Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ

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Punto di vista - Banca ALBERTINI SYZ
2 maggio 2014
L'essenziale in un colpo d’occhio
Obbligazioni

Azioni

Hedge funds

Proiezioni a 6 mesi

D’aprile non ti scoprire! Un proverbio particolarmente azzeccato in
questo mese d’aprile durante il quale i principali indici azionari sono
rimasti al palo o hanno perso quota, mentre le obbligazioni proseguivano
la traiettoria al rialzo avviata a inizio anno.

Eppure, per l’insieme dei paesi avanzati – ad eccezione del
Giappone che subisce il contraccolpo del rialzo dell’IVA - le notizie
economiche erano nel complesso incoraggianti. Non sono quindi i timori
per l’attività che spingono gli investitori alla prudenza, ma piuttosto un
cocktail formato da rischio geopolitico in Ucraina, disaffezione per alcuni
segmenti del mercato azionario, persistente rischio di deflazione in
Europa e timori ricorrenti riguardo alla Cina.

In questo contesto, mentre negli USA Janet Yellen moderava le
anticipazioni sull’imminente rialzo dei tassi di riferimento, i mercati
obbligazionari hanno continuato ad esercitare un forte richiamo sugli
investitori a dispetto dei tassi nominali bassi (o molto bassi). L’inflazione
tuttora debole o del tutto assente nei paesi avanzati sostiene infatti il
rendimento reale (corretto per l’andamento dei prezzi) delle obbligazioni.

Il previsto mantenimento di politiche monetarie molto
accomodanti nei paesi avanzati durante il 2014 dovrebbe favorire il
perdurare della dinamica positiva (più o meno fragile secondo le regioni)
del ciclo economico. Secondo le ultime stime del FMI, la crescita
mondiale durante l’anno accelererà a 3.6% (dopo il 3.0% del 2013)
quasi esclusivamente grazie al contributo delle economie avanzate (da
+1.3% a +2.2%), mentre la crescita del mondo emergente stagnerà
appena sotto il 5.0%.

Anche se i fattori in precedenza esposti inducono a una certa
prudenza, il quadro generale resta favorevole agli attivi « rischiosi »
(azioni e obbligazioni societarie). Sarà sufficiente affinché maggio segni il
ritorno dell’ottimismo?
Economia
Stati Uniti ............................................................................... 2
Superata la gelata sulle statistiche di attività
Questa pubblicazione si basa sulle
informazioni raccolte fino al lunedì che
precede il giorno di diffusione.
Pubblicazione curata dal team Ricerche e
Analisi
SYZ Asset Management SA
Tel. +41 (0)58 799 19 09
[email protected]
Autori:
Yasmina Barin
Yves Gallati
Maurice Harari
Wanda Mottu
Adrien Pichoud
Fabrizio Quirighetti
Europa ..................................................................................... 3
I paesi periferici già sfiorano la deflazione
Giappone ................................................................................. 4
Prospettive incerte dopo aumento IVA
Economie emergenti ................................................................ 4
Ancora serie minacce all’orizzonte
Mercati
Azionari .................................................................................. 5
Mercati ancora esitanti
Obbligazioni ............................................................................ 5
Mercati nel complesso al rialzo
Valutari ................................................................................... 6
Il dollaro non accenna a rafforzarsi
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
2 maggio 2014
Economia
Stati Uniti
Mentre poco a poco si allontana il ricordo di uno degli
inverni più rigidi nella storia degli Stati Uniti, il
miglioramento delle statistiche di attività avviato in
marzo è proseguito anche in aprile. La possibilità di una
rapida accelerazione della crescita nel secondo trimestre
si rafforza e allontana i timori suscitati dalla frenata
invernale.
Sul fronte dell’attività industriale il rimbalzo è stato quasi
spettacolare. Mentre la regione di New York ha sofferto
per le nuove nevicate di aprile con conseguente flessione
dell’indice di attività manifatturiera, a Filadelfia, meno
colpita, l’indice ha segnato una netta progressione e si è
avvicinato al picco del 2013. Non solo l’aumento della
produzione industriale in marzo è stato maggiore del
previsto (+0.7%), ma quello di febbraio è stato
significativamente corretto al rialzo (da +0.6% a
+1.2%). Il ritmo di crescita della produzione su un anno,
a +3.8%, ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi due
anni e l’industria americana sta per ritrovare il pieno
utilizzo delle capacità produttive: il tasso d’utilizzo
attuale, a 79.2%, è il più alto da giugno 2008 e sfiora
l’80%, il livello che caratterizza i periodi di espansione
(vedere grafico seguente). Infine in marzo, dopo il vuoto
d’aria invernale, si sono ripresi anche gli ordinativi di
beni durevoli.
porta a credere che le spese di consumo continueranno a
crescere in maniera rilevante anche nei prossimi mesi.
Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione in
aprile sono ulteriormente scese attestandosi ai livelli più
bassi da metà 2007. In quel periodo il tasso di
disoccupazione oscillava intorno al 4.5%... La crescita
economica americana sembra oggi avere la capacità di
riassorbire
progressivamente
la
disoccupazione
attualmente già scesa al 6.7%. In quest’ottica, anche la
recente stabilizzazione del tasso di partecipazione
rispetto alla popolazione attiva è un segnale
incoraggiante.
Iscrizioni settimanali ai sussidi di disoccupazione e
tasso di disoccupazione dal 1990
700
11
650
10
600
9
550
8
500
7
450
6
400
5
Produzione industriale (variazione annua, %) e tasso d’utilizzo
delle capacità produttive (%)
350
4
300
84
10
250
82
5
80
78
0
76
-5
74
72
-10
70
-15
68
-20
00
01
02
03
04
05
US - Industrial Production, YoY%
US - Capacity Utilization Rate(R.H.SCALE)
66
06
07
08
09
10
11
12
13
Sourc e: T homs on Reuters Datas tream
Da febbraio la produzione riaccelera e l’industria americana si
sta riavvicinando al pieno utilizzo delle capacità produttive.
La solida dinamica dell’attività industriale fa ben sperare
anche per le prospettive degli investimenti. Alla luce del
forte aumento delle vendite al dettaglio registrato in
marzo, i consumi finali sembrano anch’essi bene intonati.
A dispetto delle ricadute sulla fiducia del forte aumento
dei prezzi della benzina dall’inizio dell’anno (+10%),
l’orientamento del mercato del lavoro tuttora positivo ci
90
92
94
96
98
US - INITIAL JOBLESS CLAIMS, 4W MAV
US - UNEMPLOYMENT RATE(R.H.SCALE)
3
00
02
04
06
08
10
12
Sourc e: T homs on Reuters Datas tream
Le iscrizioni alla disoccupazione - scese al livello più basso dal
2007 - riflettono un’espansione del mercato del lavoro.
Tuttavia, se è vero che le capacità produttive in esubero
sono state quasi interamente riassorbite dall’apparato
produttivo, lo stesso non può dirsi della manodopera. Di
conseguenza le previsioni sull’andamento dei salari
restano per ora modeste e allontanano la prospettiva di
un’accelerazione dell’inflazione. Ciò permette alla Fed di
procedere con estrema lentezza nell’inevitabile processo
di normalizzazione monetaria. Finché l’inflazione resterà
come ora relativamente bassa (1.5% in marzo), la banca
centrale può concedersi il lusso di reagire con un certo
ritardo all’accelerazione del ciclo economico. E’ questo il
messaggio che Janet Yellen ha voluto lanciare in aprile
con il suo discorso volto a moderare le attese di una
rapida normalizzazione nate dalla riunione del FOMC di
marzo.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
finanziario e/o fiscale prima di prendere qualsiasi decisione in merito all’investimento. La presente pubblicazione non può essere riprodotta o distribuita, per intero o in parte, senza previa autorizzazione di Syz Asset Management SA.
2 maggio 2014
Europa
Le ultime settimane non hanno portato cambiamenti
sostanziali
nel
trend
moderatamente
favorevole
prevalente in Europa da circa un anno. Certo, il ritmo del
miglioramento resta estremamente lento (con poche
speranze di accelerazione). Ed è vero anche che dopo il
tracollo per la recessione del 2011 e 2012 (in particolare
nei paesi periferici), la debole ripresa assomiglia quasi a
una stagnazione.
