PERÙ MIGRANTE - Progettomondo Mlal
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PERÙ MIGRANTE - Progettomondo Mlal
PERÙ MIGRANTE Disillusi dal continuo cambiamento di Humala CON IL PERÙ PIÙ VERO LAVORATORI E MIGRANTI Carissimi sostenitori, il 2012 era iniziato con un progressivo affievolirsi delle illusioni per la svolta progressista con l’elezione di Humala, e che è proseguito con un risveglio di duro realismo (voce politichese che vuol dire difesa e protezione dello status quo). Da una prima compagine di governo composta da diversi ministri del partito socialista e altri tecnici progressisti, si è arrivati, appena tre mesi dopo l’insediamento, alla prima crisi, e che crisi: il conflitto socio-ambientale del progetto minerario Conga a Cajamarca, su un tema tanto delicato, come la lotta permanente tra comunità contadine e società minerarie per l’acqua, che ha prodotto quasi 200 morti in scontri durante il periodo di Alan Garcia e che attualmente vede circa 30 conflitti a livello nazionale. Si delinea quindi una linea di governo esplicitamente di Centro, con conati di militarismo e a un “governo del presidente” molto più a suo agio con ministri “tecnici” (ebbene si, anche qui!). Un governo che ha avuto vere intenzioni di cambiamento, subito frenate però dai “poteri forti”, cioè dagli investitori esteri che hanno partecipato alla crescita del Paese, e i grandi gruppi economici peruviani che ammoniscono e, forse, ricattano: se ammazzi la gallina dalle uova d’oro rimarrai ben presto senza brodo e senza uova. Nonostante ciò, il Perú continua a crescere, con stime da far invidia alla Cina di Deng Xiao Ping, ma con contraddizioni che basta fare un giro sul Lima Sightseeing Bus (i bus turistici decapottabili che ti fanno fare il giro della città); ma mentre altrove si riescono a nascondere le miserie quotidiane, qui a Lima, ebbene proprio non si può, e a ogni angolo stile Beverly Hills ne segue uno da Korogocho. Rispetto a questo contesto, ProgettoMondo Mlal vive in Perù le realtà dei bambini lavoratori organizzati, fieri e orgogliosi della loro organizzazione, del loro essere portavoce, e dei famigliari di migranti, che calano la maschera davanti a un microfono e svuotano la loro impotenza, la loro frustrazione per una situazione subìta, anche di fronte a estranei come noi. Bambini lavoratori e migranti, percorsi diversi alla ricerca di una sola dignità, semplice, quotidiana, vissuta, che attraverso i nostri progetti cerchiamo di veicolare verso luoghi e spazi di ascolto, di dialogo, di “politica”. Mario Mancini ProgettoMondo Mlal Perù GIUGNO 2012 PROGETTO Proseguono le attività di sensibilizzazione e raccolta di informazioni per i Migranti: in luglio la prima guida OPERATORI IN FRONTIERA PER RACCOGLIERE DENUNCE E DATI Nel Progetto Perù Migrante, fervono le attività. L’equipe di uno dei nostri partner, Forum Solidaridad Perù, sta raccogliendo le iscrizioni per il primo corso di diploma “Migrazioni, diritti umani e politiche pubbliche”, corso rivolto a funzionari pubblici, operatori della società civile, studenti, giornalisti, e altre persone interessate. Il corso conta sul supporto e il riconoscimento accademico dell’Università Antonio Ruiz de Montoya e su un corpo di insegnanti che vanta esperti del settore, tra cui docenti universitari nazionali e internazio- nali e che offrirà anche lezioni virtuali da altri Paesi. Uno dei risultati piú concreti di questi ultimi mesi di attività è stata la “Marcha de las maletas” (Marcia delle valigie), organizzata lo scorso dicembre, quasi in contemporanea con la Giornata Internazionale del Migrante, nel distretto di Villa El Salvador a Lima, a Tumbes, città di frontiera con l’Ecuador, a Trujillo e a Huancayo, e che ha visto una massiccia partecipazione di familiari di migranti impegnati nella difesa dei diritti dei propri cari. In occasione di questa manifestazione, l’Associa- F O C U S Due funzionarie della Defensoria del Pueblo sono state in dicembre in Italia IN VISITA IN UN CIE ITALIANO Non pensavamo di poterci mai entrare. “Ai CIE – ci avevano detto - non entrano neanche i parlamentari italiani, figuriamoci funzionari di un Paese straniero”. Siamo dunque arrivate in Italia con poche speranze, ma, incredibilmente, grazie ai contatti istituzionali e personali della Console peruviana di Torino, siamo riuscite a entrare nel CIE piemontese l’1 dicembre 2011. La legge italiana prevede che la detenzione in un Cie possa avere una durata massima di 18 mesi. In questo periodo, la persona detenuta, dovrebbe venire identificata per essere poi espulsa dal Paese. Circa il 50% dei detenuti nei CIE, però, non può essere identificato, e una volta trascorsi i 18 mesi, viene rimesso in libertà. La realtà del CIE di Torino è molto diversa da quella che ci saremmo aspettati, forse perché la direzione del Centro è a carico della Croce Rossa. Le stanze hanno un proprio bagno e sono occupate da 5 persone. Durante la visita ai dormitori, una giovane con caratteri familiari si mostra attenta: “Di dove siete?”, ci chiede. “Anch’io sono peruviana!”