- SHERWOOD - Foreste ed Alberi Oggi
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Finanziato da Legname deL territorio… per iL territorio! Il castagno in Piemonte Un acquisto verde per le pubbliche amministrazioni www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte Foto di: Wouter Hagens - Wikimedia commons Progetto VAlorIzzAzIone legnAme dI CAstAgno PIemontese Castagno in Piemonte: dove e come Il castagno è una latifoglia tipica dei boschi collinari e montani di Appennini e Alpi: in Italia questa specie copre circa 788.000 ha, il 9% della superficie forestale nazionale. Il Piemonte è la regione con più boschi di castagno: quasi 170.000 ha, il 21% di tutti i castagneti d’Italia. Questa specie è da sempre stata apprezzata e quindi coltivata sia per le caratteristiche del legno che per quelle del frutto, la castagna, su cui storicamente si è basato il regime alimentare delle popolazioni povere di montagna. I castagneti del Piemonte si suddividono in due macrocategorie: quelli “da legno” e quelli “da frutto”. I primi, predominanti in termini di superficie, sono distribuiti abbastanza omogeneamente nella fascia collinare e pedemontana della regione e nella stragrande maggioranza dei casi sono governati a ceduo. I secondi, limitati in termini di superficie, si concentrano sopratutto in provincia di Cuneo, famosa per la produzione di marroni. Mappa tratta da: “Indirizzi per la gestione e la valorizzazione dei cadui di castagno” Regione Piemonte - I.P.L.A. S.p.A. - BLU Edizioni Distribuzione del castagno in Piemonte areale di distribuzione popolamenti significativi Gestione, selvicoltura e mercato: superare un paradosso La proposta del progetto “Valorizzazione legname di castagno piemontese” è di avviare una filiera locale di qualità per il legno di castagno, per meglio valorizzare i boschi piemontesi, chi li possiede e chi li lavora. Ciò potrà garantire continuità al presidio del territorio e consentirà di ridurre l’impronta ecologica che lascia ogni giorno l’importazione di legname dall’estero. Tutti i castagneti piemontesi, ma non solo, soffrono di diverse problematiche. Da un lato ci sono quelle fitopatologiche: funghi (mal dell’inchiostro, cancro corticale) e insetti (vespa cinese o cinipide) che stanno compromettendo la vitalità di molti popolamenti. Dall’altro ci sono quelle legate allo spopolamento delle aree montane: molti boschi di castagno sono abbandonati e poco gestiti, senza una selvicoltura attiva e lungimirante, con gravi ripercussioni sia sul valore degli stessi che per problematiche di rischio idrogeologico. Da questi aspetti nasce un paradosso: il legname di castagno, così ricercato e apprezzato da segherie e industrie, viene molto spesso importato dall’estero pur avendone in quantità nel proprio territorio. I castagni del Piemonte, salvo rare eccezioni, vengono utilizzati solo nelle filiere del legno-energia (legna da ardere e cippato per alimentare caminetti, stufe e caldaie a biomasse) e del tannino (per la concia delle pelli), ambiti importanti ma dal basso valore aggiunto. Il termine “green Public Procurement - gPP” si può tradurre come “Acquisti verdi della pubblica Amministrazione” e rappresenta l’insieme delle politiche degli enti pubblici atte a diminuire l’impatto ambientale derivante dall’acquisto di beni e servizi. Questa azione della pubblica Amministrazione è considerata importante non solo per l’effetto diretto che ha, ma anche perché rappresenta un possibile traino al mercato dei prodotti ecologici. l’Unione europea da diversi anni promuove le pratiche di gPP. Alcuni esempi di Green Public Procurement possono essere la carta certificata per gli uffici, i prodotti alimentari biologici per le mense di scuole e asili, i trasporti pubblici a metano. Anche il legno rappresenta una fetta importante dei possibili acquisti verdi delle pubbliche amministrazioni: per i mobili, i pavimenti, gli arredi in genere degli uffici, ma anche per le travature, i serramenti e le forniture di parchi e giardini pubblici, solo per citare alcuni esempi. Un primo passo di Green Procurement per le pubbliche amministrazioni può essere quello di decidere di acquistare legname certificato. Ma esigere anche la garanzia di provenienza e lavorazione locale può essere un’importante mossa non solo ambientale, ma anche di