Tutto sui VITELLI
Transcript
Tutto sui VITELLI
EDPress mar april 2013_Layout 1 22/03/13 08:31 Pagina 63 Tutto sui VITELLI Ricercatori canadesi hanno preso in esame quanto possa essere variabile il tasso di crescita delle manze in aziende diverse. Per farlo, hanno misurato la circonferenza toracica di manze da 12 a 17 mesi di età in 33 allevamenti diversi della British Columbia, poi hanno convertito questi valori per stimare il peso corporeo. Hanno anche analizzato gli effetti che numerosi fattori hanno sul peso corporeo, come il metodo di svezzamento, il tempo tra lo svezzamento e lo spostamento in un nuovo recinto, la dimensione del gruppo di manze, la frequenza di raggruppamento delle manze e il numero di volte al giorno in cui viene distribuito cibo fresco. Solo una variabile era in grado di spiegare la variazione di peso tra le diverse aziende: l’aumento medio di peso durante la fase pre-svezzamento (da 0 a 2 mesi di età). “Questi risultati mostrano una variazione notevole nell’aumento di peso delle manze da un’azienda all’altra, indicando che alcune aziende stanno facendo bene, mentre altre potrebbero migliorare la performance,” affermano i ricercatori. “Le aziende in grado di ottenere una crescita più rapida delle manze erano quelle che avevano avuto anche una crescita più rapida dei vitelli, e questo conferma la convinzione che la gestione dei vitelli nella fase lattea sia particolarmente importante.” Questi risultati sono stati presentati al meeting annuale dell’American Dairy Science Association a Phoenix. NEI VITELLI NEONATI, LA FREQUENZA NELLA DISTRIBUZIONE DEL CIBO FA DIFFERENZA Alcuni ricercatori dell’Università del Minnesota hanno recentemente completato uno studio in cui sono stati confrontati i risultati riguardanti la somministrazione di sostituto del latte a giovani vitelli (sia in diete convenzionali che intensive) 4 volte al giorno anziché 2. Il Dottor Noah Litherland, a capo del team di ricerca, riferisce che l’ipotesi di partenza era che la som- ministrazione della stessa quantità di sostituto del latte (ma in pasti più piccoli distribuiti con maggiore frequenza) avrebbe stimolato l’ingestione di starter, migliorato l’efficienza di accrescimento e la crescita complessiva rispetto alla distribuzione di due soli pasti al giorno. Lo studio ha riguardato 48 animali (vitelle Holstein pure o incrociate e vitelli maschi) assegnati a uno dei 4 gruppi di trattamento: - Regime standard: sostituto del latte 20:20 x 2 volte no in ragione dell’1,5% del peso corporeo - Regime standard: sostituto del latte 20:20 x 4 volte no in ragione dell’1,5% del peso corporeo - Regime intensivo: sostituto del latte 26:18 x 2 volte no in ragione del 2% del peso corporeo - Regime intensivo: sostituto del latte 26:18 x 4 volte no in ragione del 4% del peso corporeo al gioral gioral gioral gior- Questo schema è stato seguito da 2 a 42 giorni di vita per tutti i vitelli inclusi nella ricerca. I tassi di somministrazione del sostituto del latte sono stati adeguati settimanalmente per mantenere l’1,5-2% del peso corporeo per tutta la durata dello studio. Il sostituto del latte veniva ricostituito al 15% di solidi e tutti gli animali hanno avuto libero accesso ad acqua fresca e starter al 18% di proteina grezza per tutta la durata della ricerca. Peso e struttura corporea dei vitelli sono stati misurati settimanalmente, mentre giornalmente venivano valutate la qualità delle feci e l’ingestione di starter. Tutti i vitelli sono stati alloggiati in cuccette individuali con lettiera di paglia. I ricercatori hanno riscontrato che l’aumento della frequenza di distribuzione dei pasti con sostituto del latte 20:20 aumentava l’ingestione di starter, ma non aveva alcun effetto sull’assunzione di starter nei vitelli alimentati con una razione intensiva. Tuttavia, siccome l’ingestione di sostanza secca attraverso i solidi del sostituto del latte era maggiore nel gruppo intensivo, il totale di ingestione di sostanza secca non variava significativamente fra i gruppi. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che, in definitiva, l’aumento del numero dei pasti non incideva sul rapporto alimentazione:accrescimento nei gruppi di vitelli. ExDairyPress Marzo/Aprile 2013 QUALI CAUSE RENDONO COSÌ VARIABILE IL PESO DELLE MANZE? 