Molino Terenzano tante vacche tanta efficienza
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Molino Terenzano tante vacche tanta efficienza
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Molino Terenzano tante vacche tanta efficienza di M. V. L’allevamento della famiglia Locatelli a Terenzano di Turano Lodigiano (LO) D a Trezzano a Terenzano: una curiosa assonanza di nomi ha accompagnato il destino delle vacche della famiglia Locatelli: dall’azienda di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, si sono unite ad un altro allevamento, alla frazione Terenzano di Turano Lodigiano. Passando dall’aria leggera del nord di Milano alle brume pesanti d’estate e d’inverno a sud di Lodi, forse i Locatelli non hanno trovato un clima migliore, ma hanno avuto l’opportunità di incrementare e far progredire il loro allevamento. Attualmente a Terenzano sono in mungitura circa 700 vacche, un grande allevamento nato dalla fusione delle due aziende e che i Locatelli hanno ricordato nel prefisso dell’allevamento, Molino Terenzano. Per questo numero di vacche i Locatelli hanno dato un’impostazione razionale, che sposa concretezza e funzionalità, con grande attenzione ai caratteri sanitari e gestionali. La produzione per capo è attestata stabilmente da 5 anni sui 100 quintali (nel 2009, 10.585 kg con il 3,48% di grasso e 3,34% di proteine), ma è interessante osservare il trend dell’Indice Genetico Medio delle vacche, che è progressivamente cresciuto anno per anno: nel 2009 il PFT medio è 611 su 726 vacche indicizzate, con i dati medi dei diversi indici superiori o pari ai migliori allevamenti italiani. Giovanni Locatelli, che gestisce l’allevamento di Turano con il fratello Giuseppe, lo zio Silvestro ed il cugino Luigi, spiega come un allevamento con un gran numero di capi non debba perdere di vista il miglioramento genetico della mandria per un aumento in termini di indici e qualità totale, per avere risultati di selezione, in mostra e nelle famiglie, ma deve spingersi più in là, per dare 12 BIANCONERO . OTTOBRE 2010 Da sinistra Giuseppe, Luigi, Silvestro e Giovanni Locatelli La famiglia Locatelli e la Molino Tania MB89, campionessa della mostra di Brembio (Lodi). “Tania – dice Giovanni – fa parte della nostra elite di stalla” benessere ai primi animali che si traducono in prestazioni notevoli come cellule somatiche basse, durata in stalla, qualità del latte e salute. ■ Quando è stato l’atto di inizio di questa azienda? Nel 1997. Lavoravamo già nell’azienda di Trezzano in compartecipazione societaria con i proprietari del fondo e abbiamo rilevato anche questa gestione dalla stessa proprietà. Oggi alla cascina Molino di Trezzano manteniamo l’allevamento delle manze, gestito in famiglia, mentre qui a Terenzano abbiamo riunito tutte le vacche da latte. Conduciamo in tutto 530 ettari, che coltiviamo noi direttamente, dalla semina al raccolto e, in tutto, alleviamo circa 1.650 capi, tra vacche e manze. Nella stalla di Terenzano avevamo trovato degli animali buoni, ben selezionati. Abbiamo continuato a mungere separatamente le due mandrie nelle due aziende fino al 2003, l’anno in cui le abbiamo volute unificare e, per farlo, abbiamo ampliato ed attrezzato le stalle e costruito una nuova sala di mungitura rotatoria a 48 poste. Successivamente è venuto l’acquisto delle quote latte, con l’obiettivo di arrivare a 800 in mungitura. Però la produzione è aumentata oltre le previsioni e quindi ci siamo stabilizzati sui 700 capi e, da qualche anno, vendiamo manze o vacche in latte, per mantenerci nella quota. ■ In tutto questo percorso quali sono state le scelte di selezione? Sono cambiate nel tempo? Fino al 2006-2007 usavamo tori su una buona fascia commerciale e buon livello. Dal 2008 abbiamo iniziato a partecipare alle mostre, ci ha preso un po’ di euforia e abbiamo cercato di usare tori alti a tipo senza guardare troppo ai dati produttivi e gestionali. Questo ci ha lasciato qualche situazione da sanare. Abbiamo quindi deciso di far fare a tutta la stalla un salto di qualità genetico, usando, in modo massiccio, tori che ci davano fiducia. Abbiamo scelto tra i tori più interessanti del periodo (Shottle, Stormatic, O-Man, Goldwin, Scoobi-duu) tori