con
versamento di un acconto di 370 euro:
Associazione Culturale Scacciapensieri,
tel. 345.3302077; e-mail: [email protected]; sito internet:
http://scacciapensieri-isa.blogspot.
com/. (s.fa.)
GMG Madrid 2011
Sabato, 27 agosto 2011 15
Una partecipazione oltre le aspettative
“S
ono stati tre anni intensi di lavoro e
preparazione, ma questa Gmg alla fine
è andata benissimo”. Rafa Rubio, direttore
della comunicazione della Gmg, traccia
così un primo bilancio di questa Giornata
mondiale della gioventù 2011. “I madrileni
hanno accolto questi pellegrini con tanta
ospitalità e allegria e loro hanno offerto al
mondo una testimonianza di come si possa
essere giovani appassionati”. “È stata una
vigilia emozionante, quella a Quatro Ventos.
Onestamente non ci aspettavamo tanti
giovani” (Non ci sono dati certi ma si parla di
quasi 1,5 milioni di persone).
Tutti i discorsi pronunciati da Papa Benedetto XVI durante la Giornata Mondiale della
Gioventù di Madrid e le catechesi dei vescovi sono disponibili sul sito ufficiale della GMG
all’indirizzo web: www.gmg2011.it
✎ La brezza
S
ulle strade e nelle piazze di Madrid,
che per alcuni giorni hanno accolto il
mondo, il Papa passa, ascolta, parla.
Sfiora tutti con la lievità di una carezza.
È il suo stile. Mai una formalità, sempre un
profondo rispetto dell’altro, chiunque egli
sia. Al punto che tra gli “indignados” alla
Puerta del Sol alcuni, contrari alle offese
e alla volgarità, scoprono che quest’uomo
vestito di bianco e i suoi amici non sono
affatto distanti dai loro problemi.
Attraverso quelle madrilene una brezza
passa sulle piazze del mondo perché il
dialogo e non la violenza le abiti.
Sorprende a fa nascere domande questo
passaggio leggero. La prima è rivolta a
ogni persona, al significato che ognuno dà
alla presenza o all’assenza di Dio nella vita
personale e nella storia di tutti.
È un invito alla ricerca della verità che, ha
ripetuto più volte il Papa, non è uno slogan,
non è un’ideologia, non è un’astrattezza.
Cita Platone per dire che l’essere giovani non
dipende dall’anagrafe ma dal desiderio di
cercare, di scoprire, di conoscere.
Il contrario di “ever green” e di “ever young”.
La ricerca, precisa infatti il Papa alle nuove
generazioni, deve essere per giungere a
“qualcosa di grande nella vita, qualcosa che
vi dia pienezza e felicità”.
Come realizzarla da cristiani nella società di
oggi? Come “continuare ad aspirare a grandi
ideali” in una cultura relativista?
La risposta, ribadisce, è una Persona, è
Cristo. La brezza di questa parola attraversa
l’accampamento di Cuatro Vientos dove,
dopo l’improvviso e violento acquazzone,
riappare il cielo azzurro di Madrid e il
Papa ringrazia commosso per la forza, la
resistenza e l’allegria.
Ancora una volta ha la prova di non essere
solo. I giovani sono stanchi per il cammino
e per l’incandescenza del giorno ma gli
applausi mentre diluvia dicono che non
basta una grande fatica per smorzare
l’attenzione e l’entusiasmo, non basta per
affievolire un abbraccio.
Capiscono che qualcuno sta dicendo loro
che c’è Chi li ama e per questo sono anch’essi
chiamati ad amare gli altri.
A cominciare dagli ammalati, dai bisognosi,
dai diversi. Molti, in un orizzonte di cose
grandi, si sentono poi chiamati a realizzare
nel matrimonio “un progetto d’amore vero
che si rinnova e approfondisce ogni giorno
condividendo gioie e difficoltà e che si
caratterizza per un dono della totalità della
persona”. Altri sono chiamati da Cristo “a
seguirlo più da vicino nel sacerdozio e nella
vita consacrata”.
Progetti di vita che la “generazione di
Benedetto XVI”, più giovane di altre in questa
Gmg, avverte come grandi avventure per le
quali vale la pena spendersi e rischiare.
La via maestra da percorrere per raggiungere
mete così alte è l’amicizia con il Signore.
Un colloquio da coltivare ogni giorno con lo
slancio e la freschezza di una Gmg
La brezza di queste parole continua a
soffiare sull’accampamento a Cuatro
Vientos. Non solo per una notte.
Al mattino Benedetto XVI ritorna.
Prendendoli per mano e facendosi prendere
da loro per mano conduce la ricerca della
verità all’incontro con la Verità.
Insieme sulle strade del mondo, dove
cammina un’umanità spesso affaticata e
smarrita, diventano costruttori di speranza.
La Gmg finisce. Come per tutte le precedenti
venticinque Gmg quella brezza, in cui è il
sorriso di Giovanni Paolo II, continuerà a
soffiare nei luoghi del lavoro, della cultura
e della politica. Farà nascere domande,
indicherà la strada che porta alle risposte
e alla Risposta. Una giornata finisce,
l’avventura continua.
da Madrid PAOLO BUSTAFFA
direttore agenzia SIR
Le parole del Papa. Il mandato ai giovani del 21 agosto
Portate il Vangelo a tutti
Cari giovani,
Lo stesso Cristo si riferisce ad essa come
con la celebrazione dell’Eucaristia
alla «sua» Chiesa. Non è possibile separare
Dal Papa l’invito ai
giungiamo al momento culminante
Cristo dalla Chiesa, come non si può
di questa Giornata Mondiale della
giovani ad essere presenti separare la testa dal corpo (cfr 1Cor 12,12).
Gioventù. Nel vedervi qui, venuti in
La Chiesa non vive di se stessa, bensì del
gran numero da ogni parte, il mio cuore
nella vita delle parrocchie Signore. Egli è presente in mezzo ad essa, e
si riempie di gioia pensando all’affetto
le dà vita, alimento e forza.
speciale con il quale Gesù vi guarda.
perché la fede cristiana Cari giovani, permettetemi che, come
Sì, il Signore vi vuole bene e vi chiama
Successore di Pietro, vi inviti a rafforzare
suoi amici (cfr Gv 15,15). Egli vi viene
questa fede che ci è stata trasmessa dagli
non può essere vissuta
incontro e desidera accompagnarvi
Apostoli, a porre Cristo, il Figlio di Dio, al
nel vostro cammino, per aprirvi le
individualmente ma solo centro della vostra vita. Però permettetemi
porte di una vita piena e farvi partecipi
anche che vi ricordi che seguire Gesù nella
nella comunione
della sua relazione intima con il Padre.
fede è camminare con Lui nella comunione
Noi, da parte nostra, coscienti della
della Chiesa. Non si può seguire Gesù da
della Chiesa
grandezza del suo amore, desideriamo
soli. Chi cede alla tentazione di andare «per
corrispondere con ogni generosità
conto suo» o di vivere la fede secondo la
a questo segno di predilezione con
mentalità individualista, che predomina
il proposito di condividere anche con gli altri la gioia che
nella società, corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo,
abbiamo ricevuto. Certamente, sono molti attualmente coloro
o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui.
che si sentono attratti dalla figura di Cristo e desiderano
Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e
conoscerlo meglio. Percepiscono che Egli è la risposta a molte
che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella
delle loro inquietudini personali. Ma chi è Lui veramente?
degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha
Come è possibile che qualcuno che ha vissuto sulla terra tanti
generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo,
anni fa abbia qualcosa a che fare con me, oggi?
che vi ha fatto scoprire la bellezza del suo amore. Per la crescita
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato (cfr Mt 16,13-20) vediamo
della vostra amicizia con Cristo è fondamentale riconoscere
descritti due modi distinti di conoscere Cristo. Il primo
l’importanza del vostro gioioso inserimento nelle parrocchie,
consisterebbe in una conoscenza esterna, caratterizzata
comunità e movimenti, così come la partecipazione
dall’opinione corrente. Alla domanda di Gesù: «La gente chi
all’Eucarestia di ogni domenica, il frequente accostarsi al
dice che sia il Figlio dell’Uomo?», i discepoli rispondono:
sacramento della riconciliazione e il coltivare la preghiera e la
«Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia
meditazione della Parola di Dio. Da questa amicizia con Gesù
o qualcuno dei profeti». Vale a dire, si considera Cristo come
nascerà anche la spinta che conduce a dare testimonianza
un personaggio religioso in più di quelli già conosciuti. Poi,
della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto
rivolgendosi personalmente ai discepoli, Gesù chiede loro:
o indifferenza. Non è possibile incontrare Cristo e non farlo
«Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro risponde con quella che è
conoscere agli altri. Quindi, non conservate Cristo per voi
la prima confessione di fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio
stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo
vivente». La fede va al di là dei semplici dati empirici o storici,
ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno
ed è capace di cogliere il mistero della persona di Cristo nella
certamente di Dio. Penso che la vostra presenza qui, giovani
sua profondità. Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi
venuti dai cinque continenti, sia una meravigliosa prova
con la stessa domanda che fece agli apostoli: «Ma voi, chi dite
della fecondità del mandato di Cristo alla Chiesa: «Andate in
che io sia?». Rispondetegli con generosità e audacia, come
tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura» (Mc
corrisponde a un cuore giovane qual è il vostro. Ditegli: Gesù,
16,15). Anche a voi spetta lo straordinario compito di essere
io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la tua vita per me.
discepoli e missionari di Cristo in altre terre e paesi dove vi è
Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola.
una moltitudine di giovani che aspirano a cose più grandi e,
Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera
scorgendo nei propri cuori la possibilità di valori più autentici,
vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la non si lasciano sedurre dalle false promesse di uno stile di
gioia che mai mi abbandona.
vita senza Dio.Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto
Nella sua risposta alla confessione di Pietro, Gesù parla
del mio cuore. Vi raccomando alla Vergine Maria, perché vi
della Chiesa: «E io a te dico: tu sei Pietro, e su questa pietra
accompagni sempre con la sua intercessione materna e vi
edificherò la mia Chiesa». Che significa ciò? Gesù costruisce
insegni la fedeltà alla Parola di Dio.
la Chiesa sopra la roccia della fede di Pietro, che confessa la
BENEDETTO XVI
divinità di Cristo. Sì, la Chiesa non è una semplice istituzione
omelia pronunciata domenica 21 agosto
umana, come qualsiasi altra, ma è strettamente unita a Dio.
Cuatro Vientos - Madrid
GMG Madrid 2011
16 Sabato, 27 agosto 2011
● L’incontro con la Chiesa ● La gioia nell’ascolto delle
spagnola nel gemellaggio
catechesi e nel confronto
a Salamanca
sulle parole dei vescovi
● Le fatiche e i disagi
vissuti assieme a persone
non scelte ma incontrate
Fatica e gioia per scoprire
ciò che conta davvero
L
a Giornata Mondiale della
Gioventù è cominciata, per 125
giovani della nostra Diocesi, con
il gemellaggio con la Diocesi di
Salamanca. Assieme a loro altri ragazzi
del Gruppo Adda - Ticino, appartenenti
alle Diocesi di Lodi e Vigevano per un
totale di 200 pellegrini. Poi Madrid, dove
è avvenuto l’incontro con i partecipanti
della Diocesi alla GMG che hanno scelto
di vivere l’intera settimana a Madrid o
di giungervi con mezzi propri solo per
alcuni giorni.
Raggiunta nella spianata di Cuatro
Vientos, dove Benedetto XVI ha
presieduto la veglia di sabato 20 e la
Messa di domenica 21, don Emanuele
Corti, direttore dell’Ufficio Pastorale
dei Giovani, ha tracciato un bilancio di
quella che è stata l’esperienza diocesana
in Spagna, a Salamanca prima e Madrid
poi. Al limite del settore C8, stipato di
pellegrini, molti dei quali comaschi,
don Lele ha ricordato come l’esperienza
del gemellaggio sia stata
«l’occasione per trovare
le coordinate giuste per
vivere la GMG». Perché –
ha spiegato il sacerdote
– «è stato un incontro
concreto con la Chiesa
spagnola, almeno di quella
Diocesi che noi abbiamo
visitato, soprattutto nelle
famiglie che hanno aperto
le loro abitazioni con tanta
generosità, gratuitamente,
davvero senza chiederci
nulla e facendoci sentire a
casa».
L’accoglienza spagnola è
stata davvero apprezzata dai
giovani della nostra Diocesi:
«Subito hanno realizzato
in maniera splendida
il loro desiderio di farci
sentire a casa e ci siamo sentiti accolti
e coccolati – ha spiegato don Lele –. E
di quelle coccole ricevute a Salamanca
abbiam fatto un po’ di crediti per i giorni
successivi da vivere a Madrid».
Occasioni importanti poi anche gli
incontri con alcuni sacerdoti che
hanno raccontato della realtà giovanile
spagnola, «più difficile da accompagnare
in un cammino di fede, rispetto alla
nostra – ha riferito don Lele –. Per
accoglierci hanno fatto la scommessa di
coinvolgere e impegnare alcuni dei loro
giovani che, quando noi siamo venuti via
da Salamanca, hanno avuto il desiderio
di partecipare alla GMG, mentre prima
non ne vedevano il senso. Sono stati
colpiti da noi che abbiamo fatto fatica
e tanta strada per dire la nostra fede.
Così ha funzionato una restituzione di
servizio rispetto a quello che loro hanno
fatto nei nostri confronti».
Il gemellaggio si è sviluppato
nell’incontro con la parrocchia
ospitante, con l’insieme di quelle vicine
e col pellegrinaggio vissuto da tutti i 3
mila giovani ospitati a Salamanca ad
Alba de Tormes, dove si trova la tomba
di Santa Teresa d’Avila, sopra la quale i
presenti hanno celebrato l’Eucaristia col
vescovo di Salamanca.
«Poi – ha raccontato don Lele – siamo
partiti per essere qui a Madrid e adesso
siamo nel momento più centrale della
Giornata Mondiale della Gioventù,
anche se ne è il conclusivo. I giovani
sono contenti, anche qui hanno avuto
l’occasione di partecipare a catechesi
belle, con i vescovi Angelo Spinillo di
Acerra, Cesare Nosiglia di Torino e con
il nostro vescovo Diego. Una buona
parte del nostro gruppo – ha aggiunto
il sacerdote – sono stati alla chiesa di
San Juan de la Cruz, dove ci son stati il
cardinale Angelo Bagnasco e i vescovi
Mariano Crociata (rispettivamente
presidente e segretario della Conferenza
Episcoapele Italiana, ndr) ed Enrico
Solmi di Parma». La gioia dei giovani
è emersa nell’ascolto della parola
dei vescovi e nei successivi confronti
scaturiti dalle riflessioni, ma anche nel
vivere il sacramento della riconciliazione
e prepararsi poi alle celebrazioni
conclusive nella spianata di Cuatro
Vientos.
«Non è mancata poi l’occasione di
vivere da giovani anche la città – ha
aggiunto don Lele –, partecipando a
musical e concerti, ad uno spettacolo
su Chiara Luce Badano, ad uno su
Giovanni Paolo II e ad un musical
del Gen Rosso. C’è stata una festa dei
giovani di Azione Cattolica e tante altre
iniziative, rendendo così davvero diverse
le occasioni per vivere il tempo in queste
giornate».
Ma la Giornata Mondiale della Gioventù
è stata anche un’esperienza faticosa,
con quale imprevisto. «Come ogni
esperienza in cui ci sono tante persone
– ha spiegato il direttore dell’Ufficio
Pastorale dei Giovani –, non può anche
che esserci qualche difficoltà, fatica
e incomprensione, qualche tensione
a volte magari accentuata anche
dalla stanchezza che ci si porta nel
camminare tutto il giorno su e giù dai
mezzi pubblici, peraltro molto efficienti
a Madrid, o nel dormire per terra. Sono
cose che si sanno dalla partenza, ma
la carica degli eventi non permette di
tenere sempre tutto in equilibrio. A
volte anche piccole fatiche sembrano
diventare molto grandi, però il fatto di
viverle assieme è importante. Ci educa
a poter vivere le fatiche anche quando
siamo a casa, non solo quelle un po’
forti come queste, ma anche quelle della
quotidinità».
Non sono mancati, tra le fatiche, «un
po’ di disguidi organizzativi – ha riferito
don Lele –. Forse gli organizzatori
aspettavano meno persone di quante
poi effettivamente ce ne sono state.
Anche gli alloggiamenti hanno avuto
all’ultimo momento dei cambiamenti,
c’è stata qualche difficoltà nel reperire
i materiali del kit della GMG e non
tutti li hanno avuti». Ma anche qui don
Lele, che per giorni ha corso lungo le
“avenida” e le “calle” di Madrid per
risolvere i disguidi dei pellegrini, trova
un risvolto positivo. «Queste fatiche
– ha spiegato – chiedono di vedere
qual è l’essenziale e anche quali sono
le cose di cui si può fare a meno. Le
difficoltà c’hanno forse permesso di
concentrarci su ciò che conta davvero
nella nostra vita, scoprendo soprattutto
il valore dell’autenticità
delle relazioni vissute con
le persone che avevamo
accanto, non scelte ma
incontrate. C’è stato il
tempo di conoscersi,
scoprirsi, stupirsi e di
camminare insieme. Alla
fine tutto concorre al bene
di coloro che amano Dio e
anche le fatiche possono
avere un risvolto davvero di
forza, di crescita e di valore
educativo da condividere».
Ora, al ritorno da Madrid,
non resta che fare tesoro di
quanto ricevuto e vissuto.
Sono preziosi, in questo
senso, i consigli che lo
stesso don Lele e monsignor
Coletti avevano rivolto ai
pellegrini della Diocesi di
Como prima della partenza, attraverso
le pagine di questo giornale. «Sarà
importante come si tornerà e come si
farà a calare l’esperienza nella vita di
tutti i giorni – aveva detto don Lele –.
Bisognerà essere capaci di raccontare,
narrare, per far partecipi gli altri della
nostra esperienza e per prendere noi
maggior coscienza di quanto vissuto. Poi
sarà importante riprendere con lucitidà,
in un tempo disteso, quello che il papa
avrà detto e che si sarà ascoltato con
l’emotività dell’essere presenti».
