a cura di Delia Pertici
Transcript
a cura di Delia Pertici
ABBIAMO LETTO PER VOI… a cura di Delia Pertici PURCHÉ SIA FEMMINA! Sulla rubrica “Veterinary Column” di Hoard’s Dairyman dello scorso gennaio è apparso un simpatico scambio di corrispondenza tra il dottor Allestein, il veterinario che tiene questa rubrica, ed un allevatore che gli chiedeva: “Come si fa ad avere delle femmine? Durante la fecondazione l’animale dovrebbe guardare a nord, verso il Canada, oppure a sud, verso le montagne o a ovest verso l’oceano?”. Ecco cosa risponde il dottor Allestein: “La sua è una domanda ricorrente, che mi è stata fatta un’infinità di volte dai miei clienti, in 47 anni di carriera. E non ho mai trovato la risposta giusta. Ecco comunque alcuni “sistemi” di cui, da anni, sento parlare: 1. se si feconda la vacca entro 6 ore dal calore manifesto, avrà una femmina; 2. se si feconda la vacca nel secondo giorno dopo il calore, avrà una femmina; 3. certi tori danno sempre femmine; 4. se si massaggia il clitoride dopo la fecondazione artificiale, si avrà una femmina; 5. se la vacca viene fecondata al mattino, sarà una femmina, se invece viene fecondata nel pomeriggio, sarà un maschio; 6. se si fecondano le vacche al primo calore dopo il parto, il 90% dei vitelli saranno femmine; 7. prendete un chiodo legato ad uno spago e tenetelo sopra il bacino della vacca: se oscilla in senso longitudinale all’animale, avrete un maschio, se il movimento è trasversale, sarà una femmina... Potrei andare avanti così per un bel pezzo, ma non ho mai trovato nessuna conferma ad alcun “sistema”. Si sta facendo della ricerca per stabilire il sesso, ma i metodi sono costosi e l’accuratezza del dato è scarsa. Sono metodi che hanno a che fare con il sessaggio del seme, che viene centrifugato o messo in un campo elettrico.” Questo monumento alla vacca da latte eretto nella contea di Erath (qualcosa tra la nostra provincia e la nostra regione) continua ad essere uno dei punti di attrazione della cittadina di Stephenville, in Texas. Il monumento risale al 1972 ed è stato eretto in segno di riconoscimento verso le vacche da latte per il loro contributo all’economia locale. La contea di Earth può contare infatti su un fatturato annuo di 223 milioni di dollari per vendita di latte e derivati, come si può leggere sulla scritta che compare sul monumento, che naturalmente viene aggiornata ogni anno. Attualmente questa contea è la 12a negli Stati Uniti per numero totale di vacche da latte. COSA SUCCEDEREBBE SE IL PROGRESSO GENETICO SI FERMASSE? Cosa succederebbe se decideste di comprare 10.000 dosi di seme da usare sulle vostre 100 vacche per i prossimi 25 anni? Probabilmente vi farebbero un bello sconto, ma alla fine perdereste un mucchio di soldi! Soprattutto perché nel 2023 avreste le vacche del 1998. Cosa succederebbe, di fatto, se il progresso genetico di un allevamento si fermasse? I ricercatori americani, precorrendo i tempi (e le mode!) hanno cercato di dare una risposta a questa domanda già 24 anni fa. Come hanno fatto? Hanno preso un allevamento qualsiasi, lo hanno diviso a metà e una metà l’hanno fecondata con i migliori tori disponibili di anno in anno, mentre sull’altra hanno usato sempre gli stessi tori. Alla fine, hanno messo a confronto i risultati. Risposta: con la stessa gestione e nelle stesse condizioni ambientali, l’allevamento con la genetica attuale ha superato in produzione quello con genetica “stagnante”. E questo è accaduto in due esperimenti di questo tipo. Il primo , in ordine di tempo, è stato quello della Università del Minnesota, iniziato nel 1964. Fino al 1993 le vacche sono state fecondate o con i vecchi tori degli anni ‘60 (gruppo controllo) o con i tori migliori come