stimolo all’economia del territorio. Foto di: Darkone - Wikimedia commons Green Public Procurement Per un ente pubblico acquistare prodotti in legname certificato FSC o PEFC è garanzia di gestione sostenibile delle foreste e di tracciabilità per tutte le fasi della filiera. ® 1996 FSC - Il marchio della gestione forestale responsabile Certificazione forestale Per certificazione forestale si intende un processo volontario dove proprietari o gestori di foreste decidono di aderire a schemi che garantiscono una gestione sostenibile, dal punto di vista ambientale, economico e sociale, dei complessi boscati. L’iter di certificazione comprende fasi di ispezione e controllo, effettuate da organismi indipendenti e accreditati (enti di certificazione), per valutare se le foreste sono effettivamente gestite rispetto ad un determinato insieme di principi e criteri elaborati dal sistema di certificazione forestale. Se le foreste ispezionate hanno tutti i requisiti in regola vengono certificate e possono ottenere il marchio distintivo rilasciato dagli schemi stessi. In Italia ne esistono due, che si rifanno a criteri e indicatori definiti in sede internazionale e rielaborati specificatamente per il nostro Paese: FSC e PEFC. Anche i prodotti intermedi (legname tondo, segati e tranciati) e finali della filiera-legno (mobili, pavimenti, travature) possono avere il marchio di garanzia che ne certifica l’origine da gestione forestale sostenibile. In questo caso le aziende produttrici devono certificare la propria “catena di custodia”, ovvero avere una tracciabilità di tutti i passaggi della filiera, dal bosco al prodotto finito. Il progetto Il progetto “Valorizzazione legname di castagno piemontese” si è svolto da luglio 2010 a luglio 2011. Finanziato dalla regione Piemonte, questo progetto ha avuto l’obiettivo di conoscere e far conoscere meglio il mercato del legno di castagno, puntando a una sua valorizzazione. Il progetto ha indagato le caratteristiche della filiera legno locale e quelle degli assortimenti ricavabili dai boschi piemontesi, realizzando nel frattempo, con l’aiuto di segherie del territorio, alcuni manufatti per valutare tempi e costi di realizzazione. Il progetto, attraverso l’analisi delle procedure di certificazione dell’origine del legno e della gestione sostenibile dei boschi da cui deriva, ha promosso inoltre una politica di “Acquisti verdi” presso le Pubbliche Amministrazioni, al fine di favorire l’economia e la gestione del territorio attraverso l’acquisto di manufatti in legno locale. Questa brochure fa parte della fase finale di comunicazione. maggiori info e risultati del progetto: www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte I partner del progetto Staff tecnico: Andrea Ighina, Dottore Forestale, coordinatore del gruppo. Paolo terzolo, Dottore Forestale esperto in pianificazione e gestione selvicolturale, gestione associata di proprietà forestali, commercializzazione di lotti boschivi, progettazione di ingegneria naturalistica. Igor Cicconetti, Dottore Forestale esperto in pianificazione e gestione selvicolturale. silvio Farinetti, Dottore Forestale esperto in sistemi GIS, progettazione di lotti boschivi, ingegneria naturalistica. Staff comunicazione: Antonio Brunori, Dottore Forestale, segretario generale dell’associazione PEFC Italia ed esperto in comunicazione forestale. Compagnia delle Foreste s.r.l., Azienda specializzata in comunicazione, innovazione e ricerca nel settore forestale; è la casa editrice della Rivista tecnico-scientifica Sherwood Foreste ed Alberi Oggi. Crediti brochure Testi: Andrea Ighina - Coordinatore progetto luigi torreggiani - Compagnia delle Foreste Progetto grafico e impaginazione: maria Cristina Viara - Compagnia delle Foreste Fotografie: tutte le fotografie non altrimenti segnalate sono dell’Archivio del Progetto Finito di stampare nel mese di luglio 2011. stampato da Achab Piemonte s.r.l. Assorbimento di gas serra Il legno è un prodotto completamente rinnovabile che garantisce assorbimento di gas serra climaalteranti come la CO2. Un manufatto in legno trattiene al suo interno grandi quantità di anidride carbonica, evitando di disperderle in atmosfera e permettendo alle piante giovani, cresciute nello spazio lasciato da quelle tagliate per ricavare il legname, di assorbirne altrettanta