Anno 6 - n° 34 - Il Santuario del Miracolo Eucaristico

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Anno 6 - n° 34 - Il Santuario del Miracolo Eucaristico
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ANNO VI
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SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE
N.
34 - 2013
BOLLETTINO • SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO - 66034 LANCIANO (CHIETI)
IL MIRACOLO DI LANCIANO
E’ il Miracolo più grande nella storia della Chiesa riguardo al Sacramento dell’Eucaristia. Sono passati ormai quattordici secoli,
ma non è stato mai dimenticato. Nonostante le vicende del tempo, il Miracolo ha sopravvissuto alle indagini della fede, della
storia, della scienza. La sua attualità è sorprendente per la trasformazione dell’ostia in
Carne, del vino in Sangue e per la loro
non corruzione,
secondo i risultati
della scienza.
Il Miracolo è
come se fosse avvenuto oggi. Un
oggi continuato e
permanente. Oggi
come mille anni
fa, come fra cento
anni, stando al
corso
naturale
della storia e del
nostro pianeta. In
1300 anni quanti avvenimenti, fenomeni di
ogni genere, eppure il Miracolo è lì a testimoniare la sua incolumità e continuità. Il
Miracolo di Lanciano è un fatto clamoroso
per la Chiesa e per la scienza.
La fede richiama il Miracolo all’ultima
Cena, alla sera del Giovedì santo quando
Gesù istituisce l’Eucaristia con le sue parole
divine e onnipotenti: “questo è il mio Corpo,
questo è il mio Sangue”. In quel momento avveniva la trasformazione mirabile e miracolosa del pane e del vino. Era un evento soprannaturale che riguardava la teologia e la
scienza per il mutamento degli elementi materiali.
La frequenza di tanti pellegrini da ogni
parte del mondo avviene, sia per la transu-
stanziazione del pane e del vino nella visibilità della Carne e del Sangue, sia per la loro
incorruzione. Negare il Miracolo sembra impossibile. La Chiesa per affermarne la verità
e l’autenticità vi ha impiegato quattro ricognizioni canoniche (1574,1637,1770,1886)
e tre scientifiche (1971, 1976,1981).
Di fronte al Miracolo, pur non essendo un
dogma di fede, non si può rimanere indifferenti o scettici.
L’evidenza e la
certezza sono altamente comprovate dal tempo,
dalla Chiesa, dalla scienza. Se il
Miracolo è vero,
quale atteggiamento o comportamento può avere il credente verso l’Eucaristia?
Prima di tutto
credere fermamente alla presenza di Gesù
nell’Eucaristia. Da ciò sorge la certezza nelle
sue parole e l’adorazione al Sacramento.
L’Eucaristia con le parole di Gesù: “fate questo in memoria di me” riattualizza la sua morte
e risurrezione per noi, oggi. La fede porta a ricevere l’Eucaristia: “prendete, mangiate”, a rivivere il mistero della Pasqua: “fate questo in
memoria di me”.
L’Eucaristia oggi, come allora ripresenta
alla nostra vita la persona del Signore e la sua
missione salvifica. Essa è il segno di un amore infinito: “questo è il calice per l’eterna e la
nuova alleanza”. Non c’è dono più grande
dell’Eucaristia. In essa si offre ancora il Figlio
di Dio per la salvezza dell’umanità. Sarà così
fino alla fine del mondo.
Non c’è nulla
di autenticamente
umano
che non trovi
nell’Eucaristia
la forma adeguata
per essere vissuta
in pienezza.
Infatti
l’offerta di se stessi
non è rilegabile
ad un momento
particolare
e privato
ma per natura sua
tende
a pervadere
ogni aspetto
della realtà
dell’individuo.
(Sacramentum caritatis, 71)
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I segni della celebrazione Eucaristica - Il calice
Salvo casi di grande necessità, il Sacerdote non versa il vino in un vaso qualsiasi. Si serve di una coppa di bella qualità: il calice. Da sempre gli artisti ne confezionano
di magnifici, che i fedeli amano offrire ai Sacerdoti.
