Numero Completo

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Numero Completo
della diocesi di como
Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale |
D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como
Anno XXXV - 5 febbraio 2011 - € 1,20
Italia
4
Cultura
5
Como
7
Morbegno
17
Quei registri
“fine vita” inutili
e illegittimi
Dentro il mistero
di quella nostra
“prima casa”...
Pm10:
i dati dicono che
l’aria migliora
Riflessione
sull’economia
sociale
an“tamento”
D ichiarazioni
ticipate di trat, che non han-
l ginecologo SalvatoIsimbiosi
re Mancuso svela la
madre-figlio
all’analisi dei nuD
meri emerge una
situazione di progressi-
l prof. Corno ha mesIportanza
so in evidenza l’imdi un nuovo
no alcun valore.
Editoriale
Educare alla pienezza
della vita
nel grembo materno.
vo miglioramento.
31
modo di fare impresa.
Egitto. Attesa dopo la “marcia del milione”
di Giuseppe Anzani
O
Giornata per la vita 8 - 9
“Centri di aiuto alla vita” in
diocesi: il senso di un servizio
Popoli
in rivolta
Anche il segretario generale
dell’Onu Ban Ki-moon esorta
i vertici egiziani ad “adottare
misure coraggiose rispetto
alle richieste delle migliaia di
persone che hanno manifestato
a favore del cambiamento
nel Paese”. Nella speranza
che la “rivoluzione” popolare
non venga tradita dal
fondamentalismo, come già
accaduto in Iran. Intanto tutto il
Medio Oriente è in ebollizione.
3e6
“Dalle sue piaghe siete stati guariti”
Chiesa locale
10
La diocesi pellegrina a
Roma per papa Wojtyla
(1 Pt 2, 24)
12
Como
18
Nostra intervista
a padre Giuseppe Turati
Valli Varesine
28
Una mostra dedicata
a S. Gianna Beretta Molla
Sondrio
32
Oratori in festa nel segno
di san Giovanni Bosco
AVVISO SACRO
ggi è la Giornata per
la Vita. Si celebra ogni
anno in tutta Italia,
accompagnata da un
messaggio dei Vescovi, dedicato
quest’anno a “educare alla pienezza
della vita”. Può sembrare strano che
un tema così semplice e comune
come la vita diventi qualcosa di
straordinario e problematico,
fino a farci pensosi. La vita è
il più grande dono che è stato
fatto a ciascuno, una specie di
miracolo, è la nostra presenza
dentro la storia dell’essere e la sua
bellezza.Amare la vita, accoglierla,
custodirla in ogni stadio della sua
parabola, dal concepimento al suo
termine naturale, è riconoscere
e partecipare a questa bellezza
della storia dell’essere. Ogni volta
che la vita è respinta o uccisa,
violata o disprezzata, l’umanesimo
si corrompe e degrada, perde
sapienza, avvizzisce e si spegne.
Ogni giorno le cronache ci mettono
sotto gli occhi episodi e costumi
di rifiuto e disprezzo per la vita.
Non senza ragione, dunque, il
messaggio della Vita dice “educare
alla pienezza della vita”; educare
significa far crescere negli uomini
la consapevolezza del valore e del
senso della vita; “pienezza” della
vita significa comprendere che il
dono fatto all’uomo vivente non
è solo qualcosa di biologico, ma è
qualcosa di divino, impronta del
suo amore. Le nostre singole vite
hanno momenti di fragilità e di
rischio, ma l’intreccio del reciproco
amore le conforta e le salva, mentre
l’indifferenza le uccide. Il sostegno
concreto alla maternità difficile aiuta
l’accoglienza della vita nascente
contro le tentazioni abortive; la
cura e la sollecitudine verso chi è
debole, vecchio, malato, è vita che
soccorre la vita. E’ questa, del resto,
l’immagine più vera dell’autentico
profilo umano, quello delle
moltissime persone che vivono con
semplicità e fedeltà questo servizio
fatto di amore e di gioia, pur quando
chiede sacrificio. L’odierna Giornata
per la Vita è occasione di accettare e
promettere amore. Con l’occhio teso
per prima cosa alle situazioni che
più delle altre chiedono aiuto perché
la vita è minacciata; col cuore aperto
alla pienezza di senso animata
dalla fede e dal vangelo. Nella
vicenda quotidiana c’è spazio per
tutti per amare la vita, per aiutarci a
rimontare le difficoltà rispettive, per
educarci a credere e a capire che lo
stile della vita sta nel “dono”, accolto
e partecipato. Il dono di sé, gli uni
per gli altri, che diviene come un
comune canto di speranza condivisa.
C.E.I.
UFFICIO NAZIONALE
PER LA PASTORALE
DELLA SANITÀ
11 febbraio 2011
La Santa Anástasi
Venezia, Basilica di San Marco
Volta ovest della cupola dell’Ascensione
(XII secolo)
XIX giornata Mondiale del Malato
Idee e opinioni
2 Sabato, 5 febbraio 2011
S
ono settimane che i
mezzi di informazione
sembrano dare
prova di discutibile
professionalità, di scarso
rispetto per i lettori, di faziosità
generata da una presunzione
ideologica. Tre aspetti che
meritano attenzione. Circa la
professionalità: potrebbero
essere una sana provocazione
e una occasione di verifica le
parole di Tucidide (siamo nel
420 circa a.C.!): “Per quanto
riguarda la mia cronaca dei
fatti di guerra mi sono posto il
principio di non scrivere mai la
prima storia in cui mi imbattessi
e di non lasciarmi guidare
neppure da impressioni generali;
o ero presente personalmente
ai fatti che ho narrato o mi sono
serviti di testimoni oculari,
controllando però con la maggior
attenzione possibile quanto mi
veniva detto. Neppure così è stato
facile scoprire la verità: differenti
testimoni davano degli stessi
fatti versioni diverse, o perché
favorivano l’una o l’altra parte
✎ FUORI DAL CORO |
di Arcangelo Bagni
La saggezza dello studente:
“Mi son stufi e vadu a ca”…
o perché non si ricordavano
bene”. La prospettiva è chiara:
per quanto sia scrupolosa, ogni
ricerca non può che restare
aperta. E veniamo allo scarso
rispetto verso i destinatari. Mi
piace, in questa prospettiva,
ricordare una pagina di A.
Massarenti nella quale egli
ricorda un aneddoto della vita
del filosofo italiano Francesco
Barone. Questi amava ricordare
di quando, prima di iniziare
l’università, nel 1942, fece
per qualche tempo il maestro
elementare in un paesino del
Piemonte. Alla sua prima lezione,
dopo aver parlato per una decina
di minuti, un ragazzino si alzò
dal banco, sbatté gli zoccoli e
si avviò verso la porta dell’aula
dicendogli: “Mi son stufì e vadu
a ca”. Ebbene, Barone ricordava
che la sua gratitudine verso
quel ragazzino durò per tutta
la vita, e per un motivo molto
semplice: gli aveva fatto capire
la cosa più importante per
chiunque si arroghi il diritto di
insegnare qualcosa a qualcun
altro. Chiara la lezione impartita
dallo studente al docente: “Parla
sempre in modo che chi ti ascolta
possa capire”. Il tuo interlocutore,
cioè, è una persona che ha una
sua cultura e i suoi interessi, che
meritano tutto il rispetto che
esigiamo per la nostra cultura e i
nostri interessi. Quel ragazzino
(con il quale il filosofo aveva
subito dialogato in dialetto)
lo aveva vaccinato per sempre
contro le caratteristiche tipiche
dell’intellettuale. Quali? Quelle
che fanno dell’intellettuale
(più presunto che reale!) un
individuo convinto della propria
superiorità e del proprio dirittodovere di indicare agli altri la via
giusta da percorrere, secondo
una tradizione che va dal refilosofo teorizzato da Platone
nella Repubblica fino agli utopisti
vagheggiatori otto-novecenteschi
che hanno sognato e proposto
una società perfetta. Proposte
che, guarda caso, riguardavano
e riguardano sempre e solo gli
altri. Ed eccoci al terzo aspetto:
la presunzione ideologica:
la convinzione che induce
intellettuali e opinionisti a fare
propria la teoria, campata per
aria, della “verità manifesta”. In
base ad essa, questi affermano
che la verità è manifesta, è
visibile a tutti, solo che lo
vogliano. I tanti seguaci di tale
teoria sono pronti a ripetere, con
noiosa monotonia, che solo per
la più depravata malvagità ci si
può rifiutare di vedere la verità
manifesta e che solo coloro
che hanno ragione di temere
la verità possono cospirare per
sopprimerla. Ma la teoria della
‘verità manifesta’ educa solo
fanatici e intolleranti: uomini
convinti che tutti coloro che
non vedono la verità manifesta
devono essere falsi e perversi.
Ma sono essi i fanatici e gli
intolleranti perché, di solito, la
verità non è affatto manifesta,
ma va cercata seguendo strade
diverse. Di fronte allo scenario di
queste settimane, non mi resta
che fare mie le sagge parole del
piccolo e avveduto studente:
“Mi son stufì e vadu a ca”.
COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola
Le intercettazioni
e i “certamen”...
L
La lingua latina gode di
a scorsa settimana abbiamo
parlato della lingua italiana
buona salute, nonostante
a proposito delle espressioni
la si consideri morta
“povera lingua!” e “lingua povera”,
e sepolta. Lo dimostra
usate non da oggi dai denigratori
di professione per descrivere lo
tutta una sfilza di gare
stato di salute del nostro idioma
di traduzione dal latino
nazionale. In verità - abbiamo visto
-, se non c’è da stare allegri, non c’è
ispirate agli autori classici.
neppure da stracciarsi le vesti. Solo
vada su Google e cerchi “certamen”:
in un caso particolare entrambe le espressioni, “povera
sì, le gare di traduzione dal latino generalmente riservate
lingua!” e “lingua povera”, sono valide e giustificate al
agli studenti liceali, e abbia la pazienza di spulciarne la
cento per cento: quando si tratta dell’italiano al telefono.
sfilza. Vedrà che tante ce ne sono, che in pratica tutti gli
Qui, ahinoi, grazie alle intercettazioni, emerge tutta la
autori classici latini sono stati “ingaggiati” per dar nome
“povertà” dell’italiano parlato dagli italiani e, purtroppo,
e lustro ai vari certamen sorti ovunque in Italia. Altri
dalle italiane. Sembra quasi che il telefono, oltre a
hanno dovuto ripiegare su denominazioni geografiche
esserne il rivelatore, sia anche l’istigatore e il complice
(Certamen Viterbiense, Syracusanum, Campanum) o di
di tale “povertà”, che con parola più acconcia potrebbe
altro tipo (c’è anche il Salesianum). Tra i nuovi arrivi,
semplicemente dirsi sconcezza. Che fare? Consoliamoci
notizia di questi giorni, merita segnalare da Acireale il
col latino. Sissignori. Sia perché fortunatamente il telefono Certamen Patristicum, originale per il tema scelto (il
è venuto dopo, sia perché, almeno fino ad ora, non si ha
brano da tradurre riguarderà l’Apologetica latina) e il
notizia di intercettazioni in cui gli intercettati abbiano
Certamen Vergilianum Neapolitanum, buon quarto tra
comunicato nella lingua di Cicerone. Infine perché,
i certamen virgiliani perché Virgilio già ne “sponsorizza”
paradossalmente, alla lingua latina non sono applicabili
tre, di cui uno a Fucecchio (Firenze) e due nella stessa
né l’espressione “lingua povera” né, tanto meno, “povera
Campania. Insomma, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, è un
lingua!”, nonostante molti la considerino da tempo morta
fiorire in Italia di certamen in una gara di emulazione
e sepolta. Altro che morta e sepolta! È più viva e arzilla
tra licei classici tale da far sorgere il sospetto che gli
che mai. Chi non crede in questo stato di buona salute
studenti di tali istituti siano più appassionati del latino
Aforismi
■ Gómez Dávila
Dopo aver screditato
le virtù, questo
secolo è riuscito a
screditare anche i
vizi. Le perversioni
sono diventate parchi
suburbani frequentati
in famiglia dalle
moltitudini domenicali.
Nicolás Gómez Dávila
(Cajicá 1913 - Bogotá 1994)
Scrittore e aforista colombiano
In margine a un testo implicito,
Adelphi 2001, pagina 23
I
bambini a cui nel maggio
scorso ho fatto la Prima
Comunione saprebbero
dare una risposta a Dante
Svarca, già comandante dei
Vigili urbani di Ancona, ora
in pensione (ha 72 anni).
Magari gli farebbero pure
un sorriso, intriso di quella
“credulità popolare” del cui
abuso, da un po’ di tempo
in qua, esponenti dell’Uaar,
Unione degli atei e agnostici
razionalisti, accusano preti e
vescovi. Stavolta minacciano
il vescovo di Ancona, mons.
Menichelli, e ce l’hanno con
la transustanziazione. Lo so
che la parola non è molto in
voga e forse non è più usata
al catechismo. Ne hanno
timore anche tanti teologi e
pastori della Chiesa cattolica:
la considerano una dottrina
medievale, poco ecumenica
e culturalmente inopportuna.
Comunque, vi assicuro che,
avendo trovato il coraggio di
dedicare il ritiro in preparazione
alla Messa di Prima Comunione
✎ Corsivo |
che della lingua italiana. Mah, valli a capire questi giovani!
Tanto viva e arzilla, la lingua latina, da provocare una
vivace polemica in ambito politico. La questione, anzi la
tenzone, è scoppiata alla Regione Lazio e vede sul campo,
nell’insolita veste di paladini del latino, gli esponenti
dell’opposizione di centrosinistra, i quali rimproverano
la giunta di centrodestra, capeggiata da Renata Polverini,
di aver tagliato di quasi la metà il contributo regionale
per il Certamen Ciceronianum Arpinas, la prestigiosa
gara internazionale di traduzione dal latino, che si svolge
dal 1980 ad Arpino, la città dove ebbe i natali Cicerone.
Nella foga della polemica, un consigliere del Partito
democratico, dopo aver accusato la Regione di voler
“tagliare” anche Cicerone, si è tanto immedesimato che
ha rivolto alla presidente il celebre attacco della prima
orazione ciceroniana contro Catilina: “Quousque tandem
abutere, Renata Polverini, patientia nostra?”. Fino a
quando, Renata Polverini, abuserai della nostra pazienza?
La risposta di Catilina purtroppo non è passata alla storia.
di Agostino Clerici
Sì, è vero, nell’Eucaristia non
avviene alcun fatto magico
proprio alla transustanziazione,
è stato un successone: i bambini
hanno dimostrato di capire
questa verità insita nel mistero
eucaristico, dimostrando quasi
una sintonia di pensiero con
quanto propone la fede della
Chiesa. Ma che cosa ha da
recriminare l’anziano vigile
urbano in pensione? Egli
sostiene che “l’ostia consacrata
non è il corpo di Cristo” e ha
diffidato il vescovo di Ancona
a dare disposizioni ai sacerdoti
della sua diocesi di “astenersi
dal presentare ai fedeli
l’eucaristia come il miracolo
della transustanziazione”.
Un secondo fine è quello di
contestare che siano stati
erogati fondi pubblici in vista
del Congresso Eucaristico
nazionale previsto proprio
ad Ancona nel prossimo
settembre. E sentite che cosa
scrive lo Svarca: “Ciò appare
ancora più ingiustificato
qualora venisse accertato,
con indagini ordinate da
codesto Ufficio, che durante
il rito eucaristico non avviene
alcun fatto magico e l’ostia
consacrata sia in tutto uguale
a quella non consacrata e, in
particolare, il Dna contenuto
nelle due ostie sia sempre
quello del grano da cui
proviene la farina”. Perbacco,
chissà se “codesto Ufficio” meglio chiarire che trattasi
della Procura del capoluogo
marchigiano, non certo
dell’Ufficio liturgico diocesano!
- avrà il tempo di dedicarsi a
questa indagine, visto che la
giustizia italiana è già in grave
ritardo su cose oggettivamente
più importanti per la
collettività. Se possiamo dare
un consiglio alla Procura, eviti
di spendere danaro pubblico
per costose analisi del Dna
delle due ostie, prima e dopo
la consacrazione: è la stessa
dottrina di quei “birbanti” di
preti e vescovi ad affermare
che, dal punto di vista di una
analisi biologica, lì c’è sempre
la farina del grano, sia prima
che dopo. Inutile dimostrare
una cosa già sostenuta dalla
“controparte”! Utile invece allo Svarca e a tutta la sezione
marchigiana dell’Uaar sarebbe venire a lezione di
catechismo dai miei bambini
della Prima Comunione, così
da imparare bene quello che
devono almeno conoscere se
vogliono contestarlo.
Attualità
Sabato, 5 febbraio 2011
3
Quali scenari dopo i giorni della lotta non violenta contro Mubarak? Il pericolo
è che la “rivoluzione” popolare venga tradita dal fondamentalismo, come già in Iran.
Egitto, ora è tempo di attesa
“V
ede questi carri
armati?” dice
una signora
anziana al
giornalista dell’“Independent”,
“hanno le armi puntate sulla
folla. Se sparano, Mubarak
è finito. Se non sparano,
Mubarak è finito”. Questa
frase, pronunciata con la
malizia e l’entusiasmo di una
ragazzina, rappresenta bene la
situazione dell’Egitto di questi
giorni. Dopo la Tunisia, la
consapevolezza che cambiare
è possibile si è diffusa in
Egitto, dove la gente è scesa
in piazza per provocare la fine
del regime di Mubarak.
In molti Paesi della regione
vi è una forte disuguaglianza
economica, con la
popolazione povera e ingenti
ricchezze monopolizzate
delle elite. Da molti anni
quelle stesse elite controllano
il potere: dal 1998 Ben Alì in
Tunisia, dal 1981 Mubarak
in Egitto, dal 1978 Ali
Abdullah Saleh in Yemen,
dal 1969 Gheddafi in Libia,
solo dal 2000 Bashar alAsad in Siria, succeduto per
designazione paterna nel
ruolo di “presidente” che
Hafiz al-Asad occupava dal
1971. Le manifestazioni di
questi giorni, che stanno
estendendosi allo Yemen,
alla Siria e, in misura
minore, all’Algeria, sono del
tutto politiche e chiedono
consapevolmente un
cambiamento.
Siamo di fronte all’ennesima
lotta di potere che usa le folle
per affermarsi? Il rischio
esiste, ma rispetto a casi
del passato oggi esistono
tre differenze. La prima è
l’interdipendenza data dalla
globalizzazione. In Egitto è
impossibile occupare il potere
in spregio della democrazia
senza conseguenze
internazionali, con perdita di
credito politico ed economico.
La seconda sono i nuovi media
gestiti direttamente dalle
persone, che diffondono in
sulle vie di uscita dalla crisi.
Con le manifestazioni l’ex
capo della Agenzia Onu
per l’energia nucleare, che
si è guadagnato la stima
internazionale – e il premio
Nobel per la pace – per
l’indipendenza con cui ha
gestito il dossier iraniano, è
rientrato nel Paese. È forse
l’unica persona oggi in
Egitto che, con la sua statura
internazionale, possa garantire
credibilità nei rapporti
internazionali, soprattutto
con gli Usa, alleato strategico
del Paese. La sua figura non
era così nota in casa, ma il
suo nome sta diventando
popolare, soprattutto dopo
la sua partecipazione alle
manifestazioni notturne che
hanno sfidato il coprifuoco. I
prossimi giorni ci diranno se
sarà lui a guidare il Paese o se
cadremo nel buio dei Fratelli
musulmani o di un militare,
l’altra forza che non ha ancora
fatto una vera scelta di campo.
L’ultima considerazione
Si è consapevoli che
solo un percorso
democratico può
legittimare un
cambiamento.
tempo reale le informazioni,
aggirando le censure del
regime. La terza è il sistema
di istituzioni multilaterali
regionali. Pur con molti limiti,
molti Paesi vittime di colpi di
Stato sono stati accompagnati
dall’Unione Africana (Ua)
negli ultimi anni verso approdi
democratici. Simbolicamente
proprio il neopresidente
della Guinea Conakry, Alpha
Condé, ha parlato a nome
dell’Ua per raccomandare
in Egitto libere elezioni. Si
ha l’impressione insomma
che sia sempre maggiore la
consapevolezza che solo un
percorso democratico può
legittimare e sostenere un
cambiamento. Lo stile non
violento delle manifestazioni,
che non è degenerato
nemmeno di fronte ad un
altissimo prezzo pagato in
termini di vite umane, sembra
confermare questa tendenza.
Che ruolo giocano i
fondamentalisti? Proprio
l’esempio iraniano fa temere
che una rivoluzione popolare
venga cinicamente cavalcata
e tradita. Se i fondamentalisti
dovessero affermarsi in
Egitto, cambierebbe l’intero
equilibrio mediorientale e
con esso quello mondiale.
In Tunisia, un Paese laico
con una condizione della
donna particolarmente
libera, la componente
integralista non è stata al
centro delle dinamiche.
In questi giorni è rientrato
dall’esilio Gannouchi, il leader
fondamentalista tunisino,
accolto da una grande folla,
ma anche da manifestazioni
molto partecipate contro
l’integralismo, segno
di una preoccupazione
esistente. In Egitto sono nati
i Fratelli musulmani, uno
dei movimenti integralisti
culturalmente più vivi di tutto
il mondo arabo. Mubarak
li ha sempre combattuti,
guadagnandosi la stima
Usa. Oggi hanno assistito
alle manifestazioni senza
partecipare all’organizzazione.
Non hanno un seguito
grandissimo nel Paese,
ma tutti hanno timore del
precedente iraniano, quando
Khomeini cavalcò e tradì la
rivolta popolare che aveva
cacciato lo Scià, e la comunità
internazionale è preoccupata.
Per ora tengono un profilo
basso, riconoscendo El
Baradey come interlocutore
per trattare col governo.
Proprio la figura di El Baradey
ci permette una riflessione
❚❚ I 27 ministri degli esteri europei decidono di... non decidere
Sapremo presto se
sarà El Baradey a
guidare il Paese o
cadremo nel buio dei
Fratelli musulmani.
riguarda le reazioni degli
occidentali. Netanyahu ha
incredibilmente dichiarato il
proprio sostegno a Mubarak,
superato in democrazia
dalle folle del Cairo. Obama
ha raccomandato il rispetto
dei diritti umani e la non
violenza, mettendo in atto
una potentissima iniziativa
diplomatica di dialogo con
l’esercito, i Fratelli musulmani
e lo stesso El Baradey.
Sarkozy, Merkel e Cameron
hanno firmato un documento
congiunto che chiede a
Mubarak nuove elezioni. In
silenzio, per ora, l’Italia.
RICCARDO MORO
di GIANNI BORSA
In un mondo in ebollizione langue la politica europea
L
o scenario mondiale è in ebollizione: proteste, scontri,
attentati, minacce alla pace, ai diritti umani e alla democrazia si riscontrano in ogni angolo del pianeta. Sono
problemi sempre presenti nello scacchiere internazionale, ma
in questa fase sembrano darsi triste appuntamento. Gli occhi
sono puntati su Egitto e Tunisia, ma come dimenticare Iraq e
Sudan, America Latina e Medio Oriente, Haiti e Albania, Costa d’Avorio e Sahel? Occorre peraltro riconoscere che questa
escalation di violenze colpisce in particolar modo le comunità
religiose e, su tutte, quelle cristiane.
In questa situazione – che qualunque mente libera da preconcetti può riconoscere – l’annunciato e poi mancato pronunciamento dei 27 ministri degli esteri Ue riuniti a Bruxelles il 31 gennaio deve far riflettere. La riunione prevedeva infatti, all’interno
di un fitto ordine del giorno, un dibattito sulla libertà di religione,
ma il testo, steso dall’Alto rappresentante per la politica estera,
Catherine Ashton, non ha soddisfatto i capi delle diplomazie,
prevedendo riferimenti troppo generici all’argomento e omettendo di citare espressamente le violenze subite dalle comunità
cristiane in tanti angoli del globo. L’insistenza di alcuni governi
per un testo più coraggioso, con la condanna di casi ben indi-
viduabili, che prevedesse anche possibili misure politiche
contro gli Stati che violano tale libertà, non ha ottenuto il
necessario consenso unanime. Così, nel documento finale
dell’incontro, composto da 21 pagine (la seduta dei ministri
ha dovuto dare la precedenza assoluta al caso-Egitto), l’argomento è liquidato con 2 righe: “Il Consiglio (affari esteri)
ha tenuto uno scambio di opinioni sulla libertà di religione
e di credo e ha deciso di tornare sul tema in una prossima
data”. Sarà la stessa Ashton a preparare un documento circostanziato. In realtà va riconosciuto che, in passato e ancora
di recente, le istituzioni Ue hanno levato la voce per denunciare le violenze contro i cristiani nel mondo. Ma se i diritti
fondamentali, fra cui s’impone la libertà di credo, vengono
negati, ogni occasione va colta allo scopo di custodirli. Per
far questo, però, occorre un’azione politica e diplomatica
non improvvisata, che sappia convincere di tale necessità
tutti i governi dell’Unione: sono questi, infatti, che hanno
materialmente affossato il pronunciamento del 31 gennaio,
non una generica e indistinta “Europa”.
Non meno semplice sarà il cammino verso prese di posizione che riescano a promuovere una reale, concreta tu-
tela delle minoranze religiose in Europa e nel resto del mondo.
In tal senso il prossimo documento da portare all’approvazione
dei 27 ministri degli esteri europei dovrebbe anzitutto tracciare
un preciso quadro della situazione delle violenze e delle discriminazioni in atto nel mondo; in secondo luogo dovrebbe
prevedere una durissima e non fraintendibile condanna dei
Paesi che non tutelano i gruppi religiosi minoritari e la libertà
di culto (su questi due punti la recente risoluzione del Parlamento europeo può fare da guida); dovrebbe infine indicare
impegni precettivi sul piano politico e diplomatico. Perché tale
documento non rimanga carta straccia, dovrà infatti vincolare
la stipulazione di accordi commerciali, lo stanziamento di aiuti
per la cooperazione, la firma di trattati o il varo di partnership
di qualunque tipo, alla piena e assoluta difesa dei diritti umani,
fra cui l’imprescindibile libertà religiosa. Certo questo comporterebbe una severa rivisitazione della politica estera (ed
economica) non solo dell’Ue nel suo complesso, ma di tutti
gli Stati membri. I governi, le opinioni pubbliche, le imprese, i cittadini-consumatori dovrebbero anche coerentemente
essere pronti a pagare il “prezzo necessario” per assicurare e
promuovere i diritti umani e la libertà di fede nel mondo.
Italia
4 Sabato, 5 febbraio 2011
Fisc: Ripristinare i
fondi per l’editoria
Lo chiedono
al Governo le
188 testate che
aderiscono alla
Federazione
dei settimanali
cattolici italiani
“Ripristinare i fondi per l’editoria,
già ampiamente ridimensionati negli
ultimi tempi”. È quanto chiedono le
188 testate che aderiscono alla Fisc
(Federazione italiana settimanali cattolici)
in una lettera inviata al presidente del
Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi,
ai sottosegretari alla presidenza del
Consiglio, Gianni Letta e Paolo
Bonaiuti, e ai ministri dell’Economia e
delle Finanze, Giulio Tremonti, e dello
Sviluppo economico, Paolo Romani,
in merito ai tagli previsti dal decreto
“Milleproroghe”. “Nello stesso giorno
in cui è stata pubblicata la Legge di
Stabilità che aumenta (comma 58,
art. 1) di 100 milioni il Fondo per
l’editoria nel 2011 – si legge nella
lettera – il Consiglio dei ministri ha
varato il decreto ‘Milleproroghe’ che
taglia 50 milioni allo stesso Fondo.
Al Senato, dove in questi giorni
sono in discussione alcune sanatorie
al decreto ‘Milleproroghe’, con più
emendamenti presentati da diversi
gruppi parlamentari di tutti gli
schieramenti – ricordano i 188 giornali
Fisc – è stato chiesto il ripristino
dei 50 milioni decurtati. In questo
modo si è aperto uno spiraglio che
auspichiamo venga confermato nelle
sedi opportune”. La Fisc “confida in un
positivo iter parlamentare del decreto
‘Milleproroghe’.
Fine vita. I registri comunali per le “Dichiarazioni anticipate di trattamento”
Inutili e
illegittimi!
Sono una settantina i
Comuni sinora che hanno
deciso di fare da sé,
istituendo una singolare
disciplina municipale sul
“fine vita”. Ma sono in
progressivo aumento.
S
ta prendendo sempre più
piede l’iniziativa, da parte di
alcuni enti locali, di istituire
appositi registri comunali
atti a raccogliere le dichiarazioni dei
cittadini di testamento biologico (le
cosiddette “Dichiarazioni anticipate di
trattamento” – “Dat”). Le questioni poste
da tali ordini del giorno sono molteplici,
specie con riguardo all’incompetenza
degli enti territoriali in tale materia (il
“fine vita”) e alla sostanziale inutilità
di detti registri. Ciò svela la loro reale
natura di operazioni per lo più politiche
e ideologiche volte a introdurre
surrettiziamente nell’ordinamento civile
presunti diritti non riconosciuti, una
forzatura politica, per “dare un segnale”
al Parlamento che sta decidendo in
merito. Queste operazioni – nell’assoluta
incertezza in ordine alla loro effettiva
operatività e legittimità nell’ordinamento
giuridico vigente – paiono rappresentare
un grave torto fatto agli stessi fruitori
del servizio di registrazione che, in
buona fede, ritengono di accedervi
pensando realmente di presentare valide
dichiarazioni testamentarie sulla propria
vita, pur difettando degli essenziali
elementi richiesti dalla legge. Ecco alcuni
elementi di illegittimità e di inutilità di
tali registri. Ai sensi dell’art. 13 del Testo
Unico Enti Locali (D. Lgs. 267/2000),
al Comune spettano le funzioni
amministrative (solo amministrative) che
riguardano la popolazione e il territorio
comunale (c’è quindi vincolo territoriale),
precipuamente nei settori organici dei
servizi alla persona e alla comunità,
dell’assetto e utilizzazione del territorio e
dello sviluppo economico, salvo quanto
non sia espressamente attribuito ad altri
soggetti dalla legge statale o regionale,
secondo le rispettive competenze. Quelle
di registrazione delle Dichiarazioni non
sono funzioni amministrative. Queste
ultime infatti presuppongono dei criteri
normativi di esecuzione. Occorre cioè
che sia predisposto un complesso di fini
da perseguire in una materia, ed una
struttura esecutiva in grado di attuarli;
ciò che non è nella fattispecie, ove
manca del tutto una normativa minima
in grado di indirizzare l’intervento in
via di amministrazione. In secondo
luogo, non si tratta di funzioni connesse
e limitate all’ambito territoriale. Si
pensi a quale grado di confusione si
potrebbe determinare se ogni Comune
decidesse i requisiti e le modalità di
formazione e di tenuta di detti registri.
Si produrrebbero (altro che disparità)
vere e proprie discriminazioni, tra i
residenti di un paese e quelli di un altro
a distanza di pochi chilometri. Stupisce
che certi commentatori, sempre attenti
a problemi di discriminazione, qui
non ne intravedano alcuno. Non v’è
dubbio che i registri debbano procedere
attraverso i servizi di stato civile e siano
sostanzialmente un servizio collegato.
L’art. 117 Cost. assegna alla competenza
legislativa esclusiva dello Stato in
via generale l’ordinamento civile e
specificatamente le materie di stato civile
e anagrafe. Ebbene, in questo settore,
l’apposita legislazione statale stabilisce
che le relative funzioni amministrative
sono esercitate dal sindaco, in qualità di
Ufficiale di Stato civile. Si tratta cioè “non
di funzioni comunali proprie”, bensì
delegate dallo Stato. Ora, non possono
essere utilizzati servizi di competenza
statale se non per le finalità e con le
modalità previste da legge statale.
Qui si verrebbe invece a realizzare
un servizio di stato civile aggiuntivo,
indipendentemente da previsioni
statali! L’art. 14 del Testo Unico precisa:
“Ulteriori funzioni amministrative per
servizi di competenza statale possono
essere affidate ai Comuni dalla legge che
regola anche i relativi rapporti finanziari,
assicurando le risorse necessarie”. Vi è,
cioè, espressa “riserva di legge”, del tutto
disattesa nel caso di specie. Inoltre, un
registro di tal fatta pare del tutto inutile
giuridicamente. Indipendentemente
dalla raccolta di queste Dichiarazioni,
esse difficilmente potranno poi
essere tenute in considerazione e
rispettate dall’ordinamento giuridico,
per mancanza degli elementi minimi
di correttezza di formazione e di
registrazione della volontà, oltreché
di privacy. Come minimo, si dovrebbe
assicurare un servizio a ciò destinato
sempre aperto al pubblico, in quanto
ciascuno dovrebbe avere la possibilità
di modificare, rettificare, cambiare,
stravolgere la propria Dichiarazione
in qualunque momento (anche un
secondo prima di venire a mancare).
Come ci si comporterebbe davanti ad
una Dichiarazione rilasciata in Comune,
di tenore diverso e opposto rispetto a
quella pronunciata chiaramente in altra
sede? E davanti ad una dichiarazione
che fosse non conforme a quanto
prevederà una futura legge? Chi assicura
l’autenticità della dichiarazione? È mai
possibile che un testatore sia meglio
garantito, rispetto ai propri beni, che
rispetto alla propria vita?
Stefano Spinelli, giurista
Degrado morale in Italia. Mons. Giovanni D’Ercole in margine al «caso Ruby»
Oltre il lamento indignato, l’eroismo della coerenza
C
iò che preoccupa di più nel caso Ruby
è spesso la reazione della gente che
riflette il degrado morale in atto in Italia e la perdita di punti di riferimento per
i giovani. è questa la riflessione di mons.
Giovanni D’Ercole, Vescovo Ausiliare de
L’Aquila e membro della Commissione per
la cultura e le comunicazioni sociali della
CEI. Nel commentare le tante ricostruzioni
e smentite che dominano le prime pagine di
tutti i quotidiani, mons. Giovanni D’Ercole
afferma che, “a parte la estenuante diatriba
politica, che qui meno mi interessa, sono i
commenti della gente che mi preoccupano”.
Il Vescovo Ausiliare de L’Aquila si dice infatti
ancora più preoccupato nel “vedere ‘smarriti’ ragazzi, adolescenti e giovani, con i quali
non sai più come impostare un discorso educativo. Mi preoccupano le famiglie che si trovano spiazzate nel loro già difficile compito
formativo. Certo, sarebbe ingiusto fermarsi
semplicemente alle vicende del premier – ha
sottolineato –. Il discorso è ben più vasto ed
abbraccia un insieme di situazioni che fanno
apparire chiaramente il degrado culturale
e morale nel quale ci troviamo, un degrado
che qualcuno ritiene come prodromo della
caduta della nostra civiltà”.
“La perdita del senso morale per cui non
sai più cosa sia bene e cosa sia male, perché tutto diventa indifferente ed accettabile,
porta con sé la perdita di riferimenti certi
– ha poi aggiunto – . Si ritiene la nostra una
società libera e invece ci si sente fortemente condizionati. Si finisce per ritener tutto
permesso se fattibile e funzionale al guadagno da conseguire senza troppa fatica,
come molti modelli pubblicitari fanno credere”. Mons. D’Ercole ha quindi accennato
a questo punto ai tanti “miti e paradisi artificiali” i tanti “miraggi di un facile successo
e guadagno” che fanno vittime tra i giovani
sfociando “in drammi personali con sconfitte umilianti”. “Penso – ha continuato – an-
che a quei ragazzi e a quelle ragazze, che
si vedono scavalcare da loro coetanei più
‘furbi, solo perché si rifiutano di accettare
proposte – diciamo – ‘compiacenti’ cedendo
a veri ricatti morali. Il risultato è che loro rimangono a ‘piedi’, mentre gli altri, più furbi
o più disinvolti, hanno ‘svoltato’ in cerca di
successo e notorietà”.
Di fronte a questa vera “emergenza” educativa, il Vescovo propone “una vera ‘rivoluzione’ silenziosa del bene”: “non riusciremo
forse a convincere tutti ed anzi molti giovani e adulti finiranno per lasciarsi incantare dalle pericolose sirene di un edonismo
consumista che addormenta le coscienze
e spegne la capacità critica. Alla deriva del
lassismo etico e morale si risponde non con
dichiarazioni e lamenti, bensì con l’eroismo
della coerenza – ha affermato –. E in questo
cristiani e uomini di buona volontà di ogni
fede possono stringere una provvidenziale
‘santa’ alleanza”.
Europa
❚❚ Chiesta l’apertura di indagini sul primo ministro del Kosovo
Sospetti di crimini su Hashim Thaçi
L’
Albania è sull’orlo di una crisi interna
che non lascia intravvedere sviluppi
positivi; in Kosovo si torna a parlare
di crimini di guerra ed emerge il nome dell’attuale premier; Croazia e Serbia vorrebbero
marciare verso l’Ue, ma l’Europa pretende,
e giustamente, piena collaborazione con il
tribunale internazionale per l’ex Yugoslavia.
E poi c’è il muro anti immigrati in Grecia, la
corruzione in Bulgaria, la crisi economica
in diversi Stati della regione… I Balcani e il
sud est europeo non attraversano di certo un
buon momento.
L’ultima notizia viene da Strasburgo: l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita dal 24 al 28 gennaio, ha chiesto l’apertura di indagini internazionali “sui crimini
commessi l’indomani del conflitto in Kosovo”. Si sospetta, da vari elementi presenti in
un rapporto dedicato al caso, che “sarebbero stati prelevati organi su alcuni detenuti in
territorio albanese per essere trasportati
all’estero per i trapianti”. L’Assemblea ha
dunque ordinato “indagini di controllo e
verifica sugli indizi che indicavano l’esistenza di centri di detenzione segreti sotto il controllo dell’Esercito di liberazione
del Kosovo” (Uck) e sulla “collusione, così
spesso denunciata, tra ambienti mafiosi e
politici”. Secondo la risoluzione, approvata
ad amplissima maggioranza, “gli orrendi
crimini commessi dalle forze serbe avevano suscitato una vivissima emozione nel
mondo, creando il presupposto che gli uni
erano necessariamente considerati come
carnefici e gli altri come vittime. La realtà è un po’ diversa e complessa”, secondo
l’organismo del CdE. Alla base del voto
si colloca un rapporto steso dal senatore svizzero Dick Marty, già noto per aver
rivelato l’esistenza delle prigioni segrete
della Cia in Europa. Il rapporto di fatto so-
stiene che il primo ministro Hashim Thaçi,
e vari membri del governo che hanno fatto
parte dell’Uck, siano responsabili di traffico
d’organi tratti da prigionieri albanesi e serbi.
Del caso si è occupata la stampa internazionale: il francese “Le Monde” aveva rilanciato la notizia lo scorso dicembre. Il britannico “The Guardian” ha recentemente scritto:
“Secondo fonti delle intelligence militari occidentali, il primo ministro kosovaro Hashim
Thaçi sarebbe stato identificato come ‘il pesce più grosso’ della criminalità organizzata
del suo Paese. Documenti della Nato indicano che gli Usa e le altre potenze occidentali
che sostengono il governo del Kosovo sono a
conoscenza da anni dei suoi rapporti con la
criminalità organizzata”. La stampa osserva
fra l’altro che l’oscura faccenda avrà pesanti
ripercussioni sul dialogo tra Serbia e Kosovo
e che la missione Eulex si vedrà costretta ad
avviare un’inchiesta su Thaçi.
Per “far crescere dal basso” l’Europa comunitaria
Ruolo importante
per lo sviluppo
nella solidarietà
eutanasia in
francia: no
del senato
Notizie flash
■ Russia
Preghiera per le vittime
dell’attentato di Mosca
La comunità cattolica russa si è ritrovata
il 25 gennaio a San
Pietroburgo per un
momento di preghiera
per le vittime
dell’attentato del
giorno prima
all’aeroporto di
Domodedovo 2 di Mosca, e per chiedere
a Dio “che doni la pace laddove è
minacciata”. Ad esprimere a nome dei
cattolici “dolore e sconforto” è mons.
Paolo Pezzi (nella foto)arcivescovo
metropolita della Madre di Dio a Mosca
e nuovo presidente della Conferenza
episcopale russa.
■ Scuola
Abbandono scolastico:
uno su sette lascia
■ Salute
Demenza senile,
priorità sanitaria
Nell’Ue si contano circa 270 enti
regionali: è necessario che le
regioni più arretrate siano aiutate
a crescere, mentre quelle più
avanzate restino competitive.
a politica di coesione territoriale attuata dall’Unione europea
“ha prodotto effetti di rilievo sull’economia, riducendo i divari e promuovendo lo sviluppo in campo ambientale e sociale”.