e ricominciare così un nuovo ciclo virtuoso. Presidio del territorio Legno locale significa lavoro e reddito per le aree collinari e montane svantaggiate. Questo garantisce il presidio del territorio e riduce forti rischi, come quelli relativi al dissesto idrogeologico, che possono portare pesanti danni anche alle vallate (frane e alluvioni per esempio). Una presenza forte, attiva e sostenibile dell’uomo nella foresta, previene inoltre altre problematiche come gli incendi e contribuisce a valorizzare le diverse funzioni del bosco, come quelle paesaggistiche e turistico-ricreative. Perché acquistare legno locale oltre alla certificazione della gestione forestale sostenibile può essere estremamente interessante, per un ente pubblico, puntare su un mercato ancora più “green”, quello locale. Perché? Km zero Legno locale significa anche spostamenti decisamente minori per il trasporto dei tronchi e contatto diretto tra produttore e azienda di trasformazione. Questo porta da un lato ad abbattere notevolmente l’impronta ambientale del prodotto e dall’altro a diminuire i passaggi della filiera, consentendo prezzi più convenienti per gli attori principali. Gestione forestale sostenibile In Piemonte, come in tutto il territorio nazionale, ci sono regole severe per la gestione dei boschi che, a differenza di altri contesti territoriali, non sono assolutamente a rischio di diminuzione né tantomeno di scomparsa . In Piemonte, come in tutta Italia, la superficie forestale è raddoppiata dal secondo dopoguerra e triplicata rispetto al primo, a conferma del rischio assolutamente nullo di incidere in maniera negativa sulle foreste acquistando legname locale. Per chi volesse avere garanzie ancora maggiori sulla buona gestione delle foreste e sui prodotti di origine forestale, può ricercarli certificati FSC e PEFC, i due sistemi di certificazione forestale che forniscono certezze sulla legalità e sostenibilità della filiera produttiva, dal bosco fino al prodotto finale. Legno di castagno: caratteristiche tecniche e usi Il legno di castagno è utilizzato inoltre per arredi, lavori di design ed ebanisteria. Foto di: www.labatteria.it I principali usi del castagno sono: Paleria: agricola per recinzioni e vigneti, tornita per manufatti in legno, come per esempio giochi per parchi o casette per ricovero attrezzi, grezza per ingegneria naturalistica. Segati: per mobili, infissi e pavimenti ma anche doghe per botti e altri manufatti. Tranciati: per fogli da impiallacciatura. Travature: per travi portanti, correnti, morali e come supporti per bioedilizia. Legna da ardere e cippato: per la filiera legno-energia. Tannino: scarti utilizzati per la concia delle pelli. Foto di: www.drewno.fordaq.com Il legno di castagno è caratterizzato da una notevole resistenza alla degradazione e all’umidità, che ne fanno una specie molto appetita per molteplici usi. è inoltre facile da lavorare, essendo un legno “semiduro”, e ha una buona resistenza meccanica. Il legno lavorato presenta tonalità simili a quelle della rovere, ma con assenza delle caratteristiche “specchiature” derivate dai raggi parenchimatici. l’alburno è bianco-giallastro e molto stretto. Il durame, predominante, è di color marrone chiaro. le venature sono sottili, la tessitura grossolana e la fibratura per lo più dritta. Questo legno contiene inoltre tannini ed è da sempre utilizzato per la concia delle pelli. Una pubblica amministrazione potrebbe porsi semplicemente questa domanda ogni volta che si trovasse ad acquistare materiale in legno: “è possibile averlo in castagno locale?”... Molto spesso, più di quanto si possa immaginare, la risposta sarà affermativa. Certo la filiera non è ancora evoluta, ma la richiesta sempre maggiore di legno locale non potrebbe far altro che accelerare questi processi, creando le basi di un solido mercato a “Km zero”. Foto di: www.ihb.de nell’ambito del progetto di valorizzazione del legname di castagno locale sono stati realizzati 3 prodotti, due dei quali normalmente acquistati dalle pubbliche amministrazioni per parchi e giardini: un tavolo con panche da esterni e una panca da arredo urbano. ma le possibilità di acquisto di castagno da parte di un ente non finiscono qui. Basta pensare a quanti oggetti in legno si trovano osservando l’interno di uffici, scuole e giardini. la