ERGONOMIA E LAVORO AL VIDEOTERMINALE
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ERGONOMIA E LAVORO AL VIDEOTERMINALE
ERGONOMIA E SICUREZZA AI VIDEOTERMINALI Anna Russo – CNR, ex Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Lombardia - Roma 1. INTRODUZIONE La parola ergonomia deriva dal greco ergo, che significa lavoro, e nomos che significa legge, regolamento. Fu usata per la prima volta da Wojcieck Jastrzebowski in un quotidiano polacco del 1857. All’inizio del ventesimo secolo l’enfasi per l’ergonomia fu concentrata sullo sforzo di adattare la gente al proprio posto di lavoro, con lo sviluppo di ricerche finalizzate a selezionare, classificare e preparare lavoratori che fossero adatti al lavoro da svolgere. Questi sforzi si dimostrarono ben presto inutili e si comprese che la finalità dell’ergonomia doveva essere quella di adattare il posto di lavoro o comunque le esigenze lavorative alle esigenze del lavoratore. Così negli anni ’50, con lo sviluppo industriale incominciò a svilupparsi la moderna scienza dell’ergonomia, il cui fine è quello del benessere del lavoratore, creando un posto di lavoro sicuro e confortevole, così da consentire ai lavoratori stessi di raggiungere la massima produttività possibile. L’ergonomia rappresenta quindi la scienza che studia le performance lavorative degli individui ed il loro benessere, in relazione alle finalità della propria attività, alle attrezzature di lavoro ed all’ambiente di lavoro. Questo si traduce in pratica nella progettazione di prodotti e/o processi che utilizzino le capacità di un individuo, tenendo conto delle sue esigenze fisiologiche e psicointellettive. L'ergonomia cerca quindi di individuare i parametri più importanti per il corretto rapporto uomo/lavoro, per eliminare i fattori negativi che possono essere presenti e rendere quindi più facile e naturale l'utilizzo degli oggetti di lavoro. Per indagine ergonomica si intende lo studio degli aspetti ambientali, strutturali e delle procedure organizzative del lavoro al fine di individuare i requisiti ed i criteri per la loro migliore "accettabilità" da parte degli operatori. Il D.Lgs.626/94 e successive modificazioni ha reso l’applicazione di questa scienza obbligatoria sul posto di lavoro, in quanto l’art.3 – “Misure generali di tutela” – al comma 1, lettera f) include esplicitamente fra queste il “rispetto dei principi ergonomici nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, anche per attenuare il lavoro monotono e quello ripetitivo”. Un assetto ergonomico corretto diventa fondamentale nelle attività con impiego di videoterminali, in quanto è ormai dimostrato che la causa fondamentale delle possibili conseguenze sul benessere dell’operatore, dovute all’impiego di attrezzature munite di videoterminali, è principalmente il non rispetto delle norme ergonomiche per le attrezzature di lavoro, il posto di lavoro e l’ambiente di lavoro. E’ ormai scientificamente dimostrato che gli effetti dovuti all’impiego di VDT nelle attività lavorative sono limitati alle sensazioni di discomfort e di disagio, provate dagli operatori, che si manifestano in disturbi a carico della vista o sulla visione (affaticamento visivo), in disagi a carico del sistema muscolo-scheletrico, in disturbi correlati allo stress ed alla fatica mentale, tutti imputabili alle condizioni generali dell’ambiente di lavoro, del posto di lavoro ed alla tipologia delle componenti del posto di lavoro. Altre categorie di fattori che vengono coinvolti nella fenomenologia sono quelli legati alla organizzazione del lavoro, all'impatto psicologico, allo stress fisico e psichico, ecc. I risultati emersi dagli studi sui possibili effetti alla salute dell’operatore al videoterminale portano comunque ad escludere danni irreversibili sia all’apparato visivo che a quello muscolare, mentre evidenziano che i possibili disturbi che talvolta si accompagnano ad una utilizzazione dei videoterminali particolarmente prolungata o continua, sono classificabili nelle seguenti categorie, già a suo tempo individuate (1987) dal gruppo di studio ad hoc, istituito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: a) Disturbi muscolo-scheletrici, localizzati a schiena, spalle, collo, braccia, mano, polsi, dita; b) Affaticamento visivo (astenopia); c) Affaticamento psichico e stress. In merito agli altri disturbi accusati in generale dagli operatori, quali, ad esempio, dolori alla testa, sensazione di nausea, mal di stomaco, ecc., l'Organizzazione Mondiale della Sanità li attribuisce ancora una volta ai disturbi più generali, legati all'affaticamento visivo e muscolare. Detti disturbi possono essere prevenuti e notevolmente ridotti se vengono rispettati i seguenti criteri: - Corretta utilizzazione delle attrezzature, - Idoneo posizionamento delle attrezzature - Corretta postura dell’operatore - Idoneità ergonomica degli arredi - Salubrità dell’ambiente di lavoro. 2. BREVI CENNI SUI POSSIBILI RISCHI CONNESSI CON L’USO DEI VIDEOTERMINALI Per quanto riguarda gli altri possibili effetti sulla salute degli operatori al videoterminale, che si erano ipotizzati all’inizio degli anni settanta, quando l’attività con i computers si andava diffondendo progressivamente e molto velocemente in tutti i settori, sulla base delle attuali conoscenze scientifiche si può ormai affermare che il lavoro con il videoterminale comporta, come già detto, soltanto situazioni di disagio e fastidio all’operatore; situazioni che si possono correggere con una corretta progettazione del posto e dell’ambiente di lavoro e con la corretta scelta delle componenti del posto di lavoro e degli arredi. Negli anni ’70, gli studi e le ricerche furono rivolti, per esempio, a quello che sembrò l’effetto più immediato e possibile, connesso all’uso dei videoterminali: l’insorgere della cataratta, a causa di emissione di radiazioni dannose da parte del video, dal momento che questo era rappresentato da un normale tubo a raggi catodici (CRT). Ma i risultati degli studi hanno dimostrato che i livelli di dette radiazioni erano molto al di sotto del valore di soglia, necessario per provocare l’effetto studiato. Analogamente sempre alla fine degli anni ’70 sorse il dubbio che i campi elettromagnetici emessi dai videoterminali potessero causare effetti sui processi riproduttivi e sulla gestazione, come aborti spontanei o presenza di malformazioni nei neonati. Ma gli studi condotti a seguito di questo allarme hanno dimostrato che se tali effetti fossero presenti, sarebbero da collegare ad altri fattori, quali lo stress, cosa peraltro ulteriormente ribadita in uno degli ultimi “Promemoria” della World Health Organization: “Campi elettromagnetici e salute pubblica – Unità Video (VDU) e salute umana” (WHO, Fact sheet, n.201 del luglio 1998). Pur tuttavia la ricerca tecnologica ha fatto passi da gigante, sia introducendo nuove tecnologie di visualizzazione dell’immagine sia comunque producendo video a tecnologia CRT a sempre più bassa emissione, come quelli dell’ultima generazione. È invece ancora in fase di studio, anche se comunque i primi risultati ottenuti sembrano allontanare questo dubbio, il possibile legame fra l’emissione di radiazioni elettromagnetiche dai display e l’insorgere del cancro. Pur tuttavia, come già detto, gli ultimi display basati sul principio del tubo a raggi catodici sono tutti certificati a bassa emissione, almeno per i range di frequenza in cui è possibile operare per ridurre l’emissione. Attualmente si può pertanto affermare, come viene ribadito anche nelle “Linee guida per l’uso dei VDT”, che sono in fase di emanazione da parte del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale (ai sensi dell’art. 56, comma 3. del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni), che “tutti gli studi e le indagini epidemiologiche sinora svolte portano ad escludere, per l’attività connessa all’uso di videoterminali, rischi specifici derivanti dall’emissione di radiazioni elettromagnetiche, ionizzanti e non ionizzanti, sia per l’operatore che per la prole. In particolare i livelli di radiazioni ionizzanti emessi da un videoterminale, con monitor a tubo a raggi catodici, sono confrontabili con i livelli di radiazioni, che si riscontrano normalmente nei comuni ambienti di vita e di lavoro (fondo naturale). Per quanto riguarda invece le radiazioni non ionizzanti, la presenza del marchio CE sul videoterminale garantisce che tali campi si mantengono al di sotto dei valori limiti raccomandati e riscontrabili