E’ importante riflettere un momento sul significato
del calice nella Messa: non da un punto di vista estetico, ma simbolico.
Si pensa anzitutto alle parole di Gesù nel Getsemani: “Padre, allontana da
me
questo
calice!”
(Mc 14,36). Il calice di cui
si parla è quella della sofferenza, dell’agonia e della
morte. Non facile da vivere, da bere! Gesù tuttavia
dirà: “Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”
(Mc 14,36).
Un altro riferimento
che ci viene spontaneo alla
memoria, è quella parola di
Gesù ai due discepoli che
domandavano di sedere alla sua destra e alla sua sinistra: “potete bere il calice che
io bevo?” (Mc 10,38). Il che significa: “potete partecipare al mio destino? Potete vivere la passione che io sto per
vivere?”
Presentare il calice nella Messa e bere da esso è dun-
que manifestare la propria volontà di prendere parte alla passione di Cristo. Con Cristo e come lui, è dire al
Padre: “non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”.
Il calice ha un altro significato. E’ segno di vittoria,
di fraternità e di gioia. Alziamo i bicchieri, leviamo il calice per celebrare un battesimo, un matrimonio, un anniversario.
Durante l’ultima Cena Gesù ha reso grazie al Padre sopra il calice. In collegamento con esso ha evocato il
banchetto eterno. “vi dico
che da questo momento non
berrò più il frutto della vite,
finché non venga il regno di
Dio”(Lc 22,18).
Il calice che richiama la
sofferenza e la morte, richiama
dunque anche la vittoria sulla
sofferenza e la morte. Accettando di bere il calice che suo
Padre gli presentava, Gesù
non si è risparmiato le sofferenze, ma si è anche guadagnato la risurrezione.
Nella Messa ci è proposto di bere al calice di Cristo, cioè di partecipare alla sua sorte: alla sua morte
che ha condotto alla sua risurrezione (Jean-Yves Garneau - dal Senso dei riti, pp.99-100).
Signore sono qui... preghiera di un pellegrino
Corro con il tempo da anni. Passano
veloci i giorni gli eventi della vita, le gioie, le speranze, le nostalgie, i rimpianti, i progetti e i sogni: tutto
svanisce dietro l’ombra della sera.
Sono qui, Signore, in questo angolo del pianeta con la mia realtà
quotidiana di sempre.
Vorrei fermare il treno delle
ore, riprendere i fili della vita ormai passata per sciogliere i nodi
ancora oggi aggrovigliati. Vorrei
raccogliere le voci di allora che mi
invitavano a salire su vette illuminate non ancora raggiunte. Vorrei
tornare indietro per rivivere gli spazi incancellabili in cui il futuro appariva come oceano di possibili gioie, di attese
sperate.
Invece sono qui con il peso degli anni, con la stessa inquietudine di un tempo. Ora vedo meglio i miei limiti. Sono
consapevole dell’identità della vita che
non è illusione del domani né ideale da
vivere nella mediocrità, nella rassegnazione.
Oggi raccolgo rimasugli, frammenti
di aspirazioni e tensioni al bene disperse nel vortice degli affanni inutili. Ora so
ancora di più che il tempo divora le mie
aspettative, che l’innato istinto della co-
noscenza e della felicità sono ancora in
cammino con me verso un domani che
vorrebbe essere pienezza di conquiste inalterate, di altezze raggiunte.
Signore sono qui perché tu sei
l’Emmanuele, sei Presenza eucaristica che dà luce e coraggio, che apre il
cuore alla profezia della tua Parola,
alla santità del tuo Spirito, all’eternità promessa e desiderata.
Signore sono qui per capire meglio gli enigmi dell’esistenza, per
pensare a risposte adeguate, per trovare soluzioni giuste alla morsa del
mistero che mi avvolge.
Signore sono qui con te pellegrino
fino alla fine del tempo, qui con te che
sei “Via, Verità, Vita”, con te per non
smarrire la strada, per non cadere nell’errore, per vivere questi giorni in un
spazio di certezze che non mi lasciano
andare… da solo.
