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Real World
Viaggio di distruzione
Sin dall’inizio dell’anno scolastico ci si era posti il problema VIAGGIO D’ISTRUZIONE.
Venezia, Bologna, Enna, Oslo, New York….. Alla fine
Trieste ci è parsa una soluzione accettabile. “Ma no, scusate, a voi non pare un po’ troppo lontano?” “Hai ragione,
sarà meglio optare per i dintorni di Viterbo”. OK, appena sarò
ministro dell’istruzione imporrò l’insegnamento della geografia al biennio ERICA.
Così, felici della nostra ignoranza, definiti gli ultimi dettagli
(ad esempio l’accoppiamento
con l’altra seconda ed i luoghi
precisi da visitare), eravamo
pronti (dovrei dire “pronte”,
dato l’irrisorio tasso di testosterone) il 26 aprile, ad intraprendere un piacevole viaggetto di
nove ore.
Pensate che finita questa tortura ci abbiano fatto posare i deretani sui nostri comodi lettini?
No! Dritti ad Orvieto. Se vi
interessano i particolari culturali della visita a questa splendida
città, non dovete fare altro che
spulciare di nascosto l’archivio
della scuola alla ricerca delle
nostre relazioni “postume”.
Non ho infatti alcuna voglia di
starvi a raccontare che cosa ci
faceva il giglio dei Farnese sul
pavimento del Duomo o in che
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cosa consiste quel miracolo che ha un nome tanto simile a
“transumanza”. Forse risulterà più interessante, invece, che
da quelle parti, con un po’ di fortuna, potete incontrare un
biondino che disegna ascoltando la musica. Immaginatevi il
figlio di Lars Frederiksen magro e non alcolizzato. D'altronde, la guida usava sorridere
indulgentemente di queste nostre distrazioni: aveva già avuto
modo di incontrare i nostri geometri ed a confronto dovevamo
sembrarle delle intellettuali pazzesche.
Siamo riuscite ad infilarci nelle
nostre camere d’albergo solo
alle sette “passate”. Appena
entrati non sembrava vero: due
piani, il divano, la cucina. E pur
essendo in sei, avevamo a disposizione nove posti letto…
Mi ci sono volute due notti per
capire il perché. Ma procediamo
con ordine: doccia, cena e nanna. Nanna? In realtà all’interno
delle camere si è scatenato un
mondo sotterraneo fatto di sesso
droga e Rock & Roll. O forse
no? I Toscanelli sono uno stupefacente? Possiamo considerare
“Rock & Roll” una compagna
di stanza che in preda ad uno
sclero (vi giuro, non ho mai
visto una persona con i nervi
così marci a parte Lars Frederiksen) si mette a cantare i Dar-
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kness alle tre di notte? Ai posteri l’ardua sentenza. Per
quanto riguarda il sesso invece, pochi dubbi: tutte sapevamo che i due ometti presenti hanno urgente bisogno di una
ragazza, ma nessuna se l’è sentita di sacrificarsi.
Di media ci siamo addormentati alle tre di notte. Come potevamo essere pronti per Viterbo, il giorno dopo? Tutt’ora,
di questa città nessuno si ricorda niente se non che i negozi
aprono alle 16:30. E poi:
Albergo.
Doccia.
Cena.
Serata da sballo al pub.
“No, noi non veniamo.” Scattano le polemiche. Ma ecco
che il permesso di stare in camera a ingozzarsi di patatine
(non quelle di Rocco Siffredi) e caramelle invece di congelare in un luogo infimo dove si serve birra annacquata viene
accordato a me, alle mie compagne di camera ed ad alcune
donzelle dell’altra classe.
Tornate le nostre compagne, sono cominciati i problemi.
Non subito. Prima abbiamo un po’ cazzeggiato e alla una
siamo uscite a raccogliere i soldi per la mancia all’autista
Enzo, un ometto intorno ai 50, gentilissimo, simpatico ed
anche quel tanto simmetrico che basta a farmi innamorare.
armata d’una bottiglietta di plastica vuota (giuro, mi sono
sentita Orlando con Durlindana), ho eseguito il massacro
(venite a trovarmi in Reda il lunedì pomeriggio e vi imiterò
lo scorpione negli ultimi istanti di vita). Traumatizzate,
non potevamo certo dormire. Erano le quattro, ormai.