nei comuni ambienti di vita, dove sono utilizzati apparecchi elettrici e televisivi”. Un altro aspetto interessante va sottolineato per quanto riguarda i possibili rischi connessi con l’utilizzo dei videoterminali, che è quello relativo alle lavoratrici gestanti. All’inizio degli studi in materia, per motivi chiaramente e giustificatamente conservativi (vista appunto la scarsità di conoscenze nel settore), era stato raccomandato di allontanare dal lavoro con il videoterminale le lavoratrici gestanti, non appena fosse stato certo il loro stato di gestazione. E questa disposizione era stata inserita in molti contratti collettivi nazionali di lavoro, stipulati alla fine degli anni ’80 ed inizio degli anni ’90. Questo era dovuto fondamentalmente al temuto rischio di esposizione a radiazioni dannose, emesse dai videoterminali. I risultati degli studi e ricerche scientifiche, come già detto, hanno fugato questo timore ed i possibili discomfort presenti nelle lavoratrici gestanti sono fondamentalmente collegati alle variazioni posturali, legate alla gravidanza, che possono favorire l’insorgere di disturbi dorso-lombari. E sono questi disturbi che possono giustificare i provvedimenti relativi alla modifica temporanea delle condizioni o dell’orario di lavoro, previsto ai sensi del D.Lgs. 645/96, concernente il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti. 3. TITOLO VI DEL D.Lgs. 626/94 E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI: USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI Quanto sopra considerato ha portato nel corso degli anni allo sviluppo di normative e standard tecnici in numerosi Paesi, che si sono spesso sviluppati in veri e propri dettati di legge. Uno fondamentale, per quanto riguarda il nostro ordinamento giuridico e tecnico, è la Direttiva Europea 90/270, relativa alle "Prescrizioni minime in materia di sicurezza e di salute per le attività lavorative svolte su attrezzature munite di videoterminali", che è stata integralmente recepita nel Titolo VI del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, che definisce il quadro normativo in merito all'utilizzo sul luogo di lavoro di attrezzature munite di videoterminali e stabilisce una serie di obblighi e prescrizioni per i luoghi di lavoro in questione - obblighi che vanno comunque integrati e coordinati con quelli di carattere generale previsti dal Titolo I dello stesso Decreto. La novità insita nel Decreto legislativo è stata proprio quella di aver codificato la connessione presente fra il lavoratore, il posto di lavoro ed il videoterminale, sulla base dei moderni principi di ergonomia. Cioè non è possibile, se si vogliono realizzare condizioni di benessere e comfort per il lavoratore addetto ad attività che utilizzano attrezzature con VDT, scindere il concetto di posto di lavoro dalla singola attrezzatura e prescindere dalla soggettività del lavoratore stesso. In pratica il D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni pone a carico del datore di lavoro, dirigente e preposto, ognuno per le sue specifiche competenze, i seguenti obblighi: - Valutazione del rischio (art.52) - Adozione di idonee misure di protezione (art. 52, comma 2) - Organizzazione del lavoro (art. 53) - Svolgimento dell’attività lavorativa (art. 54) - Sorveglianza sanitaria (art. 55) - Informazione e formazione (art. 56) - Consultazione e partecipazione (art. 57) - Adeguamento dei posti di lavoro (art. 58) In particolare nell’art. 52, comma 1, vengono specificati puntualmente i criteri che devono essere seguiti nella metodologia di valutazione del rischio per le attività che richiedono l'uso di attrezzature con videoterminali e cioè: "Il datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio di cui all'art. 4, deve analizzare i posti di lavoro, con particolare riguardo all'individuazione dei: - rischi a carico della vista e degli occhi; - problemi legati alla postura; - problemi legati all'affaticamento fisico o mentale; - condizioni ergonomiche e di igiene ambientale". Come si può vedere è stato praticamente codificato nel corpo legislativo quanto emerso dai risultati degli studi scientifici già citati. In pratica questo comporta: I. La revisione e riprogettazione degli ambienti di lavoro; II. L’adeguamento delle attrezzature ai requisiti minimi (Allegato VII); III. L’organizzazione della sorveglianza sanitaria, della formazione e informazione dei lavoratori e delle pause. L’Allegato VII del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, non fornisce però specifiche di tipo numerico-quantitativo, ma solo di tipo indicativoqualitativo. Le caratteristiche quantitative ottimali sia delle attrezzature, che dell’ambiente di lavoro sono fornite nelle norme tecniche specifiche. In particolare per quanto riguarda i primi due aspetti sopra citati un utile indirizzo è fornito dalla Norma armonizzata del CEN, che ha deciso di adottare la Norma ISO 9241, tuttora in elaborazione a livello internazionale. Di detta norma, che consta di 19 parti, sono state già pubblicate in Italia le prime tre, con la sigla UNI EN 29241, che sono la traduzione ufficiale delle norme europee EN 29241. La stesura di queste norme è stata curata dalla Commissione ERGONOMIA dell'UNI. Il titolo di tutta la norma è REQUISITI ERGONOMICI PER IL LAVORO DI UFFICIO CON VIDEOTERMINALI (VDT). Ai sensi della legislazione italiana le norme europee tecniche di tipo EN hanno lo status di norma nazionale. Pertanto sono da considerarsi operative e comunque norme di buona tecnica. Lo stesso concetto viene ribadito dalla Circolare 102/95 del Ministero del Lavoro che, riguardo ai requisiti ergonomici e di buona tecnica, riferiti ai videoterminali, così recita: “la conformità (indicata all’Allegato VII del D.Lgs. 626/94) delle apparecchiature facenti parte del posto di lavoro e quindi anche del piano di lavoro, sedie, eccetera è data dal rispetto delle norme nazionali di buona tecnica UNI e CEI applicabili, alle quali dovrebbe far riferimento il fabbricante, ed inoltre le stesse individuano il livello di fattibilità tecnologica per l’applicazione concreta delle misure di prevenzione e protezione” L'elenco completo delle parti della Norma ISO 9241 è riportato nell'Appendice A. 4. ERGONOMIA DEL POSTO DI LAVORO CON IL VIDEOTERMINALE Nel tradizionale lavoro di ufficio del tipo "carta e penna", il lavoratore ha la possibilità di estrinsecare un certo numero di attività fisiologiche ed ha a disposizione abbastanza spazio per assumere diverse posture ed effettuare movimenti diversi: ad esempio può cercare un documento, prendere appunti, usare il telefono, leggere un testo, scambiare informazioni con colleghi, battere a macchina, e fare numerose altre attività. In una tale situazione un posto di lavoro con una sedia od una scrivania od altra attrezzatura di lavoro non perfettamente rispondenti alle norme di ergonomia, non necessariamente provocano nel lavoratore un senso di disturbo o di discomfort fisico. La situazione è comunque completamente differente nel moderno lavoro di ufficio, dove viene usato il computer. Il lavoratore opera con video display terminal (VDT), spesso per parecchie ore e senza interruzione. L'operatore al VDT è così legato ad un'attività di interazione uomo-macchina, in cui i movimenti fisiologici sono molto ristretti, l'attenzione è rivolta in maniera fondamentale al monitor ed entrambe le mani sono fisse sulla tastiera. Pertanto tali operatori sono molto più sensibili, a causa di queste prolungate esposizioni, nei confronti di situazioni ergonomiche non corrette, quali inadeguate condizioni di illuminazione o arredi non confortevoli. Sono stati così lamentati sforzi visivi con disagi alla vista e posture scomode con costrizioni muscolari. Tali circostanze hanno fatto pertanto nascere l'esigenza nella scienza dell'ergonomia di focalizzare studi e ricerche alla progettazione corretta e sempre più "confortevole" dell'ambiente e del posto di lavoro del moderno ufficio. Verrebbe quasi da pensare che l'operatore al videoterminale sia più privilegiato degli altri, dal momento che il suo posto di lavoro deve rispondere a ben precise norme ergonomiche! Uno dei compiti fondamentali dell'ergonomia è quello di assicurarsi che le apparecchiature in genere siano idonee ad essere utilizzate dall'uomo. In particolare per quanto riguarda l'attività con i videoterminali questo comprende l'adeguamento del progetto dei comandi, del video, del materiale da utilizzare, del posto e dell'ambiente di lavoro e dei