Quasi fast food di Angelica Polegato
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Quasi fast food di Angelica Polegato
Quasi fast food: un very super happy meal – di Angelica Polegato Riconoscimento speciale al concorso “Mangiare e non inquinare – Il mio menù a impatto zero” indetto da Rovereto Green nell’edizione del novembre 2015 in collaborazione con Ecoristorazione Trentino (www.ecoristorazionetrentino.it) Il famoso menù della altrettanto famosa catena di cibo veloce, è tanto invogliante quanto poco responsabile rispetto alle questioni ambientali: l’energivora catena del freddo essendo cibo surgelato, i rifiuti delle confezioni usa e getta, l’uso eccessivo di carne (gli allevamenti producono il 31% delle emissioni di gas serra, e andrebbe quindi limitata e valorizzata come un cibo prezioso), il poco rispetto per territorialità e stagionalità. Ci sono molte alternative altrettanto veloci ed economiche e meno energivore, qui propongo una mia versione basata sul riciclo del cibo e non solo, sull’autoproduzione e sulla stagionalità dei prodotti. Il pane - riso avanzato (circa 150 gr ) Dividete il riso in quattro porzioni, bagnatevi le mani e date a ciascuna la forma di una polpette/galletta. Scaldate una padella e fatele tostare per bene su ogni lato. Importante è schiacciare bene tra loro i chicchi di riso in modo da compattare il tutto e giratelo sull’altro lato solo quando avrà formato una bella crosticina. Si può fare anche in forno, usando anche una formina o coppapasta. L’hamburger - qualsiasi legume in frigo Se si vuole un hamburger esteticamente simile a quello “originale” la combinazione migliore è a mio avviso funghi e fagioli neri (schiacciando con la forchetta in una ciotola 100 gr di funghi cotti in padella con un cucchiaio d’olio evo, curcuma, aglio, sale e pepe; 200 gr di fagioli neri, farina di ceci o pangrattato fatto in casa per legare; si à la forma di un hamburger e si scaldano in padella o in forno), ma non c’è limite alla fantasia. Consumiamo pochi legumi, eppure sono una buona fonte proteica, serve poca acqua per produrli, si conservano secchi quindi niente catena del freddo, si possono comperare sfusi, si possono cucinare e tenere in frigo per qualche giorno, e fanno molto bene. La salsa Salsa ketchup fatta in casa per non comperare barattoli di plastica. 250 grammi di salsa di pomodoro, 3 cucchiai d'acqua, 1 cucchiaio di sciroppo d'acero o d'agave, 1 cucchiaio di aceto di mele, ½ cucchiaino di sale, ¼ di cucchiaino di senape. Le verdure Insalatina di stagione (poca ormai qui in Trentino), qualche cetriolo sottaceto se si ha avuto la lungimiranza di autoprodurseli durante l’estate, per i più avventurosi kimichi di cavolo cappuccio, una sorta di latto-fermentazione che richiede 12 ore: il cavolo tagliato sottile e poi a pezzettini viene salato e premuto all’interno del barattolo con un peso sopra, in modo da far uscire l’acqua di fermentazione. Si lascia in questa salamoia per 12 ore e poi si scola. Il kimichi è una panacea per lo stomaco e l’apparato digerente. Le patatine Servono circa 250 gr di patate e zucca (verdure di stagione, acquistabili quindi al mercato contadino locale) tagliate a bastoncini; asciugate dell’acqua in eccesso, si mettono quindi in forno per 30 minuti a 220° con olio, sale e spicchio d’aglio tagliato in due, erbe macinate (pepe nero, zenzero, paprika dolce e peperoncino piccante macinati o più tradizionale mix di rosmarino, origano, timo e maggiorana macinati). La bevanda Lattine e bottigliette usa e getta sono diventate ormai un problema, anche il loro riciclo e smaltimento richiede molta energia: perché non provare ad evitare le confezioni usa e getta? Da anni ormai su Internet è possibile trovare ricette che permettono di autoprodursi la digestiva bevanda mondiale color caramello spesso servita con l’hamburger, alcune sono davvero complicate la più semplice prevede acqua gassata, melassa, caffè, succo di arancia e di limone, zucchero di canna. Avendo raggiunto l’età della ragione e il picco della salute, penso non proverò questa autoproduzione, e credo invece offrirò del kefir d’acqua al melograno (frutto di stagione), una bevanda leggermente frizzante ma piena di vita perché ricca d fermenti lattici vivi. Il dolce Fette di Cachi essiccati. La confezione La confezione del famoso menù è facilmente riproducibile con del cartoncino (ottimo quello delle scatole di flakes del mattino), e se vogliamo portarci dietro anche un libro, basta prendere libro e il very super happy meal, metterli in mezzo ad un foulard quadrato e fare un bel sacchetto stile giapponese con la tecnica del furoshiki.