63 EDPress mar april 2013_Layout 1 22/03/13 08:31 Pagina 64 Tutto sui VITELLI 5 MOSSE PER UNA MIGLIORE RIPRODUZIONE DELLA MANZA La maggior parte degli allevatori concorderebbe con l’affermazione che le prestazioni riproduttive delle manze sono normalmente superiori a quelle degli animali in lattazione. Tuttavia, le informazioni presentate al Meeting Annuale del Dairy Cattle Reproduction Council del 2012 indicano che per molti allevamenti probabilmente questo non vale. “Gli allevatori che credono che i loro programmi per la riproduzione delle manze siano buoni forse dovrebbero ripensarci, ” afferma John Lee, veterinario esperto di gestione per la Pfizer Animal Health. I tassi di concepimento e la percentuale delle manze gravide entro 3 interventi di FA sono parametri comunemente usati dagli allevatori per seguire le prestazioni delle manze in riproduzione. “Sfortunatamente, il tempo è il parametro mancante in entrambe queste misure della riproduzione delle manze,” osserva Lee. Invece, dovrebbe essere preso in considerazione anche il tempo che una manza impiega a rimanere gravida. Lee suggerisce le seguenti 5 mosse per migliorare la riproduzione delle manze • Spostare per tempo le manze nel recinto delle fecondazioni. • Utilizzare prostaglandina alla data di spostamento nel recinto per la FA. • Assicurarsi che tutte le manze vengano inseminate subito dopo lo spostamento nel recinto per la FA. • Effettuare controlli di routine della gravidanza • Intervenire per tutte le manze che non risultano gravide ai controlli di gravidanza, reinserendole tempestivamente nel programma di fecondazione, oppure vendendole. È certo che gli allevatori potrebbero ottenere un profitto significativo riducendo l’età al primo parto. ExDairyPress Marzo/Aprile 2013 LO SVILUPPO DEL RUMINE AVVIENE GRADUALMENTE 64 Appena nati, i vitelli sono essenzialmente monogastrici, perché il rumine alla nascita non funziona. Dei quattro compartimenti dello stomaco (rumine, reticolo, omaso e abomaso), il rumine e il reticolo costituiscono il 30% dello stomaco, ma all’inizio sono sottosviluppati, privi di flora batterica e non-funzionali. L’abomaso, o stomaco vero, rappresenta il 60% e l’omaso l’altro 10%. Ciò significa che l’alimentazione del vitello neonato riguarda essenzialmente un singolo stomaco non ruminante, incapace di digerire fibre. Entro il primo giorno dalla nascita grandi concen- trazioni di batteri iniziano a popolare il rumine. Somministrando sostanza secca, come uno starter per vitelli, si stimolano il numero e le specie di batteri nel rumine; iniziando a somministrare starter per vitelli al secondo o al terzo giorno di vita si favorisce la crescita dei batteri anaerobi, che sono coinvolti in produzione di metano, demolizione delle proteine e digestione della fibra. Lo starter stimola inoltre lo sviluppo delle papille ruminali, protuberanze simili a dita che assorbono i nutrienti. Il rumine in fase di sviluppo e i batteri ruminali necessitano di acqua per poter fermentare la sostanza secca, il che spiega perché è così importante che i vitelli abbiano sempre a disposizione acqua fresca e pulita. Si deve inoltre ricordare che il latte e il sostituto del latte bypassano rumine e reticolo per andare direttamente nell’abomaso, per cui è necessaria ulteriore acqua per completare lo sviluppo del rumine. SE SENTITE UNO SCALPITAR DI ZOCCOLI… All’epoca in cui studiavo veterinaria ci insegnavano le varie malattie ed i relativi sintomi associati: alcune erano comuni, mentre altre erano molto insolite o ‘esotiche’. Nonostante sia importante pensare sempre alle malattie non comuni, nei primi anni di veterinaria ci veniva spesso ricordato che se si sentono scalpitare degli zoccoli, probabilmente sarà un cavallo e non una zebra che si sta avvicinando. Questa analogia ci suggerisce di tenere in cima alla lista le cause più comuni, senza comunque dimenticare le altre. Un buon esempio potrebbe essere una manza gravida che presenta febbre e lesioni alla bocca. Fortunatamente, negli Stati Uniti non abbiamo l’afta epizootica, ma abbiamo un’altra malattia chiamata “stomatite vescicolare”. Cioè, non dobbiamo mai dimenticare che esistono anche le malattie rare, e anche se difficilmente ci capiterà di diagnosticarne una (per cui quasi sempre gli zoccoli che sentiamo saranno quelli di un cavallo…) ci potrebbe anche capitare di incontrare invece una zebra! Se abbiamo un gruppo di vitelli di 4-6 settimane con febbre e segni di malattia respiratoria (tosse, respirazione affannosa), probabilmente penseremo alle più comuni cause batteriche e virali della BRD nei vitelli e useremo uno dei tanti antibiotici ad azione prolungata approvati per questo scopo. Quanti di noi penserebbero, anche lontanamente, che la causa della polmonite possa essere la salmonella? Fino a tre o cinque anni fa, la presenza di una specifica forma di salmonella, la Salmonella Dublin, era abbastanza rara. Quando si pensa alle infezioni da salmonella, diarrea e febbre sono i EDPress mar april 2013_Layout 1 22/03/13 08:31 Pagina 65 Tutto sui VITELLI UN BLOG SUI VITELLI L’esperto statunitense di vitelli da latte, Sam Leadley, veterinario del gruppo Attica Veterinary Associates, Attica, N.Y., ha aperto un nuovo blog sotto il nome “Calves with Sam”, che può essere trovato su http://dairycalfcare.blogspot.com. Leadley, che è anche autore della