sintesi delle risposte al libro verde di enti pubblici, associazioni di
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Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni SINTESI DELLE RISPOSTE AL LIBRO VERDE DI ENTI PUBBLICI, ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA, IMPRESE DEI PRINCIPALI PAESI UE Premessa metodologica generale Nella maggior parte dei casi le risposte, anche da parte delle grandi Associazioni nazionali di categoria o delle principali stazioni appaltanti pubbliche come pure delle maggiori imprese dei paesi UE, risultano spesso espresse in modo sintetico per gruppi di quesiti e quasi mai risultano relative alla totalità dei 114 quesiti; in taluni casi poi le risposte hanno uno sviluppo discorsivo ed inglobano vari temi di particolare interesse per i rispondenti. PARTE PRIMA LE RISPOSTE DELLE RAPPRESENTANZE EUROPEE DELLE IMPRESE Le risposte della FIEC, dell’EFCA e dell’ACE 1) La FIEC – Federazione Europea delle Imprese della Costruzione – ha risposto ai quesiti del Libro Verde della Commissione europea mettendo in evidenza la priorità assoluta di assicurare stabilità al quadro normativo, dato che a tutt’oggi vi è ancora una notevole non conoscenza e non applicazione di molte regole introdotte dalla Direttive 17 e 18 del 2004. Di conseguenza, piuttosto che modificare le regole, sarebbe più utile uno sforzo per una loro applicazione ottimale. La FIEC afferma poi che le regole devono essere uguali per tutti, opponendosi dunque ad una disciplina specifica di favore per le PMI come pure alla generalizzazione delle procedure accelerate per timore di una caduta nella qualità delle offerte. Forti riserve sono anche avanzate per l’eventuale estensione della procedura del dialogo competitivo, soprattutto in ragione della possibile violazione del principio di confidenzialità, mentre si auspica maggiore attenzione all’innovazione ed alla possibilità per le imprese di avanzare proposte alternative o varianti in sede di offerta che possano meglio rispondere ai bisogni espressi dall’amministrazione aggiudicatrice di quanto progettato dallo stesso ente appaltante. 2) L’EFCA, la Federazione europea dell’ingegneria, è in generale favorevole a molti degli orientamenti che paiono emergere dal Libro Verde, ma è contraria a generalizzare la procedura del IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni dialogo competitivo sia per le ragioni legate alla carenza di confidenzialità delle proposte, che a causa dei costi eccessivi per le società di ingegneria e le imprese partecipanti. 3) L’ACE – il Consiglio d’Europa degli Architetti – evidenzia tre ostacoli principali alla partecipazione agli appalti pubblici: 1) l’accesso della maggior parte degli architetti europei costituiti in micro imprese da meno di 5 addetti risulta di fatto inesistente e, dato il carattere fortemente quantitativo dei requisiti richiesti, di fatto ristretto ad un esiguo numero di società strutturate; 2) la gran parte degli affidamenti di incarichi avviene al massimo ribasso; 3) la procedura di affidamento non valorizza né il merito né la reputazione. Occorre quindi passare a norme UE che valorizzino qualità e merito di proposta prima e più del solo prezzo e che nella selezione dei candidati consentano di apprezzare la reputazione prima del fatturato. Nello specifico, le risposte più significative sono sostanzialmente le seguenti: Q2) La suddivisione in appalti di lavori, forniture e servizi deve restare, con l’aggiunta però di uno speciale capitolo relativo ai “servizi intellettuali”, per evitare che la competizione continui sui costi e non sulla qualità dei servizi progettuali, aspetto grave e purtroppo generalizzato, soprattutto nel sottosoglia. Q3) La suddivisione tra contratti di progettazione e di lavori dovrebbe emergere con più nettezza, essendo i primi focalizzati sulla qualità ed i secondi sul profitto finanziario. Q15 e da Q21 a Q70) Per i servizi intellettuali legati alla progettazione la procedura negoziata preceduta da pubblicità è la più appropriata e dovrebbe essere generalizzata: per garantire la trasparenza si dovrebbe imporre la pubblicazione integrale del verbale dettagliato di tutti i passaggi della negoziazione. In ogni caso va ribadito che tutte le procedure basate unicamente sul prezzo per gli affidamenti di prestazioni intellettuali non sono appropriate: quindi, tutte le procedure vanno riorientate verso la qualità (migliore soluzione tecnica e di costi/efficienza) ed anche la negoziata non deve ridursi alla negoziazione del prezzo. In generale, poi, il prezzo più basso andrebbe abolito come mezzo di aggiudicazione delle prestazioni intellettuali od almeno fortemente limitato con norma UE. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 2 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni Q24) La distinzione tra fase della selezione e fase dell’aggiudicazione dovrebbe essere meno stretta e si dovrebbe consentire l’applicazione di criteri anche legati alle precedenti esperienze e alla reputazione in generale. Q46) Esiste un problema generale di adeguatezza delle norme nei confronti delle PMI, soprattutto perché la pratica generale vede una richiesta di requisiti troppo elevati per giro d’affari, capacità tecniche e garanzie finanziarie. Inoltre gli oneri amministrativi di accesso alle gare per la stragrande maggioranza degli operatori (ministudi di architettura) sono troppo alti. Infine, l’autodichiarazione dei partecipanti dovrebbe divenire la regola, con verifica mediante certificati soltanto dell’aggiudicatario. PARTE SECONDA LE RISPOSTE DEL MONDO DELLE IMPRESE DEI PRINCIPALI PAESI 1.BELGIO: CONFÉDERATION CONSTRUCTION Le risposte riguardano la maggior parte dei quesiti, ma sono sviluppate in modo molto sintetico (con un documento di 7 pagine in tutto) e secondo la logica per cui il livello di dettaglio delle norme Ue è, in generale, adeguato, mentre sono le norme nazionali che appesantiscono la disciplina: quindi, le direttive non vanno radicalmente mutate, come nel caso della proposta generalizzazione della procedura negoziata preceduta da pubblicità che va mantenuta per casi particolari come ora previsto. Pertanto, soltanto alcuni aggiustamenti operativi ed interpretativi sono necessari per migliorare la disciplina Ue, come ad esempio per le gare elettroniche e il dialogo competitivo, in questo ultimo caso al fine di non gravare troppo sulle imprese con i costi delle elaborazioni progettuali. Vanno poi anche considerati molto attentamente i costi per stazioni appaltanti e imprese legati alle eventuali modifiche normative UE così come la riduzione dei tempi per la presentazione delle offerte che può minarne la qualità. Un aspetto importante (e che ricorre anche in altre risposte ai quesiti: ad es. quella di Bouygues) è quello di modificare la procedura del dialogo competitivo in modo da giungere con elaborazioni/offerte soltanto ad una fase preliminare e dunque meno costosa in cui si sceglie, alla maniera delle procedure ristrette inglesi, il c.d. preferred bidder: e poi solo con questo si negozia la IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 3 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni fase successiva di definizione degli aspetti di dettaglio del progetto e del contratto, la più lunga e costosa. Pieno accordo sulla generalizzazione delle dichiarazioni sull’onore da parte delle imprese per ridurre gli oneri amministrativi della partecipazione alle gare; pieno disaccordo invece sulla ipotizzata concentrazione della domanda, salvo nei casi di prodotti o servizi ripetitivi e della manutenzione per i lavori. No secco poi all’estensione delle norme UE alla fase esecutiva così come all’ulteriore regolamentazione del subappalto ed invece sì convinto alla suddivisione in lotti degli appalti, ma non quale misura obbligatoria a carattere generale da assumersi per via legislativa Ue. Viene poi consigliata molta cautela nel perseguimento di obiettivi di politica generale non direttamente legati all’oggetto dell’appalto, per non creare discriminazioni e distorsione degli obiettivi d’impresa e pericolo di caduta di qualità delle prestazioni offerte, mentre si può cercare di raggiungere tali obiettivi con norme specifiche di settore: al contrario, piena aderenza al perseguimento di obiettivi sociali, ambientali, di efficienza energetica e simili mediante la generalizzazione delle prescrizioni tecniche in termini prestazionali, anche per incentivare l’innovazione e la ricerca. (Lo stesso dicasi per la previsione legislativa Ue di principio circa la possibilità per gli offerenti di presentare varianti). Infine, aspetto urgente è quello di intervenire per garantire reciprocità nell’accesso ai mercati: in particolare, occorre modificare gli artt. 57/D.17 e 55 D.18 per garantirsi che le imprese estere dimostrino la stessa trasparenza sugli aiuti di Stato di cui godono imposta alle imprese europee. 2.FRANCIA 1. FÉDÉRATION NATIONALE TRAVAUX PUBLICS – FNTP – Nella risposta alla prima questione, la Federazione indica la propria linea interpretativa, appoggiando una revisione limitata delle Direttive e sostenendo un rinnovamento “sostanziale” basato sul rilancio del “mieux disant” tramite la promozione dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale chiave di volta di un approccio qualitativo verso l’innovazione, la costruzione sostenibile ed il sostegno alle PMI (e parallelo rilancio dei metodi di eliminazione automatica delle offerte anomale). Correlato a tale aspetto centrale, il lancio del criterio del costo dell’intero ciclo di vita dell’opera, basato su di una metodologia comune a livello UE, abbinato al sostegno degli studi sulle proposte innovative e la tutela piena e certa della proprietà intellettuale delle proposte delle 4 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni imprese, con assoluta riservatezza fino all’accettazione tramite aggiudicazione ed oltre per quelle perdenti. I punti che a parere della FNTP non giustificano una revisione delle direttive attengono principalmente alla definizione di appalto, alle soglie e