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della diocesi di como Periodico Settimanale | Poste Italiane S.P.A. | Sped. In Abbonamento Postale | D.L. 353/2003 (Conv. In L. 27/02/2004 N° 46) Art. 1, Comma 1, Dcb Como Anno XXXV - 5 febbraio 2011 - € 1,20 Italia 4 Cultura 5 Como 7 Morbegno 17 Quei registri “fine vita” inutili e illegittimi Dentro il mistero di quella nostra “prima casa”... Pm10: i dati dicono che l’aria migliora Riflessione sull’economia sociale an“tamento” D ichiarazioni ticipate di trat, che non han- l ginecologo SalvatoIsimbiosi re Mancuso svela la madre-figlio all’analisi dei nuD meri emerge una situazione di progressi- l prof. Corno ha mesIportanza so in evidenza l’imdi un nuovo no alcun valore. Editoriale Educare alla pienezza della vita nel grembo materno. vo miglioramento. 31 modo di fare impresa. Egitto. Attesa dopo la “marcia del milione” di Giuseppe Anzani O Giornata per la vita 8 - 9 “Centri di aiuto alla vita” in diocesi: il senso di un servizio Popoli in rivolta Anche il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon esorta i vertici egiziani ad “adottare misure coraggiose rispetto alle richieste delle migliaia di persone che hanno manifestato a favore del cambiamento nel Paese”. Nella speranza che la “rivoluzione” popolare non venga tradita dal fondamentalismo, come già accaduto in Iran. Intanto tutto il Medio Oriente è in ebollizione. 3e6 “Dalle sue piaghe siete stati guariti” Chiesa locale 10 La diocesi pellegrina a Roma per papa Wojtyla (1 Pt 2, 24) 12 Como 18 Nostra intervista a padre Giuseppe Turati Valli Varesine 28 Una mostra dedicata a S. Gianna Beretta Molla Sondrio 32 Oratori in festa nel segno di san Giovanni Bosco AVVISO SACRO ggi è la Giornata per la Vita. Si celebra ogni anno in tutta Italia, accompagnata da un messaggio dei Vescovi, dedicato quest’anno a “educare alla pienezza della vita”. Può sembrare strano che un tema così semplice e comune come la vita diventi qualcosa di straordinario e problematico, fino a farci pensosi. La vita è il più grande dono che è stato fatto a ciascuno, una specie di miracolo, è la nostra presenza dentro la storia dell’essere e la sua bellezza.Amare la vita, accoglierla, custodirla in ogni stadio della sua parabola, dal concepimento al suo termine naturale, è riconoscere e partecipare a questa bellezza della storia dell’essere. Ogni volta che la vita è respinta o uccisa, violata o disprezzata, l’umanesimo si corrompe e degrada, perde sapienza, avvizzisce e si spegne. Ogni giorno le cronache ci mettono sotto gli occhi episodi e costumi di rifiuto e disprezzo per la vita. Non senza ragione, dunque, il messaggio della Vita dice “educare alla pienezza della vita”; educare significa far crescere negli uomini la consapevolezza del valore e del senso della vita; “pienezza” della vita significa comprendere che il dono fatto all’uomo vivente non è solo qualcosa di biologico, ma è qualcosa di divino, impronta del suo amore. Le nostre singole vite hanno momenti di fragilità e di rischio, ma l’intreccio del reciproco amore le conforta e le salva, mentre l’indifferenza le uccide. Il sostegno concreto alla maternità difficile aiuta l’accoglienza della vita nascente contro le tentazioni abortive; la cura e la sollecitudine verso chi è debole, vecchio, malato, è vita che soccorre la vita. E’ questa, del resto, l’immagine più vera dell’autentico profilo umano, quello delle moltissime persone che vivono con semplicità e fedeltà questo servizio fatto di amore e di gioia, pur quando chiede sacrificio. L’odierna Giornata per la Vita è occasione di accettare e promettere amore. Con l’occhio teso per prima cosa alle situazioni che più delle altre chiedono aiuto perché la vita è minacciata; col cuore aperto alla pienezza di senso animata dalla fede e dal vangelo. Nella vicenda quotidiana c’è spazio per tutti per amare la vita, per aiutarci a rimontare le difficoltà rispettive, per educarci a credere e a capire che lo stile della vita sta nel “dono”, accolto e partecipato. Il dono di sé, gli uni per gli altri, che diviene come un comune canto di speranza condivisa. C.E.I. UFFICIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLA SANITÀ 11 febbraio 2011 La Santa Anástasi Venezia, Basilica di San Marco Volta ovest della cupola dell’Ascensione (XII secolo) XIX giornata Mondiale del Malato Idee e opinioni 2 Sabato, 5 febbraio 2011 S ono settimane che i mezzi di informazione sembrano dare prova di discutibile professionalità, di scarso rispetto per i lettori, di faziosità generata da una presunzione ideologica. Tre aspetti che meritano attenzione. Circa la professionalità: potrebbero essere una sana provocazione e una occasione di verifica le parole di Tucidide (siamo nel 420 circa a.C.!): “Per quanto riguarda la mia cronaca dei fatti di guerra mi sono posto il principio di non scrivere mai la prima storia in cui mi imbattessi e di non lasciarmi guidare neppure da impressioni generali; o ero presente personalmente ai fatti che ho narrato o mi sono serviti di testimoni oculari, controllando però con la maggior attenzione possibile quanto mi veniva detto. Neppure così è stato facile scoprire la verità: differenti testimoni davano degli stessi fatti versioni diverse, o perché favorivano l’una o l’altra parte ✎ FUORI DAL CORO | di Arcangelo Bagni La saggezza dello studente: “Mi son stufi e vadu a ca”… o perché non si ricordavano bene”. La prospettiva è chiara: per quanto sia scrupolosa, ogni ricerca non può che restare aperta. E veniamo allo scarso rispetto verso i destinatari. Mi piace, in questa prospettiva, ricordare una pagina di A. Massarenti nella quale egli ricorda un aneddoto della vita del filosofo italiano Francesco Barone. Questi amava ricordare di quando, prima di iniziare l’università, nel 1942, fece per qualche tempo il maestro elementare in un paesino del Piemonte. Alla sua prima lezione, dopo aver parlato per una decina di minuti, un ragazzino si alzò dal banco, sbatté gli zoccoli e si avviò verso la porta dell’aula dicendogli: “Mi son stufì e vadu a ca”. Ebbene, Barone ricordava che la sua gratitudine verso quel ragazzino durò per tutta la vita, e per un motivo molto semplice: gli aveva fatto capire la cosa più importante per chiunque si arroghi il diritto di insegnare qualcosa a qualcun altro. Chiara la lezione impartita dallo studente al docente: “Parla sempre in modo che chi ti ascolta possa capire”. Il tuo interlocutore, cioè, è una persona che ha una sua cultura e i suoi interessi, che meritano tutto il rispetto che esigiamo per la nostra cultura e i nostri interessi. Quel ragazzino (con il quale il filosofo aveva subito dialogato in dialetto) lo aveva vaccinato per sempre contro le caratteristiche tipiche dell’intellettuale. Quali? Quelle che fanno dell’intellettuale (più presunto che reale!) un individuo convinto della propria superiorità e del proprio dirittodovere di indicare agli altri la via giusta da percorrere, secondo una tradizione che va dal refilosofo teorizzato da Platone nella Repubblica fino agli utopisti vagheggiatori otto-novecenteschi che hanno sognato e proposto una società perfetta. Proposte che, guarda caso, riguardavano e riguardano sempre e solo gli altri. Ed eccoci al terzo aspetto: la presunzione ideologica: la convinzione che induce intellettuali e opinionisti a fare propria la teoria, campata per aria, della “verità manifesta”. In base ad essa, questi affermano che la verità è manifesta, è visibile a tutti, solo che lo vogliano. I tanti seguaci di tale teoria sono pronti a ripetere, con noiosa monotonia, che solo per la più depravata malvagità ci si può rifiutare di vedere la verità manifesta e che solo coloro che hanno ragione di temere la verità possono cospirare per sopprimerla. Ma la teoria della ‘verità manifesta’ educa solo fanatici e intolleranti: uomini convinti che tutti coloro che non vedono la verità manifesta devono essere falsi e perversi. Ma sono essi i fanatici e gli intolleranti perché, di solito, la verità non è affatto manifesta, ma va cercata seguendo strade diverse. Di fronte allo scenario di queste settimane, non mi resta che fare mie le sagge parole del piccolo e avveduto studente: “Mi son stufì e vadu a ca”. COLPO D’OCCHIO | di Piero Isola Le intercettazioni e i “certamen”... L La lingua latina gode di a scorsa settimana abbiamo parlato della lingua italiana buona salute, nonostante a proposito delle espressioni la si consideri morta “povera lingua!” e “lingua povera”, e sepolta. Lo dimostra usate non da oggi dai denigratori di professione per descrivere lo tutta una sfilza di gare stato di salute del nostro idioma di traduzione dal latino nazionale. In verità - abbiamo visto -, se non c’è da stare allegri, non c’è ispirate agli autori classici. neppure da stracciarsi le vesti. Solo vada su Google e cerchi “certamen”: in un caso particolare entrambe le espressioni, “povera sì, le gare di traduzione dal latino generalmente riservate lingua!” e “lingua povera”, sono valide e giustificate al agli studenti liceali, e abbia la pazienza di spulciarne la cento per cento: quando si tratta dell’italiano al telefono. sfilza. Vedrà che tante ce ne sono, che in pratica tutti gli Qui, ahinoi, grazie alle intercettazioni, emerge tutta la autori classici latini sono stati “ingaggiati” per dar nome “povertà” dell’italiano parlato dagli italiani e, purtroppo, e lustro ai vari certamen sorti ovunque in Italia. Altri dalle italiane. Sembra quasi che il telefono, oltre a hanno dovuto ripiegare su denominazioni geografiche esserne il rivelatore, sia anche l’istigatore e il complice (Certamen Viterbiense, Syracusanum, Campanum) o di di tale “povertà”, che con parola più acconcia potrebbe altro tipo (c’è anche il Salesianum). Tra i nuovi arrivi, semplicemente dirsi sconcezza. Che fare? Consoliamoci notizia di questi giorni, merita segnalare da Acireale il col latino. Sissignori. Sia perché fortunatamente il telefono Certamen Patristicum, originale per il tema scelto (il è venuto dopo, sia perché, almeno fino ad ora, non si ha brano da tradurre riguarderà l’Apologetica latina) e il notizia di intercettazioni in cui gli intercettati abbiano Certamen Vergilianum Neapolitanum, buon quarto tra comunicato nella lingua di Cicerone. Infine perché, i certamen virgiliani perché Virgilio già ne “sponsorizza” paradossalmente, alla lingua latina non sono applicabili tre, di cui uno a Fucecchio (Firenze) e due nella stessa né l’espressione “lingua povera” né, tanto meno, “povera Campania. Insomma, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, è un lingua!”, nonostante molti la considerino da tempo morta fiorire in Italia di certamen in una gara di emulazione e sepolta. Altro che morta e sepolta! È più viva e arzilla tra licei classici tale da far sorgere il sospetto che gli che mai. Chi non crede in questo stato di buona salute studenti di tali istituti siano più appassionati del latino Aforismi ■ Gómez Dávila Dopo aver screditato le virtù, questo secolo è riuscito a screditare anche i vizi. Le perversioni sono diventate parchi suburbani frequentati in famiglia dalle moltitudini domenicali. Nicolás Gómez Dávila (Cajicá 1913 - Bogotá 1994) Scrittore e aforista colombiano In margine a un testo implicito, Adelphi 2001, pagina 23 I bambini a cui nel maggio scorso ho fatto la Prima Comunione saprebbero dare una risposta a Dante Svarca, già comandante dei Vigili urbani di Ancona, ora in pensione (ha 72 anni). Magari gli farebbero pure un sorriso, intriso di quella “credulità popolare” del cui abuso, da un po’ di tempo in qua, esponenti dell’Uaar, Unione degli atei e agnostici razionalisti, accusano preti e vescovi. Stavolta minacciano il vescovo di Ancona, mons. Menichelli, e ce l’hanno con la transustanziazione. Lo so che la parola non è molto in voga e forse non è più usata al catechismo. Ne hanno timore anche tanti teologi e pastori della Chiesa cattolica: la considerano una dottrina medievale, poco ecumenica e culturalmente inopportuna. Comunque, vi assicuro che, avendo trovato il coraggio di dedicare il ritiro in preparazione alla Messa di Prima Comunione ✎ Corsivo | che della lingua italiana. Mah, valli a capire questi giovani! Tanto viva e arzilla, la lingua latina, da provocare una vivace polemica in ambito politico. La questione, anzi la tenzone, è scoppiata alla Regione Lazio e vede sul campo, nell’insolita veste di paladini del latino, gli esponenti dell’opposizione di centrosinistra, i quali rimproverano la giunta di centrodestra, capeggiata da Renata Polverini, di aver tagliato di quasi la metà il contributo regionale per il Certamen Ciceronianum Arpinas, la prestigiosa gara internazionale di traduzione dal latino, che si svolge dal 1980 ad Arpino, la città dove ebbe i natali Cicerone. Nella foga della polemica, un consigliere del Partito democratico, dopo aver accusato la Regione di voler “tagliare” anche Cicerone, si è tanto immedesimato che ha rivolto alla presidente il celebre attacco della prima orazione ciceroniana contro Catilina: “Quousque tandem abutere, Renata Polverini, patientia nostra?”. Fino a quando, Renata Polverini, abuserai della nostra pazienza? La risposta di Catilina purtroppo non è passata alla storia. di Agostino Clerici Sì, è vero, nell’Eucaristia non avviene alcun fatto magico proprio alla transustanziazione, è stato un successone: i bambini hanno dimostrato di capire questa verità insita nel mistero eucaristico, dimostrando quasi una sintonia di pensiero con quanto propone la fede della Chiesa. Ma che cosa ha da recriminare l’anziano vigile urbano in pensione? Egli sostiene che “l’ostia consacrata non è il corpo di Cristo” e ha diffidato il vescovo di Ancona a dare disposizioni ai sacerdoti della sua diocesi di “astenersi dal presentare ai fedeli l’eucaristia come il miracolo della transustanziazione”. Un secondo fine è quello di contestare che siano stati erogati fondi pubblici in vista del Congresso Eucaristico nazionale previsto proprio ad Ancona nel prossimo settembre. E sentite che cosa scrive lo Svarca: “Ciò appare ancora più ingiustificato qualora venisse accertato, con indagini ordinate da codesto Ufficio, che durante il rito eucaristico non avviene alcun fatto magico e l’ostia consacrata sia in tutto uguale a quella non consacrata e, in particolare, il Dna contenuto nelle due ostie sia sempre quello del grano da cui proviene la farina”. Perbacco, chissà se “codesto Ufficio” meglio chiarire che trattasi della Procura del capoluogo marchigiano, non certo dell’Ufficio liturgico diocesano! - avrà il tempo di dedicarsi a questa indagine, visto che la giustizia italiana è già in grave ritardo su cose oggettivamente più importanti per la collettività. Se possiamo dare un consiglio alla Procura, eviti di spendere danaro pubblico per costose analisi del Dna delle due ostie, prima e dopo la consacrazione: è la stessa dottrina di quei “birbanti” di preti e vescovi ad affermare che, dal punto di vista di una analisi biologica, lì c’è sempre la farina del grano, sia prima che dopo. Inutile dimostrare una cosa già sostenuta dalla “controparte”! Utile invece allo Svarca e a tutta la sezione marchigiana dell’Uaar sarebbe venire a lezione di catechismo dai miei bambini della Prima Comunione, così da imparare bene quello che devono almeno conoscere se vogliono contestarlo. Attualità Sabato, 5 febbraio 2011 3 Quali scenari dopo i giorni della lotta non violenta contro Mubarak? Il pericolo è che la “rivoluzione” popolare venga tradita dal fondamentalismo, come già in Iran. Egitto, ora è tempo di attesa “V ede questi carri armati?” dice una signora anziana al giornalista dell’“Independent”, “hanno le armi puntate sulla folla. Se sparano, Mubarak è finito. Se non sparano, Mubarak è finito”. Questa frase, pronunciata con la malizia e l’entusiasmo di una ragazzina, rappresenta bene la situazione dell’Egitto di questi giorni. Dopo la Tunisia, la consapevolezza che cambiare è possibile si è diffusa in Egitto, dove la gente è scesa in piazza per provocare la fine del regime di Mubarak. In molti Paesi della regione vi è una forte disuguaglianza economica, con la popolazione povera e ingenti ricchezze monopolizzate delle elite. Da molti anni quelle stesse elite controllano il potere: dal 1998 Ben Alì in Tunisia, dal 1981 Mubarak in Egitto, dal 1978 Ali Abdullah Saleh in Yemen, dal 1969 Gheddafi in Libia, solo dal 2000 Bashar alAsad in Siria, succeduto per designazione paterna nel ruolo di “presidente” che Hafiz al-Asad occupava dal 1971. Le manifestazioni di questi giorni, che stanno estendendosi allo Yemen, alla Siria e, in misura minore, all’Algeria, sono del tutto politiche e chiedono consapevolmente un cambiamento. Siamo di fronte all’ennesima lotta di potere che usa le folle per affermarsi? Il rischio esiste, ma rispetto a casi del passato oggi esistono tre differenze. La prima è l’interdipendenza data dalla globalizzazione. In Egitto è impossibile occupare il potere in spregio della democrazia senza conseguenze internazionali, con perdita di credito politico ed economico. La seconda sono i nuovi media gestiti direttamente dalle persone, che diffondono in sulle vie di uscita dalla crisi. Con le manifestazioni l’ex capo della Agenzia Onu per l’energia nucleare, che si è guadagnato la stima internazionale – e il premio Nobel per la pace – per l’indipendenza con cui ha gestito il dossier iraniano, è rientrato nel Paese. È forse l’unica persona oggi in Egitto che, con la sua statura internazionale, possa garantire credibilità nei rapporti internazionali, soprattutto con gli Usa, alleato strategico del Paese. La sua figura non era così nota in casa, ma il suo nome sta diventando popolare, soprattutto dopo la sua partecipazione alle manifestazioni notturne che hanno sfidato il coprifuoco. I prossimi giorni ci diranno se sarà lui a guidare il Paese o se cadremo nel buio dei Fratelli musulmani o di un militare, l’altra forza che non ha ancora fatto una vera scelta di campo. L’ultima considerazione Si è consapevoli che solo un percorso democratico può legittimare un cambiamento. tempo reale le informazioni, aggirando le censure del regime. La terza è il sistema di istituzioni multilaterali regionali. Pur con molti limiti, molti Paesi vittime di colpi di Stato sono stati accompagnati dall’Unione Africana (Ua) negli ultimi anni verso approdi democratici. Simbolicamente proprio il neopresidente della Guinea Conakry, Alpha Condé, ha parlato a nome dell’Ua per raccomandare in Egitto libere elezioni. Si ha l’impressione insomma che sia sempre maggiore la consapevolezza che solo un percorso democratico può legittimare e sostenere un cambiamento. Lo stile non violento delle manifestazioni, che non è degenerato nemmeno di fronte ad un altissimo prezzo pagato in termini di vite umane, sembra confermare questa tendenza. Che ruolo giocano i fondamentalisti? Proprio l’esempio iraniano fa temere che una rivoluzione popolare venga cinicamente cavalcata e tradita. Se i fondamentalisti dovessero affermarsi in Egitto, cambierebbe l’intero equilibrio mediorientale e con esso quello mondiale. In Tunisia, un Paese laico con una condizione della donna particolarmente libera, la componente integralista non è stata al centro delle dinamiche. In questi giorni è rientrato dall’esilio Gannouchi, il leader fondamentalista tunisino, accolto da una grande folla, ma anche da manifestazioni molto partecipate contro l’integralismo, segno di una preoccupazione esistente. In Egitto sono nati i Fratelli musulmani, uno dei movimenti integralisti culturalmente più vivi di tutto il mondo arabo. Mubarak li ha sempre combattuti, guadagnandosi la stima Usa. Oggi hanno assistito alle manifestazioni senza partecipare all’organizzazione. Non hanno un seguito grandissimo nel Paese, ma tutti hanno timore del precedente iraniano, quando Khomeini cavalcò e tradì la rivolta popolare che aveva cacciato lo Scià, e la comunità internazionale è preoccupata. Per ora tengono un profilo basso, riconoscendo El Baradey come interlocutore per trattare col governo. Proprio la figura di El Baradey ci permette una riflessione ❚❚ I 27 ministri degli esteri europei decidono di... non decidere Sapremo presto se sarà El Baradey a guidare il Paese o cadremo nel buio dei Fratelli musulmani. riguarda le reazioni degli occidentali. Netanyahu ha incredibilmente dichiarato il proprio sostegno a Mubarak, superato in democrazia dalle folle del Cairo. Obama ha raccomandato il rispetto dei diritti umani e la non violenza, mettendo in atto una potentissima iniziativa diplomatica di dialogo con l’esercito, i Fratelli musulmani e lo stesso El Baradey. Sarkozy, Merkel e Cameron hanno firmato un documento congiunto che chiede a Mubarak nuove elezioni. In silenzio, per ora, l’Italia. RICCARDO MORO di GIANNI BORSA In un mondo in ebollizione langue la politica europea L o scenario mondiale è in ebollizione: proteste, scontri, attentati, minacce alla pace, ai diritti umani e alla democrazia si riscontrano in ogni angolo del pianeta. Sono problemi sempre presenti nello scacchiere internazionale, ma in questa fase sembrano darsi triste appuntamento. Gli occhi sono puntati su Egitto e Tunisia, ma come dimenticare Iraq e Sudan, America Latina e Medio Oriente, Haiti e Albania, Costa d’Avorio e Sahel? Occorre peraltro riconoscere che questa escalation di violenze colpisce in particolar modo le comunità religiose e, su tutte, quelle cristiane. In questa situazione – che qualunque mente libera da preconcetti può riconoscere – l’annunciato e poi mancato pronunciamento dei 27 ministri degli esteri Ue riuniti a Bruxelles il 31 gennaio deve far riflettere. La riunione prevedeva infatti, all’interno di un fitto ordine del giorno, un dibattito sulla libertà di religione, ma il testo, steso dall’Alto rappresentante per la politica estera, Catherine Ashton, non ha soddisfatto i capi delle diplomazie, prevedendo riferimenti troppo generici all’argomento e omettendo di citare espressamente le violenze subite dalle comunità cristiane in tanti angoli del globo. L’insistenza di alcuni governi per un testo più coraggioso, con la condanna di casi ben indi- viduabili, che prevedesse anche possibili misure politiche contro gli Stati che violano tale libertà, non ha ottenuto il necessario consenso unanime. Così, nel documento finale dell’incontro, composto da 21 pagine (la seduta dei ministri ha dovuto dare la precedenza assoluta al caso-Egitto), l’argomento è liquidato con 2 righe: “Il Consiglio (affari esteri) ha tenuto uno scambio di opinioni sulla libertà di religione e di credo e ha deciso di tornare sul tema in una prossima data”. Sarà la stessa Ashton a preparare un documento circostanziato. In realtà va riconosciuto che, in passato e ancora di recente, le istituzioni Ue hanno levato la voce per denunciare le violenze contro i cristiani nel mondo. Ma se i diritti fondamentali, fra cui s’impone la libertà di credo, vengono negati, ogni occasione va colta allo scopo di custodirli. Per far questo, però, occorre un’azione politica e diplomatica non improvvisata, che sappia convincere di tale necessità tutti i governi dell’Unione: sono questi, infatti, che hanno materialmente affossato il pronunciamento del 31 gennaio, non una generica e indistinta “Europa”. Non meno semplice sarà il cammino verso prese di posizione che riescano a promuovere una reale, concreta tu- tela delle minoranze religiose in Europa e nel resto del mondo. In tal senso il prossimo documento da portare all’approvazione dei 27 ministri degli esteri europei dovrebbe anzitutto tracciare un preciso quadro della situazione delle violenze e delle discriminazioni in atto nel mondo; in secondo luogo dovrebbe prevedere una durissima e non fraintendibile condanna dei Paesi che non tutelano i gruppi religiosi minoritari e la libertà di culto (su questi due punti la recente risoluzione del Parlamento europeo può fare da guida); dovrebbe infine indicare impegni precettivi sul piano politico e diplomatico. Perché tale documento non rimanga carta straccia, dovrà infatti vincolare la stipulazione di accordi commerciali, lo stanziamento di aiuti per la cooperazione, la firma di trattati o il varo di partnership di qualunque tipo, alla piena e assoluta difesa dei diritti umani, fra cui l’imprescindibile libertà religiosa. Certo questo comporterebbe una severa rivisitazione della politica estera (ed economica) non solo dell’Ue nel suo complesso, ma di tutti gli Stati membri. I governi, le opinioni pubbliche, le imprese, i cittadini-consumatori dovrebbero anche coerentemente essere pronti a pagare il “prezzo necessario” per assicurare e promuovere i diritti umani e la libertà di fede nel mondo. Italia 4 Sabato, 5 febbraio 2011 Fisc: Ripristinare i fondi per l’editoria Lo chiedono al Governo le 188 testate che aderiscono alla Federazione dei settimanali cattolici italiani “Ripristinare i fondi per l’editoria, già ampiamente ridimensionati negli ultimi tempi”. È quanto chiedono le 188 testate che aderiscono alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, ai sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, e ai ministri dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, e dello Sviluppo economico, Paolo Romani, in merito ai tagli previsti dal decreto “Milleproroghe”. “Nello stesso giorno in cui è stata pubblicata la Legge di Stabilità che aumenta (comma 58, art. 1) di 100 milioni il Fondo per l’editoria nel 2011 – si legge nella lettera – il Consiglio dei ministri ha varato il decreto ‘Milleproroghe’ che taglia 50 milioni allo stesso Fondo. Al Senato, dove in questi giorni sono in discussione alcune sanatorie al decreto ‘Milleproroghe’, con più emendamenti presentati da diversi gruppi parlamentari di tutti gli schieramenti – ricordano i 188 giornali Fisc – è stato chiesto il ripristino dei 50 milioni decurtati. In questo modo si è aperto uno spiraglio che auspichiamo venga confermato nelle sedi opportune”. La Fisc “confida in un positivo iter parlamentare del decreto ‘Milleproroghe’. Fine vita. I registri comunali per le “Dichiarazioni anticipate di trattamento” Inutili e illegittimi! Sono una settantina i Comuni sinora che hanno deciso di fare da sé, istituendo una singolare disciplina municipale sul “fine vita”. Ma sono in progressivo aumento. S ta prendendo sempre più piede l’iniziativa, da parte di alcuni enti locali, di istituire appositi registri comunali atti a raccogliere le dichiarazioni dei cittadini di testamento biologico (le cosiddette “Dichiarazioni anticipate di trattamento” – “Dat”). Le questioni poste da tali ordini del giorno sono molteplici, specie con riguardo all’incompetenza degli enti territoriali in tale materia (il “fine vita”) e alla sostanziale inutilità di detti registri. Ciò svela la loro reale natura di operazioni per lo più politiche e ideologiche volte a introdurre surrettiziamente nell’ordinamento civile presunti diritti non riconosciuti, una forzatura politica, per “dare un segnale” al Parlamento che sta decidendo in merito. Queste operazioni – nell’assoluta incertezza in ordine alla loro effettiva operatività e legittimità nell’ordinamento giuridico vigente – paiono rappresentare un grave torto fatto agli stessi fruitori del servizio di registrazione che, in buona fede, ritengono di accedervi pensando realmente di presentare valide dichiarazioni testamentarie sulla propria vita, pur difettando degli essenziali elementi richiesti dalla legge. Ecco alcuni elementi di illegittimità e di inutilità di tali registri. Ai sensi dell’art. 13 del Testo Unico Enti Locali (D. Lgs. 267/2000), al Comune spettano le funzioni amministrative (solo amministrative) che riguardano la popolazione e il territorio comunale (c’è quindi vincolo territoriale), precipuamente nei settori organici dei servizi alla persona e alla comunità, dell’assetto e utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico, salvo quanto non sia espressamente attribuito ad altri soggetti dalla legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze. Quelle di registrazione delle Dichiarazioni non sono funzioni amministrative. Queste ultime infatti presuppongono dei criteri normativi di esecuzione. Occorre cioè che sia predisposto un complesso di fini da perseguire in una materia, ed una struttura esecutiva in grado di attuarli; ciò che non è nella fattispecie, ove manca del tutto una normativa minima in grado di indirizzare l’intervento in via di amministrazione. In secondo luogo, non si tratta di funzioni connesse e limitate all’ambito territoriale. Si pensi a quale grado di confusione si potrebbe determinare se ogni Comune decidesse i requisiti e le modalità di formazione e di tenuta di detti registri. Si produrrebbero (altro che disparità) vere e proprie discriminazioni, tra i residenti di un paese e quelli di un altro a distanza di pochi chilometri. Stupisce che certi commentatori, sempre attenti a problemi di discriminazione, qui non ne intravedano alcuno. Non v’è dubbio che i registri debbano procedere attraverso i servizi di stato civile e siano sostanzialmente un servizio collegato. L’art. 117 Cost. assegna alla competenza legislativa esclusiva dello Stato in via generale l’ordinamento civile e specificatamente le materie di stato civile e anagrafe. Ebbene, in questo settore, l’apposita legislazione statale stabilisce che le relative funzioni amministrative sono esercitate dal sindaco, in qualità di Ufficiale di Stato civile. Si tratta cioè “non di funzioni comunali proprie”, bensì delegate dallo Stato. Ora, non possono essere utilizzati servizi di competenza statale se non per le finalità e con le modalità previste da legge statale. Qui si verrebbe invece a realizzare un servizio di stato civile aggiuntivo, indipendentemente da previsioni statali! L’art. 14 del Testo Unico precisa: “Ulteriori funzioni amministrative per servizi di competenza statale possono essere affidate ai Comuni dalla legge che regola anche i relativi rapporti finanziari, assicurando le risorse necessarie”. Vi è, cioè, espressa “riserva di legge”, del tutto disattesa nel caso di specie. Inoltre, un registro di tal fatta pare del tutto inutile giuridicamente. Indipendentemente dalla raccolta di queste Dichiarazioni, esse difficilmente potranno poi essere tenute in considerazione e rispettate dall’ordinamento giuridico, per mancanza degli elementi minimi di correttezza di formazione e di registrazione della volontà, oltreché di privacy. Come minimo, si dovrebbe assicurare un servizio a ciò destinato sempre aperto al pubblico, in quanto ciascuno dovrebbe avere la possibilità di modificare, rettificare, cambiare, stravolgere la propria Dichiarazione in qualunque momento (anche un secondo prima di venire a mancare). Come ci si comporterebbe davanti ad una Dichiarazione rilasciata in Comune, di tenore diverso e opposto rispetto a quella pronunciata chiaramente in altra sede? E davanti ad una dichiarazione che fosse non conforme a quanto prevederà una futura legge? Chi assicura l’autenticità della dichiarazione? È mai possibile che un testatore sia meglio garantito, rispetto ai propri beni, che rispetto alla propria vita? Stefano Spinelli, giurista Degrado morale in Italia. Mons. Giovanni D’Ercole in margine al «caso Ruby» Oltre il lamento indignato, l’eroismo della coerenza C iò che preoccupa di più nel caso Ruby è spesso la reazione della gente che riflette il degrado morale in atto in Italia e la perdita di punti di riferimento per i giovani. è questa la riflessione di mons. Giovanni D’Ercole, Vescovo Ausiliare de L’Aquila e membro della Commissione per la cultura e le comunicazioni sociali della CEI. Nel commentare le tante ricostruzioni e smentite che dominano le prime pagine di tutti i quotidiani, mons. Giovanni D’Ercole afferma che, “a parte la estenuante diatriba politica, che qui meno mi interessa, sono i commenti della gente che mi preoccupano”. Il Vescovo Ausiliare de L’Aquila si dice infatti ancora più preoccupato nel “vedere ‘smarriti’ ragazzi, adolescenti e giovani, con i quali non sai più come impostare un discorso educativo. Mi preoccupano le famiglie che si trovano spiazzate nel loro già difficile compito formativo. Certo, sarebbe ingiusto fermarsi semplicemente alle vicende del premier – ha sottolineato –. Il discorso è ben più vasto ed abbraccia un insieme di situazioni che fanno apparire chiaramente il degrado culturale e morale nel quale ci troviamo, un degrado che qualcuno ritiene come prodromo della caduta della nostra civiltà”. “La perdita del senso morale per cui non sai più cosa sia bene e cosa sia male, perché tutto diventa indifferente ed accettabile, porta con sé la perdita di riferimenti certi – ha poi aggiunto – . Si ritiene la nostra una società libera e invece ci si sente fortemente condizionati. Si finisce per ritener tutto permesso se fattibile e funzionale al guadagno da conseguire senza troppa fatica, come molti modelli pubblicitari fanno credere”. Mons. D’Ercole ha quindi accennato a questo punto ai tanti “miti e paradisi artificiali” i tanti “miraggi di un facile successo e guadagno” che fanno vittime tra i giovani sfociando “in drammi personali con sconfitte umilianti”. “Penso – ha continuato – an- che a quei ragazzi e a quelle ragazze, che si vedono scavalcare da loro coetanei più ‘furbi, solo perché si rifiutano di accettare proposte – diciamo – ‘compiacenti’ cedendo a veri ricatti morali. Il risultato è che loro rimangono a ‘piedi’, mentre gli altri, più furbi o più disinvolti, hanno ‘svoltato’ in cerca di successo e notorietà”. Di fronte a questa vera “emergenza” educativa, il Vescovo propone “una vera ‘rivoluzione’ silenziosa del bene”: “non riusciremo forse a convincere tutti ed anzi molti giovani e adulti finiranno per lasciarsi incantare dalle pericolose sirene di un edonismo consumista che addormenta le coscienze e spegne la capacità critica. Alla deriva del lassismo etico e morale si risponde non con dichiarazioni e lamenti, bensì con l’eroismo della coerenza – ha affermato –. E in questo cristiani e uomini di buona volontà di ogni fede possono stringere una provvidenziale ‘santa’ alleanza”. Europa ❚❚ Chiesta l’apertura di indagini sul primo ministro del Kosovo Sospetti di crimini su Hashim Thaçi L’ Albania è sull’orlo di una crisi interna che non lascia intravvedere sviluppi positivi; in Kosovo si torna a parlare di crimini di guerra ed emerge il nome dell’attuale premier; Croazia e Serbia vorrebbero marciare verso l’Ue, ma l’Europa pretende, e giustamente, piena collaborazione con il tribunale internazionale per l’ex Yugoslavia. E poi c’è il muro anti immigrati in Grecia, la corruzione in Bulgaria, la crisi economica in diversi Stati della regione… I Balcani e il sud est europeo non attraversano di certo un buon momento. L’ultima notizia viene da Strasburgo: l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, riunita dal 24 al 28 gennaio, ha chiesto l’apertura di indagini internazionali “sui crimini commessi l’indomani del conflitto in Kosovo”. Si sospetta, da vari elementi presenti in un rapporto dedicato al caso, che “sarebbero stati prelevati organi su alcuni detenuti in territorio albanese per essere trasportati all’estero per i trapianti”. L’Assemblea ha dunque ordinato “indagini di controllo e verifica sugli indizi che indicavano l’esistenza di centri di detenzione segreti sotto il controllo dell’Esercito di liberazione del Kosovo” (Uck) e sulla “collusione, così spesso denunciata, tra ambienti mafiosi e politici”. Secondo la risoluzione, approvata ad amplissima maggioranza, “gli orrendi crimini commessi dalle forze serbe avevano suscitato una vivissima emozione nel mondo, creando il presupposto che gli uni erano necessariamente considerati come carnefici e gli altri come vittime. La realtà è un po’ diversa e complessa”, secondo l’organismo del CdE. Alla base del voto si colloca un rapporto steso dal senatore svizzero Dick Marty, già noto per aver rivelato l’esistenza delle prigioni segrete della Cia in Europa. Il rapporto di fatto so- stiene che il primo ministro Hashim Thaçi, e vari membri del governo che hanno fatto parte dell’Uck, siano responsabili di traffico d’organi tratti da prigionieri albanesi e serbi. Del caso si è occupata la stampa internazionale: il francese “Le Monde” aveva rilanciato la notizia lo scorso dicembre. Il britannico “The Guardian” ha recentemente scritto: “Secondo fonti delle intelligence militari occidentali, il primo ministro kosovaro Hashim Thaçi sarebbe stato identificato come ‘il pesce più grosso’ della criminalità organizzata del suo Paese. Documenti della Nato indicano che gli Usa e le altre potenze occidentali che sostengono il governo del Kosovo sono a conoscenza da anni dei suoi rapporti con la criminalità organizzata”. La stampa osserva fra l’altro che l’oscura faccenda avrà pesanti ripercussioni sul dialogo tra Serbia e Kosovo e che la missione Eulex si vedrà costretta ad avviare un’inchiesta su Thaçi. Per “far crescere dal basso” l’Europa comunitaria Ruolo importante per lo sviluppo nella solidarietà eutanasia in francia: no del senato Notizie flash ■ Russia Preghiera per le vittime dell’attentato di Mosca La comunità cattolica russa si è ritrovata il 25 gennaio a San Pietroburgo per un momento di preghiera per le vittime dell’attentato del giorno prima all’aeroporto di Domodedovo 2 di