newsletter Calving Ease, sostiene che se da un lato una newsletter può fornire un esame più approfondito degli argomenti, lui vede il blog “come un mezzo di comunicazione più immediato. Con la newsletter a volte devo aspettare un mese, in certi casi anche due o tre mesi, per condividere un’idea. Invece il blog può far girare un’idea ogni volta che sono disposto a passare del tempo per scriverla. Il mio obiettivo è pubblicare qualcosa almeno tre volte alla settimana”. Leadley informa che sul blog si troveranno indicazioni di siti web sulla cura dei vitelli, informazioni formato newsletter, buone sintesi di idee sulla cura dei vitelli, brevi informazioni su nuove ricerche, appunti da visite aziendali, nonché le sue opinioni su articoli pubblicati dalla stampa di settore..“insomma, qualsiasi cosa ritengo possa essere utile per migliorare la redditività di un allevamento di vitelli”. LA GENETICA INFLUISCE SULLA SALUTE DEL VITELLO? L’allevamento della rimonta costituisce una spesa notevole per le aziende da latte e, come tale, è un’area della gestione che merita continui miglioramenti e aggiustamenti. Un gruppo di ricercatori del Centro Ricerche Alimentari di Guelph (Ontario, Canada) ha di recente condotto uno studio che ha esaminato le cause della mortalità dei vitelli e la loro correlazione genetica. Il loro lavoro, pubblicato sul numero di marzo 2013 del Journal of Dairy Science, ha esaminato i risultati di sopravvivenza di 1.588 vitelle Holstein dalla nascita fino ai 90-120 giorni di età. Come prima cosa hanno valutato quali fattori collegati con la nascita avevano influito di più sull’aumento del rischio di mortalità del vitello e hanno scoperto che i fattori che più fanno aumentare questo rischio sono: • vitelli nati nell’autunno (da ottobre a dicembre) • bassa proteina totale nel sangue • basso peso corporeo • vitelli trattati per malattia nella prima settimana di vita • vitelli trattati più di frequente per tutto il periodo dello studio • vitelli trattati per malattie respiratorie Dopo di che, hanno stimato le correlazioni genetiche in termini di trattamento, sopravvivenza, malattie respiratorie bovine, altre malattie, peso e altezza. Hanno scoperto che l’ereditarietà per trattamento, sopravvivenza e malattie è bassa, quella relativa all’altezza è modesta, mentre quella relativa al peso corporeo è risultata più alta. È stato scoperto che tendenzialmente il peso corporeo ha una correlazione genetica positiva rispetto al trattamento per malattie; in altre parole, che i vitelli che pesano di più nel primo mese di vita risultano geneticamente più resistenti alle malattie e richiedono meno trattamenti rispetto a quelli di peso medio. Secondo i ricercatori la spiegazione potrebbe essere o che i vitelli più pesanti sono più sani e quindi più in grado di resistere alla malattia, oppure che i vitelli che si ammalano usano troppa energia per combattere la malattia e quindi sono meno in grado di mettere su peso. Secondo loro, i dati che riguardano le malattie dei vitelli e la loro sopravvivenza potrebbero essere utilizzati in futuro come indici di selezione genetica, previe ulteriori ricerche e raccolta di migliori dati. ExDairyPress Marzo/Aprile 2013 primi sintomi che vengono in mente, ma con la Salmonella Dublin i sintomi più comuni sono quelli delle malattie respiratorie. Quando ho visto il mio primo caso di Salmonella Dublin in un gruppo di vitelli, la salmonella non rientrava nemmeno nella mia lista delle cause possibili. Eppure quei vitelli non rispondevano ai trattamenti convenzionali con antibiotici. In una successiva indagine sulle cause dell’epidemia, in alcuni campioni necroscopici di uno dei vitelli morti ho identificato la Salmonella Dublin come la causa più probabile. Avrei dovuto “cercare la zebra”. Negli ultimi anni, la Salmonella Dublin è stata riconosciuta fra le cause possibili di malattia respiratoria, in particolare in alcune regioni degli Stati Uniti; questo tipo di salmonella causa raramente diarrea nei vitelli e quasi sempre si presenta come una malattia respiratoria, e questa è una delle ragioni per cui può non essere correttamente diagnosticata. Può manifestarsi negli adulti, ma più frequentemente colpisce gli animali più giovani; negli animali adulti l’infezione può causare diarrea, febbre e aborti. La salmonella Dublin è diventata anche resistente a molti antibiotici usati comunemente, rendendone molto difficile il trattamento; si tratta inoltre di un batterio molto infettivo, quindi richiede strette misure di biosicurezza per contenere e prevenire l’ulteriore diffusione del patogeno. La particolare attenzione data in azienda alla gestione del colostro, all’alimentazione e all’igiene può contribuire a proteggere i vitelli in quanto ne rafforza il sistema immunitario e crea una maggiore resistenza alle malattie. 65