Per garantire che i fondi ad essa destinati siano impiegati in
modo più produttivo “dobbiamo però rendere tale politica ancora
più efficace, facendo sì che produca risultati concreti e misurabili”.
Johannes Hahn, commissario responsabile per la politica regionale
dell’Ue (nella foto), è certamente un fautore degli interventi attuati
dall’Ue27 per “far crescere dal basso” l’Europa comunitaria, secondo i principi della
solidarietà e della sussidiarietà. E proprio viata dalla relazione di novembre si chiuin questa direzione si orienta la politica re- de il 31 gennaio 2011. Lo stesso giorno e
gionale, che l’Ue ha inscritto nel suo dna il successivo è in programma a Bruxelles
(sin dai Trattati di Roma del 1957) e che un Forum europeo della coesione, inteha rafforzato e ammodernato in occasio- so a “discutere – come ha spiegato lo stesne dell’allargamento ai Paesi dell’Est euro- so Hahn – gli orientamenti per la futura
peo. Ogni tre anni l’Ue pubblica una “re- politica di coesione”, sui quali l’Esecutivo
lazione sulla coesione economica, sociale avanzerà delle proposte legislative la prose territoriale”: l’ultima in ordine di tempo sima estate. Il tutto si inserisce nella più
è datata novembre 2010 e intende aprire ampia riflessione sul budget comunitario
la strada a una revisione di tale azione co- e sulle prospettive di bilancio per il nuomunitaria, in relazione al mutato contesto vo periodo di programmazione finanziaria
economico recessivo, alle nuove sfide sul (2014-2020). In sostanza si tratta di capire
piano dei mercati e dell’occupazione, della se gli interventi attuati dall’Ue, in collabodemografia (invecchiamento della popo- razione con gli Stati membri e gli enti relazione, migrazioni…), delle accresciute gionali e locali, stanno facendo crescere
competenze Ue e del Trattato di Lisbona. le regioni più arretrate (nell’Ue si contano
La fase di consultazione continentale av- circa 270 enti regionali) e aiutando quelle
Il Senato francese ha deciso di
votare contro le tre proposte di
legalizzazione dell’eutanasia in
Francia presentate da altrettanti
deputati, sia del Governo che
dell’opposizione. è così culminato
un intenso dibattito nella società
francese tra difensori dell’eutanasia,
rappresentati soprattutto da JeanLuc Romero, dell’Associazione per
il Diritto a Morire con Dignità, e da
settori progressisti della sinistra
da un lato e associazioni pro-vita,
associazioni mediche (lo stesso
5
“Più di sei milioni di giovani, cioè
uno su sette nell’Unione europea,
dispongono solo del titolo di studio
secondario inferiore. Ciò significa che
possiedono qualifiche e formazione
insufficienti” per il mondo del lavoro.
“Questo è anche uno dei principali
ostacoli per gli obiettivi fissati dalla
strategia Europa 2020 per la crescita
intelligente e solidale”. Si tratta di
una delle conclusioni cui giunge
un rapporto della Commissione Ue
sull’istruzione in Europa, che è stato
presentato il 31 gennaio a Bruxelles,
con un insieme di iniziative volte a
ridurre l’abbandono scolastico.
i
n
o
i
g
re
L
Sabato, 5 febbraio 2011
più avanzate a procedere nel campo della
competitività, della “convergenza” e della
cooperazione. È evidentemente una prospettiva essenziale su scala europea, se si
considera che la politica di coesione assorbe oltre un terzo del bilancio di Bruxelles,
pari – per il periodo 2007/2013 – a 350 miliardi di euro. Con questo ramo della politica comunitaria si possono realizzare infrastrutture (strade, porti, aeroporti), tutelare
l’ambiente, promuovere il turismo. Oppure
finanziare corsi di formazione professionale o promuovere iniziative per l’inserimento
sociale e lavorativo dei disabili. Si può fare
cultura e aiutare la ricerca. Anche così, molto concretamente, si può procedere sulla
via dell’integrazione europea.
GIANNI BORSA, Bruxelles
Collegio medico) e di cure palliative
e istituzioni religiose e civili
dall’altro. Il dibattito era arrivato
a provocare divisioni all’interno
dei partiti stessi, soprattutto
nell’UMP di Nicolas Sarkozy. Poche
ore prima della votazione, lo stesso
Primo Ministro francese, François
Fillon, si è opposto a questi
progetti definendoli “precipitati”
e dicendo che non offrono “le
garanzie necessarie”, esortando
invece a “sviluppare le cure
palliative e respingere l’accanimento
Sono quasi 10 milioni i cittadini
europei affetti da demenza senile o dal
morbo di Alzheimer: si tratta di una
cifra già di per sé elevata, che tenderà
a crescere nei prossimi anni in Europa
visto il costante invecchiamento della
popolazione. Per questa ragione il
Parlamento europeo, nel corso della sua
ultima sessione plenaria, ha esortato
i governi dei Ventisette a dichiarare
queste patologie una priorità sanitaria
e sociale, a investire fondi per la
prevenzione, la cura e la ricerca, ad
accrescere il livello di cooperazione.
■ Diritti umani
Detenzioni segrete
in Europa?
Il Parlamento europeo torna sul
problema delle detenzioni segrete
sul territorio comunitario. Già nel
2007 l’Assemblea aveva approvato un
rapporto sul tema: il 25 gennaio la
commissione per i diritti umani ha
tenuto un dibattito, alla presenza di
alcuni esperti, dove si è parlato di
possibili “luoghi oscuri in Europa”. Il
riferimento esplicito è andato a basi
militari americane, basi di Paesi Ue,
navi, trasformate temporaneamente in
luoghi segreti di prigionia.
terapeutico”. La mattina stessa
della votazione, l’associazione
Alliance pour les Droits de la Vie ha
organizzato una manifestazione
davanti al Senato dopo aver
raccolto circa 55.000 firme sulla sua
pagina web www.fautpaspousser.
com. L’Arcivescovo di Parigi, il
Cardinale André Vingt-Trois (nella
foto), che aveva respinto a nome
della Chiesa cattolica il disegno
di legge in varie occasioni, ha
lodato la decisione del Senato.
“La cultura del nostro Paese, la
sua storia, la sua responsabilità
di fronte all’Europa e al resto del
mondo, così come la sua fragilità
attuale, ci impegnano a dare prova
di ambizione etica, con coraggio ed
entusiasmo”, ha affermato. Sarebbe
illusorio, ha aggiunto il Cardinale,
“confondere il minimo comune
denominatore etico con la coesione
sociale. Solo un’alta visione
dell’uomo permette di costruire la
pace. Il consenso che vuole fondarsi
sull’etica minima sarebbe di fatto
una caricatura senza futuro”.
6
Mondo
Sabato, 5 febbraio 2011
Notizie flash
■ Botswana
Diritti e discriminazioni
per i boscimani
Sembra una conquista solo a metà per
i Boscimani del Botswana la sentenza
dello scorso 28 gennaio.
La Corte d’appello nazionale infatti ha
riconosciuto ai Boscimani il diritto di
utilizzare l’unico pozzo, su un territorio
di 53.000 metri quadrati, presente nella
loro riserva. L’accesso al rifornimento
idrico era stato negato dallo stesso
Governo di Gaborone nel tentativo
di eliminare dal territorio nazionale
l’etnia, una politica avviata negli anni
’90. I problemi non sono tuttavia finiti.
Pare che nell’area della riserva verrà a
breve aperta una nuova miniera senza
che gli abitanti siano stati informati
delle conseguenze dell’attività
estrattiva.
■ Giordania
Proteste contro il
governo ad Amman
Anche la Giordania scende in piazza
e manifesta contro il suo Governo ad
Amman e nelle principali città del
Paese, chiedendo le dimissioni del
governo in carica guidato dal primo
ministro Samir Rifai. Solidarietà da
parte dei dimostranti verso gli egiziani,
gli yemeniti e gli algerini che si stanno
opponendo ai rispettivi governi o
che, come i tunisini, sono riusciti a
far cadere il proprio capo dello Stato.
Le proteste, per ora pacifiche, sono
soprattutto contro l’aumento dei prezzi
dei generi di prima necessità e contro
il governo.
Grecia, verso
un nuovo muro
A
i primi di gennaio il governo greco ha annunciato la
costruzione di un muro sulla frontiera con la Turchia
per limitare l’afflusso di immigrati provenienti dall’Asia
centrale. La Grecia negli ultimi anni è divenuta, infatti, la via
di accesso principale dei migranti diretti in Europa. Secondo
la stampa greca il governo
l’intera vicenda. Secondo
intende realizzare una
alcuni analisti, però, la
barriera di filo spinato lunga
barriera sarebbe una risposta
12 chilometri e dotata di
superficiale. “Per risolvere
telecamere nella valle vicino al
l’emergenza dell’immigrazione
fiume Evros,nella Macedonia
bisogna – spiegano orientale, uno dei principali
affrontarne le cause profonde”,
punti di ingresso. La decisione
che “vanno ricercate nei Paesi
sarebbe stata assunta dopo un
di origine degli emigranti
recente incontro tra funzionari
così da elaborare delle
greci e turchi a Edirne, città
politiche appropriate” con
di confine. Il nuovo “muro”
il sostegno dell’Ue e delle
europeo potrebbe essere
Nazioni Unite. La scorsa
realizzato entro un paio di
settimana 250 migranti afgani
mesi, benché la Commissione
hanno occupato l’anfiteatro
Ue segua con preoccupazione
dell’Università di Atene
per protestare contro la
lentezza del governo greco
nelle procedure di asilo.
Sull’argomento è intervenuta
anche l’agenzia dell’ONU per
i rifugiati (UNHCR) che ha
espresso preoccupazione per
la decisione. L’Unhcr sottolinea
che fra coloro che vogliono
entrare in Grecia dalla Turchia
ma originari fra l’altro di paesi
quali Iran, Afghanistan, Iraq
e Somalia vi sono numerose
persone bisognose di
“protezione internazionale”
a causa della violenza e della
persecuzione da cui fuggono.
“Costruendo muri difficilmente
si risolvono i problemi alla base
della pressione migratoria”
sottolinea l’Unhcr. Il ministro
greco della protezione del
Cittadino Christos Papoutsi ha
tuttavia ribadito che la Grecia
non è più in grado di sostenere
l’ondata migratoria e “prenderà
tutte le misure necessarie
inclusa la costruzione della
barriera lungo l’Evros”. (M.L)
Crisi politica. L’analisi di Redaelli del centro Volta di Como
Un futuro in bilico
Sud Sudan
Referendum:
verso la secessione
A pochi giorni dalla proclamazione dei
risultati definitivi (attesi per il 7 febbraio),
sembra ormai scontata la vittoria dei
secessionisti nel referendum tenuto dal 9 al
15 gennaio scorso in Sud Sudan. Secondo i
primi dati, quasi il 99% dei votanti nel Sud
del Paese avrebbe scelto l’indipendenza.
Percentuali minori per gli elettori sud
sudanesi al Nord. Ora si attende di capire
quali saranno le reazioni del governo al
momento della proclamazione dei risultati.
■ Brasile
Una giornata
contro la schiavitù
28 gennaio 2004, quattro funzionari
del ministero del Lavoro vengono
brutalmente assassinati mentre
verificano denunce su lavoratori
costretti in condizioni di schiavitù
in una zona rurale nello Stato
sud-orientale di Minas Gerais.
Per ricordarli la Giornata contro il
‘lavoro schiavo’. Sono oltre 38.000
i lavoratori ‘liberati’ da condizioni
di schiavitù negli ultimi 15 anni in
Brasile. La legge è molto chiara: il
‘lavoro schiavo’ è un attentato alla
libertà e alla dignità delle persone.
Le vittime però sono, secondo una
stima, almeno 25.000 ogni anno.
(B. M.)
R
ivolta del pane in Tunisia dove è stato deposto il regime di Ben Alì,
scontri e proteste contro il presidente Mubarak in Egitto, forti tensioni
politiche in Libano dove il miliardario Najib Miqati, candidato indicato
da Hezbollah, ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo,
ed ora manifestazioni contro il carovita anche ad Amman, in Giordania,
dove il re Abdallah II ha promesso riforme economiche. Il Medio Oriente
torna ad infiammarsi preoccupando non poco la comunità internazionale. Si
tratta solo di “un effetto contagio” oppure siamo davanti allo sfaldamento di
regimi dittatoriali che hanno perso ogni spinta? Il SIR lo ha chiesto a Riccardo
Redaelli, direttore del “Middle East program” del “Landau Network-Centro
Volta” di Como.
“Stiamo assistendo - afferma - a qualcosa che riguarda tutto il mondo
arabo: la crescente sclerotizzazione dei regimi al governo, la mancanza di
un’opposizione e il fallimento
economico nell’offrire condizioni di
vita adeguate ai propri cittadini che
la crisi è del sistema politico interno
possano smontare lo scontento. Sono
che non ha mai saputo pienamente
caratteristiche che accomunano un
emanciparsi dopo la cacciata
po’ tutti i Paesi arabi e che ci spingono della Siria che ne controllava la
a parlare di possibile contagio”.
politica, dopo l’assassinio di Hariri
padre. Ciò è dovuto a tatticismi e
Ci sono delle differenze tra Paese e
corruzione nelle diverse fazioni e
Paese?
soprattutto perché Hezbollah, il
“Ci sono situazioni più particolari
partito sciita vicino all’Iran, non
legate a contingenze del momento.
ha saputo scegliere se diventare un
In Tunisia abbiamo assistito ad
vero partito politico o continuare ad
un crollo quasi subitaneo del
essere una milizia, ovvero uno Stato
regime, che aveva perso ogni spinta
nello Stato. Ora Hezbollah ha soldi,
propulsiva. La cosa interessante è
fondi e una certa credibilità e sta
che, almeno per il momento, non
cercando di ritornare al centro della
c’è stata quella che spesso viene
vita politica del Paese. E ciò rischia
chiamata, la trappola mediorientale,
di destabilizzare ulteriormente il
ossia il dover scegliere tra un
Libano e di preoccupare ancora di
regime autoritario e un’opposizione
più Israele”.
islamista radicale”.
Proteste anche nella Giordania di
Tensioni politiche in Libano dove
Abdallah II...
Hezbollah sembra aver ripreso
“La Giordania ha una monarchia
forza. È così?
moderata che cerca di gestire le
“Il Libano è un Paese arabo a sé stante diverse tensioni interne. Vive di
rispetto agli altri, molto frammentato
aiuti ed è un Paese che sta soffrendo
con la presenza politica dei cristiani
molto la crisi economica e per
maroniti, dei sunniti e degli sciiti
questo continua a necessitare del
specie quelli che si riconoscono in
sostegno internazionale che serve a
Hezbollah. Qui la partita non ha
evitare il rincaro dei prezzi e le spinte
molto a che fare con la guerra del
islamiste collegate alla minoranzacarovita come in Tunisia. In Libano
maggioranza palestinese presente
Non solo Egitto ma
anche Tunisia, Libano
e Giordania in crisi.
Regimi decennali a rischio:
la riflessione di un esperto
di questioni Medio Orientali
nel Paese e che rende più fragile
l’equilibrio fra corona, popolazione
araba beduina e palestinesi. Il
sostegno ad una casa regnante
moderata è fondamentale se non
vogliamo far precipitare tutta la
regione in una fase di instabilità
molto preoccupante. La Giordania
è essenziale anche per la direzione
degli aiuti verso l’Iraq, quindi
è un Paese che non può essere
destabilizzato”.
Alla luce di quanto sta accadendo è
possibile tracciare delle prospettive
future?
“Direi che adesso è difficile fare
previsioni per il Medio Oriente.
Quanto accade mostra come i
regimi usciti dalla decolonizzazione,
militari, autocratici, clientelari,
corrotti, inefficienti, abbiano esaurito
la loro spinta propulsiva e come la
loro incapacità di riformarsi e di
aprirsi anche a riforme moderate
li stia trascinando nel baratro. È un
problema serio che la Lega Araba
e tutta la Comunità internazionale
dovranno prendere in seria
considerazione anche per non cadere
nel rischio di derive islamiste e
radicali”.
Cultura
Dentro il mistero
di quella nostra
“prima casa”...
Il ginecologo Salvatore Mancuso, a colloquio
con la giornalista Mariella Zezza, ripercorre
una storia che appartiene a ciascuno di noi.
V
i sono dei libri che dovrebbero
leggere proprio coloro che
invocano, ad ogni pié sospinto,
la scienza con le sue scoperte.
Nonostante sia stato pubblicato negli
Oscar Mondadori, il volume del
ginecologo palermitano Salvatore
di Agostino Clerici
Mancuso merita una grande attenzione
proprio sotto il profilo scientifico, anche
se lo scopo che l’autore si prefigge
nel dialogo con la giornalista di RaiNews 24 Mariella Zezza (ora assessore
al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio) è divulgativo. Ben venga.
Abbiamo bisogno che certe notizie scientifiche vengano divulgate. Peccato
che, poi, quando si parla di vita nascente, si continuano a perpetuare - anche e
soprattutto nei dibattiti cosiddetti culturali e nei salotti televisivi e radiofonici
- le solite quattro idee ben confuse della propaganda laicista, che rifiuta anche
l’evidenza che può derivare dalla conoscenza scientifica. La mia prima casa
(Mondadori 2010, euro 10,00), come dice il sottotitolo, è la “storia di una
meravigliosa simbiosi”. Al di là delle preziose informazioni sul sempre meno
misterioso processo della vita, dal concepimento al parto, le trecento pagine
del libro mettono l’accento sul fatto che, in quella “prima casa” che tutti
abbiamo avuto nel grembo di nostra madre, la comunicazione non è a senso
unico - dalla madre al figlio - ma realizza
una vera e propria simbiosi, uno scambio
di doni. Il feto regala alla madre un flusso
enorme di cellule staminali durante tutto
il periodo della gravidanza, una sorta di
imprinting permanente. Scrive il Mancuso:
«Sia durante la gravidanza, sia a distanza
di tanti anni, le cellule staminali dei figli,
incorporate e domiciliate nell’organismo
materno, mantengono le caratteristiche
della loro plasticità riparativa a vantaggio
della madre. Anche se la gravidanza
non giunge al suo termine naturale, ma
si interrompe, sia spontaneamente sia
volontariamente in epoca precoce, le
staminali fetali si riversano ugualmente
copiose nell’organismo materno, si
impiantano stabilmente e rimangono nella
madre per sempre, quasi a mantenere la
traccia e la rimanenza vivente di un figlio
mai nato». Questa è una notizia scientifica
che dimostra una verità che l’antropologia
cristiana annuncia come nota caratteristica
dell’essere umano: l’amore, inteso come
agape, come dono gratuito. Il prof. Salvatore
Mancuso riporta il caso di una madre che
aveva volontariamente abortito il proprio
figlio e che, parecchi anni dopo, si ritrovò il
fegato - affetto da epatite C - rigenerato con
cellule aventi le caratteristiche genetiche
del padre di quel feto abortito in passato: la
mamma lo aveva... ucciso e lui, in cambio,
a distanza di anni l’aveva guarita! In questi
giorni di nausea informativa, bisognerebbe
subito organizzare una puntata di
«Annozero» o di «Porta a porta» per parlare
di questa scoperta scientifica. Dubito che lo
faranno mai, ma questa simbiosi maternafetale, che dura ben oltre il parto, è una
bella notizia di vita. Ho provato anche
a pensare una possibile applicazione
teologica di questa scoperta della scienza.
I Padri del quarto secolo si batterono per la
definizione di Maria come thetokos, madre
di Dio e non semplicemente di Gesù, e
avevano ragione: in Maria rimase per tutta
la vita (e per sempre) una traccia delle
cellule staminali del Figlio di Dio. Questa
presenza biologica di Dio - si sa che la
natura umana e quella divina non possono
essere separate in Cristo - spiega molto
bene anche il dogma dell’Assunzione di
Maria. La scienza giunge, quindi, a dare un
supporto al dogma? Questo è un problema
che i teologi sapranno sviscerare. A noi
basta sapere qualcosa di più di quella nostra
“prima casa”, che è stata così importante per
noi e... per nostra madre.
Università in Europa
L’
Novità in libreria
■ Roberto Reggi
Traduzione interlineare
dei Numeri (EDB)
Per cultori esperti della Bibbia,
Roberto Reggi sta curando la traduzione
interlineare italiana dei libri della
Bibbia. Il volume dedicato al libro dei
Numeri è il quattordicesimo della collana
(euro 10,50).
■ Laila Lucci
Traduzione e commento
di Gioele (San Paolo)
Introduzione, traduzione
e commento del libro di
Gioele di cui si presenta
il testo antico (in
ebraico)e una possibile
versione italiana fedele e
attenta. La collana
“Nuova versione della
Bibbia dai testi antichi”
si caratterizza per i due livelli dell’analisi e
del commento: il primo, filologicotestuale-lessicografico, offre
puntualizzazioni legate alla critica
testuale; il secondo, esegetico-teologico,
tiene presenti le unità letterarie del testo
biblico, fornisce la struttura delle parti,
per poi procedere al commento delle
sezioni che le compongono e dei brani in
cui queste ultime sono articolate (euro
13,00).
■ Rosalba Manes
Lettera a Tito - Lettera
a Filemone (San Paolo)
Introduzione, traduzione
e commento delle lettere
a Tito e a Filemone di
cui si presenta il testo
antico (in greco) e una
possibile versione
italiana fedele e attenta.
La lettera a Tito ci offre
interessanti squarci
sulla vita della comunità protocristiana:
la nascita dei ministeri, il costituirsi di
una tradizione dinamica, la necessità di
custodire la fede da possibili devianze,
l’esigenza di “abitare” il mondo e inserirsi
nella fitta rete dei suoi equilibri sociali e
istituzionali (euro 14,00).
Alla scoperta di Maria
nei Vangeli (Elledici)
Il libro raccoglie una
serie di meditazioni sui
racconti evangelici che
parlano di Maria. Quando
facciamo memoria degli
eventi della nostra
salvezza, noi ci
incontriamo con Gesù, il
Salvatore, l’unico
Mediatore, ma ben sappiamo che non
possiamo incontrare Gesù senza incontrarci
con Maria (euro 6,00).
Dal 27 al 30
gennaio si è tenuto a
Monaco di Baviera il
Congresso Europeo
sulle prospettive della
pastorale univesitaria.
di tre docenti universitari cattolici ha
mostrato come questo “collegamento” sia
possibile. Jacek Blazewicz, bionformatico
dell’Università di Poznan, ha fatto
l’esempio della “teoria del Biologos” di
Francis Collins: secondo quest’ultima “se
oggi abbiamo delle ipotesi scientifiche
sull’origine dell’universo, come quella
del Big Bang, non esiste alcuna teoria
ritenuta valida su cosa ci fosse prima”
ed è “accettabile per gli scienziati, anche
se non sono religiosi, l’idea che Dio
abbia creato l’universo e le leggi che lo
governano”. Francis Rey, matematico
e filosofo del Politecnico di Parigi ha
mostrato, attraverso il pensiero di Husserl
e René Girard, come “la scienza possa
prendere seriamente la Rivelazione
7
■ Mario Galizzi
Fede e scienza:
insieme si può
esplorazione del rapporto
tra fede e ragione all’interno
dell’università, se essa vuole
essere intesa come un’istituzione e
una comunità dedicata allo sviluppo
della conoscenza e al servizio del bene
comune, è stato al centro di tutta la
riflessione del Congresso europeo
“Formazione, educazione e Vangelo.
Prospettive della pastorale universitaria
in Europa” (Monaco di Baviera, 27 - 30
gennaio), e anche del messaggio inviato,
a conclusione dell’evento, dal card.
Péter Erdö, presidente del Consiglio delle
conferenze episcopali europee (Ccee).
“La pastorale universitaria – ha scritto
infatti il prelato - non deve occuparsi
solo degli studenti e dei loro programmi
per il tempo libero, ma lavorare per
stabilire l’incontro tra la ricchezza del
messaggio del Vangelo e la pluralità e
l’immensità dei campi del sapere umano.
Nelle comunità universitarie i teologi
e gli scienziati, ciascuno per la propria
competenza professionale, possono
favorire il collegamento della nostra fede
cristiana con la prassi della vita nella
nostra società”. E proprio l’intervento
Sabato, 5 febbraio 2011
ed esprimerla nel proprio linguaggio”,
anche se oggi il problema vero è che “gli
studenti non accettano che gli accademici
ignorino le questioni di senso” e, su
questo versante, “il cristianesimo può
contribuire a ‘riorientare’ le scienze
umane e far sì che non si considerino
gli esseri umani come ‘ombre che
camminano”. João César Das Neves,
economista dell’Università cattolica di
Lisbona ha ricordato che “anche Gesù
quando è venuto sulla terra ha lavorato
in un laboratorio artigiano, mangiava con
i pubblicani, gli antenati dei finanzieri
contemporanei” e “in un certo senso è
stato anche un grande ‘manager’: Dio
ha voluto essere parte di tutta la vita
dell’uomo, anche dell’economia”.
■ Maggi - Vivian
Itinerario biblico
attraverso le icone (Elledici)
Il volume presenta e
commenta cinque icone
russe: Battesimo di Gesù
(due icone), Gesù tra i
dottori, la crocifissione, la
Pentecoste. Per ogni icona
una duplice riflessione: il
commento al testo biblico
rappresentato
nell’immagine, proposto dalla pastora
battista Lidia Maggi; e una lettura teologica
dell’icona curata dal teologo cattolico Dario
Vivian (euro 9,00).
a cura di Agostino Clerici
8
Giornata per la Vita
Sabato, 5 febbraio 2011
cinquecento donne
assistite nel solo 2010
Sono 496 le
S
donne che nel
corso del’anno
appena trascorso
si sono rivolte
ai cinque CAV
presenti in diocesi
ono quasi cinquecento - per l’esattezza
496 - le donne rivoltesi nel 2010 ai
cinque Centri di Aiuto alla Vita (CAV)
presenti nella nostra diocesi. Un numero
che diventa ancora più elevato se
consideriamo le donne accolte negli anni
precedenti ed ancora seguite. Si tratta
per la maggioranza di donne in difficoltà
economica, in prevalenza straniere
anche se non mancano le donne
italiane, in crescita negli ultimi anni:
in media le italiane corrispondono
attorno al 15-20%, con un picco del
30% per il CAV di Laveno Mombello dove
nel 2010 sono state accolte 74 donne
(51 straniere e 23 italiane). Al CAV di
Mandello del Lario si sono rivolte 74
donne, a Sondrio 70, a Morbegno 80 e
a Como 198. Se è vero che molte delle
donne si rivolgono al CAV per questioni
“materiali” dalla mancanza di lavoro,
alla casa, dalle difficoltà economiche,
alla mancanza di una rete di sostegno
familiare, è altrettanto vero che non
mancano casi in cui è l’accettazione
stessa della gravidanza ad essere in
dubbio. Al solo CAV di Como sono state
23 le donne arrivate con il certificato
d’aborto o intenzionate ad abortire.
Di queste 8 hanno poi effettivamente
abortito. Nel 2010 solo considerando
l’ospedale Sant’Anna di Como e il
Sant’Antonio Abate di Cantù sono stati
effettuate 648 aborti. (M.L.)
I CAV in diocesi. Una riflessione sul servizio dei Centri attivi sul territorio alla vigilia
dell’incontro di tutti gli operatori e dei volontari con il Vescovo Diego Coletti a Morbegno.
Il senso di un servizio alla vita.
A
lmeno una volta all’anno,
dal 1979, siamo invitati
a riflettere sulla vita,
considerandone il
senso, il suo iniziare e terminare
terreno, e di conseguenza
la realtà, i diritti, i doveri,
le opere di ciascuno, come
singoli e come appartenenti
alla comunità sociale. Per
non essere chiusi, estranei
o, ancor peggio, assuefatti di
fronte al pensiero corrente
che proclama come assoluto il
diritto all’autodeterminazione
di sè. Una tentazione presente
da sempre ma che rischia di
essere maggiore oggi e in futuro
perché, paradossalmente,
disponendo di condizioni di
esistenza sempre migliori,
vogliamo elaborare progetti di
“sicurezza”, eliminando tutto ciò
che è scomodo, imprevisto o,
semplicemente, gravoso. Si arriva
così a confondere l’essere con il
ben-essere, il ben-essere con il
ben-avere, l’ espressione della
libertà con l’adesione alla verità,
fino ad ammettere il diritto alla
soppressione di sé o dell’altro.
Rispondere al possesso con
il dono, alla solitudine con la
vicinanza, alla prevaricazione
sui più piccoli con l’accoglienza
partecipata: questa è l’origine
e l’attività dei Centri di Aiuto
alla Vita. I CAV sono nati per
la convinzione che la vita di
ciascuno è unica ed irripetibile
fin dal concepimento, ove si
genera una nuova persona, da
rispettare e difendere, senza
condizioni. Sull’esempio del
primo, quello di Firenze nel
1975, stimolati dall’evento critico
della legalizzazione dell’aborto,
sono fioriti e fioriscono altri
Centri. Erano diciannove in Italia
quando si è formata a Como
l’associazione il 6 novembre
1978, per iniziativa promossa
dall’Azione Cattolica, e sposata
dal vescovo Ferraroni. Era
stato il Vescovo ad incaricare la
Caritas di convocare, insieme
al consultorio La Famiglia,
tutte le associazioni del mondo
cattolico locale, coadiuvati
dall’esperienza del precursore
Centro già sorto a Milano. Ad
più delle nostre pur necessarie
argomentazioni verbali, perché
“c’è un confronto dottrinale,
che può e deve essere a
volte duro, ma c’è anche
questa immensa capacità di
squadernare dinanzi al mondo
un modo nuovo di accogliere
la vita”.
Oltre ad una abituale
intercomunicazione telefonica
e telematica tra i Centri della
diocesi, dall’aprile del 2010 si
è costituita una vera e propria
rete che ha avanzato intenti e
prospettive: metodici incontri
“interni” e di confronto
almeno due volte l’anno;
un incontro unitario con la
pastorale giovanile e familiare;
un collegamento sistematico
con l’associazione “Scienza e
Vita”; l’eventuale elaborazione
di proposte nei cammini
formativi diocesani e nelle
catechesi; l’eventuale ricezione
di un apposito “mandato”
pastorale da conferire insieme
“Rispondere alla
solitudine con la
vicinanza, alla
prevaricazione
con l’accoglienza”
oggi in Italia i Centri di Aiuto
alla Vita sono oltre trecento, 47
in Lombardia, federati a livello
regionale e nazionale. Altri
sono sorti vicino a noi a Erba,
Mariano Comense, Appiano
Gentile, e poi Lecco, Merate,
Besana, Saronno, Varese. Ma
soprattutto sono sorti nella
nostra diocesi: nel 1981 a
Sondrio, con sede distaccata di
Morbegno, divenuta autonoma
nel 2001, con uno sportello
distaccato a Chiavenna; nel
1982 a Mandello Lario nella
zona pastorale Grigne; nel 1983
a Laveno Mombello, nelle Valli
Varesine; e nel gennaio 2009
l’apertura di uno sportello a
Rovellasca legato al CAV di
Como. Ognuno ha sviluppato
iniziative diversificate di
promozione culturale e di
accoglienza anche residenziale
con ospitalità temporanee
altrimenti indisponibili di
mamme e bambini verso
l’auspicata autonomia.
Eppure esiste, da sempre
ed ancora, una grave
sproporzione fra vite soppresse
e vite salvate: oltre 5 milioni
di bambini soppressi dal
maggio 1978 a tutto il 2009
(ultimo dato) secondo la
legge, cui si aggiungono
quelli operati ancora nella
clandestinità e da poco tempo
quelli misconosciuti perché
eliminati chimicamente con
sostanze propagandate come
innovative, che in realtà sono
veleni distruttivi che in comune
coi farmaci hanno solo la
matrice chimica ed il profitto
economico derivante dalla
vendita (se ci si ostinasse a
ritenerle farmaco, dovremmo
considerare malattia il
concepito!). “Solamente” oltre
110.000 bambini aiutati a
nascere e a crescere nello stesso
arco di tempo, con l’attività
associativa diretta, ed oltre
6000 assistiti con l’ “adozione
prenatale” a distanza grazie al
“Progetto Gemma”. Trentatre
“Culle per la vita” già attivate
in Italia ci ricordano che
l’affidamento di accoglienza
ad altri di ogni nuova creatura
umana indesiderata significa
già una disponibilità a stimare
la vita oltre le difficoltà.
Occorrono però nuovi slanci
e nuove forze per garantire
continuità.
Così con questi pensieri e
propositi ci troveremo assieme
quest’anno a Morbegno con
il nostro vescovo Diego. Un
senso di ecclesialità che
mons. Negri, vescovo di
S.Marino e Montefeltro, ha
indicato come una delle
caratteristiche del CAV
all’ultimo convegno nazionale a
Roma, aggiungendo: “Voi siete
l’avanguardia nella coscienza
di un popolo perché date
energia ed obiettivi e chiedete
aiuto” nella convinzione che
l’azione dei CAV è essa stessa
cultura capace di persuadere
Dall’aprile del 2010
si è costituita una
rete interdiocesana
per favorire la
collaborazione
alle comunità apostoliche;
una preghiera comunitaria
periodica dedicata alla
vita. Siamo in attesa della
partecipazione di consigli e
proposte per poter meglio
operare anche nella Chiesa di
Como, convinti che “il dono
della vita, che Dio ha affidato
all’uomo, impone a questi
di prendere coscienza del
suo inestimabile valore e di
assumerne la responsabilità”
(così inizia la Donum Vitae,
del 1987), perché “l’uomo
è chiamato a una pienezza
di vita che va ben oltre le
dimensioni della sua esistenza
terrena, poiché consiste nella
partecipazione alla vita stessa
di Dio”(dalla lettera enciclica
Evangelium Vitae, n.2).
Como
Morbegno
Sondrio
Laveno
Mandello
All’interno del centro
pastorale Cardinal Ferrari
Attivo anche lo sportello
di Chiavenna
Il Centro di Aiuto alla Vita
in via Piazzi 70
Il Centro attivo
nelle Valli Varesine
Al servizio della realtà della
provincia di Lecco
Il CAV di Como in viale Cesare Battisti
n. 8. è aperto al martedì e al giovedì
dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 15 alle
17. Per informazioni 031.279322 o
3334911264: cavcomo@virgilio.
it. E’ attivo anche uno sportello a
ROVELLASCA in via Monte Grappa
1, aperto il mercoledì dalle 9.30 alle
11.30. Per info 3388660349.
Il Centro di Aiuto alla vita di Morbegno
in piazza S. Rocco 34 è aperto al lunedì
e al mercoledì dalle 15 alle 18. Per
informazioni 0342612443 oppure
[email protected].
Alla sede di Morbegno è legato anche
lo sportello attivo a CHIAVENNA in
via Picchi 11, aperto il mercoledì dalle
14.30 alle 17. Per info 034333830
Il Cav di Sondrio copre la media, l’alta
valle e la Valtellina Superiore. Ha sede a
Sondrio in via Piazzi. Il centro è aperto
al martedì e al giovedì dalle 14.30 alle
17.00. Per informazioni 0342210143
o [email protected].
SOS VITA: tutti i giorni è attivo
anche il numero verde nazionale
800813000
Il CAV ha sede in via verdi 18 a
Laveno Mombello. Il Centro è aperto
martedì dalle 17 alle 18.30 e sabato
dalle 14.30 alle 16. Per informazioni
0332667111 p cavlaveno@virgilio.
it.
Sono attivi CAV anche a Appiano
Gentile (info 031933969), Mariano
Comense (info 031746628)
La sede si trova a Mandello del Lario
in piazza Sacro Cuore 5. I volontari
dell’associazione sono presenti al
martedì e al giovedì dalle 15 alle 17.
Per informazioni 0341733180 o
[email protected].
In Brianza è attivo anche il CAV di Erba
(info 031645222 oppure maffum@
libero.it)
Giornata per la Vita
Sabato, 5 febbraio 2011
“Così ho ritrovato la speranza nel domani”
P
aula – il nome è di fantasia – ha il sorriso sulle labbra. Accanto a sé
la sua bambina nata poco meno di due anni fa e, nel grembo, un
altro figlio che quando leggerete queste righe sarà già venuto al
mondo. “Mi hanno fissato il cesareo per domani perché il bambino
è podalico”, racconta con un’ espressione che non nasconde un po’ di
preoccupazione. Al suo fianco a rassicurarla c’è la volontaria del Centro di
Aiuto alla Vita (CAV) che da alcuni mesi la sta seguendo.
Una storia come tante quella di Paula. Donne che arrivano ai cinque CAV
esistenti nella nostra diocesi in cerca
non solo di un aiuto materiale ma,
forse e soprattutto, di vicinanza
umana. Quell’accompagnamento
che appare chiaramente non
appena incontro lei e la volontaria
nel salottino accanto alla nostra
redazione.
“E’ da otto anni che sono in Italia”,
spiega la donna originaria del Sud
America. “Fino a un anno e mezzo
fa tutto andava bene. Lavoravo
nella casa di una ricca signora di
Milano. Avevo un tetto, un buono
stipendio e un ottimo rapporto con
lei. I problemi sono iniziati quando
la signora è morta, un anno e mezzo
fa, pochi mesi dopo la nascita di mia
● Un invito a riscoprire
figlia. Fortunatamente la donna per
cui lavoravo ha deciso di lasciarmi in
l’importanza di educare
eredità un piccolo appartamento che
alla cultura della vita
aveva ed è così che mi sono trovata in
provincia”.
Arrivata con il compagno ma senza
più un lavoro stabile e con una
bambina piccola, per lei iniziano
le difficoltà. “Abbiamo tirato avanti
grazie a qualche lavoretto, ma nove
mesi fa ho scoperto di essere di nuovo
incinta. Allora il mio compagno mi
ha chiesto di abortire mettendomi di
fronte ad una scelta: me o il bambino,
perchè se decidi di tenere il bambino
io me ne vado”. E così è stato,
preoccupante frequenza, la cronaca
racconta la donna che oggi sembra
riferisce episodi di efferata violenza:
aver ritrovato la serenità: “Non ho
creature a cui è impedito di nascere,
pensato nemmeno per un secondo
esistenze brutalmente spezzate, anziani
alla possibilità di abortire. Certo mi
abbandonati, vittime di incidenti sulla
dispiaceva perdere il mio compagno
strada e sul lavoro”. “Cogliamo in questo
che amavo, ma per me non c’erano
– ammettono i presuli – il segno di
alternative. Mi sono così ritrovata con
un’estenuazione della cultura della vita,
una bambina piccola, un altro nel
l’unica capace di educare al rispetto
grembo e senza lavoro. Non sapevo
e alla cura di essa in ogni stagione e
che fare, mi sentivo sola anche
particolarmente nelle sue espressioni
perché tutti quelli che credevo amici,
più fragili. Il fattore più inquietante è
nei momenti in cui stavo bene, mi
l’assuefazione: tutto pare ormai normale
hanno voltato le spalle”. E’ attraverso
e lascia intravedere un’umanità sorda
il parroco della chiesa vicino a casa
al grido di chi non può difendersi.
a cui aveva chiesto aiuto che Paula
Smarrito il senso di Dio, l’uomo
conosce il CAV. “Il primo colloquio
smarrisce se stesso: ‘l’oblio di Dio
– ci spiega la volontaria – è sempre
rende opaca la creatura stessa’”, come
delicato perché bisogna capire i
recita la “Gaudium et spes”. Occorre
vissuti di queste donne spesso fatti
perciò “una svolta culturale, propiziata
di dolore, solitudine e sofferenza.
dai numerosi e confortanti segnali di
Situazioni che riguardano non solo
speranza, germi di un’autentica civiltà
loro, ma anche le relazioni, spesso
dell’amore, presenti nella Chiesa e nella
difficili, con i mariti, i compagni o le
società italiana. Tanti uomini e donne di
famiglie. Cerchiamo di accoglierle
buona volontà, giovani, laici, sacerdoti
facendo capire che non ci sono
e persone consacrate, sono fortemente
difficoltà irrisolvibili e, soprattutto,
impegnati a difendere e promuovere
che il figlio che hanno in grembo
la vita. Grazie a loro anche quest’anno
non è mai un problema”. “Quando
molte donne, seppur in condizioni
sono arrivata al CAV – racconta la
disagiate, saranno messe in condizione
donna – ero disperata. Qui mi hanno
di accogliere la vita che nasce,
fatto tornare la forza di credere in
sconfiggendo la tentazione dell’aborto”.
me stessa perché se loro credono in
I vescovi ringraziano “di cuore quanti
me, perché non dovrei crederci io”.
giorno dopo giorno si adoperano per
Paula stringe la sua bambina con un
sostenere la vita nascente, tendendo
braccio e con l’altro si accarezza la
la mano a chi è in difficoltà e da solo
pancia: “non posso darmi il lusso di
non riuscirebbe a farcela”. Un impegno
arrendermi - spiega sorridendo – lo
che “per essere davvero fecondo, esige
devo a loro”. “Al CAV – racconta la
un contesto ecclesiale propizio, come
volontaria – nascono delle relazioni
pure interventi sociali e legislativi
particolari, intense, che possono
mirati. Occorre diffondere un nuovo
durante anni. Ogni tanto ci arrivano
umanesimo, educando a guardare alla
lettere e telefonate da persone
vita come al dono più alto che Dio ha
assistite che vogliono farci sapere
fatto all’umanità”. (M.L.)
che i loro figli hanno fatto la cresima
o compiuto diciotto anni. E vi posso
poi assicurare che nessuna donna,
nemmeno quelle che pensavano
di abortire, è mai tornata da noi
rinfacciandoci la decisione di tenere
il bambino”. Prima di lasciare le due
donne chiedo a Paula un’ultima cosa:
custodisca dal concepimento al suo termine
“come si chiamerà il tuo bambino?”.
naturale e che la favorisca sempre, anche
“Gianpablo Emanuele”, risponde.
quando è debole e bisognosa d’aiuto. Così
“Emanuele vuol dire Dio con noi. Se
inizia il messaggio dei vescovi per la 33°
il suo padre naturale non l’ha voluto,
giornata per la vita che oggi celebriamo.
almeno lo vuole Dio”.
