Papà mi ha insegnato il rispetto per gli altri

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Papà mi ha insegnato il rispetto per gli altri
PARLA RIINA JR
"Papà mi ha insegnato
il rispetto per gli altri"
Martedì 18 Settembre 2012 - 21:09
Intervistato dal mensile "Oggi", Giuseppe Salvatore Riina traccia un
ritratto inedito del padre, Totò Riina, fra immagini bucoliche e buoni
sentimenti. E annuncia l'uscita di un libro.
ROMA - "Non vedo mio padre da dieci anni. Non lo tocco da venti. Di lui
so che sta male, che è stanco, malato. Ha il Parkinson e un cuore malandato.
Vorrei abbracciarlo, certo, ma so che lo farò solo quando sarà morto".
Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del Capo dei Capi, che oggi vive e lavora
a Padova dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa parla al
settimanale 'Oggi' del boss mafioso.
"Ama la musica, le canzoni di Claudio Villa. Mi ha insegnato a rispettare
gli altri -
aggiunge
-
perché
non
è
l'uomo
descritto
dalle
cronache
giornalistiche o dalle sentenze, ma un padre affettuoso, pieno di attenzioni e di
principi. A mio padre piaceva cucinare, curare il suo orto e le sue piante. In
tutte le case che abbiamo avuto c'è sempre stato un giardino e un pollaio: mio
padre ci passava le ore fra galline e conigli. Amava gli animali. Ci sono sempre
stati cani e gatti in casa nostra".
Giuseppe è convinto che non sia stato Provenzano a tradire suo padre, a
farlo arrestare: "Sicuramente ha fatto comodo a qualcuno dirlo", racconta al
settimanale. "Erano amici - aggiunge - Mio padre non ha mai creduto in un suo
tradimento. Non ci crede lui e non ci credo io". E sul fatto che Totò Riina ha
sempre affermato che Paolo Borsellino sarebbe stato ucciso da uomini dello
Stato e non dalla mafia, Giuseppe Salvatore Riina commenta: "Se lo ha detto
avrà avuto i suoi buoni motivi". E conclude annunciando la decisione di scrivere
un libro. "Sono stato considerato un appestato, esiliato da Corleone, volevano
cacciarmi anche da Padova - ribadisce - Hanno cercato di infangare anche chi
mi ha aiutato. Con questo libro ho cercato di mostrarmi per quello che sono. Di
svelare particolari della mia vita. Non sono il boss prepotente e sbruffone che
hanno dipinto. Sono un uomo che vuole riappropriarsi della sua vita. Anche se
mi chiamo Riina".