Mosca, e per chiedere a Dio “che doni la pace laddove è minacciata”. Ad esprimere a nome dei cattolici “dolore e sconforto” è mons. Paolo Pezzi (nella foto)arcivescovo metropolita della Madre di Dio a Mosca e nuovo presidente della Conferenza episcopale russa. ■ Scuola Abbandono scolastico: uno su sette lascia ■ Salute Demenza senile, priorità sanitaria Nell’Ue si contano circa 270 enti regionali: è necessario che le regioni più arretrate siano aiutate a crescere, mentre quelle più avanzate restino competitive. a politica di coesione territoriale attuata dall’Unione europea “ha prodotto effetti di rilievo sull’economia, riducendo i divari e promuovendo lo sviluppo in campo ambientale e sociale”. Per garantire che i fondi ad essa destinati siano impiegati in modo più produttivo “dobbiamo però rendere tale politica ancora più efficace, facendo sì che produca risultati concreti e misurabili”. Johannes Hahn, commissario responsabile per la politica regionale dell’Ue (nella foto), è certamente un fautore degli interventi attuati dall’Ue27 per “far crescere dal basso” l’Europa comunitaria, secondo i principi della solidarietà e della sussidiarietà. E proprio viata dalla relazione di novembre si chiuin questa direzione si orienta la politica re- de il 31 gennaio 2011. Lo stesso giorno e gionale, che l’Ue ha inscritto nel suo dna il successivo è in programma a Bruxelles (sin dai Trattati di Roma del 1957) e che un Forum europeo della coesione, inteha rafforzato e ammodernato in occasio- so a “discutere – come ha spiegato lo stesne dell’allargamento ai Paesi dell’Est euro- so Hahn – gli orientamenti per la futura peo. Ogni tre anni l’Ue pubblica una “re- politica di coesione”, sui quali l’Esecutivo lazione sulla coesione economica, sociale avanzerà delle proposte legislative la prose territoriale”: l’ultima in ordine di tempo sima estate. Il tutto si inserisce nella più è datata novembre 2010 e intende aprire ampia riflessione sul budget comunitario la strada a una revisione di tale azione co- e sulle prospettive di bilancio per il nuomunitaria, in relazione al mutato contesto vo periodo di programmazione finanziaria economico recessivo, alle nuove sfide sul (2014-2020). In sostanza si tratta di capire piano dei mercati e dell’occupazione, della se gli interventi attuati dall’Ue, in collabodemografia (invecchiamento della popo- razione con gli Stati membri e gli enti relazione, migrazioni…), delle accresciute gionali e locali, stanno facendo crescere competenze Ue e del Trattato di Lisbona. le regioni più arretrate (nell’Ue si contano La fase di consultazione continentale av- circa 270 enti regionali) e aiutando quelle Il Senato francese ha deciso di votare contro le tre proposte di legalizzazione dell’eutanasia in Francia presentate da altrettanti deputati, sia del Governo che dell’opposizione. è così culminato un intenso dibattito nella società francese tra difensori dell’eutanasia, rappresentati soprattutto da JeanLuc Romero, dell’Associazione per il Diritto a Morire con Dignità, e da settori progressisti della sinistra da un lato e associazioni pro-vita, associazioni mediche (lo stesso 5 “Più di sei milioni di giovani, cioè uno su sette nell’Unione europea, dispongono solo del titolo di studio secondario inferiore. Ciò significa che possiedono qualifiche e formazione insufficienti” per il mondo del lavoro. “Questo è anche uno dei principali ostacoli per gli obiettivi fissati dalla strategia Europa 2020 per la crescita intelligente e solidale”. Si tratta di una delle conclusioni cui giunge un rapporto della Commissione Ue sull’istruzione in Europa, che è stato presentato il 31 gennaio a Bruxelles, con un insieme di iniziative volte a ridurre l’abbandono scolastico. i n o i g re L Sabato, 5 febbraio 2011 più avanzate a procedere nel campo della competitività, della “convergenza” e della cooperazione. È evidentemente una prospettiva essenziale su scala europea, se si considera che la politica di coesione assorbe oltre un terzo del bilancio di Bruxelles, pari – per il periodo 2007/2013 – a 350 miliardi di euro. Con questo ramo della politica comunitaria si possono realizzare infrastrutture (strade, porti, aeroporti), tutelare l’ambiente, promuovere il turismo. Oppure finanziare corsi di formazione professionale o promuovere iniziative per l’inserimento sociale e lavorativo dei disabili. Si può fare cultura e aiutare la ricerca. Anche così, molto concretamente, si può procedere sulla via dell’integrazione europea. GIANNI BORSA, Bruxelles Collegio medico) e di cure palliative e istituzioni religiose e civili dall’altro. Il dibattito era arrivato a provocare divisioni all’interno dei partiti stessi, soprattutto nell’UMP di Nicolas Sarkozy. Poche ore prima della votazione, lo stesso Primo Ministro francese, François Fillon, si è opposto a questi progetti definendoli “precipitati” e dicendo che non offrono “le garanzie necessarie”, esortando invece a “sviluppare le cure palliative e respingere l’accanimento Sono quasi 10 milioni i cittadini europei affetti da demenza senile o dal morbo di Alzheimer: si tratta di una cifra già di per sé elevata, che tenderà a crescere nei prossimi anni in Europa visto il costante invecchiamento della popolazione. Per questa ragione il Parlamento europeo, nel corso della sua ultima sessione plenaria, ha esortato i governi dei Ventisette a dichiarare queste patologie una priorità sanitaria e sociale, a investire fondi per la prevenzione, la cura e la ricerca, ad accrescere il livello di cooperazione. ■ Diritti umani Detenzioni segrete in Europa? Il Parlamento europeo torna sul problema delle detenzioni segrete sul territorio comunitario. Già nel 2007 l’Assemblea aveva approvato un rapporto sul tema: il 25 gennaio la commissione per i diritti umani ha tenuto un dibattito, alla presenza di alcuni esperti, dove si è parlato di possibili “luoghi oscuri in Europa”. Il riferimento esplicito è andato a basi militari americane, basi di Paesi Ue, navi, trasformate temporaneamente in luoghi segreti di prigionia. terapeutico”. La mattina stessa della votazione, l’associazione Alliance pour les Droits de la Vie ha organizzato una manifestazione davanti al Senato dopo aver raccolto circa 55.000 firme sulla sua pagina web www.fautpaspousser. com. L’Arcivescovo di Parigi, il Cardinale André Vingt-Trois (nella foto), che aveva respinto a nome della Chiesa cattolica il disegno di legge in varie occasioni, ha lodato la decisione del Senato. “La cultura del nostro Paese, la sua storia, la sua responsabilità di fronte all’Europa e al resto del mondo, così come la sua fragilità attuale, ci impegnano a dare prova di ambizione etica, con coraggio ed entusiasmo”, ha affermato. Sarebbe illusorio, ha aggiunto il Cardinale, “confondere il minimo comune denominatore etico con la coesione sociale. Solo un’alta visione dell’uomo permette di costruire la pace. Il consenso che vuole fondarsi sull’etica minima sarebbe di fatto una caricatura senza futuro”. 6 Mondo Sabato, 5 febbraio 2011 Notizie flash ■ Botswana Diritti e discriminazioni per i boscimani Sembra una conquista solo a metà per i Boscimani del Botswana la sentenza dello scorso 28 gennaio. La Corte d’appello nazionale infatti ha riconosciuto ai Boscimani il diritto di utilizzare l’unico pozzo, su un territorio di 53.000 metri quadrati, presente nella loro riserva. L’accesso al rifornimento idrico era stato negato dallo stesso Governo di Gaborone nel tentativo di eliminare dal territorio nazionale l’etnia, una politica avviata negli anni ’90. I problemi non sono tuttavia finiti. Pare che nell’area della riserva verrà a breve aperta una nuova miniera senza che gli abitanti siano stati informati delle conseguenze dell’attività estrattiva. ■ Giordania Proteste contro il governo ad Amman Anche la Giordania scende in piazza e manifesta contro il suo Governo ad Amman e nelle principali città del Paese, chiedendo le dimissioni del governo in carica guidato dal primo ministro Samir Rifai. Solidarietà da parte dei dimostranti verso gli egiziani, gli yemeniti e gli algerini che si stanno opponendo ai rispettivi governi o che, come i tunisini, sono riusciti a far cadere il proprio capo dello Stato. Le proteste, per ora pacifiche, sono soprattutto contro l’aumento dei prezzi dei generi di prima necessità e contro il governo. Grecia, verso un nuovo muro A i primi di gennaio il governo greco ha annunciato la costruzione di un muro sulla frontiera con la Turchia per limitare l’afflusso di immigrati provenienti dall’Asia centrale. La Grecia negli ultimi anni è divenuta, infatti, la via di accesso principale dei migranti diretti in Europa. Secondo la stampa greca il governo l’intera vicenda. Secondo intende realizzare una alcuni analisti, però, la barriera di filo spinato lunga barriera sarebbe una risposta 12 chilometri e dotata di superficiale. “Per risolvere telecamere nella valle vicino al l’emergenza dell’immigrazione fiume Evros,nella Macedonia bisogna – spiegano orientale, uno dei principali affrontarne le cause profonde”, punti di ingresso. La decisione che “vanno ricercate nei Paesi sarebbe stata assunta dopo un di origine degli emigranti recente incontro tra funzionari così da elaborare delle greci e turchi a Edirne, città politiche appropriate” con di confine. Il nuovo “muro” il sostegno dell’Ue e delle europeo potrebbe essere Nazioni Unite. La scorsa realizzato entro un paio di settimana 250 migranti afgani mesi, benché la Commissione hanno occupato l’anfiteatro Ue segua con preoccupazione dell’Università di Atene per protestare contro la lentezza del governo greco nelle procedure di asilo. Sull’argomento è intervenuta anche l’agenzia dell’ONU per i rifugiati (UNHCR) che ha espresso preoccupazione per la decisione. L’Unhcr sottolinea che fra coloro che vogliono entrare in Grecia dalla Turchia ma originari fra l’altro di paesi quali Iran, Afghanistan, Iraq e Somalia vi sono numerose persone bisognose di “protezione internazionale” a causa della violenza e della persecuzione da cui fuggono. “Costruendo muri difficilmente si risolvono i problemi alla base della pressione migratoria” sottolinea l’Unhcr. Il ministro greco della protezione del Cittadino Christos Papoutsi ha tuttavia ribadito che la Grecia non è più in grado di sostenere l’ondata migratoria e “prenderà tutte le misure necessarie inclusa la costruzione della barriera lungo l’Evros”. (M.L) Crisi politica. L’analisi di Redaelli del centro Volta di Como Un futuro in bilico Sud Sudan Referendum: verso la secessione A pochi giorni dalla proclamazione dei risultati definitivi (attesi per il 7 febbraio), sembra ormai scontata la vittoria dei secessionisti nel referendum tenuto dal 9 al 15 gennaio scorso in Sud Sudan. Secondo i primi dati, quasi il 99% dei votanti nel Sud del Paese avrebbe scelto l’indipendenza. Percentuali minori per gli elettori sud sudanesi al Nord. Ora si attende di capire quali saranno le reazioni del governo al momento della proclamazione dei risultati. ■ Brasile Una giornata contro la schiavitù 28 gennaio 2004, quattro funzionari del ministero del Lavoro vengono brutalmente assassinati mentre verificano denunce su lavoratori costretti in condizioni di schiavitù in una zona rurale nello Stato sud-orientale di Minas Gerais. Per ricordarli la Giornata contro il ‘lavoro schiavo’. Sono oltre 38.000 i lavoratori ‘liberati’ da condizioni di schiavitù negli ultimi 15 anni in Brasile. La legge è molto chiara: il ‘lavoro schiavo’ è un attentato alla libertà e alla dignità delle persone. Le vittime però sono, secondo una stima, almeno 25.000 ogni anno. (B. M.) R ivolta del pane in Tunisia dove è stato deposto il regime di Ben Alì, scontri e proteste contro il presidente Mubarak in Egitto, forti tensioni politiche in Libano dove il miliardario Najib Miqati, candidato indicato da Hezbollah, ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo, ed ora manifestazioni contro il carovita anche ad Amman, in Giordania, dove il re Abdallah II ha promesso riforme economiche. Il Medio Oriente torna ad infiammarsi preoccupando non poco la comunità internazionale. Si tratta solo di “un effetto contagio” oppure siamo davanti allo sfaldamento di regimi dittatoriali che hanno perso ogni spinta? Il SIR lo ha chiesto a Riccardo Redaelli, direttore del “Middle East program” del “Landau Network-Centro Volta” di Como. “Stiamo assistendo - afferma - a qualcosa che riguarda tutto il mondo arabo: la crescente sclerotizzazione dei regimi al governo, la mancanza di un’opposizione e il fallimento economico nell’offrire condizioni di vita adeguate ai propri cittadini che la crisi è del sistema politico interno possano smontare lo scontento. Sono che non ha mai saputo pienamente caratteristiche che accomunano un emanciparsi dopo la cacciata po’ tutti i Paesi arabi e che ci spingono della Siria che ne controllava la a parlare di possibile contagio”. politica, dopo l’assassinio di Hariri padre. Ciò è dovuto a tatticismi e Ci sono delle differenze tra Paese e corruzione nelle diverse fazioni e Paese? soprattutto perché Hezbollah, il “Ci sono situazioni più particolari partito sciita vicino all’Iran, non legate a contingenze del momento. ha saputo scegliere se diventare un In Tunisia abbiamo assistito ad vero partito politico o continuare ad un crollo quasi subitaneo del essere una milizia, ovvero uno Stato regime, che aveva perso ogni spinta nello Stato. Ora Hezbollah ha soldi, propulsiva. La cosa interessante è fondi e una certa credibilità e sta che, almeno per il momento, non cercando di ritornare al centro della c’è stata quella che spesso viene vita politica del Paese. E ciò rischia chiamata, la trappola mediorientale, di destabilizzare ulteriormente il ossia il dover scegliere tra un Libano e di preoccupare ancora di regime autoritario e un’opposizione più Israele”. islamista radicale”. Proteste anche nella Giordania di Tensioni politiche in Libano dove Abdallah II... Hezbollah sembra aver ripreso “La Giordania ha una monarchia forza. È così? moderata che cerca di gestire le “Il Libano è un Paese arabo a sé stante diverse tensioni interne. Vive di rispetto agli altri, molto frammentato aiuti ed è un Paese che sta soffrendo con la presenza politica dei cristiani molto la crisi economica e per maroniti, dei sunniti e degli sciiti questo continua a necessitare del specie quelli che si riconoscono in sostegno internazionale che serve a Hezbollah. Qui la partita non ha evitare il rincaro dei prezzi e le spinte molto a che fare con la guerra del islamiste collegate alla minoranzacarovita come in Tunisia. In Libano maggioranza palestinese presente Non solo Egitto ma anche Tunisia, Libano e Giordania in crisi. Regimi decennali a rischio: la riflessione di un esperto di questioni Medio Orientali nel Paese e che rende più fragile l’equilibrio fra corona, popolazione araba beduina e palestinesi. Il sostegno ad una casa regnante moderata è fondamentale se non vogliamo far precipitare tutta la regione in una fase di instabilità molto preoccupante. La Giordania è essenziale anche per la direzione degli aiuti verso l’Iraq, quindi è un Paese che non può essere destabilizzato”. Alla luce di quanto sta accadendo è possibile tracciare delle prospettive future? “Direi che adesso è difficile fare previsioni per il Medio Oriente. Quanto accade mostra come i regimi usciti dalla decolonizzazione, militari, autocratici, clientelari, corrotti, inefficienti, abbiano esaurito la loro spinta propulsiva e come la loro incapacità di riformarsi e di aprirsi anche a riforme moderate li stia trascinando nel baratro. È un problema serio che la Lega Araba e tutta la Comunità internazionale dovranno prendere in seria considerazione anche per non cadere nel rischio di derive islamiste e radicali”. Cultura Dentro il mistero di quella nostra “prima casa”... Il ginecologo Salvatore Mancuso, a colloquio con la giornalista Mariella Zezza, ripercorre una storia che appartiene a ciascuno di noi. V i sono dei libri che dovrebbero leggere proprio coloro che invocano, ad ogni pié sospinto, la scienza con le sue scoperte. Nonostante sia stato pubblicato negli Oscar Mondadori, il volume del ginecologo palermitano Salvatore di Agostino Clerici Mancuso merita una grande attenzione proprio sotto il profilo scientifico, anche se lo scopo che l’autore si prefigge nel dialogo con la giornalista di RaiNews 24 Mariella Zezza (ora assessore al Lavoro e alla Formazione della Regione Lazio) è divulgativo. Ben venga. Abbiamo bisogno che certe notizie scientifiche vengano divulgate. Peccato che, poi, quando si parla di vita nascente, si continuano a perpetuare - anche e soprattutto nei dibattiti cosiddetti culturali e nei salotti televisivi e radiofonici - le solite quattro idee ben confuse della propaganda laicista, che rifiuta anche l’evidenza che può derivare dalla conoscenza scientifica. La mia prima casa (Mondadori 2010, euro 10,00), come dice il sottotitolo, è la “storia di una meravigliosa simbiosi”. Al di là delle preziose informazioni sul sempre meno misterioso processo della vita, dal concepimento al parto, le trecento pagine del libro mettono l’accento sul fatto che, in quella “prima casa” che tutti abbiamo avuto nel grembo di nostra madre, la comunicazione non è a senso unico - dalla madre al figlio - ma realizza una vera e propria simbiosi, uno scambio di doni. Il feto regala alla madre un flusso enorme di cellule staminali durante tutto il periodo della gravidanza, una sorta di imprinting permanente. Scrive il Mancuso: «Sia durante la gravidanza, sia a distanza di tanti anni, le cellule staminali dei figli, incorporate e domiciliate nell’organismo materno, mantengono le caratteristiche della loro plasticità riparativa a vantaggio della madre. Anche se la gravidanza non giunge al suo termine naturale, ma si interrompe, sia spontaneamente sia volontariamente in epoca precoce, le staminali fetali si riversano ugualmente copiose nell’organismo materno, si impiantano stabilmente e rimangono nella madre per sempre, quasi a mantenere la traccia e la rimanenza vivente di un figlio mai nato». Questa è una notizia scientifica che dimostra una verità che l’antropologia cristiana annuncia come nota caratteristica dell’essere umano: l’amore, inteso come agape, come dono gratuito. Il prof. Salvatore Mancuso riporta il caso di una madre che aveva volontariamente abortito il proprio figlio e che, parecchi anni dopo, si ritrovò il fegato - affetto da epatite C - rigenerato con cellule aventi le caratteristiche genetiche del padre di quel feto abortito in passato: la mamma lo aveva... ucciso e lui, in cambio, a distanza di anni l’aveva guarita! In questi giorni di nausea informativa, bisognerebbe subito organizzare una puntata di «Annozero» o di «Porta a porta» per parlare di questa scoperta scientifica. Dubito che lo faranno mai, ma questa simbiosi maternafetale, che dura ben oltre il parto, è una bella notizia di vita. Ho provato anche a pensare una possibile applicazione teologica di questa scoperta della scienza. I Padri del quarto secolo si batterono per la definizione di Maria come thetokos, madre di Dio e non semplicemente di Gesù, e avevano ragione: in Maria rimase per tutta la vita (e per sempre) una traccia delle cellule staminali del Figlio di Dio. Questa presenza biologica di Dio - si sa che la natura umana e quella divina non possono essere separate in Cristo - spiega molto bene anche il dogma dell’Assunzione di Maria. La scienza giunge, quindi, a dare un supporto al dogma? Questo è un problema che i teologi sapranno sviscerare. A noi basta sapere qualcosa di più di quella nostra “prima casa”, che è stata così importante per noi e... per nostra madre. Università in Europa L’ Novità in libreria ■ Roberto Reggi Traduzione interlineare dei Numeri (EDB) Per cultori esperti della Bibbia, Roberto Reggi sta curando la traduzione interlineare italiana dei libri della Bibbia. Il volume dedicato al libro dei Numeri è il quattordicesimo della collana (euro 10,50). ■ Laila Lucci Traduzione e commento di Gioele (San Paolo) Introduzione, traduzione e commento del libro di Gioele di cui si presenta il testo antico (in ebraico)e una possibile versione italiana fedele e attenta. La collana “Nuova versione della Bibbia dai testi antichi” si caratterizza per i due livelli dell’analisi e del commento: il primo, filologicotestuale-lessicografico, offre puntualizzazioni legate alla critica testuale; il secondo, esegetico-teologico, tiene presenti le unità letterarie del testo biblico, fornisce la struttura delle parti, per poi procedere al commento delle sezioni che le compongono e dei brani in cui queste ultime sono articolate (euro 13,00). ■ Rosalba Manes Lettera a Tito - Lettera a Filemone (San Paolo) Introduzione, traduzione e commento delle lettere a Tito e a Filemone di cui si presenta il testo antico (in greco) e una possibile versione italiana fedele e attenta. La lettera a Tito ci offre interessanti squarci sulla vita della comunità protocristiana: la nascita dei ministeri, il costituirsi di una tradizione dinamica, la necessità di custodire la fede da possibili devianze, l’esigenza di “abitare” il mondo e inserirsi nella fitta rete dei suoi equilibri sociali e istituzionali (euro 14,00). Alla scoperta di Maria nei Vangeli (Elledici) Il libro raccoglie una serie di meditazioni sui racconti evangelici che parlano di Maria. Quando facciamo memoria degli eventi della nostra salvezza, noi ci incontriamo con Gesù, il Salvatore, l’unico Mediatore, ma ben sappiamo che non possiamo incontrare Gesù senza incontrarci con Maria (euro 6,00). Dal 27 al 30 gennaio si è tenuto a Monaco di Baviera il Congresso Europeo sulle prospettive della pastorale univesitaria. di tre docenti universitari cattolici ha mostrato come questo “collegamento” sia possibile. Jacek Blazewicz, bionformatico dell’Università di Poznan, ha fatto l’esempio della “teoria del Biologos” di Francis Collins: secondo quest’ultima “se oggi abbiamo delle ipotesi scientifiche sull’origine dell’universo, come quella del Big Bang, non esiste alcuna teoria ritenuta valida su cosa ci fosse prima” ed è “accettabile per gli scienziati, anche se non sono religiosi, l’idea che Dio abbia creato l’universo e le leggi che lo governano”. Francis Rey, matematico e filosofo del Politecnico di Parigi ha mostrato, attraverso il pensiero di Husserl e René Girard, come “la scienza possa prendere seriamente la Rivelazione 7 ■ Mario Galizzi Fede e scienza: insieme si può esplorazione del rapporto tra fede e ragione all’interno dell’università, se essa vuole essere intesa come un’istituzione e una comunità dedicata allo sviluppo della conoscenza e al servizio del bene comune, è stato al centro di tutta la riflessione del Congresso europeo “Formazione, educazione e Vangelo. Prospettive della pastorale universitaria in Europa” (Monaco di Baviera, 27 - 30 gennaio), e anche del messaggio inviato, a conclusione dell’evento, dal card. Péter Erdö, presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee (Ccee). “La pastorale universitaria – ha scritto infatti il prelato - non deve occuparsi solo degli studenti e dei loro programmi per il tempo libero, ma lavorare per stabilire l’incontro tra la ricchezza del messaggio del Vangelo e la pluralità e l’immensità dei campi del sapere umano. Nelle comunità universitarie i teologi e gli scienziati, ciascuno per la propria competenza professionale, possono favorire il collegamento della nostra fede cristiana con la prassi della vita nella nostra società”. E proprio l’intervento Sabato, 5 febbraio 2011 ed esprimerla nel proprio linguaggio”, anche se oggi il problema vero è che “gli studenti non accettano che gli accademici ignorino le questioni di senso” e, su questo versante, “il cristianesimo può contribuire a ‘riorientare’ le scienze umane e far sì che non si considerino gli esseri umani come ‘ombre che camminano”. João César Das Neves, economista dell’Università cattolica di Lisbona ha ricordato che “anche Gesù quando è venuto sulla terra ha lavorato in un laboratorio artigiano, mangiava con i pubblicani, gli antenati dei finanzieri contemporanei” e “in un certo senso è stato anche un grande ‘manager’: Dio ha voluto essere parte di tutta la vita dell’uomo, anche dell’economia”. ■ Maggi - Vivian Itinerario biblico attraverso le icone (Elledici) Il volume presenta e commenta cinque icone russe: Battesimo di Gesù (due icone), Gesù tra i dottori, la crocifissione, la Pentecoste. Per ogni icona una duplice riflessione: il commento al testo biblico rappresentato nell’immagine, proposto dalla pastora battista Lidia Maggi; e una lettura teologica dell’icona curata dal teologo cattolico Dario Vivian (euro 9,00). a cura di Agostino Clerici 8 Giornata per la Vita Sabato, 5 febbraio 2011 cinquecento donne assistite nel solo 2010 Sono 496 le S donne che nel corso del’anno appena trascorso si sono rivolte ai cinque CAV presenti in diocesi ono quasi cinquecento - per l’esattezza 496 - le donne rivoltesi nel 2010 ai cinque Centri di Aiuto alla Vita (CAV) presenti nella nostra diocesi. Un numero che diventa ancora più elevato se consideriamo le donne accolte negli anni precedenti ed ancora seguite. Si tratta per la maggioranza di donne in difficoltà economica, in prevalenza straniere anche se non mancano le donne italiane, in crescita negli ultimi anni: in media le italiane corrispondono attorno al 15-20%, con un picco del 30% per il CAV di Laveno Mombello dove nel 2010 sono state accolte 74 donne (51 straniere e 23 italiane). Al CAV di Mandello del Lario si sono rivolte 74 donne, a Sondrio 70, a Morbegno 80 e a Como 198. Se è vero che molte delle donne si rivolgono al CAV per questioni “materiali” dalla mancanza di lavoro, alla casa, dalle difficoltà economiche, alla mancanza di una rete di sostegno familiare, è altrettanto vero che non mancano casi in cui è l’accettazione stessa della gravidanza ad essere in dubbio. Al solo CAV di Como sono state 23 le donne arrivate con il certificato d’aborto o intenzionate ad abortire. Di queste 8 hanno poi effettivamente abortito. Nel 2010 solo considerando l’ospedale Sant’Anna di Como e il Sant’Antonio Abate di Cantù sono stati effettuate 648 aborti. (M.L.) I CAV in diocesi. Una riflessione sul servizio dei Centri attivi sul territorio alla vigilia dell’incontro di tutti gli operatori e dei volontari con il Vescovo Diego Coletti a Morbegno. Il senso di un servizio alla vita. A lmeno una volta all’anno, dal 1979, siamo invitati a riflettere sulla vita, considerandone il senso, il suo iniziare e terminare terreno, e di conseguenza la realtà, i diritti, i doveri, le opere di ciascuno, come singoli e come appartenenti alla comunità sociale. Per non essere chiusi, estranei o, ancor peggio, assuefatti di fronte al pensiero corrente che proclama come assoluto il diritto all’autodeterminazione di sè. Una tentazione presente da sempre ma che rischia di essere maggiore oggi e in futuro perché, paradossalmente, disponendo di condizioni di esistenza sempre migliori, vogliamo elaborare progetti di “sicurezza”, eliminando tutto ciò che è scomodo, imprevisto o, semplicemente, gravoso. Si arriva così a confondere l’essere con il ben-essere, il ben-essere con il ben-avere, l’ espressione della libertà con l’adesione alla verità, fino ad ammettere il diritto alla soppressione di sé o dell’altro. Rispondere al possesso con il dono, alla solitudine con la vicinanza, alla prevaricazione sui più piccoli con l’accoglienza partecipata: questa è l’origine e l’attività dei Centri di Aiuto alla Vita. I CAV sono nati per la convinzione che la vita di ciascuno è unica ed irripetibile fin dal concepimento, ove si genera una nuova persona, da rispettare e difendere, senza condizioni. Sull’esempio del primo, quello di Firenze nel 1975, stimolati dall’evento critico della legalizzazione dell’aborto, sono fioriti e fioriscono altri Centri. Erano diciannove in Italia quando si è formata a Como l’associazione il 6 novembre 1978, per iniziativa promossa dall’Azione Cattolica, e sposata dal vescovo Ferraroni. Era stato il Vescovo ad incaricare la Caritas di convocare, insieme al consultorio La Famiglia, tutte le associazioni del mondo cattolico locale, coadiuvati dall’esperienza del precursore Centro già sorto a Milano. Ad più delle nostre pur necessarie argomentazioni verbali, perché “c’è un confronto dottrinale, che può e deve essere a volte duro, ma c’è anche questa immensa capacità di squadernare dinanzi al mondo un modo nuovo di accogliere la vita”. Oltre ad una abituale intercomunicazione telefonica e telematica tra i Centri della diocesi, dall’aprile del 2010 si è costituita una vera e propria rete che ha avanzato intenti e prospettive: metodici incontri “interni” e di confronto almeno due volte l’anno; un incontro unitario con la pastorale giovanile e familiare; un collegamento sistematico con l’associazione “Scienza e Vita”; l’eventuale elaborazione di proposte nei cammini formativi diocesani e nelle catechesi; l’eventuale ricezione di un apposito “mandato” pastorale da conferire insieme “Rispondere alla solitudine con la vicinanza, alla prevaricazione con l’accoglienza” oggi in Italia i Centri di Aiuto alla Vita sono oltre trecento, 47 in Lombardia, federati a livello regionale e nazionale. Altri sono sorti vicino a noi a Erba, Mariano Comense, Appiano Gentile, e poi Lecco, Merate, Besana, Saronno, Varese. Ma soprattutto sono sorti nella nostra diocesi: nel 1981 a Sondrio, con sede distaccata di Morbegno, divenuta autonoma nel 2001, con uno sportello distaccato a Chiavenna; nel 1982 a Mandello Lario nella zona pastorale Grigne; nel 1983 a Laveno Mombello, nelle Valli Varesine; e nel gennaio 2009 l’apertura di uno sportello a Rovellasca legato al CAV di Como. Ognuno ha sviluppato iniziative diversificate di promozione culturale e di accoglienza anche residenziale con ospitalità temporanee altrimenti indisponibili di mamme e bambini verso l’auspicata autonomia. Eppure esiste, da sempre ed ancora, una grave sproporzione fra vite soppresse e vite salvate: oltre 5 milioni di bambini soppressi dal maggio 1978 a tutto il 2009 (ultimo dato) secondo la legge, cui si aggiungono quelli operati ancora nella clandestinità e da poco tempo quelli misconosciuti perché eliminati chimicamente con sostanze propagandate come innovative, che in realtà sono veleni distruttivi che in comune coi farmaci hanno solo la matrice chimica ed il profitto economico derivante dalla vendita (se ci si ostinasse a ritenerle farmaco, dovremmo considerare malattia il concepito!). “Solamente” oltre 110.000 bambini aiutati a nascere e a crescere nello stesso arco di tempo, con l’attività associativa diretta, ed oltre 6000 assistiti con l’ “adozione prenatale” a distanza grazie al “Progetto Gemma”. Trentatre “Culle per la vita” già attivate in Italia ci ricordano che l’affidamento di accoglienza ad altri di ogni nuova creatura umana indesiderata significa già una disponibilità a stimare la vita oltre le difficoltà. Occorrono però nuovi slanci e nuove forze per garantire continuità. Così con questi pensieri e propositi ci troveremo assieme quest’anno a Morbegno con il nostro vescovo Diego. Un senso di ecclesialità che mons. Negri, vescovo di S.Marino e Montefeltro, ha indicato come una delle caratteristiche del CAV all’ultimo convegno nazionale a Roma, aggiungendo: “Voi siete l’avanguardia nella coscienza di un popolo perché date energia ed obiettivi e chiedete aiuto” nella convinzione che l’azione dei CAV è essa stessa cultura capace di persuadere Dall’aprile del 2010 si è costituita una rete interdiocesana per favorire la collaborazione alle comunità apostoliche; una preghiera comunitaria periodica dedicata alla vita. Siamo in attesa della partecipazione di consigli e proposte per poter meglio operare anche nella Chiesa di Como, convinti che “il dono della vita, che Dio ha affidato all’uomo, impone a questi di prendere coscienza del suo inestimabile valore e di assumerne la responsabilità” (così inizia la Donum Vitae, del 1987), perché “l’uomo è chiamato a una pienezza di vita che va ben oltre le dimensioni della sua esistenza terrena, poiché consiste nella partecipazione alla vita stessa di Dio”(dalla lettera enciclica Evangelium Vitae, n.2). Como Morbegno Sondrio Laveno Mandello All’interno del centro pastorale Cardinal Ferrari Attivo anche lo sportello di Chiavenna Il Centro di Aiuto alla Vita in via Piazzi 70 Il Centro attivo nelle Valli Varesine Al servizio della realtà della provincia di Lecco Il CAV di Como in viale Cesare Battisti n. 8. è aperto al martedì e al giovedì dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 15 alle 17. Per informazioni 031.279322 o 3334911264: cavcomo@virgilio. it. E’ attivo anche uno sportello a ROVELLASCA in via Monte Grappa 1, aperto il mercoledì dalle 9.30 alle 11.30. Per info 3388660349. Il Centro di Aiuto alla vita di Morbegno in piazza S. Rocco 34 è aperto al lunedì e al mercoledì dalle 15 alle 18. Per informazioni 0342612443 oppure [email protected]. Alla sede di Morbegno è legato anche lo sportello attivo a CHIAVENNA in via Picchi 11, aperto il mercoledì dalle 14.30 alle 17. Per info 034333830 Il Cav di Sondrio copre la media, l’alta valle e la Valtellina Superiore. Ha sede a Sondrio in via Piazzi. Il centro è aperto al martedì e al giovedì dalle 14.30 alle 17.00. Per informazioni 0342210143 o [email protected]. SOS VITA: tutti i giorni è attivo anche il numero verde nazionale 800813000 Il CAV ha sede in via verdi 18 a Laveno Mombello. Il Centro è aperto martedì dalle 17 alle 18.30 e sabato dalle 14.30 alle 16. Per informazioni 0332667111 p cavlaveno@virgilio. it. Sono attivi CAV anche a Appiano Gentile (info 031933969), Mariano Comense (info 031746628) La sede si trova a Mandello del Lario in piazza Sacro Cuore 5. I volontari dell’associazione sono presenti al martedì e al giovedì dalle 15 alle 17. Per informazioni 0341733180 o [email protected]. In Brianza è attivo anche il CAV di Erba (info 031645222 oppure maffum@ libero.it) Giornata per la Vita Sabato, 5 febbraio 2011 “Così ho ritrovato la speranza nel domani” P aula – il nome è di fantasia – ha il sorriso sulle labbra. Accanto a sé la sua bambina nata poco meno di due anni fa e, nel grembo, un altro figlio che quando leggerete queste righe sarà già venuto al mondo. “Mi hanno fissato il cesareo per domani perché il bambino è podalico”, racconta con un’ espressione che non nasconde un po’ di preoccupazione. Al suo fianco a rassicurarla c’è la volontaria del Centro di Aiuto alla Vita (CAV) che da alcuni mesi la sta seguendo. Una storia come tante quella di Paula. Donne che arrivano ai cinque CAV esistenti nella nostra diocesi in cerca non solo di un aiuto materiale ma, forse e soprattutto, di vicinanza umana. Quell’accompagnamento che appare chiaramente non appena incontro lei e la volontaria nel salottino accanto alla nostra redazione. “E’ da otto anni che sono in Italia”, spiega la donna originaria del Sud America. “Fino a un anno e mezzo fa tutto andava bene. Lavoravo nella casa di una ricca signora di Milano. Avevo un tetto, un buono stipendio e un ottimo rapporto con lei. I problemi sono iniziati quando la signora è morta, un anno e mezzo fa, pochi mesi dopo la nascita di mia ● Un invito a riscoprire figlia. Fortunatamente la donna per cui lavoravo ha deciso di lasciarmi in l’importanza di educare eredità un piccolo appartamento che alla cultura della vita aveva ed è così che mi sono trovata in provincia”. Arrivata con il compagno ma senza più un lavoro stabile e con una bambina piccola, per lei iniziano le difficoltà. “Abbiamo tirato avanti grazie a qualche lavoretto, ma nove mesi fa ho scoperto di essere di nuovo incinta. Allora il mio compagno mi ha chiesto di abortire mettendomi di fronte ad una scelta: me o il bambino, perchè se decidi di tenere il bambino io me ne vado”. E così è stato, preoccupante frequenza, la cronaca racconta la donna che oggi sembra riferisce episodi di efferata violenza: aver ritrovato la serenità: “Non ho creature a cui è impedito di nascere, pensato nemmeno per un secondo esistenze brutalmente spezzate, anziani alla possibilità di abortire. Certo mi abbandonati, vittime di incidenti sulla dispiaceva perdere il mio compagno strada e sul lavoro”. “Cogliamo in questo che amavo, ma per me non c’erano – ammettono i presuli – il segno di alternative. Mi sono così ritrovata con un’estenuazione della cultura della vita, una bambina piccola, un altro nel l’unica capace di educare al rispetto grembo e senza lavoro. Non sapevo e alla cura di essa in ogni stagione e che fare, mi sentivo sola anche particolarmente nelle sue espressioni perché tutti quelli che credevo amici, più fragili. Il fattore più inquietante è nei momenti in cui stavo bene, mi l’assuefazione: tutto pare ormai normale hanno voltato le spalle”. E’ attraverso e lascia intravedere un’umanità sorda il parroco della chiesa vicino a casa al grido di chi non può difendersi. a cui aveva chiesto aiuto che Paula Smarrito il senso di Dio, l’uomo conosce il CAV. “Il primo colloquio smarrisce se stesso: ‘l’oblio di Dio – ci spiega la volontaria – è sempre rende opaca la creatura stessa’”, come delicato perché bisogna capire i recita la “Gaudium et spes”. Occorre vissuti di queste donne spesso fatti perciò “una svolta culturale, propiziata di dolore, solitudine e sofferenza. dai numerosi e confortanti segnali di Situazioni che riguardano non solo speranza, germi di un’autentica civiltà loro, ma anche le relazioni, spesso dell’amore, presenti nella Chiesa e nella difficili, con i mariti, i compagni o le società italiana. Tanti uomini e donne di famiglie. Cerchiamo di accoglierle buona volontà, giovani, laici, sacerdoti facendo capire che non ci sono e persone consacrate, sono fortemente difficoltà irrisolvibili e, soprattutto, impegnati a difendere e promuovere che il figlio che hanno in grembo la vita. Grazie a loro anche quest’anno non è mai un problema”. “Quando molte donne, seppur in condizioni sono arrivata al CAV – racconta la disagiate, saranno messe in condizione donna – ero disperata. Qui mi hanno di accogliere la vita che nasce, fatto tornare la forza di credere in sconfiggendo la tentazione dell’aborto”. me stessa perché se loro credono in I vescovi ringraziano “di cuore quanti me, perché non dovrei crederci io”. giorno dopo giorno si adoperano per Paula stringe la sua bambina con un sostenere la vita nascente, tendendo braccio e con l’altro si accarezza la la mano a chi è in difficoltà e da solo pancia: “non posso darmi il lusso di non riuscirebbe a farcela”. Un impegno arrendermi - spiega sorridendo – lo che “per essere davvero fecondo, esige devo a loro”. “Al CAV – racconta la un contesto ecclesiale propizio, come volontaria – nascono delle relazioni pure interventi sociali e legislativi particolari, intense, che possono mirati. Occorre diffondere un nuovo durante anni. Ogni tanto ci arrivano umanesimo, educando a guardare alla lettere e telefonate da persone vita come al dono più alto che Dio ha assistite che vogliono farci sapere fatto all’umanità”. (M.L.) che i loro figli hanno fatto la cresima o compiuto diciotto anni. E vi posso poi assicurare che nessuna donna, nemmeno quelle che pensavano di abortire, è mai tornata da noi rinfacciandoci la decisione di tenere il bambino”. Prima di lasciare le due donne chiedo a Paula un’ultima cosa: custodisca dal concepimento al suo termine “come si chiamerà il tuo bambino?”