Campogallo: selezione che guarda al concreto
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Campogallo: selezione che guarda al concreto
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Campogallo: selezione che guarda al concreto di Marie Vida L’allevamento Campogallo della famiglia Borgo, a Scaldaferro di Schiavon (Vicenza) N el 1999 Bianconero realizzò un’intervista a Saverio Borgo dell’allevamento Campogallo di Schiavon, in provincia di Vicenza. L’azienda si era orientata da qualche tempo verso la selezione genetica per acquisire e fornire animali ed embrioni di alta genealogia al mercato interno e internazionale e perseguiva con determinazione e competenza anche la ricerca di miglioramento tecnico dei molti aspetti della gestione. Dopo dieci anni è interessante vedere dove ha portato il lavoro compiuto che, se descritto con la dura legge dei numeri, non lascia adito a dubbi sulla buona qualità degli obiettivi raggiunti. 185 vacche indicizzate hanno PFT medio 1037 (Rank 99) con 870 di Latte, 0.94 di Tipo medio, 0.94 Indice Mammella e 0.93 Indice Arti e Piedi. La produzione delle vacche è ormai stabilmente attestata sui 110 quintali (quest’anno sono 11.654 kg con 3,64% di grasso e 3,30% di proteine). L’eccellenza della selezione si nota anche nelle medie dei principali caratteri gestionali, come Linear Score Cellule 1.85, 120 giorni di media parto-concepimento, 25.4 mesi di età al primo parto e valutazione delle primipare con ottimi punteggi su conformazione, angolo del piede e funzionalità arti. Saverio Borgo, con il suo collaboratore ed amico Maurizio Grande, che definisce “la mente della selezione alla Campogallo”, fanno il punto di dove e come partire per la selezione futura. “Continuiamo il nostro percorso selettivo, lavorando molto sulle nostre famiglie, anche se acquistiamo ancora qualcosa dal mercato internazionale, gli investimenti sono molto mirati, ci concentriamo nello sviluppare la genetica che abbiamo in stalla e dalla quale sono usciti tori come Campogallo (Valentein) Tresor e, ultimamente Campogallo (Morty) Fellow. L’allevamento è cresciuto 8 BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2009 Il gruppo di famiglia della Campogallo è grande e “allargato”, composto dalla famiglia Borgo e da un affiatato e unito team di collaboratori che lavorano da tempo insieme con passione e dedizione. Da sinistra in piedi: Saverio Borgo, Adil, Gianmarco Borgo, papà Franco, Marco Serra, Maurizio Grande; da sinistra accosciati: Mario Piredda, Mohammed, Diego Celebron come numero di capi, mungiamo circa 220 vacche, abbiamo terminato da poco una nuova stalla a cuccette, centrata in maniera prevalente sul comfort degli animali dalla lattazione all’asciutta: spazi, luminosità areazione e pavimentazione sono stati sviluppati secondo le migliori tecnologie correnti, anche all’allevamento della rimonta è stata data una notevole importanza, i vitelli sono collocati in igloo singoli e tutti i giovani animali sono tenuti su una lettiera in fibra di cocco. Dalla fine del 2007 alleviamo anche tutti i vitelli maschi, vogliamo diversificare la fonte di reddito dell’azienda, da qui è partita l’idea di uno spaccio aziendale di vendita per carni e formaggi Asiago e Grana Padano, i prodotti che vengono dal nostro allevamento”. ■ Che parte ha allora oggi la selezione genetica nell’allevamento Campogallo? Negli ultimi anni la selezione gene- tica sta attraversando un momento difficile, in cui le soddisfazioni economiche sono diminuite e, spesso, non ripagano gli investimenti e gli sforzi per acquisire nuove linee di selezione: la causa principale sembra essere una mancanza di liquidità di tutto il settore che ci mette nelle condizioni di dover diversificare la propria produzione. Nel 1990 facemmo la scelta di intraprendere la strada della selezione genetica e questa rimane una parte importante della nostra azienda, sebbene con criteri diversi. Oggi è fondamentale lavorare sulla salute degli animali e, anche alla luce della decisione di vendere i nostri prodotti, utilizzare meno trattamenti farmacologici, continuare sulla strada del massimo benessere e minori stress per l’animale. Vogliamo proporci puntando sulla qualità e