«Quanto sarà possibile vivere a
Madrid – scriveva il vescovo Diego –,
va fatto rivivere a lungo: in famiglia e
in parrocchia, in oratorio, nel gruppo
e nelle attività di studio e lavoro in cui
si è impegnati, in modo che quanto si
è sperimentato in quei giorni intensi
e irripetibili possa prendere forma in
nuovi stili di vita, in coraggiose scelte di
servizio e solidarietà, in una dimensione
più profonda e coerente di preghiera e di
vita secondo il Vangelo».
Allora l’esperienza della GMG per le
centinaia di giovani della Diocesi di
Como non è terminata con il ritorno da
Madrid, ma comincia con il ritorno alla
quotidianità.
ALBERTO GIANOLI
GMG Madrid 2011
La catechesi del vescovo Diego nella chiesa di San José
Il Vangelo: lettera d’amore
«R
agazzi, quello che conta
nella vita è farsi delle
domande». Si sono
risvegliati così, ieri
mattina, i giovani pellegrini delle
diocesi di Chieti-Vasto e di Palestrina,
riuniti nella parrocchia del patrocinio
di San José, nel popoloso quartiere di
Vallecas, alla periferia sud di Madrid.
A parlare ai ragazzi, in un clima sereno,
allegro, ma di dialogo profondo, è stato
Diego Coletti, vescovo di Como. Sul
tema «Radicati in Cristo» il quesito
rivolto ai pellegrini è «Tu chi sei?
Come è costruita la tua identità? Dove
affondano le radici dalle quali attingo
l’energia che esprimo nella mia vita?».
Le suggestioni che provengono dal
«nostro» mondo, «la cosiddetta
cultura dominante», vanno in tre
direzioni, sintetizzate in tre immagini:
«Lo specchio, cioè la chiusura in sé
stesso, che ricorda il mito di Narciso.
Il mosaico: la tendenza a costruire
un’identità mettendo insieme tanti
pezzetti pescati qua e là, fragile. E
poi c’è il liquido, che non ha forma
fissa e si adatta a qualunque tipo di
contenitore, dunque è l’ambiente che
di volta in volta dà forma all’identità».
Ma c’è un’alternativa, rassicura
Coletti, «esiste un’altra direzione.
La radice della mia identità, il luogo
dal quale traggo gli elementi che
costituiscono il mio nome proprio,
non potrebbe essere l’insieme delle
relazioni con le persone, purché siano
sincere e profonde, non interessate
e strumentali, e diano vita ad una
storia intessuta da me in modo libero
e creativo?». Servono «parole belle,
ragazzi. E ricordatevi che la più alta
forma di espressione dell’identità
di un popolo è la poesia», non la
banalizzazione del linguaggio degli
sms, con le «parole anestetiche e
anaffettive» con cui l’uomo diventa un
mero consumatore.
Dalla poesia a Gesù il passo è
brevissimo perché Cristo «ci ha scritto
una bellissima lettera d’amore: il
Vangelo. E solo con questa lettura si
costruisce la nostra identità cristiana.
La nostra irripetibile e unica identità
sta proprio nel nostro rapporto con
Gesù. Ma lo conoscete veramente? Gli
avete dato spazio per parlarvi?». Che
posto ha nella vita la Sua parola? Che
rapporto c’è con Lui nella preghiera,
nei Sacramenti, nell’Eucaristia? «Posso
dire di essermi innamorato di Gesù?
Di essere dentro la sua passione?».
Ascoltano attenti. «Se volete fondarvi
in Cristo, scelta necessaria per
un’identità cristiana, aprite il Vangelo,
leggetelo».
La catechesi volge alla fine, Coletti,
esprime un desiderio: «Mi piacerebbe
che uno dei frutti di questa Giornata
Mondiale della Gioventù fosse questa
intenzione: non passerà giorno, da ora
in avanti, in cui non aprirò, leggerò e
mediterò qualche riga del Vangelo».
Ma «fate attenzione, può essere
pericoloso – sorride – perché cambia
la nostra identità». Un invito finale,
scritto in un foglietto da ripiegare
e portare a casa in Italia: «Bisogna
entrare nell’esperienza dell’apostolo
Paolo; un uomo che ha una sola
radice: il suo essere in Cristo».
MICHELA CORICELLI
tratto da Avvenire
di venerdi 19 agosto
◆ I gruppi alla GMG
Da Sondrio
a Madrid con
tappa a Lourdes
L’
idea di partecipare alla GMG è nata
da una chiaccherata di fine dicembre fuori dall’oratorio della parrocchia Beata Vergine del Rosario. Alcuni amici,
un’automobile e l’idea di viaggiare all’avventura attraverso Francia e Spagna per arrivare
a Madrid. «Magari – si ipotizzava – potrebbe
starci una tappa a Lourdes all’andata e una al
ritorno per riposare». Poi gli amici sono aumentati ed è nata l’idea di viaggiare in pulmino, ma l’entusiasmo contagioso ha fatto
salire il numero dei partecipanti, 18. L’ideale
per noleggiare due pulmini e confermare l’idea di viaggiare da Sondrio a Lourdes e quin-
di giungere a Madrid per gli ultimi giorni
della GMG, dal venerdì alla domenica.
Nei mesi si sono susseguiti i confronti e
le discussioni, anche accese tra il gruppo.
Qualcuno voleva raggiungere Madrid in
aereo, altri mantenere il viaggio in pulmino, qualcuno variare le tappe. Ma mai nessuno ha pensato di mancare all’esperienza
della GMG, all’incontro con i rappresentati
giovani della Chiesa universale che, per
quasi tutti i partecipanti, non era ancora
avvenuto né a Sydney né a Colonia.
Dopo varie vicissitudini si è giunti a decidere di viaggiare in pullman con due auti-
RACCONTACI ANCHE TU L’ESPERIENZA
DEL TUO GRUPPO ALLA GMG: INVIA
UN’E-MAIL A [email protected]
sti, Francesco e Danilo, disposti a vivere con
noi la GMG, adattandosi ai pasti e ai luoghi
scelti per dormire.
Siamo partiti da Sondrio la sera di mercoledì
17 agosto, tappa a Lourdes il giorno seguente
per partecipare alla Messa e alla processione
coi flambeaux. Quindi venerdì verso Madrid,
dove siamo arrivati giusto in tempo per partecipare alla Via Crucis col papa. Domenica,
dopo la Messa, via verso Sabadell per la notte
e quindi lunedì a Sondrio.
Sabato, 27 agosto 2011 17
GMG Madrid 2011
18 Sabato, 27 agosto 2011
GMG 2011 - GMG 2013. Già in cammino verso Rio de Janeiro
Foto Sir
F
esta “carioca” al parco
sono venuti a Madrid
Casa de campo di
affinché possano farsi
Madrid, non lontano
animatori attivi delle loro
da Palacio Real,
comunità. Abbiamo davanti
dopo l’annuncio ufficiale di
a noi due anni, un tempo
Benedetto XVI che la prossima
relativamente breve. Questo
Giornata mondiale della
può essere un problema,
gioventù (Gmg) sarà a Rio de
ma anche una risorsa, dal
Janeiro, in Brasile, nel 2013.
momento che non permette
A poche ore dal termine della
di abbassare la guardia,
Gmg madrilena il parco si
chiede un impegno che
è animato con una no-stop
parta fin da subito”.
musicale e tanti giovani che
Quale eredità portate a
cantano e ballano, avvolti nelle
casa da Madrid, utile per
bandiere verde-oro. In serata
la preparazione della
l’arrivo della croce della Gmg,
prossima Giornata?
che nei prossimi due anni
“Vogliamo che il cammino
sarà portata in pellegrinaggio
che stiamo per percorrere
nelle diocesi brasiliane. Tra
sia missionario: questa è la
l’entusiasmo generale il SIR
chiave più importante della
ha incontrato, mons. Eduardo
preparazione di questa
Pinheiro da Silva, presidente
giornata e il contributo che
della Commissione episcopale
essa può dare alla pastorale
per la pastorale giovanile
giovanile brasiliana.
della Conferenza episcopale
D’altra parte pure il
brasiliana e vescovo ausiliare
Documento di Aparecida
di Campo Grande, nel Mato
(prodotto a conclusione
Grosso del Sud.
della quinta Conferenza
I giovani come hanno accolto
generale dell’episcopato
la notizia (per la verità già
Festa “carioca” e grande entusiasmo aMadrid dopo l’annuncio ufficiale latinoamericano e
nota da qualche tempo)
del Caribe nel 2007,
che Rio avrebbe ospitato la
ndr) ci ricorda che la
di Benedetto XVI sul luogo che ospiterà la prossima Giornata
prossima Gmg?
missionarietà è la strada del
“Sono stati molto contenti,
cristianesimo. In secondo
e fin da subito hanno offerto la loro
peregrinazione della Croce. Su questo
primo momento della sua preparazione,
luogo vogliamo impegnarci nel raccordo
disponibilità a collaborare. ‘Conta su
ci stiamo ora concentrando: c’è da
già produce frutti”.
di quanti lavorano con i giovani, attraverso
di me’ è la frase che ho sentito più di
definire l’itinerario, i contenuti teologici
Quali saranno le tappe della croce
un ‘settore giovanile’. Ora abbiamo
frequente, segno che i giovani sono
e pastorali, le celebrazioni… Abbiamo
della Gmg?
parecchi gruppi, movimenti, pastorali
pronti a scendere in campo quando la
fatto un cd speciale sul tema della croce,
“Attraverserà quasi tutte le diocesi e
specifiche che hanno a che fare con i
posta in gioco è importante e li valorizza.
grande occasione di raduno per quasi 90
in 19 città, principalmente capitali
giovani. Bisogna unire le forze”.
Certo, anche se i ragazzi venuti in Spagna
cantautori brasiliani laici che sono stati
di Stati brasiliani, si fermerà per un
Quali aspettative avete verso
hanno fatto una bellissima esperienza
contenti di questo lavoro insieme”.
momento importante e significativo, che
la prossima Gmg?
di convivenza, c’è sempre all’inizio la
Un cd musicale per accompagnare il
comprenderà canti, celebrazioni, eventi
“Non vogliamo che sia solo una
preoccupazione legata alla dimensione
pellegrinaggio?
e riflessioni, sempre avendo i giovani
festa, ma piuttosto un momento forte
dell’evento. Un timore che, però, non li
“Sì. E nel pezzo principale su un testo
protagonisti”.
d’evangelizzazione, con i giovani in prima
spaventa assolutamente”.
‘antico’ sul tema della croce, curato dal
Come pensate di coinvolgere i
linea, all’interno di un cammino più
Come verrà preparata la Gmg di Rio?
dehoniano p. José Zezinho, i cantanti
giovani, magari quelli che non hanno
ampio. La Giornata non può essere un
“La preparazione vedrà coinvolta da
hanno adattato la musica. Quest’occasione manifestato fin dal primo momento il
evento, ma deve promuovere un progetto
una parte la Conferenza episcopale,
d’incontro tra artisti ha già rappresentato
loro entusiasmo?
di evangelizzazione con un prima e un
dall’altra la diocesi di Rio de Janeiro. In
un momento significativo per la Chiesa
“Ho appena scritto una lettera nella
dopo”.
particolare, la prima ha la responsabilità
che si sta preparando alla Gmg. Anzi,
quale esorto i vescovi, i sacerdoti e gli
A cura di FRANCESCO ROSSI,
dei giorni che precedono la Gmg e della
possiamo dire che la Giornata, fin dal
organizzatori ad aiutare i giovani che
inviato Sir a Madrid
Con l’allegria del Brasile
America Latina, il tempo
della rinascita
A
ssume particolare valore la
capacità di stare insieme
che vediamo ogni volta
durante le Giornate
Mondiali della Gioventù. Colpiva,
nei notiziari di questi giorni, lo
stacco tra le notizie preoccupanti
della cronaca internazionale e le
immagini da Madrid, con ragazzi di
tutto il mondo che ridono e danzano
insieme anche sotto la pioggia. C’è
una qualche sintonia tra quella
allegria e la prossima sede della Gmg.
Vivere l’incontro mondiale in Brasile
significa guardare all’America Latina,
il continente in cui oggi sembrano
consolidarsi le maggiori speranze.
In questi anni infatti il continente è
stato una sorta di laboratorio politico.
Terminata la stagione dolorosa delle
dittature, in quasi tutti i paesi si sono
affermati governi democratici che
hanno avviato stagioni riformiste
particolarmente innovative. Il Cile
ha saputo costruire una uscita dalla
penosa stagione di Pinochet che lo
ha portato ad una ricomposizione
nazionale relativamente serena
e ad una ripresa economica che
lo ha fatto entrare nell’Ocse con
i paesi ad alto reddito. Brasile e
Argentina hanno rinnovato le loro
politiche fiscali e sociali in favore
dei ceti popolari, ottenendo risultati
rilevanti sul piano economico e una
capacità di interlocuzione politica
internazionale che li ha resi attori
primari del dibattito internazionale.
Paesi come Ecuador e Bolivia hanno
avviato processi costituenti che
hanno creato soluzioni istituzionali
innovative, come la partecipazione
di rappresentanze della società
civile agli organi di controllo dello
stato. Soprattutto stanno nascendo
soluzioni nuove dal punto di
vista regionale, come Unasur, la
nuova Unione che coinvolge i
paesi latinoamericani, e la nuova
architettura finanziaria regionale che
comprende una moneta comune
e una banca di sviluppo regionale
gestita dai paesi dell’aera, iniziative di
notevole interesse e particolarmente
originali rispetto ai modelli europei.
Anche sul piano economico
il continente è laboratorio di
sperimentazioni interessanti. In
questo campo è soprattutto il Brasile
l’area in cui si è sviluppata con più
consistenza la cosiddetta economia
solidaria, che non è solo corrente di
pensiero ma realtà di attività concrete.
Filiere produttive che rispondono
a standard etici discussi attraverso
processi partecipativi, mercati che
propongono ai consumatori prodotti
la cui origine e coerenza etica è
certificata, hanno permesso in ampie
zone del paese di migliorare le
condizioni di consumo e di benessere
e, virtuosamente, di aumentare
l’occupazione, con esisti più efficaci
di quelli delle politiche neoliberiste
applicate nel recente passato. In
questo percorso non mancano
progetti innovativi che coniugano
attenzioni ambientali e esigenze di
sviluppo, come il progetto Yasuni
del governo dell’Ecuador che si
propone di rinunciare all’estrazione
di petrolio in Amazzonia per avviare,
catalizzando solidarietà e interessi
internazionali, per realizzare
interventi di energia alternativa
sostenibile i cui proventi vengono
offerti alle popolazioni indigene.
Nell’America Latina contemporanea
non mancano le contraddizioni,
naturalmente, ma è vivo un fermento
che potrà essere fecondo per l’intero
pianeta. Convocare i giovani del
World Youth Day in America nel 2013
significa incontrare quel fermento,
esserne provocati e rilanciarlo
arricchito, come avviene per ogni
incontro in cui ci si fonde e confonde
diventando insieme meticci.
L’America Latina è un unico grande
una bella
immagine della
statua di cristo
redentore
collocata
sulla cima
della montagna
Corcovado, che
si erge a 700 m
s.l.m. a picco
sulla città e
sulla baia di
Rio de Janeiro
paese meticcio che chiama ‘conquista’
ciò che noi chiamiamo ‘scoperta’.
Andare in America per i giovani della
Chiesa di tutto il mondo, e soprattutto
per noi, potrà essere occasione
per ‘scoprire’ di nuovo e farci
‘conquistare’ da uno stile, una voglia
di fare e una alegria (che in spagnolo
significa anche gioia) da inculturare
di nuovo in una Europa ricca di antica
fede, ma anche di troppe paure.
Riccardo moro
ComoCronaca
Notizie flash
Villa Guardia
118: il primo
volo d’agosto
U
n compleanno con i fiocchi per
i 25 anni di attività del Servizio
di elisoccorso del Comasco. Per
salutare il significativo traguardo
agli inizi di agosto nella piana di Brugo,
a Villa Guardia, presso la nuovissima
centrale del 118, è atterrato il primo
elicottero: un 139 di Agusta Westland
per il soccorso sanitario, pilotato dal
comandante Olvino Stroili con equipaggi
al seguito. Erano presenti, tra gli altri,
il direttore generale dell’Azienda
Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” di
Como Marco Onofri, il direttore del
Dipartimento di Emergenza e Urgenza
dell’Ao Sant’Anna e del 118 comasco
Mario Landriscina e il sindaco di Villa
Guardia Alberto Colzani.
L’anniversario dell’elisoccorso è stata
l’occasione per il dg Onofri per ribadire
“l’importanza di un progetto, quale
quello della nuova centrale, al servizio
della salute dei cittadini, integrato
perfettamente con il nuovo ospedale
Sant’Anna”. Mentre Landriscina,
responsabile del 118 ha ricordato che:
“dal 2 agosto 1986, data di nascita
dell’elisoccorso comasco, sono state
Sabato, 27 agosto 2011 19
■ Lenno
Ossservatorio
astronomico
sul Galbiga. Quinta
apertura ufficiale
Agli inizi del mese,
presso la nuovissima
sede centrale, in
occasione dei 25 anni
di attività del servizio
di elisoccorso comasco
trasportate a oggi oltre 17mila persone”.
“L’elicottero – ha aggiunto – lascia
l’elisuperficie di Erba e trova casa a
Villa Guardia. Erba sarà utilizzata per
l’atterraggio notturno come le altre
aree, una decina, sparse in provincia,
ma sarà destinata in futuro a una nuova
base della Protezione Civile”. Onofri e
Landriscina hanno anche ringraziato i
Comuni di Erba, Villa Guardia e Montano
Lucino per la collaborazione offerta a
favore del servizio elisoccorso che si
occupa di Como e provincia e del nord
ovest. Nella struttura di Villa Guardia
operano 25 persone. A disposizione ci
sono 4/5 ambulanze per il trasporto
pazienti, mentre sull’elicottero, di norma,
l’equipaggio è formato dal comandante,
da un vice, da uno specialista che si
occupa di alcuni aspetti tecnici e del
verricello, da un medico rianimatore e da
un infermiere di area clinica. In inverno
è presente anche un esperto di soccorso
in montagna con al seguito il cane
antivalanga. La nuova centrale è stata
finanziata con un investimento di 9miloni
di euro grazie a fondi statali e regionali
stanziati nell’ambito della realizzazione
del nuovo ospedale Sant’Anna a San
Fermo della Battaglia. La base del 118
di Villa Guardia si sviluppa su un’area di
30mila metri quadri e accoglie anche il
Servizio di Continuità Assistenziale della
Guardia Medica in carico all’Asl. Inoltre, il
complesso, antisismico, è stato progettato
all’insegna del risparmio energetico.