compiti alle caratteristiche, ai punti di forza ed ai limiti di un potenziale utente nell'ambiente di lavoro appropriato. La progettazione accurata dei videoterminali, dei posti e degli ambienti di lavoro nei quali essi sono utilizzati, nonchè il modo in cui il lavoro sul VDT è concepito, organizzato e gestito, garantiscono che gli utenti del VDT possano far funzionare l'apparecchiatura con sicurezza, efficienza e comodità. I fattori negativi possono trovarsi sia nel VDT, con il quale l'utilizzatore è a diretto contatto (caratteristiche proprie del monitor, o fattori legati strettamente al tipo di lavoro svolto, quale può essere ad esempio l'eccessiva velocità di lettura dei dati), sia nell'ambiente in cui il VDT è inserito, dove rumore, condizioni microclimatiche, illuminazione, etc, possono distrarre, infastidire, rovinare gli organi sensoriali o addirittura le capacità intellettuali. Pertanto nella progettazione ergonomica di un posto di lavoro con il videoterminale, per minimizzare i disagi illustrati è essenziale bilanciare ed interfacciare fra loro tutte le componenti del sistema: l’individuo, le caratteristiche tecnologiche dei componenti, le pratiche e l’organizzazione del lavoro, l’ambiente di lavoro. Nella figura 1 è riportato il modello di un sistema di lavoro di un ambiente di ufficio con VDT, e quindi tutti i fattori che devono essere considerati nella progettazione ergonomica di un posto di lavoro con il VDT. 4.1 AFFATICAMENTO VISIVO Tutti i lavori che richiedono un elevato carico visivo comportano disturbi al sistema muscolo-scheletrico ed alla visione, che sono rappresentati sostanzialmente da un INDIVIDUO Aspettative Caratteristiche fisiche Motivazioni età personalità salute ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO TECNOLOGIA Esperienza richiesta Carico di lavoro Posto di lavoro Comfort lavorativo Controllo del lavoro Schermo del VDT Tastiera ed altri accessori Caratteri sul dislay Carartteristiche generali del VDT AMBIENTE Illuminamento Luminanza Finestre Richiesta di luce Sfarfallamento Riflessioni Luminosità Rumore flessibilità straordinari pause di lavoro supporti sociali supervisione FISICO Microclima Stampante Temperatura Telefono Umidità Isolamento Velocità aria Periferiche CondizionaControllo del mento rumore Qualità aria Posto di lavoro Singolo/multiplo Piano di lavoro Sedia Accessori - portadocumenti - poggiapiedi Fig. 1 – MODELLO DEL SISTEMA DI LAVORO DI UN AMBIENTE DI UFFICIO CON IL VDT - - affaticamento a carico del sistema visivo. La grande mobilità dei tratti cervicale e lombare della colonna vertebrale è assicurata da un sistema muscolo scheletrico che rende possibili anche minimi spostamenti del capo sul busto e di quest'ultimo sul bacino. Questi piccoli spostamenti consentono di collaborare all'attività oculo-cerebrale preposta in maniera determinante alla funzione visiva in genere ed a quella della lettura in particolare. Nel caso specifico dei lavoratori addetti ai VDT si tratta della sorveglianza della digitazione sulla tastiera e della lettura dei caratteri sul monitor e/o sui testi. Come è noto il riconoscimento dei caratteri grafici viene effettuata dalla scansione operata dai movimenti orizzontali e verticali dei bulbi oculari. Tali movimenti rendono possibile lo scorrimento dei segni grafici sull’area più sensibile della retina di pochi millimetri quadrati, la fovea, nella parte centrale della macula, che è situata nel polo posteriore del bulbo oculare. Le cose si complicano un poco quando l’operatore, per difetto visivo, è anche portatore di occhiali. In questo caso l'allineamento richiesto ai movimenti del bulbo oculare, combinato con i piccoli aggiustamenti della colonna vertebrale, include anche la necessità di comprendere sulla stessa linea il centro ottico della lente di correzione. Un altro aggiustamento compensatorio deve essere effettuato, col concorso di un automatico ed impercettibile impegno del rachide, quando il soggetto tenta di fondere in unica immagine il messaggio visivo proveniente da ciascuno dei due occhi ed inviato al cervello. Questa possibilità avviene normalmente entro i limiti di un'angolatura compresa tra - 2 diottrie fino a circa + 20 diottrie ed è tanto maggiore quanto più vicino all'apparato visivo si trova l'oggetto da mettere a fuoco nella visione. La visione degli oggetti collocati a distanza maggiore di sei metri mette a riposo i muscoli interessati. I soggetti che non hanno bene sviluppato il meccanismo della fusione per vicino o i soggetti portatori di vizio di refrazione o anche quelli perfettamente normali ma che si sottopongono ad una prolungata attività lavorativa ai VDT, a causa del notevole impegno dell'apparato visivo oltre che di quello muscolo-scheletrico, possono lamentare segni di affaticamento visivo che si manifestano come fotofobia, bruciore agli occhi, iperemia congiuntivale, cefalea, cervico-brachialgie e lombalgie. Le cause oltre che ad elementi soggettivi (età dell'individuo, difetti preesistenti) sono fondamentalmente le seguenti: i frequenti cambi di visuale tra vari oggetti, a diverso livello di illuminazione e posti su diversi piani fisici (schermo, tastiera, documento), che costringono i muscoli oculari, preposti alla focalizzazione ed al dimensionamento della pupilla, ad un continuo processo di adattamento; un’osservazione ravvicinata e protratta; un ridotto tempo di persistenza della mira; l'abbagliamento diretto ed indiretto provocato da superfici luminose riflettenti, poste nei dintorni del videoterminale; la forma e le dimensioni dei caratteri sul video; la mancanza di nitidezza e di contrasto dei caratteri; le non corrette condizioni di illuminamento ambientale; l’uso di componenti del posto di lavoro (sedia, tavolo, spazio di lavoro, documenti, etc.) non corrispondenti ai requisiti ergonomici, che - costringono l’occhio ad adottare sistemi di adattamento dei meccanismi della visione, che non sono quelli fisiologici; le condizioni generali di igiene ambientale. Nella figura 2 sono riportati i parametri che influenzano la prestazione lavorativa in un assegnato ambiente visivo, suddivisi in relazione a: Caratteristiche del compito visivo • • • • • Tempo di esposizione allo specifico compito visivo Angolo sotteso Nitidezza dell’immagine (mira) Tempo di persistenza Contrasto (della mira) Capacità visive del soggetto • • • Visus Motilità oculare Senso cromatico Caratteristiche dell’ambiente • • • Microclima (UR, velocità dell’aria, ecc.) Inquinanti aerodispersi (polveri, vapori, ecc) Sistema di illuminazione (rapporti di luminanza nel campo visivo specifico, resa del contrasto, abbagliamento, caratteristiche spettrali delle sorgenti di luce artificiale, rapporto tra illuminazione naturale e quella artificiale, presenza di luce naturale, ecc) Benessere visivo Prestazione visiva affidabile Fig. 2 – PRINCIPALI PARAMETRI CHE INFLUENZANO LA PRESTAZIONE LAVORATIVA IN UN AMBIENTE VISIVO - compito visivo; capacità visive del soggetto, caratteristiche dell’ambiente. 5. ERGONOMIA DELLA VISIONE • • - - Nella corretta organizzazione e progettazione del posto di lavoro con il videoterminale, e nella corretta scelta delle attrezzature e degli arredi, in materia di prevenzione dei rischi e degli effetti a carico del sistema visivo, un ruolo fondamentale ed importante è rappresentato dall’ergonomia della visione. Gli obiettivi dell’ergonomia della visione nell’ambito dei sistemi di lavoro sono: creare un ambiente luminoso idoneo a soddisfare le esigenze fisiopsicologiche dell’individuo, assicurando sempre, ove possibile, il ricorso all’illuminazione naturale; rendere ottimale la percezione delle informazioni visive, al fine di assicurare agli operatori le migliori condizioni possibili di lavoro. La condizione generale di benessere visivo può essere conseguita attraverso numerose combinazioni dei fattori che influenzano la prestazione visiva, ed eventuali carenze relative ad uno o più fattori possono essere parzialmente compensate con un opportuno incremento degli altri. La prestazione visiva dipende : dalle caratteristiche proprie del compito visivo da svolgere dalle condizioni dell’illuminazione E’ inoltre influenzata da altri fenomeni, quali l’abbagliamento, la mancanza di uniformità dell’illuminazione, la natura dello sfondo e, più in generale dal modo in cui è concepito lo spazio di lavoro. L’affaticamento, che insorge a seguito di un lavoro prolungato, svolto in non appropriate condizioni di illuminazione, riguarda: il sistema