Durante questa Eucarestia preghiamo il Signore
Gianpablo è nato venerdì 28 gennaio.
perché ci dia la forza di accogliere l’invito ad
Sta bene, pesa 3,8 kg. Benvenuto.
impegnarci ciascuno secondo il proprio ruolo e
MICHELE LUPPI
la specifica vocazione”.
La storia di una
delle tante donne
arrivate al CAV.
Scelte quotidiane di
coraggio e speranza.
vissute al fianco
delle volontarie.
● La veglia diocesana
per la vita domenica
a Morbegno
● Il Vescovo incontrerà le
famiglie e i volontari dei
CAV della diocesi
Il 6 febbraio a Morbegno
in preghiera con il Vescovo
I
n occasione della Giornata per
la Vita di domenica 6 febbraio il
Vescovo di Como, Diego Coletti,
ha invitato tutti ad un pomeriggio
di preghiera a Morbegno, in Bassa
Valtellina, dove si trova per la Visita
Pastorale. Un appuntamento a cui sono
invitati in particolare i volontari dei
CAV presenti in diocesi ma anche le
famiglie e le comunità. L’organizzazione
della giornata è stata affidata al CAV
di Morbegno che ha organizzato per
sabato e domenica una campagna
di sensibilizzazione in tutta la zona
pastorale e in Valchiavenna. Negli
stand allestiti per l’occasione verrà
distribuito materiale informativo
riguardo le attività del Centro e verranno
offerte primule per raccogliere fondi
destinati, quest’anno, ad una nuova ed
impegnativa iniziativa: la gestione della
“Casa mamma e bambino” aperta nel
giugno 2010 a Morbegno. Una struttura
per dare una risposta concreta a mamme
in situazioni di disagio sociale, abitativo,
familiare ed avviare con loro un
percordo di reinserimento sociale.
DOMENICA 6 FEBBRAIO
“Per quanto riguarda la giornata di
domenica con il Vescovo – spiega
Graziella Simonini, responsabile del
CAV di Morbegno – l’accoglienza è
prevista per le 14.30 nel complesso di
S. Giuseppe. Alle 15 ci sarà l’incontro
con mons. Diego Coletti nell’aula Santa
Famiglia. Alle 16.00 nella chiesa si terrà
la veglia di preghiera mentre a seguire
ci sarà un momento di festa insieme
con animazione per i più piccoli. Alla
giornata verranno invitati anche tutti
i bambini di Morbegno battezzati lo
scorso anno insieme alle loro famiglie”.
IL MESSAGGIO DEI VESCOVI
“Educare alla pienezza della vita” è
il titolo del messaggio dei Vescovi
italiani per la 33ª Giornata nazionale
per la vita. “L’educazione è la sfida e
il compito urgente a cui tutti siamo
chiamati, ciascuno secondo il ruolo
proprio e la specifica vocazione”,
scrivono i vescovi. Di qui l’auspicio e
l’impegno “per educare alla pienezza
della vita, sostenendo e facendo
crescere, a partire dalle nuove
generazioni, una cultura della vita che
la accolga dal concepimento al suo
termine naturale e che la favorisca
sempre, anche quando è bisognosa di
aiuto”. I vescovi sottolineano che “con
Dalla diocesi l’invito a pregare per la vita
Un invito rivolto a tutte le comunità per ricordare
nelle celebrazioni di domenica 6 febbraio la
speciale intenzione per la vita. “L’educazione
– si legge nella mozione iniziale preparata per
l’occasione – è la sfida e il compito urgente a cui
tutti siamo chiamati. Auspichiamo e vogliamo
impegnarci per educare alla pienezza della vita,
sostenendo e facendo crescere, a partire dai
giovani, una cultura della vita che l’accolga e la
9
Vita diocesana
10 Sabato, 5 febbraio 2011
Agenda
del Vescovo
ni
Pellegri
A Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II
e ad Ancona per il Congresso eucaristico nazionale
Due proposte diocesane
C
i sono in programma,
nei prossimi mesi, due
importanti avvenimenti
nazionali e mondiali ai
quali sarà presente anche la
nostra diocesi.
Da venerdì 4
a domenica 6
Il primo è la beatificazione
di Giovanni Paolo II,
il prossimo 1° maggio
a Roma. Il segretariato
diocesano pellegrinaggi
propone un pellegrinaggio
per partecipare a questo
evento che vedrà la
presenza di milioni di
persone da tutto il mondo.
Il programma prevede la
partenza nella giornata
di sabato 30 aprile; il
pernottamento a Roma
(in zona adiacente al
Visita pastorale alla zona Bassa
Valtellina: parrocchie di Regoledo,
Cosio Valtellino, Gerola, Rasura,
Sacco.
Da lunedì 7
a mercoledì 9
A Roma, plenaria della Congregazione
per l’Educazione cattolica.
Giovedì 10
A Como, tutto il giorno, Consiglio
episcopale.
Da venerdì 11
a domenica 13
Visita pastorale alla zona Bassa
Valtellina: ospedale di Morbegno;
“Casa Madonna del Lavoro” Nuova
Olonio; parrocchie di Albaredo,
Dazio, Bema.
Si tratta di momenti
molto importanti
che vedranno una
partecipazione ampia
e corale a livello
nazionale e mondiale
Vaticano, sulla via Aurelia);
la partecipazione, il 1°
maggio alla beatificazione e
il rientro. La quota è di 250
euro (minimo 45 iscritti).
A guidare il pellegrinaggio
sarà don Emanuele Corti,
responsabile della Pastorale
giovanile diocesana. Info
e iscrizioni: 031-3312232
(il mercoledì mattina);
oppure 031-986225 (tutte le
Lutto
Martedì 1 febbraio è giunta in redazione la
notizia della morte improvvisa di don Giorgio
Quaglia, parroco di Lavena Ponte Tresa (Va).
Nato nel 1943 e sacerdote dal 1971, dopo
otto anni come vicario a Fino Mornasco, dal
1979 al 2000 fu fidei donum in Argentina.
Sul prossimo numero un suo ricordo.
■ Formazione
150 anni
di italia unita
Ministri straordinari
della Comunione
I ministri straordinari della Comunione
che hanno ricevuto per la prima volta il
mandato nella Solennità di Cristo Re nel
novembre 2010 sono invitati a completare
la loro preparazione con altri tre incontri
formativi.
Sabato 5 febbraio: Sondrio, Istituto Pio
XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle
ore 16.15. Como, Istituto Canossa, via
Balestra 10, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
La Messa domenicale: esperienza di
comunione e di servizio. Verifica delle prime
esperienze e preparazione pratica del Rito
della Comunione Eucaristica nelle case degli
infermi (Domenica e festivi; giorni feriali,
secondo l’anno liturgico.)
Sabato 19 febbraio: Sondrio, Istituto Pio
XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle
ore 16.15. Como, Istituto Canossa, via
Balestra 10, dalle ore 15.00 alle ore 18.00.
La Parola e il Pane: una sola mensa per
l’uomo. Spiritualità eucaristica e vita
quotidiana.
Sabato 5 marzo: Sondrio, Istituto Pio
XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle
ore 16.15.
Sabato 19 marzo: Como, Istituto
Canossa, via Balestra 10, dalle ore 15.00
alle ore 18.00.
L’esposizione eucaristica prolungata e breve.
Come animare l’adorazione eucaristica.
mattine); oppure 031304524 (I viaggi di Oscar).
In settembre, invece, ci sarà
ad Ancona il 25° Congresso
eucaristico nazionale.
Per l’occasione ci sarà un
pellegrinaggio diocesano
guidato dal vescovo Diego
dall’8 all’11 settembre.
“Signore da chi andremo?
L’Eucaristia per la vita
quotidiana”. È questo il tema
scelto per l’incontro che si
svolgerà nella settimana
dal 4 all’11 settembre. Ci
saranno momenti spirituali
e celebrativi, riflessioni
e testimonianze fino alla
solenne Celebrazione
eucaristica di domenica 11
settembre. Tutte le diocesi
italiane sono state invitate
a seguire il Congresso
eucaristico: il pellegrinaggio
della diocesi di Como
prevede, oltre ad Ancona
(con la partecipazione,
in modo particolare, alla
Veglia di preghiera e alla
Santa Messa presiedute da
Benedetto XVI), escursioni
a Isola Gran Sasso (presso
il santuario dedicato a san
Gabriele) e a Loreto. La
quota di partecipazione è di
430 euro. Info e iscrizioni:
031-3312232 (il mercoledì
mattina); oppure 031986225 (tutte le mattine);
oppure 031-304524 (I viaggi
di Oscar).
I significati del Congresso
Eucaristico sono tanti. Si
tratta di un atto di fede
nell’Eucarestia e un evento
di comunione per l’intera
Chiesa italiana. L’evento
riveste anche un significato
sociale e culturale perché
l’Eucarestia è pane del
In occasione del centocinquantesimo
anniversario dell’Unità d’italia, anche la
Fondazione diocesana Cardinal Ferrari,
nell’ambito della sua attività di promozione e
approfondimento culturale, propone un ciclo
di due incontri, dedicati all’argomento, dal
titolo “Unità d’Italia e coscienza cattolica”.
A ospitare le due serate di riflessione storica
ma non solo, l’aula magna della Biblioteca
comunale di Como, in piazzetta Venosto
Lucati 1. Il primo incontro si terrà lunedì
cammino dei credenti e
fermento di novità in tutti
gli aspetti del vivere umano.
È per questo che ad Ancona
verrà sottolineato il dono
dell’Eucaristia per la vita
quotidiana, attraverso la
ripresa degli ambiti al centro
del Convegno di Verona: la
vita affettiva, il lavoro e la
festa, la fragilità umana, la
tradizione e la cittadinanza.
Sfondo biblico è il capitolo
6 del vangelo di Giovanni.
“Signore, da chi andremo?”:
la domanda di Pietro, dopo
duemila anni, ritorna come
questione centrale della
vita dei cristiani oggi. Per la
preparazione c’è il sussidio,
curato da don Ermenegildo
Manicardi: “Signore da chi
andremo? L’icona biblica
del Congresso Eucaristico
Nazionale. Ancona 2011”
(Edizioni San Paolo).
7 febbraio, alle ore 20.45, sul tema “I
cattolici, il Risorgimento e l’Unità d’Italia.
Scontri e incontri”. Interviene il professor
Giorgio Vecchio, ordinario di Storia
contemporanea presso l’Università di Parma.
Il secondo si svolgerà venerdì 11 marzo,
alle ore 20.45, su “Alessandro Manzoni, la
letteratura del Risorgimento, l’Unità d’Italia”,
con il professor Giuseppe Langella, ordinario
di Letteratura italiana contemporanea e
moderna alla Cattolica di Milano.
Parola fra noi
Domenica 6 febbraio
V
oi siete il sale... voi siete la luce. Dopo il Vangelo delle
Beatitudini, quello del sale e della luce. Chi vive le beatitudini
ne ha il sapore e lo splendore. Il sale, da sempre prezioso
al punto da essere usato come moneta di scambio, preserva dalla
corruzione, conserva gli alimenti e dà loro sapore. Ma è anche
segno di un’amicizia per la
quale si è disposti a pagare,
Sof 2, 3; 3, 12-13;
anche un conto salato. La
luce è ancora di più. Con essa
1Cor 1, 26-31;
inizia la creazione, la chiamata
all’essere, l’uscita dal nulla.
Mt 5, 1-12a
Gesù è la luce che illumina
quelli che abitano nelle tenebre
sapore di Cristo, non serviamo
della morte ed è il sale che ha
a nulla. Sulla scena del mondo,
saldato ogni debito.
invece, hanno valore il potere
La parabola trasporta le
e l’apparire, l’avere e il godere.
qualità del sale e della luce
La luce di Cristo, riflessa sul
nei discepoli che vivono le
volto e nella vita dei discepoli,
beatitudini. In esse i cristiani
smaschera l’inganno e mostra il
trovano il senso (il “sapore”)
vero luogo della bellezza: la città
della loro esistenza e per questo
posta sul monte. È la comunità
sono il sale della terra. Senza il
dei discepoli, la città santa, la
sposa adorna per il suo sposo...
Gli uomini e le donne delle
beatitudini, i discepoli del
Signore, non solo sanno
dov’è la città abitata dalla
speranza e dalla fraternità,
ma la costruiscono essi stessi,
dando sapore e luce alla vita di
ogni giorno, mescolati fra gli
uomini e le donne del mondo. I
discepoli sanno che la lampada
va messa sul lucerniere, lo
stesso di Gesù: la croce.
Gesù non esorta, ma afferma.
Ci dice il segreto della vita che ci
ha donato e che fa di noi il sale
della terra e la luce del mondo,
nonostante tutto il limite del
nostro cuore. Un prete, col
sapore di Gesù, diceva: “Se
siamo luce, fuoco, lievito e sale,
rendiamo testimonianza poiché
per farne l’esperienza gli altri
devono entrare in comunione
con noi e trovandoci in
comunione con Dio lo
conoscono sperimentalmente”.
ANGELO SCEPPACERCA
Vita diocesana
Sabato,5 febbraio 2011
11
Ucid Como. Incontro con monsignor Buzzi.
Il rapporto fra
paradiso e denaro.
P
aradiso e denaro.
Parrebbero due termini
antitetici, a prima vista,
come Dio e Mammona.
Ne ha parlato con grande
scioltezza alla conviviale Ucid
un monsignore, la cui carica
di Prefetto della Biblioteca
Ambrosiana, sembrerebbe
lontana da un tema così
legato alla attività economica
degli imprenditori. Eppure
monsignor Franco Buzzi, nato
attorno a Como, succeduto
al cardinal Gianfranco Ravasi
nella Prefettura milanese
tanto prestigiosa, ha mostrato
una competenza che non si
penserebbe in un teologo. E
non solo preparazione teorica.
Con lui la Biblioteca fondata da
San Carlo Borromeo nel 1602 ha
avuto un impulso degno di una
grande impresa multinazionale,
sorprendendo tutti gli uditori e
chi gli ha chiesto di parlarne, a
margine della conferenza. Non
per niente monsignor Buzzi è
stato accolto dagli imprenditori
Lo schema di preghiera suggerito
dal gruppo di lavoro formato da
esponenti delle diverse Chiese
di Gerusalemme è stato la
guida per i due incontri tenuti
all’inizio e alla conclusione della
“Settimana di preghiera per l’Unità
dei cristiani”. Il primo, presso la
chiesa evangelica di Como, è stato
accompagnato da una riflessione
a più voci sul racconto della
Pentecoste (At 2,2-11): un pastore
pentecostale, una prete ortodosso
romeno e uno cattolico, con le
Nella conviviale
degli imprenditori
è stato trattato il
tema del rapporto
con gli aspetti
economici, spesso
controversi.
almeno dare a prestito ad
un banchiere l’unico talento
ricevuto, ma per neghittosità
e timore del padrone dei
talenti non l’ha fatto. Giusto il
rimprovero.
Qualunque qualità umana di
cui si dispone, compresa la
ricchezza di beni, è, in primo
luogo, un “dono”, di cui si
risponde. Quanto al denaro
si risponde di come lo si è
procurato e di come viene
speso. Si tratta di realtà umane
proporzionate alla nostra
“essenza”, che, già in questa
vita temporale è “in paradiso”.
Nel senso che è già in relazione
intima e reale con Dio-Trinità,
data la fratellanza con il Verbo
Incarnato (san Giovanni).
Pure sant’Agostino, teologo
della Trinità ci dice che siamo
introdotti nel circuito Trinitario
grazie alla Fede. Al di fuori di
questa relazione, alla quale
tutti siamo chiamati, gli “altri”
diventano come “cose”, senza
la piena dignità di persone.
ambrosiani come loro
consulente ecclesiastico .
Non contraddizione e non
opposizione pregiudiziali tra
“paradiso e denaro”. Lo dice
chiaramente il Vangelo con
varie parabole, tra cui spicca
quella dei talenti. In questa
non è neppure demonizzato il
prestito ad interesse, che tanti
problemi etici ha sollevato
tra i moralisti medievali. Il
meno dotato dei personaggi
della parabola avrebbe potuto
Il Decalogo viene introdotto
a Mosè con l’invito “Ascolta
Israele… prima ascolta Dio,
poi il prossimo”. Nel trattare
con ciascuno dei dipendenti il
datore di lavoro deve rispettarne
la dignità di fratello, in Dio.
Ma c’è dell’altro. Anche nei
rapporti mercantili, di scambio,
come pure nel rapporto di
“manodopera-salario” c’è un
elemento di “gratuità”, implicito
in ogni relazione umana. Non
solo gratuità nelle opere di
volontariato, nei servizi resi
in ogni famiglia, nella messa
in comune dei redditi e delle
prestazioni casalinghe. Gratuità
che deve essere presente,
contemporaneamente alla
proporzione tra i valori dei beni
scambiati, in ogni relazione
mercantile e d’impresa. Dopo
la conferenza, infatti, una
domanda si è incentrata proprio
✎ commento | Unità dei cristiani a Como
loro sensibilità, hanno detto “il
significato e il ruolo” dello Spirito
Santo nella ricerca e nell’annuncio
della Parola: il Verbo di Dio fatto
Carne, a tutti gli uomini e per tutti
gli uomini “li sentiamo parlare
nella nostra lingua”… I canti
sono stati tratti dal repertorio
valdese. Il secondo, presso la
basilica di san Fedele in Como,
ha visto il nostro Vescovo Diego,
un parroco ortodosso e il pastore
valdese presiedere la preghiera (e
benedire) parlando ciascuno del
brano scelto (At 2, 42 ss.) come
tema della Settimana. Monsignor
Coletti (emozionato per questo
“ritrovarsi”) e il parroco romeno
hanno rilevato soprattutto il
“modello” di comunità cristiana da
ricercare (preghiera, comunione,
fraternità…). Il pastore, invece,
sulla opportunità di inserire il valore
economico dei beni e servizi “gratuiti”
nel calcolo del Pil (Prodotto interno
lordo nazionale), per rendere meglio
la “qualità” della vita, dal punto di vista
economico. Già diversi economisti, ed
anche alcuni Stati, ritengono necessario
un tale cambiamento. Il relatore non ha
negato tale prospettiva. Tuttavia ritiene
che potrebbe essere sottovalutata la
gratuità, che trascende la dimensione
semplicemente economica, materiale,
delle prestazioni rese nelle famiglie e
nelle molteplici attività di autentico
volontariato.
Altre domande hanno riguardato le
nuove prassi dei “bilanci sociali”; le
frenesie degli acquisti durante i “saldi”,
che non devono esprimersi come “logica
dell’accumulo” al di là dei bisogni propri
ed altrui. C’è stato chi ha sollevato il
problema dell’investimento dei risparmi,
in modo che non siano destinati ad
attività contrarie al bene sociale. Non
è mancato chi ha evidenziato la grave
difficoltà a conformarsi ai valori etici
espressi nella relazione. Nella risposta
a questa decisiva osservazione, che
ha concluso la serata, il relatore
ha associato monsignor Isidoro
Malinverno, consulente ecclesiastico
dell’Ucid di Como: occorre superare
il “machiavellismo” in Economia
come nel Diritto e nella Politica. Tre
aspetti della attività umana che devono
essere riconciliati con l’etica. Del resto
quello che il cristiano può fare si trova
nell’esempio di Cristo : si deve cominciare
nel proprio ambito… Altrimenti che
discepoli siamo?
ATTILIO SANGIANI
di Roberto Righi
ha aggiunto come gli Atti siano lo
“sviluppo” della Parola di Dio e
quanto siamo “debitori” al popolo
eletto, gli Ebrei… In questo caso
i canti erano tratti dal repertorio
cattolico… con l’anelito al “comune
spezzare il pane”, non ancora
possibile. Buona è stata la presenza
ai due momenti e ci sarà un
ulteriore incontro di “conoscenza”
agli inizi di giugno presso il Centro
Pastorale Cardinal Ferrari in vista
della Pentecoste, non rimane
che ricordare (è soprattutto un
auspicio) che la dimensione
ecumenica non è solo un attimo,
un momento annuale, ma
dovrebbe permeare anche l’aspetto
“educativo”, la quotidianità. Il
dialogo ecumenico/interreligioso
ha almeno quattro dimensioni: la
vita concreta, le azioni concordate,
gli specialisti e l’esperienza
religiosa. I nuovi “parti, medi,
elamiti…” sono qui, in mezzo a noi.
Fondazione Melazzini a Morbegno. «Genere, identità sessuale, omosessualità»
U
na domenica di studio sul tema
“Genere, identità sessuale,
omosessualità”. L’ha organizzata
la Fondazione Melazzini il 30 gennaio
scorso a Morbegno presso la Sala Ipogea.
La Fondazione intitolata agli sposi Anna
e Michele Melazzini è nata a Sondrio
nel 2005: svolge attività di promozione
della cultura cristiana, e vuole valorizzare
in particolare la famiglia fondata sul
matrimonio. Collabora anche con
L’Ufficio Pastorale della Famiglia della
Diocesi di Como. In questi anni la
Fondazione ha investito molto dal punto
di vista finanziario ed organizzativo in un
progetto di formazione sulla sessualità
con la docenza del prof. Fabio Veglia: a
Como e in provincia di Sondrio si sono
svolte due edizioni – nel 2007 e nel 2009
- di corsi di educazione sessuale ai quali
hanno partecipato circa 200 persone
tra educatori, genitori, insegnanti ed
operatori sociali a vario livello; a Lecco si
è appena concluso un corso per formare
formatori con 20 partecipanti.
L’invito alla giornata di Morbegno era
rivolto a quanti hanno preso parte
ai corsi di educazione sessuale, agli
operatori di pastorale familiare che
hanno frequentato la Scuola diocesana
ed agli operatori dei Consultori: erano
presenti 170 persone. L’obiettivo - come
ha dichiarato in apertura il Presidente
della Fondazione Francesco Mazza – era
cercare di “integrare il taglio psicologico
e la dimensione morale per una
comprensione autentica della persona
come realtà unificata”.
Ed è quanto hanno cercato di fare
Giornata
di studio
L’argomento, complesso
e delicato, è stato affrontato
dallo psicologo Fabio Veglia
e da monsignor Angelo Riva
mettendo in evidenza gli
aspetti etici, umani, cristiani
i due relatori: il prof. Fabio Veglia,
psicologo e psicoterapeuta, Professore
Straordinario di psicopatologia
generale presso l’Università di Torino,
e monsignor Angelo Riva, docente
di teologia morale presso il Seminario
di Como e Vicario Episcopale per la
cultura. Partendo l’uno dalla complessità
dell’argomento, “difficile, impegnativo, in
considerazione anche delle conoscenze
scientifiche limitatissime”, l’altro dal
“peso, pure liberante, di una tradizione
che ci dice cose chiare sul problema
dell’omosessualità”.
“Noi abbiamo bisogno di identità, cioè
di essere noi stessi, e di alterità, perché
siamo noi stessi solo in virtù di una
relazione con l’altro. Se non si sta bene
nella propria identità di genere, se si sta
bene solo in una scelta atipica del proprio
compagno, che spazio c’è per un progetto
d’amore? Stare in un progetto mutilato in
qualcosa di fondante, o stare in spazi fuori
confine?”. Questa la domanda che si è
posto il prof. Veglia in un intervento ricco
di spunti cognitivi e di tratti narrativi, che
è lo specifico del suo metodo.
“L’etica cristiana – ha detto monsignor
Riva – porta un elemento eccedente: una
volta rivelatosi, in quanto donato, se ne
coglie tutta la profonda ragionevolezza e il
salto di qualità rispetto all’orizzonte delle
culture. Ciò vale anche per la sessualità:
il suo valore è così alto, che solo a
determinate condizioni può dirsi vera
fino in fondo. È un surplus teologico che
non possiamo diminuire. Sdoganando,
– si è chiesto - facciamo un’operazione
di accoglienza dell’umano, o di svendita
dell’originale cristiano?”.
Quesiti davvero importanti che la giornata
di approfondimento ha consegnato alla
riflessione dei presenti, unitamente alla
qualità di un confronto intellettualmente
onesto – ma certamente impossibile
da sintetizzare in poche righe – in cui si
sono certamente colti il rispetto e la cura
condivisi per le persone omosessuali, e il
bisogno di studiare e formarsi per capire,
aiutare, educare.
ELENA CLERICI
Giornata del Malato
12 Sabato, 5 febbraio 2011
Appuntamenti
■ In diocesi
Giornata del Malato
● Giovedì 11 febbraio
si celebra la Giornata
Mondiale del Malato
● Un’occasione per
riflettere sul valore
della sofferenza
● A tutti, anche nella
malattia, va garantito
il diritto alla vita
Como - Ospedale Valduce: S. Messa alle
ore 16.30, presiede mons. Angelo Riva
Como - Ospedale S. Anna: alle ore 15.30
Rosario a seguire, S. Messa, presiede mons.
Italo Mazzoni
Como - Villa Aprica: S. Messa alle ore
15.30, presiede mons. Giuliano Zanotta
Solbiate, San Carlo Borromeo: S. Messa
alle ore 10.00
Cittiglio, Casa Pia Luvini: celebrazione
in parrocchia alle ore 15.00, in Ospedale
sabato 12.
Croce di Menaggio, Ospedale: alle ore
16.00 Rosario, alle ore 16.30 S.Messa.
Gravedona, Ospedale: S.Messa domenica
20 febbraio
Sondrio - Ospedale: alle ore 7.00
adorazione, alle ore 15.30 Rosario e S. Messa
Sondalo, Ospedale: alle ore 16.30 Rosario
e alle ore 17.00 S.Messa
In sintesi
■ Benedetto XVI
Le parole ai sofferenti
rivolte dal Santo Padre
«Ogni anno, nella ricorrenza della memoria
della Beata Vergine di Lourdes, che si
celebra l’11 febbraio, la Chiesa propone
la Giornata Mondiale del Malato. Tale
circostanza, come ha voluto il venerabile
Giovanni Paolo II, diventa occasione
propizia per riflettere sul mistero della
sofferenza e, soprattutto, per rendere più
sensibili le nostre comunità e la società
civile verso i fratelli e le sorelle malati.
Se ogni uomo è nostro fratello, tanto più
il debole, il sofferente e il bisognoso di
cura devono essere al centro della nostra
attenzione, perché nessuno di loro si
senta dimenticato o emarginato; infatti
la misura dell´umanità si determina
essenzialmente nel rapporto con la
sofferenza e col sofferente.
1. Ho ancora nel cuore il momento in cui,
nel corso della visita pastorale a Torino,
ho potuto sostare in riflessione e preghiera
davanti alla Sacra Sindone, davanti a
quel volto sofferente, che ci invita a
meditare su Colui che ha portato su di sé
la passione dell´uomo di ogni tempo e di
ogni luogo, anche le nostre sofferenze, le
nostre difficoltà, i nostri peccati.
2. Cari ammalati e sofferenti, è proprio
attraverso le piaghe del Cristo che noi
possiamo vedere, con occhi di speranza,
tutti i mali che affliggono l´umanità.
Risorgendo, il Signore non ha tolto la
sofferenza e il male dal mondo, ma li ha
vinti alla radice. Alla prepotenza del Male
ha opposto l´onnipotenza del suo Amore.
Ci ha indicato, allora, che la via della pace
e della gioia è l´Amore. Cristo, vincitore
della morte, è vivo in mezzo a noi. Dio,
la Verità e l´Amore in persona, ha voluto
soffrire per noi e con noi; si è fatto uomo
per poter com-patire con l´uomo, in modo
reale, in carne e sangue.
3. Guardando all’appuntamento di
Madrid, nel prossimo agosto 2011, per la
Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei
rivolgere anche un particolare pensiero
ai giovani, specialmente a coloro che
vivono l’esperienza della malattia. Spesso
la Passione, la Croce di Gesù fanno paura,
perché sembrano essere la negazione della
vita. In realtà, è esattamente il contrario!
La Croce è il “sì” di Dio all´uomo,
l’espressione più alta e più intensa del
suo amore e la sorgente da cui sgorga la
vita eterna. Dal cuore trafitto di Gesù è
sgorgata questa vita divina.
4. Contemplando le piaghe di Gesù il
nostro sguardo si rivolge al suo Cuore
sacratissimo, in cui si manifesta in sommo
grado l´amore di Dio.
5. Desidero esprimere il mio affetto
a tutti, sentendomi partecipe delle
sofferenze e delle speranze che vivete
quotidianamente in unione a Cristo
crocifisso e risorto. Insieme a Lui vegli
accanto a voi la Vergine Maria, Salute degli
infermi e Consolatrice dei sofferenti».
«Prima di tutto... la vita».
A
nni addietro partecipando
a riunioni diocesane sulla
“Pastorale della salute” abbiamo
sentito il bisogno di un progetto.
Lavorare con tutti coloro che, da sempre,
per vocazione o sensibilità, vivevano,
affrontavano “cristianamente” - perciò
serenamente e con dedizione - la
sofferenza propria e quella dei fratelli
era bello, anche se difficoltoso. Da
quest’anno l’Ufficio Nazionale per la
Pastorale della Sanità propone una
triennale programmazione in linea
con gli Orientamenti pastorali della
Conferenza Episcopale Italiana per
il decennio in corso. Per il prossimo
triennio saranno: anno 2011 – “Prima
di tutto… la vita”; anno 2012 – “Curare
tutto l’uomo”; anno 2013 – “La salute, un
bene di tutti”. Si cercherà di riaffermare
che la vita viene prima di tutto, e che
ogni sforzo va fatto per promuoverla
e tutelarla; l’uomo va accolto come
persona e mai come strumento o oggetto
e va curato con il rispetto che si deve alla
sua dignità di persona. Infine, a tutti gli
esseri umani, in quanto esseri umani,
vanno garantiti il diritto
alla vita, l’accesso alle cure
primarie e la miglior tutela
possibile della salute, per
dovere di giustizia e per
testimonianza di carità.
Per il 2011 il tema scelto
è “Prima di tutto… la
vita”. All’inizio di questo
percorso tutti, specie noi
cristiani, siamo invitati a
Pio XII diceva ai malati: “voi
sembrate inutili…, ma la vostra
realtà veramente è ben diversa
e su di essa si posa lo sguardo
penetrante di Gesù”. Tutto sta
nell’unire, nell’intrecciare la
propria sofferenza con quella di
Cristo sentendosi tralcio unito
alla vite, tralcio che produce i
frutti della pianta. Si diventa
così corredentori, gioiosi,
coscienti operatori di salvezza.
Ed il malato potrà allora gridare
con l’apostolo: “Completo nella
mia carne quello che manca ai
patimenti di Cristo” (san Paolo
ai Colossesi). L’uomo, il malato
comprende così che si può
investire nella sofferenza, nella
debolezza…
Queste considerazioni sono
importanti: “Gesù Cristo vero
Dio e vero Uomo!
È un problema serio per ogni
individuo. Non ha importanza
per me se non esistesse Pechino
o se non fosse vero che H2O è
la formula chimica dell’acqua.
I problemi della mia esistenza
non devierebbero di un
riconoscere un valore particolare alla
vita umana, specie nella disabilità o
malattia: e questo per “amore”. È questo
il comandamento nuovo: “Tutti parlano
di amore, tutti han sempre parlato di
amore, ma è Cristo, solo Cristo che
ha saputo viverlo e presentarlo in
modo nuovo. È questa la novità più
sbalorditiva che Cristo ha portato sulla
terra e ha consegnato all’uomo perché
la portasse avanti con la sua forza, nel
suo nome. Il cristianesimo è appunto
questo: è l’amore di Cristo che invade
la terra e conquista gli uomini” (Andrea
Gasparino, Dio è Amore).
“Prima di tutto…la vita”: è una
affermazione cristiana, ma prima è “un
fondamento dell’umano”; perciò tale
riconoscimento vale per i credenti e
per i non credenti; e vale per l’intero
arco della vita, “dal concepimento fino
al suo naturale compimento”. È vero:
malattia, sofferenza, morte pare che non
abbiano un senso, che contraddicano il
disegno divino di amore, di bontà. Ma il
Figlio di Dio, per amore, si è umanizzato
duemila anni fa, proprio perché voleva
che l’umanità lo vedesse simile a sé,
nella propria carne… Giovanni Paolo
II vede nell’evento di duemila anni fa
un singolare valore cosmico. Grazie al
Verbo il mondo delle creature si presenta
come “cosmo”, un universo compiuto,
ordinato. In questo contesto le creature
hanno una loro parte, tutte, anche i
malati che non sono solo “oggetti” di
assistenza, ma “soggetti” di azione con
specifico apostolato da svolgere. Hanno
solo bisogno di essere illuminati.
Gesù dice: “Io vengo perché (gli
uomini) abbiano la vita e l’abbiano
in abbondanza”(Gv 10,10). E ancora:
“Rimanete nel mio amore… perché la
mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia
piena.”(Gv 15,9-11).
Noi cristiani siamo invitati a vedere
nelle sofferenze offerte dal malato una
partecipazione al mistero di Cristo.
Giovanni Paolo II, nella “Salvifici doloris”
aveva già interpretato Il problema del
dolore: “Coloro che partecipano alle
sofferenze di Cristo conservano nelle
proprie sofferenze una specialissima
particella dell’infinito tesoro della
redenzione del mondo…”. È
importante cogliere questi
segni, queste certezze:
sofferenza di Cristo –
sofferenza dell’uomo; due
itinerari, un sol disegno:
anche l’uomo partecipa
al grande mistero della
Redenzione.
a cura di
ANTONIO LUNARDON
Sulla realtà del malato
si posa lo sguardo di Gesù
millimetro, ma se Gesù Cristo è
Dio, e io devo fare le mie scelte,
la mia vita ha perduto i suoi
sonni tranquilli. Se Gesù Cristo
è Dio io so che cos’è la mia
esistenza. So che cosa dev’essere
la vita e so che cos’è la morte. So
dove andare quando il dolore
mi distrugge e so chi interrogare
nei momenti bui.
Se Gesù Cristo è Dio è cessata
la disperazione sulla terra. La
vita ha uno scopo.”(Andrea
Gasparino).
È Gesù che ci illumina sul
mistero della vita: essa non
solo ha valore, ma è valore in se
stessa. Anche quando è segnata
dalla sofferenza la vita esige la
scoperta dei suoi più profondi
significati.
Il senso della vita nel tempo
della malattia può essere
cercato e trovato nel desiderio
di guarire, di essere curati, di
poter guardare al futuro con
speranza.; anche nelle malattie
inguaribili il senso si ritrova
nelle relazioni personali,
nell’assaporare piccoli e grandi
doni velatamente nascosti tra
le piaghe della malattia grazie
alla presenza di chi se ne prende
cura.
“Prima di tutto…la vita”. Per
molti la vita moderna, col
suo massacrante attivismo, ci
distrae dalle realtà trascendenti
e veramente importanti; e
ci porta a vedere solo ciò
che le cose offrono al loro
esterno. Il mondo, pur ricco
di meraviglie, non è fine a se
stesso. Gesù sa leggere nella
profondità del nostro cuore
inquieto, insoddisfatto ed è
venuto in terra per ricordarcelo:
“Rallegratevi e giubilate: perché
il vostro premio sarà grande nei
Cieli”.
E nel momento supremo,
dell’ultimo addio in terra,
stringiamo la mano della
persona cara, fissiamo
l’immagine del crocefisso e
diciamo: “Tienimi per mano,
perché passi/ Dal terrore della
morte/ All’attesa del mondo che
verrà/ All’attesa di Te che sei
gioia totale e intramontabile”.
Azione cattolica
raio
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b
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f
20
Sabato, 5 febbraio 2011
13
A Como, presso il Collegio Gallio, l’assemblea diocesana elettiva
Vivere la fede, amare la vita,
in cammino con la Diocesi
D
omenica 20 febbraio, presso
il Collegio Gallio di Como,
a partire dalle ore 9.00, avrà
luogo l’assemblea diocesana
dell’Azione cattolica, che quest’anno
avrà – fra gli altri - il compito di
eleggere i membri del Consiglio
Diocesano per il prossimo triennio.
Questo evento costituisce un’occasione
preziosa per verificare il percorso che
abbiamo compiuto e per tracciare
il cammino per i prossimi anni,
precisando obiettivi che si tradurranno
in progetti, programmi ed attività.
Rinnovi delle cariche, valutazione del
passato e discernimento sul futuro,
esprimono in concreto la “scelta
democratica” dell’Azione cattolica, che
per l’associazione è una formidabile
educazione alla corresponsabilità.
L’Assemblea diocesana sarà suddivisa
in due parti: la mattina sarà incentrata
sulla discussione di un documento
assembleare proposto dal Consiglio
Diocesano uscente che, in questi
giorni, le associazioni parrocchiali
stanno esaminando.
Il pomeriggio sarà invece dedicato
all’ascolto del vescovo monsignor
Diego Coletti (presente fin dalla
mattina), il quale ci comunicherà il suo
pensiero, ci inviterà a raccogliere le
sfide che si aprono sul cammino della
chiesa diocesana, in particolare quelle
che più di altre interpellano il carisma
di un’associazione laicale a servizio
della chiesa locale.
Il documento assembleare è suddiviso
in quattro aree tematiche:
• La prima area “Fede e spiritualità”
rimanda al vivere la fede, trovando
in Gesù’ Cristo il riferimento certo
prima, di fedeli laici capaci di essere
convinti ed autorevoli testimoni dello
stile cristiano di stare nel mondo,
testimoni cioè della bellezza, della
pienezza dell’antropologia cristiana.
Questa considerazione rende più che
mai attuale la presenza dell’Azione
Cattolica, associazione di fedeli laici
che ha a cuore la pienezza della
vita cristiana, non solo dei propri
aderenti, riconoscendo la centralità
della qualità della fede cristiana nel
contesto culturale contemporaneo,
vivendo la relazione fraterna quale
irrinunciabile dimensione da vivere
nella quotidianità dell’esistenza,
servendo la Chiesa nel suo essere sale
e luce del mondo, “Mater et Magistra”
(Madre e Maestra), “Lumen Gentium”
(Luce delle Genti), “Gaudium et Spes”
(Gioia e Speranza) per ogni uomo.
