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G Ital Med Lav Erg 2006; 28:1 www.gimle.fsm.it stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l’ambiente di lavoro immediatamente circostante (6). Per videoterminalista si intende colui che utilizza in modo sistematico o abituale per almeno venti ore settimanali un’attrezzatura munita di videoterminale (7-9). I problemi legati alle condizioni ergonomiche dei posti di lavoro con VDT considerati dal decreto 626/94 sono (10): – rischi per “la vista e per gli occhi” – postura ed affaticamento fisico o mentale – condizioni ergonomiche e di igiene ambientale I rischi appena citati corrispondono direttamente alla classificazione dell’OMS (11) relativa ai disturbi accusati dagli addetti ai VDT: – effetti a carico “della vista e degli occhi” – disturbi a carico del sistema muscolo-scheletrico – disturbi collegati allo stress – disagi dovuti al condizionamento ambientale Rischi da VDT È necessario chiarire che il VDT di per sé non provoca i succitati disturbi, ma possono risultare patogene le non corrette modalità d’uso. Ad ogni modo, per meglio comprendere l’utilità e la necessità di un approccio ergonomico corretto all’uso professionale dei VDT è utile analizzare un po’ più in dettaglio tali disturbi e loro possibili cause. I disturbi oculo-visivi, reversibili nel loro complesso, costituiscono la cosiddetta astenopia o sindrome da fatica visiva (ammiccamento, lacrimazione o secchezza, bruciore, sensazione di corpo estraneo, visione sdoppiata, fotofobia, stanchezza alla lettura). Le cause possono essere le condizioni sfavorevoli di illuminazione (eccessiva o scarsa illuminazione, controluce, difetti di definizione del monitor, riflessi sul monitor o su superfici lucide ad esso contigue, bassa frequenza di refreshing del monitor), impegno visivo ravvicinato, statico e protratto nel tempo (ciò comporta notevole sollecitazione dei muscoli estrinseci e intrinseci dell’occhio costretto a protratte ed eccessive accomodazioni), difetti visivi preesistenti e mal corretti. I disturbi muscolo-scheletrici sono costituiti da sensazioni di affaticamento, peso, dolore, intorpidimento, parestesie, rigidità con contratture antalgiche, sensazioni distribuite variamente al collo, al tronco, agli arti, alle mani, sensazioni che a lungo andare -senza adeguata terapia- potrebbero sfociare in problemi irreversibili (malattie da sovraccarico biomeccanico, tra cui la sindrome del tunnel carpale). Le cause sono correlate prevalentemente alla posizione di lavoro, che può essere inadeguata, sia per errata scelta o per errata disposizione degli arredi, sia per posizioni di lavoro fisse e prolungate troppo lungamente, anche in presenza di arredamento adeguato. Per quanto riguarda le mani, invece, le cause dei relativi disturbi sono dovute ai movimenti rapidi e ripetitivi, specie se eseguiti in atteggiamento di disallineamento radioulno-carpale. Lo stress è manifestato da disturbi somatici, psicosomatici e psicologici (cefalea, stanchezza eccessiva, disturbi gastrointestinali, tensione nervosa, insonnia, ansia, de- 77 pressione, irritabilità). Varie le cause: contenuto del lavoro spesso monotono e ripetitivo; tecnologia inadeguata al carico di lavoro a sua volta spesso eccessivo; discomfort dell’ambiente lavorativo; scarsa conoscenza del software e dell’hardware; mancanza di informazioni sulla progettazione, sull’organizzazione e sui risultati del lavoro; mancanza di una propria responsabilità lavorativa; conflitti interpersonali; altro ancora (1, 12). Ergonomia applicata ai VDT (12) Sono di seguito esaminate le caratteristiche ergonomiche previste dalla normativa per le postazioni di lavoro munite di VDT. Nell’ordine sono considerati: illuminazione, ambiente di lavoro, tavolo di lavoro, schermo video, tastiera, sedile di lavoro, posizione del tronco, pause ed esercizi fisici, formazione e informazione. Illuminazione della postazione VDT L’illuminazione adeguata del posto di lavoro è l’elemento più importante da curare. Il lavoro al VDT richiede lettura di dati su monitor e contemporanea lettura di dati su carta. Dato che il monitor ha una propria