Mini-blackout elettrici la nuova protesta dei lavoratori francesi

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Mini-blackout elettrici la nuova protesta dei lavoratori francesi
Sito del Sindacato dei Lavoratori intercategoriale
Mini-blackout elettrici la nuova protesta dei lavoratori francesi
domenica 19 aprile 2009
Luce e riscaldamento a intermittenza per oltre 66 mila famiglie E' polemica sullo "sciopero" dei dipendenti delle
compagnie energetiche Francia, mini-blackout elettrici la nuova protesta dei lavoratori dal nostro inviato
Da Repubblica.it
ANAIS GINORI PARIGI - Piccoli black-out, la luce elettrica a intermittenza, la fornitura del gas interrotta per qualche ora.
E' l'effetto della protesta dei lavoratori di Edf e Gdf che sta provocando disagi a migliaia di utenti in tutta la Francia. Da
tre settimane, i dipendenti delle due compagnie energetiche sono in agitazione. Oltre alle giornate di sciopero (l'ultima
giovedì) alcuni lavoratori hanno deciso di interrompere la fornitura o di diminuire la potenza di alcune utenze. Secondo
un primo calcolo, sarebbero già 66.500 le famiglie colpite dalla protesta. Mercoledì un ospedale della città settentrionale
di Douai è rimasto senza corrente per 40 minuti, così come i settanta anziani dell'ospizio di Mazères, nel centro del
paese. A Brest, in Bretagna, oltre 6.200 case e 650 imprese hanno avuto un fornitura ridotta per un'intera giornata e
molti negozi sono stati costretti a chiudere anticipatamente. "Sono senza gas da due giorni: ci laviamo con l'acqua
fredda", racconta Danièle Hoffmann, una madre di due bambini nel Val d'Oise, intervistata da Le Parisien. In questa
regione non lontano da Parigi sono rimasti al buio decine di case popolari e un grande centro commerciale. Dopo il
"sequestro" dei manager in alcune fabbriche, le "interruzioni selvagge" degli operai energetici sono un ulteriore segnale
della radicalizzazione del conflitto sociale nel paese. E' la prima volta in anni recenti che la protesta dei lavoratori ha
ricominciato a usare mezzi di rivendicazione illegali. "Un tabù è caduto", ha notato con preoccupazione il giornale Le
Parisien, che teme un diffusione di questi fenomeni spontanei, senza il filtro di una rappresentanza sindacale,
tradizionalmente debole e divisa nel paese. Finora, le principali sigle sindacali, come la Cgt, hanno infatti giustificato le
azioni dei dipendenti definendoli "sintomo di disperazione" ma anche come un modo per conquistare visibilità . Gli
amministratori delle compagnie energetiche hanno invitato i sindacati a tornare al tavolo delle trattative. Secondo un
portavoce si tratta di "atti isolati compiuti da una piccola minoranza di lavoratori". Più severo il giudizio del premier,
François Fillon, che ha parlato di "sabotaggi" e ha detto che il governo non tollererà altri black-out. "Manifestazioni di
violenza non hanno nulla a che vedere con il dialogo sociale", ha detto Fillon. Un concetto ribadito dal ministro del
Lavoro, Brice Hortefeux. "Queste interruzioni di corrente elettrica non sono assolutamente equiparabili al legittimo diritto
di sciopero". (18 aprile 2009)
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CRISI · Piccoli blackout elettrici. La protesta dei dipendenti dei colossi Edf e Gdf: «Così ci vedono» Francia, lotta al
buio
Da Il Manifesto del 19 aprile 2009
Anna Maria Merlo
PARIGI Le lotte si radicalizzano, in questi tempi di crisi dura. E direzioni e politici rispondono sempre più sovente con il
ricorso ai tribunali. Brice Hortefeux, ministro degli affari sociali, ha minacciato denunce penali per i dipendenti di Erdf e
Grdf, filiali di Edf e Gdf che si occupano della distribuzione dell’elettricità e del gas, se i tagli di corrente e di erogazione
del gas continueranno. È da alcune settimane che i dipedendenti di queste due filiali abbinano i tagli alle ore di sciopero,