. naturale e che la favorisca sempre, anche “Gianpablo Emanuele”, risponde. quando è debole e bisognosa d’aiuto. Così “Emanuele vuol dire Dio con noi. Se inizia il messaggio dei vescovi per la 33° il suo padre naturale non l’ha voluto, giornata per la vita che oggi celebriamo. almeno lo vuole Dio”. Durante questa Eucarestia preghiamo il Signore Gianpablo è nato venerdì 28 gennaio. perché ci dia la forza di accogliere l’invito ad Sta bene, pesa 3,8 kg. Benvenuto. impegnarci ciascuno secondo il proprio ruolo e MICHELE LUPPI la specifica vocazione”. La storia di una delle tante donne arrivate al CAV. Scelte quotidiane di coraggio e speranza. vissute al fianco delle volontarie. ● La veglia diocesana per la vita domenica a Morbegno ● Il Vescovo incontrerà le famiglie e i volontari dei CAV della diocesi Il 6 febbraio a Morbegno in preghiera con il Vescovo I n occasione della Giornata per la Vita di domenica 6 febbraio il Vescovo di Como, Diego Coletti, ha invitato tutti ad un pomeriggio di preghiera a Morbegno, in Bassa Valtellina, dove si trova per la Visita Pastorale. Un appuntamento a cui sono invitati in particolare i volontari dei CAV presenti in diocesi ma anche le famiglie e le comunità. L’organizzazione della giornata è stata affidata al CAV di Morbegno che ha organizzato per sabato e domenica una campagna di sensibilizzazione in tutta la zona pastorale e in Valchiavenna. Negli stand allestiti per l’occasione verrà distribuito materiale informativo riguardo le attività del Centro e verranno offerte primule per raccogliere fondi destinati, quest’anno, ad una nuova ed impegnativa iniziativa: la gestione della “Casa mamma e bambino” aperta nel giugno 2010 a Morbegno. Una struttura per dare una risposta concreta a mamme in situazioni di disagio sociale, abitativo, familiare ed avviare con loro un percordo di reinserimento sociale. DOMENICA 6 FEBBRAIO “Per quanto riguarda la giornata di domenica con il Vescovo – spiega Graziella Simonini, responsabile del CAV di Morbegno – l’accoglienza è prevista per le 14.30 nel complesso di S. Giuseppe. Alle 15 ci sarà l’incontro con mons. Diego Coletti nell’aula Santa Famiglia. Alle 16.00 nella chiesa si terrà la veglia di preghiera mentre a seguire ci sarà un momento di festa insieme con animazione per i più piccoli. Alla giornata verranno invitati anche tutti i bambini di Morbegno battezzati lo scorso anno insieme alle loro famiglie”. IL MESSAGGIO DEI VESCOVI “Educare alla pienezza della vita” è il titolo del messaggio dei Vescovi italiani per la 33ª Giornata nazionale per la vita. “L’educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione”, scrivono i vescovi. Di qui l’auspicio e l’impegno “per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è bisognosa di aiuto”. I vescovi sottolineano che “con Dalla diocesi l’invito a pregare per la vita Un invito rivolto a tutte le comunità per ricordare nelle celebrazioni di domenica 6 febbraio la speciale intenzione per la vita. “L’educazione – si legge nella mozione iniziale preparata per l’occasione – è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati. Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dai giovani, una cultura della vita che l’accolga e la 9 Vita diocesana 10 Sabato, 5 febbraio 2011 Agenda del Vescovo ni Pellegri A Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo II e ad Ancona per il Congresso eucaristico nazionale Due proposte diocesane C i sono in programma, nei prossimi mesi, due importanti avvenimenti nazionali e mondiali ai quali sarà presente anche la nostra diocesi. Da venerdì 4 a domenica 6 Il primo è la beatificazione di Giovanni Paolo II, il prossimo 1° maggio a Roma. Il segretariato diocesano pellegrinaggi propone un pellegrinaggio per partecipare a questo evento che vedrà la presenza di milioni di persone da tutto il mondo. Il programma prevede la partenza nella giornata di sabato 30 aprile; il pernottamento a Roma (in zona adiacente al Visita pastorale alla zona Bassa Valtellina: parrocchie di Regoledo, Cosio Valtellino, Gerola, Rasura, Sacco. Da lunedì 7 a mercoledì 9 A Roma, plenaria della Congregazione per l’Educazione cattolica. Giovedì 10 A Como, tutto il giorno, Consiglio episcopale. Da venerdì 11 a domenica 13 Visita pastorale alla zona Bassa Valtellina: ospedale di Morbegno; “Casa Madonna del Lavoro” Nuova Olonio; parrocchie di Albaredo, Dazio, Bema. Si tratta di momenti molto importanti che vedranno una partecipazione ampia e corale a livello nazionale e mondiale Vaticano, sulla via Aurelia); la partecipazione, il 1° maggio alla beatificazione e il rientro. La quota è di 250 euro (minimo 45 iscritti). A guidare il pellegrinaggio sarà don Emanuele Corti, responsabile della Pastorale giovanile diocesana. Info e iscrizioni: 031-3312232 (il mercoledì mattina); oppure 031-986225 (tutte le Lutto Martedì 1 febbraio è giunta in redazione la notizia della morte improvvisa di don Giorgio Quaglia, parroco di Lavena Ponte Tresa (Va). Nato nel 1943 e sacerdote dal 1971, dopo otto anni come vicario a Fino Mornasco, dal 1979 al 2000 fu fidei donum in Argentina. Sul prossimo numero un suo ricordo. ■ Formazione 150 anni di italia unita Ministri straordinari della Comunione I ministri straordinari della Comunione che hanno ricevuto per la prima volta il mandato nella Solennità di Cristo Re nel novembre 2010 sono invitati a completare la loro preparazione con altri tre incontri formativi. Sabato 5 febbraio: Sondrio, Istituto Pio XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle ore 16.15. Como, Istituto Canossa, via Balestra 10, dalle ore 15.00 alle ore 18.00. La Messa domenicale: esperienza di comunione e di servizio. Verifica delle prime esperienze e preparazione pratica del Rito della Comunione Eucaristica nelle case degli infermi (Domenica e festivi; giorni feriali, secondo l’anno liturgico.) Sabato 19 febbraio: Sondrio, Istituto Pio XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle ore 16.15. Como, Istituto Canossa, via Balestra 10, dalle ore 15.00 alle ore 18.00. La Parola e il Pane: una sola mensa per l’uomo. Spiritualità eucaristica e vita quotidiana. Sabato 5 marzo: Sondrio, Istituto Pio XII, via Carducci 12, dalle ore 14.00 alle ore 16.15. Sabato 19 marzo: Como, Istituto Canossa, via Balestra 10, dalle ore 15.00 alle ore 18.00. L’esposizione eucaristica prolungata e breve. Come animare l’adorazione eucaristica. mattine); oppure 031304524 (I viaggi di Oscar). In settembre, invece, ci sarà ad Ancona il 25° Congresso eucaristico nazionale. Per l’occasione ci sarà un pellegrinaggio diocesano guidato dal vescovo Diego dall’8 all’11 settembre. “Signore da chi andremo? L’Eucaristia per la vita quotidiana”. È questo il tema scelto per l’incontro che si svolgerà nella settimana dal 4 all’11 settembre. Ci saranno momenti spirituali e celebrativi, riflessioni e testimonianze fino alla solenne Celebrazione eucaristica di domenica 11 settembre. Tutte le diocesi italiane sono state invitate a seguire il Congresso eucaristico: il pellegrinaggio della diocesi di Como prevede, oltre ad Ancona (con la partecipazione, in modo particolare, alla Veglia di preghiera e alla Santa Messa presiedute da Benedetto XVI), escursioni a Isola Gran Sasso (presso il santuario dedicato a san Gabriele) e a Loreto. La quota di partecipazione è di 430 euro. Info e iscrizioni: 031-3312232 (il mercoledì mattina); oppure 031986225 (tutte le mattine); oppure 031-304524 (I viaggi di Oscar). I significati del Congresso Eucaristico sono tanti. Si tratta di un atto di fede nell’Eucarestia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l’Eucarestia è pane del In occasione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’italia, anche la Fondazione diocesana Cardinal Ferrari, nell’ambito della sua attività di promozione e approfondimento culturale, propone un ciclo di due incontri, dedicati all’argomento, dal titolo “Unità d’Italia e coscienza cattolica”. A ospitare le due serate di riflessione storica ma non solo, l’aula magna della Biblioteca comunale di Como, in piazzetta Venosto Lucati 1. Il primo incontro si terrà lunedì cammino dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano. È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’Eucaristia per la vita quotidiana, attraverso la ripresa degli ambiti al centro del Convegno di Verona: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione e la cittadinanza. Sfondo biblico è il capitolo 6 del vangelo di Giovanni. “Signore, da chi andremo?”: la domanda di Pietro, dopo duemila anni, ritorna come questione centrale della vita dei cristiani oggi. Per la preparazione c’è il sussidio, curato da don Ermenegildo Manicardi: “Signore da chi andremo? L’icona biblica del Congresso Eucaristico Nazionale. Ancona 2011” (Edizioni San Paolo). 7 febbraio, alle ore 20.45, sul tema “I cattolici, il Risorgimento e l’Unità d’Italia. Scontri e incontri”. Interviene il professor Giorgio Vecchio, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Parma. Il secondo si svolgerà venerdì 11 marzo, alle ore 20.45, su “Alessandro Manzoni, la letteratura del Risorgimento, l’Unità d’Italia”, con il professor Giuseppe Langella, ordinario di Letteratura italiana contemporanea e moderna alla Cattolica di Milano. Parola fra noi Domenica 6 febbraio V oi siete il sale... voi siete la luce. Dopo il Vangelo delle Beatitudini, quello del sale e della luce. Chi vive le beatitudini ne ha il sapore e lo splendore. Il sale, da sempre prezioso al punto da essere usato come moneta di scambio, preserva dalla corruzione, conserva gli alimenti e dà loro sapore. Ma è anche segno di un’amicizia per la quale si è disposti a pagare, Sof 2, 3; 3, 12-13; anche un conto salato. La luce è ancora di più. Con essa 1Cor 1, 26-31; inizia la creazione, la chiamata all’essere, l’uscita dal nulla. Mt 5, 1-12a Gesù è la luce che illumina quelli che abitano nelle tenebre sapore di Cristo, non serviamo della morte ed è il sale che ha a nulla. Sulla scena del mondo, saldato ogni debito. invece, hanno valore il potere La parabola trasporta le e l’apparire, l’avere e il godere. qualità del sale e della luce La luce di Cristo, riflessa sul nei discepoli che vivono le volto e nella vita dei discepoli, beatitudini. In esse i cristiani smaschera l’inganno e mostra il trovano il senso (il “sapore”) vero luogo della bellezza: la città della loro esistenza e per questo posta sul monte. È la comunità sono il sale della terra. Senza il dei discepoli, la città santa, la sposa adorna per il suo sposo... Gli uomini e le donne delle beatitudini, i discepoli del Signore, non solo sanno dov’è la città abitata dalla speranza e dalla fraternità, ma la costruiscono essi stessi, dando sapore e luce alla vita di ogni giorno, mescolati fra gli uomini e le donne del mondo. I discepoli sanno che la lampada va messa sul lucerniere, lo stesso di Gesù: la croce. Gesù non esorta, ma afferma. Ci dice il segreto della vita che ci ha donato e che fa di noi il sale della terra e la luce del mondo, nonostante tutto il limite del nostro cuore. Un prete, col sapore di Gesù, diceva: “Se siamo luce, fuoco, lievito e sale, rendiamo testimonianza poiché per farne l’esperienza gli altri devono entrare in comunione con noi e trovandoci in comunione con Dio lo conoscono sperimentalmente”. ANGELO SCEPPACERCA Vita diocesana Sabato,5 febbraio 2011 11 Ucid Como. Incontro con monsignor Buzzi. Il rapporto fra paradiso e denaro. P aradiso e denaro. Parrebbero due termini antitetici, a prima vista, come Dio e Mammona. Ne ha parlato con grande scioltezza alla conviviale Ucid un monsignore, la cui carica di Prefetto della Biblioteca Ambrosiana, sembrerebbe lontana da un tema così legato alla attività economica degli imprenditori. Eppure monsignor Franco Buzzi, nato attorno a Como, succeduto al cardinal Gianfranco Ravasi nella Prefettura milanese tanto prestigiosa, ha mostrato una competenza che non si penserebbe in un teologo. E non solo preparazione teorica. Con lui la Biblioteca fondata da San Carlo Borromeo nel 1602 ha avuto un impulso degno di una grande impresa multinazionale, sorprendendo tutti gli uditori e chi gli ha chiesto di parlarne, a margine della conferenza. Non per niente monsignor Buzzi è stato accolto dagli imprenditori Lo schema di preghiera suggerito dal gruppo di lavoro formato da esponenti delle diverse Chiese di Gerusalemme è stato la guida per i due incontri tenuti all’inizio e alla conclusione della “Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani”. Il primo, presso la chiesa evangelica di Como, è stato accompagnato da una riflessione a più voci sul racconto della Pentecoste (At 2,2-11): un pastore pentecostale, una prete ortodosso romeno e uno cattolico, con le Nella conviviale degli imprenditori è stato trattato il tema del rapporto con gli aspetti economici, spesso controversi. almeno dare a prestito ad un banchiere l’unico talento ricevuto, ma per neghittosità e timore del padrone dei talenti non l’ha fatto. Giusto il rimprovero. Qualunque qualità umana di cui si dispone, compresa la ricchezza di beni, è, in primo luogo, un “dono”, di cui si risponde. Quanto al denaro si risponde di come lo si è procurato e di come viene speso. Si tratta di realtà umane proporzionate alla nostra “essenza”, che, già in questa vita temporale è “in paradiso”. Nel senso che è già in relazione intima e reale con Dio-Trinità, data la fratellanza con il Verbo Incarnato (san Giovanni). Pure sant’Agostino, teologo della Trinità ci dice che siamo introdotti nel circuito Trinitario grazie alla Fede. Al di fuori di questa relazione, alla quale tutti siamo chiamati, gli “altri” diventano come “cose”, senza la piena dignità di persone. ambrosiani come loro consulente ecclesiastico . Non contraddizione e non opposizione pregiudiziali tra “paradiso e denaro”. Lo dice chiaramente il Vangelo con varie parabole, tra cui spicca quella dei talenti. In questa non è neppure demonizzato il prestito ad interesse, che tanti problemi etici ha sollevato tra i moralisti medievali. Il meno dotato dei personaggi della parabola avrebbe potuto Il Decalogo viene introdotto a Mosè con l’invito “Ascolta Israele… prima ascolta Dio, poi il prossimo”. Nel trattare con ciascuno dei dipendenti il datore di lavoro deve rispettarne la dignità di fratello, in Dio. Ma c’è dell’altro. Anche nei rapporti mercantili, di scambio, come pure nel rapporto di “manodopera-salario” c’è un elemento di “gratuità”, implicito in ogni relazione umana. Non solo gratuità nelle opere di volontariato, nei servizi resi in ogni famiglia, nella messa in comune dei redditi e delle prestazioni casalinghe. Gratuità che deve essere presente, contemporaneamente alla proporzione tra i valori dei beni scambiati, in ogni relazione mercantile e d’impresa. Dopo la conferenza, infatti, una domanda si è incentrata proprio ✎ commento | Unità dei cristiani a Como loro sensibilità, hanno detto “il significato e il ruolo” dello Spirito Santo nella ricerca e nell’annuncio della Parola: il Verbo di Dio fatto Carne, a tutti gli uomini e per tutti gli uomini “li sentiamo parlare nella nostra lingua”… I canti sono stati tratti dal repertorio valdese. Il secondo, presso la basilica di san Fedele in Como, ha visto il nostro Vescovo Diego, un parroco ortodosso e il pastore valdese presiedere la preghiera (e benedire) parlando ciascuno del brano scelto (At 2, 42 ss.) come tema della Settimana. Monsignor Coletti (emozionato per questo “ritrovarsi”) e il parroco romeno hanno rilevato soprattutto il “modello” di comunità cristiana da ricercare (preghiera, comunione, fraternità…). Il pastore, invece, sulla opportunità di inserire il valore economico dei beni e servizi “gratuiti” nel calcolo del Pil (Prodotto interno lordo nazionale), per rendere meglio la “qualità” della vita, dal punto di vista economico. Già diversi economisti, ed anche alcuni Stati, ritengono necessario un tale cambiamento. Il relatore non ha negato tale prospettiva. Tuttavia ritiene che potrebbe essere sottovalutata la gratuità, che trascende la dimensione semplicemente economica, materiale, delle prestazioni rese nelle famiglie e nelle molteplici attività di autentico volontariato. Altre domande hanno riguardato le nuove prassi dei “bilanci sociali”; le frenesie degli acquisti durante i “saldi”, che non devono esprimersi come “logica dell’accumulo” al di là dei bisogni propri ed altrui. C’è stato chi ha sollevato il problema dell’investimento dei risparmi, in modo che non siano destinati ad attività contrarie al bene sociale. Non è mancato chi ha evidenziato la grave difficoltà a conformarsi ai valori etici espressi nella relazione. Nella risposta a questa decisiva osservazione, che ha concluso la serata, il relatore ha associato monsignor Isidoro Malinverno, consulente ecclesiastico dell’Ucid di Como: occorre superare il “machiavellismo” in Economia come nel Diritto e nella Politica. Tre aspetti della attività umana che devono essere riconciliati con l’etica. Del resto quello che il cristiano può fare si trova nell’esempio di Cristo : si deve cominciare nel proprio ambito… Altrimenti che discepoli siamo? ATTILIO SANGIANI di Roberto Righi ha aggiunto come gli Atti siano lo “sviluppo” della Parola di Dio e quanto siamo “debitori” al popolo eletto, gli Ebrei… In questo caso i canti erano tratti dal repertorio cattolico… con l’anelito al “comune spezzare il pane”, non ancora possibile. Buona è stata la presenza ai due momenti e ci sarà un ulteriore incontro di “conoscenza” agli inizi di giugno presso il Centro Pastorale Cardinal Ferrari in vista della Pentecoste, non rimane che ricordare (è soprattutto un auspicio) che la dimensione ecumenica non è solo un attimo, un momento annuale, ma dovrebbe permeare anche l’aspetto “educativo”, la quotidianità. Il dialogo ecumenico/interreligioso ha almeno quattro dimensioni: la vita concreta, le azioni concordate, gli specialisti e l’esperienza religiosa. I nuovi “parti, medi, elamiti…” sono qui, in mezzo a noi. Fondazione Melazzini a Morbegno. «Genere, identità sessuale, omosessualità» U na domenica di studio sul tema “Genere, identità sessuale, omosessualità”. L’ha organizzata la Fondazione Melazzini il 30 gennaio scorso a Morbegno presso la Sala Ipogea. La Fondazione intitolata agli sposi Anna e Michele Melazzini è nata a Sondrio nel 2005: svolge attività di promozione della cultura cristiana, e vuole valorizzare in particolare la famiglia fondata sul matrimonio. Collabora anche con L’Ufficio Pastorale della Famiglia della Diocesi di Como. In questi anni la Fondazione ha investito molto dal punto di vista finanziario ed organizzativo in un progetto di formazione sulla sessualità con la docenza del prof. Fabio Veglia: a Como e in provincia di Sondrio si sono svolte due edizioni – nel 2007 e nel 2009 - di corsi di educazione sessuale ai quali hanno partecipato circa 200 persone tra educatori, genitori, insegnanti ed operatori sociali a vario livello; a Lecco si è appena concluso un corso per formare formatori con 20 partecipanti. L’invito alla giornata di Morbegno era rivolto a quanti hanno preso parte ai corsi di educazione sessuale, agli operatori di pastorale familiare che hanno frequentato la Scuola diocesana ed agli operatori dei Consultori: erano presenti 170 persone. L’obiettivo - come ha dichiarato in apertura il Presidente della Fondazione Francesco Mazza – era cercare di “integrare il taglio psicologico e la dimensione morale per una comprensione autentica della persona come realtà unificata”. Ed è quanto hanno cercato di fare Giornata di studio L’argomento, complesso e delicato, è stato affrontato dallo psicologo Fabio Veglia e da monsignor Angelo Riva mettendo in evidenza gli aspetti etici, umani, cristiani i due relatori: il prof. Fabio Veglia, psicologo e psicoterapeuta, Professore Straordinario di psicopatologia generale presso l’Università di Torino, e monsignor Angelo Riva, docente di teologia morale presso il Seminario di Como e Vicario Episcopale per la cultura. Partendo l’uno dalla complessità dell’argomento, “difficile, impegnativo, in considerazione anche delle conoscenze scientifiche limitatissime”, l’altro dal “peso, pure liberante, di una tradizione che ci dice cose chiare sul problema dell’omosessualità”. “Noi abbiamo bisogno di identità, cioè di essere noi stessi, e di alterità, perché siamo noi stessi solo in virtù di una relazione con l’altro. Se non si sta bene nella propria identità di genere, se si sta bene solo in una scelta atipica del proprio compagno, che spazio c’è per un progetto d’amore? Stare in un progetto mutilato in qualcosa di fondante, o stare in spazi fuori confine?”. Questa la domanda che si è posto il prof. Veglia in un intervento ricco di spunti cognitivi e di tratti narrativi, che è lo specifico del suo metodo. “L’etica cristiana – ha detto monsignor Riva – porta un elemento eccedente: una volta rivelatosi, in quanto donato, se ne coglie tutta la profonda ragionevolezza e il salto di qualità rispetto all’orizzonte delle culture. Ciò vale anche per la sessualità: il suo valore è così alto, che solo a determinate condizioni può dirsi vera fino in fondo. È un surplus teologico che non possiamo diminuire. Sdoganando, – si è chiesto - facciamo un’operazione di accoglienza dell’umano, o di svendita dell’originale cristiano?”. Quesiti davvero importanti che la giornata di approfondimento ha consegnato alla riflessione dei presenti, unitamente alla qualità di un confronto intellettualmente onesto – ma certamente impossibile da sintetizzare in poche righe – in cui si sono certamente colti il rispetto e la cura condivisi per le persone omosessuali, e il bisogno di studiare e formarsi per capire, aiutare, educare. ELENA CLERICI Giornata del Malato 12 Sabato, 5 febbraio 2011 Appuntamenti ■ In diocesi Giornata del Malato ● Giovedì 11 febbraio si celebra la Giornata Mondiale del Malato ● Un’occasione per riflettere sul valore della sofferenza ● A tutti, anche nella malattia, va garantito il diritto alla vita Como - Ospedale Valduce: S. Messa alle ore 16.30, presiede mons. Angelo Riva Como - Ospedale S. Anna: alle ore 15.30 Rosario a seguire, S. Messa, presiede mons. Italo Mazzoni Como - Villa Aprica: S. Messa alle ore 15.30, presiede mons. Giuliano Zanotta Solbiate, San Carlo Borromeo: S. Messa alle ore 10.00 Cittiglio, Casa Pia Luvini: celebrazione in parrocchia alle ore 15.00, in Ospedale sabato 12. Croce di Menaggio, Ospedale: alle ore 16.00 Rosario, alle ore 16.30 S.Messa. Gravedona, Ospedale: S.Messa domenica 20 febbraio Sondrio - Ospedale: alle ore 7.00 adorazione, alle ore 15.30 Rosario e S. Messa Sondalo, Ospedale: alle ore 16.30 Rosario e alle ore 17.00 S.Messa In sintesi ■ Benedetto XVI Le parole ai sofferenti rivolte dal Santo Padre «Ogni anno, nella ricorrenza della memoria della Beata Vergine di Lourdes, che si celebra l’11 febbraio, la Chiesa propone la Giornata Mondiale del Malato. Tale circostanza, come ha voluto il venerabile Giovanni Paolo II, diventa occasione propizia per riflettere sul mistero della sofferenza e, soprattutto, per rendere più sensibili le nostre comunità e la società civile verso i fratelli e le sorelle malati. Se ogni uomo è nostro fratello, tanto più il debole, il sofferente e il bisognoso di cura devono essere al centro della nostra attenzione, perché nessuno di loro si senta dimenticato o emarginato; infatti la misura dell´umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza e col sofferente. 1. Ho ancora nel cuore il momento in cui, nel corso della visita pastorale a Torino, ho potuto sostare in riflessione e preghiera davanti alla Sacra Sindone, davanti a quel volto sofferente, che ci invita a meditare su Colui che ha portato su di sé la passione dell´uomo di ogni tempo e di ogni luogo, anche le nostre sofferenze, le nostre difficoltà, i nostri peccati. 2. Cari ammalati e sofferenti, è proprio attraverso le piaghe del Cristo che noi possiamo vedere, con occhi di speranza, tutti i mali che affliggono l´umanità. Risorgendo, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice. Alla prepotenza del Male ha opposto l´onnipotenza del suo Amore. Ci ha indicato, allora, che la via della pace e della gioia è l´Amore. Cristo, vincitore della morte, è vivo in mezzo a noi. Dio, la Verità e l´Amore in persona, ha voluto soffrire per noi e con noi; si è fatto uomo per poter com-patire con l´uomo, in modo reale, in carne e sangue. 3. Guardando all’appuntamento di Madrid, nel prossimo agosto 2011, per la Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei rivolgere anche un particolare pensiero ai giovani, specialmente a coloro che vivono l’esperienza della malattia. Spesso la Passione, la Croce di Gesù fanno paura, perché sembrano essere la negazione della vita. In realtà, è esattamente il contrario! La Croce è il “sì” di Dio all´uomo, l’espressione più alta e più intensa del suo amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Dal cuore trafitto di Gesù è sgorgata questa vita divina. 4. Contemplando le piaghe di Gesù il nostro sguardo si rivolge al suo Cuore sacratissimo, in cui si manifesta in sommo grado l´amore di Dio. 5. Desidero esprimere il mio affetto a tutti, sentendomi partecipe delle sofferenze e delle speranze che vivete quotidianamente in unione a Cristo crocifisso e risorto. Insieme a Lui vegli accanto a voi la Vergine Maria, Salute degli infermi e Consolatrice dei sofferenti». «Prima di tutto... la vita». A nni addietro partecipando a riunioni diocesane sulla “Pastorale della salute” abbiamo sentito il bisogno di un progetto. Lavorare con tutti coloro che, da sempre, per vocazione o sensibilità, vivevano, affrontavano “cristianamente” - perciò serenamente e con dedizione - la sofferenza propria e quella dei fratelli era bello, anche se difficoltoso. Da quest’anno l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Sanità propone una triennale programmazione in linea con gli Orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per il decennio in corso. Per il prossimo triennio saranno: anno 2011 – “Prima di tutto… la vita”; anno 2012 – “Curare tutto l’uomo”; anno 2013 – “La salute, un bene di tutti”. Si cercherà di riaffermare che la vita viene prima di tutto, e che ogni sforzo va fatto per promuoverla e tutelarla; l’uomo va accolto come persona e mai come strumento o oggetto e va curato con il rispetto che si deve alla sua dignità di persona. Infine, a tutti gli esseri umani, in quanto esseri umani, vanno garantiti il diritto alla vita, l’accesso alle cure primarie e la miglior tutela possibile della salute, per dovere di giustizia e per testimonianza di carità. Per il 2011 il tema scelto è “Prima di tutto… la vita”. All’inizio di questo percorso tutti, specie noi cristiani, siamo invitati a Pio XII diceva ai malati: “voi sembrate inutili…, ma la vostra realtà veramente è ben diversa e su di essa si posa lo sguardo penetrante di Gesù”. Tutto sta nell’unire, nell’intrecciare la propria sofferenza con quella di Cristo sentendosi tralcio unito alla vite, tralcio che produce i frutti della pianta. Si diventa così corredentori, gioiosi, coscienti operatori di salvezza. Ed il malato potrà allora gridare con l’apostolo: “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo” (san Paolo ai Colossesi). L’uomo, il malato comprende così che si può investire nella sofferenza, nella debolezza… Queste considerazioni sono importanti: “Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo! È un problema serio per ogni individuo. Non ha importanza per me se non esistesse Pechino o se non fosse vero che H2O è la formula chimica dell’acqua. I problemi della mia esistenza non devierebbero di un riconoscere un valore particolare alla vita umana, specie nella disabilità o malattia: e questo per “amore”. È questo il comandamento nuovo: “Tutti parlano di amore, tutti han sempre parlato di amore, ma è Cristo, solo Cristo che ha saputo viverlo e presentarlo in modo nuovo. È questa la novità più sbalorditiva che Cristo ha portato sulla terra e ha consegnato all’uomo perché la portasse avanti con la sua forza, nel suo nome. Il cristianesimo è appunto questo: è l’amore di Cristo che invade la terra e conquista gli uomini” (Andrea Gasparino, Dio è Amore). “Prima di tutto…la vita”: è una affermazione cristiana, ma prima è “un fondamento dell’umano”; perciò tale riconoscimento vale per i credenti e per i non credenti; e vale per l’intero arco della vita, “dal concepimento fino al suo naturale compimento”. È vero: malattia, sofferenza, morte pare che non abbiano un senso, che contraddicano il disegno divino di amore, di bontà. Ma il Figlio di Dio, per amore, si è umanizzato duemila anni fa, proprio perché voleva che l’umanità lo vedesse simile a sé, nella propria carne… Giovanni Paolo II vede nell’evento di duemila anni fa un singolare valore cosmico. Grazie al Verbo il mondo delle creature si presenta come “cosmo”, un universo compiuto, ordinato. In questo contesto le creature hanno una loro parte, tutte, anche i malati che non sono solo “oggetti” di assistenza, ma “soggetti” di azione con specifico apostolato da svolgere. Hanno solo bisogno di essere illuminati. Gesù dice: “Io vengo perché (gli uomini) abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”(Gv 10,10). E ancora: “Rimanete nel mio amore… perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.”(Gv 15,9-11). Noi cristiani siamo invitati a vedere nelle sofferenze offerte dal malato una partecipazione al mistero di Cristo. Giovanni Paolo II, nella “Salvifici doloris” aveva già interpretato Il problema del dolore: “Coloro che partecipano alle sofferenze di Cristo conservano nelle proprie sofferenze una specialissima particella dell’infinito tesoro della redenzione del mondo…”. È importante cogliere questi segni, queste certezze: sofferenza di Cristo – sofferenza dell’uomo; due itinerari, un sol disegno: anche l’uomo partecipa al grande mistero della Redenzione. a cura di ANTONIO LUNARDON Sulla realtà del malato si posa lo sguardo di Gesù millimetro, ma se Gesù Cristo è Dio, e io devo fare le mie scelte, la mia vita ha perduto i suoi sonni tranquilli. Se Gesù Cristo è Dio io so che cos’è la mia esistenza. So che cosa dev’essere la vita e so che cos’è la morte. So dove andare quando il dolore mi distrugge e so chi interrogare nei momenti bui. Se Gesù Cristo è Dio è cessata la disperazione sulla terra. La vita ha uno scopo.”