Sabato 27 agosto, a partire dalle ore
21.00 circa, presso l’Osservatorio del
Monte Galbiga a Lenno, il Gruppo
Astrofili Lariani propone la quinta
apertura ufficiale per la stagione 2011,
dedicata agli appassionati del cielo
profondo alla ricerca di nebulose,
ammassi stellari e galassie “autunnali”;
per i più “coraggiosi”, caccia a Nettuno
e Urano.
L’ingresso è libero. Si raccomanda di
dotarsi di abbigliamento adatto.
Ricordiamo che l’Osservatorio
può essere raggiunto da S. Fedele
Intelvi, seguendo la strada per Pigra,
proseguendo fino al Rifugio Boffalora e
quindi all’Alpe di Lenno, dove la strada
asfaltata finisce. Da qui, in una ventina
di minuti, si arriva al rifugio VeniniCornelio e, prendendo la strada che
passa sul retro del rifugio, dopo altri
cento metri si raggiunge l’Osservatorio.
La sede del Gruppo Astrofili Lariani si
trova invece in via Risorgimento, 21
a Tavernerio, presso il Centro Civico
Rosario Livatino; tel. 328.0976491
(dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 21);
e-mail: [email protected]; sito
web: http://www.astrofililariani.org.
(s.fa.)
ComoCronaca
20 Sabato, 27 agosto 2011
Il saluto. è spirato sul finire del mese di luglio. Nel testo che segue l’omelia di mons.
Enrico Bedetti in occasione del funerale tenutosi il 28 luglio scorso
A Dio, mons. Gaetano Gatti
N
ell’anno del suo
cinquantesimo
di Ordinazione
sacerdotale, il Signore
ha voluto che don Gaetano lo
celebrasse nella grande liturgia
del cielo, in modo, direbbe S.
Paolo, “di ricevere quella corona
di giustizia che il Signore ha
riservato per tutti coloro che
attendono con amore la sua
manifestazione”. E che don
Gaetano in tutti gli anni della
sua vita sacerdotale abbia
sempre coltivato il desiderio
di conoscere sempre più
perfettamente il Signore Gesù,
Via Verità e Vita, lo possono
testimoniare tutti quelli che
hanno goduto del suo ministero
a partire dalle parrocchie di
Domaso e della Cattedrale, dove
ha iniziato il suo apostolato
presbiterale attendendo
soprattutto alla gioventù da
educare alla fede; poi per
26 anni nella parrocchia di
Palanzo unendo l’intenso lavoro
pastorale alla serietà degli
studi di catechetica e teologia
pastorale fino a diventarne
un esperto, ricercato a livello
internazionale. L’obbedienza al
Vescovo lo volle poi Rettore del
nostro Seminario e da ultimo
Vicario Episcopale per la Vita
Consacrata. Vorrei però da
prima sottolineare in particolare
la sua ricerca appassionata
della Verità del Vangelo. E qui ci
aiuta S.Paolo che nella 2° lettera
a Timoteo dà al suo discepolo
delle raccomandazioni solenni
davanti al mistero della sua
morte imminente. Queste
raccomandazioni ci insegnano
quello che stava a cuore
all’apostolo perché Timoteo
fosse fedele al ministero.
La sintesi delle nove
ammonizioni: annuncia,
insisti ammonisci, rimprovera,
esorta, vigila, sopporta, si ha
nelle ultime due: compi la
tua opera di annunciatore
del Vangelo, adempi il tuo
ministero. Nella prima delle
due azioni è compreso tutto
il ministero della Parola,
dalla proclamazione alla
Nato a Mandello Lario nel 1936
era stato ordinato sacerdote nel
1961. Era quindi stato vicario
a Domaso (1961-64); vicario in
Cattedrale (1964-68); parroco di
Palanzo (1968-1994); incaricato
dal vescovo per la catechesi
(1985-94); rettore del Seminario
(1994-99); vicario episcopale
per la vita consacrata (1998-08).
Dal 2008 era delegato vescovile
per le religiose
trasmissione; nella seconda sono
inclusi gli aspetti del ministero
di presidenza: vigilare, stimolare,
correggere, ammonire sia i
singoli che la comunità. Sono
parole molto belle che ricordano
alcune di quelle pronunciate dal
Vescovo mons. Felice Bonomini
nel rito della nostra ordinazione
sacerdotale: “Predica ciò che vivi,
vivi ciò che predichi”. Don Gaetano
era davvero appassionato della
“sana dottrina” e ha cercato in
tutti i modi di annunciarla. Come
non ricordare i suoi libri dedicati
ai genitori, ai catechisti, ai bimbi
della 1° Comunione, ai ragazzi
della Cresima, ma soprattutto
le schede per la catechesi degli
adulti che per decenni sono state
in mano al preti della diocesi,
come una guida sicura, limpida
e completa per l’annuncio della
Parola di Dio. Unito al compito
dell’evangelizzazione l’altro della
presidenza prima come parroco
poi come rettore del Seminario,
dove era indispensabile un
grande discernimento. Il Vangelo
di Matteo ci ha ricordato il
grande inizio del Discorso della
montagna con la proclamazione
delle Beatitudini. Nella storia
della Chiesa è stata proprio la
Vita consacrata ad offrire la
testimonianza più viva della loro
attualità di sempre. E don Gaetano
sapeva benissimo che il Concilio
nel Perfectae Caritatis, ha definito
la Vita consacrata proprio in
rapporto alle Beatitudini. Perciò
quando l’ubbidienza al Vescovo
lo fece Vicario Episcopale per la
Vita consacrata ha voluto sempre
più ordinare la sua esistenza
sacerdotale allo spirito della
Beatitudini per vivere quello che
predicava. E così oggi posso dire
di lui che è stato un vero povero in
spirito. Dove la povertà di spirito
indica più un atteggiamento
interiore che uno stato sociale. Il
vero povero di spirito è colui che ha
scommesso tutto su Dio, nella fede.
Quindi la beatitudine evangelica va
letta alla luce del binomio graziafede. Don Gaetano ha vissuto
povero di cose, povero di appoggi,
povero di prestigio. Povero di
cose: quanto un anno fa lasciò la
◆ Sacerdote salesiano
Notizie flash
■ Lomazzo
Da Dongo il ricordo
di don Domenico Busi
A
bbiamo saputo della scomparsa di don
Domenico Busi a distanza di tempo e
casualmente. Nato quasi a ridosso del
convento, dove ora c’è Piazza Matteri, la sua
vocazione è nata all’ombra del Santuario della Madonna delle Lacrime e dove ha fatto il
chierichetto fino alla sua entrata in Seminario a Como. E’ stato però quello un periodo
alquanto difficile e solo dopo un faticoso percorso di valutazione, ma fortemente orientato
al sacerdozio, abbracciò l’Istituto salesiano di
San Giovanni Bosco con l’Ordinazione presbiteriale avvenuta a Monteortone (Padova) nel
1954. Proseguì poi gli studi con la laurea in filosofia ed un lungo cammino di insegnamento nelle Case dell’Istituto a Milano Sant’Ambrogio- Treviglio- Parma- Ferrara – Bologna
-Milano don Bosco, in un impegno costante e
dove ha formato una folta schiera di giovani,
riconoscenti per il tanto bene ricevuto.
In questi ultimi anni un lungo calvario doloroso e penoso hanno affinato per quell’incontro con “sorella morte”, avvenuto nell’Istituto
di Arese il I° giugno 2011. Noi lo ricordiamo
quando arrivava in famiglia per aiutare prima
papà Paolo e poi la sorella Maria nelle loro esigenze di vita in quanto non più autosufficienti
e non dimenticando mai la bellezza della sua
vocazione e citando sempre la frase del suo
confratello nel sacerdozio don Clemente Rebora: “Benedico l’amore Crocifisso
Quando mi elesse a ministrare il Sangue
Che al ciel ci salva dal mortale abisso”
E ci menzionava sempre le figure dei nostri
santi lariani: don Luigi Guanella e padre Enrico Rebuschini. GRAZIE dell’esempio che ci
hai saputo dare. Prega per noi!
gianni moralli
sua abitazione di S. Eusebio per
l’Istituto Don Guanella, non portò
con sé nulla se non il breviario
e una decina di libri e non si è
mai chiesto che fine avesse fatto
il frutto del suo lavoro.Povero di
appoggi: quando un prete lascia
il ministero attivo, sperimenta
una grande solitudine, Ci sono
state persone buone, come i suoi
familiari e la carissima Diletta che
non l’ha mal abbandonato, ma
poi si deve attendere con pazienza
che qualcuno possa dedicarti
un po’ del suo tempo. Povero di
prestigio: era monsignore don
Gaetano, ma credo che lui non
lo abbia mai messo in evidenza.
Ma soprattutto Don Gaetano
fu un puro di cuore. Non solo
nell’interpretazione morale del
termine, che è già comunque
una bellissima testimonianza
coi tempi che corrono, ma
nell’interpretazione mistica relativa
alla purezza come unificazione
interiore che si diviene volendo
una cosa sola, quando questa cosa
è Dio. E quante volte ho visto don
Gaetano al monastero di Grandate
in adorazione dell’Eucaristia per
lunghe ore: libero da tutto per
vedere Dio. Tornando a S.Paolo
e al testo proclamato, nella
seconda parte l’apostolo considera
la sua morte e la interpreta
liturgicamente, in modo sacrificale.
Anche per don Gaetano nella
stanzetta del Valduce dove era
stato ricoverato da pochissime ore,
giunse il momento di “sciogliere
le vele”. Dicono gli esegeti che
l’espressione si può applicare
all’inizio e alla fine di un viaggio
in mare, o all’arrotolamento di
una tenda quando il cammino è
compiuto o perché comincia il
giorno. Può dunque indicare una
fine e un inizio. Certamente per
don Gaetano il suo morire, come
per tanti, indica la fine della sua
esistenza terrena; nello stesso
tempo però inizia la nuova vita,
quella a cui è riservata la corona
di giustizia, che non si appoggia
sulle opere, ma sulla grazia e
misericordia divina.Noi ora stiamo
pregando per Lui, ma nel mistero
della Comunione dei Santi siamo
certi che ora egli intercede per noi.
Festa in Casa Albergo
don domenico era nato a dongo
il 29 gennaio del 1925 ed è deceduto
ad arese il 1° giugno 2011
Sabato 27 agosto, nella Casa Albergo
di via Del Laghetto 9, a Lomazzo,
festa per i compleanni di agosto, dalle
15.30. Gli ospiti festeggiati saranno:
Viglino Franca (75 anni), Mazzocchi
Alfonso (78 anni), Cairoli Cesarina (82
anni), Montagna Carmela (82 anni),
Terzaghi Rosa (82 anni), Maspero
Armida (84), Bianchi Fernanda (85
anni), Borghi Giuseppina (86 anni),
La Monaca Rosa (86 anni), Legnani
Felicita (86 anni), Mognoni Irene (86
anni), Giusto Angela (87 anni), Pagani
Luigi (87 anni), Vettorazzo Giovanna
(88 anni), Pedrana Isidora Giuseppina
(88 anni), Montalbano Gaetana (90
anni), Zubiani Anna (90 anni), Friso
Antonietta (95 anni), Valladerio Luigia
Anna (96 anni), Miglioli Rosina (97
anni), Verga Giuseppina (99 anni).
ComoCronaca
Sabato, 27 agosto 2011 21
Francesco,
una vita donata
ai più piccoli
La tragedia di Valle Dorizzo, nel bresciano,
i primi di agosto, che ha visto la morte di un
giovane scout canturino al termine del campo
“A
Caduto nel greto di un
torrente e ritrovato dopo
qualche ora esanime.
Il senso del dono
di Paolo Bustaffa
veva nel suo dna il servire.
O meglio: era la sua gioia il
far felici gli altri”. Dal pulpito
della chiesa parrocchiale
di Cucciago le parole attraversano i cuori
dei presenti. Tanti, in divisa e non, hanno
preso parte, lo corso 10 agosto, alle esequie
funebri di Francesco Paganoni, lo scout
23enne deceduto sabato 6 agosto in Valle
Dorizzo, a Bagolino (Brescia), proprio
nella fasi conclusive del campo allestito
dal gruppo scout canturino dell’Agesci.
Una tragica fatalità – un gioco notturno
in prossimità del greto di un fiume, lo
scivolamento, la perdita di conoscenza, il
probabile annegamento in poco più di mezzo
metro d’acqua – ha strappato le ali ad una
vita ancora in procinto di spiccare il volo,
lasciando disorientati e attoniti familiari,
amici, compagni di avventura. Nelle righe
che seguono la riflessione di Paolo Bustaffa,
direttore dell’agenzia di informazione
religiosa Sir, nonché tra i fondatori del gruppo
scout Como 3°.
“Francesco Paganoni, aveva 23 anni. Di
Cucciago, nel Comasco, era uno scout. Francesco è morto una sera di qualche
giorno fa, il 6 agosto, in Valle Dorizzo, a Bagolino, in provincia di Brescia. È caduto
nel greto di un torrente mentre era impegnato nel gioco notturno che concludeva
il campo dei suoi lupetti, il gruppo di Cantù. Una caduta accidentale, che è stata
fatale. Francesco è stato trovato dopo qualche ora: quando gli altri adulti non
l’hanno visto tornare al campo sono scattate le ricerche e le operazioni di soccorso,
ma ormai non c’era niente da fare. È, questa, una notizia che non ha impegnato
le prime pagine dei grandi giornali . Eppure vale la pena di fermarsi un momento.
Francesco, dice l’Agesci – l’associazione cattolica degli scout, di cui faceva parte – era
un giovane capace e consapevole: “In questi anni ha sempre mostrato attenzione,
preparazione e competenze”. Era un giovane che sapeva stare in quella natura che
pure, quella notte, gli è stata fatale. La natura, la vita all’aria aperta: caratteristiche
“Bala i ratt” una
sentenza ingiusta
Un giudice svizzero ha respinto il ricorso di alcuni
frontalieri contro la campagna diffamatoria
L’
afa di questo ultimo scorcio di
vacanze non allontana dai miei
pensieri la sentenza del giudice
svizzero che ha respinto il ricorso di alcuni
frontalieri contro la aggressiva campagna
“bala i ratt” della scorsa primavera. Il
giudice non ha riconosciuto il danno
morale arrecato ai nostri connazionali, non
ha ritenuto adeguatamente documentata
la quantificazione del danno. Ma la
dignità del lavoro e dei lavoratori dove
sono andate a finire? L’Italia è ancora, e
Festa
delle
Cooperative
sociali
canturine
Alcune foro
d’archivio di
Francesco tratte
dal suo profilo
facebook
dell’esperienza scout, capaci di dare stimoli
e aiutare piccoli e grandi a crescere. Ecco,
Francesco era – dicevamo – uno scout. Ed è
morto da scout. Forse questo non consolerà
nessuno, tantomeno chi gli era più vicino.
Però non è inutile pensarci. Francesco,
come tanti altri capi scout, stava dedicando
il suo tempo, probabilmente i giorni di
vacanza, a stare con i “fratellini” più piccoli,
i lupetti. Bambini, figli, di altri adulti, che
per quella fratellanza che unisce il mondo
dello scautismo, erano diventati anche suoi.
Alla loro crescita, alla loro educazione –nelle
modalità gioiose e giocose del “branco”,
dell’esperienza della “giungla” – Francesco
si stava dedicando, insieme ad altri capi
come lui. Gratis. Proprio questa esperienza
del dono di sé, consapevole, entusiasta e
gioiosa, gratuita è quella che sottolinea
l’Agesci nel rivolgere un pensiero a Francesco
e ai suoi familiari – “Vogliamo ricordarlo
con la sua gioia e la sua disponibilità” – ed
è anche quella che vorremmo raccogliere
da una vicenda purtroppo tragica ma dove
è possibile comunque scorgere una luce
capace di fare breccia. È difficile, oggi,
pensare al “gratis”. Eppure ci sono tanti
Francesco che sono capaci di dedicarsi
gratuitamente agli altri e, in questo caso,
a chi ha più bisogno, come i bambini che
stanno crescendo. A volte i genitori non ci
riflettono a sufficienza, ma come diventa
importante, al di là dell’occupazione del
tempo, il sostegno e l’accompagnamento
di un’associazione – di persone – che si
affiancano al cammino educativo quotidiano
delle famiglie e mostrano, con l’esempio,
il valore della vita donata, dell’amicizia
gratuita, del prendersi cura. ”Sacrificando”
tempo al riposo, alle occupazioni private,
alla “morosa”… Non sono cose scontate, a
volte risultano anche difficili da scorgere
tanto ormai siamo abituati al “mercato”. E
allora grazie Francesco. I lupetti del Cantù
ricorderanno quel loro capo che giocava
con loro e che a loro, chissà quante volte, ha
spiegato di stare attenti, di accostarsi con
riverenza e rispetto alla natura, a “cacciare
con lealtà” e amicizia tra “fratellini”. A loro ha
trasmesso sicuramente quell’entusiasmo e
quello slancio contagioso nell’affrontare con
fiducia le cose e le persone che chi frequenta
il mondo degli scout e dei lupetti ben
conosce. Entusiasmo, fiducia, gioia: cose per
cui una vita vale davvero la pena di essere
vissuta. Buona strada”.
per fortuna, una repubblica fondata sul
lavoro. Per questa ragione affermazioni
così meschine offendono e mortificano
il lavoro, l’impegno e la fatica di tanti
lavoratori italiani. Cittadini prima che
lavoratori, donne e uomini che hanno
posto al servizio il proprio ingegno, i
propri talenti, la propria esperienza in
cambio di un giusto salario che certamente
consente loro di mantenere dignitosamente
la propria famiglia, ma crea ricchezza
anche per i loro datori di lavoro e per
l’intera Confederazione. Non mi si venga
a dire che sottraggono lavoro ai cittadini
svizzeri perché questa è storia vecchia, ma
negata dall’evidenza dei fatti. I frontalieri
svolgono, con perizia riconosciuta da
tanti datori di lavoro svizzeri, lavori che
gli svizzeri non farebbero. Inoltre se i
frontalieri cessassero di lavorare tutti
insieme metterebbero in crisi l’intera
economia svizzera e i disoccupati elvetici
non sarebbero sufficienti a rimpiazzarli.
