FORESTALE/Polizia ambientale - Corpo Forestale dello Stato

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FORESTALE/Polizia ambientale - Corpo Forestale dello Stato
Il Forestale n. 77 60 pagine
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FORESTALE / Polizia ambientale
FURTI DI LEGNA: LA NUOVA
FRONTIERA DELLA MISERIA
Sono aumentati vertiginosamente i furti di legname,
enormi i danni inferti all’ecosistema per un giro di ricavi
ancora difficile da stimare
di Luisa Lauricella
ovevano passare più di 150 anni per
ricominciare a parlare di furti di legna.
Pare che la crisi ci abbia riportato ad
antichi reati, quelli legati alla mancanza
di mezzi di sussistenza che spinge ad accaparrarsi le derrate più semplici da reperire: quelle
offerte dalla natura e in particolare dalle foreste.
Ricordiamo i dibattiti di Karl Marx nel 1842
sulla legge dei furti di legna, dove l’autore specificava la distinzione tra il reato di furto e
l’appropriazione abusiva di legna e come a
quest’ultima non fosse percepita come reato.
Ad oggi facciamo fatica a pensare che qualcuno non conosca la natura demaniale dei boschi
e ritenga lecito appropriarsi del legname e
altresì ancor più audace sarebbe pensarlo per
chi preleva legna da terreni privati.
Succede sempre più di frequente di imbattersi
in furti di legname da fondi privati e demaniali e spesso la scusa addotta da chi viene colto
nell’intento di trafugare il legname è l’abbandono dello stesso.
Così è accaduto a Foggia dove il personale della
Forestale ha bloccato un uomo intento a portare via diversi chilogrammi di assi, a suo dire
misero quantitativo per il proprietario ma più
necessario alle sue esigenze!
D
Ricavi e danni
La rivendita del legname invero non produce
guadagni paragonabili ai furti di rame, ma vista
la facile reperibilità sono certamente accessibili ad un numero elevato di persone, ladri, che
riescono ad ottenere un profitto elevato dalla
vendita del materiale ricavato dai tagli illeciti.
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Il ricavo è stimato dai 3 agli 8 euro al quintale
a seconda della specie lignea rivenduta e, in
generale, tra i furti più appetibili risultano le
specie quercine, cerro in particolare ma anche
carpino nero, rovere, farnia e piante d’olivo.
I raccoglitori illeciti, utilizzando boschi altrui o
terreni demaniali riescono ad ottenere la materia prima senza alcun investimento economico
iniziale né relativo ai costi per il rinnovo del
bosco e, ovviamente, falsano l’economia dei
piccoli produttori locali che non sono in grado
di sostenere la differenza monetaria.
Il danno economico per la società è enorme,
infatti oltre alla perdita della pianta in sé o del
ricavo che il privato avrebbe potuto trarre dalla
vendita, nella maggior parte dei casi i tagli
effettuati risultano particolarmente lesivi per la
rigenerazione e la sopravvivenza del bosco
stesso. Si percepisce, così, come tali arbitrari e
insensati gesti creino un danno ambientale e
paesaggistico di notevoli dimensioni, ben più
grande del ricavo ottenuto, spesso con difficoltà anche per gli operatori del settore di
rimediare alle ferite inferte al patrimonio
boschivo.
Il danno paesaggistico si somma ai deterioramenti inflitti al territorio in zone sottoposte a
vincoli idrogeologici: un taglio a raso di porzioni rilevanti di bosco, aumenta la
permeabilità del terreno mettendo in pericolo
la tenuta dei terreni dal rischio di frane e cedimenti nel breve o nel lungo periodo.
Dove
Il furto di legno non conosce confini, sono
stati riscontrati illeciti in tutto il territorio
nazionale anche se con prevalenza nelle regioni del centro e del sud, Calabria, Basilicata e
Puglia in particolare, spesso in zone di grande
valore ambientale come parchi nazionali e
regionali nonché riserve e aree demaniali.
I dati ufficiali, relativi al monitoraggio effettuato per l’anno 2012, registrano un totale di 823
illeciti penali che hanno portato al deferimento di 384 persone, 4.014 illeciti amministrativi
per un importo pari a 3.332.775 euro, su
40.179 controlli effettuati.
Per quanto emerge dal controllo eseguito nel
primo semestre del 2013 vengono confermate
le aree maggiormente interessate dal fenomeno e si riscontra un ulteriore incremento degli
illeciti accertati rispetto allo stesso semestre di
riferimento dell’anno precedente.
I furti avvengono solitamente in maniera continuata per un lasso di tempo sufficiente a
caricare un camion e organizzare un trasporto
fino a distruggere svariati chilometri di selva.
L’attività della Forestale
a contrasto del fenomeno
Proprio per questa caratteristica del reato, l’attività investigativa è stata in grado di cogliere in
flagrante i responsabili anche grazie all’utilizzo
della tecnologia. Il Corpo forestale ha infatti
individuato numerosi criminali intenti a segare
e caricare legna in furgoni e camion grazie
all’ausilio di videocamere occultate nei boschi.
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Le aree protette vengono monitorate costantemente e lì dove si notano movimenti in zone
boschive, vengono intensificati i controlli per
assicurarsi che l’attività si svolga lecitamente e
con la necessaria accuratezza.
Il ruolo di controllo e garanzia svolto dal
Corpo forestale ha trovato riconoscimento
anche nella normativa comunitaria, che ha
assegnato proprio alla Forestale un compito
preponderante attraverso i controlli periodici
previsti sugli ultimi “Organismi di controllo”.
La creazione dei primi due Organismi di controllo ha completato l’iter previsto dal
“Regolamento del Legno”, la normativa europea che contrasta proprio il commercio di
legno e di prodotti derivati di origine illegale.
Sono il NEPCon (www.nepcon.net), operativo
in tutti gli Stati membri, e il “Consorzio servizi – legno sughero” (www.conlegno.it),
specifico per l’Italia e si occuperanno di supportare gli operatori commerciali del settore.
Gli Organismi manterranno e svilupperanno,
verificando anche il corretto impiego, il sistema funzionale della “dovuta diligenza” che
prevede l’immissione sul mercato soltanto di
merci di cui si sia appurata la legalità del percorso del legno fino al prodotto finito.
Gli Organismi rappresenteranno un filtro per
chi è impegnato tanto nella produzione che
nella lavorazione del legno e che potrà utilizzarli proprio come garanti dell’iter di
trasformazione della materia prima fino al prodotto finale.
Grazie alla garanzia offerta dagli Organismi
sulla filiera degli operatori del legno sarà possibile intervenire efficacemente per contrastare
il fenomeno illegale del commercio del legno
trafugato e impedire gli enormi danni inferti
all’ambiente dai tagli arbitrari e sconsiderati
praticati dai trafficanti.
Purtroppo i casi si moltiplicano e nonostante
vengano denunciati e deferiti alle autorità competenti decine di predoni del legno, sono
ancora troppi i reati perpetrati a carico dei
boschi. Manca la coscienza sociale dei danni
che si provocano sia al paesaggio che alla stabilità del terreno, danni di incalcolabile valore
economico e che espongono il territorio a gravissimi rischi sia nel breve che nel lungo
periodo.
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