FLEX Monoclonal Mouse Anti-Human Cytokeratin 7 Clone
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FLEX Monoclonal Mouse Anti-Human Cytokeratin 7 Clone
FLEX Monoclonal Mouse Anti-Human Cytokeratin 7 Clone OV-TL 12/30 Ready-to-Use (Link) Codice IR619 Uso previsto Per uso diagnostico in vitro. FLEX Monoclonal Mouse Anti-Human Cytokeratin 7, Clone OV-TL 12/30, Ready-to-Use, (Link) è destinato per essere utilizzato nell’immunoistochimica congiuntamente a strumenti Autostainer Link. L’anticorpo marca cellule epiteliali ghiandolari e di transizione ed è utile per l’identificazione di adenocarcinomi del polmone (1), della mammella e dell’endometrio, della ghiandola della tiroide (2) e dell’ovario (3), nonché dei carcinomi cromofobi delle cellule renali (4). L’interpretazione clinica di un’eventuale colorazione o della sua assenza deve essere integrata mediante studi morfologici avvalendosi di controlli adeguati e deve essere valutata nell’ambito dell’anamnesi del paziente e di altri test diagnostici da parte di un patologo qualificato. Cenni e spiegazioni La citocheratina 7 appartiene ai filamenti intermedi, che formano il citoscheletro di quasi tutte le cellule eucariote. A differenza di altri filamenti intermedi, le citocheratine (CK) sono composte da una famiglia multigenica molto complessa di polipeptidi, con masse molecolari comprese tra 40 e 68 kDa. In genere le citocheratine sono considerate tra i marcatori più importanti per la differenziazione epiteliale. Finora sono stati scoperti 20 polipeptidi CK distinti in vari epiteli dell'uomo (5, 6). Le citocheratine possono essere suddivise in due sottofamiglie: acide di tipo A (classe I) e neutre-basiche di tipo B (classe II). CK7, proteina da 54 kDa, appartiene alla sottofamiglia neutra-basica di tipo B e la sua distribuzione si limita agli epiteli ghiandolare e di transizione (5). Fare riferimento alle General Instructions for Immunohistochemical Staining della Dako o alle istruzioni sul sistema di rilevazione per le procedure IHC per: 1) Principio della procedura, 2) Materiali necessari ma non forniti, 3) Conservazione, 4) Preparazione dei campioni, 5) Procedura di colorazione, 6) Controllo della qualità, 7) Risoluzione dei problemi, 8) Interpretazione della colorazione, 9) Limiti generali. Reagente fornito Anticorpo di topo monoclonale pronto per l’uso fornito in forma liquida in un tampone contenente la proteina stabilizzante e 0,015 mol/L sodio azide. Clone: OV-TL 12/30. Isotipo: IgG1, kappa. Immunogeno OTN 11, linea cellulare del carcinoma ovarico (1, 8). Specificità L’analisi SDS-PAGE degli immunoprecipitati formati tra preparazioni di citoscheletro estratte da Triton X-100 di varie culture e tessuti cellulari e l’anticorpo ha marcato un anticorpo da 54 kDa corrispondente alla citocheratina 7 (1). Precauzioni 1. Per uso professionale. 2. Questo prodotto contiene sodio azide (NaN3), una sostanza chimica fortemente tossica in forma pura. Sebbene alle concentrazioni indicate non sia classificato come prodotto a rischio, il contenuto di NaN3 può reagire con il rame e il piombo delle tubature formando azidi metalliche fortemente esplosive. Durante lo smaltimento, sciacquare le tubature con abbondante acqua per prevenire l'eventuale accumulo di azide metallica. 3. Adottare le normali procedure previste per il trattamento dei prodotti di origine biologica. 4. Indossare indumenti di protezione personale adeguati, per evitare il contatto con gli occhi e la pelle. 