Vento largo (54)
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Vento largo (54)
presenta Vento largo (54) "La differenza tra un romanziere e uno storico è che il primo mente consapevolmente per diporto, mentre lo storico mente per ingenuità, e s'illude di dire la verità". (Halldor Laxness) Con un caloroso saluto di benvenuto, riapriamo le “ostilità” di Vento largo e dello Zig Zag Social Club di cui abbiamo un fitto calendario di incontri e meraviglie fino ai primi giorni di dicembre. Lo scopriremo già a partire dal “nostro” primo sabato, ovvero il 22 settembre, nel frattempo bentornati a tutti, buona lettura e buon ascolto. (libri) Radka Denemarkova, I soldi di Hitler, Keller La guerra non è mai finita per Gita: quando torna casa, a Puklice, dopo aver conosciuto l’orrore del campo di concentramento scopre che ai nazisti si sono sostituiti altri occupanti e che chiunque è straniero nel suo paese, dove ha vissuto con la famiglia. Nel corso spietato della storia, trova la forza di restare, di sperare e la sua forza diventa un romanzo intriso di una poetica unica e trascinante. Kader Abdolah, Il re, Iperborea Mentre attorno a lui le tempeste della storia, soprattutto gli interessi strategici occidentali, cominciano ad accellerare i tempi, lo scià Naser si dedica al suo harem e ai suoi gatti, noncurante del futuro incombente. Il visir Mirza Kabir, invece, cerca di affrontare la modernità e il confronto, e la sua evoluzione, è l’elemento più affascinante del romanzo che Kader Abdolah delinea con l’ormai consueta maestria. Carmine Abate, La collina del vento, Mondadori La saga di una famiglia, gli Arcuri, che vive sulle pendici del monte Rossarco, altura dominante lo Jonio da sempre considerata alla stregua di un terreno sacro, diventa un romanzo avvincente, che racconta l’eroica resistenza di una famiglia calabrese alle prevaricazioni dei latifondisti, dei mafiosi e più in generale di una storia che non concede nulla ai valori più sentiti. Premio Campiello 2012, tutto meritato. Rodolfo Fogwill, Scena da una battaglia sotterranea, SUR Chiuso in una ridotta scavata nella fredda campagna delle Falklands, un gruppo di disertori e sbandati argentini attende la fine delle ostilità negli ultimi, convulsi giorni di combattimento. Tra fame, freddo, paura e malattie, il clima è surreale e terrificante nello stesso tempo e Rodolfo Fogwill ne trae, con una scrittura aspra e sanguigna, un romanzo tagliente, necessario e uno dei migliori in assoluto nel raccontare l’assurdità della guerra. Joyce Carol Oates, Acqua nera, Il Saggiatore Ispirato da un fatto di cronaca, la morte della segretaria del senatore americano Ted Kennedy in circostanze mai del tutto chiarite, Acqua nera, è un romanzo in cui Joyce Carol Oates prende spunto dalla cronaca per reinventare, ancora prima della storia, un modo di scriverla e di carpirne gli insegnamenti più reconditi. Con una tecnica cinematografica e una visione tagliente che ne fanno un piccolo capolavoro da riscoprire. (dischi) Mark Knopfler, Privateering, Universal Nei due dischi che compongono Privateering, Mark Knopfler mette a disposizione una conoscenza enciclopedica della musica, dalle tradizioni celtiche alle radici americane, che sorprende ancora nonostante una lunga e fruttuosa carriera. Privateering non è soltanto uno dei dischi più generosi e belli di quest’anno, è anche lo zenith di uno stile e un modo di suonare che è senza dover aggiungere altro, pura e semplice classe. Bob Dylan, Tempest, Sony Anche se il gruppo che suona con lui (sono i musicisti che negli ultimi anni l’hanno seguito nel Never Ending Tour) è sempre lo stesso, anche se il produttore non è cambiato (Jack Frost alias Bob Dylan), Tempest ha qualcosa di speciale e di indefinito in più che i suoi ultimi dischi, da Time Out Of Mind in poi, sembravano aver perso. Un senso del mistero affascinante e suggestivo, come entrare in una ghost town e sentire all’improvviso gli accordi di un vecchio swing. Avvolgente. Ry Cooder, Election Special, Nonesuch La seconda giovinezza di Ry Cooder, qualcosa in più di un chitarrista (comunque straordinario), comincia qualche anno fa con l’intelligentissimo Chávez Ravine. Da allora Ry Cooder ha riscoperto la sua carriera solista dopo anni di collaborazioni ed esperimenti e nell’anno del centenario di Woody Guthrie, quanto mai indispensabile in questi ormai drammatici “modern times”, Ry Cooder gli rende omaggio con il disco più esplicito, immediato e diretto che abbia mai fatto. Dave Matthews Band, Away From The World, BmgRca Forse ci voleva proprio Steve Lillywhite, produttore dei primi dischi della Dave Matthews Band, per ritrovare il senso compiuto di uno dei gruppi più originali e straordinari degli ultimi anni. Dopo molti esperimenti, e non tutti risolti nel modo migliore, la DMB vira verso un suono molto simile a quello che sono soliti fare dal vivo, la loro dimensione migliore, e trova una Dave Matthews in stato di grazia, capace ancora di scrivere grandi canzoni, Mercy e Sweet su tutte. Rory Block, I Belong To The Band, Stony Plain Gli anni sembrano non passare per Rory Block, come se il suo trasporto per la chitarra e, con quella, verso tutta l’american music fosse un elisir in grado di fermare il tempo. Molto si deve alla sua dedizione e alla sua curiosità ed era inevitabile, prima o poi, che il suo fingerpicking incrociasse il songbook (fondamentale) del Rev. Gary Davis. Come le ha detto Stefan Grossman ora “è parte della sua famiglia” e a un disco non si può chiedere di più. (promemoria) Sabato 22 settembre, a partire dalle ore 17.30, siamo felicissimi di ospitare Peppino Castelvecchio con la presentazione del libro L’utopia possibile e, in anteprima, l’inaugurazione di uno dei primi progetti di social housing in Italia. Vento largo è la newsletter di Zig Zag, libri, dischi, incontri e altro ancora via della Libertà 10, San Donato Milanese (Mi), 02/5272125 www.zigzaglibricd.com
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