alla soppressione/distinzione della disciplina dei settori speciali: tutti aspetti ben disciplinati dalla normativa vigente. Allo stesso modo, l’ampliamento del ricorso alla negoziazione è da respingere come pure l’ipotizzata inversione della fase della selezione/aggiudicazione: opposizione pure per la regolamentazione a livello UE dell’esecuzione dell’appalto così come per il subappalto. All’inverso, la cooperazione pubblico-pubblico è un fenomeno in espansione che va adeguatamente disciplinato in via legislativa Ue senza ampliare l’eccezione costituita dall’in house come elaborato dalla Corte, che anzi va sempre interpretata in via restrittiva. Quanto al sostegno delle PMI, la FNTP si ritrova pienamente nelle indicazioni contenute nella Guida alle buone pratiche della Commissione europea e suggerisce quindi di dare a tali indicazioni maggiore formalizzazione trasformandole in Comunicazione per il sostegno alle PMI. Per quanto riguarda poi la verifica dei requisiti, FNTP ritiene non si debba abbandonare la procedura tradizionale della verifica preliminare dei requisiti di tutti i partecipanti, mentre le imprese devono produrre i certificati e non fare dichiarazioni sull’onore che non garantiscono a sufficienza la trasparenza della gara. Quanto al dialogo competitivo, FNTP lamenta il fatto che si tratta di una procedura complessa, costosa per le imprese, discriminatoria per le PMI e con pericolo grave di violazione della proprietà intellettuale delle proposte delle imprese: per tentare di ovviare a tali inconvenienti sarebbe auspicabile una Comunicazione formale della Commissione europea che, con maggior peso di una Guida o una semplice Fiche come è attualmente, chiarisca con precisione i passaggi più delicati e magari inserisca un obbligo di indennizzo delle imprese ammesse alla short list e che hanno fornito un contributo reale. Quanto poi agli accordi quadro, si presentano problemi di comprensione analoghi, nella sostanza, al dialogo competitivo: anche in tal caso vi è la necessità di un chiarimento formale mentre le gare elettroniche andrebbero escluse per i lavori. Quanto alla metodologia d’aggiudicazione, FNTP ritiene che si debba considerare quale unico metodo l’offerta economicamente più vantaggiosa (e quindi con abolizione del massimo ribasso), cioè un metodo dove l’elemento del prezzo non può mai essere il solo fattore e deve invece diventare uno dei criteri di valutazione. Questo si può fare valorizzando l’offerta tecnica in senso largo (qualità, sicurezza, tutela ambientale, mezzi utilizzati ecc.) rispetto al fattore prezzo, che al momento è sempre sopravalutato e finisce per svilire od annullare l’offerta tecnica, con evidenti conseguenze negative per P.A. e imprese. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 5 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni Questa modifica normativa deve andare di pari passo con la revisione del meccanismo delle offerte anomale che deve essere precisato a livello UE e consentire il rispetto più ampio della sana competitività sulla base di criteri oggettivi ed uniformi tra i vari Stati membri. Questa nuova disciplina deve trovare urgente applicazione anche con riferimento all’esclusione delle offerte di provenienza da imprese di paesi terzi che non applicano la reciprocità e che non dimostrino adeguatamente la natura di eventuali aiuti di Stato di cui beneficiano. Inoltre, FNTP è convinta che sia necessario mantenere il legame stretto con l’oggetto dell’appalto e che non debba essere conferita una libertà illimitata di scelta alle stazioni appaltanti. 2. BOUYGUES L’impresa (che ha conteso a lungo la prima posizione mondiale con Vinci mentre oggi sono entrambe spodestate dalle imprese pubbliche cinesi) si concentra su poche risposte di diretto interesse aziendale e manifesta forte contrarietà all’assenza dal Libro Verde dei quesiti sul PPP, essendo il PPP una formula costituita da un insieme articolato di contratti complessi che riveste crescente importanza nei mercati UE e in quelli extra UE. Tra questi un contratto di particolare rilevanza è quello di attuazione del risparmio energetico negli edifici esistenti (contrat à performance énérgetique). Bouygues rileva poi in via preliminare e generale l’esigenza di semplificazione delle normative ed auspica che possa smettere di essere materia per specialisti: in questo senso è favorevole alla semplificazione del concetto di appalto, includendo i lavori nei servizi, così come già avviene con le norme GPA, pure approvate dalla UE. Due gli aspetti centrali della auspicata modernizzazione delle procedure: 1) reintrodurre la possibilità generale di proporre varianti nelle procedure, quale mezzo concreto per sostenere l’innovazione; 2) alleggerire il dialogo competitivo che è una procedura troppo pesante, prevedendo la negoziazione già nella prima fase per individuare, utilizzando anche le proposte innovative delle imprese partecipanti (le cui idee vanno protette con garanzia di assoluta riservatezza), il c.d. preferred bidder, con cui proseguire dopo una fase di competizione iniziale i necessari approfondimenti (progettuali e contrattuali) in chiave negoziale (anche per non elevare troppo i già alti costi di partecipazione). Inoltre, per tali contratti di lunga durata e grande complessità, occorre inserire nelle direttive apposite norme circa la ripartizione dei rischi, la durata contrattuale e la possibilità di rinegoziazione delle clausole contrattuali nel tempo. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 6 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni Quanto alla possibile inversione/integrazione della fase di selezione e di aggiudicazione, Bouygues opta per il mantenimento dell’attuale distinzione come pure per un legame forte e diretto con l’oggetto dell’appalto. Con riferimento al contenzioso della fase esecutiva, occorrerebbe la previsione di una norma Ue che contempli un meccanismo snello ed indipendente di mediazione nei vari Stati mentre vanno definiti a livello UE i concetti di forza maggiore, imprevisto e fatto dell’autorità. Bouygues insiste in modo quasi ossessivo sull’innovazione tramite a) la libertà da riconoscere agli offerenti di proporre varianti, b) lo svolgimento di gare su capitolati prestazionali, c) di diffusione del dialogo competitivo, d) di generalizzazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, e) di estremo rigore nell’eliminazione delle offerte anomale: tutto ciò però garantito da una decisa azione di tutela della proprietà intellettuale delle proposte delle imprese. 3.GERMANIA 1. DEUTSCHE BAUINDUSTRIE Sulla stessa linea della Confédération belga si colloca l’Associazione delle imprese tedesche, costituita da alcune grandi e dalla maggior parte di medie imprese a carattere familiare (tra 300 e 600 milionidi fatturato), che in poche pagine di risposte accorpate chiarisce la sua posizione aderendo a questo criterio di fondo enunciato nelle premesse: «Dal nostro punto di vista, il consolidamento delle norme esistenti appare più efficace del chiamare a revisione norme da poco entrate in vigore. Infatti, cambiamenti continui delle norme inducono aggravi dei costi, sforzi e incertezza legale per gli Stati membri, la Corte, le stazioni appaltanti e le imprese. Anche perché, al momento attuale, non sono ancora ben conosciute le disposizioni da parte di tutte le autorità aggiudicatrici. Forse sarebbe utile (prima di ogni altra cosa) tentare di abbattere questi “ostacoli psicologici” od almeno di ridurli». Come ribadito nella risposta al quesito n. 1, le norme UE esistenti risultano sufficienti a realizzare una procedura di aggiudicazione trasparente, efficace e non discriminatoria e semmai i problemi derivano dalla non conoscenza e non applicazione delle stesse. Quanto alla procedura negoziata preceduta da pubblicità (Quesito 19), la Hauptverband afferma che si tratta di una procedura che può portare facilmente ad “inconvenienti” e che presuppone alte capacità, esperienza ed integrità da parte delle stazioni appaltanti: spesso tale procedura è fraintesa, essendo identificata come “la procedura di negoziazione sul prezzo”, mentre questo contraddice 7 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni l’art. 30 (2)-(4) della D. 18 – “Inoltre sia nella negoziata che nel dialogo competitivo occorre neutralizzare la pratica dell’esproprio delle idee proposte dai partecipanti alle gare – Quanto alle procedure elettroniche (quesiti 15-18), si ribadisce che sono inadatte agli appalti di lavori. La proporzionalità dei requisiti richiesti rispetto all’oggetto dell’appalto è un altro tema molto sentito (quesiti da 22 a 25) e la proposta è quella di fissare dei limiti a livello UE, ad esempio per la cifra d’affari, definire un multiplo del valore dell’appalto messo in gara. La politica di favore verso le PMI (quesiti da 46 a 52) va ripensata in quanto crea una discriminazione in base a criteri quantitativi delle imprese: infatti la stessa definizione europea di PMI è stata pensata in altra epoca per scopi di ricerca, ma che sono inadeguati al contesto attuale: oggi le PMI ( spesso imprese familiari) operanti in un mercato soprattutto locale non sono particolarmente svantaggiate od in difficoltà maggiore di altre imprese maggiori. Pertanto lo scopo delle norme Ue non deve essere quello di garantire una categoria di imprese (nello specifico, PMI), bensì, in generale, di garantire un’equilibrata competizione ed un ottimale accesso al mercato ad ogni tipo di impresa, grande, piccola e media. Infatti, ogni sforzo di favorire una categoria di imprese si traduce inevitabilmente in elementi di restrizione della competizione e di distorsione del mercato. La limitata presenza statistica di contratti, soprattutto di lavori, cross-border denunciata nel Libro verde non rivela però quanti sforzi e quindi quante offerte siano fatte dalle imprese nei vari mercati UE: per agevolare tali sforzi la proposta sarebbe quella di rendere obbligatoria la versione inglese degli atti di gara in tutte le procedure con finanziamenti UE. Quanto agli aspetti sociali ed ambientali, occorre molta cautela nel collegarli all’oggetto dell’appalto: ad es. addossare oneri di assunzione di personale locale crea una distorsione nel mercato locale e induce oneri aggiuntivi nella programmazione (normalmente di lungo corso) del personale delle imprese, un capitale umano molto costoso cui le imprese dedicano risorse formative ed informative importanti in una logica che non può essere di breve periodo (questioni 74-76). Analoghi ragionamenti valgono per la sicurezza e la salute del personale. Infine, un tema molto avvertito dalla Hauptverband è quello delle imprese di paesi terzi che non garantiscono reciprocità partecipanti alle gare nella UE, con piena adesione alle tesi della FIEC sul punto. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 8 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni PARTE TERZA LE RISPOSTE DA PARTE DELLE AUTORITA’ PUBBLICHE 1) SPAGNA: GOVERNO DELLA CATALOGNA: UFFICIO DI CONTRATTAZIONE PUBBLICA La procedura di gara va semplificata, ma senza minare i principi di pubblicità e trasparenza come fissati dalla D. 18. A questo proposito si può affermare che la semplificazione potrebbe avvenire, soprattutto nel caso di gare aperte, senza la previa verifica dei requisiti sia tecnici che economici degli offerenti: facendo “confidenza nel mercato” si potrebbe abolire ogni verifica preliminare nel presupposto che i partecipanti posseggano i requisiti richiesti dal bando. Solo una volta fatta l’aggiudicazione, sarà compito dell’aggiudicatario presentare all’autorità nei termini fissati tutti i documenti comprovanti i prescritti requisiti. Inoltre, se l’impresa avrà partecipato in carenza evidente di possesso dei requisiti, sarà esclusa da tutte le gare successive. Tale procedimento semplificato potrà essere eventualmente ammesso per le procedure di un importo minimo, ad es. 10 ml di € per i lavori e 1 ml per i servizi e le forniture. 2) FRANCIA: A) RISPOSTE DEL GOVERNO I. Premessa Il Governo francese considera la modernizzazione degli appalti pubblici come uno strumento efficace per il raggiungimento degli obiettivi indicati in Europa 2020. Le autorità francesi ritengono che ogni modifica alla vigente disciplina deve essere oggetto di una preliminare, precisa verifica sul piano giuridico ed economico ed attirano altresì l’attenzione della Commissione Europea sulla necessità di coerenza anche con riguardo alle altre due iniziative che ha lanciato in modo parallelo, vale a dire quella relativa alla informatizzazione delle procedure di aggiudicazione e quella della concessione di servizi: al riguardo si dichiarano fortemente favorevoli alla prima quanto totalmente contrarie alla seconda. La Francia accorda una particolare importanza a due grandi orientamenti suggeriti dalla Commissione europea cui guarda con favore: 1) semplificazione delle direttive a condizione di garantire un elevato livello di certezza giuridica; 2) utilizzazione degli appalti pubblici in favore delle politiche settoriali nel quadro della strategia Europa 2020, soprattutto accordando alle autorità pubbliche la flessibilità necessaria alla presa in carico di tali obiettivi. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 9 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni II. Le priorità della modernizzazione per la Francia 1. Evitare nelle modifiche legislative di compromettere a) la stabilità attuale del campo di applicazione della Direttiva 18 e b) le nozioni fondamentali del diritto europeo in vigore. 2. Realizzare, per ragioni di efficacia economica, due obiettivi: a) fare della procedura negoziata preceduta da pubblicità e del dialogo competitivo due procedure di aggiudicazione “di diritto comune” al pari di quella aperta e ristretta; b) introdurre più elasticità nell’organizzazione delle fasi procedurali, in particolare autorizzando l’inversione delle fasi dell’esame dei requisiti di partecipazione e delle offerte. 3. Considerare due obiettivi fondamentali: a) allentare la rigorosa separazione tra criteri di selezione e di aggiudicazione e l’oggetto dell’appalto per rispondere a pieno agli obiettivi di Europa 2020 ed in particolare stimolare l’innovazione e la presa in conto degli aspetti sociali e ambientali; b) mantenere l’assenza di disposizioni comunitarie relative alla fase esecutiva degli appalti nelle direttive. 4. Evitare ogni legislazione a livello UE in materia di cooperazione pubblico-pubblico, materia che deve continuare ad essere retta dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia a partire dai casi concreti. 5. Introdurre disposizioni che possano migliorare l’accesso delle PMI agli appalti pubblici, riducendo in particolare gli oneri amministrativi legati alla produzione di certificati e documentazione. 6. Favorire una legislazione di sostegno ai servizi sociali. 