indice latte. Al momento del confronto, gli animali selezionati geneticamente e nati tra il 1985 e il 1986 poducevano 3.411 kg di latte in più rispetto al gruppo di controllo. I conti si fa presto a farli. Uno studio simile è stato fatto dai ricercatori del Politecnico della Virginia per confrontare i risultati di vacche fecondate non artificialmente con tori aziendali o fecondate artificialmente con i migliori tori sul mercato. Sul gruppo di controllo si sono cominciati ad usare 12 tori, dopo di che è stato scelto, a caso, un figlio di questi. Quando il primo espertimento è finito, nel 1993, la media dei due allevamenti era di 7.100 kg per il gruppo controllo e di 9.577 kg per le altre, quindi 2.477 kg di differenza a favore della selezione genetica!. Anche in questo caso, non è difficile capire quale è il vantaggio in termini economici. Certo per quelli che usano tori aziendali altamente selezionati la perdita non è così rilevante, ma comunque non è un passo avanti verso il progresso genetico dell’allevamento. 60 BIANCO NERO 6/98 K Y C M - p. 60 Molti genetisti sono convinti che la vacche di oggi continueranno ad aumentare la produzione. C’è chi pensa che, fra 12 anni, le vacche arriveranno a produrre fino a 15.000 kg di latte all’anno. Un limite biologico alla produzione certamente esiste, ma molti sono convinti che ancora non siamo arrivati al massimo possibile. VITAMINA “E” CONTRO METRITI E RITENZIONI DI PLACENTA Da tempo è stato provato che integrare la razione alimentare con vitamina E è un modo efficace per ridurre l’incidenza di ritenzioni di placenta e metriti. Di recente però, i ricercatori della Michigan State University hanno scoperto che anche iniezioni intramuscolari di vitamina E possono ridurre l’incidenza di questi problemi post-parto. Lo studio (riportato sul Journal of Dairy Science del 15 agosto ’97) ha rilevato che le vacche trattate con iniezioni di 3.000 U.I. di vitamina E due settimane prima del parto avevano avuto un’incidenza di ritenzioni di placenta del 6,4% contro il 12,5% del gruppo non trattato ed il 4% di metriti contro il 9% del gruppo controllo. Non è stata invece notata nessuna riduzione rilevante delle mastiti. CHE DIFFERENZA C’È TRA IL MAIS FIOCCATO ED IL MAIS SCHIACCIATO? Alla domanda di un allevatore su quale è la differenza tra il mais fioccato a caldo ed il mais schiacciato a caldo, risponde sulle pagine di Hoard’s Dairyman, Josè E. P. Santos, un veterinario della Università di Davis, in California: “Il mais schiacciato a caldo viene scaldato per un periodo di tempo inferiore di quello fioccato. Sebbene i tempi di riscaldamento varino da produttore a produttore, in genere il mais schiacciato viene cotto per 1520 minuti e quello fioccato per 30-40 minuti. Di solito la densità del mais schiacciato è più alta di quello fioccato. Questo di ottiene modificando la larghezza del cilindro. Minore densità significa maggiore lavorazione del prodotto e quindi migliore digeribilità della sostanza secca e degli amidi. Studi condotti presso l’Università dell’Arizona hanno mostrato un miglioramento della digeribilità di sostanza secca e amidi del 10-12% nel mais fioccato rispetto a quello schiacciato. La differenza è dovuta soprattutto ad una aumentata digeribilità ruminale dell’amido (mais schiacciato = 65-68%, mais fioccato = 75-82% ). Tutti gli studi che hanno messo a confronto i due tipi di lavorazione (fioccato vs. schiacciato), condotti su vacche in lattazione, hanno dimostrato un miglioramento in produzione e titolo proteico nelle vacche cui veniva somministrato mais fioccato. In quattro di queste ricerche il miglioramento in produzione andava da 1,36 kg a 2,72 kg di latte al giorno. 61 BIANCO NERO 6/98 KC M - p. 61