L`ergonomia del posto di lavoro
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L`ergonomia del posto di lavoro
L’ergonomia del posto di lavoro: le postazioni munite di video terminale (VDT) Autore Cristina Galliano Consulente Tecnico - SILAQ L'analisi del rischio delle postazioni munite di VDT , è solo una parte dell'analisi dell'ergonomia del posto di lavoro , ne consegue che le principali patologie correlate all'utilizzo dei VDT sono definibili "da disergonomia " del posto di lavoro. Il D.lgs 626/94 fornisce , nell'allegato VII e nel titolo 6°, una serie di parametri di controllo che possono essere utilizzati per effettuare una prima analisi sull'adeguatezza della postazione e sul rispetto dei principi ergonomici. Gli obbiettivi principali dell'ergonomia del posto di lavoro sono in generale: • • • La riduzione degli infortuni; La riduzione delle malattie professionali; Il miglioramento e l'incremento della produttività. Di solito nelle fasi di Valutazione dei Rischi, all'interno di un Azienda , si tende ad applicare gli studi ergonomici, solo nell'analisi delle postazioni a PC che si trovano negli uffici , dimenticando che spesso nelle aree produttive , molti macchinari (es. le macchine a controllo numerico ) sono dotati di VDT ; questo atteggiamento penalizza il personale operaio , già solitamente più soggetto ad infortuni e malattie professionali in misura maggiore rispetto al personale impiegatizio. Il mancato rispetto dei principi ergonomici basilari, di qualsiasi postazione di lavoro, comporta per il Datore di Lavoro una serie di sanzioni penali ed amministrative, in quanto l'articolo 3 comma f del DLG 626/94, rientra tra gli articoli sanzionabili. Esiste anche una Direttiva intitolata "Funzione Pubblica" del 24/03/04 , dove vengono trattati diversi argomenti riguardanti la Pubblica Amministrazione ; anche in questa direttiva si ribadisce l'importanza del rispetto dei principi ergonomici nella progettazione e nell'utilizzo del posto di lavoro dotato di VDT. Diverse sono le metodologie utilizzate per la Valutazione dei rischi legate all'ergonomia del posto di lavoro, le più usate: • • Check list, da compilare in seguito all'osservazione delle postazione ed alla misurazione di parametri quali l'illuminazione, il microclima; Interviste ai lavoratori, tramite la compilazione di questionari "autovalutativi". La disergonomia del posto di lavoro munito di VDT, mi porta principalmente a: • • • Sindromi da movimenti ripetuti; Patologie da sovraccarico meccanico e posizioni incongrue; Danni all'apparato visivo. Le patologie agli arti superiori (polso in particolare), sono causate, non tanto dal movimento ripetuto del polso nell'utilizzo del mouse, ma dalla cattiva circolazione sanguigna che si verifica quando l'operatore appoggia il polso alla scrivania , per scrivere alla tastiera o per usare il mouse. Si sono riscontrati anche diversi casi di Sindrome di De Quarvein, patologia che si verifica con sforzi ripetuti del pollice ; questa patologia si è manifestata tra gli utilizzatori dei primi PC portatili, che presentavano il tipico mouse a pallina. Quando è nata la 626 , non erano ancora molto diffusi, quindi con gli anni diverse sono state le sentenze della Corte di Cassazione circa questo tipo di problematica. La Corte di Cassazione ha anche emesso diverse condanne nei confronti di quei datori di lavoro che dichiarano tempi di utilizzo dei PC poco "reali"; diversi studi statistici hanno infatti dimostrato come , un durante il normale lavoro impiegatizio , l'utilizzo del computer difficilmente avviene per meno di venti ore settimanali. Per una valutazione base sull'ergonomia della postazione a videoterminale, si può cominciare verificando il rispetto delle prescrizioni dettate dall'Allegato VII del D.Lgs 626/94 ; si tenga presente che tale valutazione si può in ogni caso definire "minimale " ed è ben lontana dall'essere "ottimale". La sussistenza delle conformità è ritenuta un prerequisito essenziale per il contenimento dei diversi fattori di disagio e di rischio per la salute ed il benessere degli operatori. Il primo livello di analisi semplificata può essere operato dagli addetti del Servizio di prevenzione e protezione tramite il ricorso ad apposite check-list che prevedono peraltro l'uso assai circoscritto di misurazioni e sono prevalentemente orientate all'esame di variabili qualitative. La valutazione della congruenza o meno di attrezzature, posti ed ambienti di lavoro con VDT può avvenire, oltre che con riferimento ai contenuti dell'allegato VII, anche in relazione a norme standard emanate sulla materia da organismi internazionali e nazionali. Va chiarito che le diverse norme e standard, allo stato attuale, riflettono una forte divaricazione tra quelle più recenti o in via di emanazione, la cui osservanza si configura come "abbondante" rispetto ai requisiti minimi dell'allegato VII (è il caso delle norme ISO 9241 recepite dal CEN nelle norme 29241), e quelle, specie nazionali, più vetuste che a malapena garantiscono tali requisiti minimi (sono tali ad es. quelle UNI sulle caratteristiche dei sedili di lavoro). Per ciò che concerne le patologie, assai diffuse ma difficili da trattare e valutare, che interessano l'apparato visivo, è importante considerare alcuni fattori aggravanti come: • • Il microclima (se troppo secco peggiora le condizioni lavorative); L'illuminazione. L'ASTENOPIA OCCUPAZIONALE il termine con cui si definiscono i generici disturbi agli occhi legati all'utilizzo dei videoterminali (il più diffuso è la Fotofobia). Va peraltro ribadito che, tranne casi particolari, non esiste un'incompatibilità assoluta tra lavoro con VDT e le più comuni patologie oftalmologiche e muscoloscheletriche osservabili nella popolazione in età lavorativa. La 626 prevede che i risultati degli accertamenti sanitari possano dar luogo a giudizi di inidoneità o di idoneità anche con prescrizioni. Si ritiene che il termine prescrizione sia comprensivo dei seguenti elementi: • • • • • • Limitazione del tempo di impegno complessivo al VDT; Alternanza di impegno al VDT con interruzioni di durata e frequenza diverse da quelle previste per la popolazione lavorativa generale Prescrizione di ulteriori controlli sanitari e della relativa periodicità anche per la verifica dei trattamenti terapeutici; Correzione ottica; Esercizi ortottici in caso di deficit della motilità oculare; Terapie oftalmologiche. I computer possono inoltre essere fonte di campi elettromagnetici, anche se sono considerati fonti non significative.