7. Creare uno “strumento europeo” che permetta di assicurare una simmetria nell’accesso ai mercati da parte delle imprese europee e dei paesi terzi, dato che l’apertura reciproca non è garantita dagli attuali meccanismi (in particolare artt. 58 e 59, D. 17). III. RISPOSTE DELLE AUTORITÀ FRANCESI SU “COME ACQUISTARE” Le autorità francesi sottolineano l’esigenza di rendere meno rigido il vincolo tra criteri di aggiudicazione ed oggetto dell’appalto, senza peraltro sopprimerlo del tutto. In particolare, propongono di ampliare nell’offerta economicamente più vantaggiosa i criteri complementari di aggiudicazione facendoli coincidere con quelli proprio di Europa 2020, vale a dire: a) l’occupazione; 10 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni b) la ricerca e l’innovazione; c) il cambiamento climatico e l’energia; d) l’educazione; e) la lotta alla povertà. Inoltre, propongono di allentare i legami tra specifiche tecniche e oggetto dell’appalto ampliando le facoltà delle stazioni appaltanti di imporre specifiche tecniche che prendano in conto gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (quesito 62).. La logica che ispira le risposte delle autorità francesi è quella di attribuire più poteri alle stazioni appaltanti che potranno, caso per caso, decidere se applicare gli indicati criteri complementari o le specifiche tecniche che inglobino obiettivi di Europa 2020. Allo stesso modo, non si può dire che deve prevalere sempre la preferenza per i produttori locali, ma occorre che gli aspetti ambientali siano valutati in modo da ricomprendere i diversi modi di produzione e di trasporto (ad es. un prodotto fabbricato in loco ma con tecniche inquinanti può essere meno valido di uno trasportato ad es. via acqua da lontano, ma prodotto con tecniche avanzate). Occorrerebbe inserire, negli artt. 23 D. 18 e 34 D. 17 – Specifiche tecniche – alla voce “Condizioni di produzione”, che la valutazione più valida dell’impatto ambientale di un prodotto può essere quello legato al “costo del ciclo di vita” (ad es. nel settore dei prodotti agricoli o industriali) prendendo in considerazione le modalità di produzione. In particolare, la richiesta delle autorità francesi è quella di prevedere esplicitamente nell’art. 53 della D. 18 nella lista dei criteri non limitativi di aggiudicazione nell’ambito dell’offerta economicamente più vantaggiosa, l’accessibilità e di aggiungere al criterio del costo di utilizzare quello, alternativo o complementare, del costo globale o costo del ciclo di vita. IV. STRUMENTI SPECIFICI PER LE PICCOLE STAZIONI APPALTANTI (risposte ai quesiti 27, 28 e 35) Le autorità francesi ritengono che, nonostante gli sforzi di semplificazione delle procedure contenuti nel piano del rilancio economico nazionale, le piccole stazioni appaltanti incontrano tuttora qualche difficoltà dato che la disciplina degli appalti pubblici necessita di professionalità (si pensi al recente recepimento della direttiva ricorsi ed all’informatizzazione delle procedure). Infatti, in Francia vi sono 36.682 Comuni, di cui ben 34.690 che contano meno di 500 abitanti e che non dispongono dei mezzi finanziari necessari per ricorrere alle prestazioni di professionisti nei vari campi. Peraltro, già ora il diritto dell’Unione consente il ricorso a vari strumenti a livello nazionale per migliorare la situazione delle piccole stazioni appaltanti: e la Francia ha recepito tali possibilità. Così, ad esempio, l’art. 8 del Code de marchés publics permette alle amministrazioni aggiudicatrici 11 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni (servizi dello Stato, collettività territoriali e établissements publics) di raggrupparsi per formare gruppi di acquisto. Inoltre, gli Enti pubblici di cooperazione intercomunale (ECPI) possono, nei campi di rispettiva competenza, affidare appalti per conto dei Comuni membri. Infatti, l’articolo L 5211-4-2 del Codice generale degli enti locali territoriali (creato dalla legge n° 2010-1563 del 16 dicembre 2010 di riforma degli enti locali territoriali) apre nuove prospettive come la costituzione di un servizio comune senza trasferimento di competenze tra l’EPCI a fiscalità propria e uno o più comuni membri. Questa disposizione ha come obiettivo proprio di favorire la costituzione di “servizi mutualistici tra i membri funzionali”. Inoltre, il piano di rilancio economico del 2008 ha già provveduto ad elevare, per gli appalti di lavori, la soglia per le procedure semplificate (c.d. adaptées) fino al livello di quella comunitaria. Le autorità francesi auspicano, inoltre, una modifica dell’art. 32, parag. 2,2 della D. 18 nel senso di rendere possibile negli accordi quadro conclusi da una centrale d’achat l’ingresso anche successivo alla stipula, senza limiti, di amministrazioni aggiudicatrici (possibilità oggi espressamente esclusa), consentendo così il dispiegarsi delle potenzialità dell’istituto, così come la possibilità di ricorso alla procedura negoziata. 