illuminazione e che per la lettura di dati su carta necessita illuminazione naturale o artificiale, questa situazione d’interazione tra sistemi di illuminazione deve essere controllata e regolata al fine di avere un buon contrasto nel campo visivo dell’operatore. In letteratura tecnica e in specifiche normative (14, 13) sono forniti valori di riferimento dell’illuminamento espresso in lux per ambienti con videoterminale. Queste diverse fonti sono concordi nel fissare un range di 300-500 lux di illuminamento del piano di lavoro per avere il maggior comfort visivo. Questi valori però, se possono essere raggiunti con un’adeguata progettazione dell’impianto di illuminazione artificiale, sono difficili da ottenere nelle ore diurne in quanto lo stato dell’illuminazione naturale è estremamente variabile. Per questo motivo, nei posti di lavoro sono necessarie alle finestre tendine, tipo veneziana, che consentano la regolazione dell’illuminazione diurna dell’ambiente di lavoro in quanto la luce diretta da sole potrebbe risultare eccessiva, con abbagliamento e scarso contrasto sul monitor. L’illuminazione artificiale deve essere contenuta in plafoniere antiabbagliamento. Il modo migliore per posizionare la luce artificiale per un videoterminale è quello di disporre parallelamente alla finestratura della stanza file di luce artificiale. Ovviamente il posto di lavoro al VDT deve essere ortogonale con le finestre e non deve avere punti di illuminazione, artificiali o naturali, dietro il monitor (abbagliamento) o davanti al monitor (riflessi). Sono stati brevettati dispositivi che misurano costantemente l’illuminazione del posto di lavoro dando indicazione su come intervenire se l’illuminazione non è corretta. Se si diffonderanno, questi dispositivi risolveranno il problema della buona illuminazione. Per quanto riguarda l’abbagliamento e i riflessi, spetta all’operatore orientare in maniera corretta il monitor (13, 14) (fig. 1 e norme UNI elencate in tab. III). 78 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:1 www.gimle.fsm.it Figura 1. Corretto orientamento dei monitor Tabella I. Tabelle di normativa tecnica (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Ergonomia Norma Titolo Data UNI EN 547-1 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture per l’accesso di tutto il corpo nel macchinario. settembre 98 UNI EN 547-2 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Principi per la determinazione delle dimensioni richieste per le aperture di accesso. settembre 98 UNI EN 547-3 Sicurezza del macchinario - Misure del corpo umano - Dati antropometrici. settembre 98 UNI EN 894-1 Sicurezza del macchinario - Requisiti ergonomici per la progettazione di dispositivi di informazione e di comando - Principi generali per interazioni dell’uomo con dispositivi di informazione e di comando. novembre 98 UNI EN 894-2 Sicurezza del macchinario - Requisiti ergonomici per la progettazione di dispositivi di informazione e di comando - Dispositivi di informazione. novembre 98 UNI EN ISO 7250 Misurazioni di base del corpo umano per la progettazione tecnologica. febbraio 00 UNI 8459 Ergonomia dei sistemi di lavoro.Terminologia di base e principi generali. febbraio 83 UNI EN ISO 9241-1 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) - Introduzione generale. marzo 99 UNI EN ISO 9241-8 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) - Requisiti per i colori visualizzati. maggio 01 UNI EN ISO 9241-10 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) - Principi dialogici. febbraio 97 UNI EN ISO 9241-15 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) - Comandi dialogici. dicembre 99 UNI 10530 Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione. febbraio 97 UNI EN ISO 11064-1 Progettazione ergonomica di centri di controllo - Principi per la progettazione di centri di controllo. marzo 01 UNI EN ISO 11064-2 Progettazione ergonomica di centri di controllo - Principi per la sistemazione delle suite di controllo. marzo 01 UNI EN ISO 11399 Ergonomia degli ambienti termici - Principi e applicazione delle relative norme internazionali. marzo 01 UNI EN 13406-1 