Monoclonal Mouse

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Monoclonal Mouse
Monoclonal Mouse
Anti-Human Epithelial Membrane Antigen
Clone E29
Codice N. M 0613
Versione 18.12.02
Uso previsto
Per uso diagnostico in vitro.
Monoclonal Mouse Anti-Human Epithelial membrane Antigene, Clone E29, viene utilizzato per indagini di
immunocitochimica. L'anticorpo marca le cellule epiteliali di un'ampia gamma di tessuti ed è un utile strumento
per individuare gli epiteli neoplastici (1). L'identificazione differenziale è adiuvata dai risultati ottenuti da un
insieme di anticorpi. I dati devono essere interpretati da un patologo qualificato alla luce della storia clinica del
paziente e di altri test diagnostici.
Introduzione
L'antigene epiteliale di membrana (EMA) appartiene a un'eterogenea popolazione di proteine dei globuli lipidici
del latte umano (HMFG). Gli HMFG sono prodotti complessi secreti dall'epitelio mammario, mentre l'EMA è
ottenibile dalla fase acquosa del latte scremato previa estrazione con cloroformio e metanolo. Oltre al latte,
queste proteine sono presenti in vari epiteli sia normali che neoplastici. Sono stati sintetizzati numerosi antisieri
mono e policlonali per queste molecole e l'anti-EMA è stato studiato a fondo in numerose patologie
neoplastiche, spesso insieme ad altri anticorpi (2).
L'EMA è valido come marker per individuare le metastasi del carcinoma mammario nelle sezioni istologiche di
fegato, linfonodi e midollo osseo, ed è utile per differenziare il carcinoma anaplastico dai linfomi maligni e
identificare i carcinomi a chicchi d'avena (1, 3).
Reagente fornito
Anticorpo monoclonale murino disponibile in forma liquida come supernatante di coltura cellulare, dializzato
con 0,05 mol/L di tris/HCl, pH 7,2, contenente 15 mmol/L di NaN3.
Clone: E29 (1). Isotipo: IgG2a, kappa.
Concentrazione di IgG murina: vedi etichetta sulla fiala.
Immunogeno
Preparato di membrana dei corpuscoli di grasso del latte umano (1, 4).
Specificità
L'anticorpo marca le bande di 265-400 kDa nel Western blot dell'immunogeno (1).
Precauzioni
1. Per operatori specializzati.
2. Questo prodotto contiene sodio azide (NaN3), sostanza chimica altamente tossica allo stato puro. Alle
concentrazioni indicate, il prodotto non è classificato come pericoloso, ma la sodio azide potrebbe reagire con
le tubature in piombo e rame formando azidi metalliche altamente esplosive. Per lo smaltimento del prodotto è
consigliabile sciacquare abbondantemente per prevenire la formazione di azidi metalliche nelle tubature.
3. Come per ogni prodotto di derivazione biologica, utilizzare procedure di manipolazione adeguate.
Conservazione
Conservare a 2-8 C. Non utilizzare dopo la data di scadenza stampata sulla fiala. Se i reagenti sono custoditi
con modalità diverse da quelle previste, verificarne lo stato di conservazione. Non vi sono segni evidenti che
indichino l'instabilità del prodotto. Pertanto, i controlli positivi e negativi devono essere condotti
simultaneamente ai campioni del paziente. Contattare il Servizio Tecnico se si osserva una colorazione
inattesa non imputabile alle mutate procedure di laboratorio e si sospetta un problema dovuto all'anticorpo.
Preparazione dei campioni
Sezioni in paraffina: L'anticorpo può essere utilizzato per marcare sezioni di tessuto immerse in paraffina e
fissate con formalina, fissativo di Bouin, B5 o soluzione di Zenker (5). Si raccomanda il pretrattamento dei
tessuti con proteinasi K o lo smascheramento termoindotto dell'epitopo. Per lo smascheramento termoindotto
dell'epitopo nei tessuti fissati con formalina, ottimi risultati si ottengono con la soluzione di riconoscimento
bersaglio Dako, codice N. S 1700, la soluzione di riconoscimento bersaglio Dako, a pH elevato, codice N. S
3308, 10 mmol/L di tampone citrato, pH 6,0, o 10 mmol/L di tampone tris, 1 mmol/L di EDTA, pH 9,0. Le
sezioni di tessuto non devono essiccarsi né durante il trattamento né durante la successiva procedura di
colorazione immunocitochimica.