La realtà è comunque che l’area euro si mantiene su una
traiettoria economica positiva che coinvolge tutti i paesi
dell’Unione, come confermano i primi dati sull’attività di
aprile. Gli indici PMI dell’area euro sia nell’industria sia
nei servizi sono saliti ai livelli più alti da giugno 2011. Di
conseguenza, l’indice composito (che ingloba i due
suddetti indici in funzione del peso di ogni settore
nell’economia) ha raggiunto anch’esso il picco degli
ultimi tre anni e suggerisce un’accelerazione della
crescita del PIL lievemente superiore all’1% nei primi
mesi del 2014 (vedere grafico seguente).
Area euro - Indice PMI composito di attività
e PIL (variazione annua)
4%
60
3%
una ripresa del credito al settore privato… Dato il
margine di sicurezza esiguo o inesistente, lo spettro della
deflazione incombe più che mai. La Banca centrale
resterà perciò vigile per intervenire con prontezza
allentando ulteriormente la politica monetaria qualora
l’inflazione e il credito non diano segnali di ripresa entro
breve.
Dallo scorso ottobre, nell’area euro il tasso annuo
d’inflazione è rimasto sotto l’1% e in marzo è sceso al
livello più basso, lo 0.5%. Siamo ben lontani dall’
«inflazione inferiore ma vicina al 2%» auspicata dalla
BCE. Ma ciò che è ancora più preoccupante è che altre
regioni dell’area euro stanno raggiungendo la Grecia e
sfiorano ormai la deflazione (Spagna e Portogallo).
Anche in Italia – dove l’inflazione dall’estate 2012 è
scesa quasi ininterrottamente da +3.5% al +0.3% di
marzo – la situazione è molto preoccupante. Per una
parte dell’area euro, in particolare i paesi più indebitati,
la deflazione ormai è una realtà che solleva il problema
della sostenibilità del debito pubblico.
Tirando le somme, nei paesi dell’Europa periferica la
deflazione rischia di vanificare i dolorosi sforzi compiuti
negli ultimi anni per ridurre i deficit pubblici…
Tasso annuo d’inflazione per paese dell’area euro dal 2006
6
2%
55
1%
50
45
5
0%
4
-1%
3
-2%
2
-3%
1
-4%
40
0
-5%
-1
-6%
35
2006
2007 2008 2009 2010
EMU PMI COMPOSITE
EMU GDP YoY %
2011
2012
2013
2014
-2
So urce: B lo o mberg, SYZ A M
La nuova progressione dell’indice PMI composito di aprile
evidenza il perdurare del trend favorevole di crescita apparso da
un anno.
Esaminando l’area euro paese per paese, la Francia resta
ancora il fanale di coda, mentre nei paesi del nord e della
periferia gli indicatori sono positivi: in Germania la
fiducia degli imprenditori e delle famiglie è molto alta, in
Italia dopo l’arrivo al governo di Matteo Renzi è balzata
in avanti, in Spagna il PIL del 1° trimestre è cresciuto
dello 0.4% (terzo aumento trimestrale consecutivo) e ha
sancito il ritorno di una crescita positiva su 12 mesi
(+0.6%)… Nel frattempo, l’avanzo con l’estero continua
a crescere per via della domanda mondiale che cresce
più rapidamente di quella interna europea: il surplus
delle partite correnti si avvicina a 250 miliardi di EUR,
circa il 3% del PIL dell’area euro.
Il problema, soprattutto per la BCE, è che la schiarita
non provoca un’inversione di tendenza dell’inflazione né
-3
2006
GERMANY
FRANCE
ITALY
SPAIN
2007
2008
2009
2010
2011
NETHERLANDS
PORTUGAL
GREECE
2012
2013
Sourc e: T homs on Reuters Datastream
Mentre per l’Europa l’inflazione è debole ma tuttora positiva, la
Grecia è già entrata in deflazione, la Spagna, il Portogallo e
l’Irlanda hanno un’inflazione intorno allo 0% e l’Italia segue una
traiettoria preoccupante.
Perciò, dopo le due profonde recessioni degli ultimi
cinque anni, la ripresa economica in atto da un anno
nell’area euro appare come una condizione necessaria
ma non sufficiente affinché la regione sia realmente fuori
pericolo. Per avere una visibilità a medio e lungo termine
occorrerà aspettare la fine del ciclo di disindebitamento
del settore privato (il credito continua a contrarsi) e
l’inversione della dinamica dei prezzi. E più passa il
tempo, più cresce l’attesa per un’ulteriore mossa della
BCE.