“Ragazze, se ci addormentiamo siamo fregate. Domattina
saremo delle zombie! Ci addormenteremo in piedi!” “Hai
ragione. Stiamo sveglie”. 5. 10 minuti. Mezz’ora. “Oh, io
non ce la faccio più, me ne vado a letto.” “Aspetta, vengo
anch’io”.
Da ministro dell’istruzione imporrò anche la materia “uso
dell’intelligenza”.
Il giorno seguente, dopo una più che mai assonnata Todi,
siamo ripartiti per Gavirate.
Bello, no? Però ho dimenticato qualcosa…. Ah sì! I camerieri dell’hotel! Li adoravamo l’uno per il cordiale istinto
materno (“correte che il caffè si fredda!” ), l’altro per la
somiglianza con Romeo degli Aristogatti. E poi…. Ma
certo! Le simpaticissime Vinci, Bozzo ed Aulisio, davvero
straordinarie: hanno reso la gita (sì, l’ho chiamata GITA!)
più che mai piacevole.
-STOFFI-
È a questo punto che ho scoperto, come accennavo prima,
a cosa servivano tre letti in più: accogliere altri ospiti, vedi
colonie di insetti ed aracnidi, come il simpatico scorpione
che ha fatto sussultare le donnine in camera con me. L’incarico di porre fine a quell’esistenza è passato per le mani di
tutte, fino a giungere a me, che sprezzante del pericolo,
Live @ Rolling Stone : Derozer
Sabato 20 maggio, al Rolling Stone di Milano, c’è stato il
concerto dei derozer.
out, mondo perfetto, vento, nuova generazione
ska…
canzone
Dopo aver percorso questa strada così tumultuosa, io e il
mio Miky con grande fatica siamo arrivati davanti al rolling.
L’audio non era il massimo perché la voce di Sebi si sentiva
come se stesse vomitando sul microfono.
Alle 9.30 si sono aperte le porte d’ingresso e ci siamo messi
i n
f i l a
t r a
r a g a z z i
p s e u d o
“noiERAVAMOgiaUBRIACHIdapprima”e atroci punkabbestia. Entrati siamo saliti sulle gradinate al quanto morenti,
appunto per l’aria condizionata che evidentemente ci ha
condizionato il nostro piccolo cervello. Il primo gruppo che
ha suonato avrebbe dovuto fare da headliner ai derozer ,
mentre a questi ne sarebbero seguiti altri cinque, assolutamente noiosissimi e di poco rilievo. Alle 11.50 ha cominciato a suonare il “vero” gruppo di spalla dei derozer: i NO
RELAX : gruppo musicalmente orecchiabile di un certo
punk casereccio.
Per il resto tutto ok, sotto il palco degenero totale e infine
come conclusione hanno suonato branca day e alla nostra età
insieme a tutti i ragazzi che rozzamente stavano pogando
sotto il palco, perché si erano intrufolati furtivamente li con
loro.
È stato divertente anche se io, personalmente, non vado pazza per i derozer...e poi…ho fatto anche colpo su un metallozzo lardoso!!
-mol strummer-
Alle 12.30 circa, sono finalmente arrivati i derozer e il rolling è ritornato affollato.
Hanno suonato: tu lo sai, tg, 2100, mururoa, , lungo la strada, bar, spugne, straniero, chiusi dentro, cielo nero, black
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Rubriche
RICETTA
DEL MESE:
* CREPES*
Questa ricetta è davvero facilissima, sono certa che voi, giovani pasticcieri, sarete in grado di prepararla benissimo.
Ingredienti:
100 g di farina
1 cucchiaio di cacao (solo se volete fare le crepes al cioccolato)
1 uovo
1 cucchiaio di olio di semi
50 g di zucchero
3 dl di latte
Angolo Poesia
Io penso......
Io penso il mare
il mare mi attira
con le sue onde
grandi come un grattacielo.
Io m'incanto a vedere quelle più
grandi
che s'infrangono
si rincorrono
fanno capriole...
e sono felice
Poesia composta da
Antonio
Setacciate la farina e il cacao,
poi aggiungete l'uovo, l'olio di
semi e il latte mescolando.
Versate un cucchiaio d'olio
d'oliva in una padella antiaderente e versateci un cucchiaio
dell'impasto, muovendo la
padella in modo da coprire
tutto il fondo. Quando la crepe
si sarà dorata toglietela dalla
padella e continuate a formare le crepes fino all'esurimento
dell'impasto.
-Gaja-
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