Sezioni congelate e preparati cellulari: L'anticorpo può essere utilizzato per la marcatura delle sezioni congelate
fissate in acetone (1).
Procedura di colorazione
Diluizione: L'anti-antigene epiteliale di membrana umana monoclonale murino, codice N. M 0613, può essere
utilizzato a diluizioni tra 1:50 e 1:100 se applicato su sezioni di tonsille umane immerse in paraffina e fissate
con formalina, ricorrendo allo smascheramento termoindotto dell'epitopo per 20 minuti in soluzione di
riconoscimento bersaglio Dako, codice N. S 1700, e all'incubazione a temperatura ambiente per 30 minuti con
l'anticorpo primario. Le condizioni ottimali possono variare in funzione del campione e del metodo di
preparazione e devono essere determinate dai singoli laboratori. Come controllo negativo si raccomanda di
utilizzare la IgG2a murina Dako, codice N. X 0943, diluita alla stessa concentrazione di IgG murina come
l'anticorpo primario. Se non è stato possibile accertare la stabilità dell'anticorpo diluito e del controllo negativo
durante la procedura di colorazione, si raccomanda di diluire i reagenti immediatamente prima dell'uso o diluire
con il diluente anticorpale Dako, codice N. S 0809. I controlli positivi e negativi devono essere condotti
simultaneamente ai campioni del paziente.
Visualizzazione: Si raccomanda di usare il kit DAKO LSAB™+/HRP, codice N. K 0679, e i kit DAKO
EnVision™+/HRP, codici NN. K 4004 e K 4006. Per le sezioni congelate e i preparati cellulari, il kit APAAP
Dako, codice N. K 0670, è un'alternativa valida se si teme una colorazione da perossidasi endogena. Attenersi
alla procedura prevista per il kit di visualizzazione prescelto.
(102925-002)
M 0613/IT/CE/18.12.02 p. 1/2
Dako Denmark A/S · Produktionsvej 42 · DK-2600 Glostrup · Denmark · Tel. +45 44 85 95 00 · Fax +45 44 85 95 95 · CVR No. 33 21 13 17
Procedura automatizzata: L'anticorpo è ideale per la colorazione immunocitochimica con piattaforme
automatizzate, come l'Autostainer Dako.
Limitazioni specifiche del
prodotto
L'anticorpo marca le plasmacellule, e l'EMA è alquanto diffuso nei neoplasmi plasmacellulari, benché
occasionalmente sia presente anche in altri tipi di linfoma. È da sottolineare, tuttavia, che in genere tali casi
appaiono di chiara origine linfoide dopo un semplice esame morfologico (1).
Caratteristiche specifiche
della performance
Nella mammella normale e in altri epiteli ghiandolari, la marcatura è prevalentemente localizzata nelle
membrane luminali apicali. Nei neoplasmi, la colorazione della membrana citoplasmatica e della membrana
luminale apicale costituisce il più comune modello di immunoreattività con colorazione delle membrane
periferiche o applicazione di altri modelli (5).
Tessuti normali: L'anticorpo marca le cellule epiteliali di numerosi tessuti e le cellule mesoteliali. Sono
interessati anche dotti sudoripari e ghiandole sebacee cutanee, epitelio gastrointestinale, acini e dotti
mammari, cellule esocrine pancreatiche, epitelio vescicale, tubuli distali del rene, cervice, endometrio, epitelio
respiratorio, tiroide e dotti biliari. Ad eccezione di alcune plasmacellule, non è stata osservata alcuna marcatura
a livello di epidermide, cellule endocrine pancreatiche, glomeruli e tubuli prossimali del rene, sistema nervoso
centrale e periferico, tessuto connettivo, epatociti e tessuto linfoide (1).