nervoso centrale, in relazione allo sforzo richiesto per interpretare segnali non sufficientemente nitidi; il sistema muscolare per lo sforzo di mantenere una postura non corretta, adottata al fine di ridurre la distanza dal compito visivo, oppure per evitare di essere disturbati o distratti da riflessi fastidiosi. In casi particolari si possono verificare anche contrazioni muscolari indesiderate. I disagi alla vista possono essere tranquillamente minimizzati ed a volte addirittura eliminati, attuando misure di bonifica ambientale e di natura organizzativa, spesso di facile realizzazione, quali: l’eliminazione degli abbagliamenti ed il miglioramento delle condizioni di illuminamento ambientale; il migliorament del posto di lavoro; l’uso di componenti del posto di lavoro, che rispondono ai requisiti ergonomici; il controllo della - - vista; l’organizzazione del lavoro, con una corretta definizione dei tempi di utilizzo del VDT. In particolare utili suggerimenti possono essere i seguenti: realizzare possibilmente l’illuminazione dell’ambiente di lavoro con luce naturale, regolabile con tende o veneziane, ovvero con luce artificiale. Per ottenere un maggior comfort visivo, l’illuminamento non dovrebbe essere eccessivo e dovrebbe essere realizzato con fonti luminose poste al di fuori del campo visivo e che non abbiano un’intensità molto diversa da quella degli oggetti e superfici presenti nelle immediate vicinanze, in modo da evitare contrasti eccessivi; utilizzare schermi mobili, così da consentire la loro orientazione ed inclinazione per eliminare, per quanto possibile, riflessi sulla loro superficie; assumere una postura corretta di fronte al video ed in particolare tale che la distanza fra gli occhi e lo schermo sia pari a circa 50 ÷ 70 cm; posizionare il portadocumenti, se presente, alla stessa altezza e distanza dagli occhi, dello schermo, e pertanto deve essere dotato di meccanismi di regolazione; distogliere periodicamente lo sguardo, durante l’attività lavorativa, dal video per guardare oggetti lontani, al fine di ridurre l’affaticamento visivo; eseguire, durante le pause ed i cambiamenti di attività previsti, compiti, che non richiedono un alto impegno visivo (come ad esempio correggere testi scritti); pulire periodicamente le attrezzature di lavoro, quali schermo, tastiera e mouse; utilizzare, se necessari e prescritti, i mezzi di correzione previsti. 6. ILLUMINAZIONE DELL’AMBIENTE DI LAVORO • • • L’illuminazione dell’ambiente di lavoro, sia essa naturale o artificiale, influenza con la sua qualità e quantità lo stato di salute degli occupanti l’ambiente, la prestazione visiva e la sicurezza sul lavoro. Il sistema di illuminazione, nel suo complesso, deve essere progettato in modo da fornire le prestazioni desiderate, in funzione delle attività che si svolgono nel locale ed in armonia con il locale stesso. Ciò significa prevedere una favorevole distribuzione delle luminanze e dei contrasti nell’ambiente, tenendo inoltre in dovuto conto l’illuminazione sui piani orizzontali e verticali ed i loro rispettivi rapporti. Un posto di lavoro con il VDT interessa in genere tre compiti visivi: lettura di testi sullo schermo; ricerca di lettere e/o simboli sulla tastiera lettura di testi accanto allo schermo o alla tastiera. E pertanto le condizioni di illuminamento ambientale devono prendere in considerazione le caratteristiche richieste perché schermo, tastiera e testo scritto consentano una corretta prestazione visiva. Indicazioni in materia di illuminazione (generale e/o specifica), anche se solo di natura qualitativa e non quantitativa, sono date nell’Allegato VII, del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, specificando inoltre che le caratteristiche dell’illuminazione devono essere tali da evitare abbagliamento e riflessi. Per evitare abbagliamenti a volte bastano delle semplici operazioni di corretto posizionamento del monitor, quali ad esempio: - - porre il monitor perpendicolarmente alle finestre e fra due impianti di illuminazione artificiale; se possibile deve esserci un corridoio fra le finestre e la workstation; non porre il monitor direttamente sotto una mensola, che ha sopra una lampada; regolare l’altezza e l’angolazione del monitor, così da evitare abbagliamenti da impianti di illuminazione al soffitto; realizzare l’illuminazione della stanza con lampade provviste di schermi ed esenti da sfarfallio, poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori; in caso di lampade al soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzonte un angolo non inferiore a 60° I riflessi possono essere ridotti ad esempio: minimizzando la quantità di superficie bianca intorno, fra cui anche quella della carta; usando scrivanie il cui piano sia di materiale opaco; regolando la quantità di luce generale nell’ambiente, eventualmente supplendo, se necessario, con idonei sistemi di illuminazione localizzata; indossando abiti di colore scuro, piuttosto che bianchi o di colori chiari. Nella figura 3, viene riportato un esempio di disposizione corretta di un posto di lavoro con il VDT, tenendo conto sia dell’illuminazione naturale (finestre), sia di quella artificiale. In particolare le lampade consigliate per l’illuminazione di un posto di lavoro con VDT, sono quelle “bianche a tonalità calda”, che emanano una luce tendente al giallo, montate a soffitto con paraluce a lamelle antiabbagliamento, in file parallele allo sguardo dell’operatore , ma non sopra la sua testa. Fig. 3 – DISPOSIZIONE DI UN POSTO DI LAVORO CON VDT, IN FUNZIONE DELLE FONTI LUMINOSE ♦ ♦ ♦ - Un’altra serie di disturbi spesso accusati dagli operatori al VDT è rappresentata dalla sensazione di bruciori agli occhi, da lacrimazione, o secchezza, che sono sicuramente imputabili alle condizioni generali di igiene ambientale, quali: inquinamento dell’aria interna causato da: - affollamento di macchine (stampanti, fotocopiatrici, etc.) in locali poco areati; - fumo di tabacco; - rilascio di sostanze dai rivestimenti e dagli arredi; eccessiva secchezza dell’aria; condizionamento non corretto Anche per la prevenzione di questi disturbi, l’Allegato VII detta una serie di prescrizioni minime, relative all’ambiente di lavoro e che riguardano il calore, l’umidità ed anche il rumore, che contribuisce ai disturbi legati all’affaticamento ed allo stress. Per quanto riguarda il rumore presente in un posto di lavoro con il videoterminale, i problemi che si riscontrano sono dovuti essenzialmente all’addensamento di macchine e postazioni di lavoro, in locali di non ampie dimensioni, cosa che provoca una sovrapposizione dei rumori provenienti dalle postazioni e che può determinare un effetto disturbante sulla concentrazione di ogni singolo operatore. In merito la Norma ISO 9241 prevede che per attività per le quali è richiesta una buona concentrazione, non dovrebbe essere superato il livello di rumore di 55 dB(A). La stessa norma stabilisce anche il livello del rumore di fondo (livello equivalente), che non dovrebbe essere superato, correlandolo al tipo di attività, di locale e/o ufficio. In generale comunque negli ambienti di ricerca, le situazioni in cui potrebbe essere superato il valore di cui sopra, a causa delle condizioni esaminate, non sono quasi mai presenti (tranne casi particolari che vanno esaminati singolarmente) e si può tranquillamente sostenere che sono rispettate le norme di buona tecnica vigenti in materia. Anche in relazione a queste problematiche, è possibile ridurre al minimo il discomfort provocato dalle condizioni ambientali, adottando semplici accorgimenti. Deve essere fondamentalmente evitato il rumore generato da stampanti o da altre apparecchiature meccaniche, eventualmente presenti nell'ambiente di lavoro con VDT, procedendo, dopo la valutazione del livello presente, alla loro segregazione o insonorizzazione. Il benessere termico, in un posto di lavoro con VDT, è influenzato più dalle caratteristiche costruttive dell’ambiente, che dalla potenza termica dissipata dal VDT stesso. Pertanto per garantire livelli confortevoli di microclima sarà importante far sì che: nella postazione di lavoro la velocità dell’aria sia molto ridotta, evitando la presenza di correnti d’aria, provenienti da finestre, porte, bocchette di condizionamento, ventilatori, apparecchiature poste in vicinanza, etc.; le fonti di calore radiante (termosifoni, finestre colpite da irraggiamento solare diretto, etc.) non siano poste nelle immediate vicinanze della postazione di