stragrande maggioranza di questi prodotti possono essere realizzati in castagno locale: porte e finestre, pavimenti, tavoli, sedie, mensole, armadi, cestini per i rifiuti, recinzioni. e tutto questo senza alzare lo sguardo: anche le travi portanti dei tetti, i correnti e i morali, possono essere infatti realizzati in legno di castagno locale. è inoltre da sottolineare l’impiego nelle sistemazioni idrauliche in ingegneria naturalistica, per ripristinare versanti franosi e sponde o alvei di fiumi a rischio idrogeologico: anche in questi ambiti il legno di castagno può essere efficacemente impiegato. Foto di: http://dorsetcustomfurniture.blogspot.com Quali acquisti verdi in castagno? Prodotti: realizzazioni nell’ambito del progetto nell’ambito del progetto di valorizzazione del legname di castagno piemontese, per testare l’utilizzo di legno locale all’interno di segherie del territorio, sono stati progettati alcuni manufatti realizzati con tronchi provenienti dalla Val Pellice: una panca da arredo urbano, un tavolo con panche e una “Bat-box”. Per ognuno dei manufatti sono stati calcolati tempi e costi di realizzazione. Tavolo con panche da esterni Per la costruzione sono stati utilizzati 0,5 m3 di legname, (circa 3 piante da 30 cm di diametro a 1,3 m e di 15 m di altezza). la resa di lavorazione è di circa il 50%. oltre al legno è stato utilizzato ferramenta per le giunzioni e impregnante incolore all’acqua (per risaltare le caratteristiche naturali del legno). la manodopera necessaria alla costruzione risulta essere: 3 ore/uomo per la segagione dei tronchi 2,5 ore/uomo per la sezionatura 1 ora/uomo per la piallatura 5 ore/uomo per montaggio e verniciatura. Panca da arredo urbano Per la costruzione sono stati utilizzati 0,35 m3 di legname (circa 2 piante da 30 cm di diametro a 1,3 m e di 15 m di altezza). la resa di lavorazione è di circa il 50%. oltre al legno è stato utilizzato ferramenta per le giunzioni e impregnante all’acqua. A differenza del tavolo con panche, l’impregnante utilizzato è scuro, per minimizzare gli effetti visivi delle colature di tannino in corrispondenza delle viti. la manodopera necessaria alla costruzione risulta essere: 1,3 ore/uomo per la segagione dei tronchi 1,5 ore/uomo per la sezionatura 1 ora/uomo per la piallatura 4 ore/uomo per montaggio e verniciatura. Bat-box la bat-box (rifugio artificiale per pipistrelli che ricrea un habitat adatto a queste specie minacciate dall’inquinamento) è stata ideata pensando ad un modo per utilizzare gli scarti delle lavorazioni principali, in considerazione delle ridotte dimensioni. oltre al legno di castagno è stata utilizzata ferramenta per le giunzioni e per la porticina di ispezione. non viene utilizzato impregnante per minimizzare le possibili interferenze a danno dei chirotteri. la manodopera necessaria alla costruzione risulta essere di 3 ore/uomo per preparazione e montaggio. Foto di: www.drewno.fordaq.com Dagli enti pubblici il rilancio del legno locale Con il legno di castagno, come abbiamo visto, si realizzano numerosi prodotti che sono normalmente acquistati dalle pubbliche amministrazioni e che potrebbero essere richiesti nelle forniture e negli appalti. Anche nei regolamenti edilizi potrebbero essere inserite percentuali obbligatorie di legname locale da utilizzare nelle nuove urbanizzazioni e nelle ristrutturazioni. Una seria politica di Green Public Procurement, basata anche sul legname locale di castagno, potrebbe davvero rappresentare una scelta innovativa e lungimirante, che porterebbe grandi benefici sia ambientali che sociali. è certamente importante iniziare a richiedere ed acquistare legno locale di castagno ma è ancor più fondamentale stimolare la creazione di una filiera efficiente, dal bosco al prodotto finito. Un ente pubblico può intervenire da entrambi i lati, acquistando prodotti realizzati con legname locale, stimolandone l’acquisto anche da parte dei privati e proponendo al tempo stesso progetti pilota che mirino a dare una spinta a questa filiera, che se correttamente impostata potrà sicuramente iniziare a correre velocemente con le proprie gambe. Per contattare produttori di legname e manufatti in castagno locale è possibile visualizzare una prima lista individuata nell’ambito del progetto su: www.rivistasherwood.it/castagnopiemonte