sulla salubrità di quello che offriamo e dobbiamo essere coerenti anche nella ricerca di una selezione che vada in questo senso. dei propri prodotti e ci stiamo entusiasmando a questa nuova sfida. ■ Significa un cambiamento di rotta anche nella genetica? La nuova stalla per la rimonta e le vacche asciutte da poco terminata, pensata e realizzata per il massimo comfort degli animali. Ha reti ombreggianti, microirrorazione per rinfrescamento, gomma a terra e lettiera delle cuccette in fibra di cocco, ad alto potere assorbente ed effetto inibente per le moltiplicazione delle mosche Solo come razionalizzazione e contenimento dei costi. Se facciamo un bilancio di 20 anni di selezione vediamo che si chiude in pareggio; dalla fine degli anni novanta fino al 2000 abbiamo investito somme anche rilevanti, che, nell’arco di 15 anni, si sono ripagate. Attualmente in stalla ci sono 50 vacche Rank 99 da 25 tori diversi e 49 manze Rank 99 da 27 tori, molte di queste sono potenziali madri di toro. Abbiamo a disposizione intorno ai 400 animali con ottimi pedigree che sono un patrimonio notevole. Cerchiamo di limare i costi nella produzione embrioni e di valorizzare al meglio le individualità e le loro famiglie, evitando di replicare incroci già sfruttati ampiamente. E puntando sempre su qualcosa di nuovo. ■ Come si esprimono la vostra filosofia aziendale di selezione ed i vostri obiettivi? Sopra: la sala di mungitura a 24 poste girevole a spina di pesce. Sotto: i vitelli sono alloggiati in igloo singoli e tutti i giovani animali sono tenuti su una lettiera in fibra di cocco La nostra impostazione e la nostra crescita aziendale sono stati basati sulla ricerca della qualità in tutti i settori. Nel 2003 abbiamo ottenuto la certificazione ISO 9000 per il latte, ma ci siamo resi conto che impegno e sforzi in questa direzione non vengono ripagati quando si consegna il proprio latte alla GDO, dove diventa un prodotto indistinto. Il solo modo per poter comunicare e garantire la qualità è puntare alla vendita diretta Abbiamo selezionato per molti anni per i kg proteine e con ottimi risultati, poi abbiamo visto che, per stare sul mercato, erano necessari tipo e punteggio più alto: abbiamo dato una sterzata verso la morfologia, con una parentesi deludente in cui selezionavamo per quel che il mercato chiedeva, che si è chiusa, perché ne è uscito un tipo di vacca che non si adattava più alla nostra situazione ambientale di stalla e la nuova costruzione è diventata una necessità. Quello che istintivamente abbiamo sempre pensato ci è stato confermato anche da un seminario di studio olandese, cui abbiamo partecipato qualche tempo fa. Il relatore spingeva gli allevatori a capire la propria vacca, a chiedersi che cosa ti stia dicendo e trasmettendo con il suo comportamento e arrivava alla conclusione che le vacche grandi hanno difficoltà all’adattamento in stalla, ottengono tanti punti alla valutazione morfologica, ma hanno poca durata. Selezionare per soddisfare la vista dell’allevatore non è il nostro obiettivo, per noi la soddisfazione consiste nel dare qualcosa agli altri di cui siano contenti e che li faccia guadagnare, perché un allevatore non può permettersi il lusso di avere solo delle vacche belle, ma vacche che gli consentano di vivere. Oggi, come ieri, la nostra è una selezione che guarda alla cose concrete: il BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2009 9 latte, le buone mammelle mungibili, i piedi solidi, resistenti alle patologie. La buona mammella, per noi, non è la mammella da mostra, con poco volume, che spesso perde il latte, come purtroppo succede con capezzoli corti e ravvicinati. Noi vogliamo una mammella che non ceda, con poco edema, anche sulla voluminosità ci deve essere un punto di equilibrio, perché è la mammella di una vacca che deve fare latte. Le vacche della Campogallo non hanno mai avuto box individuali o trattamenti particolari, devono confrontarsi e resistere con tutto il gruppo. Molto spesso ci è capitato di sottoporre a ET vacche che i sire analyst non chiedevano come madri di toro, dalle quali però uscivano ottime vacche per la stalla: sono pochi purtroppo i temerari che osano rischiare su linee diverse e