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Il Miracolo memorabile
Ogni volta che torno a Lanciano mi trovo sempre
con lo stesso stupore per il Miracolo eucaristico. Ormai
quella Carne e quel Sangue sono nella mia memoria,
nella mia mente, nel mio cuore.
Quando entro nella mia chiesa – parrocchia e vedo il Tabernacolo, subito mi si presenta il Miracolo di
Lanciano. Pensare a questo segno che il Signore ha lasciato mi commuove e sento dentro di me un infinito
senso di gratitudine e riconoscenza per quello che il Signore ha compiuto.
Mi sembra un sogno impossibile credere che a
Lanciano dopo tanti secoli dall’evento si possa vedere e
contemplare la Carne e il Sangue del Signore. Quando
vengo in questa città mi inchiodo dinanzi al Miracolo per
fissare quella Carne e quel Sangue di persona vivente, mi
pare come se il Miracolo avvenisse in quello stesso momento.
E’ impossibile negare l’evidenza del Miracolo, soprattutto, dopo i risultati della scienza. Le analisi in tutti
i suoi particolari visibili nella sala Mostra sono una prova vera e innegabile di ciò che è avvenuto al monaco
basiliano.
Medito e prego dinanzi al Miracolo non solo per
chiedere al Signore una fede più grande verso il sacramento dell’Eucaristia, ma soprattutto per implorare grazia per la mia famiglia tanto provata da gravi problemi e
malattie.
Ci sono giorni bui di scoraggiamento, di crisi. A
volte sembra tutto nero come se la vita divenisse impossibile per le incomprensioni, le avversità che tolgono la
forza e la speranza di vivere. Essere dinanzi al Miracolo
significa riprendere energia e coraggio.
Il Signore ha compiuto questo evento perché credessimo a tutto quello che ha detto e sofferto nella sua
vita. Tutto ciò infonde in me luce e grazia per andare
avanti, per accettare nella fede e nell’abbandono alla volontà di Dio ciò che avviene continuamente in me e nella mia famiglia.
Venire a Lanciano è come andare a trovare il Signore a Betlemme, a Nazareth, a Gerusalemme per raccontare a lui la storia quotidiana della mia vita e avere
da lui una parola di conforto. L’Eucaristia è il segno che
lui è ancora presente in mezzo a noi per sostenerci nella vita di tutti i giorni.
Pasqualina Di S. - Vasto
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Non mi sento più sola
Perché? Nella mia vita ho sofferto tanta solitudine e tristezza. Da adolescente ho perso i miei
genitori. Sono vissuta con i nonni, persone ammirabili per il loro amore verso di me, per la loro fede autentica.
Ho trascorso la mia giovinezza tra studio e lavoro. Ho sempre sognato di avere una mia famiglia per essere felice con un marito ideale e dei figli stupendi. Tutto questo non si è realizzato in
me. Ora sono sola, vivo la vita nella fede e nella speranza di un domani sempre migliore. Ci sono
stati momenti di scoraggiamento, di abbandono a me stessa e al mio pessimismo. Però attraverso
la luce della Parola di Dio, ho ritrovato la mia serenità.
Aiutata dalla meditazione sul mistero dell’Eucaristia e dalla preghiera assidua ho superato ogni paura. Ho riletto il mio passato
con le sue attese svanite e il presente carico
di progetti in riferimento a Gesù in mezzo a
noi nel mirabile sacramento dell’Eucaristia. A
questo segno di grazia ho affidato tutta la
mia vita.
Trascorro alcune ore della settimana dinanzi all’Eucaristia, dopo il lavoro. Tra preghiere, contemplazione e adorazione vivo i
momenti più gratificanti delle mie giornate.
Non mi sento più sola. La promessa di Gesù:
“sarò con voi sempre fino alla fine del mondo” mi si è impressa nel cuore. La sua presenza tra noi è viva e vera.