Per una associazione come le Acli, che sulla
promozione dei lavoratori ha impostato il
proprio impegno fin dalle sue origini, è una
sentenza difficile da comprendere. Vero
è che le sentenze non si discutono, ma si
applicano o si impugnano, ma da cittadina
italiana non nascondo la mia profonda
amarezza. Non si tratta di quantificare il
danno morale, ma di riconoscerlo, anche
solo simbolicamente per un franco.
Non conosco l’avvocato Bernasconi che ha
patrocinato il ricorso di questi 9 frontalieri,
né conosco questi frontalieri, ma a loro
sento di inviare il sincero ringraziamento
delle Acli di Como per l’azione che hanno
intrapreso e che mi auguro possano
continuare. Quale gesto concreto di
solidarietà – fedeli anche alla nostra storia
di tutela e promozione dei lavoratori
frontalieri da oltre cinquant’anni – ci
impegniamo a sostenere le spese addebitate
dal giudice di primo grado. Faremo in
modo nei prossimi giorni di prendere
contatto con l’avvocato Bernasconi per
offrire anche, se lo riterrà opportuno,
l’esperienza della nostra associazione.
L
’associazione di promozione Sociale
S-Coop propone, per il 7, 8, 9, 10 e 11
settembre, la festa delle Cooperative
Sociali Canturine presso il Parco del
Bersagliere, via per Como, di Cantù. Ricco il
programma della manifestazione che prevede
musica, danze popolari, e cucina etnica.
sabato e domenica in programma anche uno
stand espositivo a cura del Gruppo Affidi, in
collaborazione con il Servizio Affidi dell’Ambito
Territoriale di Cantù.
Da mercoledì sarà inoltre attivata una
Luisa Seveso
Presidente Acli Como
palestra di roccia. Sabato pomeriggio ci sarà
la possibilità di partecipare a una pesca
di beneficienza. Sempre da mercoledì sarà
possibile conoscere alcune associazioni di
volontariato canturino che saranno presenti
con degli stand espositivi.
Durante tutta la festa sarà in funzione il
servizio bar, pizzeria e ristorante.
Per informazioni telefonare ai numeri:
031.704481 – 031. 730622 – 031.715310, o
consultare il sito: www.festadellecooperative.
org.
ComoCronaca
22 Sabato, 27 agosto 2011
Cronache di viaggio. Punto di partenza: Gerusalemme
T
odra… shukran…
le ultime parole
per Giorgio, autista
arabo cattolico
“Francescanum church” che mi
ha accompagnato all’aeroporto
di Tel Aviv per il rientro in Italia.
Ma era Samir che ha fatto da
autista/guida per sei giorni in
Israele. Punto di partenza: visita
in giornata da Gerusalemme
con attenzione all’ieri, all’oggi e
al domani di questa Santa Terra,
in libertà! Quattro petali per un
quadrifoglio.
Samara Restaurant
Sito proprio all’ingresso della
Jaffa Gate, mentre si gustavano
manicaretti, era un punto di
osservazione straordinario
per vedere le persone che
attraverso King David Street si
dirigevano presso i rispettivi
luoghi di culto. Ebrei, ortodossi
ebrei con riccioli, palandrana,
cappello nero, camicia bianca
per gli uomini, gonna lunga e
capelli raccolti in un fazzoletto
per le donne con tanti bambini
al seguito, come per gli
ultraortodossi che hanno “vesti
retrò…”, che si recavano per la
preghiera, al Muro Occidentale
( il nostro Muro del Pianto)
dove si utilizza tutto il corpo
e non solo la bocca. Il Muro
come presenza di Dio! Non di
meno, anche per i musulmani
che si dirigevano, in tempo
di Ramadam, alla moschea di
Al Aqsa ( spianata del tempio)
per la preghiera (cinque volte
al giorno); il “modo di vestire”
era assai variegato sia per gli
uomini che per le donne, con
la “trasversalità” del modo di
appartenenza, ciascuno con il
proprio “tappetino” sulla spalla.
Poi c’erano i cristiani, in gruppo
o singoli, una minoranza
chiaramente riconoscibile ed
avvicinabile dai “negozianti” di
souvenir…Qualche cosa univa
le tre tipologie quando calavano
le tenebre: le passeggiate tra i
negozi di Mamila, il beverone
con l’ice cream o il succo
di arancia o melograno…,
ghiacciolo e gelato!
E io mi sono adeguato!
Mar Saba
Accanto a siti archeologici, più
o meno ben conservati e serviti:
Masada-Tel Beer Sheva-Tell Es
Sultan-Hisham Palace-Sebastya
etc., vi sono state alcune visite
a monasteri assai suggestivi:
Monastero della S. Croce, di
monache ortodosse vicino alla
Kessnet e alla Grande Sinagoga
di Gerusalemme e al Tempio del
Sei giorni nel
cuore di Israele
Una vacanza
lontano dai
tradizionali
itinerari turistici,
tra fede e cultura
Libro (tutti visti) in cui si dice
che il legno della croce di Gesù
venga da lì; San Teodosio con
il passaggio dei Magi nei pressi
di Betlemme; il Monastero
della Tentazione, che offre
austerità e una vista sull’oasi
di Gerico; e poco distante, il
Monastero di S. Giorgio di Wadi
El Qelt nel pieno del deserto
di Giuda, nel profondo del
Wadi, dove asini e cani la fanno
da padroni accanto a cinque
monaci. Ancora, lo splendido
grande monastero ortodosso
❚❚ Basilica di S. Fedele
Elevazione
spirituale in
ricordo di don
Malinverno
G
iovedì 1° settembre, alle ore 21, presso
la Basilica di S. Fedele, a Como l’associazione “Agorà incontri culturali albatesi” propone un’elevazione spirituale in ricordo di mons. Enrico Malinverno dal titolo:
“Il Signore è mia luce e mia salvezza”. Saranno
presenti Nikolina Pinko, soprano, e Lorenzo
Pestuggia, organista. L’ingresso è libero. Per
informazioni: [email protected], www.
agoralbate.it
di Mar Saba (qui ci sono i gatti)
con una splendida chiesa, le
“caverne” dell’antica Lavra,
l’antichissima cappella con la
tomba di San Saba e quindici
monaci di varie nazionalità.
Qui nel nuovo si respira ancora
l’antico, l’essenzialità. Nel
profondo Wadi scorre il Cedron
che parte da una delle valli di
Gerusalemme, passa da qui
(lasciando una “scia “ di verde)
e finisce nel mar Morto. Non
poteva mancare, però, la visita
al monastero delle Clarisse in
Gerusalemme non tanto per
“vedere” ma per pregare, quasi
al termine del viaggio, con un
gruppo di monache “reclutate”
qua e là soprattutto in Umbria
per rafforzare una presenza che
ormai languiva, dal Custode
Padre Pizzaballa. Si vive con
poco e molta preghiera!!
Patriarcati
Per una minoranza schiacciata
tra ebrei (che dettano il “là”)
e i musulmani (che talora si
agitano ma stanno “sempre
sotto”, anche urbanisticamente),
i cristiani riescono a
distinguersi, non solo per
qualche zuffa nella basilica del
Sepolcro o della Resurrezione
ma anche per le numerose
chiese (che rispecchiano
le divisioni presenti nel
cristianesimo) che puoi
ritrovare a Gerusalemme. Viste
per voi: chiesa del Patriarcato
latino, chiesa parrocchiale
cattolica dei francescani di
S.Salvatore, chiesa Luterana del
SS. Redentore, chiesa siriaca,
chiesa maronita, chiesa grecocattolica, chiesa patriarcale
armeno cattolica, chiesa
patriarcale armeno gregoriana
di S. Giacomo (con ascolto dei
“Vespri”), chiesa con il Vescovo
anglicano, chiesa di S. Stefano
e S. Onofrio greco ortodossa
(queste sono assai numerose
essendo il gruppo maggioritario
tra i cristiani…) E sono solo
alcune… Perché ci sono anche i
copti, gli etiopi…
Il buon Samir : “Mia mamma
è greca ortodossa, mio padre
maronita, io sono cristiano,
semplicemente!”. La solidarietà
e l’ospitalità sono trasversali
anche perché la stragrande
maggioranza è araba!!
El Khalh
Abramo, l’amico di Dio:
Mambre, Beer Sheva, Hebron
con la grotta di Mac Pela…
le tombe. Qui gli interrogativi
su questa Terra Santa alle tre
grandi religioni monoteiste
trovano il loro vertice. Girando,
non si trovano solo i “famosi
muri” di sicurezza, ma anche
e ben più gli insediamenti
ebraici in territorio palestinese,
né pochi in quantità, né per
abitanti di ciascuno (ne ho
lambito alcuni e attraversato
uno con tanto di coloni armati).
Gli insediamenti ebraici in
alto con muri eretti, gli arabi/
palestinesi sotto, nella valle
una costante. Ancora le strade
riservate agli uni e proibite agli
altri…persino nella “pessima
Samaria”…Si vogliono fare dei
parchi/zona verde nelle Valli del
Cedron e della Geenna….ma
fino ad un certo punto, poi giù
in fondo alla confluenza delle
due valli, case arabe/palestinesi.
E gli interrogativi della pace,
sulla divisione territoriale ect..
si fanno più tormentati..E se a
Betania guardando dal basso
verso l’alto trovi la chiesa di
S. Lazzaro (o dell’amicizia
cristiana), una moschea, una
chiesa greco ortodossa e il
“muro di sicurezza”, a Hebron
nella vicinanza della “tomba di
Abramo” (un po’ Islam un po’
molto ebraica) i palestinesi non
possono circolare se non a piedi
o con il somaro…auto e camion
niente… per cui negozi chiusi ,
case abbandonate…
All’ospedale di Ein Karem
Hadassa c’è una piccola
sinagoga con vetrate disegnate
da Chagall, che vogliono
ricordare con simboli le dodici
tribù di Israele, un luogo di
pace, come vogliono essere
tante altre piccole iniziative
di solidarietà che si vedono in
giro… piccoli segni. Andando
da Bet Shemesh a Beer Sheva
si passano luoghi “antico
testamentari” che ricordano
Sansone, Davide e Golia, i
filistei… Uno splendore di verde
e coltivazioni… poco più in giù
assalti e lanci di razzi!!!
Riuscirà a vincere la pace?
roberto righi
Notizie flash
■ Capiago
Settembre di festa e
beneficienza
I 2-3-4 settembre si svolgerà la
13° edizione dell’ormai tradizionale
Settembre Capiaghese. Il programma
della manifestazione prevede: venerdì
2 settembre: cucina tipica brianzola;
sabato 3 settembre: cucina tipica
valtellinese; domenica 4 settembre:
cucina tipica bavarese. Tutte le sere
grigliata mista con patatine. La serata
del 2 settembre sarà anche l’occasione
per ascoltare i brani piu’ famosi di
Fabrizio de Andre’, mentre le serate del
3 e 4 settembre saranno allietate dal
Gruppo “I dolci ricordi” con possibilita’
di ballo liscio. Il ricavato verrà devoluto
in opere di benificienza. In particolare
quest’anno verrà dato un aiuto concreto
alla parrocchia di Capiago per la
ristrutturazione del campanile.
ComoCronaca
Sabato, 27 agosto 2011 23
Il 22 agosto iniziata la demolizione. Sarà ultimata entro dicembre
Sighignola: addio all’ecomostro
L
a Svizzera, da sempre presa
ad esempio come termine di
paragone in tema di affidabilità
e puntualità, non sembra davvero
più la stessa. Se gli abitanti e gli
amministratori politici dei Comuni di
confine sono ormai abituati al venir
meno del fair-play nei rapporti di buon
vicinato per i toni da osteria usati
nell’affrontare argomenti molto seri
da parte di alcune sue forze politiche
(come nel caso dei ristorni dei lavoratori
frontalieri), finora nessuno aveva avuto
qualcosa da ridire sul modo in cui si
svolgono i diversi cantieri. Ad aprire
una prima breccia su questo argomento
ci ha pensato, verso la fine del mese di
luglio, l’assessore alle Infrastrutture ed
alla Mobilità di Regione Lombardia,
Raffaele Cattaneo, sui lavori relativi
alla linea ferroviaria MilanoChiasso. Qui, invece, ci preme
sottolineare come solo il 22 agosto,
e con oltre un mese di ritardo, siano
iniziati i lavori per l’abbattimento
dell’ecomostro alla Sighignola,
ovvero lo scheletro della stazione
di arrivo di una teleferica mai
conclusa e che avrebbe dovuto
collegare la vetta con Campione
d’Italia. I fatti sono noti a tutti:
nel 1969, una volta edificate le
sovrastrutture portanti della
stazione di partenza e di quella
d’arrivo, la società svizzera che si
occupò dei lavori, si accorse che
i calcoli erano errati ed il cantiere
dovette fermarsi. Il cantiere per
l’abbattimento, del costo di oltre un
milione e 700mila Franchi Svizzeri,
secondo il cronoprogramma
dovrebbe concludersi venerdì 2
dicembre. Per quel che concerne
invece il progetto di valorizzazione
paesaggistica, prevedibilmente,
bisognerà aspettare la prossima
primavera. Sulle ceneri della
stazione della teleferica mai
compiuta dovrebbe sorgere
un’area di svago transfrontaliera.
Un balcone panoramico, tavoli da
pic nic, e giochi per bambini, per
rivalutare “il balcone d’Italia” e
restituirgli la sua bellezza dopo 40
anni di totale immobilità di fronte
ad un vero e proprio scempio
ambientale. (l.cl.)
Lavori in corso e progetti
Nuova luce per
la cultura lariana
P
assa dalla Provincia di Como la riqualificazione
di alcuni dei luoghi più significativi della cultura
lariana. Il merito si deve a due progetti di sviluppo
territoriale coordinati dall’Assessorato alla
Cultura della Provincia di Como, in qualità di capofila:
l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (AQST)
“Magistri Comacini”, promosso nel 2005 da Regione
Lombardia e che vede coinvolti diversi partner del
territorio e la Fondazione Cariplo nel ruolo di principale
finanziatore (investimenti per circa 14 milioni di euro); e
il progetto denominato “Ecolarius. Diffondere la cultura
dell’ambiente e del paesaggio tra lago e montagna”,
nell’ambito del Programma Operativo di Competitività
POR 2007-2013, per i Piani Integrati d’Area “ambiente,
cultura, turismo”. Quest’ultimo si traduce, in concreto,
in ben 17 interventi fra i quali sono comprese opere
di conservazione di beni architettonici ed artistici e
di riqualificazione di contesti ambientali distribuiti
tra la città di Como, il centro-lago e la Valle Intelvi. Un
progetto di oltre 11 milioni di euro, 4 dei quali finanziati
con fondi europei, che amplia e perfeziona gli interventi
dell’AQST Magistri Comacini dislocati nella medesima
zona omogenea. Si tratta, in buona sostanza, di progetti
complessi ed emblematici che raccolgono i frutti di un
paziente lavoro di coordinamento delle progettualità
locali degli ultimi anni, apprezzabili proprio per la
capacità dei diversi soggetti coinvolti di lavorare insieme,
con investimenti complessivi certamente considerevoli,
che favoriscono interessanti opportunità e avviano
nuove prospettive di valorizzazione e di rilancio del
territorio lacuale e montano. «Spiccano tra gli interventi
di Ecolarius – ha spiegato l’assessore provinciale alla
Cultura Mario Colombo - in corso di attuazione: il
recupero dell’area “Arena” del Teatro Sociale di Como, con
il restauro della facciata meridionale del teatro che verrà
così restituita alla città per spettacoli all’aperto; il progetto
del cosiddetto “kilometro della conoscenza”, nell’area
Villa Olmo-Villa del Grumello, con la realizzazione di
un ponte pedonale che collegherà i giardini di Villa
Olmo con il comprensorio del Grumello e di villa
Sucota; il recupero delle Ville Boliviana e Bolivianina di
Tremezzo, con la creazione di un museo dell’ambiente e
del paesaggio del Lario; l’intervento sviluppato dal FAI,
finalizzato al miglioramento dell’accessibilità a Villa del
Balbianello e alla fruibilità escursionistica del Dosso
del Lavedo a Lenno; il completamento del recupero di
Villa Bernasconi, che comprende anche la sistemazione
del giardino; l’intervento di conservazione del percorso
storico del Sacro Monte che porta al Santuario della
Madonna del Soccorso di Ossuccio, e tanti altri di
notevole portata. Sono numerosi anche i cantieri, in
fase di completamento o già conclusi, promossi dal
progetto “Magistri Comacini”. Gli esempi più significativi
riguardano l’isola Comacina, con l’intervento di restauro
conservativo della chiesa di San Giovanni, il recupero
e la valorizzazione delle case per artisti, realizzate su
progetto dell’architetto Pietro Lingeri, e del complesso
dell’ex-monastero dei SS Faustino e Giovita. Di grande
impatto, anche visivo, la sistematica pulizia dalla
vegetazione invadente attuata dal Consorzio Forestale
Lario Intelvese, così come la sistemazione organica della
sentieristica e dei terrazzamenti e la messa in sicurezza
e il recupero delle aree archeologiche e delle strutture
esistenti. Dall’Isola alla terraferma, per ricordare i lavori
di restauro realizzati al Sacro Monte di Ossuccio. Sempre
ad Ossuccio, infine, è stato completamente recuperato
l’edificio dell’Antiquarium, ovvero l’antico Hospitalis di
Stabio dove hanno trovato spazio un centro per visitatori
e una sede espositiva museale per reperti archeologici.