Riferimenti principali dell’Azione
cattolica sono la ricerca e la cura di
una autentica vita
spirituale, la Chiesa
locale, soprattutto
nella dimensione
diocesana,
riferimento per la
In questi ultimi mesi alcuni sacerdoti hanno dimostrato una
vita del credente, e la
rinnovata attenzione per l’Azione Cattolica, esprimendo in
pastorale ordinaria,
qualche caso il desiderio di reinvestire su questa associazione
ambito al tempo
nella propria parrocchia oppure chiedendo un aiuto per
stesso di formazione
animare la proposta di formazione e di aggregazione.
e di servizio per
A costoro suggeriamo di inviare all’Assemblea Diocesana
la vita personale e
di Azione Cattolica alcuni laici della parrocchia, in qualità
associativa del fedele
di “osservatori”. L’AC dà piena disponibilità ad incontrare
laico. Il dialogo,
parroci e consigli pastorali che lo desiderassero.
l’importante
esperienza di un
discernimento
simpatia e fiducia guarda alla profonda
comunitario, il
azione di rinnovamento in atto nella
rapporto e lo scambio tra generazioni,
nostra Chiesa di Como, e con profondo la ricchezza che nasce dalla
senso di responsabilità, si impegna
esperienza di una fede pensata,
nella ricerca del più costruttivo,
condivisa, verificata nella continuità
intelligente ed evangelicamente
di un cammino ispirato alle scelte
ispirato apporto a tale rinnovamento.
dell’interiorità, della responsabilità,
Molti segnali mettono in luce che la
della fraternità e dell’ecclesialità
vita della Chiesa, già oggi ma ancor
sono il tesoro prezioso, largamente
più nel futuro prossimo, richieda
incompreso, che abbiamo il dovere di
la presenza di fedeli laici formati
conservare, aggiornare e trasmettere
non solo per i ministeri ecclesiali
alle nuove generazioni.
o per la missione apostolica della
Chiesa nel mondo ma, forse ancor
MARCO ARIGHI
Invito alle parrocchie
per orientare stabilmente la vita e
conquistare un’autentica libertà.
• La seconda area riguarda la vita
della Chiesa, cioè il Corpo di Cristo,
nel quale fondare e sperimentare il
vivere la fede.
• La terza area concerne la realtà
associativa dell’Azione cattolica,
un’opzione per noi privilegiata di stare
nella Chiesa, con l’umile impegno
di servirla da apostoli, oltre che da
discepoli.
• La quarta area è quella del mondo,
luogo teologico di salvezza, nel quale
portare e testimoniare la bellezza, la
profondità e l’apertura di orizzonti di
una vita cristianamente ispirata.
L’Azione cattolica della diocesi di
Como è consapevole che oggi occorra
un rinnovamento dell’annuncio e della
testimonianza del messaggio cristiano
al mondo contemporaneo. Con
PROGRAMMA
■ Il 20 febbraio
L’Acr a Campodolcino il 6 febbraio
Al Collegio Gallio una
giornata molto intensa
Una grande
festa sulla neve
“C
iò che conta di più”:
è questo il titolo del
convegno diocesano
dei ragazzi dell’Azione
cattolica di quest’anno, che si svolgerà a
Campodolcino in Valchiavenna (So) il 6
febbraio. Sarà un’occasione per far festa
insieme, con la diocesi, con sentimenti
di vicinanza alla Zona.
Sarà un convegno sulla neve, pensato
per far divertire ancora di più i ragazzi e
le loro famiglie. Il mondo dei numeri farà
da sfondo a tutte le attività pensate per la
giornata, così come propone l’iniziativa
annuale nazionale.
L’équipe Diocesana dell’Acr ha
coinvolto diversi gruppi di educatori
nella preparazione dei vari momenti
della festa perché sia di tutti e per tutti,
bambini, ragazzi e genitori.
L’accoglienza avverrà presso il Palazzetto
dello sport del paese, dove alcuni
educatori, con canti, bans e animazioni,
allieteranno l’arrivo.
Verrà offerta l’opportunità di ricordare
a tutti la figura del beato Luigi Guanella,
Si intitola “Vivere la fede, amare la vita
- Fare strada con la Chiesa nella nostra
diocesi” l’assemblea diocesana elettiva in
calendario a Como il prossimo 20 febbraio.
Ecco il programma della giornata:
Il punto di riferimento
della giornata sarà la
figura del beato Luigi
Guanella: un uomo
da conoscere e di cui
seguire l’esempio.
(Fraciscio di Campodolcino 1842-Como
1915) beatificato nel 1964, che presto
diventerà santo: sul percorso verso la
Chiesa i ragazzi conosceranno questo
esempio di santità, messosi al servizio
dei più poveri e che predilisse gli
anziani, i ragazzi diversamente abili e
quelli abbandonati.
Si proseguirà con la festa eucaristica
insieme alla comunità e poi il pranzo
al sacco nel palazzetto. Nel primo
pomeriggio ci si avvierà alla zona adibita
ai giochi sulla neve, preparati dagli
educatori delle zone della Diocesi.
Momento tanto atteso sarà la gara delle
slitte: sicuramente faranno… numeri
acrobatici! Ci auguriamo la buona
riuscita della festa, grazie al contributo
di tutti, soprattutto dei ragazzi che
vorranno partecipare con la loro voglia
di divertirsi. Ecco il programma:
• ore 9.30: arrivi, iscrizioni e accoglienza
al Palazzetto;
• ore 11.00: Santa Messa celebrata da
monsignor Giuliano Zanotta, vicario
generale della Diocesi;
• ore 12.15: pranzo al sacco al Palazzetto;
• ore 13.00: giochi sulla neve;
• ore 15.00: le slitte dei numeri;
• ore 16.00: preghiera, merenda e saluti .
Per informazioni e iscrizioni: segreteria
diocesana dell’Azione cattolica, telefono
031-265181; e-mail: [email protected].
EQUIPE DIOCESANA ACR
ore 9.00: arrivi - accoglienza;
ore 9.30: lodi mattutine;
ore 10.00: relazione (segue dibattito);
ore 12.00: Santa Messa;
ore 13.00: pranzo;
ore 14.30: mandato ai presidenti
territoriali;
ore 15.00: proclamazione degli eletti al
nuovo Consiglio diocesano;
ore 15.30: intervento di monsignor Diego
Coletti;
ore 16.30: preghiera conclusiva.
NOTE
Apertura dei seggi per le votazioni dalle
ore 11.00 alle ore 14.00.
Contributo pranzo: euro 15,00
(per chi prenota entro il 14 febbraio:
euro 13,00). Possibilità di consumare la
colazione al sacco in un ambiente coperto
e al caldo
I ragazzi potranno vivere l’esperienza
dell’Assemblea diocesana a loro misura:
comunicare numero ed età dei ragazzi.
Segreteria Ac: telefono 031-265181;
e-mail: [email protected]
Vita diocesana
14 Sabato, 5 febbraio 2011
Dal 4 al 7 febbraio la visita a Cosio, Regoledo e alla Val Gerola
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
na
lli
e
t
l
Va
Regoledo in numeri
L
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
a parrocchia di Sant’Ambrogio a
Regoledo superano le 3600 persone.
Questi partecipano con una certa
costanza alle celebrazioni religiose ed
alle attività dell’oratorio. La presenza
di stranieri non è altissima (intorno ai
275), ma comincia ad essere significativa.
Le chiese che vengono normalmente
officiate sono quella di Sant’Ambrogio, la
parrocchiale, collocata nel centro del paese,
vicina a comune, scuole e posta, e quella di
Santa Maria, collocata nella zona vicina a
Morbegno. Vi sono poi altre chiese minori
tra le quali merita citare quella di San
Domenico. Vi è da parte dei parrocchiani
una certa frequenza ai sacramenti : quasi
tutti i bambini vengono battezzati; negli
ultimi tempi, tuttavia, risulta alto il
numero dei matrimoni civili. Sono presenti
le difficoltà del tempo in cui viviamo:
l’individualismo, il materialismo, una fede
che ha bisogno di essere rinnovata con
gioia ed entusiasmo, la testimonianza nella
realtà sociale e politica.
Cosio Valtellino, una
realtà in trasformazione
L
e parrocchie di Regoledo, Cosio e Sacco sono tutte collocate all’interno del
Comune di Cosio Valtellino, che conta 5429 abitanti (sesto per popolazione in
Valtellina) ed ha 5 frazioni (Regoledo, Cosio, Piagno, Sacco e Mellarolo).
Non è semplice tracciare una descrizione di questo vasto territorio che ha
frazioni sia sul piano, che in montagna. Vogliamo perciò soffermarci su alcuni aspetti
sociali, che spesso e volentieri vengono trascurati. I nuclei familiari presenti sono
2189. L’incidenza della popolazione sotto i 20 anni è molto vicina al 20% del totale,
per contro quella superiore ai 65 anni è
al 18%, segno che c’è ancora, seppur di
poco, una prevalenza dei giovani rispetto nazionale, ha comunque avuto, nello
agli anziani. Prendendo a riferimento
stesso periodo, un incremento prossimo
il periodo 2003-2010 stiamo assistendo
al 250%. 33 sono i paesi d’origine
ad una crescita generale del numero
rappresentati; da sottolineare però che
di persone molto contenuta (+ 4,7%)
Marocco e Cina occupano da soli quasi
con poco più di 50 nascite all’anno e 40
il 50%. Altro aspetto da evidenziare è
decessi. Ciò che colpisce è la crescita
il lento ma costante abbandono delle
esponenziale del numero di stranieri
frazioni montane di Sacco e Mellarolo
che, pur essendo ancora ad una bassa
(-7,5%) Non esistono dati certi né sulla
incidenza (5,2%) rispetto alla media
scolarità né sul tipo di impiego della
popolazione generale.
Da una rilevazione empirica si può però
affermare che i giovani che decidono
di optare per il percorso universitario
è ancora piuttosto basso, forse per una
certa facilità d’accesso al mondo del
lavoro. Questo dato però è in deciso
cambiamento negli ultimi due/tre
anni tanto che inizia a destare qualche
preoccupazione nelle famiglie.
Sul territorio sono presenti diverse
attività produttive, artigianali e
agricole, la maggior parte delle quali di
piccole dimensioni (molte sono ditte
individuali). Non si può però non citare
le due più grosse realtà che danno
lavoro a molti residenti, vale a dire la
“Dolciaria Galbusera” e la “Prefabbricati
Zecca” che sembrano essere riuscite ad
attraversare indenni la crisi economica
in atto. Purtroppo altre realtà hanno
invece pagato un conto “salato” a questa
situazione: la più evidente è la Ditta
MC per la quale è in atto la procedura
fallimentare e che ha lasciato senza
lavoro più di 80 persone nella sola
struttura di Regoledo.
Al fine di completare il quadro non
possiamo però tralasciare gli aspetti
positivi di questo paese che vede una
realtà del volontariato strutturato
molto vivace sotto diversi punti di
vista, da quello sociale (ricordiamo la
presenza di Fondazione Sansi, Gruppo
Primavera, Il Muschio, Gruppo Amici dei
Pensionati, Gruppo Alpini, Protezione
Civile) a quello culturale (Quadrato
Magico, Filarmonica S.Cecilia, Gruppo
Teatrale Il Monello) a quello sportivo (10
associazioni presenti).
Sono tantissime infine le persone che
collaborano dentro le tre parrocchie
con spirito creativo che fanno sì che le
nostre realtà possono anche essere da
esempio per altri. Su tutte citiamo due
esperienze significative: la prima, rivolta
ma anche gestita dai giovani, è quella
dell’Orish Pub di Regoledo che, per più
di 6 anni, ha rallegrato in modo sano
centinaia di giovani della bassa valle. La
seconda è la più che decennale “Festa
degli Arrosticini” di Cosio, un esempio
di collaborazione, organizzazione e
coinvolgimento di volontari.
Il Vescovo in Bassa Valtellina. Le chiese e la realtà della parrocchia di Sant’Ambrogio
L
a parrocchia di Regoledo si
estende in quella parte di
fondovalle della Valtellina
compresa tra Cosio e Morbegno.
Con questi due paesi non ha soluzione
di continuità, anzi, essendo il secondo
un centro di considerevoli dimensioni e
ricco di servizi, gli abitanti di Regoledo vi
si riversano per molte attività. Le origini
della parrocchia sono relativamente
recenti, essendo stata eretta nel 1800,
quando il paese cominciava ad avere
un numero rilevante di abitanti stabili.
In quell’anno diventò indipendente
dalle più antiche parrocchie di Cosio e
Sacco dalle quali fino a quel momento
era stata una dipendenza. Questo, però,
non vuol dire che fino a quel momento
Regoledo non avesse edifici di culto.
Tra questi il più antico, che data alla
fine del ‘300 o ai primi anni del ‘400, è
la chiesetta di San Domenico. Collocata
a ridosso della montagna, sulla strada
comunale che conduceva a Sacco, essa
nasce in ricordo e a consacrazione
del beato Domenico da Pisa, un frate
domenicano giunto dalla toscana e
legato al convento di Sant’Antonio di
Morbegno, che aveva scelto un luogo
isolato vicino ad una cappelletta
dedicata al Crocefisso per il ritiro e la
meditazione. La chiesetta, con struttura
a capanna e ad un’unica navata, risulta
ampliata di sacrestia e campanile,
nel periodo a cavallo tra settecento
ed ottocento. Al suo interno presenta
un affresco cinquecentesco di ottima
fattura che risulta ancora più leggibile,
nella sua impostazione domenicana,
Regoledo
di Cosio
fotografie di Domenico Moiola
dopo il restauro del 2002, voluto
fortemente dagli abitanti del paese
che a questa chiesa sono molto legati.
Settecentesca, nell’attuale struttura, è
la chiesa di Santa Maria in Ruscaine,
collocata nella zona vicina a Morbegno.
Nata probabilmente come chiesa privata
della nobile famigli Pellizzari (la chiesa
è attigua alla sua abitazione) e spazio
cimiteriale destinato ai membri della
stessa famiglia, ha in seguito avuto
degli ampliamenti per essere usata
per l’intera comunità. Al suo interno
presenta alcune tele significative, tra
le quali una raffigurante San Carlo
Borromeo e tre statue lignee di pregio
del tardo rinascimento della Madonna,
di san Bernardino da Siena e di San
Sebastiano.
Esisteva poi la chiesa di Sant’Ambrogio,
nell’attuale piazza del monumento ai
caduti, abbattuta all’inizio del ‘900 per la
costruzione dell’omonima parrocchiale.
Quest’ultima, costruita poco dopo la
metà dell’800 su progetto dell’architetto
Cesare Scalcini, ha un struttra tardo
neoclassica a pianta centrale. All’interno,
presenta una bella volta affrescata con
l’allegoria della chiesa da Giovanni
Albertella nel 1933.Il catino absidale,
con la gloria di Sant’Ambrogio è stato
dipinto dal pittore talamonese Giovanni
Gavazzeni negli ultimi anni dell’’800. Al
suo interno ci sono inoltre alcune opere
degne di nota, come una Madonna del
rosario di Ippolito Borghese, un trittico
ligneo rinascimentale ed un tela con
Battesimo di Cristo di Angelo Vaninetti.
Negli anni 90 del novecento, per volontà
di don Lino Urbani, accanto alla chiesa
è stato rifatto l’edificio dell’oratorio,
all’interno del quale si trova la bella sala
dedicata al beato Pier Giorgio Frassati.
Sulla facciata dell’oratorio che guarda
la piazza antistante la chiesa è collocato
un grande graffito di Glauco Baruzzi che
rappresenta l’incontro tra Sant’Ambrogio
e l’imperatore Teodosio dopo l’eccidio di
Tessalonica.
LA PARROCCHIA DI
REGOLEDO-SANT’AMBROGIO
Vita diocesana
● Domenica 30 gennaio
mons. Diego Coletti è
tornato in Tremezzina
Sabato, 5 febbraio 2011 15
● Nel pomeriggio
l’incontro con la
comunità apostolica
● Dal Vescovo un invito
a concentrarsi sulla
formazione permanente
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Il Vescovo a Griante
Calendario
■ Parrocchie
Gli appuntamenti del
Vescovo nelle parrocchie
Dal 4 al 6 febbraio: Val Gerola, Regoledo
e Cosio; Dall’11 al 13 febbraio: Albaredo,
Dazio e Bema; Dal 25 al 27 febbraio:
Morbegno; Dal 19 al 20 marzo: Campovico
e Desco, Piantedo; Dal 25 al 27 marzo:
Caspano-Cevo, Roncaglia-Civo e Mello;
Dal 2 al 3 aprile: Traona; Dall’ 8 al 10
aprile: Buglio, Villapinta e Ardenno; Dal 6
al 7 maggio: Nuova Olonio; Dal 20 al 22
maggio: Cercino, Mantello, Cino; Dal 3 al
5 giugno: Sirta, Campo Tartano, Tartano,
Talamona; Il 17 e 18 giugno: val Masino
(Biolo - Cataeggio e S. Martino)
■ Incontri zonali
Diocesi Di como
Visita
Pastorale
Le date degli incontri
interparrocchiali
Il primo degli i Gli incontri interzonali
riguarderanno gli
insegnanti della Bassa
Valtellina che si
incontreranno con il
Vescovo venerdì 18 marzo
(il luogo dell’incontro è in
via di definizione). Sabato 2 aprile a
Traona si raduneranno invece i giovani.
Il 7 maggio, infine, si ritroveranno a
Nuova Olonio i religiosi.
■ Ammalati
La visita all’Ospedale di
Morbegno e a Nuova Olonio
Nella mattinata di venerdì 11 febbraio il
Vescovo farà visita alla casa di riposo dei
Guanelliani a Nuova Olonio all’interno del
complesso Casa Madonna del Lavoro. Nel
pomeriggio incontrerà, invece, i degenti
e il personale dell’Ospedale Civile di
Morbegno.
■ Per la Vita
Il 6 febbraio un
pomeriggio di preghiera
Il 6 febbraio prossimo, in occasione della
giornata nazionale per la vita, promossa
dalla Cei, il Vescovo Diego Coletti
incontrerà nel complesso di S. Giuseppe a
Morbegno i fedeli e le famiglie.
Un invito particolare è rivolto a tutti i
volontari dei Centri di Aiuto alla Vita della
diocesi. All’incontro, seguirà un momento
di festa. Il tema scelto dai Vescovi è:
“educare alla pienezza della vita”.
Per tutti i dettagli vedi pagina 8-9
D
omenica 30 gennaio il
Vescovo, mons. Diego
Coletti, già impegnato nella
Visita Pastorale della Bassa
Valtellina, è tornato in Tremezzina
per completare la Visita alla zona,
incontrando le parrocchie di Griante
e Tremezzo (visita che era iniziata a
dicembre con una Messa celebrata
tra un impegno e l’altro a Tremezzo).
L’intensa giornata si è aperta a
Griante con il saluto del sindaco
Leandro Bianchi che ha commentato:
“La giornata è fredda, speriamo di
scaldarla noi coi nostri cuori. Siamo
pochi ma forti nel cuore, e nel cuore
terremo gli insegnamenti che vorrà
donarci”.
“Quello che conta è la qualità” ha
risposto mons. Coletti; “la qualità della
fede e la qualità del nostro amarci gli
uni e gli altri”, scambiando poi qualche
allegra battuta sulla visita di un…
umile vescovo in un luogo
di villeggiatura scelto da
Papi (Pio XI) e capi di Stato
(come Adenauer).
Molto partecipata la S.
Messa presieduta dal
Vescovo e concelebrata
dal parroco don Giuseppe
Notari e da mons Saverio
Xeres che da qualche
mese offre il suo aiuto
per le celebrazioni
festive. Mons. Coletti
ha preso le mosse dal
Discorso della Montagna
per evidenziare come il
nostro Dio non sia un
“grande gendarme” o un
“padrone megagalattico”
bensì “un Dio che lava
i piedi, che è ricco di
misericordia, sta dalla tua
parte, e la cui intenzione
fondamentale è che tu sia
beato”, e la ricetta della felicità sono
proprio le Beatitudini, un testo che il
cristiano dovrebbe sapere a memoria.
Il cristiano infatti è chiamato ad essere
fuoco: “dovremmo avere comunità che
creano delle epidemie di fede! Non
spaventarci davanti ai musulmani, così
convinti e radicali, ma testimoniano
la bellezza di essere figli e non servi…
Non so accettare l’esigenza di erigere
muri e di aggredire, perché il focolare
di casa è freddo”.
Ha rivolto inoltre un particolare
ringraziamento a don Giuseppe per
la sua testimonianza “di fede e di
speranza” pregandolo di offrire la sua
sofferenza “in primo luogo per il mio
presbiterio e per voi fratelli”.
Un grazie “fuori ordinanza” anche ai
ministranti tra cui si aspetta che sorga
qualche santa vocazione sacerdotale,
religiosa, missionaria e, magari,
politica.
Nel pomeriggio il Vescovo ha
incontrato le due comunità nel
salone “Teresio Olivelli” di Tremezzo;
don Giuseppe ha presentato le due
parrocchie come depositarie di forti
tradizioni che però cominciano a
venir meno, senza però pessimismo
perché “ciò che non si vede è più di
ciò che si vede”; e don Saverio ha
sintetizzato la propria esperienza
nelle due parrocchie con un “son
contento: sono grato dell’esempio che
dà don Giuseppe, e di trovarmi tra
gente simpatica”. Davanti alle persone
che ha supposto fossero le più attive
in parrocchia e le più vicine al loro
sacerdote, ovvero quelle che ama
chiamare la “Comunità Apostolica”,
mons. Coletti ha ricordato che gli
Apostoli non ebbero vita facile e non
furono chiamati “per essere al di sopra
degli altri”, perchè lo scopo della vita
di un cristiano non è salvare se stesso:
“se siete qui è perché lo
Spirito vi ha messo in
cuore di fare qualcosa di
buono per gli altri”. Ha poi
evidenziato la necessità
di una formazione
permanente (non solo
intellettuale, ma che
nutra l’anima attraverso la
Parola), del sostegno alla
famiglia, della quotidianità
dell’impegno cristiano.
Quella del cristiano
dev’essere “una vita, come
una spugna nell’acqua,
tutta intrisa di vangelo”.
Al termine dei Vespri
cantati nella parrocchiale
di S.Lorenzo, le due
comunità hanno voluto
donare al loro Pastore fiori
e prodotti tipici locali.
GIGLIOLA FOGLIA
Griante e Tremezzo: le persone, la fede e le chiese
GRIANTE
P
oco più di 700 anime,
Griante (dal celtico
Grian-tir “terra del
sole” o secondo altri dal
francese riant “ridente”)
si stringe attorno alla
parrocchiale dei SS.
Nabore e Felice martiri,
di antica origine; altre
chiese sono la novecentesca
S. Giuseppe in frazione
Maiolica; S. Rocco in
frazione Carsolina; il
veneratissimo Santuario
della Beata Vergine delle
Grazie sul Sasso di San
Martino, che si raggiunge
per una mulattiera
costellata da moderne
cappelle dei Misteri del
Rosario a cui si unisce
l’antica Cappella di S.
Carlo restaurata dagli
Alpini. Ritrovamenti
di epoca bizantina sul
pianoro del Santuario,
da cui si scorgono
i tre rami del lago,
testimoniano l’antichità
dell’insediamento in zona.
In frazione Maiolica si
trova anche la Chiesa
dell’Ascensione, una delle
prime chiese anglicane
costruite in Lombardia,
aperta da maggio a
settembre per il culto della
confessione anglicana ed
episcopale d’America.
TREMEZZO
C
irca 1300 abitanti,
anche Tremezzo ha
origine antica ed è
citata nelle fonti sulla
Guerra Decennale tra
Como e Milano (11181127). Ben sette le sue
chiese: la parrocchiale
dedicata a S. Lorenzo
e all’Immacolata; S.
Bartolomeo di origine
romanica; SS. Pietro e
Paolo in frazione Volesio;
SS. Rocco e Antonio
in frazione Viano; il
Santuario della Madonna
Nera in frazione Rogaro
(S.Maria Einsiedeln o
Madonna degli Eremiti);
la Cappella della
Madonna di Panoort
eretta recentemente dagli
Alpini e dedicata a Maria
Regina Pacis e a don
Carlo Gnocchi; inoltre
la Cappella Sommariva
annessa a Villa Carlotta.
PastoraleDelLavoro
16 Sabato, 5 febbraio 2011
Pensare
ad un’economia
a misura d’uomo
La dottrina sociale della Chiesa, partendo
dall’affermarzione della centralità della
persona, offre validi orientamenti
Nella “Caritas in veritate”
il Papa ci offre gli
strumenti per orientare
l’attuale complessa
situazione verso lo
sviluppo umano integrale
C
i sono avvenimenti di natura
sindacale che, per la loro portata,
hanno in sé un significato che
va oltre l’avvenimento stesso.
Prendiamo, ad esempio, il referendum del
14 gennaio alla FIAT di Mirafiori. C’era
grande attesa per il risultato perché in
virtù dello stesso l’azienda avrebbe deciso
in quale luogo fare i nuovi investimenti. I
giorni precedenti il referendum furono
giorni in cui le posizioni del sì e del no all’accordo si contrapposero tra loro.
Il dibattito pose sul tappeto questioni che in questi ultimi tempi si son fatte
sempre più acute a seguito della crisi economica e la globalizzazione, con le
sue dinamiche, ad esempio velocità sempre più celeri dei trasporti e delle
informazioni.
In sintesi possiamo dire che due erano le questioni a confronto: la
delocalizzazione e l’occupazione; in altri termini, l’insediamento dei sistemi
produttivi là dove economicamente è più redditizio per l’azienda e la difesa
dei diritti dei lavoratori. Sono due esigenze che nel caso della vertenza Fiat
Mirafiori, come in altri casi, si sono contrapposte come se fossero inconciliabili.
E l’accordo raggiunto tra azienda Fiat e alcune organizzazioni sindacali è parso a
molti un compromesso necessario, senza però risolvere il conflitto.
● I suoi obiettivi non
possono fermarsi
al semplice profitto
Cosa ha messo in risalto il caso Fiat? Che
la complessa organizzazione del lavoro
produttivo, così come si era venuta a
costituire prima della crisi, deve essere
ripensata. Se infatti prima del 2008 anche di
fronte alla delocalizzazione l’occupazione nei
paesi di vecchia industrializzazione teneva,
con l’avvento della crisi essa non tiene più.
Là dove ci sono segni di ripresa produttiva,
non ci sono segnali significanti di ripresa
occupazionale.
Abbiamo sentito dire molte volte che occorre
un modo nuovo di gestire l’economia, ma
purtroppo agli auspici non sono succeduti
i tanto sospirati cambiamenti. Quello
che fa più pensare è il fatto che in queste
vicende, eccetto eccezioni lodevoli, il mondo
cattolico sembra quasi che si sia estraniato,
non faccendo sentire una sua proposta,
limitandosi a schierarsi da una parte o
dall’altra.
A questo punto è opportuno ripensare
a quanto Paolo VI scrive nella lettera
apostolica “Octogesima Adveniens:
“Spetta alle comunità cristiane analizzare
obiettivamente la situazione del loro
paese, chiarirla alla luce delle parole
immutabili del Vangelo, attingere
principi di riflessione, criteri di giudizio
e direttive di azione nell’insegnamento
della Chiesa, … individuare … le scelte e
gli impegni che conviene prendere per
operare le trasformazioni sociali,politiche
ed economiche che si palesano urgenti e
necessarie in molti casi (n. 4). Siamo nel
1971, Paolo VI sentì il dovere di sollecitare
le comunità parrocchiali ad impegnarsi per
un rinnovamento dell’economia che creasse
uno sviluppo a misura d’uomo. Oggi di
fronte a questa rivoluzione economica Papa
Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas
in veritate” ci dà strumenti per orientare
l’attuale confusa e complessa situazione
verso lo sviluppo umano integrale. La
dottrina sociale della Chiesa, partendo
dall’affermazione della centralità della
persona, fornisce anche oggi molti validi
orientamenti per pensare una economia
a misura d’uomo. Non si inizia da zero. Lo
ha dimostrato in un recente incontro alla
scuola sociale il prof. Zamagni illustrando
i contenuti dell’economia sociale. Le
comunità non perdano tempo, hanno a loro
disposizione alcune indicazioni preziose,
non pecchino di omissione.
PAGINA A CURA
DELL’UFFICIO DIOCESANO
PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO
● Non solo un insieme di ● La necessità di offrire
macchine, ma persone agli uomini occasioni
che producono un bene
di dignità
Impresa, comunità
di uomini in cammino
N
on sembri monotono avere
sempre come riferimento,
oggi, per una riflessione di
carattere sociale ed economico la crisi.
La necessità di uscirne al più presto ha
messo e continua a mettere in moto una
serie di riflessioni e proposte. Quelle che
maggiormente tengono campo sono
orientate ad individuare le modalità
nuove capaci di dare slancio alla
produzione. E’ ovvio che il soggetto a cui
viene prestata maggiormente attenzione
è l’azienda e di conseguenza il compito
dell’imprenditore. Un valido contributo
lo possiamo trovare nell’enciclica
Centesimus Annus : “Scopo dell’impresa,
infatti, non è semplicemente la
produzione del profitto, bensì l’esistenza
stessa dell’impresa come comunità
di uomini che, in modo diverso,
perseguono il soddisfacimento dei loro
fondamentali bisogni e costituiscono un
particolare gruppo al servizio dell’intera
società” (n.35).
Papa Giovanni Paolo II non demonizza
il profitto, ma gli dà una finalità: essere
la ricchezza necessaria perché tutti gli
attori coinvolti, secondo i propri ruoli,
nelle attività dell’azienda, possano
soddisfare i propri fondamentali
bisogni. Si può ben dire che una
funzione della azienda è quella di creare
ricchezza, ma attenzione, non solo per
qualcuno, ma per tutti i soggetti attivi
che hanno preso parte allo sviluppo
dell’azienda. Sempre stando alle
parole del Papa l’impresa ha anche
una funzione sociale, che ben si sposa
con la precedente. Essa si pone come
opportunità per i vari soggetti operando
in rete di dar vita ad una comunità, dice
sempre il Papa, di uomini. Egli pone
ancora una volta al centro di tutto la
persona umana.
L’azienda non è una struttura composta
da un insieme di macchine utensili
che ben progettate e collegate tra loro
producono un bene la cui vendita
procura un vantaggio economico
solo per alcuni. E’ una comunità di
persone che all’unisono si prefiggono di
produrre un bene utile per gli uomini,
soddisfacendo i loro fondamentali
bisogni e nello stesso tempo anche
soddisfa chi ha prodotto il bene
grazie alla sua capacità di’utilizzare
adeguatamente gli opportuni strumenti.
E’ azzardato dire che nell’azienda tutti,
pur con modalità diverse, devono aver
un anima imprenditoriale? Questo è il
motivo per cui nell’azienda ogni persona
deve essere valorizzata e apprezzata, e
per la persona diventa motivo e dovere
di valorizzare i talenti intellettuali e
manuali di cui Dio lo ha dotato. E ciò
che fa interagire le singole persone è il
desiderio di offrire al mercato, meglio
dire agli uomini, quei beni necessari per
una dignitosa vita quotidiana.
Una rete che faccia interagire i vari
soggetti perché possa essere denominata
comunità di uomini deve essere aperta
al dialogo. E il vero dialogo rifiuta che
qualcun si ponga di fronte all’altro
mostrando i suoi muscoli, esige un
animo aperto alla fraternità, a vedere
l’altro un soggetto di pari dignità e valore
perché agli occhi di Dio l’altro ha la sua
stessa importanza.
E in tutto questo, la crisi? Si sta avviando
al suo sciogliersi.
un modo
responsabile
di intendere
l’impresa
L
a scintilla individuale
dell’imprenditorialità deve fondarsi
su un’etica economica che convogli
le iniziative verso le necessità della
collettività.
Le attuali dinamiche economiche
internazionali, caratterizzate da gravi
distorsioni e disfunzioni, richiedono
profondi cambiamenti anche nel modo
di intendere l’impresa.
Uno dei rischi maggiori è senz’altro che
l’impresa risponda quasi esclusivamente a
chi in essa investe e finisca così per ridurre
la sua valenza sociale. Inoltre la cosiddetta
delocalizzazione dell’attività produttiva
può attenuare nell’imprenditore il senso
di responsabilità nei confronti di portatori
di interessi, quali i lavoratori, i fornitori,
i consumatori, l’ambiente naturale e la
società circostante, a vantaggio degli
azionisti, che non essendo legati a uno
spazio specifico, possono godere di una
straordinaria mobilità e libertà di azione.
È però anche vero che si sta dilatando
la consapevolezza circa la necessità di
una più ampia “responsabilità sociale”
dell’impresa. Anche se le impostazioni
etiche che guidano oggi il dibattito sulla
responsabilità sociale dell’impresa
non sono tutte accettabili secondo la
prospettiva della dottrina sociale della
Chiesa, è un fatto che si va sempre più
diffondendo il convincimento in base
al quale la gestione dell’impresa non
può tenere conto degli interessi dei soli
proprietari della stessa, ma deve anche
farsi carico di tutte le altre categorie di
soggetti che contribuiscono alla vita
dell’impresa: i lavoratori, i clienti, i
fornitori dei vari fattori di produzione,
la comunità di riferimento.
Se da un lato la delocalizzazione aumenta
la competitività dell’attività produttiva,
dall’altro accresce la disoccupazione ed
equivale ad un costo sociale a carico della
collettività. La delocalizzazione non va
sempre identificata con lo sfruttamento,
però il sottile confine tra diritto alla
minimizzazione dei costi e sfruttamento
deve essere un argomento di cui l’universo
della politica e del diritto si deve far carico.
Paolo VI invitava a valutare seriamente
il danno che il trasferimento all’estero
di capitali ad esclusivo vantaggio del
profitto può produrre alla propria Nazione.
Giovanni Paolo II avvertiva che investire
ha sempre un significato morale, oltre che
economico.
Tutto questo è valido anche oggi,
nonostante che il mercato dei capitali sia
stato fortemente liberalizzato e le moderne
mentalità tecnologiche possano indurre
a pensare che investire sia solo un fatto
tecnico e non anche umano ed etico.
Non c’è motivo per negare che un certo
capitale possa fare del bene, se investito
all’estero piuttosto che in patria. Devono
però essere fatti salvi i vincoli di giustizia,
tenendo anche conto di come quel capitale
si è formato e dei danni alle persone
che comporterà il suo mancato impiego
nei luoghi in cui esso è stato generato.
Bisogna evitare che il motivo per l’impiego
delle risorse finanziarie sia speculativo
e ceda alla tentazione di ricercare solo
profitto di breve termine, e non anche la
sostenibilità dell’impresa a lungo termine,
il suo puntuale servizio all’economia reale
e l’attenzione alla promozione, in modo
adeguato ed opportuno, di iniziative
economiche anche nei Paesi bisognosi
di sviluppo.
Non c’è nemmeno motivo di negare
che la delocalizzazione, quando comporta
investimenti e formazione, possa fare
del bene alle popolazioni del Paese che
la ospita. Il lavoro e la conoscenza tecnica
sono un bisogno universale. Non è però
lecito delocalizzare solo per godere di
particolari condizioni di favore, o peggio
per sfruttamento, senza apportare alla
società locale un vero contributo per
la nascita di un robusto sistema produttivo
e sociale, fattore imprescindibile
di sviluppo stabile.
ComoCronaca
Sabato, 5 febbraio 2011 17
Notizie flash
■ Shoah
Se ne è parlato a Milano nell’ambito del “Tavolo dell’Aria”
PM10, i dati
dicono che a Como
l’aria migliora
Storia di famiglie. Si
raccolgono materiali
Foto William
i
r
e
v
l
po
Dall’analisi dei numeri, che
coprono un arco temporale che
va dal 2002 al 2010, emerge per
il capoluogo lariano una situazione
di progressivo miglioramento
P
er motivi
meteorologici, salvo
rare eccezioni, a
Como il mese di
gennaio è da sempre quello
più sensibile al fenomeno
dell’inquinamento
atmosferico, soprattutto da
parte delle Pm 10, le polveri
sottili. Anche il primo mese
del 2011 ha portato con sé
dibattiti e discussioni, in
tutto il territorio regionale,
su come contrastare
questo fenomeno che
ha portato Milano alla
decisione di adottare
il blocco del traffico,
decisione cui Como non
ha aderito. Sulla “salute”
dell’aria che respiriamo
in città interessanti sono
i dati distribuiti nel corso
dell’ultimo Tavolo dell’Aria
che si è svolto a Milano ed al
quale ha preso parte anche
l’assessore all’Ambiente del
Comune di Como, Diego
Peverelli. Dall’analisi dei
dati, che coprono un arco
temporale che va dal 2002 al
2010, emerge per la nostra
città una situazione in
miglioramento nel corso del
Ucid
■ 7 febbraio
Ichino e il futuro
del lavoro in Italia
Lunedì 7 febbraio, alle ore 19.30, presso
l’Albergo Ristorante “Palace Hotel”
di Como in Viale Lungo Lario Trieste,
l’Ucid di Como incontrerà il prof. Pietro
Ichino, professore ordinario di Diritto
del lavoro all’Università degli Studi di
Milano e fondatore del Dipartimento di
studi del Lavoro e del Welfare, nella sua
tradizionale riunione conviviale.
Inchino terrà una relazione sul tema:
“il futuro del lavoro in Italia”. Quale
riforma del diritto del lavoro per ridare
spazio e credito ai giovani nel tessuto
produttivo? Quali relazioni industriali
dopo la vicenda Fiat? A questi e altri
interrogativi si cercherà di dare risposta,
con l’aiuto del relatore.
Per gli invitati non soci è richiesto
l’importo di 40 euro.
tempo e che pone, inoltre,
Como tra i capoluoghi
lombardi che soffrono
meno dell’inquinamento
atmosferico da Pm10. Nelle
statistiche sulla media di
Pm10 nell’aria tra il 2002
ed il 2010 nel periodo 1-24
gennaio, arco di tempo tra
i più sensibili dell’anno per
gli effetti delle polveri sottili
nell’aria (tempo solitamente
freddo e secco, stabilità nel
riciclo dell’aria, impianti di
riscaldamento al massimo),
a Como la media si attesta
a 58 µgr/m³ contro i 60
di Milano, i 62 di Busto
Arsizio, i 61 di Bergamo ed
i 63 di Brescia. Per quanto
concerne il numero di
giorni di superamento della
soglia di criticità (58 µgr/
m³), sempre nel periodo
compreso 1-24 gennaio,
questi si attestano a quota
13, come Milano (14 a Busto
Arsizio, 17 a Bergamo e
Brescia). I livelli massimi
di concentrazione di Pm10
sempre in questo periodo a
Como hanno toccato, l’anno
scorso, quota 82: un dato
ben al di sotto di quanto
si è riscontrato a Milano,
Brescia, Bergamo e Busto
Arsizio, località dove si è
superata abbondantemente
quota 100. Le statistiche,
invece, relative alla media
annuale (che fissa il limite di
criticità non più a 50 bensì
a µgr/m³) a Como, nel 2010,
i giorni di superamento
della soglia fissata dalle
direttive comunitarie sono
stati 42. Solo a Lecco (40) e
Sondrio (36) si è verificata
una situazione migliore.
Anche in questo caso il
numero di giorni è in decisa
diminuzione rispetto al
passato. Al di sotto della
soglia di criticità è invece
la statistica sulla presenza
media annuale di Pm10
nell’aria. L’anno scorso tale
media è stata pari a 32 µgr/
m³. «Come ho già avuto
modo di ribadire certo a
Como non si respirano
“violette” - dichiara
Peverelli - però la situazione
non è certo tragica. è in
miglioramento costante da
anni e questo vuol dire che,
nel complesso, le politiche
regionali in materia di
qualità dell’aria stanno
dando qualche risultato».
L’analisi europea vede
l’Italia tra le Nazioni più
esposte a questo fenomeno
che colpisce soprattutto
Anche la Prefettura di Como aderisce
all’iniziativa “Storia di famiglie” promossa dal Comitato nazionale di
coordinamento per le celebrazioni
in ricordo della Shoah - rilanciando,
anche nel Comasco, l’invito ai cittadini
a cercare e a raccogliere materiale
da destinare ai musei della Shoah e
dell’Ebraismo di Roma e Ferrara, nonché
al Centro di Documentazione Ebraica
di Milano. Tutti i materiali raccolti in
provincia potranno essere consegnati in
Prefettura dal 27 gennaio al 30 giugno
2011, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle
12. I materiali raccolti saranno quindi
trasferiti da Poste italiane presso
l’Archivio centrale dello Stato in Roma,
dove una commissione di esperti,
appositamente designata vaglierà i
beni, selezionerà quelli di maggiore
interesse e li consegnerà ai Musei che
ne acquisiranno la proprietà.
Per informazioni: dott. Corrado
Conforto Galli tel. 031-3171 dal lunedì
al venerdì dalle ore 9 alle ore 12..
il sud della Spagna, della
Svezia, nonché la totalità
del territorio nazionale
di Grecia, Romania,
Bulgaria, Lettonia e
Benelux. Da segnalare che
solo piccole porzioni di
territorio di Germania e
Francia soffrono di questo
problema. Ma cosa ha
intenzione di fare Como
per il futuro? «Innanzitutto
dobbiamo aumentare i
controlli sugli autoveicoli
euro 0, 1 e diesel euro 2
e portare almeno al 5% i
controlli sulle caldaie – ha
concluso Peverelli -. Su
questo punto mi impegnerò
personalmente a trovare
le risorse affinché tale
obiettivo possa essere al
più presto perseguito. Altri
benefici saranno portati
sicuramente dal Piano
del Traffico e della Sosta».