Non è illusione o esaltazione perché mi dà conforto, coraggio, per affrontare la vita di ogni giorno. Per me, come se il Signore stesse vicino, come se camminasse con me, come se mi parlasse in
ogni mia situazione. A volte nel raccoglimento più profondo mi sembra di sentire la sua voce, di
contare i suoi passi.
Chi legge questa mia breve testimonianza, certamente penserà: è una bigotta esaltata affetta
da misticismo e sentimentalismo religioso. Qualche altro dirà: finalmente ha trovato il compenso
consolatorio dopo tutte le prove e delusioni della vita.
Ognuno può pensare quello che vuole, ma nessuno mi toglie il desiderio di vivere i miei giorni
con l’aiuto di Gesù Eucaristia. Sto bene così. Vado avanti con molta pace e coraggio. Oltre all’adorazione eucaristica trovo ancora più grazia e gioia nella partecipazione alla s. Messa e nel ricevere l’Eucaristia. E’ molto importante per un credente conoscere meglio, approfondire il grande mistero dell’Eucaristia istituita da Gesù per la nostra salvezza e conversione.
(Rosanna – Taranto.)
Corrispondenza
CON I LETTORI
Sono Gino, scrivo da Torino, per avere una
parola di conforto nella mia grave malattia. Ho
26 anni. Mi porto dietro dall’infanzia una poliosteocondrite che mi è causa di tristezza, scoraggiamento e ribellione. Non riesco ad accettare la mia storia. Chiedo preghiere.
Carissimo Gino, se dovessi rispondere a
lungo alla tua lettera non mi basterebbe lo
spazio di questo Bollettino, attraverso il quale ti giunge la mia risposta. Ti dico poche cose ed essenziali: la vita è un’avventura per
tutti. Si nasce per essere liberi, felici… e per
soffrire. La sofferenza nasce con la vita. E’
una realtà esistenziale incancellabile.
Cosa fare? Come comportarsi per avere
un po’ di serenità, di pace? Prima di tutto
accettare la propria storia. Più si è intolleranti contro di essa, più si soffre. L’accettazione è come convincersi che quella situazione è lo stato normale della vita. La pazienza nella tribolazione é segno di coraggio
e fortezza che aiutano a lottare contro la tri-
stezza e la depressione.
Troverai anche pace e sante ispirazioni
nella preghiera come dialogo e unità con
Dio. Anche la preghiera può infondere in te
consolazione e speranza. L’Eucaristia invece
ti unisce al Cristo sofferente e risorto. Lui è
ideale di vita. Durante il tempo della sua vita terrena chiunque lo ha incontrato nella
fede è stato guarito nel corpo e nello spirito.
E’ venuto per questo ed è rimasto nell’Eucaristia per accompagnarci lungo il cammino
dei nostri giorni, per essere pane di sostegno
nel vissuto quotidiano.
Gino, tutto questo non è mera teologia o
parole di convenienza, ma può essere una
vera e convincente esperienza nella vita di
ciascuno. Dio, da noi attende fiducia e disponibilità, il resto lo fa Lui. Per ora ti saluto nella speranza che questi pochi pensieri ti
diano un po’ di consolazione ed un futuro
più sereno.
Autorizzazione Tribunale di Lanciano n. 28 - dicembre 1953
Direttore Responsabile: P. Ernesto Piacentini o.f.m. conv.
Grafica e stampa: Litografia Botolini srl - tel. 0872.714641
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2005 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 e 3, Roma Aut. 2008
NOTIZIE UTILI
Santuario
del
MIRACOLO EUCARISTICO
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mattino: 06.45 - 12.30
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Orario Sante Messe
Festivo: 07.30 - 09.00 - 10.30 - 18.30
Feriale : 08.00 - 09.00
18.30
Sacramento della Riconciliazione:
Festivo: 06.45 - 12.15 - 15.00 - 19.30
Feriale : 08.00 - 12.15 - 15.00 - 19.30
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❖ Proiezione video storia del Miracolo
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❖ Adorazione Eucaristica
❖ Confessioni
❖ Sale per giornate di ritiro spirituale
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❖ Cappella San Legonziano e Battistero
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