Anno 3 - n° 18 - Il Santuario del Miracolo Eucaristico

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Anno 3 - n° 18 - Il Santuario del Miracolo Eucaristico
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ANNO III
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SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE
N.
18 - 2010
BOLLETTINO • SANTUARIO DEL MIRACOLO EUCARISTICO - 66034 LANCIANO (CHIETI)
L’ADORAZIONE EUCARISTICA
La fede della Chiesa nella presenza eucaristica, porta necessariamente all’adorazione.
La fede senza l’adorazione sarebbe soltanto
l’assenso intellettuale ad una verità teologica con nessuno riferimento alla vita. L’adorazione è l’atto supremo di culto dovuto
solo a Dio. Adorare è riconoscere la signoria di Dio su ogni realtà creata. Lui è la
fonte dell’essere, il principio della redenzione e della salvezza. Si adora solo Dio Padre, il Figlio Gesù Cristo e lo Spirito Santo. Dio è Trinità. Adorando Gesù, implicitamente si adora il Padre e lo Spirito Santo. L’Eucaristia è un dono della Trinità.
Ogni sacramento è trinitario. L’adorazione
è tutto: fede, speranza, carità, preghiera, lode, benedizione, ringraziamento, riconoscenza. E’ l’atto di culto più solenne che
raccoglie tutte le energie psichiche e spirituali della persona adorante. Adorare l’Eucaristia è un atto di fede pura. Se guardi,
vedi solo i segni del pane: la forma, il colore; se mangi senti il sapore del pane e niente più. L’adorazione è un atto sublime ed
umile. É affidamento
totale alle parole di
Gesù: “questo è il mio
Corpo”. L’adorazione è
pace, gioia, fervore; fa
crescere la fede, la speranza, la carità. Essere
dinanzi a Gesù Eucaristia in adorazione è
come se lui si vedesse,
si sentisse parlare, si avvertisse la sua presenza.
L’adorazione infonde
luce alla mente; ispira
pensieri e propositi;
comunica al cuore la
beatitudine della gloria
di Dio; dona alla volontà l’ardore del bene,
la comunione con Dio. L’adorazione induce a guardarsi dentro, a vedersi alla luce di
Dio che fa emergere i limiti e le infedeltà
del credente e lo invita alla santità. I Santi
in adorazione trascorrevano lunghe ore del
giorno e della notte. La Chiesa fin dall’inizio ha predicato l’adorazione dell’Eucaristia, nei secoli l’ha sempre raccomandata fino ai nostri giorni. A Lanciano dinanzi al
Miracolo eucaristico, l’adorazione è più
immediata e spontanea. La Carne e il Sangue del Signore attualizzano in modo vivo
e visibile la sua presenza. La mente si immerge nel mistero, la memoria riporta al
Cenacolo – Calvario, il cuore è più incline
ad amare, la volontà più decisa a resistere
alla dissipazione. Signore, grazie per questo
segno mirabile e permanente che ci aiuta a
credere alle tue parole, a vedere realmente
la tua Carne e il tuo Sangue, ad adorare la
tua presenza, a rivivere il memoriale della
tua passione – morte, a ricevere il pane di
vita.
Nel dono
eucaristico,
Gesù Cristo
ci comunica
la stessa vita
divina.
Si tratta
di un dono
assolutamente
gratuito,
che corrisponde
soltanto
alle promesse
di Dio,
compiute
oltre misura.
La Chiesa
accoglie,
celebra,
adora,
questo dono
in fedele
obbedienza.
(Sacramentum Caritatis, 8)
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L’EUCARISTIA rendimento di grazie
E’ una definizione eminentemente biblica reperibile sia nella
prima che nella seconda Alleanza. Il termine greco eucharistein
è usato da Lc 22.19; da 1Cor 11.24. C’è un’altra parola quasi simile eugolein (Mt 26,26 e 27; Mc 14.22 e 23) ricorda le
benedizioni ebraiche, specialmente durante il pasto pasquale
dove si proclamano le opere di Dio: la creazione, la redenzione, la santificazione. S. Paolo (Ebr 13.15) chiama l’Eucaristia
anche sacrificio di lode. La definizione più immediata di Euca-
ristia è: riconoscenza, gratitudine, ringraziamento. Essa è principio di ogni bene, manifestazione di tutti i doni di Dio. Rendimento di grazie, perché? Gesù morendo sulla croce rivela
che Dio è amore. Immolandosi rende lode, benedice, ringrazia il Padre perché attraverso quella morte Gesù manifesta la
bontà, la misericordia di Dio. Il Padre non è punizione, vendetta, condanna, ma perdono per i nemici e i crocifissori del
suo Figlio:“Padre perdona loro…” Non c’è atto di culto più solenne e gradito a Dio che l’offerta della vita del suo Figlio. Lui
solo è la Rivelazione, l’identità di Dio, l’Essere uguale al Padre. Nessuno più di Gesù può dare pienezza di lode a Lui.