(Andrea Gasparino). È Gesù che ci illumina sul mistero della vita: essa non solo ha valore, ma è valore in se stessa. Anche quando è segnata dalla sofferenza la vita esige la scoperta dei suoi più profondi significati. Il senso della vita nel tempo della malattia può essere cercato e trovato nel desiderio di guarire, di essere curati, di poter guardare al futuro con speranza.; anche nelle malattie inguaribili il senso si ritrova nelle relazioni personali, nell’assaporare piccoli e grandi doni velatamente nascosti tra le piaghe della malattia grazie alla presenza di chi se ne prende cura. “Prima di tutto…la vita”. Per molti la vita moderna, col suo massacrante attivismo, ci distrae dalle realtà trascendenti e veramente importanti; e ci porta a vedere solo ciò che le cose offrono al loro esterno. Il mondo, pur ricco di meraviglie, non è fine a se stesso. Gesù sa leggere nella profondità del nostro cuore inquieto, insoddisfatto ed è venuto in terra per ricordarcelo: “Rallegratevi e giubilate: perché il vostro premio sarà grande nei Cieli”. E nel momento supremo, dell’ultimo addio in terra, stringiamo la mano della persona cara, fissiamo l’immagine del crocefisso e diciamo: “Tienimi per mano, perché passi/ Dal terrore della morte/ All’attesa del mondo che verrà/ All’attesa di Te che sei gioia totale e intramontabile”. Azione cattolica raio b b e f 20 Sabato, 5 febbraio 2011 13 A Como, presso il Collegio Gallio, l’assemblea diocesana elettiva Vivere la fede, amare la vita, in cammino con la Diocesi D omenica 20 febbraio, presso il Collegio Gallio di Como, a partire dalle ore 9.00, avrà luogo l’assemblea diocesana dell’Azione cattolica, che quest’anno avrà – fra gli altri - il compito di eleggere i membri del Consiglio Diocesano per il prossimo triennio. Questo evento costituisce un’occasione preziosa per verificare il percorso che abbiamo compiuto e per tracciare il cammino per i prossimi anni, precisando obiettivi che si tradurranno in progetti, programmi ed attività. Rinnovi delle cariche, valutazione del passato e discernimento sul futuro, esprimono in concreto la “scelta democratica” dell’Azione cattolica, che per l’associazione è una formidabile educazione alla corresponsabilità. L’Assemblea diocesana sarà suddivisa in due parti: la mattina sarà incentrata sulla discussione di un documento assembleare proposto dal Consiglio Diocesano uscente che, in questi giorni, le associazioni parrocchiali stanno esaminando. Il pomeriggio sarà invece dedicato all’ascolto del vescovo monsignor Diego Coletti (presente fin dalla mattina), il quale ci comunicherà il suo pensiero, ci inviterà a raccogliere le sfide che si aprono sul cammino della chiesa diocesana, in particolare quelle che più di altre interpellano il carisma di un’associazione laicale a servizio della chiesa locale. Il documento assembleare è suddiviso in quattro aree tematiche: • La prima area “Fede e spiritualità” rimanda al vivere la fede, trovando in Gesù’ Cristo il riferimento certo prima, di fedeli laici capaci di essere convinti ed autorevoli testimoni dello stile cristiano di stare nel mondo, testimoni cioè della bellezza, della pienezza dell’antropologia cristiana. Questa considerazione rende più che mai attuale la presenza dell’Azione Cattolica, associazione di fedeli laici che ha a cuore la pienezza della vita cristiana, non solo dei propri aderenti, riconoscendo la centralità della qualità della fede cristiana nel contesto culturale contemporaneo, vivendo la relazione fraterna quale irrinunciabile dimensione da vivere nella quotidianità dell’esistenza, servendo la Chiesa nel suo essere sale e luce del mondo, “Mater et Magistra” (Madre e Maestra), “Lumen Gentium” (Luce delle Genti), “Gaudium et Spes” (Gioia e Speranza) per ogni uomo. Riferimenti principali dell’Azione cattolica sono la ricerca e la cura di una autentica vita spirituale, la Chiesa locale, soprattutto nella dimensione diocesana, riferimento per la In questi ultimi mesi alcuni sacerdoti hanno dimostrato una vita del credente, e la rinnovata attenzione per l’Azione Cattolica, esprimendo in pastorale ordinaria, qualche caso il desiderio di reinvestire su questa associazione ambito al tempo nella propria parrocchia oppure chiedendo un aiuto per stesso di formazione animare la proposta di formazione e di aggregazione. e di servizio per A costoro suggeriamo di inviare all’Assemblea Diocesana la vita personale e di Azione Cattolica alcuni laici della parrocchia, in qualità associativa del fedele di “osservatori”. L’AC dà piena disponibilità ad incontrare laico. Il dialogo, parroci e consigli pastorali che lo desiderassero. l’importante esperienza di un discernimento simpatia e fiducia guarda alla profonda comunitario, il azione di rinnovamento in atto nella rapporto e lo scambio tra generazioni, nostra Chiesa di Como, e con profondo la ricchezza che nasce dalla senso di responsabilità, si impegna esperienza di una fede pensata, nella ricerca del più costruttivo, condivisa, verificata nella continuità intelligente ed evangelicamente di un cammino ispirato alle scelte ispirato apporto a tale rinnovamento. dell’interiorità, della responsabilità, Molti segnali mettono in luce che la della fraternità e dell’ecclesialità vita della Chiesa, già oggi ma ancor sono il tesoro prezioso, largamente più nel futuro prossimo, richieda incompreso, che abbiamo il dovere di la presenza di fedeli laici formati conservare, aggiornare e trasmettere non solo per i ministeri ecclesiali alle nuove generazioni. o per la missione apostolica della Chiesa nel mondo ma, forse ancor MARCO ARIGHI Invito alle parrocchie per orientare stabilmente la vita e conquistare un’autentica libertà. • La seconda area riguarda la vita della Chiesa, cioè il Corpo di Cristo, nel quale fondare e sperimentare il vivere la fede. • La terza area concerne la realtà associativa dell’Azione cattolica, un’opzione per noi privilegiata di stare nella Chiesa, con l’umile impegno di servirla da apostoli, oltre che da discepoli. • La quarta area è quella del mondo, luogo teologico di salvezza, nel quale portare e testimoniare la bellezza, la profondità e l’apertura di orizzonti di una vita cristianamente ispirata. L’Azione cattolica della diocesi di Como è consapevole che oggi occorra un rinnovamento dell’annuncio e della testimonianza del messaggio cristiano al mondo contemporaneo. Con PROGRAMMA ■ Il 20 febbraio L’Acr a Campodolcino il 6 febbraio Al Collegio Gallio una giornata molto intensa Una grande festa sulla neve “C iò che conta di più”: è questo il titolo del convegno diocesano dei ragazzi dell’Azione cattolica di quest’anno, che si svolgerà a Campodolcino in Valchiavenna (So) il 6 febbraio. Sarà un’occasione per far festa insieme, con la diocesi, con sentimenti di vicinanza alla Zona. Sarà un convegno sulla neve, pensato per far divertire ancora di più i ragazzi e le loro famiglie. Il mondo dei numeri farà da sfondo a tutte le attività pensate per la giornata, così come propone l’iniziativa annuale nazionale. L’équipe Diocesana dell’Acr ha coinvolto diversi gruppi di educatori nella preparazione dei vari momenti della festa perché sia di tutti e per tutti, bambini, ragazzi e genitori. L’accoglienza avverrà presso il Palazzetto dello sport del paese, dove alcuni educatori, con canti, bans e animazioni, allieteranno l’arrivo. Verrà offerta l’opportunità di ricordare a tutti la figura del beato Luigi Guanella, Si intitola “Vivere la fede, amare la vita - Fare strada con la Chiesa nella nostra diocesi” l’assemblea diocesana elettiva in calendario a Como il prossimo 20 febbraio. Ecco il programma della giornata: Il punto di riferimento della giornata sarà la figura del beato Luigi Guanella: un uomo da conoscere e di cui seguire l’esempio. (Fraciscio di Campodolcino 1842-Como 1915) beatificato nel 1964, che presto diventerà santo: sul percorso verso la Chiesa i ragazzi conosceranno questo esempio di santità, messosi al servizio dei più poveri e che predilisse gli anziani, i ragazzi diversamente abili e quelli abbandonati. Si proseguirà con la festa eucaristica insieme alla comunità e poi il pranzo al sacco nel palazzetto. Nel primo pomeriggio ci si avvierà alla zona adibita ai giochi sulla neve, preparati dagli educatori delle zone della Diocesi. Momento tanto atteso sarà la gara delle slitte: sicuramente faranno… numeri acrobatici! Ci auguriamo la buona riuscita della festa, grazie al contributo di tutti, soprattutto dei ragazzi che vorranno partecipare con la loro voglia di divertirsi. Ecco il programma: • ore 9.30: arrivi, iscrizioni e accoglienza al Palazzetto; • ore 11.00: Santa Messa celebrata da monsignor Giuliano Zanotta, vicario generale della Diocesi; • ore 12.15: pranzo al sacco al Palazzetto; • ore 13.00: giochi sulla neve; • ore 15.00: le slitte dei numeri; • ore 16.00: preghiera, merenda e saluti . Per informazioni e iscrizioni: segreteria diocesana dell’Azione cattolica, telefono 031-265181; e-mail: [email protected]. EQUIPE DIOCESANA ACR ore 9.00: arrivi - accoglienza; ore 9.30: lodi mattutine; ore 10.00: relazione (segue dibattito); ore 12.00: Santa Messa; ore 13.00: pranzo; ore 14.30: mandato ai presidenti territoriali; ore 15.00: proclamazione degli eletti al nuovo Consiglio diocesano; ore 15.30: intervento di monsignor Diego Coletti; ore 16.30: preghiera conclusiva. NOTE Apertura dei seggi per le votazioni dalle ore 11.00 alle ore 14.00. Contributo pranzo: euro 15,00 (per chi prenota entro il 14 febbraio: euro 13,00). Possibilità di consumare la colazione al sacco in un ambiente coperto e al caldo I ragazzi potranno vivere l’esperienza dell’Assemblea diocesana a loro misura: comunicare numero ed età dei ragazzi. Segreteria Ac: telefono 031-265181; e-mail: [email protected] Vita diocesana 14 Sabato, 5 febbraio 2011 Dal 4 al 7 febbraio la visita a Cosio, Regoledo e alla Val Gerola Diocesi Di como Visita Pastorale na lli e t l Va Regoledo in numeri L Diocesi Di como Visita Pastorale a parrocchia di Sant’Ambrogio a Regoledo superano le 3600 persone. Questi partecipano con una certa costanza alle celebrazioni religiose ed alle attività dell’oratorio. La presenza di stranieri non è altissima (intorno ai 275), ma comincia ad essere significativa. Le chiese che vengono normalmente officiate sono quella di Sant’Ambrogio, la parrocchiale, collocata nel centro del paese, vicina a comune, scuole e posta, e quella di Santa Maria, collocata nella zona vicina a Morbegno. Vi sono poi altre chiese minori tra le quali merita citare quella di San Domenico. Vi è da parte dei parrocchiani una certa frequenza ai sacramenti : quasi tutti i bambini vengono battezzati; negli ultimi tempi, tuttavia, risulta alto il numero dei matrimoni civili. Sono presenti le difficoltà del tempo in cui viviamo: l’individualismo, il materialismo, una fede che ha bisogno di essere rinnovata con gioia ed entusiasmo, la testimonianza nella realtà sociale e politica. Cosio Valtellino, una realtà in trasformazione L e parrocchie di Regoledo, Cosio e Sacco sono tutte collocate all’interno del Comune di Cosio Valtellino, che conta 5429 abitanti (sesto per popolazione in Valtellina) ed ha 5 frazioni (Regoledo, Cosio, Piagno, Sacco e Mellarolo). Non è semplice tracciare una descrizione di questo vasto territorio che ha frazioni sia sul piano, che in montagna. Vogliamo perciò soffermarci su alcuni aspetti sociali, che spesso e volentieri vengono trascurati. I nuclei familiari presenti sono 2189. L’incidenza della popolazione sotto i 20 anni è molto vicina al 20% del totale, per contro quella superiore ai 65 anni è al 18%, segno che c’è ancora, seppur di poco, una prevalenza dei giovani rispetto nazionale, ha comunque avuto, nello agli anziani. Prendendo a riferimento stesso periodo, un incremento prossimo il periodo 2003-2010 stiamo assistendo al 250%. 33 sono i paesi d’origine ad una crescita generale del numero rappresentati; da sottolineare però che di persone molto contenuta (+ 4,7%) Marocco e Cina occupano da soli quasi con poco più di 50 nascite all’anno e 40 il 50%. Altro aspetto da evidenziare è decessi. Ciò che colpisce è la crescita il lento ma costante abbandono delle esponenziale del numero di stranieri frazioni montane di Sacco e Mellarolo che, pur essendo ancora ad una bassa (-7,5%) Non esistono dati certi né sulla incidenza (5,2%) rispetto alla media scolarità né sul tipo di impiego della popolazione generale. Da una rilevazione empirica si può però affermare che i giovani che decidono di optare per il percorso universitario è ancora piuttosto basso, forse per una certa facilità d’accesso al mondo del lavoro. Questo dato però è in deciso cambiamento negli ultimi due/tre anni tanto che inizia a destare qualche preoccupazione nelle famiglie. Sul territorio sono presenti diverse attività produttive, artigianali e agricole, la maggior parte delle quali di piccole dimensioni (molte sono ditte individuali). Non si può però non citare le due più grosse realtà che danno lavoro a molti residenti, vale a dire la “Dolciaria Galbusera” e la “Prefabbricati Zecca” che sembrano essere riuscite ad attraversare indenni la crisi economica in atto. Purtroppo altre realtà hanno invece pagato un conto “salato” a questa situazione: la più evidente è la Ditta MC per la quale è in atto la procedura fallimentare e che ha lasciato senza lavoro più di 80 persone nella sola struttura di Regoledo. Al fine di completare il quadro non possiamo però tralasciare gli aspetti positivi di questo paese che vede una realtà del volontariato strutturato molto vivace sotto diversi punti di vista, da quello sociale (ricordiamo la presenza di Fondazione Sansi, Gruppo Primavera, Il Muschio, Gruppo Amici dei Pensionati, Gruppo Alpini, Protezione Civile) a quello culturale (Quadrato Magico, Filarmonica S.Cecilia, Gruppo Teatrale Il Monello) a quello sportivo (10 associazioni presenti). Sono tantissime infine le persone che collaborano dentro le tre parrocchie con spirito creativo che fanno sì che le nostre realtà possono anche essere da esempio per altri. Su tutte citiamo due esperienze significative: la prima, rivolta ma anche gestita dai giovani, è quella dell’Orish Pub di Regoledo che, per più di 6 anni, ha rallegrato in modo sano centinaia di giovani della bassa valle. La seconda è la più che decennale “Festa degli Arrosticini” di Cosio, un esempio di collaborazione, organizzazione e coinvolgimento di volontari. Il Vescovo in Bassa Valtellina. Le chiese e la realtà della parrocchia di Sant’Ambrogio L a parrocchia di Regoledo si estende in quella parte di fondovalle della Valtellina compresa tra Cosio e Morbegno. Con questi due paesi non ha soluzione di continuità, anzi, essendo il secondo un centro di considerevoli dimensioni e ricco di servizi, gli abitanti di Regoledo vi si riversano per molte attività. Le origini della parrocchia sono relativamente recenti, essendo stata eretta nel 1800, quando il paese cominciava ad avere un numero rilevante di abitanti stabili. In quell’anno diventò indipendente dalle più antiche parrocchie di Cosio e Sacco dalle quali fino a quel momento era stata una dipendenza. Questo, però, non vuol dire che fino a quel momento Regoledo non avesse edifici di culto. Tra questi il più antico, che data alla fine del ‘300 o ai primi anni del ‘400, è la chiesetta di San Domenico. Collocata a ridosso della montagna, sulla strada comunale che conduceva a Sacco, essa nasce in ricordo e a consacrazione del beato Domenico da Pisa, un frate domenicano giunto dalla toscana e legato al convento di Sant’Antonio di Morbegno, che aveva scelto un luogo isolato vicino ad una cappelletta dedicata al Crocefisso per il ritiro e la meditazione. La chiesetta, con struttura a capanna e ad un’unica navata, risulta ampliata di sacrestia e campanile, nel periodo a cavallo tra settecento ed ottocento. Al suo interno presenta un affresco cinquecentesco di ottima fattura che risulta ancora più leggibile, nella sua impostazione domenicana, Regoledo di Cosio fotografie di Domenico Moiola dopo il restauro del 2002, voluto fortemente dagli abitanti del paese che a questa chiesa sono molto legati. Settecentesca, nell’attuale struttura, è la chiesa di Santa Maria in Ruscaine, collocata nella zona vicina a Morbegno. Nata probabilmente come chiesa privata della nobile famigli Pellizzari (la chiesa è attigua alla sua abitazione) e spazio cimiteriale destinato ai membri della stessa famiglia, ha in seguito avuto degli ampliamenti per essere usata per l’intera comunità. Al suo interno presenta alcune tele significative, tra le quali una raffigurante San Carlo Borromeo e tre statue lignee di pregio del tardo rinascimento della Madonna, di san Bernardino da Siena e di San Sebastiano. Esisteva poi la chiesa di Sant’Ambrogio, nell’attuale piazza del monumento ai caduti, abbattuta all’inizio del ‘900 per la costruzione dell’omonima parrocchiale. Quest’ultima, costruita poco dopo la metà dell’800 su progetto dell’architetto Cesare Scalcini, ha un struttra tardo neoclassica a pianta centrale. All’interno, presenta una bella volta affrescata con l’allegoria della chiesa da Giovanni Albertella nel 1933.Il catino absidale, con la gloria di Sant’Ambrogio è stato dipinto dal pittore talamonese Giovanni Gavazzeni negli ultimi anni dell’’800. Al suo interno ci sono inoltre alcune opere degne di nota, come una Madonna del rosario di Ippolito Borghese, un trittico ligneo rinascimentale ed un tela con Battesimo di Cristo di Angelo Vaninetti. Negli anni 90 del novecento, per volontà di don Lino Urbani, accanto alla chiesa è stato rifatto l’edificio dell’oratorio, all’interno del quale si trova la bella sala dedicata al beato Pier Giorgio Frassati. Sulla facciata dell’oratorio che guarda la piazza antistante la chiesa è collocato un grande graffito di Glauco Baruzzi che rappresenta l’incontro tra Sant’Ambrogio e l’imperatore Teodosio dopo l’eccidio di Tessalonica. LA PARROCCHIA DI REGOLEDO-SANT’AMBROGIO Vita diocesana ● Domenica 30 gennaio mons. Diego Coletti è tornato in Tremezzina Sabato, 5 febbraio 2011 15 ● Nel pomeriggio l’incontro con la comunità apostolica ● Dal Vescovo un invito a concentrarsi sulla formazione permanente Diocesi Di como Visita Pastorale Il Vescovo a Griante Calendario ■ Parrocchie Gli appuntamenti del Vescovo nelle parrocchie Dal 4 al 6 febbraio: Val Gerola, Regoledo e Cosio; Dall’11 al 13 febbraio: Albaredo, Dazio e Bema; Dal 25 al 27 febbraio: Morbegno; Dal 19 al 20 marzo: Campovico e Desco, Piantedo; Dal 25 al 27 marzo: Caspano-Cevo, Roncaglia-Civo e Mello; Dal 2 al 3 aprile: Traona; Dall’ 8 al 10 aprile: Buglio, Villapinta e Ardenno; Dal 6 al 7 maggio: Nuova Olonio; Dal 20 al 22 maggio: Cercino, Mantello, Cino; Dal 3 al 5 giugno: Sirta, Campo Tartano, Tartano, Talamona; Il 17 e 18 giugno: val Masino (Biolo - Cataeggio e S. Martino) ■ Incontri zonali Diocesi Di como Visita Pastorale Le date degli incontri interparrocchiali Il primo degli i Gli incontri interzonali riguarderanno gli insegnanti della Bassa Valtellina che si incontreranno con il Vescovo venerdì 18 marzo (il luogo dell’incontro è in via di definizione). Sabato 2 aprile a Traona si raduneranno invece i giovani. Il 7 maggio, infine, si ritroveranno a Nuova Olonio i religiosi. ■ Ammalati La visita all’Ospedale di Morbegno e a Nuova Olonio Nella mattinata di venerdì 11 febbraio il Vescovo farà visita alla casa di riposo dei Guanelliani a Nuova Olonio all’interno del complesso Casa Madonna del Lavoro. Nel pomeriggio incontrerà, invece, i degenti e il personale dell’Ospedale Civile di Morbegno. ■ Per la Vita Il 6 febbraio un pomeriggio di preghiera Il 6 febbraio prossimo, in occasione della giornata nazionale per la vita, promossa dalla Cei, il Vescovo Diego Coletti incontrerà nel complesso di S. Giuseppe a Morbegno i fedeli e le famiglie. Un invito particolare è rivolto a tutti i volontari dei Centri di Aiuto alla Vita della diocesi. All’incontro, seguirà un momento di festa. Il tema scelto dai Vescovi è: “educare alla pienezza della vita”. Per tutti i dettagli vedi pagina 8-9 D omenica 30 gennaio il Vescovo, mons. Diego Coletti, già impegnato nella Visita Pastorale della Bassa Valtellina, è tornato in Tremezzina per completare la Visita alla zona, incontrando le parrocchie di Griante e Tremezzo (visita che era iniziata a dicembre con una Messa celebrata tra un impegno e l’altro a Tremezzo). L’intensa giornata si è aperta a Griante con il saluto del sindaco Leandro Bianchi che ha commentato: “La giornata è fredda, speriamo di scaldarla noi coi nostri cuori. Siamo pochi ma forti nel cuore, e nel cuore terremo gli insegnamenti che vorrà donarci”. “Quello che conta è la qualità” ha risposto mons. Coletti; “la qualità della fede e la qualità del nostro amarci gli uni e gli altri”, scambiando poi qualche allegra battuta sulla visita di un… umile vescovo in un luogo di villeggiatura scelto da Papi (Pio XI) e capi di Stato (come Adenauer). Molto partecipata la S. Messa presieduta dal Vescovo e concelebrata dal parroco don Giuseppe Notari e da mons Saverio Xeres che da qualche mese offre il suo aiuto per le celebrazioni festive. Mons. Coletti ha preso le mosse dal Discorso della Montagna per evidenziare come il nostro Dio non sia un “grande gendarme” o un “padrone megagalattico” bensì “un Dio che lava i piedi, che è ricco di misericordia, sta dalla tua parte, e la cui intenzione fondamentale è che tu sia beato”, e la ricetta della felicità sono proprio le Beatitudini, un testo che il cristiano dovrebbe sapere a memoria. Il cristiano infatti è chiamato ad essere fuoco: “dovremmo avere comunità che creano delle epidemie di fede! Non spaventarci davanti ai musulmani, così convinti e radicali, ma testimoniano la bellezza di essere figli e non servi… Non so accettare l’esigenza di erigere muri e di aggredire, perché il focolare di casa è freddo”. Ha rivolto inoltre un particolare ringraziamento a don Giuseppe per la sua testimonianza “di fede e di speranza” pregandolo di offrire la sua sofferenza “in primo luogo per il mio presbiterio e per voi fratelli”. Un grazie “fuori ordinanza” anche ai ministranti tra cui si aspetta che sorga qualche santa vocazione sacerdotale, religiosa, missionaria e, magari, politica. Nel pomeriggio il Vescovo ha incontrato le due comunità nel salone “Teresio Olivelli” di Tremezzo; don Giuseppe ha presentato le due parrocchie come depositarie di forti tradizioni che però cominciano a venir meno, senza però pessimismo perché “ciò che non si vede è più di ciò che si vede”; e don Saverio ha sintetizzato la propria esperienza nelle due parrocchie con un “son contento: sono grato dell’esempio che dà don Giuseppe, e di trovarmi tra gente simpatica”. Davanti alle persone che ha supposto fossero le più attive in parrocchia e le più vicine al loro sacerdote, ovvero quelle che ama chiamare la “Comunità Apostolica”, mons. Coletti ha ricordato che gli Apostoli non ebbero vita facile e non furono chiamati “per essere al di sopra degli altri”, perchè lo scopo della vita di un cristiano non è salvare se stesso: “se siete qui è perché lo Spirito vi ha messo in cuore di fare qualcosa di buono per gli altri”. Ha poi evidenziato la necessità di una formazione permanente (non solo intellettuale, ma che nutra l’anima attraverso la Parola), del sostegno alla famiglia, della quotidianità dell’impegno cristiano. Quella del cristiano dev’essere “una vita, come una spugna nell’acqua, tutta intrisa di vangelo”. Al termine dei Vespri cantati nella parrocchiale di S.Lorenzo, le due comunità hanno voluto donare al loro Pastore fiori e prodotti tipici locali. GIGLIOLA FOGLIA Griante e Tremezzo: le persone, la fede e le chiese GRIANTE P oco più di 700 anime, Griante (dal celtico Grian-tir “terra del sole” o secondo altri dal francese riant “ridente”) si stringe attorno alla parrocchiale dei SS. Nabore e Felice martiri, di antica origine; altre chiese sono la novecentesca S. Giuseppe in frazione Maiolica; S. Rocco in frazione Carsolina; il veneratissimo Santuario della Beata Vergine delle Grazie sul Sasso di San Martino, che si raggiunge per una mulattiera costellata da moderne cappelle dei Misteri del Rosario a cui si unisce l’antica Cappella di S. Carlo restaurata dagli Alpini. Ritrovamenti di epoca bizantina sul pianoro del Santuario, da cui si scorgono i tre rami del lago, testimoniano l’antichità dell’insediamento in zona. In frazione Maiolica si trova anche la Chiesa dell’Ascensione, una delle prime chiese anglicane costruite in Lombardia, aperta da maggio a settembre per il culto della confessione anglicana ed episcopale d’America. TREMEZZO C irca 1300 abitanti, anche Tremezzo ha origine antica ed è citata nelle fonti sulla Guerra Decennale tra Como e Milano (11181127). Ben sette le sue chiese: la parrocchiale dedicata a S. Lorenzo e all’Immacolata; S. Bartolomeo di origine romanica; SS. Pietro e Paolo in frazione Volesio; SS. Rocco e Antonio in frazione Viano; il Santuario della Madonna Nera in frazione Rogaro (S.Maria Einsiedeln o Madonna degli Eremiti); la Cappella della Madonna di Panoort eretta recentemente dagli Alpini e dedicata a Maria Regina Pacis e a don Carlo Gnocchi; inoltre la Cappella Sommariva annessa a Villa Carlotta. PastoraleDelLavoro 16 Sabato, 5 febbraio 2011 Pensare ad un’economia a misura d’uomo La dottrina sociale della Chiesa, partendo dall’affermarzione della centralità della persona, offre validi orientamenti Nella “Caritas in veritate” il Papa ci offre gli strumenti per orientare l’attuale complessa situazione verso lo sviluppo umano integrale C i sono avvenimenti di natura sindacale che, per la loro portata, hanno in sé un significato che va oltre l’avvenimento stesso. Prendiamo, ad esempio, il referendum del 14 gennaio alla FIAT di Mirafiori. C’era grande attesa per il risultato perché in virtù dello stesso l’azienda avrebbe deciso in quale luogo fare i nuovi investimenti. I giorni precedenti il referendum furono giorni in cui le posizioni del sì e del no all’accordo si contrapposero tra loro. Il dibattito pose sul tappeto questioni che in questi ultimi tempi si son fatte sempre più acute a seguito della crisi economica e la globalizzazione, con le sue dinamiche, ad esempio velocità sempre più celeri dei trasporti e delle informazioni. In sintesi possiamo dire che due erano le questioni a confronto: la delocalizzazione e l’occupazione; in altri termini, l’insediamento dei sistemi produttivi là dove economicamente è più redditizio per l’azienda e la difesa dei diritti dei lavoratori. Sono due esigenze che nel caso della vertenza Fiat Mirafiori, come in altri casi, si sono contrapposte come se fossero inconciliabili. E l’accordo raggiunto tra azienda Fiat e alcune organizzazioni sindacali è parso a molti un compromesso necessario, senza però risolvere il conflitto. ● I suoi obiettivi non possono fermarsi al semplice profitto Cosa ha messo in risalto il caso Fiat? Che la complessa organizzazione del lavoro produttivo, così come si era venuta a costituire prima della crisi, deve essere ripensata. Se infatti prima del 2008 anche di fronte alla delocalizzazione l’occupazione nei paesi di vecchia industrializzazione teneva, con l’avvento della crisi essa non tiene più. Là dove ci sono segni di ripresa produttiva, non ci sono segnali significanti di ripresa occupazionale. Abbiamo sentito dire molte volte che occorre un modo nuovo di gestire l’economia, ma purtroppo agli auspici non sono succeduti i tanto sospirati cambiamenti. Quello che fa più pensare è il fatto che in queste vicende, eccetto eccezioni lodevoli, il mondo cattolico sembra quasi che si sia estraniato, non faccendo sentire una sua proposta, limitandosi a schierarsi da una parte o dall’altra. A questo punto è opportuno ripensare a quanto Paolo VI scrive nella lettera apostolica “Octogesima Adveniens: “Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili del Vangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento della Chiesa, … individuare … le scelte e gli impegni che conviene prendere per operare le trasformazioni sociali,politiche ed economiche che si palesano urgenti e necessarie in molti casi (n. 4). Siamo nel 1971, Paolo VI sentì il dovere di sollecitare le comunità parrocchiali ad impegnarsi per un rinnovamento dell’economia che creasse uno sviluppo a misura d’uomo. Oggi di fronte a questa rivoluzione economica Papa Benedetto XVI nella sua enciclica “Caritas in veritate” ci dà strumenti per orientare l’attuale confusa e complessa situazione verso lo sviluppo umano integrale. La dottrina sociale della Chiesa, partendo dall’affermazione della centralità della persona, fornisce anche oggi molti validi orientamenti per pensare una economia a misura d’uomo. Non si inizia da zero. Lo ha dimostrato in un recente incontro alla scuola sociale il prof. Zamagni illustrando i contenuti dell’economia sociale. Le comunità non perdano tempo, hanno a loro disposizione alcune indicazioni preziose, non pecchino di omissione. PAGINA A CURA DELL’UFFICIO DIOCESANO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO ● Non solo un insieme di ● La necessità di offrire macchine, ma persone agli uomini occasioni che producono un bene di dignità Impresa, comunità di uomini in cammino N on sembri monotono avere sempre come riferimento, oggi, per una riflessione di carattere sociale ed economico la crisi. La necessità di uscirne al più presto ha messo e continua a mettere in moto una serie di riflessioni e proposte. Quelle che maggiormente tengono campo sono orientate ad individuare le modalità nuove capaci di dare slancio alla produzione. E’ ovvio che il soggetto a cui viene prestata maggiormente attenzione è l’azienda e di conseguenza il compito dell’imprenditore. Un valido contributo lo possiamo trovare nell’enciclica Centesimus Annus : “Scopo dell’impresa, infatti, non è semplicemente la produzione del profitto, bensì l’esistenza stessa dell’impresa come comunità di uomini che, in modo diverso, perseguono il soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni e costituiscono un particolare gruppo al servizio dell’intera società” (n.35). Papa Giovanni Paolo II non demonizza il profitto, ma gli dà una finalità: essere la ricchezza necessaria perché tutti gli attori coinvolti, secondo i propri ruoli, nelle attività dell’azienda, possano soddisfare i propri fondamentali bisogni. Si può ben dire che una funzione della azienda è quella di creare ricchezza, ma attenzione, non solo per qualcuno, ma per tutti i soggetti attivi che hanno preso parte allo sviluppo dell’azienda. Sempre stando alle parole del Papa l’impresa ha anche una funzione sociale, che ben si sposa con la precedente. Essa si pone come opportunità per i vari soggetti operando in rete di dar vita ad una comunità, dice sempre il Papa, di uomini. Egli pone ancora una volta al centro di tutto la persona umana. L’azienda non è una struttura composta da un insieme di macchine utensili che ben progettate e collegate tra loro producono un bene la cui vendita procura un vantaggio economico solo per alcuni. E’ una comunità di persone che all’unisono si prefiggono di produrre un bene utile per gli uomini, soddisfacendo i loro fondamentali bisogni e nello stesso tempo anche soddisfa chi ha prodotto il bene grazie alla sua capacità di’utilizzare adeguatamente gli opportuni strumenti. E’ azzardato dire che nell’azienda tutti, pur con modalità diverse, devono aver un anima imprenditoriale? Questo è il motivo per cui nell’azienda ogni persona deve essere valorizzata e apprezzata, e per la persona diventa motivo e dovere di valorizzare i talenti intellettuali e manuali di cui Dio lo ha dotato. E ciò che fa interagire le singole persone è il desiderio di offrire al mercato, meglio dire agli uomini, quei beni necessari per una dignitosa vita quotidiana. Una rete che faccia interagire i vari soggetti perché possa essere denominata comunità di uomini deve essere aperta al dialogo. E il vero dialogo rifiuta che qualcun si ponga di fronte all’altro mostrando i suoi muscoli, esige un animo aperto alla fraternità, a vedere l’altro un soggetto di pari dignità e valore perché agli occhi di Dio l’altro ha la sua stessa importanza. E in tutto questo, la crisi? Si sta avviando al suo sciogliersi. un modo responsabile di intendere l’impresa L a scintilla individuale dell’imprenditorialità deve fondarsi su un’etica economica che convogli le iniziative verso le necessità della collettività. Le attuali dinamiche economiche internazionali, caratterizzate da gravi distorsioni e disfunzioni, richiedono profondi cambiamenti anche nel modo di intendere l’impresa. Uno dei rischi maggiori è senz’altro che l’impresa risponda quasi esclusivamente a chi in essa investe e finisca così per ridurre la sua valenza sociale. Inoltre la cosiddetta delocalizzazione dell’attività produttiva può attenuare nell’imprenditore il senso di responsabilità nei confronti di portatori di interessi, quali i lavoratori, i fornitori, i consumatori, l’ambiente naturale e la società circostante, a vantaggio degli azionisti, che non essendo legati a uno spazio specifico, possono godere di una straordinaria mobilità e libertà di azione. È però anche vero che si sta dilatando la consapevolezza circa la necessità di una più ampia “responsabilità sociale” dell’impresa. Anche se le impostazioni etiche che guidano oggi il dibattito sulla responsabilità sociale dell’impresa non sono tutte accettabili secondo la prospettiva della dottrina sociale della Chiesa, è un fatto che si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione dell’impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell’impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento. Se da un lato la delocalizzazione aumenta la competitività dell’attività produttiva, dall’altro accresce la disoccupazione ed equivale ad un costo sociale a carico della collettività. La delocalizzazione non va sempre identificata con lo sfruttamento, però il sottile confine tra diritto alla minimizzazione dei costi e sfruttamento deve essere un argomento di cui l’universo della politica e del diritto si deve far carico. Paolo VI invitava a valutare seriamente il danno che il trasferimento all’estero di capitali ad esclusivo vantaggio del profitto può produrre alla propria Nazione. Giovanni Paolo II avvertiva che investire ha sempre un significato morale, oltre che economico. Tutto questo è valido anche oggi, nonostante che il mercato dei capitali sia stato fortemente liberalizzato e le moderne mentalità tecnologiche possano indurre a pensare che investire sia solo un fatto tecnico e non anche umano ed etico. Non c’è motivo per negare che un certo capitale possa fare del bene, se investito all’estero piuttosto che in patria. Devono però essere fatti salvi i vincoli di giustizia, tenendo anche conto di come quel capitale si è formato e dei danni alle persone che comporterà il suo mancato impiego nei luoghi in cui esso è stato generato. Bisogna evitare che il motivo per l’impiego delle risorse finanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di breve termine, e non anche la sostenibilità dell’impresa a lungo termine, il suo puntuale servizio all’economia reale e l’attenzione alla promozione, in modo adeguato ed opportuno, di iniziative economiche anche nei Paesi bisognosi di sviluppo. Non c’è nemmeno motivo di negare che la delocalizzazione, quando comporta investimenti e formazione, possa fare del bene alle popolazioni del Paese che la ospita. Il lavoro e la conoscenza tecnica sono un bisogno universale. Non è però lecito delocalizzare solo per godere di particolari condizioni di favore, o peggio per sfruttamento, senza apportare alla società locale un vero contributo per la nascita di un robusto sistema produttivo e sociale, fattore imprescindibile di sviluppo stabile. ComoCronaca Sabato, 5 febbraio 2011 17 Notizie flash ■ Shoah Se ne è parlato a Milano nell’ambito del “Tavolo dell’Aria” PM10, i dati dicono che a Como l’aria migliora Storia di famiglie. Si raccolgono materiali Foto William i r e v l po Dall’analisi dei numeri, che coprono un arco temporale che va dal 2002 al 2010, emerge per il capoluogo lariano una situazione di progressivo miglioramento P er motivi meteorologici, salvo rare eccezioni, a Como il mese di gennaio è da sempre quello più sensibile al fenomeno dell’inquinamento atmosferico, soprattutto da parte delle Pm 10, le polveri sottili. Anche il primo mese del 2011 ha portato con sé dibattiti e discussioni, in tutto il territorio regionale, su come contrastare questo fenomeno che ha portato Milano alla decisione di adottare il blocco del traffico, decisione cui Como non ha aderito. Sulla “salute” dell’aria che respiriamo in città interessanti sono i dati distribuiti nel corso dell’ultimo Tavolo dell’Aria che si è svolto a Milano ed al quale ha preso parte anche l’assessore all’Ambiente del Comune di Como, Diego Peverelli. Dall’analisi dei dati, che coprono un arco temporale che va dal 2002 al 2010, emerge per la nostra città una situazione in miglioramento nel corso del Ucid ■ 7 febbraio Ichino e il futuro del lavoro in Italia Lunedì 7 febbraio, alle ore 19.30, presso l’Albergo Ristorante “Palace Hotel” di Como in Viale Lungo Lario Trieste, l’Ucid di Como incontrerà il prof. Pietro Ichino, professore ordinario di Diritto del lavoro all’Università degli Studi di Milano e fondatore del Dipartimento di studi del Lavoro e del Welfare, nella sua tradizionale riunione conviviale. Inchino terrà una relazione sul tema: “il futuro del lavoro in Italia”. Quale riforma del diritto del lavoro per ridare spazio e credito ai giovani nel tessuto produttivo? Quali relazioni industriali dopo la vicenda Fiat? A questi e altri interrogativi si cercherà di dare risposta, con l’aiuto del relatore. Per gli invitati non soci è richiesto l’importo di 40 euro. tempo e che pone, inoltre, Como tra i capoluoghi lombardi che soffrono meno dell’inquinamento atmosferico da Pm10. Nelle statistiche sulla media di Pm10 nell’aria tra il 2002 ed il 2010 nel periodo 1-24 gennaio, arco di tempo tra i più sensibili dell’anno per gli effetti delle polveri sottili nell’aria (tempo solitamente freddo e secco, stabilità nel riciclo dell’aria, impianti di riscaldamento al massimo), a Como la media si attesta a 58 µgr/m³ contro i 60 di Milano, i 62 di Busto Arsizio, i 61 di Bergamo ed i 63 di Brescia. Per quanto concerne il numero di giorni di superamento della soglia di criticità (58 µgr/ m³), sempre nel periodo compreso 1-24 gennaio, questi si attestano a quota 13, come Milano (14 a Busto Arsizio, 17 a Bergamo e Brescia). I livelli massimi di concentrazione di Pm10 sempre in questo periodo a Como hanno toccato, l’anno scorso, quota 82: un dato ben al di sotto di quanto si è riscontrato a Milano, Brescia, Bergamo e Busto Arsizio, località dove si è superata abbondantemente quota 100. Le statistiche, invece, relative alla media annuale (che fissa il limite di criticità non più a 50 bensì a µgr/m³) a Como, nel 2010, i giorni di superamento della soglia fissata dalle direttive comunitarie sono stati 42. Solo a Lecco (40) e Sondrio (36) si è verificata una situazione migliore. Anche in questo caso il numero di giorni è in decisa diminuzione rispetto al passato. Al di sotto della soglia di criticità è invece la statistica sulla presenza media annuale di Pm10 nell’aria. L’anno scorso tale media è stata pari a 32 µgr/ m³. «Come ho già avuto modo di ribadire certo a Como non si respirano “violette” - dichiara Peverelli - però la situazione non è certo tragica. è in miglioramento costante da anni e questo vuol dire che, nel complesso, le politiche regionali in materia di qualità dell’aria stanno dando qualche risultato». L’analisi europea vede l’Italia tra le Nazioni più esposte a questo fenomeno che colpisce soprattutto Anche la Prefettura di Como aderisce all’iniziativa “Storia di famiglie” promossa dal Comitato nazionale di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah - rilanciando, anche nel Comasco, l’invito ai cittadini a cercare e a raccogliere materiale da destinare ai musei della Shoah e dell’Ebraismo di Roma e Ferrara, nonché al Centro di Documentazione Ebraica di Milano. Tutti i materiali raccolti in provincia potranno essere consegnati in Prefettura dal 27 gennaio al 30 giugno 2011, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12. I materiali raccolti saranno quindi trasferiti da Poste italiane presso l’Archivio centrale dello Stato in Roma, dove una commissione di esperti, appositamente designata vaglierà i beni, selezionerà quelli di maggiore interesse e li consegnerà ai Musei che ne acquisiranno la proprietà. Per informazioni: dott. Corrado Conforto Galli tel. 031-3171 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.. il sud della Spagna, della Svezia, nonché la totalità del territorio nazionale di Grecia, Romania, Bulgaria, Lettonia e Benelux. Da segnalare che solo piccole porzioni di territorio di Germania e Francia soffrono di questo problema. Ma cosa ha intenzione di fare Como per il futuro? «Innanzitutto dobbiamo aumentare i controlli sugli autoveicoli euro 0, 1 e diesel euro 2 e portare almeno al 5% i controlli sulle caldaie – ha concluso Peverelli -. Su questo punto mi impegnerò personalmente a trovare le risorse affinché tale obiettivo possa essere al più presto perseguito. Altri benefici saranno portati sicuramente dal Piano del Traffico e della Sosta». Infatti anche per Como occorrono nuove misure per contrare l’inquinamento atmosferico. Non dobbiamo infatti dimenticarci che, dal 2013, i rilevamenti di Pm 10 saranno sostituiti dal riscontro nell’aria di polveri ancora più fini, le Pm 2.5 sul rilevamento delle quali l’Unione Europea non ha ancora fissato dei limiti precisi. LUIGI CLERICI ■ Unione ciechi Ritorna la “Cena al buio” il 26 febbraio L’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, Sezione di Como presenta anche quest’anno l’iniziativa “Cena al buio”. L’appuntamento è per sabato 26 febbraio, alle ore 19, presso la sede della Cà d’Industria, in via Brambilla 61, a Como (parcheggio interno). L’ingresso