lavoro. Relativamente ai parametri di benessere termico, il lavoro al videoterminale non richiede il rispetto di valori diversi da quelli normalmente assunti per il comune lavoro di ufficio 7. PROBLEMI POSTURALI Un meccanismo così fine come quello della visione ravvicinata è strettamente dipendente dalla stabilità di tutto il sistema che affida proprio all'apparato muscolo scheletrico della colonna vertebrale, in perfetto automatismo e contemporanea sintonia con la funzione visiva, una compensazione idonea a mantenere la testa, e quindi i bulbi oculari, e quindi la fovea, nelle posizioni più adeguate all'esercizio della specifica funzione a cui gli apparati sensoriale, muscolare e scheletrico sono delegati. E’ chiaro a questo punto che se gli addetti ai VDT si lamentano spesso di lombalgie e di cefalee di tipo muscolotensivo, la causa deve essere ricercata proprio nell'impegno cui è sottoposta la muscolatura del rachide sia nelle sue attività dinamiche per i movimenti delle mani, delle braccia e della colonna e sia per le attività statiche per le contrazioni muscolari prevalentemente isometriche. Si tratta, specie per queste ultime, di un'attività non appariscente perché i movimenti sono in realtà molto ridotti. Tuttavia lo sforzo è da ritenersi consistente specie per la contrattura muscolare finalizzata ai continui tentativi di mantenere la colonna vertebrale nella verticalità e nella stabilità entrambe indispensabili alla contemporanea lettura dei testi ed alla sorveglianza della digitazione. I disturbi scheletrici della colonna vertebrale compaiono soprattutto perché nella posizione eretta, prolungata e fissa il disco intervertebrale resta compresso e mal nutrito. I disturbi muscolari, specie quelli delle contrazioni isometriche, sono causati dalla mancata normale irrorazione sanguigna e dal conseguente ristagno delle tossine dovute alla fatica. I disturbi articolari invece sono dovuti essenzialmente alla velocità della digitazione ed alla statisticità della postura del rachide, specie se accompagnata da braccia addotte e flesse. Si tratta di alterazioni articolari di tipo flogistico acuto e cronico interessanti tutto il substrato anatomofunzionale dell'attrito a seguito del prolungato svolgimento di mansioni che richiedono particolari movimenti veloci e ripetitivi. Sono alterazioni che se vengono osservate in stadio precoce, si presentano con una sintomatologia sfumata e quindi spesso misconosciuta. I disturbi periarticolari degli addetti ai VDT sono piuttosto rari. Riguardano essenzialmente i nervi, i tendini e le loro guaine del polso e della mano. Sono dovuti ai movimenti rapidi, ripetitivi ed alla compressione sul polso durante la digitazione. Un lavoro prolungato nella stessa posizione, sia seduti che in piedi, può causare discomfort. Dove e quando sia possibile, nello svolgimento dell’attività lavorativa dovrebbero essere previsti anche una serie di possibili movimenti, al fine di prevenire discomfort e affaticamento. Nella figura 4 è riportata la corretta postura che la colonna vertebrale dovrebbe assumere quando si sta seduti per individui rispettivamente di sesso femminile e maschile. Fig. 4 - Corretta postura della colonna vertebrale per individui seduti Questo tipo di problemi provoca disagi a carico del sistema muscoloscheletrico, derivanti dalla peculiare caratteristica di sedentarietà di questo tipo di lavoro, ed al limitato ma continuo movimento di soli pochi organi del corpo (braccia, dita, testa, collo). I disagi al sistema muscolo-scheletrico sono dovuti a: - postura dell'operatore; - posizione del posto di lavoro; - tempo di lavoro; - condizioni ambientali di illuminamento; - presenza di stati fisio-patologici dell'individuo; - organizzazione del lavoro. Questi disagi sono però anche comuni ad altri tipi di attività ed è stato scientificamente provato che gli stessi non devono essere inevitabilmente considerati come portatori di un danno o segno di un danno. Inoltre questi disagi possono essere prevenuti, ponendo la giusta attenzione ai problemi della progettazione delle attrezzature e del posto di lavoro, dell'ambiente e dell'organizzazione del lavoro stesso. La sicurezza del lavoro gioca in questo settore un ruolo fondamentale. Generalmente i disagi accusati riguardano le seguenti parti del sistema muscolo-scheletrico: ♦ dolori al collo ed alla spalla, che possono essere causati da posizioni scomode ed eccessivi stiramenti del corpo. I possibili rimedi possono essere: - regolare la sedia, il monitor, ed usare una tastiera appropriata; ridurre le posizioni pericolose; - evitare postazioni che richiedono eccessivi allungamenti del corpo, come quelle di lato o di dietro il monitor - fare in modo che il materiale necessario per l’attività sia posto a 40 ÷ 45 cm di fronte al corpo; - porre l’elemento più importante direttamente di fronte. ♦ Dolori alla schiena, causati da posizioni fisse o costrette, e possono essere evitati: - Adottando posizioni corrette; - Cambiando frequentemente la posizione; - Adottando sedie e superficie di lavoro idonee. - ♦ dolori alle braccia ed alle mani, che possono essere generati da movimenti ripetitivi, pressione, stress emotivo. I principali rimedi per evitarli e/o ridurli sono: - usare un portadocumenti; - usare un poggiapiedi - usare un supporto per il riposo dei palmi - regolare le componenti del posto di lavoro e dl videoterminale, così da ottenere il massimo comfort - concedersi delle pause periodiche e fare esercizi fisici. Per una posizione più confortevole è necessario considerare che la sistemazione degli oggetti necessari a lavorare devono essere disposti, in funzione del proprio occhio dominante. Ad esempio se l’occhio dominante per i processi della visione è il destro, potrà essere più confortevole sistemare il documento da leggere sulla sinistra del computer, così da poter far scorrere lo sguardo dal documento al video con molta più facilità, così come sistemare il tavolo di lavoro in modo da salutare la gente che entra nella stanza, lasciando la sedia da sinistra, etc. Nell’Appendice B sono riportate alcune delle cause più comuni dei disagi al sistema muscolo-scheletrico, nell’attività con il VDT, e dei consigli pratici, che ogni operatore può facilmente attuare per ridurli ed anche eliminarli. 8. ASSETTO ERGONOMICO • • • • L’assetto ergonomico del lavoratore addetto ai VDT deve quindi tener conto dei seguenti aspetti fondamentali. La funzione visiva è supportata da una disposizione del rachide che assicuri una relativa rigidità ed una contemporanea possibilità di aggiustamenti per favorire i piccoli movimenti del capo e delle mani. La digitazione sulla tastiera viene effettuata essenzialmente articolando le dita sui metacarpi e questi sul polso. La stabilità del rachide e la sua verticalità sono componenti essenziali per consentire al capo un meccanismo sinergico con la funzione visiva. La naturale adduzione delle braccia sul tronco non implica fatica ma concorre alla stabilità della postura. • • L'avambraccio flesso sul braccio é in posizione critica perché è sollecitato distalmente dai movimenti della mano e quindi non può non trasmetterne l'impulso fino al gomito la cui articolazione verrebbe a trovarsi pendula e libera senza appoggio su un bracciolo. Sembrerebbe molto vantaggioso un sostegno ai gomiti che se lasciati liberi e mobili finirebbero inevitabilmente per accrescere l'esigenza di effettuare i piccoli necessari movimenti compensatori di tutto il sistema muscolo scheletrico del rachide. Le prescrizioni minime, di cui all’Allegato VII del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, danno in merito specifiche indicazioni circa: • Il posto di lavoro, che: - deve essere ben dimensionato e allestito, in modo che vi sia spazio sufficiente per permettere cambiamenti di posizione e di movimenti operativi; • Il piano di lavoro, che: - deve avere una superficie poco riflettente, - deve essere di dimensione sufficiente a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio • Il supporto per i documenti, che : - deve essere stabile e regolabile - deve essere collocato in modo tale da ridurre al massimo i movimenti fastidiosi della testa e degli occhi • Lo spazio di lavoro, che: deve essere sufficiente e permettere ai lavoratori una posizione comoda • Il sedile di lavoro, che: - deve essere stabile - deve permettere all’utilizzatore una certa libertà di movimento ed una posizione comoda - deve essere del tipo ed avere dimensioni adatti alla persona che lo deve