Il Regno Unito dal canto suo continua a cavalcare l’onda
di una vigorosa crescita iniziata l’anno scorso. Gli indici
del sentiment sono in progressione, i prezzi degli alloggi
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
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un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
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2 maggio 2014
continuano a salire e la disoccupazione di febbraio è
scesa sotto il 7%. Il Pil del 1° trimestre 2014 ha
registrato il quarto forte aumento consecutivo (+0.8%) e
il suo ritmo di crescita degli ultimi 12 mesi è stato del
3.1%. Il rovescio della medaglia è che la vigorosa
crescita della domanda interna sta scavando il disavanzo
della bilancia delle partite correnti…
Giappone
Dopo l’aumento dell’IVA, tutte le spie di attività
economica in Giappone sono passate al rosso. Per la
prima volta de febbraio 2013 l’indice PMI dell’attività
industriale è entrato in territorio di contrazione. Gli indici
della fiducia delle aziende e dei consumatori sono tornati
ai livelli di un anno fa o inferiori. E non vi è dubbio che il
secondo semestre sarà caratterizzato da un forte
rallentamento della crescita.
Indice della fiducia dei consumatori e degli imprenditori di PMI
52
55
50
50
45
45
40
40
35
35
30
30
25
25
20
20
2005
2006
2007
2008
2009
2010
HOUSEHOLD CONFIDENCE INDEX
SMALL & MEDIUM ENT. ACTIVITY INDEX - FORECASTS(R.H.SCALE)
2011
2012
2013
Sourc e: T homs on Reuters Datastream
Economie emergenti
Nelle ultime tre settimane i principali fattori responsabili
della sotto-performance dei paesi emergenti hanno
creato nuovi episodi di turbolenza e volatilità sui mercati.
In primo luogo, le tensioni legate all’irrisolta crisi russoucraina fanno planare sui mercati mondiali un’ombra
minacciosa. Di recente, uno dopo l’altro i paesi avanzati
(Stati Uniti, Europa, Giappone) hanno varato sanzioni
contro aziende o dirigenti vicini a Putin. I mercati, che
avevano messo in conto misure ben più severe, hanno
reagito meno del previsto alla notizia.
I timori per il rallentamento dell’economia cinese
rappresentano tuttora uno dei principali pericoli per
l’anno in corso. La seconda economia mondiale ha
pubblicato un dato sul PIL del 1° trimestre 2014 in calo
rispetto al quarto trimestre dell’anno scorso (+7.4%
contro +7.7%). Dopo la decisione del governo cinese di
allargare il range di variazione a + o – 2% sul fixing del
giorno prevediamo per lo yuan un trend di discesa contro
il dollaro. Le autorità cinesi potrebbero, infatti, essere
tentate di utilizzare questo strumento come sostegno
all’attività in caso di rischi per la crescita. La Cina
potrebbe così prendere parte alla « guerra delle valute ».
Infine, il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato le
stime di crescita mondiale per il 2014 con una correzione
al ribasso per le economie emergenti: da +5.1% stimato
in precedenza a +4.9%.
Tirando le somme, nonostante alcuni segnali di
stabilizzazione o l’avvio di riforme strutturali in alcuni
paesi emergenti (India e Messico), la strada verso il
risanamento sarà ancora lunga e dolorosa. La minaccia
principale resta secondo noi l’implosione dello shadow
banking che potrebbe trascinare la Cina in recessione
(con relative conseguenze per il mondo emergente e, per
contagio, anche per i paesi avanzati). Sul futuro dei
paesi emergenti pesa inoltre la prospettiva dell’avvio
della normalizzazione monetaria nei paesi avanzati.
Diciotto mesi dopo l’arrivo al potere di Abe, lo shock di fiducia
positivo del programma di rilancio si è del tutto esaurito.