costerà 32 euro. Visto il numero limitato la prenotazione è obbligatoria. Per chi fosse interessato l’Unione invita a rivolgersi in Sezione, telefonando al numero 031570565, segnalando anche eventuali intolleranze ed allergie alimentari. ■ In funzione dal 24 gennaio scorso Dogana on line a Como D oveva essere l’avvio di una nuova e più rapida procedura legata all’import/export ma gli inizi del nuovo servizio “Dogana on line”, sistema telematico che svolge queste procedure e che controlla in automatico la sicurezza delle merci (nonché difende gli operatori dalla concorrenza sleale), è stata piuttosto in “salita”. Il sistema è entrato in funzione lunedì 24 gennaio e, come per la maggior parte delle novità tecnologiche, si sono verificati più disagi che benefici con il pc che dà il via libera o ferma il transito delle merci che funziona a “corrente alternata”. Con la crescita dei transiti ai due valichi commerciali di Como, quello autostradale di Chiasso Brogeda e quello di Bizzarone, il nuovo sistema dovrebbe, una volta superato questo impasse iniziale, assicurare benefici: transito più agevole della moltitudine di tir in transito (con diminuzione dei livelli di smog emessi), molto spesso distribuiti in lunghe colonne con ripercussioni sul traffico a Como Nord (Ponte Chiasso) e sud (Lazzago e Breccia). I disagi riscontrati nel nuovo sistema doganale la scorsa settimana hanno ricordato agli operatori gli effetti dell’entrata in funzione, nel 2006, del sistema Aidda, per la gestione delle operazioni doganali telematiche, che si rivelò come un vero disastro. Il computer principale si bloccò e per calmare gli animi dovette arrivare a Como addirittura un direttore generale dell’Agenzia delle Dogane inviato direttamente da Roma. L’attuale sistema prevede che a seconda della merce e della destinazione, la documentazione relativa non deve più essere consegnata manualmente (o inviata via fax) agli uffici doganali di Como che, a loro volta, danno il loro assenso o meno al transito del camion. I dati vengono inseriti direttamente nel computer. Il file viene analizzato dal computer centrale che in pochi minuti dà il suo assenso al transito oppure richiede un controllo. l.cl. ComoCronaca 18 Sabato, 5 febbraio 2011 Povertà. Nostra intervista a padre Giuseppe Turati È partito alla volta di Roma la scorsa settimana, dopo trent’anni spesi al servizio della carità, presso la Casa della Missione di Como. Padre Giuseppe Turati è stato chiamato a rivestire il compito di segretario generale della Congregazione della Missione, presso gli uffici che la Congregazione ha nella Curia Generalizia di Roma. Il suo compito sarà quello di tenere i contatti con le Province distribuite in tutto il mondo, svolgendo un lavoro di sostegno all’attività e alla progettualità che i padri della Missione svolgono nei cinque continenti. È partito in silenzio, senza clamore, com’è stato il suo stile in questi anni. Una presenza attenta e assidua, la sua, condotta con umiltà e caparbietà a servizio degli ultimi. E, poco prima di lasciare la città, non è mancata anche l’occasione per lasciare un ultimo segno, l’inaugurazione della Mensa Solidale di via Lambertenghi 2, che sarà gestita dai padri della Missione e offrirà un pasto caldo, al prezzo di tre euro, dal martedì al sabato, a persone in stato di disagio economico, anche temporaneo. Proprio in quel contesto, a lui più familiare, abbiamo raccolto da padre Turati alcune battute che ci hanno permesso di tracciare un pur breve bilancio della sua vita comasca. Padre Turati ricorda quando è arrivato a Como e che realtà vi ha trovato? «Sono arrivato in città nel 1980. Vi ho trovato la presenza di una povertà piuttosto tradizionale, vale a dire 15-20 clochard che, per le ragioni più varie, vagavano privi di una residenza stabile. Si trattava dell’espressione di un disagio che esprimeva un bisogno forse meno complesso rispetto ad oggi, in risposta del quale non occorrevano grosse risorse. La presenza di un dormitorio pubblico, assicurato dall’Ozanam, e di un servizio mensa permettevano, così, di andare incontro alle principali necessità espresse da questa gente». Come ha visto, nel tempo, cambiare il mondo della povertà cittadina? «È stato un progressivo Trent’anni sul filo della carità Padre Turati, al centro, tra Roberto Bernasconi, direttore della Caritas diocesana, e il sindaco di como Stefano bruni Lo abbiamo incontrato per tratteggiare un bilancio del servizio dei Padri della Missione crescendo di complessità. A partire dagli anni Novanta ai più classici clochard si sono aggiunti tossicodipendenti o alcoldipendenti, persone in condizione di disagio psichico, stranieri. Ed ecco che, in pochi anni, da una ventina di persone in grave stato di bisogno si è passati a 80-100. Se, una volta, la povertà era dunque circoscrivibile a pochi sfortunati, con il trascorrere del tempo ci siamo accorti come questa condizione sia andata, via via, investendo anche persone e famiglie più comunemente definite “normali”. Penso alla famiglia che si trova ad aver a che fare con un figlio tossicodipendente o con grossi problemi psichici. Ultimamente la stessa crisi economica ci ha confermato, una volta di più, come il disagio economico, psicologico, sociale, rappresenti un rischio per le categorie più diverse». Com’è cambiato, negli anni, il modello di risposta ai bisogni Nuovo corso espressi da queste persone da parte della Casa della Missione di Como? «All’epoca i padri vincenziani erogavano un servizio mensa festiva in via Lambertenghi, mentre durante la settimana questo servizio era svolto in via Tatti dalle suore di S. Vincenzo. Presso i locali di proprietà della Casa davamo, inoltre, ospitalità a una trentina di lavoratori italiani (postali, ferrovieri, bidelli) in buona parte provenienti dal sud, accolti con un affitto irrisorio, il che permetteva loro l’invio di parte degli stipendi percepiti alle famiglie. Nel tempo, per problemi di natura economica, siamo stati costretti a sospendere questo tipo di servizio. Negli anni Novanta, beneficiando anche di un aiuto economico dovuto alla legge Martelli, ci siamo orientati ad accogliere lavoratori stranieri, con la collaborazione delle Acli. Nell’arco di un decennio siamo riusciti ad ospitarne circa una quarantina. Successivamente si è posto il problema di offrire uno spazio intermedio di reinserimento sociale a persone uscite dal carcere. Con la Casa Circondariale e il Comune si è dunque predisposto un progetto di accoglienza che prevedesse la creazione di spazi abitativi per donne in uscita dal Bassone o che dovessero beneficiare di misure alternative alla pena. Progetto che permettesse, inoltre, di accompagnarle nella ricerca di un lavoro e nella individuazione di una sistemazione abitativa più stabile. La recente attivazione della mensa solidale è l’ultima tappa di un lungo cammino condotto sul fronte dell’offerta di aiuto a chi si trova in difficoltà». Progetti spesso condotti con Comune, Caritas e altre realtà del territorio. I risultati ottenuti, sono la conferma che, alla fine, la “rete” paga… «Certamente sì, anche se la via della rete rappresenta un percorso non sempre facile. Si tratta, in ogni caso, di una fatica che merita di essere fatta. Lavorare insieme significa completarsi a vicenda, imparare gli uni dagli altri. È la modalità giusta per rispondere in misura più adeguata ai bisogni espressi. Il mio incoraggiamento è a continuare lungo questa strada. Fino ad oggi la Casa della Missione ha lavorato con questo stile sia all’interno della famiglia vincenziana - già di per sé realtà molto diversificata (ne fanno parte la Società di San Vincenzo, i Gruppi di Volontariato Vincenziano, le Vincenziane, le Figlie della Carità, i Padri della Missione e le Suore Nazarene) - sia all’esterno». Che cosa lascia a Como? «Un po’ del mio cuore e, spero, anche uno stile, una metodologia di lavoro, per tanti miei collaboratori, che porteranno avanti le opere che, in questi anni, ho avviato o che ho trovato e concorso a sostenere». marco gatti Quattro incontri, presso il Centro C. Ferrari di Como promossi da diverse realtà del territtorio Volontari per la solidarietà V olontari per la solidarietà, l’11 febbraio prossimo prende il via un nuovo percorso di formazione promosso da inMENSAmente, Caritas Como, Centro di Ascolto di Cantù, Centro di Ascolto di Erba, Centro Servizi per il Volontariato con il contributo di Provincia di Como Settore Servizi Sociali, Sanità, Pari opportunità. Tutto nasce una notte d’estate in cui i volontari delle diverse realtà che a Como si occupano di solidarietà raccolgono i dati per la ricerca-intervento di Caritas: “In (ri)cerca di dimora”. Un lavoro finalizzato non solo ad approfondire la realtà delle persone in difficoltà, ma anche a ragionare in termini di cambiamento sociale e di coinvolgimento del territorio. Il corso ha lo scopo di offrire spunti di approfondimento per un servizio prezioso al territorio. Ecco il programma: 11 febbraio “Il fenomeno dell’emarginazio- ne”. Elementi di conoscenza e comprensione circa il fenomeno dell’emarginazione e della povertà, quali sono i fattori di cambiamento e trasformazione e quali gli elementi di complessità e i nuovi bisogni. Formatore: Paolo Pezzana, presidente della fio.PSD (Federazione Italiana organismi persone senza dimora). 18 febbraio “La persona senza dimora”. Un approfondimento della realtà dell’homelessness attraverso l’analisi dei percorsi interni (psicologia della persona senza dimora) ed esterni (strategie di sopravvivenza, relazioni con il contesto sociale...). Formatore: Raffaele Gnocchi, Caritas Ambrosiana. 4 marzo “La relazione d’aiuto”. Verso un servizio non centrato su un modello “assistenzialista”, diretto a produrre servizi e prestazioni, ma fondato sulla relazione con le persone in quanto contenitore di ogni prestazione. Formatrice: Pierluigia Verga, psicologa e consulente del CSV. 11 marzo “Volontariato ed emarginazione”. Il valore sociale e il senso del volontariato in questo ambito. Le motivazioni al volontariato. Formatore: Giuliano Arrigoni, psicologo clinico e formatore. La partecipazione al percorso di formazione è gratuita. Sede: Centro Cardinal Ferrari, via Cesare Battisti 8 Como ore 21.00. La sala è accessibile a persone con disabilità. Il modulo scaricabile qui sotto è da restituire compilato a: Centro Servizi per il Volontariato, Via Col di Lana, 5 - 22100 Como. Tel. 031.301800; fax 031-2759727; [email protected]. ComoCronaca Sabato, 5 febbraio 2011 19 Carceri: non si può più aspettare C’ Foto William era anche una rappresentanza della Polizia Penitenziaria comasca, la scorsa settimana, in piazza, a Milano, per manifestare, davanti alla Prefettura ed al Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, contro la grave situazione di disagio e degrado in cui versano le carceri lombarde. Ha così raggiunto il suo apice uno stato di agitazione proclamato in data 15 dicembre 2011, con una lettera diretta al Ministro della Giustizia e con l’esposizione di bandiere e striscioni fuori dagli istituti in segno di protesta, iniziativa promossa da tutte le organizzazioni sindacali regionali di categoria per evidenziare il disagio degli appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria, al fine di affrontare le varie questioni sul tappeto che interessano le condizioni del personale, oltre, le criticità del servizio istituzionale nelle strutture detentive della Regione. «La condizione emergenziale degli istituti di pena della Regione - spiega Massimo Corti, segretario generale Cisl Federazione Nazionale Sicurezza, Como - dimostra ampiamente che il dettato costituzionale non è rispettato e che quindi tutte le strutture penitenziarie sono sostanzialmente fuori legge, testimoniando lo svilimento della civiltà del nostro Paese». Tra gli istituti in sofferenza c’è, ovviamente anche la Casa Circondariale di Como - che «di fatto - continua Corti - vive un processo di irreversibile degrado e abbandono con evidenti carenze igienico sanitarie: piove dai tetti in alcune zone detentive; umidità diffusa in pareti e soffitti, grazie ai soventi guasti idrici; soffitti e pareti con marcescenza diffusa e distacco di intonaci; impianto d’illuminazione esterno non funzionante al 70% , con pali lampioni pericolanti; mezzi di trasporto vecchi e obsoleti, struttura detentiva che necessita di interventi straordinari e urgenti». Tragico ed impietoso bollettino delle carceri italiane: gli istituti a fronte di una capienza di 44.218 ospitano circa 70.000 detenuti di cui il 40% stranieri. In Lombardia i posti disponibili sono 5.353 e oggi sono ristretti più di 9.845 persone, di cui 4.200 sono stranieri. Bollettino che addirittura diventa macabro quando si analizzano i dati degli eventi critici del 2010: 66 suicidi in cella; 1.134 tentanti suicidi; 5.603 atti di autolesionismo; 3.462 aggressioni ecc… «La pianta organica della Polizia Penitenziaria della Lombardia- continua Corti -è pari 5.353, con una carenza di circa 1.200 agenti dalla pianta organica prevista. Nella struttura comasca, di fatto, sono previste nella pianta organica 308 unità di Polizia Penitenziaria, ma in realtà lavorano 234 unità, quindi ben 74 Agenti in meno. Taluna gravissima inadeguatezza, depaupera ulteriormente la Polizia Penitenziaria che è costretta in molteplici casi ad assolvere compiti differenti dal proprio per sostituire le figure professionali mancanti.I dati appena citati, freddi e impietosi mettono a nudo la forte criticità del sistema e la necessità di trovare misure eccezionali per fronteggiare la grave situazione. Le iniziative assunte dal Ministro Alfano per delineare un programma di intervento straordinario che prevede nuove strutture faranno solo aumentare di circa 3.000 i posti letto in tutta regione. Inoltre, il programma prevedeva l’assunzione di 1.800 agenti di Polizia Penitenziaria a livello nazionale, di cui ancora non si vede traccia. Ci auguriamo che le promesse si traducano in precisi atti normativi. Ciononostante, ammesso che arrivino 1.800 neo agenti, certamente non sono sufficienti a colmare il gap rispetto alle previsioni organiche per singola sede, stante anche il susseguirsi di pensionamenti e l’annosa assenza di turn-over. In virtù di ciò non possiamo che chiedere le dovute garanzie affinché vi sia veramente il personale per aprire i nuovi reparti detentivi.È necessario pensare ad un piano straordinario di assunzioni che permetta in breve tempo la copertura della pianta organica.E occorre fare in fretta perché la situazione peggiora di giorno in giorno...» La protesta della Polizia Penitenziaria, a Milano ha riproposto la gravità della situazione ComoCronaca 20 Sabato, 5 febbraio 2011 Celebrazione lourdiana a Rebbio venerdì 11 febbraio I n concomitanza con le Celebrazioni al Santuario di Lourdes per l’anniversario dell’Apparizione della Madonna, Il Gruppo Turistico Rebbiese, unitamente alle parrocchie di Sant’Antonio, Camerlata, Breccia e Rebbio, invitano pellegrini e devoti a partecipare alla celebrazione lourdiana promossa per Venerdì 11 febbraio con il seguente programma: ore 20.30 chiesa parrocchiale di Breccia: celebrazione della Santa Messa a cui farà seguito la “processione con le fiaccole” con il seguente percorso: via Claudio Marcello (Chiesa di Breccia), via Perego, via Giussani, via Della Bastiglia, via Varesina, via Alebbio (Chiesa di Rebbio): Grotta di Lourdes . Si potrà raggiungere la parrocchiale di Breccia anche con un bus-navetta gratuito in partenza da Camerlata, fermata bus, alle ore 19.45 e con sosta a Rebbio, via Varesina angolo via Lissi,alle ore 19.50. Una seconda corsa partirà invece dalla chiesa di Mobilità dolce. Idee per un territorio più a misura d’uomo Foto william “S ul lago di Como senz’auto: infrastrutture e servizi per la mobilità dolce”. Ha ottenuto un punteggio totale di 86 punti ed il primo posto in graduatoria il progetto presentato dal Sistema Turistico Lago di Como nell’ambito di un bando regionale sulla mobilità dolce di recente conclusione. Otto i progetti verdi “anti-traffico”, che hanno beneficiato di un finanziamento complessivo da parte del Pirellone di 860 mila euro. Nuove piste ciclopedonali in Alto Lago (tra Musso, Pianello e Cremia), ma anche in Valsassina (a Taceno e Primaluna) e un battellino elettrico per le visite turistico-naturalistiche sul Lago del Segrino; ma anche una linea di trasporto pubblico Orio al Serio-Lago di Como e un servizio di minibus con la Malpensa per alleggerire il traffico veicolare con gli Il Sistema Turistico Lago di Como ha ottenuto il primo posto nell’ambito di un recente bando regionale. Otto progetti verdi “anti traffico” che beneficeranno di un contributo di 860 mila euro aeroporti. Questo e altro nei progetti avanzati dall’organismo associativo che vede uniti i territori comasco e lecchese. I progetti che verranno realizzati entro il 2012 prevedono un finanziamento complessivo di 864.000 euro per investimenti pari a circa 1.883.000 euro. Da sottolineare la suddivisione dei finanziamenti in due tranche, una pubblica e una privata. Su quest’ultimo fronte due gli interventi previsti: l’istituzione di una vera e propria linea di trasporto pubblico tra l’aeroporto di Orio al Serio e il Lago di Como (quattro corse al giorno a cura delle autolinee Asf ) e il trasporto su prenotazione (via minibus) fra Malpensa e il nostro territorio (a cura di Autoservizi Lario Bus). Sul versante pubblico fanno la parte del leone il completamento delle piste ciclopedonali (meglio note come Greenway) a Musso, Cremia e Pianello del Lario, opere che permetteranno di completare il percorso della cosiddetta “Riviera del Bregagno”, collegando i tre paesi (e i relativi porti turistici) senza, praticamente, percorrere neppure un discoteca del silenzio Sant’Antonio alle ore 20.10 con sosta all’oratorio di Rebbio alle ore 20.20. Il medesimo servizio verrà offerto al termine della funzione, a quanti dovranno far ritorno a Breccia, Camerlata e Sant’Antonio. Per chi volesse partecipare all’organizzazione dell’evento appuntamento venerdì 4 febbraio, alle ore 20.30 presso la “sala-incontri mons. Bardella” in via P.Paoli 25.a, durante la quale verranno distribuiti gli incarichi. Notizie flash ■ Giovani Al Gallio “incontro” con Chiara Luce Badano Venerdì 11 febbraio, alle ore 11, presso l’Auditorium del Collegio Gallio, verrà approfondita la figura di Chiara Luce Badano, la diciottenne, proclamata beata il 25 settembre 2010, che ha fatto della sua breve, intensa vita, una corsa verso la santità. Prevista la testimonianza di Maria Teresa e Ruggero Badano, genitori di Chiara Luce, l’intervento di don Carlo Josè Seno sulla “santità oggi” e la proiezione di stralci di video “Uno splendido disegno” della regista Rai Maria Amata Calò. ■ Vita Cav- Como: corso per aspiranti volontarie Sul lago senz’auto metro di strada asfaltata. Stessa cosa nel lecchese per quanto riguarda la Valsassina, dove verrà completata la pista ciclopedonale tra Cortenova e Primaluna (con realizzazione di un ponte sospeso sul torrente Pioverna) e la ristrutturazione della mulattiera che collega Taceno a Vendrogno. Altro progetto caratterizzante a livello turistico ambientale è senz’altro il battellino elettrico di cui verrà dotato il Lago del Segrino: un modo nuovo e certamente affascinante attraverso cui tante persone potranno scoprire le bellezze del piccolo specchio d’acqua prealpino. Questa proposta fa seguito a quanto già studiato per Lago di Pusiano e Lago di Alserio con l’obiettivo di completare una rete di offerte di eco-navigazione sui laghi minori brianzoli. Da segnalare, infine, che una quota dei finanziamenti sarà impiegata per la stampa di nuove guide illustrate, nonché per potenziare il portale del Sistema Turistico (www. sistematuristico.it) e permettere, fra l’altro, ai visitatori del nostro Sabato 5 febbraio. E il 6 torna la domenica della carità S abato 5 febbraio presso il Santuario del Sacro Cuore di via Tommaso Grossi a Como, si terrà la “Discoteca del Silenzio”, il tradizionale appuntamento di adorazione eucaristica notturna, proposto dal Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile (C.G.P.G) è giunto alla sua decima edizione. L’inizio è alle ore 20.30, con la celebrazione della S. Messa vespertina; seguirà l’esposizione del SS. Sacramento e territorio di disegnarsi da sé, in modo interattivo, il proprio itinerario alla scoperta del Lago di Como. “Un risultato importante - spiega l’assessore provinciale al turismo, Achille Mojoli - non solo perché la prima posizione testimonia le capacità organizzative e progettuali del nostro Sistema Turistico, ma anche perché solo i progetti finiti ai primi posti (i primi 5 per l’esattezza) hanno potuto, effettivamente, contare sui finanziamenti stanziati”. “Del resto questo risultato - aggiunge l’assessore al Turismo della Provincia di Lecco, Fabio Dadati - è stato raggiunto grazie a una intelligente strategia di integrazione dei singoli interventi che hanno fatto parte del progetto e dalla stretta collaborazione sviluppatasi con l’assessorato regionale nell’ambito dell’attività svolta nel Gruppo di lavoro Turismo dell’Unione delle Province lombarde. Azioni che, a quanto pare, sono state molto apprezzate dai tecnici regionali e che contiamo di riproporre anche nel futuro”. l’animazione spirituale proposta dai giovani Guanelliani con preghiere, canti, ritornelli, lettura di brani di don Guanella e di frasi tratte dalla Parola di Dio della Domenica. Poi, dalle 23.00, il silenzio, la meditazione e la preghiera personale, fino alle 4.00 della domenica mattina. Alle 24.00 sarà recitato il Santo Rosario per tutte le famiglie, in particolare per quelle in difficoltà. Domenica 6 febbraio prosegue inoltre l’iniziativa, sempre proposta dal Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, della “Domenica della Carità”: un momento In occasione della giornata per la Vita il CAV di Como lancia il nuovo corso per aspiranti volontarie. Il primo incontro si terrà lunedì 21 febbraio al Centro Pastorale C. Ferrari. Gli incontri successivi si terranno il 28 febbraio e l’11 marzo. In totale sono previsti 8 incontri fino al 13 aprile. Al corso interverranno, oltre ai responsabili del Centro, esperti di varie discipline: ginecologi, docenti di filosofia morale, consulenti famigliari e psicologi. Per info 3334911264. ■ Garzola In nome della madre Il Tempio Sacrario delgli Sport Nautici ospita, domenica 13 febbraio, alle ore 17, un’interpretazione del monologo di Erri De Luca “In nome della Madre”. Voce recitante: Ilaria Bodero, musicista Isidoro Taccagni. Per informazioni: tel. 031-3100008 ■ Paolo VI Un uomo senza tempo al Sociale Il Centro culturale Paolo VI organizza l’incontro “Un uomo senza tempo. Shakespeare e la sua opera” venerdì 4 febbraio, ore 21.00, Sala Bianca - Teatro Sociale di Como con Lorenza Fabrello. L’incontro, in collaborazione con il Teatro Sociale di Como, viene proposto in occasione della rappresentazione teatrale La Tempesta di Shakespeare con Umberto Orsini (9-10 febbraio 2011). Ingresso libero. di incontro con gli ospiti della RSA “Don Guanella” di Como e la celebrazione insieme dell’Eucaristia domenicale delle ore 10.30 presso la cappella interna alla struttura (con entrata da via Guanella), seguita dall’aperitivo e da canti. L’invito a partecipare è rivolto a tutti. Il ritrovo è alle 9.30 presso la cappella. Per informazioni ci si può rivolgere alla segreteria del Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, via L. Guanella, 13 Como; tel. 031.296783; e-mail: como.giovani@ guanelliani.it. ComoCronaca Parma: arte, musica e sapori con Scacciapensieri L’ Associazione Culturale Scacciapensieri promuove per domenica 20 febbraio l’iniziativa “Parma: arte, musica e sapori”. La giornata si aprirà con la visita guidata di Parma, con il suo centro storico ricco di turismo Rinnovata, con qualche aggiunta interessante, la guida che ci regala il fotogramma di 40 splendidi “gioielli” da visitare Villa Balbianello Viaggio dentro i giardini del comasco U na guida nuova di zecca, che integra e rinnova la precedente, per conoscere e gustare il fascino di alcuni dei giardini più belli della provincia comasca. “Lago di Como. Italia. Un mondo unico al mondo. I giardini” il titolo della nuova edizione della guida che, valorizzando anche ville e parchi storici poco conosciuti, intende costituirsi come un nuovo punto di riferimento turistico per il grande pubblico amante dei giardini e per i tour operator. Un itinerario di 40 “gioielli” visitabili della provincia di Como ideato e realizzato dalla Camera di Commercio di Como, dall’assessorato provinciale al Turismo e dal network “Grandi Giardini Italiani”. È la nuova tappa di un viaggio iniziato nel 2009, quando la Provincia di Como, in collaborazione con “Grandi Giardini Italiani” realizzò la prima parte del catalogo “I Giardini del Lago di Como” contenente un itinerario di 19 proprietà visitabili. Nel 2010 la Camera Provincia ■ Bus Non gettare il tesserino di gennaio La Provincia di Como sta studiando una campagna di contributi per aiutare le famiglie in difficoltà economica attraverso un sostanzioso taglio ai costi dell’abbonamento ai trasporti pubblici degli studenti delle scuole medie superiori di ogni ordine e grado. Il bando, che è ancora in fase di redazione, verrà presentato nei prossimi giorni e sarà assegnato secondo determinati requisiti, in primo luogo il reddito delle famiglie degli studenti. Poiché il bando riguarderà i mesi da gennaio a giugno del 2011 dagli uffici provinciali invitano gli studenti interessati a conservare il tesserino dell’abbonamento fin dal mese di gennaio per poter poi accedere ai contributi. di Commercio, con la seconda parte della pubblicazione, ha aggiunto altri 21 giardini, non solo pubblici ma anche appartenenti a privati che per la prima volta si sono resi disponibili a far visitare le loro proprietà. «“Grandi Giardini Italiani” - spiega l’assessore provinciale al Turismo Achille Mojoli ha certificato, in Italia, 70 giardini, dando loro la qualifica di giardini d’eccellenza; la Provincia di Como è orgogliosa di poterne ospitare ben quattro e, proprio grazie alla professionalità e competenza di questa organizzazione, di proporne altri trentasei di indubbia qualità. Sitratta di giardini storici, moderni o d’autore, privati o pubblici, visitabili; veri “musei a cielo aperto” in cui arte, cultura e natura si ritrovano in un ambiente unico nel suo genere. Offrono molteplici possibilità di fare una gita con la famiglia, con gli amici o con la scuola, assaporando appieno il fascino di questi veri gioielli naturalistici, incastonati in un territorio affascinante e suggestivo quale quello del lago di Como e della Brianza». «Il sistema di giardini e parchi storici delle ville del lago di Como - spiega Paolo De Santis, presidente della Camera di Commercio di Como costituisce un concentrato di bellezze paesaggistiche e di testimonianze artistiche unico in Italia e in Europa. Il clima mite che favorisce la crescita della vegetazione, il variare della luce con l’alternarsi repentino di sole e nubi, gli splendidi e unici colori primaverili che si alternano con quelli autunnali, il gusto e l’ingegno che architetti e giardinieri hanno posto nei secoli per sottolineare questi doni naturali, tutto questo fa dei giardini lariani luoghi di grande fascino e bellezza. Visitare il lago di Como significa quindi anche lasciarsi affascinare dallo straordinario patrimonio di giardini, alcuni aperti al pubblico, altri ampiamente visibili dalle vie e dai sentieri che li affiancano, altri infine solo percepibili». «Far conoscere i giardini presenti in questa guida - aggiunge Judith Wade, presidente “Grandi Giardini Italiani” - li salverà dal loro peggior nemico, ovvero l’oblio. Ma servirà anche per creare una nuova cultura dell’accoglienza in luoghi spesso non visitabili o in maniera sporadica. Conoscere, uno a uno, questi splendidi giardini, ciascuno diverso per epoca e stile, offrirà una potenzialità di sviluppo in termini economici e diventerà il fiore all’occhiello del turismo italiano». La guida è bilinque e corredata da splendide immagini. Sabato, 5 febbraio 2011 21 capolavori artistici, piccoli e grandi tesori di epoche diverse, tra cui il Battistero e il Teatro Farnese. Ma Parma non è solo nota per i suoi monumenti, la sua tradizione musicale e culturale, ma anche per i suoi prodotti culinari inimitabili come i salumi e il famoso Parmigiano Reggiano. Seguirà infatti il pranzo tipico e la visita guidata in un caseificio della zona con assaggi di Parmigiano Reggiano. Per maggiori informazioni e iscrizioni: Associazione Culturale Scacciapensieri, tel. 345.3302077; e-mail: asso-scacciapensieri@ libero.it. ✎ Le 40 “perle” - Villa Gallia - Como - Villa Saporiti o La Rotonda - Como - Parco di Villa Giulini - Como - Villa Olmo - Como - Villa Erba - Cernobbio - Villa d’Este - Cernobbio - Villa Il Pizzo - Cernobbio - Villa Il Balbiano - Ossuccio - Villa Rachele-Beccaria - Sala Comacina - Villa del Balbianello - Lenno - Villa Carlotta - Tremezzo - Villa La Collina - Griante/ Cadenabbia - Villa Mylius Vigoni - Loveno di Menaggio - Villa Bagatti Valsecchi - Grandola ed Uniti - Palazzo Gallio - Gravedona - Giardini di Villa Serbelloni - Bellagio - Villa Melzi d’Eril - Bellagio - Fondazione Minoprio - Vertemate con Minoprio - Palazzo Perego - Cremnago di Inverigo - Casa Prandoni - Torno - Casa Santa Chiara - Albese Con Cassano - Grand Hotel Tremezzo - Tremezzo - Grand Hotel Villa Serbelloni – Bellagio - Il Giardino della Valle - Cernobbio - Parco comunale di Fino Mornasco Fino Mornasco - Parco comunale di Veniano - Veniano - Parco civico Teresio Olivelli – Tremezzo - Villa Parravicino Sossnovsky – Erba - Villa Passalacqua – Moltrasio - Villa Brambilla Durini - Como - Parco di Villa Carcano - Anzano del Parco - Villa Castello Durini - Alzate Brianza - Villa Fogazzaro - Oria Valsolda - Parco comunale di Villa Guardia Villa Guardia - Villa Imbonati - Cavallasca - Villa Le Due Torrette - Erba - Villa Leoni – Ossuccio - Villa Parravicini Revel – Como - Villa Peduzzi - Olgiate Comasco - Villa San Benedetto Menni - Albese con Cassano ◆ Aderisce anche il Crea di Como Porta la sporta 2011, la sfida agli imballaggi L a Provincia di Como, attraverso il proprio Centro CREA, aderisce a “Porta la Sporta 2011”. la Campagna Nazionale per la riduzione degli imballaggi. Anche se dal 1 gennaio 2011 è entrato in vigore il divieto di commercializzazione dei sacchetti di plastica non biodegradabili, ci sono ancora molti comportamenti virtuosi che possono contribuire a ridurre il ricorso all’usa e getta. Basti pensare ai sacchetti di plastica trasparente utilizzati dai commercianti per la frutta e la verdura. Per evitare il ricorso a questi sacchetti la soluzione è semplice e allo stesso tempo “antica”, un retino in cotone riutilizzabile e lavabile nel quale contenere l’ortofrutta, come si faceva una volta. Questa scelta consentirà di evitare lo spreco di materia ed energia per un uso che dura pochi minuti e allo stesso tempo di produrre meno rifiuti, risparmiando sul tempo necessario a gestirli e differenziarli. Allo stesso tempo si potrà riconsiderare il modo con cui si fa la spesa e che cosa si acquista, diventando consapevoli di quanto spreco evitabile di energia e materiali ruoti intorno al mantenimento delle nostre comodità. Sul sito ufficiale http://portalasporta.it/mettila_in_rete.htm si trovano tutte le informazioni e i suggerimenti necessari. Inoltre si può sottoscrivere la petizione “Mettila in rete in tutti i supermercati”. Le firme saranno inoltrate dagli organizzatori al supermercato segnalato affinché consenta di ricorrere a questa alternativa sostenibile. Altre informazioni sono disponibili sul sito: www.creacomo.it. Dal 1 gennaio 2011 è è entrato in vigore il divieto di produrre sacchetti non biodegradabili ComoCronaca 22 Sabato, 5 febbraio 2011 Celiachia, un disagio con cui si può convivere L’impegno dell’A.I.C., che in provincia di Como può contare su oltre 600 soci P romuovere l’assistenza ai celiaci e alle loro famiglie sui problemi dietetici e psicologici, informare la classe medica sulle possibilità diagnostiche e terapeutiche, studiare in stretta collaborazione con le società italiane di gastroenterologia le problematiche della celiachia, stimolare la ricerca scientifica e mantenere rapporti con associazioni mediche nazionali e internazionali, sensibilizzare le strutture politiche, amministrative e sanitarie, sono gli obiettivi dell’A.I.C. (Associazione Italiana Celiachia) che anche in provincia di Como può contare su oltre 600 soci affetti da un’intolleranza permanente al glutine che in Italia colpisce circa 450mila persone, un individuo su 100/150. “La celiachia precisa Barbara Bertaggia, referente dell’A.I.C. per la provincia di Como - è un’intolleranza alla gliadina, contenuta nel glutine, un insieme di proteine a loro volta contenute in alcuni cereali quali frumento, avena, segale, orzo, farro, kamut, spelta, triticale, e in altre sostanze minori. Ciò rende tossici, nei soggetti geneticamente predisposti, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine quali pane, pasta, pizza, focacce, biscotti, torte, grissini, fette biscottate. Questa intolleranza al glutine determina una risposta immunitaria abnorme a livello dell’intestino tenue con conseguente infiammazione cronica e scomparsa dei villi intestinali. Nel bambino l’intolleranza si manifesta solitamente a distanza di circa qualche mese dall’introduzione del glutine nella dieta, con un quadro clinico caratterizzato da diarrea, vomito, anoressia, irritabilità, arresto della crescita e calo ponderale. Nelle forme che esordiscono tardivamente, dopo il 2°- 3° anno di vita, la sintomatologia gastroenterica è per lo più sfumata e in genere prevalgono altri sintomi, quali ritardo dello sviluppo puberale, dolori addominali ricorrenti e anemia sideropenica che non risponde alla somministrazione di ferro per via orale. Alcuni esami di laboratorio possono rafforzare il sospetto diagnostico di celiachia, ma solo la documentazione d’anomalie della mucosa enterica può consentire la diagnosi. Una volta formulata la diagnosi la dieta deve essere condotta con molto rigore perché l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può mantenere le lesioni della mucosa”. La celiachia, che può colpire qualsiasi fascia d’età, è considerata tipica dell’età pediatrica e spesso nell’età adulta non è presa in considerazione. L’esordio può risalire all’età infantile e non è raro il caso di soggetti che, diagnosticati celiaci da bambini, hanno poi abbandonato la dieta, oppure l’intolleranza può comparire, più o meno acutamente, in un periodo qualsiasi di vita, spesso dopo un evento stressante quale una gravidanza o un intervento chirurgico. ● Molto varie le manifestazioni clinche per chi ne è affetto ● La necessità di seguire una dieta apposita per evitare problemi ● Cresciuta, sul mercato, la disponibilità di prodotti “gluten free” Intolleranza al glutine, la ricerca non si ferma L e manifestazioni cliniche sono molto varie: alcuni soggetti presentano un quadro classico di malassorbimento con diarrea e perdita di peso, altri invece riferiscono uno o più sintomi cronici estranei all’apparato digerente. Sono comuni disturbi quali crampi, debolezza muscolare, formicolii, emorragie, gonfiore alle caviglie, dolori ossei, facilità alle fratture, alterazioni cutanee, disturbi psichici. Molto frequente è l’anemia da carenza di ferro. Infine esistono soggetti che non lamentano sintomi o nei quali i disturbi sono talmente modesti da non richiedere l’intervento del medico e sono diagnosticati solo perché nell’ambito familiare c’è un altro membro affetto da celiachia. Non raramente sono associate malattie quali diabete, artrite reumatoide, epatite cronica, alterazioni della tiroide, dermatite erpetiforme. Anche nell’adulto la diagnosi si basa sulla biopsia intestinale. Gli adulti trovano più difficoltà a seguire la dieta, difficoltà dovute sia ai problemi connessi all’attività lavorativa, sia perché questi soggetti spesso non presentano sintomi importanti dopo eventuali trasgressioni dietetiche. La celiachia si combatte con una dieta senza glutine ma non per questo eccessivamente restrittiva o monotona: riso, grano saraceno, mais, amaranto, miglio, quinoa, in associazione con verdura, legumi, frutta, formaggi, pesce, carne, possono essere inseriti tranquillamente nell’alimentazione del celiaco. E’ utile sottolineare che una persona affetta da celiachia, a condizione di osservare una dieta corretta, può condurre una vita del tutto normale e vivere mediamente più a lungo dei non celiaci. “L’A.I.C – aggiunge Bertaggia – è nata nel 1979 a Milano per volontà di un gruppo di genitori, medici ed operatori sanitari, che si trovavano a fronteggiare le prime diagnosi di celiachia, e conta 55.000 associati che svolgono la loro attività su tutto il territorio nazionale. In questi 32 anni d’attività abbiamo ottenuto l’erogazione gratuita dei prodotti dietetici e realizzato il “Prontuario degli Alimenti”, una guida ai prodotti alimentari a minor rischio per il celiaco. Inoltre la nostra associazione segue sempre il progresso della ricerca, le innovazioni terapeutiche, e presta particolare