Tessuti anomali: L'anticorpo marca un'ampia gamma di epiteli neoplastici, oltre alle cellule neoplastiche
mesoteliali (1). In un ampio studio su 2081 neoplasmi epiteliali, mesenchimali ed ematopoietici, l'anticorpo ha
dimostrato una specificità del 98,6% e un valore predittivo positivo del 99,2% per la differenziazione dell'epitelio
neoplastico quando è stato usato in combinazione con l'anti-antigene leucocitario comune (LCA) (2). È risultato
che l'anticorpo ha marcato 105/354 casi di tumori intracranici e dei tessuti molli, e gran parte dei casi positivi
erano sarcomi sinoviali, mesoteliomi maligni a cellule fusiformi, sarcomi epitelioidi, cordomi e tumori del plesso
corioideo, 38/169 casi di tumori a piccole cellule rotonde e sarcomi a piccole cellule, 13/158 casi di neoplasmi a
cellule germinali, 23/23 casi di carcinomi "sarcomatoidi" a cellule fusiformi; 815/918 casi di altri tumori maligni,
inclusi i carcinomi a cellule squamose, a cellule di Merkel, mammari, gastrici e colici, pancreatici, delle
ghiandole salivari, vescicali, uterini, ovarici, vaginali, polmonari, prostatici, tiroidei, timici, epatici, a cellule renali
e nasofaringei (2). Nei linfomi, l'anticorpo ha marcato 10/22 casi di ALCL CD30+ a cellule nulle o cellule T dei
sottotipi a piccole cellule, monomorfici o pleiomorfici (6), 34/35 casi di p80/ALK+, 1/6 casi a cellule T/NK
CD56/57+, 2/7 casi a grandi cellule T citotossiche EBV+, 2/8 casi a cellule T a bassa citotossicità e 6/10 casi di
linfomi fitotossici simil Hodgkin (7). Non vi è stato alcun marcamento in 18/18 casi di carcinoma a cellule basali,
12/12 casi di carcinoma epatocellulare, 43/43 casi di melanoma maligno e 69/69 casi di neoplasmi endocrini,
ad eccezione delle lesioni scarsamente differenziate in 6 casi di tumore degli isolotti pancreatici (2).
Riferimenti bibliografici
1. Cordell J, Richardson TC, Pulford KAF, Ghosh AK, Gatter KC, Heyderman E, et al. Production of
monoclonal antibodies against human epithelial membrane antigen for use in diagnostic
immunocytochemistry. Br J Cancer 1985;52:347-54.
2. Swanson PE. Monoclonal antibodies to human milk fat globule proteins. In: Wick MR, Siegal GP, editors.
Monoclonal antibodies in diagnostic immunohistochemistry. New York – Basel: Marcell Dekker Inc; 1988. p.
227-83.
3. Sloane JP, Ormerod MG. Distribution of epithelial membrane antigen in normal and neoplastic tissues and
its value in diagnostic tumor pathology. Cancer 1981:47:1786-95.
4. Heyderman E, Strudley I, Powell G, Richardson TC, Cordell JL, Mason DY. A new monoclonal antibody to
epithelial membrane antigen (EMA) – E29. A comparison of its immunocytochemical reactivity with
polyclonal anti-EMA antibodies and with another monoclonal antibody, HMFG-2. Br J Cancer 1985;52:35561.
5. Pinkus GS, Kurtin PJ. Epithelial membrane antigen – a diagnostic discriminant in surgical pathology.
Immunohistochemical profile in epithelial, mesenchymal, and hematopoietic neoplasms using paraffin
sections and monoclonal antibodies. Hum Pathol 1985;16:929-40.
6. Felgar RE, Salhany KE, Macon WR, Pietra GG, Kinney MC. The expression of TIA-1+ cytolytic-type
granules and other cytolytic lymphocyte-associated markers in CD30+ anaplastic large cell lymphomas
(ALCL): correlation with morphology, immunophenotype, ultrastructure, and clinical features. Hum Pathol
1999;30:228-36.
7. Kagami Y, Suzuki R, Taji H, Yatabe Y, Takeuchi T, Maeda S, et al. Nodal cytotoxic lymphoma spectrum. A
clinicopathologic study of 66 patients. Am J Surg Pathol 1999;23:1184-1200.
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