utilizzare - deve avere altezza regolabile e schienale regolabile in altezza ed inclinazione • il poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderano Nella figura 5 è riportato un esempio della progettazione ergonomica di un posto di lavoro, con l’indicazione di alcuni parametri numerici, standard; naturalmente alcuni di questi variano in funzione dell’individuo che utilizza il VDT e pertanto è opportuno tener conto della soggettività di ciascuno ed adattare detti parametri alle proprie necessità. Ad esempio l’altezza del sedile di lavoro varia in funzione dell’altezza dell’individuo, da un minimo di 39 cm, per una statura di 1,45 m, fino a 55 cm per una statura di 2,05 m; così anche l’altezza del piano di lavoro, rispetto al pavimento, che solo nel caso in cui sia fisso deve essere pari a 72 cm. In generale la prevenzione dei disturbi, collegabili alla postura, si ottiene: Assumendo una postura corretta di fronte al video, con piedi ben poggiati al pavimento e schiena appoggiata allo schienale della sedia nel tratto lombare, regolando allo scopo l’altezza della sedia e l’inclinazione dello schienale; Posizionando lo schermo del video di fronte, in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale, che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza dagli occhi pari a circa 50 ÷ 70 cm; Disponendo la tastiera davanti allo schermo, salvo che lo schermo non sia utilizzato in maniera saltuaria; Fig.5 – PROGETTAZIONE ERGONOMICA DI UN POSTO DI LAVORO CON VDT Disponendo il mouse od eventuali altri dispositivi di uso frequente sullo stesso piano della tastiera ed in modo che siano facilmente raggiungibili; Eseguendo la digitazione e utilizzando il mouse, in modo da evitare irrigidimenti inutili delle dita e del polso, cercando di tenere gli avambracci appoggiati sul piano di lavoro, in modo da alleggerire la tensione dei muscoli del collo e delle spalle Evitando, per quanto possibile, posizioni di lavoro fisse per tempi prolungati. Nel caso ciò fosse inevitabile, sarà necessario sgranchirsi spesso (collo, schiena, arti superiori ed inferiori). Nella tabella 1 è riportata in sintesi una serie di semplici accorgimenti che si possono facilmente adottare per migliorare la struttura del proprio posto di lavoro al VDT, per ridurre ed anche eliminare le sensazioni di disagio e di discomfort, che si possono presentare nell’attività di lavoro. 8.1 Uso del mouse e di altri accessori ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ Si ritiene utile dare qualche consiglio anche sull’uso del mouse e degli altri dispositivi di immissione dati ormai di uso comune in tutte le attività con i VDT e che possono contribuire notevolmente, se non utilizzati correttamente, a causare disagi e discomfort nell’operatore. Mentre si usa il mouse o un altro dispositivo di immissione dati sarà opportuno tenere la mano, il polso e l’avambraccio in posizione neutra, rispetto alla tastiera; Quando si usa uno stilo o una penna ottica con tavoletta grafica, è importante non impugnare lo stilo con forza. La mano e le dita devono essere rilassate e la mano, il polso e l’avambraccio devono essere tenuti in posizione neutra; Se si usa il pollice per ruotare la pallina del trackball o della spaceball, è importante che questo sia tenuto in posizione rilassata e naturale. La mano, il polso e l’avambraccio devono essere tenuti in posizione neutra; Il mouse deve essere tenuto delicatamente appoggiandovi sopra le dita. La mano deve essere tenuta rilassata e le dita distese. Il mouse non deve essere impugnato con forza; Una pressione o una forza assai ridotte sono sufficienti aa azionare i pulsanti o la rotella di scorrimento del mouse, della trackball o di un altro dispositivo per l’immissione dati. Una forza eccessiva può provocare una tensione non necessaria dei tendini e dei muscoli delle mani, dei polsi e degli avambracci; Se si usa un mouse a scorrimento, è importante tenere le dita e la mano in posizione rilassata e neutra, quando si aziona la rotella di scorrimento. Questo tipo di mouse è generalmente gestito da un software, che riduce al massimo il numero dei movimenti del mouse o del clic del pulsante; È importante posizionare i dispositivi di immissione dati (mouse, trackball, stilo, tavoletta grafica, etc.) il più vicino possibile alla tastiera e tenerli al suo stesso livello, in modo da non doversi allungare per usarli; Il tappetino per il mouse deve essere di buona qualità, così da consentire il funzionamento ottimale del mouse e da ridurre al minimo i movimenti inutili della mano e del polso; Il mouse ed il trackball devono essere tenuti puliti. Infatti rimuovendo regolarmente la polvere e lo sporco si assicura un buon funzionamento e si riducono movimenti inutili della mano e del polso. Altri dispositivi oggi largamente usati sono le cuffie e gli altoparlanti. In questo caso è molto importante tenere presente le seguenti buone norme di utilizzo: ♦ l’ascolto prolungato ad alto volume può causare danni permanenti all’udito. Per evitare disturbi causati da rumori forti ed inattesi, è buona norma abbassare sempre il volume prima di collegare le cuffie o gli altoparlanti al VDT; ♦ se si usano le cuffie è buona norma aumentare gradualmente il volume, fino a trovare quello ideale per l’ascolto. 9. PROBLEMI LEGATI ALL'AFFATICAMENTO FISICO O MENTALE Questi problemi possono essere generati da fattori di stress e la presenza di disturbi fra addetti ai videoterminali collegabili a questi fattori è stata largamente discussa e studiata. Molti aspetti delle condizioni di lavoro possono portare a disordini correlabili allo stress, sia nelle attività con i videoterminali che in quelle senza videoterminale. Comunque l'organizzazione di alcuni tipi di attività che utilizzano il videoterminale possono portare alla prevalenza di alcuni tipi di questi fattori di stress, come ad TABELLA 1 – GUIDA AL POSTO DI LAVORO CON VDT PRO BLE MA Affati came nto visivo - - Disa gi al siste ma musc oloschel e trico SIN TOM I Sfor zo ocul are Bruc iore Lacri mazi one Indol enzi ment o vista offus cata mal di testa - mal di gam be - mal di schi ena - indol enzi ment o al collo - - - - - - - POSSIBI LI CAUSE illuminazi one ambienta le scarsa o troppo intensa distrazio ni visive (inclusa la visione periferica ) errata correzion e dei difetti visivi abbaglia mento da luce naturale o artificiale vicinanza del VDT alla finestra disposizi one non corretta del posto di lavoro, rispetto alla illuminazi one ambienta le abbaglia mento riflesso non corretta altezza o angolazi one dello schermo non corretta altezza o angolazi one della tastiera sedia POSSIBILI SOLUZIONI - regolare la luminescenza dei caratteri - cercare il miglior campo visivo,rispetto alle riflessioni dallo schermo, testo, tastiera, scrivania, pareti chiare; - ridurre la luce diretta del sole con tende; porre il VDT lontano dalle finestre se possibile - porre il VDT lontano dalle guide di luce - ridurre la illuminazione generale della stanza ed illuminare localmente i testi da digitare evitare frequenti movimenti degli occhi fra lo schermo ed i testi scritti - regolare il bordo superiore dello schermo a livello degli occhi dell’operatore o poco al di sotto - regolare l’altezza e/o l’angolazione della tastiera Rum ore - affati cam ento di mani e brac cia - mal di spall a non ergonomi ca - distanza non corretta fra schermo o tastiera e operator e - postura di lavoro non ergonomi ca - tempi di lavoro al VDT lunghi Diffic oltà di appli cazi one nel nor male lavor o o conv ersa zion e telef onic a - attrezzat ure di lavoro - altre distrazio ni in ufficio per il comfort dell’operatore - regolare la posizione del documento - regolare l’altezza e l’inclinazione della sedia; se necessario dotarsi di un poggiapiedi - usare possibilmente una sedia girevole per ridurre le eccessive torsioni del corpo - usare una sedia con ruote, se si desidera; deve però essere a 5 ruote - alternare le attività al VDT con altro tipo di attività i solare acusticamente le attrezzature r idurre al minimo le distrazioni i solare il più possibile le stampanti dal personale al VDT esempio la monotona funzione del data-entry con un alto carico di lavoro. Alcuni specifici fattori di stress sono presenti solo nel lavoro con il VDT, come tempi lunghi di risposta dell'apparato, il malfunzionamento del sistema e la non corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer. Ci sono evidenze sperimentali che i fattori di stress descritti possono creare problemi