La Banca del Giappone per ora non ha varato nuove
misure di allentamento monetario. E’ vero che dal punto
di vista prettamente monetario, il tasso d’inflazione, oggi
all’1.6%,
non
dovrebbe
tardare
a
raggiungere
ampiamente l’obiettivo del 2%. A causa dell’effetto
inflattivo dell’aumento dell’IVA, l’indice d’inflazione di
Tokyo in aprile è balzato dall’1.3% al 2.9% e questo
fenomeno continuerà a gonfiare gli indici dei prezzi fino
all‘inizio dell’anno prossimo. Dato il quadro generale, è
possibile che la Banca del Giappone si conceda tempo
per valutare il reale impatto dell’aumento dell’IVA sulla
dinamica di crescita e sull’attività.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
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2 maggio 2014
Mercati
Azionari
In aprile l’andamento dei mercati azionari è stato
titubante. La schiarita economica iniziata l’anno scorso
sembra entrata in affanno e le iniezioni di liquidità in
tutto il mondo sono ormai in fase regressiva. In Cina
molti
dati
statistici hanno
rilevato
un netto
rallentamento del ciclo. Infine, le tensioni geopolitiche
sono di nuovo in primo piano (ammesso che da marzo
siano mai diminuite). Il braccio di ferro diplomatico tra
l’occidente e Putin prosegue. La Russia è accusata di
fomentare le tensioni separatiste nell’est dell’Ucraina
dove la ribellione filorussa continua a propagarsi.
Rimane alto il rischio di nuove sanzioni che potrebbero
tradursi con un indebolimento della crescita in Europa e
un’ondata di volatilità sui prezzi dell’energia. Negli USA
sono tuttavia emersi dei segnali confortanti con la
ripresa dell’attività dopo la gelata economica invernale.
Buoni anche i segnali dal mondo delle aziende dove
l’avvio della stagione dei risultati è stato piuttosto
incoraggiante.
Andamento dei principali mercati azionari in aprile
previsto). Il Nikkei (in moneta locale) ha chiuso il mese
con una perdita del 3.5%.
La rotazione settoriale iniziata a metà febbraio ha
penalizzato i titoli con multipli alti. I tecnologici sia in
Europa che negli Stati Uniti hanno ancora perso quota.
Al contrario, i farmaceutici continuano la progressione
al rialzo sull’onda dei fondamentali eccellenti: multipli
bassi, elevate prospettive di crescita, proseguimento
del consolidamento del settore (offerta di Pfizer su
AstraZeneca, scambio di attività fra GlaxoSmithKline e
Novartis, offerta di Valeant su Allergan negli Stati
Uniti). Un altro settore che si è messo in luce in aprile è
l’energia. Gli eccellenti risultati di Royal Dutch Shell,
British Petroleum e British Gas hanno permesso al
settore petrolifero di chiudere il mese in forte rialzo.
La volatilità sui mercati potrebbe durare fino a quando
gli operatori non avranno una maggiore visibilità
sull’esito della crisi ucraina. Sul fronte economico sarà
cruciale la fine del mese che coincide con la
pubblicazione di statistiche chiave negli USA (prime
stime sulla crescita economica del primo trimestre, dati
sul mercato del lavoro e la disoccupazione). La stagione
dei risultati entrerà nella fase culminante e influenzerà
l’andamento dei mercati fino alla seconda quindicina di
maggio.
Obbligazionari
L’affannosa ricerca di rendimenti in un contesto di
inflazione assente e di tassi bassi continua a sostenere
il mercato obbligazionario. Dall’inizio dell’anno, gli indici
TR (Total Return) delle obbligazioni di Stato USA ed
europee hanno guadagnato il 2.3% e il 4%. Anche
l’High Yield ha segnato una progressione del 4%,
mentre il debito emergente ha registrato un rialzo del
5%.
Sui mercati azionari continua a pesare il clima d’incertezza ma
in aprile i titoli europei sono riusciti a tenersi al passo.
Su questo sfondo i principali mercati azionari sono
rimasti al palo. Hanno brillato le azioni europee
(Stoxx600) con un guadagno durante il mese dello
0.9% grazie al fermento delle attività di fusione e
acquisizione, che nel periodo in esame ha spinto i titoli
britannici (FTSE 100) a +2.6% e i francesi (CAC40) a
+1.9%. Le azioni americane sono rimaste ferme in
attesa della sfilza di dati di fine mese e delle
dichiarazioni di J. Yellen. Dopo il ruzzolone del 6% nelle
prime due settimane di aprile, le azioni giapponesi si
sono leggermente riprese sull’onda delle dichiarazioni
rassicuranti sull’aumento dell’IVA di molti dirigenti
aziendali (sembra che l’impatto sia meno nefasto del
Nonostante il proseguimento della normalizzazione
della politica monetaria negli USA, il primo allarme in
gennaio sulla sostenibilità del debito emergente e il
rischio di un forte rallentamento dell’economia cinese
(con possibili ricadute su buona parte delle economie
emergenti), il debito emergente nonostante il maggiore
livello di rischio continua a godere del favore degli
investitori.