Gesù mandato dal Padre è venuto come buona notizia, speranza per l’umanità peccatrice, liberazione da tutte le schiavitù,
annunzio di un regno di gloria senza fine. Lui solo è al vertice del creato, primogenito di ogni creatura, ideale di perfezione. Lui è tutto. L’Eucaristia fa rivivere Gesù, riattualizza la sua
presenza, continua la sua missione, guarisce e salva oggi. Essa
è benedizione, glorificazione della bontà del Padre. L’Eucaristia è lode, grazia, benedizione, fonte di santità per la Chiesa. A
Lanciano dinanzi al grande Miracolo eucaristico si ricorda, si
rivive tutto il mistero di amore rivelato dal Padre nel suo Figlio
Gesù Cristo. Il Miracolo aiuta a credere di più, a sperare, a ringraziare perché nell’Eucaristia è tempo ed eternità, mistero e
redenzione, progetto e salvezza per tutti quelli che crederanno
alle sue parole:“questo è il mio corpo, questo è il mio sangue”.
s.d.g.
IL RICHIAMO dei pellegrini
Perché tanti pellegrini a Lanciano? La risposta è chiara e
scontata: perché solo a Lanciano si può vedere, contemplare il Miracolo eucaristico che ha segnato i secoli e la storia della Chiesa. Vedere un miracolo che perdura nel tempo dall’ VIII secolo ad oggi è un evento incredibile. E’ un
vero mistero che va al di là della ragione e dell’esperienza
umana. E’ una verità acclarata da riconoscere e accettare
inevitabilmente. A parte la storia, la fede della Chiesa verificata attraverso varie ricognizioni canoniche, ma chi può
negare i risultati della scienza? Le ricognizioni scientifiche
sono state ripetute per ben tre volte con i medesimi risultati: Linoli 1971, l’OMS – ONU 1976, Linoli 1981. Il Miracolo ha certezza scientifica assoluta, innegabile. Questo è
il motivo fontale per cui tanti pellegrini arrivano da ogni
punto del nostro pianeta a Lanciano. Affrontano viaggi intercontinentali, rischi, disagi, stanchezza, costi, per vedere
ciò che Dio ha compiuto per aiutarci a credere al grande
mistero dell’Eucaristia. E’ un segno straordinario, soprannaturale. I pellegrini arrivano perché animati dalla fede,
dalla speranza, desiderosi di vedere con i propri occhi
l’evento avvenuto in questa città. I pellegrini pregano, celebrano, cantano, molti pieni di commozione piangono.
Quanti problemi e drammi portano con sé! Tanti, a fatica
si allontano dal Miracolo. Prostrati, assorti, in silenzio sono
lì fino all’ultimo momento per lodare, benedire, per chiedere una grazia, un miracolo. Venire a Lanciano è incontrare il Signore. Il tempo, la distanza di secoli dall’ultima
Cena: tutto si riduce e diventa attuale, vivo. La Cena, la
Passione – Morte – Risurrezione: tutto è qui nella Carne,
nel Sangue, nel Corpo, nella Presenza del Signore. Pellegrini di tutto il mondo, grazie per la vostra testimonianza di
fede, di speranza. Grazie per il vostro pellegrinaggio. Le
migliaia di chilometri percorsi edificano e spronano noi
che siamo qui a Lanciano. Voi ci aiutate a capire che siamo privilegiati per stare vicino al Signore, per vedere continuamente questo segno memorabile che induce a credere di più. Il Signore è vicino, è in mezzo a noi, ci invita continuamente ad amare, a vivere con più fedeltà e coraggio
gli insegnamenti della sua Parola.
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TESTIMONIANZE
eucaristiche
i nostri perchè
Il santo curato D’Ars rimase colpito da un contadino
che ogni giorno, tornando dal lavoro, deponeva i suoi
attrezzi alla porta della chiesa, poi entrava e si fermava a lungo in preghiera. Un giorno gli si avvicinò e gli
chiese: “la vedo passare tanto tempo in preghiera, anche se stanco del lavoro. Che cosa dice al Signore?