Con la messa a regime di numerosi interventi strutturali
ha preso avvio la scorsa estate il servizio di accesso
all’Isola, con visite guidate e tematiche, regolamentato da
biglietto e alcune significative azioni di comunicazione
e valorizzazione condivise: la mostra su “Pietro Lingeri
architetto della Tremezzina” di settembre 2010 per
esempio, in occasione della quale è stato attuata una
bigliettazione integrata tra Villa Carlotta e il Comune di
Ossuccio per l’Isola Comacina, piuttosto che la mostra
Omaggio ai maestri intelvesi Ercole Ferrata e Carlo
Innocenzo Carloni, inaugurata a novembre in Pinacoteca
Como, che ha esposto parte delle collezioni del Museo
diocesano di Scaria, interessato da un significativo
intervento di riqualificazione funzionale e nuovo
allestimento museale».
❚❚ Legambiente e Asl
Lario di qualità? Un’estate di polemiche
L’
estate 2011 passerà alla storia, oltre che per le frane
che hanno devastato Brienno lo scorso 7 luglio e per
le temperature medie tra le più basse dal 1800, anche
per la polemica che ha opposto ambientalisti ed istituzioni
sullo stato di salute delle acque del Lario. Da una parte
Legambiente, ed i risultati effettuati dalla sua “Goletta dei
laghi”, che evidenzia come 12 punti del lago di Como risultano
inquinati. Dall’altra il Consorzio “Autorità dell’Ambito
territoriale ottimale della provincia di Como”, coordinato da
Paolo Mascetti, che ribadisce le analisi effettuate ad inizio
stagione da parte dell’Asl: sulle analisi effettuate in 39 punti
del lago, ad eccezione di 5 punti che l’Asl ha classificato come
‘Buono’, il resto è risultato ‘eccellente’. Le analisi sono state
condotte lungo le coste interessando 22 comuni rispetto ai
32 che si affacciano direttamente sul lago. «Sul lago sono
presenti grandi e piccoli impianti di depurazione che si
occupano del trattamento delle acque reflue di più comuni
come per esempio l’impianto di depurazione di Menaggio o
Gravedona – ha spiegato Mascetti –. Secondo i dati sui giudizi
di conformità alla normativa degli impianti di depurazione
rilasciate dall’Arpa l’anno scorso su 8 impianti di depurazione
con scarico a lago, solo 2 sono risultati non conformi,
rilevando alcune criticità già oggetto di valutazione da
parte dei Comuni e dell’Autorità d’Ambito e che hanno
portato alla promozione e finanziamento di due opere
finalizzate all’adeguamento degli impianti».
In media la copertura del servizio di fognatura sul
Lario è di circa il 95% e, in particolare, i comuni del
lago presentano piccole aree che devono essere ancora
raggiunte da una rete di raccolta dei reflui, considerando
che proprio in queste zone si parla di case per lo più
occupate nei periodi estivi. Mascetti ha poi sottolineato
come negli ultimi anni siano state impiegate ingenti
somme per migliorare la situazione in quanto il territorio,
oltre che vasto, è caratterizzato da nuclei storici di piccoli e
grandi dimensioni dove non sempre è possibile ricostruire
lo stato di fatto delle reti esistenti. Malgrado ciò è stato
sottolineato come nell’arco degli ultimi anni siano stati
dismessi diversi scarichi delle reti fognarie sprovviste
di trattamento e si continui ad operare per la ricerca e
l’eliminazione di quelli ancora rimasti, anche attraverso la
realizzazione di collettori sub lacuali e l’estensione delle
reti fognarie per mezzo dei contributi assegnati dall’Autorità
d’Ambito (investimenti per 37 milioni di euro). «Ciò non
toglie che vi sono ancora alcune situazioni che necessitano
di verifiche, per lo più legate al corretto funzionamento degli
scolmatori e al controllo degli allacci dei privati alla rete
fognaria – ammette Mascetti –: in diverse aree si registrano
situazioni correlate al mancato allacciamento del privato
alla rete fognaria e in altri casi all’errato all’allacciamento
degli scarichi nelle acque bianche». Per esempio i Comuni
rivieraschi oggetto di interessamento da parte della Goletta
verde “presentano una copertura fognaria prossima se non
coincidente al 100% (Argegno, Como, Lezzeno, Menaggio e
Sorico) e ognuno di tali comuni è provvisto di un sistema di
trattamento delle acque reflue”. Bisogna infine sottolineare
che a livello naturale le acque del lago non risultano
raggiungere lo standard di “buono” fissato dall’Unione
Europea. E questo sarebbe dovuto a soli 5 torrenti le cui
acque non sono depurate. Condizione che questa estate, in
più occasioni, diversi politici hanno ribadito affrontando lo
spinoso tema dello sfruttamento delle acque del lago da parte
del Consorzio dell’Adda (l.cl.)
Valli Varesine
24 Sabato, 27 agosto 2011
Cabiaglio
Il 27 e 28 agosto in Valcuvia
San Biagio
in festa
A
Il 50esimo anniversario
di suor Eugenia
Sabato pomeriggio alle ore 15.00 nella
chiesa della Madonna del Ronchetto a
Cabiaglio, è stata celebrata una santa
Messa di ringraziamento in occasione
del cinquantesimo di professione
religiosa di Suor Eugenia Castelnuovo,
originaria di Albavilla (CO), della
famiglia delle Figlie di Betlem che
a Cabiaglio ha operato per ben 35
anni, all’interno dell’istituto (chiuso
nel 2001) nel quale gestivano l’asilo
e accoglievano minori in difficoltà.
In tutti quegli anni di permanenza in
Valcuvia suor Eugenia ha avuto modo
di farsi conoscere ed essere conosciuta
da tante persone ed è per questo che
erano in molti con lei alla celebrazione
Eucaristica di sabato scorso. Suor
Eugenia, è da anni attivista del
Movimento Apostolico Ciechi (MAC) ed è
per questo che a presiedere la S. Messa
era don Roberto Rogora cappellano
all’ospedale del Ponte di Varese e
assistente del MAC varesino, coadiuvato
da padre Gianni Teruzzi dei Cappuccini
di Varese. Concluso il momento religioso
tutti i partecipanti sono stati invitati
alla Pro Loco di Cabiaglio dove con
tanto calore, ma in semplicità sono
proseguiti i festeggiamenti e hanno
dato la possibilità a suor Eugenia di
reincontrare persone care e ricordare il
suo passato cabiagliese. (A.C)
nche quest’anno il “Gruppo Amici
di San Biagio” in collaborazione
con la Pro Loco di Cittiglio, con il
valido apporto delle associazioni locali
e di tanti volontari ripropongono sabato
27 e domenica 28 agosto la “Gnoccata
a San Biagio”, la manifestazione che da
23 anni serve a raccogliere fondi per
finanziare i lavori per il restauro della
chiesetta romanica di San Biagio che
è uno degli edifici sacri più antichi
della Valcuvia. Negli ultimi anni la
chiesa è stata oggetto di lunghi e
importanti lavori archeologici che
l’hanno resa inutilizzabile dal dicembre
2006 al dicembre 2010. Durante la
primavera 2011 all’interno della
chiesa è stato ripristinato il pavimento
secondo il progetto concordato con la
Soprintendenza di Milano (preventivo
di circa 60.000 Euro) ed è stato realizzato
un telaio in acciaio appositamente
strutturato per ricavare due zone –
una all’ingresso della chiesa e l’altra
davanti al presbiterio - in cui è stato
posto in opera un pavimento in cristallo
trasparente, tale da permettere la visione
dei reperti storici messi in luce dagli
scavi archeologici. La rimanente parte
In occasione della
“Gnoccata a San
Biagio” si torna a
celebrare la S. Messa
nella chiesa dopo
quattro anni di lavori
di pavimento sarà realizzata in cotto,
riutilizzando in parte l’antico pavimento
del ‘600 recuperato durante lo scavo
archeologico. La posa di quest’ultimo
pavimento avverrà nei prossimi mesi e
sarà terminato per la festa di San Biagio
2012 (il 3 febbraio). Anche la Gnoccata
2011 servirà, dunque, per completare
la raccolta di fondi che finanzieranno
il completamento dei lavori all’interno
della chiesa. La festa 2011 avrà inizio
alle ore 18.30 di sabato 27 agosto e si
ripeterà anche la domenica 28, alle ore
12.00 ed alle ore 18.30 e si svolgerà con
qualunque condizione di tempo sulla
piazza antistante la chiesetta di San
Biagio posta a circa 200 m dalla stazione
e dall’ospedale di Cittiglio. L’accesso alla
piazza sarà solo pedonale (per le auto
sono a disposizione i parcheggi intorno
alla stazione e dell’ospedale), ma è
garantito l’accesso al luogo della festa ai
portatori di handicap.
Durante la Gnoccata 2011 – come ormai
abitudine - sarà possibile visionare gli
ultimi lavori compiuti e fare visitare
con una guida gli scavi archeologici
eseguiti, ma soprattutto – grazie alla
realizzazione del pavimento interno
della chiesa – alle ore 18.00 di domenica
29 agosto il parroco di Cittiglio, don
Giuseppe, potrà celebrare in San Biagio
la S. Messa vespertina dopo 4 anni di
forzata sospensione. Notizie relative alla
chiesetta di San Biagio sono disponibili
su Internet, sul BLOG all’indirizzo:
http://sanbiagiocittiglio.blogspot.com/
A.C.
San Bernardo a Vararo
Con un’immagine diamo spazio anche alla festa di
San Bernardo che si è celebrata domenica 21 agosto
a Vararo, frazione di Cittiglio. La ricorrenza è stata
festeggiata secondo la tradizione con la S. Messa
al mattino e la processione per le vie del borgo
alpestre nel pomeriggio con, a seguire, l’incanto dei
doni e il banco di beneficienza.
Orino-Azzio-Comacchio. A colloquio con don Emanuele Borroni, parroco delle tre comunità
A
lla luce del recente articolo apparso
sul Settimanale riguardante i
restauri della parrocchiale di Orino,
rivolgiamo al parroco alcune domande.
Don Emanuele Borroni, ci risentiamo in
occasione dei restauri della parrocchiale
di Orino. In piazzetta ho udito una
passante dire: oh!, che bello! E’ una
soddisfazione condivisa?
“Il mio desiderio sarebbe stato il ripristino
di quello che era la decorazione presente
sulla facciata negli anni 50; ma le Belle
Arti non erano del mio parere. Vi erano
dei fregi attorno alla cornice dei santi, ma
non rimaneva nulla, occorreva ricostruire
i disegni basandosi su vecchie foto… ci si
è limitati ad indorare la conchiglia della
nicchia centrale e il medaglione superiore;
si è impreziosito con fregi dorati l’abito
della Vergine alla quale è dedicata la chiesa
e una velatura rosa sull’intonaco giallo, che
è poi il colore secentesco-settecentesco
della facciata”.
Ma i programmi di restauro continuano
con un poco di ambizione…
“Sì, quello di riuscire a concludere l’esterno
della chiesa completando il campanile
con lo stesso color albicocca: tutta calce
colorata a corpo, senza verniciature
applicate, ma calce colorata. Naturalmente
tutto questo è stato concordato con le Belle
Arti. Un altro progetto assai ambizioso
è quello di sistemare completamente perché lo necessita - la casa parrocchiale
di Orino e l’oratorio accanto. Creare spazi
abitativi e ricreativi; ma mi rendo conto
che tutto questo andrebbe incontro a spese
elevate….speriamo”.
Vi è poi la cappelletta dell’Assunta che
sta perdendo gli affreschi e non solo.
Lavori in corso
Sarebbe bello poterla restaurare visto che
si trova lungo la via principale…
“Per la cappelletta dell’Assunta,
considerando che è privata, si fa appello
alla generosità dei cittadini o enti, sensibili
all’aspetto estetico del paese e al ricordo
della fede dei loro antenati”.
Sono anni che si parla del restauro del
convento di Azzio. Già si è fatto tanto; quali
sono le prospettive future?
“Si è fatto davvero molto e ora il patronato
Cariplo ha erogato una somma rilevante;
ma la parrocchia deve coprire l’impegno
con un’altrettanta somma per ottenere
la quota promessa. Così la parrocchia ha
chiesto alla Diocesi un aiuto per non perdere
l’assegno. Occorrono consolidare l’edificio,
togliere l’umidità alla struttura per poi poter
intervenire sia sulla parte lignea: stalli, altari,
ecc., che sulle pitture interne”.
Appoggiato all’enorme tiglio
monumentale risalente al 1820, guardavo
la facciata della chiesa cimiteriale di
Orino dedicata a San Lorenzo. Rientra
nel programma anche il rinfresco della
facciata e all’ormai smunto affresco del
santo patrono?
“E’ in programma l’intervento al tetto e
forse in futuro alla “Casa dell’Eremita”, un
rustico posto alle spalle della chiesa, per
farne un luogo di accoglienza; in seguito si
penserà anche alla facciata”.
Lasciamo i restauri e parlami
dell’oratorio estivo…come si è concluso?
“Per tutti l’iniziativa è stata molto positiva.
Un’esperienza intensa, soprattutto grazie al
campo estivo che si è svolto a S. Giuseppe
in Valmalenco. Erano 30 ragazzi con 6
animatori e 8 adulti. Il 10 settembre ci sarà
la convocazione finale, per riprendere poi
l’attività dell’oratorio domenicale”.
Due domande finali di tutt’altro
argomento. Hai introdotto nelle
cerimonie una spolverata di passato;
come mai?
“Sto prendendo con serietà e con
sempre più convinta ispirazione le
raccomandazioni di Papa Benedetto e
mi rendo conto che queste, chiamiamole
novità, portano un vero beneficio spirituale
soprattutto alla gioventù. Il dare più tono
alla cerimonia tramite segni esteriori,
avvantaggia anche l’aspetto catechistico.
Faccio un esempio: la comunione in
ginocchio tra due ceri accesi dà più
consapevolezza al riconoscimento di Colui
che si riceve”.
Come rispondono le tue tre comunità a
queste iniziative?
“In modo diverso; anche perché in alcuni
casi ho ascoltato i suggerimenti dei
parrocchiani di una precisa località…perciò
non ovunque ho introdotto l’iniziativa.
Sono però convinto che il ritorno a usanze
in parte abbandonate, significa anche un
arricchimento e una crescita di fede”.
SERGIO TODESCHINI
Sondro Cronaca
Pellegrinaggio notturno
Concorsi a Delebio
Sondrio
Don Cairoli
presenta la
«Verbum
Domini»
Da Sondrio a Tirano a
piedi il 24 settembre
S
i svolgerà il prossimo sabato 24 settembre il pellegrinaggio notturno a piedi da
Sondrio al Santuario di Tirano. Dopo la
Messa delle ore 20 in Collegiata, i pellegrini si muoveranno verso Tirano, dove l’arrivo
è previsto per le ore 5. Rientro in treno (ore
6.10; ore 6.21; ore 7.10) oppure in pullman su
prenotazione (349/8821479). Tappe del pellegrinaggio: Poggiridenti/Piano, Chiuro, San
Giacomo, Tresenda e Stazzona. Sarà attivo un
servizio medico con auto al seguito. Per informazioni contattare Giorgio B. (349/8821479).
è
Sabato, 27 agosto 2011 25
in programma per giovedì 15 settembre alle ore
21, nella sala del Cinema
Excelsior di Sondrio, l’incontro
con don Marco Cairoli, docente
di Sacra Scrittura, che presenterà
la «Verbum Domini».
L’esortazione apostolica postsinodale di Benedetto XVI raccoglie le riflessioni e le proposte
emerse dalla XII assemblea generale ordinaria del Sinodo dei
Vescovi svoltasi in Vaticano dal
5 al 26 ottobre del 2008 sul tema: «La Parola di Dio nella vita
e nella missione della Chiesa».
L’incontro, organizzato dal vicariato, è aperto a tutti.
Livigno
Fotografia naturalistica
e filmati sulla fauna
Nuovo servizio
di connessione
wi-fi gratuita
Il Gruppo Ecologico Naturalistico Delebio organizza un
concorso di fotografia naturalistica sul tema «Natura
di Lombardia». Le categorie delle immagini saranno:
ambiente e paesaggi; flora; fauna selvatica; insetti;
cielo (nuvole, fulmini, cielo notturno, arcobaleno, alba,
tramonto, ecc); bovini, ovini, caprini al pascolo; la
trasformazione del latte sugli alpeggi delle montagne
lombarde. Le foto, al massimo tre per categoria,
potranno essere spedite per e-mail, per posta o essere
consegnate personalmente al momento dell’iscrizione
che comporta il versamento della quota di adesione
di 5 euro. Lo stesso GEND propone poi un concorso
di filmati sulla fauna selvatica che dovranno avere la
durata massima di 10 minuti e come soggetto gli animali
selvatici di Lombardia. Anche per questo concorso, per
il quale vengono accettati un massimo di tre filmati per
concorrente, la quota d’iscrizione è di 5 euro.
Le iscrizioni vengono accolte entro domenica 16 ottobre
presso la casa parrocchiale di Delebio. Il bando del
concorso e ulteriori informazioni sono reperibili sul sito
web www.parrocchiadelebio.it.
Si chiama “LivignoWiFi” il
nuovo progetto che, nel mese
di agosto, ha consentito di
attivare due punti di accesso
ad internet nella stazione
alpina valtellinese. Promotori
e curatori dell’iniziativa sono il
Comune e l’Apt di Livigno.
La rete è attiva nelle vicinanze
del parco giochi Don Bosco
e del parco giochi San Rocco,
molto frequentati sia d’estate
sia d’inverno da turisti e
residenti. Per accedere al
servizio, le cui connessioni
durano 15 minuti, è sufficiente
rilevare il segnale wi-fi con il
proprio dispositivo, compilare
i campi richiesti nella pagina
di navigazione e cominciare la
navigazione gratuita.
La provocazione. Nel dibattito scaturito dalla paventata abolizione della Provincia,
il presidente Massimo Sertori ha rispolverato i temi di autonomia e secessione
Valtellina cantone svizzero?