Requisiti ergonomici per il lavoro con visualizzatori a pannelli piatti - Introduzione. aprile 00 UNI EN 28996 Ergonomia. Determinazione della produzione di energia termica metabolica. maggio 96 UNI EN 29241-2 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Guida ai requisiti dei compiti. giugno 94 UNI EN 29241-3 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Requisiti dell’unità video. giugno 94 UNI EN 26385 Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro. maggio 91 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:1 www.gimle.fsm.it 79 L’ambiente di lavoro Il microclima deve avere caratteristiche di temperatura, umidità dell’aria e aerazione confortevoli per l’operatore. Come tutte le macchine elettriche, i VDT dissipano calore; gli ambienti a elevata concentrazione di VDT sono pertanto, di norma, condizionati, garantendo gli standard di benessere stabiliti dalle norme ISO. Nei restanti casi una differenza di temperatura con l’esterno non dovrà superare i 2/3 C°. Per mantenere il giusto grado di umidità, in inverno negli ambienti riscaldati è spesso necessario installare umidificatori integrativi. I ricambi dell’aria ritenuti sufficienti per gli uffici sono da 20 a 40 m3/ora/persona. I valori più alti si applicano in caso di presenza di fumatori. La rumorosità ambientale raccomandata è 55÷65 dB(A). La differenza massima fra ambiente e posto di lavoro sarà da contenere in 5 dB(A). L’organizzazione spaziale dell’ufficio deve consentire spazi di manovra sufficienti; la colorazione dei mobili e delle pareti deve essere tale da evitare i riflessi. In buona sostanza, è consigliabile evitare i colori estremi bianco e nero e le superfici lucide. In particolare, nella tinteggiatura delle pareti è consigliabile evitare il bianco puro (tab. I). deve consentire l’alloggiamento delle gambe semidistese quando posate sul pavimento o su un eventuale posapiedi (fig. 2 e tab. II). Per quanto riguarda il colore del piano di lavoro, sono da evitare tavoli lucidi, bianchi o neri, per evidenti problemi di riflessione e contrasto (15). Lo schermo video Per essere adeguato, lo schermo deve avere le seguenti caratteristiche: – caratteri definiti e leggibili, immagini stabili (frequenza di rischiaramento maggiore o uguale a 70 Hz); – regolabilità del contrasto e della luminosità; – orientabilità nello spazio; – posizione preferibilmente su supporto autonomo regolabile, purché solido e stabile; distanza ottimale degli occhi dallo schermo cm 50-70; – regolabilità dell’altezza della sedia e/o del monitor in modo tale che gli occhi siano all’altezza del bordo superiore del monitor o poco più sopra (16). Gli schermi addizionali (filtri) antiriflesso possono essere utili quando non sia possibile migliorare in alcun altro modo la visibilità dei caratteri e purché: siano di buona qualità, siano mantenuti in buone condizioni di pulizia, evitino effetti tipo “specchio”. Il tavolo di lavoro Il D.L.vo 626/94 nell’allegato VII contiene alcune indicazioni su come deve essere un tavolo di lavoro. Indicazioni più precise sono fornite dalla norma UNI 9095 specifica per i tavoli per VDT. In essa si danno le seguenti misure: – larghezza: 900÷1600 mm, variabili in funzione degli apparecchi utilizzati; – profondità: 700÷900 mm, variabili in funzione della distanza visiva ottimale e dello spazio occupato dalla tastiera; – altezza: se fissa, di 72 cm (± 1,5 cm); se regolabile, ovviamente deve garantire un’escursione al di sotto e al di sopra di tale misura; – gli avambracci devono poggiare sullo spazio che deve rimanere libero tra tastiera e bordo tavolo (~ 15 cm); – vano per le gambe: larghezza minima 580 mm; in profondità Figura 2. Corretta posizione del tronco Tabella II. Tabelle di normativa tecnica (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Mobili Norma Titolo Data UNI 7367 Mobili per ufficio. Posto di lavoro: scrivania, sedia, tavolo per video, terminale e sedia. Generalità. Febbraio 87 UNI 7368 Mobili per ufficio. Scrivanie e tavoli di uso generale e per dattilografia. Dimensioni. Aprile 87 UNI 7498 Mobili per ufficio. Sedie e appoggiapiedi. Dimensioni e caratteristiche costruttive. Aprile 