Com’è la sua preghiera?” In modo molto semplice,
quel contadino rispose: “ io non ho cultura, non dico
niente. Io guardo Gesù e Gesù guarda me!” E indicò il
tabernacolo.
Signore, l’oscurità sembra prevalere sulla luce, il deserto sull’oasi, i sentieri contorti sulla strada maestra, l’anelito del
bene sull’assurdo del male. Siamo confusi. Folate di malinconia attraversano lo spazio oceanico del nostro spirito.
Non vogliamo essere soli e perderci tra le strade nebbiose
del nostro andare verso il domani. Perché tanto silenzio e
buio? Le stelle in cielo sono spente, la luna appannata da
nuvole erranti non illumina più le strade del mondo. Il
cammino è lungo, la meta lontana. I binari del tempo si
sfaldano alla violenza del vento, il pendolo della vita si logora sempre più per la ruggine degli anni. Signore, occorre luce, speranza, energie nuove: il dono della tua grazia,
l’alito del tuo Spirito, il sole dell’ Eucaristia.Tu sei in mezzo a noi, vivi con noi. Desideriamo vedere le orme dei tuoi
passi, ascoltare l’eco della tua voce divina. Tu parli ancora:
la tua Parola d’amore è traccia necessaria per camminare
verso il sogno della felicità. Signore, vera Carne, vero Sangue splendenti dall’Ostensorio, effondi ancora su noi la potenza del tuo Spirito come novella Pentecoste. Quel monaco dubbioso è ancora vivente in noi. Come lui dopo il miracolo, speriamo di vedere sepolti per sempre i nostri risorgenti perché sotto la cenere del nostro vano indagare, oltre
la cortina delle nostre giustificate ricerche.Così le tue parole divine, fissate dentro l’ordito dei nostri pensieri ci apriranno alla verità delle tue parole:“questo è il mio Corpo, questo è il mio Sangue”.
F. Giusy
Federico Ozanam fondatore della Conferenza s. Vincenzo (Associazione con il compito di aiutare i poveri),
stava attraversando una forte crisi religiosa, quando,
una sera entrò come d’istinto in una chiesetta di Parigi.
Pensava di essere solo e, invece, nella penombra vide la
figura di un vecchio che stava pregando, in silenzio, davanti all’altare. Era nientemeno che il grande fisico e
matematico André Marie Ampère. Federico non voleva
credere ai suoi occhi. Attese che Ampère finisse di pregare e lo seguì sulla via. Aveva da fargli una domanda:
“ mi dica, professore, è possibile essere così grande e
pregare ancora?” Ampère gli diede una risposta degna
del genio che era: “ragazzo, io sono grande solo quando prego”. Per Ampère la preghiera davanti al SS. Sacramento dell’altare era la sua grandezza.
(da esempi eucaristici)
Preghiere di pellegrini
Foto di pellegrini provenienti dalla Russia - a destra Suore ortodosse
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L’OSTENSORIO
del Miracolo eucaristico
NOTIZIE UTILI
Chiunque arriva al Miracolo di Lanciano vede immediatamente che la
Carne è custodita in un artistico
Ostensorio e il Sangue in un prezioso
calice di cristallo. L’Ostensorio, tutto
in argento è un dono di Domenico
Coli di Norcia datato 1713, cesellato
a mano da orafi di scuola napoletana.
L’opera che contiene il Miracolo è di
una perfezione straordinaria. Due angeli in ginocchio sul basamento sono
rivolti verso il visitatore con gli occhi
tesi in l’alto, con un braccio alzato sotengono la raggiera dell’Ostensorio in
atteggiamento di invito a venerare le
sacre reliquie. Sulla mano di ciascun
angelo c’ è un nastro svolazzante che
porta incise le parole:“Tantun ergo Sacramentum – veneremur cernui”. Il calice
di cristallo Rocca (sec.XVI) contiene
il Sangue raggrumato. E’ sistemato
sotto l’Ostensorio tra due angeli. Nel
basamento è la scritta: “tanto fidei misterio incredulo Sacerdoti quondam patefacto - Dominicus Coli, aere suo –
MDCCXIII”. Inoltre dentro una delicatissima cornice a merletto sono finemente cesellati tutti gli strumenti
della passione così come è riferito
dagli Evangelisti. Il sigillo è del 13 di
ottobre del 1999 apposto dall’Arcivescovo emerito mons. Enzio D’Anto-
nio. Quell’Ostensorio e quel calice
del 1713 contengono la vera Carne e
il vero Sangue del Figlio di Dio che
pellegrini e fedeli contemplano e venerano. Un manufatto preziosissimo,
di pregio artistico incalcolabile che
rende onore al Miracolo eucaristico.