Infatti anche per Como
occorrono nuove misure per
contrare l’inquinamento
atmosferico. Non dobbiamo
infatti dimenticarci che, dal
2013, i rilevamenti di Pm
10 saranno sostituiti dal
riscontro nell’aria di polveri
ancora più fini, le Pm 2.5
sul rilevamento delle quali
l’Unione Europea non ha
ancora fissato dei limiti
precisi.
LUIGI CLERICI
■ Unione ciechi
Ritorna la “Cena
al buio” il 26 febbraio
L’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti,
Sezione di Como presenta anche
quest’anno l’iniziativa “Cena al buio”.
L’appuntamento è per sabato 26
febbraio, alle ore 19, presso la sede
della Cà d’Industria, in via Brambilla
61, a Como (parcheggio interno).
L’ingresso costerà 32 euro. Visto il
numero limitato la prenotazione è
obbligatoria. Per chi fosse interessato
l’Unione invita a rivolgersi in
Sezione, telefonando al numero 031570565, segnalando anche eventuali
intolleranze ed allergie alimentari.
■ In funzione dal 24 gennaio scorso
Dogana on line a Como
D
oveva essere l’avvio di una nuova e più rapida procedura legata all’import/export
ma gli inizi del nuovo servizio “Dogana on
line”, sistema telematico che svolge queste procedure e che controlla in automatico la sicurezza
delle merci (nonché difende gli operatori dalla
concorrenza sleale), è stata piuttosto in “salita”. Il
sistema è entrato in funzione lunedì 24 gennaio e,
come per la maggior parte delle novità tecnologiche, si sono verificati più disagi che benefici con
il pc che dà il via libera o ferma il transito delle
merci che funziona a “corrente alternata”. Con la
crescita dei transiti ai due valichi commerciali di
Como, quello autostradale di Chiasso Brogeda e
quello di Bizzarone, il nuovo sistema dovrebbe,
una volta superato questo impasse iniziale, assicurare benefici: transito più agevole della moltitudine di tir in transito (con diminuzione dei
livelli di smog emessi), molto spesso distribuiti
in lunghe colonne con ripercussioni sul traffico
a Como Nord (Ponte Chiasso) e sud (Lazzago e
Breccia). I disagi riscontrati nel nuovo sistema
doganale la scorsa settimana hanno ricordato
agli operatori gli effetti dell’entrata in funzione,
nel 2006, del sistema Aidda, per la gestione delle operazioni doganali telematiche, che si rivelò
come un vero disastro. Il computer principale
si bloccò e per calmare gli animi dovette arrivare a Como addirittura un direttore generale
dell’Agenzia delle Dogane inviato direttamente
da Roma.
L’attuale sistema prevede che a seconda della
merce e della destinazione, la documentazione relativa non deve più essere consegnata manualmente (o inviata via fax) agli uffici doganali
di Como che, a loro volta, danno il loro assenso
o meno al transito del camion. I dati vengono
inseriti direttamente nel computer. Il file viene
analizzato dal computer centrale che in pochi
minuti dà il suo assenso al transito oppure richiede un controllo.
l.cl.
ComoCronaca
18 Sabato, 5 febbraio 2011
Povertà. Nostra intervista a padre Giuseppe Turati
È
partito alla volta
di Roma la scorsa
settimana, dopo
trent’anni spesi al
servizio della carità, presso
la Casa della Missione di
Como. Padre Giuseppe Turati
è stato chiamato a rivestire il
compito di segretario generale
della Congregazione della
Missione, presso gli uffici che
la Congregazione ha nella
Curia Generalizia di Roma.
Il suo compito sarà quello
di tenere i contatti con le
Province distribuite in tutto il
mondo, svolgendo un lavoro
di sostegno all’attività e alla
progettualità che i padri della
Missione svolgono nei cinque
continenti.
È partito in silenzio, senza
clamore, com’è stato il suo stile
in questi anni.
Una presenza attenta e
assidua, la sua, condotta con
umiltà e caparbietà a servizio
degli ultimi. E, poco prima
di lasciare la città, non è
mancata anche l’occasione
per lasciare un ultimo segno,
l’inaugurazione della Mensa
Solidale di via Lambertenghi 2,
che sarà gestita dai padri della
Missione e offrirà un pasto
caldo, al prezzo di tre euro, dal
martedì al sabato, a persone
in stato di disagio economico,
anche temporaneo.
Proprio in quel contesto, a lui
più familiare, abbiamo raccolto
da padre Turati alcune battute
che ci hanno permesso di
tracciare un pur breve bilancio
della sua vita comasca.
Padre Turati ricorda quando
è arrivato a Como e che realtà
vi ha trovato?
«Sono arrivato in città nel
1980. Vi ho trovato la presenza
di una povertà piuttosto
tradizionale, vale a dire 15-20
clochard che, per le ragioni più
varie, vagavano privi di una
residenza stabile. Si trattava
dell’espressione di un disagio
che esprimeva un bisogno
forse meno complesso rispetto
ad oggi, in risposta del quale
non occorrevano grosse
risorse. La presenza di un
dormitorio pubblico, assicurato
dall’Ozanam, e di un servizio
mensa permettevano, così, di
andare incontro alle principali
necessità espresse da questa
gente».
Come ha visto, nel tempo,
cambiare il mondo della
povertà cittadina?
«È stato un progressivo
Trent’anni
sul filo
della carità
Padre Turati, al centro,
tra Roberto Bernasconi,
direttore della Caritas diocesana,
e il sindaco di como Stefano bruni
Lo abbiamo
incontrato per
tratteggiare
un bilancio del
servizio dei Padri
della Missione
crescendo di complessità. A
partire dagli anni Novanta ai
più classici clochard si sono
aggiunti tossicodipendenti o
alcoldipendenti, persone in
condizione di disagio psichico,
stranieri. Ed ecco che, in pochi
anni, da una ventina di persone
in grave stato di bisogno si è
passati a 80-100.
Se, una volta, la povertà
era dunque circoscrivibile
a pochi sfortunati, con il
trascorrere del tempo ci
siamo accorti come questa
condizione sia andata, via via,
investendo anche persone e
famiglie più comunemente
definite “normali”. Penso
alla famiglia che si trova ad
aver a che fare con un figlio
tossicodipendente o con
grossi problemi psichici.
Ultimamente la stessa crisi
economica ci ha confermato,
una volta di più, come il disagio
economico, psicologico,
sociale, rappresenti un rischio
per le categorie più diverse».
Com’è cambiato, negli anni, il
modello di risposta ai bisogni
Nuovo corso
espressi da queste persone
da parte della Casa della
Missione di Como?
«All’epoca i padri vincenziani
erogavano un servizio mensa
festiva in via Lambertenghi,
mentre durante la settimana
questo servizio era svolto
in via Tatti dalle suore di S.
Vincenzo. Presso i locali di
proprietà della Casa davamo,
inoltre, ospitalità a una
trentina di lavoratori italiani
(postali, ferrovieri, bidelli)
in buona parte provenienti
dal sud, accolti con un affitto
irrisorio, il che permetteva loro
l’invio di parte degli stipendi
percepiti alle famiglie. Nel
tempo, per problemi di natura
economica, siamo stati costretti
a sospendere questo tipo di
servizio. Negli anni Novanta,
beneficiando anche di un aiuto
economico dovuto alla legge
Martelli, ci siamo orientati ad
accogliere lavoratori stranieri,
con la collaborazione delle Acli.
Nell’arco di un decennio siamo
riusciti ad ospitarne circa una
quarantina. Successivamente
si è posto il problema di
offrire uno spazio intermedio
di reinserimento sociale a
persone uscite dal carcere.
Con la Casa Circondariale
e il Comune si è dunque
predisposto un progetto di
accoglienza che prevedesse la
creazione di spazi abitativi per
donne in uscita dal Bassone o
che dovessero beneficiare di
misure alternative alla pena.
Progetto che permettesse,
inoltre, di accompagnarle
nella ricerca di un lavoro e
nella individuazione di una
sistemazione abitativa più
stabile.
La recente attivazione della
mensa solidale è l’ultima tappa
di un lungo cammino condotto
sul fronte dell’offerta di aiuto a
chi si trova in difficoltà».
Progetti spesso condotti
con Comune, Caritas e altre
realtà del territorio. I risultati
ottenuti, sono la conferma
che, alla fine, la “rete” paga…
«Certamente sì, anche se la
via della rete rappresenta
un percorso non sempre
facile. Si tratta, in ogni caso,
di una fatica che merita
di essere fatta. Lavorare
insieme significa completarsi
a vicenda, imparare gli uni
dagli altri. È la modalità giusta
per rispondere in misura più
adeguata ai bisogni espressi.
Il mio incoraggiamento è
a continuare lungo questa
strada. Fino ad oggi la Casa
della Missione ha lavorato con
questo stile sia all’interno della
famiglia vincenziana - già di
per sé realtà molto diversificata
(ne fanno parte la Società
di San Vincenzo, i Gruppi di
Volontariato Vincenziano, le
Vincenziane, le Figlie della
Carità, i Padri della Missione
e le Suore Nazarene) - sia
all’esterno».
Che cosa lascia a Como?
«Un po’ del mio cuore e,
spero, anche uno stile, una
metodologia di lavoro, per
tanti miei collaboratori, che
porteranno avanti le opere
che, in questi anni, ho avviato
o che ho trovato e concorso a
sostenere».
marco gatti
Quattro incontri, presso il Centro C. Ferrari di
Como promossi da diverse realtà del territtorio
Volontari per la solidarietà
V
olontari per la solidarietà, l’11 febbraio prossimo prende il via un nuovo percorso di formazione promosso
da inMENSAmente, Caritas Como, Centro di
Ascolto di Cantù, Centro di Ascolto di Erba,
Centro Servizi per il Volontariato con il contributo di Provincia di Como Settore Servizi
Sociali, Sanità, Pari opportunità. Tutto nasce
una notte d’estate in cui i volontari delle diverse realtà che a Como si occupano di solidarietà raccolgono i dati per la ricerca-intervento
di Caritas: “In (ri)cerca di dimora”. Un lavoro
finalizzato non solo ad approfondire la realtà
delle persone in difficoltà, ma anche a ragionare in termini di cambiamento sociale e di
coinvolgimento del territorio. Il corso ha lo
scopo di offrire spunti di approfondimento
per un servizio prezioso al territorio. Ecco il
programma:
11 febbraio “Il fenomeno dell’emarginazio-
ne”. Elementi di conoscenza e comprensione circa il fenomeno dell’emarginazione e della povertà, quali sono
i fattori di cambiamento e trasformazione e quali gli elementi di complessità e i nuovi bisogni. Formatore: Paolo
Pezzana, presidente della fio.PSD (Federazione Italiana organismi persone
senza dimora).
18 febbraio “La persona senza dimora”. Un approfondimento della realtà
dell’homelessness attraverso l’analisi
dei percorsi interni (psicologia della
persona senza dimora) ed esterni (strategie di sopravvivenza, relazioni con il
contesto sociale...). Formatore: Raffaele Gnocchi, Caritas Ambrosiana.
4 marzo “La relazione d’aiuto”. Verso
un servizio non centrato su un modello
“assistenzialista”, diretto a produrre
servizi e prestazioni, ma fondato sulla relazione con le persone in quanto
contenitore di ogni prestazione. Formatrice: Pierluigia Verga, psicologa e
consulente del CSV.
11 marzo “Volontariato ed emarginazione”. Il valore sociale e il senso del volontariato in questo ambito. Le motivazioni al volontariato.
Formatore: Giuliano Arrigoni, psicologo clinico e formatore.
La partecipazione al percorso di formazione è gratuita. Sede: Centro Cardinal
Ferrari, via Cesare Battisti 8 Como ore
21.00. La sala è accessibile a persone
con disabilità. Il modulo scaricabile qui
sotto è da restituire compilato a: Centro Servizi per il Volontariato, Via Col di
Lana, 5 - 22100 Como. Tel. 031.301800;
fax 031-2759727; [email protected].
ComoCronaca
Sabato, 5 febbraio 2011 19
Carceri: non si può più aspettare
C’
Foto William
era anche una rappresentanza della Polizia Penitenziaria
comasca, la scorsa settimana, in piazza, a Milano, per
manifestare, davanti alla Prefettura ed al Provveditorato
dell’Amministrazione Penitenziaria, contro la grave situazione
di disagio e degrado in cui versano le carceri lombarde. Ha così raggiunto il
suo apice uno stato di agitazione proclamato in data 15 dicembre 2011, con
una lettera diretta al Ministro della Giustizia e con l’esposizione di bandiere
e striscioni fuori dagli istituti in segno di protesta, iniziativa promossa da
tutte le organizzazioni sindacali regionali di categoria per evidenziare il
disagio degli appartenenti al Corpo
della Polizia Penitenziaria, al fine
di affrontare le varie questioni sul
tappeto che interessano le condizioni
del personale, oltre, le criticità del
servizio istituzionale nelle strutture
detentive della Regione.
«La condizione emergenziale degli
istituti di pena della Regione - spiega
Massimo Corti, segretario generale
Cisl Federazione Nazionale Sicurezza,
Como - dimostra ampiamente
che il dettato costituzionale non
è rispettato e che quindi tutte
le strutture penitenziarie sono
sostanzialmente fuori legge,
testimoniando lo svilimento della
civiltà del nostro Paese». Tra gli istituti
in sofferenza c’è, ovviamente anche
la Casa Circondariale di Como - che
«di fatto - continua Corti - vive un
processo di irreversibile degrado e
abbandono con evidenti carenze
igienico sanitarie: piove dai tetti
in alcune zone detentive; umidità
diffusa in pareti e soffitti, grazie ai
soventi guasti idrici; soffitti e pareti
con marcescenza diffusa e distacco
di intonaci; impianto d’illuminazione
esterno non funzionante al 70% , con
pali lampioni pericolanti; mezzi di
trasporto vecchi e obsoleti, struttura
detentiva che necessita di interventi
straordinari e urgenti». Tragico ed
impietoso bollettino delle carceri
italiane: gli istituti a fronte di una
capienza di 44.218 ospitano circa
70.000 detenuti di cui il 40% stranieri.
In Lombardia i posti disponibili sono
5.353 e oggi sono ristretti più di 9.845
persone, di cui 4.200 sono stranieri.
Bollettino che addirittura diventa
macabro quando si analizzano i
dati degli eventi critici del 2010: 66
suicidi in cella; 1.134 tentanti suicidi;
5.603 atti di autolesionismo; 3.462
aggressioni ecc… «La pianta organica
della Polizia Penitenziaria della
Lombardia- continua Corti -è pari
5.353, con una carenza di circa 1.200
agenti dalla pianta organica prevista.
Nella struttura comasca, di fatto,
sono previste nella pianta organica
308 unità di Polizia Penitenziaria,
ma in realtà lavorano 234 unità,
quindi ben 74 Agenti in meno. Taluna
gravissima inadeguatezza, depaupera
ulteriormente la Polizia Penitenziaria
che è costretta in molteplici casi
ad assolvere compiti differenti
dal proprio per sostituire le figure
professionali mancanti.I dati appena
citati, freddi e impietosi mettono a
nudo la forte criticità del sistema e la
necessità di trovare misure eccezionali
per fronteggiare la grave situazione.
Le iniziative assunte dal Ministro
Alfano per delineare un programma
di intervento straordinario che
prevede nuove strutture faranno solo
aumentare di circa 3.000 i posti letto
in tutta regione. Inoltre, il programma
prevedeva l’assunzione di 1.800
agenti di Polizia Penitenziaria a livello
nazionale, di cui ancora non si vede
traccia. Ci auguriamo che le promesse
si traducano in precisi atti normativi.
Ciononostante, ammesso che arrivino
1.800 neo agenti, certamente non sono
sufficienti a colmare il gap rispetto
alle previsioni organiche per singola
sede, stante anche il susseguirsi di
pensionamenti e l’annosa assenza
di turn-over. In virtù di ciò non
possiamo che chiedere le dovute
garanzie affinché vi sia veramente il
personale per aprire i nuovi reparti
detentivi.È necessario pensare ad un
piano straordinario di assunzioni che
permetta in breve tempo la copertura
della pianta organica.E occorre fare in
fretta perché la situazione peggiora di
giorno in giorno...»
La protesta
della Polizia
Penitenziaria,
a Milano ha
riproposto la gravità
della situazione
ComoCronaca
20 Sabato, 5 febbraio 2011
Celebrazione
lourdiana
a Rebbio
venerdì
11 febbraio
I
n concomitanza con le Celebrazioni
al Santuario di Lourdes per
l’anniversario dell’Apparizione
della Madonna, Il Gruppo Turistico
Rebbiese, unitamente alle parrocchie
di Sant’Antonio, Camerlata, Breccia e
Rebbio, invitano pellegrini e devoti a
partecipare alla celebrazione lourdiana
promossa per Venerdì 11 febbraio con il
seguente programma: ore 20.30 chiesa
parrocchiale di Breccia: celebrazione
della Santa Messa a cui farà seguito la
“processione con le fiaccole”
con il seguente percorso: via Claudio
Marcello (Chiesa di Breccia), via Perego,
via Giussani, via Della Bastiglia, via
Varesina, via Alebbio (Chiesa di Rebbio):
Grotta di Lourdes . Si potrà raggiungere
la parrocchiale di Breccia anche con
un bus-navetta gratuito in partenza da
Camerlata, fermata bus, alle ore 19.45 e
con sosta a Rebbio, via Varesina angolo
via Lissi,alle ore 19.50. Una seconda
corsa partirà invece dalla chiesa di
Mobilità dolce. Idee per un territorio più a misura d’uomo
Foto william
“S
ul lago di Como senz’auto:
infrastrutture e servizi
per la mobilità dolce”. Ha
ottenuto un punteggio
totale di 86 punti ed il primo posto
in graduatoria il progetto presentato
dal Sistema Turistico Lago di Como
nell’ambito di un bando regionale sulla
mobilità dolce di recente conclusione.
Otto i progetti verdi “anti-traffico”, che
hanno beneficiato di un finanziamento
complessivo da parte del Pirellone di 860
mila euro.
Nuove piste ciclopedonali in Alto Lago
(tra Musso, Pianello e Cremia), ma anche
in Valsassina (a Taceno e Primaluna)
e un battellino elettrico per le visite
turistico-naturalistiche sul Lago del
Segrino; ma anche una linea di trasporto
pubblico Orio al Serio-Lago di Como e
un servizio di minibus con la Malpensa
per alleggerire il traffico veicolare con gli
Il Sistema Turistico Lago
di Como ha ottenuto
il primo posto nell’ambito
di un recente bando
regionale. Otto progetti
verdi “anti traffico” che
beneficeranno di un
contributo di 860 mila euro
aeroporti.
Questo e altro nei progetti avanzati
dall’organismo associativo che vede
uniti i territori comasco e lecchese.
I progetti che verranno realizzati entro
il 2012 prevedono un finanziamento
complessivo di 864.000 euro per
investimenti pari a circa 1.883.000 euro.
Da sottolineare la suddivisione dei
finanziamenti in due tranche, una
pubblica e una privata. Su quest’ultimo
fronte due gli interventi previsti:
l’istituzione di una vera e propria linea di
trasporto pubblico tra l’aeroporto di Orio
al Serio e il Lago di Como (quattro corse
al giorno a cura delle autolinee Asf ) e il
trasporto su prenotazione (via minibus)
fra Malpensa e il nostro territorio (a cura
di Autoservizi Lario Bus).
Sul versante pubblico fanno la parte
del leone il completamento delle piste
ciclopedonali (meglio note come
Greenway) a Musso, Cremia e Pianello
del Lario, opere che permetteranno di
completare il percorso della cosiddetta
“Riviera del Bregagno”, collegando i tre
paesi (e i relativi porti turistici) senza,
praticamente, percorrere neppure un
discoteca
del silenzio
Sant’Antonio alle ore 20.10 con sosta
all’oratorio di Rebbio alle ore 20.20.
Il medesimo servizio verrà offerto
al termine della funzione, a quanti
dovranno far ritorno a Breccia,
Camerlata e Sant’Antonio. Per chi
volesse partecipare all’organizzazione
dell’evento appuntamento venerdì 4
febbraio, alle ore 20.30 presso la
“sala-incontri mons. Bardella” in via
P.Paoli 25.a, durante la quale verranno
distribuiti gli incarichi.
Notizie flash
■ Giovani
Al Gallio “incontro” con
Chiara Luce Badano
Venerdì 11 febbraio, alle ore 11, presso
l’Auditorium del Collegio Gallio, verrà
approfondita la figura di Chiara Luce
Badano, la diciottenne, proclamata
beata il 25 settembre 2010, che ha
fatto della sua breve, intensa vita,
una corsa verso la santità. Prevista
la testimonianza di Maria Teresa e
Ruggero Badano, genitori di Chiara Luce,
l’intervento di don Carlo Josè Seno sulla
“santità oggi” e la proiezione di stralci
di video “Uno splendido disegno” della
regista Rai Maria Amata Calò.
■ Vita
Cav- Como: corso per
aspiranti volontarie
Sul lago
senz’auto
metro di strada asfaltata. Stessa cosa
nel lecchese per quanto riguarda la
Valsassina, dove verrà completata la
pista ciclopedonale tra Cortenova e
Primaluna (con realizzazione di un
ponte sospeso sul torrente Pioverna)
e la ristrutturazione della mulattiera
che collega Taceno a Vendrogno.
Altro progetto caratterizzante a livello
turistico ambientale è senz’altro il
battellino elettrico di cui verrà dotato
il Lago del Segrino: un modo nuovo
e certamente affascinante attraverso
cui tante persone potranno scoprire
le bellezze del piccolo specchio
d’acqua prealpino. Questa proposta
fa seguito a quanto già studiato per
Lago di Pusiano e Lago di Alserio con
l’obiettivo di completare una rete di
offerte di eco-navigazione sui laghi
minori brianzoli.
Da segnalare, infine, che una quota
dei finanziamenti sarà impiegata
per la stampa di nuove guide
illustrate, nonché per potenziare il
portale del Sistema Turistico (www.
sistematuristico.it) e permettere,
fra l’altro, ai visitatori del nostro
Sabato
5 febbraio.
E il 6 torna
la domenica
della carità
S
abato 5 febbraio
presso il Santuario
del Sacro Cuore di via
Tommaso Grossi a Como,
si terrà la “Discoteca del
Silenzio”, il tradizionale
appuntamento di adorazione eucaristica
notturna, proposto dal Centro Guanelliano
di Pastorale Giovanile (C.G.P.G) è giunto alla
sua decima edizione. L’inizio è alle ore 20.30,
con la celebrazione della S. Messa vespertina;
seguirà l’esposizione del SS. Sacramento e
territorio di disegnarsi da sé, in modo
interattivo, il proprio itinerario alla
scoperta del Lago di Como.
“Un risultato importante - spiega
l’assessore provinciale al turismo,
Achille Mojoli - non solo perché
la prima posizione testimonia le
capacità organizzative e progettuali
del nostro Sistema Turistico, ma
anche perché solo i progetti finiti ai
primi posti (i primi 5 per l’esattezza)
hanno potuto, effettivamente, contare
sui finanziamenti stanziati”. “Del
resto questo risultato - aggiunge
l’assessore al Turismo della Provincia
di Lecco, Fabio Dadati - è stato
raggiunto grazie a una intelligente
strategia di integrazione dei singoli
interventi che hanno fatto parte del
progetto e dalla stretta collaborazione
sviluppatasi con l’assessorato
regionale nell’ambito dell’attività
svolta nel Gruppo di lavoro Turismo
dell’Unione delle Province lombarde.
Azioni che, a quanto pare, sono state
molto apprezzate dai tecnici regionali
e che contiamo di riproporre anche
nel futuro”.
l’animazione spirituale proposta dai giovani
Guanelliani con preghiere, canti, ritornelli,
lettura di brani di don Guanella e di frasi tratte
dalla Parola di Dio della Domenica. Poi, dalle
23.00, il silenzio, la meditazione e la preghiera
personale, fino alle 4.00 della domenica
mattina. Alle 24.00 sarà recitato il Santo
Rosario per tutte le famiglie, in particolare
per quelle in difficoltà. Domenica 6 febbraio
prosegue inoltre l’iniziativa, sempre proposta
dal Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile,
della “Domenica della Carità”: un momento
In occasione della giornata per la
Vita il CAV di Como lancia il nuovo
corso per aspiranti volontarie. Il primo
incontro si terrà lunedì 21 febbraio al
Centro Pastorale C. Ferrari. Gli incontri
successivi si terranno il 28 febbraio
e l’11 marzo. In totale sono previsti
8 incontri fino al 13 aprile. Al corso
interverranno, oltre ai responsabili
del Centro, esperti di varie discipline:
ginecologi, docenti di filosofia morale,
consulenti famigliari e psicologi. Per
info 3334911264.
■ Garzola
In nome della madre
Il Tempio Sacrario delgli Sport Nautici
ospita, domenica 13 febbraio, alle ore
17, un’interpretazione del monologo
di Erri De Luca “In nome della Madre”.
Voce recitante: Ilaria Bodero, musicista
Isidoro Taccagni. Per informazioni: tel.
031-3100008
■ Paolo VI
Un uomo senza
tempo al Sociale
Il Centro culturale Paolo VI organizza
l’incontro “Un uomo senza tempo.
Shakespeare e la sua opera” venerdì 4
febbraio, ore 21.00, Sala Bianca - Teatro
Sociale di Como con Lorenza Fabrello.
L’incontro, in collaborazione con il
Teatro Sociale di Como, viene proposto
in occasione della rappresentazione
teatrale La Tempesta di Shakespeare
con Umberto Orsini (9-10 febbraio
2011). Ingresso libero.
di incontro con gli ospiti della RSA “Don
Guanella” di Como e la celebrazione insieme
dell’Eucaristia domenicale delle ore 10.30
presso la cappella interna alla struttura (con
entrata da via Guanella), seguita dall’aperitivo
e da canti. L’invito a partecipare è rivolto a
tutti. Il ritrovo è alle 9.30 presso la cappella.
Per informazioni ci si può rivolgere alla
segreteria del Centro Guanelliano di Pastorale
Giovanile, via L. Guanella, 13 Como; tel.
031.296783; e-mail: como.giovani@
guanelliani.it.
ComoCronaca
Parma: arte,
musica e sapori
con Scacciapensieri
L’
Associazione Culturale Scacciapensieri
promuove per domenica 20 febbraio
l’iniziativa “Parma: arte, musica e sapori”.
La giornata si aprirà con la visita guidata
di Parma, con il suo centro storico ricco di
turismo
Rinnovata, con qualche
aggiunta interessante,
la guida che ci regala
il fotogramma
di 40 splendidi “gioielli”
da visitare
Villa Balbianello
Viaggio
dentro
i giardini
del comasco
U
na guida nuova di zecca,
che integra e rinnova la
precedente, per conoscere
e gustare il fascino di alcuni
dei giardini più belli della provincia
comasca. “Lago di Como. Italia. Un
mondo unico al mondo. I giardini”
il titolo della nuova edizione della
guida che, valorizzando anche ville e
parchi storici poco conosciuti, intende
costituirsi come un nuovo punto di
riferimento turistico per il grande
pubblico amante dei giardini e per i tour
operator. Un itinerario di 40 “gioielli”
visitabili della provincia di Como ideato
e realizzato dalla Camera di Commercio
di Como, dall’assessorato provinciale al
Turismo e dal network “Grandi Giardini
Italiani”. È la nuova tappa di un viaggio
iniziato nel 2009, quando la Provincia
di Como, in collaborazione con “Grandi
Giardini Italiani” realizzò la prima parte
del catalogo “I Giardini del Lago di
Como” contenente un itinerario di 19
proprietà visitabili. Nel 2010 la Camera
Provincia
■ Bus
Non gettare
il tesserino di gennaio
La Provincia di Como sta studiando
una campagna di contributi per aiutare
le famiglie in difficoltà economica
attraverso un sostanzioso taglio ai
costi dell’abbonamento ai trasporti
pubblici degli studenti delle scuole
medie superiori di ogni ordine e grado.
Il bando, che è ancora in fase di
redazione, verrà presentato nei
prossimi giorni e sarà assegnato
secondo determinati requisiti, in primo
luogo il reddito delle famiglie degli
studenti. Poiché il bando riguarderà
i mesi da gennaio a giugno del 2011
dagli uffici provinciali invitano gli
studenti interessati a conservare il
tesserino dell’abbonamento fin dal
mese di gennaio per poter poi accedere
ai contributi.
di Commercio, con la seconda
parte della pubblicazione, ha
aggiunto altri 21 giardini, non solo
pubblici ma anche appartenenti
a privati che per la prima volta
si sono resi disponibili a far
visitare le loro proprietà. «“Grandi
Giardini Italiani” - spiega l’assessore
provinciale al Turismo Achille Mojoli ha certificato, in Italia, 70 giardini, dando
loro la qualifica di giardini d’eccellenza;
la Provincia di Como è orgogliosa di
poterne ospitare ben quattro e, proprio
grazie alla professionalità e competenza
di questa organizzazione, di proporne
altri trentasei di indubbia qualità. Sitratta
di giardini storici, moderni o d’autore,
privati o pubblici, visitabili; veri “musei a
cielo aperto” in cui arte, cultura e natura
si ritrovano in un ambiente unico nel suo
genere. Offrono molteplici possibilità
di fare una gita con la famiglia, con gli
amici o con la scuola, assaporando
appieno il fascino di questi veri gioielli
naturalistici, incastonati in un territorio
affascinante e suggestivo quale quello
del lago di Como e della Brianza».
«Il sistema di giardini e parchi storici
delle ville del lago di Como - spiega
Paolo De Santis, presidente della
Camera di Commercio di Como costituisce un concentrato di bellezze
paesaggistiche e di testimonianze
artistiche unico in Italia e in Europa.
Il clima mite che favorisce la crescita
della vegetazione, il variare della luce
con l’alternarsi repentino di sole e nubi,
gli splendidi e unici colori primaverili
che si alternano con quelli autunnali,
il gusto e l’ingegno che architetti e
giardinieri hanno posto nei secoli per
sottolineare questi doni naturali, tutto
questo fa dei giardini lariani luoghi di
grande fascino e bellezza. Visitare il
lago di Como significa quindi anche
lasciarsi affascinare dallo straordinario
patrimonio di giardini, alcuni aperti al
pubblico, altri ampiamente visibili dalle
vie e dai sentieri che li affiancano, altri
infine solo percepibili».
«Far conoscere i giardini presenti in
questa guida - aggiunge Judith Wade,
presidente “Grandi Giardini Italiani” - li
salverà dal loro peggior nemico, ovvero
l’oblio. Ma servirà anche per creare una
nuova cultura dell’accoglienza in luoghi
spesso non visitabili o in maniera
sporadica. Conoscere, uno a uno, questi
splendidi giardini, ciascuno diverso per
epoca e stile, offrirà una potenzialità
di sviluppo in termini economici e
diventerà il fiore all’occhiello del turismo
italiano». La guida è bilinque e corredata
da splendide immagini.
Sabato, 5 febbraio 2011 21
capolavori artistici, piccoli e grandi tesori
di epoche diverse, tra cui il Battistero e il
Teatro Farnese. Ma Parma non è solo nota per
i suoi monumenti, la sua tradizione musicale
e culturale, ma anche per i suoi prodotti
culinari inimitabili come i salumi e il famoso
Parmigiano Reggiano. Seguirà infatti il pranzo
tipico e la visita guidata in un caseificio della
zona con assaggi di Parmigiano Reggiano.
Per maggiori informazioni e iscrizioni:
Associazione Culturale Scacciapensieri, tel.
345.3302077; e-mail: asso-scacciapensieri@
libero.it.
✎ Le 40 “perle”
- Villa Gallia - Como
- Villa Saporiti o La Rotonda - Como
- Parco di Villa Giulini - Como
- Villa Olmo - Como
- Villa Erba - Cernobbio
- Villa d’Este - Cernobbio
- Villa Il Pizzo - Cernobbio
- Villa Il Balbiano - Ossuccio
- Villa Rachele-Beccaria - Sala
Comacina
- Villa del Balbianello - Lenno
- Villa Carlotta - Tremezzo
- Villa La Collina - Griante/
Cadenabbia
- Villa Mylius Vigoni - Loveno di
Menaggio
- Villa Bagatti Valsecchi - Grandola
ed Uniti
- Palazzo Gallio - Gravedona
- Giardini di Villa Serbelloni - Bellagio
- Villa Melzi d’Eril - Bellagio
- Fondazione Minoprio - Vertemate
con Minoprio
- Palazzo Perego - Cremnago di
Inverigo
- Casa Prandoni - Torno
- Casa Santa Chiara - Albese Con
Cassano
- Grand Hotel Tremezzo - Tremezzo
- Grand Hotel Villa Serbelloni
– Bellagio
- Il Giardino della Valle - Cernobbio
- Parco comunale di Fino Mornasco Fino Mornasco
- Parco comunale di Veniano
- Veniano
- Parco civico Teresio Olivelli
– Tremezzo
- Villa Parravicino Sossnovsky – Erba
- Villa Passalacqua – Moltrasio
- Villa Brambilla Durini - Como
- Parco di Villa Carcano - Anzano del
Parco
- Villa Castello Durini - Alzate
Brianza
- Villa Fogazzaro - Oria Valsolda
- Parco comunale di Villa Guardia Villa Guardia
- Villa Imbonati - Cavallasca
- Villa Le Due Torrette - Erba
- Villa Leoni – Ossuccio
- Villa Parravicini Revel – Como
- Villa Peduzzi - Olgiate Comasco
- Villa San Benedetto Menni - Albese
con Cassano
◆ Aderisce anche il Crea di Como
Porta la sporta 2011,
la sfida agli imballaggi
L
a Provincia di Como, attraverso il proprio Centro CREA, aderisce a “Porta la
Sporta 2011”. la Campagna Nazionale
per la riduzione degli imballaggi. Anche se
dal 1 gennaio 2011 è entrato in vigore il divieto di commercializzazione dei sacchetti di
plastica non biodegradabili, ci sono ancora
molti comportamenti virtuosi che possono
contribuire a ridurre il ricorso all’usa e getta.
Basti pensare ai sacchetti di plastica trasparente utilizzati dai commercianti per la frutta
e la verdura.
Per evitare il ricorso a questi sacchetti la soluzione è semplice e allo stesso tempo “antica”,
un retino in cotone riutilizzabile e lavabile nel
quale contenere l’ortofrutta, come si faceva
una volta.
Questa scelta consentirà di evitare lo spreco di
materia ed energia per un uso che dura pochi
minuti e allo stesso tempo di produrre meno
rifiuti, risparmiando sul tempo necessario a
gestirli e differenziarli. Allo stesso tempo si
potrà riconsiderare il modo con cui si fa la
spesa e che cosa si acquista, diventando consapevoli di quanto spreco evitabile di energia e materiali ruoti intorno al mantenimento
delle nostre comodità.
Sul sito ufficiale http://portalasporta.it/mettila_in_rete.htm si trovano tutte le informazioni e i suggerimenti necessari. Inoltre si può
sottoscrivere la petizione “Mettila in rete in
tutti i supermercati”. Le firme saranno inoltrate dagli organizzatori al supermercato segnalato affinché consenta di ricorrere a questa alternativa sostenibile. Altre informazioni
sono disponibili sul sito: www.creacomo.it.
Dal 1 gennaio 2011 è è entrato
in vigore il divieto di produrre
sacchetti non biodegradabili
ComoCronaca
22 Sabato, 5 febbraio 2011
Celiachia,
un disagio
con cui
si può
convivere
L’impegno dell’A.I.C., che in
provincia di Como può contare
su oltre 600 soci
P
romuovere l’assistenza ai
celiaci e alle loro famiglie
sui problemi dietetici e
psicologici, informare
la classe medica sulle possibilità
diagnostiche e terapeutiche, studiare
in stretta collaborazione con le
società italiane di gastroenterologia
le problematiche della celiachia,
stimolare la ricerca scientifica e
mantenere rapporti con associazioni
mediche nazionali e internazionali,
sensibilizzare le strutture politiche,
amministrative e sanitarie, sono gli
obiettivi dell’A.I.C. (Associazione
Italiana Celiachia) che anche in
provincia di Como può contare su
oltre 600 soci affetti da un’intolleranza
permanente al glutine che in Italia
colpisce circa 450mila persone, un
individuo su 100/150. “La celiachia precisa Barbara Bertaggia, referente
dell’A.I.C. per la provincia di Como
- è un’intolleranza alla gliadina,
contenuta nel glutine, un insieme
di proteine a loro volta contenute
in alcuni cereali quali frumento,
avena, segale, orzo, farro, kamut,
spelta, triticale, e in altre sostanze
minori. Ciò rende tossici, nei soggetti
geneticamente predisposti, tutti gli
alimenti derivati dai suddetti cereali
o contenenti glutine quali pane,
pasta, pizza, focacce, biscotti, torte,
grissini, fette biscottate. Questa
intolleranza al glutine determina
una risposta immunitaria abnorme
a livello dell’intestino tenue con
conseguente infiammazione cronica
e scomparsa dei villi intestinali. Nel
bambino l’intolleranza si manifesta
solitamente a distanza di circa qualche
mese dall’introduzione del glutine
nella dieta, con un quadro clinico
caratterizzato da diarrea, vomito,
anoressia, irritabilità, arresto della
crescita e calo ponderale. Nelle forme
che esordiscono tardivamente, dopo
il 2°- 3° anno di vita, la sintomatologia
gastroenterica è per lo più sfumata
e in genere prevalgono altri sintomi,
quali ritardo dello sviluppo puberale,
dolori addominali ricorrenti e anemia
sideropenica che non risponde alla
somministrazione di ferro per via
orale. Alcuni esami di laboratorio
possono rafforzare il sospetto
diagnostico di celiachia, ma solo la
documentazione d’anomalie della
mucosa enterica può consentire
la diagnosi. Una volta formulata
la diagnosi la dieta deve essere
condotta con molto rigore perché
l’assunzione di glutine, anche in
piccole quantità, può mantenere le
lesioni della mucosa”. La celiachia,
che può colpire qualsiasi fascia d’età,
è considerata tipica dell’età pediatrica
e spesso nell’età adulta non è presa in
considerazione. L’esordio può risalire
all’età infantile e non è raro il caso di
soggetti che, diagnosticati celiaci da
bambini, hanno poi abbandonato
la dieta, oppure l’intolleranza può
comparire, più o meno acutamente,
in un periodo qualsiasi di vita, spesso
dopo un evento stressante quale una
gravidanza o un intervento chirurgico.
● Molto varie le
manifestazioni clinche
per chi ne è affetto
● La necessità di seguire
una dieta apposita
per evitare problemi
● Cresciuta, sul mercato,
la disponibilità di
prodotti “gluten free”
Intolleranza al glutine,
la ricerca non si ferma
L
e manifestazioni cliniche sono
molto varie: alcuni soggetti
presentano un quadro classico
di malassorbimento con
diarrea e perdita di peso, altri invece
riferiscono uno o più sintomi cronici
estranei all’apparato digerente. Sono
comuni disturbi quali crampi, debolezza
muscolare, formicolii, emorragie,
gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità
alle fratture, alterazioni cutanee, disturbi
psichici. Molto frequente è l’anemia da
carenza di ferro. Infine esistono soggetti
che non lamentano sintomi o nei quali i
disturbi sono talmente modesti da non
richiedere l’intervento del medico e sono
diagnosticati solo perché nell’ambito
familiare c’è un altro membro affetto
da celiachia. Non raramente sono
associate malattie quali diabete, artrite
reumatoide, epatite cronica, alterazioni
della tiroide, dermatite erpetiforme.