sanitari. Pertanto ulteriori ricerche sono • • • • • • • necessarie in materia; inoltre è stato dimostrato che alcuni specifici interventi ed il controllo delle strategie di lavoro possono sicuramente migliorare le condizioni di lavoro, in relazione ai fattori di stress, e che pertanto queste vanno implementate. I disturbi che si manifestano sono di natura psicologica e psicosomatica, come: mal di testa, tensione nervosa, irritabilità, stanchezza eccessiva, insonnia, digestione difficile, ansia, depressione. Essi possono essere causati da : La monotonia del lavoro (esempio la funzione del data entry) I tempi lunghi di risposta dell’apparato Il malfunzionamento del sistema La non corretta progettazione dei sistemi di interazione uomo-computer Inoltre contribuiscono a creare disagio, situazioni legate a: La responsabilità assegnata, non adeguata alle capacità del personale I rapporti con i colleghi e con i superiori I fattori ambientali Diventa perciò importante l’organizzazione del lavoro, altro obbligo posto a carico del datore di lavoro. Anche per questo tipo di problematiche sono state stabilite le prescrizioni minime, relative all’interfaccia elaboratore/uomo. Utili indicazioni per evitare i disturbi da affaticamento mentale, potrebbero essere le seguenti: Seguire le indicazioni e la formazione ricevute per l’uso dei programmi e delle procedure informatiche Disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità Rispettare la corretta distribuzione delle pause Utilizzare software per i quali si è ricevuta l’informazione necessaria, ovvero facile da usare Il conoscere poi il contesto finale in cui il risultato del proprio lavoro al videoterminale va a collocarsi è un elemento utile per l’attenuazione di uno dei possibili fattori di affaticamento mentale. 10. CONCLUSIONI Come conclusione a seguito della esperienza acquisita, da quando è entrato in vigore il D.Lgs. 626/94, si può affermare con molta serenità che nell’ambito delle attività lavorative del settore della ricerca, che prevedono l’impiego di unità videoterminali, le situazioni lavorative che si incontrano sono generalmente molto controllate e difficilmente estreme. Quello che si può generalmente riscontrare è che i posti di lavoro rispettano il più delle volte le esigenze specifiche di ogni singolo utente, che a volte per problemi propri di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce posizionare e sistemare il proprio posto di lavoro in un modo piuttosto che in un altro. In generale comunque le apparecchiature e le attrezzature, che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle ultime generazioni e quindi, rispondenti ai criteri sempre più avanzati della tecnologia. Quello che purtroppo spesso si evidenzia è la mancanza di coordinamento e di collaborazione, a monte della sistemazione e della progettazione di un ambiente di lavoro con il VDT, fra il committente della postazione, il progettista e l’ergonomista o comunque l’operatore della sicurezza. Questo comporta spesso di ritrovarsi a dover intervenire a correggere gli ambienti di lavoro, anche quando questi sono di recente costruzione. Pertanto, sempre nel rispetto del D.Lgs. 626/94 e successive modificazioni, è necessario che la collaborazione fra le figure interessate (utente del posto di lavoro o comunque committente dell’opera, progettista ed operatore della sicurezza) sia presente e realizzata, già in fase di progetto di qualunque ambiente di lavoro. Per quanto riguarda poi gli altri aspetti delle problematiche connesse con l’utilizzo dei VDT negli ambienti della ricerca, c’è da evidenziare che gli utilizzatori dei videoterminali sono generalmente persone altamente qualificate, in qualunque settore essi operino e pertanto con una corretta conoscenza delle problematiche e la giusta sensibilità a quanto attiene alla salute ed alla sicurezza. I compiti poi che un lavoratore della ricerca svolge, anche quando utilizza un videoterminale, sono sempre diversi e diversificati fra loro, nell’ambito della propria organizzazione lavorativa, in quanto vanno dalla battitura di testi, all’analisi di risultati scientifici, al controllo di apparecchiature, etc: cosa questa che consente comunque di ridurre notevolmente tutti i problemi legati alla monotonia del lavoro ed alla demotivazione della propria attività. RIFERIMENTI NORMATIVI E BIBLIOGRAFIA: - Direttiva Comunitaria 270/90/CEE del 21/6/90; Circolare n. 71911/10.0.296 del 22/2/1991; Decreto Legislativo 626 del 19/9/94 e successive integrazioni (D.Lgs. 242/96) Sentenza UE del Dic. 96); Normel - Nuova normativa europea - "Videoterminali: orientamenti tecnici, applicativi ed ergonomici"; E. Pira, C. Romano, A. Sonnino. "Aspetti sanitari nell'uso professionale del VDT"; Antonio Bergamaschi, Università di Torvergata, Roma. Ambiente e sicurezza sul lavoro - "I rischi al videoterminale: prevenzione e tutela"; Raffaele Rosucci. “I Videoterminali nell’ambiente di lavoro”, L.Petrella, A. Russo. Collezione Ricerca e Sicurezza – C.N.R. “Design of Computer Terminal Workstation”, M.J. Smith, W.J. Cohen in “Handbook of Human factors and ergonomics”, edited by Gavriel Salvendy, pagg.1637-1683. “Campi elettromagnetici e Salute pubblica – Unità Video (VDU) e salute umana” – World Health Organization, Fact Sheet n.201 – luglio 1998. UNI 29241: Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT), parte 1, parte 2 e parte 3: parte 1 (UNI EN 29241-1): "Introduzione generale"; parte 2 (UNI EN 29241-2): "Guida ai requisiti dei compiti"; - parte 3 (UNI EN 29241-3): "Requisiti dell'unità video". UNI 10380/94: Illuminazione di interni con luce artificiale. UNI 10530: Principi di ergonomia della visione: Sistemi di lavoro ed illuminazione. UNI 7367/87: Posto di lavoro: scrivania e sedia, tavolo per VDT e sedia. Generalità. UNI 9095/87: Mobili per ufficio. Tavoli per VDT. Dimensioni minime. UNI 7498/87: Mobili per ufficio: sedie e poggiapiedi. Dimensioni minime. UNI 8582/84: Sedie: stabilità. ISO 6385/81: Ergonomic principles in the design of work system. ISO 8995/89: Principles of visual ergonomics. The lighthing of indoor work system. ISO 9241: Ergonomic requirements for office work with visual display terminals . David A. Brown and Dr. Robin Mitchell, "Pocket Ergonomist", Sydney, Australia. APPENDICE A ELENCO DELLE PARTI DELLA NORMA ISO 9241 Parte 1: Introduzione generale Parte 2: Requisiti delle mansioni Parte 3: Requisiti dell’unità video Parte 4: Requisiti della tastiera Parte 5: Struttura del posto di lavoro e suoi requisiti ergonomici Parte 6: Requisiti dell’ambiente del posto di lavoro Parte 7: Requisiti dell’unità video con riferimento ai riflessi Parte 8: Requisiti per l’ottimizzazione dell’uso dei colori Parte 9: Dispositivi di introduzione dati diversi dalle tastiere Parte 10: Principi dialogici (progettazione e valutazione del software) Parte 11: Dichiarazione di usabilità Parte 12: Presentazione dell’informazione Parte 13: Guida per gli utenti Parte 14: Lista di opzione per il dialogo Parte 15: Comandi per i dialoghi Parte 16: Dialoghi interattivi diretti Parte 17: Dialoghi interattivi mediante video Parte 18: Dialoghi interattivi mediante domanda e risposta Parte 19 : Dialoghi interattivi mediante linguaggio naturale Si precisa che la suddetta norma è ancora in fase di elaborazione finale e che pertanto l’elenco ed i titoli delle parti su specificate sono soggetti ancora a tutt’oggi a continua revisione. Pertanto l’elenco riportato è da considerarsi del tutto indicativo e comunque corrisponde a quello che era il progetto iniziale della Norma stessa. APPENDICE B GUIDA PER OTTIMIZZARE LA PROPRIA POSIZIONE DI LAVORO AL VDT • • • • • La seguente guida descrive i possibili discomfort che si presentano a livello del sitema muscolo-scheletrico, dando delle pratiche soluzioni per minimizzare i disagi muscolari e dei suggerimenti per trovare la propria posizione “ideale” di lavoro Lo scopo di questa guida è : Aumentare la consapevolezza circa il ruolo che la posizione costretta del corpo ed i movimenti forzati e ripetitivi hanno nell’origine del discomfort nel posto di lavoro Educare gli operatori ad essere partecipi della responsabilità del loro comfort Aumentare la consapevolezza che cattive abitudini di lavoro e posture non corrette possono contribuire ai disagi muscolo-scheletrici Identificare la sensazione di discomfort, determinarne la causa e dove possibile cambiare le abitudini di lavoro o la postura per minimizzare o eliminare il discomfort Incoraggiare