Quelle persone sconosciute, dalle mani magiche nel costruire simile opera
d’arte sono non solo da lodare, ma soprattutto da ringraziare per aver dato
alla Carne e al Sangue del Signore un
piccolo trono di rara bellezza e preziosità.
Grazie,
sconosciuti
e benemeriti artisti.
Sono certo
che insieme ai ceselli in argento avete impresso
con devoto
ardore la
vostra fede
e il vostro
amore
a
Gesù Eucarestia.
MIRACOLO EUCARISTICO
Corrispondenza
menti della Parola di Dio. Questo richiamo
all’approfondimento della Parola da parte
degli Organismi ecclesiali è continuo. 2. L’altro problema per noi Sacerdoti e per voi laici è l’oscurità della Parola di Dio, specie il
V.T. La Parola è progetto, pensiero di Dio,
mistero. Essa va collocata al suo tempo, al
contesto culturale, alla storia, alle tradizioni
del popolo di Israele. Tutto ciò crea problemi esegetici: ossia la ricerca del significato
delle parole e del contesto del brano. Questo
procedimento non è semplice. Occorre il
confronto con testi adatti e commentari liturgici che illuminano sul quel brano biblico. Non è sempre facile trovare testi validi ed
esaurienti. Le difficoltà sorgono anche nell’attualizzazione della Parola alla vita dell’assemblea. Caro Ciro, i problemi sono tanti. Il
dibattito sulle omelie dei Sacerdoti è ancora
aperto. Il mio consiglio è questo: cerca di
trovare buoni commentari liturgici della Parola domenicale. Lo Spirito santo ti aiuterà
non solo a capire, ma anche a vivere la Parola ascoltata.
CON I LETTORI
Reverendo Padre Direttore, sono un cattolico praticante di una città molto grande. Nei giorni festivi per motivi di orario frequento diverse chiese e
ascolto le omelie dei Sacerdoti. Con sincerità devo
dire che quasi tutte sono poco comprensibili e farraginose. Ci si accorge della impreparazione immediata di chi parla. Occorre più chiarezza, incisività ed attualizzazione della Parola alla vita.
(Ciro Di C.)
Carissimo Ciro, la tua lamentela è la stessa di
tanti fedeli. Quello che dici, forse, corrisponde a verità.Ti presento due risposte brevi ed
essenziali. 1. Parlare non è facile per nessuno.
Molti di noi Sacerdoti trovano difficoltà nell’impatto con un’assemblea eterogenea(bambini, giovani, anziani, persone dotte e semplici).Adeguare il linguaggio a tutti è un’impresa. Da parte nostra, forse, manca una solida preparazione immediata. Ci si abbandona
all’improvvisazione, all’emotività, quando
invece la Parola va capita, contemplata e poi
comunicata. Da parte nostra occorre più impegno e fervore nell’annunciare gli insegna-
Autorizzazione Tribunale di Lanciano n. 28 - dicembre 1953
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Santuario
del
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invernale - estivo:
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pomeriggio: 15.00 - 19.30
Orario Sante Messe
Festivo: 07.30 - 09.00 - 10.30 - 18.30
Feriale : 08.00 - 09.00 - 18.30
Sacramento della Riconciliazione:
Festivo: 06.45 - 12.15 - 15.00 - 19.30
Feriale : 08.00 - 12.15 - 15.00 - 19.30
Accoglienza pellegrini:
❖ Frate disponibile per la spiegazione
❖ Proiezione video storia del Miracolo
❖ Possibilità di celebrare Santa Messa
❖ Adorazione Eucaristica
❖ Confessioni
❖ Sale per giornate di ritiro spirituale
❖ Sala mostra sul Miracolo
❖ Cappella San Legonziano e Battistero
❖ Percorso archeologico
Attività del Santuario
Ospitalità:
“Casa San Francesco”
tel. 0872.40432 cell. 339.1612495
www.casasanfrancesco.com
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Casa Editrice SMEL:
❖ Pubblicazioni sul Miracolo Eucaristico in varie lingue
❖ VHS e DVD in varie lingue
❖ Bollettino di collegamento La Lampada
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Da visitare oltre il Santuario:
❖ Cattedrale Madonna del Ponte
❖ Chiesa Santa Maria Maggiore
❖ Museo Diocesano
Conto Corrente Postale
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