ROMANZO DI UNA STRAGE Milano, dicembre 1969. Giuseppe Pinelli

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ROMANZO DI UNA STRAGE Milano, dicembre 1969. Giuseppe Pinelli
ROMANZO DI UNA STRAGE
Scheda a cura di Ignazio Senatore
Milano, dicembre 1969. Giuseppe Pinelli (Pierfrancesco Favino), ferroviere milanese,
sposato con la dolce e materna Licia (Michela Cescon), fa da chioccia ai giovani
anarchici della città. C’è tensione nel Paese e sono sempre più frequenti gli scontri tra
polizia e gruppi di estrema destra e di estrema sinistra. Il 12 dicembre a Milano
scoppia una bomba nella filiale della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza
Fontana che provoca la morte di diciassette persone ed il ferimento di un’ottantina.
Luigi Calabresi (Valerio Mastandrea), commissario della Polizia Politica della
Questura di Milano, tralascia la pista “nera” ed orienta le sue indagini su quella degli
anarchici. Dopo tre giorni di interrogatori, Pinelli “cade” dalla finestra del’ufficio di
Calabresi e la polizia cerca di far credere all’opinione pubblica che l’anarchico si era
“suicidato”. Questa versione fa acqua da tutte le parti e Calabresi, ritenuto il
responsabile della morte di Pinelli, verrà poi assassinato da alcuni militanti di Lotta
Continua.
Giordana non tradisce il suo cinema d’impegno civile e confeziona una pellicola
asciutta ma palpitante, non a tesi, né di parte, che prova a far luce su uno dei tanti
misteri italici e che ancora oggi, a distanza di più di quarant’anni, non ha fornito i
nomi dei mandanti e degli esecutori materiali dell’attentato.
Partendo da una minuziosa ricostruzione dei fatti, il regista milanese prova a
comprendere il ruolo giocato in quegli anni da Guido Giannettini e dai Servizi Segreti
nostrani, legati a doppio filo con i neofascisti padovani e con quelli capitanati dal
principe Julio Borghese. Più che risposte Giordana pone degli interrogativi e si chiede
perché l’indagine sulla strage fu tolta al tempo al giudice Ugo Paolillo (Luigi Lo
Cascio), quale fu il ruolo dell’anarchico Valpreda (Stefano Scandaletta), giudicato al
tempo il responsabile dell’attentato, quello del tassista Rolandi (Francesco Salvi) e
quello degli sbiaditi ed impresentabili politici italiani del tempo; Saragat (Omero
Antonutti), Rumor, Restivo e Gui. Giordana sceglie una narrazione pacata e lontana
da fronzoli e svolazzi, non cade nell’errore di proporre un thriller politico
all'americana. (JFK docet) e regala a Pinelli e Calabresi, i due personaggi principali
intorno ai quali ruota la vicenda, un tocco di sofferta umanità; da un lato Pinelli,
anarchico romantico ma concreto, contrario ad ogni forma di lotta armata e dall’altro
Calabresi, un commissario tutto d’un pezzo che cerca di stanare i responsabili della
strage ma non indaga sulla dinamica che aveva causato la morte di Pinelli. Intorno a
questi due “eroi”, accomunati dallo stesso destino tragico, un Aldo Moro (Fabrizio
Gifuni) imploso e tormentato. A completare il cast d’eccezione Giorgio Colangeli,
Giorgio Tirabassi, Sergio Solli, Giulia Lazzarini, Laura Chiatti, nel ruolo della moglie
di Calabresi e Luca Zingaretti, in quello di un medico legale.