attenzione alle ripercussioni psicologiche che la celiachia può portare con sé. Oggi esistono sul mercato diversi prodotti sostitutivi che portano la specifica dicitura “gluten free” e che permettono al celiaco di seguire comunque una dieta bilanciata, ma purtroppo sono ancora pochi, anche in provincia di Como, i ristoranti che propongono dei menù alternativi per i clienti intolleranti al glutine. Proprio per far conoscere questo problema abbiamo avviato il progetto “In Fuga dal Glutine” rivolto alle scuole dell’infanzia, primarie, alberghiere, e ogni anno presso il campo sportivo di Fino Mornasco organizziamo la “Festa della Celiachia”, una piacevole giornata con pranzo senza glutine e attività ludiche. Lo scorso anno nell’ambito della rassegna “Ristorexpo” abbiamo organizzato due interessanti eventi: due giorni di scuola di cucina glutee free rivolti a target differenti. Nel primo giorno abbiamo creato un laboratorio di cucina per la preparazione di pasta fresca, torte lievitate, pasta frolla, il tutto rigorosamente senza glutine. Le numerose allieve hanno provato che è possibile fare tagliatelle, ravioli, crostate e tanti altri cibi, utilizzando farine alternative a quelle di frumento che possono sostituire la materia prima tradizionale con ottime risultati di cottura e sul palato. Il secondo giorno di scuola ha proposto un “Corso per professionisti della ristorazione” rivolto a coloro che desideravano accostarsi al servizio senza glutine, con la guida Luigi Gandola, un giovane ma già famoso chef, che ha preparato una serie di portate molto gustose dimostrando come si possa allestire con ottimi risultati un menù per clienti celiaci senza rinunciare al pane fresco aromatizzato, ai deliziosi primi piatti e a gustosi dessert”. PAGINA A CURA DI PAOLO BORGHI A chi rivolgersi nel comasco Chiunque desideri ricevere informazioni dalla referente per la provincia di Como dell’Associazione Italiana Celiachia può inviare un’emai all’indirizzo como@ aiclolombardia.it ComoCronaca 24 Sabato, 5 febbraio 2011 Bottega di poesia a Villa del Grumello il 19 marzo S abato 19 marzo a Villa del Grumello (via per Cernobbio 11, Como) avrà luogo il festival internazionale di poesia “Europa in versi”. Nell’ambito di questa manifestazione Maurizio Cucchi e Mario Santagostini, tra i maggiori esponenti della poesia italiana contemporanea terranno una “Bottega di Poesia”, offriranno un parere e la loro consulenza gratuita a quanti scrivono versi e desiderano avere consigli e IRCCS “E. Medea”: il nuovo annuario e la via della ricerca Un documento ricco di spunti per conoscere a fondo l’attività di questo istittuto legato all’associazione “La Nostra Famiglia” La realtà di un ospedale ad alta specializzazione che si occupa di malattie che provocano condizioni di disabilità temporanee o permanenti U n supporto multimediale. è racchiuso in un cd l’annuario scientifico dell’IRCCS “Eugenio Medea” - sezione di ricerca dell’associaizone “La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini. Un documento prezioso non soltanto per gli addetti ai lavori, in grado di offrire un’articolata visione d’insieme dell’attività svolta da questo istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. L’IRCCS “E. Medea” è infatti un ospedale ad alta specializzazione fondato su un rapporto di stretta collaborazione tra clinica e ricerca, per trasferire il più rapidamente possibile al letto del paziente le nuove acquisizioni scientifiche. Il centro si occupa di diagnosi clinica e funzionale di malattie che provocano disabilità temporanee o permanenti; interventi riabilitativi scientificamente accreditati; sviluppo della ricerca nel campo delle neuroscienze; formatori di operatori tecnici in ambito sanitario e socioassistenziale; divulgazione delle conoscenze e competenze presenti all’interno dlel’Istituto. L’annuario offre una sintesi delle Unità Operative presenti, delle linee di ricerca e di molto altro ancora. suggerimenti Per iscriversi inviare una mail: [email protected], o telefonare al numero 338-7138722. Perché una bottega di poesia? Perché, al contrario di quanto comunemente si pensi, sono in molti a scrivere versi, spesso vorrebbero che altri li leggessero, desidererebbero pubblicarli, ma non sanno valutare ciò che scrivono. La “Bottega di poesia” che Maurizio Cucchi e Mario Santagostini Archiviati i festeggiamenti per il 25° anno di attività (nel 2010) per l’IRCCs è già tempo di guardare al futuro, che come sempre si dipana sul filo della ricerca. «Stiamo incrementando gli investimenti finalizzati alla ricerca - conferma Cristina Trombetti, responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Ente - soprattutto nell’area del neuroimaging (l’utilizzo di tecnologie di neuroimmagine in grado di misurare il metabolismo cerebrale, così da analizzare e studiare la relazione tra l’attività di determinate aree cerebrali e specifiche funzioni cerebrali, ndr) attraverso più iniziative che coinvolgono diversi poli territoriali dell’istituto, nonchè collaborazioni in rete con altri centri. Gli straordinari avanzamenti tecnologici fatti negli ultimi decenni hanno avuto il loro effetto più straordinario nelle neuroscienze, dove il neuroimaging sembra promettere diagnosi più precise e puntuali delle malattie del sistema nervoso centrale. Nell’area lecchese abbiamo, tra l’altro, avviato il progetto “SPIDER@Lecco”, focalizzato sull’innovazione tecnologica nel campo della medicina riabilitativa. Sul piano nazionale l’attività, nell’ambito delle patologie neuromuscolari e neurodegenerative dell’età pediatrica ha portato l’Istituto, con tutte le sue sedi, a distinguersi per i risultati raggiunti sia in ambito diagnostico che terapeutico. Sul piano internazionale, inoltre, stiamo curando la realizzazione di una partnership con l’Università di Laval del Quebec nel campo della genetica del comportamento, con finalizzazione diretta alla diagnosi precoce e alla prevenzione della patologia psichica. La ricerca sviluppata in questi anni ha mostrato come la malattia mentale sia l’espressione dell’incontro di una condizione di fragilità biologica, determinata dalle condizioni genetiche di base, con i fattori di rischio e protettivi ambientali: proseguono quindi i nostri studi sul peso dell’ambiente nel modulare la comparsa di sintomi psichici e sulla complessa interazione tra gli aspetti biologici e i fattori sociali quale possibile fonte di eventi sintomatici» «In sostanza - conclude Cristina Trombetti - la nostra competenza scientifica sta su un crinale delicato che incrocia genetica e neuroscienze, biomedicina e bioingegneria, funzioni organiche e funzioni mentali, ambiti in cui la ricerca è, ad un tempo, più problematica ed intrigante». “apriranno” sabato 19 marzo ha lo scopo di offrire a chiunque scrive versi delle indicazioni utili per migliorare e affinare il proprio modo di scrivere. Leggeranno attentamente i testi che verranno loro sottoposti, forniranno consigli riguardanti il linguaggio poetico, che va appreso con costante esercizio di lettura e scrittura. Sarà un’occasione unica di avere dei preziosi “input” per acquisire il “mestiere di scrivere”. Notizie flash ■ Guanzate L’11 febbraio si celebra la Madonna di Lourdes In occasione della Festa della Madonna di Lourdes torna, come ogni anno, il grande incontro di preghiera presso il Santuario di Guanzate. Già dal 2 febbraio, con l’inizio della novena, i moltissimi lumi accesi davanti alla grotta mariana, simbolo della preghiera dei tanti pellegrini e devoti, testimoniano una frequentazione assidua e numerosa. Venerdì 11 febbraio p.v. saranno ancora una volta tanti i fedeli che riempiranno il Tempio Mariano guanzatese e parteciperanno alla funzione solenne che avrà inizio alle h. 14,30 e durante la quale sarà possibile baciare la reliquia di Santa Bernardetta e ritirare l’acqua benedetta di Lourdes. Questo è un anno molto importante per il santuario di Guanzate in quanto ricorre il 350° anniversario della edificazione della chiesa centrale il cui altare fu benedetto con grandi celebrazioni il 2 dicembre 1661 e dedicato alla Madonna dell’Apocalisse, anticipando di quasi due secoli il Dogma che solo nel 1854 definirà tale verità e che la Nostra Signora di Lourdes riconfermerà durante una delle Sue apparizioni a Santa Bernardetta con le parole “Io sono l’Immacolata Concezione”. ■ Comocuore Burraco e solidarietà. Corso e torneo L’associazione ComoCuore Onlus propone “Si gioca, si impara, si mangia…” corso di burraco aperto a tutti. Due appuntamenti al mese a partire dal 15 febbraio alle 19.30 al Palace di Lungo Lario Trento; il 16 marzo alle 20.30 invece avrà luogo un torneo di beneficenza. Informazioni e iscrizioni ai numeri 340-8663167 e 031-278862. ■ Vertemate La sicurezza nel florovivaismo ❚❚ Inaugurata la scorsa settimana Nuova stazione a Mariano Comense R egione Lombardia ha finanziato con 3,2 milioni di euro la nuova stazione di Mariano Comense ufficialmente inaugurata la scorsa settimana alla presenza dell’assessore alle Infrastrutture e Mobilità della Regione Lombardia Raffaele Cattaneo. L’intervento ha portato al rinnovo del fabbricato viaggiatori con la realizzazione di nuovi servizi igienici, la sistemazione della sala d’attesa (che è ora dotata di emettitrice automatica di biglietti, help-point, monitor LCD e distributori automatici di bevande e snack) e l’installazione di nuovi pannelli informativi. Lungo le banchine sono stati collocati cestini e nuove panchine e sul lato nord è stato ricavato un apposito spazio per il deposito di biciclette (circa 35 posti). Sono state inoltre installate due pensiline sui binari 1 e 2 (quest’ultima in grado di riparare anche le persone in attesa sul binario tronco) e realizzato un sottopasso pedonale, illuminato, dotato di scale e ascensori a servizio dei disabili. “Quello che presentiamo qui - ha detto Cattaneo - è il frutto di una proficua collaborazione con Ferrovie Nord e i Comuni del territorio, che ha consentito di realizzare una stazione più bella, più moderna e più sicura per i pendolari grazie anche all’installazione di 23 telecamere di controllo e un più agevole incarrozzamento, anche per le persone con difficoltà motorie, in virtù delle nuove banchine a livello del treno. Vorremmo che tutte le stazioni fossero così ed è per questo che acquista importanza il nostro progetto che interessa circa 300 Comuni su tutta le rete ferroviaria lombarda. Gli enti locali potranno richiedere di gestire gratuitamente gli spazi delle stazioni, che verranno così maggiormente vissute, curate e presidiate” “Spendiamo ogni anno milioni di euro - ha proseguito Cattaneo - per risistemare i danni compiuti da atti vandalici - si tratta innanzitutto di un problema educativo, ma il presidio degli Enti locali è certamente fondamentale”. Inoltre, l’assessore si è concentrato sull’andamento del servizio: “Siamo consapevoli che il servizio su questa linea va migliorato e il nostro impegno, in questo senso, non viene meno.In questa ottica a marzo inaugureremo la nuova stazione di Affori, in corrispondenza dell’apertura della nuova fermata della linea 3 della metropolitana, consentendo ai viaggiatori provenienti da questa tratta di impiegare dai 10 ai 12 minuti in meno per raggiungere il centro della città. In questi mesi, inoltre, siamo al lavoro per la messa a punto dell’offerta ferroviaria delle corse sulla linea S2 e S4. Sempre su questa linea inaugureremo presto la nuova stazione di Cesano Maderno, dove, dal 2013, si incrocerà la tratta Saronno-Seregno, che renderà più agevole il collegamento con Malpensa”. “La sicurezza nel florovivaismo e nei cantieri di opere a verde”. Questo il titolo del Convegno che la Villa Raimondi, sede della Fondazione Minoprio, a Vertemate con Minoprio, ospiterà giovedì 10 febbraio a partire dalle ore 9. Verranno affrontate le tematiche specifiche degli infortuni e dei dispositivi di protezione nel settore del florovivaismo. ComoCronaca Stazzona e i suoi dodici gesiö in calendario Un curioso e simpatico omaggio realizzato dalla parrocchia di San Giuliano Tante sono le località che ancora conservano una piccola cappella sacra L a comunità parrocchiale di Stazzona, zona Pastorale Tre Pievi, unita al suo dinamico parroco, don Claudio Scaramellini, ha raggiunto un simpatico traguardo proponendo e realizzando un calendario forse unico nel suo genere, “fatto su misura per la di Gianni Moralli nostra parrocchia; con i nostri santi, le nostre feste, le nostre ricorrenze, le nostre fotografie”. Stazzona fa risalire il suo nome alla romana “Statio”, stazione, primo avamposto militare alle pendici del monte Cortafo, sulla strada che da Dongo saliva fino alla sella del Giovo (mt. 1700 c.) e raggiungeva il Passo del Sant’ Jorio (mt. 2000) verso la Val Morobbia-Bellinzona. La Chiesa di San Giuliano, consacrata nel 1533 dal vescovo di Laodicea, mons. Ladino, (v. lapide sulla facciata), diventerà parrocchia nel 1886 e comprende tante frazioni sparse sul vasto territorio montano fin verso il confine svizzero. Ben 12 (dodici) sono ancora quelle località, un tempo raggiungibili solo a piedi o a dorso di mulo, che conservano una propria piccola cappella sacra “I gesiö”, dedicate alla Madonna e quasi sempre innalzate al bivio dei sentieri boschivi. Su una di quelle maggiormente raggiungibili don Agostino Giovanettoni, parroco di Stazzona dal 1906 al 1950, ogni anno celebrava una S. Messa per i valligiani residenti, e sotto la piccola mensola con una minuscola grata per le offerte aveva decifrato una “supplica” alla Madonna che stava deteriorandosi per l’umidità degli anni: “O divoti di Maria – che nel passare impiegate la lingua in salutarla – staendete qua la mano in porgere ad honore d’essa – qualch’elemosina”. Era identica a quella incisa su marmo che leggiamo all’esterno del Santuario della Madonna della Sassella, alle porte di Sondrio. Nella grata c’erano tre monetine che don Agostino depositava sulla mensola, altare offertoriale con tutte le preghiere recitate durante i secoli dai devoti della Madonna. Questo particolare don Agostino lo racconterà poi a padre Enrico Rebuschini, a lui legato da fraterna amicizia, quando nell’anno Santo 1933 (beatificato il 4 maggio 1997) di ritorno dal suo piccolo ma gravoso pellegrinaggio a Sant’ Anna di Germasino e San Gottardo di Vergosio padre Enrico si fermerà a Stazzona per salutare l’amico, mentre la sig.ra Maria, la sorella di don Agostino, gli preparava una tazza di tè bollente nella caratteristica tazza detta “napel”. Dopo una breve pausa di preghiera padre Enrico gli dirà: “Dodici cappelle (i gesiö) , come i dodici sabati dedicati alla Mamma celeste e con le chiese di San Giuliano e di San Gottardo formano le quattordici stazioni del Monte Calvario, la via Crucis della Passione. Da Stazzona passa la ‘via Francigena lariana’ , la strada che ci porta a vivere il Vangelo di Nostro Signore”. Il calendario della parrocchia di San Giuliano di Stazzona elenca i dodici gesiö con gli stupendi acquarelli della brava artista stazzonese Emanuela Macchè. Un piccolo gioiello dalle parole d’oro che rimarrà a ricordo dell’impegno profuso nella comunità da don Claudio che lascia la parrocchia di San Giuliano di Stazzona per il più gravoso servizio di “arciprete” a Gravedona. Ed i dodici gesiö (al gesiö du Nocch Sciyi, al gesiö daa Maduna de Lourdes, al gesiö da Catagnn, al gesiö da Gagg, al gesiö da Selva, al gesiö da Morbi, al gesiö da Cagerim, al gesiö da Sariva, al gesiö da Cassia, al gesiö da Loor, al gesiö da Vangarin, al gesiö da Cresta (da rinnovare)) lo accompagneranno nel suo cammino ministeriale con tutta la comunità che lo rimpiange sinceramente ed ancora incredula di non averlo più come parroco, amico e guida specie per la gioventù, bisognosa più che mai di avere un riferimento sicuro e forte in una società allo sbando di valori etici e cristiani. Grazie , don Claudio e quando percorri la nostra strada Regina… mandaci un sorriso, un saluto, una benedizione. Sabato, 5 febbraio 2011 25 Notizie flash ■ Milano Nuova visita alla Basilica di S. Eustorgio “Rosso Cobalto” e l’Associazione Culturale “Mondo Turistico” ripropongono per domenica 13 febbraio una visita guidata alla Basilica di S. Eustorgio a Milano, visto il grande successo della precedente. L’appuntamento è fissato per le ore 14.30 a Milano, davanti alla Basilica (Piazza Sant’Eustorgio 1). La quota di partecipazione è di 14 euro per i soci, 15 euro per i non soci, 12 euro per ultra sessantenni e studenti, 10 euro per studenti fino a 14 anni (ingresso all’adiacente museo e alla cappella inclusi). Per informazioni e prenotazioni (obbligatorie entro il giovedì precedente l’uscita): Mondo Turistico, tel. 0344.30060; 339.4163108; e-mail: mondoturistico@ virgilio.it. ■ Lago di Piano Il recupero della Roggia di San Pietro Nei giorni scorsi sono stati presentati i risultati del progetto per il ripristino dell’antica Roggia di San Pietro Sovera per il miglioramento della qualità delle acque del lago di Piano mediante l’apporto delle acque del torrente Cuccio. Le indagini condotte dagli esperti dell’Università degli Studi di Milano - Bicocca hanno dimostrato che le acque del Torrente Cuccio sono di Classe “Buona” e possono pertanto portare un beneficio alle acque del Lago di Piano. Per ovviare alle alte concentrazioni di fosforo raggiunte durante il periodo estivo il progetto di recupero della Roggia di San Pietro, elaborato dallo studio di ingegneria Broggi-Marelli e dal Centro Studi di Biologia e Ambiente, prevede la posa di una tubazione che raccoglierà parte della acque del Torrente Cuccio e che, oppotunamente orientata, sarà in grado di portare ossigeno sul fondo del lago. Riflessioni. Dopo l’ultima tragedia in Afghanistan “S embra proprio un pollaio di galli e galline”. Medito guardando una delle tante trasmissioni d’opinione che vanno tanto di moda sul televisore di casa. Esperti che sanno tutto di tutti, opinionisti che fanno a gomitate per guadagnarsi uno spazio davanti alle telecamere più ampio di quello del vicino. Poi compare lei: donna in carriera, trucco perfetto, non un capello fuori posto gambe accavallate a arte, tacchi a spillo. Una figura degna di un grosso rotocalco patinato. Poi una dialettica forte, svelta che mi fa pensare a tanta preparazione di chi sa di attaccarsi sugli specchi per difendere o per offendere, pronta a beccare chi non è della sua opinione. Cosa avesse da dire non mi interessava, così mi sono vendicata togliendo l’audio e pensando: con tutta la tua bellezza rifatta, la tua intelligenza, non sei che una “gallina” con i tacchi a spillo… La voglia di ridere però se ne va subito, appena cambiato canale, quando sullo schermo appare una bandiera che copre un feretro su cui poggia un cappello d’alpino. Allora l’angoscia profonda mi riporta a una fotografia sbiadita che avevo riposto nell’album dei ricordi poco prima. Ritraeva un giovane alpino sorridente, con il cappello con la piuma nera e lo zaino, una mano alzata in segno di saluto, giovane forte, allegro.... partiva per la guerra. Ma vicino a questa un’altra immagine mi fa ricordare: ritrae lo stesso ragazzo tre anni dopo, attorniato dai suoi amici che avevano avuto la fortuna di ritornare dalla guerra, della quale, Penna d’alpino Il ricordo di una figura nobile, segnata dal dramma della guerra chi più chi meno ne portava ancora i segni. Lui era stato il più sfortunato: durante una rovinosa ritirata, in un incidente il camion su cui viaggiava con i suoi commilitoni si era ribaltato,una tanica di benzina gli si era versata quasi completamente addosso e aveva preso fuoco, trasformandolo in una torcia umana. I suoi compagni erano riusciti a spegnere le fiamme, ma lui era rimasto ustionato in quasi tutto il corpo. La sua forte fibra aveva resistito, ma a quale prezzo! Perse quasi completamente l’uso della parola, il corpo gli si coprì di grosse cicatrici e di chiazze rosa dove la pelle non era più riuscita a riformarsi, addirittura chi l’aveva conosciuto prima dubitava fosse proprio lui, essendosi anche accorciato in altezza e avendo preso un’andatura da vecchio. Tutti i suoi amici gli avevano fatto quadrato intorno, lui non voleva essere compatito. I suoi famigliari gli volevano bene, ma lui si infastidiva delle loro premure, non voleva la compassione di nessuno sentiva il bisogno che la gente lo accettasse così come il destino lo aveva voluto ridurre: un disabile. Ma non accettava di esserlo: incominciò a fare i lavori più umili dove poteva stare in mezzo alla gente e a poco a poco cercò di farsi capire servendosi di quei pochi suoni che riusciva ad articolare, usando anche il gesticolare delle mani e il linguaggio degli occhi, che per fortuna aveva conservato vividissimi. Tutte le case del paese erano la sua casa. Entrava senza domandare permesso, ispezionava quello che c’era in tavola, poi se era di suo gusto si sedeva a mangiare senza essere invitato. Ascoltava la conversazione della famiglia ospite senza intervenire poi con una smorfia che poteva essere un sorriso ringraziava e se ne andava. Non era mai invadente, era uno spirito libero, non dava fastidio a nessuno, ma guai se aveva solo il sospetto che qualcuno volesse comandarlo, allora si arrabbiava e fuggiva nel vero senso della parola. Aveva un debole per il tricolore. Non passava mai davanti a una bandiera senza alzare e portare la mano destra alla fronte, ricordo indelebile verso una Patria che gli aveva chiesto, la salute ,la giovinezza i sogni . Visse così il suo silenzioso calvario in mezzo a noi per più di vent’anni, e se ne andò in silenzio, forse grato a Dio di averlo liberato da quei grossi dolori che lo torturavano, specialmente d’inverno. Al suo funerale gli misero sulla bara una piccola bandiera e il suo cappello d’alpino, proprio come questo suo commilitone che ora sto vedendo sullo schermo. Ora guardo quel tricolore, e penso che il dolore dei nostri giovani eroi di tutti i tempi. Lo hanno avvolto in un velo d’amore che non lascerà passare il fango degli scandali e delle chiacchiere di certe galline con i tacchi a spillo che cercano di sporcarlo. Rina Carminati Franchi ComoCronaca 26 Sabato, 5 febbraio 2011 Brienno, Laglio e Carate in cerca di libri Ambizioso progetto di riordino bibliotecario da parte dei tre comuni che, attualmente, dispongono di tre punti lettura Q uando imperversa la burrasca determinata da una crisi economica è puntualmente la cultura a dover subire le penalizzazioni più mortificanti, e sul suo capo si abbatte ineluttabilmente la scure dei tagli, della soppressione di progetti già da tempo in cantiere e mai più realizzabili. Ne sanno qualcosa gli amministratori dei nostri enti pubblici, eternamente alle prese con bilanci dalla sempre più ardua quadratura, e ancor più gli assessorati alla cultura, i primi a essere falcidiati a ogni provvedimento di riduzione dei costi di gestione, con gli inevitabili disagi che derivano per la cittadinanza nel suo insieme. Ciò nonostante, benché i tempi siano effettivamente grami per la cultura e le casse degli enti locali siano esangui come non mai nella storia recente del Belpaese, ci sono anche amministratori che cercano di remare controcorrente e intendono battersi con ogni mezzo per ostacolare l’attuale deriva in corso, come nel caso dei sindaci dei comuni di Brienno, Laglio e Carate Urio che hanno dato vita, insieme al Presso gli stessi sono, per ora, attivi solo dei servizi di prestito a domicilio. L’obiettivo vorrebbe essere quello di tramutarli in biblioteche vere e proprie di Salvatore Couchoud primo cittadino di Moltrasio, all’Unione Lario Ponente e condividono una comune strategia di rafforzamento delle attività culturali sul territorio, passando attraverso la valorizzazione delle risorse paesaggistiche e naturali, com’è giusto che sia, ma senza dimenticare altri settori non meno urgenti e significativi, a cominciare dalle biblioteche comunali. «Per i nostri paesi che hanno aderito all’Unione Lario Ovest - spiega Patrizia Nava, sindaco del Comune di Brienno - il punto di riferimento era un tempo costituito dalla biblioteca di Lenno, dalla quale ci siamo resi in seguito “indipendenti” dopo aver realizzato una rete in cui è ora Moltrasio, che dispone di una biblioteca già funzionale da alcuni anni, a fungere da elemento d’appoggio per i tre punti-lettura di Brienno, Laglio e Carate Urio. Considerando la qualità del patrimonio librario posseduto da questi punti-lettura, presso i quali è per ora attivo solo il servizio del prestito a domicilio, grazie alla preziosa collaborazione di alcuni volontari, l’obiettivo sarebbe quello di tramutarli in biblioteche vere e proprie, di garantire cioè per ciascuno di essi l’apertura settimanale di almeno 12 ore prevista dalla legge. Operazione al momento improponibile, non essendo possibile affidare ai volontari la copertura di una fascia lavorativa così estesa, ma per la quale ci stiamo comunque attrezzando». L’assenza di personale non è però l’unica difficoltà da superare, poiché a monte esiste anche una questione relativa alla reperibilità dei volumi maggiormente richiesti dagli utenti locali: «Abbiamo bisogno di nuove acquisizioni librarie, soprattutto per quanto riguarda il paesaggio, l’ambiente e la cultura del territorio di Brienno, Laglio e Carate - prosegue il sindaco - perché sono queste le richieste che più frequentemente vengono fatte ai nostri operatori, e che purtroppo non siamo in condizione di soddisfare come vorremmo. Ecco perché, non potendo contare sulla disponibilità delle casse comunali per l’acquisto di materiali, abbiamo rivolto un invito a enti pubblici e associazioni di privati cittadini per la donazione di volumi anche fuori commercio e di antica data, purché dedicati a tali argomenti, rinunciando ai quali non risulterebbe alcun disagio per il donatore, mentre sarebbe per noi un atto di grande valore che ci aprirebbe nuove stimolanti prospettive”. Difficoltà a parte, il progetto di ampliamento e riordino bibliotecario dei comuni del Lario Ponente procede per la sua strada, e non si può certo dire che viaggi a rilento. Se sarà rispettata fino in fondo la tabella di marcia, tra qualche tempo i lettori dei tre comuni interessati potranno anche scegliere tra opzioni diversificate all’interno del campionario messo a disposizione, e potranno puntare sulla biblioteca di Brienno per quanto concerne la storia locale, su quella di Carate Urio per la gestione dello spazio infoturistico, e su quella di Laglio come punto di aggregazione giovanile. Non è poco, considerando il momento non esaltante che la nostra cultura sta attraversando. E sarebbe un vero prodigio, se si riuscisse a portarlo a termine con l’attuale penuria di mezzi e risorse. Celebrazioni Lago di Piano ■ Attenti al gufo Un corso base per riconoscere i rapaci La Riserva Naturale Regionale Lago di Piano con la Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio propone “Attenti al Gufo”, un corso di base per il riconoscimento dei rapaci diurni e notturni del territorio lariano. I rapaci hanno sempre affascinato l’uomo, per la loro eleganza, la loro potenza e il loro mistero. Aquile e falchi sono stati trasformati in simboli araldici e in compagni addestrati alla caccia (falconeria). I rapaci notturni invece hanno sempre incuriosito per il loro mistero, vivendo una vita nel buio... Il corso intende far imparare a riconoscere le 19 specie presenti sul territorio lariano attraverso la distinzione della loro morfologia, dell’abito, del comportamento e del richiamo, con l’ausilio di immagini, video e audio. Il corso, aperto a tutti, sarà tenuto dal guardiaparco Vincenzo Perin nei giorni di sabato 12, 19 e 26 febbraio dalle 15.00 alle 17.00 presso la Casa della Riserva, in via Statale 117, Frazione Piano Porlezza a Carlazzo. La quota di partecipazione è di 30 euro per gli adulti, 15 euro per i ragazzi (dai 12 ai 17 anni), gratuita per i bambini. Con un piccolo contributo aggiuntivo si potrà anche richiedere un DVD relativo al corso. Il programma nel dettaglio prevede: Sabato 12 febbraio: Presentazione e conoscenza dei partecipanti. Chi sono gli uccelli Rapaci? I Rapaci diurni: gli Accipitridi. Sabato 19 febbraio: I Rapaci diurni: gli Accipitridi e i Falconidi. Sabato 26 febbraio: I Rapaci notturni: i Titonidi e gli Strigidi. Per informazioni e iscrizioni: Riserva Naturale Regionale Lago di Piano, tel. e fax: 0344.74961; e-mail: [email protected]; sito internet: www.riservalagodipiano.it. La frazione di Plesio ha onorato il suo santo protettore nella giornata del 23 gennaio Logo e San Sebastiano L ogo, una delle varie frazioni di Plesio, custodisce una piccola chiesa, molto curata e accogliente, dedicata a San Sebastiano di cui vi è un piccolo affresco sulla facciata principale sopra il portico e una bella raffigurazione di fine XVII secolo sulla parete laterale interna sinistra. Proprio questo dipinto di San Sebastiano, di bella fattura, rappresenta l’immagine venerata del Santo, qui rappresentato nella sua versione classica con le frecce conficcate nel corpo a destra della Madonna con Bambino, alla destra della quale vi è un altro Santo con il “triregno” in mano che proprio recentemente il nostro vescovo mons. Diego Coletti in visita Pastorale ha individuato in San Fabiano Papa contemporaneo di Sebastiano e martire anch’egli; entrambi i santi condividono la festa liturgica del giorno 20 gennaio. A Logo però la comunità dei fedeli ha onora- to il suo santo protettore nella giornata di domenica 23 gennaio con una raccolta Santa Messa alle ore 14.30 celebrata dal parroco don Daniele Crosta, che durante l’omelia – dopo un pensiero a due anziani coniugi del paese, molto attivi nella comunità parrocchiale, che a distanza di pochi giorni sono stati chiamati in cielo dal Signore - ha ricordato alcuni momenti della recente visita pastorale tra i quali anche la firma del vescovo sul “Cronicum” delle messe accompagnata da una sua dedica a ricordo della sua presenza nella comunità. Don Daniele Crosta ha quindi sottolineato come la festa in onore a San Sebastiano di Logo abbia origini antichissime (forse risale a prima del 1000), affermando che «siamo inse- riti in un fiume di tradizioni che ha attraversato i secoli» da custodire e rinnovare. Devota la partecipazione di molti fedeli di Logo e delle località vicine e veramente ben eseguiti e significativi i canti che hanno accompagnato la celebrazione, conclusasi con la solenne Benedizione a cui è seguito il Bacio della Reliquia. Quindi sul sagrato incanto dei canestri il cui ricavato sarà destinato alla manutenzione della chiesa ed in particolare, anche su suggerimento di mons. Coletti, ad un prossimo restauro dell’immagine con il nostro San Sebastiano. Per la Comunità Parrocchiale di Logo MariaCarla NOVI Sport Vela A deciderlo sarà il Cio. Sul Lario due delle realtà più importanti del mondo per questo sport La classe Star resterà nel programma olimpico? N el prossimo mese di maggio il Comitato Olimpico dovrà esprimersi e confermare, o meno, la decisione adottata dell’Isaf Council della vela nella sua ultima riunione di Atene che prevede come, a partire dall’edizione 2016 di Rio de Janeiro, non si disputi più la prova della classe Star. Le Olimpiadi del prossimo anno di Londra potrebbero quindi essere le ultime che vedranno al via questa competizione, che fece il suo debutto olimpico nel 1932. Sulla vicenda La decisione, che sarà presa il prossimo maggio, decreterebbe lo stop olimpico di una imbarcazione costruita anche sul Lario era intervenuto anche il Consiglio Regionale Lombardo che, approvando una mozione, aveva chiesto al CIO di tutelare questa disciplina che, nel nostro territorio, risulta particolarmente importante dal punto di vista economico considerato che due imprese lariane, la Cantieri Lillia di Musso (Co) e la Folli di Abbadia Lariana (Lc), sono le principali aziende costruttrici al mondo di imbarcazioni classe ‘Star’. Il tentativo di escludere questa classe dalle prove olimpiche era già andato a vuoto l’anno scorso quando a Lisbona l’Isaf Council decise di limitare il suo inserimento nel programma a “cinque cerchi” per Londra 2012 cancellando invece le prove col catamarano Tornado e confermando così le attuali 6 classi maschili e 4 femminili. Sabato, 5 febbraio 2011 27 Notizie flash ■ Sci nautico Daniele Cassoli atleta disabile dell’anno Daniele Cassioli, atleta di punta della squadra Disabili della Federazione Italiana Sci Nautico, è stato eletto “atleta dell’anno 2010” dalla International Waterski & Wakeboard Federation. Per il giovane non vedente, residente a Gallarate, il prestigioso riconoscimento è il frutto di una stagione 2010 da incorniciare. Il 24enne infatti è stato l’assoluto protagonista dei Campionati Europei Disabili che si sono svolti a settembre in Italia, dove è riuscito nell’impresa di conquistare due medaglie d’oro nella specialità del salto e della combinata oltre che un incredibile record del mondo con la misura di 20.7 metri che gli sono valsi il gradino più alto del podio. ■ Pallanuoto Al via l’avventura della Como nuoto donne Per le veliste allora sfumò anche l’introduzione di una deriva acrobatica “High Performance” mentre venne deciso di introdurre nel programma il Match Race, specialità che torna olimpica in versione femminile dopo l’esperienza maschile con le finali della classe Soling in due edizioni (Atlanta 1996 e Sydney 2000). Mentre molte altre Classi Olimpiche si svilupparono notevolmente per poi subire bruschi cali di popolarità, la Star è sempre rimasta molto seguita e praticata anche dopo la sua esclusione dai Giochi nel 1976. Fu poi riconfermata Classe Olimpica nel 1980 ed in quest’arco di tempo ha dimostrato al mondo di essere una classe internazionale forte e ben gestita, composta da velisti di altissimo calibro. «Essere inseriti nel programma olimpico rappresenta un motivo di assoluto prestigio nonché occasione affinché le due aziende del nostro territorio possano godere Calcio Tramonto di una Star? La Star è, da sempre, considerata la più prestigiosa delle imbarcazioni olimpiche. Disegnata nel 1911 da Francis Sweisguth, è la più antica classe del programma olimpico cui fece il suo debutto nel 1932: la Classe sin da allora fa parte delle Olimpiadi, con l’unica eccezione dell’edizione di Montreal nel 1976, quando fu ritenuta troppo “vecchia” e quindi sostituita dal Tempest. Tuttavia la Star si è sempre evoluta ed è rimasta all’avanguardia sia per quanto riguarda la sua costruzione, sia per il suo piano velico ed armamento. di una vetrina di portata mondiale - ci ha confermato il consigliere regionale lombardo, Luca Gaffuri, tra i proponenti la mozione approvata dal Consiglio Regionale del Pirellone -. Noi lombardi non siamo quindi disponibili a rinunciare al fatto che un prodotto dell’abilità e dell’esperienza del migliore artigianato lombardo sia improvvisamente escluso dall’evento olimpico. Atletica Athletic Gala 2010 Il Como atteso dalla Reggiana In attesa di tornare in campo a Reggio Emilia per la ripresa del campionato, il Como ha messo a segno la scorsa settimana un “colpo” di mercato per cercare di recuperare il terreno in classifica dopo le ultime battute a vuoto. In attesa dell’assenso all’arrivo di Domenico Germinale, attaccante di scuola Inter, ora al Benevento, gli azzurri hanno perso Giuseppe Cozzolino, destinato ad una nuova avventura in Campania, ma hanno guadagnato Alberto Filippini. Il 23enne attaccante esterno ritorna a Como dopo pochi mesi al Padova. Tantissimi gli atleti, i dirigenti e i tecnici presenti all’ultimo “Athletic Gala 2010”. Molti i riconoscimenti assegnati tra cui quello per il Memorial Volpi, dedicato al tecnico specialista nella corsa campestre. Premi poi per le prove multiple, per i trofei di società di campestre, mezzofondo, corsa in montagna, corsa su strada in ricordo di Paolo Maggioni. Applausi anche per le premiazioni scolastiche dei campionati regionali studenteschi di campestre e pista. A seguire le premiazioni dei campioni italiani cadetti e il ricordo della vittoria della Lombardia al Criterium con la nuova prestazione italiana sui 300hs di Cacopardo. Anche perché in Regione abbiamo sempre sostenuto l’opportunità di puntare sulla filiera della nautica come volano per lo sviluppo del territorio lariano, in particolare comasco». Soltanto tra qualche mese, quindi, sapremo se l’esclusione della classe Star dal programma a “cinque cerchi” di Rio de Janeiro sarà effettiva o meno. pagina a cura di Luigi Clerici Ha iniziato la propria attività la squadra di pallanuoto femminile della Como Nuoto. Le atlete lariane, dopo la strepitosa stagione in serie C dell’anno scorso, puntano a replicare i successi anche in questa stagione dove, dopo la promozione, lotteranno per la vetta della serie B. Il presidente Alessandro Dalle Donne non nasconde l’ambizione di una nuova promozione in A. Le atlete sono cariche, dal punto di vista del morale, ma anche e soprattutto dal punto di vista della preparazione atletica. Confermato l’allenatore Francesco Zoni. ■ Ticino Sport e violenza: stop ai teppisti Il fenomeno della violenza nello sport interessa anche il Canton Ticino, soprattutto quando si gioca il sentito derby tra Lugano e Ambrì Piotta che, nelle ultime partite, ha originato episodi di violenza e danneggiamento. Questi fatti hanno portato i club e la