2.FRANCIA: B) RISPOSTE DELLA COMMISSIONE AFFARI EUROPEI DEL SENATO La Commissione affari europei del Senato ha deliberato una Risoluzione quale risposta ai quesiti del Libro Verde che contiene gli indirizzi d’azione rivolti al Governo. Tali indirizzi sono così sintetizzati: 1) non sussistono validi motivi per sconvolgere il quadro normativo delle regole europee definite dalle D. 17 e 18 del 2004; 2) infatti, il fattore della relativa stabilità normativa è essenziale per garantire un’applicazione coerente di una legislazione complessa; 3) di conseguenza, due devono essere i criteri guida della prevista riforma: semplificazione delle procedure e libertà delle stazioni appaltanti, nel rispetto dei principi dei Trattati; 4) pertanto, si deve valutare con favore la possibilità per le stazioni appaltanti di ricorrere alla procedura negoziata preceduta da pubblicità; 5) tuttavia, in considerazione delle grandi diversità presenti nei vari Stati membri, ciascun paese dovrebbe avere la facoltà di prevedere o meno tale generalizzazione della procedura negoziata preceduta da pubblicità: 6) inoltre, va accolta favorevolmente l’ipotesi dell’innalzamento delle soglie Ue, anche se da attuarsi in aderenza agli internazionali; 12 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni 7) al contrario, va respinto in toto il dibattito sulla cooperazione pubblico-pubblico, non ritenendo il Libro verde “uno strumento adeguato” a trattare tale tema, al pari delle concessioni di servizio; 8) va sostenuto l’obiettivo di migliorare l’accesso delle PMI agli appalti pubblici, ad esempio invertendo le fasi della selezione e dell’aggiudicazione, riducendo gli oneri amministrativi ed incoraggiando il ricorso a fornitori locali; 9) interessante si palesa l’utilizzo della domanda pubblica per perseguire anche obiettivi sociali e ambientali; 10) tuttavia, va notato che le direttive in vigore già consentono tali obiettivi, pur mancando di chiarezza e semplicità; 11) peraltro è da ritenere che i principi di libertà delle stazioni appaltanti e di semplificazione spingano verso una presa in considerazione di tali obiettivi nella fase di attribuzione degli appalti, ma occorre respingere l’ipotesi di prescrizioni comunitarie precise circa le caratteristiche dei beni o dei servizi da acquistare; 12) infine, si osserva che in materia di lotta contro il “delitto di favoritismo” e la corruzione,, la Francia dispone già di una legislazione completa; 13) in via conclusiva, si avanza richiesta al Governo di agire nella direzione degli indicati orientamenti. 2.Francia c)UGAP: UNIONE DELLE CENTRALI DI COMMITTENZA (organismo creato già alla fine degli anni 80 e molto attivo presso gli enti locali) Le risposte riguardano soltanto alcuni quesiti (soprattutto quesiti da 19 a 21) e sono così articolate: 1) si auspica un maggior ricorso alla procedura negoziata preceduta da pubblicità, senza peraltro generalizzarla, e soprattutto confermare quella non preceduta da pubblicità quale procedura assolutamente eccezionale quale è ora. Infatti, la procedura negoziata comporta reali rischi di abusi e discriminazioni. 2) Per contro, tutte le procedure dovrebbero poter utilizzare una fase di negoziazione, con cui le amministrazioni aggiudicatrici dovrebbero poter “aggiustare” al meglio i propri bisogni alle caratteristiche del mercato e ridurre i casi di appalti/accordi quadro dichiarati infruttuosi. In contropartita di tale facoltà di negoziare, le amministrazioni pubbliche dovrebbero svolgere la negoziazione in condizioni di trasparenza e non discriminazione, rendendo pubblicamente conto delle ragioni del ricorso alla negoziazione e della “performance” della negoziazione stessa. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 13 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni 3) In particolare, l’UGAP propone di distinguere tra le varie stazioni appaltanti, ipotizzando che la facoltà di negoziare anche nell’ambito delle attuali procedure formali, venga riconosciuta soltanto alle stazioni appaltanti professionalizzate (come le UGAP appunto), che sono chiamate in continuazione a mettere in gara importanti appalti ed accordi quadro per conto di molteplici stazioni appaltanti, per cui sono in possesso di una reale esperienza e capacità gestionale che andrebbe valorizzata nell’interesse generale prevedendo apposita norma valutativa delle capacità delle stazioni appaltanti, anche in via sperimentale e transitoria, nelle future direttive. 3) REGNO UNITO: GREATER LONDON AUTHORITY – GLA – Autorità chiamata a contrarre appalti a) in via diretta nell’ambito territoriale della “Grande Londra” con una spesa annuale diretta di circa 4 md di € in forniture, servizi e lavori e b) in via indiretta mediante il c.d. Joint procurement (collaborazione con altri enti) di circa 18 md di € all’anno. Risposte specifiche sono fornite solo a poco più della metà delle domande: quanto all’innalzamento delle soglie, la risposta è decisamente favorevole tanto per la D. 18 che per la D. 17., mentre il livello di dettaglio delle norme UE è considerato sufficiente e non va quindi incrementato, ma vanno specificate meglio le norme in tema di aspetti sociali ed ambientali. GLA è favorevole ad una maggiore possibilità di negoziazione, soprattutto nel caso di appalti complessi e conviene sullo sforzo di conseguire il raggiungimento