oggi, probabilmente, ne paghiamo le conseguenze. ■ Nella scelta dei tori quali criteri seguite? Seguiamo due strategie selettive: una sulle madri di toro e una sulla mandria. Per le madri di toro usiamo tori nuovi, veloci, appena usciti, anche con attendibilità bassa, non importa da dove provengano, devono però rispecchiare i nostri criteri di selezione e avere linee di sangue diverse, per limitare la consanguineità. Sulla mandria, invece, tori sicuri e in maniera più massiccia. Siamo tornati a selezionare per i kg proteine, più i caratteri della salute, come longevità, cellule somatiche, che oggi abbiamo a disposizione negli indici. Dal nostro punto di vista, pensiamo che sarebbe molto utile avere in Italia il dato “casi clinici di mastite” per dare un’ulteriore informazione. La consanguineità è un fattore che ci preoccupa tantissimo, diventa quasi impossibile non alzare questo tasso perché siamo in un mercato globale che, salvo poche eccezioni, usa gli stessi tori e le stesse famiglie di vacche. Cerchiamo nelle vacche più importanti di trovare qualcosa di particolare e diverso nell’accoppiamento, ma se si tratta di un toro che non è in graduatoria, e questo succede spesso con gli indici di conversione, gli acquirenti non lo prendono in considerazione. Eppure pensiamo che qualcuno debba cominciare a trovare delle alternative: la consanguineità porta inevitabilmente a dei problemi, lo vediamo anche in natura. Campogallo Catia Campogallo PG Tequy ET TV ■ Quali possono essere i rimedi? Molte linee di sangue importanti sono state eliminate a causa dei difetti genetici, altre a causa degli indici. Crediamo che sia importante creare una mentalità nuova che deve partire dall’alto, per stimolare i Centri e gli allevatori a non abbandonare completamente quelle linee, anche se portano tare genetiche, che sono controllabili molto bene con un accoppiamento protettivo. Ad esempio, Tugolo, un toro portatore di un gene recessivo di bassa incidenza come il Mule Foot, in Italia non è stato utilizzato quanto i suoi ottimi dati avrebbero meritato. È risultato uno dei migliori tori al mondo per la fertilità delle figlie. In un paese come la Svezia, dove la fertilità è un carattere primario di selezione, Tugolo è al secondo posto della classifica e così in molti altri Paesi. Abbiamo avuto in Italia dei grandissimi tori e molti che avrebbero dovuto ricevere maggiore attenzione alla loro linea, a livello internazionale. ■ Nella vostra azienda, come vi comportate per contenere la consanguineità? Usiamo tutte le strategie disponibili per ridurla. Grazie ad ottime fertilità e longevità, la famiglia di Tresor ha 10 BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2009 Campogallo Simona ET dato origine al 50% circa degli animali della Campogallo, pertanto, avendo un tasso di parentela abbastanza alto sulla linea femminile, cerchiamo di diversificare molto i tori che usiamo. Questa è la famiglia che consideriamo la nostra punta di diamante, nasce dalla Campogallo Sunny Boy Zuppa MB86 GM, dietro la quale c’erano Allegro e Hi Path El Toro. Zuppa ebbe molte figlie anche da ET, da una di queste, Campogallo Mountain Evany MB88 GM, con Fatal, nacque PG 324 MB88 GM, la mamma di Tresor e di Tequy MB89 GM. Con padre Garter, questo ramo della famiglia continua con Katia MB88, 2a vacca in Italia è rivelata una vacca straordinaria, subito gravida, con la statura media e la produzione della madre, ma con una mammella degna delle migliori Goldwin. Senza affrettare i tempi, sia lei che una figlia della Tequy con O-Man, un’altra vacca straordinaria che non ti accorgi di avere in stalla, saranno trapiantate di secondo parto. ■ Un’altra famiglia notevole nella vostra selezione? Campogallo Fatal PG324 ET TL Una famiglia vista in un viaggio negli Stati Uniti e che mi ha lasciato una profonda impressione: era la famiglia di Zesty. Fui colpito da una straordinaria Tesk, Futuraland Tesk Zanadu MB89, da sua figlia Futuraland Celsius Zanda MB86 e volevo qualcosa di quella famiglia. Mi proposero, un anno dopo, la nipote di Zanda, figlia di Mtoto Zantic, Bellwood Marshall Zantie. Bellwood Marshall non mi entusiasmava molto, ma Mtoto mi dava più sicurezza, visto come si comportavano