I tassi a dieci anni dei paesi ritenuti più solidi sono
rimasti stabili: 1.5% per la Germania e intorno al 2.7%
per USA e Regno Unito. Prosegue il trend di distensione
dei tassi dei paesi periferici dell’area euro, dove gli
spread rispetto agli emittenti più solidi, come Germania
o Francia, continuano a ridursi.
La presente pubblicazione è rivolta esclusivamente ai clienti professionali, ai clienti istituzionali e alle controparti qualificate; non è destinata alla distribuzione o all’uso da parte di clienti al dettaglio o di qualsiasi persona o organismo che sia cittadino, residente o abbia la propria sede in qualsiasi territorio,
stato, paese o altra giurisdizione nella quale la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o uso di tali informazioni sia contrario alla legge o alla regolamentazione. La presente pubblicazione è rilasciata esclusivamente a scopo informativo e non costituisce in alcun modo un documento contrattuale,
un’offerta o una sollecitazione all’acquisto o alla vendita di prodotti d’investimento o di altra natura finanziaria. Le analisi ivi contenute sono fondate su una serie di ipotesi. Differenti ipotesi potrebbero comportare risultati sostanzialmente diversi. Le opinioni espresse sono pertinenti esclusivamente alla
data della pubblicazione e possono essere modificate in qualsiasi momento senza preavviso. Le performance passate non sono indicative dei risultati futuri. Sebbene tutte le informazioni e le opinioni espresse in questo documento siano fornite in buona fede da fonti ritenute attendibili, nessuna garanzia
– implicita o esplicita - è fornita in merito alla loro completezza o esattezza. Syz Asset Management SA declina ogni responsabilità in caso di perdite o danni occorsi in conseguenza del loro utilizzo. Si raccomanda a chi prende visione della presente pubblicazione di consultare il proprio consulente legale,
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2 maggio 2014
Spread sui tassi dei paesi periferici rispetto alla Germania
Cambio GBP/USD e EUR/USD
1. 70
14
1. 40
1. 38
12
1. 65
1. 36
10
1. 60
8
6
1. 34
1. 32
1. 55
1. 30
4
1. 50
1. 28
2
0
1. 45
2009
It aly
Es pagne
Port ugal
2010
2011
2012
Ireland
2013
Source: Thomson Reuters Datastream
La compressione degli spread sui tassi prosegue con la
distensione dei rendimenti dei paesi periferici, Portogallo in
testa.
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J
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A
GB P/U S D
EU R /U S D(R . H. S C A L E)
S
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N
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A
1. 26
Source: Thomson Reuters Datastream
Il dollaro fatica a trovare una base e resta ai livelli più bassi da
un anno.
Dall’inizio dell’anno il rendimento a dieci anni della
Spagna è sceso di 100 pb, per l’Italia di 85 pb e per il
Portogallo di 260 pb. La congiuntura economica
incoraggiante nell’area euro e le voci su un eventuale
QE della BCE dovrebbero per il momento sostenere
questa tendenza.
Valutari
Nella seconda quindicina di aprile l’EUR/USD è rimasto
stabile oscillando intorno a 1.38-1.39. Dopo la
pubblicazione del CPI dell’area euro di aprile in lieve
accelerazione (0.7% a fronte di 0.5% in marzo) si è
allontanata la probabilità di nuove misure di
allentamento monetario da parte della BCE. La moneta
unica mantiene la tendenza al rialzo e continua a essere
sostenuta dalle migliorate prospettive economiche nei
paesi periferici.
A dispetto della prevista accelerazione della crescita
negli USA nel secondo trimestre, il dollaro fatica a
trovare un supporto e resta vulnerabile alla
pubblicazione di dati ritenuti deludenti. L’annuncio di
una crescita del PIL nel primo trimestre inferiore alle
stime (0.1% contro l’1.2% atteso) ha esercitato
pressioni al ribasso sul dollaro, che ha perso terreno nei
confronti di tutte le monete del G10. L’EUR/USD ha
chiuso il mese a 1.3870, l’USD/CHF si scambia sotto
quota 0.88, l’USD/JPY intorno a 102 mentre la sterlina
ha raggiunto un nuovo record superando quota 1.69
contro il dollaro (il livello più alto da 5 anni).
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