di più avanzati obiettivi sociali ed ambientali; tutte le amministrazioni devono poter negoziare, ma la negoziazione deve essere sottoposta a due condizioni precise: 1) complessità del contratto (per cui la negoziazione è vantaggiosa e necessaria) e 2) proporzionalità della procedura rispetto al valore del contratto, nel senso che la negoziazione comporta di norma maggiori costi per l’ente e le imprese che devono essere giustificati dal valore del contratto. Tuttavia GLA ritiene che la generalizzazione delle procedure negoziate possa portare ad abusi e che l’ampliamento dei casi di ammissibilità dovrebbe essere accompagnata da una Guida indicante criteri precisi in analogia con quanto fatto per il Dialogo competitivo. GLA ritiene che (quesito 25) la selezione possa basarsi anche su precedenti esperienze delle imprese con la stessa stazione appaltante o con altre sulla base di elementi quantificabili e che (quesito 29) non vi sia necessità di altre norme per le gare sottosoglia. Quanto all’aggregazione della domanda (quesito 34), GLA si dichiara nettamente favorevole, in quanto rappresenta una via per ridurre i costi e per ottenere condizioni ottimali: e questo soprattutto nel caso di piccole stazioni appaltanti. Tuttavia il processo aggregativo comporta scelte anche manageriali non semplici e va quindi lasciato alla volontà autonoma delle stazioni appaltanti. 14 IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni Naturalmente, l’aggregazione rappresenta anche (quesito 36) un pericolo per le PMI, che devono essere incentivate ad una parallela aggregazione dell’offerta. L’aggregazione è molto appropriata soprattutto per forniture e servizi e per stimolare l’innovazone (quesito 37). Con riferimento alle PMI (quesiti 46 e 47), GLA ritiene che le attuali norme siano equilibrate e che non si debbano tradurre in disposizioni cogenti le indicazioni della Guida delle buone pratiche per le PMI: questo è compito specifico degli Stati e delle singole autorità. In ogni caso, a livello UE si potrebbe delineare una norma (quesito 48) che autorizzi le stazioni appaltanti a richiedere preventivamente nelle gare una semplice “proposta di contratto” e non un’offerta completa e dettagliata che consenta alle PMI di partecipare senza gravi oneri, almeno nella fase di selezione e di prima offerta. Allo stesso modo, si propone per la verifica delle capacità finanziarie delle PMI di fare riferimento al singolo lotto in gara e non all’intero valore dell’intervento (quesito 51). Quanto alla disciplina a livello UE del subappalto, GLA è contraria (quesito 52), mentre ritiene le sole specifiche tecniche (quesito 62) insufficienti a consentire di raggiungere obiettivi avanzati in campo sociale ed ambientale (quesito 62): tuttavia, vi è assenso pieno circa la previsione delle specifiche tecniche in termini prestazionali, ma non ad una previsione normativa obbligatoria a livello UE (quesito 63, a). Anche la procedura del Dialogo competitivo può essere idonea (quesito 65) ad agevolare il raggiungimento di obiettivi di innovazione, sociali ed ambientali, ma il ricorso a tale procedura è ancora estremamente marginale e può essere utile avvalersi al meglio degli strumenti elettronici di supporto alle fasi preparatorie e gestionali delle gare (quesito 66). Quanto all’eliminazione del criterio del prezzo più basso, GLA è contraria mentre è favorevole all’estensione dell’offerta economicamente più vantaggiosa (quesito 70) così come alla previsione obbligatoria della facoltà delle stazioni appaltanti di limitare ad un massimo prefissato il peso dei criteri sociali, ambientali o dell’innovazione, per evitare che pesino più del prezzo (quesito 71). Quanto all’introduzione del criterio del costo dell’intero ciclo di vita dell’opera (quesito 73), GLA ritiene utile la sua introduzione quale elemento obbligatorio all’interno dei due criteri attualmente vigenti e che la sua introduzione sia accompagnata da adeguate misure di formazione e divulgazione. Con riferimento ai quesiti “che cosa acquistare” GLA precisa che sarebbe utile inserire nelle direttive una norma che imponga un insieme di requisiti minimi circa gli aspetti sociali, ambientali, di efficienza energetica per un gruppo basilare di prodotti e servizi (core group of products and services) che le singole stazioni appaltanti possono elevare e/ estendere, se del caso, a condizione che siano previsti i mezzi per seguirne in concreto la loro applicazione nei vari contesti nazionali (quesiti 82-83). IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 15 Anno 2011, Numero 570 19 ottobre 2011 Tribunale R.G. n. 431/2008 Istituto Grandi Infrastrutture APPALTI e CONCESSIONI Europa e Regioni Infine GLA valuta che non si possano introdurre elementi obbligatori ulteriori sul “che cosa acquistare” (quesito 88) senza incidere negativamente sul livello di competizione e di apertura del mercato. IGI Istituto Grandi Infrastrutture Via Cola di Rienzo, 111 - 00192 Roma tel. 06/3608481 - fax 06/36084841 [email protected] - www.igitalia.it 16