L
a manovra di Ferragosto,
predisposta dal Governo
per apportare tagli alla
spesa pubblica, contiene
una norma che prevederebbe,
a decorrere dalla data di
scadenza del mandato
amministrativo provinciale
in corso, la soppressione
delle province, salvo quelle
la cui popolazione rilevata
al censimento generale di
quest’anno sia superiore
a 300mila abitanti o la cui
superficie complessiva sia
superiore a 3mila chilometri
quadrati.La diffusione solo
parziale, mezzo stampa, dei
contenuti del decreto legge
ha però portato scompiglio
in Provincia di Sondrio,
che non rientrerebbe tra le
quelle provincie con più di
300mila abitanti. Nel caldo
ferragostano si sono così
rincorse le analisi politiche
e le prese di posizione degli
amministratori e degli uomini
di partito locali. Primo fra tutti
Massimo Sertori, che avrebbe
rischiato di essere ricordato
come l’ultimo presidente
della Provincia di Sondrio.
Convinto che la direzione
intrapresa dal governo fosse
quella di sopprimere l’ente
da lui governato, Sertori
ha affermato: «Lo Stato ci
abbandona, non avremo
più un punto di riferimento
istituzionale sul territorio
e quindi la prima cosa che
intendo fare è chiedere ai
miei cittadini, magari con
un referendum, se vogliono
davvero essere un territorio
di periferia o se magari
preferiscono passare sotto il
Cantone dei Grigioni».
Al quotidiano La Provincia di
Sondrio, Sertori non ha avuto
timore di definire la misura
del Governo come «miope
sotto tutti i punti di vista», e ha
ricordato che «la provincia di
Sondrio, insieme a quelle di
Belluno e di Verbano-CusioOssola, è l’unica interamente
montana d’Italia e la sola
ad esserlo in Lombardia.
Pretendere di sopprimerla
e accorparla alla pianura
sarebbe davvero negare le
radici di questa terra che ha le
sue peculiarità, la sua storia,
ma soprattutto le sue esigenze,
ben diverse rispetto ai territori
confinanti. E a proposito di
confini – ha rimarcato Sertori
–: ma se ne sono resi conto a
Roma che siamo un avamposto
per l’Italia, che qui confiniamo
con la Svizzera a Nord e a Est
con le province autonome?».
E per il presidente non è «una
questione di poltrone. Ma
d’identità. Di gente che per
secoli si è spaccata la schiena
per mantenere integro un
territorio alpino che non è
mai stato generoso con le
sue popolazioni. E a questa
gente montanara, come
me, chiederò se davvero
intendono sopportare una
simile decisione o se invece
non vogliono avere maggiore
autonomia, con maggiori
poteri, per amministrarsi come
davvero meritano e come da
troppo tempo non è possibile
per via di una politica poco
attenta alle periferie... No, io
non ci sto».
A far immediatamente eco a
Sertori è stata Irene Bertoletti,
capogruppo del Partito
Democratico in Consiglio
provinciale. «L’abolizione
delle Provincie è un processo
complesso da affrontare
analizzando diversi parametri
di riferimento, non solo il
numero degli abitanti – le
parole della Bertoletti –,
altrimenti si tira una riga
e chi è fuori è fuori, chi è
dentro è dentro. Nel nostro
territorio i Comuni sono
piccoli e piccolissimi: è vero
che verranno accorpati, ma i
tempi saranno inevitabilmente
lunghi e, nel frattempo, non ci
sarà alcun ente a rappresentare
l’intero territorio».
Riflessioni smorzate dalle
parole pronunciate in una
conferenza stampa da Roberto
Calderoli, ministero per la
Semplificazione legisativa.
«Abbiamo previsto – ha affermato
il ministro – la soppressione delle
Province che non raggiungono i
300.000 abitanti, oppure i 3.000
chilometri quadri di superficie.
O un criterio o l’altro». Parole
sibilline quelle di Calderoli,
con quegli «o... o...» che hanno
lasciato aperta la porta al dubbio.
«Secondo quello che leggo, la
Provincia è salva» ha dichiarato
l’onorevole Maurizio Del Tenno,
ammettendo però che il rischio
sarebbe rimasto fino al momento
del voto a Roma. «Il rischio non
è eliminato – ha ammesso –.
Fintanto che il decreto non sarà
passato non avremo certezze.
Posso però dire che io e il mio
collega Crosio giocheremo in aula
l’ultimo sangue che abbiamo».
Ma, nonostante le assicurazioni
sulla salvezza della Provincia, il
dibattito è proseguito con nuove
dichiarazioni del presidente
Sertori, quasi dimentico del fatto
che tra i fautori della manovra ci
fossero anche i suoi compagni
di partito. «Se la Provincia di
Sondrio si salva sono contento
– ha affermato –, ma non posso
comunque accettare che palazzo
Muzio venga considerato un ente
inutile o parassitario. Valtellina e
Valchiavenna sono grandi come
la Valle d’Aosta, che è regione a
statuto speciale, sarà pur vero che
ci sono “solo” 180mila abitanti,
ma sono quelli che con il loro
lavoro mantengono quel territorio
che ogni anno viene visitato da
due milioni di turisti. E allora
se proprio vogliono tagliare la
Provincia, facciamo esprimere i
valtellinesi, chiediamo loro con
chi vogliono andare. Piuttosto
che rimanere Cenerentola
d’Italia, valutiamo la possibilità
di acquisire maggiore autonomia
o di andare con la provincia
di Bolzano piuttosto che con
i Grigioni. Noi non possiamo
accettare di diventare una colonia
di Roma, io non lo accetto».
A prendere la parola, dopo
Sertori, è stato Pierluigi Giumelli,
l’ultimo segretario dei Popolari
Retici, movimento fondato da
Eugenio Tarabini, senatore ed
ex presidente della Provincia,
che proprio nel suo programma
elettorale del ‘99 aveva indicato
quale obiettivo principale la
creazione di una distinta Regione
e, in via subordinata, la creazione
di una Provincia a statuto
speciale nell’ambito della regione
Lombardia, considerata via più
facilmente percorribile, capace
di decidere su alcune tematiche
fondamentali come la sanità, le
acque, l’urbanistica, i territorio.
«Eravamo stati dei precursori – ha
affermato Giumelli ricordando
quelle battaglie – e mi fa piacere
vedere che oggi anche coloro
che non erano così “scaldati” in
materia si dimostrano interessati.
Il punto è che per non essere
schiavi di nessuno, per non essere
una colonia di Roma, come dice
Sertori, l’unica via percorribile
è quella dell’autonomia. Ma
bisogna avere il coraggio di
combatterla fino in fondo questa
battaglia, non limitarsi alle
parole».
Ultima voce ad intervenire quella
di Giovanni Curti, esponente del
direttivo provinciale del PD, che
ha voluto replicare alle parole del
presidente Sertori. «Sicuramente
il presidente ha avuto un po’ di
fretta – ha affermato Curti –. Non
possiamo parlare di secessione.
Noi valtellinesi prima di tutto
siamo italiani e nessuno in
Valtellina si sente svizzero».
Da Curti non solo critiche ma
anche proposte: «La Provincia di
Sondrio ha una sua tipicità per
territorio e popolazione. Piuttosto
che abolirla come aveva pensato
Tremonti oppure aggregarla alla
Svizzera come aveva ventilato
Sertori, io dico di copiare il
modello Valle d’Aosta. Ci diano lo
statuto speciale. Più risorse e più
autonomia e poi andremo avanti
da soli».
Come andrà a finire? Forse
il caldo di fine estate farà
semplicemente sopire tutti questi
discorsi e in Provincia tutto
rimarrà com’è stato finora.
ALBERTO GIANOLI
Valchiavenna
26 Sabato, 27 agosto 2011
Madesimo
■ Un nuovo libro
L
a prima
edizione
di una
monografia su
Madesimo era
uscita presso
l’editore
Guerini di
Milano nel
dicembre
del 1995.
Seguì una
ristampa due
anni dopo ed
ora, essendo
anche questa da tempo esaurita, si
è reso necessario provvedere a una
seconda edizione. L’autore, prof. Guido
Scaramellini, presidente del Centro di studi
storici valchiavennaschi, ha approfittato
per rivedere, ampliare e aggiornare il
testo. Ne sono uscite più di 200 pagine
in grande formato, sovraccoperta e
tante splendide illustrazioni, tutte a
colori. Totalmente rinnovata è la veste
tipografica, curata dalla Polaris di Sondrio.
Anche l’impaginazione rende il lavoro
più gradevole al lettore e l’aumento del
corpo del carattere favorirà certamente la
lettura, peraltro piacevole e scorrevole.
L’iniziativa editoriale è stata sostenuta
dal Gruppo Credito Valtellinese e, come i
precedenti, voluta dall’amministrazione
comunale di Madesimo. Il volume si apre
con la presentazione del sindaco Franco
Masanti e si articola in sette capitoli. Si
parte dal formarsi del paesaggio naturale
per passare ai cacciatori di diecimila
anni fa, alle antiche strade dello Spluga
fino alle prime tracce di Madesimo come
alpeggio agli inizi del Duecento. Quindi
viene illustrata la nascita del comune
unico di Valle e della prima chiesa in
paese, l’apparizione della Madonna
a Gallivaggio nel 1492, i trasporti in
monopolio lungo la Valle e i severi statuti
civili e penali o criminali, come si diceva
allora. Il secondo capitolo è dedicato
alle acque curative, alla emigrazione, ai
cambiamenti di dominazioni straniere,
fino alla carrozzabile austriaca dello
Spluga e allo sviluppo dell’alpinismo. A
Carducci, che scelse Madesimo per passarvi
ben quindici estati, è riservato tutto
il terzo capitolo, e sue sono le parole
entusiastiche del sottotitolo scelto per
il volume. Il quarto è dedicato ai vari
progetti di traforo dello Spluga, alle prime
gare di sci nel 1911, al boom edilizio,
peraltro non sempre ordinato e rispettoso,
dell’ultimo dopoguerra fino a oggi, con
i più moderni impianti di risalita. Gli
ultimi capitoli riguardano le tradizioni,
i personaggi illustri che nacquero nel
territorio comunale o che scrissero o
dipinsero la zona. Chiude una breve ma
densa guida per il turista attraverso tutta
la Valchiavenna, con qualche puntata nella
confinante val di Reno svizzera.
Alla scoperta di
Piuro-Bregaglia
S
arà inaugurata il 26 agosto “Piuro Bregaglia”, una dieci
giorni tra storia, cultura, teatro e buona cucina, organizzata
dall’Associazione Italo Svizzera Scavi di Piuro. La rassegna
che da alcuni anni l’associazione guidata dal presidente Gianni
Lisignoli organizza per valorizzare la storia, le tradizioni
e le attrattive storicoarchitettoniche del territorio
Dal 26 agosto al 4
bregagliotto prenderà il via
alle 17. 45 a palazzo Vertemate
settembre una serie
con il convegno “I luganegheri
di iniziative storico,
di Venezia tra 600 e 700”. La
culturali e gastronomiche
giornata di sabato 27 sarà
dedicata alle visite guidate alla
maziglia”. Dopo una giornata
chiesa di San Giovanni Battista
di pausa il programma
a Dasile e al nucleo storico di
riprenderà martedì 30 agosto
Savogno. Domenica 28 visita
con la visita in Bregaglia sul
guidata alla cave di pietra
tema “L’emigrazione in Val
ollare con pranzo al sacco
Bregaglia svizzera e i percorsi
al mattino e, alle 18, tavola
veneziani di Giacometti”.
rotonda sul tema “Commercio
Mercoledì 31 agosto alle
della pietra ollare, le monete
18. 30 dimostrazione della
di Piuro, la tradizione della
lavorazione e dell’insaccatura
delle luganighe con assaggi.
Il primo giorno di settembre
spettacolo serale delle scuole
di Piuro e Villa di Chiavenna,
che presenteranno “I Misteri
di Piuro” e “Le donazioni degli
emigranti alle chiese di Villa”.
Venerdì 2 degustazione
promossa dal distretto
agroalimentare “Valtellina
che gusto” ai crotti di Belfort.
Si chiude sabato 3 settembre
con la visita guidata ai gioielli
donati alle chiese di origine
dai migranti a Venezia.
Le chiese sono quelle di
Loreto, Campedello, San
Barnaba, Canete e Chete. Nel
pomeriggio visita alle chiese di
San Martino, chiesa Rotonda,
palazzo Vertemate e chiesa di
Prosto. Il momento clou del
programma sarà, comunque,
la rappresentazione teatrale
“Laganegaria. La Commedia
del porco e del brigante”, della
compagnia teatrale I Guitti in
programma al Belfort sabato 3
e domenica 4 settembre.
Un’ottantina di emigranti dagli USA al Paese d’origine
Campodolcino
a stelle e strisce
S
abato 6 agosto a Campodolcino
una toccante cerimonia ha dato
il via ufficiale alla prima Reunion
delle famiglie emigrate dalla nostra
Valle verso gli Stati Uniti. Presso la
chiesa parrocchiale più di ottanta
“americani” sono stati accolti dal
Superiore Generale dei Guanelliani
don Alfonso Crippa, dal Provinciale
per l’Asia e gli Stati Uniti don Luigi
De Giambattista, dal nostro Parroco
e dalle Autorità locali. La chiesa
gremita è stato il vero punto d’incontro
perché come è stato detto tutti quelli
che sono partiti nella seconda metà
dell’ottocento sono stati li battezzati.
C’è stato un momento di presenza
ideale tra coloro che non ci sono più e
tra coloro che sono tornati, attorniati
dall’affetto di tanta popolazione. La
Santa Messa è stata celebrata in italiano
ed inglese in modo da essere capita
da tutti presenti. All’organo il maestro
Michele Montemurro. Chi era partito
sognava di ritornare, molti di loro non
hanno potuto farlo e ora questo sogno
è stato realizzato dai pronipoti. In
questo periodo di sbarchi di emigrati
è giusto ricordare che anche la nostra
è stata terra d’emigrazione. Lo stesso
fonte battesimale che ha dato la vita
spirituale a tutti gli emigranti partiti ha
in particolare benedetto il piccolo Luigi
Guanella, presto Santo. Da giovane
prete don Guanella volle mandare alla
nostra comunità di emigrati in Genoa
Wisconsin, tramite don Bosco, un
sacerdote piemontese. Al termine della
santa Messa, proprio per la chiesa di
San Carlo in Genoa è stato benedetto
un dipinto del nostro Santo. Le
manifestazioni di benvenuto ai nostri
cugini d’America sono proseguite poi
per ben due settimane in una valle
imbandierata a festa ed il 13 agosto la
comitiva con due pullman ha fatto visita
anche a Como al Santuario ed al Museo
di via Tommaso Grossi.
Le fotografie, giorno per giorno, sono
disponibili liberamente sul sito www.
valdigist.it
CRISTIAN COPES
Riviviamo l’emozione
del tradizionale
concerto di San
Lorenzo nei giardini
di Palazzo Vertemate
F
Fuochi d’artificio su una
serata di grande musica
inale col botto, e non è
un modo di dire, per il
Concerto di San Lorenzo,
tenutosi mercoledì 10, festa del
santo patrono di Chiavenna, nei
giardini di Palazzo Vertemate
Franchi a Piuro. L’esibizione
del complesso Classica Viva
ha raccolto l’entusiastica
partecipazione, nonostante la
temperatura tutt’altro che estiva,
di circa 900 spettatori e si è
conclusa con la sorpresa di uno
spettacolo pirotecnico.
Il complesso milanese diretto dal
maestro Stefano Ligoratti, con
la partecipazione straordinaria
del pianista chiavennasco
Michele Montemurro, non ha
deluso le attese. I musicisti
hanno proposto un programma
spesso non semplicissimo,
soprattutto per i non esperti,
ma ricco di grande fascino. La
serata si è aperta con l’Overture
dall’Egmont di Beethoven per
proseguire con il Concerto per
Clarinetto n. l di Von Weber
con la partecipazione del
solista Michele Naglieri. La
seconda parte della serata ha
visto l’esecuzione del Totentanz
di Liszt e l’entrata in scena
della stella di casa Michele
Montemurro. Grande chiusura,
prima del bis, nuovamente
con Beethoven di cui è stata
proposta l’intera Sinfonia n. 5,
sicuramente la composizione più
conosciuta dal grande pubblico
dell’intero programma. Ben
guidati da Ligoratti, classe 1986
e già un curriculum di tutto
rispetto, i giovani musicisti
dell’orchestra stabile, tutti
provenienti dal Conservatorio
“Giuseppe Verdi” di Milano,
hanno stupito i presenti per
virtuosismo e precisione. Tanti
gli applausi anche per i due bis
fuori programma. L’orchestra
ha presentato Slavonic Dance
di Antonin Dvorak, mentre il
pianista Michele Montemurro
si è concentrato sulla Polonaise
Op. 53 di Chopin subito dopo la
pagina dedicata a Liszt.
Il presidente dell’associazione
Piuro Cultura Omar Iacomella ha
tracciato in apertura un bilancio,
positivo, della prima edizione
festival Bregaglia Music Travel
e lanciato un ponte verso la
collaborazione con le altre realtà
associative della zona.
Durante i saluti è intervenuto
anche il sindaco di Chiavenna
Maurizio De Pedrini, che ha
voluto ricordare come Palazzo
Vertemate sia il “biglietto da
visita” della città e della valle
dal punto di vista storico,
architettonico e turistico. La
serata, come da tradizione, si è
conclusa con un rinfresco curato
dall’organizzazione.
DANIELE PRATI
Sondro Cronaca
Spediti i container
per monsignor Capelli
Un aereo super leggero e moltissimo materiale
in viaggio verso la Diocesi di Gizo, Isole Solomon
M
artedì 9 agosto è partito, finalmente!