Polizia a prendere i provvedimenti necessari per impedire un comportamento violento. Persone che commetteranno atti violenti non potranno più avvicinarsi alle zone dove si svolgono le competizioni, e nei casi più gravi dovranno recarsi a firmare presso un posto di polizia, negli orari delle partite. Ciclismo Il 26 febbraio Gran Premio Insubria Si correrà sabato 26 febbraio, con partenza da Campione d’Italia ed arrivo a Varese, la III edizione del Gran Premio Insubria, gara internazionale per professionisti voluta dalla Società Ciclistica Alfredo Binda. I dirigenti della società ciclistica hanno infatti sciolto gli ultimi dubbi sulla gara di fine febbraio che si concluderà sul viale di arrivo che ha visto l’epilogo della Tre Valli Varesine 2010. Il percorso sarà inedito con la prima parte in Canton Ticino, la parte centrale in provincia di Como e la conclusione con un circuito nel varesotto per un totale di 190 chilometri di corsa. Snow bike, la Valtellina pedala sulla neve. Pedalare nella neve per scoprire i panorami più suggestivi nel Parco nazionale dello Stelvio: è l’obiettivo dello snow bike, l’ultima frontiera degli sport invernali praticati in Valtellina. Si tratta di una disciplina particolare che rappresenta soprattutto un nuovo modo di vivere la natura, sfruttando al massimo la libertà di movimento che solo la mountain bike concede. Qualunque appassionato delle due ruote può praticare la snow bike. Bastano gomme chiodate e un abbigliamento caldo e traspirante. Ciclismo Professionisti: Como avrà due squadre Il territorio comasco si appresta ad ospitare due società professionistiche di ciclismo. I nomi non sono ancora stati definiti mentre si danno già per certi i responsabili delle due formazioni che sosterranno attività in campo maschile e femminile. A seguire la squadra femminile sarà l’ex-ciclista Giuseppe Dioguardi; direttore sportivo di quella maschile sarà Ruggero Borghi. Tra i corridori della squadra maschile: Ratti, Peruffo, Diego Tamayo Martinez e Juan Sebastian Tamayo Martinez, i francesi Droully e Ricci Poggi, Marco Stefani, il neo professionista Enrico Montanari ed il comasco Fausto Fognini (già all’Amore & Vita). Valli Varesine 28 Sabato, 5 febbraio 2011 Notizie flash ■ Cittiglio Tempo di bilanci per “Il sorriso di Michela” La sera dello scorso 19 gennaio si sono riuniti per l’annuale assemblea i soci dell’associazione “Il sorriso di Michela”onlus per la rendicontazione delle attività svolte nel 2010 e per illustrare i programmi del 2011. È stato il presidente Vittorio Ciresa ad illustrare ai presenti quanto fatto dal gruppo nell’ultimo anno, partendo dal sostegno dato ad Haiti, per giungere all’offerta significativa alla protezione civile di Cittiglio che si sta concretizzando in questi ultimi giorni di gennaio, passando attraverso agli aiuti portati ai terremotati d’Abruzzo, alla bicicletta speciale per un bambino del paese, al gioco acquistato per il parco giochi di Vararo, al finanziamento di alcune attività alla casa Fraschini di Cittiglio. Assieme a questi interventi anche l’aiuto che “Il sorriso di Michela” non ha mai fatto mancare a don Angelo Introzzi, impegnato nella parrocchia di Clodomira nel centro nord dell’Argentina. L’associazione è nata per ricordare Michela Badalin – una giovane di Cittiglio scomparsa nel novembre 2006 in un incidente in montagna – e con la finalità principale di aiutare don Angelo Introzzi – sacerdote amico di Michela, che ha operato per 15 anni a Cittiglio prima di partire per il sud America. Il gruppo ha ben presto individuato anche altri settori di bisogno. Sul pieghevole dato alle stampe a fine 2010, sono stati raccolti i risultati, i programmi e gli obiettivi riguardanti il gruppo. ■ Brenta Adorazione eucaristica notturna per i giovani Dalle ore 21.00 alle 24.00 sabato 5 febbraio, è programmata l’Adorazione Eucaristica notturna per giovani presso la cappellina dell’asilo di Brenta. L’iniziativa rientra tra quelle organizzate a livello diocesano nel ciclo “Luce nella notte – chiamati alla Santità”. Giornata per la vita Una mostra per Giovanna Beretta Molla. Il Centro Aiuto alla Vita Medio Verbano propone un’esposizione di oggetti, documenti, testi e l’incontro con la figlia È una santa davvero vivono per i loro figli? O meglio: di eroico offrire a tutta l’umanità questo grande controcorrente, quella che nelle mamme c’è davvero tanto, in ogni dono, di far salire agli altari una virtù raccontano i pannelli della situazione, in ogni notte in bianco, che il cuore umano custodisce dentro mostra fotografica dedicata in ogni sospiro e ferita del cuore, in di sé, anche se sempre più sbiadito: a Gianna Beretta Molla, medico di ogni attesa paziente; e anche in ogni dare la vita per l’altro. In questo dono Magenta, sposa e madre di quattro solitudine angosciata che vive la donna assoluto, che non nasce come atto figli, morta per una grave malattia quando non ha avuto il coraggio da improvviso e irrazionale, ma fiorisce in negli anni’60. Controcorrente per la accogliere un figlio “non programmato”. un lungo percorso di fede e di amicizia mentalità del nostro secolo, per un’idea Nasce da un amore gratuito, magari con Dio, sta la sua santità, confermata da asfittica e inconsistente di felicità che scoperto troppo tardi. Ma questa gratuità numerosi miracoli. sempre più si va facendo largo nelle non la si coglie, non la si vede, impastata La mostra racconta la vita e la crescita giovani generazioni, ma non risparmia com’è oggi con sentimentalismi di ogni spirituale della beata, dalla nascita nemmeno gli anziani. E se vi chiedete tipo. Non la riconosciamo nemmeno (Magenta, 4 ottobre 1922) alla morte perché mai un grande papa come quando la viviamo spontaneamente. (Ponte Nuovo di Magenta, 28 aprile Giovanni Paolo II abbia proclamato Diventa a volte straordinaria, come il 1962), fino alla beatificazione da parte santa una donna di quarant’anni dono che Gianna ha fatto della sua vita di Giovanni Paolo II nel 2004, offrendo dalla vita normale, ritmata dal lavoro, all’ultima figlia in arrivo (rinunciando a documenti, testimonianze, oggetti che dalla cura dei figli, dalla preghiera cure pesanti per non perdere la bimba, Le appartennero e presentando alcune e dall’attenzione al prossimo, tutte a prezzo della salute e dell’esistenza delle opere a lei dedicate nel mondo. virtù “normali” di un buon cristiano, stessa), anche se certamente non è stata Il percorso è stato realizzato con la dovrete proprio visitare la mostra che e non sarà l’unica mamma ad agire in collaborazione dalla sorella della Santa, ne racconta la vita e il quotidiano, questo modo. E la Chiesa ha voluto madre Virginia Beretta, e della figlia allestita presso la sala Maria Gianna Emanuela, che potremo Madre della Chiesa, a lato della conoscere venerdì 18 febbraio scuola Materna di Mombello, alle ore 21.00 presso il teatro a cura del Centro di Aiuto Franciscum di Mombello in In preghiera per la vita alla Vita Medio Verbano una serata di testimonianza. in collaborazione con la La mostra osserva i seguenti alla Santa Casa di Cavona Comunità Pastorale “Maria orari: sabato e domenica dalle In occasione della Giornata per Madre della Chiesa” di Laveno. ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle Gianna è fatta santa con il titolo la Vita, il Centro Aiuto alla Vita ore 15.00 alle ore 19.00; giorni Medio Verbano invita tutti alla recita del Santo Rosario feriali dalle ore 17.00 alle di “Madre di famiglia”, ed è la sabato 5 febbraio, alle ore 21.00 presso la Santa ore 19.00. Prenotazioni visita prima volta nella storia della Casa di Cavona; durante la preghiera sarà proposta la guidata: telefono 333-6198889, Chiesa: e cosa ci sarà mai di testimonianza di accoglienza dei coniugi Umberto e oppure 329-3958453. eroico in questa dedizione che Mirella, dell’associazione Giovanni XIII. tutte, o quasi tutte le mamme ANNALISA MOTTA ROSARIO Sondrio Cronaca Sabato, 5 febbraio 2011 29 Un incontro inatteso fra amici di vecchia data. In una casa di riposo della Brianza si ritrovano due persone molto conosciute a Sondrio: Dario Cucchi e padre Antonio Barzaghi, per anni cappellano dell’ospedale cittadino. R iceviamo, e volentieri pubblichiamo, questa bella intervista di Dario Cucchi (classe 1918) al camilliano padre Antonio Barzaghi (classe 1926) già cappellano dell’Ospedale Civile di Sondrio. Cucchi e padre Barzaghi sono attualmente ospiti della “Residenza di san Camillo”, a Besana in Brianza (Mb). Caro padre Antonio, sono lieto, dopo tanti anni, di incontrarti di nuovo. Mi trovo ricoverato qui, alla “Residenza di san Camillo”, in preparazione all’incontro con il Signore. Perciò continuo il nostro colloquio che abbiamo interrotto dopo la tua partenza da Sondrio… Padre Antonio, come è nata la tua vocazione religiosa, e perché nella Congregazione camilliana? «Prima di tutto c’è una vocazione universale: la chiamata alla vita. Dio ci ha creati per conoscerlo, amarlo e servirlo in questa vita. Col Battesimo entriamo nel clima della vita cristiana, vissuta in particolare in una famiglia di credenti, fedeli alle pratiche religiose come la maggior parte degli abitanti del paese. In questo clima paesano è nata la mia vocazione, nutrita dall’esempio di due miei coetanei, fedeli chierichetti al servizio dell’altare, che avevano deciso di entrare a Villa Visconta, come aspiranti camilliani. Senza sapere chi fossero i camilliani, anch’io ho deciso di seguire il loro esempio, lasciando il paese natio, Romanò Brianza, il 30 settembre 1937. Questi due miei compagni sono arrivati al traguardo della vita religiosa: Stefano Melli come sacerdote, Bruno Nespoli come infermiere professionale… e ora, tutti e due, sono già pervenuti nel Regno di Dio». Qual è stata la tua obbedienza, dopo la professione religiosa, prima del tuo arrivo all’Ospedale di Sondrio? Media Valtellina Il racconto schietto, sincero e in tono confidenziale di una vocazione nata tantissimi anni fa; sessant’anni di sacerdozio trascorsi sempre con la sensibilità verso i sofferenti; la condivisione di momenti preziosi «in attesa dell’incontro con il Signore»; una scrittura piacevole, scorrevole e sempre interessante che sa di vita vera e vissuta. di Dario Cucchi «Dopo l’ordinazione sacerdotale, nel 1950, sono stato inserito nella “Comunità san Camillo” a Milano, impegnato in vari uffici e come cappellano dell’Istituto oftalmico, dove ho conosciuto Silvio Colagrande e Amabile Battistella, che oggi, grazie alla donazione delle cornee, fatta dal beato don Carlo Gnocchi, contemplano la bellezza del Creato. Da Milano, un salto a Sondalo come cappellano al Villaggio, per poi passare all’Ospedale Maggiore di Verona, con una parentesi a San Vito di Pergine (Tn) come assistente spirituale del Seminario degli aspiranti camilliani. E quindi, con un altro balzo, sono planato all’Ospedale Civile di Sondrio, dove mi sono fermato tantissimi anni. Poi un altro balzo ancora, per arrivare all’Ospedale Sant’Anna di Como, come collaboratore, per un periodo di due anni, dei Cappellani in servizio ufficiale. Da segnalare che in diocesi di Como ho trascorso ben 34 anni come assistente spirituale tra i malati e gli operatori sanitari. E dall’Ospedale di Como, l’ultima trasferta a Besana in Brianza, messo a riposo – per l’età non più giovanile – e, per dirla con l’amico intervistatore Dario Cucchi, in preparazione all’incontro con Signore. Nel frattempo, si è disponibili nell’aiuto agli ospiti, nel guidare la preghiera del santo Rosario e nella celebrazione della Santa Messa». Hai celebrato il tuo sessantesimo di ordinazione sacerdotale... «Una data importante, questa del sessantesimo sacerdotale, ricordata domenica 11 luglio 2010, durante la solenne Alomar Sondrio Ritiro a Bose Appuntamenti formativi in calendario A Poggiridenti concerto per Fausto Caslini Il card. Ravasi riflette su Geremia Per i Gruppi Liturgici delle Parrocchie della Zona Pastorale La sezione di Sondrio dell’Alomar (che si rivolge a persone affette da malattie reumatiche e ai loro familiari) organizza per sabato 5 febbraio, alle ore 20.45, presso il Centro Educativo San Fedele di Poggiridenti al Piano (di fianco alla chiesa) una serata in musica in ricordo di Fausto Caslini, amico sensibile ai problemi dell’associazione e marito di Carla, membro del direttivo del sodalizio. Domenica 20 marzo, a Bose (Bi), si propone una giornata di ritiro su “Il profeta Geremia”, con il cardinale Gianfranco Ravasi. Partenza da piazzale Bertacchi (davanti alla stazione ferroviaria) alle ore 5.30. La giornata prevede un primo incontro alle ore 10.30, l’Eucaristia alle ore 12.00, il pranzo, la ripresa con il secondo incontro alle ore 15.00, seguito dal vespro. Il rientro a Sondrio è previsto per le ore 22.00. Quota 20 euro (viaggio e pranzo). Iscrizioni dopo il 6 febbraio telefonando a don Ferruccio: 333-4211260, oppure 0342-514716. Il 24 febbraio e il 3 marzo ore 20.45, a Sondrio/Angelo Custode. Tutti sono invitati a partecipare alle prove per imparare i canti per la Quaresima e il tempo di Pasqua suggeriti dalle schede diocesane “Cantare la Parola”. Giornata Nazionale per la Vita Sabato 5 febbraio , a Sondrio/ presso la chiesa della Collegiata, alle ore 21.00. Tutti sono invitati a partecipare alla Veglia di preghiera che si svolge per riflettere sul dono della vita, in ogni momento. In concerto si esibirà il Coro Vetta di Ponte in Valtellina diretto dal maestro Valter Mazzoni. L’entrata è ad offerta libera. Il ricavato della serata verrà utilizzato dall’associazione per potenziare le attività a tutela dei malati reumatici della provincia di Sondrio. A fine concerto sarà allestito un rinfresco. Un sentito grazie per la disponibilità e collaborazione va al Coro Vetta, a don Livio e a tutte le persone che parteciperanno a questa iniziativa. Informazioni: Silvia, telefono 329-0285616; e-mail: [email protected]; o www.alomarsondrio.it. celebrazione eucaristica alla Grotta di Lourdes, nel parco di questa residenza, in unione con padre Gianluigi Valtorta, nel suo venticinquesimo di sacerdozio, e con padre Amos Aldeghi, cinquant’anni di professione religiosa. Anche la parrocchia di Romanò Brianza ha voluto commemorare il mio sessantesimo di ordinazione, domenica 3 ottobre 2010, festa patronale di san Michele Arcangelo e della Madonna del Rosario, durante la Santa Messa e la devota processione mariana lungo le vie del paese». Quando sei giunto qui alla “Residenza di san Camillo” e con quale incarico? «All’inizio del 2009 e, come accennato, messo a riposo, però sempre a disposizione in aiuto agli ospiti non autosufficienti. Come comunità religiosa siamo in otto sacerdoti, cinque dei quali hanno varcato la “soglia degli ottanta”. E, come in ogni Comunità, c’è un Superiore, un Cappellano della Residenza e della chiesa pubblica». Infine, una breve cronistoria di questa “Residenza San Camillo” in Besana. «Acquistata nel 1913 (presto si celebrerà il primo centenario nel 2013) in varie riprese venne adattata per accogliere i giovanetti intenzionati a seguire San Camillo nel servizio dei malati. Un vero vivaio di ragazzi che, nel 1938, nel venticinquesimo dell’apertura, erano circa 120 aspiranti, nelle cinque classi ginnasiali, poi, in parte, sciamati a Rossano Veneto. Ci chiamavano i “bagai della viscunta”, amati e aiutati dalla popolazione, che si riuniva con gioia a celebrare la festa di san Camillo, nel mese di luglio, di ogni anno, fino al 1989, quando per mancanza di vocazioni, la Casa è stata ristrutturata come casa di riposo per anziani, capienza 83 posti letto». Con questo ti ringrazio del colloquio e ti faccio tanti auguri per la tua salute e per tutta la comunità. Corso di formazione Per i volontari ospedalieri di Sondrio La sezione di Sondrio dell’Associazione Volontari Ospedalieri cerca volontari. Se si vuole dedicare parte del proprio tempo ai malati ricoverati nell’ospedale di Sondrio, si può seguire il corso di formazione in programma dal 15 febbraio all’8 marzo presso l’Aula Magna del presidio ospedaliero del capoluogo. Il corso è strutturato in sette incontri, dalle ore 20.30. Le domande di pre-iscrizione devono essere consegnate entro il 12 febbraio: info al numero 339 6027372 o inviando una mail all’indirizzo [email protected]. 30 Sabato, 5 febbraio 2011 Notizie flash ■ Gordona Non dimenticare: dalla Shoa a Srebrenica Dalla Shoah a Srebrenica, dalla Germania nazista alla Bosnia del 1995. La biblioteca di Gordona giovedì 27 gennaio - Giornata della memoria - ha ospitato un incontro dedicato al massacro di ottomila civili musulmani durante la guerra della exJugoslavia. A cinquant’anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, nel luglio del 1995, furono uccisi in Bosnia dalle truppe cristiano-ortodosse del generale Ratko Mladic’. Una vicenda praticamente sconosciuta avvenuta nel cuore dell’Europa, a poco più di mille chilometri dalla Valchiavenna. Fulvio Gervasoni, sindacalista della Filca Cisl e volontario dell’associazione Macondo, ha puntato sulla visione di alcuni spezzoni dei documentari “Hotel Bosnia”, “Souvenir Srebrenica” e “Voci dall’oblio”. Sono bastate poche immagini per descrivere l’orrore e la disattenzione dei governi occidentali, complici indiretti del massacro. «Poche persone sanno cosa è successo a Srebrenica - ha detto Gervasoni -. Ottomila innocenti furono ingannati e uccisi sotto gli occhi delle Nazioni Unite. Come cittadini europei dobbiamo sentirci in dovere di ricordare il massacro e di ridare speranza alle popolazioni dei Balcani». Il sindacalista bergamasco ha promosso diversi progetti di solidarietà e continua a dedicare attenzione ai Balcani. «Abbiamo organizzato numerose attività con le associazioni di Srebrenica, favorendo l’incontro fra serbi e musulmani, e nei mesi scorsi a Bergamo abbiamo ospitato decine di studenti bosniaci» A maggio una delegazione della Filca Cisl andrà in Bosnia per portare avanti alcuni progetti. C’è la possibilità di partecipare. Per informazioni rivolgersi alla Cisl. ■ Grande dolore A Prata Camportaccio per la scomparsa di Valeria «Adesso vai, “Archy”, prendi il pallone e segna il tuo gol più bello nella porta del paradiso». Si è chiuso con le parole delle amiche, cariche di affetto e di dolore, il funerale di Valeria Biavaschi, la quarantenne scomparsa il 21 gennaio in Brasile in un incidente stradale dovuto al maltempo. Venerdì 28 la chiesa parrocchiale di San Cassiano è diventata troppo piccola per accogliere la tristezza di un’intera comunità e di moltissime persone provenienti da altri paesi della Valchiavenna. Per dare l’ultimo saluto a Valeria, architetto, c’erano i colleghi di lavoro, i coscritti della classe 1970 e gli ex compagni di scuola e dell’università, insieme alle amiche con le quali ha condiviso la passione per il pallone. Hanno portato il loro conforto ai genitori di Valeria, Agostino e Palma, alla sorella Daniela e ai nipoti, affiancati in chiesa e nel corteo verso il cimitero dai parenti e dalle persone più vicine alla figlia. Dal pomeriggio di giovedì, anche Chiara Bertoletti, la donna di Ponte in Valtellina che si trovava in Brasile con Valeria, ha provato a portare conforto ai genitori della quarantenne scomparsa. È stato impossibile, non soltanto per le persone più vicine a Valeria, ma anche per tanti altri amici e conoscenti, trattenere le lacrime. Né gli abbracci, né le parole di conforto sono servite per alleviare la sofferenza nel momento più difficile. Per quasi un’ora e mezza, in chiesa si sono ascoltate soltanto le voci dei sacerdoti e dei cori di San Cassiano e Gordona. Valeria si era laureata quindici anni fa al Politecnico di Milano, poi era tornata in Valchiavenna e si era distinta all’interno dello studio con cui collaborava, soprattutto nel campo della definizione dei piani regolatori, tanto che i titolari l’hanno descritta come la «collaboratrice più preziosa dello staff». La funzione è stata officiata dal parroco di San Cassiano, don Edoardo Bugajski, insieme a don Casimiro Digoncelli e don Giuseppe Paggi. Al termine della messa il corteo ha raggiunto il cimitero del paese. Valchiavenna sco Don Bo Presso la chiesa di San Cassiano il secondo incontro aperto alle corali giovanili del territorio valchiavennasco. Un vero incontro canoro A pplausi per l’incontro canoro tra i cori parrocchiali giovanili, tenutosi il 30 gennaio nella chiesa di San Cassiano. L’iniziativa promossa per la festa di San Giovanni Bosco, patrono dei giovani, dal parroco don Edoardo Bugajski è alla seconda edizione e ha visto la partecipazione di 6 cori che, accompagnati dai loro musicisti, hanno proposto 3 canzoni ciascuno. Primo ad esibirsi il Coro di Regoledo di Cosio, formatosi nel 1994 con bambini dai 5 anni in su, che ha raggiunto la Valchiavenna con una trentina di componenti Il parroco don Edoardo ha dato appuntamento al prossimo anno, per un momento che non vuole essere una sfida ma uno «stare insieme» in sciarpa bianca tra cui anche alcuni musicisti e il solo maschietto Paolo. “Preghiera di Gesù è la nostra”, “Madre della speranza” e “Tu sei bambino” le loro canzoni. A seguire è toccato ai due gruppi di Borgonuovo entrambi egregiamente diretti da Antonio Rogantini. Ispirato all’uguaglianza e una serata per haiti alla fratellanza il canto “Anche tu sei mio fratello” proposto dai più piccoli, mentre molto apprezzate le canzoni “Tu al centro del mio cuor”, ”Vanità di vanità” di Branduardi e “Dopo tutto”, proposte dai più grandicelli con Chiara al violino e Mirco alla chitarra e interpretate suggestivamete a più voci. Poi il Coro di San Pietro, di recente formazione, diretto da Maria Chiara Fois e accompagnato da tastiera, chitarra, jumbé e armonica a bocca ha cantato “Ecco quel che abbiamo”, “Madre della speranza” e “Luce che sorge nella notte” alla presenza del parroco don Luigi Pedroni. Si è quindi esibito il Coro di San Lorenzo di Chiavenna al debutto in questa manifestazione. Attivo dal 2007 e diretto da Bruna Vergottini il coro era composto da ragazzi più grandi (anche delle scuole superiori) e impreziosito da qualche adulto. Tra le canzoni presentate, la loro “Ave Maria” ha saputo suscitare grande trasporto emotivo. Ha concluso la rassegna canora il Coro di San Cassiano, al gran completo con coristi, chitarre, fiati e percussioni sotto la direzione di Stefano Molteni, con la preziosa collaborazione di Morena, Debora, Anna, Ernesto ed Andres che da anni accompagnano coi loro canti le funzioni liturgiche e formano una piccola orchestra. “Su ali d’aquila”, la trascinante “Ritmate A un anno dal terremoto che ha devastato il piccolo stato di Haiti, apprendendo dai media che la popolazione haitiana versa ancora in condizioni di grande disagio, aggravato ulteriormente dall’epidemia del colera, l’oratorio San Fedele di Chiavenna, in sintonia con i progetti di aiuto umanitario attivati dalla Caritas diocesana, organizza, per la serata di sabato 19 febbraio, una cenatombolata di solidarietà. L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Chiavenna, darà modo di raccogliere fondi a sui tamburi” e “Come tu mi vuoi” le canzoni cantate dal coro di casa. Al termine, caramelle per tutti, perché “Questo incontro non è una sfida ma un cantare insieme” ha detto don Edoardo, che per San Bosco, rappresentato nel dipinto di Eugenio Del Re esposto davanti all’altare, ha ricevuto dalla Polonia la visita del Padre provinciale salesiano Alfred Leja. Don Edoardo al ritmo della sua chitarra ha unito nel canto tutti i cori, dando appuntamento all’anno prossimo per la terza edizione e invitando il numeroso pubblico presente al rinfresco organizzato dai parrocchiani presso l’ex scuola materna. DAVIDE TARABINI favore dei bambini di Haiti, e nel contempo di sensibilizzare tutti coloro che vorranno prenderne parte ad una maggiore attenzione nei confronti di chi, per cause di varia natura, si trova a dover affrontare situazioni di particolare emergenza. Quota di partecipazione alla cena: 12 euro. Per prenotazione, entro e non oltre giovedì 17 febbraio, telefonare al 340-0855261 (Daniele), 346-6323085 (Cristina) o 3356719052 (Lorenzo). ■ Conferenze dell’Istituto Italiano dei Castelli A Milano il ciclo di incontri invernali C on il patrocinio del Consiglio Regionale della Lombardia, per il quarto anno consecutivo la Fondazione Gruppo Credito Valtellinese ospita al primo piano del Palazzo delle Stelline in corso Magenta 59 a Milano le conferenze invernali della sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli, presieduta dal prof. Guido Scaramellini. Le sei relazioni si terranno tutti i martedì fino all’8 marzo dalle ore 17.00 alle 18.30, con ingresso gratuito e aperto a tutti e, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, avranno per tema i campi di battaglia e le fortificazioni nel Risorgimento. Le prime due conferenze (la prossima l’8 febbraio) sono tenute dall’architetto Flavio Conti, già presidente nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli, e riguardano il ruolo delle fortificazioni nelle guerre per l’indipendenza italiana, con particolare attenzione al Quadrilatero e alle difese piemontesi e borboniche, mentre il 15 febbraio Davide Tensini, studioso di storia e architettura difensiva, si soffermerà sulle fortificazioni costruite nell’Ottocento nell’area padano-appenninica. Seguiranno, il 22 febbraio e il 1° marzo, le conferenze degli architetti Giusi Villari, vice presidente della sezione Lombardia e consigliere scientifico dell’Istituto, e Luciano Roncai, coordinatore della delegazione di Mantova e Cremona dello stesso Istituto e docente presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Milano. Parleranno delle fortificazioni del Garda fra battaglie per l’Indipendenza e memoriali dell’Unità, e del sistema degli acquartieramenti nel Mantovano. L’8 marzo chiuderà il ciclo Marino Viganò, anch’esso studioso di storia e architettura difensiva e consigliere scientifico dell’istituto, il quale intratterrà i presenti sull’aspetto difensivo dell’Italia tra il 1861 e il 1911. Anche quest’anno, la sezione Lombardia dell’Istituto ha scelto un tema legato all’attualità, come le celebrazioni per il 150° dell’Unità d’Italia. Un’occasione per rivivere i sacrifici affrontati in nome del grande ideale dell’unificazione nazionale. CRISTIAN COPES Sondrio Cronaca incontro a morbegno Fabio Corno, docente e commercialista, è intervenuto sul valore di un rinnovato sistema aziendale che ai profitti aggiunge l’umanità Impresa sociale per uscire dalla crisi. N on ci si può limitare all’impresa sociale, ma si deve divenire imprenditori sociali di se stessi, tema che si declina come autodeterminazione delle persone e che coinvolge tutti a livello di responsabilità per il futuro proprio e della comunità in cui si opera. «Reputo che, dal punto di vista della socialità, sia difficile giustificare un atteggiamento di recriminazione nel momento in cui la realtà cambia in una direzione che non ci piace. La realtà chiama tutti a una maggiore presa di coscienza e a rispondere in modo molto più imprenditoriale di quanto non sia avvenuto finora». Questi i concetti fondamentali esposti da Fabio Corno, docente di sociologia all’Università degli studi di Milano Bicocca e commercialista, venerdì scorso nella relazione “Imprenditorialità sociale: leva per una ripresa condivisa” nella lezione alla Scuola di Formazione socio politica della diocesi di Como. «Gli imprenditori sociali sono agenti del cambiamento in un contesto di pesante crisi per noi, minore per altri - ha esordito - E in futuro le cose non miglioreranno, anzi. Se guardiamo la forte crescita delle economie dei paesi “BRIC” (Brasile, Russia, India e Cina), comprendiamo che poggia su persone che sanno darsi da fare, muoversi, individuare i propri sogni personali e trasformarli in qualcosa che va bene non solo per loro, ma ha valore anche per altri». Per questo motivo è stato sviluppato un progetto di ricerca sull’imprenditorialità come fattore di sviluppo e in tal senso ritorna il concetto di imprenditore sociale. Ma cosa s’intende per impresa sociale? Sono “organizzazioni private..., ovvero società anche di capitali, che esercitano in via stabile e principale un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni o servizi di utilità sociale”. Quindi, a termini di legge, sono imprese sociali le associazioni, le fondazioni, le società (anche s.r.l. o s.p.a.), le cooperative, i consorzi, che abbiano nello statuto il vincolo di non distribuire gli utili. Con questi si genera una ricchezza finalizzata a obiettivi di carattere sociale nell’assistenza sociale e socio-sanitaria, nell’educazione, nell’istruzione, nella tutela dell’ambiente e dei beni culturali, nella formazione universitaria ed extra scolastica, nel turismo sociale e nei servizi strumentali alle imprese sociali. Anche l’impresa sociale ha una natura imprenditoriale: essa ha una finalità produttiva per chi la fa ma anche per la comunità, con la volontarietà, l’autonomia, l’assunzione del rischio e la propensione all’innovazione. «In altre parole, non è solo un bene astratto, ma si declina in un fare: si individuano dei bisogni specifici e si articola la risposta. Il Modelli per il futuro. Mondo con meno risorse M Ad esempio, si creano orti comuni, si riciclano materiali Puntare su una migliore qualità della vita, senza guardare al solo profitto, per riappropriarsi di tempo e affetti. di scarto per altre filiere produttive, o si riparano vecchi oggetti invece di avviarli in discarica; si è molto attenti nell’acquisto dei prodotti, privilegiando quelli che non vengono da lontano, ecc. Dal 2006 ad oggi sono entrate a far parte della rete di città in transizione 75 cittadine, alcune delle quali sono in Italia, come Monteveglio nel Bolognese. La cittadina vuole diventare un comune “post carbon”, che produce la minor quantità possibile di emissioni nocive. Così tutti i tetti di proprietà pubblica, dalla scuola al centro sociale avranno pannelli fotovoltaici. Dall’altra parte, si sono sviluppati orti “sinergici”, dove tendenzialmente si è attenti alla qualità dell’alimentazione e alla ricchezza del terreno, limitando gli sprechi e creando prodotti e ricchezza anche a livello locale. Lo scopo principale del progetto è di aumentare la consapevolezza per i temi dell’insediamento sostenibile e di preparare alla flessibilità richiesta dai cambiamenti in corso (diminuzione delle risorse energetiche, riscaldamento globale). L’altro modello è quello dei bilanci di giustizia, nati filone di rischio è dato dal fatto che nell’impresa sociale non si investono soltanto finanziamenti a fondo perso, ma anche fondi gestiti come capitale. Per questo, qualsiasi imprenditore che abbia come riferimento i suoi stakeholders (portatori di interesse) opera secondo principi sociali. Il positivo dell’imprenditore, sociale o no, sta nella sua capacità di guardare la realtà, di affrontarla in modo sinergico e di saper trarre le risorse là dove ci sono, con la conseguenza di riuscire a creare nuovi posti di lavoro, di migliorare gli standard di vita anche di altri e così via». E, proprio perché opera e vive nel quotidiano, l’imprenditore sociale deve rapportarsi e destreggiarsi anche nell’ambito del potere, come succede nel caso della Compagnia delle Opere, che in questo modo riesce a ottenere obiettivi positivi per i propri associati. Inoltre, né l’imprenditore, né l’impresa sociale per intervenire sui cambiamenti di natura globale e trovare le risorse necessarie possono muoversi da soli, ma devono continuamente fare rete. «Non sempre è facile essere imprenditore e resistere nel tempo - ha concluso Ne ho affiancati parecchi che hanno dovuto ricorrere alla cassa integrazione. Le loro esperienze mi hanno spinto a riflettere che essere socialmente attenti significa anche cogliere le alternative che consentano all’azienda di continuare nel tempo: non si riuscirà a mantenere il posto per tutti, ma è sempre meglio che non darlo a nessuno. Tanto più che, se l’imprenditore sarà capace di rinnovarsi, saprà dare di nuovo altro lavoro. Il cambiamento comporta cercare nuove strade e inizia dalla capacità di abbattere i paradigmi nei quali siamo cresciuti per cercarne altri. Ne consegue che, se i giovani non sapranno inventarsi un loro futuro, che non è certamente dietro l’angolo e che potrà anche essere distante da casa, saranno degli scontenti a vita. Il futuro è da reinventarsi quotidianamente e tutti dobbiamo diventare imprenditori di noi stessi, perché non c’è più il welfare state cui eravamo abituati, e tutti dobbiamo contribuire al cambiamento: si dovranno ri-tarare i propri modelli e il filo rosso della nuova vita saranno gli imprenditori sociali e l’impresa sociale». pagina a cura di PIERANGELO MELGARA in Italia oltre 1200 famiglie hanno ridotto i consumi e si sono accorte che si può pensare anche di ridurre le entrate, passando da un lavoro a tempo pieno ad uno a tempo parziale. L’esperienza ha mostrato che l’effetto finale è un miglioramento nella qualità della vita e che, se tre persone passano a lavorare a tempo definito, si creano opportunità di crescita e di lavoro per altri. «Sono esempi ha concluso Corno - che richiedono consapevolezza sociale e di prendere in mano la propria vita». Ciascuno è «fattore di cambiamento». a come trovare oggi questo filo rosso? Quali possibilità ci sono per essere ugualmente contenti in un mondo con meno risorse? Il prof. Corno ha proposto due esempi di rivedere i propri modelli, da una parte a livello sociale, dall’altra a livello personale e di famiglia. Il primo sono le città di transizione, che hanno origine in Irlanda e Inghilterra nel 2006. In esse, i cittadini prendono atto che le risorse sono scarse e che, laddove ci sono, possono essere messe a diposizione anche di altri; sono incoraggiati a ricercare metodi per ridurre l’utilizzo di energia e a incrementare la propria autonomia a tutti i livelli. Sabato,5 febbraio 2011 31 da un’idea di don Gianni Fazzini, parroco della Diocesi di Venezia, incaricato dal patriarca Scola dal 2002 della “Pastorale degli Stili di Vita”. Il concetto di fondo è che, guadagnando di meno, si guadagna in qualità della vita e ci si riappropria del tempo: le famiglie sono invitate a esaminare criticamente le voci di bilancio, le entrate e le uscite, i costi e le spese, per decidere dove effettuare dei risparmi. Con questo sistema, Dunque, everyone is a change maker, ciascuno è fattore di cambiamento e, come ha sottolineato il direttore del corso monsignor Angelo Riva, si tratta di scegliere in base ai propri talenti: chi possiede alta propensione per il rischio e l’innovazione, sarà anche disponibile a fare scelte di spostamento e di delocalizzazione, ma neppure chi non ha qualità del genere rimane fuori dal cambiamento, se sceglie di mettersi in rete e di destinare quote di relazionalità sociale: «Non ci sono forse già luoghi dove si attua il mettersi in rete, destinando quote di relazionalità come nelle parrocchie e nel variegato mondo dell’associazionismo? La realtà odierna è complessa, non riducibile a poche ricette, e ci dà l’input ad essere fattori di cambiamento, inventando con creatività, con alta propensione al rischio e all’innovazione, o anche vivendo la propria quotidianità professionale, lavorativa, scolastica. Non credo che in questo modo tutto resti come prima, o tristemente votato al fallimento». Sondrio Cronaca 32 Sabato, 5 febbraio 2011 Notizie flash ■ Provincia oratori in festa. Domenica 30 gennaio a Sondrio. Situazione di crisi a Palazzo Muzio Un fulmine a ciel sereno. Non ci sono altre parole per descrivere quanto è accaduto a Palazzo Muzio, a Sondrio, la scorsa settimana: al decimo punto dell’ordine del giorno del consiglio provinciale c’era la votazione di sfiducia per il presidente dell’assemblea, Patrizio Del Nero. Sfiducia proposta dalla minoranza di centro-sinistra per una serie di atteggiamenti definiti contraddittori rispetto alle decisioni assunte dallo stesso Ente Provincia ma in generale per l’atteggiamento di Del Nero nei confronti delle minoranze. La settimana si era aperta con una riunione fra Pdl e Lega – che ha la maggioranza a Palazzo Muzio, così come il presidente della Provincia (Massimo Sertori) è esponente di primo piano del Carroccio. Nell’incontro si era stabilito un accordo per salvaguardare Del Nero, eletto nelle fila del Pdl. Nel corso della votazione, invece, la mozione di sfiducia è stata approvata con 13 favorevoli e 11 contrari: sono quattro i consiglieri di maggioranza che hanno deciso di togliere l’incarico al presidente dell’assemblea provinciale. La seduta è stata sospesa: il Pdl ha ritirato i suoi quattro assessori in Giunta, aprendo formalmente la crisi sia in Provincia, sia nell’alleanza di centrodestra, che, in provincia di Sondrio, negli ultimi anni, non ha mai goduto di ottima salute, con lo scontro interno, nel comune capoluogo, che portò alle dimissioni il sindaco Bianchini. Anche nel corso delle ultime amministrative, proprio per la Provincia, gli accordi furono piuttosto complessi. Ora la situazione resta in sospeso, con reciproche accuse di tradimento. Poiché la votazione era a scrutinio segreto sarà molto difficile individuare i franchi tiratori responsabili della sfiducia. Nel momento in cui andiamo in stampa la situazione non si è ancora chiarita. Il Pdl chiede di annullare la sfiducia e di reintegrare Del Nero. La Lega assicura la sua lealtà ai patti. I prossimi giorni saranno decisivi. T anto grande e importante nella Chiesa è la figura di san Giovanni Bosco, «padre, maestro ed amico dei giovani», che ogni anno molte parrocchie vivono particolari momenti di festa per ricordarlo. A Sondrio, per gli oratori della città, è tradizione vivere l’ultima domenica di gennaio nel ricordo del grande santo e così è stato anche la scorsa settimana negli oratori di San Rocco, affidato proprio alla cura salesiana, e della parrocchia Beata Vergine del Rosario, dedicato ad un padre della gioventù sondriese, don Giovanni Maccani. Le feste, in entrambi i centri, sono cominciate con la celebrazione della Messa alle ore 10.00, cui hanno preso parte, in numero maggiore rispetto alle altre domeniche, bambini e ragazzi accompagnati da catechisti e animatori.