le molte figlie che avevo in stalla. Comprai Zantie in Olanda da vitella e da noi raggiunse gli 87 punti. La sua migliore figlia, da un flushing di tre Laudan, è Simona, MB86 da primipara, oggi la prima vacca ad Indice della Campogallo. Simona ha vitelle con Virzil, Alliance e Active, più diversi maschi, dato che è una famiglia molto richiesta. ■ In che modo utilizzate l’embryo transfer? Campogallo Rania ET per Indice Latte e sua figlia con Titanic, Ritta B84, è la 1a vacca in Italia per Indice latte. ■ Che tipo di vacca era la Zuppa e le sue discendenti si discostano da lei? Era una vacca estremamente produttiva, molto lunga e angolosa, ma non molto forte nell’anteriore. La mammella un po’ profonda, di grande qualità, con un’ottima tessitura e volume dato dalla grande produzione. Ha trasmesso bene questa qualità produttiva alla Mountain Evany, grande a latte e abbastanza simile a lei, più larga di costato, più piccola e ottima produttrice di embrioni – ne abbiamo contati 100 di sua produzione. Con Patron, Evany ha avuto Eggy MB87, una vacca venduta in Olanda che ha avuto molta fortuna e popolarità ed è la nonna di Fellow, primo toro per Tipo. La Fatal PG 324 aveva raggiunto quella che noi consideriamo la perfezione per una nostra vacca, per il tipo e per il temperamento, fortissimo: era una vacca che non perdeva tempo, metodica, se non era a mangiare, era in cuccetta a ruminare. Ha prodotto 85 embrioni con 10 tori diversi. Il suo migliore incrocio riteniamo sia stato con Garter, perché ha dato un tipo di vacche da stalla, vacche da latte per definizione, che producono 200 quintali senza grossi problemi e fanno guadagnare. La famiglia è conosciuta ed è stata usata molto. Garter Katia ha avuto una Goldwin, Asiatica MB85, che si è rivelata interessante per i Centri. Su Goldwin eravamo prevenuti, le prime vacche che abbiamo avuto in stalla non ci avevano soddisfatti e abbiamo deciso di non trapiantarle. Ci siamo ricreduti, perché Goldwin Asiatica si Non ne facciamo come una volta, ma li usiamo per farci le vacche. Nel corso degli anni abbiamo cambiato l’approccio: se prima su 200 embrioni all’anno quasi la metà erano prodotti da manze non partorite, adesso ci siamo ricreduti su questo tipo di scelta, perché si trattava di investimenti su animali di cui non si conosceva ancora il valore reale. Ci sono vacche che, al primo parto, non esprimono molto, ma poi rimangono in stalla e apprezzi le loro qualità strada facendo, al terzo, quarto parto: in una manza questo non si riesce a prevedere. Si parla tanto di longevità, ma è importante sostenerla con azioni mirate. Oggi investiamo sulle secondipare e sulle vacche più vecchie. Ci è venuta anche la voglia di usare vacche come una Oscar o una Bellwood di 11 parti per i trapianti: se queste vacche sono durate tanto in allevamento, perché non dare loro la possibilità di diffondere i loro geni visto, che sono le vacche che stiamo cercando? E, in ogni caso, sono vacche che hanno lasciato molto in stalla, soprattutto in termini economici. ■ Quale tipo di mercato avete dei vostri animali ed embrioni? Tra Italia e estero, abbiamo venduto più di 100 maschi. All’estero non facciamo grandi cose, un po’ perché l’Italia è un po’ fuori dalle zone di commercializzazione della genetica, un po’ perché sono pochi i compratori stranieri che vengono in Italia ad acquistare. Si riesce a vendere qualcosa all’estero tramite intermediari. Inoltre, la posizione della nostra azienda, nel nord est, non è proprio centrale, ed è necessario investire ulteriormente in marketing, per portare le persone a visitarci. Un altro problema è che in Italia ci sono poche aste per proporre animali di alta selezione, i tori venduti ai Centri vengono pagati anni dopo, gli embrioni non hanno grande mercato; tutto questo rende difficile fare solo genetica come attività principale. Se dovessi iniziare da capo, probabilmente, acquisterei un’azienda nelle zone dove c’è un migliore mercato, come l’Olanda o il Wisconsin. Una famiglia come quella di Tresor sarebbe stata molto più valorizzata, pensando a quanto ha realizzato la Campogallo Eggy in embrioni e figli, dopo che è stata venduta in Olanda. BIANCONERO . LUGLIO-AGOSTO 2009 11