Non ci riferiamo al vescovo Luciano
Capelli, il quale è ritornato nella
sua Diocesi di Gizo, nelle Isole Solomon,
già dal 16 luglio, ma all’aereo superleggero
Savannah SS/N con Motore Rotax che
monsignor Luciano, nei suoi due mesi di
permanenza in Italia, è riuscito a domare
(abbastanza). L’aereo è stato costruito in
Italia dalla ditta I.C.P. di Castelnuovo Don
Bosco ed è stato realizzato per volare,
non per essere incassato in un container
e trasportato in nave! Le misure del
container gli andavano infatti un po’ strette
e, sebbene senza ali naturalmente, non
aveva intenzione di entrarvi. E pensare che
avevamo ordinato un container “high cube”,
più alto di quelli soliti. Arriverà al porto di
Honiara il 2 ottobre e sarà rimesso insieme
da Sergio ed Augusto, i due istruttori pilota
che hanno insegnato al vescovo Luciano la
difficile arte del volo. In tutto, i container
spediti nelle Isole Solomon sono stati tre,
dei queli due strapieni di materiali, grazie
a don Zuffetti, direttore delle Missioni Don
Bosco di Torino, che ha sostenuto le spese
di spedizione.
Oltre al lavoro dei volontari Dino, Franco,
Andrea, Augusto, Carlo, Carol, Alba, Giulio,
Elsa, Sergio e Sante, che hanno contribuito
alla preparazione delle spedizioni,
importante in questo periodo è stata
l’esperienza di otto giovani di Pedrengo
(BG) che, accompagnati dal loro viceparroco don Alessandro Gipponi, hanno
trascorso tre settimane a Gizo per insegnare
ai giovani locali come organizzare le attività
oratoriane.
L’evento
Ottenuto il patrocinio del Ministero
■ Tirano
Walking Valtellina tra
risate e beneficenza
Novità per la
mostra del Bitto
L
a Mostra del Bitto di Morbegno
allarga il suo raggio d’azione e
aumenta il suo prestigio grazie al
patrocinio concesso dal Ministero
delle politiche agricole alimentari e
forestali. Il logo ministeriale, rilasciato a
conclusione di approfondite verifiche e
audizioni sul territorio che coinvolgono
i massimi organi statali, si aggiungerà
a quelli ormai tradizionali di Regione,
Provincia, Bim, Camera di Commercio,
Comune e Comunità Montana di
Morbegno. Il riconoscimento del
Ministero è la conferma di una
tradizione che la Valtellina rinnova di
anno in anno con una manifestazione
che esalta le eccellenze agroalimentari
del territorio.
Il Distretto Agroalimentare di Qualità
della Valtellina, sin dallo scorso anno,
appena subentrato nell’organizzazione
della Mostra del Bitto, aveva lavorato per
ottenere il patrocinio, ma i tempi si erano
rivelati eccessivamente stretti per un iter
procedurale che prevedeva numerose
tappe. Decisivo è stato l’incontro tra il
ministro Saverio Romano, il direttore
Importante
riconoscimento per la
manifestazione che da
anni esalta le eccellenze
agroalimentari
del territorio
del Distretto, Patrizio Del Nero
(nella foto), e l’assessore provinciale
all’Agricoltura, Severino De Stefani, a
Riva Del Garda, nello scorso mese di
aprile. Nell’occasione, di fronte alla
richiesta avanzata informalmente da Del
Nero e De Stefani, il nuovo titolare del
dicastero aveva mostrato vivo interesse
per l’esposizione enogastronomica
valtellinese e aveva assicurato il suo
personale impegno per assegnarle il
logo ministeriale. E il risultato è stato
ottenuto in pochi mesi con la lettera,
datata 4 agosto, giunta nella sede del
Distretto Agroalimentare dal Ministero e
firmata dal capo di gabinetto Antonello
Colosimo. «Per noi è una grande
Sabato, 27 agosto 2011 27
soddisfazione, un traguardo raggiunto
– sottolinea il direttore Del Nero –. Il
patrocinio, che viene concesso a poche
e selezionate manifestazioni, sancisce
la dimensione nazionale della Mostra
del Bitto e ne aumenta il prestigio
davanti al pubblico e agli operatori del
settore. Un’attestazione che giunge nella
prima edizione in cui l’intero settore
agroalimentare provinciale si presenta
riunito nel Distretto e nel momento
dell’avvio della piena operatività di
un organismo nato non soltanto per
valorizzare e promuovere i nostri
prodotti ma anche per far crescere
un comparto strategico per la nostra
economia».
Manca una settimana al Walking
Valtellina, evento turistico e
sportivo non competitivo promosso
dall’Associazione Nordic Walking
per domenica 4 settembre, che sta
conquistando tiranesi, valligiani e
turisti. Quest’anno la manifestazione
avrà come prestigioso prologo la
serata di sabato 3 settembre, presso
l’auditorium Trombini di Tirano, dove
sarà presentato l’evento alle autorità
istituzionali e agli ospiti.
Ma la serata sarà anche un momento
di spettacolo di altissimo livello, con
la partecipazione del Duo Idea della
nota trasmissione televisiva Zelig.
Sarà un appuntamento aperto a tutti
con ingresso libero ad offerta, il cui
ricavato verrà devoluto al progetto
della onlus Univale “Casa Fabrizio”,
che consiste nella realizzazione di
alcuni miniappartamenti da mettere
a disposizione dei parenti di pazienti
che afferiscono al reparto oncologico
dell’ospedale di Sondrio per cure ed
esami.
Durante la kermesse sarà anche
presentata la Joelette, carrozzella
monoruota da fuoristrada, acquistata
dall’Associazione Nordic Walking
che verrà messa a disposizione di
istituzioni sociali del territorio che si
occupano di disabilità e di istituzioni
scolastiche che ne facciano specifica
richiesta.
Sondrio. La Comunità Montana ha stanziato fondi per una manutenzione straordinaria
Sentiero Valtellina a nuovo con 300 mila euro
I
l “Sentiero Valtellina” rappresenta il percorso ciclopedonale più frequentato della media valle e per questo costituisce la
struttura più rappresentativa dell’attività della Comunità Montana Valtellina di Sondrio.
Per questo motivo l’ente riserva una particolare attenzione alla sua cura e manutenzione
che quest’anno è stata particolarmente impegnativa a causa delle continue piogge che
non hanno permesso una regolarità negli interventi. L’età delle pavimentazioni sta determinando fenomeni di degrado cui contribuisce anche la presenza di radici lungo il percorso. Proprio per restituire la piena fruibilità
del percorso la Comunità Montana Valtellina
di Sondrio ha destinato la somma di 300 mila euro per dar corso a significativi interventi di manutenzione straordinaria della pista
ciclopedonale “Sentiero Valtellina” ed il suo
completamento.
Le opere previste riguardano, in particolare,
il rifacimento di alcune tratte di pavimenta-
zione che oggi si presentano particolarmente
danneggiate anche a causa della presenza di
radici superficiali, la posa di ulteriori protezioni laterali in legno e la sostituzione e l’implementazione degli arredi nella aree di sosta; saranno poi posizionati ulteriori pannelli
informativi ed i cippi chilometrici.
L’inizio dei lavori è stato programmato per
il prossimo mese di ottobre per non creare
disagio agli utenti del Sentiero Valtellina nei
mesi estivi in cui è massima la fruizione; per
consentirne una migliore esecuzione verrà
posta adeguata segnaletica informativa utile
a garantire la sicurezza per gli utenti.
«Spiace evidenziare – dichiarano i vertici
dell’ente comunitario sondriese – che negli
ultimi tempi il tracciato del Sentiero Valtellina è stato oggetto di numerosi atti vandalici
quali la rottura di staccionate, panchine, tavoli e altri elementi dell’arredo, che comportano
costi aggiuntivi e impiego extra del personale
operaio che viene distolto da altre mansio-
ni come il taglio delle erbe con conseguenze negative che si riversano su tutti gli utenti.
Inoltre giungono segnalazioni circa le infrazioni al regolamento di utilizzo del Sentiero
Valtellina: cani non al guinzaglio, passaggio
di cavalli, elevata velocità di percorrenza da
parte di ciclisti, comportamenti scorretti che
possono creare non solo disagi agli utenti ma
anche un vero e proprio pericolo. Per tale motivo è importante la collaborazione dei fruitori per segnalare eventuali comportamenti
scorretti e le vere e proprie azioni vandaliche
nonché un più rigoroso rispetto delle norme
di comportamento previste nel regolamento
di utilizzo consultabile presso tutte le aree di
sosta. L’intento rimane quello di consegnare agli utenti una struttura di qualità ed altamente fruibile, nata per consentire il contatto
con la natura e momenti di svago e la pratica
sportiva in un ambiente ideale».
tratto da
www.altarezianews.it
Sondrio Cronaca
28 Sabato, 27 agosto 2011
Internet
■ Nonsolobanca
Nuovo campo da calcio alla Castellina
L
a società Sondrio Calcio ha ottenuto dal
Comune la gestione del centro sportivo CONI
della Castellina e la realizzazione del nuovo
campo a 11 in erba sintetica. «Ci siamo assunti
un impegno notevole a favore dei giovani della
Città di Sondrio – ha affermato la Sondrio Calcio
in una nota –, con l’intento di potenziare la
dotazione di spazi destinati alla pratica del calcio
Attiva la nuova sezione
del sito web della BPS
Una nuova sezione del sito web
istituzionale interamente dedicata alla
cultura e al tempo libero: è questa
la novità presentata ad inizio mese
dalla Banca Popolare di Sondrio. Con
contenuti rinnovati rispetto a quelli
già presenti nel vecchio sito della
BPS e novità legate al mondo del web
2.0, nonsolobanca.popso.it – questo
l’indirizzo del portale – offre importanti
risorse multimediali sia ai turisti che
agli stessi residenti della provincia di
Sondrio.
«La nostra banca – ha spiegato Paolo
Lorenzini, responsabile del servizio
relazioni esterne di BPS – ha sempre
avuto nella tradizione l’impegno di
fare cultura, per essere realmente una
banca popolare. Ora, raccogliendo il
lavoro di anni, abbiamo sviluppato uno
strumento multimediale per consentire
a tutti di accedere al nostro patrimonio
artistico e culturale». Accedendo a
“nonsolobanca”, infatti, con appena tre
click del mouse è possibile raggiungere
qualsiasi pagina web del portale.
Nella sezione “cultura”, contraddistinta
dal menù testuale di colore blu, si va
dall’archivio di convegni e conferenze,
registrate dal 2000 e filmate dal 2006,
alle pubblicazioni editoriali, passando
attraverso la possibilità di consultare
in formato pdf o versione sfogliabile
l’archivio dei notiziari della banca a
partire dal 1999. Menù verde per la
sezione “tempo libero”, all’interno
della quale è inserita la sezione
dedicata alle webcam posizionate sul
territorio, oltre a due sezione in cui
sono proposte numerose possibilità di
escursioni – trekking o ciclo turismo
– in Lombardia, con particolare
riferimento alla nostra provincia,
e in Svizzera. Questa sezione, già
apprezzata da numerosi utenti del web
sul precedente sito della banca, è stata
rinnovata e ampliata. Accanto alla
descrizione testuale delle escursioni,
si è scelto di rinnovare le immagini
che illustrano il percorso e di creare,
attraverso le mappe di Google, una
facile localizzazione degli itinerari
sul territorio. Per gli utenti che
dispongono di sistemi di navigazione
satellitare sarà possibile anche
scaricare le relative mappe.
La nuova sezione del sito web della
Banca Popolare di Sondrio non sarà
consultabile solamente dai personal
computer o dai nuovi strumenti per la
navigazione multimediale, ma anche da
due postazioni multimediali – collocate
nelle filiali di Chiavenna e Bormio –
che offriranno la possibilità di accedere
anche ai servizi di internet banking in
maniera sicura.
A. GIA.
e di ammodernare la struttura esistente. La
realizzazione del nuovo campo da calcio con
fondo sintetico, quindi, permetterà al centro
sportivo di mantenersi al passo con i tempi,
favorendo la pratica dell’attività sportiva
anche nei mesi invernali».
L’inizio dei lavori è previsto per settembre, la
conclusione per i primi di novembre.
Dal 26 agosto al 3 settembre la 52a edizione in piazza Garibaldi
Torna in piazza il
Palio delle Contrade
D
opo l’inizio delle prime gare ieri sera, si apre ufficialmente questa sera la
52a edizione del Palio delle Contrade della Città di Sondrio. La macchina
organizzativa è già operativa da tempo «per dare modo all’intera comunità –
spiegano gli organizzatori – di riunirsi in un momento di competizione mista
al divertimento e sfruttare in positivo quel ‘’campanilismo’’ presente tra le contrade
della città».
Fino a sabato 3 settembre, il Palio andrà in scena nella cornice di piazza Garibaldi,
dove le contrade animeranno una
settimana all’insegna del divertimento e
della voglia di stare insieme.
Palio memorabile, in quanto ci ha visto
Il programma ufficiale prevede, oltre
coinvolti nell’organizzazione della
agli appuntamenti fissi con i tornei di
manifestazione in prima persona –
calcetto, basket e volley, la consueta
afferma soddisfatto il presidente
cerimonia di apertura con la sfilata
dell’Associazione Amici del Palio, Saverio
goliardica di buffi carretti, la cena di
Froio –. Un grande impegno ripagato
venerdì 2 settembre per riunire la città in
dall’allegria contagiosa dei contradaioli,
piazza, oltre a simpatiche sorprese tutte
dall’euforia dei tifosi e dalla curiosità dei
da scoprire.
cittadini richiamati in piazza per fare
«Lo scorso anno è stato per noi un
festa insieme. È doveroso ringraziare
tutti coloro i quali ci hanno sostenuto
e continuano a farlo, contribuendo a
tramandare la nostra storia ed il nostro
patrimonio di tradizioni».
Le contrade che si contenderanno
il Palio sono dieci: Milano, Trento,
Trieste, San Rocco, Vecchia, Ponchiera,
Ronchi, Rolla, Piastra – che quest’anno
ha assorbito l’ex contrada Vanoni – e la
nenonata Brigata Orobica.
L’organizzazione, patrocinata
dal Comune di Sondrio, è curata
dall’associazione Amici del Palio,
composta da Saverio Froio, Lisa Gianoli,
Fabio Marini, Laura Marveggio e
Giuseppe Maiorana.
Ogni sera le sfide di giovani e adulti
saranno precedute da un torneo di
calcio per i contradaioli fino ai 13 anni.
Mentre alle 20.30, secondo il programma
già diffuso da alcune settimane, si
svolgerà la prima partita dei tornei di
calcio a 5, oppure di basket o pallavolo.
Simpatico intermezzo, particolarmente
gradito dal pubblico e impegnativo per i
contradaioli, saranno i giochi a sorpresa
proposti dagli organizzatori. Si va dal
tiro alla fune al palo della cuccagna,
passando per la caccia al tesoro e altre
gare di abilità. I giochi si svolgeranno
alle 21 e alle 22, seguiti dalle partite
dei restanti tornei. Ogni sera le gare
dovrebbero concludersi per le ore 23.
Particolare rilievo avranno la sfida
di questa sera tra i carretti allegorici
preparati dalle diverse contrade che
sfileranno da piazza Campello a piazza
Garibaldi, prima di affrontarsi in una
gara di velocità a cronometro. Durante
la sfilata saranno portati dalle singole
contrade anche i nuovi stendardi che
l’organizzazione ha chiesto quest’anno di
realizzare coi colori della contrada e un
simbolo che rappresenti il quartiere o la
frazione di provenienza.
Per gli oratori della città, il Palio offre
poi l’occasione per radunare i giovani
e gli animatori dopo le vacanze estive.
Le contrade Vecchia, Milano, San
Rocco e Piastra sono infatti legate
rispettivamente agli oratori Angelo
CustoDe, Don Maccani, San Rocco e
Sacro Cuore.
A. GIA.
Provincia di Sondrio. Un’indagine de Il Sole 24 Ore mostra dati rassicuranti per la crisi
I depositi bancari crescono sopra la media
L
a crisi sembra non toccare i risparmi
delle famiglie della provincia di Sondrio, aumentati del 5,7 % negli ultimi
quattro anni. Il dato si attesta ben sopra a quello della media nazionale (0,6 %) e
in Lombardia è secondo solo a quello della
provincia di Lecco (8,1 %). La provincia di
Sondrio si trova così all’undicesimo posto,
a pari merito con Treviso nella graduatoria
delle provincie più attente all’accrescimento
dei depositi bancari nel periodo intercorso tra
fine 2007 e lo scorso 31 maggio.
L’indagine, che ha messo in luce la variazione percentuale dei depositi bancari al netto
dell’inflazione, è stata elaborata dal Centro
studi Sintesi per Il Sole 24 Ore su dati Banca d’Italia e ha messo in luce un Paese che
mediamente ha aumentato i propri risparmi. Dall’inizio del 2008, «i depositi bancari
medi per famiglia – riportava Il Sole 24 Ore
dello scorso 8 agosto – sono cresciuti di circa
1.500 euro, da 21.821 a 23.426 euro. In valori
nominali, un + 7,4 per cento». Va però tenuto
conto anche dell’inflazione e così, utilizzando
l’indice di rivalutazione monetaria dell’Istat
relativo a famiglie, operai e impiegati, emerge che la crescita dei prezzi è stata del 6,8 %.
«Dunque, in termini reali – attesta il quotidiano economico –, il deposito bancario medio della famiglia italiana è aumentato dello
0,6 per cento». Ma la media nazionale non fa
testo per alcune provincie particolarmente
virtuose, come quelle di Rimini e L’Aquila, rispettivamente al primo e secondo posto nella
classifica de Il Sole 24 Ore con una variazione
percentuale positiva del 19,8 e 19,3 %. A seguire Biella, Torino, Ferrara, Lecco, Belluno e
Parma, Genova. Chiude la “top ten” Milano,
i cui dati ancora comprendono quelli della
provincia di Monza-Brianza e che vede una
variazione dei depositi bancari di 5,9 punti
percentuali in positivo. A seguire, con Treviso, Sondrio che stacca nettamente Como, in
ventunesima posizione con un aumento del
2,1 %. Le altre provincie lombarde si trovano
nella seconda metà della classifica, tutte in
segno negativo, ben al di sotto della media
regionale che si attesta sull’aumento dello 0,6
%, perfettamente in linea con quella nazionale. Alla posizione 52 si trova Varese con una
diminuzione dei depositi bancari del 2,7 %,
quindi Mantova (posizione 67, -4,6 %), Bergamo (posizione 78, -5,8 %), Cremona (posizione 85, -6,9 %), Lodi (posizione 87, -7,1 %),
Brescia (posizione 94, -8,5 %) e Pavia (posizione 96, -9,0 %). Peggio del pavese solamente
Arezzo, Reggio Emilia e Crotone, fanalino di
coda con una diminuzione del 15,4 %.