5. Smaltire la soluzione inutilizzata nel rispetto delle disposizioni locali, regionali e nazionali in materia. Conservazione Conservare a 2–8°C. Non utilizzare dopo la data di scadenza stampata sulla fiala. Se i reagenti sono conservati in condizioni diverse da quelle specificate, le loro condizioni dovranno essere verificate dall'utente. Non sono stati osservati segni evidenti che suggeriscano l’instabilità di questo prodotto. pertanto, è opportuno analizzare un controllo positivo e un controllo negativo insieme ai campioni dei pazienti. Qualora si ottenga una colorazione imprevista, che non sia cioè giustificata da un cambiamento delle procedure di laboratorio ma sia dovuta ad un probabile problema dell'anticorpo, contattare l’Assistenza Tecnica di Dako. Preparazione dei campioni compresi i materiali necessari ma non forniti L’anticorpo può essere utilizzato per marcare sezioni di tessuto fissate in formalina, incluse in paraffina. I campioni di tessuto devono essere tagliati in sezioni di approssimativamente 4 µm. È necessario pretrattare con smascheramento termoindotto dell'epitopo (HIER, Heat-Induced Epitope Retrieval) utilizzando Dako PT Link (Codice PT100/PT101). Per i dettagli, vedere la Guida Utente PT Link. Si ottengono ottimi risultati pretrattando i tessuti con EnVision FLEX Target Retrieval Solution, High pH (50x) (codice K8000/K8004). Sezioni incluse in paraffina: si consiglia il pretrattamento di sezioni di tessuto fissate in formalina, incluse in paraffina, utilizzando la procedura di preparazione dei campioni 3 in 1 Dako PT Link. Attenersi alla procedura di pretrattamento delineata nel foglietto illustrativo di EnVision FLEX Target Retrieval Solution, High pH (50x) (Codice K8000/K8004). Nota: Una volta completata la procedura di colorazione, le sezioni devono essere disidratate, diafanizzate e montate utilizzando un mezzo di montaggio permanente. Sezioni deparaffinate: si consiglia il pretrattamento di sezioni di tessuto deparaffinate fissate in formalina, incluse in paraffina, utilizzando Dako PT Link e seguendo la stessa procedura descritta per le sezioni incluse in paraffina. Dopo la colorazione dei vetrini montare i vetrini utilizzando un mezzo di montaggio acquoso o non acquoso. (117163-004) Dako Denmark A/S IR619/IT/MNI/2012.06.06 p. 1/2 | Produktionsvej 42 | DK-2600 Glostrup | Denmark | Tel. +45 44 85 95 00 | Fax +45 44 85 95 95 | CVR No. 33 21 13 17 Evitare che le sezioni di tessuto si secchino durante il trattamento o nella successiva fase di colorazione immunoistochimica. Affinché le sezioni di tessuto aderiscano perfettamente ai vetrini, si consiglia di utilizzare FLEX IHC Microscope Slides (codice K8020). Procedura per la colorazione compresi i materiali necessari ma non forniti Il sistema di visualizzazione consigliato è EnVision FLEX, High pH, (Link) (Codice K8000). Il ciclo di colorazione e i tempi di incubazione sono preimpostati nel software Autostainer Link. Il volume di applicazione del reagente consigliato è 1 x 200 µL o 2 x 150 µL per vetrino. Per istruzioni dettagliate sul caricamento di vetrini e reagenti, consultare la guida utente di Dako Autostainer Link. Se i protocolli non sono disponibili sullo strumento Autostainer utilizzato, rivolgersi all'Assistenza Tecnica Dako. Tutte le fasi di incubazione devono svolgersi a temperatura ambiente. Le condizioni ottimali possono variare a seconda del tipo di campione e del metodo di preparazione adottato, pertanto dovranno essere definite autonomamente da ogni laboratorio. Se il patologo desidera un’intensità di colorazione diversa, è possibile regolare la durata di incubazione e la scelta del sistema di visualizzazione EnVision FLEX/EnVision FLEX+. È possibile contattare un Esperto delle Applicazioni/Esperto dei Servizi Tecnici di Dako per ricevere informazioni su come riprogrammare il protocollo. Verificare che l’esecuzione del protocollo ritoccato sia ancora valida valutando che lo schema di colorazione sia identico allo schema di colorazione descritto in “Caratteristiche prestazionali”. Si consiglia la colorazione di contrasto in ematossilina utilizzando EnVision FLEX Hematoxylin (Link) (Codice K8008). Si consiglia di usare un mezzo di montaggio permanente e non acquoso. I controlli positivi e negativi devono essere analizzati contemporaneamente utilizzando lo stesso protocollo dei campioni dei pazienti. Il tessuto di controllo positivo deve comprendere cellule del pancreas e le cellule/strutture devono evidenziare