Anche nell’adulto la diagnosi si basa sulla
biopsia intestinale. Gli adulti trovano
più difficoltà a seguire la
dieta, difficoltà dovute
sia ai problemi connessi
all’attività lavorativa, sia
perché questi soggetti
spesso non presentano
sintomi importanti dopo
eventuali trasgressioni
dietetiche. La celiachia si
combatte con una dieta
senza glutine ma non per
questo eccessivamente
restrittiva o monotona:
riso, grano saraceno, mais,
amaranto, miglio, quinoa,
in associazione con verdura,
legumi, frutta, formaggi,
pesce, carne, possono essere
inseriti tranquillamente
nell’alimentazione del
celiaco. E’ utile sottolineare
che una persona affetta da
celiachia, a condizione di
osservare una dieta corretta,
può condurre una vita del tutto normale
e vivere mediamente più a lungo dei non
celiaci. “L’A.I.C – aggiunge Bertaggia – è
nata nel 1979 a Milano per volontà di un
gruppo di genitori, medici ed operatori
sanitari, che si trovavano a fronteggiare
le prime diagnosi di celiachia, e conta
55.000 associati che svolgono la loro
attività su tutto il territorio nazionale. In
questi 32 anni d’attività abbiamo ottenuto
l’erogazione gratuita dei prodotti dietetici
e realizzato il “Prontuario degli Alimenti”,
una guida ai prodotti alimentari a
minor rischio per il celiaco. Inoltre la
nostra associazione segue sempre il
progresso della ricerca, le innovazioni
terapeutiche, e presta particolare
attenzione alle ripercussioni psicologiche
che la celiachia può portare con sé. Oggi
esistono sul mercato diversi prodotti
sostitutivi che portano la specifica
dicitura “gluten free” e che permettono
al celiaco di seguire comunque una dieta
bilanciata, ma purtroppo sono ancora
pochi, anche in provincia di Como, i
ristoranti che propongono dei menù
alternativi per i clienti intolleranti al
glutine. Proprio per far conoscere questo
problema abbiamo avviato il progetto
“In Fuga dal Glutine” rivolto alle scuole
dell’infanzia, primarie, alberghiere, e
ogni anno presso il campo sportivo di
Fino Mornasco organizziamo la “Festa
della Celiachia”, una piacevole giornata
con pranzo senza glutine e attività
ludiche. Lo scorso anno nell’ambito
della rassegna “Ristorexpo” abbiamo
organizzato due interessanti eventi:
due giorni di scuola di cucina glutee
free rivolti a target differenti. Nel primo
giorno abbiamo creato un laboratorio
di cucina per la preparazione di pasta
fresca, torte lievitate, pasta frolla, il
tutto rigorosamente senza glutine.
Le numerose allieve hanno provato
che è possibile fare tagliatelle, ravioli,
crostate e tanti altri cibi, utilizzando
farine alternative a quelle di frumento
che possono sostituire la
materia prima tradizionale
con ottime risultati di
cottura e sul palato. Il
secondo giorno di scuola
ha proposto un “Corso
per professionisti della
ristorazione” rivolto a
coloro che desideravano
accostarsi al servizio senza
glutine, con la guida Luigi
Gandola, un giovane ma
già famoso chef, che ha
preparato una serie di
portate molto gustose
dimostrando come si possa
allestire con ottimi risultati
un menù per clienti celiaci
senza rinunciare al pane
fresco aromatizzato, ai
deliziosi primi piatti e a
gustosi dessert”.
PAGINA A CURA
DI PAOLO BORGHI
A chi rivolgersi nel comasco
Chiunque desideri ricevere
informazioni dalla referente
per la provincia di Como
dell’Associazione Italiana
Celiachia può inviare un’emai all’indirizzo como@
aiclolombardia.it
ComoCronaca
24 Sabato, 5 febbraio 2011
Bottega
di poesia
a Villa
del Grumello
il 19 marzo
S
abato 19 marzo a Villa del
Grumello (via per Cernobbio
11, Como) avrà luogo il festival
internazionale di poesia “Europa
in versi”. Nell’ambito di questa
manifestazione Maurizio Cucchi e Mario
Santagostini, tra i maggiori esponenti
della poesia italiana contemporanea
terranno una “Bottega di Poesia”,
offriranno un parere e la loro
consulenza gratuita a quanti scrivono
versi e desiderano avere consigli e
IRCCS “E. Medea”:
il nuovo annuario e
la via della ricerca
Un documento ricco di spunti per conoscere
a fondo l’attività di questo istittuto legato
all’associazione “La Nostra Famiglia”
La realtà di un ospedale
ad alta specializzazione
che si occupa di malattie
che provocano condizioni
di disabilità temporanee
o permanenti
U
n supporto multimediale. è
racchiuso in un cd l’annuario
scientifico dell’IRCCS “Eugenio
Medea” - sezione di ricerca
dell’associaizone “La Nostra Famiglia”
di Bosisio Parini. Un documento
prezioso non soltanto per gli addetti ai
lavori, in grado di offrire un’articolata
visione d’insieme dell’attività svolta
da questo istituto di ricovero e cura
a carattere scientifico. L’IRCCS “E. Medea” è infatti un ospedale ad alta
specializzazione fondato su un rapporto di stretta collaborazione tra clinica
e ricerca, per trasferire il più rapidamente possibile al letto del paziente
le nuove acquisizioni scientifiche. Il centro si occupa di diagnosi clinica e
funzionale di malattie che provocano disabilità temporanee o permanenti;
interventi riabilitativi scientificamente accreditati; sviluppo della ricerca nel
campo delle neuroscienze; formatori di operatori tecnici in ambito sanitario
e socioassistenziale; divulgazione delle conoscenze e competenze presenti
all’interno dlel’Istituto. L’annuario offre una sintesi delle Unità Operative
presenti, delle linee di ricerca e di molto altro ancora.
suggerimenti
Per iscriversi inviare una mail:
[email protected], o
telefonare al numero 338-7138722.
Perché una bottega di poesia? Perché,
al contrario di quanto comunemente
si pensi, sono in molti a scrivere
versi, spesso vorrebbero che altri li
leggessero, desidererebbero pubblicarli,
ma non sanno valutare ciò che
scrivono. La “Bottega di poesia” che
Maurizio Cucchi e Mario Santagostini
Archiviati i festeggiamenti per il 25° anno di
attività (nel 2010) per l’IRCCs è già tempo
di guardare al futuro, che come sempre si
dipana sul filo della ricerca.
«Stiamo incrementando gli investimenti
finalizzati alla ricerca - conferma Cristina
Trombetti, responsabile dell’Ufficio
Stampa dell’Ente - soprattutto nell’area
del neuroimaging (l’utilizzo di tecnologie
di neuroimmagine in grado di misurare il
metabolismo cerebrale, così da analizzare
e studiare la relazione tra l’attività di
determinate aree cerebrali e specifiche
funzioni cerebrali, ndr) attraverso
più iniziative che coinvolgono diversi
poli territoriali dell’istituto, nonchè
collaborazioni in rete con altri centri. Gli
straordinari avanzamenti tecnologici fatti
negli ultimi decenni hanno avuto il loro
effetto più straordinario nelle neuroscienze,
dove il neuroimaging sembra promettere
diagnosi più precise e puntuali delle
malattie del sistema nervoso centrale.
Nell’area lecchese abbiamo, tra l’altro,
avviato il progetto “SPIDER@Lecco”,
focalizzato sull’innovazione tecnologica
nel campo della medicina riabilitativa.
Sul piano nazionale l’attività, nell’ambito
delle patologie neuromuscolari e
neurodegenerative dell’età pediatrica ha
portato l’Istituto, con tutte le sue sedi, a
distinguersi per i risultati raggiunti sia
in ambito diagnostico che terapeutico.
Sul piano internazionale, inoltre, stiamo
curando la realizzazione di una partnership
con l’Università di Laval del Quebec nel
campo della genetica del comportamento,
con finalizzazione diretta alla diagnosi
precoce e alla prevenzione della patologia
psichica. La ricerca sviluppata in questi
anni ha mostrato come la malattia
mentale sia l’espressione dell’incontro
di una condizione di fragilità biologica,
determinata dalle condizioni genetiche
di base, con i fattori di rischio e protettivi
ambientali: proseguono quindi i nostri
studi sul peso dell’ambiente nel modulare
la comparsa di sintomi psichici e sulla
complessa interazione tra gli aspetti
biologici e i fattori sociali quale possibile
fonte di eventi sintomatici»
«In sostanza - conclude Cristina Trombetti
- la nostra competenza scientifica sta su
un crinale delicato che incrocia genetica e
neuroscienze, biomedicina e bioingegneria,
funzioni organiche e funzioni mentali,
ambiti in cui la ricerca è, ad un tempo, più
problematica ed intrigante».
“apriranno” sabato 19 marzo ha lo
scopo di offrire a chiunque scrive versi
delle indicazioni utili per migliorare
e affinare il proprio modo di scrivere.
Leggeranno attentamente i testi che
verranno loro sottoposti, forniranno
consigli riguardanti il linguaggio
poetico, che va appreso con costante
esercizio di lettura e scrittura.
Sarà un’occasione unica di avere
dei preziosi “input” per acquisire il
“mestiere di scrivere”.
Notizie flash
■ Guanzate
L’11 febbraio si celebra
la Madonna di Lourdes
In occasione della Festa della Madonna
di Lourdes torna, come ogni anno,
il grande incontro di preghiera presso
il Santuario di Guanzate.
Già dal 2 febbraio, con l’inizio
della novena, i moltissimi lumi
accesi davanti alla grotta mariana,
simbolo della preghiera dei tanti
pellegrini e devoti, testimoniano una
frequentazione assidua e numerosa.
Venerdì 11 febbraio p.v. saranno ancora
una volta tanti i fedeli che riempiranno
il Tempio Mariano guanzatese e
parteciperanno alla funzione solenne
che avrà inizio alle h. 14,30 e durante
la quale sarà possibile baciare la
reliquia di Santa Bernardetta e ritirare
l’acqua benedetta di Lourdes.
Questo è un anno molto importante
per il santuario di Guanzate in quanto
ricorre il 350° anniversario della
edificazione della chiesa centrale
il cui altare fu benedetto con grandi
celebrazioni il 2 dicembre 1661 e
dedicato alla Madonna dell’Apocalisse,
anticipando di quasi due secoli
il Dogma che solo nel 1854 definirà
tale verità e che la Nostra Signora
di Lourdes riconfermerà durante
una delle Sue apparizioni a Santa
Bernardetta con le parole “Io sono
l’Immacolata Concezione”.
■ Comocuore
Burraco e solidarietà.
Corso e torneo
L’associazione ComoCuore Onlus
propone “Si gioca, si impara, si
mangia…” corso di burraco aperto
a tutti. Due appuntamenti al mese a
partire dal 15 febbraio alle 19.30 al
Palace di Lungo Lario Trento; il 16
marzo alle 20.30 invece avrà luogo un
torneo di beneficenza.
Informazioni e iscrizioni ai numeri
340-8663167 e 031-278862.
■ Vertemate
La sicurezza
nel florovivaismo
❚❚ Inaugurata la scorsa settimana
Nuova stazione a Mariano Comense
R
egione Lombardia ha finanziato con 3,2
milioni di euro la nuova stazione di Mariano Comense ufficialmente inaugurata la scorsa settimana alla presenza dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. L’intervento
ha portato al rinnovo del fabbricato viaggiatori con la realizzazione di nuovi servizi igienici,
la sistemazione della sala d’attesa (che è ora
dotata di emettitrice automatica di biglietti,
help-point, monitor LCD e distributori automatici di bevande e snack) e l’installazione di
nuovi pannelli informativi. Lungo le banchine
sono stati collocati cestini e nuove panchine
e sul lato nord è stato ricavato un apposito
spazio per il deposito di biciclette (circa 35
posti). Sono state inoltre installate due pensiline sui binari 1 e 2 (quest’ultima in grado
di riparare anche le persone in attesa sul binario tronco) e realizzato un sottopasso pedonale, illuminato, dotato di scale e ascensori
a servizio dei disabili. “Quello che presentiamo qui - ha detto Cattaneo - è il frutto
di una proficua collaborazione con Ferrovie Nord e i Comuni del territorio, che
ha consentito di realizzare una stazione
più bella, più moderna e più sicura per i
pendolari grazie anche all’installazione di
23 telecamere di controllo e un più agevole incarrozzamento, anche per le persone
con difficoltà motorie, in virtù delle nuove banchine a livello del treno. Vorremmo
che tutte le stazioni fossero così ed è per
questo che acquista importanza il nostro
progetto che interessa circa 300 Comuni
su tutta le rete ferroviaria lombarda. Gli
enti locali potranno richiedere di gestire
gratuitamente gli spazi delle stazioni, che
verranno così maggiormente vissute, curate e presidiate” “Spendiamo ogni anno
milioni di euro - ha proseguito Cattaneo
- per risistemare i danni compiuti da atti
vandalici - si tratta innanzitutto di un problema educativo, ma il presidio degli Enti locali
è certamente fondamentale”.
Inoltre, l’assessore si è concentrato sull’andamento del servizio: “Siamo consapevoli che
il servizio su questa linea va migliorato e il
nostro impegno, in questo senso, non viene
meno.In questa ottica a marzo inaugureremo
la nuova stazione di Affori, in corrispondenza
dell’apertura della nuova fermata della linea 3
della metropolitana, consentendo ai viaggiatori provenienti da questa tratta di impiegare
dai 10 ai 12 minuti in meno per raggiungere il
centro della città. In questi mesi, inoltre, siamo al lavoro per la messa a punto dell’offerta ferroviaria delle corse sulla linea S2 e S4.
Sempre su questa linea inaugureremo presto
la nuova stazione di Cesano Maderno, dove,
dal 2013, si incrocerà la tratta Saronno-Seregno, che renderà più agevole il collegamento
con Malpensa”.
“La sicurezza nel florovivaismo e nei
cantieri di opere a verde”. Questo
il titolo del Convegno che la Villa
Raimondi, sede della Fondazione
Minoprio, a Vertemate con Minoprio,
ospiterà giovedì 10 febbraio a partire
dalle ore 9. Verranno affrontate le
tematiche specifiche degli infortuni e
dei dispositivi di protezione nel settore
del florovivaismo.
ComoCronaca
Stazzona e i suoi
dodici gesiö
in calendario
Un curioso e simpatico omaggio realizzato
dalla parrocchia di San Giuliano
Tante sono
le località che ancora
conservano una piccola
cappella sacra
L
a comunità parrocchiale di
Stazzona, zona Pastorale Tre Pievi,
unita al suo dinamico parroco, don
Claudio Scaramellini, ha raggiunto
un simpatico traguardo proponendo e
realizzando un calendario forse unico
nel suo genere, “fatto su misura per la
di Gianni Moralli
nostra parrocchia; con i nostri santi, le
nostre feste, le nostre ricorrenze, le nostre
fotografie”. Stazzona fa risalire il suo nome
alla romana “Statio”, stazione, primo avamposto militare alle pendici del monte
Cortafo, sulla strada che da Dongo saliva fino alla sella del Giovo (mt. 1700 c.) e
raggiungeva il Passo del Sant’ Jorio (mt. 2000) verso la Val Morobbia-Bellinzona.
La Chiesa di San Giuliano, consacrata nel 1533 dal vescovo di Laodicea, mons.
Ladino, (v. lapide sulla facciata), diventerà parrocchia nel 1886 e comprende
tante frazioni sparse sul vasto territorio montano fin verso il confine svizzero.
Ben 12 (dodici) sono ancora quelle località, un tempo raggiungibili solo a piedi
o a dorso di mulo, che conservano una propria piccola cappella sacra “I gesiö”,
dedicate alla Madonna e quasi sempre innalzate al bivio dei sentieri boschivi. Su
una di quelle maggiormente raggiungibili don Agostino Giovanettoni, parroco
di Stazzona dal 1906 al 1950, ogni anno celebrava una S. Messa per i valligiani
residenti, e sotto la piccola mensola con una minuscola grata per le offerte aveva
decifrato una “supplica” alla Madonna che
stava deteriorandosi per l’umidità degli
anni: “O divoti di Maria – che nel passare
impiegate la lingua in salutarla – staendete
qua la mano in porgere ad honore d’essa
– qualch’elemosina”. Era identica a quella
incisa su marmo che leggiamo all’esterno
del Santuario della Madonna della Sassella,
alle porte di Sondrio. Nella grata c’erano
tre monetine che don Agostino depositava
sulla mensola, altare offertoriale con tutte
le preghiere recitate durante i secoli dai
devoti della Madonna. Questo particolare
don Agostino lo racconterà poi a padre
Enrico Rebuschini, a lui legato da fraterna
amicizia, quando nell’anno Santo 1933
(beatificato il 4 maggio 1997) di ritorno dal
suo piccolo ma gravoso pellegrinaggio a
Sant’ Anna di Germasino e San Gottardo di
Vergosio padre Enrico si fermerà a Stazzona
per salutare l’amico, mentre la sig.ra Maria,
la sorella di don Agostino, gli preparava
una tazza di tè bollente nella caratteristica
tazza detta “napel”. Dopo una breve pausa
di preghiera padre Enrico gli dirà: “Dodici
cappelle (i gesiö) , come i dodici sabati
dedicati alla Mamma celeste e con le chiese
di San Giuliano e di San Gottardo formano
le quattordici stazioni del Monte Calvario, la
via Crucis della Passione. Da Stazzona passa
la ‘via Francigena lariana’ , la strada che ci
porta a vivere il Vangelo di Nostro Signore”.
Il calendario della parrocchia di San
Giuliano di Stazzona elenca i dodici gesiö
con gli stupendi acquarelli della brava artista
stazzonese Emanuela Macchè. Un piccolo
gioiello dalle parole d’oro che rimarrà a
ricordo dell’impegno profuso nella comunità
da don Claudio che lascia la parrocchia di
San Giuliano di Stazzona per il più gravoso
servizio di “arciprete” a Gravedona. Ed i
dodici gesiö (al gesiö du Nocch Sciyi, al
gesiö daa Maduna de Lourdes, al gesiö da
Catagnn, al gesiö da Gagg, al gesiö da Selva,
al gesiö da Morbi, al gesiö da Cagerim, al
gesiö da Sariva, al gesiö da Cassia, al gesiö
da Loor, al gesiö da Vangarin, al gesiö da
Cresta (da rinnovare)) lo accompagneranno
nel suo cammino ministeriale con tutta la
comunità che lo rimpiange sinceramente
ed ancora incredula di non averlo più
come parroco, amico e guida specie per la
gioventù, bisognosa più che mai di avere un
riferimento sicuro e forte in una società allo
sbando di valori etici e cristiani. Grazie , don
Claudio e quando percorri la nostra strada
Regina… mandaci un sorriso, un saluto, una
benedizione.
Sabato, 5 febbraio 2011 25
Notizie flash
■ Milano
Nuova visita alla
Basilica di S. Eustorgio
“Rosso Cobalto” e l’Associazione
Culturale “Mondo Turistico”
ripropongono per domenica 13
febbraio una visita guidata alla
Basilica di S. Eustorgio a Milano, visto
il grande successo della precedente.
L’appuntamento è fissato per le ore
14.30 a Milano, davanti alla Basilica
(Piazza Sant’Eustorgio 1). La quota
di partecipazione è di 14 euro per i
soci, 15 euro per i non soci, 12 euro
per ultra sessantenni e studenti,
10 euro per studenti fino a 14 anni
(ingresso all’adiacente museo e alla
cappella inclusi). Per informazioni
e prenotazioni (obbligatorie entro
il giovedì precedente l’uscita):
Mondo Turistico, tel. 0344.30060;
339.4163108; e-mail: mondoturistico@
virgilio.it.
■ Lago di Piano
Il recupero della Roggia
di San Pietro
Nei giorni scorsi sono stati presentati
i risultati del progetto per il ripristino
dell’antica Roggia di San Pietro Sovera
per il miglioramento della qualità
delle acque del lago di Piano mediante
l’apporto delle acque del torrente
Cuccio. Le indagini condotte dagli
esperti dell’Università degli Studi di
Milano - Bicocca hanno dimostrato
che le acque del Torrente Cuccio sono
di Classe “Buona” e possono pertanto
portare un beneficio alle acque del
Lago di Piano. Per ovviare alle alte
concentrazioni di fosforo raggiunte
durante il periodo estivo il progetto
di recupero della Roggia di San Pietro,
elaborato dallo studio di ingegneria
Broggi-Marelli e dal Centro Studi di
Biologia e Ambiente, prevede la posa
di una tubazione che raccoglierà parte
della acque del Torrente Cuccio e che,
oppotunamente orientata, sarà in grado
di portare ossigeno sul fondo del lago.
Riflessioni. Dopo l’ultima tragedia in Afghanistan
“S
embra proprio un pollaio
di galli e galline”. Medito
guardando una delle tante
trasmissioni d’opinione
che vanno tanto di moda sul televisore
di casa. Esperti che sanno tutto di tutti,
opinionisti che fanno a gomitate per
guadagnarsi uno spazio davanti alle
telecamere più ampio di quello del
vicino. Poi compare lei: donna in carriera,
trucco perfetto, non un capello fuori
posto gambe accavallate a arte, tacchi
a spillo. Una figura degna di un grosso
rotocalco patinato. Poi una dialettica
forte, svelta che mi fa pensare a tanta
preparazione di chi sa di attaccarsi sugli
specchi per difendere o per offendere,
pronta a beccare chi non è della sua
opinione. Cosa avesse da dire non mi
interessava, così mi sono vendicata
togliendo l’audio e pensando: con tutta
la tua bellezza rifatta, la tua intelligenza,
non sei che una “gallina” con i tacchi a
spillo… La voglia di ridere però se ne va
subito, appena cambiato canale, quando
sullo schermo appare una bandiera che
copre un feretro su cui poggia un cappello
d’alpino. Allora l’angoscia profonda mi
riporta a una fotografia sbiadita che
avevo riposto nell’album dei ricordi
poco prima. Ritraeva un giovane alpino
sorridente, con il cappello con la piuma
nera e lo zaino, una mano alzata in segno
di saluto, giovane forte, allegro.... partiva
per la guerra. Ma vicino a questa un’altra
immagine mi fa ricordare: ritrae lo stesso
ragazzo tre anni dopo, attorniato dai
suoi amici che avevano avuto la fortuna
di ritornare dalla guerra, della quale,
Penna d’alpino
Il ricordo di una figura
nobile, segnata
dal dramma della guerra
chi più chi meno ne portava ancora i segni.
Lui era stato il più sfortunato: durante una
rovinosa ritirata, in un incidente il camion
su cui viaggiava con i suoi commilitoni si
era ribaltato,una tanica di benzina gli si era
versata quasi completamente addosso e
aveva preso fuoco, trasformandolo in una
torcia umana. I suoi compagni erano riusciti
a spegnere le fiamme, ma lui era rimasto
ustionato in quasi tutto il corpo. La sua forte
fibra aveva resistito, ma a quale prezzo! Perse
quasi completamente l’uso della parola,
il corpo gli si coprì di grosse cicatrici
e di chiazze rosa dove la pelle non era
più riuscita a riformarsi, addirittura chi
l’aveva conosciuto prima dubitava fosse
proprio lui, essendosi anche accorciato
in altezza e avendo preso un’andatura
da vecchio. Tutti i suoi amici gli avevano
fatto quadrato intorno, lui non voleva
essere compatito. I suoi famigliari gli
volevano bene, ma lui si infastidiva delle
loro premure, non voleva la compassione
di nessuno sentiva il bisogno che la
gente lo accettasse così come il destino
lo aveva voluto ridurre: un disabile. Ma
non accettava di esserlo: incominciò a
fare i lavori più umili dove poteva stare
in mezzo alla gente e a poco a poco
cercò di farsi capire servendosi di quei
pochi suoni che riusciva ad articolare,
usando anche il gesticolare delle mani e
il linguaggio degli occhi, che per fortuna
aveva conservato vividissimi. Tutte le
case del paese erano la sua casa. Entrava
senza domandare permesso, ispezionava
quello che c’era in tavola, poi se era di suo
gusto si sedeva a mangiare senza essere
invitato. Ascoltava la conversazione della
famiglia ospite senza intervenire poi con
una smorfia che poteva essere un sorriso
ringraziava e se ne andava. Non era mai
invadente, era uno spirito libero, non
dava fastidio a nessuno, ma guai se aveva
solo il sospetto che qualcuno volesse
comandarlo, allora si arrabbiava e fuggiva
nel vero senso della parola. Aveva un
debole per il tricolore.
Non passava mai davanti a una bandiera
senza alzare e portare la mano destra
alla fronte, ricordo indelebile verso una
Patria che gli aveva chiesto, la salute ,la
giovinezza i sogni .
Visse così il suo silenzioso calvario in
mezzo a noi per più di vent’anni, e se
ne andò in silenzio, forse grato a Dio di
averlo liberato da quei grossi dolori che
lo torturavano, specialmente d’inverno.
Al suo funerale gli misero sulla bara
una piccola bandiera e il suo cappello
d’alpino, proprio come questo suo
commilitone che ora sto vedendo sullo
schermo. Ora guardo quel tricolore, e
penso che il dolore dei nostri giovani eroi
di tutti i tempi. Lo hanno avvolto in un
velo d’amore che non lascerà passare il
fango degli scandali e delle chiacchiere
di certe galline con i tacchi a spillo che
cercano di sporcarlo.
Rina Carminati Franchi
ComoCronaca
26 Sabato, 5 febbraio 2011
Brienno,
Laglio e Carate
in cerca di libri
Ambizioso progetto di riordino bibliotecario
da parte dei tre comuni che, attualmente,
dispongono di tre punti lettura
Q
uando imperversa la burrasca
determinata da una crisi
economica è puntualmente
la cultura a dover subire le
penalizzazioni più mortificanti, e sul
suo capo si abbatte ineluttabilmente
la scure dei tagli, della soppressione di
progetti già da tempo in cantiere e mai
più realizzabili. Ne sanno qualcosa gli
amministratori dei nostri enti pubblici,
eternamente alle prese con bilanci dalla
sempre più ardua quadratura, e ancor
più gli assessorati alla cultura, i primi a
essere falcidiati a ogni provvedimento
di riduzione dei costi di gestione, con
gli inevitabili disagi che derivano per
la cittadinanza nel suo insieme. Ciò
nonostante, benché i tempi siano
effettivamente grami per la cultura e
le casse degli enti locali siano esangui
come non mai nella storia recente del
Belpaese, ci sono anche amministratori
che cercano di remare controcorrente
e intendono battersi con ogni mezzo
per ostacolare l’attuale deriva in
corso, come nel caso dei sindaci dei
comuni di Brienno, Laglio e Carate
Urio che hanno dato vita, insieme al
Presso gli stessi sono,
per ora, attivi solo
dei servizi di prestito
a domicilio. L’obiettivo
vorrebbe essere
quello di tramutarli in
biblioteche vere e proprie
di Salvatore Couchoud
primo cittadino di Moltrasio, all’Unione
Lario Ponente e condividono una
comune strategia di rafforzamento delle
attività culturali sul territorio, passando
attraverso la valorizzazione delle risorse
paesaggistiche e naturali, com’è giusto che
sia, ma senza dimenticare altri settori non
meno urgenti e significativi, a cominciare
dalle biblioteche comunali. «Per i nostri
paesi che hanno aderito all’Unione Lario
Ovest - spiega Patrizia Nava, sindaco del
Comune di Brienno - il punto di riferimento
era un tempo costituito dalla biblioteca di
Lenno, dalla quale ci siamo resi in seguito
“indipendenti” dopo aver realizzato una
rete in cui è ora Moltrasio, che dispone di
una biblioteca già funzionale da alcuni
anni, a fungere da elemento d’appoggio
per i tre punti-lettura di Brienno, Laglio e
Carate Urio. Considerando la qualità del
patrimonio librario posseduto da questi
punti-lettura, presso i quali è per ora attivo
solo il servizio del prestito a domicilio,
grazie alla preziosa collaborazione di alcuni
volontari, l’obiettivo sarebbe quello di
tramutarli in biblioteche vere e proprie, di
garantire cioè per ciascuno di essi l’apertura
settimanale di almeno 12 ore prevista
dalla legge. Operazione al momento
improponibile, non essendo possibile
affidare ai volontari la copertura di una
fascia lavorativa così estesa, ma per la quale
ci stiamo comunque attrezzando». L’assenza
di personale non è però l’unica difficoltà
da superare, poiché a monte esiste anche
una questione relativa alla reperibilità
dei volumi maggiormente richiesti dagli
utenti locali: «Abbiamo bisogno di nuove
acquisizioni librarie, soprattutto per
quanto riguarda il paesaggio, l’ambiente e
la cultura del territorio di Brienno, Laglio e
Carate - prosegue il sindaco - perché sono
queste le richieste che più frequentemente
vengono fatte ai nostri operatori, e che
purtroppo non siamo in condizione di
soddisfare come vorremmo. Ecco perché,
non potendo contare sulla disponibilità
delle casse comunali per l’acquisto di
materiali, abbiamo rivolto un invito a enti
pubblici e associazioni di privati cittadini
per la donazione di volumi anche fuori
commercio e di antica data, purché dedicati
a tali argomenti, rinunciando ai quali non
risulterebbe alcun disagio per il donatore,
mentre sarebbe per noi un atto di grande
valore che ci aprirebbe nuove stimolanti
prospettive”. Difficoltà a parte, il progetto di
ampliamento e riordino bibliotecario dei
comuni del Lario Ponente procede per la
sua strada, e non si può certo dire che viaggi
a rilento. Se sarà rispettata fino in fondo
la tabella di marcia, tra qualche tempo i
lettori dei tre comuni interessati potranno
anche scegliere tra opzioni diversificate
all’interno del campionario messo a
disposizione, e potranno puntare sulla
biblioteca di Brienno per quanto concerne
la storia locale, su quella di Carate Urio per
la gestione dello spazio infoturistico, e su
quella di Laglio come punto di aggregazione
giovanile. Non è poco, considerando il
momento non esaltante che la nostra
cultura sta attraversando. E sarebbe un vero
prodigio, se si riuscisse a portarlo a termine
con l’attuale penuria di mezzi e risorse.
Celebrazioni
Lago di Piano
■ Attenti al gufo
Un corso base per
riconoscere i rapaci
La Riserva Naturale Regionale Lago
di Piano con la Comunità Montana
Valli del Lario e del Ceresio propone
“Attenti al Gufo”, un corso di base per il
riconoscimento dei rapaci diurni e notturni
del territorio lariano. I rapaci hanno
sempre affascinato l’uomo, per la loro
eleganza, la loro potenza e il loro mistero.
Aquile e falchi sono stati trasformati in
simboli araldici e in compagni addestrati
alla caccia (falconeria). I rapaci notturni
invece hanno sempre incuriosito per il
loro mistero, vivendo una vita nel buio...
Il corso intende far imparare a riconoscere
le 19 specie presenti sul territorio
lariano attraverso la distinzione della loro
morfologia, dell’abito, del comportamento
e del richiamo, con l’ausilio di immagini,
video e audio.
Il corso, aperto a tutti, sarà tenuto
dal guardiaparco Vincenzo Perin nei giorni
di sabato 12, 19 e 26 febbraio dalle 15.00
alle 17.00 presso la Casa della Riserva,
in via Statale 117, Frazione Piano Porlezza
a Carlazzo.
La quota di partecipazione è di 30 euro
per gli adulti, 15 euro per i ragazzi
(dai 12 ai 17 anni), gratuita per i
bambini. Con un piccolo contributo
aggiuntivo si potrà anche richiedere
un DVD relativo al corso.
Il programma nel dettaglio prevede:
Sabato 12 febbraio: Presentazione
e conoscenza dei partecipanti.
Chi sono gli uccelli Rapaci?
I Rapaci diurni: gli Accipitridi.
Sabato 19 febbraio: I Rapaci diurni:
gli Accipitridi e i Falconidi.
Sabato 26 febbraio: I Rapaci notturni:
i Titonidi e gli Strigidi.
Per informazioni e iscrizioni: Riserva
Naturale Regionale Lago di Piano,
tel. e fax: 0344.74961; e-mail:
[email protected];
sito internet: www.riservalagodipiano.it.
La frazione di Plesio ha onorato il suo santo
protettore nella giornata del 23 gennaio
Logo e San Sebastiano
L
ogo, una delle varie frazioni di Plesio,
custodisce una piccola chiesa, molto
curata e accogliente, dedicata a San Sebastiano di cui vi è un piccolo affresco sulla facciata principale sopra il portico e una
bella raffigurazione di fine XVII secolo sulla
parete laterale interna sinistra.
Proprio questo dipinto di San Sebastiano, di
bella fattura, rappresenta l’immagine venerata del Santo, qui rappresentato nella sua
versione classica con le frecce conficcate nel
corpo a destra della Madonna con Bambino,
alla destra della quale vi è un altro Santo con
il “triregno” in mano che proprio recentemente il nostro vescovo mons. Diego Coletti
in visita Pastorale ha individuato in San Fabiano Papa contemporaneo di Sebastiano e
martire anch’egli; entrambi i santi condividono la festa liturgica del giorno 20 gennaio.
A Logo però la comunità dei fedeli ha onora-
to il suo santo protettore nella giornata
di domenica 23 gennaio con una raccolta Santa Messa alle ore 14.30 celebrata dal parroco don Daniele Crosta,
che durante l’omelia – dopo un pensiero a due anziani coniugi del paese,
molto attivi nella comunità parrocchiale, che a distanza di pochi giorni
sono stati chiamati in cielo dal Signore - ha ricordato alcuni momenti della recente visita pastorale tra i quali
anche la firma del vescovo sul “Cronicum” delle messe accompagnata
da una sua dedica a ricordo della sua
presenza nella comunità.
Don Daniele Crosta ha quindi sottolineato come la festa in onore a San
Sebastiano di Logo abbia origini antichissime (forse risale a prima del
1000), affermando che «siamo inse-
riti in un fiume di tradizioni che ha
attraversato i secoli» da custodire e
rinnovare.
Devota la partecipazione di molti fedeli di Logo e delle località vicine e
veramente ben eseguiti e significativi i canti che hanno accompagnato la
celebrazione, conclusasi con la solenne Benedizione a cui è seguito il Bacio
della Reliquia.
Quindi sul sagrato incanto dei canestri il cui ricavato sarà destinato alla manutenzione della chiesa ed in
particolare, anche su suggerimento
di mons. Coletti, ad un prossimo restauro dell’immagine con il nostro San
Sebastiano.
Per la Comunità
Parrocchiale di Logo
MariaCarla NOVI
Sport
Vela
A deciderlo sarà il Cio. Sul Lario due delle realtà
più importanti del mondo per questo sport
La classe Star resterà
nel programma olimpico?
N
el prossimo mese
di maggio il
Comitato Olimpico
dovrà esprimersi
e confermare, o meno, la
decisione adottata dell’Isaf
Council della vela nella sua
ultima riunione di Atene
che prevede come, a partire
dall’edizione 2016 di Rio de
Janeiro, non si disputi più la
prova della classe Star.
Le Olimpiadi del prossimo
anno di Londra potrebbero
quindi essere le ultime
che vedranno al via questa
competizione, che fece
il suo debutto olimpico
nel 1932. Sulla vicenda
La decisione, che sarà
presa il prossimo
maggio, decreterebbe
lo stop olimpico di una
imbarcazione costruita
anche sul Lario
era intervenuto anche
il Consiglio Regionale
Lombardo che, approvando
una mozione, aveva
chiesto al CIO di tutelare
questa disciplina che, nel
nostro territorio, risulta
particolarmente importante
dal punto di vista economico
considerato che due imprese
lariane, la Cantieri Lillia
di Musso (Co) e la Folli
di Abbadia Lariana (Lc),
sono le principali aziende
costruttrici al mondo di
imbarcazioni classe ‘Star’. Il
tentativo di escludere questa
classe dalle prove olimpiche
era già andato a vuoto l’anno
scorso quando a Lisbona
l’Isaf Council decise di
limitare il suo inserimento
nel programma a “cinque
cerchi” per Londra 2012
cancellando invece le prove
col catamarano Tornado e
confermando così le attuali 6
classi maschili e 4 femminili.
Sabato, 5 febbraio 2011 27
Notizie flash
■ Sci nautico
Daniele Cassoli atleta
disabile dell’anno
Daniele Cassioli, atleta di punta della
squadra Disabili della Federazione
Italiana Sci Nautico, è stato eletto
“atleta dell’anno 2010” dalla
International Waterski & Wakeboard
Federation. Per il giovane non
vedente, residente a Gallarate, il
prestigioso riconoscimento è il frutto
di una stagione 2010 da incorniciare.
Il 24enne infatti è stato l’assoluto
protagonista dei Campionati Europei
Disabili che si sono svolti a settembre
in Italia, dove è riuscito nell’impresa
di conquistare due medaglie d’oro nella
specialità del salto e della combinata
oltre che un incredibile record del
mondo con la misura di 20.7 metri che
gli sono valsi il gradino più alto del
podio.
■ Pallanuoto
Al via l’avventura della
Como nuoto donne
Per le veliste allora sfumò
anche l’introduzione di una
deriva acrobatica “High
Performance” mentre venne
deciso di introdurre nel
programma il Match Race,
specialità che torna olimpica
in versione femminile dopo
l’esperienza maschile con le
finali della classe Soling in
due edizioni (Atlanta 1996 e
Sydney 2000). Mentre molte
altre Classi Olimpiche si
svilupparono notevolmente
per poi subire bruschi cali di
popolarità, la Star è sempre
rimasta molto seguita e
praticata anche dopo la sua
esclusione dai Giochi nel
1976. Fu poi riconfermata
Classe Olimpica nel 1980
ed in quest’arco di tempo
ha dimostrato al mondo
di essere una classe
internazionale forte e ben
gestita, composta da velisti
di altissimo calibro. «Essere
inseriti nel programma
olimpico rappresenta un
motivo di assoluto prestigio
nonché occasione affinché
le due aziende del nostro
territorio possano godere
Calcio
Tramonto di una Star?
La Star è, da sempre, considerata la più prestigiosa delle
imbarcazioni olimpiche. Disegnata nel 1911 da Francis
Sweisguth, è la più antica classe del programma olimpico
cui fece il suo debutto nel 1932: la Classe sin da allora fa
parte delle Olimpiadi, con l’unica eccezione dell’edizione di
Montreal nel 1976, quando fu ritenuta troppo “vecchia” e
quindi sostituita dal Tempest. Tuttavia la Star si è sempre
evoluta ed è rimasta all’avanguardia sia per quanto riguarda
la sua costruzione, sia per il suo piano velico ed armamento.
di una vetrina di portata
mondiale - ci ha confermato
il consigliere regionale
lombardo, Luca Gaffuri, tra
i proponenti la mozione
approvata dal Consiglio
Regionale del Pirellone
-. Noi lombardi non
siamo quindi disponibili
a rinunciare al fatto che
un prodotto dell’abilità e
dell’esperienza del migliore
artigianato lombardo sia
improvvisamente escluso
dall’evento olimpico.
Atletica
Athletic
Gala 2010
Il Como atteso
dalla Reggiana
In attesa di tornare in campo a Reggio Emilia per la ripresa del campionato, il Como ha
messo a segno la scorsa settimana un “colpo”
di mercato per cercare di recuperare il terreno in classifica dopo le ultime battute a vuoto.
In attesa dell’assenso all’arrivo di Domenico
Germinale, attaccante di scuola Inter, ora al
Benevento, gli azzurri hanno perso Giuseppe
Cozzolino, destinato ad una nuova avventura
in Campania, ma hanno guadagnato Alberto
Filippini. Il 23enne attaccante esterno ritorna
a Como dopo pochi mesi al Padova.
Tantissimi gli atleti, i dirigenti
e i tecnici presenti all’ultimo
“Athletic Gala 2010”.
Molti i riconoscimenti
assegnati tra cui quello per
il Memorial Volpi, dedicato
al tecnico specialista nella
corsa campestre. Premi
poi per le prove multiple,
per i trofei di società di
campestre, mezzofondo,
corsa in montagna, corsa su
strada in ricordo di Paolo
Maggioni. Applausi anche
per le premiazioni scolastiche
dei campionati regionali
studenteschi di campestre e
pista. A seguire le premiazioni
dei campioni italiani cadetti e
il ricordo della vittoria della
Lombardia al Criterium con la
nuova prestazione italiana sui
300hs di Cacopardo.
Anche perché in Regione
abbiamo sempre sostenuto
l’opportunità di puntare
sulla filiera della nautica
come volano per lo sviluppo
del territorio lariano, in
particolare comasco».
Soltanto tra qualche
mese, quindi, sapremo se
l’esclusione della classe Star
dal programma a “cinque
cerchi” di Rio de Janeiro sarà
effettiva o meno.
pagina a cura
di Luigi Clerici
Ha iniziato la propria attività la
squadra di pallanuoto femminile della
Como Nuoto. Le atlete lariane, dopo la
strepitosa stagione in serie C dell’anno
scorso, puntano a replicare i successi
anche in questa stagione dove, dopo
la promozione, lotteranno per la vetta
della serie B. Il presidente Alessandro
Dalle Donne non nasconde l’ambizione
di una nuova promozione in A. Le
atlete sono cariche, dal punto di vista
del morale, ma anche e soprattutto
dal punto di vista della preparazione
atletica. Confermato l’allenatore
Francesco Zoni.