che ci sembravano completi sia nel tipo che nei caratteri gestionali e nella produzione. Alcuni sono stati scelti per il tipo, altri per la produzione, per soddisfare diverse esigenze di accoppiamento. In seguito abbiamo iniziato a ricercare le famiglie più importanti della stalla per fare embryo transfer sulle nostre vacche e abbiamo aderito al programma Royal del Ciz, impiantando embrioni di famiglie importanti americane e canadesi. Attualmente abbiamo 4 femmine di alto valore genetico e anche dei tori in attesa di entrare al Centro genetico. ■ Con che criterio scegliete i tori oggi? Usiamo un piano di accoppiamento, che personalmente trovo molto pratico, specie sui ritorni e sui tori di prezzo inferiore che, in questo modo, sono accoppiati per poterne meglio sfruttare le caratteristiche. Sulle vacche più importanti o usiamo tori bilanciati o vediamo di usare un toro estremo per qualche carattere. C’è una scelta di tori talmente estesa, italiani e esteri, che mi sembra sba- La sala di mungitura a giostra parallela a 48 poste. Le vacche sono divise in 6 gruppi di mungitura e accudite da 4 persone che mungono in media 200 vacche per ora. La sala è stata fornita di bacinelle per l’acqua per evitare le calche per abbeverarsi all’uscita. In azienda è stata mantenuta in funzione la vecchia sala di mungitura che serve per mungere separate le vacche di cui si elimina il latte, partorite o trattate farmacologicamente. Spiega Giovanni Locatelli: “Abbiamo visto abbassarsi drasticamente i casi di mastite da coli da quando siamo passati dalla lettiera in segatura alla paglia. In questo senso cerchiamo di fare molta prevenzione, tenendo le cuccette sempre pulite, togliendo i primi spruzzi del latte, facendo il post-dipping” Terenzano è una piccola frazione del comune di Turano Lodigiano. La grande cascina è un bell’esempio di architettura rurale del secolo scorso, alla quale sono state aggiunte delle strutture moderne cercando di mantenere omogeneità e funzionalità. La stalla delle partorienti è stata allestita per poter consentire il massimo comfort. “Molti si stupiscono – dice Giovanni Locatelli – quando entrano in questa zona, perché le vacche non si impauriscono o scappano. Noi facciamo in modo di dare a loro un ambiente migliore possibile e di trattarle nel migliore dei modi”. In allevamento tra le Frisone sono presenti anche qualche vacca bruna e una decina circa di Jersey. “Delle Jersey stiamo aumentando il numero per poter selezionare qualche bel soggetto e, in seguito, creare delle famiglie. Le nostre Jersey sono animali acquistati in Italia e devo ammettere – dice Giovanni Locatelli – anche se all’inizio ero un po’ perplesso per la produzione delle primipare, hanno migliorato moltissimo nel corso delle lattazioni e non hanno presentato nessun problema, nemmeno per i vitelli” gliato andare solo in una direzione. L’uso delle prove di progenie ha un buon spazio con una media dal 18/20% sul totale delle fecondazioni di un anno e in estate la percentuale può aumentare per migliorare la fertilità. Quest’anno stiamo usando molti tori italiani che sono usciti con certificati molto validi, come Selvino, Colombiano, Lecciso, Berryhill e Prince. Mi piacciono perché sono molto bilanciati sia per i caratteri morfologici che produttivi e sono buoni pure i caratteri secondari, senza estremizzazioni. Purtroppo abbiamo visto troppi tori che dopo 3-4 uscite scompaiono, sia nelle classifiche italiane che estere e quindi ho imparato che è meglio non acquistare un numero grande di dosi dei tori in prima uscita. Sono diventato più cauto e adesso mi oriento di più verso i tori di second crop. Abbiamo delle Mtoto e delle Bormio ancora in stalla, e una decina di Ford, tutti animali con almeno cinque parti. ■ Come impostate la vostra selezione genetica? Stiamo lavorando con tori buoni su BIANCONERO . OTTOBRE 2010 13 Molino Guida Sud Molino Medaglia Lee-Edit Guida Molino Tania tutta la mandria, non solo sull’elite per mandare i tori ai centri, ma per creare un nucleo di vacche con un livello genetico molto alto per riuscire, in un futuro, a vendere anche della genetica e arrivare ad avere sempre più una vacca “perfetta”. Speriamo di arrivarci, per adesso non c’è ancora. Come dicevo, riusciamo a vendere 7080 femmine all’anno. È un mercato remunerativo e c’è richiesta sia di manze gravide che di vacche già partorite. Il prezzo medio è abbastanza costante, tra le une e le altre. L’unica variazione significativa si nota con le vacche rosse: piacciono molto e qualcuno è disposto a pagare anche qualcosa in più per averle. Sicuramente nel certificato la paternità ha il suo peso, e fa prediligere una manza non particolarmente attraente ad un’altra, magari più corretta. ■ Da quando avete iniziato a frequentare le mostre? Da 5-6 anni abbiamo iniziato e adesso cominciamo a vedere qualche piazzamento migliore. Frequentiamo le mostre della provincia, come Brembio e Codogno, ma quest’anno siamo andati a Verona per la prima volta, con una vacca che si è piazzata 5a nella sua categoria, la Molino Tania. È stata una bellissima esperienza per me e adesso mi sto preparando per la prossima Interregionale di Codogno che avrà carattere nazionale. ■ Quale tra le vostre vacche ha mostrato di essere una vacca di fondazione? Una famiglia che stiamo costituendo viene dalla Molino Guida Sud E91, una figlia di una Arpagone, Legna per 14 BIANCONERO . OTTOBRE 2010 Molino Consona Sud, un Proton, una vacca ha sei parti ed è ancora sottoposta a trapianti. Sua figlia è Molino Tania MB89, una Duplex che abbiamo presentato alla scorsa edizione di Verona ed è stata Campionessa Vacche giovani a Brembio, quest’anno e dalla quale abbiamo appena avuto 2 figlie con Goldwin. Un’altra figlia della Guida è Molino Secolare MB88, una Goldwin che è la più alta a Rank della stalla e sulla quale stiamo lavorando con embrioni e di cui abbiamo gravidanze e contratti. Sempre di Guida, una Machoman, Molino Tirana MB86, è stata riserva di categoria alla scorsa edizione della mostra di Codogno, e una Forbidden, Molino Pavona MB85. Guida ha sei figlie con Goldwin e tre con Shottle. ■ Che tipo di vacca è? Robusta, di taglia e di carattere. È leader nel gruppo. Ha ancora una ottima mammella, che di secondo parto è stata valutata Ottimo. Il suo punto di forza è la capacità di trasmissione sulle figlie che, oltre ad assomigliarle, non hanno avuto punteggi al di sotto degli 85 punti. Sua figlia Tania, la Duplex, è un balzo in avanti. Oltre ad essere una vacca strepitosa da show è sicuramente superiore dal punto di vista morfologico, mentre Secolare, sua sorella per Goldwin, è più una vacca funzionale, sulla quale lavoreremo per i caratteri gestionali e per la sua forte produzione. In entrambi i casi sono, per motivi diversi, l’elite della stalla. A volte si constata subito quando una vacca è superiore alle sue compagne, perché si ha la possibilità di vedere le sue figlie, come con Guida, che ha fatto tutte femmine. Ci sono altre vacche che hanno un buon punteggio, ma dalle quali riusciamo ad avere solo maschi. Per questo abbiamo iniziato ad usare un 20% di seme sessato sulle manze, sia Frisone che Jersey e per i primi due interventi sulle vacche Jersey. ■ Qualche altra buona conferma? Un’altra famiglia è Molino Medaglia, E90, 5 parti, figlia di Comestar Lee, ha avuto buoni risultati in mostra, è una vacca sulla quale abbiamo lavorato con trapianti. Le sue figlie sono tutte giovani, ma con tantissima qualità e caratteri da latte che le distinguono nel gruppo, già da vitelle. Per ora sembrano una buona combinazione tra la vacca da stalla e la vacca da mostra. La seconda più alta ad indice della stalla è Molino Giada, MB86, tre parti, una Merchant per Molino Firina, una Tugolo di 87 punti, ancora in stalla con cinque lattazioni. Una sua figlia, Molino Dorata, una Bolton è tra le prime 1.000 manze degli Stati Uniti. ■ Quali sono gli obiettivi futuri verso cui si dirige la vostra azienda? Speriamo di aver fatto le scelte giuste per riuscire ad ottenere un gruppo di animali da poter portare in mostra alla Nazionale di Cremona. I nostri obiettivi sono continuare a migliorare, per i dati di gestione, per quelli produttivi, per quelli genetici, senza investimenti impegnativi e grandi aspirazioni, se non quelle di continuare a fare, possibilmente, bene il nostro lavoro. BIANCONERO . OTTOBRE 2010 15