l’operatore a segnalare al responsabile ogni disagio presente sul posto di lavoro Si ricorda in generale che: ♦ edere in una posizione fissa per lunghi periodi di tempo può causare discomfort ed affaticamento: ♦ cambiare la propria posizione e occasionalmente stirarsi o cambiare il proprio lavoro, facendone altri può aiutare a tenere attenti e a ridurre il discomfort muscolare. È necessario pertanto che ogni persona che utilizzi per la propria attività il VDT si assicuri: • Che la sedia sia nella posizione confortevole per sè, abbia la spalliera nella posizione giusta, sia alta tanto da assicurare l’appoggio dei piedi a terra e che non ci sia pressione sotto le ginocchia • Di cambiare posizione, alzarsi o stirarsi ogni volta che si avverte stanchezza. • Di battere con leggerezza sui tasti e di tenere la spalla, le mani e le dita rilassate. • Di organizzare la propria zona di lavoro così che tutto il materiale di lavoro e quello che può servire sia facilmente raggiungibile e ad altezza confortevole. • Che il portadocumenti, se usato, sia posizionato circa sullo stesso piano ed alla stessa distanza dello schermo. • Di fare, se possibile, lavori diversi. • Di tenere la testa allineata con il proprio corpo, e leggermente in avanti. • Di aggiustare il display ad una confortevole altezza di vista, con la sommità dello schermo giusto al di sotto del livello degli occhi. • Di far riposare gli occhi, guardando ogni tanto a lunga distanza. • Di avere un accurato programma sanitario di controllo della vista; s • • • • • Di avvisare l’oculista dell’uso del VDT, informandolo della frequenza d’uso, della distanza di seduta dallo schermo e dell’angolo di vista dei compiti visivi. Di evitare abbagliamenti, posizionando lo schermo lontano da sorgenti luminose, quali finestre o luci sopra la testa. Di regolare il contrasto e la luminosità dello schermo. Di pulire periodicamente lo schermo. Di segnalare al responsabile la persistenza del discomfort. SPALLE (1) SOMMITÀ DELLE SPALLE: SPALLE TENUTE SOLLEVATE Probabile causa del discomfort a. superficie di lavoro troppo alta b. Gomiti che urtano sul bracciolo c. Spalliera troppo alta d. Operatore teso Possibile correzione Abbassare la tastiera o la scrivania; alzare la sedia e il poggiapiedi Togliere o abbassare il bracciolo; cambiare la sedia Aggiustare la spalliera Lasciar cadere le spalle Inclinare leggermente le braccia (3)Spalle esterne: gomiti posizionati lontano dal corpo Probabile causa di Possibile correzione discomfort a. Stesso come in 1 Vedi da 1a a 1d b. Lavoro troppo Riorganizzare la scrivania così lontano da un lato da portare il lavoro più vicino all’asse centrale del corpo in modo che le braccia cadano verticalmente (2) Parte posteriore delle spalle: spalle tirate indietro Probabile causa del discomfort a. Stesso come in 1 b. Tastiera troppo vicina c. Postura non corretta d. Sporgersi in avanti Possibile correzione Applicare da 1a fino a 1d Porre la tastiera lontano così che le braccia cadano verticali Sedere diritti con la testa in linea con il corpo Aumentare il compito visivo per raddrizzare le spalle, vedi #5 (4) Osso piatto fra le spalle: braccia tenute in avanti Probabile causa del discomfort Possibile correzione Tastiera o lavoro troppo lontano Porre il lavoro più vicino così che le braccia cadano verticalmente COLLO (5) Base del collo: appoggio in avanti Probabile causa di discomfort a. Documento troppo basso b. Schermo troppo basso (7) Sommità del collo: mento in avanti POSSIBILE CORREZIONE Alzare i documenti; usare un Poggiadocumento Alzare lo schermo così che il suo top sia alla stessa altezza o esattamente al di sotto del livello degli occhi. Proabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE a. Compito visivo troppo in alto Abbassare il compito visivo, o reclinarlo leggermente b. Utilizzo di occhiali bifocali Cambiare le lenti in trifocali o separare la prescrizione per la distanza del VDT (8) Un lato del collo: testa costantemente girata (6) Parte superiore posteriore: piegati sul lavoro Probabile causa di POSSIBILE CORREZIONE discomfort a. Vedi situazione 5 vedi 5a e 5b b. sedia troppo bassa Regolare l’altezza della sedia o troppo alta Probabile causa di discomfort Compito visivo principale su un solo lato POSSIBILE CORREZIONE Portare il lavoro più vicino al centro del corpo, alternare la posizione del lavoro su entrambi i lati, usare un poggiadocumenti DORSO E GAMBE (9) Parte bassa posteriore del dorso: inadeguato supporto posteriore Probabile causa di POSSIBILE CORREZIONE discomfort a. Spalliera troppo Regolare la spalliera così da alta o troppo bassa supportare fermamente la regione lombare b. Spalliera non usata Regolare la spalliera in avanti per supportare la regione lombare; cambiare la sedia c. caduta in avanti Vedere 5 e 6 Spostare la spalliera in avanti; d. Natiche non sulla sedere indietro parte posteriore della sedia e. Sedia troppo alta Abbassare la sedia (10) Parte bassa delle gambe: circolazione delle gambe interrotta Probabile causa di discomfort a. Piedi non appoggiati sul pavimento b. Cuscino troppo profondo c. piano di seduta non arrotondato d. Sedia troppo alta POSSIBILE CORREZIONE Abbassare la sedia e/o il piano di lavoro; usare un poggiapiedi Cambiare la sedia Cambiare la sedia Abbassare la sedia AVAMBRACCIO, MANO E POLSO (11) Superficie superiore dell’avambraccio: mano sollevata Probabile causa di discomfort a. Polsi sul tavolo o sulla tastiera durante la dattiloscrittura b. Tastiera troppo inclinata c. Polso tenuto rigido d. Mancanza di pause e lavoro non vario POSSIBILE CORREZIONE Vedere da 1a a 1d; usare un appoggio per i polsi (12) Superficie esterna: mano held sideways Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE a. Gomiti sporgenti Vedere da 1a a 1d b. tastiera con inclinazione non Ruotare la tastiera per corretta raddrizzare i polsi c. Polsi piegati per raggiungere i Muovere le braccia, non tasti funzione o i tasti cursori piegare il polso Aggiustare l’angolo della tastiera Rilassare lo stile di lavoro Rilassare e variare i compiti, abbandonare le mani quando non si digitano dati (13) Mano (parte finale del mignolo): piegamento e stiramento del polso Probabile causa di POSSIBILE CORREZIONE discomfort a. Over-stretching Vedere 12c Rilassare lo stile di lavoro b. azione di "Hammering" (premere i tasti con molta forza) AVAMBRACCIO E MANO (14) Muscoli flessori dell’avambraccio: battuta violenta dei tasti Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE a. Mancanza di esercizio Usare un feedback tattile/ acustico; usare un tocco più leggero (16) Dito mignolo: over-stretching o battuta violenta Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE a. Dita Over-stretching Vedere punto 12c b. Azione di "Hammering" (pres Usare dita diverse; rilassare lo sione sui tasti con molta forza) stile di lavoro (17) Muscolo del pollice: pressione sostenuta (15) Flessori (esterni/lato ulna): mano poggiata obliquamente Probabile causa di discomfort POSSIBILE CORREZIONE a. Mancanza di esercizio Vedere da12a a 12c; muovere le braccia, evitare di curvare il polso Probabile causa di POSSIBILE discomfort CORREZIONE a. battuta ripetitiva della Modificare barra spaziale l’azione così che la barra di spazio sia battuta quando è tenuto giù b. la carta avvolta Usare il retro o il necessita del pollice lato della mano, bloccare per avanzare l’avvolgimento c. scrivere con angolatura Sostituire la scomoda del pollice penna; aggiungere una presa in gomma. OCCHI (18) Occhi: posizione scomoda della testa Probabile causa di discomfort a. Testa giusto al di sopra dello schermo b. Il lavoratore siede troppo vicino allo schermo c. Il lavoratore siede lontano dallo schermo Possibile correzione Visione non corretta o prescrizione impropria; il portatore di lenti bifocali potrebbe avere necessità di occhiali singoli e separati di diversa prescrizione Visione non corretta; i portatori di lenti potrebbero necessitare di una prescrizione diversa per il lavoro al VDT Visione non corretta; i portatori di occhiali potrebbero necessitare di una prescrizione diversa per il lavoro al VDT (19) Occhi: strabismo Probabile causa di Possibile correzione discomfort a. lo schermo sembra - Controllare la prescri essere polveroso zione visiva; - controllare se c’è presenza di una sor gente di abbaglia mento; - pulire lo schermo; - controllare se il computer funziona correttamente. b. Sguardo fisso allo Sbattere regolarmente schermo le palpebre, più spesso se si portano lenti a contatto