■ Ticino
Sport e violenza:
stop ai teppisti
Il fenomeno della violenza nello
sport interessa anche il Canton
Ticino, soprattutto quando si gioca
il sentito derby tra Lugano e Ambrì
Piotta che, nelle ultime partite,
ha originato episodi di violenza e
danneggiamento. Questi fatti hanno
portato i club e la Polizia a prendere i
provvedimenti necessari per impedire
un comportamento violento. Persone
che commetteranno atti violenti non
potranno più avvicinarsi alle zone dove
si svolgono le competizioni, e nei casi
più gravi dovranno recarsi a firmare
presso un posto di polizia, negli orari
delle partite.
Ciclismo
Il 26 febbraio
Gran Premio Insubria
Si correrà sabato 26 febbraio, con partenza da Campione
d’Italia ed arrivo a Varese, la III edizione del Gran Premio
Insubria, gara internazionale per professionisti voluta
dalla Società Ciclistica Alfredo Binda. I dirigenti della
società ciclistica hanno infatti sciolto gli ultimi dubbi
sulla gara di fine febbraio che si concluderà sul viale di
arrivo che ha visto l’epilogo della Tre Valli Varesine 2010. Il
percorso sarà inedito con la prima parte in Canton Ticino,
la parte centrale in provincia di Como e la conclusione
con un circuito nel varesotto per un totale di 190
chilometri di corsa. Snow bike, la Valtellina pedala sulla
neve. Pedalare nella neve per scoprire i panorami più
suggestivi nel Parco nazionale dello Stelvio: è l’obiettivo
dello snow bike, l’ultima frontiera degli sport invernali
praticati in Valtellina.
Si tratta di una disciplina particolare che rappresenta
soprattutto un nuovo modo di vivere la natura, sfruttando
al massimo la libertà di movimento che solo la mountain
bike concede. Qualunque appassionato delle due ruote
può praticare la snow bike. Bastano gomme chiodate e un
abbigliamento caldo e traspirante.
Ciclismo
Professionisti:
Como avrà due
squadre
Il territorio comasco si appresta
ad ospitare due società
professionistiche di ciclismo.
I nomi non sono ancora stati
definiti mentre si danno già per
certi i responsabili delle due
formazioni che sosterranno
attività in campo maschile e
femminile. A seguire la squadra
femminile sarà l’ex-ciclista
Giuseppe Dioguardi; direttore
sportivo di quella maschile sarà
Ruggero Borghi. Tra i corridori
della squadra maschile: Ratti,
Peruffo, Diego Tamayo Martinez
e Juan Sebastian Tamayo
Martinez, i francesi Droully
e Ricci Poggi, Marco Stefani,
il neo professionista Enrico
Montanari ed il comasco Fausto
Fognini (già all’Amore & Vita).
Valli Varesine
28 Sabato, 5 febbraio 2011
Notizie flash
■ Cittiglio
Tempo di bilanci per
“Il sorriso di Michela”
La sera dello scorso 19 gennaio si sono
riuniti per l’annuale assemblea i soci
dell’associazione “Il sorriso di Michela”onlus per la rendicontazione delle
attività svolte nel 2010 e per illustrare i
programmi del 2011. È stato il presidente
Vittorio Ciresa ad illustrare ai presenti
quanto fatto dal gruppo nell’ultimo anno,
partendo dal sostegno dato ad Haiti,
per giungere all’offerta significativa alla
protezione civile di Cittiglio che si sta
concretizzando in questi ultimi giorni
di gennaio, passando attraverso agli
aiuti portati ai terremotati d’Abruzzo,
alla bicicletta speciale per un bambino
del paese, al gioco acquistato per il
parco giochi di Vararo, al finanziamento
di alcune attività alla casa Fraschini di
Cittiglio. Assieme a questi interventi
anche l’aiuto che “Il sorriso di Michela”
non ha mai fatto mancare a don Angelo
Introzzi, impegnato nella parrocchia di
Clodomira nel centro nord dell’Argentina.
L’associazione è nata per ricordare
Michela Badalin – una giovane di Cittiglio
scomparsa nel novembre 2006 in un
incidente in montagna – e con la finalità
principale di aiutare don Angelo Introzzi
– sacerdote amico di Michela, che ha
operato per 15 anni a Cittiglio prima di
partire per il sud America. Il gruppo ha
ben presto individuato anche altri settori
di bisogno. Sul pieghevole dato alle
stampe a fine 2010, sono stati raccolti
i risultati, i programmi e gli obiettivi
riguardanti il gruppo.
■ Brenta
Adorazione eucaristica
notturna per i giovani
Dalle ore 21.00 alle 24.00 sabato 5
febbraio, è programmata l’Adorazione
Eucaristica notturna per giovani presso la
cappellina dell’asilo di Brenta. L’iniziativa
rientra tra quelle organizzate a livello
diocesano nel ciclo “Luce nella notte –
chiamati alla Santità”.
Giornata per la vita
Una mostra
per Giovanna
Beretta Molla.
Il Centro Aiuto alla Vita Medio
Verbano propone un’esposizione
di oggetti, documenti, testi
e l’incontro con la figlia
È
una santa davvero
vivono per i loro figli? O meglio: di eroico offrire a tutta l’umanità questo grande
controcorrente, quella che
nelle mamme c’è davvero tanto, in ogni
dono, di far salire agli altari una virtù
raccontano i pannelli della
situazione, in ogni notte in bianco,
che il cuore umano custodisce dentro
mostra fotografica dedicata
in ogni sospiro e ferita del cuore, in
di sé, anche se sempre più sbiadito:
a Gianna Beretta Molla, medico di
ogni attesa paziente; e anche in ogni
dare la vita per l’altro. In questo dono
Magenta, sposa e madre di quattro
solitudine angosciata che vive la donna
assoluto, che non nasce come atto
figli, morta per una grave malattia
quando non ha avuto il coraggio da
improvviso e irrazionale, ma fiorisce in
negli anni’60. Controcorrente per la
accogliere un figlio “non programmato”.
un lungo percorso di fede e di amicizia
mentalità del nostro secolo, per un’idea
Nasce da un amore gratuito, magari
con Dio, sta la sua santità, confermata da
asfittica e inconsistente di felicità che
scoperto troppo tardi. Ma questa gratuità numerosi miracoli.
sempre più si va facendo largo nelle
non la si coglie, non la si vede, impastata
La mostra racconta la vita e la crescita
giovani generazioni, ma non risparmia
com’è oggi con sentimentalismi di ogni
spirituale della beata, dalla nascita
nemmeno gli anziani. E se vi chiedete
tipo. Non la riconosciamo nemmeno
(Magenta, 4 ottobre 1922) alla morte
perché mai un grande papa come
quando la viviamo spontaneamente.
(Ponte Nuovo di Magenta, 28 aprile
Giovanni Paolo II abbia proclamato
Diventa a volte straordinaria, come il
1962), fino alla beatificazione da parte
santa una donna di quarant’anni
dono che Gianna ha fatto della sua vita
di Giovanni Paolo II nel 2004, offrendo
dalla vita normale, ritmata dal lavoro,
all’ultima figlia in arrivo (rinunciando a
documenti, testimonianze, oggetti che
dalla cura dei figli, dalla preghiera
cure pesanti per non perdere la bimba,
Le appartennero e presentando alcune
e dall’attenzione al prossimo, tutte
a prezzo della salute e dell’esistenza
delle opere a lei dedicate nel mondo.
virtù “normali” di un buon cristiano,
stessa), anche se certamente non è stata
Il percorso è stato realizzato con la
dovrete proprio visitare la mostra che
e non sarà l’unica mamma ad agire in
collaborazione dalla sorella della Santa,
ne racconta la vita e il quotidiano,
questo modo. E la Chiesa ha voluto
madre Virginia Beretta, e della figlia
allestita presso la sala Maria
Gianna Emanuela, che potremo
Madre della Chiesa, a lato della
conoscere venerdì 18 febbraio
scuola Materna di Mombello,
alle ore 21.00 presso il teatro
a cura del Centro di Aiuto
Franciscum di Mombello in
In preghiera per la vita
alla Vita Medio Verbano
una serata di testimonianza.
in collaborazione con la
La mostra osserva i seguenti
alla Santa Casa di Cavona
Comunità Pastorale “Maria
orari: sabato e domenica dalle
In occasione della Giornata per
Madre della Chiesa” di Laveno.
ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle
Gianna è fatta santa con il titolo la Vita, il Centro Aiuto alla Vita
ore 15.00 alle ore 19.00; giorni
Medio Verbano invita tutti alla recita del Santo Rosario feriali dalle ore 17.00 alle
di “Madre di famiglia”, ed è la
sabato 5 febbraio, alle ore 21.00 presso la Santa ore 19.00. Prenotazioni visita
prima volta nella storia della
Casa di Cavona; durante la preghiera sarà proposta la guidata: telefono 333-6198889,
Chiesa: e cosa ci sarà mai di
testimonianza di accoglienza dei coniugi Umberto e oppure 329-3958453.
eroico in questa dedizione che
Mirella, dell’associazione Giovanni XIII.
tutte, o quasi tutte le mamme
ANNALISA MOTTA
ROSARIO
Sondrio Cronaca
Sabato, 5 febbraio 2011 29
Un incontro
inatteso fra
amici di
vecchia data.
In una casa di riposo della Brianza si ritrovano
due persone molto conosciute a Sondrio:
Dario Cucchi e padre Antonio Barzaghi,
per anni cappellano dell’ospedale cittadino.
R
iceviamo, e volentieri pubblichiamo,
questa bella intervista di Dario
Cucchi (classe 1918) al camilliano
padre Antonio Barzaghi (classe
1926) già cappellano dell’Ospedale Civile
di Sondrio. Cucchi e padre Barzaghi sono
attualmente ospiti della “Residenza di san
Camillo”, a Besana in Brianza (Mb).
Caro padre Antonio, sono lieto, dopo tanti
anni, di incontrarti di nuovo. Mi trovo
ricoverato qui, alla “Residenza di san
Camillo”, in preparazione all’incontro con il
Signore. Perciò continuo il nostro colloquio
che abbiamo interrotto dopo la tua partenza
da Sondrio…
Padre Antonio, come è nata la tua
vocazione religiosa, e perché nella
Congregazione camilliana?
«Prima di tutto c’è una vocazione
universale: la chiamata alla vita. Dio ci ha
creati per conoscerlo, amarlo e servirlo
in questa vita. Col Battesimo entriamo
nel clima della vita cristiana, vissuta in
particolare in una famiglia di credenti, fedeli
alle pratiche religiose come la maggior
parte degli abitanti del paese. In questo
clima paesano è nata la mia vocazione,
nutrita dall’esempio di due miei coetanei,
fedeli chierichetti al servizio dell’altare, che
avevano deciso di entrare a Villa Visconta,
come aspiranti camilliani. Senza sapere chi
fossero i camilliani, anch’io ho deciso di
seguire il loro esempio, lasciando il paese
natio, Romanò Brianza, il 30 settembre
1937. Questi due miei compagni sono
arrivati al traguardo della vita religiosa:
Stefano Melli come sacerdote, Bruno
Nespoli come infermiere professionale…
e ora, tutti e due, sono già pervenuti nel
Regno di Dio».
Qual è stata la tua obbedienza, dopo la
professione religiosa, prima del tuo arrivo
all’Ospedale di Sondrio?
Media Valtellina
Il racconto schietto,
sincero e in tono
confidenziale di
una vocazione nata
tantissimi anni
fa; sessant’anni
di sacerdozio
trascorsi sempre
con la sensibilità
verso i sofferenti;
la condivisione di
momenti preziosi «in
attesa dell’incontro
con il Signore»; una
scrittura piacevole,
scorrevole e sempre
interessante che sa di
vita vera e vissuta.
di Dario Cucchi
«Dopo l’ordinazione
sacerdotale, nel 1950,
sono stato inserito
nella “Comunità san
Camillo” a Milano,
impegnato in vari uffici
e come cappellano
dell’Istituto oftalmico,
dove ho conosciuto
Silvio Colagrande e
Amabile Battistella,
che oggi, grazie alla
donazione delle cornee,
fatta dal beato don Carlo
Gnocchi, contemplano
la bellezza del Creato.
Da Milano, un salto a Sondalo come
cappellano al Villaggio, per poi passare
all’Ospedale Maggiore di Verona, con una
parentesi a San Vito di Pergine (Tn) come
assistente spirituale del Seminario degli
aspiranti camilliani. E quindi, con un altro
balzo, sono planato all’Ospedale Civile di
Sondrio, dove mi sono fermato tantissimi
anni. Poi un altro balzo ancora, per arrivare
all’Ospedale Sant’Anna di Como, come
collaboratore, per un periodo di due
anni, dei Cappellani in servizio ufficiale.
Da segnalare che in diocesi di Como ho
trascorso ben 34 anni come assistente
spirituale tra i malati e gli operatori sanitari.
E dall’Ospedale di Como, l’ultima trasferta a
Besana in Brianza, messo a riposo – per l’età
non più giovanile – e, per dirla con l’amico
intervistatore Dario Cucchi, in preparazione
all’incontro con Signore. Nel frattempo, si è
disponibili nell’aiuto agli ospiti, nel guidare
la preghiera del santo Rosario e nella
celebrazione della Santa Messa».
Hai celebrato il tuo sessantesimo di
ordinazione sacerdotale...
«Una data importante, questa del
sessantesimo sacerdotale, ricordata
domenica 11 luglio 2010, durante la solenne
Alomar Sondrio
Ritiro a Bose
Appuntamenti
formativi
in calendario
A Poggiridenti concerto
per Fausto Caslini
Il card. Ravasi
riflette
su Geremia
Per i Gruppi Liturgici
delle Parrocchie
della Zona Pastorale
La sezione di Sondrio dell’Alomar (che si rivolge
a persone affette da malattie reumatiche e ai loro
familiari) organizza per sabato 5 febbraio, alle ore
20.45, presso il Centro Educativo San Fedele di
Poggiridenti al Piano (di fianco alla chiesa) una
serata in musica in ricordo di Fausto Caslini, amico
sensibile ai problemi dell’associazione e marito di
Carla, membro del direttivo del sodalizio.
Domenica 20 marzo, a Bose
(Bi), si propone una giornata
di ritiro su “Il profeta
Geremia”, con il cardinale
Gianfranco Ravasi.
Partenza da piazzale
Bertacchi (davanti alla
stazione ferroviaria) alle ore
5.30. La giornata prevede
un primo incontro alle ore
10.30, l’Eucaristia alle ore
12.00, il pranzo, la ripresa con
il secondo incontro alle ore
15.00, seguito dal vespro.
Il rientro a Sondrio è previsto
per le ore 22.00. Quota 20
euro (viaggio e pranzo).
Iscrizioni dopo il 6
febbraio telefonando a don
Ferruccio: 333-4211260,
oppure 0342-514716.
Il 24 febbraio e il 3 marzo
ore 20.45, a Sondrio/Angelo
Custode. Tutti sono invitati
a partecipare alle prove
per imparare i canti per la
Quaresima e il tempo di
Pasqua suggeriti dalle schede
diocesane “Cantare la Parola”.
Giornata Nazionale
per la Vita
Sabato 5 febbraio , a Sondrio/
presso la chiesa della
Collegiata, alle ore 21.00.
Tutti sono invitati a partecipare
alla Veglia di preghiera che si
svolge per riflettere sul dono
della vita, in ogni momento.
In concerto si esibirà il Coro Vetta di Ponte in
Valtellina diretto dal maestro Valter Mazzoni.
L’entrata è ad offerta libera. Il ricavato della serata
verrà utilizzato dall’associazione per potenziare le
attività a tutela dei malati reumatici della provincia
di Sondrio. A fine concerto sarà allestito un rinfresco.
Un sentito grazie per la disponibilità e collaborazione
va al Coro Vetta, a don Livio e a tutte le persone che
parteciperanno a questa iniziativa.
Informazioni: Silvia, telefono 329-0285616; e-mail:
[email protected]; o www.alomarsondrio.it.
celebrazione eucaristica alla Grotta di
Lourdes, nel parco di questa residenza,
in unione con padre Gianluigi Valtorta,
nel suo venticinquesimo di sacerdozio, e
con padre Amos Aldeghi, cinquant’anni di
professione religiosa. Anche la parrocchia di
Romanò Brianza ha voluto commemorare
il mio sessantesimo di ordinazione,
domenica 3 ottobre 2010, festa patronale
di san Michele Arcangelo e della Madonna
del Rosario, durante la Santa Messa e la
devota processione mariana lungo le vie del
paese».
Quando sei giunto qui alla “Residenza di
san Camillo” e con quale incarico?
«All’inizio del 2009 e, come accennato,
messo a riposo, però sempre a disposizione
in aiuto agli ospiti non autosufficienti.
Come comunità religiosa siamo in otto
sacerdoti, cinque dei quali hanno varcato
la “soglia degli ottanta”. E, come in ogni
Comunità, c’è un Superiore, un Cappellano
della Residenza e della chiesa pubblica».
Infine, una breve cronistoria di questa
“Residenza San Camillo” in Besana.
«Acquistata nel 1913 (presto si celebrerà il
primo centenario nel 2013) in varie riprese
venne adattata per accogliere i giovanetti
intenzionati a seguire San Camillo nel
servizio dei malati. Un vero vivaio di
ragazzi che, nel 1938, nel venticinquesimo
dell’apertura, erano circa 120 aspiranti,
nelle cinque classi ginnasiali, poi, in parte,
sciamati a Rossano Veneto. Ci chiamavano
i “bagai della viscunta”, amati e aiutati dalla
popolazione, che si riuniva con gioia a
celebrare la festa di san Camillo, nel mese
di luglio, di ogni anno, fino al 1989, quando
per mancanza di vocazioni, la Casa è
stata ristrutturata come casa di riposo per
anziani, capienza 83 posti letto».
Con questo ti ringrazio del colloquio e ti
faccio tanti auguri per la tua salute e per
tutta la comunità.
Corso di formazione
Per i volontari
ospedalieri di Sondrio
La sezione di Sondrio dell’Associazione Volontari Ospedalieri cerca volontari. Se si vuole dedicare parte del proprio tempo ai malati ricoverati nell’ospedale di Sondrio, si può
seguire il corso di formazione in programma
dal 15 febbraio all’8 marzo presso l’Aula Magna del presidio ospedaliero del capoluogo. Il
corso è strutturato in sette incontri, dalle ore
20.30. Le domande di pre-iscrizione devono
essere consegnate entro il 12 febbraio: info
al numero 339 6027372 o inviando una mail
all’indirizzo [email protected].
30 Sabato, 5 febbraio 2011
Notizie flash
■ Gordona
Non dimenticare:
dalla Shoa a Srebrenica
Dalla Shoah a Srebrenica, dalla Germania
nazista alla Bosnia del 1995. La biblioteca
di Gordona giovedì 27 gennaio - Giornata
della memoria - ha ospitato un incontro
dedicato al massacro di ottomila civili
musulmani durante la guerra della exJugoslavia. A cinquant’anni dalla fine
della Seconda guerra mondiale, nel
luglio del 1995, furono uccisi in Bosnia
dalle truppe cristiano-ortodosse del
generale Ratko Mladic’. Una vicenda
praticamente sconosciuta avvenuta nel
cuore dell’Europa, a poco più di mille
chilometri dalla Valchiavenna. Fulvio
Gervasoni, sindacalista della Filca Cisl e
volontario dell’associazione Macondo, ha
puntato sulla visione di alcuni spezzoni
dei documentari “Hotel Bosnia”, “Souvenir
Srebrenica” e “Voci dall’oblio”. Sono
bastate poche immagini per descrivere
l’orrore e la disattenzione dei governi
occidentali, complici indiretti del
massacro. «Poche persone sanno cosa è
successo a Srebrenica - ha detto Gervasoni
-. Ottomila innocenti furono ingannati
e uccisi sotto gli occhi delle Nazioni
Unite. Come cittadini europei dobbiamo
sentirci in dovere di ricordare il massacro
e di ridare speranza alle popolazioni dei
Balcani». Il sindacalista bergamasco ha
promosso diversi progetti di solidarietà
e continua a dedicare attenzione ai
Balcani. «Abbiamo organizzato numerose
attività con le associazioni di Srebrenica,
favorendo l’incontro fra serbi e musulmani,
e nei mesi scorsi a Bergamo abbiamo
ospitato decine di studenti bosniaci» A
maggio una delegazione della Filca Cisl
andrà in Bosnia per portare avanti alcuni
progetti. C’è la possibilità di partecipare.
Per informazioni rivolgersi alla Cisl.
■ Grande dolore
A Prata Camportaccio per
la scomparsa di Valeria
«Adesso vai, “Archy”, prendi il pallone
e segna il tuo gol più bello nella porta
del paradiso». Si è chiuso con le parole
delle amiche, cariche di affetto e di
dolore, il funerale di Valeria Biavaschi, la
quarantenne scomparsa il 21 gennaio in
Brasile in un incidente stradale dovuto
al maltempo. Venerdì 28 la chiesa
parrocchiale di San Cassiano è diventata
troppo piccola per accogliere la tristezza
di un’intera comunità e di moltissime
persone provenienti da altri paesi della
Valchiavenna. Per dare l’ultimo saluto a
Valeria, architetto, c’erano i colleghi di
lavoro, i coscritti della classe 1970 e gli
ex compagni di scuola e dell’università,
insieme alle amiche con le quali ha
condiviso la passione per il pallone.
Hanno portato il loro conforto ai genitori
di Valeria, Agostino e Palma, alla sorella
Daniela e ai nipoti, affiancati in chiesa
e nel corteo verso il cimitero dai parenti
e dalle persone più vicine alla figlia.
Dal pomeriggio di giovedì, anche Chiara
Bertoletti, la donna di Ponte in Valtellina
che si trovava in Brasile con Valeria, ha
provato a portare conforto ai genitori
della quarantenne scomparsa. È stato
impossibile, non soltanto per le persone
più vicine a Valeria, ma anche per tanti
altri amici e conoscenti, trattenere le
lacrime. Né gli abbracci, né le parole di
conforto sono servite per alleviare la
sofferenza nel momento più difficile. Per
quasi un’ora e mezza, in chiesa si sono
ascoltate soltanto le voci dei sacerdoti
e dei cori di San Cassiano e Gordona.
Valeria si era laureata quindici anni fa al
Politecnico di Milano, poi era tornata in
Valchiavenna e si era distinta all’interno
dello studio con cui collaborava,
soprattutto nel campo della definizione
dei piani regolatori, tanto che i titolari
l’hanno descritta come la «collaboratrice
più preziosa dello staff». La funzione
è stata officiata dal parroco di San
Cassiano, don Edoardo Bugajski, insieme
a don Casimiro Digoncelli e don Giuseppe
Paggi. Al termine della messa il corteo ha
raggiunto il cimitero del paese.
Valchiavenna
sco
Don Bo
Presso la chiesa di San Cassiano il secondo incontro
aperto alle corali giovanili del territorio valchiavennasco.
Un vero incontro canoro
A
pplausi per
l’incontro
canoro tra i cori
parrocchiali
giovanili, tenutosi il 30
gennaio nella chiesa di
San Cassiano. L’iniziativa
promossa per la festa di San
Giovanni Bosco, patrono
dei giovani, dal parroco don
Edoardo Bugajski è alla
seconda edizione e ha visto
la partecipazione di 6 cori
che, accompagnati dai loro
musicisti, hanno proposto 3
canzoni ciascuno.
Primo ad esibirsi il Coro
di Regoledo di Cosio,
formatosi nel 1994 con
bambini dai 5 anni in
su, che ha raggiunto la
Valchiavenna con una
trentina di componenti
Il parroco don Edoardo
ha dato appuntamento
al prossimo anno, per
un momento che non
vuole essere una sfida
ma uno «stare insieme»
in sciarpa bianca tra cui
anche alcuni musicisti e
il solo maschietto Paolo.
“Preghiera di Gesù è la
nostra”, “Madre della
speranza” e “Tu sei
bambino” le loro canzoni.
A seguire è toccato ai due
gruppi di Borgonuovo
entrambi egregiamente
diretti da Antonio Rogantini.
Ispirato all’uguaglianza e
una serata
per haiti
alla fratellanza il canto
“Anche tu sei mio fratello”
proposto dai più piccoli,
mentre molto apprezzate
le canzoni “Tu al centro
del mio cuor”, ”Vanità
di vanità” di Branduardi
e “Dopo tutto”, proposte
dai più grandicelli con
Chiara al violino e Mirco
alla chitarra e interpretate
suggestivamete a più voci.
Poi il Coro di San Pietro, di
recente formazione, diretto
da Maria Chiara Fois e
accompagnato da tastiera,
chitarra, jumbé e armonica
a bocca ha cantato “Ecco
quel che abbiamo”, “Madre
della speranza” e “Luce
che sorge nella notte” alla
presenza del parroco don
Luigi Pedroni.
Si è quindi esibito il
Coro di San Lorenzo di
Chiavenna al debutto in
questa manifestazione.
Attivo dal 2007 e diretto da
Bruna Vergottini il coro era
composto da ragazzi più
grandi (anche delle scuole
superiori) e impreziosito
da qualche adulto. Tra
le canzoni presentate, la
loro “Ave Maria” ha saputo
suscitare grande trasporto
emotivo.
Ha concluso la rassegna
canora il Coro di San
Cassiano, al gran completo
con coristi, chitarre,
fiati e percussioni sotto
la direzione di Stefano
Molteni, con la preziosa
collaborazione di Morena,
Debora, Anna, Ernesto
ed Andres che da anni
accompagnano coi loro
canti le funzioni liturgiche
e formano una piccola
orchestra. “Su ali d’aquila”,
la trascinante “Ritmate
A un anno dal terremoto che ha devastato
il piccolo stato di Haiti, apprendendo dai
media che la popolazione haitiana versa
ancora in condizioni di grande disagio,
aggravato ulteriormente dall’epidemia del
colera, l’oratorio San Fedele di Chiavenna, in
sintonia con i progetti di aiuto umanitario
attivati dalla Caritas diocesana, organizza, per
la serata di sabato 19 febbraio, una cenatombolata di solidarietà.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di
Chiavenna, darà modo di raccogliere fondi a
sui tamburi” e “Come
tu mi vuoi” le canzoni
cantate dal coro di casa.
Al termine, caramelle
per tutti, perché “Questo
incontro non è una sfida
ma un cantare insieme” ha
detto don Edoardo, che per
San Bosco, rappresentato
nel dipinto di Eugenio
Del Re esposto davanti
all’altare, ha ricevuto dalla
Polonia la visita del Padre
provinciale salesiano
Alfred Leja. Don Edoardo
al ritmo della sua chitarra
ha unito nel canto tutti i
cori, dando appuntamento
all’anno prossimo per
la terza edizione e
invitando il numeroso
pubblico presente al
rinfresco organizzato dai
parrocchiani presso l’ex
scuola materna.
DAVIDE TARABINI
favore dei bambini di Haiti, e nel contempo
di sensibilizzare tutti coloro che vorranno
prenderne parte ad una maggiore attenzione
nei confronti di chi, per cause di varia natura,
si trova a dover affrontare situazioni di
particolare emergenza.
Quota di partecipazione alla cena: 12 euro.
Per prenotazione, entro e non oltre giovedì
17 febbraio, telefonare al 340-0855261
(Daniele), 346-6323085 (Cristina) o 3356719052 (Lorenzo).
■ Conferenze dell’Istituto Italiano dei Castelli
A Milano il ciclo di incontri invernali
C
on il patrocinio del Consiglio Regionale della
Lombardia, per il quarto anno consecutivo
la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
ospita al primo piano del Palazzo delle Stelline in
corso Magenta 59 a Milano le conferenze invernali
della sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei
Castelli, presieduta dal prof. Guido Scaramellini.
Le sei relazioni si terranno tutti i martedì fino all’8
marzo dalle ore 17.00 alle 18.30, con ingresso gratuito e aperto a tutti e, in occasione dei 150 anni
dell’Unità d’Italia, avranno per tema i campi di
battaglia e le fortificazioni nel Risorgimento. Le
prime due conferenze (la prossima l’8 febbraio)
sono tenute dall’architetto Flavio Conti, già presidente nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, e
riguardano il ruolo delle fortificazioni nelle guerre
per l’indipendenza italiana, con particolare attenzione al Quadrilatero e alle difese piemontesi e
borboniche, mentre il 15 febbraio Davide Tensini,
studioso di storia e architettura difensiva, si soffermerà sulle fortificazioni costruite nell’Ottocento
nell’area padano-appenninica. Seguiranno, il 22
febbraio e il 1° marzo, le conferenze degli architetti Giusi Villari, vice presidente della sezione
Lombardia e consigliere scientifico dell’Istituto, e
Luciano Roncai, coordinatore della delegazione
di Mantova e Cremona dello stesso Istituto e docente presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Parleranno delle fortificazioni del
Garda fra battaglie per l’Indipendenza e memoriali dell’Unità, e del sistema degli acquartieramenti
nel Mantovano. L’8 marzo chiuderà il ciclo Marino
Viganò, anch’esso studioso di storia e architettura
difensiva e consigliere scientifico dell’istituto, il
quale intratterrà i presenti sull’aspetto difensivo
dell’Italia tra il 1861 e il 1911. Anche quest’anno,
la sezione Lombardia dell’Istituto ha scelto un tema legato all’attualità, come le celebrazioni per il
150° dell’Unità d’Italia. Un’occasione per rivivere i sacrifici affrontati in nome del grande ideale
dell’unificazione nazionale.
CRISTIAN COPES
Sondrio Cronaca
incontro a morbegno
Fabio Corno, docente
e commercialista,
è intervenuto sul valore
di un rinnovato sistema
aziendale che ai profitti
aggiunge l’umanità
Impresa
sociale per
uscire dalla
crisi.
N
on ci si può limitare
all’impresa sociale, ma si
deve divenire imprenditori
sociali di se stessi, tema che
si declina come autodeterminazione
delle persone e che coinvolge tutti
a livello di responsabilità per il
futuro proprio e della comunità in
cui si opera. «Reputo che, dal punto
di vista della socialità, sia difficile
giustificare un atteggiamento di
recriminazione nel momento in cui
la realtà cambia in una direzione che
non ci piace. La realtà chiama tutti
a una maggiore presa di coscienza
e a rispondere in modo molto più
imprenditoriale di quanto non sia
avvenuto finora». Questi i concetti
fondamentali esposti da Fabio Corno,
docente di sociologia all’Università
degli studi di Milano Bicocca e
commercialista, venerdì scorso nella
relazione “Imprenditorialità sociale:
leva per una ripresa condivisa” nella
lezione alla Scuola di Formazione
socio politica della diocesi di Como.
«Gli imprenditori sociali sono agenti
del cambiamento in un contesto di
pesante crisi per noi, minore per altri
- ha esordito - E in futuro le cose non
miglioreranno, anzi. Se guardiamo
la forte crescita delle economie dei
paesi “BRIC” (Brasile, Russia, India
e Cina), comprendiamo che poggia
su persone che sanno darsi da fare,
muoversi, individuare i propri sogni
personali e trasformarli in qualcosa
che va bene non solo per loro, ma ha
valore anche per altri». Per questo
motivo è stato sviluppato un progetto
di ricerca sull’imprenditorialità come
fattore di sviluppo e in tal senso ritorna
il concetto di imprenditore sociale.
Ma cosa s’intende per impresa
sociale? Sono “organizzazioni
private..., ovvero società anche di
capitali, che esercitano in via stabile
e principale un’attività economica
organizzata al fine della produzione
e dello scambio di beni o servizi di
utilità sociale”. Quindi, a termini
di legge, sono imprese sociali le
associazioni, le fondazioni, le società
(anche s.r.l. o s.p.a.), le cooperative,
i consorzi, che abbiano nello statuto
il vincolo di non distribuire gli utili.
Con questi si genera una ricchezza
finalizzata a obiettivi di carattere
sociale nell’assistenza sociale e
socio-sanitaria, nell’educazione,
nell’istruzione, nella tutela
dell’ambiente e dei beni culturali,
nella formazione universitaria ed
extra scolastica, nel turismo sociale
e nei servizi strumentali alle imprese
sociali. Anche l’impresa sociale ha
una natura imprenditoriale: essa ha
una finalità produttiva per chi la fa
ma anche per la comunità, con la
volontarietà, l’autonomia, l’assunzione
del rischio e la propensione
all’innovazione. «In altre parole, non
è solo un bene astratto, ma si declina
in un fare: si individuano dei bisogni
specifici e si articola la risposta. Il
Modelli per il futuro. Mondo con meno risorse
M
Ad esempio, si creano orti
comuni, si riciclano materiali
Puntare su una
migliore qualità
della vita, senza
guardare al solo
profitto, per
riappropriarsi di
tempo e affetti.
di scarto per altre filiere
produttive, o si riparano
vecchi oggetti invece di
avviarli in discarica; si è
molto attenti nell’acquisto
dei prodotti, privilegiando
quelli che non vengono
da lontano, ecc. Dal 2006
ad oggi sono entrate a far
parte della rete di città in
transizione 75 cittadine,
alcune delle quali sono in
Italia, come Monteveglio
nel Bolognese. La cittadina
vuole diventare un comune
“post carbon”, che produce la
minor quantità possibile di
emissioni nocive. Così tutti
i tetti di proprietà pubblica,
dalla scuola al centro sociale
avranno pannelli fotovoltaici.
Dall’altra parte, si sono
sviluppati orti “sinergici”,
dove tendenzialmente
si è attenti alla qualità
dell’alimentazione e alla
ricchezza del terreno,
limitando gli sprechi e
creando prodotti e ricchezza
anche a livello locale.
Lo scopo principale del
progetto è di aumentare la
consapevolezza per i temi
dell’insediamento sostenibile
e di preparare alla flessibilità
richiesta dai cambiamenti
in corso (diminuzione
delle risorse energetiche,
riscaldamento globale).
L’altro modello è quello
dei bilanci di giustizia, nati
filone di rischio è dato dal fatto che
nell’impresa sociale non si investono
soltanto finanziamenti a fondo perso,
ma anche fondi gestiti come capitale.
Per questo, qualsiasi imprenditore
che abbia come riferimento i suoi
stakeholders (portatori di interesse)
opera secondo principi sociali. Il
positivo dell’imprenditore, sociale o
no, sta nella sua capacità di guardare la
realtà, di affrontarla in modo sinergico e
di saper trarre le risorse là dove ci sono,
con la conseguenza di riuscire a creare
nuovi posti di lavoro, di migliorare gli
standard di vita anche di altri e così
via». E, proprio perché opera e vive
nel quotidiano, l’imprenditore sociale
deve rapportarsi e destreggiarsi anche
nell’ambito del potere, come succede
nel caso della Compagnia delle Opere,
che in questo modo riesce a ottenere
obiettivi positivi per i propri associati.
Inoltre, né l’imprenditore, né l’impresa
sociale per intervenire sui cambiamenti
di natura globale e trovare le risorse
necessarie possono muoversi da soli, ma
devono continuamente fare rete. «Non
sempre è facile essere imprenditore
e resistere nel tempo - ha concluso Ne ho affiancati parecchi che hanno
dovuto ricorrere alla cassa integrazione.
Le loro esperienze mi hanno spinto a
riflettere che essere socialmente attenti
significa anche cogliere le alternative che
consentano all’azienda di continuare
nel tempo: non si riuscirà a mantenere
il posto per tutti, ma è sempre meglio
che non darlo a nessuno. Tanto più
che, se l’imprenditore sarà capace di
rinnovarsi, saprà dare di nuovo altro
lavoro. Il cambiamento comporta
cercare nuove strade e inizia dalla
capacità di abbattere i paradigmi nei
quali siamo cresciuti per cercarne
altri. Ne consegue che, se i giovani non
sapranno inventarsi un loro futuro, che
non è certamente dietro l’angolo e che
potrà anche essere distante da casa,
saranno degli scontenti a vita. Il futuro è
da reinventarsi quotidianamente e tutti
dobbiamo diventare imprenditori di noi
stessi, perché non c’è più il welfare state
cui eravamo abituati, e tutti dobbiamo
contribuire al cambiamento: si dovranno
ri-tarare i propri modelli e il filo rosso
della nuova vita saranno gli imprenditori
sociali e l’impresa sociale».
pagina a cura di
PIERANGELO MELGARA
in Italia oltre 1200 famiglie hanno
ridotto i consumi e si sono accorte
che si può pensare anche di ridurre
le entrate, passando da un lavoro a
tempo pieno ad uno a tempo parziale.
L’esperienza ha mostrato che l’effetto
finale è un miglioramento nella
qualità della vita e che, se tre persone
passano a lavorare a tempo definito,
si creano opportunità di crescita e
di lavoro per altri. «Sono esempi ha concluso Corno - che richiedono
consapevolezza sociale e di prendere
in mano la propria vita».
Ciascuno è «fattore
di cambiamento».
a come trovare
oggi questo filo
rosso? Quali
possibilità ci sono
per essere ugualmente
contenti in un mondo con
meno risorse? Il prof. Corno
ha proposto due esempi di
rivedere i propri modelli, da
una parte a livello sociale,
dall’altra a livello personale
e di famiglia. Il primo sono
le città di transizione, che
hanno origine in Irlanda e
Inghilterra nel 2006. In esse,
i cittadini prendono atto
che le risorse sono scarse
e che, laddove ci sono,
possono essere messe a
diposizione anche di altri;
sono incoraggiati a ricercare
metodi per ridurre l’utilizzo
di energia e a incrementare
la propria autonomia a tutti i
livelli.
Sabato,5 febbraio 2011 31
da un’idea di don Gianni
Fazzini, parroco della Diocesi
di Venezia, incaricato dal
patriarca Scola dal 2002 della
“Pastorale degli Stili di Vita”.
Il concetto di fondo è che,
guadagnando di meno, si
guadagna in qualità della vita
e ci si riappropria del tempo:
le famiglie sono invitate a
esaminare criticamente le
voci di bilancio, le entrate e
le uscite, i costi e le spese, per
decidere dove effettuare dei
risparmi. Con questo sistema,
Dunque, everyone is a change maker,
ciascuno è fattore di cambiamento
e, come ha sottolineato il direttore
del corso monsignor Angelo
Riva, si tratta di scegliere in base
ai propri talenti: chi possiede
alta propensione per il rischio e
l’innovazione, sarà anche disponibile
a fare scelte di spostamento e di
delocalizzazione, ma neppure chi
non ha qualità del genere rimane
fuori dal cambiamento, se sceglie
di mettersi in rete e di destinare
quote di relazionalità sociale: «Non
ci sono forse già luoghi dove si
attua il mettersi in rete, destinando
quote di relazionalità come nelle
parrocchie e nel variegato mondo
dell’associazionismo? La realtà
odierna è complessa, non riducibile a
poche ricette, e ci dà l’input ad essere
fattori di cambiamento, inventando
con creatività, con alta propensione
al rischio e all’innovazione, o anche
vivendo la propria quotidianità
professionale, lavorativa, scolastica.
Non credo che in questo modo tutto
resti come prima, o tristemente votato
al fallimento».
Sondrio Cronaca
32 Sabato, 5 febbraio 2011
Notizie flash
■ Provincia
oratori in festa. Domenica 30 gennaio a Sondrio.
Situazione di crisi
a Palazzo Muzio
Un fulmine a ciel sereno. Non ci sono
altre parole per descrivere quanto è
accaduto a Palazzo Muzio, a Sondrio,
la scorsa settimana: al decimo punto
dell’ordine del giorno del consiglio
provinciale c’era la votazione di sfiducia
per il presidente dell’assemblea,
Patrizio Del Nero. Sfiducia proposta
dalla minoranza di centro-sinistra per
una serie di atteggiamenti definiti
contraddittori rispetto alle decisioni
assunte dallo stesso Ente Provincia ma
in generale per l’atteggiamento di Del
Nero nei confronti delle minoranze.
La settimana si era aperta con una
riunione fra Pdl e Lega – che ha la
maggioranza a Palazzo Muzio, così
come il presidente della Provincia
(Massimo Sertori) è esponente di primo
piano del Carroccio. Nell’incontro si era
stabilito un accordo per salvaguardare
Del Nero, eletto nelle fila del Pdl.
Nel corso della votazione, invece, la
mozione di sfiducia è stata approvata
con 13 favorevoli e 11 contrari: sono
quattro i consiglieri di maggioranza che
hanno deciso di togliere l’incarico al
presidente dell’assemblea provinciale.
