Opinioni a confronto La meretrice nuda

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Opinioni a confronto La meretrice nuda
Opinioni a confronto
La meretrice nuda
Stiamo vivendo un momento in cui,
con leggerezza propria di una prima
ballerina,passiamo da uno stato di allerta ad un altro.
Così è stato per il rutilante peperoncino al Sudan 1 o per le improvvise segnalazioni di botulino in alcune insospettabili derrate alimentari o, ancora,
per le partite di carni provenienti dalla
Spagna di vitelli che proprio vitelli non
erano, ma che di essi conservavano il
grosso vantaggio commerciale della
non asportazione della colonna vertebrale e via dicendo.
Nell’altra Area poi non si respira un
aria migliore.
Non è passato molto tempo da quando per la movimentazione dei bovini si
certificavano i vincoli sanitari per l’afta
epizootica (questo virus andrebbe premiato per la tenacia
e la perseveranza) e si correva
tutti a piombare i mezzi di trasporto.
Ora c’è l’emergenza Blue
tongue.
La questione presenta lati
oscuri e a volte paradossali.
A parte le solite trasmissioni televisive che strumentalizzano in modo semplicistico ogni notizia al fine di ridicolizzare l’incapacità e l’innefficienza
dei provvedimenti adottati o la
non adozione di essi.
A parte le incognite e i
nonsensi, come il riscontro obsoleto di virus negli insetti il cui
nome sembra una parolaccia
distorta (culicoidi) o l’inspiegabile origine della sieropositività di alcuni capi, o il fare prosaico di chi,pur dovendoci supportare nelle attività di ricerca,
si concede lunghi tempi burocratici indifferente e indisturbato dalle necessità contingenti, ciò che desta maggiore perplessità sono le diverse modalità adottate per fronteggiare il
problema.
Così, dato che le Regioni
possono prendere provvedimenti e decretare per i propri
territori in piena autonomia, si osservano situazioni in alcuni casi glissanti sulle
disposizioni ministeriali.
Basti pensare alla movimentazione
degli animali specie sensibili da una
zona di restrizione ad una zona indenne. Per tale spostamento si richiede la
vaccinazione dei capi, ma c’è chi trascura questo punto derogando anche sulle
restrizioni per i Centri Genetici delle
stazioni di monta (ma è la potentia coeundi che genera l’immunità?) suggellando l’iniziativa autarchica con l’istituzione dell’unità di crisi.
E noi, monadi indugianti tra la
miope obbedienza e la vana ribellione,
stiamo sgomenti a leggere circolari in
cui, a volte, poco crediamo, imponendone l’applicazione ad un’utenza sempre
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Il Progresso Veterinario 2/2004
Caterina Pennesi
più incredula e irritata a cui non resta
altro arbitrio che quello di cambiare
mestiere .
Poco rimane allora di professionale
a chi si trova ogni giorno a fare i conti
con disposizioni che possono a volte
perdere di vista l’obiettivo primario che
è quello della prevenzione per favorire
la tendenza al raggiungimento dell’
omeostasi politico economica.
Questo spiega alcune tendenze attualissime volte a impoverire la veterinaria pubblica dando maggiori poteri
ad altre figure più economiche .
Come ad esempio la presenza degli ausiliari nei Mattatoi, il “male incurabile” dell’Autocontrollo e la Decisione 471, suo degno delfino, con le
sigle rubate alla fonetica delle scazzottate dei fumetti (SOP SSOP
GMP GHP!!!) ed il vuoto assoluto sulla ricerca dei residui
nelle carni.
E, ancora, le autocertificazioni, gli accreditamenti, la
delega alle associazioni di
categoria sulla gestione informatica dell’anagrafe bovina,
con la registrazione delle movimentazioni e della consistenza di stalla.
Meglio non soffermarsi poi
a disquisire sui corsi di educazione sanitaria e sui test di verifica d’apprendimento comprovanti la piena erudizione
dell’allievo.
Essi sono senz’altro da preferire ai vecchi libretti sanitari
per questioni di bon ton, poiché, si sa, è sempre meglio esaminare un quiz a risposta multipla che un campione di feci…..
Così il Sistema Sanitario,
sempre costretto a fare i conti
con l’economia di mercato,
continua a delegare mansioni
ad altri, svendendo se stesso al
miglior offerente, ma pagando
un prezzo ancor più caro che
lo denuda dell’ultima veste.
La credibilità della propria immagine, il suo significato istituzionale super partes.