gli schemi di reazione descritti per il tessuto in questione in “Caratteristiche prestazionali” in tutti i campioni positivi. Il controllo negativo consigliato è FLEX Negative Control, Mouse (Link) (Codice IR750). Interpretazione dei risultati della colorazione Nelle cellule marcate dall'anticorpo è visibile una colorazione citoplasmatica. Caratteristiche prestazionali Tessuti normali: l’anticorpo marca coerentemente un gran numero di epiteli semplici, complessi e di transizione, compresi dotti biliari e pancreatici, alveoli polmonari, endometrio, tubuli convoluti distali e condotti di raccolta del rene (epiteli semplici), epitelio bronchiale e bronchiolare, dotti della prostata, celle luminali della tuba di Falloppio e dell’endocervice, ghiandole bronchiali, mammarie, salivarie, sudoripare ed endocervicali, trofoblasti placentari (epiteli complessi) e tutti gli strati cellulari dell’urotelio (epitelio di transizione) (2). Inoltre, l’anticorpo marca il mesotelio ovarico (3) e si è osservata marcatura anche nelle cellule luminali e basali della prostata e nelle cellule mioepiteliali (2). Nel pancreas, le cellule epiteliali dei grandi dotti acinosi mostrano una reazione di colorazione da moderata a forte, mentre le cellule epiteliali dei dotti pancreatici intercalari mostrano una reazione di colorazione da debole a moderata. Tessuti patologici: nell’ovario umano, 12 cistomi semplici su 12, 12 cistadenomi su 12 e 60 carcinomi su 60 sono stati marcati dall’anticorpo (3). Inoltre, 6 carcinomi endometrici su 6, 4 carcinomi endocervicali su 4, 3 carcinomi mammari su 3 e 3 carcinomi tiroidei su 3 sono risultati positivi (2). Nel polmone umano, 20 adenocarcinomi di vari gradi su 20, tra cui 4 carcinomi bronchioalveolari, sono risultati positivi all’anticorpo, mentre 24 casi di carcinomi delle cellule squamose su 24 sono stati negativi, come 6 casi su 6 di carcinomi anaplastici a grandi cellule (1) e 10 casi su 10 di mesotelioma (9). Nel tratto gastrointestinale umano, 5 adenocarcinomi di grado diverso su 6 e 3 carcinomi mucinosi mal differenziati su 3 dello stomaco ed 1 carcinoma del pancreas su 1 sono stati marcati dall’anticorpo, mentre carcinomi anaplastici di stomaco, intestino tenue e rettali, nonché adenocarcinomi del colon di diversi gradi, sono risultati negativi (2). 6 casi di carcinoma delle cellule renali cromofobe su 6 sono stati positivi, mentre 8 oncocitomi su 11 sono stati interamente negativi all’anticorpo (4). Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. van de Molengraft FJJM, van Niekerk CC, Jap PHK, Poels LG. OV-TL 12/30 (keratin 7 antibody) is a marker of glandular differentiation in lung cancer. Histopathology 1993;22:35–8. van Niekerk CC, Jap PHK, Ramaekers FCS, van de Molengraft F, Poels LG. Immunohistochemical demonstration of keratin 7 in routinely fixed paraffin-embedded human tissues. J Pathol 1991;165:145–52. van Niekerk CC, Boerman OC, Ramaekers FCS, Poels LG. Marker profile of different phases in the transition of normal human ovarian epithelium to ovarian carcinomas.Am J Pathol 1991;138:455–63. Leroy X, Moukassa D, Copin MC, Saint F, Mazeman E, Gosselin B. Utility of cytokeratin 7 for distinguishing chromophobe renal cell carcinoma from renal oncocytoma. Eur Urol 2000;37:484–7. Moll R, Franke WW, Schiller DL, Geiger B, Krepler R. The catalog of human cytokeratins: Patterns of expression in normal epithelia, tumors and cultured cells. Cell 1982;31:11–24. Moll R. Cytokeratins as markers of differentiation in the diagnosis of epithelial tumors. In: Hermann, Harris, editors. Subcellular biochemistry. Volume 31, New York: Plenum Press; 1998. p. 205–62. Ramaekers F, van Niekerk C, Poels L, Schaafsma E, Huijsmans A, Robben H, et al. Use of monoclonal antibodies to keratin 7 in the differential diagnosis of adenocarcinomas. Am J Pathol 1990;136:641–55. Poels LG, Jap PHK, Ramaekers FCS, Scheres JMJC, Thomas CMG, Vooijs PG, et al. 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