per farsi ascoltare dalla direzione: chiedono che venga messa fine all’esternalizzazione crescente dell’attività e vogliono
aumenti di stipendio. Venerdì, 66.500 famiglie hanno subito un’interruzione momentanea della corrente, martedì erano
stati in 10 mila ad essere privati di gas (i tagli non durano mai più di mezz’ora, tre quarti d’ora). Il primo ministro, Franco
Fillon, parla di «sabotaggio » e minaccia sanzioni pesanti. «Non vogliamo dare fSstidio alla gente», spiega unn
delegato sindacale della Cgt «ma di fronte a una direzione che fa orecchie da mercante, ci siamo detti: tagliare la
corrente almeno si vede». Il mondo politico ha cominciato ad alzare la voce da quando la sospensione dell’erogazione di
corrente ha colpito un ospedale (a Douai, per 40 minuiti, martedì scorso), un’azione contestata anche tra i lavoratori,
perché puo’ avere conseguenze disastrose. Il ricorso ai tagli di corrente non è una pratica nuova a Edf, e non è
un’azione popolare, soprattutto quando colpisce le attività produttive (ci sono state, per esempio, rivolte dei panettieri, che
hanno rovesciato furiosi sacchi di farina nelle sedi Edf alcuni anni fa). Nel 2004 un taglio «mirato » aveva fatto ridere i
francesi: era stata tagliata la corrente alla casa dell’allora primo ministro, Raffarin, per protestare contro l’apertura ai
privati nel capitale di Edf. I dipendenti di Edf e di Gdf affiancano però, anche in questi giorni, degli interventi popolari ai
tagli impopolari: per esempio, il collettivo Robin des Bois riallaccia la corrente alle famiglie a cui era stata tagliata perché
non riescono a pagare le bollette, oppure, in certi comuni, viene applicata anche di giorno la tariffa più conveniente delle
ore notturne. La tensione è forte all’interno di Edf, dove i dipendenti contestano le pressioni sui lavoratori. La Cgt ha
ottenuto una vittoria: il tribunale degli affari sociali di Tours ha riconosciuto, come aveva chiesto il sindacato, un suicidio
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di un dipendentie come «malattia professionale».Nel 2004, un tecnico superiore di 49 anni della centrale nucleare di
Chinon si era tolto la vita. Era il terzo caso in questa centrale in meno di seimesi. Il tribunale ha riconosciuto che la
depressione di cui soffriva il tecnico era causata dall’eccessiva pressione della direzione. Se per i lavoratori di Erdf e Grdf
le sanzioni penali sono per ora una minaccia, per gli operai della Caterpillar sono diventate realtà . Nove persone sono
state condannate dal tribunale di Grenoble a mille euro di multa a testa per «impedimento alla libertà di lavoro »: la
direzione ha trascinato di fronte al giudice alcuni delegati sindacali con l’accusa di aver bloccato l’entrata in fabbrica dei
quadri dirigenti dell’impresa. Nei fatti, alla Caterpillar di Grenoble la produzione è pressocchè bloccata e gli operai sono
in cassa integrazione. Una quindicina di operai sono stati inoltre giudicati ieri per essersi accampati di fronte all’entrata
della fabbrica nella notte di mercoledì scorso. Inmattinata, assieme alla denuncia penale c’erano anche dei poliziotti in
tenuta anti-sommossa, per permettere a chi voleva di entrare in fabbrica a lavorare. I casi di cosiddetti «sequestri» di
dirigenti si sono moltiplicati (Sony, 3M, Caterpillaar, Faurecia): il 30% dei francesi «approva» questa forma estrema di
lotta ma la percentuale di chi la «capisce» sale al 63%. Queste azioni non hanno un retroterra politico, come era
successo in casi analoghi negli anni ’70, ma sono il frutto dell’esasperazione, causata dal fatto che la crisi viene pagata
prima persona dai lavoratori, mentre molti grandi manager continuano ad intascare bonus fuorimisura.
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