«Potremmo pensare che una persona dell’Ottocento sia antiquata – ha detto nell’omelia don Claudio Monti –, ma per i santi non è così. Noi oggi vogliamo ringraziare il Signore per averci donato san Giovanni Bosco e pregarlo per tutti i giovani del mondo. Vogliamo pregare perché crescendo possano vivere in pienezza la loro esistenza». Don Claudio ha poi sottolineato la coincidenza che ha portato a celebrare la festa di don Bosco in una domenica in cui le letture della Messa hanno proposto il brano evangelico delle beatitudini. «Gesù proclama “beati” delle categorie di persone che a noi non sembrano tanto felici – ha aggiunto il sacerdote –. Dio ragiona in modo diverso da come San Giovanni Bosco, padre, maestro, amico solitamente agisce l’uomo. Dio prende quello che è nella vita per trasformarlo in strumento di salvezza. Così noi siamo chiamati a vivere in pienezza i valori delle beatitudini nella nostra vita, anche se chi si impegna in questo non trova molto consenso nella realtà in cui vive. Il mondo, infatti, va in un’altra direzione. Basta guardare la televisione e i programmi che ogni giorno seguono anche i bambini». Rivolgendosi proprio a loro, don Claudio ha proseguito la sua riflessione: «Essere cristiani è difficile e comporta un impegno grande. Ricordando san Giovanni Bosco troviamo però una persona che ha vissuto secondo le beatitudini e ci ha mostrato che è bello seguire lo stile di Gesù. Chiediamo al Signore che non venga mai meno la sfida educativa – ha concluso il sacerdote – coi valori che il Vangelo ci propone. In questo cammino ci aiuti e ci protegga don Bosco». Al termine della celebrazione, oltre 120 iscritti si sono radunati in oratorio per il pranzo preparato dai volontari dell’Associazione Centro Giovanile Don Giovanni Maccani. Proprio la giornata di festa è stata anche l’occasione, per molti dei presenti, di rinnovare l’adesione all’Associazione che sostiene le attività dell’oratorio, aderendo alla fitta rete di circoli dell’Associazione Noi attiva a livello diocesano e nazionale. Nel pomeriggio, gli animatori hanno guidato i più piccoli ad un percorso di giochi a stand tra l’oratorio e le aule di catechismo, prima di concludere la festa con la merenda assieme ai genitori. Giornata simile anche all’oratorio San Rocco, dove la festa per i salesiani era già cominciata sabato sera, con il Nutellaparty organizzato per i ragazzi delle medie. Ieri invece, dopo la celebrazioni eucaristica presieduta dal direttore dell’oratorio, don Stefano D’Aprile, è stata proposta una grande caccia al tesoro in cui i partecipanti sono stati organizzati secondo le fasce d’età e hanno lavorato sul tema «Conosci don Bosco?». Dopo il pranzo comunitario sono ripresi i giochi guidati dagli animatori. Quindi, alle ore 16.00, sempre in oratorio, è stato messo in scena un piccolo spettacolo sul santo, scaturito dai testi “scoperti” durante la caccia al tesoro. Il pomeriggio si è concluso con la merenda insieme. ALBERTO GIANOLI Associazione “Siro Mauro”. Come sostenere esperienze di lutto nell’età evolutiva L’ associazione “Siro Mauro per le cure palliative in provincia di Sondrio” propone un “Corso di Formazione per insegnanti, operatori, sacerdoti e adulti” sul tema “Sostenere il lutto in età evolutiva” che si svolgerà nei mesi di febbraio, marzo e aprile presso la Sala Vanoni del Bim, in Lungo Mallero Diaz 18 a Sondrio. Il progetto è stato finanziato con il contributo della Regione Lombardia. Il corso è finalizzato a far crescere conoscenze e competenze in adulti che possono trovarsi a gestire un lutto vissuto da bambini e ragazzi per la perdita di un proprio caro o compagno o amico. Gli incontri approfondiranno il significato del lutto durante la crescita in relazione alla fase evolutiva e i possibili ruoli di aiuto alla sua elaborazione da parte degli adulti nei diversi contesti di vita (famiglia, gruppo, classe). Gli incontri si svolgeranno sempre il mercoledì, a cadenza quindicinale, dalle ore 14.30 alle ore 17.30. Docenti saranno Stefano Gastaldi Stefano e Davide Comazzi dell’associazione “Minotauro” di Milano, mentre la tutor del corso è Katri Mingardi, dell’associazione “Siro Mauro”. È necessaria l’iscrizione - la partecipazione è gratuita. Info e iscrizioni: associazione “Siro Mauro”, telefono 345-4179639, siromauro@ virgilio.it, www.siromauro.it; Katri Mingardi, telefono 345-7975723; Centro Servizi Volontariato, telefono 0342200058, [email protected]. Qui di seguito calendario e argomenti. Sondrio: corso di formazione Mercoledì 9 marzo: “La morte in età evolutiva: contenuti teorici e presentazione di casi”. Discussione e confronto di gruppo. Approfondimento delle caratteristiche delle fasi evolutive dell’infanzia e adolescenza (6-18 anni) utili a comprendere i vissuti, le reazioni,i comportamenti, le risorse connesse ad esperienze di morte di propri congiunti o amici, con particolare attenzione alla morte traumatica e in relazioni ai contesti di vita. Mercoledì 23 marzo: “Accompagnare e supportare l’elaborazione del lutto: cosa è possibile e utile fare? I parte”. Presentazione di casi e situazioni di lutto che verranno portate dal formatore o dai partecipanti al fine di sviluppare competenze volte a supportare ed accompagnare ragazzi e adolescenti nell’esperienza di malattia grave e/o perdita di un congiunto o amico. Si rivolge a insegnanti, sacerdoti, persone adulte, educatori che possano trovarsi ad aiutare i ragazzi a gestire un fatto luttuoso in famiglia o nelle amicizie Mercoledì 23 febbraio: “Conoscenza del gruppo dei partecipanti e ricognizione aspettative, esperienze e bisogni”. Contributo teorico sul tema “La morte oggi: cambiamenti sociologici e culturali”. Approfondimento di alcuni aspetti sociali e culturali in merito alla concezione della morte e del morire oggi. Particolare attenzione verrà posta ai modelli educativi e alle pratiche familiari nell’affrontare e trattare queste esperienze. Mercoledì 6 aprile: “Accompagnare e supportare l’elaborazione del lutto: cosa è possibile e utile fare? II parte”. Presentazione di casi e situazioni di lutto che verranno portate dal formatore o dai partecipanti al fine di sviluppare competenze volte a supportare ed accompagnare ragazzi e adolescenti nell’esperienza di malattia grave e/o perdita di un congiunto o amico. Mercoledì 13 aprile: analisi e precisazione delle possibilità di intervento discusse nei precedenti incontri e valutazione del percorso. Sondrio Cronaca ■ Presentato il libro dedicato al don Bosco valtellinese Don Borghino, dono di Dio a Sondrio È stato presentato lo scorso venerdì 28 gennaio, nella sala polifunzionale San Rocco, il libro edito dalla Famiglia Salesiana di Sondrio, «Don Luigi Borghino – A 50 anni dalla morte». Curato da don Vittorio Chiari, il volumetto ricorda la figura del sacerdote salesiano don Luigi Borghino, che a Sondrio è ancora oggi da molti ricordato con affetto. Don Egidio Viganò lo definì «una visita di Dio alla città di Sondrio». La pubblicazione giunge in occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa del sacerdote, avvenuta il 25 gennaio 1961. Per presentare il libro, lo scorso venerdì sono intervenuti don Agostino Sosio e don Francesco Viganò, in una serata voluta per rendere omaggio, ma anche per far scoprire, soprattutto ai più giovani, la luminosa figura sacerdotale di don Borghino, conosciuto da molti come il «Don Bosco di Valtellina». I suoi tanti figli spirituali ancora lo ricordano perché – scrive don Vittorio Chiari – «I santi, anche quelli non da altare, non hanno tempo, non invecchiano mai! Scriviamo di lui perché videoclip per giovani talenti abbia a sopravvivere nel nostro cuore, e in quello dei giovani, la memoria di un salesiano che è stato in Valtellina testimone delle grandezze invisibili di Dio». Quella di don Borghino è una santità educativa, propria di chi sa stare con i ragazzi, mostrando loro i grandi ideali che danno senso all’esistenza di una persona e di una generazione. Il tutto senza paroloni, ma attraverso discorsi semplici che arrivavano dritti al cuore. Il libro è stato scritto grazie alle memorie degli ex ragazzi di don Borghino all’oratorio e di quelli del collegio salesiano. Don Chiaro nel realizzarlo ha poi attinto ai «Fioretti» di don Angelo Viganò, alla biografia «Il Don Bosco della Valtellina» di don Vasco Tassinari e dall’Omelia sul sacerdozio, una delle più belle di don Egidio Viganò, da cui emerge un mirabile ritratto di don Borghino. Il volume è corredato da diverse fotografie, nelle quali molti sondriesi potranno riconoscersi, e riporta in copertina la famosa tettoia di San Rocco dove per anni don Borghino ha vissuto l’oratorio. In previsione del Festival Internazionale di “Cortometraggi Young Frames”, in programma all’auditorium del Policampus di Sondrio nella settimana dal 2 al 7 maggio, i servizi integrati per i giovani Policampus e Informagiovani gestiti dal Consorzio Sol.Co. Sondrio e il Comune di Sondrio stanno promuovendo una nuova iniziativa dedicata ai giovani residenti nella provincia di Sondrio per offrire occasioni di aggregazione, visibilità e promozione della propria fantasia e creatività. “Mettiti in video” è un’opportunità concreta ● L’incontro si è svolto ● Tre i momenti condivisi: presso l’oratorio di Poggi la Messa, la cena Piano il 29 gennaio insieme, le relazioni I per promuovere, tramite la realizzazione di un videoclip, il proprio talento. Possono partecipare i giovani tra i 16 e i 35 anni che si presentano singolarmente, in gruppo o che sono una band musicale; l’iniziativa è aperta anche ad associazioni giovanili e cooperative sociali. Info: telefono 0342/526.252 (orario 9.00-12.00) progetti-integrati@comune. sondrio.it; Policampus e Informagiovani Sondrio, telefono 0342/200761 o 518239 (orario 14.00-19.00), [email protected] www.policampus.it. ● Interessanti le testimonianze dal Brasile e dall’Africa A Poggiridenti una serata missionaria molto bella l gruppo missionario «Carmen con noi» di Poggiridenti, attivo già da una ventina d’anni, sabato 29 gennaio ha promosso una serata, divisa in tre momenti distinti, ma anche ben connessi fra loro, che sono stati: la celebrazione della Santa Messa, una cena conviviale e la presentazione delle attività missionarie seguite direttamente dall’associazione. Le persone che gremivano l’ampio salone del centro educativo di Poggi Piano hanno potuto ascoltare quattro giovani del gruppo: Manuel, Stefano, Chiara e Lucia, che hanno raccontato la loro esperienza di un mese passato in un asilo del Brasile. Che cosa hanno fatto? Il loro viaggio non ha avuto un carattere tecnico, come quelli che svolge (ad esempio) il mitico Tobia, che raccoglie grandi quantità di materiale elettrico, meccanico e di altro tipo e poi si reca in missione a montarlo e ad insegnarne l’uso agli abitanti. I quattro ragazzi hanno soggiornato in un asilo di São Luis Maragnão, hanno compiuto alcuni lavori di sistemazione e poi hanno semplicemente affiancato il personale nel seguire i bambini. L’asilo si trova in una zona molto povera, dove spesso le famiglie si disgregano e i bambini vengono lasciati soli. Alcuni li mandano a quella scuola per garantire loro almeno un pasto al giorno. «Per questo c’è nei piccoli tanta carenza d’affetto - hanno affermato i ragazzi -. Non è necessario fare grandi cose: è importante anche solo stare con loro, seguirli, prenderli in braccio… È importante fare le cose con il cuore, perché l’amore è come una bomba atomica, capace di cambiare le persone, di farle sentire vicine, di aiutarle a difendere la propria dignità… Naturalmente la nostra missione non è finita con il rientro: noi vogliamo continuare a fare da ponte tra la nostra comunità e quella società povera che abbiamo conosciuto». I padri cappuccini Renato Brenz Verca (di origini valtellinesi) ed Enzo Canozzi hanno invece presentato le attività che vengono svolte nelle loro missioni della Repubblica Centrafricana. Qui è la diffusione dell’Aids a fare strage (è colpito circa il 25 % della popolazione). Per questo, molti bambini rimangono orfani e devono essere accuditi dai nonni o dai parenti più vicini. Padre Enzo, che vive con loro da oltre 35 anni, è stato un vero vulcano di iniziative. Ha già creato Presentata la nuova squadra dirigente dell’Aovv una ventina di scuole, e ha trovato il tempo per scrivere anche libri di poesie, che hanno ottenuto notevole successo. Ha illustrato un nuovo progetto che gli sta a cuore, parlando con vivacità e immediatezza. «Prima ci siamo occupati delle bambine, la parte più debole della popolazione - ha affermato -, creando il Centro di Promozione femminile di Ngaundaye, che accoglie circa 600 ospiti, per la metà orfane. Però non si può lasciare i maschietti sulla strada ed è perciò nata l’idea di costruire un centro anche per i bambini orfani o poveri, che ora sono ospitati in locali scolastici d’emergenza… Tutti frequentano la scuola e ricevono almeno un pasto al giorno, poi alla sera tornano alle loro case… I più grandi frequentano un laboratorio di falegnameria… È importante che la diffusione della fede si accompagni sempre con la promozione sociale e con la difesa della dignità umana». Il nuovo centro è già stato iniziato, avrà sette aule scolastiche e cinque laboratori per l’apprendimento di un mestiere, ma richiede ancora molto lavoro per poter entrare in funzione. C.R. Presentati i nuovi volti che comporranno la Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera di Valtellina e Valchiavenna per il prossimo quinquennio. Beatrice Stasi e Stefano Taborelli, saranno rispettivamente direttore amministrativo e direttore sanitario. Il direttore generale Luigi Gianola, nel presentare i nuovi arrivati a inizio settimana, ha rivolto un ringraziamento ai loro predecessori Maria Cristina Manca e Francesco Pavese. Maria Beatrice Stasi, nuovo direttore amministrativo, è un volto giovane che con entusiasmo ha accolto l’invito a raggiungere la sede di via Stelvio. Il suo è un curriculum di elevato valore professionale. Dall’Usl di Merate a quella di Lecco fino all’Asl di Milano, dove ha ricoperto il ruolo di direttore del Controllo di gestione. Stefano Taborelli è invece il nuovo direttore sanitario. Originario della provincia di Varese, è al primo Sabato, 5 febbraio 2011 33 Notizie flash ■ Economia In un anno tagliati 1500 posti di lavoro Millecinquecento posti di lavoro in meno. I dati elaborati dal Servizio formazione, lavoro e politiche sociali della provincia di Sondrio mettono in evidenza come a soffrire maggiormente siano i lavoratori a tempo determinato: la crisi economica, nel 2010, ha cancellato un migliaio di contratti a termine, quelli che è più facile escludere dai processi produttivi in caso di difficoltà o calo delle commesse. Alle cessazioni di contratto vanno aggiunti oltre trecento posti saltati per la chiusura di imprese, una cinquantina di licenziamenti collettivi e oltre 200 individuali, più i pensionamenti senza “turn over”: ovvero il lavoratore ha lasciato l’azienda ma nessuno lo ha sostituito. «Non si assume e non si investe – è il commento del segretario della Cgil di Sondrio, Giocondo Cerri –. Le imprese della provincia si trovano in una fase di immobilismo, ma si tratta di un problema comune a moltissime realtà produttive italiane. Bisogna essere consapevoli che se non interverranno cambiamenti ci saranno effetti devastanti sull’occupazione e sulle possibilità di ripresa». I rappresentanti dei lavoratori chiedono alle istituzioni azioni mirate per rilanciare l’economia, perché la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente considerato il calo produttivo delle imprese del territorio, nel 2010, valutato fra il 20 e il 25%. La coda della crisi potrebbe causare ulteriori problemi occupazionali. ■ Sondrio Possono riprendere i lavori al Teatro Pedretti Dopo uno stop forzato, causato dal ricorso al Tar di alcune ditte che avevano partecipato alla gara di appalto, riprendono i lavori presso il cantiere del Teatro Pedretti di Sondrio, fermi dallo scorso 23 dicembre. Il tribunale amministrativo affronterà la discussione sul ricorso a fine giugno, nel frattempo i lavori possono ripartire. A comunicarlo l’assessore ai lavori pubblici del comune capoluogo Michele Iannotti. «Di fatto è come se si fossero perse soltanto due settimane – ha aggiunto – visto che la chiusura del cantiere è venuta a coincidere con le vacanze natalizie e il fermo obbligatorio nel periodo invernale». Si tratta di una seconda richiesta di sospensiva avanzata rispetto ai lavori in corso: una prima, presentata a marzo 2010, era stata subito rigettata dal Tar. «Le imprese fanno giustamente ricorso a un proprio diritto – riprende Iannotti – ma considerate le decisioni del Tribunale ci sembra che in alcuni casi ci sia un po’ troppo accanimento. Si rischia l’aumento dei costi e, soprattutto, l’allungamento dei tempi di consegna. Il nostro obiettivo è restituire ai sondriesi il proprio teatro a fine 2011». Il nuovo Teatro Sociale, secondo il progetto elaborato, all’interno avrà le sembianze della cassa armonica di uno strumento musicale, sarà completato da arredi e infrastrutture ad alta tecnologia per aumentare gli spazi da dedicare al pubblico o agli allestimenti scenici a seconda delle necessità. è previsto anche il rifacimento dei camerini. incarico dirigenziale, forte della sua esperienza nel campo della medicina del lavoro. Il direttore generale Gianola si è soffermato sulle modalità con cui la nuova dirigenza affronterà gli impegni che la attendono. Colloquiare con le rappresentanze locali, per poter cogliere in maniera diretta le aspettative della gente. Centrale l’intesa tra gli operatori dell’Aovv, portatori delle esigenze sanitarie, tecniche ed amministrative. Spettacoli 34 Sabato, 5 febbraio 2011 ✎ il telecomando | Scelti per voi “Amore in città” Cesare Zavattini aveva teorizzato il “pedinamento della realtà”, ovvero rappresentare le vicende quotidiane di persone comuni, senza preoccuparsi della forma narrativa, ma preservando l’autenticità del materiale. Una specie di cinema verità, insomma. Il film Amore in città (1953) ebbe il merito di anticipare un certo tipo di inchiesta televisiva. E’ strutturato in sei episodi affidati a vari registi dallo stile molto diverso, legati tra loro da vignette di breve durata. Tutti ruotano intorno allo stesso tema, quello dell’amore. “L’idea del film era questa -ricorda Lattuada - si erano convocati alcuni registi, su iniziativa di Zavattini, e si era detto: se volete fare un pezzo di film, senza nessuna restrizione, con un bravo operatore come Di Venanzo, la pellicola e pochi soldi, siete liberi di fare anche il volo di una mosca. Senza essere pagati. E noi ci siamo dichiarati tutti d’accordo, e ognuno ha fatto quello che voleva. Risi ha fatto la balera, Antonioni i suicidi, Fellini l’agenzia matrimoniale...tutti pezzi veramente bellissimi. Gratis, come prezzo della libertà”. Un film da vedere , o rivedere, per chi ama la sottile nostalgia del passato. Sabato 5 febbraio 8.20 Rai Tre DANIELA GIUNCO Domenica 6. Frontiere dello spirito. C5, 8,50. Libertà religiosa. Odissea, It1,14,15. Film tv dal grande libro di Omero. Sugarland express, R4, 16,30. Ottimo film di Spielberg, spaccato di un’America per noi un po’ assurda. Merylin Monroe e A. Magnani, Rai Storia 21,00. Biografie di due star. Effetto notte, Tv2000, 21,30. Rubrica di cinema. Presa diretta, Rai3, 21,30. Inchiesta sulla spazzatura in Campania. Speciale Tg1, Rai1, 23,35. Lunedì 31. Cocoon il ritorno, R4, 16,35. Film fantastico gradevole. La resistenza e la liberazione, Rai Storia 21,00. Doc. L’infedele, La7, 21,10. Attualità con Gad Lerner. Il trasformista, Rai3, 21,05. Film commedia ironico sul mondo della politica con L. Barbareschi. Correva l’anno, Rai3, 23,15. Tina Anselmi e Nilde Iotti due donne in politica. Martedì 7. Braveheart- cuore di Tiziano Raffaini impavido, R4, 21,10. Ottimo film di e con M. Gibson sulla lotta di liberazione degli scozzesi dal dominio inglese. Il vento che accarezza l’erba, Rai5, 21,05. Lotta contro il dominio inglese sull’Irlanda. Il favoloso mondo di Amelie, La7, 21,10. Film originale fantastico. Piaggio e Laterza, Rai storia,21,00. Biografia di due industriali della moto il primo e dell’editoria il secondo. Mercoledì 8. Viaggio al centro della terra, Rai1, 21,10. Buon remake, godibile. Paperissima, C5, 21,10. Il meglio. Orgoglio e pregiudizio, R4, 21,10. Dal romanzo di J. Austen una romantica storia al femminile. Match Point, Iris, 21,00. Un W. Allen al meglio, film drammatico con un forte contenuto morale. Per un pubblico adulto. Giovedì 9. Scandalo al sole, R4, 16,15. Film d’altri tempi. Una romantica storia d’amore. Cuore sacro, La5, 21,10. Film di Ozpetek sul tema della carità. Interessante. A lunga durata, C5, 21,00. Varietà con R. Arbore. Venerdì 10. Le dinastie I Saud, Rai storia, 21,00. Documentario per capire il medio oriente. Zelig, C5, 21,10. Per fare 4 risate. Babylon A.D., Rai4, 21,10. Film di Fantascienza di M.Kassovitz. Spettacolare. Il grande talk, Tv2000, 21,40. Talk che analizza la tv. Tv7, Rai1, 23,35. Attualità. Sabato 11. I 7 fratelli Cervi, Rai3, 8,20. La storia vera di 7 fratelli eroi della resistenza uccisi dai tedeschi. Sulla via di Damasco, Rai2, 10,15. Rubrica religiosa. Tv Talk, Rai3, 14,50. Talk su televisioni e affini. L’incredibile viaggio della tartaruga, Rai3, 21,30. Documentario. Una notte al museo, It1, 21,10. Commedia divertente per famiglie. La corrida, C5, 21,10. Varietà con F. Insinna degno successore di Corrado. Riflessioni. Guardando all’influenza delle tecnologie digitali sulle nuove generazioni L’ attenzione per il mutamento degli stili di consumo prodotta dai media elettronici, ed in particolare dalla televisione, ha portato ad inquadrare le diverse generazioni anagrafiche in categorie, l’ultima delle quali è la “Generazione digitale” (anche detta Web Generation, o Net Generation), connotata da una sorta di naturale predisposizione alle nuove tecnologie. L’ipotesi in attesa di verifica empirica nell’ambito dello scenario mediale che si sta definendo è se la competenza tecnologica delle generazioni più giovani stia producendo una vera e propria frattura culturale, in termini di domanda e consumo, tra le generazioni, e in particolare tra i “Digital Natives” (categoria che comprende la Generazione Y dei nati dopo il 1980 e la Generazione Z dei nati in anni più recenti), i “Digital Adaptives” (i nati dopo il 1964), e i “Digital Immigrantes” (i “Baby Boomers” nati tra il 1946 e il 1964). Così scrive, in un passaggio, il Libro Bianco sulle nuove tecnologie appena pubblicato dall’Agcom, l’Authority per le comunicazioni e disponibile sul suo sito internet (www.agcom.it). Il rapporto delinea i nuovi scenari del mondo digitale ed è utile una lettura in parallelo con il messaggio del Papa per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, intitolato “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. Le tecnologie cambiano il rapporto che abbiamo con il mondo (e che giovani e giovanissimi hanno La sfida etica che ci attende L’avvento delle nuove tecnologie digitali sembra aver creato un divario tra generazioni. Una situazione che pone nuovi problemi ma anche opportunità con il mondo). Soprattutto cambiano la nostra mente. La sfida etica da affrontare riguarda la possibilità di confrontarci sul “bene” che scaturisce da qualcosa che consideriamo un “male”. La crescita esponenziale dell’invadenza dei mezzi di comunicazione può sembrare un “male”: la bestemmia in tv, i programmi spazzatura, la mentalità consumista dilagante, l’idea che esistere voglia dire apparire e che sia lecito farsi strada senza qualità culturali o valori, la precarietà dei rapporti interpersonali che si allacciano in rete e la scarsa capacità di rapporti duraturi. Aspetti senz’altro da prendere in considerazione per un approccio sensato e critico. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che la cultura di massa è stata ed è continuamente capace di stimolare la nostra mente in modo nuovo. Ed accresce le capacità intellettive. Gli studiosi di neuroscienze cognitive e i più avvertiti critici dei mass media mettono in evidenza questo aspetto, sottinteso al concetto di “nativi digitali”. I ragazzi nati quando Internet già c’era hanno sviluppato abilità cognitive differenti da quelle dei loro genitori e diverse da coloro che li precedono di dieci-quindici anni. La nostra sensazione generale è che i media portino a “consumare” contenuti boccaccieschi o da baraccone. In realtà la televisione, i videogiochi, il web, offrono stimoli nuovi, cammini logici, sfide sul piano dell’intelligenza e dell’intuizione, capaci di accrescere la media del quoziente d’intelligenza. La trama multipla di tante serie televisive e gli intrecci che presentano erano impensabili venti o trenta anni fa. Capire e decodificare da parte dello spettatore di oggi vuol dire avere abilità cognitive differenti dal passato. Ovviamente – questa la sfida etica – si tratta di rendere consapevole questo tipo di sapere, di discuterlo, di riuscire a comprenderlo, di integrarlo in una visione complessa del mondo integrata con dei valori di riferimento. FABRIZIO MASTROFINI commedia drammatico commedia Commedia teatro Kill me please Hereafter Femmine contro maschi Immaturi Al “Lucernetta” di Como Il Dr. Kruger vuole dare un senso al suicidio creando una struttura terapeutica dove darsi la morte sia considerato un atto consapevole. Un film di Olias Barco. Con Aurélien Recoing e Virgile Bramly. Il film è in programma nella sala della comunità di Sondrio dal 4 al 7 febbraio. Un film di Clint Eastwood. Con Matt Damon, Cécile De France, Joy Mohr, Bryce Dallas Howard, George McLaren Le storie parallele di tre persone, un operaio, una giornalista e uno scolaro, che hanno conosciuto in qualche modo la morte. Il film nelle sale della Comunità. A Chiavenna dal 5 al 7 febbraio Tra conferme e qualche new entry, la seconda puntata della commedia di Brizzi incentrata sugli eterni contrasti tra i sessi. Con Con Claudio Bisio, Nancy Brilli, Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Francesca Inaudi. Il film nelle sale della comunità Menaggio: dal 4 all’8 febbraio. Nel film di Paolo Genovese, un gruppo di trentottenni è costretto a rifare l’esame di maturità tornando indietro di vent’anni, con qualche ruga di più e qualche capello di meno. Con Ambra Angiolini, Raul Bova e Barbara Bobulova. Il film è in programma al cinema Astra di Como il 6, 9 e 10 febbraio. Sabato 19 febbraio, alle 21, andrà in scena lo spettacolo “La spartizione ovvero venga a prendere il caffè da noi” tratto da un romanzo di Piero Chiara. Una produzione di “Teatro in Mostra – Como”. Regia di Marco Filatori e progetto teatrale di Laura Negretti. Per prenotazioni 339.2835520 o 347.5754172. Lettere e Rubriche PAROLE PAROLE / 76 Prole Proletariato ● La famiglia sia rispettata Prole dal latino “pro”, avanti, e “alere”, nutrire, alimentare. Significa, quindi, l’insieme dei figli che vengono messi al mondo e alimentati per “mandare avanti”, dare un futuro alla famiglia (ed alla nazione). I “proletari”, nel linguaggio sociologico dell’’800, sono coloro che possono offrire sul mercato solo le loro braccia e quelle dei loro figli. I socialisti marxisti incitavano i “proletari di tutto il mondo” ad unirsi contro i “padroni” del capitale ● Le comunità cristiane e sia riconosciuto il suo insostituibile contributo per l’intera società sappiano testimoniare la presenza di Cristo accanto ai sofferenti Sabato, 5 febbraio 2011 35 e fare la rivoluzione. il capitale ed il lavoro si sarebbero uniti in una sola classe. Sappiamo come poi è andata a finire: nel più disumano, concentrato e classista capitalismo di Stato (nomenclatura). Oggi gli eredi di quella utopia hanno rinnegato la “prole” e ne promuovono subdolamente la estinzione. Come? Libero amore come “rivoluzione sessuale”(’68); distruzione della famiglia e sostituzione con unioni precarie, anche omosessuali; divorzio sempre ● Lo Spirito Santo ci renda capaci di incarnare in ogni situazione i valori del Vangelo Apostolato della preghiera Febbraio 2011 Intenzione generale La famiglia sia rispettata e sia riconosciuto il suo insostituibile contributo per l’intera società. L a famiglia cristiana, vivendo la fiducia e l’obbedienza filiale a Dio, la fedeltà e l’accoglienza generosa dei figli, la cura dei più deboli e la sollecitudine nel perdonare, diviene un Vangelo vivo, che tutti possono leggere, un segno di credibilità forse più persuasivo e capace di interpellare il mondo di oggi. […] La convivenza nel focolare domestico, dimostrando che libertà e solidarietà si completano, che il bene di ognuno deve tener conto del bene degli altri, che le esigenze della rigorosa giustizia devono essere aperte alla comprensione e al perdono a favore di un bene comune, è un dono per le persone e una fonte di ispirazione per la convivenza sociale. (Benedetto XVI, gennaio 2009) Intenzione missionaria Le comunità cristiane sappiano testimoniare la presenza di Cristo accanto ai sofferenti. P roprio perché le persone hanno ricevuto una straordinaria dignità, non dovrebbero essere ridotte a vivere in condizioni politiche, culturali, economiche e sociali infra-umane. Questa è la base teologica della lotta per la difesa della giustizia e della pace sociale, per la promozione, la liberazione e lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e di ogni individuo. […] Questo legame fra evangelizzazione e sviluppo umano spiega la presenza della Chiesa nella sfera sociale, nell’arena della vita pubblica e sociale. Seguendo l’esempio del suo Signore, essa esercita il suo ruolo profetico a nome di tutte le persone, in particolare dei poveri, dei sofferenti, degli indifesi. Essa diviene la voce di chi non ha voce, insistendo sul fatto che la dignità della persona umana dovrebbe essere sempre al centro dei programmi locali, nazionali e internazionali. (Giovanni Paolo II, 2002) Intenzione dei vescovi Lo Spirito Santo ci renda capaci di incarnare in ogni situazione i valori del Vangelo, accogliendo, custodendo e promuovendo la vita umana dal concepimento sino alla sua fine naturale. L’ educazione è la sfida e il compito urgente a cui tutti siamo chiamati, ciascuno secondo il ruolo proprio e la specifica vocazione. Auspichiamo e vogliamo impegnarci per educare alla pienezza della vita, sostenendo e facendo crescere, a partire dalle nuove generazioni, una cultura della vita che la accolga e la custodisca dal concepimento al suo termine naturale e che la favorisca sempre, anche quando è debole e bisognosa di aiuto. […] Quest’azione di sostegno verso la vita che nasce, per essere davvero feconda, esige un contesto ecclesiale propizio, come pure interventi sociali e legislativi mirati. Occorre diffondere un nuovo umanesimo, educando ogni persona di buona volontà, e in particolare le giovani generazioni, a guardare alla vita come al dono più alto che Dio ha fatto all’umanità. (CEI, Messaggio per la Giornata della Vita, 2011) ❚❚ L’informatore giuridico / 115 più “lampo”, fino a coincidere con le “unioni di fatto”; aborto senza alcun limite,con qualsiasi mezzo; infanticidio di coloro che non sono perfetti, prima e dopo la nascita (eugenetica tipo quella nazista); eutanasia per tutti, anche per i minori. Con la collusione di questa ideologia e dell’edonismo occidentale ci avviamo al “suicidio” di interi popoli (card. Bagnasco). Non è forse questo il programma di alcune correnti? ATTILIO SANGIANI ✎ Moderazione nel comunicare, buona regola di convivenza G entile Direttore, a proposito del corsivo “Dedicato a quelli che, per ridere, devono infangare” condivido totalmente le sue considerazioni; dove vogliono arrivare con questo modo di fare è fin troppo chiaro, sicuramente sono persone poco responsabili nei confronti della comunità e verso le nuove generazioni (che Dio ha affidato ad ognuno di noi). La moralità, il sano dialogo, il confronto delle opinioni e la moderazione dovrebbereo essere le regole della naturale convivenza tra le persone e, quando le persone che fanno informazione non sono in grado di capire certe cose fondamentali, è meglio che cambino lavoro, perchè chi semina il male o la zizzania non può pretendere di raccogliere del bene. Continuiamo a far sentire la nostra voce anche se apparentemente minoranza (silenziosa): nel buio anche una piccola luce ci permette di vedere dove camminiamo. Grazie per l’attenzione e per le sue considerazioni. ALESSANDRO M. Lettere al direttore posta V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como fax 031.3109325 mail [email protected] - a cura di VITTORIO RUSCONI «Bonus energia»: ecco gli interventi in detrazione L a Legge n. 220 del 13.12.2010 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato), conosciuta come Legge di stabilità, ha previsto la proroga della detrazione del 55% (bonus energia) all’art. 1, comma 48. Richiamando l’articolo pubblicato nel mese di dicembre 2010, vediamo più specificatamente quali sono gli interventi rientranti nella detrazione prevista dalla legge. Saranno deducibili tutti i costi sostenuti entro la fine di quest’anno per la riqualificazione energetica degli edifici; i tempi, le modalità ed i limiti della detrazione sono quelli già previsti nella Legge n. 296/2006, con la sola eccezione che la ripartizione del costo viene prevista non più in cinque rate annuali, ma in dieci rate. L’agevolazione consiste nella possibilità di detrarre dall’imposta IRES il 55% dei costi sostenuti relativi ad interventi su edifici, parti di edifici od unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, compresi i fabbricati rurali e strumentali, e le spese possono riguardare immobili posseduti in proprietà o altro diritto reale, o immobili detenuti (locazione, como- Editrice de Il Settimanale della Diocesi Soc. Coop. a r.l. Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti, 8 - 22100 Como Telefono 031-26.35.33 Fax Redazione 031-30.00.33 E-mail Redazione [email protected] Fax Segreteria 031-31.09.325 E-mail Segreteria [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a: Il Settimanale della Diocesi di Como Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio Telefono e Fax 0342-21.00.43 E-mail [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r.l. Missaglia (Lc) Registrazione Tribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: dato, ecc.). Gli interventi che danno diritto all’agevolazione sono divisi in quattro tipologie: 1) Gli interventi di riqualificazione energetica. Si tratta di tutti quegli interventi che consentono di ottenere un indice di prestazione energetica per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori stabiliti. L’ammontare della detrazione non può essere superiore ad € 100.000,00. 2) Gli interventi sull’involucro degli edifici. Rientrano gli interventi volti a migliorare l’isolamento termico degli edifici, riguardanti strutture opache verticali, finestre comprensive di infissi, delimitanti il volume riscaldato, verso l’esterno e verso vani non riscaldati che rispettano i requisiti di trasmittanza termica U, espressa in W/m2K. L’ammontare della detrazione non può essere superiore ad € 60.000,00. 3) Gli interventi per l’installazione di pannelli solari. Rientrano le installazioni di pannelli solari, destinati alla produzione di acqua calda per usi domestici o industria- Direttore responsabile: Agostino Clerici La Provincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 - 22100 Como Telefono 031-58.22.11 Fax 031-52.64.50 Tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2011: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. 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Sono ricompresi anche gli interventi riguardanti la trasformazione di impianti individuali autonomi in impianti di riscaldamento centralizzati, dotati di sistemi di contabilizzazione del calore e la trasformazione di impianti centralizzati al fine di rendere possibile la contabilizzazione. L’ammontare della detrazione non può essere superiore ad € 30.000,00. Informativa per gli abbonati: La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. Per i diritti di cui all’art. 7 (aggiornamento, cancellazione, ecc.) e per l’elenco di tutti i responsabili del trattamento, rivolgersi al Titolare del Trattamento presso la sede di viale Cesare Battisti 8, 22100 Como, tel. 031-263533. 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