Guardando alle somme depositate in banca,
Sondrio è l’ultima provincia in classifica ad
attestarsi sopra la media nazionale, con una
stima del deposito medio passata dai 30.170
ai 33.929 euro. Una buona somma che mostra
le nostre famiglie come abituate al risparmio
e non certo impreparate ad uscire dalla crisi.
A. GIA.
Sondrio
Sabato, 27 agosto 2011 29
Pubblicazioni. Il volume è stato realizzato da Erasmo Schivalocchi e Angela Martinelli
D
efunctus adhuc loquitur.
studioso indefesso, attento
Morto ancora racconta
alle esigenze spirituali e
(Parla). Il motto di S.
di promozione umana dei
Paolo, riportato in sottotitolo,
suoi abitanti.
è appropriato riferito alla
Sono ricordati molti aspetti
figura di don Giovanni
della personalità di don
Rapella, alla luce delle attività
Giovanni: il carattere
che in Valdidentro sono
mite, la bonarietà, la
state intraprese e sono state
disponibilità all’incontro,
compiute nel corrente mese
il suo conversare sereno
di luglio per ricordarlo. Prima
e loquace senza limite di
la presentazione del volume
tempo, l’attenzione alle
a lui dedicato, in un’affollata
esigenze materiali e alla
assemblea pubblica a Bormio.
promozione culturale,
Quindi la posa di una croce
l’interesse per la storia
sulla vetta della cima Piazzi e
locale, l’ambiente e quanto
la dedica a sua memoria. Posto
i esso contiene, momenti di
che in Cielo persista l’umano
condivisione e di amicizia.
sentire, credo abbia guardato
La croce sulla cima Piazzi,
con piacere i suoi amici
la montagna simbolo della
valorizzare due momenti
valle, a quota 3439, è stata
significativi degli interessi
voluta dalla sezione C.A.I.
che hanno caratterizzato la
di Valdidentro, alla cui
UNA FOTO DI GRUPPO SULLA
sua vita terrena; la cultura
nascita don Giovanni si
CIMA PIAZZI AL MOMENTO DELLA
sociale, umanistica e
dedicò con passione, la
BENEDIZIONE DELLA CROCE
storica della realtà locale
stessa che alimentava il suo
che tanto lo attraeva e a cui
amore per la montagna.
stimolava la sua gente per
Doveva essere benedetta
una valorizzazione umana
in una solenne funzione
e spirituale, l’amore alla
religiosa con al centro
montagna ed alla storia
la celebrazione della S.
dell’alpinismo che la designò
Messa, ma l’inclemenza
quale meta da raggiungere.
del tempo di domenica
Lo testimonia la ricerca e la
17 luglio ha consigliato la
Intitolato “Frammenti di ricordi” raccoglie memorie di conoscenti
ristampa di scritti riprodotti
settantina di persone che
nel volume dedicato a
di don Giovanni parroco di Isolaccia e Pedenosso, scomparso il 13 luglio 2007 con don Giacomo Santelli,
Giorgio Senigaglia “alpinista,
parroco di Semogo, ha
esploratore, cantore della
raggiunto la vetta, scalando
montagna”, nel centenario
Giovanni, un prete di profonda umanità,
parzialmente abili che svolge. Intitolato
la parte nord o salendo
della sua morte 1898- 1998, edito
che la manifestava nella disponibilità al
“Frammenti di ricordi”, raccoglie in circa
dal più lungo ma più agevole versante
dall’Archivio del Centro Studi Alpini
rapporto con la gente, nell’attenzione ai
trecentocinquanta pagine memorie e
sud, a trattenersi in cima lo stretto tempo
di Isolaccia Valdidentro (SO), che
problemi da essa vissuti, nel ricercare la
sentimenti di conoscenti e frequentatori
necessario per la benedizione e la dedica,
riproducono interessanti pezzi che
sua promozione ed evoluzione spirituale, di don Giovanni, il compianto parroco
per poi scendere a ripararsi alle malghe
riportano avvenimenti, sentimenti ed
culturale, sociale. E’ stato edito con il
di Isolaccia e Pedenosso scomparso
di Verva, e Boron, dove i gruppi si sono
emozioni dei padri dell’alpinismo, ed in
contributo di A2A e con il patrocinio della la sera del 13 luglio 2007 di ritorno
ritrovati per un momento di amicizia
particolare dell’alpinista che al gruppo
Fondazione A.E.M. nella ricorrenza del
a Morbegno ove, in famiglia, stava
ed armonia, momenti di aggregazione
Piazzi dedicò molta parte della sua
centenario di fondazione, e stampato
trascorrendo un periodo di riposo a
che in genere la montagna favorisce e
attività di ascensione.
dalla SO.LA.RE.S. società cooperativa
cagione della sua salute malferma, da
che don Giovanni avrebbe apprezzato e
Il volume è frutto dell’attività e della
sociale che contribuì a far nascere e
una visita in Valdidentro, terra amata che
condiviso. costanza di Erasmo Schivalocchi e Angela sempre ha sostenuto per la meritoria
aveva animato per oltre trentanni con
VITO SOSIO
Martinelli, due amici ed estimatori di don azione di promozione lavorativa dei
la sua intrepida attività di prete colto e
Un libro su don Rapella
● Pubblicato uno studio
della Camera di
Commercio di Sondrio
● Confermati i dati
positivi degli
ultimi trimestri
● Il clima internazionale
di tensione e incertezza
pesa sulle aspettative
L’incertezza sul futuro
e l’economia della Valle
N
el secondo trimestre del 2011
è cresciuta la produzione
industriale in provincia
di Sondrio, segnando un + 2,3%
rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente. Un dato positivo ma
al di sotto della media Lombarda
che ha fatto registrare un +4,9%. In
Lombardia la performance migliore
è quella di Cremona (+8,6%), mentre
Lodi è l’unica provincia e registrare
un dato negativo (-8%). La fotografia
della realtà economica sondriese
è offerta da una ricerca curata da
Maria Chiara Cattaneo, ricercatrice
della Camera di Commercio di
Sondrio. “Nel secondo trimestre
2011 – scrive Cattaneo - si è
registrato un lieve rafforzamento
nella crescita sul periodo
precedente, per quanto riguarda la
produzione industriale, ma il quadro
di breve periodo resta incerto. In
Lombardia, i dati relativi al secondo
trimestre del 2011 segnano dati
ancora positivi, con una produzione
in crescita come nel primo trimestre
2011, con tassi più bassi rispetto a
quelli di fine 2010 (che, di contro,
erano più alti proprio come rimbalzo
rispetto al crollo del 2009) che
riflettono anche un rallentamento
in atto a livello internazionale. Non
sono mancati segni positivi, mentre
il clima di tensione ed incertezza
sembra incidere ora soprattutto sulle
aspettative”.
In provincia di Sondrio nel settore
industriale manifatturiero si
registrano aumenti negli ordinativi
– anche se si riducono gli ordinativi
dall’estero - produzione industriale
e fatturato. L’occupazione è, invece,
stabile.
Nel comparto dell’artigianato
manifatturiero aumentano gli
ordinativi interni e totali mentre
si riducono gli ordinativi esteri.
I rispettivi trend rimangono
in crescita. I valori indice di
occupazione, produzione industriale
e tasso di utilizzo impianti segnano
valori in aumento. Anche se i valori
congiunturali del fatturato sono
positivi –per fatturato interno e
totale in particolare – i rispettivi
trend sono ancora negativi, sia
pur in rallentamento rispetto ai
trimestri precedenti. Il settore del
commercio registra ancora difficoltà
con dati negativi rispetto al periodo.
Lo stesso avviene per il settore
dei servizi. Nel secondo trimestre
2011 a Sondrio le ore autorizzate
di integrazione salariale totali sono
510.756 con un aumento del 9,53%
rispetto al trimestre precedente e del
39,18% rispetto al secondo trimestre
del 2010. Aumenta soprattutto la
cassa integrazione straordinaria.
Nel turismo, rispetto al primo
trimestre 2010, i dati (sia pur
provvisori) registrano aumenti
negli arrivi e nelle presenze di
italiani e stranieri, con trend
sostanzialmente stabili. I dati relativi
al commercio internazionale per
il primo trimestre 2011 rilevano una
riduzione a livello congiunturale
sia delle importazioni sia delle
esportazioni dopo l’aumento
ALCUNI STRALCI
DELLA RICERCA
CONDOTTA DA
MARIA CHIARA
CATTANEO PER
LA CAMERA
DI COMMERCIO
DI SONDRIO
registrato nel periodo precedente.
Se il confronto viene fatto su
base annua, le importazioni
aumentano significativamente;
anche l’export aumenta ma molto
meno rispetto alle importazioni.
Complessivamente, secondo
l’indagine campionaria effettuata,
le aspettative sono positive per gli
artigiani mentre sono negative per
gli imprenditori industriali.
Lettere e Rubriche
Sabato, 27 agosto 2011 31
In memoria di un sacerdote recentemente scomparso. Mons. Alessandro Botta
S
e volessimo riassumere
al lusso. Quando era
in una frase la vita
arrivato a Sondrio aveva
di don Alessandro,
lasciato alcuni locali
per tutti don Sandro,
(compresa la sua camera
penso che sia molto adatta
da letto) arredati così
l’espressione “sacerdote
come erano. Anche nel
secondo il cuore di Cristo”.
vestito, pur avendo degli
Innanzitutto perché don
abiti che indossava in certe
Sandro aveva una sincera
particolari circostanze,
devozione per il Sacro Cuore di
amava la semplicità….Per lo
Gesù, secondariamente perché
più portava la veste talare,
è stato vero prete, qualunque
anche vesti vecchie, in cui
fosse l’incarico che ricopriva.
risaltavano le “sostituzioni”
Negli anni ’50 del secolo scorso
( di pezzi di maniche, o
assistente dell’oratorio di S.
di collo) a motivo della
Bartolomeo e coadiutore del
tonalità di nero diversa.
priore Msg. Onorio Cairoli.
D’inverno indossava una
Nel 1964 parroco a Gemonio.
papalina, fatta dalla sua
Poi direttore spirituale del
zia – diceva – con la lana
Seminario Minore quindi del
ricavata da una vecchia
Maggiore; fino al 1974, quando
sciarpa. Alla fine del 2002,
tornò a San Bartolomeo da
al compimento del 75°
priore in seguito alla morte
anno d’età, rimise il suo
di Msg. Cairoli. Dopo 13 anni
mandato nelle mani del
di fecondo ministero (non
Vescovo e chiese di poter
bisogna dimenticare che fu
andare al Santuario di
presidente del comitato per
Tirano come confessore.
il sedicesimo centenario
Lasciò Sondrio nell’estate del
della Diocesi nel 1985-86),
2003. Rimase a Tirano fino
con slancio giovanile accettò
al 2005. Quando si accorse
Don Sandro aveva una sincera devozione per il Sacro Cuore di Gesù
il trasferimento a Sondrio
che le forze venivano meno
e a 60 anni cominciò la sua
si ritirò all’Istituto “Santa
ed è stato vero prete, qualunque fosse l’incarico che ricopriva.
nuova missione. Io conobbi
Croce” di Como. Col passare
don Sandro quando, nel 1983,
del tempo divenne sempre
terminato il primo anno di seminario, ero
dall’impegno di Vicario, con grande
informato, ma aveva fiducia dei suoi
più taciturno. Anche prima però non si
alla ricerca di un confessore per l’estate…
umiltà. Io posso parlare solo di don
vicari, sia di chi, per così dire, “reggeva”
lamentava mai di niente: gli andava sempre
Mi rivolsi a lui, che fu ben lieto di farmi
Sandro arciprete di Sondrio… Innanzitutto la chiesa del Sacro Cuore (che serviva un
bene tutto, dicono le suore. Anche se
da guida spirituale. Ci ritrovammo 13
voglio sottolineare il suo “amore” per il
quartiere di settemila persone), sia chi
non mi riconosceva , o lo faceva con gran
anni dopo a Sondrio. Dopo quattro anni
confessionale. Passava in confessionale
operava presso la Collegiata. Ci teneva
fatica, l’ho visitato varie volte in questi
trascorsi a Traona, il Vescovo mi chiese
parecchie ore ogni giorno: in quelli feriali
molto che ci ritrovassimo ogni lunedì sera
ultimi mesi. Magari dopo un breve saluto,
di trasferirmi a Sondrio, sempre come
almeno tre ore al mattino (6.30/9.30) e
per stilare il programma delle settimane
rimanevamo in silenzio a guardare la
vicario. Furono anni molto belli ed intensi
due ore al pomeriggio (16/18). Celebrava
successive o per dividerci le incombenze
televisione, seduti vicino l’uno all’altro. Don
per me quelli con don Sandro, in tutto
la Messa delle 18.15…La domenica era
più immediate. Talvolta cenavamo insieme, Sandro amava molto la montagna e appena
cinque. In quegli anni don Sandro – dal
sempre in chiesa, mattino e pomeriggio.
con sua grande soddisfazione. In quelle
poteva andava – quando era a Sondrio- a
giugno ’98 al gennaio ’02- fu anche Vicario Magari portava con sé qualche
circostanze gli piaceva raccontare episodi
fare qualche escursione: “Tieni d’occhio
episcopale per la provincia di Sondrio, un
quadernino per scrivere, libri da leggere…
della sua gioventù in Seminario. Più di
la chiesa…ci vediamo stasera!”, mi diceva.
impegno gravoso per un uomo di 70 anni,
Voleva però che la gente lo trovasse in
tutto amava ricordare gli anni di vicario a
Padre, Dio dei cieli, Signore delle cime…
parroco di una grande parrocchia. Come
confessionale. Di penitenti ne aveva
San Bartolomeo (quattordici!). Ricordava
che hai chiamato a te il tuo servo buono e
suo solito, non si risparmiò e, finchè potè,
tanti, di Sondrio e dei paesi vicini. Voglio
volentieri anche gli anni passati a Gemonio. fedele… (come dice una famosa canzone),”
mantenne il doppio incarico. Quando si
ricordare la stima che nutriva nei confronti Infine un tratto caratteristico: la semplicità.
su nel paradiso, lascialo andare per le tue
accorse di non riuscire più a mantenerli
dei suoi coadiutori, stima che era anche
Era un uomo schivo, umile. La sua casa era
montagne.
tutti e due, chiese di essere sollevato
affetto paterno. Voleva essere sempre
decorosa ma povera; nessuna concessione
DON MATTEO FORNI
Secondo il cuore di Cristo
❚❚ L’informatore giuridico / 121
a cura di VITTORIO RUSCONI
Beni culturali ed esposizione pubblica del Crocifisso
I
n tema di beni culturali si ricorda che in data 12.7.2011 è
stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (n. 160) la Legge
n. 106 di conversione del D.L. n. 70 del 13.5.2011 (Decreto Sviluppo).
All’art. 4 del convertito decreto legge, in tema di “Costruzione delle opere pubbliche”, si prevede la seguente norma: “16.
Per riconoscere massima attuazione al Federalismo Demaniale e semplificare i procedimenti amministrativi relativi
ad interventi edilizi nei Comuni che adeguano gli strumenti
urbanistici alle prescrizioni dei piani paesaggistici regionali,
al Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni,
sono apportate le seguenti modificazioni:
a) all’articolo 10, il comma 5 è sostituito dal seguente:
«5. Salvo quanto disposto dagli articoli 64 e 178, non sono
soggette alla disciplina del presente Titolo le cose indicate al
comma 1 che siano opera di autore vivente o la cui esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni, se mobili, o ad oltre
settanta anni, se immobili, nonché le cose indicate al comma
3, lettere a) ed e), che siano opera di autore vivente o la cui
esecuzione non risalga ad oltre cinquanta anni»;”.
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La novità, assai importante per le realtà delle nostre Parrocchie, consiste nel fatto che il cosiddetto Decreto Urbani (D.Lgs. 22.1.2004, n. 42), prevedeva originariamente
al suo art. 10 l’obbligo di sottoporre alla disciplina della
tutela dei beni culturali (intendendo per beni culturali
“le cose immobili e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli altri enti pubblici territoriali, nonché ad
ogni altro ente ed istituto pubblico e a persone giuridiche
private senza fine di lucro, ivi compresi gli enti ecclesiastici civilmente riconosciuti, che presentano interesse
artistico, storico, archeologico o etnoantropologico”) gli
immobili risalenti ad oltre cinquant’anni.
Ora questo limite è stato innalzato da cinquanta a settanta anni.
I
n tema di esposizione del Crocifisso negli edifici
sul presupposto che lo Statuto d’Autonomia della
Regione Lombardia stabilisce all’art. 2, comma 4,
lettera f ), che la “Regione persegue, sulla base delle
sue tradizioni cristiane e civili, il riconoscimento e la
valorizzazione delle identità storiche, culturali e lingui-
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stiche presenti sul territorio”, è stato presentato un progetto
di legge (n. 74), assegnato alla VII Commissione del Consiglio regionale lombardo, il quale vuole dare attuazione al
principio sancito nella Carta fondamentale regionale attraverso la previsione dell’”Esposizione del Crocifisso negli
edifici e nei locali degli immobili regionali”.
La motivazione è spiegata nell’art. 1 del progetto, il quale
afferma: “Il Crocifisso rappresenta il simbolo della civiltà
e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendente da una specifica confessione religiosa ed è un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato
fondamento dei valori civili che sono i valori che delineano l’attuale ordinamento regionale statale. Il Crocifisso
con il suo valore spirituale contiene in sè anche i valori
della identità storica e culturale, il concetto di fratellanza,
di pace e di giustizia”.
La proposta prevede l’obbligo di esporre l’immagine del
Crocifisso, o un’icona cattolica, in ogni edificio, nonché in
ogni locale degli immobili regionaliLa mancata esposizione comporta l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria da € 120,0 ad € 1.200,00.
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32 Sabato, 27 agosto 2011
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