. Subito ci giriamo a guardare stupite la Console e la funzionaria della Questura che ci avevano assicurato che non c’erano peruviani nel CIE. E un motivo c’era: la giovane ci ha infatti raccontato che in verità non era stata registrata come peruviana ma come cittadina spagnola. Visti i suoi precedenti guai con la legge (per furto), aveva deciso di presentarsi con un cognome falso e un passaporto spagnolo (suo marito è spagnolo), ma le autorità spagnole stavano impiegando troppo tempo a identificarla, e dunque la donna si è infine convinta a presentare il suo documento d’identificazione peruviano. La Console, Liliana Gómez de Weston, presente a questo incontro, si è immediatamente presa cura del caso, in qualità di rappresentante del governo peruviano, offrendole l’appoggio e la consulenza necessaria: “Grazie dottoressa – le ha subito risposto sollevata la nostra connazionale- mi aiuti a uscire al più presto da qui perché voglio tornare in Perù e vedere i miei figli per Natale”. La donna era infatti detenuta nel Cie da più di tre mesi… Grazie a questa svolta, la funzionaria della Questura ha assicurato che nel giro di tre giorni la donna sarebbe stata rimpatriata. E anche se, rispetto ad altre comunità, la situazione dei pochi peruviani che entrano nei CIE (nel 2011 nel CIE di Torino sono stati 8 i peruviani sottoposti al processo di espulsione) è meno grave, abbiamo avuto l’ennesima conferma di come abbia davvero poco senso detenere una persona che non ha commesso nessun delitto. Magali J. Gonzalez Manco funzionaria della Defensoria del Pueblo equipe Progetto Perú Migrante zione di familiari di peruviani all’estero – Afamiper– ha presentato alle rispettive rappresentanze comunali una petizione intitolata “Nuove politiche urgenti per le peruviane e i peruviani all’estero”. Parallelamente, l’altro partner del Progetto, la Defensoria del Pueblo, ha avviato un massiccio lavoro di presenza nelle zone di frontiera, aree di grande flusso migratorio, con l’impiego di quattro funzionari che raccolgono a tempo pieno denunce e segnalazioni di casi di maltrattamento, di tratta o traffico illegale, e offrono un orientamento ai migranti su come viaggiare in forma sicura e legale. E, inoltre, per il prossimo mese di luglio, è prevista la pubblicazione di un nuovo rapporto della Defensoria del Pueblo sulle principali violazioni di diritti dei migranti fino ad ora documentate. A questo scopo, lo scorso novembre, due funzionarie della Defensoria del Pueblo erano venute anche in Italia, per visitare le comunità di peruviani nelle città di Milano, Torino e Genova, e per raccogliere le loro testimonianze. Nel corso della loro permanenza in Italia hanno anche avuto modo di incontrare le principali istituzioni, governative e non, che si occupano di migrazione sul territorio (Questura, Consolato, Caritas, etc.) e raccogliere il loro punto di vista sulla situazione. Inoltre, grazie al buon rapporto di collaborazione tra rispettivi consolati e il Ministero degli Affari Esteri di Lima, le due funzionarie sono riuscite nell’impresa quasi impossibile di entrare in un Centro di Identificazione ed Espulsione. Contemporaneamente, per le attività da svolgere in Italia nel corso di questo secondo anno, il terzo partner del Progetto, la Fondazione ISMU, in questi primi mesi del 2012 si sta principalmente concentrando sulla realizzazione di una “Guida per il migrante peruviano”, strumento che vuole essere di facile utilizzo e con indicazioni utili per un migrante, sia all’arrivo in Italia sia per la sua permanenza nel Paese. Le informazioni contenute nel manuale riguarderanno i documenti necessari per entrare regolarmente in Italia e tutte le procedure da seguire, ma illustrerà anche le diverse situazioni che ci si troverà ad affrontare una volta che si decide di stabilirsi in un Paese straniero (casa, lavoro, scuola, assistenza socio-sanitaria, ecc.). In questa guida verranno anche inserite le indicazioni relative al nuovo Accordo di Integrazione, entrato in vigore il 10 marzo 2012, tramite il quale lo Stato intende stipulare un patto con il cittadino straniero basato sul principio dei crediti. La presentazione ufficiale del primo manuale per migranti avverrà il prossimo autunno nell’ambito di un seminario internazionale organizzato