La seduta è stata sospesa: il Pdl ha
ritirato i suoi quattro assessori in
Giunta, aprendo formalmente la crisi sia
in Provincia, sia nell’alleanza di centrodestra, che, in provincia di Sondrio,
negli ultimi anni, non ha mai goduto di
ottima salute, con lo scontro interno,
nel comune capoluogo, che portò alle
dimissioni il sindaco Bianchini. Anche
nel corso delle ultime amministrative,
proprio per la Provincia, gli accordi
furono piuttosto complessi. Ora la
situazione resta in sospeso, con
reciproche accuse di tradimento. Poiché
la votazione era a scrutinio segreto
sarà molto difficile individuare i franchi
tiratori responsabili della sfiducia. Nel
momento in cui andiamo in stampa la
situazione non si è ancora chiarita. Il
Pdl chiede di annullare la sfiducia e di
reintegrare Del Nero. La Lega assicura
la sua lealtà ai patti. I prossimi giorni
saranno decisivi.
T
anto grande e importante nella
Chiesa è la figura di san Giovanni
Bosco, «padre, maestro ed amico dei
giovani», che ogni anno molte parrocchie
vivono particolari momenti di festa per
ricordarlo. A Sondrio, per gli oratori
della città, è tradizione vivere l’ultima
domenica di gennaio nel ricordo del
grande santo e così è stato anche la scorsa
settimana negli oratori di San Rocco,
affidato proprio alla cura salesiana, e della
parrocchia Beata Vergine del Rosario,
dedicato ad un padre della gioventù
sondriese, don Giovanni Maccani.
Le feste, in entrambi i centri, sono
cominciate con la celebrazione della
Messa alle ore 10.00, cui hanno preso
parte, in numero maggiore rispetto
alle altre domeniche, bambini e
ragazzi accompagnati da catechisti e
animatori.«Potremmo pensare che una
persona dell’Ottocento sia antiquata –
ha detto nell’omelia don Claudio Monti
–, ma per i santi non è così. Noi oggi
vogliamo ringraziare il Signore per averci
donato san Giovanni Bosco e pregarlo
per tutti i giovani del mondo. Vogliamo
pregare perché crescendo possano vivere
in pienezza la loro esistenza».
Don Claudio ha poi sottolineato la
coincidenza che ha portato a celebrare
la festa di don Bosco in una domenica in
cui le letture della Messa hanno proposto
il brano evangelico delle beatitudini.
«Gesù proclama “beati” delle categorie
di persone che a noi non sembrano
tanto felici – ha aggiunto il sacerdote –.
Dio ragiona in modo diverso da come
San Giovanni Bosco,
padre, maestro, amico
solitamente agisce l’uomo. Dio prende
quello che è nella vita per trasformarlo
in strumento di salvezza. Così noi
siamo chiamati a vivere in pienezza i
valori delle beatitudini nella nostra vita,
anche se chi si impegna in questo non
trova molto consenso nella realtà in
cui vive. Il mondo, infatti, va in un’altra
direzione. Basta guardare la televisione
e i programmi che ogni giorno seguono
anche i bambini». Rivolgendosi proprio
a loro, don Claudio ha proseguito
la sua riflessione: «Essere cristiani è
difficile e comporta un impegno grande.
Ricordando san Giovanni Bosco troviamo
però una persona che ha vissuto secondo
le beatitudini e ci ha mostrato che è
bello seguire lo stile di Gesù. Chiediamo
al Signore che non venga mai meno
la sfida educativa – ha concluso il
sacerdote – coi valori che il Vangelo ci
propone. In questo cammino ci aiuti
e ci protegga don Bosco». Al termine
della celebrazione, oltre 120 iscritti si
sono radunati in oratorio per il pranzo
preparato dai volontari dell’Associazione
Centro Giovanile Don Giovanni Maccani.
Proprio la giornata di festa è stata anche
l’occasione, per molti dei presenti, di
rinnovare l’adesione all’Associazione che
sostiene le attività dell’oratorio, aderendo
alla fitta rete di circoli dell’Associazione
Noi attiva a livello diocesano e nazionale.
Nel pomeriggio, gli animatori hanno
guidato i più piccoli ad un percorso di
giochi a stand tra l’oratorio e le aule di
catechismo, prima di concludere la festa
con la merenda assieme ai genitori.
Giornata simile anche all’oratorio San
Rocco, dove la festa per i salesiani era già
cominciata sabato sera, con il Nutellaparty organizzato per i ragazzi delle
medie. Ieri invece, dopo la celebrazioni
eucaristica presieduta dal direttore
dell’oratorio, don Stefano D’Aprile, è stata
proposta una grande caccia al tesoro in
cui i partecipanti sono stati organizzati
secondo le fasce d’età e hanno lavorato
sul tema «Conosci don Bosco?». Dopo il
pranzo comunitario sono ripresi i giochi
guidati dagli animatori. Quindi, alle ore
16.00, sempre in oratorio, è stato messo
in scena un piccolo spettacolo sul santo,
scaturito dai testi “scoperti” durante
la caccia al tesoro. Il pomeriggio si è
concluso con la merenda insieme.
ALBERTO GIANOLI
Associazione “Siro Mauro”. Come sostenere esperienze di lutto nell’età evolutiva
L’
associazione “Siro Mauro
per le cure palliative in
provincia di Sondrio” propone
un “Corso di Formazione
per insegnanti, operatori, sacerdoti e
adulti” sul tema “Sostenere il lutto in
età evolutiva” che si svolgerà nei mesi
di febbraio, marzo e aprile presso
la Sala Vanoni del Bim, in Lungo
Mallero Diaz 18 a Sondrio. Il progetto
è stato finanziato con il contributo della
Regione Lombardia. Il corso è finalizzato
a far crescere conoscenze e competenze
in adulti che possono trovarsi a gestire
un lutto vissuto da bambini e ragazzi per
la perdita di un proprio caro o compagno
o amico. Gli incontri approfondiranno il
significato del lutto durante la crescita in
relazione alla fase evolutiva e i possibili
ruoli di aiuto alla sua elaborazione da
parte degli adulti nei diversi contesti di
vita (famiglia, gruppo, classe).
Gli incontri si svolgeranno
sempre il mercoledì, a cadenza
quindicinale, dalle ore 14.30 alle
ore 17.30. Docenti saranno Stefano
Gastaldi Stefano e Davide Comazzi
dell’associazione “Minotauro” di
Milano, mentre la tutor del corso è
Katri Mingardi, dell’associazione
“Siro Mauro”. È necessaria l’iscrizione
- la partecipazione è gratuita. Info e
iscrizioni: associazione “Siro Mauro”,
telefono 345-4179639, siromauro@
virgilio.it, www.siromauro.it; Katri
Mingardi, telefono 345-7975723; Centro
Servizi Volontariato, telefono 0342200058, [email protected]. Qui di
seguito calendario e argomenti.
Sondrio: corso
di formazione
Mercoledì 9 marzo: “La morte in
età evolutiva: contenuti teorici e
presentazione di casi”. Discussione e
confronto di gruppo. Approfondimento
delle caratteristiche delle fasi evolutive
dell’infanzia e adolescenza (6-18 anni)
utili a comprendere i vissuti, le reazioni,i
comportamenti, le risorse connesse ad
esperienze di morte di propri congiunti
o amici, con particolare attenzione
alla morte traumatica e in relazioni ai
contesti di vita.
Mercoledì 23 marzo: “Accompagnare
e supportare l’elaborazione del lutto:
cosa è possibile e utile fare? I parte”.
Presentazione di casi e situazioni di
lutto che verranno portate dal formatore
o dai partecipanti al fine di sviluppare
competenze volte a supportare ed
accompagnare ragazzi e adolescenti
nell’esperienza di malattia grave e/o
perdita di un congiunto o amico.
Si rivolge a insegnanti,
sacerdoti, persone adulte,
educatori che possano
trovarsi ad aiutare i ragazzi
a gestire un fatto luttuoso
in famiglia o nelle amicizie
Mercoledì 23 febbraio: “Conoscenza del
gruppo dei partecipanti e ricognizione
aspettative, esperienze e bisogni”.
Contributo teorico sul tema “La
morte oggi: cambiamenti sociologici e
culturali”. Approfondimento di alcuni
aspetti sociali e culturali in merito alla
concezione della morte e del morire
oggi. Particolare attenzione verrà posta
ai modelli educativi e alle pratiche
familiari nell’affrontare e trattare queste
esperienze.
Mercoledì 6 aprile: “Accompagnare
e supportare l’elaborazione del lutto:
cosa è possibile e utile fare? II parte”.
Presentazione di casi e situazioni di
lutto che verranno portate dal formatore
o dai partecipanti al fine di sviluppare
competenze volte a supportare ed
accompagnare ragazzi e adolescenti
nell’esperienza di malattia grave e/o
perdita di un congiunto o amico.
Mercoledì 13 aprile: analisi e
precisazione delle possibilità di
intervento discusse nei precedenti
incontri e valutazione del percorso.
Sondrio Cronaca
■ Presentato il libro dedicato al don Bosco valtellinese
Don Borghino, dono di Dio a Sondrio
È
stato presentato lo scorso venerdì 28 gennaio, nella sala polifunzionale San Rocco, il libro edito dalla Famiglia Salesiana di Sondrio,
«Don Luigi Borghino – A 50 anni dalla morte». Curato da don Vittorio Chiari, il volumetto ricorda la
figura del sacerdote salesiano don Luigi Borghino,
che a Sondrio è ancora oggi da molti ricordato con
affetto. Don Egidio Viganò lo definì «una visita di
Dio alla città di Sondrio». La pubblicazione giunge
in occasione del cinquantesimo anniversario della
scomparsa del sacerdote, avvenuta il 25 gennaio
1961. Per presentare il libro, lo scorso venerdì sono
intervenuti don Agostino Sosio e don Francesco
Viganò, in una serata voluta per rendere omaggio,
ma anche per far scoprire, soprattutto ai più giovani, la luminosa figura sacerdotale di don Borghino, conosciuto da molti come il «Don Bosco
di Valtellina». I suoi tanti figli spirituali ancora lo
ricordano perché – scrive don Vittorio Chiari – «I
santi, anche quelli non da altare, non hanno tempo, non invecchiano mai! Scriviamo di lui perché
videoclip per
giovani talenti
abbia a sopravvivere nel nostro cuore, e in quello
dei giovani, la memoria di un salesiano che è stato in Valtellina testimone delle grandezze invisibili di Dio». Quella di don Borghino è una santità educativa, propria di chi sa stare con i ragazzi,
mostrando loro i grandi ideali che danno senso
all’esistenza di una persona e di una generazione.
Il tutto senza paroloni, ma attraverso discorsi semplici che arrivavano dritti al cuore. Il libro è stato
scritto grazie alle memorie degli ex ragazzi di don
Borghino all’oratorio e di quelli del collegio salesiano. Don Chiaro nel realizzarlo ha poi attinto ai
«Fioretti» di don Angelo Viganò, alla biografia «Il
Don Bosco della Valtellina» di don Vasco Tassinari
e dall’Omelia sul sacerdozio, una delle più belle
di don Egidio Viganò, da cui emerge un mirabile ritratto di don Borghino. Il volume è corredato
da diverse fotografie, nelle quali molti sondriesi
potranno riconoscersi, e riporta in copertina la
famosa tettoia di San Rocco dove per anni don
Borghino ha vissuto l’oratorio.
In previsione del Festival Internazionale di
“Cortometraggi Young Frames”, in programma
all’auditorium del Policampus di Sondrio nella
settimana dal 2 al 7 maggio, i servizi integrati
per i giovani Policampus e Informagiovani
gestiti dal Consorzio Sol.Co. Sondrio e il
Comune di Sondrio stanno promuovendo
una nuova iniziativa dedicata ai giovani
residenti nella provincia di Sondrio per
offrire occasioni di aggregazione, visibilità e
promozione della propria fantasia e creatività.
“Mettiti in video” è un’opportunità concreta
● L’incontro si è svolto
● Tre i momenti condivisi:
presso l’oratorio di Poggi
la Messa, la cena
Piano il 29 gennaio
insieme, le relazioni
I
per promuovere, tramite la realizzazione di
un videoclip, il proprio talento. Possono
partecipare i giovani tra i 16 e i 35 anni che
si presentano singolarmente, in gruppo o che
sono una band musicale; l’iniziativa è aperta
anche ad associazioni giovanili e cooperative
sociali. Info: telefono 0342/526.252 (orario
9.00-12.00) progetti-integrati@comune.
sondrio.it; Policampus e Informagiovani
Sondrio, telefono 0342/200761 o 518239
(orario 14.00-19.00), [email protected] www.policampus.it.
● Interessanti le
testimonianze dal
Brasile e dall’Africa
A Poggiridenti una serata
missionaria molto bella
l gruppo missionario «Carmen con
noi» di Poggiridenti, attivo già da una
ventina d’anni, sabato 29 gennaio
ha promosso una serata, divisa in tre
momenti distinti, ma anche ben connessi
fra loro, che sono stati: la celebrazione
della Santa Messa, una cena conviviale e
la presentazione delle attività missionarie
seguite direttamente dall’associazione. Le
persone che gremivano l’ampio salone del
centro educativo di Poggi Piano hanno
potuto ascoltare quattro giovani del
gruppo: Manuel, Stefano, Chiara e Lucia,
che hanno raccontato la loro esperienza
di un mese passato in un asilo del Brasile.
Che cosa hanno fatto? Il loro viaggio
non ha avuto un carattere tecnico, come
quelli che svolge (ad esempio) il mitico
Tobia, che raccoglie grandi quantità di
materiale elettrico, meccanico e di altro
tipo e poi si reca in missione a montarlo e
ad insegnarne l’uso agli abitanti. I quattro
ragazzi hanno soggiornato in un asilo
di São Luis Maragnão, hanno compiuto
alcuni lavori di sistemazione e poi hanno
semplicemente affiancato il personale
nel seguire i bambini. L’asilo si trova in
una zona molto povera, dove spesso
le famiglie si disgregano e i bambini
vengono lasciati soli. Alcuni li mandano
a quella scuola per garantire loro almeno
un pasto al giorno. «Per questo c’è nei
piccoli tanta carenza d’affetto - hanno
affermato i ragazzi -. Non è necessario
fare grandi cose: è importante anche
solo stare con loro, seguirli, prenderli
in braccio… È importante fare le cose
con il cuore, perché l’amore è come una
bomba atomica, capace di cambiare
le persone, di farle sentire vicine, di
aiutarle a difendere la propria dignità…
Naturalmente la nostra missione non
è finita con il rientro: noi vogliamo
continuare a fare da ponte tra la nostra
comunità e quella società povera che
abbiamo conosciuto».
I padri cappuccini Renato Brenz Verca
(di origini valtellinesi) ed Enzo Canozzi
hanno invece presentato le attività
che vengono svolte nelle loro missioni
della Repubblica Centrafricana. Qui è
la diffusione dell’Aids a fare strage (è
colpito circa il 25 % della popolazione).
Per questo, molti bambini rimangono
orfani e devono essere accuditi dai nonni
o dai parenti più vicini. Padre Enzo, che
vive con loro da oltre 35 anni, è stato un
vero vulcano di iniziative. Ha già creato
Presentata
la nuova
squadra
dirigente
dell’Aovv
una ventina di scuole, e ha trovato il
tempo per scrivere anche libri di poesie,
che hanno ottenuto notevole successo.
Ha illustrato un nuovo progetto che
gli sta a cuore, parlando con vivacità e
immediatezza. «Prima ci siamo occupati
delle bambine, la parte più debole della
popolazione - ha affermato -, creando
il Centro di Promozione femminile di
Ngaundaye, che accoglie circa 600 ospiti,
per la metà orfane. Però non si può
lasciare i maschietti sulla strada ed è
perciò nata l’idea di costruire un centro
anche per i bambini orfani o poveri,
che ora sono ospitati in locali scolastici
d’emergenza… Tutti frequentano la
scuola e ricevono almeno un pasto
al giorno, poi alla sera tornano alle
loro case… I più grandi frequentano
un laboratorio di falegnameria… È
importante che la diffusione della fede si
accompagni sempre con la promozione
sociale e con la difesa della dignità
umana». Il nuovo centro è già stato
iniziato, avrà sette aule scolastiche e
cinque laboratori per l’apprendimento di
un mestiere, ma richiede ancora molto
lavoro per poter entrare in funzione.
C.R.
Presentati i nuovi volti che
comporranno la Direzione Strategica
dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina
e Valchiavenna per il prossimo
quinquennio. Beatrice Stasi e Stefano
Taborelli, saranno rispettivamente
direttore amministrativo e direttore
sanitario. Il direttore generale Luigi
Gianola, nel presentare i nuovi arrivati
a inizio settimana, ha rivolto un
ringraziamento ai loro predecessori
Maria Cristina Manca e Francesco
Pavese. Maria Beatrice Stasi, nuovo
direttore amministrativo, è un volto
giovane che con entusiasmo ha accolto
l’invito a raggiungere la sede di via
Stelvio. Il suo è un curriculum di
elevato valore professionale. Dall’Usl
di Merate a quella di Lecco fino
all’Asl di Milano, dove ha ricoperto
il ruolo di direttore del Controllo di
gestione. Stefano Taborelli è invece il
nuovo direttore sanitario. Originario
della provincia di Varese, è al primo
Sabato, 5 febbraio 2011
33
Notizie flash
■ Economia
In un anno tagliati
1500 posti di lavoro
Millecinquecento posti di lavoro in
meno. I dati elaborati dal Servizio
formazione, lavoro e politiche sociali
della provincia di Sondrio mettono in
evidenza come a soffrire maggiormente
siano i lavoratori a tempo determinato:
la crisi economica, nel 2010, ha
cancellato un migliaio di contratti a
termine, quelli che è più facile escludere
dai processi produttivi in caso di
difficoltà o calo delle commesse. Alle
cessazioni di contratto vanno aggiunti
oltre trecento posti saltati per la
chiusura di imprese, una cinquantina
di licenziamenti collettivi e oltre 200
individuali, più i pensionamenti senza
“turn over”: ovvero il lavoratore ha
lasciato l’azienda ma nessuno lo ha
sostituito. «Non si assume e non si
investe – è il commento del segretario
della Cgil di Sondrio, Giocondo Cerri –.
Le imprese della provincia si trovano in
una fase di immobilismo, ma si tratta
di un problema comune a moltissime
realtà produttive italiane. Bisogna essere
consapevoli che se non interverranno
cambiamenti ci saranno effetti
devastanti sull’occupazione e sulle
possibilità di ripresa». I rappresentanti
dei lavoratori chiedono alle istituzioni
azioni mirate per rilanciare l’economia,
perché la situazione potrebbe peggiorare
ulteriormente considerato il calo
produttivo delle imprese del territorio,
nel 2010, valutato fra il 20 e il 25%.
La coda della crisi potrebbe causare
ulteriori problemi occupazionali.
■ Sondrio
Possono riprendere
i lavori al Teatro Pedretti
Dopo uno stop forzato, causato dal
ricorso al Tar di alcune ditte che
avevano partecipato alla gara di appalto,
riprendono i lavori presso il cantiere
del Teatro Pedretti di Sondrio, fermi
dallo scorso 23 dicembre. Il tribunale
amministrativo affronterà la discussione
sul ricorso a fine giugno, nel frattempo
i lavori possono ripartire. A comunicarlo
l’assessore ai lavori pubblici del comune
capoluogo Michele Iannotti. «Di fatto
è come se si fossero perse soltanto
due settimane – ha aggiunto – visto
che la chiusura del cantiere è venuta
a coincidere con le vacanze natalizie
e il fermo obbligatorio nel periodo
invernale». Si tratta di una seconda
richiesta di sospensiva avanzata rispetto
ai lavori in corso: una prima, presentata
a marzo 2010, era stata subito rigettata
dal Tar. «Le imprese fanno giustamente
ricorso a un proprio diritto – riprende
Iannotti – ma considerate le decisioni
del Tribunale ci sembra che in alcuni
casi ci sia un po’ troppo accanimento.
Si rischia l’aumento dei costi e,
soprattutto, l’allungamento dei tempi di
consegna. Il nostro obiettivo è restituire
ai sondriesi il proprio teatro a fine
2011». Il nuovo Teatro Sociale, secondo
il progetto elaborato, all’interno avrà le
sembianze della cassa armonica di uno
strumento musicale, sarà completato da
arredi e infrastrutture ad alta tecnologia
per aumentare gli spazi da dedicare
al pubblico o agli allestimenti scenici
a seconda delle necessità. è previsto
anche il rifacimento dei camerini.
incarico dirigenziale, forte della sua
esperienza nel campo della medicina
del lavoro. Il direttore generale Gianola
si è soffermato sulle modalità con
cui la nuova dirigenza affronterà gli
impegni che la attendono. Colloquiare
con le rappresentanze locali, per
poter cogliere in maniera diretta
le aspettative della gente. Centrale
l’intesa tra gli operatori dell’Aovv,
portatori delle esigenze sanitarie,
tecniche ed amministrative.
Spettacoli
34 Sabato, 5 febbraio 2011
✎ il telecomando |
Scelti per voi
“Amore in città”
Cesare Zavattini aveva teorizzato
il “pedinamento della realtà”,
ovvero rappresentare le vicende
quotidiane di persone comuni,
senza preoccuparsi della forma
narrativa, ma preservando
l’autenticità del materiale.
Una specie di cinema verità,
insomma. Il film Amore in
città (1953) ebbe il merito di anticipare un certo tipo di inchiesta
televisiva. E’ strutturato in sei episodi affidati a vari registi dallo
stile molto diverso, legati tra loro da vignette di breve durata.
Tutti ruotano intorno allo stesso tema, quello dell’amore. “L’idea
del film era questa -ricorda Lattuada - si erano convocati alcuni
registi, su iniziativa di Zavattini, e si era detto: se volete fare un
pezzo di film, senza nessuna restrizione, con un bravo operatore
come Di Venanzo, la pellicola e pochi soldi, siete liberi di fare
anche il volo di una mosca. Senza essere pagati. E noi ci siamo
dichiarati tutti d’accordo, e ognuno ha fatto quello che voleva.
Risi ha fatto la balera, Antonioni i suicidi, Fellini l’agenzia
matrimoniale...tutti pezzi veramente bellissimi. Gratis, come
prezzo della libertà”. Un film da vedere , o rivedere, per chi ama la
sottile nostalgia del passato.
Sabato 5 febbraio 8.20 Rai Tre
DANIELA GIUNCO
Domenica 6. Frontiere dello
spirito. C5, 8,50. Libertà religiosa.
Odissea, It1,14,15. Film tv dal
grande libro di Omero. Sugarland
express, R4, 16,30. Ottimo film di
Spielberg, spaccato di un’America
per noi un po’ assurda. Merylin
Monroe e A. Magnani, Rai Storia
21,00. Biografie di due star. Effetto
notte, Tv2000, 21,30. Rubrica
di cinema. Presa diretta, Rai3,
21,30. Inchiesta sulla spazzatura
in Campania. Speciale Tg1, Rai1,
23,35.
Lunedì 31. Cocoon il ritorno, R4,
16,35. Film fantastico gradevole.
La resistenza e la liberazione, Rai
Storia 21,00. Doc. L’infedele, La7,
21,10. Attualità con Gad Lerner.
Il trasformista, Rai3, 21,05. Film
commedia ironico sul mondo
della politica con L. Barbareschi.
Correva l’anno, Rai3, 23,15. Tina
Anselmi e Nilde Iotti due donne in
politica.
Martedì 7. Braveheart- cuore
di Tiziano Raffaini
impavido, R4, 21,10. Ottimo film
di e con M. Gibson sulla lotta
di liberazione degli scozzesi dal
dominio inglese. Il vento che
accarezza l’erba, Rai5, 21,05.
Lotta contro il dominio inglese
sull’Irlanda. Il favoloso mondo di
Amelie, La7, 21,10. Film originale
fantastico. Piaggio e Laterza, Rai
storia,21,00. Biografia di due
industriali della moto il primo e
dell’editoria il secondo.
Mercoledì 8. Viaggio al centro
della terra, Rai1, 21,10. Buon
remake, godibile. Paperissima,
C5, 21,10. Il meglio. Orgoglio
e pregiudizio, R4, 21,10. Dal
romanzo di J. Austen una
romantica storia al femminile.
Match Point, Iris, 21,00. Un W.
Allen al meglio, film drammatico
con un forte contenuto morale.
Per un pubblico adulto.
Giovedì 9. Scandalo al sole, R4,
16,15. Film d’altri tempi. Una
romantica storia d’amore. Cuore
sacro, La5, 21,10. Film di Ozpetek
sul tema della carità. Interessante.
A lunga durata, C5, 21,00. Varietà
con R. Arbore.
Venerdì 10. Le dinastie I Saud,
Rai storia, 21,00. Documentario
per capire il medio oriente.
Zelig, C5, 21,10. Per fare 4 risate.
Babylon A.D., Rai4, 21,10. Film
di Fantascienza di M.Kassovitz.
Spettacolare. Il grande talk,
Tv2000, 21,40. Talk che analizza la
tv. Tv7, Rai1, 23,35. Attualità.
Sabato 11. I 7 fratelli Cervi, Rai3,
8,20. La storia vera di 7 fratelli
eroi della resistenza uccisi dai
tedeschi. Sulla via di Damasco,
Rai2, 10,15. Rubrica religiosa.
Tv Talk, Rai3, 14,50. Talk su
televisioni e affini. L’incredibile
viaggio della tartaruga, Rai3,
21,30. Documentario. Una notte
al museo, It1, 21,10. Commedia
divertente per famiglie. La corrida,
C5, 21,10. Varietà con F. Insinna
degno successore di Corrado.
Riflessioni. Guardando all’influenza delle tecnologie digitali sulle nuove generazioni
L’
attenzione per il mutamento
degli stili di consumo prodotta
dai media elettronici, ed in
particolare dalla televisione,
ha portato ad inquadrare le diverse
generazioni anagrafiche in categorie,
l’ultima delle quali è la “Generazione
digitale” (anche detta Web Generation, o
Net Generation), connotata da una sorta
di naturale predisposizione alle nuove
tecnologie. L’ipotesi in attesa di verifica
empirica nell’ambito dello scenario
mediale che si sta definendo è se la
competenza tecnologica delle generazioni
più giovani stia producendo una vera e
propria frattura culturale, in termini di
domanda e consumo, tra le generazioni,
e in particolare tra i “Digital Natives”
(categoria che comprende la Generazione
Y dei nati dopo il 1980 e la Generazione
Z dei nati in anni più recenti), i “Digital
Adaptives” (i nati dopo il 1964), e i “Digital
Immigrantes” (i “Baby Boomers” nati tra il
1946 e il 1964).
Così scrive, in un passaggio, il Libro
Bianco sulle nuove tecnologie appena
pubblicato dall’Agcom, l’Authority
per le comunicazioni e disponibile
sul suo sito internet (www.agcom.it).
Il rapporto delinea i nuovi scenari del
mondo digitale ed è utile una lettura
in parallelo con il messaggio del Papa
per la prossima Giornata mondiale
delle comunicazioni sociali, intitolato
“Verità, annuncio e autenticità di vita
nell’era digitale”. Le tecnologie cambiano
il rapporto che abbiamo con il mondo
(e che giovani e giovanissimi hanno
La sfida etica
che ci attende
L’avvento delle nuove
tecnologie digitali sembra
aver creato un divario tra
generazioni. Una situazione
che pone nuovi problemi
ma anche opportunità
con il mondo). Soprattutto cambiano la
nostra mente. La sfida etica da affrontare
riguarda la possibilità di confrontarci
sul “bene” che scaturisce da qualcosa
che consideriamo un “male”. La crescita
esponenziale dell’invadenza dei mezzi
di comunicazione può sembrare un
“male”: la bestemmia in tv, i programmi
spazzatura, la mentalità consumista
dilagante, l’idea che esistere voglia dire
apparire e che sia lecito farsi strada senza
qualità culturali o valori, la precarietà dei
rapporti interpersonali che si allacciano
in rete e la scarsa capacità di rapporti
duraturi. Aspetti senz’altro da prendere
in considerazione per un approccio
sensato e critico. Tuttavia dobbiamo
anche riconoscere che la cultura di massa
è stata ed è continuamente capace di
stimolare la nostra mente in modo nuovo.
Ed accresce le capacità intellettive. Gli
studiosi di neuroscienze cognitive e i più
avvertiti critici dei mass media mettono
in evidenza questo aspetto, sottinteso
al concetto di “nativi digitali”. I ragazzi
nati quando Internet già c’era hanno
sviluppato abilità cognitive differenti
da quelle dei loro genitori e diverse da
coloro che li precedono di dieci-quindici
anni. La nostra sensazione generale
è che i media portino a “consumare”
contenuti boccaccieschi o da baraccone.
In realtà la televisione, i videogiochi, il
web, offrono stimoli nuovi, cammini
logici, sfide sul piano dell’intelligenza e
dell’intuizione, capaci di accrescere la
media del quoziente d’intelligenza. La
trama multipla di tante serie televisive e gli
intrecci che presentano erano impensabili
venti o trenta anni fa. Capire e decodificare
da parte dello spettatore di oggi vuol
dire avere abilità cognitive differenti dal
passato. Ovviamente – questa la sfida etica
– si tratta di rendere consapevole questo
tipo di sapere, di discuterlo, di riuscire a
comprenderlo, di integrarlo in una visione
complessa del mondo integrata con dei
valori di riferimento.
FABRIZIO MASTROFINI
commedia
drammatico
commedia
Commedia
teatro
Kill me please
Hereafter
Femmine contro maschi
Immaturi
Al “Lucernetta” di Como
Il Dr. Kruger vuole dare un senso
al suicidio creando una struttura
terapeutica dove darsi la morte sia
considerato un atto consapevole.
Un film di Olias Barco. Con Aurélien
Recoing e Virgile Bramly.
Il film è in programma nella sala
della comunità di Sondrio dal 4 al
7 febbraio.
Un film di Clint Eastwood. Con Matt
Damon, Cécile De France, Joy Mohr,
Bryce Dallas Howard, George McLaren
Le storie parallele di tre persone, un
operaio, una giornalista e uno scolaro,
che hanno conosciuto in qualche modo
la morte.
Il film nelle sale della Comunità.
A Chiavenna dal 5 al 7 febbraio
Tra conferme e qualche new entry, la
seconda puntata della commedia di
Brizzi incentrata sugli eterni contrasti
tra i sessi.
Con Con Claudio Bisio, Nancy Brilli,
Salvatore Ficarra, Valentino Picone,
Francesca Inaudi.
Il film nelle sale della comunità
Menaggio: dal 4 all’8 febbraio.
Nel film di Paolo Genovese, un gruppo
di trentottenni è costretto a rifare
l’esame di maturità tornando indietro
di vent’anni, con qualche ruga di
più e qualche capello di meno. Con
Ambra Angiolini, Raul Bova e Barbara
Bobulova.
Il film è in programma al cinema
Astra di Como il 6, 9 e 10 febbraio.
Sabato 19 febbraio, alle 21, andrà in
scena lo spettacolo “La spartizione
ovvero venga a prendere il caffè da
noi” tratto da un romanzo di Piero
Chiara. Una produzione di “Teatro in
Mostra – Como”. Regia di Marco Filatori
e progetto teatrale di Laura Negretti.
Per prenotazioni 339.2835520 o
347.5754172.
Lettere e Rubriche
PAROLE
PAROLE / 76
Prole
Proletariato
● La famiglia sia rispettata
Prole dal latino “pro”, avanti, e “alere”,
nutrire, alimentare. Significa, quindi,
l’insieme dei figli che vengono messi
al mondo e alimentati per “mandare
avanti”, dare un futuro alla famiglia
(ed alla nazione). I “proletari”, nel
linguaggio sociologico dell’’800, sono
coloro che possono offrire sul mercato
solo le loro braccia e quelle dei loro
figli. I socialisti marxisti incitavano
i “proletari di tutto il mondo” ad
unirsi contro i “padroni” del capitale
● Le comunità cristiane
e sia riconosciuto il suo
insostituibile contributo
per l’intera società
sappiano testimoniare
la presenza di Cristo
accanto ai sofferenti
Sabato, 5 febbraio 2011 35
e fare la rivoluzione. il capitale ed il
lavoro si sarebbero uniti in una sola
classe. Sappiamo come poi è andata a
finire: nel più disumano, concentrato
e classista capitalismo di Stato
(nomenclatura). Oggi gli eredi di quella
utopia hanno rinnegato la “prole” e ne
promuovono subdolamente la estinzione.
Come? Libero amore come “rivoluzione
sessuale”(’68); distruzione della famiglia
e sostituzione con unioni precarie,
anche omosessuali; divorzio sempre
● Lo Spirito Santo ci renda
capaci di incarnare
in ogni situazione
i valori del Vangelo
Apostolato della preghiera
Febbraio 2011
Intenzione generale
La famiglia sia rispettata e sia
riconosciuto il suo insostituibile
contributo per l’intera società.
L
a famiglia cristiana, vivendo la
fiducia e l’obbedienza filiale a
Dio, la fedeltà e l’accoglienza
generosa dei figli, la cura dei
più deboli e la sollecitudine nel
perdonare, diviene un Vangelo vivo,
che tutti possono leggere, un segno
di credibilità forse più persuasivo e
capace di interpellare il mondo di
oggi. […] La convivenza nel focolare
domestico, dimostrando che libertà
e solidarietà si completano, che il
bene di ognuno deve tener conto
del bene degli altri, che le esigenze
della rigorosa giustizia devono essere
aperte alla comprensione e al perdono
a favore di un bene comune, è un
dono per le persone e una fonte di
ispirazione per la convivenza sociale.
(Benedetto XVI, gennaio 2009)
Intenzione missionaria
Le comunità cristiane sappiano
testimoniare la presenza di Cristo
accanto ai sofferenti.
P
roprio perché le persone hanno
ricevuto una straordinaria dignità,
non dovrebbero essere ridotte a
vivere in condizioni politiche, culturali,
economiche e sociali infra-umane.
Questa è la base teologica della lotta
per la difesa della giustizia e della pace
sociale, per la promozione, la liberazione
e lo sviluppo umano integrale di tutte le
persone e di ogni individuo. […] Questo
legame fra evangelizzazione e sviluppo
umano spiega la presenza della Chiesa
nella sfera sociale, nell’arena della vita
pubblica e sociale. Seguendo l’esempio
del suo Signore, essa esercita il suo ruolo
profetico a nome di tutte le persone, in
particolare dei poveri, dei sofferenti,
degli indifesi. Essa diviene la voce di chi
non ha voce, insistendo sul fatto che la
dignità della persona umana dovrebbe
essere sempre al centro dei programmi
locali, nazionali e internazionali.
(Giovanni Paolo II, 2002)
Intenzione dei vescovi
Lo Spirito Santo ci renda capaci di incarnare
in ogni situazione i valori del Vangelo,
accogliendo, custodendo e promuovendo la
vita umana dal concepimento sino alla sua
fine naturale.
L’
educazione è la sfida e il compito
urgente a cui tutti siamo chiamati,
ciascuno secondo il ruolo proprio
e la specifica vocazione. Auspichiamo
e vogliamo impegnarci per educare alla
pienezza della vita, sostenendo e facendo
crescere, a partire dalle nuove generazioni,
una cultura della vita che la accolga e
la custodisca dal concepimento al suo
termine naturale e che la favorisca sempre,
anche quando è debole e bisognosa di
aiuto. […] Quest’azione di sostegno verso la
vita che nasce, per essere davvero feconda,
esige un contesto ecclesiale propizio, come
pure interventi sociali e legislativi mirati.
Occorre diffondere un nuovo umanesimo,
educando ogni persona di buona volontà,
e in particolare le giovani generazioni, a
guardare alla vita come al dono più alto che
Dio ha fatto all’umanità.
(CEI, Messaggio per la
Giornata della Vita, 2011)
❚❚ L’informatore giuridico / 115
più “lampo”, fino a coincidere con le
“unioni di fatto”; aborto senza alcun
limite,con qualsiasi mezzo; infanticidio
di coloro che non sono perfetti, prima e
dopo la nascita (eugenetica tipo quella
nazista); eutanasia per tutti, anche per
i minori. Con la collusione di questa
ideologia e dell’edonismo occidentale
ci avviamo al “suicidio” di interi popoli
(card. Bagnasco). Non è forse questo il
programma di alcune correnti?
ATTILIO SANGIANI
✎ Moderazione
nel comunicare,
buona regola di
convivenza
G
entile Direttore, a proposito del
corsivo “Dedicato a quelli che, per
ridere, devono infangare” condivido
totalmente le sue considerazioni; dove
vogliono arrivare con questo modo di
fare è fin troppo chiaro, sicuramente sono
persone poco responsabili nei confronti della
comunità e verso le nuove generazioni (che
Dio ha affidato ad ognuno di noi).
La moralità, il sano dialogo, il confronto
delle opinioni e la moderazione dovrebbereo
essere le regole della naturale convivenza
tra le persone e, quando le persone che
fanno informazione non sono in grado di
capire certe cose fondamentali, è meglio che
cambino lavoro, perchè chi semina il male o
la zizzania non può pretendere di raccogliere
del bene. Continuiamo a far sentire la nostra
voce anche se apparentemente minoranza
(silenziosa): nel buio anche una piccola luce
ci permette di vedere dove camminiamo.
Grazie per l’attenzione e per le sue
considerazioni.
ALESSANDRO M.
Lettere al direttore
posta V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como
fax
031.3109325
mail
[email protected]
-
a cura di VITTORIO RUSCONI
«Bonus energia»: ecco gli interventi in detrazione
L
a Legge n. 220 del 13.12.2010 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), conosciuta come Legge di stabilità, ha previsto la
proroga della detrazione del 55% (bonus energia) all’art.
1, comma 48.
Richiamando l’articolo pubblicato nel mese di dicembre 2010,
vediamo più specificatamente quali sono gli interventi rientranti nella detrazione prevista dalla legge.
Saranno deducibili tutti i costi sostenuti entro la fine di
quest’anno per la riqualificazione energetica degli edifici; i
tempi, le modalità ed i limiti della detrazione sono quelli già
previsti nella Legge n. 296/2006, con la sola eccezione che la
ripartizione del costo viene prevista non più in cinque rate
annuali, ma in dieci rate.
L’agevolazione consiste nella possibilità di detrarre dall’imposta IRES il 55% dei costi sostenuti relativi ad interventi su edifici, parti di edifici od unità immobiliari esistenti di qualsiasi
categoria catastale, compresi i fabbricati rurali e strumentali,
e le spese possono riguardare immobili posseduti in proprietà o altro diritto reale, o immobili detenuti (locazione, como-
Editrice de Il Settimanale
della Diocesi Soc. Coop. a r.l.
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e amministrazione):
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E-mail Segreteria
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Redazione di Sondrio:
Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio
Telefono e Fax 0342-21.00.43
E-mail [email protected]
Stampa:
A. G. Bellavite S.r.l.
Missaglia (Lc)
Registrazione Tribunale di Como
numero 24/76 del 23.12.1976
Pubblicità:
dato, ecc.).
Gli interventi che danno diritto all’agevolazione sono divisi in quattro tipologie:
1) Gli interventi di riqualificazione energetica.
Si tratta di tutti quegli interventi che consentono di ottenere un indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto
ai valori stabiliti. L’ammontare della detrazione non può
essere superiore ad € 100.000,00.
2) Gli interventi sull’involucro degli edifici.
Rientrano gli interventi volti a migliorare l’isolamento termico degli edifici, riguardanti strutture opache verticali,
finestre comprensive di infissi, delimitanti il volume riscaldato, verso l’esterno e verso vani non riscaldati che
rispettano i requisiti di trasmittanza termica U, espressa
in W/m2K. L’ammontare della detrazione non può essere
superiore ad € 60.000,00.
3) Gli interventi per l’installazione di pannelli solari.
Rientrano le installazioni di pannelli solari, destinati alla
produzione di acqua calda per usi domestici o industria-
Direttore responsabile: Agostino Clerici
La Provincia Essepiemme Pubblicità
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li e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine,
strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e
università. L’ammontare della detrazione non può essere superiore ad € 60.000,00.
4) Gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale.
Si tratta degli interventi di sostituzione, integrale o parziale,
di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati
di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del
sistema di distribuzione.
Sono compresi anche gli interventi effettuati sulla rete di distribuzione, sui sistemi di trattamento dell’acqua, sui dispositivi
di controllo e regolazione, sui sistemi di emissione.
Sono ricompresi anche gli interventi riguardanti la trasformazione di impianti individuali autonomi in impianti di riscaldamento centralizzati, dotati di sistemi di contabilizzazione
del calore e la trasformazione di impianti centralizzati al fine
di rendere possibile la contabilizzazione.
L’ammontare della detrazione non può essere superiore ad €
30.000,00.
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