87 UNI 9095 Mobili per ufficio. Tavoli per video terminali. Dimensioni. Aprile 87 UNI 9149 Mobili Prove sulle finiture delle superfici. Determinazione della riflessione speculare delle superfici. Luglio 87 80 G Ital Med Lav Erg 2006; 28:1 www.gimle.fsm.it Tabella III. Tabelle di normativa tecnica (Ente Nazionale Italiano di Unificazione). Ergonomia e illuminazione Norma Titolo Data UNI 8459 Ergonomia dei sistemi di lavoro. Terminologia di base e principi generali. Febbraio 83 UNI 10380 Illuminotecnica. Illuminazione di interni con luce artificiale. Maggio 94 UNI 10530 Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione. Febbraio 97 UNI EN 29241-2 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Guida ai requisiti dei compiti. Giugno 94 UNI EN 29241-3 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Requisiti dell’unità video. Giugno 94 UNI EN ISO 9241-10 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT). Principi dialogici. Febbraio 97 UNI ENV 26385 Principi ergonomici nella progettazione dei sistemi di lavoro. Maggio 91 La tastiera Deve essere autonoma e mobile, di basso spessore, inclinabile, con caratteri leggibili e superficie opaca, chiara ma non bianca; è necessario disporre di spazio davanti alla tastiera per sostenere le mani e gli avambracci dell’utilizzatore (17). Il sedile di lavoro Un sedile ergonomico deve essere solido, sicuro, ben regolabile e dimensionato, confortevole e pratico. Esso deve avere queste caratteristiche: – basamento antiribaltamento a 5 razze; – altezza regolabile; – comandi di regolazione maneggevoli, accessibili in posizione seduta; – schienale medio-alto regolabile in altezza; – piano del sedile e schienale ben profilati: supporto lombare; spessa imbottitura semirigida; rivestimento traspirante; – schienale regolabile in inclinazione. In particolare il sedile non deve: avere la superficie del piano più ampia del basamento (perché non possa ribaltarsi), essere difficile da regolare, essere troppo stretto o troppo lungo, essere piatto o mal sagomato o troppo morbido, essere rivestito in plastica che impedirebbe la traspirazione (tab. II). Figura 3. Esercizi fisici consigliati La posizione del tronco Il tronco va posizionato regolando lo schienale della sedia 90÷110 gradi e posizionandolo in altezza in mondo tale da sostenere l’intera zona lombare (l’ambito di questo range è da considerarsi indicativo, essendo notevolmente variabili la condizione di comfort individuale in posizione assisa); il supporto lombare va regolato al giro vita e, ovviamente, la schiena deve essere mantenuta costantemente appoggiata allo schienale (fig. 2). Pause ed esercizi fisici Regolamentata da normativa specifica per evitare l’affaticamento (18) è l’abitudine di cambiare posizione frequentemente e di fare pause brevi e frequenti per evitare l’affaticamento (almeno 15 minuti di pausa ogni 2 ore consecutive di lavoro) (18). Utili gli esercizi di allungamento (stiramento), alcuni dei quali sono esposti in progressione nella fig. 3. Formazione e informazione Gli aspetti legati alla prevenzione, la formazione e l’informazione degli addetti al videoterminale sono normati dal D.L.vo 626/1994. Ovviamente qualsiasi operatore avrà necessità anche di essere formato e informato per utilizzare la macchina. È necessario che gli aspetti della sicurezza siano visti come un tutt’uno con gli aspetti opera- G Ital Med Lav Erg 2006; 28:1 www.gimle.fsm.it tivi e non come sovrastruttura dell’attività lavorativa. Saper utilizzare correttamente il VDT deve quindi significare saper produrre rispettando regole di prevenzione (19). Sorveglianza sanitaria La legge 422/2000, all’art. 21 riporta le seguenti modifiche al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626. • All’articolo 51, comma 1, la lettera c) è sostituita dalla seguente: “c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’articolo 54”. • All’articolo 55, i commi 3 e 4 sono sostituiti dai seguenti: “3. I lavoratori sono sottoposti a sorveglianza sanitaria, ai sensi dell’articolo 16.3-bis. Le visite di controllo sono effettuate con le modalità di cui ai commi 1 e 2.3-ter. La periodicità delle visite di controllo, fatti salvi i casi particolari che richiedono una frequenza diversa stabilita dal medico competente, è biennale per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni e per i lavoratori che abbiano compiuto il cinquantesimo anno di età; quinquennale negli altri casi. 4. Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogniqualvolta sospetti una sopravvenuta alterazione della funzione visiva, confermata dal medico competente, oppure ogniqualvolta l’esito della visita di cui ai commi 1 e 3 ne evidenzi la necessità”. • L’articolo 58 è sostituito dal seguente: “Art. 58 - (Adeguamento alle norme). - 1. I posti di lavoro dei lavoratori di cui all’articolo 51, comma 1, lettera c), devono essere conformi alle prescrizioni minime di cui all’allegato VII”. Conclusioni Da quando è entrato in vigore il D.Lvo 626/94 si può affermare che nell’ambito delle attività lavorative che prevedono l’impiego di unità VDT le situazioni lavorative sono generalmente molto controllate. A volte si riscontra, però, che la postazione di lavoro rispetta le esigenze specifiche di ogni singolo utente, il quale per problemi di comodità e di impostazione del lavoro, preferisce sistemare la propria postazione a proprio piacimento. In generale, comunque, le apparecchiature e le at- 81 trezzature che vengono messe a disposizione degli utilizzatori, sono quasi sempre delle ultime generazioni, e quindi rispondenti a criteri sempre più avanzati di tecnologia. Un altro problema è spesso la mancanza di coordinamento e di collaborazione fra il committente della postazione, il progettista e l’ergonomista, e/o comunque l’operatore della sicurezza. Questo comporta spesso interventi di correzione sugli ambienti di lavoro, anche quando questi sono di recente costruzione. Per quanto poi all’utilizzo dei videoterminali, negli ambienti universitari e di ricerca, gli utilizzatori dei videoterminali sono, solitamente, persone altamente qualificate, e pertanto con una corretta conoscenza delle problematiche e la giusta sensibilità alla salute e alla sicurezza. Inoltre, i compiti che un lavoratore della ricerca svolge, anche quando utilizza un videoterminale, sono sempre diversificati tra loro (analisi dei risultati scientifici, battitura di testi, controllo delle apparecchiature etc.) cosa che consente di ridurre notevolmente i problemi legati alla monotonia del lavoro, peraltro non scongiurando le molteplici problematiche legate allo stress lavorativo. Bibliografia 1) Feltrin G. Analisi del lavoro: criteri e metodi. In: Ambrosi L, Foà V. Trattato di Medicina del Lavoro. UTET, Torino, 1998, pp. 17-18. 2) Maggi B. Lavoro organizzato e salute. Tirrenia Stampatori, Torino,1991. 3) Sperandio JC. La psicologia in ergonomia. Il Mulino, Bologna, 1983. 4) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 50, comma 1 e comma 2 lettera f. 5) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 51, comma 1, lettera a. 6) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 51, comma 1, lettera b. 7) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 51, comma 1, lettera c. 8) Legge Comunitaria 422/2000, art. 21. 9) Circolare del Ministero del Lavoro n. 16/2001. 10) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 52, commi 1 e 2. 11) Visual Display Terminals and Workers’ Health, WHO Offset Publication No. 98, World Health Organization, Geneva, 1987. 12) Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome. Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro - linee guida per l’applicazione del D.Lvo 626/94. Regione Emilia Romagna-ASL di Ravenna. Scaletta, Ravenna, 1999. 13) Circolare Ministeriale 102/95, commi b, c, d. 14) Piccoli B, Gratton I, Visione e lavoro d’ufficio. 53° Congresso Nazionale Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene industriale, Stresa, 1990. 15) D.L.vo 626/94, Allegato VII, comma d. 16) D.L.vo 626/94, Allegato VII, comma b. 17) D.L.vo 626/94, Allegato VII, comma c. 18) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 54. 19) D.L.vo 626/94, Titolo VI: art. 56. Richiesta estratti: Prof. Nunzio Valerio Mennoia - Via Calesino, 10/L - 27100 Pavia, Italy