dal Progetto. All’evento di presentazione della Guida parteciperanno in prima persona i rappresentanti delle associazioni peruviane coinvolte nel lavoro di raccolta dati sulla migrazione peruviana in Italia; mentre il seminario avrà come obiettivo quello di fare incontrare i vari attori che sono coinvolti nel fenomeno migratorio, ovvero le istituzioni che, in vario modo sono in grado di influire sulle condizioni della migrazione dal Perù all’Italia. In conclusione, tutti i membri di associazioni di peruviani residenti in Italia, così come tutti i singoli immigrati comunque interessati alla tematica, sono invitati a conoscere questo nuovo strumento, e quindi a partecipare al seminario internazionale che avrà luogo in autunno a Milano, o a richiedere informazioni su come ottenere una copia della Guida ai due Organismi partner in Italia (ProgettoMondo Mlal e Fondazione ISMU). Daniela Grisi coordinatrice Perù Migrante ProgettoMondo Mlal Testimonianze ricche di coraggio e determinazione raccolte in un nuovo video La donna migrante come modello di eroina moderna. Donne, figlie, mogli, madri e professioniste, disposte infatti anche allo strappo più violento e doloroso con tutto ciò che le identificano e caratterizzano nella prima parte della loro vita in Perù, pur di cambiare disegno magari in una “seconda vita” in un Paese europeo, un destino ingrato, e offrire un futuro diverso ai propri famigliari. Le donne che abbiamo incontrato nel corso del nostro lavoro di reportage, svolto nel mese di gennaio attraversando il Perù con la equipe della Kenzi Production, ci hanno affidato testimonianze ricche di coraggio e determinazione, ma ci hanno anche rivelato, con sorprendente generosità, quello che c’è poi di più duro dietro a ogni donna immigrata, con cui magari ci troviamo a convivere nelle nostre città italiane. Dietro a queste donne, che nel frattempo sono appunto diventate badanti dei nostri anziani, presenza silenziose nelle nostre case e ospedali, ci sono innanzitutto altre famiglie letteralmente implose, con mariti che si sono risposati e figli che faticano a conservare e alimentare un rapporto con loro, madri che lavorano all’estero. Abbiamo anche scoperto come il filo del telefono, o la rete internet, costituiscano a volte gli unici canali attraverso i quali educare a distanza i propri figli, supplire la propria nostalgia, e magari B R E V I primo piano DONNA EMIGRANTE, EROINA DEL NOSTRO TEMPO svolgere con loro i compiti di scuola. La mancanza di una vicinanza fisica, di un reale scambio culturale, di conferme sociali e professionali, sono soltanto alcune delle concause che rendono la donna migrante una donna profondamente sola e vulnerabile, così come si è ritrovata svuotata da ogni sua forza sociale ed affettiva. Condizioni difficili a cui naturalmente si sommano la mancanza di informazioni con cui viene affrontato il processo migratorio, le inevitabili difficoltà di integrazione nel nuovo Paese, il lungo periodo iniziale in cui non si conosce e non si comprende la lingua, la difficoltà della ricerca di un’occupazione regolare e sufficientemente retribuita, e poi magari i primi soprusi, il contatto con la tratta o il traffico, se non quando la violazione dei diritti di migrante o di donna, fino alla violenza e sfruttamento. Le testimonianze del videodocumentario “Il Paese rubato” evidenziano con estrema semplicità tutto questo, e rendono quanto mai comprensibile l’obiettivo di difesa e promozione dei diritti dei Migranti, attorno al quale è stato costruito, e ora viene realizzato, il Progetto. Per ricevere, dietro offerta libera al Progetto, il dvd di “Il Paese rubato” contattare l’Ufficio Comunicazione ProgettoMondo Mlal: sostegno@mlal. org Comunicazione ProgettoMondo Mlal • ORIENTAMENTO E DATI PER IL MIGRANTE PERUVIANO. La “Guida per il migrante peruviano” sarà disponibile entro la fine di luglio. Nella prima settimana di novembre avranno luogo a Milano sia l’evento di presentazione della guida alle Associazioni di Migranti Peruviani residenti in Italia, sia il seminario Internazionale. Sempre in luglio sarà pubblicato in Perù il nuovo Rapporto sulle principali violazioni dei diritti dei migranti peruviani, con le rispettive raccomandazioni in materia per il governo. Infine, le Associazioni di peruviani sono ancora in tempo a candidarsi a ricevere il Premio “Orgullo Peruano”. Info: www.orgulloperuano.pe viale Palladio, 16 37138 Verona, tel. 045 8102105, e-mail [email protected] www.progettomondomlal.org Versamenti Intestati a ProgettoMondo Mlal Onlus c/c postale 12808374 c/c bancario, Banca Popolare Etica (IBAN IT 63 H 05018 12101 000000512690), causale “Progetto Perù Migrante”